Contributi nella categoria 'Parrocchie'

5:41 pm

Missione

Oggi inizia La Missione Famiglia  (per le coppie) nelle due parrocchie della Divina Misericordia e di Santa Margherita. Le coppie della comunità stanno visitando casa per casa per motivare le famiglie a partecipare.

Anche abbiamo la Missione Infantile a tutti sabati per i bambini che partecipano al catechismo.

Vi chiedo una preghiera speciale per questo motivo.

 

Siamo giunti a Genova, ma non “finalmente “!

Quanto lasciato al Guaricano ritorna con mille risonanze nel mio cuore!

I legami intessuti, reali e ideali, hanno fatto sì che l’Oceano si è rimpicciolito (ancor di più dopo Colombo) e la fredda notte trascorsa sull’aereo del ritorno da S. Domingo non ha cancellato il tepore di una giornata di sole di fine estate in una Madrid pulita e familiare nei suoi colori, distesa nelle sue irregolari ampiezze e varia nelle sue architetture: è stato facile collegarla a S. Domingo, impossibile non ricordarla nelle diverse vicende storiche di un pur importante passato, in cui l’aspetto religioso ha avuto la sua importanza.

A Madrid don Paolo, Lena ed io ci siamo addentrati nei musei di Palazzo reale, mentre Mina e Pino si sono soffermati nei dintorni; ci siamo ritrovati tutti, dopo qualche ora, nella vicina Nostra Signora di Almudena a pregare la Madre di Dio per la Nazione spagnola, affinchè superi le odierne contraddizioni, e per noi, grati del dono ricevuto al Guaricano. Non sono mancati poi, lungo le “calles” e nelle utime ore d’ attesa del volo per Genova all’aeroporto di Barajas, commenti vivaci, battute, momenti di apertura personale e un’attenzione più diretta fra di noi.

Don Paolo, l’infaticabile ! Si rivela guida vigile, sobria e affettuosa, compagno ideale di “cammino”, attento a soddisfare ogni giusta esigenza, a valorizzare “talenti” nascosti, a riequilibrare situazioni relazionali  e ad affrontare imprevisti sempre in agguato. Vero missionario con cui il Vangelo diventa vita, opere concrete e accoglienza profonda dell’altro.

Rivedo a flash le immagini che la mia memoria contiua a mandare in onda…

All’arrivo, durante la Messa serale nel cortile della missione, “padre Pablo” ha subito riattivato, con parole franche e dirette, i contatti con tutte quelle persone accorse a festeggiarlo così numerose e vivaci nelle esternazioni: ha sottolineato la continuità del loro operato, le ha ringraziate e confortate; ha parlato della Chiesa genovese, riportando saluti e proposte per il futuro; ha nominato i religiosi e le religiose che erano stati e sono ad oggi al Guaricano. Al ricordo di don Lorenzo Lombardo, sepolto proprio lì, in quel cortile, circondato da piante tropicali, il Padre ha calamitato i presenti in un raccoglimento intenso e commosso: quella comunità orante era la testimonianza di un amore così grande che non doveva spegnersi mai.

Alla Duquesa… Superati gruppi di ragazzi che trafficavano nella spazzatura, siamo stati accolti nella chiesetta da bimbi stupiti e da vispe bambine con le treccioline luccicanti di fiocchetti. I più grandi attorno all’altare, animavano i canti con i suoni metallici dei tamburelli e di uno strumento a grattugia. All’omelia “Padre Pablo” prende un bambino per mano; uno dei due “si fa cieco” e l’altro sbanda e va a finire sopra i fedeli, coinvolti nel dialogo, che sorridono e rispondono in perfetta sintonia alle domande del celebrante-mimo. La speranza cristiana è in primo piano: nulla è possibile fare senza la preparazione e l’impegno personali, né per se stessi né per gli altri, e il Signore non abbandona dove c’è esigenza di progresso umano. Abbiamo pregato per questa speranza e per rafforzare la nostra fede… al lume di candela, perchè l’energia elettrica spesso mancava!

La visita agli ammalati: la sofferenza nella sofferenza. Pomeriggi infuocati; vie, viuzze che s’intersecano, in modo irregolare, pozzanghere, rifiuti e odori forti; casette continue, uniformi, spesso sbrecciate o incomplete, a muro nudo o sbiadite dai frequenti acquazzoni, di pochi vani, stretti, con spazi esterni che diventano vivibili. All’interno l’arredo è essenziale, necessario, con un angolo pronto ad accogliere l’ospite. Appartato nel suo lettuccio con su un lenzuolo, l’ammalato si assesta con pudore, sorride ai nostri saluti, ma chiede qualcosa alla parente accanto… “padre Pablo” comprende, si avvicina e “parla” con lui; quindi ci chiama per esprimere preghiere singole o comuni, che spesso si mutano in canti d’intercessione in spagnolo e in italiano. Poi benedice tutti. Momenti di commozione, in cui i gesti creano empatia più delle parole: uno sguardo sorridente o solo sereno, una carezza, un ascolto attento, una risposta talora scherzosa e un abbraccio. Ci vengono in mente alcune descrizioni del Vangelo…

Eccoci a visitare le scuole (primaria, secondaria, diurna e serale ), le altre parrocchie e il Centro sanitario e nutrizionale. Occasioni preziose per incontrare insegnanti, allievi e tutti gli altri operatori delle varie strutture. Si discute,  in un  confronto aperto e appassionato,  di organizzazione, di progetti, di difficoltà, di risultati e di come migliorare i servizi. L’accoglienza è sempre calorosa e grata.

Per ultimo un appuntamento, presso il Seminario maggiore dominicano, con il Rettore e con alcuni seminaristi del Guaricano, futuri sacerdoti in queste difficili realtà umane da curare, sviluppare e consolidare.

Noi accompagnatori di don Paolo, accomunati dall’età non più giovane, forti di esperienze personali, ma così diversi l’uno dall’altro per percorsi di vita e per ruoli ricoperti, abbiamo cercato di raccontare e trasmettere quella che riteniamo essere la parte migliore di noi stessi, quella raggiunta con mille difficoltà, impegno e sacrificio. È dunque importante lottare, essere protagonisti della propria storia, conseguire i traguardi sperati e possibili, recuperando sempre dignità, rispetto e affetti. La fede aiuta in questo bisogno di progresso umano.

Caro don Paolo: grazie! Grazie per averci dato l’opportunità di offrire “briciole di amore” per il Pane che rende tutti fratelli.


Stasera con gli amici genovesi abbiamo vissuto l’Eucaristia a Duquesa. L’accoglienza è stata superiore a quella degli altri posti.

Per cominciare, Selenia ha letto una poesia in rima composta apposta per il nostro arrivo.

La celebrazione è stata animata da un coro giovane e che sembrava abbastanza preparato.

Nell’omelia abbiamo meditato insieme sul fatto che un cieco non può guidare un altro cieco, e ho fatto leva sul fatto che a tutti noi fa piacere aiutare gli altri, ma per aiutarli veramente dobbiamo essere preparati.

Alla fine la proposta di una foto insieme è stata accolta con una festa unica. Purtroppo la macchina ha fatto un po’ le bizze, per cui ho dovuto ripetere varie volte la foto del gruppo, e tra tutte vi propongo la migliore.

Grazie, Signore, per la gente di Duquesa!

gruppo agosto 2009Hola toditos! Ciao a tutti!

Sono qui al Guaricano da qualche giorno con alcuni fratelli e sorelle di Genova: Pino, Lena, Lina, Sandra e Mina, la mamma di una persona specialissima che conoscete, Lara.

Ci fermiamo ancora qualche giorno, poi, lunedì, ripartiremo per Genova. Sandra però si fermerà qui fino all’inizio di ottobre, per stare un po’ con le suore e dar loro una mano, soprattutto in cucina. Sandra è alla sua terza permanenza qui nel Guaricano, e tutte le volte porta tanta gioia!

I sei giorni che abbiamo già passato qui sono trascorsi molto alla svelta: Messe, confessioni, visite a malati, incontri con comunità apostoliche… ogni volta che incontriamo un gruppo di persone è una festa: la gioia di rivedere il loro vecchio parroco e la gioia di ricevere visite.

Per quello che mi rendo conto il cammino della comunità è andato avanti. Le comunità apostoliche sono state accorpate per portare avanti un cammino di Lectio Divina simile a quello che fanno le comunità neocatecumenali, e le responsabilità all’interno della comunità sono condivise da più persone, in maniera che tutti sono più stimolati a prepararsi e a dare il meglio di sé.

Una volta al mese tutte le comunità apostoliche e d’altro tipo si incontrano, vivono un piccolo ritiro e organizzano il seguito del cammino con la turnazione dei responsabili.

Viene portata avanti anche la Missione Continentale, che è un’iniziativa di tutte le chiese latinoamericane: è stata realizzata in alcuni dei settori, e alle persone che si sono lasciate toccare dall’amore di Dio è stato offerto un cammino di crescita e l’ingresso a comunità che ora vengono chiamate “nuove” e “nuovissime” secondo il loro grado di avanzamento. Ovviamente il portare avanti le comunità suppone un gran lavoro di animazione e di formazione dei responsabili, cosa che portano avanti i diaconi e le persone più in gamba.

I tre preti dominicani che portano avanti il lavoro qui sono molto in gamba, e ho fiducia che aiuteranno vivamente la comunità.

8:29 am

Impressioni

Sono già trascorsi alcuni giorni in Guaricano. Questa esperienza ci ha arricchito per valorizzare quanto per noi è scontato. L’importanza dell’acqua che da noi è potabile e scorre sempre e che spesso sprechiamo! Qui non è potabile e spesso non arriva e ci si devono lavare i denti con quella minerale!

