Contributi nella categoria 'Consultorio Emaús'

Siamo giunti a Genova, ma non “finalmente “!

Quanto lasciato al Guaricano ritorna con mille risonanze nel mio cuore!

I legami intessuti, reali e ideali, hanno fatto sì che l’Oceano si è rimpicciolito (ancor di più dopo Colombo) e la fredda notte trascorsa sull’aereo del ritorno da S. Domingo non ha cancellato il tepore di una giornata di sole di fine estate in una Madrid pulita e familiare nei suoi colori, distesa nelle sue irregolari ampiezze e varia nelle sue architetture: è stato facile collegarla a S. Domingo, impossibile non ricordarla nelle diverse vicende storiche di un pur importante passato, in cui l’aspetto religioso ha avuto la sua importanza.

A Madrid don Paolo, Lena ed io ci siamo addentrati nei musei di Palazzo reale, mentre Mina e Pino si sono soffermati nei dintorni; ci siamo ritrovati tutti, dopo qualche ora, nella vicina Nostra Signora di Almudena a pregare la Madre di Dio per la Nazione spagnola, affinchè superi le odierne contraddizioni, e per noi, grati del dono ricevuto al Guaricano. Non sono mancati poi, lungo le “calles” e nelle utime ore d’ attesa del volo per Genova all’aeroporto di Barajas, commenti vivaci, battute, momenti di apertura personale e un’attenzione più diretta fra di noi.

Don Paolo, l’infaticabile ! Si rivela guida vigile, sobria e affettuosa, compagno ideale di “cammino”, attento a soddisfare ogni giusta esigenza, a valorizzare “talenti” nascosti, a riequilibrare situazioni relazionali  e ad affrontare imprevisti sempre in agguato. Vero missionario con cui il Vangelo diventa vita, opere concrete e accoglienza profonda dell’altro.

Rivedo a flash le immagini che la mia memoria contiua a mandare in onda…

All’arrivo, durante la Messa serale nel cortile della missione, “padre Pablo” ha subito riattivato, con parole franche e dirette, i contatti con tutte quelle persone accorse a festeggiarlo così numerose e vivaci nelle esternazioni: ha sottolineato la continuità del loro operato, le ha ringraziate e confortate; ha parlato della Chiesa genovese, riportando saluti e proposte per il futuro; ha nominato i religiosi e le religiose che erano stati e sono ad oggi al Guaricano. Al ricordo di don Lorenzo Lombardo, sepolto proprio lì, in quel cortile, circondato da piante tropicali, il Padre ha calamitato i presenti in un raccoglimento intenso e commosso: quella comunità orante era la testimonianza di un amore così grande che non doveva spegnersi mai.

Alla Duquesa… Superati gruppi di ragazzi che trafficavano nella spazzatura, siamo stati accolti nella chiesetta da bimbi stupiti e da vispe bambine con le treccioline luccicanti di fiocchetti. I più grandi attorno all’altare, animavano i canti con i suoni metallici dei tamburelli e di uno strumento a grattugia. All’omelia “Padre Pablo” prende un bambino per mano; uno dei due “si fa cieco” e l’altro sbanda e va a finire sopra i fedeli, coinvolti nel dialogo, che sorridono e rispondono in perfetta sintonia alle domande del celebrante-mimo. La speranza cristiana è in primo piano: nulla è possibile fare senza la preparazione e l’impegno personali, né per se stessi né per gli altri, e il Signore non abbandona dove c’è esigenza di progresso umano. Abbiamo pregato per questa speranza e per rafforzare la nostra fede… al lume di candela, perchè l’energia elettrica spesso mancava!

La visita agli ammalati: la sofferenza nella sofferenza. Pomeriggi infuocati; vie, viuzze che s’intersecano, in modo irregolare, pozzanghere, rifiuti e odori forti; casette continue, uniformi, spesso sbrecciate o incomplete, a muro nudo o sbiadite dai frequenti acquazzoni, di pochi vani, stretti, con spazi esterni che diventano vivibili. All’interno l’arredo è essenziale, necessario, con un angolo pronto ad accogliere l’ospite. Appartato nel suo lettuccio con su un lenzuolo, l’ammalato si assesta con pudore, sorride ai nostri saluti, ma chiede qualcosa alla parente accanto… “padre Pablo” comprende, si avvicina e “parla” con lui; quindi ci chiama per esprimere preghiere singole o comuni, che spesso si mutano in canti d’intercessione in spagnolo e in italiano. Poi benedice tutti. Momenti di commozione, in cui i gesti creano empatia più delle parole: uno sguardo sorridente o solo sereno, una carezza, un ascolto attento, una risposta talora scherzosa e un abbraccio. Ci vengono in mente alcune descrizioni del Vangelo…

Eccoci a visitare le scuole (primaria, secondaria, diurna e serale ), le altre parrocchie e il Centro sanitario e nutrizionale. Occasioni preziose per incontrare insegnanti, allievi e tutti gli altri operatori delle varie strutture. Si discute,  in un  confronto aperto e appassionato,  di organizzazione, di progetti, di difficoltà, di risultati e di come migliorare i servizi. L’accoglienza è sempre calorosa e grata.

Per ultimo un appuntamento, presso il Seminario maggiore dominicano, con il Rettore e con alcuni seminaristi del Guaricano, futuri sacerdoti in queste difficili realtà umane da curare, sviluppare e consolidare.

Noi accompagnatori di don Paolo, accomunati dall’età non più giovane, forti di esperienze personali, ma così diversi l’uno dall’altro per percorsi di vita e per ruoli ricoperti, abbiamo cercato di raccontare e trasmettere quella che riteniamo essere la parte migliore di noi stessi, quella raggiunta con mille difficoltà, impegno e sacrificio. È dunque importante lottare, essere protagonisti della propria storia, conseguire i traguardi sperati e possibili, recuperando sempre dignità, rispetto e affetti. La fede aiuta in questo bisogno di progresso umano.

Caro don Paolo: grazie! Grazie per averci dato l’opportunità di offrire “briciole di amore” per il Pane che rende tutti fratelli.

Carissimi,

sono fresca di ritorno da un’esperienza di tre settimane nella missione delle suore Brignoline nel quartiere del Guaricano, a Santo Domingo.

Porto nel cuore questa nuova esperienza missionaria con tutto il suo carico prezioso di insegnamenti, di episodi, di conoscenze, di momenti facili e momenti difficili, di novità, di persone belle e vere incontrate lungo questo tratto di cammino compiuto. Conoscere e condividere (almeno in piccola parte) la vita di lavoro e di preghiera delle suore missionarie è un’esperienza di cui sono sempre gratissima.

Il primo esercizio che ho fatto appena arrivata e che cerco di fare ad ogni nuova esperienza è il vuoto.

Il vuoto dentro di sé per dimenticarsi della nostra vita di occidentali benestanti dove si apre il rubinetto ed esce l’acqua corrente, si preme un interruttore e la luce illumina la stanza, il computer si avvia, ogni servizio funziona regolarmente.

L'ultima foto bella di Lorenzo con il personale del dispensario medicoIl 30 gennaio, poco prima che io partissi, suor Blessila ha organizzato una festicciola di saluto per me e per Lorenzo, e abbiamo anche fatto una foto carina, che vi rimetto qui, perché Lorenzo c’è rimasto molto bene.

Oggi il nostro dispensario ha vissuto una giornata speciale, perché siamo andati, le suore, don Lorenzo e tutto il personale, alla spiaggia di Juan Dolio.

Il mare era molto agitato, però ci ha accolto con molto entusiasmo. Tutto il personale è rimasto molto contento, però ci mancava la presenza di don Paolo. Per fortuna  don Lorenzo ha fatto dei bei giochi divertenti con il personale, e quindi ci siamo divertiti ancora di più.

7:40 pm

Da suor Roberta

con suor Roberta e le sue sorella della comunità della casa di riposo di SoriHo avuto la gioia di passare oggi alcune ore con suor Roberta, andando da lei nella casa di Riposo di Sori dove è stata mandata come superiora.

Ho ritrovato quella donna sincera e in gamba che avevo conosciuto in Guaricano, con la sua stupenda spiritualità della “valigia pronta”, disponibile dovunque il Signore la voglia mandare. E con lo stesso amore con cui è stata in Guaricano lavora adesso lì con gli anziani che sono stati messi nelle sue mani.

Ha ancora nel cuore il Guaricano: Sila e i suoi figli, il dispensario, Tago, Teresa, oltre naturalmente alle sue sorelle suore. E mi ha reso molto contento vedere come tiene presenti tutti nel suo cuore.

Grazie, Signore!

Serata molto significativa, quella di stasera al Quadrivium. Ha visto la presenza di tutti i missionari e le suore che hanno lavorato al Guaricano in questi sedici anni di missione. Assente soltanto don Lorenzo, ancora al Guaricano.

Don Lino Terrile ha ricordato gli inizi, veramente difficili, per la logistica da inventare e per l’assenza totale di servizi in Guaricano. Ma tutto questo, ha affermato, non gli ha impedito di amare veramente la gente di là.

don Franco e Francesco al QuadriviumDon Giulio Boggi ha messo in evidenza la capacità di accoglienza della comunità cristiana e la loro fede. Così come don Franco Buono, sottolineando come al di là di tutte le carenze, sempre ha trovato gente che viveva con piena fiducia nel Signore.

Il sottoscritto ha cercato di far vedere qualcosa delle grandi direttrici pastorali portate avanti: scuola, consultorio, battesimi, comunità, ministri, formazione dei laici, condendo il tutto con materiale fotografico illustrativo. Alla fine mi sono fermato su una foto di Taína, e lì l’ho chiamata a continuare.

Taína e don Lino al QuadriviumL’intervento di Taína ha realmente sorpreso tutti, ed è stato il clou della serata. Sfoggiando una bella sicurezza nell’italiano, notevole in relazione al poco tempo vissuto in Italia, ha espresso il ruolo svolto dalla missione nella sua vita di fede e nella sua scelta vocazionale, così come in quella di molti Guaricaneros. Ha ringraziato il Signore per la presenza e l’opera della Diocesi di Genova in mezzo a loro.

Anche Francesco Zannini ha messo in evidenza il significato della sua presenza come laico nel tessuto della missione, valorizzando l’importanza dell’ascolto di tanti fratelli domenicani da lui realizzato.

Suor Daniela ha ricordato a tutti che la presenza delle suore in Guaricano continuerà, e ha invitato Genova a non lasciarle sole. E suor Valeria ha trasmesso, con gioia, il senso della presenza delle suore là: preghiera, lavoro medico, visita delle comunità rurali.

Il futuro della presenza delle suore in Guaricano ha anche il nome dell’ultima parrocchia nata: Santa Virginia Centurione. Il cardinal Nicolás ha accettato il suggerimento di intitolare alla loro fondatrice la parrocchia della parte di campos, ormai iniziata formalmente come parrocchia. E là sarà dove le suore realizzeranno buona parte del loro lavoro pastorale. Con molto frutto, sicuramente.

La serata si è conclusa con un forte applauso ai molti “Amici del Guaricano”, le centocinquanta e passa persone che in questi anni si sono alternate nella visita alla missione. Molti di loro erano presenti in aula. I loro viaggi hanno reso concreto l’amore di Genova al Guaricano, e sono sempre stati apprezzati dalla gente delle parrocchie. Questa esperienza ha raggiunto il punto finale? forse no: tra una settimana Carmen Moro partirà per Santo Domingo. Anche se la missione è formalmente chiusa, il cuore di Genova continua a battere per il Guaricano. Nel segno di una collaborazione che durerà per molti anni ancora.

La serata è il frutto del cuore missionario di don Francesco Di Comite, affiancato da molti collaboratori, dal Movimento Giovanile Missionario, in primo luogo da Lara, ed è stato reso vivo dalla performance musicale del complesso “Musica dal mondo”.

Grazie, Signore, per questa Chiesa genovese, che ha ormai imparato ad amare l’esperienza missionaria!

L'équipe completa del consultorio presente al pranzo di NataleDa un pranzo all’altro. Dopo quello del Centro di Nutrizione, oggi è toccato al personale del consultorio.

Da parte mia ho faticato ad arrivarci, perché sono stato in città vi ho incontrato il traffico bestiale dei giorni prima di Natale. Ma sono riuscito a divincolarmi e ad arrivare entro il tempo massimo.

C’erano tutti i medici, l’infermiera, la farmacista, la segretaria e, naturalmente, le suore e don Lorenzo. Non mancavano le donne delle pulizie e le cuoche, e la cara Yajaira, che don Lino ha salvato da una vita di violenza e di cui Elba, una delle cuoche, si è fatta madre amorosa.

Le nostre suore dopo la festa del consultorioAlla fine lo scambio dei regali, reso più vivo e allegro dallo stile di scherzo che le suore hanno saputo dare a questo momento.

Abbiamo passato un momento sereno, in famiglia. Grazie, Signore!

Alcuni dei bambini presenti al pranzo di Natale del Centro NutrizionaleAnche quest’anno i bambini del Centro Nutrizionale hanno festeggiato il Natale, con una festicciola in cui al mangiare si sono uniti alcuni regalini e la presenza festosa di Babbo Natale.

Le suore posano con Babbo NataleLe suore già da ieri erano tutte indaffarate per preparare l’ambiente e i regali, e perché soprattutto non mancasse il “sacchetto” con gli alimenti da portare a casa per supplire alle vacanze natalizie del Centro.

Abbiamo sentito la mancanza di Taína, che l’anno scorso aveva interpretato con tanto amore la figura di babbo Natale, e che è stata assunta questa volta da uno degli ospiti più grandi del Centro. In compenso suor Paolina, la nuova arrivata, ha sparso amore a piene mani.

Don Lorenzo e suor Modesta alla festa del Centro di NutrizioneAnche don Lorenzo non ha mancato di dare amore ai bambini, condividendo con loro questo momento bello e sereno.

6:29 am

Un bel presepe!

il presepe del consultorioCon amore squisito suor Blessila e le altre persone del Consultorio hanno fatto il presepe.

Nella sua semplicità parla dell’amore puro con cui il Figlio di Dio si è fatto uomo ed è venuto ad abitare in mezzo a noi.

Da vari giorni è un richiamo silenzioso a tutti i pazienti a fissare lo sguardo del cuore su Colui che per amore si è fatto uomo.

Paolo Dell'Erna in partenzaPaolo Dell’Erna è partito stasera, è in viaggio per l’Italia.

Nei quindici giorni che è stato qui ha realizzato un buon lavoro nell’ambulatorio oculistico, anche se i casi più significativi li ha dovuti riferire ai medici locali.

Se ne va portando con sé un buon materiale audiovisivo: ne dovrebbe uscire un video sulla vita di un bambino di Santo Domingo. Speriamo di vederlo presto!!!

Buon viaggio, Paolo, e grazie per il tempo che hai dedicato alla Missione!

8:29 am

Ultimo ciak

Sono alla fine dei miei giorni (per ora solo quelli nel Guaricano)!

Bambini del GuaricanoIeri, terminate le visite, sono ritornato nel Barrio per riprendere i giochi che abitualmente fanno i bambini. È bastato un ramoscello di una pianta (ogni tanto c’è anche li) per organizzare un gioco collettivo per piccoli e grandi: “la caravella”. Vuoi vedere che magari è stato importato dai nostri caruggi qualche secolo fa…? Avevo proprio voglia di riprendere dei sorrisi.

Stamattina sarà l’ultima giornata di visite, e poi, alle 22.30, il volo.

Rispetto al precedente anno sarà una partenza particolare perchè “del doman non v’è certezza”…

Spero comunque che ci sia, perché un sogno fatto realtà non può svanire nel nulla, per tutte le Andreine, per tutti i bambini che fino a ora hanno avuto la possibilità di sperare in un futuro migliore. E poi tutti gli occhiali che mi stanno già raccogliendo: cosa ne potrei fare…

Ciao!

Dall’inizio di quest’anno il governo ha deciso di sostenere i dispensari cattolici con un’aiuto che viene dato alla Pastorale della Salute diocesana.

Il governo ha posto dei requisiti abbastanza forti sulle caratteristiche che devono avere le strutture, e chi è in regola con i requisiti riceve i fondi di provenienza governativa. Grazie a Dio noi siamo a posto.
La quota che ci è stata assegnata è di 300,000 pesos (6,000 euro) per tutto l’anno, e ci arriva in quattro quote trimestrali. Sono da spendere secondo certi canoni, e bisogna presentare rendiconto dettagliato di tutte le spese.

Oggi pomeriggio è toccato a me andare alla riunione mensile. Tra le altre cose ci hanno staccato l’assegno del trimestre scorso e ci hanno spiegato ulteriori modalità per i rendiconti. Riferirò a suor Blessila che si incaricherà fisicamente della cosa.

Il fatto è che su questo contributo del governo non si può contare, perché la stessa suora incaricata della pastorale della salute ci ha pregato di non sognare troppo: adesso il contributo c’è, domani non si sa.

In prospettiva comunque del fatto che il dispensario rimane in mano alle suore, senza gli aiuti della missione, questo contributo viene proprio bene.

È finita una settimana di visite (circa 30 al dì), ho ritrovato molti pazienti del precedente anno, purtroppo la scorta di occhiali corretti è quasi esaurita (era una valigia intera), e adesso si possono offrire solo le montature e le lenti sono da pagare.

Insieme al collega oftalmologo domenicano Dott. Belén abbiamo anche eseguito un paio di interventi ambulatoriali. Nella settimana passata sono venuti molti bambini con problemi di miopia mai corretti e che da “anni” avevano mal di cabeza (testa).

AndreínaE ora veniamo al secondo “lavoro”, lo scorso week end ho iniziato le riprese nella casa di Andreina. Dovendo iniziare dal mattino, la sveglia è stata alle 6 per potermi recare nel cuore del Barrio in tempo per riprendere il risveglio, la colazione e l’uscita. Andreina era naturalissima per niente intimorita dalla camera né dalle persone che incrociava, incuriosite per la mia presenza anomala.

Abbiamo quindi proseguito nella scuola con il raduno del mattino con alzabandiera e poi nelle classi.

Molto toccante è stata l’intervista nella sua casa e la descrizione dei suoi “compiti” familiari. Mi auguro che al termine del montaggio riesca a dare un piccolo assaggio della vita di uno scolare al Guaricano, un po’ diversa da quella dei nostri.

Ciao a tutti! Sono felice di essere di nuovo al Guaricano!

Se avete seguito la “cronaca” dei giorni scorsi avrete visto che sono subito stato immortalato in un momento particolarmente “dolce”, ma era l’onomastico di Suor Cecilia e mi sembrava giusto renderLe omaggio (anche alla torta)!

Quest’anno purtroppo non ho la compagnia fattiva di mia figlia Francesca (motivi di studio) e dell’amico e collega Franco Reggiardo (impegni ospedalieri). Nella prima giornata si sono subito superati i 40 pazienti, che peraltro mi hanno dato una carica in più quando ricordavano Francesca e mi chiedevano sue notizie! Peraltro anche in Missione tutti chiedevano di Francesca… La prossima volta verrà solo lei !!!

La casa di AndreínaHo comunque in mente un piccolo programma extra sanitario, un video che illustri la vita quotidiana di uno scolaro del Barrio. Con Don Paolo abbiamo fatto un sopraluogo presso l'”abitazione” di una sua figlioccia, Andreína, una bambina di 13 anni che mostrerà la sua CASA, i suoi amici, la sua scuola… la sua vita al Barrio.

Ulteriori dettagli i prossimi giorni!

Paolo Dell'Erna con suor CeciliaÈ tornato oggi al Guaricano il dott. Paolo Dell’Erna, oculista ormai veterano del Guaricano, dopo che, circa un anno fa, insieme al dott. Franco Reggiardo avevano fatto quindici intensi giorni di visite gratuite.

Da dopodomani inizierà le visite. Ha portato con sé anche una buona quantità di occhiali nuovi e usati, giacché qui uno dei problemi è che per molti gli occhiali non sono a portata delle tasche.

Benvenuto, quindi, dott. Paolo, e grazie per il tempo che doni al Guaricano!

… qui siamo pronti per la cena dopo una giornata molto intensa.

Santa Messa alle 7 nella Cappella del Barrio, poi la forte esperienza al centro nutrizionale dei bambini (un pranzo caldo servito con amore) conclusa con una mega partita di pallone dove don Roberto ha insegnato l'”elastico” ai partecipanti (molto più esperti nel giocare a baseball).

Nel pomeriggio abbiamo incontrato gli animatori delle Comunitá di base (vedi articolo di don Paolo) e poi abbiamo portato avanti il lavoro del pitturare a scuola.

Ora corriamo a cena… con la TORTA DELLA ROSETTA!!!

Dio ci ama!

¡Buenos dias!!!!!

Eccoci ad affrontare il primo giorno qui alla missione.

Svegliati dal canto del gallo e dal caldo, ci hanno accompagnato a visitare la farmacia e l’ambulatorio per poi addentrarci nelle vie polverose della città.

Ci siamo diretti verso la scuola dove abbiamo svolto il primo incarico ovvero rimettere in sesto cancelli e ringhiere. Ad allietare il nostro lavoro è arrivato un gruppo di bambini con i quali ci siamo fermati a giocare e fare foto insieme a loro.

Nel pomeriggio andremo a visitare le famiglie della parrocchia.

Speriamo vivamente di portare il nostro piccolo contributo alla missione! Alla prossima!

Prima (e suor Blessila scherzando aggiunge anche “ultima”) gita con il personale del nostro dispensario.

In realtà già l’anno scorso ci stavamo pensando, però non se n’era fatto niente.

Siamo stati in un resort di Juan Dolio, poco più in là dell’aeroporto. Abbiamo passato una bella giornata, dalle 10 alle 17, molti si sono immersi dell’acqua delle tre piscine o del mare, altri come io e le suore siamo rimasti a poltrire e a chiaccherare con questo e con quello comodamente coricati sulle sdraio all’ombra di un albero.

Per la gente è stato un momento molto bello. I medici probabilmente avevano già vissuto qualcosa di simile, e non hanno espresso un gran entusiasmo. Invece per le donne delle pulizie, le cuoche, l’infermiera e la farmacista era la prima volta in un posto come quello, e sono rimasti contentissimi.

Per me è stato pure un momento bello, vissuto con le carissime suor Blessila e suor Cristina.

Al ritorno un piccolo inconveniente: una gomma di dietro del pulmino “scoppiata” (qui “scoppiare una gomma” significa che la gomma va a pezzi, se è solo un buco si dice “bucata”) sull’autostrada, andano a cento all’ora. Grazie a Dio le ruote dietro sono in coppia, e quindi non è successo niente. Abbiamo solo perso una mezz’oretta. La cosa bella è che in quel fuori programma abbiamo approfittato per fare un salto sulla costa corallina che è lì a 10 metri dall’autostrada, e abbiamo scoperto un ecosistema insolito e interessantissimo, con schizzi d’acqua simili ai geiser, granchi e una gran quantità di molluschi attaccati alla roccia.

Nonostante non abbia fatto niente, sono arrivato a casa ben stanco.

P.S.: niente foto, perché la macchina fotografica è rotta. Se la dottoressa Reny mi passa qualcuna delle foto digitali fatte da lei la aggiungo appena ce l’ho.

Ho dovuto visitare la Pastorale della Salute per chiarire una faccenda di un gruzzolo che ci avevano passato.

Il fatto è che a partire da quest’anno il governo dà alla Pastorale della Salute un fondo per aiutare i dispensari della Chiesa. Il fondo non è una gran cosa, ma, come si dice, “tutto fa”.

