Contributi nella categoria 'Vita della gente'

Siamo giunti a Genova, ma non “finalmente “!

Quanto lasciato al Guaricano ritorna con mille risonanze nel mio cuore!

I legami intessuti, reali e ideali, hanno fatto sì che l’Oceano si è rimpicciolito (ancor di più dopo Colombo) e la fredda notte trascorsa sull’aereo del ritorno da S. Domingo non ha cancellato il tepore di una giornata di sole di fine estate in una Madrid pulita e familiare nei suoi colori, distesa nelle sue irregolari ampiezze e varia nelle sue architetture: è stato facile collegarla a S. Domingo, impossibile non ricordarla nelle diverse vicende storiche di un pur importante passato, in cui l’aspetto religioso ha avuto la sua importanza.

A Madrid don Paolo, Lena ed io ci siamo addentrati nei musei di Palazzo reale, mentre Mina e Pino si sono soffermati nei dintorni; ci siamo ritrovati tutti, dopo qualche ora, nella vicina Nostra Signora di Almudena a pregare la Madre di Dio per la Nazione spagnola, affinchè superi le odierne contraddizioni, e per noi, grati del dono ricevuto al Guaricano. Non sono mancati poi, lungo le “calles” e nelle utime ore d’ attesa del volo per Genova all’aeroporto di Barajas, commenti vivaci, battute, momenti di apertura personale e un’attenzione più diretta fra di noi.

Don Paolo, l’infaticabile ! Si rivela guida vigile, sobria e affettuosa, compagno ideale di “cammino”, attento a soddisfare ogni giusta esigenza, a valorizzare “talenti” nascosti, a riequilibrare situazioni relazionali  e ad affrontare imprevisti sempre in agguato. Vero missionario con cui il Vangelo diventa vita, opere concrete e accoglienza profonda dell’altro.

Rivedo a flash le immagini che la mia memoria contiua a mandare in onda…

All’arrivo, durante la Messa serale nel cortile della missione, “padre Pablo” ha subito riattivato, con parole franche e dirette, i contatti con tutte quelle persone accorse a festeggiarlo così numerose e vivaci nelle esternazioni: ha sottolineato la continuità del loro operato, le ha ringraziate e confortate; ha parlato della Chiesa genovese, riportando saluti e proposte per il futuro; ha nominato i religiosi e le religiose che erano stati e sono ad oggi al Guaricano. Al ricordo di don Lorenzo Lombardo, sepolto proprio lì, in quel cortile, circondato da piante tropicali, il Padre ha calamitato i presenti in un raccoglimento intenso e commosso: quella comunità orante era la testimonianza di un amore così grande che non doveva spegnersi mai.

Alla Duquesa… Superati gruppi di ragazzi che trafficavano nella spazzatura, siamo stati accolti nella chiesetta da bimbi stupiti e da vispe bambine con le treccioline luccicanti di fiocchetti. I più grandi attorno all’altare, animavano i canti con i suoni metallici dei tamburelli e di uno strumento a grattugia. All’omelia “Padre Pablo” prende un bambino per mano; uno dei due “si fa cieco” e l’altro sbanda e va a finire sopra i fedeli, coinvolti nel dialogo, che sorridono e rispondono in perfetta sintonia alle domande del celebrante-mimo. La speranza cristiana è in primo piano: nulla è possibile fare senza la preparazione e l’impegno personali, né per se stessi né per gli altri, e il Signore non abbandona dove c’è esigenza di progresso umano. Abbiamo pregato per questa speranza e per rafforzare la nostra fede… al lume di candela, perchè l’energia elettrica spesso mancava!

La visita agli ammalati: la sofferenza nella sofferenza. Pomeriggi infuocati; vie, viuzze che s’intersecano, in modo irregolare, pozzanghere, rifiuti e odori forti; casette continue, uniformi, spesso sbrecciate o incomplete, a muro nudo o sbiadite dai frequenti acquazzoni, di pochi vani, stretti, con spazi esterni che diventano vivibili. All’interno l’arredo è essenziale, necessario, con un angolo pronto ad accogliere l’ospite. Appartato nel suo lettuccio con su un lenzuolo, l’ammalato si assesta con pudore, sorride ai nostri saluti, ma chiede qualcosa alla parente accanto… “padre Pablo” comprende, si avvicina e “parla” con lui; quindi ci chiama per esprimere preghiere singole o comuni, che spesso si mutano in canti d’intercessione in spagnolo e in italiano. Poi benedice tutti. Momenti di commozione, in cui i gesti creano empatia più delle parole: uno sguardo sorridente o solo sereno, una carezza, un ascolto attento, una risposta talora scherzosa e un abbraccio. Ci vengono in mente alcune descrizioni del Vangelo…

Eccoci a visitare le scuole (primaria, secondaria, diurna e serale ), le altre parrocchie e il Centro sanitario e nutrizionale. Occasioni preziose per incontrare insegnanti, allievi e tutti gli altri operatori delle varie strutture. Si discute,  in un  confronto aperto e appassionato,  di organizzazione, di progetti, di difficoltà, di risultati e di come migliorare i servizi. L’accoglienza è sempre calorosa e grata.

Per ultimo un appuntamento, presso il Seminario maggiore dominicano, con il Rettore e con alcuni seminaristi del Guaricano, futuri sacerdoti in queste difficili realtà umane da curare, sviluppare e consolidare.

Noi accompagnatori di don Paolo, accomunati dall’età non più giovane, forti di esperienze personali, ma così diversi l’uno dall’altro per percorsi di vita e per ruoli ricoperti, abbiamo cercato di raccontare e trasmettere quella che riteniamo essere la parte migliore di noi stessi, quella raggiunta con mille difficoltà, impegno e sacrificio. È dunque importante lottare, essere protagonisti della propria storia, conseguire i traguardi sperati e possibili, recuperando sempre dignità, rispetto e affetti. La fede aiuta in questo bisogno di progresso umano.

Caro don Paolo: grazie! Grazie per averci dato l’opportunità di offrire “briciole di amore” per il Pane che rende tutti fratelli.

8:29 am

Impressioni

Sono già trascorsi alcuni giorni in Guaricano. Questa esperienza ci ha arricchito per valorizzare quanto per noi è scontato. L’importanza dell’acqua che da noi è potabile e scorre sempre e che spesso sprechiamo! Qui non è potabile e spesso non arriva e ci si devono lavare i denti con quella minerale!

La corrente elettrica che noi abbiamo sempre e che, per noi, quando manca momentaneamente è un’ansia!… Qui è un’abitudine e una cosa naturale averla a ore.

Camminare a piedi nudi su strade dissestate e con spazzatura per noi è pericolo di infezioni e tetano!… Qui è un vivere giornaliero sia per gli adulti che per i bimbi.

Noi, spesso, non accogliamo nelle nostre abitazioni le persone per il disordine! Qui non guardano all’estetica ma all’ospitalità, all’incontro.
Qui c’è solidarietà specialmente tra poveri! Quando c’è un malato sono tutti uniti per aiutarsi vicendevolmente! I valori umani si trovano proprio qua.

A Duquesa , dopo aver percorso una strada sterrata con ai lati ragazzi (grandi e piccoli) intenti a dividere i cartoni dalla plastica nella spazzatura per poi vendere per avere qualche pesos, Don Paolo ha celebrato la Messa al buio e a lume di candela. È stata per noi molto suggestiva.
Al momento dello scatto della foto c’è stato un boato unico e generale da pelle d’oca (nonostante il caldo umido terribile, per noi), INDIMENTICABILE!!!

Speriamo resti sempre in noi il dovere di testimoniare e ringraziare il Cielo per quanto abbiamo ricevuto e la fortuna di essere nati a Genova.

Come vi avevo scritto in altra occasione, una banca a partecipazione statale ha donato alla comunità dei terreni destinati a uno stadio, un liceo e un centro comunitario.

L’aspetto formale (il contratto di donazione) è di due mesi fa. Oggi pomeriggio si è fatto invece l’atto pubbico, con la presenza di due funzionari della banca, e dei rappresentanti di molte organizzazioni comunitarie del Guaricano. La gente ha interesse che si realizzino le cose prospettate in questa donazione, anche se ci sono settori della comunità che vogliono mettere le mani in maniera individuale su questa terra. Per questo abbiamo scelto la strada di realizzare la donazione alla comunità attraverso la chiesa, che si fa garante quindi del fatto che i terreni siano destinati effettivamente a quello che devono essere destinati.

Il mio successore dovrà mostrare i muscoli e rivendicare l’appartenenza alla comunità del terreno.

gruppo.JPGScrivo qualche giorno dopo la partenza dalla missione (31 gennaio), ma ho avuto così il tempo di sedimentare le sensazioni.

Sono tornato in Guaricano dopo le visite del 2000 e 2001, l’ultima volta che sono stato li non ero ancora laureato e non conoscevo nemmeno Francesca, ora sono laurato e sposato!

Le sensazioni che provo filtrano quindi attraverso uno Stefano diverso, ma rimane la stessa consapevolezza di aver fatto un’esperienza importante: di vita, di vita cristiana e quest’anno anche di vita famigliare dato che sono tornato qui come famiglia.

Certo a tratti è difficile cercare di trovare certezze nella fede qui, apoteosi della contraddizione e dove la gente muore tra legno e lamiere guardando la televisione e ascoltando la musica in stereo moderni attaccati per non so quale miracolo alla corrente elettrica.

Certo capire dove è la giustizia in un ragazzo paraplegico dalla nascita, con le gambe storte e anche ustionato per un incendio della sua baracca è davvero difficile, e magari noi ci lamentiamo di pagare 25 euro all’anno per parcheggiare la macchina…

Lo so che i nostri mondi sono talmente diversi da non poter essere paragonati, ma esistono entrambi, ed è giusto che ognuno si occupi dei problemi di quello i cui vive, ma certe esperienze ti fanno ridimensionare un poco il valore delle proprie cose.

Certo accettare il fatto che Dio è proprio in quelle baracche è difficile, ma come ha detto don Francesco nella messa che abbiamo celebrato nella cappella delle suore della Missione, il nostro premio non è qui e allora pensando anche all’assurdità umana della stessa croce forse è più facile, spero che questa esperienza a me e a noi famiglia appena nata serva per il nostro lungo e difficile cammino verso Lui.

Dopo le riflessioni i ringraziamenti:

  • A don Paolo per la gioia, l’energia e la fiducia che ha avuto negli Amici del Guaricano nei progetti andati a buon fine e quelli abortiti, per averci sostenuto sia in Guaricano che nelle sue visite a Genova.
  • A don Lorenzo per la sua umile gentilezza, il suo servizio, le sue parole a voce bassa ma calorose.
  • Alle suore Brignoline che ancora una volta ci hanno letteralmente viziato, un in bocca al lupo per il vostro proseguio in Guaricano alla dolce suor Modesta, alla timida suor Blessilla, alla incontenibile suor Paolina e a suor Cristina, simbolo concreto di quello che ha seminato la missione in questi 16 anni.
  • Infine un grazie a tutti quelli che hanno condiviso con me quest’avventura degli Amici del Guaricano, da quelli che hanno iniziato e ora hanno preso altre strade a quelli che sono passati per qualche tempo, a quelli che sono arrivati in fondo, tutti hanno reso ricca la mia esperienza.
  • A Francesca che ha voluto vivere anche lei con me questa esperienza.
  • Grazie infine a don Fra, che ha ideato, sotenuto in tutti i sensi questo progetto e non ha mai mollato!
3:05 pm

Acqua e freddo

Un fronte freddo piovoso, proveniente da Cuba e annunciato dai servizio metereologici da qualche giorno, da ieri è sulla nostra isola, dove ci porta temperatura “fredde” (18 gradi di notte) e piogge abbondanti. Anche se non c’è paragone con la quantità di acqua piovuta in occasione delle due ultime tormente tropicali.

Sembra che domani smetterà di piovere, ma la temperatura si abbasserà ulteriormente a causa del sistema di alta pressione che sostituirà le nuvole. Siamo tutti ben attrezzati con giubbotti e giacchette!

6:43 pm

Ciao Guaricano

Il forte rumore di una moto sgangherata al di là del muro. Il sordo continuo ronzio della centrale elettrica a pochi metri di distanza. Un colpo di clacson dalla strada polverosa e piena di buche. Il canto ininterrotto di decine di uccellini. Un altro rauco rombo di motore. Il fruscio di migliaia di foglie di ogni forma scosse da un vento caldo. Musica caraibica in sottofondo sparata a tutto volume da qualche cassa enorme in una baracca non lontana. Alzo la testa. Pali della luce, fili dell’alta tensione che si aggrovigliano in intricati gomitoli che portano energia ad ogni baracca e dai quali pendono inermi ed arresi aquiloni.

Colori vivaci… il verde, l’azzurro, il bianco abbagliante delle nuvole accese dai raggi del sole, fortissimo anche a dicembre. Sono ancora una volta seduto nel cortile della missione. Guaricano. Santo Domingo. Ritorno dopo qualche anno dall’ultima visita, nel 2001 con gli Amici del Guaricano, ed a 8 anni dalla prima, nel 1999, quando ero venuto da solo per conoscere una realtà missionaria. I ricordi si affollano nella testa e nel cuore. Mi sento un po’ strano e un po’ a casa, per tutte le volte che il pensiero è volato fin qui.

Il Guaricano ha cambiato il mio cuore, mi ha aiutato a capire che cosa è importante. Mi ha guidato a scoprire l’umanità che si nasconde nella fatica, nella contraddizione, nella sofferenza che sembra senza uscita e la voglia di vita che spera, che cerca un senso, qualsiasi sia la difficoltà che incontra.

È bello essere tornato in Guaricano, tra questi rumori, questi colori, queste sensazioni, queste persone e questi ricordi. Anche se solo per pochi giorni e per un qualcosa di semplice ma tanto prezioso come un saluto, qualche passo di cammino insieme ed un abbraccio forte.

1:56 pm

Eccomi!

Avevo sentito parlare del Guaricano tante volte e da tante persone diverse, ma vederlo è stato come bruciarsi dopo aver visto il fuoco in fotografia. I racconti hanno assunto colori, odori e consistenza reali.

Ho guardato negli occhi, riguardata, un ragazzo di 18 anni immobile dalla nascita che non avrà la possibilità di essere assistito e istruito come avverrebbe a Genova. Ho anche avuto paura e desiderato di essere lontana da tanto dolore.

Ma le suore che ci hanno accompagnato, con una preghiera e un sorriso, facevano per ogni malato un piccolo miracolo. E il sorriso che mi si stampava sulla faccia non era solo un distendersi dei muscoli facciali, ma anch’esso un piccolo miracolo.

È difficile credere che si possa fare qualcosa di buono quando si vede questa marea di cose che non girano come dovrebbero, di povertà, di ignoranza, di violenza.

Ma qui al Guaricano ho scoperto, come una bruciatura, che anche il poco è molto e che tanti pochi fanno un moltissimo.

Grazie alle Suore Modesta, Blessila e Paolina e a don Paolo e don Lorenzo per questo grande insegnamento.

La vigilia di Natale qui tutti sono indaffarati: a preparare la cena, che è il momento dell’anno più forte di incontro della famiglia, sia a pitturare la casa o a mettere a posto qualcos’altro.

A Betania i nostri seminaristi hanno pitturato il presbiterio, facendo sparire alcune macchie di umido che si erano generate in occasione della tormenta Noel di Novembre.

Dopo un sacco di mesi ho in mano l’atto di donazione di un terreno destinato alla costruzione di un liceo e di un centro comunitario.

In realtà non è stato donato a noi, ma alla comunità, cioè al barrio, e la Chiesa Cattolica, concretamente attraverso la mia mediazione, l’ha ricevuto come garanzia che non sarà destinato a nient’altro che a ciò per cui è stato donato.

Adesso dobbiamo cercare di fare una cerimonia pubblica di consegna del terreno. Il Banco Nacional de la Vivienda, che è l’istituzione a partecipazione statale che l’ha donato, ha staccato questo terreno da un’area molto grande su cui sta costruendo un progetto abitazionale. È stato grazie alla mobilitazione della comunità che si è potuto ottenere questa donazione.

La mia soddisfazione di adesso è legata al fatto che un’altra istituzione statale, il CEA, che è l’ente proprietario della terra dello stato, un anno fa aveva lottizzato quel terreno e l’aveva donato a persone di Guaricano invischiate nella politica e appartenenti al partito del governo. Con in mano i loro atti di compra tali presunti proprietari si erano già messi al terreno e qualcuno stava cominciando a costruirvi qualcosa, ma grazie a Dio non hanno potuto andare avanti.

Adesso la mia speranza è che la cosa possa essere ben definita prima che io me ne vada, in maniera che non ci possano essere dubbi riguardo alla proprietà e alla destinazione di quel terreno. E l’altra speranza è che prima o poi il Ministero dell’Educazione costruisca il liceo che vi deve nascere.

Beh, posso dire anche stavolta: grazie, Signore!!

Le nozze di Martín e JosefaAltri due matrimoni stasera, al ritmo della musica del sud!

Una delle due coppie era di San Juan de la Maguana, nel profondo sud, e sono venuti molti parenti insieme a una piccola banda, che alla fine della Messa ha coinvolto tutti in un ballo (a dire il vero molto decente) appena sotto il presbiterio.

Le nozze di Dioni e CarmenPotete gustarvi il ballo qui in diretta, se volete!

Augurissimi a tutti questi nuovi sposi!

Oggi avevamo con tutti i preti della zona un invito a pranzo dal Sindaco di Santo Domingo Norte, il nostro municipio.

Le cose sono andate abbastanza per le lunghe: l’appuntamento era all’una, ma abbiamo cominciato a mangiare alle due e mezza (sic!). Tra il momento in cui siamo stati ricevuti e quando abbiamo cominciato il pranzo ci sono state molte parole, soprattutto da parte del Sindaco, raccontandoci tutte le sue iniziative e i progetti che ha avviato per il municipio. Sapeva a campagna elettorale anticipata. Dentro di me mi chiedevo: “Questo sindaco c’è da un anno e mezzo, e in questo anno e mezzo nella pratica non si sono viste cose dell’altro mondo, epperò tutto quello che ci racconta sa di straordinario. Si realizzeranno tutte le cose che dice?!?”

Speriamo di sì. Ma solo i fatti lo diranno!