La corrente elettrica che noi abbiamo sempre e che, per noi, quando manca momentaneamente è un’ansia!… Qui è un’abitudine e una cosa naturale averla a ore.

Camminare a piedi nudi su strade dissestate e con spazzatura per noi è pericolo di infezioni e tetano!… Qui è un vivere giornaliero sia per gli adulti che per i bimbi.

Noi, spesso, non accogliamo nelle nostre abitazioni le persone per il disordine! Qui non guardano all’estetica ma all’ospitalità, all’incontro.
Qui c’è solidarietà specialmente tra poveri! Quando c’è un malato sono tutti uniti per aiutarsi vicendevolmente! I valori umani si trovano proprio qua.

A Duquesa , dopo aver percorso una strada sterrata con ai lati ragazzi (grandi e piccoli) intenti a dividere i cartoni dalla plastica nella spazzatura per poi vendere per avere qualche pesos, Don Paolo ha celebrato la Messa al buio e a lume di candela. È stata per noi molto suggestiva.
Al momento dello scatto della foto c’è stato un boato unico e generale da pelle d’oca (nonostante il caldo umido terribile, per noi), INDIMENTICABILE!!!

Speriamo resti sempre in noi il dovere di testimoniare e ringraziare il Cielo per quanto abbiamo ricevuto e la fortuna di essere nati a Genova.

Ieri è stata una giornata indimenticabile per la diocesi di Santo Domingo e per la comunità del seminario Redemptoris Mater perché Tulio Matos Cordero è divendato sacerdote. Durante la omelia il Cardinale Nicolás de Jesus ci ha tramesso la sua gioia e ha anche affermato che tutti i sacerdoti devono seguire Gesù anche nei momenti più difficili.

Oggi don Tulio ha celebrato la sua prima messa nella parrocchia di Nuestra Señora del Amparo, erano presenti tutti parrocchiani e i suoi famigliari, le sue persone care e gli amici.

Fra alcuni giorni don Tulio diverrà parroco di Santiago el Menor.

Questo per noi è un’allegria e una gioia, perché dopo che andato via don Franco non c’era un parroco fisso, e ultimamente c’era p. Guarionex che portava avanti due parrocchie. Adesso che hanno una parrocchia ognuno è per lui un grande aiuto. I parrocchiani sono molto contenti.

Stasera il card. Bagnasco ha presieduto a Oregina la Messa di trigesima della morte di don Lorenzo.

La chiesa era strapiena. Molta gente, di Oregina, delle parrocchie vicine, di San Sisto, di Valleregia. Presenti molti anche di coloro che hanno visitato la missione in questi anni: Lara, Riccardo, Giulia, Gabriele, Alice, Carmen, Paola, Francesco,… sicuramente dimentico moltissimi!

C’erano anche suor Valeria, suor Roberta e suor Susanna, mentre non ha potuto venire Taína, ormai novizia.

Generosa la partecipazione dei preti, almeno una quarantina: suoi compagni di seminario, e molti che l’abbiamo conosciuto e stimato.

Don Giandomenico Torre ha rievocato la vita di Lorenzo, mentre è toccato a me dire qualcosa della morte, dei funerali, dei nove giorni di celebrazioni. E il card. Bagnasco ha indicato alla gente l’esempio dei fratelli dominicani, con la loro partecipazione attiva alle Messe del novenario, con l’accostarsi al sacramento della riconciliazione, con l’amore e l’affetto dimostrato a Lorenzo.

Peccato che non c’erano le immaginette per distribuire a tutti. Sono state date solo ai preti presenti.

Una bella manifestazione d’affetto per Lorenzo, anche qui a Genova!

Dopo la Messa di trigesima di don LorenzoAnche in Guaricano abbiamo celebrato la S. Messa per don Lorenzo, è stato stamattina alle sette, ad un mese dalla sua morte. Hanno concelebrato padre Francisco Caraballo, padre Guarionex, don Giulio, c’era Marcial ed erano presenti molti fedeli delle nostre parrocchie.

Durante l’omelia don Giulio ha raccomandato a tutte le comunità la vicinanza alle suore perchè non si sentano sole; ha detto che la tomba di don Lorenzo sarà il legame tra Genova e il Guaricano e che spera, se Dio vorrà, di poter ritornare.

Padre Francisco ha presieduto la celebrazione essendo sacerdote novello. Ha ricordato la sua amicizia con don Lorenzo nel 1992 prima di entrare in seminario.

La sera dell’ordinazione padre Francisco ha celebrato la sua prima Messa nella parrocchia di Santiago el Menor, circondato dai genitori, dai fratelli (una delle sue sorelle, Carmen Nelly, ha fatto la professione religiosa poco tempo fa) e da tutti i parrocchiani. È stata una grande festa di canti, luci e commozione. Il novello sacerdote ha voluto che facesse l’omelia don Giulio Boggi perché con la sua esperienza di vita sacerdotale gli desse alcuni consigli per l’inizio del suo ministero.

Don Giulio facendosi guidare dalla Parola di Dio gli ha proposto di tenere come suo modello Gesù, di riconoscere ed accettare con umiltà i propri difetti, essere pronto a portare la croce delle difficoltà che incontrerà, obbedire al vescovo per essere disposto ad andare dovunque il vescovo lo manderà, le pregare per trovare la forza in Dio.

Da oggi l’arcidiocesi di Santo Domingo ha otto nuovi sacerdoti. L’avvenimento è stato celebrato con la presenza di un gran numero di sacerdoti, religiosi e laici. Ha presieduto il cardinal Nicolás insieme al Nunzio Apostolico e ai due vescovi ausiliari.

Concludendo la celebrazione il cardinale ha anunciato che verranno due sacerdoti a fare i loro servizi in Guaricano insieme ad un sacerdote sperimentato, padre Lorenzo Varges. Uno di loro sarà padre Francisco Caraballo. Quando l’arcivescovo ha dato questo annunzio, nello stadio si è alzato un boato nel settore dove erano presenti i nostri parrocchiani. Domenica 7 settembre tutti e tre cominceranno il loro servizio a Santa Margarita e alla Divina Misericordia.

Vi chiedo di accompagnarli con le vostre preghiere.

La sera del giorno 18 suor Blessila e suor Cristina sono andate a prendere all’areoporto don Giulio Boggi che da tempo aspettavamo per l’ordinazione sacerdotale di Francesco Caraballo della parrocchia di Santiago el Menor. Era stato lo stesso don Giulio ad accompagnare Francisco in seminario. Anche per noi è stata una grande gioia riavere con noi un sacerdote.

In questi giorni don Giulio ha potuto dare alle nostre comunità la celebrazione dell’Eucaristia con grande gioia per i fedeli. Anche per lui è stata una grande gioia rivedere tanti fratelli e sorelle, e non si sono risparmiati gli abbracci.

Bajo tu amparo nos acogemos, “sotto la tua protezione ci rifugiamo”: don Lorenzo a suo tempo ha scritto questa frase nell’abside della parrocchia del Amparo che custodisce la statua della Madonna della Guardia.

Abbiamo iniziato la novena il 21 e la concluderemo il 29 sentendoci uniti alle celebrazioni del monte Figogna. Don Giulio che  non potrà essere presente alla conclusione perché sarà in viaggio è stato invitato dal parroco padre Guarionex ad iniziare la novena e cosí ha potuto riabbracciare molti fratelli di quella comunità.

Ieri, dopo essere stato con noi 15 giorni, don Paolo è ripartito. Lo abbiamo accompagnato all’areoporto e ci siamo sentite sole e senza l’appoggio dei sacerdoti con i quali abbiamo sempre condiviso il lavoro e tanti momenti della nostra vita. In questo tempo è stato molto importante l’appoggio della gente del Guaricano.

In occasione dell’onomastico di Lorenzo, oggi 10 agosto, domenica, abbiamo celebrato di nuovo vicino alla tomba la Messa della sera.

Ed è stata un’occasione in più perché la comunità si riunisse ricordando il dono che Lorenzo è stato per il Guaricano.

L’ultima celebrazione del novenario di don Lorenzo è stata molto partecipata e sentita. Se gli altri giorni c’erano due/trecento persone, oggi ce ne sono state un migliaio.

Il nuovo nunzio, mons. Józef WesolowskiLa Messa è stata presieduta dal Nunzio Apostolico, che in gennaio è cambiato, adesso è un polacco, certo mons. Józef Wesolowski. E c’era anche il parroco di Santiago el Menor e Nuestra Señora del Amparo. Si è fermato a cena, e dopo cena ho approfittato per trasferirgli i documenti delle sue due parrocchie, che dal tempo di don Giulio erano nell’ufficio della Missione.

Naturalmente non potevano mancare i nostri diaconi, Marcial e Juan Luis.

Da parte mia anche oggi ho celebrato abbondantemente il sacramento della Riconciliazione. Credo che in tutti questi giorni si sono confessate circa trecento persone! (a Genova non le confesso in un anno). Nonostante influenze e mal di gola ce l’ho fatta, ed è stata una grazia per me!

Stiamo facendo i nove giorni di lutto per don Lorenzo.

Tutti i giorni si celebra l’Eucaristia qui in casa, dove è stato sepolto. Ogni giorno un prete diverso presiede la Messa.