Così a noi hanno assegnato una quota di 25,000 pesos (circa 600 Euro) mensili, da usare per le spese di personale e per le compre del dispensario. Nonostante abbiamo già ricevuto la quota dei primi tre mesi dell’anno non l’abbiamo ancora spesi perché ci sono vincoli formali riguardo al pagare con assegno e tenere copia dell’assegno, al chiedere tre preventivi per le compre, al richiedere fattura valida per il fisco. Così il tutto ci impone una certa dose di formalità e documentazione in più, che francamente facciamo fatica a accettare.

Però di dobbiamo mettere sotto, perché questo finanziamento entra dentro al discorso per noi importante che il dispensario diventi a poco a poco indipendente dall’aiuto che arriva da Genova. E quindi dobbiamo metterci sotto. Accettando serenamente queste prassi burocratizzate. Per amore al Signore!

Non sappiamo ancora se i pagamenti del dispensario di questo mese li faremo in contanti come sempre o con assegni.

La ragione della domanda viene dal fatto che il governo ha assegnato alla pastorale della salute diocesana una somma annuale, e loro la ripartiranno tra le varie strutture di salute cattoliche. A noi dovrebbero toccare circa 25,000 pesos (equivalenti a 600 euro) mensili, e con quelli pagheremo il personale, magari non tutti, probabilmente tre quarti degli stipendi.

Per questo abbiamo dovuto nei giorni scorsi aprire un conto al Banco de Reservas, dove ci depositeranno i soldi del governo.

L’unica cosa è che si dovranno produrre rendiconti di questi soldi, e una delle formalità è quella che risultino sul conto i pagamenti degli assegni degli stipendi del personale. Così probabilmente già da questo mese i nostri dipendenti riceveranno un assegno. Che naturalmente gli cambieremo immediatamente, perché non si può pensare di mandarli a fare due ore di coda in banca per riscuoterlo.

Vi saprò dire!

La Pastorale della Salute diocesana ci ha richiesto l’apertura di un conto bancario a nome del dispensario per ricevere degli esborsi trimestrali che vengono dal governo per i consultori della chiesa.

Sembra che ci coprano tutte le spese che giustifichiamo. Per le compre bisognerà fare prima tre preventivi, e tutti i pagamenti devono essere fatti con assegni.

Beh, è un segno positivo da parte del governo!

Compio oggi, 6 febbraio 2007, otto anni di servizio di parroco a Santo Domingo.

A volte mi domando se nel ’98 i miei superiori non sono stati un po’ incoscienti. Venivo tutto sommato da un’esperienza molto limitata: soltanto sei anni e pochi mesi di ordinazione, e un solo servizio, da viceparroco. Mi hanno mandato, ma a dire la verità le cose sono state più facili per loro perché io mi sono reso disponibile, proprio nel momento in cui i superiori volevano fare il cambio qui. Vedo un disegno della Provvidenza in questo: il viaggio in Tanzania a trovare don Leonard Teza nel luglio 1997 mi ha disposto al desiderio della missione, e poco più di un anno dopo ero già in viaggio per la Repubblica Dominicana!

Ricordo ancora quel 6 febbraio del ’99. Il cardinal Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, che è venuto a Santa Margarita per installare me in questa parrocchia e don Lorenzo come parroco di Santiago el Menor e Nuestra Señora del Amparo. Ricordo le prime prediche, con la lingua impastata nel parlare una lingua di cui non avevo padronanza…

Grazie a Dio il momento in cui ho preso la parrocchia coincideva con la preparazione della Gran Misión, la Grande Missione dell’Arcidiocesi di Santo Domingo in preparazione al Gran Giubileo dell’Anno 2000. Tutti i giorni alla fine della Messa recitavamo la preghiera composta dal cardinale per l’occasione. La Missione, e tutto quello che ha significato in quanto a momenti di formazione, conferenze, ritiri, mi ha dato la carica, e io ho cercato di trasmetterla alla parrocchia. In Santa Margarita si sono formati circa cinquanta missionari, che poi nell’anno del Giubileo si sono resi disponibili per le Missioni che si sono realizzate nelle varie zone dell’arcidiocesi. I missionari stavano fuori otto giorni, nei quali vivevano gomito a gomito con la comunità parrocchiale a cui erano inviati; di mattina visitando le famiglie che vivevano attorno al loro Centro di Missione, di pomeriggio e di sera realizzando gli incontri kerigmatici con bambini, ragazzi, giovani e adulti. E a fine luglio la missione è toccata anche a noi, ed è stata una gioia grande accogliere i sessanta missionari che ci sono stati mandati ed evangelizzare insieme a loro!

* * *

Il ricordo della Gran Misión mi riempie il cuore di ricordi grandi, ma mi aiuta anche a tematizzare che in questi otto anni ho imparato molte cose riguardo all’evangelizzazione.

Ho sperimentato prima di tutto nella pratica di tutti i giorni che l’evangelizzazione non è un momento ma un processo. Il contatto e il lavoro insieme all’équipe di servizio del SINE (Sistema Integral de Nueva Evangelización), arrivato alla Repubblica Dominicana dal Messico, mi ha aiutato a pensare e strutturare il processo-cammino di evangelizzazione della parrocchia, con le sue tappe necessarie:

  • la ricerca dei lontani, realizzata nelle missioni parrocchiali porta a porta e nelle visite individuali alle famiglie;
  • il primo annuncio o kerigma, realizzato concretamente nei Ritiri di Evangelizzazione;
  • l’accompagnamento catechetico, portato avanti nei cammini che seguono il Ritiro;
  • la vita di piccola comunità, fatta carne nelle Comunità Apostoliche;
  • le tappe sacramentali, vissute da quanti ancora non avevano celebrato il loro incontro con Cristo, con al primo posto l’Eucaristia domenicale, vero motore della vita parrocchiale;
  • l’impegno missionario degli evangelizzati, realizzato soprattutto nella visita mensile alle famiglie loro affidate.

Aggiungo a ciò quanto stiamo iniziando in questi mesi: il discepolato personale, che consiste nel fatto che ogni evangelizzato abbia un fratello un po’ più avanti nel cammino che lo aiuta a revisionare mensilmente i principali ambiti esterni della vita cristiana.

In secondo luogo, ho imparato ad applicare alla pratica pastorale il libro del Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti, che a Genova solo sapevo che esisteva perché me ne avevano parlato nel seminario, ma che non avevo mai avuto occasione di leggere e soprattutto trasformare in vita. Al trovarmi qui con adulti, giovani e bambini di tutte le età da battezzare, ho dovuto giocoforza studiarmi il RICA, domandare, informarmi, sensibilizzare, far capire che è possibile ripristinare il catecumenato antico. Ringrazio il Signore perché la comunità si è lasciata guidare, in questo come nell’altra questione difficile da trattare che è il battesimo dei conviventi. Anche su questo la comunità ha riflettuto, è arrivata a capire, e mi dà una mano adesso a spiegare che non si può ricevere il battesimo se si vive ancora una situazione di peccato.

Dentro a questi itinerari catecumenali ha rivestito per me un significato specialissimo il poter allestire una piscina battesimale nella quale immergere totalmente le persone che si battezzano. Dire loro “Io ti battezzo”, e sommergerli effettivamente, spingendo sott’acqua tutta la persona e vedendola riemergere, è per me un’emozione che tutte le volte si rinnova.

E ancora, all’interno dei cammini di preparazione ai sacramenti ho dovuto inventarmi sussidi di catechesi, che ho rivisto anno dopo anno, e che con gioia potrò lasciare a chi continuerà il lavoro.

Ancora, ho avuto la gioia di accompagnare la nascita e i primi passi di una nuova parrocchia, la Divina Misericordia, scorporata nel 2005 da Santa Margarita, nonché di accompagnare fino all’ordinazione diaconale il mio più diretto collaboratore all’interno di essa, Marcial. Ho visto un po’ come una partoriente e un po’ come un’ostetrica i primi vagiti della nuova parrocchia, l’ho aiutata a fare i primi passi e ad avere il coraggio di muoversi e di lavorare. E in questi giorni accompagno il processo simile della nascita della nuova parrocchia di Santa Virginia, in quello che è il settore San Ramón di Santa Margarita, e anche qui la prossima ordinazione diaconale di colui che mi aiuterà ad esserne il pastore, Juan Luis.

Infine, ho imparato a valorizzare la scuola come elemento del cammino di evangelizzazione. La grande opera iniziale di don Lino di far partire e di dare una buona colonna vertebrale alla scuola primaria mi ha permesso di guardare più avanti. Ho visto nascere la scuola serale e prendere forma più piena il liceo, ho visto rafforzarsi il cammino di chiesa di tanti maestri e bidelle, ho imparato a delegare funzioni. Ho imparato, aspetto su cui riconosco che ero carente, a trattare con rispetto tanti collaboratori (nella scuola ci sono ottanta persone che ci lavorano!), a incoraggiarli con amicizia e a riprendere con amore tanti piccoli difetti.

E soprattutto, lo Spirito del Signore ci ha guidati, tutta la comunità scolastica insieme, a strutturare momenti di formazione per le famiglie degli studenti. Da tre anni una volta al mese facciamo lezione ai genitori invece che ai figli! Con risultati incoraggianti e testimonianze preziose. Rimane nascosto nel mio cuore il sogno che il Centro Educativo si faccia espressione consapevole della comunità parrocchiale nel proporre un cammino di evangelizzazione diretta a tutte e ognuna delle famiglie dei nostri strudenti. Lo vedrò o non lo vedrò? non lo so, ma prego e lavoro perché ci si arrivi!

* * *

Un secondo grande filone per il quale sento riconoscenza, nella tappa di questi otto anni, è la ricchezza di relazioni umane che ho potuto e posso vivere qui a Santo Domingo.

Non posso non ringraziare per l’accoglienza che ho ricevuto dai confratelli presbiteri dominicani. All’inizio sono stato soprattutto il padre Abraham Apolinario, che mi ha aiutato in maniera speciale a entrare in un tessuto parrocchiale scosso dalla partenza di don Lino, e il padre Ricardo Arias, da cui ho ricevuto assessoria continua per lo meno per due anni, per poter capire qualcosa della scuola che ho ricevuto in gestione e del ruolo che vi dovevo svolgere. Per non parlare poi dell’accoglienza sincera e sempre disponibile del cardinal Nicolás, della vicinanza del Nunzio Apostolico mons. Timothy Broglio, dell’affabilità sincera del padre Lorenzo Vargas e del padre Nelson Acevedo, e di tanti altri, che in mille modi mi hanno fatto sentire parte di questo presbiterio. Non ho perso la vicinanza dei confratelli del clero genovese, con i quali è sempre stata una gioia reincontrarmi tutti gli anni nei periodi di vacanze italiane, e ho ricevuto dal Signore nuovi confratelli nel presbiterato, nel contatto con i quali il mio sacerdozio è cresciuto e maturato.

Un altro dono specialissimo di questi otto anni è stata la fioritura di varie vocazioni dal tessuto della vita parrocchiale. L’inizio del cammino di suor Cristina, nel 2001, e poi da lì a poco l’entrata in seminario di Heriberto, mio figlioccio, nel 2003; e poi Willy, Miguel Ángel, Elvis, Franklin, Alex. Due di loro sono già al primo anno del seminario maggiore, mentre gli altri sono ancora al minore.

E come se non bastasse, il 2006 è stato l’anno dell’inizio dell’aspirantato di Taína e Yúdith, che mostrano segni di buona maturità umana, cristiana e vocazionale. Altre ragazze poi si stanno decidendo a iniziare lo stesso cammino, tutte con le nostre suore! E vedo che altri ragazzi e ragazze sono in ricerca. Non mi sarei mai immaginato tanta ricchezza di vocazioni! Veramente il Signore mi ha fatto vedere cose grandi!

E parlando di suore, sono stati otto anni di amicizia spirituale profondissima con le sorelle delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario. Camminare vicini ai passi di queste sorelle, e al tempo stesso con profondo rispetto, collaborando nella parrocchia, nel consultorio (ahimé, poco), nella scuola. E la mensa comune, dove si condividono le speranze e i timori, tutti i giorni, dove si scherza e ci si rende partecipi di quanto visto attorno a sé… È un’esperienza grande, della quale ringrazio profondamente il Signore! Ricordando in maniera specialissima suor Patrizia, che nel 2003 ci ha preceduti tra le braccia del Padre del Cielo, ma anche suor Valeria, suor Roberta (tornata a lavorare nella sua India) e suor Susanna. E senza dimenticare le sorelle che ho come compagne di viaggio oggi: suor Modesta, venuta qua insieme a me, suor Blessila, suor Cristina e suor Serafina. Ognuna di loro è specialissima ed un dono grande del Signore per me.

Per ultima, l’esperienza di vivere in comunità la fraternità sacerdotale. In questo sono stati o sono compagni di viaggio anzitutto don Lorenzo, che ha la mia stessa anzianità in terra dominicana, e che rappresenta per me più di un fratello, don Franco, don Piero. Con don Lorenzo abbiamo condiviso la scoperta di questa cultura – non avevamo nessuno che ci potesse spiegare le cose in maniera più diretta – e di questa chiesa, del paese, dei costumi, dei limiti e delle ricchezze dei fratelli dominicani. Personalmente ho imparato con Lorenzo a condividere la passione per il lavoro pastorale, e ho sempre trovato in lui un collaboratore disponibilissimo.

E non è mancato l’appoggio, materiale e di vicinanza umana, di tanti fratelli e sorelle genovesi, don Piero, don Giandomenico e don Francesco al Centro Missionario, ma anche tanti altri che mi hanno sempre dato una mano. E tra tutti loro in maniera un’altra volta specialissima i vescovi che abbiamo avuto: il cardinal Canestri, vero padre quando ero a Genova così come quando mi ha inviato al Guaricano, il cardinal Tettamanzi, il cardinal Bertone con cui abbiamo avuto la gioia di condividere un’intera settimana di vita comune, e ora monsignor Bagnasco. Ognuno di loro è una perla specialissima in questi miei otto anni di servizio dominicano. E credo di poter dire che nonostante la lontananza fisica ho potuto parlare con loro molto più che altri confratelli di Genova.

* * *

Oggi, 6 febbraio 2007, queste povere parole esprimono la gioia di questi otto anni di servizio dominicano. Continua il servizio, in quest’anno che probabilmente è l’ultimo, e sono sicuro che continueranno i doni del Signore, insieme alle inevitabili prove. Sono un prete felice, e questi otto anni sono parte viva della mia felicità!

Grazie, Signore Gesù, mio Salvatore, e grazie a tutti voi!

Grande Carmen!

S’è presa l’impegno di fare il giro di tutte le comunità di base e apostoliche delle due parrocchie per sensibilizzare al tema dell’ambulanza e distribuire volantini.

Avremmo potuto farlo nella Messa, ma francamente mi sfagiola di più questa maniera che è più personale, e che permette anche a Carmen di entrare in contatto con la gente.

I volantini che Carmen porta a tutte le comunità riportano il numero di telefono dell’ambulanza, e sono per attaccarli vicino alla porta di casa.

Grande Carmen!

Con gli amici oculisti che hanno lavorato nella missioneDurante la cena di stasera con i fratelli oculisti Carlo, Massimo, Paolo e Franco si sono valutati progetti futuri: la possibilità di far arrivare un microscopio operatorio, eventuali visite, coinvolgimento di altre persone…

Non c’è niente di definito, ma c’è voglia di continuare il lavoro!

Grazie, Signore!

Carissimi amici e benefattori,

28 Ottobre 2006: 8 anni al Guaricanoapprofitto dei giorni che passo a Genova con la mia famiglia per lasciarvi un racconto un po’ più organizzato di quella che è stata la vita della missione nell’anno che è appena passato. Vuole essere un ringraziamento al Signore per tutto quello che abbiamo potuto vivere, e un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno bello, con molti momenti intensi di vita di fede e con ricchezza di relazioni umane. Vi racconto le cose più importanti, per fare memoria dell’amore del Signore che ci ha accompagnato e che ha reso possibile tutto questo.

Genova presente!

Cominciamo con i fratelli di Genova che si sono fatti nostri compagni di viaggio. In gennaio abbiamo avuto con noi Erika e Alessandro, una coppia giovane di Sant’Eusebio. Insieme a loro sono venuti don Giulio Boggi, che è stato con don Lino il primo missionario al Guaricano, don Franco Buono, che ha lavorato qui per tre anni, e don Mario Montaldo.

Tutto il mese di marzo invece ci ha accompagnato Carmen Moro, una sorella di Geo, che ha alleggerito il lavoro della cucina. Più avanti nell’anno, in agosto è stata la volta di Sandra Iannoni, che si è cimentata nello stesso servizio. Entrambe sono state nominate cuoche dell’anno della missione!

Don Gianfranco ha presieduto l'Eucaristia alla Divina MisericordiaNella seconda metà di aprile è stata la volta di Gianni e Cinzia, entrambi attivissimi nell’Azione Cattolica genovese, insieme a Julia, una giovane liceale, e a don Gianfranco Calabrese.

A inizio giugno la breve visita di don Francesco Di Comite e di altri cinque adulti genovesi, che hanno fatto tappa da noi dopo aver passato qualche giorno nella nuova missione di Cuba.

Franco, Paolo e Francesca con suor SerafinaIn novembre abbiamo poi avuto con noi due oculisti genovesi: Franco Reggiardo e Paolo Dell’Erna. Si sono fermati rispettivamente una e due settimane, realizzando visite e operazioni delicate nel nuovo ambulatorio di oculistica. Francesca, figlia di Paolo, ha dato una bella mano a suo padre!

Come vedete, è stato un anno molto ricco: tutti questi fratelli e sorelle ci hanno portato, insieme al pesto e al parmigiano, peraltro graditissimi, la vostra vicinanza, il vostro affetto, la vostra preghiera. Chiediamo al Signore che anche il 2007 ci porti tanti messaggeri e ambasciatori dell’amore della nostra chiesa. Sì, perché in una realtà come quella del Guaricano, dove la gente fa di tutto per andarsene, la stessa gente rimane colpita profondamente dal fatto che ci sia chi invece viene qui, a respirare polvere nei giorni belli e a camminare nel fango quando piove: ogni visita è un segno vivo dell’amore di Dio che si esprime con tenerezza a questi fratelli dominicani!

Nel 2006 non abbiamo avuto visite di gruppi di giovani, ma il 2007 si preannuncia buono in questo senso: don Nicolò ha intenzione di organizzare un gruppo, e anche il clan del Genova 26 con i suoi capi e con il loro assistente don Francesco saranno con noi. Li aspettiamo, loro e tutti quelli che il Signore ci invierà, con grande gioia!

Inviati dalla Chiesa genovese

Il nostro lavoro di missionari al Guaricano non può dimenticare mai che siamo inviati dalla Chiesa Genovese, e che ci situiamo all’interno del lavoro di Cooperazione Missionaria che tutta la Chiesa Italiana porta avanti.

Lara con suor Serafina e FiammettaMolte persone hanno lavorato, a Genova, per tenere vivo nella diocesi il legame con la missione. L’Ufficio Missionario Diocesano, con don Giandomenico e don Francesco, e il Movimento Giovanile Missionario. Lara Cavezarsi, da parte sua, oltre a rendersi presente in molte iniziative ha realizzato il primo Calendario del Guaricano! L’ex Arcivescovo di Genova, il card. Tarcisio Bertone, non ha mancato mai di dimostrarci affetto e vicinanza.

Da parte mia ho avuto il dono di rappresentare la nostra comunità missionaria nell’incontro di tutti i missionari fidei donum italiani che lavorano in America Latina. Per quattro giorni, nel mese di febbraio, siamo stati insieme a Salvador, in Brasile: occasione preziosa di conoscenza e di scambio di esperienze.

La Chiesa Genovese poi ci ha dato e ha ricevuto molto, grazie anche al DVD che l’amico Tarcisio Mazzeo, giornalista della RAI, ha preparato dopo la sua visita del novembre 2005. Il servizio da lui realizzato è stato trasmesso varie volte sulle reti RAI regionali e nazionali, e in formato digitale si sta distribuendo gratuitamente a tutti gli amici della missione. Un lavoro ben fatto, frutto di una dedizione amorosa e appassionata!

Il nostro lavoro nella pastorale dell’Arcidiocesi di Santo Domingo

Con alcuni preti della nostra zona pastoraleInviati da Genova, lavoriamo nel tessuto vivo dell’Arcidiocesi di Santo Domingo. Con essa stiamo vivendo la preparazione alla V Conferenza dei Vescovi Latinoamericani, che si terrà a Aparecida, in Brasile, nel 2007. Abbiamo così vissuto vari momenti di incontro, consultazione e formazione; e spesso si prega per questo appuntamento, che indicherà le linee portanti della vita della chiesa latinoamericana per i prossimi dieci anni.

Va avanti pure lo sviluppo del Terzo Piano Pastorale Arcidiocesano. Ispirato al Movimento per un Mondo Migliore (in Italia è conosciuto come NIP), prepara la Chiesa di Santo Domingo all’appuntamento del 2011, che costituirà il quinto centenario dell’erezione canonica dell’Arcidiocesi. Il Terzo Piano Pastorale è stato ed è una benedizione per tutte le parrocchie: stimola alla comunione, mette in cammino le parrocchie stanche, raggiunge tutta la popolazione attraverso l’esperienza mensile della lettera alle famiglie e le azioni significative che si realizzano all’interno di ogni settore delle parrocchie. Inoltre sta aiutando molto le nostre comunità parrocchiali a “lanciarsi” di più in ognuno dei settori in cui sono suddivise; e i frutti si vedono, perché la gente sente la Chiesa più vicina a sé, e si avvicina di più alla Chiesa stessa.

I passi delle parrocchie

Messa dei malati alla Divina MisericordiaVi avevo parlato già l’anno scorso della nuova parrocchia della Divina Misericordia. Grazie a Dio il lavoro in questa nuova parrocchia si è consolidato. La Messa della domenica è sempre più una festa gioiosa – don Lorenzo è parte di questa gioia -, e le attività pastorali si portano avanti parallelamente a quelle di Santa Margarita. Particolarmente significativo è stato il momento della Missione Parrocchiale di Agosto, che alla Divina Misericordia è stata coordinata interamente da Marcial, il nostro caro diacono, e che si è potuta realizzare molto meglio perché portata avanti separatamente.

Nel 2006 per la prima volta le Celebrazioni Penitenziali di Avvento e Quaresima sono state ristrette solamente alle persone che possono ricevere l’assoluzione. Per i conviventi (qui li si chiama popolarmente amancebados) abbiamo organizzato momenti di dialogo separati, nei quali hanno avuto più tempo per fare un dialogo approfondito con il sacerdote e si è potuto studiare insieme come portare avanti il cammino verso la riconciliazione piena con Dio. Ve lo sto raccontando con soddisfazione, perché è stata una cosa che il Vescovo di Santo Domingo ha chiesto, e che all’inizio ho faticato ad accettare. Ci ha imposto un cambiamento nella forma di lavorare, ma ha portato effettivamente frutto!

Gita al mare con Marcial e i seminaristiSono molto contento anche per i seminaristi che il Signore ci ha mandato. Due di loro, Willy e Miguel Ángel, hanno iniziato il seminario maggiore, gli altri cinque sono ancora al minore; inoltre c’è un ragazzo di Santa Margarita, Deivy, nel seminario dei salesiani, e in occasione della missione di agosto la comunità l’ha potuto conoscere. Con questo bel gruppetto abbiamo passato una bella giornata tropicale al mare il 26 dicembre, momento di svago ma anche occasione preziosa di formazione.

Sul fronte dei ministri laici, il vescovo ha rinnovato gli incarichi. In prima persona avevo fatto con loro un cammino di formazione di più di un anno. I ministri sono in tutto quaranta, e aiutano nella distribuzione della comunione, soprattutto ai malati, ai quali la portano tutte le domeniche mattina. Dodici di essi, poi, sono incaricati anche dell’annuncio della parola nei settori.