Un’altra cosa che mi ha colpito è stato l’atteggiamento molto ossequioso verso la Chiesa Cattolica, dicendo continuamente che vogliono collaborare, e che la Chiesa sarà il primo partner di tanti progetti sociali, e che aiuteranno a costruire chiese e cappelle…

Speriamo che sia così, ma c’è il rischio del laccio di diventare parte del sistema, con la conseguenza di allontanarsi dalla gente.

La maggior parte dei preti vedeva con soddisfazione questo atteggiamento, anche perché questi soldi pubblici sono una manna per la povertà delle comunità cristiane.

Anche qui staremo a vedere!

8:29 am

Ultimo ciak

Sono alla fine dei miei giorni (per ora solo quelli nel Guaricano)!

Bambini del GuaricanoIeri, terminate le visite, sono ritornato nel Barrio per riprendere i giochi che abitualmente fanno i bambini. È bastato un ramoscello di una pianta (ogni tanto c’è anche li) per organizzare un gioco collettivo per piccoli e grandi: “la caravella”. Vuoi vedere che magari è stato importato dai nostri caruggi qualche secolo fa…? Avevo proprio voglia di riprendere dei sorrisi.

Stamattina sarà l’ultima giornata di visite, e poi, alle 22.30, il volo.

Rispetto al precedente anno sarà una partenza particolare perchè “del doman non v’è certezza”…

Spero comunque che ci sia, perché un sogno fatto realtà non può svanire nel nulla, per tutte le Andreine, per tutti i bambini che fino a ora hanno avuto la possibilità di sperare in un futuro migliore. E poi tutti gli occhiali che mi stanno già raccogliendo: cosa ne potrei fare…

Ciao!

Le nozze di Seneida e JoséNella Messa di stasera abbiamo avuto, oltre ai partecipanti al Ritiro di Evangelizzazione, il matrimonio di Seneida, una bidella della nostra scuola, con José, suo marito.

Viene da una bella famiglia cattolica, ma, come lei stessa confessa candidamente, fino a pochi anni fa era una persona dedita a bere birra. Poco a poco ha incontrato il Signore e ha scoperto la possibilità di vivere in maniera diversa, e c’è stato il cambio.

Così sono arrivati a sposarsi. Con il proposito di continuare il loro cammino nella chiesa senza più lasciarla.

Auguri, José e Seneida. E che possiate arrivare minimo alle nozze d’oro!!!

A Jacagua, che sarà il centro della nuova parrocchia Santa Virginia, il governo ha ricostruito una scuola, e ha fatto un buon lavoro.

La direttrice, che è cattolica e viene a Messa, mi ha invitato a celebrare una Messa di inaugurazione, e sono andato molto volentieri.

Dopo la Messa abbiamo benedetto le aule una a una.

Come altre scuole dei dintorni, fanno al mattino le classi del secondo ciclo (dalla quinta all’ottava) e al pomeriggio quelle del primo ciclo (dalla prima alla quarta).

E, secondo la strategia di adesso del governo, hanno l’ultimo anno di asilo (l’unico che si implementa qui) che gode di spazi e risorse che globalmente sono quasi superiori a quanto usano tutte le altre classi.

Andreína, Stamattina siamo stati con Paolo Dell’Erna a casa di Andreína.

Andreína è una ragazzina di dodici anni, che abbiamo scelto per “girare” un video che descriverà la vita di un bambino del Guaricano.

La sua famiglia è abbastanza povera, e al tempo stesso sono persone che vivono con dignità.

A casa sua ci siamo potuti mettere d’accordo, presente la zia di Andreína, sulle modalità del lavoro. Paolo inizierà a girare le riprese domani mattina, riprendendo vari momenti della vita nella casa, e continuerà martedì con l’ambiente scolastico e la sera.

Si profila un lavoro interessante, che penso sarà degno di essere diffuso a livello scolastico.

Forza, Paolo!

Abbiamo realizzato oggi pomeriggio il “Congresso per la Vita contro l’aborto e la delinquenza”.

C’è stata risposta sia a livello istituzionale che a livello della gente.

L'intervento appassionato del padre Jesús CastroPer quanto riguarda le istituzioni, il cardinale ha inviato il padre Jesús Castro, vicario episcopale per il clero e licenziato in bioetica, che ha tenuto la conferenza centrale.

La tavola delle autorità al Congresso per la VitaA livello del parlamento erano presenti due deputati impegnati nella lotta contro l’aborto: Ángel Gomera e Pelegrín Castillo. Entrambi hanno espresso il loro impegno di cristiani e di legislatori a favore del bambino non ancora nato.

C’era anche un pastore evangelico, che in verità mi ha stupito per la profondità delle sue parole in relazione alla giovane età.

E infine c’è stato anche il padre Luis Rosario, coordinatore nazionale della pastorale giovanile.

Il pubblico al Congresso per la VitaLa gente si è dimostrata molto sensibile: avevamo tra le duecento e le trecento persone comprendendo una buona rappresentanza di studenti.

Noni, il coordinatore dell'organizzazione dell'eventoAlla fine dell’attività ho fatto i complimenti agli organizzatori, a Noni anzitutto, e agli altri giovani che hanno lavorato con lui. Si sono fatti un bel mazzo e si sono visti i risultati.

Le attività continuano con la Messa per la Vita, domenica alle nove, con una serata di preghiera, mercoledì, e con la Marcia per la Vita finale, venerdì pomeriggio.

La cosa più bella, come ho già detto varie volte, è godersi la libertà di dire che l’aborto è un delitto e che il feto ha diritto di vivere. Cosa che purtroppo in Italia è più difficile. Mi domando se in Italia non abbiamo calato le braghe sotto la pressione di chi ci vuol far passare per retrogradi… Se lo sviluppo si misura in base a questo valore della vita, la Repubblica Dominicana è molto più sviluppata dell’italia.

P., un membro della nostra comunità e di un ministero di evangelizzazione, è in carcere accusato di violenza carnale. La cosa risalirebbe a otto anni fa, e sarebbe successa con una bambina che allora aveva sette anni (!), figlia di un’amica di P. La bambina ha vissuto un mese in casa di P., il quale aveva sua moglie e i suoi figli.

Di fatto in quel tempo P. non viveva la vita né di fede né di Chiesa. P. si è avvicinato alla parrocchia circa quattro anni fa in occasione di una missione. Veniva agli incontri di accoglienza con una treccia lunga che gli cadeva sulla schiena e con gli  orecchini. Poco a poco si è reso conto che la sua vita poteva essere diversa, e ha cominciato a inserirsi nella vita della comunità. Ha fatto il Ritiro di Evangelizzazione, poi ha deciso di lasciarsi da sua moglie perché la relazione in ogni caso non era buona, e si è potuto così avvicinare ai sacramenti.

Da due anni sta facendo parte di questo ministero di evangelizzazione. Il suo ruolo è soprattutto quello di animare con la musica, perché sa suonare la tastiera. Ma gli si vede un dono per la preghiera, e la sua testimonianza di vita parla di un cammino di santità.

P. ha reagito all’accusa con certa sorpresa. Sostiene di non aver fatto niente, ma al di là di questo d’impressione è che sta vivendo questo momento di carcere non solo come una prova, ma anche come un’occasione per portare il vangelo ai carcerati.

La gente che gli è stata vicina nelle prime fasi del processo dice che di fronte a bugie evidenti P. non ha mostrato interesse di difendersi. Il ministero del quale è parte gli è molto vicino e lo va a trovare spesso.

A molti di noi sembra che, al di là del fatto che P. sia colpevole o meno, il tutto sia stato messo su dalla famiglia per estorcergli soldi. Sembra che la madre della bambina abbia detto apertamente che se le danno 125,000 pesos (l’equivalente di 4,000 euro) ritira la denuncia.

Vi farò sapere. E vi ringrazio se potete unire la vostra preghiera alla nostra.

In molte scuole è ripresa l’attività. Nel paese ci sono ancora scuole occupate dalle persone che hanno perso la casa per le inondazioni, ma tutto sta lentamente tornando alla normalità.

La mia salute sta migliorando, e nonostante la debolezza ho potuto dedicarmi a mettere un po’ più a punto l’applicazione web che sto preparando per gestire le finanze del fondo prestiti in vista della mia partenza.

È da un mesetto che ci lavoro nei ritagli di tempo (e a volte sottraendo tempo a cose forse meno importanti), ed è quasi funzionale nelle cose principali.

Domani spero di andare al ritiro dei preti diocesani.

È venuta alla parrocchia oggi pomeriggio la gente che vive nella cañada di Ponce. Sono una trentina di famiglia a cui si è allagata la casa, e vari di loro hanno perso tutto quello che avevano.

Purtroppo, ancora più delle famiglie del “buco” de La Mina, quelle famiglie devono pensare a trasferirsi da un’altra parte. Non è facile, come mi diceva una di loro, Mamín, una signora quasi anziana di una sessantina d’anni: “Ho comprato questo pezzetto di terra a Fausto” (un proprietario locale) “e qui ho potuto costruire con moltissimo sforzo qualcosa. Riesco a malapena a mettere insieme i soldi per mangiare. Dove vado?”.

Aiutare queste famiglie non sarà facile. Anzitutto perché non è giusto aiutarli a ricostruirsi una vita lì dove sarà sempre in pericolo. E poi per il rischio assistenzialismo. È notorio, in questo paese, che i poveri vanno a vivere in posti malsani e pericolosi con la speranza che un giorno qualcuno (normalmente il governo) dia loro un pezzo di terra in una posizione migliore.

A questo proposito il governo sta dicendo che risolverà il problema di tutti posti abitati non abitabili, e lo risolverà definitivamente. Come? vedremo.

7:29 pm

Tutto fermo

Tutto il paese è praticamente fermo. Le scuole sono chiuse. Vari pezzi di quartiere si sono inondati completamente e la gente è in un qualche rifugio. La tormenta tropicale Noel ha messo in ginocchio il paese! A scuola sono venuti a lavorare solo Edilenia, la segretaria della parrocchia, e alcuni portieri.

Le suore sono in ginocchio anche loro, o meglio, sono con l’acqua al ginocchio, perché l’acqua non accenna a diminuire nel giardino e in casa loro. Se continua così, domani bisognerà fare qualcosa!

Siamo inondati dalla pioggia a causa di una tormenta tropicale (un mini ciclone), il cui occhio sta transitanto da sud verso nord all’altezza della costa ovest dell’isola.

Da tre giorni sta piovendo, e ciò mette a dura prova la capacità del terreno di assorbire l’acqua.

Nel territorio di Santa Margarita c’è un posto che chiamano “il buco”, perché è un affossamento senza sbocco, e anche in condizioni normali c’è sempre fango, e se piove, si fanno laghi che durano abbastanza. La pioggia di stanotte ha fatto entrare l’acqua in una ventina di case, le quali, nonostante abbiamo sul davanti muretti di altezza di 20/30 cm, si sono riempite di fango. Sono stato a vedere la situazione alle otto, e ho chiamato il giornale più grande, che ha subito mandato giornalista e fotografo. Hanno raccolto molte foto e varie testimonianze, vedremo che risalto possono dare alla cosa, e se sarà sufficiente per smuovere le autorità.

L'acqua che inonda la casa delle suoreE anche nel nostro cortile l’acqua sta salendo, perché i due filtranti che abbiamo sono saturati, e la zona allagata è già di 4/500 metri quadrati. L’acqua è già 15 centimetri sopra il pavimento della casa delle suore, che quindi sono all’umido come non lo sono mai state.

L'acqua che invade la casa delle suorePurtroppo non si può fare molto, bisogna soltanto aspettare che smetta di piovere.

La terza giornata intera del nostro arcivescovo a Santo Domingo è stata in realtà una mezza giornata, perché all’inizio del pomeriggio aveva il volo per Cuba, per la visita alla missione sorella.

La esiguità del tempo non ha impedito a mons. Bagnasco incontrare la comunità parrocchiale della Divina Misericordia.

Mons. Bagnasco in visita al nunzio apostolico in Repubblica Dominicana, mons. Timothy BroglioMa soprattutto è stato il giorno dell’incontro con il nunzio apostolico, mons. Timothy Broglio. Con lui il dialogo ha toccato i temi della situazione della famiglia in Repubblica Dominicana. Riguardo a ciò, la visione del nunzio è stata realisticamente negativa: troppe fragilità, mancanza di un impegno serio, divorzi ripetuti.

Mons. Timothy Broglio ha espresso la soddisfazione per il lavoro portato avanti in questi anni dalla missione genovese, e ha provveduto a ringraziare la chiesa genovese nella figura del suo pastore.

L’aeroporto è stata la meta seguente, per continuare un viaggio all’insegna dell’impegno missionario di Genova.

Per me e per don Lorenzo questa visita ha significato molto. Gli apprezzamenti espressi dall’arcivescovo, insieme alla gioia di condividere qualche giorno con il nostro pastore, sono stati occasione di una grande gioia. A cui si è aggiunta la opportunità di conoscere più da vicino don Marco, e il gradito reincontro con don Stefano, dopo la visita da lui fatta con il card. Bertone tre anni fa.

Non ho mancato di ringraziare mons. Bagnasco per il tempo donatoci, e gli ho espresso che mi sento un prete felice, felice di sentire come compagno di viaggio il mio vescovo!

Grazie, mons. Angelo, per la sua visita. E grazie soprattutto a te, Signore!

La prima giornata intera del nostro arcivescovo in missione è stata scandita da vari momenti significativi.

Mons. Bagnasco con il sindaco di Santo Domingo Norte, Jesús FélixLa mattinata si è aperta con l’incontro con il nostro sindaco, Jesús Félix. L’incontro, molto cordiale, ha visto il sindaco far presente tutti i risultati della sua gestione. Da parte sua mons. Bagnasco ha speso le sue parole sui valori della vita e della famiglia, anche in considerazione del fatto che il PLD, partito del governo e partito del sindaco, dà segnali di voler legalizzare l’aborto.

Più tardi ha celebrato la Messa con il personale del consultorio.

Nel pomeriggio è stata la volta dell’incontro con gli animatori delle Comunità Ecclesiali di Base (CEB) delle due parrocchie. Marcial e alcuni responsabili di settore hanno presentato il lavoro del piano pastorale diocesano e dell’adattamento che è stato fatto inglobando il processo del Ritiro di Evangelizzazione. Ne è uscito un quadro di parrocchie dinamiche, protese nello sforzo dell’annuncio.

L’arcivescovo ha ringraziato i presenti, e ha ricalcato che la Chiesa esiste per evangelizzare, per trasmettere la gioia di Cristo.

Alla fine dell’incontro è poi uscito il tema della partenza della missione. Dany, responsabile del settore Betania, esprimendo un sentire comune ha chiesto una proroga, e la risponta dell’arcivescovo è stata quella del dinamismo della missione e dello stile di Gesù: “Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là”. Alcuni occhi erano umidi, ma ciò è parte della vita.

Mons. Bagnasco in posa con i missionariLa serata è stata all’insegna della preghiera liturgica, con la recita dei vespri e della compieta. Naturalmente nel mezzo c’è stata l’ottima cena preparata da don Lorenzo.

Oggi pomeriggio avevo una Messa di conclusione di un novenario a Jacagua.

Ormai sapete che qui quando muore una persona si fanno nove giorni di lutto, e l’ultimo, che cercano di far cadere sempre di sabato o di domenica, è quello dove si raduna tutta la famiglia allargata. È in pratica un’occasione di un’intensa vita sociale, e allo stesso tempo una dimostrazione di una grande solidarietà con la famiglia del defunto o della defunta.

Nel nostro caso la defunta era una giovane di diciotto anni morta per un’improvviso aumento di pressione quasi alla fine della gravidanza. Era una giovane che aveva partecipato ai gruppi giovanili della parrocchia, ma che poi uno o due anni fa aveva deciso di accompagnarsi, e questo l’aveva staccata anche dalla vita di chiesa.

Fatto sta che era molto conosciuta, e questo, insieme all’eccezionalità del caso, ha attratto moltissime persone.

Durante la Messa la maggior parte dei presenti erano ben concentrati. Però ho dovuto fermarmi varie volte perché a poca distanza c’erano gruppetti di parenti e amici che bevevano e facevano baccano. Al punto che ho creduto opportuno terminare la predica invitando a celebrare questi ultimi giorni di novenario senza bevande alcoliche. Non so se la cosa verrà presa in considerazione, ma è un dato di fatto che la birra e il rum distraggono profondamente da quanto si sta vivendo.

A giorni comincerà in Guaricano il programma Barrio Seguro (“quartiere sicuro”), con cui il ministero dell’interno cerca di dare una risposta al problema della delinquenza.

Il programma consiste nel rimuovere dal barrio tutti i poliziotti che vi stanno lavorando (si suppone che siano collusi con la criminalità) e nel sostituirli con altri, più numerosi, e che più che nelle caserme vivano nelle strade vigilando, soprattutto di sera e di notte. Inoltre si prevedono altre cose accessorie, come borse di studio per studenti, prestiti per microimprese, offerte di lavoro per disoccupati, ecc., tutte cose che a me sembrano fumo negli occhi, la unica cosa importante, se funziona, è che la polizia viva il servizio con un altro spiegamento di forze e con uno stile che non si lasci affascinare dalla possibilità di guadagnare più mettendosi in combutta con ladri e delinquenti.

Nel pomeriggio di oggi c’è stata una mega riunione con tutti i dirigenti comunitari del municipio, c’erano un migliaio di persone, e il ministro dell’interno ha spiegato per filo e per segno le linee del programma.

Paradossalmente, ha iniziato la sua arringa citando quelli che la gente dice: che la polizia è collusa con la delinquenza, e lì ha ricevuto un applauso scrosciante.

La cosa che mi ha colpito è che l’affermazione e il conseguente applauso suonavano come una cosa di copione, vale a dire che il ministro dell’interno ha cercato apposta la consonanza con la gente parlando della polizia corrotta.

Ma continuo ad essere perplesso, perché è come se un uomo i cui vicini si lamentano con lui della maleducazione dei figli di lui rispondesse gridando a sua volta che i suoi figli sono maleducati. Questo papà dovrebbe chiamare a giudizio i suoi figli, castigarli se necessario, educarli.
Da parte del ministro dell’interno la cosa corretta dovrebbe essere, secondo me, vergognarsi della corruzione della polizia e cercare soluzioni reali, espellere i corrotti, non permettere il macuteo, ecc. L’impressione è che non si sta facendo niente del genere.
E così il ministro dell’interno, da cui dipende la polizia, finisce nel populismo presentandosi come l’unico buono in mezzo a tutti i suoi subalterni marci. Sarà che lui è realmente l’unico buono?!?