Da parte mia, oltre a concelebrare, dedico tutto il tempo prima e dopo la Messa a confessare. Praticamente dalle 16.30 alle 20:30, con l’interruzione per la Messa dalle 18 alle 18.30. È questa per me una benedizione grande. Ho lanciato l’amo alla comunità quando c’è stato il funerale, e la risposta è stata ed è fantastica. Oggi, in particolare, lo spazio delle confessioni è dedicato ai giovani, e spero di avere molto lavoro!!!!

Nel frattempo abbiamo saputo che giovedì la Messa dell’ultimo giorno del novenario sarà presieduta dal Nunzio Apostolico. Oggi l’ho sentito, e dal momento che non ha conosciuto don Lorenzo se non di striscio gli ho presentato la sua figura e il suo lavoro a Genova e qui.

Da tre giorni siamo accompagnati anche dalla pioggia, che inizia verso le 16 e continua in maniera intermittente ma ogni tanto fragorosa fino a sera. Ma neanche questo ha fatto diminuire le presenze. Ogni giorno ci sono dalle 200 alle 300 persone, di tutte le cinque parrocchie del Guaricano. È un tributo di stima e di preghiera molto significativo verso Lorenzo. La decisione della sorella di rispettare la volontà del defunto e di seppellirlo qui viene valorizzata al 100%!

Stamattina ho potuto presiedere l’Eucaristia alla Divina Misericordia. La gente mi sembrava meno del solito, ma forse è perché siamo in estato e ci può essere gente in vacanza. Accoglienza festosa, tanti abbracci pieni d’affetto.

Poi, alle 9.30, la Messa dei giovani a Santa Margarita. Come sempre, inizio Messa con poca gente, ma alla predica ce n’erano molti di più. Il Vangelo parlava della moltiplicazione dei pani, e da noi c’è stata invece la moltiplicazione della gente!

Stasera avremo la Messa dei nove giorni di lutto di Lorenzo in casa, la presiederà padre Cecilio Sosa, che è nostro amico (mio, di Lorenzo, delle suore) fin da quando era in seminario. E si fermerà a cenare e a dormire da noi.

Yohana e Anyelo nel giorno delle loro nozzeLa dipartita di Lorenzo è stata per me l’occasione di benedire le nozze di Yohana, la segretaria della scuola.

A differenza dei più, si è sposata in maniera diretta, senza cioè passare per convivenze o matrimoni civili.

È una ragazza molto in gamba e ben formata, è catechista dei giovani, ed è abbastanza attiva nella comunità.

Anyelo, il suo (ormai) marito, è un ragazzo di pochissime parole, ma che viene da una famiglia di fede sincera, la madre, Teresa, è ministro straordinario della comunione.

Quando a marzo mi avevano scritto per posta elettronica del loro matrimonio mi avevano chiesto se ci sarei stato, e non avevo detto di no, perché in fondo non si sa mai. E il Signore ha voluto che ci fossi. Grazie, Signore! Sono stato felice di benedire questo matrimonio!

Auguri, Yohana e Anyelo, ad multos annos!

Il corteo funebreAl termine dell’ultimo funerale si è snodato il corteo funebre verso la Casa della Missione, dove Lorenzo sarà seppellito.

Il trasporto della bara

La bara è stata portata a mano dai ministri delle cinque parrocchie. Con orgoglio hanno voluto “servire” colui che per tanti anni ha servito loro presiedendo l’Eucaristia e amministrando la Penitenza e l’Unzione dei Malati.

La polizia ha dovuto scortarci, perché la folla occupava interamente la strada.

La bandiera davanti al corteo funebreDavanti il cero pasquale, simbolo di Cristo risorto, nostra speranza, e subito dopo la bandiera dominicana, nella quale Lorenzo si era avvolto il 3 gennaio, alla fine della Messa di saluto mio e suo. Lorenzo aveva fatto questo gesto per esprimere la sua identificazione con il popolo dominicano, e il fatto è stato ricordato durante i funerali. Con orgoglio, quindi, i guaricaneros hanno portato solennemente questa bandiera davanti al feretro.

Prima della sepolturaNel giardino della Missione la fossa era pronta. L’ultima benedizione, evocativa della presenza del Signore Gesù nel cammino di Lorenzo verso l’eternità.

La sepoltura di LorenzoIl feretro è stato deposto nella nuda terra, come lui aveva sempre desiderato ed espresso. Come un piccolo seme è stato depositato nella terra, in attesa della risurrezione dell’ultimo giorno.

Stasera c’è stato l’ultimo funerale di don Lorenzo.

A Betania c’era tantissima gente. C’erano le cinque comunità parrocchiali nate dal lavoro della Missione: Santiago el Menor e Nuestra Señora del Amparo, delle quali Lorenzo è stato parroco per tre anni, Santa Margarita, la Divina Misericordia e Santa Virginia, le tre di cui io ero parroco e Lorenzo curato nei seguenti sei anni.

Al termine del funerale i rappresentanti delle cinque parrocchie hanno ringraziato il Signore per Lorenzo e per i doni del Signore con i quali ha svolto il suo ministero. Anche il padre Guarionex, attuale parroco si Santiago e Amparo, ha fatto presente la disponibilità che Lorenzo ha avuto verso di lui tutte le volte che aveva bisogno.

Questo momento delle testimonianze è stato il più toccante, moltissime persone piangevano a dirotto, anche io mi sono commosso.

Dopo la Messa di stamattina si è definito anche che Lorenzo rimarrà qui. La sorella ha chiesto che venisse rispettata la volontà di Lorenzo, e l’arcivescovo ha voluto anche lui accettare questa indicazione. Da parte sua, la chiesa dominicana è ben contenta di tutto ciò.

La statua dell'altagracia vicino alla quale sarà seppellito LorenzoAbbiamo allora chiesto al municipio il permesso di seppellire Lorenzo nel giardino della casa della Missione, ai piedi della statua della Madonna dell’Altagracia che Lorenzo ha posto due anni fa, e ci è stato accordato.

Tra poco ci saranno gli ultimi funerali, ai termine dei quali porteremo Lorenzo processionalmente al luogo della sua sepoltura.

Stamattina mons. Pablo Cedano, vescovo ausiliare di Santo Domingo, ha celebrato il terzo funerale di don Lorenzo.

Ha avuto parole di sincero affetto e di riconoscenza per Lorenzo, ricordando lavoro svolto da lui insieme al resto della missione: don Lino, don Giulio, don Franco, il sottoscritto, le suore.

I quasi dieci anni che Lorenzo ha passato in terra dominicana, ha detto, sono stati fruttuosi, sono stati un seme che ha fatto germinare e crescere una comunità cristiana.

La salma di LorenzoA Miami ho saputo che Lorenzo è mancato questa mattina. Durante tutta la giornata di ieri i medici dell’ospedale non avevano sciolto la prognosi.

Si sapeva cosa c’era. Ischemia cerebrale ed edema polmonare. La morte è sopraggiunta nelle prime ore del mattino.

Se n’è andato in punta di piedi, come desiderava. Il Signore gli ha concesso il riposo delle sue fatiche.

Già ieri tutta la comunità si era raccolta in una preghiera fervente. E oggi ancora di più. A Santa Margarita c’è stata tutto il giorno moltissima gente. Domenica pregando, cantando, supplicando il Signore perché Lorenzo potesse farcela. Oggi aspettando il traslado della salma. Questa stessa assemblea di fede lo ha accolto in mattinata. Secondo quanto ho raccolto, con molto dolore, ma animata dalla speranza.

In tarda mattinata la prima Messa di corpo presente, presieduta da vari parroci della zona pastorale. Poi, nel pomeriggio, è stata la volta del cardinale Nicolás López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo: anche lui ha celebrato l’Eucarestia per Lorenzo.

Io sono arrivato in parrocchia verso le 19.30. Molti abbracci per me. “Non pensavamo che saresti dovuto tornare così presto”. E realmente, neanch’io pensavo di visitare così presto la missione che ho lasciato a febbraio.

Il viso di Lorenzo appare composto. Attorno a lui varie corone di fiori, delle parrocchie e del comune. Molta gente in preghiera. Lo veglieranno tutta la notte.

Adesso bisogna pensare se lasciare qui la salma di Lorenzo o portarla a Genova. Lorenzo aveva espresso ripetutamente il desiderio di essere seppellito qui. Domani mattina sentirò mons. Palletti per sapere che idea ha il nostro arcivescovo.

Lorenzo, riposa in pace, il Signore Gesù custodisce la tua anima in vista della risurrezione dei morti.

Vi presento il testo di una relazione che farò il prossimo settembre al corso diocesano di formazione per catechisti.

Ho avuto la grazia di lavorare nella Missione Diocesana del Guaricano, a Santo Domingo. Il card. Tettamanzi mi ha inviato per rimanervi due cicli di tre anni ognuno, ma le circostanze e, io credo, la Provvidenza del Padre, hanno voluto che vi rimanessi tre cicli, per un totale di nove anni. Mi sono serviti tutti: i primi tre per rendermi conto di dov’ero, brancolando quasi nel buio di un ambiente che stavo imparando a conoscere; i secondi tre per impostare il lavoro di evangelizzazione; gli ultimi tre per consolidare quanto impostato.

L’esperienza missionaria mi ha aiutato a maturare una visione e una pratica più profonda di alcuni aspetti, che voglio condividere con voi.

Anzitutto, ho interiorizzato il dato tante volte affermato anche qui da noi, anche se difficile da attuare: che “prima” dei bambini bisogna evangelizzare e catechizzare gli adulti. Questa presa di coscienza è passata attraverso due esperienze: la pratica del catecumenato dei giovani e degli adulti, e l’implementazione di percorsi di rievangelizzazione degli adulti.