Marcia per la vita e per la pace con il Nunzio ApostolicoI giovani hanno lavorato sodo. Ci sono gruppi giovanili in vari settori della parrocchia, che hanno momenti forti comuni nei campi estivi – per bambini, adolescenti e leaders dei gruppi –, e nella Settimana giovanile di inizio dicembre. Nelle attività estive i nostri seminaristi hanno dato una mano significativa! E sono stati ancora alcuni giovani ad organizzare, a fine novembre, una Settimana per la Vita, culminata in una Marcia che ha visto la partecipazione del Nunzio Apostolico: grande soddisfazione, a suggello di un lavoro ben impostato.

E il 2007 sarà l’anno di apertura della nuova parrocchia di Santa Virginia, nella zona dei campos: Jacagua, Los Cazabes, Duquesa. Se ne è parlato con il vescovo e con la gente per tutto il 2006, e l’Arcivescovo di Santo Domingo ha già ricevuto il progetto pastorale. Un imprenditore edile ha regalato un terreno per il quale egli stesso ha promesso un apporto significativo di un milione di pesos (circa 25.000,00 euro) per la costruzione della chiesa. L’apertura della nuova parrocchia coinciderà poi anche con l’ordinazione diaconale di Juan Luis, un signore quasi cinquantenne di Santa Margarita, che si è preparato con cura, e adesso le cose sono mature per l’ordinazione. Riceverà dal vescovo l’incarico di seguire e guidare il cammino di questa parrocchia nuova, naturalmente sotto la mia responsabilità di parroco.

Un aspetto inquietante del 2006 è stato il furto del tabernacolo di Santa Margarita. Nella mattinata del 31 di Maggio è stato portato via, ad opera, sembra, dei membri di una “Nazione”, un gruppo delinquenziale imparentati con il satanismo. Il movente: celebrare probabilmente una Messa Nera il giorno 6 giugno, giorno che aveva la particolarità di rispondere al numero 6-6-6 (sei giugno duemilasei), che sarebbe il numero della bestia dell’Apocalisse! Purtroppo la polizia non è riuscita a stabilire nessuna responsabilità concreta, e il delitto è rimasto senza seguito giudiziale.

Il dispensario, una risorsa preziosa

La farmaciaPrima opera della missione, nata nel 1992, il dispensario medico realizza un lavoro sempre più qualificato. L’opera generosa di suor Serafina e di suor Blessila dà temperamento cristiano all’istituzione.

Attualmente abbiamo un medico generale, un pediatra, un ginecologo, un laboratorio di analisi in convenzione, oltre naturalmente al Centro di Nutrizione, che offre pasti nutrienti a venti/trenta bambini poveri e denutriti. La farmacia popolare, che offre le medicine a prezzo di costo, è un altro fiore all’occhiello della missione.

Babbo Natale in visita ai bambini del centro nutrizionaleIl 2006 ha significato poi l’inizio dell’ambulatorio di oculistica, reso possibile dalla donazione delle apparecchiature che ci sono arrivate a fine 2005. Oggi un oculista dominicano visita tutti i giovedì mattina e realizza semplici chirurgie a prezzo contenuto. E siamo orgogliosi di questo, perché è l’unico servizio specialistico di questo tipo presente non solo in Guaricano, ma anche nei quartieri circostanti.

Continua pure il lavoro dell’ambulanza, con il nostro don Lorenzo impegnato in prima fila nell’organizzazione di autisti e volontari, e disponibile in prima persona per il servizio notturno.

Il lavoro della scuola

Don Giulio in visita a una seconda elementareLa scuola continua a pieno ritmo il suo lavoro. Con 1100 bambini nella scuola primaria (elementari e medie), 240 nel liceo, e 200 nella scuola serale primaria, si porta avanti un lavoro che non è solo di educazione scolastica, ma anche di formazione del personale e delle famiglie.

Infatti realizziamo quindicinalmente momenti di formazione religiosa per tutto il personale, mentre mensilmente ognuno dei maestri realizza un momento di formazione per i genitori dei suoi alunni. Questo ci ha permesso di agire in maniera più profonda sul tessuto delle famiglie. Il mio sogno e la mia preghiera è che si arrivi a costruire processi di evangelizzazione esplicita per i genitori dei bambini. Anche con gli studenti del liceo si realizzano momenti di ritiro, e vengono invitati sistematicamente ai gruppi giovanili.

Il nuovo laboratorio di informatica con i 40 computersGrazie al contributo della Regione Liguria, che nel 2005 ha stanziato varie decine di migliaia di euro per le aule di informatica, nel gennaio 2006 abbiamo iniziato l’insegnamento dell’informatica agli studenti del secondo ciclo della primaria (quinta – terza media) . Gli studenti che frequentano le lezioni del mattino seguono le lezioni di informatica al pomeriggio, e viceversa, ogni classe per due ore alla settimana. L’idea è che arrivino al liceo già con buone basi, in maniera che nella scuola superiore si offra loro una preparazione molto qualificata e in grado di inserirli meglio nel mondo del lavoro.

A questo riguardo, sotto richiesta della totalità dei genitori dei nostri alunni abbiamo iniziato un processo che ci porterà con l’anno scolastico 2007/2008 a trasformare il nostro liceo, che fino ad adesso è simile a un liceo scientifico, in un politecnico. Avremo due specialità, verosimilmente contabilità e informatica, e saranno necessari aggiustamenti nella distribuzione del personale. Ci sta costando un certo sforzo, organizzativo ma anche economico, ma siamo certi che risponderà a un’esigenza concreta e avvicinerà la nostra scuola al mondo del lavoro.

La scuola serale, alla quale c’era stato nell’estate del 2005 un cambio della guardia nella persona che la coordina, aveva vissuto un periodo di stanchezza, con pochi alunni e malesseri nei maestri. Grazie a Dio il 2006/2007 è stato l’anno della ripresa, con il massimo storico nel numero di iscritti. E questo grazie anche alla vostra preghiera! Gli alunni della serale che finiscono la terza media ci chiedono insistentemente di implementare il liceo serale, ma per adesso non è possibile; chissà in futuro…

Se da anni la scuola è autosufficiente economicamente, per lo meno per la gestione ordinaria, riceve invece una bella mano dalla Chiesa Genovese attraverso le borse di studio, che permettono il proseguimento degli studi a quasi un centinaio di alunni del liceo.

Sul fronte della collaborazione con lo stato, una buona notizia di quest’anno è l’assunzione, da parte dello stato, di una buona fetta di quei maestri e bidelli che ancora non erano stati assunti: ciò ha rappresentato per loro un notevole sollievo, con la sicurezza di un’economia familiare che sarà più stabile.

La prof. Laura con suo marito Mario il giorno delle nozzeInfine, tre maestre hanno potuto sposarsi: Ana Marlemny, insegnante di matematica, Laura Peña, di lettere, che fino ad ora stavano convivendo. Il nostro corpo docente è ora più vivamente inserito nella vita della Chiesa e nell’amore di Cristo. Si è sposata pure Belkis, professoressa di biologia nel liceo, la qual cosa è stata ancora più bella per il fatto che, a differenza della maggioranza, non ha ceduto alla tentazione della convivenza.

La comunità delle suore

Voglio dirvi qualcosa di più anche delle nostre magnifiche suore. Anzitutto sono quattro: suor Serafina e suor Blessila, che lavorano nel dispensario, e suor Modesta e suor Cristina, che lavorano nella scuola. Senza di loro la missione sarebbe molto più povera. La gente ringrazia Dio tutti i giorni per la loro presenza, che rappresenta un segno di amore grande per tutta la comunità del Guaricano.

La festa di Nostra Signora del Rifugio, patrona delle suoreCome sapete, suor Cristina è una vocazione scaturita dalla parrocchia di Santa Margarita. Come lei, ora altre tre ragazze sono in cammino verso la vita religiosa, e stanno facendo un periodo di esperienza nella casa delle suore: Taína, Yúdith e Carolina. Tutte e tre hanno un bel cammino di chiesa alle spalle, nella catechesi e nei gruppi giovanili, e sotto la guida dolce e materna di suor Serafina si preparano per il noviziato che, con l’aiuto di Dio, inizieranno in quest’anno 2007.

Suor Daniela, suor Eliana, suor Carlita con la comunità e le aspirantiIn novembre, la comunità ha ricevuto la visita di suor Daniela Burol, la madre generale, che con suor Eliana stava accompagnando in Nicaragua la neo professa suor Carlita. Le abbiamo viste all’andata e al ritorno. Purtroppo un incidente di macchina in Nicaragua, grazie a Dio senza conseguenze permanenti, ha impedito loro di fermarsi qualche giorno di più con noi.

Don Lorenzo

Don Lorenzo al lavoro per la comunitàNon vi ho parlato molto di don Lorenzo. Il suo carattere schivo, alieno dai riflettori, si sposa egregiamente con uno stile di laboriosità nascosta.
Don Lorenzo ha portato avanti anche quest’anno l’impegno per l’acqua. A Jacagua ha coinvolto la comunità nella realizzazione di un piccolo impianto per estrarre l’acqua dal sottosuolo e distribuirla a un gruppo di famiglie a cui l’acqua posta dal Comune non poteva arrivare. E ha trovato molta collaborazione nelle famiglie beneficiarie, con grande sua soddisfazione. Dove la comunità assume e fa proprio lo sforzo di chi l’aiuta, le cose continuano per il meglio!

Oltre a questo, in cucina, nel dispensario, nei mille lavoretti da fare in casa, don Lorenzo rende concretamente possibile tutto quello che succede nella missione. Per non parlare del lavoro parrocchiale, soprattutto alla Divina Misericordia e nelle cappelle dei campos, dell’attenzione ai malati, delle confessioni. E senza ripetere quanto già detto sull’impegno dell’ambulanza. Con uno stile di servizio operoso che è di edificazione per ognuno di noi.

Qualche passo in avanti nella tecnologia

A livello tecnologico, una nuova centralina telefonica ci facilita di più la comunicazione tra casa, dispensario e parrocchie. Grazie poi a un contributo di un ente statale dominicano, si sta aprendo un centro pubblico di accesso a internet, che dovrebbe servire soprattutto agli studenti per realizzare lavori di ricerca. Da parte nostra abbiamo lavorato perché non si possa accedere a siti di contenuto moralmente pericoloso, così come non permetteremo l’uso delle stanze di chat, usate qui spesso e volentieri per adescare minori per il mercato della pornografia.

Anche il diario sul web della missione si è rinnovato, con una nuova grafica più dominicana e con la possibilità di introdurre commenti da parte dei lettori. Il nuovo indirizzo è: . Visitateci, vi aiuterà a sentirvi là con noi!

La situazione del paese

Un accenno finale alla situazione sociopolitica del paese.

Il 2006 è stato segnato da due fatti. Anzitutto l’avanzamento dei lavori della metropolitana di Santo Domingo, con molte polemiche da parte delle forze sociali per il pozzo senza fondo del costo dei lavori, a scapito di molte altre opere che non sono state programmate.

E poi le elezioni amministrative. Abbiamo senatori, deputati e sindaci nuovi. Come già nel 2002, un solo partito (diverso da quello di quattro anni fa) ha il controllo di tutte le istituzioni dello stato. Che Dio ce la mandi buona!

Grazie!

Concludo, quindi, questa carrellata. Volevo essere più breve, ma le cose sono tante, grazie a Dio! Solamente voglio dire ancora una volta: il Signore è grande. Tutto quello che avete potuto leggere è opera sua, è lui che l’ha ispirato e che l’ha reso possibile, suscitando collaborazione attiva e operosa in Guaricano e a Genova.

Per questo dico, non solo al Signore, ma anche a tutti voi: Grazie! Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

Siamo quasi a Natale, e voglio farvi qualcosa come un riassuntino di questi giorni di Avvento.
Cos’è successo in questo tempo nella vita della missione?

  • All’inizio di dicembre abbiamo avuto la Settimana Giovanile, durante la quale circa duecento giovani si sono visti tutte le sere condividendo l’allegria e vari temi di formazione.
  • Il fine settimana seguente c’è stato il Ritiro parrocchiale d’Avvento: domenica mattina e pomeriggio, e animato da un’équipe del Rinnovamento Carismatico; o meglio, due équipe, perché ce n’è stata una a Santa Margarita e una alla Divina Misericordia. Entrambe hanno lavorato molto bene.
  • Il venerdì prima dell’Avvento c’era stato il ritiro del personale della scuola, al quale quest’anno ha partecipato anche il personale del dispensario medico. L’abbiamo fatto alla Escuela de Evangelización, a pochi kilometri dalla scuola, in un’oasi di pace e serenità. Piaciuto a tutti. Sono quelle iniziative i cui frutti si vedono nel lungo termine, concretamente in rapporti di lavoro più distesi e in maggior amore al lavoro.
  • A partire dal giorno 10, quasi tutte le sere c’è una celebrazione penitenziale in una delle parrocchie della zona, e i preti ci aiutiamo vicendevolmente nel servizio delle confessioni. Sono riuscito ad andare a quattro celebrazioni, senza contare le due delle mie parrocchie. Anche Lorenzo si è fatto il mazzo, anzi, più di me, perché è andato alle due parrocchie più lontane: La Victoria e la Hacienda Estrella.
  • Visto che non possono confessarsi, ai conviventi ho dedicato momenti a parte nei vari settori: questi momenti mi hanno permesso di vedere e dialogare con gente più aliena ai giri ufficiali delle parrocchie, e con molti siamo arrivati a individuare cammini personalizzati di avvicinamento ai sacramenti. Molta gioia per me, e direi anche per molti di quelli con cui abbiamo avuto il dialogo.
  • Negli ultimi giorni abbiamo avuto vari pranzi e cene natalizi: con i preti della zona, con la scuola, con il consultorio, con i bambini del Centro di Nutrizione. Momenti belli, significativi, dove prevale la gioia dell’incontro e la bellezza dello stare insieme, oltre naturalmente a piatti semplici ma ben prelibati.
  • In questa settimana abbiamo la novena di Natale, che è un momento di preghiera e riflessione basato sui testi liturgici. La stiamo facendo tutti i giorni prima della messa del mattino. Partecipa qualcuno di più di quanti abbiamo di solito alla Messa feriale.
  • Sempre di questa settimana sono gli Aguinaldos, camminate fatte all’alba nelle quali si sveglia la gente cantando e annunciando loro la vicinanza del Natale. Quest’anno c’è stata molta più partecipazione dell’anno scorso, perché si sono organizzati in ogni settore o porzione di settore, in accordo all’indicazione del Terzo Piano Pastorale che chiede che si lavori il più possibile vicino alla gente. E anche perché in ogni settore hanno coinvolto giovani che non sono della chiesa, i quali si sono uniti con tamburi, latte, trombe e quanti altri “strumenti” avessero. Questa presenza giovane ha dato vita (qualcuno lo chiama rumore) all’iniziativa.
  • In questi ultimi giorni abbiamo vari matrimoni. Due si sono già fatti la settimana scorsa, e tra il 23 e il 25 saranno cinque: uno è una coppia di fidanzati, gli altri hanno attorno ai 10 anni di convivenza sul groppone. La gente qui ama sposarsi sotto Natale, per il clima molto caldo che si crea, e anche per il freschetto che rende tutto più facile!

Tutto questo è il nostro Avvento, carico di gioia e di speranza, e con un po’ più di lavoro, fatto peraltro molto volentieri.

Un abbraccio natalizio a tutti!!!!

Augurissimi di Buon Natale e Buon Anno!

Babbo Natale accerchiato dai bambini del Centro di DenutrizioneA mezzogiorno abbiamo avuto un bel momento: il pranzo natalizio dei bambini del centro di denutrizione. Sono una ventina i bambini che le suore alimentano in maniera sostanziosa tutti i giorni feriali, e danno loro il mangiare per non regredire il finesettimana.

L’ultimo giorno prima delle vacanze natalizie è tradizione vivere questo momento in cui oltre al solito mangiare ben nutritivo i bambini ricevono un regalino, e le famiglie la scorta per i giorni di vacanza.

Quest’anno abbiamo avuto anche nientepopodimento che la visita di Babbo Natale, qui chiamato (influsso nordamericano) Santa Claus o Santa Clo.

Babbo Natale consegna i regaliI bambini l’hanno accolto con allegria, e hanno fatto a gara per fotografarsi con lui. Non era un Babbo Natale troppo intraprendente, ha avuto un poco di difficoltà a reggere il peso dell’attenzione di tutti concentrata su di lui, ma nel complesso la prestazione è stata più che efficiente.

Alla fine si è prodigato nella consegna dei regalini, attesissimi e graditissimi. Alle madri presenti ha regalato una discreta quantità di riso, fagioli, olio e latte in polvere. La speranza è che, come a volte succede, non li vendano per comprare roba più futile, magari magliettine corte e scollate per loro.

Il più piccolo presente: un bebé di pochi giorni. La madre ha partorito due anni fa (era già il secondo), e adesso la famiglia continua a crescere. Per la gente povera i figli sono la ragione di vita.

P.S.: Chi indovinerà per primo il famoso attore/attrice che impersonava Babbo Natale scrivendolo in un commento a questo articolo riceverà in premio un lecca lecca domenicano, che provvederò personalmente a consegnargli al mio arrivo a Genova la settimana prossima!


I partecipanti al Ritiro di Avvento del 2006

… E in tutti gli aspetti.

Anzitutto perché l’assemblea dell’ADP non ha influito più di tanto: di mattina erano pochi quelli che mancavano, e la maggioranza è venuta poi di pomeriggio.

E poi, soprattutto, perché le persone che hanno dato il ritiro hanno lavorato bene, coinvolgendo i partecipanti, condendo la predicazione con esempi personali, e trovando anche gesti significativi che hanno lasciato il segno.

Per esempio di pomeriggio il segno era quello di ricevere un cuoricino rosso (vedi la foto), appiccicato dal proprio vicino, come segno del cuore nuovo che il Signore mi da attraverso i fratelli.

Di mattina poi se l’è goduto anche il personale del consultorio. In effetti era una cosa su cui suor Blessila mi tirava le orecchie tutte le volte… beh, grazie al Signore mi sono deciso a farli venire anche loro!

Venerdì, antivigilia dell’Avvento, faremo il ritiro d’Avvento per il personale della scuola. E stavolta ci sarà anche il personale del consultorio medico.

Andremo all’Escuela de Evangelización, a pochi chilometri da qui, dove l’ambiente aiuta a rilassarsi e a stare in presenza del Signore. Se il Signore ci aiuta, avremo dei predicatori nuovi, con tutto guadagno della disponibilità della nostra gente all’ascolto.


Il dott. Paolo Dell'Erna con sua figlia Francesca e suor Blessila

Continua il lavoro di Paolo Dell’Erna accompagnato da sua figlia Francesca, e con la collaborazione preziosa di suor Blessila.

Ogni giorno visitano 30/40 persone, gratuitamente, soprattutto allo scopo di prescrivere occhiali. Ogni tanto qualche patologia più grave, che provvedono a indirizzare all’oculista dominicano che viene qui.

Uno di questi giorni lo dedicheranno esclusivamente alla gente del settore san Ramón, i quali a causa della distanza arrivano tardi e non trovano già più numeri.


Franco Reggiardo con suor Serafina

Stasera Franco Reggiardo torna in Italia.

I pochi giorni che ha passato con noi li ha impiegati molto bene: le visite, moltissime, realizzate insieme a Paolo Dell’Erna, i quindici pterigi operati, gli occhiali raccolti tra i colleghi italiani e distribuiti, in maggior parte a persone presbiti.

Se ne é andato con un sogno: ritornare con un microscopio operatorio, in maniera da poter operare le cataratte.

Sognamo con te, Franco, e accompagnamo il tuo sogno con la preghiera. Siamo sicuri che il nostro Padre del Cielo continuerà a ricordarsi dei fratelli del Guaricano!

Paolo e sua figlia Francesca rimarranno con noi una settimana in più, continuando il lavoro delle visite quotidiane.


Franco Reggiardo, Paolo Dell'Erna e Francesca con don Paolo

Dopo una settimana dal nostro arrivo (Franco, Paolo e Francesca) solo adesso riesco a raccogliere e descrivere qualche frammento di vita in missione.

Il primo impatto dominicano: arrivo alle h 22.00 locali con 30 gradi è stato subito rimosso dall’arrivo festoso di don Paolo e don Lorenzo con seguito di Sorelle e ragazze della parrocchia venuti a prenderci con pick up e ambulanza. Mia figlia Franci si è offerta di salire dietro al pick up non conoscendo le strade del Guaricano (l’asfaltatura quando c’è non è delle migliori). Dopo il traffico caotico del centro ci siamo diretti verso il barrio del Guaricano e qui le immagini e le idee di Santo Domingo fatte in Italia, sono state subito rivedute e corrette!

Il Lavoro fatto da Paolo, Lorenzo e le Sorelle è impossibile quantificarlo, stanno gestendo una struttura enorme (missione centrale, scuole, parrochia …) che in Italia per poter farne un decimo (siamo oculisti..) ci vorrebbe uno staff di 100 persone e più.

Abbiamo iniziato il giorno seguente a fare le prime “consulte” oculistiche. Nella prima giornata abbiamo visto 50 persone. Francesca, che studia archeologia, si è trasformata in una assistente oculista molto brava, facendosi in quattro fra traduzioni estemporanee, controllare gli occhiali e aiutare le ragazzine a scegliere montature un po’ più graziose, e conquistandosi le loro simpatie.

I pazienti dominicani del barrio sono meravigliosi, vengono anche molte ore prima a prendere il posto, si portano i bambini, sono di una serenità sconvolgente. Ma cosa sarà? L’aria calda, il sole cocente che ti fa grondare sudore, i miasmi delle fogne a cielo aperto, le baracche di un solo locale dove vivono intere famiglie, gli aquiloni fatti con sacchetti della spazzatura…

Grazie alla grande esperienza chirurgica del collega Franco si è anche potuto iniziare a fare qualche intervento ambulatoriale per quanto riguarda una delle più frequenti patologie del Centro America, gli pterigi (neoformazioni benigne della congiuntiva che se non asportate possono arrivare a ricoprire la cornea in maniera tale da ridurre molto la vista).

Le visite oculistiche le abbiamo potute effettuare presso il centro medico della missione (un fiore all’occhiello), grazie ai colleghi che ci hanno preceduto (Carlo Mosci e Massimo Corazza) con attrezzature di ottimo livello.

Abbiamo anche conosciuto un collega oculista locale,il dott. César Belén, che una volta alla settimana viene a visitare. Abbiamo visto anche l’ospedale, uno dei pochi ospedali pubblici con servizio oftalmologico. Qui non esiste assistenza statale come la intendiamo, ci sono molte cliniche private all’americana (ti visito se paghi…). Comunque anche nell'”ospedale” le condizioni igieniche sono… Nonostante ciò si fanno molti interventi oculistici dalle cataratte alla retina e naturalmente gli pterigi, che qui sono chiamati uñas (lett. “unghie”).

Oggi Domenica siamo andati alla Messa in Parrocchia. Una folla cosÌ non l’ho mai vista, una partecipazione così non la vedrò più se non ritornando (spero proprio di sì).

Ciao!

P.S.: Se qualche turista per caso qui a Santo Domingo cercasse un ristorante… consiglio vivamente la cucina di don Lorenzo, merita una deviazione!!!

Paolo Dell’Erna e Franco Reggiardo, i due oculisti che abbiamo in visita in questi giorni, hanno cominciato alla grande il loro lavoro: oggi pomeriggio hanno visitato tantissime persone, e hanno messo a fuoco almeno una decina di pterigi (uñas) da operare. Dalle tre che hanno cominciato hanno smesso verso le otto.

Grazie, a nome di tutti gli abitanti del Guaricano!

Con gli oculisti ancora freschi di viaggio siamo andati all’ospedale dove svolge il lavoro principale il dottor Belén, che è l’oculista che lavora anche da noi. Molta gente in ambulatorio, apparecchi semi nuovi ma funzionali, igiene apparentemente scarsa.