9:55 pm

Evangelici

L’altra sera, stanca di sentire da due notti il “rumore” che fanno gli evangelici in riunione, sono andata a vedere da vicino di cosa si tratta.

C’era un signore in giacca e cravatta, probabilmente un ministro, che gridava istericamente. Diceva due o tre parole e poi era tutto un susseguirsi di gloria a Dios, alabanza a Dios, en su nombre.

Era fiancheggiato da qualche omone che batteva le mani ogni minuto gridando gloria a Dios.

Il pubblico, non molto numeroso, faceva anche lui la sua parte. E poi il rullo del tamburo in crescendo, ossessivo, quasi inquietante. Io non ho capito niente di quello che stava gridando ma non mi è parso cosí significativo. Dopo un po me ne sono andata… per sentirli in camera.

Abbiamo avuto, mattina e pomeriggio, le Messe di inizio anno della scuola primaria.

In realtà non di tutta, perché ci siamo limitati alle classi dalla quarta in avanti. L’asilo, la prima, la seconda e la terza avranno nei prossimi giorni una celebrazione della parola fatta da Marcial.

Queste celebrazioni con trecento bambini e ragazzi, sono abbastanza faticose, ma sono anche momenti preziosi per trasmettere con autorità qualcosa di fondamentale. In tutte e due le celebrazioni ho cercato di picchiare sulla Messa domenicale, a cui praticamente i bambini non partecipano se i catechisti non li vanno a prendere quasi sulla porta di casa.

Dei maestri, pochi ricevono l’Eucaristia. Alcuni di loro sono conviventi, la maggior parte sono sposati in comune; una piccola frazione sono ancora single, ma poi non mi vanno a Messa la domenica per cui non fanno la comunione neanche loro.

Effettivamente, la cosa per me più difficile da accettare è che gente che dice di amare tanto il Signore sia poi così pigra in queste due cose: la messa e il matrimonio. Il retaggio della cultura locale è quello del disimpegno, di fare quello che fanno tutti. Tutte le volte che penso a queste cose devo fare quasi uno sforzo per non arrabbiarmi: “Ma come è possibile?, mi dico”. La tentazione di sentirmi frustrato su queste cose è lì tutti i giorni accovacciata alla mia porta.

11:12 am

La psicologa

In questi giorni sto facendo un lavoro molto interessante con la psicologa della scuola di base. Si chiama María, è una giovane e bella signora con 5 figli, tre suoi e due adottati.

Con lei andiamo a visitare le famiglie di bambini o ragazzini che hanno dei problemi o di apprendimento o di comportamento o familiari.

È quanto di più lontano possa essere da una psicologa italiana. È una donna di buon cuore e di buon senso, calata in questa realtà e alla fine credo più utile di una psicologa classica. Ha un po’ il concetto di fare il predicozzo ma ha la virtù di parlare molto chiaramente e senza fronzoli. In più ha molto a cuore i suoi bambini e non esita a fare tutto questo fuori delle ore di lavoro.

I problemi sono poi sempre gli stessi. Finora in tutti quelli che ho ascoltato è sempre il padre che latita. O ha abbandonato la moglie o se c’è sarebbe quasi meglio che non ci fosse.

La cosa per me sempre stupefacente è che queste madri ci accolgono a braccia aperte, anche me che sono una perfetta sconosciuta. E poi parlano, ascoltano, a volte si ha anche l’impressione di essere utili.

Anche il setting è un po’ diverso da quello classico. Qui ci sono bambini di varia età che razzolano per terra, vicine che entrano e escono ma questo non toglie nulla alla partecipazione della cosa.

A questo proposito mi viene in mente che una volta quando eravamo in missione e stavamo più o meno pregando si apre una porta e compare un uomo alquanto robusto e con uno smilzo asciugamano ai fianchi, evidentemente appena uscito dalla doccia. Quando ci ha viste si è avvicinato, ha fatto una specie di inchino, e da perfetto gentiluomo ha detto: encantado, mucho gusto, e se n’è andato. Nessuno ha battuto ciglio, abbiamo ripreso a pregare.

Ciao, qui nel Guaricano sono le 8,50, celebrate le Lodi nella memoria di Maria Addolorata e fatta un’abbondante colazione (con il panettone genovese di Parodi portato dalla Rosetta… che tra parentesi si è portata con sé anche il lievito) ci stiamo ora dirigendo verso la scuola per terminare il lavoro di pittura della ringhiera.

Vorrei solo lasciarvi un piccolo pensiero: ieri, girando per il quartiere povero de “La Mina”, credo di aver finalmente compreso le parole di San Paolo che parlando di sé e degli altri discepoli di Gesù dice: “Siamo poveri ma facciamo ricchi molti”.

Provo a spiegarmi: nella mia vita non avevo mai visto tanta povertà ma, credetemi, ho visto… sentito… gustato… tutta la presenza di Dio! Per queste persone Dio è la vera ricchezza… la pace, la giustizia che sarà fatta, la consolazione, la compagnia, la meta! Lo si sente da tutte le parti… c’è scritto anche sui muri. Dio sta con loro, sentono Gesú che passa in mezzo alle strade sporche e fangose che costeggiano le loro baracche… proprio come 2000 fa quando discese nelle acque non certo pulite del Giordano.

Dio per loro non è contro… è con!

Invece per noi spesso non è così! Per noi, da noi… Dio lo si mette sempre sul banco degli imputati. Ogni cosa che succede è colpa sua o della sua Chiesa. Quante volte la gente, che magari ha tutto e di più, ti dice “io non credo, perché esiste la povertà, perché la gente muore di fame e Dio non fa nulla”. Ma perché questa gente non viene un po’ qui, non chiede “dov’è Dio?” ai diretti interessati!!! Non viene perché la loro presa di posizione è di comodo… perché la risposta dei poveri gli sconvolgerebbe la vita: DIO CAMMINA CON NOI… VIVE CON NOI… MUORE CON NOI… SI RIALZA CON NOI!!!

Passeggiando per il Barrio, queste persone ti fanno capire che la vera e unica ricchezza per un uomo è avere Dio, credere in lui e seguire la sua Legge. Il vero benessere è avere Dio. Sono poveri ma ti fanno capire qual’è la vera ricchezza… sono poveri ma ti fanno ricco!

9:44 pm

Tra la gente…

Pomeriggio intenso e interessante!! Ci hanno accompagnato nelle case delle persone malate, l’imbarazzo ci ha colpito ad ogni porta anche se il loro invito era caldo e sincero. la mentalità è profondamente diversa: l’ospitalità di un sorriso non manca mai nonostante la situazione disperata in cui vivono.

Ci siamo resi conto che anche solo condividendo una preghiera siamo stati importanti per loro!

La presenza di Dio viene sentita ancora di più: tutto, gioia e dolore, è amplificato al quadrato perché vivono con poco ma valorizzandolo con passione! questi incontri ci hanno dato molto..

Anna, Ledi, Gabriele

8:50 pm

Strano Paese

In questi ultimi 15 giorni che ho vissuto piuttosto male, mi è capitato di incontrare gli aspetti peggiori di questa Repubblica Dominicana. Violenza sulle donne e sui bambini, morte del tutto senza senso di una ragazza ventenne.

C’è naturalmente un altro mondo, quello che vedo quando vado in giro con gli animadores o la psicologa della scuola. Lì vedi gente povera, sì, ma che ti accoglie sempre con grande amicizia, grata a volte in maniera esagerata.

Ma quando incontri la violenza bieca, beh, è un altro paio di maniche.

L’altro ieri, per esempio, due guague (autobus privati di trasporto pubblico) qui in Guaricano cercavano di soffiarsi i clienti l’un l’altra. Fatto sta che hanno cominciato a picchiarsi, poi sono saltati fuori i machete, poi le pietre, e una donna che passava di lì è stata presa in pieno da una pietrata ed è morta all’istante.

Quasi alla stessa ora davanti alla parrocchia di Paolo è scoppiata una rissa fra due uomini. Pare che uno dei due non pagasse da tempo l’affitto all’altro. Il padrone della casa ha pensato di costringere l’altro ad andarsene scoperchiando il tetto (pare usi così, d’altronde non ci vuole molto). A questo punto sono saltati fuori i soliti machete. Un uomo che passava di lì, per interrompere la rissa ha estratto la pistola e ha sparato in aria una decina di colpi, per fortuna senza ferire nessuno.

Risultato: uno dei due, il padrone di casa, ferito, è stato portato all’ospedale, e gli altri se ne sono andati per la loro strada.

Il lato comico è che quando Paolo ce l’ha raccontato io gli ho chiesto: tu cosa hai fatto? ti sei lanciato? e lui ha risposto: lanciato?! io mi sono affacciato timidamente. E così abbiamo riso molto immaginandoci il salvatore che voleva far cessare il litigio a suon di spari.

La chiesa dominicana sta portando avanti una forte battaglia per la vita, in un momento in cui ci sono tentativi nel paese di depenalizzare l’aborto.

Di fatto la legislazione dominicana è quella degli anni cinquanta, e non contempla, grazie a Dio, nessuna forma di aborto, che è tuttora illegale, e di per sé la legge prevede pene severe per i medici che lo praticano.

L’azione di lobby di ONG internazionali finanziate altrove sta cercando di far passare l’idea che si possa permettere l’aborto per lo meno in tre casi: pericolo per la madre, infermità del feto, incesto e violenza carnale.

La chiesa è sul chi va là, e il cardinale e altri preti influenti non perdono occasione per ricordare la sacralità della vita e per denunciare le manovre dall’estero per introdurre l’aborto nel paese.

Una cosa che ha costernato abbastanza è stata una dichiarazione del presidente della Camera, che ha detto pubblicamente la settimana scorsa di essere favorevole all’aborto, e che secondo lui non si può accettare che nasca un bambino il cui nonno sia anche suo padre.

A livello concreto, la chiesa cattolica si incontra felicemente in consonanza, su questo punto, con tutte le chiese evangeliche. E di fatto si sta preparando una marcia per fine ottobre, che avrà il fine di scuotere l’opinione pubblica e i mezzi di comunicazione. Per tale manifestazione si pensa che si uniranno anche gli evangelici, la qual cosa dovrebbe migliorare anche i rapporti tra noi e loro.

Non ho scritto niente, la settimana scorsa, del ciclone che ha minacciato la Repubblica Dominicana. Ho saputo da qualcuno che i TG italiani ne hanno parlato, ma in realtà per non non c’è stata nessuna minaccia reale. Ci sono state mi sembra solo tre morti, di cui uno stava facendo surf nonostante il tempo proibitivo, e gli altri due si sono avvicinati alla scogliera in presenza del mare grosso. Praticamente, con tutto il rispetto, se la sono cercata.

Purtroppo l’uragano ha investito prima la Martinica, e poi la Giamaica, per finire qualche giorno dopo sullo Yucatan, in Messico, e in tutti questi tre posti ha fatto abbastanza danni.

P.S.: oggi pomeriggio prendo l’aereo per l’Italia, venerdì 31 celebreremo le nozze d’oro dei miei genitori. Vi invito a ringraziare con noi il Signore!

Dopo il settore san Ramón, oggi è stato il secondo giorno del settore Nueva Jerusalén, nel barrio de La Mina. Ha questo nome (mina significa miniera) perché prima che si urbanizzasse estraevano da lì il caliche per mettere come fondo di terreni da edificare e strade.

Sia ieri che oggi la missione mi è piaciuta, anche perché ho potuto passare il tempo andando anch’io in maniera informale di casa in casa, e visitando varia gente che tempo fa venivano a Messa e che adesso si sono persi per strada.

Don Roberto con i suoi scout ci accompagnano nell’evangelizzazione – li mandiamo due a due insieme alle migliori coppie di missionari – e nella Messa serale. E sono una bella testimonianza per questa gente che pensa che a europei e americani interessino solo le spiagge dell’est del paese.

Dopo una mattinata passata a restaurare la scuola e a giocare con i ninos del luogo, siamo nuovamente andati a portare la parola del Signore alle famiglie.

È incredibile come la gente riesca a vivere in queste condizioni e riesca a trasmettere allegria pur avendo poco.

Siamo rimasti stupiti dal fatto che molta gente che vive in case disastrate abbia allo stesso tempo impianto stereo, due tv, cellulari e via dicendo…

Con la speranza che questa gente, oltre ad ascoltare vivamente, metta in pratica le parole del Signore che la missione cerca di trasmettere…

10:27 pm

Dramma familiare

Il mese scorso è successo un fatto inquietante: a Ponce un uomo di trent’anni ha ferito a colpi di pistola vicino a un colmado un lontano cugino di vent’anni. Questi è stato un mese all’ospedale e poi è morto.

Ma la cosa non finisce qui. La famiglia del morto accusa una sorella dell’assassino di proteggere e di aver fatto scarcerare (pagando un ministero pubblico) il colpevole. L’hanno minacciata e hanno cercato di farla fuori, per cui Maria, la sorella – che poi è una nostra maestra – è dovuta scappare lontano dal Guaricano.

Stamattina ho visto madre, padre, nonno e sorella della vittima, e quello che mi ha colpito di più è stata la veemenza del rencore che avevano verso Maria, accusandola di aver detto che il morto era un delinquente e di aver pronunciato altre parole di sfida alla famiglia del morto. E, oltre a questo, Maria starebbe cercando di evitare che suo fratello venga messo in prigione. Tutto questo non sembra corrispondere a realtà, ma non si sa perché si è generata questa “leggenda metropolitana” e mi è stato impossibile far ragionare i familiari.

In serata, poi, Maria è venuta da me, dandomi la sua versione, a sentirla lei non ha fatto assolutamente niente che possa giustificare il desiderio di vendetta che si è sviluppato dall’altra parte.

Siamo rimasti d’accordo che, passati i giorni di lutto (finiscono domenica), chiamerò i familiari del morto insieme a Maria e a qualche altro testimone nel mio ufficio, con la speranza che si possano chiarire le cose, chiedere scusa e riconciliarsi.

Ho bisogno del tuo aiuto, Signore!

Alla riunione di oggi pomeriggio sui black-out abbiamo avuto con noi l’incaricato di relazioni pubbliche della compagnia distributrice di elettricità e una esecutiva di mezzo rango.

Quello che è emerso, fondamentalmente, è che se vogliamo arrivare a 24 ore al giorno di elettricità dobbiamo uscire dal programma a quota fissa con cui stiamo (una piccola parte delle famiglie) pagando l’elettricità e mettere i contatori.

Gli esecutivi dell’impresa di elettricità ci assicurano che la gente pagherà di meno, perché avendo il contatore staranno più attenti a cosa consumano, ma francamente io non ne sono convinto.

Sta di fatto che, conti alla mano, il programma attuale non ci porterà da nessuna parte.

C’è da continuare quindi un lavoro grande con la comunità intera.

Con Danny Marte e altri dirigenti comunitari abbiamo visitato stamattina un ufficio del Ministero dell’Interno diputato all’implementazione del programma barrio seguro, del quale già vi avevo parlato in passato.

Sembra che l’idea sia quella di portare barrio seguro al Guaricano prima della fine dell’anno. Il programma consiste in uno spiegamento eccezionale di forze dell’ordine, e al tempo stesso in una serie di microinterventi di sanamento sociale.

Dove è stato implementato ha funzionato: sono spariti i delinquenti. Purtroppo la realtà è che da quei barrios si sono trasferiti ai barrios vicini, dove il programma non è ancora implementato.

Vi farò sapere come andrà da noi!

9:17 pm

Raúl e Josefa

Se ieri è stato il matrimonio di due giovani, oggi pomeriggio ho avuto la gioia di visitare in casa loro una coppia mezza matura di ciechi.

Josefa, la moglie, la conosco da più tempo. Da quando abbiamo iscritto nella nostra scuola tre fratellini ciechi, lei ci è stata assegnata da un’istituzione apposita per orientare i maestri che hanno a che fare con i tre fratelli. Così ci conosciamo da almeno sei o sette anni, anche se è solo da uno o due anni che siamo entrati più in confidenza. Josefa ha una laurea in educazione. Crede in Dio, e cerca di venire a Messa, ma, forse anche a causa dell’handicap, è molto incostante.
Raúl, il marito, cieco anche lui, non ha studiato. Lavora di pomeriggio in un’istituzione statale (credo che sia una forma di lavoro protetto), e dà l’idea di essere meno maturo umanamente della moglie. Sicuramente lo è nella vita di fede, perché per esempio in casa nessuno lo vede mai pregare, ed apparentemente è molto pigro per venire a Messa.

Sono stato a casa loro perché qualche giorno fa avevo avuto l’occasione di parlare a tu per tu con Josefa, e avevo visto una possibilità di avvicinarmi al marito. Tanto più che il loro figlio (che vede) aveva la tappa della prima riconciliazione, e non ha potuto farla perché il papà non si è fatto vedere. Così durante la visita ho approfittato anche per cercare una soluzione e fare in modo che il bambino faccia il passo della confessione.

In più, siamo rimasti d’accordo che uno di questi giorni parleremo di matrimonio. Sì, perché nonostante i dieci anni che stanno insieme e i due figli che hanno generato, non si sentono sicuri. È la “lotta” tremenda che bisogna portare avanti con tutti. La situazione che nessuno si sposa genera una paura fortissima al matrimonio, impedendo di fare il passo a quelli che di fatto sono perlomeno in una situazione che non si separeranno più.

Così ho speranza che Josefa e Raúl siano uno dei cento matrimoni che ho chiesto in dono al Signore in quest’anno. Signore Gesù, so che non mi deluderai!

La festa della mamma qui si celebra l’ultima domenica di maggio, ed è vissuta in maniera molto sentita.

Abbiamo avuto varie celebrazioni: ieri sono state nel mattino quella del liceo, e nel pomeriggio quella della scuola primaria.

Oggi, invece, abbiamo avuto la celebrazione per tutta la comunità. Il deputato Ángel Gomera ha collaborato apportando un buon numero di regali, che sono stati estratti a sorte. I giovani hanno organizzato canzoni, balli, piccole recite, e il risultato è stato decisamente buono.

L’unica cosa spiacevole è che a causa della concomitanza fra queste celebrazioni e l’ordinazione di Juan Luis, i giovani si sono dimenticati completamente della seconda. Ma di questo voglio parlare con loro i prossimi giorni, così come di certe maniere di lavorare che non mi piacciono niente, perché tante cose vengono fatte senza parlarle in precedenza. Non si tratta di cose sostanziali, eppure bisogna cercare di metterle a posto perché rischiano di diventare uno stile di lavoro che ha poco di parrocchiale.

