Contributi nella categoria 'Paola'

Stasera il card. Bagnasco ha presieduto a Oregina la Messa di trigesima della morte di don Lorenzo.

La chiesa era strapiena. Molta gente, di Oregina, delle parrocchie vicine, di San Sisto, di Valleregia. Presenti molti anche di coloro che hanno visitato la missione in questi anni: Lara, Riccardo, Giulia, Gabriele, Alice, Carmen, Paola, Francesco,… sicuramente dimentico moltissimi!

C’erano anche suor Valeria, suor Roberta e suor Susanna, mentre non ha potuto venire Taína, ormai novizia.

Generosa la partecipazione dei preti, almeno una quarantina: suoi compagni di seminario, e molti che l’abbiamo conosciuto e stimato.

Don Giandomenico Torre ha rievocato la vita di Lorenzo, mentre è toccato a me dire qualcosa della morte, dei funerali, dei nove giorni di celebrazioni. E il card. Bagnasco ha indicato alla gente l’esempio dei fratelli dominicani, con la loro partecipazione attiva alle Messe del novenario, con l’accostarsi al sacramento della riconciliazione, con l’amore e l’affetto dimostrato a Lorenzo.

Peccato che non c’erano le immaginette per distribuire a tutti. Sono state date solo ai preti presenti.

Una bella manifestazione d’affetto per Lorenzo, anche qui a Genova!

Volantino incontro MGM 13 Febbraio 2008“Vi aspettiamo, vogliamo esprimervi il ringraziamento per tanto sostegno, preghiera e attenzioni che avete avuto per la missione di Santo Domingo in tutti questi anni. Se la missione ha potuto fare un po’o molto bene è stato grazie a tutti voi!”

Con questo messaggio il nostro don Paolo, di rientro in questi giorni dalla Repubblica Dominicana, ci saluta e ci aspetta numerosi

mercoledì 13 febbraio
ore 20.45
in sala QUADRIVIUM a Genova

per una serata importante dedicata interamente al Guaricano.

All’incontro, che si chiama CHIESA GENOVESE, CHIESA MISSIONARIA NEL MONDO”, saranno presenti i missionari genovesi che in questi sedici anni hanno contribuito alla crescita della vita nella missione portando la Chiesa genovese “verso altri mari”.

A prender parte alla serata anche le suore Brignoline, la cui instancabile opera nel barrio del Guaricano continua, e va sostenuta con forza anche adesso che i nostri missionari rientrano.

Inoltre, saranno presenti all’incontro i gruppi di ragazzi che in questi anni si sono alternati nelle visite alla missione e nell’animazione missionaria a Genova: primi fra tutti gli “Amici del Guaricano”, il Movimento Giovanile Missionario, i tanti giovani delle esperienze missionarie estive e i volontari che hanno prestato servizio a Santo Domingo.

Come ha scritto Don Paolo, la serata vuol essere un momento importante di ringraziamento a quanti sono stati vicini alla missione sempre, aiutandola con la preghiera e con il loro sostegno economico. L’incontro è aperto al pubblico e vogliamo esserci in tanti (contiamo su ciascuno di voi, spargete la voce!), per condividere nella gioia una lunga esperienza di missione, ascoltare quanto di buono è stato fatto, e poi raccontarlo.

Perché molto altro ancora si può fare: INSIEME.

Con Paola il giorno della gita alla Cueva de las MaravillasLa Messa di stamattina alle sette ha avuto un tocco speciale per il saluto di Paola alla comunità. Paola ha ringraziato tutti, soprattutto gli amici del gruppo di autoaiuto con i quali aveva camminato più da vicino già dalla visita scorsa. E a nome della comunità Laura, una maestra della nostra scuola, l’ha ringraziata in maniera commovente per il tempo che ha passato qui e per il lavoro svolto.

E in realtà la presenza di Paola è stata ben preziosa. Soprattutto, dal mio punto di vista, per il lavoro portato avanti insieme all’orientatrice (psicologa) della scuola. Insieme hanno visitato un gruppetto di famiglie di bambini problematici della nostra scuola, con lo scopo di aiutare le famiglie a risolvere i problemi che pregiudicavano l’apprendimento e la disciplina dei loro figli. E credo che sia stato un lavoro ben importante, per due ragioni:

  1. Perché l’orientatrice ha imparato insieme a Paola a “buttarsi” fuori dalle mura della scuola, e io credo che non smetterà di farlo, ha avuto modo di rendersi conto che ne vale la pena.
  2. Perché di fatto i vari casi che hanno visitato sono stati ricettivi, e, almeno in qualcuno, hanno visto entrambe l’inizio del miglioramento.

Chiaramente Paola, che ha una forte esperienza di lavoro con famiglie di alcolizzati e tossicodipendenti, non si illude che le cose si risolvano da un giorno all’altro. E tuttavia è felice perché ha visto la scintilla del cambio.

E un’altra cosa cosa bella, come anche le altre volte, è stato l’elemento di presenza, vivacità, dialogo, compagnia qui in casa con noi. Per me e per Lorenzo, credo anche per le suore, la presenza di Paola è stata molto significativa.

Domani sera Paola partirà con Air France, concludendo questa sua avventura dominicana così bella. Per lei e per tutti noi.

P.S.: La foto non è propiamente a Messa, è di un giorno che eravamo in gita!

9:55 pm

Evangelici

L’altra sera, stanca di sentire da due notti il “rumore” che fanno gli evangelici in riunione, sono andata a vedere da vicino di cosa si tratta.

C’era un signore in giacca e cravatta, probabilmente un ministro, che gridava istericamente. Diceva due o tre parole e poi era tutto un susseguirsi di gloria a Dios, alabanza a Dios, en su nombre.

Era fiancheggiato da qualche omone che batteva le mani ogni minuto gridando gloria a Dios.

Il pubblico, non molto numeroso, faceva anche lui la sua parte. E poi il rullo del tamburo in crescendo, ossessivo, quasi inquietante. Io non ho capito niente di quello che stava gridando ma non mi è parso cosí significativo. Dopo un po me ne sono andata… per sentirli in camera.

Domani è il mio ultimo giorno qui, e così oggi sono andata a salutare il Mar Caribe. Non mi sembra vero che non tornerò più qui. Mi vedo sfilare davanti tutte le facce familiari con cui sono stata questi 3 mesi e mi sento triste.

E poi, forse più di tutto, lasciare queste persone che sono per me una autentica famiglia in cui si discute, si prega, si ride, si fanno scherzi, in una parola ci si vuole bene.

Ciao Guaricano, non avró mai abbastanza parole per ringraziare Dio di aver potuto conoscerti.

11:12 am

La psicologa

In questi giorni sto facendo un lavoro molto interessante con la psicologa della scuola di base. Si chiama María, è una giovane e bella signora con 5 figli, tre suoi e due adottati.

Con lei andiamo a visitare le famiglie di bambini o ragazzini che hanno dei problemi o di apprendimento o di comportamento o familiari.

È quanto di più lontano possa essere da una psicologa italiana. È una donna di buon cuore e di buon senso, calata in questa realtà e alla fine credo più utile di una psicologa classica. Ha un po’ il concetto di fare il predicozzo ma ha la virtù di parlare molto chiaramente e senza fronzoli. In più ha molto a cuore i suoi bambini e non esita a fare tutto questo fuori delle ore di lavoro.