Con Belén abbiamo potuto metterci d’accordo in maniera che i primi pterigi li operino insieme lui con il nostro Franco. Ma sostanzialmente sembra che la tecnica sia la stessa. L’unica cosa, a dire di Franco dovrà essere l’attenzione all’igiene e all’evitare infezioni: è facile infatti con un’operazione minore come questa trasmettere epatiti o AIDS se i ferri non sono ben sterilizzati.

Nel pomeriggio, poi, Franco e Paolo insieme hanno portato avanti le prime visite. Di trenta pazienti che hanno visto ci sarebbero almeno dieci pterigi da operare. Altri sono incipienti e non vale la pena metterci le mani. Hanno anche visto varie cataratte, ma purtroppo non siamo attrezzati per operarle.

È in arrivo un altro turno di oculisti da Genova, sono amici di Carlo Mosci e Massimo Corazza.

Finora ho parlato solo con uno, Paolo Dell’Erna. Saranno qui lunedì 13, e si fermeranno uno una settimana e l’altro due. Continueranno il lavoro di visite a tappeto come hanno fatto Carlo e Massimo. C’è anche l’idea, se si può, che vadano in ospedale con il nostro oculista di qui per scambiare esperienze.

Reny, la dottoressa giovane di Santa Margarita, ha cominciato a lavorare nel nostro consultorio a partire da questo mese di settembre, sostituendo il dott. Norberto Acosta.

Oggi pomeriggio avevo appuntamento con un sottosegretario del Ministero della Salute, per perorare la causa della sua nomina.

Il sottosegretario ci ha fatto molte promesse, e chiediamo al Signore che possano diventare realtà. Secondo lui è facile che lo stato la assuma. Anche qui vedremo.

La sorella di Reny, Raysa, darà calore a questa richiesta.

Finalmente abbiamo l’oculista!

Non è stato facile, un po’ perché ce ne sono pochi, un po’ per la trattativa sul prezzo: avevamo proposto ottimisticamente un prezzo superbasso per la gente, una parte del quale andava all’oculista.

Alla fine abbiamo dovuto raddoppiare la quota dell’oculista. Nonostante ciò facciamo pagare poco più della metà dei consultori più economici: 120 pesos per visita, equivalenti a circa 3 euro.

Grazie, Signore! e grazie, Massimo e Carlo!

10:04 pm

Oculista

Forse siamo riusciti a trovare l’oculista! Reny è andata a girare i vari posti dove fanno la specializzazione, e ce n’ha mandato uno.

È un tipino abbastanza giovane, volenteroso, mi ha fatto una ottima impressioni.

Siamo rimasti d’accordo che valuteremo altri possibili candidati, e che nel giro di quindici giorni gli farò sapere.

Grazie, Signore!!!

Oggi ho fatto un salto in città alla compagnia telefonica del numero del consultorio, dobbiamo spostare il punto di arrivo della linea in maniera che ci sia più comodo per l’uso con la nuova centralina.

Mi ha fatto l’impressione che sarà una cosa semplice. Speriamo bene, perché altre volte abbiamo avuto abbastanza problemi con questa compagnia.

Ieri mattina la sveglia è stata più clemente del solito. La S.Messa alle ore 7 si celebrava al consultorio quindi nei locali della missione. La sala di aspetto viene trasformata ogni lunedì in cappellina. Le panche che normalmente sono usate dai pazienti in attesa dei medici sono state distribuite su due file. La sala era piena e qualcuno ha trovato posto fuori, all’aperto.

L’Eucarestia, celebrata da don Paolo e concelebrata da don Gianfranco si è conclusa con il nostro saluto e ringraziamento. Ancora una volta don Paolo, dopo la comunione, ci ha chiamato all’altare per testimoniare il legame con la chiesa di Genova. Dopo di che sono intervenuti i rappresentanti delle varie parrocchie del Guaricano a ringraziarci per la nostra visita ed augurarsi un nostro prossimo ritorno. Le parole più belle le ha pronunciate Marcial, il diacono, che nel ringraziare ha riconosciuto che il Barrio del Guaricano è cambiato e cresciuto grazie alla presenza della missione Genovese. La scuola, il liceo, il consultorio, il centro nutrizionale, l’ambulanza, le parrocchie con le loro iniziative hanno permesso ai nostri amici dominicani di migliorarsi.

Conclusa la cerimonia don Paolo ci ha chiesto di posizionarci all’uscita per ricevere i saluti. Molte persone ci hanno abbracciato con un calore al quale, da genovesi, non siamo abituati. E molti di loro invocando su di noi la benedizione di Dio ci chiedevano di tornare presto.

Julia, il nostro piccolo ghiro, ancora dormiente si è persa tutto questo… più tardi ha però accompagnato don Paolo e Pepe per commissioni in centro. Don Gianfranco si è recato presso il liceo per discutere con la Direttrice didattica mentre Cinzia ha riordinato le stanze che ci hanno ospitato.

* * *

La missione del Guaricano è costituita da tre edifici principali al quale ne è stato aggiunto un quarto, più recente, che funge da consultorio.

Il primo edificio, entrando dall’ingresso principale, ospita le suore ed è composto da un piano terra dotato di cucina, lavanderia, sala, cappellina ed un secondo piano con le stanze delle suore.

Un secondo edificio, costituisce il corpo centrale del complesso ed ospita la cucina, con annesse dispense, il refettorio ed è dotato di bagni. Una parte dello stesso edificio, al di là del muro di cinta della missione, include il garage dell’ambulanza e la stanza dei volontari del servizio.

Il terzo ed ultimo edificio, su due piani, ospita a piano terra la lavanderia, il laboratorio, una piccola cucina, la sala di lettura ed altre stanze di servizio. Il tutto si sviluppa su due lati di un quadrato e si affaccia attraverso un colonnato su un giardino centrale. Al primo piano le camere ognuna delle quali è dotata di bagno.

La missione è protetta da un muro di cinta che previene l’accesso di malintenzionati: non dobbiamo dimenticare che siamo sempre in un Barrio dove dopo una certa ora di sera anche la Polizia ha paura a girare…

* * *

Dopo il commiato in consultorio, alle 11.30 ci siamo ritrovati nel centro nutrizionale a salutare i nostri bambini… non c’era Vito, bellissimo mulatto di 3-4 anni ormai tondetto (il cibo delle nostre suore ha funzionato). Forse ha capito che lo avremmo messo nella valigia vuota di don Gianfranco per portarlo con noi in Italia… Amber è arrivato in ritardo, probabilmente poichè lavorava, ed ha portato per noi dei frutti di Mango… questi bimbi sanno commuoverti per la loro generosità…

Dopo l’ultimo pranzo assieme un po’ di foto di rito, i saluti, il magone, la voglia di restare che si infrange con gli impegni che hai in Italia e per i quali devi ripartire…

Don Paolo e suor Serafina ci hanno accompagnato all’aeroporto, verso il quale siamo partiti in formazione tipo, con Cinzia e Julia nel cassone del pick-up insieme ai bagagli. Ma la pioggia improvvisa ci ha forzato a coprire i bagagli con un telone ed a stringerci in 6 nell’abitacolo.

Julia all’aeroporto ha sperato fino all’ultimo che le cancellassero il volo, desiderosa di tornare indietro con suor Serafina: voleva rivedere la sua famiglia, sicuramente voleva evitarsi le incombenti interrogazioni dei prossimi giorni…ma sarabbe rimasta più a lungo!!!

Il saluto e l’abbraccio finale con suor Serafina e don Paolo, prima di passare al controllo dei bagagli. Una abbraccio che è un grazie al Signore per un sacerdote dal cuore grande, capace di farsi in quattro per tutti, che non perde occasione per portare alla sua gente l’annuncio del Signore. È un grazie per suor Serafina, mamma di tanti bambini del Guaricano, madre per le consorelle “brignoline” che animano la vita della Missione. È un grazie per suor Blessila e suor Crisitina, per la loro testimonianza e per il loro instancabile e silenzioso lavoro. È un grazie per le persone che non erano con noi questa settimana: don Lorenzo e Suor Modesta, dei quali abbiamo “sentito” la presenza attraverso tutto il bene che hanno fatto nella Missione del Guaricano.

Ed è un grazie al Signore per averci dato l’opportunità di vivere tutto questo insieme!!!

Questa mattina la playa per don Gianfranco e Cinzia accompagnati da Jorge collaboratore della parrocchia.

Prima un salto a Boca Chica, famosa spiaggia turistica, e poi in una zona meno frequentata dai turisti, ma mal frequentata… neppure Jorge, attentissimo e preziosissimo per il servizio che ha svolto, è riuscito a impedire che rubassero le ciabatte a don Gianfranco.

Il reverendo ha fatto conoscenza sulla spiaggia… due ragazze dominicane che accompagnavano un occidentale. Purtroppo il fenomeno del turismo sessuale è molto diffuso… una vergogna del nostro mondo ricco di soldi ma povero di valori.

Io, questa mattina, mi sono occupato di telefonia e computer mentre Julia è tornata a scuola, nel suo nuovo liceo (chiederà il trasferimento?) ed ha fatto un passo all’asilo dove l’ho trovata intenta ad aiutare i bimbi di 5 anni ad incollare dei mattoncini colorati di carta… qualche foto (chiedevano a Julia dell’hombre con la camara) con questi bimbi che amano farsi riprendere. Poi siamo volati verso il centro nutrizonale dove si stava già pranzando; abbiamo ritrovato gli amici degli scorsi giorni. Julia si è messa ad imboccare una bimba e io a gironzolare per i tavoli giocando con gli ospiti del centro. Sono tutti bambini a parte una mamma presente con le sorelle ed i fratelli e la sua bambina.

Amber (se non vado errato questo è il suo nome) quest’oggi è ritornato a mangiare. Dall’indagine della suora non si è infortunato lavorando ma cascando da cavallo… comunque il colpo he ha subito sembra andare meglio.

Foto finale nel giardinetto del centro dopo che suor Serafina ha distribuito ai suoi ospiti delle delle piccole banane (una bontà!!) per completare il pasto e per la merenda. Alcuni bambini, utilizzando una scodella, portano a casa gli avanzi per la cena.

Il cibo merita un paragrafo a parte…

Suor Serafina a pranzo ci ha deliziato con le sue polpette di pesce indiane. Inoltre le suore ci hanno donato delle noci di cocco fresche delle quali abbiamo assaporato il succo. Don Gianfranco, modello Robinson Crousue, si è adoperato per spaccarle (sopra le pietre) ed è riuscito nel suo intento.

Ore 17 riunione della pastorale giovanile… mi unisco con Cinzia per capire un pochino di più la realtà della comunità che ci ospita. Don Paolo con eccellente capacità organizzativa ha fissato la scaletta della discussione: revisione settimana santa, attività varie, campi estivi… Per un attimo ti trovi proiettato in problematiche del tutto simili a quelle genovesi. Esempio: può fare l’educatore una persona che non ha la formazione e non in grado di essere di esempio? Oppure: lo possiamo coinvolgere solo come aiuto? Un’aria di déjà vu della mia esperienza nella parrocchia di Certosa. Si organizza il campo estivo!! Per i bambini non c’è problema poiché faranno il campo in parrocchia… per gli adolescenti quale soluzione al fine di evitare caotiche nottate di chi, una volta fuori dal controllo dei genitori, tende ad approfittare delle situazione??? qualche migliaia di Km di distanza ma problemi analoghi…. solo i numeri sono differenti; qui si parla di gruppi di 20-30 persone, e più di un gruppo per ogni parrocchia.

Il forte acquazzone intorno alle 5 di pomeriggio ha condizionato la partecipazione alla messa. Questa sera alcune panche erano vuote. Julia ha fatto la sua testimonianza in spagnolo parlando delle sue attività, dello studio, del gruppo Scout… è tendenzialmente taciturna ma preso il microfono in mano è diventata incontenibile…

Ieri sera ci avevano chiesto se ci piaceva la cucina dominicana… la nostra risposta ha incluso anche la bontà della frutta. Ci hanno chiesto che frutta avevamo assaggiato e hanno scoperto che non avevamo provato il mango. Questa sera sono arrivati chili di questo dolcissimo e squisito frutto… la generosità delle persone non conosce confini.

Questa mattina abbiamo, insieme a don Gianfranco, accompagnato Julia al liceo. La piccola della spedizione ha scelto volontariamente di seguire un paio di lezioni di religione tenute da suor Cristina e si è fermata all’ora di matematica delle terze scoprendo che esiste anche la “trigonometria” da lei fino ad ora mai vista. I “compagni” sono come in Italia; alcuni studiano nell’ora di religione le materie delle ore successive!!!

La direttrice incontra nuovamente don Gianfranco ed il sottoscritto in ufficio e affrontiamo i problemi della scuola, delle prospettive dei ragazzi terminato il corso. Pochi allievi proseguono gli studi, la maggior parte si dedicheranno alle attività avviate dalla famiglia con lavori probabilmente non adeguati al titolo di studio conseguito.
Il corpo docenti è composto da 11 persone… 11 insegnanti, 8 classi ….. i conti non tornano!!! Quante ore lavorano?
L’orario è di 28 ore alla settimana. Ma molti di loro integrano lavorando ulteriormente presso scuole pomeridiane o serali.

Cinzia passa la sua mattinata in Farmacia, dove ha modo di conoscere il personale e di seguire suor Blessila nella negoziazione con un rappresentante. Poi passa al centro nutrizionale. Oggi il ragazzo infortunato sul lavoro non c’è. Speriamo di incontrarlo domani e che il colpo che ha preso sia stato riassorbito.

Il pomeriggio è trascorso tranquillamente.

La sera durante la celebrazione eucaristica don Gianfranco ha fatto la predica, tradotto da don Paolo, mentre Cinzia è stata chiamata, con me vicino, a fare una piccola testimonianza… l’idea di don Paolo era quella di promuovere il matrimonio cristiano, non sempre adottato nel Guaricano. Spesso gli uomini preferiscono non sposare per non impegnarsi. Il che introduce elementi forti di instabilità nel tessuto sociale… domani toccherà a Julia dire qualcosa!!!

Abbiamo dedicato la mattina alle visite iniziando dal consultorio. La struttura moderna e funzionale era in piena attività mentre suor Serafina ci accompagnava ad incontrare suor Blessila, impegnata a trattare con un rappresentante di farmaci, il ginecologo, la pediatra ed il medico generico che fanno servizio negli ambulatori. Sedute sulle panche nella sala di attesa persone di tutte le età, in particolare bimbi e ragazze in gravidanza.
Poi ci siamo spostati nel centro dove si fa la prima accoglienza, i prelievi del sangue e si raccolgono i campioni di urina per le analisi, la farmacia ed il centro nutrizionale dove si stava preparando per il pranzo dei bimbi.

Ci siamo avviati a piedi lungo le strade del Barrio per raggiungere don Paolo in parrocchia a Santa Margarita.
Da qui la visita al liceo dove abbiamo avuto modo di incontrare Nidia, la direttrice didattica, e visitare un tre classi (due prime ed una quarta) e ritrovare suor Crisitina intenta ad insegnare religione.

Le famiglie pagano circa 200 pesos al mese per mandare i ragazzi a scuola (circa 7 Euro). 240 sono gli allievi, suddivisi in 8 classi. Aule strette e stipate dove si portano avanti studi umanisitici e scientifici con un unico corso generale. A conclusione dei 4 anni di corso i ragazzi sostengono un esame che li abilita a frequentare l’università.

Poi un salto alla scuola primaria dove, appena entrati, i bimbi ci hanno visto con la macchina fotografica e ci hanno assaliti chiedendoci una foto.

Avrò avuto un nugolo di 40-50 bambini intorno a me che chiassosamente si spingevano l’un l’altro per occupare la prima file e mettersi in posa. Ho fatto fatica a contenerli mentre Julia era più o meno nelle mie stesse condizioni e gli inservienti intervenivano per liberarmi dall’assedio.

Anche qui abbiamo incontrato i direttori didattici e abbiamo visitato l’aula di scienze ed il laboratorio di informatica (eccellente grazie al prezioso lavoro di don Paolo).

1000 i bimbi e ragazzi che frequentano questa scuola che coincide con le nostre elementari più le scuole medie. Corsi al mattino, al pomeriggio e alla sera (per maggiori di 14 anni).

Usciti dalla direzione, nell’anticamera due bambini uno offeso e sofferente l’altro imbronciato. Una scaramuccia tra “colleghi” finita in direzione. La cosa singolare è che il colpevole è stato punito!! Lo abbiamo visto dopo alcuni minuti aiutare il personale delle pulizie portando il secchio dell’immondizia.

Entrambe le strutture scolastiche fanno capo alla parrocchia e Don Paolo ne è il direttore.

Attraversata la strada siamo entrati in un negozietto in ristrutturazione dove abbbiamo parlato con la padrona chiedendo della spesa per gli alimentari degli abitanti del barrio. Una famiglia mangia con un minimo di 100 pesos al giorno pro capite. Il riso costa 15 pesos alla libbra (ieri abbiamo cambiato 1 Euro con 38 Pesos). La carne costa 40/ 60 Pesos (sempre alla libbra).

Ritornati alla base ci siamo fermati al centro nutrizionale dove un gruppo di una quindicina tra bambini e ragazzi stavano consumando il pasto. Provengono da famiglie numerose che non hanno la possibilità di provvedere al sostentamento di tutti. Ci ha colpiti un ragazzino di non più di 10 anni con un rigonfiamento sul volto. Non frequenta la scuola e si era fatto male lavorando!!!

Il pomeriggio è trascorso tranquillo con Cinzia in Farmacia con suor Blessila. I clienti, per lo più provenienti dal consultorio, pagano le medicine un prezzo equo, decisamente più basso rispetto alle altre farmacie. I farmaci vengono dispensati da una grata in ferro, tanto che dall’esterno i farmacisti sembrano in gabbia.

Alle 7 di sera celebrazione eucaristica alla Divina Misericordia con circa 200 partecipanti. Prima di iniziare facciamo due chiacchere con Marcial, il diacono, e don Gianfranco prende contatto con alcuni ragazzi e ragazze… con loro chiaccheriamo del più e del meno fino all’inizio della Messa. Chiedono i nostri nomi, da dove veniamo, le nostre età… tutti si stupiscono nel capire che la nostra Julia ha solo 15 anni!! Sono suoi coetanei…

La cerimonia intensa e partecipata come al solito. Dopo la comunione don Paolo mi invita a dire qualcosa (senza avermi preavvisato…). Ho ringraziato i parrocchiani per la loro gioia e per la loro accoglienza, segno della dell’amore di Dio, della sua Divina Misericordia. Domani sera sarà il turno di Cinzia e Julia.

L’illuminazione in chiesa è possibile grazie ad un gruppo elettrogeno… ma questa sera, un po’ per il collegamento, un po’ per il carburante, abbiamo avuto dei problemi…. tanto che alcune ragazzine, vista la normalitá di questo evento nel barrio, hanno chiesto a Julia: “Anche in Italia la luce si interrompe sempre, vero?”


il biglietto da visita dell'ambulanza

Ho fatto finalmente il biglietto da visita dell’ambulanza!

Lo vedete in anteprima, e nei prossimi giorni lo distribuiremo alla gente.

Lì avete i numeri di telefono, se avete bisogno dell’ambulanza basta che chiamiate e ve la mandiamo immediatamente!

L’aereo di suor Blessila è arrivato ieri, in perfetto orario.

Ci ha portato una giovane suora, entusiasta, dinamica, scherzosa. Mi ha colpito il fatto che nonostante fosse in viaggio da almeno 18 ore non le mancava il sorriso e la voglia di scherzare.

Oggi suor Blessila riprende il suo lavoro nel consultorio. Buon lavoro, Blessila.

La nostra visita qui in Guaricano trascorre in modo molto diverso, in un modo che forse mai avevamo provato, in modo pieno, ricco di emozioni; siamo partiti mercoledí mattina dall’aereoporto di Genova e arrivati a Santo Domingo mercoledí sera alle 18 (ora locale). Oggi é solo domenica ma ci sembra di essere qui giá da una vita.

Una breve sosta a Parigi tra un volo e l’altro di 5 ore che ci ha permesso di visitare la Basilica del Sacro Cuore.

Arrivati all’aereoporto di Santo Domingo la festa è stata tanta da subito: agli arrivi ci aspettavano i ragazzi del coro di una parrocchia del Guaricano, che, con tamburi e cartelloni, intonavano canti animatamente battendo le mani… è stata un’emozione fortissima e, anche se la festa era soprattutto per Padre Paolo e Padre Franco che ritornavano in missione, anche noi ci siamo sentiti accolti in maniera molto calorosa, infatti tutti ci abbracciavano e salutavano dandoci il benvenuto.

Il giorno successivo abbiamo visto il centro medico e il centro nutrizionale della missione, abbiamo fatto una visita nelle varie parrocchie e nel pomeriggio siamo andati nel centro della cittá.

Il lavoro che svolgono qui nella missione è tantissimo e sono tutti impegnatissimi; non ci vuole molto per capire che l’amore che danno i missionari al popolo del Guaricano è immenso e l’amore di Dio si sente immediatamente.

Venerdì siamo stati al Mare a Boca Chica e nel pomeriggio sono stata con don Franco e don Paolo all’ospedale, dove ho consciuto dei colleghi di Santo Domingo e ho visto le apparecchiature radiologiche da loro usate…

Sabato siamo andati ad Higüey per il pellegrinaggio della Madonna dell’Altagracia. C’erano moltissime persone tutte ad venerare la Madonna dell’Altagracia, tanti avevano bivaccato fuori dalla chiesa la notte precedente; un’occasione davvero unica per vedere una festa così importante per il popolo dominicano.

In tutti questi giorni, partecipando alle Messe, abbiamo conosciuto tantissime persone, ci siamo presentati nelle varie parrocchie e tutti ci hanno accolto con un caloroso benvenuto e moltissimi baci e abbracci.

La Messa qui è molto diversa, tutti hanno una gran voglia di partecipare e fare festa, cantare e ballare… quando il parroco fa le domande non rispondono solo i bambini, tutti partecipano attivamente, molti fanno intenzioni di preghiera e ringraziamenti spontaneamente, e tutto ti fa capire che è una fede forte che ha voglia di crescere sempre di piú…

È un’esperienza particolare davvero molto bella… grazie a tutti!!!!

Carissimi amici e benefattori,

approfitto di queste vacanze a Genova, dalla mia famiglia, per scrivervi con più calma questa lettera, che vuole essere innanzitutto un ringraziamento al Signore per tutto quello che la Missione Diocesana di Santo Domingo ha potuto essere e realizzare durante l’anno 2005, e quindi un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno intenso, e anche un anno molto particolare. Provo a scrivere le cose principali, perché aiutino me e voi ad amare sempre più quel Signore che ha reso possibile tutto questo.

***

Come già sapete, a fine 2004 avevamo consegnato al vescovo di Santo Domingo le parrocchie di Santiago el Menor e Nostra Signora del Amparo (Guardia). Il cardinale di Santo Domingo aveva subito provveduto alle parrocchie mandando come parroco il padre Federico, che aveva sudiato in Italia, un prete molto amico di don Giulio Boggi. Il padre Federico ha fatto un buon lavoro, portando avanti con amore le comunità che don Franco gli aveva consegnato; e ciò nonostante fosse anche responsabile della radio diocesana. La permanenza del padre Federico non è stata lunga, perché il vescovo l’ha chiamato a diventare formatore in seminario. E così in settembre le due parrocchie hanno ricevuto il loro nuovo parroco nella persona del padre Isidro, un giovane sacerdote dei neo catecumenali. Pieno di entusiasmo, è all’inizio del suo ministero e sta cercando di conoscere la realtà a cui è stato mandato. Lo affianca un diacono permanente.