La mattinata è stata dedicata interamente al ritiro dei bambini che faranno domani la Prima Comunione.

C’erano praticamente tutti, una settantina tra le due parrocchie.

Il lavoro mio è stata la Celebrazione Penitenziale e le confessioni individuali, che sono durate abbastanza perché non avevo con me Lorenzo, che è ancora per qualche giorno in Italia.

Quello che mi colpisce in questi bambini è che quasi nessuno percepisce come un peccato significativo il fatto di non andare a Messa la domenica. Cosa che riflette la situazione reale: a Messa vengono un 10% dei bambini del catechismo.

Con i catechisti sto cercando di coscientizzarli (i catechisti) che devono organizzarsi per venire a Messa con i loro bambini, ma non è facile (per i catechisti), perché tutti preferiscono la Messa delle sette di mattina per essere poi più liberi per i lavori di casa, e non la Messa delle nove e mezza con i bambini, perché è un orario che non permette di far niente in casa.

Vicino a Santa Margarita abita un “giovane” (avrà i suoi 32/35 anni) che due anni fa ha perso una gamba dietro a un colpo di pistola. In passato ha avuto giri mezzi loschi, ma ora tutti dicono che ha messo la testa a posto.

Venti giorni fa l’hanno preso in una retata vicino al centro di spaccio di droga che c’è a pochi passi da casa sua. A quanto sembra l’unica sua colpa era di essere seduto a 15 metri dal punto di droga.

Però sembra che sia schedato per il suo passato, e ora risulta difficile tirarlo fuori.

A me la famiglia ha chiesto una lettera di presentazione, che ho fatto, perché in verità non c’è nessun rumore su di lui da parecchio tempo. Ma sembra che non è bastata, e Alberto è ancora a La Victoria.

Non si capisce mai, in questo paese, l’applicazione delle leggi penali. I delinquenti veri entrano ma escono subito (grazie alla norma sulla non applicabilità della carcerazione preventiva in mancanza di prove contundenti), mentre chi non ha soldi né appligli marcisce in carcere.

Sto pensando come muovermi per Alberto, ma non riesco a intravedere la maniera.

Ho avuto stasera (e Marcial l’ha fatto alla Divina Misericordia) il primo incontro dei genitori dei bambini che faranno tra un mese faranno la prima comunione.

C’erano la maggior parte, e molti di loro c’erano entrambi, padre e madre; qualcuno aveva dietro anche i figli.

Come sempre, ho parlato loro della necessità di fare la comunione, ma anche delle condizioni per farla, prima fra tutte il matrimonio. E l’impressione è che il messaggio arriva al cuore delle persone, anche se poi diventa molto difficile per loro imbarcarsi nell’avventura di sposarsi.
C’era varia gente che è sembrata interessata a sposarsi! Speriamo bene! o meglio, Signore, pensaci tu!

Il ritiro di stamattina dei catecumeni giovani era volto alla preparazione immediata al battesimo, che celebreranno stasera.

Il ritiro integra la preparazione data nella catechesi specifica, e si compiono i riti immediatamente precedenti il battesimo: la “restituzione” del Simbolo, l’Effetà, l’Unzione dei Catecumeni.

Personalmente mi piace integrare questi riti con il gesto semplice di far loro scrivere in un foglietto i loro peccati del passato, e di buttarli in un braciere ardente davanti alla croce di Cristo, a significare la loro decisione di lasciare quei peccati, che saranno poi loro perdonati stasera nel battesimo.

Sono trentacinque della Divina Misericordia, e venticinque di Santa Margarita. Tra di loro ci sono quattro o cinque adulti.

Gli adulti sarebbero molti di più, se non fosse che tutti convivono, e non hanno in programma di sposarsi. Visto che la situazione di convivenza è una situazione di peccato, la chiesa chiede loro che si preparino al battesimo e al matrimonio e che si battezzino quando si sposano. In pratica non è facile, perché la parte che si vuole battezzare non sempre accetta di sposarsi con il suo convivente, e in un numero di casi ancora maggiore è l’altra parte che non ha nessuna intenzione di sposarsi.

Alcuni vanno a battezzarsi da qualche prete benevolo che non fa troppe domande sulla vita personale e che li battezza in fretta, altri si scocciano e aspettano, altri accettano di iniziare un cammino di preparazione, anche se non sanno quando potranno battezzarsi e sposarsi.

Ad ogni modo stasera avremo questi battesimi, per i quali vi chiediamo una preghiera. La ragione della preghiera sta nel fatto che nell’80% dei casi non riusciamo a ottenere che dopo il battesimo continuino a vivere in maniera viva la fede nella chiesa (detto in buon italiano: la maggior parte si battezza e sparisce). Si prende atto della buona volontà che dimostrano, e da lì in avanti è il mistero della libertà umana.

Probabilmente me ne andrò da qui senza aver potuto implementare quello che la chiesa chiede: amminsitrare in un’unica celebrazione i tre sacramenti dell’iniziazione. Di fatto il modello di iniziazione che si vive è quello di un anno, un sacramento, ma bisognerebbe fare tre anni, tre sacramenti, ovvero implementare bene il catecumenato, con i suoi passi e le sue tappe, probabilmente con tempi diversi secondo il livello di maturità cristiana dei candidati. Chi continuerà il lavoro cercherà di farlo!

Purtroppo è sfumata la possibilità di fare il ritiro nella scuola Guaricano Afuera. Oggi la ADP, Associazione Dominicana dei Professori, ha chiamato a un’assemblea generale del corpo docente giustappunto per venerdì 30, giorno in cui il ritiro era programmato. La ADP vuole discutere con tutti i maestri sul recente aumento (del 14%) che è stato fatto, e forse programmare altre attività di lotta.

Il ritiro lo faremo un’altra volta. Per adesso mi accontento del fatto che ci fosse la volontà di farlo! Non è forse molto, ma non può essere mai scontata. Grazie, Signore!

2:26 pm

Vita da pulcini

Purtroppo, o grazie a Dio, è finita la stagione secca. La qual cosa significa che tutti i pomeriggi viene giù un’acquazzone dell’altro mondo. Con conseguenti allagamenti, crolli e disagi. La gente quando piove così non esce di casa, ma aspetta che finisca.

Oggi pomeriggio era a scuola quando si è messo a piovere, e sono rimasto “isolato” in una parte del giardino da cui non ci si poteva avvicinare all’uscita per un lago tremento senza possibilità di guado. O meglio, si poteva guadare, a patto di accettare di bagnarsi i piedi. Io ho preferito chiamare uno studente mezzo grandicello che era già tutto bagnato dalla testa ai piedi e mi sono fatto portare sulle spalle.

E visto che pioveva così forte, ho approfittato per verificare il motivo per cui dove abbiamo fatto il tetto di lamiera due anni fa piove sempre dentro. La ragione è che una grondaia situata in mezzo tra due tetti, ha il tubo di uscita troppo piccolo, e per questo l’acqua tracima e invade tutto. La cosa interessante è che per rendermene conto ho dovuto tirarmi sotto un’acqua battente, con il risultato che mi sono bagnato come un pulcino anch’io.
In più, abbiamo un tubo dei bagni tappato, e tutto quello che si scarica ai piani di sopra esce dagli sfoghi del pavimento, diffondendo da tutte le parti cattivo odore. Domani dovrebbe venire l’idraulico a aggiustarlo (speriamo!)

Nel primo pomeriggio avevamo appuntamento nella scuola dove c’è stato il professore che ha fatto proposte indecenti a una ragazzina di quattordici anni.

Purtroppo le cose non sono andate come volevo. Il direttore reggente della scuola ha pensato bene di mettere la ragazzina (presenti suo padre e sua madre) a confronto con il professore-avvocato che sarebbe responsabile delle avance. Non solo, ma ha esordito lamentandosi che la famiglia si è rivolta ad altri prima che a lui (sic!).

Come è ovvio, il professore-avvocato si è poi difeso molto bene, ed ha provveduto a bollare di “civettuola” (la quale sembra che lo sia realmente), nonché di provocante, per cui alla fine è stato facile per il direttore far cadere la cosa. E i genitori della ragazza sono stati fin troppo rispettosi nei suoi confronti e alla fine sono stati zitti.

Spero che i genitori vogliano portare avanti la cosa, anche perché c’è gente che lavora là dentro che mi dice che ci sono abbastanza professori senza morale…

In una scuola pubblica a mezzo km da noi un maestro di quinta sta facendo proposte sessuali alle adolescenti della classe.

Sono venuto in contatto con una ragazzina che ha avuto il coraggio di dire a sua madre le frasi sconce che il maestro le sussurra da un mese a questa parte.

Ho provveduto ad ascoltarla insieme a sua madre, e l’ho portate dalla direttrice della scuola.

Parlando con la direttrice è risultato che quello stesso maestro ha messo incinta una studente vent’anni fa. E che quattro anni fa ci aveva provato con la sorella di quella di adesso.

Abbiamo elaborato un piano che ci dovrebbe permettere di smascherare e far avere una condanna esemplare al maestro in questione. L’idea è quella di mettere insieme almeno quattro o cinque testimonianze (in teoria dovrebbero essere molte di più), in maniera che il maestro sia messo con le spalle al muro.

La settimana prossima potrebbe risolversi già qualcosa!

Una nuova comunità ecclesiale di base è stata ufficialmente inaugurata nel Cazabes con una solenne Messa.

C’era tutto il settore, da Antonia, la responsabile di settore, a Mariano e Esperanza, la coppia che animano quella comunità, a tutti gli altri fratelli impegnati del settore san Ramón. Non mancava una buona dose di vicini, che sono quelli che concretamente parteciperanno alla comunità.

La Messa è stata fatta in casa di Felicia, la mamma di suor Cristina, la quale ultimamente si è impegnata sempre più ed è una delle persone più presenti. C’erano anche vari dei suoi figli, ho visto in loro un certo desiderio di partecipare di più alla vita della chiesa. In tutti i presenti, poi, una bella allegria, alimentata ancora di più dal riso dolce con cocco offerto dalla famiglia ospite a tutti i presenti.
E dopo la Messa Antonia mi ha portato un po’ più in là, da una famiglia a cui si è “sposata” una figlia tre giorni fa. La mamma, che in realtà soffre di depressione, da tre giorni non fa che piangere. Credo che la cosa faccia parte del rito, al nono giorno lo stesso rito prevede che la figlia torni a casa e si riconcili con la famiglia.

E poi due confessioni volanti, sui gradini di accesso a un appartamento del primo piano, di fronte alla strada, con la polvere sollevata dalle macchine sulla vicina strada che ti si infilava da tutte le parti.

Stamattino si è fatta più chiara la faccenda del terreno destinato alla comunità e venduto dal CEA, l’ente statale “padrone” della terra.

Al CEA abbiamo potuto appurare che hanno fatto tutto in apparente legalità, essendo loro (così ci hanno detto) i padroni della terra. Secondo loro la banca che ci aveva donato (o meglio, che ci sta donando) quel terreno in realtà non lo possiede.

Siamo quindi andati alla banca in questione, e ci è stato detto che sono assolutamente sicuri che quella terra è loro. E faranno una comunicazione formale al CEA per affermare questo possesso.

Tra una cosa e l’altra siamo stati in città dalle otto di mattina all’una. Con tanto di visita alla nostra banca, dove suor Serafina doveva fare una commissione.

Vi saprò dire come si evolve la situazione. Nel frattempo vi chiedo che vi uniate a noi nella preghiera perché tutto si possa risolvere per il meglio.

Come è ormai prassi tutti gli anni, in occasione del 21 gennaio, festa di Nostra Signora dell’Altagrazia, Protettrice del popolo dominicano, la Conferenza Episcopale Dominicana ha pubblicato una Lettera Pastorale, il cui tema è quest’anno l’Iniziazione Cristiana.

Il settimanale cattolico dominicano riportava oggi il documento in maniera integrale, e vi riporto qui una sintesi, perché possiate rendervi conto delle sfide che deve affrontare la chiesa dominicana.

Il documento inizia con un’analisi storica, mettendo in evidenza vari fattori che sono significativi ai fini della comprensione della situazione dell’Iniziazione Cristiana nel paese:

  • Anzitutto il fatto che nel paese c’è stata fin dall’inizio scarsità di sacerdoti e di catechisti, ed è stata la religiosità popolare quella che ha dato forma alla trasmissione della fede nella società dominicana.
  • Il fatto poi nei primi tempi dell’evangelizzazione del paese il battesimo era considerato importante non per motivi prettamente cristiani quanto per motivi più legati alla culturali soggiacente: per salvare i neonati dagli spiriti cattivi la gente praticava nelle case un simulacro del battesimo (popolarmente: echar agua, “versare l’acqua sulla testa”); a ciò non sempre seguiva il battesimo in Chiesa.
  • A partire dall’inizio del novecento è iniziata la formazione dei catechisti. In questo si è distinto un italiano, il padre Fantino.
  • Con il Concilio Vaticano II e con le Conferenze dei Vescovi Latinoamericani si è riscoperta l’iniziazione cristiana.

Il documento mette poi in evidenza alcuni aspetti di come si vive adesso l’iniziazione cristiana nel paese:

  • A tutt’oggi è ancora viva l’influenza del gesto dell’acqua amministrata in casa, e permane disinteresse da parte dei genitori per il battesimo e la formazione cristiana dei bambini. Generalmente poi si considera necessario per la vita cristiana soltanto il battesimo, e non si sente la necessità degli altri sacramenti.
  • Ci sono ancora molte persone senza battesimo, soprattutto nelle zone meno evangelizzate.
  • Molti hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione, ma non hanno ricevuto il kerigma e non hanno la formazione che permetta loro di applicare i valori cristiani alla vita quotidiana.
  • La formazione catechistica in generale è ancora molto carente.
  • Molte persone sono credenti per ragioni familiari o sociali, e partecipano solo raramente alle celebrazioni liturgiche.
  • Nel paese non si è ancora organizzato bene un processo adeguato di iniziazione cristiana sistematico e completo.

I vescovi mettono in evidenza nel cammino dell’iniziazione cristiana l’importante della prima tappa, quella del Kerygma, che include il primo annunzio del Vangelo e conduce alla conversione e all’entrata nella comunità. A essa devono seguire le tappe del Catecumenato, della Purificazione e Illuminazione, per arrivare alla pratica dell’impegno battesimale, che è per tutta la vita.

I vescovi invitano quindi il Popolo di Dio a mettere in atto il processo dell’iniziazione cristiana, così come quella formazione permanente che faciliterà l’incontro con Cristo e aiuterà nell’edificazione di comunità cristiane mature, all’interno delle quali sorgeranno i servitori del vangelo.

È importante quindi che le comunità cristiane diano testimonianza di una vita di fede fervorosa. Tutta la comunità è quindi soggetto della nuova evangelizzazione.

Le parrocchie debbono introdurre il catecumenato come cammino di preparazione al battesimo, con le sue tappe indicate nel rito. Per arrivare a ciò è necessario preparare adeguatamente i catechisti che prepareranno gli adulti, in maniera che siano capaci di accompagnarli e aiutarli a integrarsi nella comunità.

I vescovi ribadiscono l’obbligatorietà della catechesi per gli adulti e per i bambini che si preparano al Battesimo, alla Confermazione e all’Eucaristia; anche per quelli già battezzati è opportuno organizzare una formazione alla maniera del catecumenato.

È necessario perciò che la Commissione Nazionale di Catechesi elabori i sussidi per l’iniziazione cristiana, e per il catecumenato.

Il documento auspica quindi che il catecumenato diventi un elemento importante dell’impegno evangelizzatore e formatore delle comunità cristiane dominicane.

È in atto un’invasione di alcuni terreni destinati a uso comunitario.

Il Banco Nacional de la Vivienda (Banca Nazionale della Casa), istituzione a partecipazione statale, ha dovuto affrontare nei due anni scorsi un conflitto con la comunità del settore Mirador Norte, a causa di alcune aree verdi che erano destinate a quel settore e che la banca si è “prese”, secondo loro in maniera legale. Per risolvere il conflitto hanno stabilito di consegnare alla comunità un’area di circa 5,000 metri quadrati a poca distanza dalla precedente, e siamo in attesa dell’atto legale di consegna di questo terreno.

Adesso però risulta che il CEA, che è un’altra istituzione dello stato, l’istituzione in pratica a cui corrisponde la proprietà della terra, ha lottizzato quella stessa area e ha venduto i lotti a prezzo stracciato a varie persone del Guaricano legate al partito di governo.

Così, due giorni fa hanno portato là un agrimensore, che ha marcato i confini dei vari lotti dei compratori. Per fermare la cosa, con altri dirigenti comunitari siamo andati dal locale comandante della polizia, il quale per adesso ha mandato a fermare il lavoro.

Martedì abbiamo appuntamento con il funzionario del CEA a carico della faccenda, e speriamo di potergli spiegare i termini della questione. Non accetteremo che vengano tolti alla comunità questi terreni, dove c’è l’idea che si costruisca un liceo e un locale per le riunioni comunitarie.

Per favore accompagnateci con la preghiera. Grazie!

Stamattina Enemencia, la responsabile del settore Arca di Noè, ha subito un assalto a mano armata.

Alle 6,20 del mattino, quando era ancora scuro, un ragazzo che potrà aver avuto 16/17 anni l’ha sorpresa con una sonora sberla quando passava vicino a lui, sbattendola contro una casa, e le ha intimato di darle tutto quello che aveva minacciandola di morte. Enemencia ha potuto scorgere una pistola nei suoi pantaloni.

Grazie a Dio Enemencia non aveva soldi addosso, soltanto due pesos da dare di offerta a Messa. Gliel’ha dati, sentendosi dire “T’ammazzo!”. Meno male che non l’ha fatto, ma Enemencia se l’è vista brutta. Il ladro le ha portato via anche le ciabatte e una giacchetta che aveva indosso.

Il racconto di Enemencia ha lasciato tutti di stucco, perché nessuno vorrebbe credere che può essere così pericoloso andare in giro di mattino presto.

Carissimi amici e benefattori,

28 Ottobre 2006: 8 anni al Guaricanoapprofitto dei giorni che passo a Genova con la mia famiglia per lasciarvi un racconto un po’ più organizzato di quella che è stata la vita della missione nell’anno che è appena passato. Vuole essere un ringraziamento al Signore per tutto quello che abbiamo potuto vivere, e un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno bello, con molti momenti intensi di vita di fede e con ricchezza di relazioni umane. Vi racconto le cose più importanti, per fare memoria dell’amore del Signore che ci ha accompagnato e che ha reso possibile tutto questo.