1. Il catecumenato

Come funziona il catecumenato nell’arcidiocesi di Santo Domingo? La diocesi non ha ancora dato indicazioni definite sui tempi di formazione, ma a livello liturgico le cose sono semplici, perché il RICA è lì, per loro come per noi, e si tratta di studiarlo e di applicarlo. Chi ha interesse può trovarlo sul web sul sito maranatha.it. Ma la vera difficoltà a Santo Domingo è lo scollamento tra la vita e la fede, e in particolare tra la fede e la famiglia.

A Santo Domingo c’è almeno un 30% di persone che si considerano cattolici (potremmo dire per tradizione più che per una fede viva) ma non sono battezzati, e la stragrande maggioranza sono conviventi senza nessuna intenzione di sposarsi. La Chiesa intende che non ha senso battezzarsi e continuare a convivere, ma la gente non lo capisce, e anche vari preti sostengono che il battesimo è un diritto, e che quindi i conviventi si possono battezzare.

Questa situazione comportava una battaglia senza fine per far capire che si deve fare insieme la preparazione al Battesimo e al Matrimonio, e che chi convive si battezzerà quando sarà disposto a sposarsi. E poi, dei cento catechisti che nel corso degli anni sono riuscito ad avere, almeno tre o quattro non sono mai riusciti a comprendere neanche loro tale questione, e quindi di fronte agli adulti che esprimevano loro la “difficoltà” per battezzarsi non erano in grado di offrire una risposta chiara, e a volte peggioravano ancora di più le cose.

Al di là di queste difficoltà, avevamo ogni anno una decina di adulti e una ventina di giovani che si battezzavano. Seguivano la catechesi per lo meno dal mese di settembre; verso gennaio i catechisti facevano il discernimento di chi era maturo per battezzarsi, e con la quaresima iniziava la preparazione liturgica e quella catechetica specifica, con sei/sette incontri dedicati a sviscerare il battesimo e il suo significato.

Nella solenne vigilia pasquale la celebrazione del battesimo. Ho avuto la gioia di poter allestire nella chiesa parrocchiale la piscina battesimale secondo l’uso antico. Ha una profondità di circa un metro, ed è dotata di tre scalini per scendere nell’acqua. Il catecumeno scende gli scalini, e si immerge tre volte nell’acqua con tutto il corpo, mentre il sacerdote pronuncia la formula del battesimo. La simbologia della morte e risurrezione di Cristo è plasticamente resa dalla triplice immersione ed emersione. La prima volta che abbiamo fatto i solenni battesimi per immersione molti fedeli della parrocchia si sono avvicinati a me e mi hanno chiesto: “Posso battezzarmi di nuovo?”. Ovviamente la mia risposta era un chiaro “no”, e tuttavia mi colpiva l’entusiasmo che quella modalità aveva stimolato.

L’implementazione del battesimo per immersione in rapporto alla modalità per infusione – che peraltro era richiesta in soggetti malati o in donne mestruate – ha la stessa valenza della comunione sotto le due specie rispetto a quella al solo Corpo di Cristo. Nulla manca nella modalità più “povera”, ma nell’altra il segno viene espresso in tutta la sua ricchezza.

La cosa più difficile, con i nostri catecumeni, era la perseveranza. In Repubblica Dominicana c’è di sottofondo una percezione superstiziosa del battesimo, percezione che illustro con un curioso aneddoto. Il parroco di una parrocchia viciniore stava battezzando vari giovani che i suoi catechisti gli avevano preparato; i giovani si avvicinavano al battistero senza nessun documento in mano; tra di loro c’era un delinquente, che non apparteneva al gruppo, ma che si era introdotto nella fila dei battezzandi; e questo perché? Perché la nonna, donna “di fede”, gli aveva suggerito che, se fosse stato battezzato, il Signore l’avrebbe protetto nel suo “lavoro”, e gli sbirri non gli avrebbero messo le mani addosso! Il parroco in questione non sapeva niente di tutto ciò, e fidandosi dei suoi catechisti, battezzò tutti i giovani, compreso il delinquente. Venne a conoscenza della cosa solo dopo alcuni mesi, perché gli dissero che il tizio era morto in uno “scambio di spari” con la polizia.

In questa cultura, quindi, la perseveranza dopo il battesimo non era per niente scontata. Posso dire che la maggioranza dei giovani e degli adulti che si battezzavano spariva dalla chiesa il giorno dopo la domenica in Albis. Mi aveva poi colpito fortemente il rendermi conto che una di queste giovani, che a me pareva una ragazza veramente in gamba, un anno dopo il battesimo era già diventata evangelica!

2. I percorsi di rievangelizzazione degli adulti

Il secondo aspetto che il Signore mi ha condotto a privilegiare durante il mio lavoro a Santo Domingo è stato la rievangelizzazione degli adulti. Basandomi sull’ottimo lavoro svolto da don Lino Terrile, che ho sostituito, ho potuto organizzare in maniera più organica alcuni aspetti che grazie a lui erano già diventati tradizione nella parrocchia: le missioni parrocchiali e i ritiri di evangelizzazione.

Don Lino aveva fatto nel 1994 la prima missione parrocchiale d’agosto. Per quindici giorni la parrocchia non faceva altro che percorrere tutte le strade e presentarsi a tutte le case. Opportunamente preparati, i laici andavano due a due, realizzando una visita nella quale avevano spazio un breve annuncio del kerigma, una piccola testimonianza della propria conversione al Signore, e l’invito a iniziare un cammino nella Chiesa; concretamente, si invitava a una Messa o celebrazione serale nello stesso settore. Tali missioni si erano ripetute tutti gli anni, e la gente le viveva con gran entusiasmo.

Don Lino aveva organizzato anche vari Ritiri di Evangelizzazione. Si trattava di esperienze di annuncio di Cristo e dello Spirito, qualcosa di simile ai Cursillos de Cristianidad che conosciamo. Tutti gli anni se ne faceva almeno uno, e molta gente vi aveva trovato la grazia della conversione.

Dopo alcuni anni in cui avevo continuato a fare più o meno le stesse cose, mi stavo chiedendo se non si poteva fare il tutto in maniera migliore. In realtà non avevo ancora presente il nocciolo della questione, che invece mi sarebbe diventato chiaro più avanti. Il Signore volle che andassi a cercare la comunità che aveva portato alla Repubblica Dominicana i ritiri di evangelizzazione, e la trovai nella Fraternidad de los Misioneros de la Cruz. Questi risultarono essere un movimento apostolico nato in Messico. Il fondatore, un certo padre Alfonso Navarro (morto nel 2003), aveva messo insieme in un piano pastorale organico le esperienze migliori che aveva conosciuto attorno a sé. Ne era nato il piano pastorale che egli chiamò SINE, Sistema Integrale di Nuova Evangelizzazione. Di tale Sistema era un elemento chiave il ritiro di evangelizzazione che già conoscevo, ma esso era inserito in un percorso che voleva portare il cristiano “principiante” a vivere la pienezza della vita cristiana.

Ringrazio il Signore che le persone che la Fraternità mi mandò e che mi accompagnarono nell’implementazione di tale sistema furono molto rispettose del mio ministero di parroco. Ero personalmente convinto che non aveva senso prendere un “prodotto pastorale” e implementarlo a scatola chiusa; al contrario, era necessario un discernimento per vedere cosa e come applicare alla nostra realtà parrocchiale. Fu così che iniziammo questo nuovo piano pastorale, nella maniera che vi spiegherò adesso in dettaglio. Parlerò non al passato ma al presente, perché tale processo continua ancora nella parrocchia. La comunità lo sente suo.

Il punto fondamentale è che bisogna incamminare le persone a un processo che li faccia maturare.

Si inizia con l’annuncio entusiasta dell’amore del Signore. Esso ha luogo nella missione parrocchiale annuale: in ogni missione quanti dimostrano interesse e volontà vengono invitati a preparasi al ritiro di evangelizzazione. Oltre a ciò, le persone già evangelizzate visitano sistematicamente una ventina di famiglie ognuna, e anche qui dove c’è la sensibilità sufficiente invitano a prepararsi per il ritiro di evangelizzazione.

E di fatto con quanti si lasciano “pescare” si inizia un piccolo cammino di preparazione, circa due mesi, con incontri settimanali fatti in varie case vicino a dove vive la gente. In questi incontri un fratello evangelizzato introduce, con piccole pennellate, i temi che verranno sviluppati nel ritiro di evangelizzazione. L’intento è duplice: preparare i cuori a ricevere il messaggio di Cristo salvatore, e saggiare la capacità di perseveranza.

Così si arriva al ritiro di evangelizzazione. Tutta la comunità parrocchiale è coinvolta, chi nelle varie equipe del ritiro, chi nell’adorazione eucaristica continuata durante tutto il tempo del ritiro. E il ritiro prende due domeniche intere, iniziando con la Messa comunitaria delle sette di mattina della prima domenica e terminando con la Messa d’orario delle sette di sera della seconda. La prima domenica è dedicata ai temi cristologici: dopo l’annuncio dell’amore del Padre, la presa di coscienza del peccato, l’annuncio di Cristo vincitore del peccato, l’esigenza di convertirsi e di vivere nella fede e nella comunità cristiana. La seconda domenica inizia con la liturgia penitenziale, ma dopo si snoda nell’annuncio dello Spirito Santo, donato nella Pentecoste, nella storia della Chiesa, e nel nostro oggi. E si fa l’esperienza dello Spirito, invocandone la venuta su ognuno dei presenti. Nella celebrazione eucaristica finale si riassume il tutto e i partecipanti sono accolti dalla comunità parrocchiale e dai loro familiari.