***

A Santa Margarita c’è stato abbastanza fermento, ma non per cambi di preti, quanto per il nuovo entusiasmo generato dal lancio del Terzo Piano Pastorale Diocesano. Siamo arrivati cioè alla fase operativa di questo Piano Pastorale, che si sta elaborando da circa tre anni, e che è pensato per essere le linee guida della vita diocesana nei prossimi trent’anni. In pratica il 2005 è stato l’anno in cui sono stati chiamati e formati i messaggeri e le equipe di settore. I primi hanno l’incarico di portare alle famiglie della parrocchia una lettera mensile del parroco con un tema uniforme a livello di tutta la diocesi: ogni messaggero si occupa di dieci/quindici/venti famiglie, delle quali si occupa in maniera amorosa e particolare. Invece le equipe di settore hanno la funzione di organizzare nei vari punti della parrocchia attività mensili che aiutino a recepire e interiorizzare i temi del piano pastorale. Grazie a Dio la comunità di Santa Margarita ha risposto molto bene a queste sollecitazioni: i messaggeri svolgono il loro lavoro nella gran maggioranza, e le equipe di settore discretamente bene; purtroppo in qualche settore le persone che sono state chiamate non si sono rivelate in grado di svolgere il compito, speriamo di rimediare in questo 2006.

Naturalmente una parrocchia non può limitarsi a chiedere servizi alla sua gente, deve anche offrire una formazione solida. Per questo è stato portata avanti lungo tutto l’anno la formazione dei candidati ministri. Avevamo già i ministri, ma sono praticamente “scaduti”, e per questo c’è un gruppo che si prepara, in parte “vecchi” in parte “nuovi”. Non si è ancora potuto mandare la lista al vescovo per la dovuta istituzione in quanto per molti candidati è stato difficile recuperare i documenti che la diocesi richiede. Spero di concludere il lavoro nei primi mesi di quest’anno.

Un altro momento di formazione è stato il nuovo Ritiro di Evangelizzazione che si è fatto in giugno, ed i cui partecipanti sono già entrati alle comunità apostoliche. E proprio in questi giorni parte la preparazione per un nuovo Ritiro. Sapete che i Ritiri di Evangelizzazione sono un momento di riannuncio del Vangelo, preceduto e seguito da un cammino di approfondimento catechetico e inserimento comunitario. Hanno fatto molto bene alla nostra parrocchia, e continueremo invitando la gente a passare per questa tappa!

In agosto abbiamo avuto come tutti gli anni la Missione Parrocchiale: due settimane in cui non abbiamo fatto altro che muoverci ai vari settori della parrocchia per portare un annuncio del Vangelo casa per casa. I circa 100 missionari hanno lavorato con entusiasmo, e dalla Missione si sono rivitalizzate le Comunità Ecclesiali di Base. Si è poi resa necessaria una ulteriore missione di tre giorni a Duquesa, che è il paesino più periferico della parrocchia: a causa di un problema molto forte in quella comunità (vedi più avanti) c’era un forte bisogno di riconciliazione, e per questo la parrocchia si è mossa e ha visitato tutte le famiglie di quella comunità per tre giorni consecutivi. Di fatto, grazie a Dio, gli animi si sono rasserenati e adesso la comunità vive meglio.

E in questo 2005 per la prima volta abbiamo fatto la Settimana Biblica. A fine settembre, tutte le sere di una settimana sono state dedicate a una catechesi fondamentale sulla Parola di Dio. L’abbiamo fatta nei vari settori, cioè in sei punti diversi, e i relatori siamo stati io, don Lorenzo, Francesco Zannini sempre molto disponibile, Marcial (che era già diacono) e Juan Luis (candidato diacono). Ho preparato gli schemi della catechesi per tempo, e in tutti e sei i punti è stato fatto lo stesso cammino. La settimana si è conclusa con la processione, portando in alto per le strade del barrio la Bibbia. La partecipazione della gente è stata superiore alle aspettative, circa 400 persone hanno partecipato assiduamente!

Anche a livello giovanile c’è stato fermento. La commissione di pastorale giovanile è uscita dala fase di rodaggio e adesso coordina bene le attività degli otto gruppi di adolescenti e giovani sparsi nei vari punti della parrocchia. Nell’estate abbiamo avuto bivacco dei responsabili, campo adolescenti e campo bambini; praticamente tutto il mese di luglio è passato concentrati nel lavoro con i giovani. In particolare il campo adolescenti ha lasciato il segno, perché alcuni ragazzi un po’ più grandi sono stati colpiti da un incontro dedicato all’aborto, e hanno iniziato a progettare un’attività parrocchiale, che poi si è svolta magnificamente a fine novembre, e che ha permesso di risvegliare le coscienze su questo tema tanto importante (vi preciso che in Repubblica Dominicana l’aborto non è legalizzato, e di fatto la cultura della gente è abbanstanza lontana, grazie a Dio, dalla legalizzazione). Inoltre una giovane della parrocchia ha potuto partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia, e il viaggio è stato pagato con i soldi raccolti nei vari gruppi. Poi a inizio dicembre c’è stata la Settimana Giovanile, alla quale hanno partecipato circa 300 giovani: tutte le sere c’era una conferenza, e i temi gravitavano attorno alla sfera sessualità / fidanzamento / matrimonio. Relatore di eccezione, la seconda sera, il card. Nicoĺás de Jesús López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo!

Anche sul versante famiglia c’è stato un buon lavoro: si sono fatti nell’anno due CPM (Corsi di Preparazione al Matrimonio). E a dicembre c’è stata la “mietitura”, con 13 coppie che si sono sposate. Sono tutte coppie “navigate”, con almeno dieci-venti anni di matrimonio sulle spalle. Alcuni avevano fatto il CPM vari anni fa, ma non avevano potuto celebrare le nozze per motivi economici – il paese ha vissuto una crisi economica tremenda da fine 2002 a metà del 2004. Oltre a ciò, il mese di novembre, dedicato alla famiglia, abbiamo avuto la grazia di ricevere un Ritiro di Guarigione Familiare che ha segnato profondamente la vita di molte coppie che hanno partecipato.

E, per finire questa carrellata su Santa Margarita, con gli aiuti venuti da Genova abbiamo potuto comprare una casa che è diventata una nuova cappellina di settore: così il settore Sinaí, che prima doveva chiedere ospitalità in un collegio privato (con molti problemi) adesso ha il suo spazio per la catechesi, le riunioni e l’annuncio della parola!

***

Ma legato a Santa Margarita c’è un fatto ancora più importante: la nascita della nuova parrocchia della Divina Misericordia.

Già da tempo mi rendevo conto che Santa Margarita, con i suoi 40,000 abitanti, era troppo grande. E di fatto il card. Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, vuole che si dividano queste parrocchie grandi perché la chiesa sia più vicina alla gente. Pur capendo l’esigenza, non mi era ancora mosso in questo senso per il timore che la gestione di due parrocchie potesse appesantire eccessivamente i ritmi di lavoro.

La cosa si è fatta possibile invece a partire da giugno, mese in cui il nostro caro Marcial Nova, laico molto impegnato nella parrocchia, ha ricevuto l’ordinazione diaconale. Ha terminato il cammino di formazione, durato tre anni, e il 25 giugno ha ricevuto il diaconato insieme a una ventina di altri uomini più o meno attempati come lui (Marcial ha quasi cinquant’anni). Tra l’altro questa ordinazione è stato un momento molto gioioso di tutta la comunità, che in questi anni è sempre stata molto vicina a Marcial è ha detto presente in tutti i momenti in cui ha fatto i vari passi di avvicinamento all’ordinazione. Così, già due anni fa avevo parlato con il vescovo di Santo Domingo della destinazione di Marcial, e alla mia proposta che lui lavorasse nella futura nuova parrocchia ho trovato perfetta consonanza. Ho iniziato quindi un forte lavoro di sensibilizzazione della comunità parrocchiale sul fatto che dividere la parrocchia in due ci avrebbe aiutato nella missione evangelizzatrice. Se ne è parlato almeno per sei mesi, senza fretta, e la gente si rendeva conto ogni giorno di più che si poteva e si doveva fare la divisione. Si sarebbe celebrata Messa domenicale nella nuova parrocchia, ci sarebbe stato il suo consiglio pastorale, animatori e catechisti si sarebbero riuniti là, ecc. ecc.

Così, in maggio, abbiamo cominciato a costruire una cappella provvisoria sul terreno che già da qualche anno era stato donato per costruire una chiesa. L’opera è stata avviata coinvolgendo la comunità parrocchiale: pulire il terreno, innalzare i pali della struttura, inchiodare le assi, mettere il tetto di lamiera. Il progetto non era ambizioso, anzi, era fatto all’insegna dell’economia, perché l’idea era che la comunità parrocchiale facesse qualcosa di suo, con le sue forze e i suoi soldi. Di fatto la “chiesa” che è nata è provvisoria, può contenere solo 200 persone (più altrettante all’esterno), ed è fatta con materiali economici. A questa maniera, però, è stata alla portata delle forze e delle finanze della comunità. In tutto è costata circa 150,000 pesos (equivalenti a 4,000 euro), ed è pensata per funzionare qualche anno.

Dopo aver fatto la nuova “chiesa”, ci siamo imbarcati nella costruzione dell’ufficio parrocchiale e della casa canonica. Anche qui una cosa piccola, ma necessaria, perché l’apertura della parrocchia-istituzione richiede di mettere in atto tutta una serie di azioni (libri dei sacramenti, conti, archivio documenti, ecc.) che hanno bisogno di una struttura stabile e definitiva. Questa nuova costruzione, fatta al lato della “cappella del barrio”, è stata fatta con criteri costruttivi seri, e di conseguenza il prezzo è stato serio pure lui: è costata circa 500,000 pesos (13,000 euro), che avevamo solo in piccola parte, e che non abbiamo ancora finito di pagare; anzi, siamo nei debiti fino al collo con la parrocchia vecchia e la nuova. Ma siamo nei debiti apposta, perché considero importante che le comunità sappiano che le cose costano e che dobbiamo sforzarci per pagarle. Dopotutto le offerte che molti di voi hanno dato, e danno!, e che hanno reso possibili moltissime cose, non sono forse frutto di sacrifici e rinunce? La chiesa genovese si è sacrificata moltissimo, dando spesso ben oltre il superfluo, e come parroco sento la responsabilità di educare anche la mia gente di là a rinunciare a quello che hanno perché la chiesa possa vivere e lavorare.

Così in luglio è stata terminata e inaugurata la nuova “chiesa” della Divina Misericordia. Abbiamo cominciato a celebrare lì l’Eucarestia alla domenica alle sette di mattina (stessa ora che a Santa Margarita). I piano erano di aggiungere altre messe festive, ma non si è ancora potuto. Fatto sta che, contrariamente alle mie aspettative, quell’inizio della messa domenicale ha significato molto. Io avevo paura di rimanere con la messa di Santa Margarita vuota. Invece quello che è successo è stato che a Santa Margarita mi sono trovato con 200 persone in meno, ma alla Divina Misericordia ne vanno 400!!!! “La chiesa vicino alla gente!” Ho capito perfettamente in quel momento l’insistenza del cardinale per l’apertura di nuove parrocchie! E di fatto la situazione ha gasato tremendamente i parrocchiani “storici” della Divina Misericordia, quelli che hanno lavorato per anni a Santa Margarita: tutti ci siamo resi conto che la mano del Signore era presente in quel momento di vita parrocchiale. E il card. Nicolás ha voluto condividere la nostra gioia: la domenica 11 dicembre ha detto presente, presiedendo l’Eucarestia e dando molto calore alla nuova comunità parrocchiale. La gente ha sentito e apprezzato moltissimo questa presenza del suo vescovo!

Dopo aver cominciato a celebrare l’Eucaristia alla Divina Misericordia, si è sdoppiato anche il Consiglio Pastorale. Gli animatori delle Comunità Ecclesiali di Base hanno cominciato a riunirsi in “casa” loro, e lo stesso i catechisti. Chi porta avanti questo lavoro pastorale è appunto il diacono Marcial, con il quale condividiamo la preparazione delle riunioni e lui le fa alla Divina Misericordia. Anzi, spesso lui partecipa alla riunione che faccio io a Santa Margarita, e la “riproduce” alla Divina Misericordia. E segue con amore la gente di là, visita le comunità, parla con le persone, ecc., tutto quello che farebbe un prete, solo che ovviamente non presiede l’Eucaristia, non confessa e non da l’Unzione dei Malati. Gli è toccato invece battezzare già varie volte e benedire vari matrimoni! Marcial lavora al mattino nel baretto della scuola (da vari anni fa questo lavoro), e il pomeriggio e la sera li dedica alla parrocchia. La comunità, da parte sua, gli dà un piccolo aiuto di 3,000 pesos (quasi 100 euro) al mese per le spese di trasporto e anche per aiutarlo a mantenere la sua famiglia.

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Le nostre parrocchie cercano di vivere intensamente la pastorale diocesana. Come vi dicevo il 2005 è stato l’anno del lancio operativo del Terzo Piano Pastorale. Ciò ha comportato un lavoro parrocchiale di motivazione delle persone e di formazione dei nuovi operatori. L’entusiasmo per questo lavoro è venuto da vari momenti in cui la comunità diocesana si è riunita in massa e il card. Nicolás, pastore di questa porzione del popolo di Dio, ha incoraggiato con unzione dello Spirito Santo preti, diaconi e laici.

Il giorno del Corpus Domini ci siamo riuniti da tutte le parrocchie della Diocesi nel parco del grandioso Faro a Colombo: 50,000 persone, provenienti dalle dodici zone pastorali in cui Santo Domingo è divisa. La giornata era dedicata in particolare ai futuri messaggeri che avrebbero distribuito alle famiglie la lettera mensile correlata al Terzo Piano Pastorale. La partecipazione non è stata massiva solo dal punto di vista numerico, ma anche nella qualità dei presenti e nella decisione a realizzare l’opera che veniva proposta. Della nostra parrocchia hanno partecipato ben duecento cinquanta messaggeri, che a tutt’oggi sono attivi nella consegna puntale della lettera alle loro famiglie.

A livello zonale il momento forte dell’anno è stata la Via Crucis del Venerdi Santo. È ormai una tradizione ben consolidata, essendo già il quinto anno che si svolge. Da ogni parrocchia si parte alle 4/5 del mattino, pregando con le stazioni preparate da un’apposita equipe, e camminando a piedi per circa 15 km. Nel punto finale ci si ritrova tutti, stanchi ma gasati dal vedere tanta gente professare la nostra stessa fede e vivere il nostro stesso amore alla Chiesa.

Meno estusiasmante è stata invece la chiusura dell’Anno Eucaristico, che si è svolta anche lei al Faro a Colombo l’ultimo sabato di ottobre. Il poco tempo a disposizione per prepararla, e il fatto che sia stato sabato e non domenica – qui il sabato è dedicato alle pulizie della casa e soprattutto ai lavaggi, senza contare che molta gente lavora di sabato – ha reso molto meno partecipata, ma non per questo meno significativa, la celebrazione.

E per finire in bellezza con questi momenti diocesani, il giovedi prima di Natale tutti i preti di Santo Domingo siamo stati ospiti del Cardinale per gli auguri natalizi. Non è mancata buona musica, fervidi auguri, e l’immancabile pranzo!

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Venendo alla vita della nostra comunità missionaria, abbiamo avuto un lutto: suor Patrizia, che ha lavorato nella missione dal 1994 al 2002, è mancata il 7 aprile; entrata nelle nostre suore Brignoline dall’età di sedici anni, da due soffriva di un tumore all’utero, era stata operata due volte, e due volte aveva fatto la chemioterapia. Ha lottato, ma alla fine ha dovuto arrendersi e lasciarsi andare nelle braccia di quel Signore che tanto ha amato come cristiana e come consacrata. La gente del Guaricano, che la vedeva al lavoro nella farmacia, e ancora di più le donne che lavorano in casa nostra, che erano a contatto con lei in cucina, e tutti noi della comunità missionaria abbiamo percepito il dolore della sua partenza, insieme alla certezza che il Signore l’ha accolta come “serva buona e fedele”.

La comunità delle suore in compenso già da fine del 2004 si era arricchita con la presenza di suor Serafina, una donna piena di vita che aiuta tutti noi a mantenerci allegri. E si è visto il suo tocco in particolare nella festa di Nostra Signora del Rifugio, che è appunto la patrona della loro congregazione. Quest’anno l’abbiamo celebrata l’11 luglio, lunedì, con la messa nella sala d’attesa del nostro consultorio nuovo fiammante. È stata la prima volta che questa festa l’abbiamo celebrata in questo salone, la qual cosa ha reso questa festa ancora più bella!

Ma la cosa grande di quest’anno di comunità è stata la ricchezza delle visite. Sono stati alla missione il gruppo degli Amici del Guaricano, organizzato dall’attivissimo don Francesco Di Comite (don Fra o don Chicco per gli amici), il quale si è portato dietro vari giovani e adulti, nonché un confratello prete. La cosa bella è stata che quando se ne sono andati ci hanno lasciato due signore di Geo, Carmen e Orietta, che hanno allungato la loro permanenza in missione fino a restare un mese intero. Orietta, che è infermiera, ha dato una mano alle suore, soprattutto visitando in casa loro persone anziane bisognose di piccole medicazioni. Invece Carmen ha dato una mano in vari settori, non ultimo la cucina, dove si è rivelata collaboratrice preziosa e cuoca inimitabile, e anche attraverso un piccolo servizio di taglio dei capelli ai bambini poveri del barrio. Entrambe hanno desiderio di tornare, e chiediamo al Signore che il progetto si possa realizzare presto.

Insieme a loro avevamo due ragazze giovani ma molto in gamba: Eugenia e Fiammetta. Anche loro sono arrivate con il loro don Fra, e come Carmen e Fiammetta hanno passato un mese in missione, dando una mano in tanti piccoli lavoretti: dare l’impermeabilizzante al tetto, preparare il cartello indicante la Divina Misericordia, accompagnare don Lorenzo sull’ambulanza, ecc.; hanno inoltre affiancato i missionari nella missione parrocchiale di agosto, e si sono prese una bella vista della vita della gente del Guaricano. Un’esperienza arricchente e ben formativa. E hanno saputo rendersi ben utili senza mai essere di peso. Veramente brave!

Quasi in contemporanea abbiamo con noi avuto anche Sandra: lei si è dedicata alla cucina, permettendo a don Lorenzo di portare avanti altri lavori che aveva dovuto giocoforza lasciare indietro. Ha rallegrato notevolmente la casa, e nonostante l’età non troppo giovane ha dimostrato una vitalità senza precedenti!

Invece prima dell’estate abbiamo avuto con noi Lara, una giovane di Pegli, laureata in ingegneria ambientale. Al finire la laurea ha voluto donare alla missione un mese, e lo ha fatto con frutto facendo un corso intesivo di inglese, quasi come fosse stata insegnante di madre lingua, a un gruppo selezionato di studenti della nostra scuola. Di lei abbiamo apprezzato il notevole spirito di adattamento, e la capacità di entrare in un’ottima relazione con tanti ragazzi e giovani della parrocchia e della scuola. Bravissima Lara, e ti aspettiamo ancora!

A fine ottobre sono stati con noi vari personaggio molto speciali: i miei genitori con mio fratello e mia zia, e due oculisti.

Chiaramente la visita della mia famiglia è stata speciale per me, e anche per la gente della parrocchia, che desiderava rivederli dopo la prima volta che ci hanno visitato nell’anno 2000.

Invece quella degli oculisti è stata una gradita sorpresa. Carlo Mosci e Massimo Corazza sono venuti, accompagnati da alcuni dei loro figli ventenni, per montare e cominciare a usare le nuove apparecchiature oculistiche che attraverso di loro, di Carlo in particolare, ci erano arrivate in donazione. Si tratta di un “set” completo di strumenti che permettono di visitare in profondità l’occhio, individuando difetti e permettendo un’analisi profonda della cornea, del cristallino e della retina. Ebbene, Carlo e Massimo hanno montato il tutto a tempo di record il giorno dopo il loro arrivo, e poi nei cinque giorni lavorativi che sono rimasti hanno visitato ben 350 pazienti. La maggior parte di loro avevano ben poca cosa, ma l’esperienza è stata importante anche per Carlo e Massimo al fine di rendersi conto delle patologie della di qua, con l’idea di dare continuità alla cosa.

Dovevamo continuare subito il lavoro delle visite, e avevamo trovato un’oculista domenicana che sembrava disponibile a portare avanti il lavoro. Purtroppo però appena Carlo e Massimo se ne sono andati ci ha fatto capire che non aveva tempo, che lavorava già in troppi posti, ecc. Così adesso, al ritorno alla missione, dovrò mettermi sotto per trovare un altro oculista di fiducia, capace, e desideroso di spendersi per i nostri poveri.

Un discorso speciale merita anche la visita dei giornalisti della RAI. Tarcisio Mazzeo, vice capo redattore del TG3, da vari anni gira il mondo raccogliendo testimonianze di missionari e missionarie legati a Genova. Così a inizio del 2005 ha fatto la proposta anche a noi, attraverso il centro missionario, e la cosa si è potuta realizzare nello stesso periodo in cui abbiamo avuto don Chicco e gli Amici del Guaricano. In sostanza sono state fatte da dieci a venti ore di riprese, il tutto in vista di preparare vari condensati: un servizio per il TG1, vari per il TG3 regionale, una videocassetta e un DVD di venti minuti per diffondere nelle parrocchie. La cosa è già uscita alla luce, perché sono stati trasmessi un servizio su RAI 1 nell’ambito di TV7, servizio in cui si evidenziava il contrasto tra l’Isola dei Famosi e l’altro lato dell’Isola, rappresentato appunto dal Guaricano. E poi nella settiamana prima di Natale sono andati in onda vari piccoli servizi nell’ambito del TG3 regionale della sera. Aspettiamo ora il DVD e la cassetta! Grande Tarcisio! La tua opera, che sappiamo ti è costata un bel po’ di lavoro, ha permesso a molti di sentirsi molti più vicini a noi, e ha avvicinato moltissimo il Guaricano a Genova. Inutile dire che il 90% delle persone che ho visto in questi giorni mi hanno detto: “Vi abbiamo visto in televisione”. Non mi sembra vero: il Guaricano è entrato in tutte le case di Genova!!!!

Paola Longhi, che già due volte è stata con noi in Guaricano, ogni volta per vari mesi, quest’anno non ha potuto venire a causa di una rottura di una spalla. Ci assicura però che verso l’estate riuscirà a organizzarsi, precisamente dopo la nascita di un nuovo nipote. Augurissimi, Paola, e… ti aspettiamo!

Quasi mi stavo dimenticando di Francesco Zannini. Credo che lo conoscete, perché affianca il lavoro della missione dal 1998, stando con noi dai sei ai nove mesi all’anno. La sua presenza è quasi istituzionale: al mattino collabora con le suore nella farmacia, dove custodisce la cassa (non ci crederete, ma non ci si può mai fidare…). Al pomeriggio è un punto di riferimento prezioso in casa, dove mantiene una presenza importante, visto che io e Lorenzo abbiamo molti impegni fuori casa. Tra pochi mesi tornerà con noi, lo aspettiamo noi e anche la gente del barrio, che lo conosce e apprezza il suo sorriso e la sua capacità di ascolto.