Genova presente!

Cominciamo con i fratelli di Genova che si sono fatti nostri compagni di viaggio. In gennaio abbiamo avuto con noi Erika e Alessandro, una coppia giovane di Sant’Eusebio. Insieme a loro sono venuti don Giulio Boggi, che è stato con don Lino il primo missionario al Guaricano, don Franco Buono, che ha lavorato qui per tre anni, e don Mario Montaldo.

Tutto il mese di marzo invece ci ha accompagnato Carmen Moro, una sorella di Geo, che ha alleggerito il lavoro della cucina. Più avanti nell’anno, in agosto è stata la volta di Sandra Iannoni, che si è cimentata nello stesso servizio. Entrambe sono state nominate cuoche dell’anno della missione!

Don Gianfranco ha presieduto l'Eucaristia alla Divina MisericordiaNella seconda metà di aprile è stata la volta di Gianni e Cinzia, entrambi attivissimi nell’Azione Cattolica genovese, insieme a Julia, una giovane liceale, e a don Gianfranco Calabrese.

A inizio giugno la breve visita di don Francesco Di Comite e di altri cinque adulti genovesi, che hanno fatto tappa da noi dopo aver passato qualche giorno nella nuova missione di Cuba.

Franco, Paolo e Francesca con suor SerafinaIn novembre abbiamo poi avuto con noi due oculisti genovesi: Franco Reggiardo e Paolo Dell’Erna. Si sono fermati rispettivamente una e due settimane, realizzando visite e operazioni delicate nel nuovo ambulatorio di oculistica. Francesca, figlia di Paolo, ha dato una bella mano a suo padre!

Come vedete, è stato un anno molto ricco: tutti questi fratelli e sorelle ci hanno portato, insieme al pesto e al parmigiano, peraltro graditissimi, la vostra vicinanza, il vostro affetto, la vostra preghiera. Chiediamo al Signore che anche il 2007 ci porti tanti messaggeri e ambasciatori dell’amore della nostra chiesa. Sì, perché in una realtà come quella del Guaricano, dove la gente fa di tutto per andarsene, la stessa gente rimane colpita profondamente dal fatto che ci sia chi invece viene qui, a respirare polvere nei giorni belli e a camminare nel fango quando piove: ogni visita è un segno vivo dell’amore di Dio che si esprime con tenerezza a questi fratelli dominicani!

Nel 2006 non abbiamo avuto visite di gruppi di giovani, ma il 2007 si preannuncia buono in questo senso: don Nicolò ha intenzione di organizzare un gruppo, e anche il clan del Genova 26 con i suoi capi e con il loro assistente don Francesco saranno con noi. Li aspettiamo, loro e tutti quelli che il Signore ci invierà, con grande gioia!

Inviati dalla Chiesa genovese

Il nostro lavoro di missionari al Guaricano non può dimenticare mai che siamo inviati dalla Chiesa Genovese, e che ci situiamo all’interno del lavoro di Cooperazione Missionaria che tutta la Chiesa Italiana porta avanti.

Lara con suor Serafina e FiammettaMolte persone hanno lavorato, a Genova, per tenere vivo nella diocesi il legame con la missione. L’Ufficio Missionario Diocesano, con don Giandomenico e don Francesco, e il Movimento Giovanile Missionario. Lara Cavezarsi, da parte sua, oltre a rendersi presente in molte iniziative ha realizzato il primo Calendario del Guaricano! L’ex Arcivescovo di Genova, il card. Tarcisio Bertone, non ha mancato mai di dimostrarci affetto e vicinanza.

Da parte mia ho avuto il dono di rappresentare la nostra comunità missionaria nell’incontro di tutti i missionari fidei donum italiani che lavorano in America Latina. Per quattro giorni, nel mese di febbraio, siamo stati insieme a Salvador, in Brasile: occasione preziosa di conoscenza e di scambio di esperienze.

La Chiesa Genovese poi ci ha dato e ha ricevuto molto, grazie anche al DVD che l’amico Tarcisio Mazzeo, giornalista della RAI, ha preparato dopo la sua visita del novembre 2005. Il servizio da lui realizzato è stato trasmesso varie volte sulle reti RAI regionali e nazionali, e in formato digitale si sta distribuendo gratuitamente a tutti gli amici della missione. Un lavoro ben fatto, frutto di una dedizione amorosa e appassionata!

Il nostro lavoro nella pastorale dell’Arcidiocesi di Santo Domingo

Con alcuni preti della nostra zona pastoraleInviati da Genova, lavoriamo nel tessuto vivo dell’Arcidiocesi di Santo Domingo. Con essa stiamo vivendo la preparazione alla V Conferenza dei Vescovi Latinoamericani, che si terrà a Aparecida, in Brasile, nel 2007. Abbiamo così vissuto vari momenti di incontro, consultazione e formazione; e spesso si prega per questo appuntamento, che indicherà le linee portanti della vita della chiesa latinoamericana per i prossimi dieci anni.

Va avanti pure lo sviluppo del Terzo Piano Pastorale Arcidiocesano. Ispirato al Movimento per un Mondo Migliore (in Italia è conosciuto come NIP), prepara la Chiesa di Santo Domingo all’appuntamento del 2011, che costituirà il quinto centenario dell’erezione canonica dell’Arcidiocesi. Il Terzo Piano Pastorale è stato ed è una benedizione per tutte le parrocchie: stimola alla comunione, mette in cammino le parrocchie stanche, raggiunge tutta la popolazione attraverso l’esperienza mensile della lettera alle famiglie e le azioni significative che si realizzano all’interno di ogni settore delle parrocchie. Inoltre sta aiutando molto le nostre comunità parrocchiali a “lanciarsi” di più in ognuno dei settori in cui sono suddivise; e i frutti si vedono, perché la gente sente la Chiesa più vicina a sé, e si avvicina di più alla Chiesa stessa.

I passi delle parrocchie

Messa dei malati alla Divina MisericordiaVi avevo parlato già l’anno scorso della nuova parrocchia della Divina Misericordia. Grazie a Dio il lavoro in questa nuova parrocchia si è consolidato. La Messa della domenica è sempre più una festa gioiosa – don Lorenzo è parte di questa gioia -, e le attività pastorali si portano avanti parallelamente a quelle di Santa Margarita. Particolarmente significativo è stato il momento della Missione Parrocchiale di Agosto, che alla Divina Misericordia è stata coordinata interamente da Marcial, il nostro caro diacono, e che si è potuta realizzare molto meglio perché portata avanti separatamente.

Nel 2006 per la prima volta le Celebrazioni Penitenziali di Avvento e Quaresima sono state ristrette solamente alle persone che possono ricevere l’assoluzione. Per i conviventi (qui li si chiama popolarmente amancebados) abbiamo organizzato momenti di dialogo separati, nei quali hanno avuto più tempo per fare un dialogo approfondito con il sacerdote e si è potuto studiare insieme come portare avanti il cammino verso la riconciliazione piena con Dio. Ve lo sto raccontando con soddisfazione, perché è stata una cosa che il Vescovo di Santo Domingo ha chiesto, e che all’inizio ho faticato ad accettare. Ci ha imposto un cambiamento nella forma di lavorare, ma ha portato effettivamente frutto!

Gita al mare con Marcial e i seminaristiSono molto contento anche per i seminaristi che il Signore ci ha mandato. Due di loro, Willy e Miguel Ángel, hanno iniziato il seminario maggiore, gli altri cinque sono ancora al minore; inoltre c’è un ragazzo di Santa Margarita, Deivy, nel seminario dei salesiani, e in occasione della missione di agosto la comunità l’ha potuto conoscere. Con questo bel gruppetto abbiamo passato una bella giornata tropicale al mare il 26 dicembre, momento di svago ma anche occasione preziosa di formazione.

Sul fronte dei ministri laici, il vescovo ha rinnovato gli incarichi. In prima persona avevo fatto con loro un cammino di formazione di più di un anno. I ministri sono in tutto quaranta, e aiutano nella distribuzione della comunione, soprattutto ai malati, ai quali la portano tutte le domeniche mattina. Dodici di essi, poi, sono incaricati anche dell’annuncio della parola nei settori.

Marcia per la vita e per la pace con il Nunzio ApostolicoI giovani hanno lavorato sodo. Ci sono gruppi giovanili in vari settori della parrocchia, che hanno momenti forti comuni nei campi estivi – per bambini, adolescenti e leaders dei gruppi –, e nella Settimana giovanile di inizio dicembre. Nelle attività estive i nostri seminaristi hanno dato una mano significativa! E sono stati ancora alcuni giovani ad organizzare, a fine novembre, una Settimana per la Vita, culminata in una Marcia che ha visto la partecipazione del Nunzio Apostolico: grande soddisfazione, a suggello di un lavoro ben impostato.

E il 2007 sarà l’anno di apertura della nuova parrocchia di Santa Virginia, nella zona dei campos: Jacagua, Los Cazabes, Duquesa. Se ne è parlato con il vescovo e con la gente per tutto il 2006, e l’Arcivescovo di Santo Domingo ha già ricevuto il progetto pastorale. Un imprenditore edile ha regalato un terreno per il quale egli stesso ha promesso un apporto significativo di un milione di pesos (circa 25.000,00 euro) per la costruzione della chiesa. L’apertura della nuova parrocchia coinciderà poi anche con l’ordinazione diaconale di Juan Luis, un signore quasi cinquantenne di Santa Margarita, che si è preparato con cura, e adesso le cose sono mature per l’ordinazione. Riceverà dal vescovo l’incarico di seguire e guidare il cammino di questa parrocchia nuova, naturalmente sotto la mia responsabilità di parroco.

Un aspetto inquietante del 2006 è stato il furto del tabernacolo di Santa Margarita. Nella mattinata del 31 di Maggio è stato portato via, ad opera, sembra, dei membri di una “Nazione”, un gruppo delinquenziale imparentati con il satanismo. Il movente: celebrare probabilmente una Messa Nera il giorno 6 giugno, giorno che aveva la particolarità di rispondere al numero 6-6-6 (sei giugno duemilasei), che sarebbe il numero della bestia dell’Apocalisse! Purtroppo la polizia non è riuscita a stabilire nessuna responsabilità concreta, e il delitto è rimasto senza seguito giudiziale.

Il dispensario, una risorsa preziosa

La farmaciaPrima opera della missione, nata nel 1992, il dispensario medico realizza un lavoro sempre più qualificato. L’opera generosa di suor Serafina e di suor Blessila dà temperamento cristiano all’istituzione.

Attualmente abbiamo un medico generale, un pediatra, un ginecologo, un laboratorio di analisi in convenzione, oltre naturalmente al Centro di Nutrizione, che offre pasti nutrienti a venti/trenta bambini poveri e denutriti. La farmacia popolare, che offre le medicine a prezzo di costo, è un altro fiore all’occhiello della missione.

Babbo Natale in visita ai bambini del centro nutrizionaleIl 2006 ha significato poi l’inizio dell’ambulatorio di oculistica, reso possibile dalla donazione delle apparecchiature che ci sono arrivate a fine 2005. Oggi un oculista dominicano visita tutti i giovedì mattina e realizza semplici chirurgie a prezzo contenuto. E siamo orgogliosi di questo, perché è l’unico servizio specialistico di questo tipo presente non solo in Guaricano, ma anche nei quartieri circostanti.

Continua pure il lavoro dell’ambulanza, con il nostro don Lorenzo impegnato in prima fila nell’organizzazione di autisti e volontari, e disponibile in prima persona per il servizio notturno.

Il lavoro della scuola

Don Giulio in visita a una seconda elementareLa scuola continua a pieno ritmo il suo lavoro. Con 1100 bambini nella scuola primaria (elementari e medie), 240 nel liceo, e 200 nella scuola serale primaria, si porta avanti un lavoro che non è solo di educazione scolastica, ma anche di formazione del personale e delle famiglie.

Infatti realizziamo quindicinalmente momenti di formazione religiosa per tutto il personale, mentre mensilmente ognuno dei maestri realizza un momento di formazione per i genitori dei suoi alunni. Questo ci ha permesso di agire in maniera più profonda sul tessuto delle famiglie. Il mio sogno e la mia preghiera è che si arrivi a costruire processi di evangelizzazione esplicita per i genitori dei bambini. Anche con gli studenti del liceo si realizzano momenti di ritiro, e vengono invitati sistematicamente ai gruppi giovanili.

Il nuovo laboratorio di informatica con i 40 computersGrazie al contributo della Regione Liguria, che nel 2005 ha stanziato varie decine di migliaia di euro per le aule di informatica, nel gennaio 2006 abbiamo iniziato l’insegnamento dell’informatica agli studenti del secondo ciclo della primaria (quinta – terza media) . Gli studenti che frequentano le lezioni del mattino seguono le lezioni di informatica al pomeriggio, e viceversa, ogni classe per due ore alla settimana. L’idea è che arrivino al liceo già con buone basi, in maniera che nella scuola superiore si offra loro una preparazione molto qualificata e in grado di inserirli meglio nel mondo del lavoro.

A questo riguardo, sotto richiesta della totalità dei genitori dei nostri alunni abbiamo iniziato un processo che ci porterà con l’anno scolastico 2007/2008 a trasformare il nostro liceo, che fino ad adesso è simile a un liceo scientifico, in un politecnico. Avremo due specialità, verosimilmente contabilità e informatica, e saranno necessari aggiustamenti nella distribuzione del personale. Ci sta costando un certo sforzo, organizzativo ma anche economico, ma siamo certi che risponderà a un’esigenza concreta e avvicinerà la nostra scuola al mondo del lavoro.

La scuola serale, alla quale c’era stato nell’estate del 2005 un cambio della guardia nella persona che la coordina, aveva vissuto un periodo di stanchezza, con pochi alunni e malesseri nei maestri. Grazie a Dio il 2006/2007 è stato l’anno della ripresa, con il massimo storico nel numero di iscritti. E questo grazie anche alla vostra preghiera! Gli alunni della serale che finiscono la terza media ci chiedono insistentemente di implementare il liceo serale, ma per adesso non è possibile; chissà in futuro…

Se da anni la scuola è autosufficiente economicamente, per lo meno per la gestione ordinaria, riceve invece una bella mano dalla Chiesa Genovese attraverso le borse di studio, che permettono il proseguimento degli studi a quasi un centinaio di alunni del liceo.

Sul fronte della collaborazione con lo stato, una buona notizia di quest’anno è l’assunzione, da parte dello stato, di una buona fetta di quei maestri e bidelli che ancora non erano stati assunti: ciò ha rappresentato per loro un notevole sollievo, con la sicurezza di un’economia familiare che sarà più stabile.

La prof. Laura con suo marito Mario il giorno delle nozzeInfine, tre maestre hanno potuto sposarsi: Ana Marlemny, insegnante di matematica, Laura Peña, di lettere, che fino ad ora stavano convivendo. Il nostro corpo docente è ora più vivamente inserito nella vita della Chiesa e nell’amore di Cristo. Si è sposata pure Belkis, professoressa di biologia nel liceo, la qual cosa è stata ancora più bella per il fatto che, a differenza della maggioranza, non ha ceduto alla tentazione della convivenza.

La comunità delle suore

Voglio dirvi qualcosa di più anche delle nostre magnifiche suore. Anzitutto sono quattro: suor Serafina e suor Blessila, che lavorano nel dispensario, e suor Modesta e suor Cristina, che lavorano nella scuola. Senza di loro la missione sarebbe molto più povera. La gente ringrazia Dio tutti i giorni per la loro presenza, che rappresenta un segno di amore grande per tutta la comunità del Guaricano.

La festa di Nostra Signora del Rifugio, patrona delle suoreCome sapete, suor Cristina è una vocazione scaturita dalla parrocchia di Santa Margarita. Come lei, ora altre tre ragazze sono in cammino verso la vita religiosa, e stanno facendo un periodo di esperienza nella casa delle suore: Taína, Yúdith e Carolina. Tutte e tre hanno un bel cammino di chiesa alle spalle, nella catechesi e nei gruppi giovanili, e sotto la guida dolce e materna di suor Serafina si preparano per il noviziato che, con l’aiuto di Dio, inizieranno in quest’anno 2007.

Suor Daniela, suor Eliana, suor Carlita con la comunità e le aspirantiIn novembre, la comunità ha ricevuto la visita di suor Daniela Burol, la madre generale, che con suor Eliana stava accompagnando in Nicaragua la neo professa suor Carlita. Le abbiamo viste all’andata e al ritorno. Purtroppo un incidente di macchina in Nicaragua, grazie a Dio senza conseguenze permanenti, ha impedito loro di fermarsi qualche giorno di più con noi.

Don Lorenzo

Don Lorenzo al lavoro per la comunitàNon vi ho parlato molto di don Lorenzo. Il suo carattere schivo, alieno dai riflettori, si sposa egregiamente con uno stile di laboriosità nascosta.
Don Lorenzo ha portato avanti anche quest’anno l’impegno per l’acqua. A Jacagua ha coinvolto la comunità nella realizzazione di un piccolo impianto per estrarre l’acqua dal sottosuolo e distribuirla a un gruppo di famiglie a cui l’acqua posta dal Comune non poteva arrivare. E ha trovato molta collaborazione nelle famiglie beneficiarie, con grande sua soddisfazione. Dove la comunità assume e fa proprio lo sforzo di chi l’aiuta, le cose continuano per il meglio!

Oltre a questo, in cucina, nel dispensario, nei mille lavoretti da fare in casa, don Lorenzo rende concretamente possibile tutto quello che succede nella missione. Per non parlare del lavoro parrocchiale, soprattutto alla Divina Misericordia e nelle cappelle dei campos, dell’attenzione ai malati, delle confessioni. E senza ripetere quanto già detto sull’impegno dell’ambulanza. Con uno stile di servizio operoso che è di edificazione per ognuno di noi.

Qualche passo in avanti nella tecnologia

A livello tecnologico, una nuova centralina telefonica ci facilita di più la comunicazione tra casa, dispensario e parrocchie. Grazie poi a un contributo di un ente statale dominicano, si sta aprendo un centro pubblico di accesso a internet, che dovrebbe servire soprattutto agli studenti per realizzare lavori di ricerca. Da parte nostra abbiamo lavorato perché non si possa accedere a siti di contenuto moralmente pericoloso, così come non permetteremo l’uso delle stanze di chat, usate qui spesso e volentieri per adescare minori per il mercato della pornografia.