Il ritiro di evangelizzazione ha un’appendice il sabato o la domenica seguente: si ascoltano le testimonianze, spesso commoventi, di quanti hanno partecipato, e si lancia il “cammino di perseveranza”, che consisterà in una catechesi di dodici settimane incentrata soprattutto sulla vita di comunità.

Al termine di tale catechesi si formano le comunità apostoliche. Sono comunità praticamente chiuse, composte cioè soltanto da quanti hanno realizzato il percorso, e che si riuniscono settimanalmente in una casa per un incontro di tre ore fatto di preghiera, di studio di una catechesi scritta, e di condivisione di vita. In queste comunità si genera un legame affettivo molto forte tra i membri, legame che aiuta a mantenersi nel cammino. Al tempo stesso la rete dei responsabili di tali comunità diventa in maniera naturale un veicolo sia di comunicazione con le persone impegnate della comunità, sia di coinvolgimento nelle iniziative parrocchiali.

Oltre al cammino nella comunità apostolica, gli “evangelizzati” ricevono un “fratello maggiore” che fa loro una sorta di leggera direzione spirituale mensile, e versano la “decima” delle loro entrate. A livello di pastorale vengono loro affidate venti famiglie da visitare mensilmente (la “decima del tempo” che danno al Signore). In questa visita mensile, oltre che nelle missioni parrocchiali, viene lanciata continuamente la rete dei pescatori di uomini.

Abbiamo iniziato con questo processo evangelizzatore continuo nel 2001. I primi ad essere coinvolti sono stati coloro che erano già impegnati nella parrocchia. Dopo di loro il Signore non ha mai smesso di chiamare, e al momento in cui ho lasciato la missione erano passati per questo processo di rievangelizzazione circa seicento persone. Riiniziavamo una o due volte all’anno il processo, ogni volta con un minimo di cinquanta e un massimo di duecento persone (tenere presente che la parrocchia aveva diecimila famiglie). La maggior parte di loro ha perseverato, qualcuno ha cambiato casa, qualcuno si è stancato, qualcuno di loro è addirittura diventato evangelico (sic!). E per me il vedere che il processo ha funzionato, e che con il tempo si è rafforzato, ha fatto capire che è possibile realizzare qualcosa di simile in tutte le situazioni.

Certo, non prima di aver conosciuto a fondo la comunità, le sue potenzialità, le sue esperienze, i suoi gusti. Nel caso mio del Guaricano ho impiegato tre anni per arrivare a questa conoscenza. E ho fiducia nel Signore che anche dove il Lui mi ha mandato ora riusciremo a mettere insieme qualcosa di grande e bello.

3. La catechesi “vicino alla gente”

Il terzo aspetto di cui vi vorrei brevemente parlare è il fatto che al Guaricano la catechesi si faceva “vicino a dov’era la gente”. Trovandomi a lavorare in una realtà di diecimila famiglie, sparse su una superficie di cinque chilometri quadrati, non era possibile il modello nostro della catechesi in parrocchia. Ho dovuto quindi puntare a una catechesi decentrata.

In pratica in ognuno dei settori in cui era suddivisa la parrocchia c’erano uno o più centri di catechesi. Ogni centro aveva il suo gruppo di catechisti, che in genere abitavano nello stesso settore; tra di essi uno era il responsabile del Centro di catechesi, ed era il mio primo referente per sapere l’andamento della catechesi nel settore, per far arrivare notizie e per far partire iniziative.

La parrocchia vive dei momenti di incontro di tutti i catechisti, soprattutto all’inizio e alla fine dell’anno catechistico. In entrambi i momenti portavo avanti un percorso di formazione sistematica, sia metodologica che teologica. Poi avevamo gli incontri mensili, dedicati a questioni organizzative e alla pratica dell’incontro. Ma a parte questi momenti, e a parte l’Eucaristia domenicale, tutto il resto si svolgeva nei settori. Una responsabile parrocchiale mi aiutava visitando le sedi della catechesi, e mi faceva da trait d’union con i singoli catechisti e i responsabili di settore.

Il carattere decentrato portava varie difficoltà, perché a volte non ero in grado di valutare l’efficacia dell’incontro di catechesi, o per lo meno diventava più difficile rispetto alla situazione di tutta la catechesi in parrocchia. D’altro lato, ho presentato fortemente tale modalità come uno sforzo della Chiesa per avvicinarsi alla gente. Nella nostra situazione, e forse anche in Italia, le famiglie avevano bisogno di sentirsi cercate, di sentire che la Chiesa le metteva in condizione di rendere facile la catechesi ai loro figli.

La differenza che ho visto passando dalla catechesi in parrocchia (i primi due anni che ero lì) alla catechesi nei settori (gli anni successivi) è stata fortissima. Da un lato, i bambini iscritti sono passati da duecento a mille. I catechisti, invece, sono aumentati, negli anni, da trenta a cento, anche perché in agosto facevo sempre inviti accorati a prepararsi per diventare catechisti. Un po’ perché c’era bisogno, un po’ per l’entusiasmo di essere una chiesa giovane, ho mietuto dei bei frutti. Dei quali ringrazio il Signore di cuore.

Ieri, nel parco silenzioso e raccolto (condizione ambientale quasi introvabile da questi parti) della parrocchia di San Felipe de Villa Mella, si è riunita la comunità cristiana della Divina Misericordia per il ritiro/convivenza annuale; momento vitale per la parrocchia, poiché in esso si rivive il cammino compiuto e si proietta lo sguardo sul futuro, oltreché ravvivare la fede nel presente.

Un momento quindi molto atteso da tutti e vissuto con entusiasmo e convinzione, con il desiderio vivo di creare accordo e unità di intenti, nella carità. Desiderio manifestato anche con segni esterni, come, ad esempio, la maglietta azzurro chiaro indossata da tutti i presenti che favoriva l’illusione di poter “curiosare” già le schiere angeliche.

I temi erano molto interasanti: Gesù Cristo riferimento centrale della nostra vita, essere servitori di Gesù, e la comunione con lo Spirito Santo.

La giornata è terminata con la celebrazione dell’Eucaristia.

I giovani hanno partecipato con molto entusiasmo al campamento nel Parco Mirador Norte.  Hanno trattato vari temi: gioventù, HIV, AIDS, e le problematiche riguardanti il fidanzamento.

Il campamento si è concluso serenamente con la celebrazione della S. Messa.

Anche quest’anno si sta facendo il campo estivo dei bambini, dal 7 all’11 di questo mese di luglio.
Tra le due parrochie ci sono quasi 425 bambini, e  65 animatori si sono presi carico dei bambini. I responsabili hanno insegnato ai bambini l’educazione generale, amare e servire al Signore, praticare la S. Messa tutte le domeniche, lavorare e giocare con l’equipe.

Attraverso questo campo i bambini si sono divertiti molto e sono rimasti molto contenti, così come i responsabili. Non abbiamo fatto mancare la presenza delle suore, peró hanno sentito molto la mancanza di don Paolo, pazienza!!!

Oggi  la Francisca Estévez (kica), della Parrocchia della Divina Misericordia, è partita per l’Australia per participare alla GMG.

È stata accompagnata all’aeroporto dal diacono Marcial, e tutti i parrocchiani la accompagnano con la preghiera.

Noi siamo contenti di aver potuto mandare una rappresentante del Guaricano in Australia.

Nelle nostre Parrochie di S. Margherita e della Divina misericordia i bambini  e i ragazzi hanno ricevuto la Prima Comunione il giorno 29 e la Cresima il giorno 6. Con tanta  gioia hanno ricevuto il Corpo e Sangue di Nostro Signore.

Il giorno della Cresima è venuto il nostro Arcivescovo, il card. Nicolás de Jesús López  Rodríguez. Ha celebrato la Santa Messa e amministrato la Cresima. C’erano don Lorenzo, il diacono Marcial, il diacono Juan Luis  e i Seminaristi. Nell’omelía ha sottolineato che attraverso la Cresima noi riceviamo  la forza dello Spirito  Santo. Questa forza nessun uomo puó togliercela. Ha specificato tre punti principali: La rinnovazione del Battesimo (poiché la prima effusione dello Spirito Santo è stata il giorno del Battesimo), la cooperazione della SS.Trinitá e l’importanza dell’Amen.

Molta gente ha participato la S.Messa. C’era grande gioia, anche se si sentiva la mancanza di don Paolo. A lui tutti mandano cari saluti e preghiere.

8:25 pm

Auguri Marcial!

Oggi Marcial compie tre anni di ordinazione diaconale.

Augurissimi!!! Il Signore ti conceda sempre, Marcial, di servirlo con amore come lo stai facendo adesso!

Forse non ve l’ho ancora detto, ma da quando me ne sono andato Marcial sta facendo tutto il mio lavoro!

Infatti il nuovo parroco non è ancora arrivato, e nel frattempo è lui che ha in mano le redini delle due parrocchie e della scuola. E lo sta facendo molto bene, chiaro, senza inventare nulla di nuovo, ma portando avanti bene quanto abbiamo fatto negli ultimi anni.

Ad agosto dovrebbe arrivare il parroco e due curati giovani, e sicuramente Marcial ritornerà a fare una vita un po’ più tranquilla. O forse no. Perché ha una bella generosità, e il lavoro se non ce l’ha se l’inventa.

Ad multos annos, Marcial!

Carissimi tutti,

quanto mi manca il diario quotidiano scritto da don Paolo e testimonianza di vita misionera in Guaricano! In questi anni la missione di Santo Domingo è stata accompagnata infatti da questo sito che che ne ha raccontato impressioni e fatti, successi e sconfitte.