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Permettemi di dirvi due parole sulla Missione sorella che è nata a Cuba. Nelle prime settimane di Ottobre il nostro card. Bertone ha accompagnato all’isola nostra vicina don Marino Poggi, presbitero genovese molto conosciuto a Genova, e don Federico Tavella, della Diocesi di Chiavari. I due missionari hanno ricevuto dal vescovo della locale Diocesi di Santa Clara due parrocchie. Molte difficoltà li aspettano, e in parte si sono già manifestate: per prima quella del regime di Fidel Castro, che nonostante i restyling di facciata continua a mettere i bastoni tra le ruote al lavoro svolto dalla chiesa. Basti dirvi che don Marino non ha il permesso di fare chiamate internazionali, né può usare la posta elettronica. Per tutto questo deve recarsi alla curia vescovile, e stare molto attento a quello che dice o scrive, perché il regime tiene sotto controllo tutto e tutti. Ma al di là di questi aspetti, vi sto parlando di questa nuova missione perché mi rallegra profondamente vedere come l’impegno missionario della nostra diocesi sta crescendo. Vent’anni fa nessuno immaginava che avremmo avuto una missione, e ora le missioni sono due. Veramente il Signore ci sta facendo fare un cammino molto bello!

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Il dispensario medico che nel 2004 si è trasferito alla nuova sede, continua il suo lavoro sotto la direzione puntuale e attenta delle suore. Come sapete, lavorano in esso un medico generale e un ginecologo (pagati dalla missione), una pediatra (pagata dallo stato). Visitano ognuno circa 25 pazienti al giorno. La gente dà un apporto di cinque pesos (otto centesimi di euro) per la visita, come forma di contribuire, da poveri ma con dignità, al sostentamento del lavoro medico. Inoltre la nostra farmacia vende a prezzo di costo la maggior parte dei medicinali (i nostri prezzi variano dal 50 al 70% dei prezzi delle normali farmacie!), e il laboratorio di analisi con cui ci siamo convenzionati, e che si reca tutti i giorni al dispensario, pratica prezzi attorno all’80% degli altri laboratori di analisi, senza contare che a un certo numero di pazienti realizzano le analisi gratis.

In più, già vi dicevo del nuovo laboratorio di oculistica: ce ne vantiamo anche perché è l’unico del Guaricano. Contiamo sulle vostre preghiere per trovare presto un buon oculista che vi possa lavorare!

E l’ambulanza, iniziata nel 2004 grazie alla perspicacia di don Lorenzo, viaggia a pieno ritmo, realizzando ogni giorno uno o due servizi. Inoltre c’è stata una cosa molto bella: i volontari sono stati trovati molto facilmente, grazie a una locale associazione di protezione civile che si è messa a disposizione con generosità grande. Don Lorenzo ha dovuto cercare gli autisti, e anche lì il Signore ha mandato più di quello che era necessario. Lo stesso don Lorenzo non disdegna di partire lui stesso con l’ambulanza quando chiamano in ore notturne. Insomma, un servizio che ci fa sentire utili: annunciamo il vangelo attraverso la pastorale parrocchiale, e lo rendiamo vita vissuta attraverso queste opere. Benedetto il Signore!

Naturamente continua anche il Centro Nutrzionale per Bambini. Negli ultimi anni c’è stata una variazione nel tipo di intervento. Il Centro era nato per rimettere in sesto i bambini che dai medici erano trovati sotto peso. Grazie a Dio non ci sono più tanti bambini che presentano questa tipologia, ma in compenso sono sempre molte le famiglie al limite della misera. Soprattutto si tratta di donne abbandonate dai mariti (spesso perché malate) insieme ai loro 4/5/6 figli, e che per la responsabilità di stare con i bambini non possono realizzare nessun lavoro. Queste “famiglie” vivono della carità dei vicini, e un certo numero di loro anche dell’aiuto che dà loro la missione sfamando i loro bambini più piccoli. E quest’opera non è nostra, ma vostra: di tutti voi, cioè, che con le vostre offerte ci aiutate a mantenere in vita quest’opera preziosa! Un grazie di cuore a tutti!

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La vita della scuola procede, con i suoi aspetti feriali e con alcune novità.

Cominciando dai primi, quest’anno abbiamo 1,050 studenti nella scuola primaria (elementari e medie). Vanno a scuola metà al mattino e metà al pomeriggio, e sono accompagnati e serviti da un bel gruppo di maestri, una quarantina in tutto. In più abbiamo 250 studenti al liceo, e un centinaio nella scuola serale.

Il liceo è partito nel 2001 come scuola semi-privata: ciò ha permesso mantenerlo più funzionale (non si fanno scioperi in questa modalità), e comunque l’assunzione del pagamento del personale da parte dello stato sarebbe arrivata molto tardi. In definitiva, le famiglie devono pagare una retta mensile perché si possa pagare il personale che lo stato non paga. All’inizio dell’anno scolastico pagavano 270 pesos (circa 7 euro) mensili, e la quota è stata ridotta a 250 (6 euro e mezzo) a partire da novembre perché lo stato ha nominato due dei professori del liceo. Non sono cifre alte in assoluto, ma per molte famiglie diventano difficili da pagare. Per questo da quasi subito con il vostro aiuto abbiamo instituito delle borse di studio, da dare in relazione al merito e alla condizione economica. Attualmente sono un centinaio gli studenti beneficiati, alcuni sgravati nella misura della metà della quota mensile, altri per intero. Credo che nel complesso il lavoro del liceo realizzi una risposta concreta e effettiva al conclamato diritto allo studio che a volte le autorità tanto decantano quanto disattendono. E, ripeto, tutto questo grazie anche a voi e al vostro generoso contributo.

Dicevo dei due maestri del liceo che lo stato ha cominciato a pagare. La buona notizia è ancora maggiore, perché hanno cominciato a ricevere lo stipendio anche altri tre della scuola primaria, e, sembra, anche quattro bidelle. Rimarremmo così con un carico, assunto peraltro dalla comunità delle famiglie della scuola, di aiutare ancora tre maestri e tre bidelle: una riduzione di questo carico di più del 50%! Ciò significherà per il 2006 che le casse della scuola potranno permettersi spese più dirette al miglioramento del servizio. Abbiamo in programma di comprare una televisione grande e un video lettore per poter usare i sussidi audiovisuali nelle aule, di mettere i ventilatori in parecchie aule che non l’hanno mai avuto, di rinnovare cattedre vecchie e piccole che stanno ancora usando una parte dei maestri. Progetti che saranno realizzati con i contributi dei genitori, progetti quindi sostenibili a lungo termine, perché la gente grazie a Dio ha accettato e capito che non si può ricevere sempre tutto regalato, ma che ognuno secondo le sue possibilità deve farsi carico delle spese di gestione delle istituzioni.

Ma l’aspetto più bello della nostra scuola è il lavoro formativo che riusciamo a fare con i maestri e con i genitori.

Con i maestri, quattro volte all’anno facciamo un ritiro, praticamente lasciando a casa gli studenti (non c’è altra maniera!). Questi ritiri portati avanti sistematicamente hanno beneficiato molto il lavoro scolastico e la stessa crescita dei docenti, perché ci permettono di fare una proposta di fede a queste persone che sono disponibili, ma che spesso per pigrizia o per stanchezza non partecipano alla Messa nella parrocchia. Inoltre, ho iniziato già due anni fa a portare avanti un cammino di formazione culturale-teologica, cioè una lezione quindicinale che faccio io stesso ai maestri. Mi costa un po’ di fatica, anche perché cerco di prepararla bene, ma mi permette di incontrarli e di dare loro un qualcosa di più a livello di conoscenza della loro fede. E anche loro sentono che è un momento importante, e se per varie ragioni passano alcune settimane senza farlo subito mi domandano cosa sta succedendo.

Con i genitori, invece, il lavoro formativo che si fa è quello di un incontro mensile. Ci prendiamo quella mattinata per incontrare i genitori invece degli studenti, e poi nel tempo restante si integra con le riunioni dei maestri. La formazione dei genitori ha spaziato, nell’ultimo anno, su temi soprattutto di vita familiare: il dialogo, l’attenzione ai figli, il perdono e la comprensione, la preghiera in famiglia. Normalmente usiamo un sussidio preparato a livello diocesano per le piccole comunità, e invece di usarlo nel corso di un mese lo estendiamo all’anno intero. Ogni maestro introduce e dialoga il tema con i genitori dei suoi studenti. Alla fine dello scorso anno scolastico ho potuto ascoltare testimonianze di genitori che hanno percepito un miglioramento forte nella vita della loro famiglia. C’è stato chi ha ringraziato commosso, perché aveva già perso la speranza di una vita di famiglia serena. Sono cose che anche qui mi commuovono, e sono segni che il Signore mi dà e che mi fanno capire che il cammino è quello giusto.

Sempre a livello di formazione, negli ultimi 15 mesi abbiamo realizzato un piano di finanziamento per l’acquisto di computer da parte dei maestri. Il ministero dell’educazione sta battendo abbastanza perché i maestri imparino le tecnologie informatiche (paradossalmente, poi, in molte scuole mancano ancora i banchi…), e ha proposto in più riprese finanziamenti di computer che però, a un’analisi attenta, si rivelavano quasi truffe per la spesa complessiva che il maestro doveva affrontare. Invece, fatto “in casa”, il finanziamento nostro gli ha dato la possibilità di avere una macchina equivalente a quelle che finanziava il ministero, ma al 50% del prezzo: 15,000 pesos (375 euro) invece di 32,000 (800 euro)! Una bella soddisfazione, e il primo gruppo sta quasi finendo, mentre gli ultimi termineranno di pagarli tra quasi due anni.

Il 2004/2005 è stato segnato dalla decisione del ministero dell’educazione di iniziare le lezioni in anticipo: il 22 agosto invece del 3 settembre. Mentre in altre scuole pubbliche c’è stato un vacillamento, e in pratica è cambiato poco, i nostri maestri hanno collaborato volentieri a un cambiamento che significava per loro un discreto lavoro in più. Speriamo che i ragazzi riescano a recepire effettivamente la maggior quantità di tempo che la scuola mette a loro disposizione!

A livello di strutture e logistica, nell’estate abbiamo rifatto i pavimenti del liceo. Aprofittando di un disavanzo di bilancio, abbiamo risanato alla radice un problema che ci trascinavamo da anni, e che consisteva praticamente in uno sgretolamento dello cemento sotto i colpi dei banchi che spesso si muovono… violentemente!

È stato fatto anche un investimento molto più grande: la costruzione di un piano ulteriore dell’edificio, piano destinato ad alloggiare i laboratori che ancora non avevamo: di educazione artistica, di scienze, e di informatica. Quello di artistica è quello che è ancora più indietro, e che spero si potrà attrezzare nella prossima estate, mentre quello di scienze aveva già una parte del materiale disponibile grazie a una donazione ricevuta a inizio del 2004 da parte del ministero: vari microscopi, provette, reagenti, ecc. che di fatto erano già usati dalla professoressa di chimica del liceo. Adesso sarà a disposizione anche degli studenti della scuola primaria.

È nuovo invece il laboratorio di informatica, che è già attrezzato con 40 computer tutti collegati in rete tra loro. Tra l’altro la tecnologia del tipo “software libero” che ho utilizzato mi ha permesso di fare un’unica spesa grossa per il server, e di comprare 40 clienti leggeri da 80 dollari l’uno! si tratta di tecnologie informatiche popolari nate negli ambienti universitari americane, e che nei prossimi anni sempre più prenderanno campo in tutto il mondo. E tutto questo senza rinunciare a niente di quanto è indispensabile perché i ragazzi imparino a usare il computer. Questo laboratorio è già funzionante a metà tempo, e adesso, al mio ritorno, ho già pronto un nuovo istruttore da mettere a lavorare con gli studenti dalla quinta all’ottava classe.

La costruzione del piano dei laboratori è costata 100,000 dollari (circa 80,000 euro): una bella somma, corrispondente a un investimento duraturo per migliorare la qualità della formazione dei nostri studenti. Da dove sono venuti questi soldi? 37,000 euro dalla Regione Liguria, a cui appunto avevamo chiesto di finanziare il progetto, e il resto… avete idea? sì, non vi sbagliate: da voi! dalla vostra squisita sensibilità, che ha potuto tradursi in un beneficio permanente per migliaia di ragazzi dominicani.

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Il lavoro sociale della missione non si riduce alla scuola e al dispensario medico. Esiste e lavora permanentemente un fondo prestiti con il quale si aiutano le famiglie ad uscire da situazioni difficili (usura, spese mediche) o ad iniziare una nuova attività commerciale. Il fondo è frutto della sollecitudine della parrocchia dell’Immacolata di via Assarotti, e dell’amore di don Mario Terrile, il quale ha saputo sensibilizzare molti e periodicamente ci invia somme notevoli che vengono appunto investite, tra el altre cose, in questo fondo prestiti. Il fondo ha attualmente una consistenza di 1,400,000 pesos (circa 35,000 euro), che vengono prestati da poche migliaia di peso a un massimo di 50,000 pesos in una volta. Viene esigita la restituzione, ma c’è un 20% di prestiti che prima o poi diventano inesigibili. Può sembrare una percentuale alta, ma in realtà è un risultato che considero più che lusinghiero, tenendo conto delle difficoltà che molte famiglie affrontano per sbarcare il lunario tutti i giorni. E continuerà a funzionare, perché ho visto che per molti è stata l’alternativa viabile all’impegnare la casa (con il rischio poi di perdere l’unica cosa che avevano). In Guaricano infatti la disponibilità di denaro per le emergenze è offerta da tutta una rete di “Compravendite”, nelle quali si riceve un prestito quando si impegna un oggetto di valore o appunto la casa stessa. Gli interessi di queste compravendite hanno un livello più che usuraio: un minimo del 10% mensile, per arrivare anche a un 20% quindicinale! Si capisce quindi la necessità di un approccio umano ed economico al grande problema dell’affrontare un’emergenza economica della famiglia.

In termini più congiunturali, ci siamo impegnati varie volte al fianco della gente povera. Due situazioni tra tutte.

A Duquesa ho dovuto dare una mano a lottare, perché il deposito della spazzatura della capitale era arrivato a pochi metri dalle loro case. Ci sono state varie riunioni nel Ministero dell’Ambiente, si è dialogato e litigato con i responsabili del trattamento della spazzatura, e alla fine, grazie a Dio, il luogo di deposito è stato spostato a distanza più cristiana. Se ricordate, Duquesa è il paesino dove l’anno scorso avevamo realizzato la cisterna dell’acqua dopo vari anni che erano rotte le tuberie che portavano l’acqua all’abitato.

L’altra situazione invece è la lotta di un barrio dentro al Guaricano per riavere dei terreni che erano destinati a loro come aree verdi. Purtroppo questa lotta, che ha visto in certo momento anche la partecipazione dei giornali, non è andata, per adesso a buon fine, perché la banca che si è impossessata, ai margini della legalità, di quelle aree comunitarie, ha provveduto a abbreviare i tempi e sta già costruendo dove dovevano esserci parchi giochi e scuole. Ho sperimentato l’impotenza e la rabbia di non poter ottenere quello che era un diritto della cittadinanza. Classicamente e semplicemente, ha vinto il più forte!

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Per andare verso la conclusione, due “chicche”.

La prima è che in questi ultimi anni nelle nostre parrocchie sono “spuntati” sei seminaristi: tre di loro sono al seminario minore, e gli altri tre nell’anno propedeutico alla filosofia; le suore, poi, dopo l’entrata di Cristina nel 2001 (e Cristina è ormai suor Cristina!), hanno adesso due altre ragaze che vogliono entrare con le nostre suore, due ragazze veramente in gamba, che, se il Signore vorrà che continuino, credo che saranno ottime religiose. Sono segni di speranza, questi, che veramente ci fanno sentire amati dal Signore!

E l’altra è stato il “Viaggio della speranza” di Enmanuel. Enmanuel è un ragazzo di dodici anni, nato cerebroleso, con il palato saldato sopra con sotto, senza un occhio e con il cervello fuori dal cranio per la mancanza di una parte del cranio stesso. Ebbene, grazie all’interessamento di Paola, di Francesco e di don Franco ha potuto essere portato a Roma dove nel giro di più di sei mesi gli si è aperto il palato, ricostruito il cranio, messa la protesi dove mancava l’occhio, e tanta fisioterapia. Il risultato: prima Enmanuel poteva ingerire solo liquidi e non si alzava dal letto, adesso può alimentarsi normalmente e riesce a stare seduto su una sedia a rotelle. e non ha più il pericolo di morire perché qualcuno gli urta inavvertitamente la testa. Per lui e per Ydaísa, la madre, è stato un rinascere a una vita nuova. Un grazie grandissimo a tutti quanti hanno lavorato perché ciò potesse essere realtà.

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Già l’anno scorso vi parlavo della visita del nostro vescovo, avvenuta a settembre 2004. Quando il card. Bertone ha visitato la missione, ha voluto guardare in avanti e pensare in grande: metteremo mano anche alla costruzione della chiesa nuova della Divina Misericordia! Il progetto è abbastanza costoso, in quanto si tratta prima di livellare il terreno che è abbastanza scosceso, poi di realizzare i camminamenti, scalette e vie di accesso veicolari, quindi di costruire un salone per riunioni e ritiri, in seguito di fare la chiesa parrocchiale, per terminare con gli uffici e la canonica. Quanti soldi ci vorranno non si sa, un ingegnere sta preparando un progetto ma il costo non è ancora chiaro. Tuttavia, la cosa non ci preoccupa né ci spaventa. Prima di tutto perché è un progetto a lungo termine, che noi cominceremo e che forse altri porteranno a termine, ma poi anche perché la comunità diocesana genovese ha dato segno più volte, anzi, sempre, di sentirsi protagonista nel Guaricano. I vari don Orione, don Giuseppe Cottolengo, non pensavano ai problemi di soldi perché sapevano che la Provvidenza era sempre all’opera, e in questo stesso atteggiamento vogliamo metterci noi, con la certezza che l’opera comincerà e sarà portata a termine, con l’aiuto di Dio. Che ve ne pare?

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Concludo, quindi, questa carrellata. Ci sono state tante cose, più tante altre che non ho riportato per motivi di spazio. Solamente voglio dire ancora una volta: il Signore è grande. Tutto quello che avete potuto leggere è opera sua, è lui che l’ha ispirato e che l’ha reso possibile, suscitando collaborazione in Guaricano e a Genova.

Per questo non solo al Signore, ma anche a tutti voi, dico: Grazie! Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

Qui da Genova ho potuto vedere il dott. Gaggero, che è un rinomato dentista di Pegli. È in contatto con la locale Croce Verde, e mi ha promesso un interessamento per farsi dare la prossima ambulanza che sarà dismessa.

Le Croci ricevono spesso ambulanze nuove in donazione da privato o istituzioni, e in quei momenti si danno via i mezzi più vecchi.

Due ambulanze per il guaricano, sarebbe un ben colpo!

Lo mettiamo nelle tue mani, Signore Gesù!

Domenica pomeriggio (giorno di Natale) ho l’aereo per Genova. Sento il bisogno di un po’ di riposo.

Sto cercando di mettere a posto tutte le cose che non lo sono, in parrocchia (programmazione del prossimo mese, lettera alle famiglie di gennaio, impegni dei seminaristi, esonerazioni di tasse varie, riparazioni e pagamento dei rispettivi lavoratori) e in casa (conti di casa da portare alla curia di Genova, ordine in camera e nell’ufficio, ultime compre per il nuovo consultorio).

Spero di farcela!

Sarò di ritorno qui il 18 gennaio.

A mo’ di retrospettiva, condivido con voi il lavoro che sono venuti a fare qui Carlo Mosci e Massimo Corazza, i due oculisti attraverso i quali ci sono arrivate le apparecchiature (nuove, per un valore totale di varie decine di migliaia di euro!) per la visita oculistica.

Non contenti di farci arrivare questi strumenti, sono venuti qui una settimana per montare il tutto.

Così sono arrivati i 27 ottobre, in men che non si dica hanno installato tutto, e due giorni dopo hanno cominciato a vare visite a tutto spiano. In totale, in quattro giorni che hanno avuto a disposizione, hanno visitato ben 350 persone! Alcune di esse avevano problemi significativi, la maggioranza se l’è cavata con la prescrizione degli occhiali. Sono stati trovati vari bambini con l’occhio pigro, con i quali è stata avviata la classica procedura del bendaggio dell’occhio sano.

Carlo e Massimo avevano tre buoni aiutanti: Marta e Lucia (figlie di Carlo) e Paolo (figlio di Massimo), tutti e tre sui vent’anni, con molto entusiasmo e generosissimi nel servizio!

La cosa bella è stata che non sono venuti solo a fare un servizio medico, ma si sono integrati bene anche alla vita della comunità cristiana, partecipando alla Messa tutti i giorni con noi e dando la loro testimonianza di fede ai fratelli domenicani.

Per dare continuità al lavoro abbiamo cercato un’oculista dominicana, e dobbiamo vedere se è possibile che si integri all’equipe del dispensario medico. Sembrava che fosse molto facile, e al momento di concretizzare sono usciti alcuni problemi. Vi chiediamo anche a voi una preghiera per riuscire a risolverli. Nel frattempo continuiamo a cercare altri oculisti che possano essere diponibili per il lavoro.

Trecentocinquanta pazienti è il numero di persone visitate nei quattro giorni in cui con Massimo e i nostri figli siamo stati in ambulatorio della misssione del Guaricano.

Il grande numero è stato determinato dalla realtà nuova dell’ambulatorio stesso, dalla necessità delle persone e dalla disponibilità di tutti coloro che hanno dato una mano tra cui Suor Blessila, le ragazze del Guaricano che hanno fatto da segretarie e dalle persone stesse che pazientemente hanno aspettato il loro turno a volte con attese lunghe.

Il grande numero di persone visitate è stato anche importante per inquadrare al meglio le necessità e il tipo di messaggio medico da lasciare alla Dott.ssa Álida Snchez che continuerà il lavoro.

Sicuramente la prima cosa è venire incontro alle necessità delle persone anche le più banali, ma l’ascolto è sempre la cosa più importante. Poi la parte della prescrizione di occhiali cosi importanti per una popolazione spinta alla lettura della parola di Dio; l’aver potuto dare per pochi pesos di spesa un occhiale che risolvesse il problema è stato molto bello (l’impegno futuro sarà quello di rifornire sempre l’ambulatorio di occhiali usati che possano essere dati a chi ne ha bisogno).

Infine le indicazioni chirurgiche per i due problemi principali che sono la cataratta e lo pterigio così diffuso in queste popolazioni.

Insomma lavoro da fare ce ne sarà. manterremo il nostro impegno da Genova con l’impegno di tornare.

Buon lavoro Dott.ssa Álida!

Massimo e Carlo, con i loro figli rispettivamente Paolo e Marta e Lucia, sono partiti oggi pomeriggio per Genova.

Nei pochi giorni che sono stati con noi hanno lavorato sodo! In particolare da lunedì a giovedì hanno lavorato dalle otto del mattino alle 12.45, e poi dalle due alle sei e mezza / sette.

L’hanno fatto con amore, e questa è stata la cosa più bella!

Continuano a ritmo serrato le nostre consultas (visite) oftalmologiche.

Grazie all’aiuto dei nosrti figli Paolo Marta e Lucia, io e Carlo riusciamo a visitare quasi 100 persne al giorno. E’ sicuramente unesperienza emozionante e gratificante venire a contato con una realtà di estrema povertà ma allo stesso tempo per noi di forte arricchimento per lo spirito e per affrontare megio la realtà quotidiana al nostro ritorno in Italia.

Le nostre giornate iniziano presto al mattino con la Messa e poi continuano quasi senza pausa fino alle sera: però lo spirito è quello giusto, positivo, e la stanchezza non si sente.

Ringrazo il Signore per avermi concesso questa opportunità.

Ieri abbiamo incontrato la dottoressa Álida.

È molto simpatica e disponibie. È stato molto importante lavorare con lei tutto il pomerggio, sia per verificare insieme gli strumenti sia per “verificare” il suo modo di lavorare con i pazienti. È molto disponibile e gentile e ciò è importante per la gente.