Anche il diario sul web della missione si è rinnovato, con una nuova grafica più dominicana e con la possibilità di introdurre commenti da parte dei lettori. Il nuovo indirizzo è: . Visitateci, vi aiuterà a sentirvi là con noi!

La situazione del paese

Un accenno finale alla situazione sociopolitica del paese.

Il 2006 è stato segnato da due fatti. Anzitutto l’avanzamento dei lavori della metropolitana di Santo Domingo, con molte polemiche da parte delle forze sociali per il pozzo senza fondo del costo dei lavori, a scapito di molte altre opere che non sono state programmate.

E poi le elezioni amministrative. Abbiamo senatori, deputati e sindaci nuovi. Come già nel 2002, un solo partito (diverso da quello di quattro anni fa) ha il controllo di tutte le istituzioni dello stato. Che Dio ce la mandi buona!

Grazie!

Concludo, quindi, questa carrellata. Volevo essere più breve, ma le cose sono tante, grazie a Dio! Solamente voglio dire ancora una volta: il Signore è grande. Tutto quello che avete potuto leggere è opera sua, è lui che l’ha ispirato e che l’ha reso possibile, suscitando collaborazione attiva e operosa in Guaricano e a Genova.

Per questo dico, non solo al Signore, ma anche a tutti voi: Grazie! Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

3:10 pm

Messe del 24

Il 24 la domenica è passata in sordina.

Al mattino c’era poca gente, e ho supposto che fosse perché sarebbero venuti alla Messa di Mezzanotte.

Invece alla Messa di Mezzanotte (che quest’anno abbiamo fatto alle 22) c’era ancora meno gente, circa un terzo di quella che viene a Messa la domenica.

E anche la Messa del giorno di Natale del mattino era praticamente vuota.
Per la Messa di Mezzanotte forse il motivo dei vuoti sta nel fatto che la tradizione enfatizza qui la cena del 24, e probabilmente molti non riescono poi a uscire di casa, ma probabilmente gioca anche il fatto che vari visitano parenti (e molti li hanno nei campos dell’interno).

Fatto sta che la vigilia di Natale l’ho vissuta nello sforzo di concentrarmi su chi c’era, anche se la tentazione è stata ed è quella di pensare a chi non c’era. E comunque dovremo trovare la maniera di far riflettere di più la gente sull’importanza della celebrazione della nascita di Gesù.
Nel frattempo,

Buon Natale a tutti!!!!

9:58 pm

Altri matrimoni

bodabelkis.JPGAncora matrimoni!

A Santa Margarita si è sposata Belkis Selmo, una giovane professoressa del nostro liceo. Fidanzamento abbastanza veloce, ma d’altronde entrambi hanno passato l’età dei grilli per la testa, e, anzi, entrambi sono sempre stati persone molto serie. A differenza della maggior parte delle persone, hanno avuto il coraggio e la fede di sposarsi subito in chiesa. La comunità cristiana si sente con un impegno forte di accompagnarli nella preghiera, perché con l’aiuto del Signore possano superare le inevitabili difficoltà.

Alla Divina Misericordia, invece, si sono sposate due coppie già da tempo conviventi. La realtà è che, anche se la valutazione oggettiva della situazione di questi conviventi è di peccato, nel fare la preparazione ti rendi conto che non c’è quasi in nessuno una malizia né la maggior parte delle volte la coscienza di vivere in peccato. La chiesa lo dice chiaramente, e anzi in passato i preti dicevano che i conviventi andavano all’inferno, per far capire la gravità della cosa, ma dal dire al fare… E così nella pratica della vita di queste coppie conta di più il vedere che i loro genitori, nonni, zii, amici… tutti si sono sposati “passando per la finestra”, come si dice qui.

Fatto sta che quando una di queste coppie che qui sono la maggioranza fa un cammino di fede e arriva a decidere di sposarsi è una festa grande, e tale è stata con Arturo e Ynocencia e con Enselmo e Matilde. Il matrimonio l’ha benedetto Marcial perché io ero impegnato in quello di Belkis alla stessa ora, e don Lorenzo ha presieduto l’Eucaristia.

Questa gente che da oggi farà la comunione eucaristica sono un segno grande di amore nella comunità parrocchiale!

Siamo quasi a Natale, e voglio farvi qualcosa come un riassuntino di questi giorni di Avvento.
Cos’è successo in questo tempo nella vita della missione?

  • All’inizio di dicembre abbiamo avuto la Settimana Giovanile, durante la quale circa duecento giovani si sono visti tutte le sere condividendo l’allegria e vari temi di formazione.
  • Il fine settimana seguente c’è stato il Ritiro parrocchiale d’Avvento: domenica mattina e pomeriggio, e animato da un’équipe del Rinnovamento Carismatico; o meglio, due équipe, perché ce n’è stata una a Santa Margarita e una alla Divina Misericordia. Entrambe hanno lavorato molto bene.
  • Il venerdì prima dell’Avvento c’era stato il ritiro del personale della scuola, al quale quest’anno ha partecipato anche il personale del dispensario medico. L’abbiamo fatto alla Escuela de Evangelización, a pochi kilometri dalla scuola, in un’oasi di pace e serenità. Piaciuto a tutti. Sono quelle iniziative i cui frutti si vedono nel lungo termine, concretamente in rapporti di lavoro più distesi e in maggior amore al lavoro.
  • A partire dal giorno 10, quasi tutte le sere c’è una celebrazione penitenziale in una delle parrocchie della zona, e i preti ci aiutiamo vicendevolmente nel servizio delle confessioni. Sono riuscito ad andare a quattro celebrazioni, senza contare le due delle mie parrocchie. Anche Lorenzo si è fatto il mazzo, anzi, più di me, perché è andato alle due parrocchie più lontane: La Victoria e la Hacienda Estrella.
  • Visto che non possono confessarsi, ai conviventi ho dedicato momenti a parte nei vari settori: questi momenti mi hanno permesso di vedere e dialogare con gente più aliena ai giri ufficiali delle parrocchie, e con molti siamo arrivati a individuare cammini personalizzati di avvicinamento ai sacramenti. Molta gioia per me, e direi anche per molti di quelli con cui abbiamo avuto il dialogo.
  • Negli ultimi giorni abbiamo avuto vari pranzi e cene natalizi: con i preti della zona, con la scuola, con il consultorio, con i bambini del Centro di Nutrizione. Momenti belli, significativi, dove prevale la gioia dell’incontro e la bellezza dello stare insieme, oltre naturalmente a piatti semplici ma ben prelibati.
  • In questa settimana abbiamo la novena di Natale, che è un momento di preghiera e riflessione basato sui testi liturgici. La stiamo facendo tutti i giorni prima della messa del mattino. Partecipa qualcuno di più di quanti abbiamo di solito alla Messa feriale.
  • Sempre di questa settimana sono gli Aguinaldos, camminate fatte all’alba nelle quali si sveglia la gente cantando e annunciando loro la vicinanza del Natale. Quest’anno c’è stata molta più partecipazione dell’anno scorso, perché si sono organizzati in ogni settore o porzione di settore, in accordo all’indicazione del Terzo Piano Pastorale che chiede che si lavori il più possibile vicino alla gente. E anche perché in ogni settore hanno coinvolto giovani che non sono della chiesa, i quali si sono uniti con tamburi, latte, trombe e quanti altri “strumenti” avessero. Questa presenza giovane ha dato vita (qualcuno lo chiama rumore) all’iniziativa.
  • In questi ultimi giorni abbiamo vari matrimoni. Due si sono già fatti la settimana scorsa, e tra il 23 e il 25 saranno cinque: uno è una coppia di fidanzati, gli altri hanno attorno ai 10 anni di convivenza sul groppone. La gente qui ama sposarsi sotto Natale, per il clima molto caldo che si crea, e anche per il freschetto che rende tutto più facile!

Tutto questo è il nostro Avvento, carico di gioia e di speranza, e con un po’ più di lavoro, fatto peraltro molto volentieri.

Un abbraccio natalizio a tutti!!!!

Augurissimi di Buon Natale e Buon Anno!

Dopo aver accompagnato fino alle cinque del pomeriggio gli installatori dei nuovi gruppi di continuità, mi sono goduto i dialoghi con i conviventi del settore Espíritu Santo, del barrio del Chimbú.

Ho conversato con loro dalle cinque alle otto, vari casi, diversi l’uno dall’altro: la ragazzina di diciotto anni che è andata a convivere con il fidanzato perché i suoi litigavano; la coppia attempata che ha già fatto almeno due volte il corso di preparazione al matrimonio e che è quasi vicina alle nozze; la giovane donna che è quasi decisa a lasciare il marito che da quattro anni le fa le corna; l’uomo abbandonato dalla moglie, a suo dire non si sa perché visto che lui era un marito perfetto (?); la donna che non sa cosa fare con il convivente che già quattro volte ha passato la notte fuori casa; il giovane uomo che non si è ancora battezzato e che è deciso a prepararsi al battesimo e al matrimonio…

Ho visto in quasi tutti una sincerità e una ricerca del Signore, con la disponibilità a fare la sua volontà e a obbedire ai comandamenti. Il tempo mi è volato, e ho provato gioia grande con quasi tutti questi fratelli e sorelle.

Questa contentezza si è sommata a una cosa di stamattina: un giovane di Santa Margarita mi ha detto che vuole prendersi un impegno di evangelizzazione, anche in qualche paesino, o addirittura in qualche paese lontano. Penso che lo metterò in contatto con i Missionari del Sacro Cuore, che sono una congregazione ben dinamica, e che vive la missione ad gentes. Un bel segno di speranza questo giovane, al quale non ho nascosto che sto chiedendo al Signore che così come mi ha fatto vedere varie vocazioni di seminaristi e aspiranti suore, mi permetta anche di vedere una vocazione missionaria.
Grazie Signore!!!!

Babbo Natale accerchiato dai bambini del Centro di DenutrizioneA mezzogiorno abbiamo avuto un bel momento: il pranzo natalizio dei bambini del centro di denutrizione. Sono una ventina i bambini che le suore alimentano in maniera sostanziosa tutti i giorni feriali, e danno loro il mangiare per non regredire il finesettimana.

L’ultimo giorno prima delle vacanze natalizie è tradizione vivere questo momento in cui oltre al solito mangiare ben nutritivo i bambini ricevono un regalino, e le famiglie la scorta per i giorni di vacanza.

Quest’anno abbiamo avuto anche nientepopodimento che la visita di Babbo Natale, qui chiamato (influsso nordamericano) Santa Claus o Santa Clo.

Babbo Natale consegna i regaliI bambini l’hanno accolto con allegria, e hanno fatto a gara per fotografarsi con lui. Non era un Babbo Natale troppo intraprendente, ha avuto un poco di difficoltà a reggere il peso dell’attenzione di tutti concentrata su di lui, ma nel complesso la prestazione è stata più che efficiente.

Alla fine si è prodigato nella consegna dei regalini, attesissimi e graditissimi. Alle madri presenti ha regalato una discreta quantità di riso, fagioli, olio e latte in polvere. La speranza è che, come a volte succede, non li vendano per comprare roba più futile, magari magliettine corte e scollate per loro.

Il più piccolo presente: un bebé di pochi giorni. La madre ha partorito due anni fa (era già il secondo), e adesso la famiglia continua a crescere. Per la gente povera i figli sono la ragione di vita.

P.S.: Chi indovinerà per primo il famoso attore/attrice che impersonava Babbo Natale scrivendolo in un commento a questo articolo riceverà in premio un lecca lecca domenicano, che provvederò personalmente a consegnargli al mio arrivo a Genova la settimana prossima!

Francisco, Reina, e i loro figli Jairo e JaronelisOggi abbiamo fatto il bis: un altro matrimonio, questa volta di una coppia con quindici anni di vita insieme alle spalle: Francisco e Reina.

La loro storia è veramente bella. Reina viene da una famiglia molto cattolica, e da giovane era molto inserita nella chiesa. Invece la famiglia di Francisco era più all’acqua di Rosa, e lui con l’adolescenza si era allontanato dalla chiesa. Due anni fa hanno cominciato a riavvicianarsi, e sopratutto lui si è lasciato conquistare dalla moglie, e ha “provato” a venire a Messa. Probabilmente il fatto che me sia accorto (grazie a Jairo, il loro figlio maggiore, che è chierichetto) e l’abbia cercati di accogliere li ha entusiasmati. Di fatto adesso Francisco dice che ha riscoperto qualcosa di importante per la sua vita.

Reina ha intenzione di assumersi qualche impegno nella chiesa. Sono certo che porterà avanti questa decisione, perché le si vede la semplicità e al tempo stesso la solidità interiore. Spero che anche Francisco continui a maturare, perché è un uomo di buoni principi, con una famiglia unita alle spalle, e direi abbastanza più serio della media.

Una preghiera anche per loro!

Yajaira e Alexis, il giorno del loro matrimonioYajaira è una giovane che ha sempre fatto vita di parrocchia. L’ho trovata quando sono arrivato, con don Lino era responsabile di un sottogruppo del gruppo Ciempiés. Era tra gli otto giovani che nell’agosto 2000 sono stati in Italia per il Giubileo dei Giovani. Allora aveva appena compiuto 18 anni.

Oggi pomeriggio Yajaira de los Santos si è sposata in chiesa. È stato realmente un momento straordinario.
Se vi state domandando cosa c’è di straordinario, dovete sapere che le coppie giovani che si sposano in chiesa nelle mie parrocchie sono una media di mezza all’anno. E questo su una popolazione di circa 1000 giovani di 18 anni! La qual cosa significa che il 99,95 delle coppie non si sposano! Forse vi è più chiaro che siamo in missione! È una realtà tutta da evangelizzare, e l’evangelizzazione è una cosa lenta lenta lenta. Non credo che nei quindici anni che la missione genovese è qui è cambiato qualcosa di significativo da questo punto di vista. C’è ancora molto lavoro da fare!
Tornando a Yajaira, il suo fidanzato è anche lui un ragazzo di fede, si sono conosciuti a un incontro della Pastorale Giovanile Diocesana. Sono stati fidanzati quattro anni, e adesso si realizza il loro sogno.

Conoscendoli, e conoscendo un po’ le loro differenze di carattere, so che incontreranno le loro difficoltà. Ma mi sembra che ne siano coscienti, e soprattutto sono coscienti del fatto che il Signore starà al loro fianco e non li lascerà soli. Condividono il sogno di camminare insieme tutta la vita, un sogno che anche il Signore ha su di loro, e che non mancherà di aiutare a realizzare.

Auguri, Alexis e Yajaira! Ad multos annos!

Altagracia NúñezAltagracia, una nostra bidella, se l’è vista brutta con il figlio. Ma grazie a Dio tutto è in fase di soluzione.

Quindici giorni fa il ragazzo, che ha sedici anni, ha cominciato a mostrare un gonfiore sul lato destro della faccia, che si è esteso fino a gonfiargli la palpebra e impedire che potesse aprire l’occhio. In più, molti medici pensavano che avessa la mandibola fratturata. Di fatto non poteva aprire la bocca.

Altagracia, che non può contare più di tanto sull’appoggio del marito perché questi è una leggera, ha dovuto sbattersi per portare il figlio all’ospedale. Quando ha raccontato le cose a me aveva in mano la prescrizione di un intervento chirurgico per la frattura della mandibola.

Al vedere che c’era qualcosa di strano l’ho mandata a un ospedale buono. Altagracia non aveva mai preso in considerazione questa possibilità perché quello che guadagna non può coprire più che le necessità basiche. Sta di fatto che l’ho invitata a mettersi nelle mani del Signore, e l’ha portato alla Plaza de la Salud, dove appena lo hanno visto l’hanno ricoverato d’urgenza, dicendole che poteva essere un tumore e che non si poteva perdere nemmeno un giorno.

Ieri le hanno dato la buona notizia che possono mandare a casa suo figlio, perché si è capito che non era un tumore, e che non c’era frattura della mandibola, ma solo un ascesso dovuto a un’infezione seguente a un trauma. Di fatto il ragazzo ricorda che gli è picchiata una fibbia di cintura nella tempia più di un mese fa.

L’unico problema che rimane adesso è il conto dell’ospedale. Grazie a una mia lettera di presentazione le avevano dato il 40% di sconto (il massimo, a quanto sembra), ma nonostante ciò le hanno chiesto 19,000 pesos, più di 450 euro, e lo stipendio di bidella di Altagracia è di 3,300 pesos al mese.

Ho chiamato all’ufficio sociale dell’ospedale, e mi hanno detto che le possono dimettere il figlio se porta due/tre mila pesos (qui nessun ospedale dimette finché non si paga il conto), e per il resto ha consigliato a me di richiedere un ulteriore sconto o gratuito patrocinio.

Nella scuola abbiamo subito fatto una colletta, e si sono raccolti quasi due mila pesos, che con i mille che Altagracia ha potuto mettere da parte dalla tredicesima le permettono di avere suo figlio a casa. Nel frattempo raccoglieremo anche nel turno di pomeriggio, e questo permetterà a Altagracia di comprare le medicine.

Tutto è bene quel che finisce bene, grazie al Signore!

Ho presentato stamattina al ministero dell’educazione l’ennesima richiesta di assunzione del personale della scuola da parte dello stato.

Non sono molti quelli che non sono assunti (devono essere un 15%), ma il fatto è che se ne aggiungono continuamente nuovi. O meglio, nella misura in cui otteniamo che vengano assunti quelli che lavorano, si chiamano a lavorare persone il cui ruolo è meno importante, ma che alla fine ti rendi conto che sono necessari.

E anche perché c’è chi si avvicina alla pensione: come Dany, la responsabile delle bidelle, la quale ha avuto ultimamente un peggioramento della labirintite di cui soffre da anni, e si è decisa a chiedere il pensionamento. Per cui c’è da rimpiazzarla, e questo significa alla fine dei conti chiamare una persona nuova a lavorare.

Si sa che in dicembre non assumono nessuno, ma la speranza è che in gennaio possiamo ottenere qualcosa. Ufficialmente hanno già detto che non ci saranno assunzioni, ma nella pratica il problema è convincere la ministro a firmare. Ce la faremo? Vi saprò dire! Se potete accompagnateci con la preghiera!

La mattinata è stata dedicata all’incontro d’Avvento con il vescovo, presenti buona parte dei preti diocesani e religiosi.