Adesso che don Paolo è rientrato dalla missione, scrivo nuovamente il diario perchè vorrei facesse ancora una volta da ponte tra Genova e Santo Domingo: in questi mesi MissioGenova ha raccolto articoli, fotografie, testimonianze importanti dei missionari, cardinali  e vescovi, visitatori, benefattori e amici tutti della missione, dalle origini del mandato missionario ad oggi: sedici anni di vita insieme raccontati nel nuovo numero della rivista MissioGenova, in un’edizione interamente dedicata al Guaricano.
È stato un lavoro lungo, di ricerca e raccolta dei numerosi articoli ricevuti, durante il quale sono certamente riaffiorati ricordi e sentimenti mai andati via, in me come nelle persone che hanno contribuito alla redazione del giornale. Per questo vorrei ringraziarli tutti e cogliere l’occasione per dare visibilità a questo numero speciale di MissioGenova: passate-parola e se ancora non vi arriva a casa richiedetelo in centro missionario!

Certamente ci sarebbe tanto da scrivere, a partire dal lavoro che le suore Brignoline continuano a svolgere nel barrio e che va sostenuto ancora con forza. Le parole però non sanno dire quello che c’è dentro un’emozione, specie se quell’emozione si chiama “Guaricano” e trova spazio grande nel cuore di ciascuno…

Serata molto significativa, quella di stasera al Quadrivium. Ha visto la presenza di tutti i missionari e le suore che hanno lavorato al Guaricano in questi sedici anni di missione. Assente soltanto don Lorenzo, ancora al Guaricano.

Don Lino Terrile ha ricordato gli inizi, veramente difficili, per la logistica da inventare e per l’assenza totale di servizi in Guaricano. Ma tutto questo, ha affermato, non gli ha impedito di amare veramente la gente di là.

don Franco e Francesco al QuadriviumDon Giulio Boggi ha messo in evidenza la capacità di accoglienza della comunità cristiana e la loro fede. Così come don Franco Buono, sottolineando come al di là di tutte le carenze, sempre ha trovato gente che viveva con piena fiducia nel Signore.

Il sottoscritto ha cercato di far vedere qualcosa delle grandi direttrici pastorali portate avanti: scuola, consultorio, battesimi, comunità, ministri, formazione dei laici, condendo il tutto con materiale fotografico illustrativo. Alla fine mi sono fermato su una foto di Taína, e lì l’ho chiamata a continuare.

Taína e don Lino al QuadriviumL’intervento di Taína ha realmente sorpreso tutti, ed è stato il clou della serata. Sfoggiando una bella sicurezza nell’italiano, notevole in relazione al poco tempo vissuto in Italia, ha espresso il ruolo svolto dalla missione nella sua vita di fede e nella sua scelta vocazionale, così come in quella di molti Guaricaneros. Ha ringraziato il Signore per la presenza e l’opera della Diocesi di Genova in mezzo a loro.

Anche Francesco Zannini ha messo in evidenza il significato della sua presenza come laico nel tessuto della missione, valorizzando l’importanza dell’ascolto di tanti fratelli domenicani da lui realizzato.

Suor Daniela ha ricordato a tutti che la presenza delle suore in Guaricano continuerà, e ha invitato Genova a non lasciarle sole. E suor Valeria ha trasmesso, con gioia, il senso della presenza delle suore là: preghiera, lavoro medico, visita delle comunità rurali.

Il futuro della presenza delle suore in Guaricano ha anche il nome dell’ultima parrocchia nata: Santa Virginia Centurione. Il cardinal Nicolás ha accettato il suggerimento di intitolare alla loro fondatrice la parrocchia della parte di campos, ormai iniziata formalmente come parrocchia. E là sarà dove le suore realizzeranno buona parte del loro lavoro pastorale. Con molto frutto, sicuramente.

La serata si è conclusa con un forte applauso ai molti “Amici del Guaricano”, le centocinquanta e passa persone che in questi anni si sono alternate nella visita alla missione. Molti di loro erano presenti in aula. I loro viaggi hanno reso concreto l’amore di Genova al Guaricano, e sono sempre stati apprezzati dalla gente delle parrocchie. Questa esperienza ha raggiunto il punto finale? forse no: tra una settimana Carmen Moro partirà per Santo Domingo. Anche se la missione è formalmente chiusa, il cuore di Genova continua a battere per il Guaricano. Nel segno di una collaborazione che durerà per molti anni ancora.

La serata è il frutto del cuore missionario di don Francesco Di Comite, affiancato da molti collaboratori, dal Movimento Giovanile Missionario, in primo luogo da Lara, ed è stato reso vivo dalla performance musicale del complesso “Musica dal mondo”.

Grazie, Signore, per questa Chiesa genovese, che ha ormai imparato ad amare l’esperienza missionaria!

don Lorenzo con i malati che hanno partecipato alla Messa per loro dell'11 febbraioL’11 febbraio è ormai una tradizione fare la Messa per i malati con il sacramento dell’unzione.

In mia assenza (sono ormai a Genova), Lorenzo ha provveduto a realizzare questa celebrazione suggestiva nelle due parrocchie. Le suore hanno provveduto a immortalare l’evento.

9:05 pm

Aeroporto

Sono ormai a Genova.

Il saluto all’aeroporto mi ha fatto sperimentare ancora una volta l’affetto di tanta gente. Di don Lorenzo e delle suore, anzitutto, ma anche di moltissimi parrocchiani. Più di cinquanta persone sono venute all’aeroporto, ed ho avuto la gioia di dare loro l’ultimo abbraccio.

Ho approfittato l’occasione anche per fare a ognuno l’ultima esortazione, perché sia più forte e costante, quasi per “sigillare”, il loro amore al Signore e alla Chiesa. Ho visto molte lacrime, e sono certo che non tradiranno le aspettative che ho espresso loro.

Sono nelle tue mani, Signore!

Sono con l’acqua alla gola, tra poche ore ho l’aereo e ci sono ancora un sacco di cose da mettere a posto.

Mattina e pomeriggio ho fatto i saluti al liceo (classe per classe) e nella scuola primaria (il gruppo del mattino, e quello del pomeriggio). Tra gli studenti vari di loro mi hanno espresso l’augurio di un felice lavoro a Genova. Sono certo che mi accompagneranno con la preghiera.

Sembra che siano ormai definiti i preti dominicani che sostituiranno me e don Lorenzo.

Dovrebbero essere tre: un prete preparato e maturo, insieme a due preti giovani. E probabilmente uno di loro sarà un prete novello.
Saranno tre perché il primo ha già abbastanza impegni, e spesso è fuori parrocchia i fine settimana, sarà il coordinatore dell’équipe, mentre i due preti giovani saranno presenti in maniera più diretta, e soprattutto assicureranno le Messe nei giorni feriali e festivi.

Il sapere queste cose mi ha lasciato molto più tranquillo. Sono sicuro che parrocchia e centro educativo saranno in buone mani.

Riguardo ai tempi, le cose sono più incerte, però sono ottimista e confido che la cosa si possa definire nei prossimi trenta giorni.

Grazie, Signore!

Con alcuni fedeli della Divina Misericordia dopo l'ultima MessaLa mattinata di stamattina ha rappresentato il momento delle ultime Messe a Santa Margarita e alla Divina Misericordia. Domani presiederò l’Eucaristia nel consultorio, e martedì nella nuova parrocchia Santa Virginia, intitolata alla fondatrice delle nostre suore.

Alla fine ho dato e ricevuto abbracci a molte persone. Molti mi hanno espresso parole di apprezzamento per il lavoro svolto (suppongo che se qualcuno non l’ha apprezzato non me l’ha detto…), e tutti mi hanno pregato di ritornare a trovarli, cosa che, con l’aiuto di Dio, ho intenzione di fare, a suo tempo.

Ancora una volta ho fatto l’esperienza di vedere che conoscevo i nomi di molte persone, ma di più della metà non si sapevo, segno che c’è gente nuova che continua a unirsi alla comunità, e motivo ulteriore di consolazione per me!

Alla Divina Misericordia, poi, ho avuto la gioia di riaccogliere nella Chiesa Cattolica Freddy, un giovane di 18 anni che tre o quattro anni fa era diventato evangelico. Sua madre è catechista, e ha vissuto con molta sofferenza la cosa. Ieri, vedendola, le avevo suggerito che invitasse suo figlio per la Messa di oggi, così, con l’idea di salutarlo. Così stamattina Freddy mi si è presentato prima della Messa, e al vedere che c’era una certa disponibilità mi sono azzardato a chiedergli se ritornava alla Chiesa, e mi ha detto di sì, si è confessato e ha partecipato alla Messa come se non se ne fosse mai allontanato. Per me è stata una gioia grande.

Paola con la sua famigliaCosì come è stata una gioia confessare Paola (nome che qui si dice con l’accento sulla “o”, per quanto vi possa sembrare strano; e anche a me molti mi chiamano Paòlo, cosa che all’inizio mi strideva, ma che adesso mi è entrata nelle orecchie e lo sento come che mi hanno fatto loro), che era una giovane del gruppo Ciempiés, e che a sedici anni si era sposata in comune con un giovane che non era di Chiesa, e ha vissuto lontana dalla Chiesa per tutti questi sei anni. Stamattina anche per lei c’è stata la riaccoglienza e la confessione, con il desiderio di continuare il cammino cristiano. Un altro bel regalo che il Signore mi teneva riservato per questo giorno. Nella foto la potete vedere insieme a sua madre e a suo figlio.