Ad oggi Massimo e io le abbiamo lasciato molto lavoro, in particolare pazienti da operare (cataratte soprattutto e la cosi detta uña, cioè lo pterigio, che è la pellicina che cresce sulla superficie dell’occhio e che determina la riduzione della vista.

Sono sicuro che grazie a lei ci sarà un buon proseguimento dell’assistenza oftalmologica alla missione.

Ieri lunedi ultimo di ottobre, abbiamo finalmente iniziato l’ambulatorio di oculsitca; così io, Massimo, e i nostri figli Marta, Lucia e Paolo alle otto del mattino eravamo belli e pronti e ci siamo presentati in ambulatorio.

Le persone erano già molte e dopo un iniziale “confusione”, grazie all’aiuto di due validissime segretarie del luogo abbiamo iniziato le visite. In considrazone del grande numero di persone si è deciso di prenotare 6 pazienti per ora, per quatro ore al mattino e quatto ore al pomeriggio; poi se ne vengono di più o qualche urgenza di certo non vengono mandate via.

In poco tempo l’agenda si è riempita fino a tutto giovedì mattina.

I ragazi sono stati molto bravi e di grande aiuto; loro si occupavano inizialmente di far leggere la persone e di fare il cosidetto esame all’autorefrattometro (uno degli strmenti nuovi dell’ambulatorio che permette un verifica automatica della vista della persona).

Dopo questa valutazione i pazienti venivano avviati a me o da Massimo per una iniziale previsita, durante la quale in paticolare si valuta la pressione oculare dopodichè i ragazzi, su nostra indicazione, mettevano le gocce per la dialatazione della pupilla. Il paziente aspettava 30 minuti (a volte anche piu..!!!) nella sala d’aspetto, quindi terminavamo la visita per poi spiegare se e quale problema aveva la persona, quale cura e la eventuale necessità di occhiali. Per questi abbiamo a disposizione un bel mucchio di occhiali usati donati a Genova da molte persone. Li avevamo catalogati le sere precedenti.

In questa fase di grande utilità è stata in particolare la Marta grazie al fatto che parlando spagnolo ci faceva da tramite con i pazienti, cosi come Suora Blessila della Farmacia.

Ora si riprende per l’ambulatorio del pomeriggio con la particolarità importante che ci sarà anche la Dottoressa Álida, che sarà poi colei che continuerà il lavoro tutte le settimane avvenire. Sarà importante la collaborazione tra noi due e Lei per arrivare a determnare le migliori modalità di lavoro e determinare anche quali sono le altre necessità per l’ambulatorio. Domani vi saprò dire.

Oggi, domenica, in occasione della Santa Messa io e le mie figlie Marta e Lucia siamo stati presentati alla comunità parrocchiale della Divina Misericordia.

Così anche questa mattina sveglia di buon ora (qui fa caldo, la giornata è meglio cominciarla dalle ore più fresche) per partire alle 6,20 destinazione parrocchia della Divina Misericordia. Arrivati là, come al solito ci siamo stupiti della partecipazione della gente così di buon ora in una chiesa tutta da inventare (di fatto una costruzione precaria allestita in modo assolunamente dignitoso tale da poter ospitare quante più persone possibli). E in realta le persone erano veramente tante (circa 400) che senza problemi accettavano il disagio di stare in piedi o su scomede panche tutti accalcati ma pronti a dare gloria al Signore con canti festosi e preghiere partecipate.

Alla fine della Messa, prima della benedizione finale, don Lorenzo che ha officiato la Messa mi ha presentato alla comunità per spiegare perché siamo venuti, dire chi ero e cosa faccio nella vita, parlare della mia famiglia e del nostro impegno-partecipazione alle attività parrocchiali.

In realtà la sera prima con l’aiuto di mia figlia Marta che parla lo spagnolo avevamo preparato un piccolo discorso di 2 minuti che poi ho letto dall’altare (e pare che mi abbiano anche capito !!!!). A mia volta ho presentato le mie figlie Marta e Lucia e ho parlato dell’ambulatorio di oculistica che da domani lunedì 31 ottobre, sarà a disposizione della popolazione locale.

Come al solito (peraltro non ci si abitua mai a tanta disponbilità e gentilezza ) siamo stati accolti da un applauso e da manifestazioni di gratitudine da parte della gente.

Sono arrivato al Guaricano due giorni fa cono le mie due figlie maggiori Marta e Lucia e il mio collega – amico Massimo Corazza e suo figlio maggiore Paolo.

Il giorno dopo ci siamo messi a lavorare per installare l’ambulatorio di oculistica; per fortuna tutto è andato bene tutto e tutto è funzionanate. Abbiamo organizzato l’ambulatorio su due stanze in modo tale da poter visitare in contemporanea io e Massimo e sfruttare al meglio le giornate.

Il pomeriggio ci siamo dedicati allo smistamento delle medicine, sia quelle che erano già arrivate con il container assieme agli strumenti, sia quelle che abbiamo portato dall’Italia dirattemente nelle valigie (eravamo in 5 e abbiamo portato con noi 9 valigie pesantissime tutte cariche di medicine e altre cose utili!!!!).

Tutto questo non nasce dal caso ma dalla collaborazione di tanti che hanno lavorato nell’ombra: Stefano S. che ha di fatto regalato l’apparecchiatura, Alessandro F. che si è preoccupato della spedizione, Santo M. che ha collaborato nella preparazione degli strumenti.

Adesso siamo pronti: nelle messa domenicale verrà avvisata la popolazione locale della possibilità di avere la visita oculistica. Ci auguriamo di poter visitare tanti bambini anche in età prescolare per poter soprattutto fare prevenzione sui difetti della vista così importanti a questa età.

Lasceremo tutto questo in mano ad una dottoressa locale di nome Alida, che abbiamo avuto il piacere di conoscere ieri e che già nella settimana prossima verrà a lavorare qualche ora con noi e prendere pratica delle apparechiature.

8:42 am

Eccovi Lorenzo!


Lorenzo, Robert e l'ambulanza

Lorenzo (a sinistra), con un volontario e con Robert, il loro coordinatore (a destra), orgogliosi del loro servizio con l’ambulanza.

In occasione della tempesta tropicale “Alfa”, che ha attraversato stamattina il paese da sud a nord, le autorità ci hanno chiesto di mettere a disposizione l’ambulanza per qualunque evenienza.

Con molto piacere l’abbiamo mandata, naturalmente con il nostro autista di fiducia, Alejandro.

Sembra che non ci sia stato bisogno per niente di speciale, grazie a Dio.

La settimana prossima arrivano visite.

Il 26 arriva una parte della mia famiglia: papà, mamma, Francesco, ziina.

Il giorno dopo arrivano Carlo Mosci e Massimo Corazza con tra i due tre figli più o meno diciottenni.

La vita della missione si arricchisce. Vi spiegherò i dettagli i giorni prossimi.

9:59 pm

Malati

Oggi pomeriggio ho visitato e dato l’unzione a tre malati.

Il primo, Tomás, era in fin di vita, e la famiglia sembrava molto serena.

Il secondo, Pedro, era in letto, con il catetere, senza forza per alzarsi. Quando gli ho chiesto sul suo battesimo aveva le idee abbastanza confuse, mi continuava a dire che lo avevano battezzato nel fiume (gli evangelici), ma poi il figlio mi ha chiarito che prima era stato battezzato nella chiesa cattolica. La frase che più mi ha colpito è stata a questa: “Voglio incontrarmi con il Signore, non voglio perdere il dono della salvezza”. Mi ha colpito perché io ero lì che pensavo: stiamo chiedendo al Signore la guarigione, e magari lui non viene guarito e ci rimane male… Questo malato mi ha dato una lezione di fede.

La terza, Nereida, è una donna che ho battezzato l’anno scorso, sembrava in fin di vita, avevo capito (male?) che aveva un tumore terminale. Invece l’ho trovata viva, ed è stato uno stupore per me rendermi conto che era la stessa dell’anno precedente. Era immobile in letto, anche solo per girarsi aveva bisogno che la figlia la aiutasse. Mi dice: “Ho tutti i nervi rigidi, non riesco a muovere niente”. Con fatica muoveva un braccio. Ha fatto la sua confessione e dopo abbiamo celebrato l’unzione. Alla fine ha chiesto che gli mandassi l’ambulanza, perché da parecchio tempo non andava all’ospedale e sentiva il bisogno di andare a farsi un controllo. Domani Lorenzo la porterà, e prima porterà là il medico per verificare a quale ospedale mandarla e per farle la lettera di riferimento.

Lorenzo sta lavorando sodo con l’ambulanza.

Senza fretta. Perché qui non esiste la nostra tradizione delle pubbliche assitenze.

All’inizio usciva solo lui con l’ambulanza, poi ha cominciato a trovare autisti di fiducia, e allora hanno cominciato a fare i turni.

Infine abbiamo scoperto che c’era un gruppo comunitario che lavora facendo operazioni di salvataggio. Quel gruppo, che si chiama Unità di Prevenzione e Salvataggio Comunitario, stava cercando la maniera di iniziare un’ambulanza. È stato praticamente un invito a nozze.

Così Lorenzo ha cominciato a mettersi d’accordo con il responsabile del gruppo, e alla fine si è fatto un turno di volontari. Attualmente stanno coprendo le ore della sera, dalle 6 alle 9 più o meno.

Ieri Lorenzo ha portato a Nagua (a 300 km da qui) una vecchietta in fin di vita, credo che i suoi la volessero portare a morire al suo paese, è partito alle tre di pomeriggio ed è arrivato alle nove di sera, abbastanza stanco.

E due o tre giorni alla settimana c’è una dializzata di Guaricano che viene portata avanti e indietro dall’ospedale dove le fanno la dialisi.

È un inizio modesto, ma molto promettente!

È da qualche giorno che ci è arrivato a casa il materiale oculistico che ci ha fatto avere Carlo Mosci.

La cassa era in porto da un mese, ma solo l’altro ieri è potuta uscire, le procedure qui sono un po’ lente…

A fine mese verranno lo stesso Carlo Mosci e Massimo Corrazza per montare il tutto e addestrare al suo uso gli oculisti dominicani che ci lavoreranno.

Presto dunque la gente di Guaricano potrà farsi una visita oculistica completa a un prezzo ben accessibile! È una cosa grande, che ci riempie di soddisfazione! e che ci fa dire una volta di più:

Grazie, Signore!

10:27 pm

Sbobinando (28)

Dopopranzo alla missione: due seminaristi stanno dipingendo la scritta Ambulancia, non perché ci sia da riservare un posto (chi glielo porta via, a don Lorenzo?) ma perché così farà la sua figura; scaletta, scatoletta e pennellino, vedrai che bello.

Io sto guardando il lustrascarpe Pepe: ha la faccia triangolare, un po’ palestinese, la fronte spaziosa e il naso che punta dritto verso le labbra; la bocca piccola contiene parte di una dentatura sgangherata, le orecchie sono grandi e un po’ a sventola; ha il modo di parlare delle persone semplici, con l’espressione un po’ felice e un po’ incerta, la lingua che batte sui denti che mancano.

Sui jeans indossa una felpa bluette con lo stemma di una chiesa, sulla schiena leggo: Hacia El Tercer Plan Pastoral, verso il terzo piano pastorale; la scritta è rotonda e al centro c’è un Gesù Cristo sorridente.

Il lustrascarpe Pepe sa di inestricabili nodi interiori; magrissimo, di media statura, i capelli sono corti e più scuri dei baffi brizzolati, ha una barba non fatta da due o tre giorni; le braccia sono sottili e pelose, le dita magre si muovono con grande abilità: con la mano sinistra prende il lucido nero dalla scatoletta che sringe fra le ginocchia, e con le dita spalma il lucido sul mocassino nero in cui ha infilato la mano destra.

Pepe, da quanti anni fa il lustrascarpe? “Ho cominciato a pulire scarpe da piccolo e non ho mai fatto un altro lavoro: avevo 6 anni, ora ne ho 41. Mi sarebbe piaciuto fare qualcos’altro, studiare per diventare avvocato, ma mi hanno mandato a pulire scarpe e questa è l’unica cosa che ho fatto in vita mia”.

Pomeriggio a spasso, vediamo che cosa troviamo. Vediamo se è vero che basta uscire per inciampare nelle notizie: l’ho sempre detto, a volte lo ripeto come se fosse una formula magica.

Ci guida Francesco, un genovese che passa qui buona parte dell’anno. “Sono in pensione, dopo una vita passata in mezzo ai numeri”, racconta.

Lavorava all’Inps (o alla Banca d’Italia?, ndr), anche in missione continua a occuparsi di conti, per esempio quelli della farmacia: “È una formidabile risorsa per la gente del barrio – mi spiega: qui tutto è a carico del paziente, le medicine costano molto, a volte i prezzi sono impossibili. Da noi si possono comprare risparmiando almeno il trenta per cento”.

Non gli chiedo come ciò sia possibile perché la mia attenzione si sposta sull’uomo che sta abbassando la saracinesca, neanche a farlo apposta, di una farmacia. Una gran bella farmacia, a giudicare dalle tre grandi serrande in fila: faranno non meno di cinque-sei metri di vetrine.

L’uomo lavora con calma, posizionando enormi lucchetti e facendoli scattare; poi controlla che siano ben chiusi, sotto gli occhi attenti della signora che gli sta al fianco, alta e bella, vestita con sobria eleganza: maglietta con ampia ma misurata scollatura, giacca beige di buon taglio sopra pantaloni scuri, capelli ramati divisi in mezzo e raccolti da un bel fermaglio.

Lui indossa pantaloni chiari di taglio classico, la camicia azzurra a maniche corte è bene infilata nei pantaloni; se la portasse fuori dai calzoni, la camicia nasconderebbe la pistola infilata nella cintura, ma è chiaro che la pistola, canna d’acciaio e calcio zigrinato nero, è lì per essere vista.

E io un farmacista con la pistola non l’avevo mai visto.

Fossimo a Genova, non mi avrebbe neanche risposto. Io stesso forse non gli avrei neanche fatto la domanda: “Señor, ¿por qué usted tiene la pistola?”.

Come si fa a chiedere a uno con la pistola nei pantaloni come mai tiene la pistola nei pantaloni? A volte si fa. E poiché a Santo Domingo la gente ha la cortesia di rispondere, anche il farmacista con la pistola interrompe le operazioni di messa in sicurezza del suo negozio e mi risponde: “Perché dobbiamo difenderci, non abbiamo alternative”.

Da chi?, gli chiedo, giusto per costruire uno spazio di dialogo. “Dalle bande di delinquenti che infestano le nostre strade”, spiega con garbo, senza alzare la voce.

I suoi trisavoli dovevano essere schiavi portati dall’Africa, chi è venuto dopo s’è incrociato con gente arrivata dall’Europa. Lui è un mulatto piuttosto chiaro, ha i capelli cortissimi e bianchi, porta occhiali senza montatura e stanghette piatte d’oro, è sul metro e settanta, robusto.

Vede le nostre facce perplesse. E domanda: “Quanta polizia ha visto in giro?”. In effetti non molta, ma sono le quattro di domenica pomeriggio e non è che la polizia possa andare dappertutto. “Qui se ne vede poca, mentre di delinquenti se ne vedono tanti”.

Guardo la pistola: le è mai capitato di doverla usare? “No, finora sono stato fortunato”. Chissà se è vero.

…alla posa del primo mattone: sono un po’ questo, la visione delle immagini girate e la verifica delle interviste effettuate. Rappresentano l’autentico inizio della fase esecutiva di un servizio televisivo (vale anche per la radio: la procedura è identica).

Il primo mattone è stato cotto nella telecamera di Tito (quando abbiamo realizzato immagini e interviste), poi è stato messo a seccare (durante i miei dieci giorni di vacanza) nel computer (sempre di Tito) che ha trasformato il contenuto di una dozzina di videocassette digitali in un certo numero di dvd, ciascuno guarnito con pochi ma significativi simboli: il tale dvd contiene le tali videocassette.

Sono gli ingredienti necessari alla preparazione del cibo di cui si nutre il teleutente: appunto, un prodotto giornalistico. Servono immagini, voci, facce, mani, occhi, rughe, sorrisi, dolori. C’è bisogno di persone, delle loro storie, i loro pensieri.

Il mio mestiere è entrare nelle loro storie, nei loro pensieri. Il mio compito è capire se e quando e come le loro cose possano (debbano) essere trasformate in cose di tutti. a volte è pesante. a volte è bellissimo pensare di aver dato voce a persone e storie senza diritto di cronaca.

Sono pensieri che precedono ogni attesa del primo mattone.

9:47 am

Pensieri…

Stamattina andando a fare colazione c’era un silenzio e una pace nuova.. ieri sono partiti donfra, la Benny, Tito, Tarcisio, Milena, Simone e Orietta… tra i ragazzi rimaniamo io e la Eugi..

Stamattina mi sarebbe piaciuto andare alla messa delle 7 ma poi il sonno ha prevalso e alle 8 e 15 ero ancora a rigirarmi nel letto…

Ieri nel pomeriggio ho seguito don Paolo che portava la parola di Gesú tra la gente del barrio… ero incantata di come riuscisse a tirare fuori sempre le parole giuste al momento giusto…. quando invece venivo interpellata io, rimanevo come un pesce lesso senza sapere cosa dire…

Quando parlano i bambini o qualche signora un po’ più anziana solitamente non capisco niente o ben poco, altre volte invece capisco quasi tutto.. parlare peró neanche per sbaglio..

Ieri un bambino del centro nutrizionale, Amber (mi sembra), mi ha regalato un cocco e dopo avermelo dato mi é saltato al collo stringendomi fortissimo… È pazzesco come i bambini ti si affezionino e ti dimostrino il loro affetto..

Oggi credo che ci dedicheremo alla pittura dei tetti o delle aule del liceo… che caldo………………..

Sará meglio andare a pulire un po’ la camera ecc che è in condizioni —-…..

Domani arriverà la nave con la cassa delle apparecchiature oculistiche.

Dovremo aspettare la prossima settimana per sdoganarle, perché non abbiamo ancora il permesso del governo.

Se il Signore ci aiuta la settimana prossima avremo tutto a casa.

Ho introdotto stamattina la pratica di sdoganamento delle apparecchiature oculistiche. Mi hanno accompagnato don Chicco e don Roberto, che sono qua con il gruppo degli Amici del Guaricano

Tra una settimana dovrebbe essere pronto il documento per consegnarci la cassa.

Per quella data dovrebbe arrivare la nave con il carico.

Quando la cassa sarà in porto, prima di portarcela via dovremo andare con un ispettore del ministero della salute per controllare il contenuto.

Poi, ad ottobre, dovrebbero arrivare Carlo Mosci e Massimo Corrazza, i nostri oculisti, per montare il tutto e addestrare gli oculisti locali che lavoreranno che queste apparecchiature.

Poco a poco si fa tutto…

2:41 pm

Arismendy

Arismendy è un ragazzino della parrocchia di 15 anni, che ha fatto la prima comunione pochi mesi fa.

Lo vedo molto positivo: ha cominciato a fare il servizio di chierichetto e si è integrato al gruppo giovani.

Ieri mi ha chiesto di poter dare una mano a Lorenzo, e sono stato felice di dirgli che potrebbe aiutare con l’ambulanza.

Penso anche di dirgli che mi farebbe piacere che andasse agli incontri vocazionali del seminario, mi sembra di vedere in lui la disponibilità a donare la sua vita al Signore nel sacerdozio.

Da ieri pomeriggio Lorenzo sta meglio, la febbre gli è passata, dopo essere arrivata a 39,5.

Stamattina non c”era nessuno che andasse a portare una dializzata al padre Billini con l”ambulanza, e ha preso e l”ha portata lui.

2:22 pm

Ginecologo

Il nostro ginecologo, il dr. Frías, mi ha parlato oggi che vorrebbe venire di pomeriggio.

Naturalmente dandogli di più. Gli ho detto che valuteremo la cosa per l’anno prossimo.

Di fatto nella conversazione ho captato elementi che voglio verificare, perché lui lavora anche all’ospedale di Villa Mella, pagato dallo stato, e sono curioso di sapere che orario fa là.

Da ieri l’inversore del consultorio si stava scaldando, e oggi a mezzogiorno sono riuscito ad andare a darci un’occhiata.

Sembra che il problema sia semplicemente il carico: c’era acceso più dei 1000 W che l’inversore dà, e per questo si surriscaldava.

Ho visto che la lavatrice funziona con l’inversore, e con i suoi 400 W è quello che manda in tilt il sistema. Ho provveduto a dirgli che non la usino quando non c’è la luce.

Oggi pomeriggio sono stato con altra gente della parrocchia a fare le condoglianze a Teresa.

Teresa lavora come donna di pulizia nel nostro consultorio, praticamente da quando si è iniziato. Inoltre è ministro dell’Eucaristia e animatrice di comunità.

È sempre stata molto timida, e solo ultimamente, soprattutto dopo che ha fatto il ritiro di Evangelizzazione, si è sciolta un po’ di più.

Lunedì mattina le è morto il papà, che aveva un’ottantina d’anni, a Villa Mella. Non ho potuto andare il giorno della sepoltura, e così ci siamo organizzati un gruppetto e siamo andati oggi.

Tutti i giorni, per nove giorni, si fa un incontro di preghiera in casa del morto, e l’ultimo giorno si fa una preghiera più solenne.

Ho consegnato stamattina al Ministero della Salute la richiesta di autorizzazione per l’ingresso nel paese dell’apparecchiatura oculistica.

La settimana prossima dovrebbero autorizzarla, e poi rimarrà da andare con un inspettore del ministero al porto per ispezionare la cassa.

Naturalmente oltre a queste pratiche con il ministero della salute c’è da fare le pratiche doganali, le comincerò appena mi arriva il BL (Bill of Lading), che è il documento che accompagna la spedizione via nave.

Stamattina me la sono passata a scrivere lettere.

Tre lettere al Ministero della Salute, per cercare di avvicinare Reny con la sua pasantía, per chiedere il medico pasante per il nostro consultorio, e per richiedere l’autorizzazione a far entrare le apparecchiature per la visita oculistica.

E poi ho scritto anche un documento per la curia: con la faccenda della nuova parrocchia, vogliono una specie di storia della parte della parrocchia dove diventerà una parrocchia nuova. Così l’ho scritta, cercando di ricordare le cose più importanti e significative.

Domani sarebbe bene che la portassi in curia personalmente.

Ciao, sono Lara. Vi racconto la mia giornata che in effetti è stata particolarmente intensa.

Ieri notte sono stata insieme a don Lorenzo con l’ambulanza all’ospedale (ho anche guidato!); lì infatti accompagna due volte la settimana una ragazza che ha bisogno della dialisi e che sinceramente non sembra stare molto bene. Tralasciando condizioni igieniche nelle corsie e nelle sale di aspetto della clinica, la cosa che mi ha un po’ stupito è il fatto che questa ragazza arriva all’ospedale sistematicamente nel primo pomeriggio, si mette in coda per la dialisi e di norma non esce prima delle 11 di sera!!! Ieri poi in via del tutto eccezionale ha terminato all’una passata…

Stamattina sveglia presto per corsi inglese (ci sto prendendo gusto); a metà mattinata insieme al personale della scuola ho preparato un megacartellone che raccoglie i disegni fatti dai miei ragazzi dell’oratorio in Italia per quelli di qua. La cosa ha attirato l’attenzione di todos los niños e durante la ricreazione sono stata letteralmente presa d’assalto da due classi di prima, cioè circa da settanta bambini!

Pomeriggio pieno di lezioni fino alle 17.30 quando ho finalmente cominciato il corso di inglese per i professori. Da ieri Suor Serafina segue le mie due ultime lezioni del pomeriggio e mi da una mano: è indiana e l’inglese lo sa abbastanza, perciò si può pensare che prosegua il mio lavoro quando me ne andrò (stiamo già organizzando…).