Ho apprezzato la bella celebrazione penitenziale all’inizio, guidata dal padre Darío Taveras dei Missionari del Sacro Cuore.

C’è poi stata una “pausa commerciale”, con la presenza di un’assicuratrice di salute che ha fatto un accordo con la conferenza episcopale domenicana per dare condizioni vantaggiose ai preti. Ed effettivamente quello della salute è un aspetto critico, perché non esiste il sistema sanitario pubblico, o meglio, c’è, ma non dà quasi niente. Per cui è giocoforza fare un’assicurazione sulla salute.

Infine, il cardinale ha fatto una mezz’oretta di conferenza raccontando qualcosa della sua esperienza di vescovo. Stasera, a quanto ci ha detto, si è fatta da qualche parte la presentazione del libro che ha scritto in maniera autobiografica, riguardo ai suoi anni di prete (48) e di vescovo (28).

Ero con Marcial, e non ci siamo fermati al pranzo per andare veloci all’arcivescovado dove avevamo varie faccende da sbrigare e toglierci.


Gesù è meglio della Coca Cola

La risposta la lascio a voi, con un sorriso.

Questa maglietta me la sono trovata a Messa stasera, e mi è subito piaciuta.

La cosa interessante è la scritta piccola sotto il nome a destra. Si adatta anche al clima di fine anno liturgico.

Alla fine c’ho fatto sopra anche un pezzo di predica!!!

9:14 pm

Káterin bis

Parlando con Leidy, l’animatrice del gruppo di adolescenti della Mina, dove vive Káterin, ho avuto informazioni preziose.

A dire di Leidy, che vive di fronte a Káterin, il comportamento di madre e figlia è abbastanza leggero, e Leidy sostiene che di sera lasciano solo il marito/padre che ha avuto un ictus e se ne vanno a ballare.

Comincio a capire tante cose di Káterin… Ma non smetto di pregare per lei, è una ragazzina che con l’aiuto di Dio può recuperarsi ed essere una brava giovane!

Oggi alla fine della Messa don Paolo ha informato i presenti che saremmo partiti domani. Una fila di bambini e adulti ci ha salutato, uno a uno.

È stato molto commovente…

Ieri don Lorenzo mi ha detto che un parrocchiano paralizzato aveva bisogno di rifare gli occhiali, siamo andati nella sua CASA, un insieme indefinito di letti, bimbi da tutte le parti.

È stato molto normale…

Domani faremo ancora una giornata oculistica, poi il volo.

Ciao Guaricano e Grazie !!!


Un momento della marcia

La settimana della vita contro l’aborto e la delinquenza si è conclusa oggi pomeriggio con una solenne marcia per le strade del barrio.

Hanno partecipato circa 3/400 persone, oltre a un bel numero di studenti della nostra scuola.


La foto di gruppo del nunzio con il gruppo dei giovani che hanno organizzato la marcia

Ospite d’eccezione il nunzio apostolico, mons. Timothy Broglio, e il deputato di Guaricano, Ángel Gomera. Questi aveva già nei giorni scorsi dato un appoggio monetario e organizzativo notevole.

Ci ha accompagnati anche una formazione di Bastón Ballet, che ha contribuito a rendere interessante l’evento.

Durante la marcia abbiamo pregato e scandito slogan come “Sì alla vita, no alla delinquenza”, “Sì alla vita, no all’aborto”, “La vita, unita, non sarà mai vinta”, “Sport sì, droga no”, ecc.

La Messa, presieduta dal Nunzio, ha concluso in bellezza il tutto. Ammiro quest’uomo, che ha accettato il nostro invito sapendo di avere dopo una cena all’ambasciata di Giappone. Ci dev’essere arrivato bello stanco… Si è dimostrato una persona molto generosa.

Così come hanno dimostrato di saper lavorare e organizzare il gruppo dei giovani che ha organizzato l’evento. Ho fatto loro i complimenti, se li meritavano!

Grazie, per tutto, Signore!!!

La Giornata contro la violenza alla donna si celebra domani, e visto che cade di sabato nelle scuole se ne è anticipata la celebrazione.

In particolare il distretto scolastico ha organizzato una Messa per tutte le scuole del Guaricano, ed è toccato a me presiederla. Ho potuto, nella predica e alla fine mettere in evidenza il legame della violenza con la mancanza di valori, e ho motivato gli studenti a utilizzare sempre le armi del dialogo.

Non erano molti studenti, ma la speranza è che, con l’aiuto dei loro maestri, si facciano moltiplicatori del messaggio con le loro famiglie e con i compagni di classe.

Oggi pomeriggio siamo stati a Los Botados, una paese vicino a Yamasá. Il padre Cecilio che è il parroco mi ha invitato a presiedere l’Eucarestia per la novena della festa patronale di Cristo Re.

Sono venuti con me suor Serafina insieme alle aspiranti, e anche Paolo e Francesca.

Abbiamo trovato una comunità piccola ma viva, con un bel coretto di giovani. Un po’ disorganizzata con i microfoni, ma con tanti doni. Come tutti i paesi simili, per ogni festa patronale eleggono la regina, la viceregina e la principessa, tra le giovani più serie e impegnate del paese. Queste presenziano ai vari giorni della novena in abito di gala e con una coroncina in testa.

A partire da metà messa è venuto giù il mondo di acqua, e l’acquazzone ci ha accompagnato anche in buona parte del viaggio di ritorno.

Per Paolo e Francesca è stato il modo di vedere un paesaggio un po’ diverso da quello del Guaricano, molto più verdeggiante e semplice.

Oggi è il primo giorno senza Franco (per carità, sta benissimo, è arrivato a Genova fresco come una rosa…. dopo un volo notturno “in bianco”). Abbiamo pertanto continuato le visite (45) per tutto il giorno. Franci preziosissima.

Ieri invece, per passare una domenica dominicana don Lorenzo ci ha portato in un’oasi di palm… mi correggo baracche con secchi inchiodati alla parete per raccogliere acqua piovana, niños mezzi vestiti a giocar… a raccogliere tra i rifiuti non si sa cosa. Forse oggi abbiamo toccato quasi il fondo, ma ho paura di no.

Ho comunque raccolto molto materiale video perché ho l’intenzione di fare qualcosa tipo “l’isola dei… nessuno”.


Franco Reggiardo, Paolo Dell'Erna e Francesca con don Paolo

Dopo una settimana dal nostro arrivo (Franco, Paolo e Francesca) solo adesso riesco a raccogliere e descrivere qualche frammento di vita in missione.

Il primo impatto dominicano: arrivo alle h 22.00 locali con 30 gradi è stato subito rimosso dall’arrivo festoso di don Paolo e don Lorenzo con seguito di Sorelle e ragazze della parrocchia venuti a prenderci con pick up e ambulanza. Mia figlia Franci si è offerta di salire dietro al pick up non conoscendo le strade del Guaricano (l’asfaltatura quando c’è non è delle migliori). Dopo il traffico caotico del centro ci siamo diretti verso il barrio del Guaricano e qui le immagini e le idee di Santo Domingo fatte in Italia, sono state subito rivedute e corrette!

Il Lavoro fatto da Paolo, Lorenzo e le Sorelle è impossibile quantificarlo, stanno gestendo una struttura enorme (missione centrale, scuole, parrochia …) che in Italia per poter farne un decimo (siamo oculisti..) ci vorrebbe uno staff di 100 persone e più.

Abbiamo iniziato il giorno seguente a fare le prime “consulte” oculistiche. Nella prima giornata abbiamo visto 50 persone. Francesca, che studia archeologia, si è trasformata in una assistente oculista molto brava, facendosi in quattro fra traduzioni estemporanee, controllare gli occhiali e aiutare le ragazzine a scegliere montature un po’ più graziose, e conquistandosi le loro simpatie.

I pazienti dominicani del barrio sono meravigliosi, vengono anche molte ore prima a prendere il posto, si portano i bambini, sono di una serenità sconvolgente. Ma cosa sarà? L’aria calda, il sole cocente che ti fa grondare sudore, i miasmi delle fogne a cielo aperto, le baracche di un solo locale dove vivono intere famiglie, gli aquiloni fatti con sacchetti della spazzatura…

Grazie alla grande esperienza chirurgica del collega Franco si è anche potuto iniziare a fare qualche intervento ambulatoriale per quanto riguarda una delle più frequenti patologie del Centro America, gli pterigi (neoformazioni benigne della congiuntiva che se non asportate possono arrivare a ricoprire la cornea in maniera tale da ridurre molto la vista).

Le visite oculistiche le abbiamo potute effettuare presso il centro medico della missione (un fiore all’occhiello), grazie ai colleghi che ci hanno preceduto (Carlo Mosci e Massimo Corazza) con attrezzature di ottimo livello.

Abbiamo anche conosciuto un collega oculista locale,il dott. César Belén, che una volta alla settimana viene a visitare. Abbiamo visto anche l’ospedale, uno dei pochi ospedali pubblici con servizio oftalmologico. Qui non esiste assistenza statale come la intendiamo, ci sono molte cliniche private all’americana (ti visito se paghi…). Comunque anche nell'”ospedale” le condizioni igieniche sono… Nonostante ciò si fanno molti interventi oculistici dalle cataratte alla retina e naturalmente gli pterigi, che qui sono chiamati uñas (lett. “unghie”).

Oggi Domenica siamo andati alla Messa in Parrocchia. Una folla cosÌ non l’ho mai vista, una partecipazione così non la vedrò più se non ritornando (spero proprio di sì).

Ciao!

P.S.: Se qualche turista per caso qui a Santo Domingo cercasse un ristorante… consiglio vivamente la cucina di don Lorenzo, merita una deviazione!!!

Ieri e oggi erano due giorni di sciopero convocati da alcune organizzazioni sindacali.

Il nodo della questione è la riforma fiscale che il paese deve fare, e che si è ipotizzato che consistirà fondamentalmente in un incremento della base dell’ITBIS ( corrispondente alla nostra IVA).

In realtà ieri lo sciopero è andato a buca. Tutto è stato praticamente normale. O quasi. Sì, perché la maggior parte delle scuole sono state chiuse: mercoledì hanno detto agli studenti che ritornassero lunedì.

Da parte nostra la direzione ha detto che si faceva scuola, ma di fare attenzione ai notiziari, per non arrischiarsi a mandare i figli a scuola se c’è casotto per la strada. In effetti questi giorni di sciopero sono, tradizionalmente, giorni in cui i teppisti si scatenano, bruciando pneumatici e tirando pietre. Per cui non sempre è sicuro uscire di casa.

In tutti i casi, ieri mattina c’erano il 10% degli studenti e il 50% dei maestri. Nel pomeriggio i maestri hanno fatto i furbi e si sono messi d’accordo per stare a casa. Oggi, invece, a dispetto del fatto che lo sciopero era stato revocato già dalla sera prima, di mattina c’era il 50% degli studenti e l’80% dei maestri. Di pomeriggio, invece, quasi tutti i maestri ma nessun studente. Sia al mattino che al pomeriggio ho approfittato per fare la formazione del personale.

Nel liceo la presenza è stata migliore: 100% dei maestri e 80% degli studenti.

Ho fatto stamattina il funerale del marito di Bernarda. Lui naturalmente era tranquillissimo, mentre la moglie l’ho trovata che stava gridando, secondo il costume dominicano. In realtà credevo che avesse reagito in maniera più composta, considerando la sua fede, ma lì deve aver giocato l’esaurimento dei venti giorni in cui si è vista spegnere il marito, e senza una ragione.

Molta gente alla Messa, che è stata fatta nella stessa casa, e rimane l’inspiegabilità di una morte che ha tutta l’apparenza di uno sciopero della fame portato alle estreme conseguenze.

Da lì sono “scappato” diretto al ritiro.

È morto oggi pomeriggio il marito di Bernarda, la responsabile del settore Espíritu Santo, nel barrio del Chimbú. Bernarda è sulla cinquantina, e il marito pure.

Da un mese era in letto, non mangiava, quasi non parlava. I vari medici che l’hanno visto, in casa o in ospedale, non gli hanno trovato niente. Quello che diceva ai suoi era che doveva accettare la volontà di Dio. L’impressione è che si sia lasciato andare, che abbia deciso (incosciamente, senz’altro) che voleva morire. Ed è morto.

La moglie, donna di fede grande, è serena, e mi ha detto che si è spento in una maniera molto bella, chiamando tutta la famiglia e lasciando loro un messaggio molto bello.

Domattina alle nove faremo il funerale in casa.

Il liceo serale Guaricano Adentro ha celebrato oggi la graduazione. Più di un centinaio di giovani e adulti che hanno terminato il ciclo dell’educazione media.

Mi hanno invitato (il direttore, Celidio, è un grande amico, ed è il nostro avvocato di fiducia), e ho partecipato con gioia. Vari giovani e persone adulte delle nostre comunità parrocchiali erano tra i festeggiati.

Questi licei serali sono al tempo stesso una risorsa preziosa e una spina nel fianco del sistema educativo dominicano. Una risorsa preziosa, perché moltissimi studenti lavoratori non avrebbero altra maniera di terminare il liceo se fosse solo di giorno. Una spina nel fianco, perché in questi licei tutto è problematico: i professori arrivano tardi e molte volte non arrivano; i black-out obbligano a fare una spesa forte di gasolio del generatore elettrico (quando c’è), e quando questo si rompe durano settimane senza ricevere docenza; la bassa estrazione sociale di molti studenti provoca inestabilità e disordini, che possono arrivare a scontri all’arma bianca e a minacce ai professori. Il ministero dell’educazione dice sempre che i licei serali devono sparire, ma non ci sono condizioni per offrire un’alternativa a tutta questa popolazione che non ha scelta, di sera o niente.

Nel centinaio di studenti che si sono “graduati” ho visto contentezza, per una meta raggiunta a costo di grandi sacrifici. Al tempo stesso ho una domanda nel cuore: cosa sanno realmente tutti questi studenti lavoratori? e ho paura che la risposta sia: quasi niente.

Ci hanno messo i contatori dell’elettricità a Betania (lo pagherà il ministero dell’educazione) e a casa (credo che lo dovremo pagare noi).

A Betania hanno fatto un lavoraccio, due cavi si toccavano, e il portiere ha preso una bella scossa quando ha aperto la porta di ferro dove c’è il generatore.

Fortunatamente il tecnico Paolo ha scoperto la causa e ha provveduto a staccare i cavi incriminati.

Con l’auspicio e il finanziamento dell’Unione Europea si stanno svolgendo in tutto il paese incontri di sensibilizzazione della cittadinanza sui diritti dei bambini e degli adolescenti. La rispettiva legge è stata approvata già da qualche anno, ma manca effetivamente una coscienza civica di questi diritti.

Tanto per fare un esempio eclatante, il diritto allo studio è solo sulla carta, perché lo stato non fa niente per far sì che tutti i bambini vadano a scuola. Se un genitore non lo vuol mandare non succede niente: il bambino resterà analfabeta!

Oggi pomeriggio c’è stato l’incontro della nostra zona. Come la cosa è intermediata dalle autorità educative, hanno chiamato me a fare la preghiera iniziale. Ne ho approfittato anche per sottolineare alcune cosette che la chiesa di qui sta proclamando insistentemente in questo momento: la radice dei diritti, che sta nella dignità dell’uomo creato da Dio e salvato da Cristo, e l’estensione temporale degli stessi dal concepimento alla morte naturale.

Alle mie parole sono seguiti due interventi di due magistrati che lavorano con i minori. Hanno spiegato la cornice legale della faccenda, ed è stata molto interessante. Lo stesso l’hanno trovata Matilde, la nostra vicedirettrice, e i cinque studenti di ottavo che sono venuti con noi.

Questi diritti dovrebbero diventare sempre più realtà. Con l’aiuto di Dio, come si dice qui. E sperando che non si arrivi alla situazione italiana, in cui i bambini ricevono un’impostazione tale sui loro diritti, che attraverso di essi si difendono quando si comportano male. Ahimé! Il diritto che diventa paravento del male! Speriamo che non si arrivi anche qui a quel punto!

… ma non sono le Brigate Rosse.

Stava scendondo dalla jeep (mezza di lusso, ehm), e al momento tre loschi tipi arrivati in moto gli hanno subito sparato alle gambe per portagli via il mezzo di trasporto.

Non sono arrivati lontano, non so per quale strana ragione le jeep gli si è spenta.

Il prete in questione è il nostro vicario di zona, o arciprete, come dicono qui. La pallotola gli ha attraversato una gamba e dopo avergli portato via lo scroto (forse con parte del contenuto) gli è rientrata nell’altra.

Il soggetto è diabetico, per cui è ancora da vedere se lo possono operare o no. Domani dovrebbero prendere una decisione.

Sono stato a trovarlo stamattina, l’ho trovato sereno, e in pace. L’espressione non era sofferente, segno forse che era imbottito di calmanti.

Ci ha chiesto preghiere. Cosa che stiamo facendo, e spero anche voi con noi.

Il commento unanime, da parte di tutto quelli che vengono a sapere la cosa, è: “Non c’è mai stata tanta delinquenza come adesso!”

Educazione ha convocato stamattina i direttori del nostro distretto a conoscere il programma di incentivo allo studio.

Alle famiglie che sono state selezionate per un’aiuto sociale (300 pesos, circa 7 euro al mese), se hanno uno o più figli alle primarie gli danno 150/200 pesos in più per ogni figlio che va a scuola. A condizione che non vada male e che frequenti.

“Qualcosa è qualcosa”, come dicono qui. Ma la cosa fa veramente ridere. Trecento pesos sono quello che una famiglia spende per mangiare un giorno.

Nella riunione hanno detto chiaramente che prima questi aiuti venivano da fuori, ma che poi si sono stufati di darli per il mal uso che veniva dato alle risorse (corruzione). Così gli organismi finanziari internazionali chiedono al paese di realizzare queste politiche sociali con le sue risorse, e condizionano altri aiuti più massicci all’implementazione di questa rudimentale assistenza sociale.

Tutto ciò significa che alla classe politica di questo paese non glien’è mai importato niente della gente, ma soltanto delle loro tasche!

Oggi è un anno che è morto Narciso, che era direttore della scuola Guaricano Afuera. Ha collaborato molto con don Lino, e anche quando sono arrivato io veniva a suonare con i giovani del nostro coro.

Abbiamo celebrato una Messa con tutto il personale di Guaricano Afuera, presenti anche il direttore distrettale e il regionale. C’era una rappresentanza della nostra scuola (la unica, non ho visto altre scuole), e c’erano alcuni familiari di Narciso.