Sei grande, Signore Gesù!

Le segretarie hanno fatto straordinario, oggi, per cercare di agilizzare il riordino dei documenti di scuola e parrocchia. Mi hanno fatto un regalo grande, abbiamo potuto avanzare un po’ di più!

Grazie, Yohanna e Edilenia!

Ho finito i conti delle parrocchie, e lunedì li manderemo alla curia. Ero rimasto indietro di tre anni e mezzo, c’è voluto un po’ di lavoro ma ce l’ho fatta!

Grazie, Signore

Oggi abbiamo festeggiato santa Blessila (o non so come si chiami questo santo o santa).

La gente a Messa le ha detto parole molto carine, oltre a cantarle una canzone di auguri.

Nel consultorio le hanno fatto una bella festicciola pure.

L'onomastico di suor BlessilaE poi a tavola, a mezzogiorno, abbiamo continuato i festeggiamenti.

Augurissimi, di santità, suor Blessila!

Don Lorenzo dice Messa a JacaguaVari mesi fa don Lorenzo ha dedicato tempo ed energie per installare una pompa dell’acqua in una parte di Jacagua dove non arriva l’acqua dell’acquedotto.

Hanno fatto un pozzo con una pompa sommergibile; un recipiente riceve l’acqua dalla pompa e l’immagazzina per l’uso delle famiglie, che in quella parte di Jacagua sono una cinquantina.

Don Lorenzo inaugura con la Messa la pompa di JacaguaIl lavoro era concluso già da tempo, ma solo adesso hanno fatto la Messa di inaugurazione, alla presenza di tutta la comunità, ed è stato un bel momento di festa. Una cosa semplice, forse, ma adesso cinquanta famiglie hanno risolto il problema dell’acqua.

La comunità presente alla Messa di JacaguaE ditemi che è poco! Grande Lorenzo! E grande Signore che permetti che si dedichi a queste cose!

(fotografie fatte dalle suore: complimenti!)

9:20 pm

Dietro ai conti

Sono dietro ai conti delle due parrocchie. Devo preparare i resoconti da presentare alla curia di Santo Domingo. Sono rimasto indietro al 2005 (sic!), per cui il lavoro non è poco. Coraggio!

Stasera ho celebrato l’Eucaristia nella cappella del Chimbú, la cappella Padre Misericordioso, nata nell’Anno del Padre, che era il 1999.

Ho visto una comunità ben viva, probabilmente, per l’occasione, accresciuta dal fatto che era la mia ultima presenza in quella cappella.

Ma non è stato l’ultimo saluto. Sarà domenica, alle nove del mattino, che celebrerò l’ultima Eucaristia nella Divina Misericordia.

La comunità della missione a Higüey con il pellegrinaggio zonaleTutte le parrocchie della nostra zona pastorale eravamo oggi in pellegrinaggio a Higüey, il santario nazionale della Madonna dell’Altagrazia.

Ogni parrocchia ha portato dai cento ai trecento fedeli. Molti di loro sono persone impegnate in una vita di chiesa attiva, altri sono persone che vanno al santuario a “compiere” una promessa fatta: per esempio, c’è chi ha promesso portare a Higüey suo figlio se fosse guarito; chi lo ha promesso per trovare lavoro; ecc. C’è tutta una varietà di situazioni che esprimono una ricchezza di fede del popolo, una fede da purificare, certamente, ma un valore grande da mantenere.

Il settore che ha risposto più di tutti è stato il settore San Ramón, che è la zona dove è nativa suor Cristina, e che ormai è la nuova parrocchia di Santa Virginia. Di là sono andate più di cento persone!

L’organizzazione pratica è stata in mano dei due diaconi, Marcial, alla Divina Misericordia, e Juan Luis, a Santa Margarita. Direi che entrambi se la sono cavata bene!

I parroci della zona presenti a HigüeyE un altro aspetto buono di questo pellegrinaggio è quello della solidarietà: con una parte di quanto è avanzato della vendita dei posti degli autobus si finanzieranno alcune necessità primarie delle parrocchie della zona più povere, tipicamente le parrocchie più nuove. Dovrebbero raccogliersi circa sessanta mila pesos (circa 1,250 euro), che non sono molti, ma che aiuteranno a risolvere qualcosa di necessario. Aiutanto la chiesa locale a crescere.

Nel pomeriggio sono stato a Duquesa, per celebrarvi l’ultima Eucaristia.

La partecipazione è venuta crescendo durante la celebrazione, e alla fine c’erano una ventina di adulti e altrettanti bambini piccoli.

L’impressione che ho ricevuto è stata quella di trovarmi di fronte a metà delle persone sconosciute. Voglio dire che non conoscevo la maggior parte delle persone. La cosa mi rallegra, perché significa che sono gente che si sta avvicinando alla chiesa.

Al tempo stesso ho sentito una certa frustrazione, perché palesemente non avevano una nozione di cosa fosse la Messa. E ciò si notava nel fatto che non rispondevano ai dialoghi liturgici, e anche nel fatto che i bambini si muovevano molto e la cosa era normale, nessuno diceva niente.

Alla fine Selenia, che è la signora che è stata più costante nella sua vita di chiesa in tutti questi anni, ha espresso un ringraziamento a nome di tutti leggendo una poesia molto carina. E anche in questo si vedeva che c’era molto lavoro da fare, perché si percepiva che era cosa più sua che di tutti.

Chi verrà ha qui un bel terreno da continuare a dissodare!

Come vi avevo scritto in altra occasione, una banca a partecipazione statale ha donato alla comunità dei terreni destinati a uno stadio, un liceo e un centro comunitario.

L’aspetto formale (il contratto di donazione) è di due mesi fa. Oggi pomeriggio si è fatto invece l’atto pubbico, con la presenza di due funzionari della banca, e dei rappresentanti di molte organizzazioni comunitarie del Guaricano. La gente ha interesse che si realizzino le cose prospettate in questa donazione, anche se ci sono settori della comunità che vogliono mettere le mani in maniera individuale su questa terra. Per questo abbiamo scelto la strada di realizzare la donazione alla comunità attraverso la chiesa, che si fa garante quindi del fatto che i terreni siano destinati effettivamente a quello che devono essere destinati.

Il mio successore dovrà mostrare i muscoli e rivendicare l’appartenenza alla comunità del terreno.

Messa pomeridiana a Los Cazabes, in quella che è ormai la Parrocchia Santa Virginia, anche se non si è visto ancora nessun documento di approvazione. L’abbiamo celebrata in una cappellina dedicata alla Madonna dell’Altagrazia di Higüey. È tanto piccola che venti persone le riempiono.

Terminando la celebrazione ho raccontato qualcosa di quello che ho visto a Cuba. La gente è rimasta meravigliata all’ascoltare i disagi e le difficoltà di quella gente.

A Santa Margarita è stata una solennità dell’Altagrazia molto speciale, per la celebrazione di tre matrimoni, uno per ognuna delle tre Messe.

Floirán e Germania al termine del loro matrimonioAlle sette di mattina, il matrimonio di Floirán e Germania, maestri (lei è anche direttrice nella serale) della nostra scuola. Un matrimonio pensato da vari anni, e che solo ora si è potuto concretizzare. Hanno sui cinquant’anni entrambi.

Il matrimonio di Willy e BeneluxAlle nove Willy e Benelux. Willy è figlio di Bilma, animatrice e ministro. Questo matrimonio mi ha riempito di soddisfazione perché ho visto come un anno e mezzo fa Willy si è riavvicinato alla chiesa dopo molti anni di allontanamento, e con lui anche la sua convivente, e adesso non si perdono una Messa insieme ai loro due bambini. Wiily e Benelux hanno intorno ai venticinque anni, e da cinque o sei convivevano.

E di sera Puro e Carmela, una coppia attempata de La Mina. Anche il loro è un tormentone, hanno avuto problemi con i documenti, e anche molti problemi economici. Pur con molte difficoltà familiari si sono mantenuti attivi nella chiesa, e la speranza è che il matrimonio sia per crescere ancora di più e continuare a seminare il seme del vangelo.

Sono dietro a riordinare l’ufficio parrocchiale. Sulla scrivania in questi ultimi mesi si sono accumulate tante scartoffie, o meglio, tanti documenti da riordinare. Poco a poco li sto mettendo a posto, così come sto seguendo il processo di immissione dati del Fondo Prestiti. Siamo a buon punto, al ritorno da Cuba devo fare la messa a punto finale.

Mi manca ancora preparare i conti delle due parrocchie da mandare alla curia di Santo Domingo, così come i conti della missione dell’ultimo anno (o degli ultimi due anni?).

10:15 pm

L’Epifania

Per l’Epifania ai gruppi liturgici piace inscenare l’arrivo dei magi e la presentazione dei doni a Gesù bambino. E anche quest’anno i magi sono arrivati davvero, all’offertorio, portando a Gesù oro (alcune gioie di qualche animatore di comunità), incenso (in pezzi di corteccia, non so dove l’anno preso, o se erano rametti di cannella) e mirra (non so cosa era).

A riceverli una veridica Maria quindicenne, con in braccio un non altrettanto veridico Gesù bambolotto. Alle sue spalle Francisco, il portiere della scuola, nei panni di San Giuseppe.

Questo a Betania (Santa Margarita).