Infine verso le sette ho partecipato alla riunione del gruppo giovani che si tiene ogni mercoledì e al quale non posso proprio mancare perchè i ragazzi di qua mi hanno accolto a braccia aperte da subito e ovviamente la simpatia è reciproca.

Sono stanchina, stasera a tavola non vedevo nemmeno il piatto… però sono entusiasta della mia giornata lunga lunga ma volata via in un attimo, alla prox!

Lara

Più di un anno fa ci era arrivata una grossa offerta per mettere su un’ambulanza. È stato un lavoro laborioso, opera soprattutto di Lorenzo, che dall’inizio ha creduto nella cosa e ci si è impegnato a fondo.

Adesso, a 4/5 mesi dal momento che l’ambulanza è stata ultimata, i servizi cominciano a girare.

Attualmente se ne fanno almeno due tutti i giorni: portare a mezzogiorno e riportare indietro a una sera una persona che va a fare la dialisi.

E in più tutti i giorni i medici del dispensario riferiscono all’ospedale qualche paziente grave, e lì esce il terzo servizio giornaliero.

Non c’è ancora corpo di volontari. Lorenzo sta portando avanti la cosa lui, soprattutto per capire le dinamiche dominicane dei pronto soccorso. Abbiamo già contatti con un giovane, responsabile di un’associazione di salvataggio e soccorso, il quale è entusiasta, lui e gli altri giovani, della possibilità della collaborazione. E non dovrebbe passare ormai molto tempo perché si aggiungano all’équipe.

Approfitto di qualche settimana di vacanza a Genova, dalla mia famiglia, per scrivervi con più calma questa lettera, che vuole essere innanzitutto un ringraziamento al Signore per tutto quello che la Missione Diocesana di Santo Domingo ha potuto essere in quest’anno, e quindi un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, ognuno da casa sua, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno intenso, e anche un anno molto particolare. Provo a scrivere le cose principali, perché aiutino me e voi ad amare sempre più quel Signore che ha reso possibile tutto questo.

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Una cosa molto bella che abbiamo vissuto è stata la presenza con noi di Paola Longhi, una sorella di Quinto che per la seconda volta è venuta a passare qualche mese con noi. Paola è stata per noi un dono grande, con la sua femminilità laica, che si è integrata molto bene nella comunità della Missione.

Paola si è integrata nel lavoro della nostra scuola, aiutando la direzione e lo psicologo a trattare un caso abbastanza difficile: una bambina che subiva violenze sessuali in casa da parte del patrigno. La mamma dipendeva economicamente dal marito, e per questo non aveva il coraggio di far uscire alla luce la situazione. Il problema si è manifestato perché la bambina ha cominciato a rinchiudersi in un mutismo preoccupante, e a scuola se ne sono resi conto. Lo psicologo ha parlato con la bambina, ma senza troppi risultati. Così del caso si sono fatti carico Paola, lo stesso psicologo, e la vice direttrice. Hanno portato avanti una serie di riunioni, prima con la madre, poi con il marito della donna. Per Paola è stata un’esperienza significativa, che le ha permesso di entrare in contatto con la vita concreta di una famiglia, e di dare il suo contributo di esperienza.

Ma l’esperienza di Paola si è vista soprattutto nel lancio del gruppo di auto-aiuto. Il lavoro ormai decennale che Paola realizza a Genova con genitori di tossicodipendenti, con malati di cancro e altre persone che vivono situazioni difficili si è concretizzato anche nel tessuto della Missione. Riunendo una decina di uomini e donne, Paola li ha accompagnati in modo che possano a loro volta aiutare altri con questo tipo di cammino. L’esiguità del tempo a disposizione ha lasciato il discorso aperto, e chiediamo al Signore che Paola possa tornare e portare avanti questo lavoro.

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Nella scuola e nella parrocchia Santa Margarita abbiamo invece vissuto una situazione di prova. Una maestra che lavorava come direttrice docente della scuola serale già da tempo aveva difficoltà a vivere una collaborazione serena con il sottoscritto e con il resto dei collaboratori. La cosa si manifestava periodicamente in atti di disobbedienza su cose importanti, in conflitti con membri della Associazione di Genitori, in parole violente verso gli studenti e altre persone.

La situazione, analizzata in ripetute occasioni con il Consiglio Pastorale della Parrocchia, era arrivata a un punto tale che si è dovuto decidere l’allontanamento della direttrice. Pur avendo cercato i momenti e le forme migliori per comunicarle la decisione, il risultato è stato che ella si è risentita fortemente. In presenza del sottoscritto, e anche in presenza dei maestri che lavoravano con lei si è espressa varie volte con foga e anche con rabbia, lamentandosi di essere stata calpestata e trattata a pesci in faccia. La cosa è uscita pure in una riunione di direttori della zona didattica. La situazione è evoluta in maniera peggiore del dovuto per il marito, che era del gruppo dei maestri della scuola serale, e che naturalmente le ha dato man forte. Inoltre tutti i maestri della scuola serale si sono schierati con lei, e tre di essi, tutti evangelici, se ne sono voluti andare dalla scuola. La prova è continuata quando si è scelto il sostituto, perché al non scegliere uno dei maestri suoi collaboratori, gli stessi si sono ulteriormente risentiti. La nuova direttrice, che fa la maestra nel turno del pomeriggio, si è trovata a dover gestire una situazione incandescente, che solo adesso, dopo quattro mesi, sta cominciando ad assumere i toni della normalità.

Questa situazione si è potuta gestire grazie alla compattezza della Parrocchia e dell’Associazione dei Genitori della Scuola, che condividevano e vedevano chiaramente la necessità del cambio. E per me è stato importante anche sapere della preghiera di tanti fratelli e sorelle, al di là dell’Oceano, nella Chiesa che mi ha inviato.

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Continuando a parlare della scuola, nel Liceo questo è stato l’anno dell’informatica. Già si impartiva la materia, prevista dai programmi ministeriali, ma solo in maniera teorica, per la mancanza di un laboratorio. Grazie al Signore, abbiamo avuto questo e altro. Come?

  • Un locale che prima usavo come mio ufficio si è ampliato ed ha potuto alloggiare 13 computer. Sfruttando una tecnologia server-cliente su piattaforma Linux si è potuto realizzare un laboratorio economico ma tecnologicamente all’avanguardia. L’uso di Linux invece di Windows ci ha evitato i costi esorbitanti delle licenze software. E per le macchine clienti non ci sarà bisogno di aggiornarne l’hardware periodicamente, perché si collegano al server, e i programmi girano su quello.
    La presenza di questo laboratorio, anche se limitato (le classi sono di 30 alunni), ha permesso di dare il complemento pratico necessario. Anzi, durante l’estate si è cominciato a tutta birra con un corso accelerato, che hanno frequentato una trentina di ragazzi.
  • La seconda realizzazione è stato il corso di amministratore di sistema. Il Signore mi ha fatto incontrare un ex professore universitario che ha messo su una fondazione per la promozione del software libero. Costui ci ha offerto la possibilità di un corso base di informatica avanzata per trenta studenti della scuola. La cosa bella è che gli studenti hanno accolto con entusiasmo la cosa, soprattutto perché dal dialogo con il professore è emerso che saranno concrete le possibilità di lavoro. I genitori, dal canto loro, sono più che contenti, considerando anche che il corso costerà alle famiglie 150 pesos settimanali (quattro euro) compresi gli spostamenti, quando altri corsi che si trovano in giro costano qualcosa come 500 pesos mensili solo per il corso.

Tutto questo mi riempie di gioia, perché significa opportunità per i nostri ragazzi di inserirsi meglio nel mondo del lavoro e nell’università. Al tempo stesso, ci spinge a mettere ancora più impegno nel dare spessore umano e cristiano al cammino formativo del Centro Educativo.

A questo riguardo, tutti gli anni, in Quaresima facciamo dei momenti di ritiro spirituale per gli studenti: a gruppi di 60, andiamo in una casa molto adatta, e lì cerchiamo di far scoprire ai ragazzi la bellezza del cammino di fede nella chiesa. Non è facile, perché solo una piccola parte dei nostri studenti vengono a Messa. Al tempo stesso è meno difficile di quello che sarebbe qui, perché nella cultura dominicana la religiosità è vista con interesse e non con sospetto come in Italia. E in questi ritiri si risolvono anche tanti conflitti tra studenti della stessa classe, alcuni ragazzi cominciano ad avvicinarsi ai gruppi giovanili della parrocchia, e a giudizio unanime dei professori l’impegno nelle lezioni diventa maggiore.

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Per finire con la scuola, in quest’estate che è passata abbiamo potuto realizzare la terminazione di un pezzo di edificio che era rimasto inconcluso: mancava una parte di intonaco, e il tetto era rimasto indeterminato, nel senso che bisognava decidere se si lasciava come era o si aggiungeva un altro piano. Alla fine abbiamo optato per la seconda soluzione, ma realizzando una struttura leggera in travi di acciaio perché il cemento armato non offriva le adeguate garanzie per la sicurezza dell’edificio.

Ne è venuto fuori una terminazione inconsueta, forse, ma funzionale. Il costo: attorno ai 100.000 dollari. Qui sono venute bene le varie offerte, che, silenziosamente ma in maniera costante, molti di voi hanno inviato. Quando l’ingegnere mi aveva dato il preventivo, con tutti i dettagli dei costi, all’inizio mi ero spaventato, ma alla fine mi sono detto: valeva la pena. Adesso, a lavoro concluso, con spazi in più a disposizione, e con un’aula in più che ci ha permesso di iscrivere più bambini, il mio cuore ringrazia solo il Signore. E, naturalmente, anche ognuno di voi, che siete stati suo strumento per quest’opera meravigliosa.

Adesso, se il Signore ci aiuta, per l’estate prossima si pensa di aggiungere un piano all’altro edificio. Lì alloggeremo il Laboratorio di Informatica della scuola primaria, in maniera che già dalla quinta possano cominciare a prendere dimestichezza con i computer. Oltre a ciò, alloggerà un’aula per l’educazione artistica ed una sala per la biblioteca. Il preventivo dovrebbe essere sui 90.000 dollari, una parte dei quali speriamo di riceverli dalla Regione Liguria. E sono sicuro che la Provvidenza non ci farà mancare il resto.

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La Parrocchia di Santiago el Menor ha vissuto un momento speciale quando sono stati inaugurati i lavori di rimodellazione della chiesa. Don Franco si è fatto in quattro perché tutto rimanesse perfetto, e bisogna dire che c’è riuscito. Il cardinale di Santo Domingo, venuto per l’inaugurazione, ha detto di trovarsi nella “Basilica del Guaricano”. I lavori hanno compreso la costruzione del nuovo presbiterio, l’allargamento della navata, l’intonacatura di una parete mezza nascosta, e la plafoniera che ha finalmente nascosto il tetto in lamiera. Oltre a questo, la parte esterna è stata rimodellata completamente, e resa bella dallo studio architettonico realizzato da una sorella architetta.

La gente è orgogliosa, e finalmente sente di avere una vera chiesa. Un locale più accogliente è segno di una chiesa-comunità più aperta. La domenica seguente all’inaugurazione, don Franco pensava di vedere spazi vuoti in chiesa. Invece, il nuovo spazio in più ha subito trovato chi lo riempisse. Ed è vero che a volte la gente non viene a Messa perché non sa dove sedersi! A don Franco vanno i complimenti di tutti noi!

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La parrocchia di Santa Margarita sta vivendo un momento molto bello, con due uomini sposati che si stanno preparando per essere ordinati diaconi. Marcial e Juan Luis hanno cominciato l’ultimo anno degli studi teologici (sono tre in tutto). Hanno ricevuto il ministero del lettorato, e in questi giorni, purtroppo me lo perdo, il ministero dell’accolitato. Tutta la parrocchia si sente con una gioia grande, perché vede l’opera di Dio nella crescita di questi fratelli.

Per loro la preparazione al diaconato significa un impegno forte per vivere la chiesa e il servizio pieno e disinteressato in essa. Per Marcial l’ordinazione sarà, a Dio piacendo, nel giugno prossimo, mentre Juan Luis farà prima un anno di più intensa pratica pastorale. Questi frutti sono la cosa più bella, più ancora che tante opere di ingegneria, perché è lo stesso Spirito Santo che suscita nei cuori la generosità e la voglia di servire.

Alla celebrazione del lettorato c’era anche suor Cristina. Cristina è un altro frutto dell’evangelizzazione che con l’aiuto del Signore si realizza nella Missione. Tre anni fa aveva iniziato la formazione religiosa nella casa madre delle nostre suore Brignoline, e il 18 Aprile, in Guaricano, ha emesso i primi voti, nelle mani della madre generale suor Daniela, e con la presenza del vescovo ausiliare di Santo Domingo, mons. Amancio Escapa. Anche questo evento è stato un dono specialissimo per la nostra comunità missionaria. L’arrivo di suor Cristina in comunità ha reso più leggera la partenza di suor Roberta, chiamata dalla congregazione ad altro servizio.

E le cose belle non sono finite, perché quest’anno abbiamo avuto l’ingresso di un nuovo giovane della parrocchia al Seminario Minore. Miguel Angel si è aggiunto a Heriberto e Willy, che già erano entrati l’anno scorso. Il Signore mi fa il regalo grande di vedere sbocciare queste vocazioni. Sono solo all’inizio, e dovranno passare molte prove, però sono comunque segno del Signore Gesù che è vivo e continua ad affascinare giovani perché si mettano al suo servizio!

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Ma l’avvenimento principale di quest’anno è stata senz’altro la visita del Cardinal Bertone. Ai primi di settembre è venuto a visitare la Missione, e si è fermato con noi dieci giorni. Sono stati giorni di grazia, anzitutto perché la nostra piccola vita comunitaria è stata arricchita dalla presenza affabile e umana del nostro pastore e di don Stefano, il suo segretario. Ma anche perché le comunità parrocchiali hanno potuto incontrare colui che ha inviato noi preti. Gli incontri nelle parrocchie sono stati momenti di sentire ecclesiale grande. La gente del Guaricano si è sentita amata dalla chiesa genovese!

Il cardinal Bertone ha potuto incontrare anche il presbiterio di Santo Domingo. Non ho potuto essere presente quel giorno a causa di un malessere: ma pochi giorni dopo vari preti dominicani, vedendomi, hanno voluto… farmi i complimenti, per la ricchezza umana e pastorale che hanno visto nel nostro vescovo. Con lui siamo anche stati a pranzo dal cardinale di Santo Domingo e dal Nunzio. Al tempo stesso il cardinal Bertone non si è tirato indietro quando si è trattato di visitare i villaggi e di andare nei settori dove le strade sono ancora di fango. Per tutti ha avuto una parola di affetto e di incoraggiamento.

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La visita del nostro arcivescovo è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione. Dal dialogo è emersa la realtà dell’opera della Missione, che ormai ha “dissodato” bene il terreno. Se quando la Missione è arrivata al Guaricano le cose erano agli inizi, adesso ci sono tre parrocchie, un Centro Educativo e un Dispensario Medico che funzionano a pieno ritmo.

Il cardinale ha visto che è ormai il tempo di lasciare camminare il bambino senza sorreggerlo per le braccia. Così le due parrocchie di Santiago el Menor e di Nuestra Señora del Amparo sono state consegnate all’Arcivescovo di Santo Domingo per essere portate avanti dal clero secolare. È stato un momento non facile, per don Franco che ha passato le consegne, e anche per le due parrocchie, che non possono dimenticare i dodici anni camminati con al fianco la chiesa genovese. Ciononostante, la serenità del trapasso ha reso meno pesante il cambio, e il nuovo parroco, il padre dominicano Federico Marcial, che tra le altre cose parla perfettamente l’italiano perché ha studiato per tre anni a Roma, ha iniziato con gioia il suo ministero.

Don Franco, da parte sua, ha effettuato un forte lavoro di programmazione e preparazione delle attività dei prossimi mesi, in maniera che la transizione fosse la più delicata possibile. E il padre Federico, riconoscente, ha potuto rendersi conto di questo ultimo gesto di generosità ricevuto da Genova. A fine novembre don Franco è partito per Genova. I suoi tre anni sono stati fruttuosi: un giovane è entrato in seminario, è stata fatta nascere l’esperienza dei Ritiri di Evangelizzazione già ben collaudata in Santa Margarita, ed è stato notevole l’impulso dato a tutte le attività parrocchiali, soprattutto a quelle giovanili.

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La visita del card. Bertone ha permesso di delineare anche i progetti futuri: come far fruttare al meglio le offerte che da tante persone generose arrivano alla missione, in maniera libera o come adozioni a distanza?

Oltre al lavoro che già si sta portando avanti, con il Consultorio Medico e il Centro di Nutrizione per Bambini Poveri e Denutriti, il card. ci ha indicato un’altra direttrice importante: cominciare a costruire la nuova chiesa di Santa Margarita. Questa parrocchia ha già una tettoia, peraltro abbastanza funzionale. Però c’è un terreno nuovo, donato già due anni fa da una banca dominicana, con la finalità di costruire una chiesa nella parte più bassa della parrocchia. Per la gente la notizia di questo nuovo e forte impegno della chiesa genovese è stata accolta con l’entusiasmo più grande, perché la presenza di una chiesa, con i suoi locali parrocchiali, significa possibilità nuova per la pastorale e per la carità.

I lavori della chiesa nuova saranno affiancati dall’ampliamento della zona dove si trova l’attuale centro parrocchiale: un terreno al lato della tettoia che vi dicevo è estremamente necessario perché la vita parrocchiale continui ad avere un respiro, e stiamo cercando di comprarlo. Per questo vi chiedo soprattutto una preghiera, in modo che le trattative ci conducano a condizioni che ci permettano di realizzare l’acquisto.

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La visita del card. Bertone ha visto anche l’inaugurazione consultorio nuovo. I lavori di costruzione della nuova struttura sono durati quasi un anno. Abbiamo abbandonato i vecchi locali attigui alla parrocchia di Santa Margarita, e sono stati costruiti i nuovi nel giardino della casa. Chi è stato ed ha visto si è reso conto che la nuova struttura è funzionale, ampia ed aperta a progetti futuri.

Ebbene, il 9 Settembre ha visto, oltre al nostro arcivescovo, anche la presenza del card. López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo, e dell’Ambasciatore Italiano, dott. Giorgio Sfara. Molta gente è intervenuta al solenne atto di inaugurazione, per la gioia di noi preti e delle nostre suore, che lavorano in prima persona nel dispensario.

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Ma il 2004 era anche l’Anno dell’Acqua. Già dalla metà del 2003 in diocesi si era pensato di celebrarlo con la realizzazione di varie opere legate all’acqua nei vari continenti. Per l’America, sarebbe stato portare l’acqua a un piccolo villaggio di 250 famiglie, Duquesa, situato sul limite della parrocchia Santa Margarita.

Don Lorenzo si è messo con molto amore dietro alla realizzazione di questo progetto. Una prima idea di realizzare un pozzo profondo con una pompa per tirare su l’acqua è stato abbandonato per la concomitanza del deposito della spazzatura della capitale. Così si è valorizzato un acquedotto che fino a qualche anno fa portava l’acqua alla piccola comunità, ma che da parecchio tempo non è più in funzione per la rottura dei tubi.

Così, sotto la guida di don Lorenzo, si è realizzata una cisterna di più di 20 metri cubici, nella quale si accumula l’acqua che, intermittentemente, arriva dai vecchi tubi. Da lì, una potente pompa elettrica manda l’acqua verso Duquesa, che è situata su un piccolo altopiano, e che risulta circa 20 metri più in alto del punto dove arrivavano i tubi. Arrivando dentro al villaggio, alcuni rubinetti posti in punti strategici consentono alla gente di rifornirsi dell’acqua necessaria per bere, lavare e lavarsi. La gente della comunità ha aiutato negli scavi, nella messa in posa dei tubi, nella costruzione della cisterna. Cosicché all’impegno della chiesa genovese è corrisposto un impegno anche della comunità locale. Varie persone hanno lavorato vari giorni gratuitamente. Sono gli aspetti belli, che la vostra carità, e le offerte che moltissimi hanno mandato per questo scopo, rende possibili!

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Manca solo una cosa di cui parlare: la nuova ambulanza! Qualche anno fa, una generosa benefattrice ha mandato una somma ingente, perché la Missione si dotasse di un’ambulanza. La cosa è stata realizzata adagio adagio. Non è stato facile individuare il veicolo adatto, comprarlo, adattarlo. Don Lorenzo ha sudato sangue perché tutto fosse fatto bene. Purtroppo non ho foto, ma posso dirvi solo una cosa. L’ambulanza, non ancora inaugurata, ha fatto già due servizi, e Lorenzo ne è stato l’autista.

I prossimi passi da fare sono quelli per formare la comunità dei volontari: autisti, semi-infermieri, telefonisti, ecc. Grazie a Dio si è fatta avanti una associazione che raggruppa vari giovani del Guaricano, con desiderio di dare una mano. Le cose sono in via di definizione, e con l’aiuto di Dio e la vostra preghiera presto l’ambulanza sarà un servizio disponibile per tutti!

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Vi ho parlato poco delle suore. Attualmente sono in quattro.

Suor Modesta è adessa la più vecchia di permanenza nella missione: è arrivata sei anni fa insieme a me e a don Lorenzo. Svolge il suo lavoro nella scuola, insegnando religione nel turno del mattino. Lavora parecchio anche in casa, soprattutto facendo la grande spesa settimanale per la comunità. Inoltre porta avanti il Circolo Vocazionale della Parrocchia, e accompagna vari gruppi di giovani. Suor Modesta è così un punto di riferimento bello della vita di Santa Margarita.

Suor Blessila, in missione da tre anni, è arrivata insieme a Franco. Infermiera professionale, svolge la sua attività nel Dispensario Medico, dove passa le mattinate nella Farmacia e a contatto con il personale medico e paramedico. Silenziosa, lavoratrice, con i suoi scherzi rallegra la vita di casa.

Suor Cristina: di lei già vi ho detto che in aprile è arrivata e ha fatto la sua prima professione religiosa. I tre anni di formazione in Italia l’hanno irrobustita nella preparazione teologica, e la giovane età le rende facile dare la sua testimonianza di amore al Signore e di consacrazione a lui. Attualmente si dedica soprattutto allo studio della pedagogia nell’Università Cattolica di Santo Domingo, dove si prepara per il futuro lavoro nella nostra scuola.

Ultima arrivata, suor Serafina è una donna matura. Indiana, del Kerala (India) come Modesta e Blessila, porta la sua esperienza e la sua preparazione come infermiera. Svolge la funzione di superiora della comunità, e lavora nel Consultorio insieme a suor Blessila. Finora ha un po’ di difficoltà con la lingua (da pochi mesi è arrivata direttamente dall’India), ma la buona volontà è tanta e non tarderà a capire e farsi capire dai dominicani.

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Volevo fare un piccolo resoconto, mi è venuto più lungo del previsto. Ve ne chiedo scusa. Ma sento che in questa maniera mi comincio a “sdebitare” con tanti fratelli e sorelle che hanno sentito come propria, perché di tutta la comunità diocesana genovese, la Missione del Guaricano.

Come avete potuto leggere, l’amore di Dio mette le ali alla carità. Dove dei cuori amano insieme a Cristo, sbocciano i fiori e nascono i miracoli. Quando l’evangelizzazione accompagna la promozione umana, i cuori si aprono a Cristo e le famiglie e le persone guariscono da cancrene pericolose. Gesù è l’unica salvezza, e con il vostro aiuto ci sforziamo di portarlo a tutti. Sappiamo che anche voi, nella nostra amata Genova, vi sentite impegnati per realizzare questo compito meraviglioso. Con l’aiuto di Dio, tutti cerchiamo di portare avanti quest’opera, certi delle parole di Gesù: “Andate e annunciate il Vangelo a ogni creatura. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 28,16).

Grazie! Grazie di cuore, a tutti!