È stato un bel momento per evidenziare le doti di quell’uomo, che non era una stella ma si è sempre mantenuto in uno stile di servizio alla comunità.

La moglie, che è evangelica, naturalmente non c’era. E pochi mesi prima di morire l’ha convertito a evangelico. Ricordo che ero stato a visitarlo quando già stava male, e gli avevo chiesto se voleva la unzione dei malati. Era da dieci minuti che ero lì e che cercavo di dirgli qualcosa, ma non mi aveva risposto una sola parola. Alla domanda sull’unzione mi ha detto chiaro e forte: no!, in una maniera che mi ha stupito fortemente. Sono stato lì altri dieci minuti ma non mi ha detto più niente.

A partire da domani i maestri e gli altri lavoratori della nostra scuola potranno chiamare negli Stati Unite e in Europa gratis.

Ho finito di mettere a punto la parte della centrale telefonica che fa le chiamate via internet. A quei paesi il costo è di 0.008 euro al minuto, equivalenti a 0.3 pesos di qui, un quarto di quello che costa una chiamata urbana! Così permetteremo loro di chiamare una volta al mese gratis.

L’idea è quella di estendere il servizio anche ai genitori dei nostri studenti, tra qualche settimana, spero: in occasione del pago della collaborazione mensile potranno ricevere questo bonus extra che speriamo faccia loro piacere.

La cosa è significativa perché non c’è una famiglia che non abbia qualche parente a New York o in Spagna. E per chiamare devono spendere attorno ai 20 pesos il minuto. Tre minuti di chiamata equivalgono a sessanta pesos (ma a noi costano solo 1 peso!), è un bel risparmio!

Il primo incontro di formazione dei genitori della scuola è stato sugli effetti positivi di una buona comunicazione. Si è fatto ascoltare ai genitori il cd di una conferenza di un psicologo/educatore non so bene cosa è, ma parla bene e arriva al cuore. Tale conferenza in cd è frutto di un’iniziativa del Ministero dell’Educazione, che, bisogna dirlo, in questa cosa ha fatto centro perfetto!

Come normale, la maggioranza dei genitori presenti erano le madri. Molte di loro hanno richiesto che cerchiamo la maniera di far ascoltare la conferenza anche ai loro mariti!

I black-out continuano con insistenza. A Santa Margarita la luce se ne va verso le nove del mattino, per tornare nel primo pomeriggio. Se ne va di nuovo verso le sei, e torna dopo le dieci. Sono circa 10/11 di black-out al giorno. Inutile ricordare le n promesse del governo che non si sarebbero dati più di sei ore al giorno di black-out!

Il generatore elettrico di Betania sta lavorando come un matto. Con i corsi di computer per gli studenti, che si fanno mattina e pomeriggio, e con la scuola serale, consumiamo circa 200 galloni (800 litri) di gasolio al mese!

La gente non ce la fa più, ma è talmente stremata che ha perso anche la voglia di lottare per avere un po’ più di corrente al giorno.

9:40 pm

Barrio seguro?

Stamattina sono andato in giro per la città dietro ai giornalisti.

Con una commissione del Guaricano dovevamo fare una conferenza stampa per reclamare al governo l’attuazione del programma barrio seguro (quartiere sicuro), che ci avevano promesso, e che in realtà hanno dato a altri 16 barrios ma non a noi.

La popolazione si aspetta molto dall’implementazione di questo programma, che consiste sostanzialmente in uno spiegamento tremendo di polizia e militari nei quartieri che più sono vittima della delinquenza, in maniera da ridare tranquillità alla cittadinanza.

La conferenza stampa purtoppo è stata un flop, perché non si è presentato nessun giornalista.

Allora abbiamo ripiegato su altri mezzi e siamo andati a due televisioni a rilasciare interviste-denuncia.

Vedremo se si muove qualcosa.

9:47 pm

Epidemie

Santo Domingo sta vivendo un’epidemia di dengue (leggilo “denghe”). Si tratta di una malattia tropicale conosciuta in quattro varianti. Le prime tre portano dolori vari e soprattutto febbre altissima, la quarta, il dengue emorragico, è mortale, perché abbassa tanto le piastrine che si muore dissanguati.

La popolazione è spaventata, moltissime madri i cui figlioletti hanno febbre alta riempiono i pronti soccorsi, per paura chesi tratti del dengue.

In vari mesi sono morte in tutto il paese circa 1,600 persone.

Per domani ci sarà un’attività specifica in tutti i barrios. Tutti i centri educativi secondari daranno una piccola formazione ai loro studenti, e dopo questi visiteranno tutte le famiglie, dando loro le informazioni su come combattere la malattia. Che sostanzialmente si tratta di eliminare tutte le pozze d’acqua, perché è lì che la Aedes Aegypti, la zanzara vettore del virus, depone le uova.

Ci sono anche varie influenze in giro, che contribuiscono a aggravare la situazione.

Alla presenza di una decina dei nostri studenti (in rappresentanza di tutti gli altri) e di una decina di dirigenti comunitari abbiamo fatto l’inaugurazione del centro internet sicuro.

Naturalmente ho spiegato le modalità, e in cosa consiste la sicurezza. La speranza è che i genitori percepiscano l’importanza di preservare i loro figli dai rischi che internet presenta.

Di fatto tutti i pomeriggi stanno venendo una decina di studenti a fare ricerche per la scuola. Ho visto vari di loro lavorando sodo e bene.


I genitori si recano dai catechisti per iscrivere i loro figli

Abbiamo fatto oggi pomeriggio le iscrizioni al catechismo.

In alcuni centri c’è stata un’ottima affluenza, in altri no. Strano. Eppure abbiamo dato una buona pubblicità alla cosa, a tutte le famiglie abbiamo fatto un’invito personale.

Mi rendo conto sempre di più che siamo in missione: alla maggior parte della gente non gliene frega niente dell’educazione cristiana dei suoi figli!

Oggi a mezzogiorno avevamo il presidente della repubblica a Los Cazabes, nel territorio di Santa Margarita. È venuto a inaugurare una scuola nuova fiammante tecnologicissima di 9 aule, con laboratorio di informatica, due classi di asilo, sala multimediale, ecc. ecc.

C’erano la metà delle autorità: la ministro dell’educazione, il titolare del dicasteri delle opere pubbliche e molti altri.

Una gran pompa, per far vedere che e’ pa’ lante que vamos, cioè “è avanti che andiamo”. Di fatto la scuola inaugurata è stata un lavoro perfetto, fatto a tempo di record: tre mesi e mezzo, per un’investimento di 25 millioni di pesos dominicani (62,500 euro).

Ho potuto avvicinarmi alla ministro dell’educazione, la quale mi ha messo in contatto con l’incaricato del personale per la faccenda del personale non ancora nominato dallo stato. Questi mi ha detto di andare da lui mercoledì. Vedremo se si muove qualcosa.

Con il sindaco, invece, ho aprofittato per chiederli l’asfaltatura del cortile della scuola, che è una cosa prioritaria, naturalmente da buon politico mi ha detto che certamente la farà, vedremo nei prossimi mesi se mantiene la promessa.

9:23 pm

Barrio seguro

Barrio seguro (“quartiere sicuro”) è un programma del governo dominicano per affrontare la delinquenza di alcuni quartieri devastati da ladri e omicidi.

È implementato in vari barrios della capitale e di Santiago, e consiste praticamente nel mandare al territorio un forte contingente misto di polizia e esercito, portanto una presenza della legalità che scoraggia i delinquenti dal farsi vedere e “lavorare”.

Ha dato un certo risultato: quei barrios dove è stato attivato sono adesso molto più tranquilli. Anche se la percezione comune è che i delinquenti hanno cercato “lavoro” altrove: e di conseguenza a un barrio seguro corrisponde una maggiore insicurezza nelle zone vicine. Anche Guaricano, nonostante non sia vicino fisicamente ai quartieri dove è stato implementato il programma, ha notato un aumento della delinquenza, che la gente sente e percepisce e soffre.

Vi dico tutto questo perché oggi pomeriggio abbiamo avuto un’assemblea di tutta la cittadinanza, celebrata nel salone della nostra scuola, nella quale è intervenuto il responsabile del programma. L’assemblea era per esprimere il desiderio e spingere affinché in Guaricano sia attivato il programma stesso.

Hanno parlato vari presidenti di Associazioni di Vicini (Juntas de Vecinos), enfatizzando la situazione di insicurezza e paura in cui versa la popolazione. Ho avuto un turno di parola anch’io, e ho approfittato per dire che non si possono fare attività con la oscurità perché la gente non ci va per il timore della delinquenza. Varie persone hanno portato testimonianze di familiari morti o rimasti invalidi per azioni delinquenziali subite, è stato commovente ascoltare il loro dolore e allo stesso tempo vedere che il dolore non era accompagnato dal rencore.

Non si è capito se il programma si attiverà in Guaricano o no. Il signore che ha convocato l’assemblea in qualche momento ha fatto capire che sarà presto, ma il funzionario incaricato dello stesso non ha detto niente di concreto. Staremo a vedere.

L’inizio della scuola è stato abbastanza buono: avevamo di mattina l’80% degli studenti, e di pomeriggio il 50%. Dico che è stato buono perché ci sono scuole che cominceranno la settimana prossima, e con meno studenti di quelli che avevamo avuto noi oggi.

Tant’è è difficile da vincere questa usanza che “non lo mando la prima settimana perché tanto non si fa niente”, a cui si aggiunge il fatto che la famiglia non si è organizzata per comprare il necessario per la scuola: scarpe nuove fiammanti, pantaloni, maglietta della scuola, quaderni, biro, matita, ecc. Molti lasciano queste spese per l’ultimo momento, e quindi qualunque inconveniente fa ritardare la preparazione.

Nella mattinata ho celebrato una messa con i rappresentanti di varie scuole dei dintorni. Organizzata dal Distretto Scolastico come atto di inizio anno scolastico, è stata per me l’occasione di una bella catechesi sulla serietà e sui comandamenti.

Sia di mattina che di pomeriggio ho dedicato alcune ore ad andare a ritirare i libri per la scuola.

Il governo li stampa e li distribuisce alle scuole, le quali li prestano agli studenti a inizio anno e li ritirano alla fine. I libri hanno così una vita utile di 3/4 anni, dopodiché sono praticamente da buttare.

La cosa caratteristica è che non tutti gli anni ci sono disponibili tutti i libri: un anno ce n’è una parte, l’anno dopo un’altra. Per esempio, in quest’anno scolastico ci mancheranno i libri di lingua spagnola di settima e ottava. Professori e studenti dovranno arrangiarsi!

Oggi il paese festeggia la Restaurazione della Repubblica: nel 1863, il 16 agosto, è cominiciata la seconda guerra di liberazione dal colonialismo spagnolo.

Per la Repubblica Dominicana è la data in cui prendono possesso le nuove autorità. E quest’anno è toccato a senatori, deputati, sindaci e consiglieri, tutti quanti eletti il 16 maggio, esattamente tre mesi fa.

In casa avevamo mezzo parlato di fare una gita con le suore, ma alla fine non si è concretizzato niente. Io ho passato la mattinata in parrocchia a preparare il materiale per il ritiro della scuola che sarà questo venerdì.

Invece nel pomeriggio ho accompagnato al seminario Willy e Miguel Ángel: hanno fatto oggi il loro ingresso al seminario maggiore, al primo anno di filosofia. Ho potuto conoscere il loro formatore, il padre Mártires, e ho potuto scambiare due parole anche con il padre Federico, che è formatore della seconda filosofia.

Willy e Miguel Ángel abiteranno in camerette condivise ognuno con un altro compagno: avranno a loro disposizione un letto, un tavolo, una sedia, uno scaffale per i libri. Andranno a studiare la filosofia alla Pontificia Universidad Madre y Maestra, che non è lontana dal seminario. La loro classe, che comprende giovani di tutte le diocesi del paese, è di 56 seminaristi!

Poi, alle sette di sera, il corso di preparazione al matrimonio, con il quale ho concluso in bellezza la giornata.

Stamattina con la visita a Duquesa abbiamo finito la nostra Missione Parrocchiale.

Il lavoro a Duquesa è stato preceduto dalla Messa di Ringraziamento, nella quale una donna ha fatto una testimonianza di essere stata liberata dalla droga.

Finita la Messa, siamo partiti quasi subito per Duquesa con 15 coppie di missionari, più qualcuno che andava come orante e altri laici che dovevano distribuire i missionari.

La gente di Duquesa ha risposta abbastanza: alla Messa, celebrata verso le dieci e mezza, sono accorse una quarantina di persone (contando a partire dai dieci anni), più molti bambini piccoli. Non ho visto tante facce conosciute del passato, a parte Edith, una donna haitiana sui quarant’anni piena di problemi, e che tra le altre cose oggi mi ha parlato di un suo figlio ormai giovanotto che le rende la vita impossibile.

A differenza di quello che mi aspettavo, tutta la gente a cui ho domandato mi ha detto che adesso la situazione di Duquesa è più tranquilla: la polizia, cui è stato aperto un nuovo destacamento a poca distanza, si fa vedere spesso in atti di pattugliamento, e quindi i delinquenti si vedono meno nelle loro cose ed evitano tutto quello che può trarre loro problemi.

Sembrano effetti del giro di vite che il governo ha dato per contrarrestare la delinquenza, giro di vite che la popolazione saluta con entusiasmo perché in generale ha eliminato buona parte della delinquenza notturna.

9:46 pm

Caldo!

È tornato a far caldo! Dopo la settimana di acquazzoni che ci ha fatto sentire in “inverno” il tempo si è ora ristabilito.

Andando per la strada di giorno bisogna camminare ben piano per non sudare. Di sera invece si dorme ancora bene.

Oggi non abbiamo avuto niente di speciale in parrocchia.

Per la gente la domenica è il giorno della famiglia, molti ricevono visite di parenti e amici. Succede spesso che dei parrocchiani si programmano per venire alla messa del pomeriggio, e non possono perché i visitatori li “bloccano” in casa.

Sono stato oggi pomeriggio a celebrare Messa a Hato Viejo.

È un campo a 30 km da Santo Domingo. Il parroco è padre Cecilio, che è prete da due anni e che quando era seminarista veniva a fare pastorale nella nostra parrocchia. Visto che celebravano la novena della festa patronale mi ha invitato a presiedere la messa di un giorno della novena.

Ho fatto il viaggio, accompagnato da Pepe e da Willy, uno dei nostri seminaristi, sotto un’acqua battente.

La Messa è stata in tono minore, perché il settore a cui toccava animarla è dall’altra parte di un torrente che passa vicino a Hato Viejo, e non essendoci un ponte vero e proprio l’acqua alta del torrente non ha lasciato passare nessuno. In qualche maniera però la Messa l’abbiamo fatta, qualcuno a qualche maniera ha fatto i canti, e io ho provveduto nella omilia a motivare il lavoro del terzo piano pastorale diocesano.

Una cosa che mi ha colpito è stata la presenza della regina e della vice regina. Si tratta di due adolescenti del paese, scelte per la loro serietà. Tutti i giorni della novena presenziano con un vestito bianco e una fascia rossa a tracolla, e con una specie di corona in testa. Secondo quello che mi spiegavano è una forma di dare forza ai valori che queste giovani vivono. Tutti gli anni si scelgono diverse regine e vice regine.

Hato Viejo è anche il posto dove viveva Mamá Tingó, una donna che, in una circostanza in cui un uomo del governo voleva prendersi la terrra dei contadini, è stata in prima fila della resistenza dei contadini stessi, al punto che l’hanno ammazzata. Un busto nel mezzo del paese (mezzo maltrattato dalle intemperie purtroppo) ricorda la sua persona. Vicino a Santa Margarita vive sua figlia Juana, che è anche lei una persona impegnata nella lotta per i diritti della comunità.

Ho dovuto andare in città, ma al ritorno ho avuto un momento di panico. Per i lavori della metropolitana si è formata, alle cinque di pomeriggio, un ingorgo impossibile.

M’è andata bene che ho potuto cambiare di corsia, tornare indietro e prendere un’altra strada.

I lavori della metropolitana vanno avanti a ritmo serrato. All’inizio ero abbastanza perplesso sull’utilità di questa opera, ma mi sto convincendo che potrebbe essere una scelta azzeccata. Per esempio, i giovani di Guaricano che vanno alla UASD (la università pubblica) potranno arrivare alla facoltà con dieci minuti di autobus e dieci minuti di metro. Un bel guadagno, considerando che adesso ci si mette un’ora e mezza per andare e un’ora e mezza o più per tornare.

Stando a uno dei nostri poliziotti avremmo identificato nel capo di una Nazione il responsabile del furto del tabernacolo con l’Eucaristia. Sembrerebbe che ce l’abbia in casa.

Domani cercherò di far stilare il mandato di cattura, il poliziotto è sicuro che è lui.

9:20 pm

6-6-6

Cosa vi dice il titolo? Se siete lettori assidui o curiosi dell’Apocalisse vi dice molte cose. 666 è l’enigmatico “numero della bestia” di cui a Ap 13,18: “Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei”.

Il testo dell’Apocalisse non è niente chiaro, e le ipotesi interpretative sono tantissime, ma una cosa è certa: quel numero è legato al demonio e al regno del male. Per quello molti gruppi “che camminano nelle tenebre” usano il 666 e lo usano come un simbolo demoniaco.

Ed a me era sfuggito, o meglio, l’avevo notato, ma senza dargli importanza, che l’altro ieri era il 6 giugno 2006, cioè il 6-6-6. Oggi pomeriggio il poliziotto che abbiamo di servizio a scuola mi ha detto di aver sentito dei ragazzotti dire che il tabernacolo che hanno rubato otto giorni fa, precisamente mercoledì 31, è stato rubato per la vicinanza del 6 giugno, il giorno 6-6-6 appunto.

Lo stesso poliziotto mi ha detto che cercherà di cavare più informazioni. L’unica cosa che ha capito finora è che il gruppo in questione è una nazione di Jacagua, uno dei nostri campos.

Da un lato aver saputo la cosa mi fa piacere, perché abbiamo una pista. Dall’altro lato però si conferma l’ipotesi satanista, che a questo punto è certa: e questo significa che con l’Eucarestia hanno già fatto quello che volevano. A meno che…

Spero di raccontarvi un seguito. Per adesso vi posso solo chiedere di pregare con noi.