I problemi sono poi sempre gli stessi. Finora in tutti quelli che ho ascoltato è sempre il padre che latita. O ha abbandonato la moglie o se c’è sarebbe quasi meglio che non ci fosse.

La cosa per me sempre stupefacente è che queste madri ci accolgono a braccia aperte, anche me che sono una perfetta sconosciuta. E poi parlano, ascoltano, a volte si ha anche l’impressione di essere utili.

Anche il setting è un po’ diverso da quello classico. Qui ci sono bambini di varia età che razzolano per terra, vicine che entrano e escono ma questo non toglie nulla alla partecipazione della cosa.

A questo proposito mi viene in mente che una volta quando eravamo in missione e stavamo più o meno pregando si apre una porta e compare un uomo alquanto robusto e con uno smilzo asciugamano ai fianchi, evidentemente appena uscito dalla doccia. Quando ci ha viste si è avvicinato, ha fatto una specie di inchino, e da perfetto gentiluomo ha detto: encantado, mucho gusto, e se n’è andato. Nessuno ha battuto ciglio, abbiamo ripreso a pregare.

Voglio aggiungere qualcosa allo scarno resoconto di Paolo sulla gita di oggi.

Paolo era tre anni che non faceva gite causa l’eccesso di lavoro, e invece a sorpresa ci ha invitato lunedì, festa nazionale, a visitare la Cueva de las Maravillas.

Praticamente ci siamo dati alla pazza gioia. Lasciati da parte per un giorno affanni e tribolamenti quotidiani abbiamo prima visitato le grotte veramente bellissime e con alcuni dipinti taini.

Poi siamo andati a mangiare in un comedor (normalmente una specie di trattoria di bassa lega, stavolta invece bello). E lì ci siamo scatenati mangiando (io) tutte le cose piu’ indigeste insieme alle più svariate qualità di riso.

Paola e don Paolo sulla spiaggia sotto l'acqua Dopo congrua sosta siamo andati alla spiaggia di Juan Dolio. Peccato che piovesse, non a catinelle, ma a secchiate. Lorenzo e Paolo si sono buttati in mare, io e le suore in macchina. Però è durato poco perché sono stata convinta (diciamo trascinata quasi a forza) a fare il bagno anch’io. E così sotto l’acqua torrenziale, fra lampi e tuoni, mi sono cacciata in acqua, peraltro caldissima, fra i lazzi e gli sberleffi dei reverendi padri.

Devo dire che mi sono divertita moltissimo. La cosa più strana era che c’era moltissima gente in acqua, tranquilla e chiaccherante.

Dopo una congrua incetta di conchiglie portate dalla mareggiata ci siamo rivestiti. E siamo tornati a casa felici e contenti della bella giornata trascorsa.

Il gruppo fuori dalla Cueva de las MaravillasBella gita, oggi, alla Cueva de las Maravillas, grotta delle meraviglie. Si tratta di un anfratto che un milione di anni fa era sotto il mare e che adesso è asciutto ed è popolato di stallatiti, stalagmiti e di graffiti di epoca precolombiana.

Nel panorama dominicano è una cosa fuori del comune, e la valorizzazione turistica che ne hanno fatto è ben decente. L’unica cosa brutta, anche se comprensibile, è che non si possono scattare foto né dentro alla grotta (ovviamente) né prima di entrarvi.

C’eravamo la comunità intera: Lorenzo, suor Modesta, suor Blessila, suor Cristina, Taína e Paola. Naturalmente c’ero anch’io.

Alla spiaggia di Juan DolioLa visita è stata breve, in venti minuti ti fanno vedere tutto, e quindi abbiamo pensato bene di passare il resto del pomeriggio al mare, dove peraltro ci ha accolti la pioggia.

Insomma, una giornata diversa. E bella!

Grazie, Signore!

Dopo una mattinata di lavoro nel pomeriggio suor Modesta, suor Cristina e Paola ci hanno accompagnato nella citta’ coloniale.

Abbiamo visitato la prima chiesa edificata in America, il cui altare principale pare essere costruito con una delle Caravelle e dove è custodita la croce con cui Cristoforo Colombo ha segnato il suo arrivo a Santo Domingo.

Infine abbiamo visitato il faro di Cristoforo Colombo: a forma di croce e con un aspetto davvero imponente.

L'immancabile gita al fiume dei responsabili giovaniIl trivacco dei responsabili della pastorale giovanile a Los Cacaos si è concluso oggi in bellezza.

Al 95% si è svolto bene, direi molto meglio che l’anno scorso. Molto positiva la presenza di suor Cristina, sembrano superate le frizioni che c’erano tra due sottogruppi, e anch’io ho risolto alcune incomprensioni che c’erano state con alcune giovani. L’accoglienza poi della comunità cristiana de Los Cacaos è stata molto calorosa, cominciando dal parroco, seguendo con le piccola comunità di tre religiose, e continuando con il seminarista e con il resto della comunità.

Marcial ha condiviso con i giovani il trivacco nella sua totalità, e bisogna riconscergli il grande merito di saper stare tra di loro come persona matura ma anche come educatore saggio. Sua moglie Germania ha portato avanti la cucina con capacità e con molti sorrisi.

Oggi sono venuti con me Carmen e Radhamés, e anche don Lorenzo con Paola.

Prima di ripartire c’è stato bene un salto veloce al fiume, per la gioia di grandi e piccoli.

Sul versante negativo, la camionetta della Divina Misericordia sembra che abbia subito un danno per un mal uso dovuto a spensieratezza giovanile. Altra cosa è che avrei voluto chiaccherare con vari giovani, e non l’ho potuto fare per mancanza di tempo.

Non mi resta quindi che dire, stavolta a piena voce: Grazie di cuore, Signore!

Giovani al fiume-mare, nella gita di fine campoLa tradizionale gita finale del campo adolescenti (e giovani) si è svolta a Cocolandia, una spiaggia a un’ora e mezza dal Guaricano.

Il posto era particolarmente felice per la presenza di mare e foce di un fiume.

Suor Modesta e suor Blessila nella gita di fine campo adolescentiI ragazzi sono stati in acqua in maniera praticamente ininterrotta dalle undici alle cinque di pomeriggio. E l’acqua lo meritava!

Dopo pranzo siamo andati con le suore a passarci un momento con loro. Poco tempo, ma quanto è bastato per vedere una gran serenità e un clima molto allegro.

I ragazzi alla gita di fine campo adolescentiNon ci sono stati inconvenienti di nessun tipo, sembra, e i ragazzi si sono comportati veramente bene, sotto gli occhi vigili di Marcial, di sua moglie e di alcuni altri adulti.

Una gradevole sorpresa è stato scoprire che Miguel Ángel, il seminarista, si era portato il breviario, e che prima di andare via ha coinvolto un gruppetto a dire i vespri.

C’era con noi anche Paola, la quale si è fatta un bagno tonificatore e ha passato un pomeriggio felice.

Paola all'aeroporto Las AméricasÈ ritornata fra noi Paola Longhi. Dopo due anni di assenza è tornata al Guaricano, dove ritrova tante persone a cui ha voluto e vuole molto bene.

Darà una mano in cucina, oltre a rendersi disponibile per un’attenzione alle famiglie degli studenti della scuola. Paola ha alle spalle una bellissima esperienza di gruppi di autoaiuto, che le hanno donato una squisita sensibilità psicologica.

Paola con Francesco ZanniniEd è una gioia anche per noi accoglierla! Si fermerá fin verso la fine di settembre o i primi di ottobre.

Bentornata, Paola!

5:26 pm

Grande Paola!

A cena da Paola con Sandra, Francesco, suor Valeria, Clelia e NanniCena a casa di Paola Longhi, vecchia amica della missione del Guaricano. Ha passato un mese con noi nel 2003, e poi di nuovo tre mesi nel 2004, integrandosi nel lavoro della scuola e avviando alcuni gruppi di autoaiuto. È stata sempre lei che ha portato avanti la collaborazione con l’ospedale Bambin Gesù di Roma per l’ospedalizzazione di Enmanuel, un bambino cerebroleso dominicano che nei mesi di degenza a Roma ha potuto recuperarsi significativamente.

Ebbene, mi ha invitato a cena insieme a Francesco, a Sandra e a suor Valeria. Da parte mia ho poi provveduto a invitare Clelia e Nanni, una coppietta di (baby)pensionati che si sente molto vicina alla missione del Guaricano.

È stato un momento molto bello, di ricordi, ma anche di proiezioni nel futuro. E sembra che verso metà dell’anno Paola tornerà da noi. Grande Paola! e grande Signore!

Le relazioni a questo convegno dei fidei donum latino americano sono ben interessanti.

Significativa quella del direttore del servizio della CEI per la cooperazione missionaria delle chiese, mons. Giuseppe Andreozzi, il quale ha presentato lo sviluppo della concezione del servizio dei fidei donum in questi cinquant’anni.

Si è passati dalla situazione in cui i vescovi erano invitati a permettere ai loro preti che lo volessero di andare a lavorare nelle diocesi di missione (è questa la prospettiva dell’enciclica Fidei Donum.

Si è poi iniziato a pensare che le diocesi dovevano assumere in prima persona la passione per la missione, e allora il servizio si vedeva come “una parrocchia della nostra diocesi nel terzo mondo”.

La prospettiva attuale invece è quella della “collaborazione missionaria” tra due chiese: la diocesi, italiana o di un altro paese, pone uno o più suoi sacerdoti a disposizione di un’altra chiesa con meno disponibilità di clero.

L’ampliamento ulteriore è stato degli ultimi anni, pensando ormai che non è solo questione di preti, ma che possono partecipare a questo dono tra chiese sorelle anche i laici. E la cosa mi ha fatto piacere, perché il nostro buon Francesco, Paola, e quanti altri stanno un periodo con noi esprimono questa ricchezza, ricchezza di una chiesa che collabora con vari dei suoi figli.

Di fatto il caso della nostra missione è ormai quasi atipico, perché sembra che nessuna diocesi italiana abbia una parrocchia (o più parrocchie) fissa nella diocesi che riceve la collaborazione: piuttosto, molti preti fidei donum ricevono dal vescovo la parrocchia o l’attività di cui più c’è bisogno. E per esempio il mio compagno di camera di questi giorni, don Marco, di Novara, lavora in Bolivia, come viceparroco in una parrocchia, ma la diocesi ne ha anche un’altra dall’altra parte della città, e negli ultimi anni il vescovo gliel’ha cambiata varie volte. In pratica si direbbe che, nella pratica, la situazione nostra è ancora quella di “una parrocchia di Genova a Santo Domingo”, e di fatto la prospettiva sembra quella di continuare lì o di andarcene. Invece il servizio che la nostra diocesi ha iniziato a Cuba è configurato già in maniera più moderna.


Paola, Francesco e Sandra a pranzo in casa Benvenuto

Tutti e tre sono stati a pranzo a casa mia. Una bella combriccola, mezza matta ma piena di entusiasmo.

È stata anche per tutti e tre un’occasione per conoscere e farsi conoscere dai miei. No, in realtà sto parlando solo di Paola e di Sandra, perché Francesco conosceva già i miei genitori.

Anche il pranzo è stato speciale.

Paola ha intenzione di ritornare al Guaricano dopo giugno: in quel mese infatti le nasce un nuovo nipotino, e quindi è impegnata a Genova, ma dopo… con noi!!!!

10:40 pm

Da Paola


da Paola con Francesco e don Franco

Con Francesco e don Franco siamo stati a cena da Paola.

È stata una maniera di rivivere tanti giorni belli passati insieme al Guaricano. Paola poi è una cuoca specialissima.

Speriamo di riavere presto con noi Paola in missione. Ci ha detto che potrebbe arrivare a estate inoltrata.

Sarebbe venuta anche prima se la rottura di un braccio non l’avesse costretta a rimanere a Genova

Stamattina abbiamo celebrato santa Virginia nella Messa che si celebra tutti i lunedì nel dispensario medico.

Le suore hanno preparato un altare bellissimo, con fiori ben curati e tovaglia dorata.

Il sottoscritto ha presieduto la celebrazione, accompagnato da Marcial e da tre chierichetti.

La festa ci fa sentire la presenza di tanti fratelli genovesi, e più ancora quest’anno al pensare che il giorno 22 in casa madre si sono ritrovate parecchie persone legate alla missione: Paola, Fiammetta, Lara, Sandra, Orietta, Carmen, suor Serafina, suor Daniela. Loro là, noi qua, uniti nella venerazione di questa grande santa della carità della Genova del XVII secolo.

Le nostre suore, con la loro operosità spesso silenziosa, ci fanno sentire presente santa Virginia in mezzo a noi.

Se ancora non l’avete fatto guardate la nostra foto qualche articolo più in basso…

Fatto? Eh sì, finalmente ho conosciuto Fiammetta e ho rivisto Suor Serafina, che bel trio, non vi pare?

Siamo state ieri alla festa in onore di Santa Virginia Centurione Bracelli dalle Suore Brignoline, è stato proprio un bel pomeriggio. La Messa celebrata dal Vescovo ha visto anche la consacrazione di Suor Elisa, una ragazza che Suor Serafina mi aveva presentato qualche giorno prima al convento e che devo dire non mi aspettavo avrebbe preso i voti di lì a poco; non avevo mai assistito a nessuna consacrazione e devo dire che è stato un momento bello che non mi dimenticherò. E mi sono rimaste impresse le parole della predica sul fatto che esser santi significa “fare della propria esistenza un dono d’amore per gli altri”: per dire una cosa così mi ci sarebbe voluto un mese, per farla chissà se basterà una vita…

Al termine della Messa Suor Serafina ci ha fatto conoscere la Madre Generale alla quale abbiamo chiesto il permesso per poter trascorrere con Serafina qualche pomeriggio fuori e anche se la vedo dura dovremmo averla convinta (spero, anche perchè mi piacerebbe farle conoscere i ragazzi della mia Parrocchia che tanto si son dati da fare per la missione e poi ci sono i bambini del catechismo,… la sua testimonianza sarebbe molto importante!). Infine ho conosciuto anche Carmen, Sandra, Orietta,Paola e spero di averle ricordate tutte perchè c’era una tale confusione e risate che alla fine non avevo le idee molto chiare sui nomi. Per me pensare che avevo vicino persone appena tornate da Santo Domingo è stato un ulteriore incitamento a ritornarci prima o poi visto che mi manca tantissimo.

E poi è successa un’altra cosa significativa: mentre eravamo lì hanno chiamato dalla missione le suore! Così io e Fiammetta abbiamo potuto parlare direttamente con loro: Suor Cristina come al solito mi ha comunicato il sole che ha dentro anche se non la vedevo e Suor Modesta (alla quale dedico un pensiero particolare perchè sa sempre cosa dirmi per tirarmi sù…) mi ha detto che i ragazzi del liceo le chiedono sempre di me! Alla fine ogni volta che le sento ricevo sempre dei doni così grandi…

In settimana dovrebbe partire la spedizione dei famosi pacchi, Suor Serafina mi farà sapere, io intanto mi organizzo con le varie attività della parrocchia in vista di incontrarla di nuovo. Un abbraccio dal trio!!!


Lara e Fiammetta con suor Serafina

Ohhhh… ecco… quanto tempo…

Indovinate un po’? Oggi… si è formato un trietto super…
1: LARA
2: SUOR SERAFINA
3: FIAMMETTA

Dunque: ho rivisto Serafina!!! E… ho conosciuto Lara!

Oggi c’è stata una festa per la madre fondatrice delle Suore Brignoline (si dice così?) nel convento a Marassi… Messa col cardinale (un’ora e mezza in piedi…) e poi rinfresco.

Ma a parte questo indovinate chi c’era oltre a noi tre? Carmen, Sandra, Orietta, la sorella di Carmen, la mamma di Lara, e Paola…. Mi ha fatto un certo effetto rivedere tutti insieme a Genova…

Serafina ci ha accolto sorridente (e ubriaca) come al solito (ovviamente scherzo con l’”ubriaca”)… Che strano vederla col vestito nero, velo tutto a posto senza neanche un capello fuori ecc…

Ci ha presentato la madre generale (che inspiegabilmente mi conosceva di nome… ?? … anzi lo so il perché ma tralasciamo…) e con Lara abbiamo cercato di strapparle un’uscita con Serafina.

Piccolo riassunto:

  • Sandra è arrivata in chiesa urlando che doveva confessarsi (ma era troppo tardi) e poi per penitenza si è seduta sotto un santo (scusate l’ignoranza ma non mi ricordo il nome) con una lancia puntata sulla sua testa… che ridere…
  • Poi ci ha raccontato di una urlata di Francesco per uno dei suoi (abituali) ritardi… altre risate …
  • La madre generale ci ha conosciuto uno per uno… (la sequenza Sandra – suor Daniela non è casuale. Chi ha orecchie per intendere…)
  • Carmen subito non l’ho riconosciuta perché i capelli erano più rossi del solito… Poi però quando si è appesa alla mia trippa prendendomi in giro ho capito subito…
  • Orietta si è informata di quando ci vedremo con Tarcisio e Tito (di nuovo “chi ha orecchi… intenda”…). E con Carmen giù a ridere di nuovo…
  • Lara si è dovuta sorbire un’ora e mezza di messa in piedi spiaccicata dietro una signora diciamo non magrissima…

Insomma è stato un pomeriggio di grandi risate di gruppo… Alla fine ero felicissima… Mi sono divertita molto e ho finalmente rivisto Serafina che con le sue risate di gusto e contagianti mi ha caricato tantissimo e mi ha risvegliato dal mio letargo (iniziato con l’inizio della scuola…)

C’era un atmosfera bellissima…

Ora però mi si stanno incrociando gli occhi… quindi… che dire…: Blessilla, Cristina, Lorenzo, Paolo, Francesco, suor Modesta (anche se non ti conosco)… vi aspettiamo con ansia!

Lo stesso vale per Willy, Heriberto, Elvis e gli altri ragazzi che prima o poi verranno a Roma…

A presto!

Carissimi lettori del diario,preparatevi perchè vi scriverò un romanzo (potete sempre leggerlo a puntate).

Voglio raccontarvi di Ydaisa. Le ultimissime notizie erano che doveva stare ancora sei mesi per una ulteriore operazione e per mettere la protesi nell’occhio. Questo sarebbe stato insostenibile per Ydaisa e anche economicanente per tutti . Così don Giandomenico mi ha mandato a vedere con ampi poteri discrezionali.

Vado a parlare col chirurgo, dott.Zama, che mi avevano descritto come burberissimo, addirittura trucido. Invece si vede che quel giorno era di buon umore è stato dolcissimo. Mi ha spiegato tutto bene, quello che aveva fatto e quello che voleva fare. Io gli ho esposto le nostre difficoltà e in particolare quelle di Ydaisa.

Qui apro una parentesi. Il marito, che non è uno stinco di santo, in questi ultimi tempi ha manifestato un cambiamento sorprendente. Ha detto che ha capito di aver fatto male, ha chiesto perdono, ha detto che era preda di Satana e che Dio lo aveva cambiato. Ydaisa non credeva alle sue orecchie e certamente è ancora più ansiosa di tornare (“Grandi cose ha fatto il Signore…”).

Torniamo al dottor Zama. Sentito questo ha detto che avrebbe fatto la prima operazione martedì 2 agosto e che avrebbe accelerato le successive (piccoli aggiustamenti successivi all’occhio). Tuttavia era perplesso nel timore che ci volesse più tempo. Però mi ha detto: se tutto va bene, entro settembre le garantisco che andrà a casa.

ED ECCO IL COLPO DI SCENA O MEGLIO IL DITO DI DIO:

Un medico che era al comp. nella stessa stanza, e che non aveva pronunciato verbo, si rivolge a Zama e gli dice: lo sai che a novembre devi andare a Santo Domingo? Lui ha detto: lo sento adesso.

Io, se non fossi la signora per bene che sono, avrei improvvisato un balletto e avrei baciato tutti ma mi sono contenuta.

E così Enmanuel avrà tutti i ritocchi di cui ha bisogno a casa sua.

Dio è grande! come ha detto Franco.

Per finire,siccome questo progetto deve essere finanziato dalli Iila, l’ho subito detto a Rita che ha detto che l’avrebbe firmato lei personalmente. Si tratta di due medici,un anestesista e una infermiera. “Una meraviglia ai nostri occhi”.

Insomma la mia sensazione è che il Signore abbia preso un sassolino, l’abbia scagliato , e con l’aggiunta di altri sassolini abbia fatto una valanga. Basta non voglio più dilungarmi.

Un abbraccio forte a tutti,quelli che conosco e quelli che non conosco

Paola Longhi

Oggi a mezzogiorno ha telefonato Paola.

Mi ha fatto molto piacere.

Ultimamente si è rotta un braccio in un incidente automobilistico, ce l’ha ingessato.

Le ho detto che venga a riposarsi e a fare la convalescenza qui, ma si è messa a ridere…

Cara Paola, ti do qui il benvenuto tra gli utenti registrati del sito.

Grazie mille per la tua mail di incoraggiamento e di conforto.

Il Signore ti benedica!!!

Enmanuel è un bambino di 5 anni che abbiamo conosciuto tramite Paola, quando lei era qui con noi. Paola è rimasta impressionata da questo bambino cerebroleso con la bocca inservibile. La mamma gli da da mangiare, o meglio, da bere, con una cannuccia.

Paola si è subito data da fare, e dopo un mese un neurologo ha potuto visitare il bambino, dicendoci che il problema cerebrale è insolubile, ma che si può fare qualcosa per la bocca, trovando un chirurgo capace.

Il signore ha voluto che in quello stesso periodo entrassimo in contatto con un signore di un’associazione, la IILA che si occupa di pagare operazioni a bambini poveri del terzo mondo. La signora ci ha detto che avremmo potuto sottoporre il caso.

Ha proceduto quindi Paola, prima via e-mail, da qui, e poi, arrivata a Genova, via telefonica, chiamando letteralmente tutti i giorni l’associazione, per vedere se si muovevano le cose.

E gli sforzi di Paola sono stati premiati. Due settimane fa ci ha mandato la comunicazione che era tutto approvato, e che anzi i biglietti di Idaisa, la mamma, e di Enmanuel erano già fatti. Inoltre la IILA aveva mosso il ministero degli esteri per il visto d’ingresso in Italia, e l’ospedale Bambin Gesù di Roma per il ricovero e l’operazione.

Detto fatto, l’ambasciata d’Italia è stata gentilissima e premurosissima. L’altro ieri sono arrivati i visti, e oggi pomeriggio madre e bimbo hanno potuto partire con un volo Iberia diretto a Roma via Madrid.

Dopo Paola chi ha fatto tutto è stato Lorenzo, il quale ha viaggiato abbastanza all’ambasciata italiana, e, cosa più fenomenale ancora, ha avuto parole di apprezzamento per i computer!

È stata veramente una bella cosa. Adesso c’è da continuare a pregare il Signore che l’operazione vada bene! Grazie a tutti quelli che vorrete collaborare!

Stasera sono stato a cena da Clelia e Nanni, una coppia mezza giovane di Pegli, tutti e due baby pensionati. Sono due persone molto generose, e hanno, soprattutto Clelia, una vita di fede molto bella, maturata a partire dalla loro famiglia di origine e rivitalizzata attraverso il Cursillo di Cristianità.

Sono andato a cena da loro con Paola, e dopo cena sono arrivate varie altre persone, di Pegli e non. Io e Paola abbiamo raccontato qualcosa sul lavoro della missione, aiutandoci con le foto che ho portato dal Guaricano.

Clelia e Nanni stanno pensando se venire, almeno uno dei due, a fare un periodo di volontariato in missione. E la cosa bella è che anche la Angela B., altra mia ex parrocchiana di Pegli, che è infermiera e single, potrebbe forse farci un pensiero. Per non parlare di un’altra coppia legata al cursillo.

Insomma, è stata una serata interessante, piena di entusiasmo.

Adesso dobbiamo accompagnare questi fratelli e sorelle con la preghiera, magari si lasciano innamorare dal Signore e si lanciano!

Approfitto di qualche settimana di vacanza a Genova, dalla mia famiglia, per scrivervi con più calma questa lettera, che vuole essere innanzitutto un ringraziamento al Signore per tutto quello che la Missione Diocesana di Santo Domingo ha potuto essere in quest’anno, e quindi un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, ognuno da casa sua, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno intenso, e anche un anno molto particolare. Provo a scrivere le cose principali, perché aiutino me e voi ad amare sempre più quel Signore che ha reso possibile tutto questo.

***

Una cosa molto bella che abbiamo vissuto è stata la presenza con noi di Paola Longhi, una sorella di Quinto che per la seconda volta è venuta a passare qualche mese con noi. Paola è stata per noi un dono grande, con la sua femminilità laica, che si è integrata molto bene nella comunità della Missione.

Paola si è integrata nel lavoro della nostra scuola, aiutando la direzione e lo psicologo a trattare un caso abbastanza difficile: una bambina che subiva violenze sessuali in casa da parte del patrigno. La mamma dipendeva economicamente dal marito, e per questo non aveva il coraggio di far uscire alla luce la situazione. Il problema si è manifestato perché la bambina ha cominciato a rinchiudersi in un mutismo preoccupante, e a scuola se ne sono resi conto. Lo psicologo ha parlato con la bambina, ma senza troppi risultati. Così del caso si sono fatti carico Paola, lo stesso psicologo, e la vice direttrice. Hanno portato avanti una serie di riunioni, prima con la madre, poi con il marito della donna. Per Paola è stata un’esperienza significativa, che le ha permesso di entrare in contatto con la vita concreta di una famiglia, e di dare il suo contributo di esperienza.

Ma l’esperienza di Paola si è vista soprattutto nel lancio del gruppo di auto-aiuto. Il lavoro ormai decennale che Paola realizza a Genova con genitori di tossicodipendenti, con malati di cancro e altre persone che vivono situazioni difficili si è concretizzato anche nel tessuto della Missione. Riunendo una decina di uomini e donne, Paola li ha accompagnati in modo che possano a loro volta aiutare altri con questo tipo di cammino. L’esiguità del tempo a disposizione ha lasciato il discorso aperto, e chiediamo al Signore che Paola possa tornare e portare avanti questo lavoro.

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Nella scuola e nella parrocchia Santa Margarita abbiamo invece vissuto una situazione di prova. Una maestra che lavorava come direttrice docente della scuola serale già da tempo aveva difficoltà a vivere una collaborazione serena con il sottoscritto e con il resto dei collaboratori. La cosa si manifestava periodicamente in atti di disobbedienza su cose importanti, in conflitti con membri della Associazione di Genitori, in parole violente verso gli studenti e altre persone.

La situazione, analizzata in ripetute occasioni con il Consiglio Pastorale della Parrocchia, era arrivata a un punto tale che si è dovuto decidere l’allontanamento della direttrice. Pur avendo cercato i momenti e le forme migliori per comunicarle la decisione, il risultato è stato che ella si è risentita fortemente. In presenza del sottoscritto, e anche in presenza dei maestri che lavoravano con lei si è espressa varie volte con foga e anche con rabbia, lamentandosi di essere stata calpestata e trattata a pesci in faccia. La cosa è uscita pure in una riunione di direttori della zona didattica. La situazione è evoluta in maniera peggiore del dovuto per il marito, che era del gruppo dei maestri della scuola serale, e che naturalmente le ha dato man forte. Inoltre tutti i maestri della scuola serale si sono schierati con lei, e tre di essi, tutti evangelici, se ne sono voluti andare dalla scuola. La prova è continuata quando si è scelto il sostituto, perché al non scegliere uno dei maestri suoi collaboratori, gli stessi si sono ulteriormente risentiti. La nuova direttrice, che fa la maestra nel turno del pomeriggio, si è trovata a dover gestire una situazione incandescente, che solo adesso, dopo quattro mesi, sta cominciando ad assumere i toni della normalità.

Questa situazione si è potuta gestire grazie alla compattezza della Parrocchia e dell’Associazione dei Genitori della Scuola, che condividevano e vedevano chiaramente la necessità del cambio. E per me è stato importante anche sapere della preghiera di tanti fratelli e sorelle, al di là dell’Oceano, nella Chiesa che mi ha inviato.

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Continuando a parlare della scuola, nel Liceo questo è stato l’anno dell’informatica. Già si impartiva la materia, prevista dai programmi ministeriali, ma solo in maniera teorica, per la mancanza di un laboratorio. Grazie al Signore, abbiamo avuto questo e altro. Come?

  • Un locale che prima usavo come mio ufficio si è ampliato ed ha potuto alloggiare 13 computer. Sfruttando una tecnologia server-cliente su piattaforma Linux si è potuto realizzare un laboratorio economico ma tecnologicamente all’avanguardia. L’uso di Linux invece di Windows ci ha evitato i costi esorbitanti delle licenze software. E per le macchine clienti non ci sarà bisogno di aggiornarne l’hardware periodicamente, perché si collegano al server, e i programmi girano su quello.
    La presenza di questo laboratorio, anche se limitato (le classi sono di 30 alunni), ha permesso di dare il complemento pratico necessario. Anzi, durante l’estate si è cominciato a tutta birra con un corso accelerato, che hanno frequentato una trentina di ragazzi.
  • La seconda realizzazione è stato il corso di amministratore di sistema. Il Signore mi ha fatto incontrare un ex professore universitario che ha messo su una fondazione per la promozione del software libero. Costui ci ha offerto la possibilità di un corso base di informatica avanzata per trenta studenti della scuola. La cosa bella è che gli studenti hanno accolto con entusiasmo la cosa, soprattutto perché dal dialogo con il professore è emerso che saranno concrete le possibilità di lavoro. I genitori, dal canto loro, sono più che contenti, considerando anche che il corso costerà alle famiglie 150 pesos settimanali (quattro euro) compresi gli spostamenti, quando altri corsi che si trovano in giro costano qualcosa come 500 pesos mensili solo per il corso.

Tutto questo mi riempie di gioia, perché significa opportunità per i nostri ragazzi di inserirsi meglio nel mondo del lavoro e nell’università. Al tempo stesso, ci spinge a mettere ancora più impegno nel dare spessore umano e cristiano al cammino formativo del Centro Educativo.

A questo riguardo, tutti gli anni, in Quaresima facciamo dei momenti di ritiro spirituale per gli studenti: a gruppi di 60, andiamo in una casa molto adatta, e lì cerchiamo di far scoprire ai ragazzi la bellezza del cammino di fede nella chiesa. Non è facile, perché solo una piccola parte dei nostri studenti vengono a Messa. Al tempo stesso è meno difficile di quello che sarebbe qui, perché nella cultura dominicana la religiosità è vista con interesse e non con sospetto come in Italia. E in questi ritiri si risolvono anche tanti conflitti tra studenti della stessa classe, alcuni ragazzi cominciano ad avvicinarsi ai gruppi giovanili della parrocchia, e a giudizio unanime dei professori l’impegno nelle lezioni diventa maggiore.

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Per finire con la scuola, in quest’estate che è passata abbiamo potuto realizzare la terminazione di un pezzo di edificio che era rimasto inconcluso: mancava una parte di intonaco, e il tetto era rimasto indeterminato, nel senso che bisognava decidere se si lasciava come era o si aggiungeva un altro piano. Alla fine abbiamo optato per la seconda soluzione, ma realizzando una struttura leggera in travi di acciaio perché il cemento armato non offriva le adeguate garanzie per la sicurezza dell’edificio.

Ne è venuto fuori una terminazione inconsueta, forse, ma funzionale. Il costo: attorno ai 100.000 dollari. Qui sono venute bene le varie offerte, che, silenziosamente ma in maniera costante, molti di voi hanno inviato. Quando l’ingegnere mi aveva dato il preventivo, con tutti i dettagli dei costi, all’inizio mi ero spaventato, ma alla fine mi sono detto: valeva la pena. Adesso, a lavoro concluso, con spazi in più a disposizione, e con un’aula in più che ci ha permesso di iscrivere più bambini, il mio cuore ringrazia solo il Signore. E, naturalmente, anche ognuno di voi, che siete stati suo strumento per quest’opera meravigliosa.

Adesso, se il Signore ci aiuta, per l’estate prossima si pensa di aggiungere un piano all’altro edificio. Lì alloggeremo il Laboratorio di Informatica della scuola primaria, in maniera che già dalla quinta possano cominciare a prendere dimestichezza con i computer. Oltre a ciò, alloggerà un’aula per l’educazione artistica ed una sala per la biblioteca. Il preventivo dovrebbe essere sui 90.000 dollari, una parte dei quali speriamo di riceverli dalla Regione Liguria. E sono sicuro che la Provvidenza non ci farà mancare il resto.

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La Parrocchia di Santiago el Menor ha vissuto un momento speciale quando sono stati inaugurati i lavori di rimodellazione della chiesa. Don Franco si è fatto in quattro perché tutto rimanesse perfetto, e bisogna dire che c’è riuscito. Il cardinale di Santo Domingo, venuto per l’inaugurazione, ha detto di trovarsi nella “Basilica del Guaricano”. I lavori hanno compreso la costruzione del nuovo presbiterio, l’allargamento della navata, l’intonacatura di una parete mezza nascosta, e la plafoniera che ha finalmente nascosto il tetto in lamiera. Oltre a questo, la parte esterna è stata rimodellata completamente, e resa bella dallo studio architettonico realizzato da una sorella architetta.

La gente è orgogliosa, e finalmente sente di avere una vera chiesa. Un locale più accogliente è segno di una chiesa-comunità più aperta. La domenica seguente all’inaugurazione, don Franco pensava di vedere spazi vuoti in chiesa. Invece, il nuovo spazio in più ha subito trovato chi lo riempisse. Ed è vero che a volte la gente non viene a Messa perché non sa dove sedersi! A don Franco vanno i complimenti di tutti noi!

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La parrocchia di Santa Margarita sta vivendo un momento molto bello, con due uomini sposati che si stanno preparando per essere ordinati diaconi. Marcial e Juan Luis hanno cominciato l’ultimo anno degli studi teologici (sono tre in tutto). Hanno ricevuto il ministero del lettorato, e in questi giorni, purtroppo me lo perdo, il ministero dell’accolitato. Tutta la parrocchia si sente con una gioia grande, perché vede l’opera di Dio nella crescita di questi fratelli.

Per loro la preparazione al diaconato significa un impegno forte per vivere la chiesa e il servizio pieno e disinteressato in essa. Per Marcial l’ordinazione sarà, a Dio piacendo, nel giugno prossimo, mentre Juan Luis farà prima un anno di più intensa pratica pastorale. Questi frutti sono la cosa più bella, più ancora che tante opere di ingegneria, perché è lo stesso Spirito Santo che suscita nei cuori la generosità e la voglia di servire.

Alla celebrazione del lettorato c’era anche suor Cristina. Cristina è un altro frutto dell’evangelizzazione che con l’aiuto del Signore si realizza nella Missione. Tre anni fa aveva iniziato la formazione religiosa nella casa madre delle nostre suore Brignoline, e il 18 Aprile, in Guaricano, ha emesso i primi voti, nelle mani della madre generale suor Daniela, e con la presenza del vescovo ausiliare di Santo Domingo, mons. Amancio Escapa. Anche questo evento è stato un dono specialissimo per la nostra comunità missionaria. L’arrivo di suor Cristina in comunità ha reso più leggera la partenza di suor Roberta, chiamata dalla congregazione ad altro servizio.

E le cose belle non sono finite, perché quest’anno abbiamo avuto l’ingresso di un nuovo giovane della parrocchia al Seminario Minore. Miguel Angel si è aggiunto a Heriberto e Willy, che già erano entrati l’anno scorso. Il Signore mi fa il regalo grande di vedere sbocciare queste vocazioni. Sono solo all’inizio, e dovranno passare molte prove, però sono comunque segno del Signore Gesù che è vivo e continua ad affascinare giovani perché si mettano al suo servizio!

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Ma l’avvenimento principale di quest’anno è stata senz’altro la visita del Cardinal Bertone. Ai primi di settembre è venuto a visitare la Missione, e si è fermato con noi dieci giorni. Sono stati giorni di grazia, anzitutto perché la nostra piccola vita comunitaria è stata arricchita dalla presenza affabile e umana del nostro pastore e di don Stefano, il suo segretario. Ma anche perché le comunità parrocchiali hanno potuto incontrare colui che ha inviato noi preti. Gli incontri nelle parrocchie sono stati momenti di sentire ecclesiale grande. La gente del Guaricano si è sentita amata dalla chiesa genovese!

Il cardinal Bertone ha potuto incontrare anche il presbiterio di Santo Domingo. Non ho potuto essere presente quel giorno a causa di un malessere: ma pochi giorni dopo vari preti dominicani, vedendomi, hanno voluto… farmi i complimenti, per la ricchezza umana e pastorale che hanno visto nel nostro vescovo. Con lui siamo anche stati a pranzo dal cardinale di Santo Domingo e dal Nunzio. Al tempo stesso il cardinal Bertone non si è tirato indietro quando si è trattato di visitare i villaggi e di andare nei settori dove le strade sono ancora di fango. Per tutti ha avuto una parola di affetto e di incoraggiamento.

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La visita del nostro arcivescovo è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione. Dal dialogo è emersa la realtà dell’opera della Missione, che ormai ha “dissodato” bene il terreno. Se quando la Missione è arrivata al Guaricano le cose erano agli inizi, adesso ci sono tre parrocchie, un Centro Educativo e un Dispensario Medico che funzionano a pieno ritmo.

Il cardinale ha visto che è ormai il tempo di lasciare camminare il bambino senza sorreggerlo per le braccia. Così le due parrocchie di Santiago el Menor e di Nuestra Señora del Amparo sono state consegnate all’Arcivescovo di Santo Domingo per essere portate avanti dal clero secolare. È stato un momento non facile, per don Franco che ha passato le consegne, e anche per le due parrocchie, che non possono dimenticare i dodici anni camminati con al fianco la chiesa genovese. Ciononostante, la serenità del trapasso ha reso meno pesante il cambio, e il nuovo parroco, il padre dominicano Federico Marcial, che tra le altre cose parla perfettamente l’italiano perché ha studiato per tre anni a Roma, ha iniziato con gioia il suo ministero.

Don Franco, da parte sua, ha effettuato un forte lavoro di programmazione e preparazione delle attività dei prossimi mesi, in maniera che la transizione fosse la più delicata possibile. E il padre Federico, riconoscente, ha potuto rendersi conto di questo ultimo gesto di generosità ricevuto da Genova. A fine novembre don Franco è partito per Genova. I suoi tre anni sono stati fruttuosi: un giovane è entrato in seminario, è stata fatta nascere l’esperienza dei Ritiri di Evangelizzazione già ben collaudata in Santa Margarita, ed è stato notevole l’impulso dato a tutte le attività parrocchiali, soprattutto a quelle giovanili.

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La visita del card. Bertone ha permesso di delineare anche i progetti futuri: come far fruttare al meglio le offerte che da tante persone generose arrivano alla missione, in maniera libera o come adozioni a distanza?

Oltre al lavoro che già si sta portando avanti, con il Consultorio Medico e il Centro di Nutrizione per Bambini Poveri e Denutriti, il card. ci ha indicato un’altra direttrice importante: cominciare a costruire la nuova chiesa di Santa Margarita. Questa parrocchia ha già una tettoia, peraltro abbastanza funzionale. Però c’è un terreno nuovo, donato già due anni fa da una banca dominicana, con la finalità di costruire una chiesa nella parte più bassa della parrocchia. Per la gente la notizia di questo nuovo e forte impegno della chiesa genovese è stata accolta con l’entusiasmo più grande, perché la presenza di una chiesa, con i suoi locali parrocchiali, significa possibilità nuova per la pastorale e per la carità.

I lavori della chiesa nuova saranno affiancati dall’ampliamento della zona dove si trova l’attuale centro parrocchiale: un terreno al lato della tettoia che vi dicevo è estremamente necessario perché la vita parrocchiale continui ad avere un respiro, e stiamo cercando di comprarlo. Per questo vi chiedo soprattutto una preghiera, in modo che le trattative ci conducano a condizioni che ci permettano di realizzare l’acquisto.

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La visita del card. Bertone ha visto anche l’inaugurazione consultorio nuovo. I lavori di costruzione della nuova struttura sono durati quasi un anno. Abbiamo abbandonato i vecchi locali attigui alla parrocchia di Santa Margarita, e sono stati costruiti i nuovi nel giardino della casa. Chi è stato ed ha visto si è reso conto che la nuova struttura è funzionale, ampia ed aperta a progetti futuri.

Ebbene, il 9 Settembre ha visto, oltre al nostro arcivescovo, anche la presenza del card. López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo, e dell’Ambasciatore Italiano, dott. Giorgio Sfara. Molta gente è intervenuta al solenne atto di inaugurazione, per la gioia di noi preti e delle nostre suore, che lavorano in prima persona nel dispensario.

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Ma il 2004 era anche l’Anno dell’Acqua. Già dalla metà del 2003 in diocesi si era pensato di celebrarlo con la realizzazione di varie opere legate all’acqua nei vari continenti. Per l’America, sarebbe stato portare l’acqua a un piccolo villaggio di 250 famiglie, Duquesa, situato sul limite della parrocchia Santa Margarita.

Don Lorenzo si è messo con molto amore dietro alla realizzazione di questo progetto. Una prima idea di realizzare un pozzo profondo con una pompa per tirare su l’acqua è stato abbandonato per la concomitanza del deposito della spazzatura della capitale. Così si è valorizzato un acquedotto che fino a qualche anno fa portava l’acqua alla piccola comunità, ma che da parecchio tempo non è più in funzione per la rottura dei tubi.

Così, sotto la guida di don Lorenzo, si è realizzata una cisterna di più di 20 metri cubici, nella quale si accumula l’acqua che, intermittentemente, arriva dai vecchi tubi. Da lì, una potente pompa elettrica manda l’acqua verso Duquesa, che è situata su un piccolo altopiano, e che risulta circa 20 metri più in alto del punto dove arrivavano i tubi. Arrivando dentro al villaggio, alcuni rubinetti posti in punti strategici consentono alla gente di rifornirsi dell’acqua necessaria per bere, lavare e lavarsi. La gente della comunità ha aiutato negli scavi, nella messa in posa dei tubi, nella costruzione della cisterna. Cosicché all’impegno della chiesa genovese è corrisposto un impegno anche della comunità locale. Varie persone hanno lavorato vari giorni gratuitamente. Sono gli aspetti belli, che la vostra carità, e le offerte che moltissimi hanno mandato per questo scopo, rende possibili!

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Manca solo una cosa di cui parlare: la nuova ambulanza! Qualche anno fa, una generosa benefattrice ha mandato una somma ingente, perché la Missione si dotasse di un’ambulanza. La cosa è stata realizzata adagio adagio. Non è stato facile individuare il veicolo adatto, comprarlo, adattarlo. Don Lorenzo ha sudato sangue perché tutto fosse fatto bene. Purtroppo non ho foto, ma posso dirvi solo una cosa. L’ambulanza, non ancora inaugurata, ha fatto già due servizi, e Lorenzo ne è stato l’autista.

I prossimi passi da fare sono quelli per formare la comunità dei volontari: autisti, semi-infermieri, telefonisti, ecc. Grazie a Dio si è fatta avanti una associazione che raggruppa vari giovani del Guaricano, con desiderio di dare una mano. Le cose sono in via di definizione, e con l’aiuto di Dio e la vostra preghiera presto l’ambulanza sarà un servizio disponibile per tutti!

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Vi ho parlato poco delle suore. Attualmente sono in quattro.

Suor Modesta è adessa la più vecchia di permanenza nella missione: è arrivata sei anni fa insieme a me e a don Lorenzo. Svolge il suo lavoro nella scuola, insegnando religione nel turno del mattino. Lavora parecchio anche in casa, soprattutto facendo la grande spesa settimanale per la comunità. Inoltre porta avanti il Circolo Vocazionale della Parrocchia, e accompagna vari gruppi di giovani. Suor Modesta è così un punto di riferimento bello della vita di Santa Margarita.

Suor Blessila, in missione da tre anni, è arrivata insieme a Franco. Infermiera professionale, svolge la sua attività nel Dispensario Medico, dove passa le mattinate nella Farmacia e a contatto con il personale medico e paramedico. Silenziosa, lavoratrice, con i suoi scherzi rallegra la vita di casa.

Suor Cristina: di lei già vi ho detto che in aprile è arrivata e ha fatto la sua prima professione religiosa. I tre anni di formazione in Italia l’hanno irrobustita nella preparazione teologica, e la giovane età le rende facile dare la sua testimonianza di amore al Signore e di consacrazione a lui. Attualmente si dedica soprattutto allo studio della pedagogia nell’Università Cattolica di Santo Domingo, dove si prepara per il futuro lavoro nella nostra scuola.

Ultima arrivata, suor Serafina è una donna matura. Indiana, del Kerala (India) come Modesta e Blessila, porta la sua esperienza e la sua preparazione come infermiera. Svolge la funzione di superiora della comunità, e lavora nel Consultorio insieme a suor Blessila. Finora ha un po’ di difficoltà con la lingua (da pochi mesi è arrivata direttamente dall’India), ma la buona volontà è tanta e non tarderà a capire e farsi capire dai dominicani.

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Volevo fare un piccolo resoconto, mi è venuto più lungo del previsto. Ve ne chiedo scusa. Ma sento che in questa maniera mi comincio a “sdebitare” con tanti fratelli e sorelle che hanno sentito come propria, perché di tutta la comunità diocesana genovese, la Missione del Guaricano.

Come avete potuto leggere, l’amore di Dio mette le ali alla carità. Dove dei cuori amano insieme a Cristo, sbocciano i fiori e nascono i miracoli. Quando l’evangelizzazione accompagna la promozione umana, i cuori si aprono a Cristo e le famiglie e le persone guariscono da cancrene pericolose. Gesù è l’unica salvezza, e con il vostro aiuto ci sforziamo di portarlo a tutti. Sappiamo che anche voi, nella nostra amata Genova, vi sentite impegnati per realizzare questo compito meraviglioso. Con l’aiuto di Dio, tutti cerchiamo di portare avanti quest’opera, certi delle parole di Gesù: “Andate e annunciate il Vangelo a ogni creatura. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 28,16).

Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

9:14 pm

All’aeroporto

Mezz’ora fa è partito l’aereo di Air France che riporta in Italia suor Susanna e Paola.

Suor Susanna era venuta a rimpiazzare suor Valeria in aprile – è venuta insieme a suor Cristina e a suor Daniela, la madre generale -, ma a causa del lavoro dell’ospedale ha dovuto tornare a Genova, e non è ancora chiaro se tornerà o no.

È stata una presenza discreta e umile: una donna intelligente che ha saputo fare il suo lavoro con estrema delicatezza, come superiora della casa e al fianco di suor Blesilla nel consultorio medico.

Invece Paola era arrivata qui a maggio. Per la seconda volta veniva a passare un tempo con noi. Purtroppo il poco tempo che è rimasta non le ha permesso fare un gran lavoro “formale”. Invece è stata una presenza molto preziosa nella nostra comunità missionaria, portando la sua esperienza di lavoro con i drogati e le persone problematiche, e dando tocchi di femminilità alla vita comune.

A differenza della volta scorsa, aveva la sua camera nel lato maschile, e ha saputo essere molto discreta e attenta. Credo che lei abbia fatto la bella esperienza di condividere la quotidianità con persone consacrate, e per noi è stata arricchente la sua condizione di laica.

All’andarsene lascia un certo vuoto, che speriamo si colmi presto tornando un’altra volta.

È stato ieri a mezzogiorno.

Ci ha ammazzati tutti: don Stefano è ko, e stanotte ha dato di sopra e di sotto. Ancora adesso è a letto con la febbre.

Il cardinale nostro anche lui non si sentiva troppo bene, e a cena non ha mangiato praticamente niente.

Paola ha passato il pomeriggio disturbata.

Io mi sentivo che tra intestino e stomaco qualcosa non funzionava (fortunatamente non ci sono stati esiti).

Lorenzo e Franco sembra abbiano reagito meglio di tutti.

Meno male che ‘ste cose succedono di rado…

8:52 pm

Soddisfatto!

Non posso che essere soddisfatto di quello che il Signore mi fa vivere.

A scuola continua il clima molto bello.

In parrocchia c’è parecchio entusiasmo. In questa settimana cominciamo la preparazione del Ritiro di Evangelizzazione, e si sente nell’aria che ci sarà parecchia gente!

In casa pure siamo abbanstanza sereni. La presenza di Paola è, pur sentendo la mancanza di Francesco, molto positiva e equilibrante.

Oggi pomeriggio Francesco Zannini è partito per l’Italia. Ci ha lasciati, era venuto la ultima volta in gennaio.

La presenza di Francesco è stata molto positiva: da laico, orgoglioso di essere laico, disponibile per aiutare laddove ci fosse bisogno.

Al mattino aiutava le suore nella farmacia.

Al pomeriggio alcune faccende della casa, ma soprattutto una presenza preziosa nella casa stessa. Per me, e penso anche per gli altri, significava la certezza di chiamare e di trovare qualcuno. O, il giorno che dovevo venire a casa di pomeriggio, la gioia di trovare un calore umano.

Gli altri anni “litigavamo” sempre, con Francesco, non io, ma lui con tutti noi. Ci diceva: “Se ci fosse qui un altro laico, per condividere un po’ di più la mia esperienza. Dopotutto voi siete preti e suore, e in molte cose la vostra vita è diversa”.

Quest’anno il Signore ha ascoltato Francesco: Paola, una sorella genovese, giovane farmacista in pensione, è tornata, già da vari mesi è qui con noi. Paola ha offerto a Francesco la possibilità di una condivisione più diretta, più laica; una condivisione di credenti, ma senza l’odore d’incenso delle sacrestie.

E abbiamo notato tutti, in casa, che i frutti si sono moltiplicati, in una disponibilità più grande, in una generosità più vera.

In questi mesi che starai in Italia ci mancherai, Francesco. Ti aspettiamo presto!

Mi sta aiutando a fare i conti della parrocchia del 2003 e del 2004.

A ‘sta maniera lo facciamo un po’ più alla svelta.

Stasera ho avuto modo di parlare un po’ con Paola dei gruppi di autoaiuto che ha il desiderio di far partire.

È stata un’esperienza interessantissima.

Martedì verrà alla riunione di animatori delle comunità di base e comincerà a visitare le comunità stesse a scopo di conoscere persone e vedere a chi fare la proposta.

La cosa si fa interessante….