Invece a Jacagua non c’è stato niente di speciale da parte loro. Ho provveduto io a inventare un gesto simbolico per tutti i bambini: lasciarsi togliere il cuore ed andarlo a deporre sull’altare, per offrirlo a Gesù: un gesto di maggior valore di quello che hanno fatto gli stessi magi. E la cosa bella è stata poi che i bambini si sono lasciati inviare dagli adulti, e hanno ricevuto il cuore di ognuno di loro e l’hanno portato pure quello sull’altare. Il gesto ha commosso tutti, e spero che rimanga nel cuore di tutti come un ricordo che li aiuti (o ci aiuti) a vivere davvero il dono del nostro cuore a Gesù.

Con mons. Cedano nella Messa di Consegna e SalutoDopo il saluto del Nunzio, ieri sera in cattedrale, oggi è toccato a me e a don Lorenzo.

In una Santa Margarita ben piena di gente delle due parrocchie, mons. Pablo Cedano, vescovo ausiliare, ha effettuato l’atto di ricezione delle due parrocchie di Santa Margarita e della Divina Misericordia da parte della Missione Genovese.

Questa Messa ha segnato quindi la conclusione “formale” del lavoro della Missione della nostra Arcidiocesi di Genova in Guaricano.

Ho usato l’aggettivo “formale” perché in realtà né io né Lorenzo ce ne andiamo domani, sarà probabilmente verso fine mese. Io ho da finire di mettere a posto un bel po’ di cose, soprattutto a livello di resoconti economici e altre faccende amministrative. Mentre che a livello della pastorale mi ero organizzato perché in questi giorni potesse già lavorare il successore o i successori, che saranno del clero diocesano di Santo Domingo.

In realtà i nuovo preti non ci sono ancora. Nella Messa mons. Cedano ha detto che probabilmente uno di loro è stato individuato, ma che bisogna risolvere il problema di chi lo va a sostituire, e di chi sostituisce il sostituto, ecc. E che però ha fiducia che per la domenica 13 possa essere già in parrocchia.

Il gruppo dei preti e diaconi presenti alla Messa di SalutoCi ha accompato il padre Ramón Suero, vicario zonale, il padre Abraham insieme a un amico francese che era in visita da lui. C’erano Marcial e Juan Luis, i nostri diaconi, due diaconi transitori e molti chierichetti sull’altare. Non mancavano i nostri seminaristi, sempre attenti e presenti nei momenti importanti così come in quelli meno significativi.

Mons. Cedano ha parlato della riconoscenza dell’Arcidiocesi di Santo Domingo per il lavoro portato avanti dalla missione, prima con don Lino e don Giulio, per continuare con il sottoscritto, don Lorenzo e don Franco.

Al momento della presentazione dei doni è stata portata all’altare una bandiera dominicana, che è stata subito dichiarata di mia proprietà perché in un gesto istintivo me ne sono fasciato il corpo, come segno di affetto per questo popolo in mezzo al quale ho lavorato per nove anni. E lo stesso ha fatto don Lorenzo alla fine della Messa, strappando l’applauso dei fedeli commossi.

Alla fine ho avuto modo di chiedere scusa per tante piccole e grandi situazioni dove ho mancato verso questo o quello.

Molti abbracci dopo la Messa, per molti venati dalle lacrime. Personalmente in questi momenti non sento tanto la tristezza quanto la gioia di continuare a servire da un’altra parte.

Marcial ha provveduto a preparare un piccolo rinfresco per i due consigli pastorali delle due parrocchie, e con questo si è conclusa in bellezza la serata.

Ho sentito, e credo che pure Lorenzo l’ha sentito, il calore umano del popolo del Guaricano. L’hanno espresso, con la loro presenza e con vari piccoli segni tangibili. Partirò da qui con il cuore gonfio di affetto ricevuto e dato, segno entrambi dell’affetto del Signore verso di me.

La Messa di saluto del Nunzio ApostolicoIl nunzio apostolico in Repubblica Dominicana, mons. Timothy Broglio, è stato nominato Ordinario Militare negli Stati Uniti, e presto partirà da qui.

La comunità cattolica del paese gli si è stretta attorno stasera nella cattedrale, presenti tutti i vescovi dominicani, una trentina di preti di tutte le diocesi e un buon numero di laici.

Le cose che più mi hanno colpito sono state due:

  • La predica di mons. De la Rosa, arcivivescovo di Santiago, che ha messo in evidenza la duplice funzione svolta da mons. Broglio: nunzio presso lo stato dominicano e delegato apostolico presso la conferenza dell’episcopato dominicano. Mons. De la Rosa ha fatto emergere il lavoro che come delegato apostolico mons. Broglio ha realizzato dietro le quinte, e che l’episcopato tutto ha molto apprezzato.
  • Le parole di saluto finale del nunzio, semplici, ma dette col cuore, chiedendo anche perdono per le infedeltà con cui ha realizzato la sua missione. Lo stile semplice e familiare è arrivato al cuore di tutti, e ha strappato un applauso scrosciante.

L'abbraccio affettuoso a mons. Timothy BroglioE di fatto anche la nostra missione si è sentita molto vicina a questo nunzio. Don Franco amava ripetere che mons. Broglio è una persona che riconcilia con le istituzioni. Di fatto anch’io posso dire che se la parola “nunzio” non è più per me solo una funzione si deve alle attenzioni e alla disponibilità che mons. Broglio ha avuto verso le nostre parrocchie: è venuto molte volte in questi sei anni del suo ministero, a volte per le cresime, altre per feste patronali, altre per celebrazioni particolari, come quando l’anno scorso in novembre ci ha accompagnati nella marcia per la vita contro l’aborto e ha celebrato la Messa conclusiva.

Un grazie grande a te Signore, per questo tuo servo e per quanto ci hai fatto amare la Chiesa attraverso di lui!

Le chiese rimangono mezze vuote qui il primo dell’anno (probabilmente come in Italia…).

La sera prima si vedono faló nelle strade, e i ragazzi tirano petardi. C’è parecchia gente che si passa la notte nel colmado, tra birra e rum e al ritmo della bachata.

La gente di chiesa magari non se la passa bevendo, ma molti aspettano l’anno in casa, anche senza la tradizione della cena.

Così da anni a Santa Margarita non facciamo la Messa delle sette del primo dell’anno, e la gente si concentra in quella delle nove e mezza. E alla Divina Misericordia l’orario slitta dalle sette alle otto. Per qualcuno c’è ancora la possibilità di partecipare a quella della sera. Ma la cosa triste è che la metà della gente in giorni come questi perde la Messa.

Don Franco picchiava duro sulla disinvoltura con cui la gente perdeva Messa e continuava a fare la comunione, io vado un po’ più morbido ma tutte le volte che posso faccio un richiamo.

E per noi, in casa, sono giorni sereni, con un bel clima di festa, la nostra piccola comunità fatta di due preti e quattro brave suore.

Grazie per loro, e grazie per tutta la gente di qua, Signore!

Come di tradizione, stasera abbiamo ringraziato il Signore dell’anno trascorso.

Qui non si parla di Te Deum. Può essere che in qualche parrocchia ricca della città facciano il canto latino, ma qui da noi è improponibile. Quello che facciamo è un’ora di adorazione centrata soprattutto nel ringraziamento, e un momento di ringraziamento un po’ più corposo del solito al termine della Messa.

La gente sente la bellezza di questo momento, che quest’anno per molti aveva una vena di tristezza a causa della prossimità della partenza della missione, ma la partecipazione non arriva neanche lontanamente a quella della Messa dominicale.

Beh… che dire… don Paolo e don Lorenzo lo sanno bene, qual’è stato per me il momento più emozionante! Tanti, tantissimi, ce ne sono stati… ma loro hanno assistito al primo, e quindi forse per questo, il più emozionante!

La prima mattina, io e Stefano ci siamo svegliati alle 6… fuori era ancora buio… e con don Paolo, in macchina, raccogliendo fedeli che attendevano un passaggio, siamo andati in Parrocchia per la Messa delle 7. C’erano già delle persone in Chiesa, e molte altre piano piano sono arrivate… è stato un crescendo di emozioni… sentirsi avvolti dall’accoglienza delle persone, dai sorrisi… alcuni si ricordavano di Stefano… ma anche chi non ci conosceva, ci ha fatto sentire più che benvenuti… la funzione, i canti (l’Alleluja “importato” dagli Amici del Guaricano, cantato ai matrimoni degli amici più cari!), il calore di don Paolo, di tutti i celebranti e di tutti i fedeli… difficile descrivere con poche parole…

E quando don Paolo ci ha chiamati sull’altare a salutare la comunità, lacrime di commozione hanno rotto le nostre voci, poche parole per cercare di descrivere quello che provavamo ad essere lì in mezzo a loro… speriamo solo di essere riusciti a trasmettere un pò di quello che provavamo…

Il ringraziamento più grande va a don Paolo, don Lorenzo, alle suore Modesta, Paolina, Blessila, Cristina (che però ho avuto modo di conoscere solo l’ultimo giorno), delle persone bellissime… è stato un Dono avervi conosciuti.

Le nozze di Héctor e GlennysGlennys, professoressa della nostra scuola, si è sposata stasera.

Il matrimonio non è stato pienamente “secondo le regole”, perché si erano sposati in comune già un anno fa. In questi mesi Héctor ha maturato in maniera molto bella la decisione che il loro fosse un matrimonio nel Signore.

Complimenti a questa nuova famiglia cristiana!

Ciao cari GuaricanBloggers!

Ieri abbiamo fatto visita al pozzo del quartiere o meglio campo, di Duquesa. È stato abbastanza frustrante e al tempo stesso istruttivo prendere coscienza del fatto che questa struttura non fosse attiva, almeno in parte, da ben 5 mesi. Frustrante perché, evidentemente, non vi è stato il minimo impegno di mantenere funzionante una struttura che poteva portare gratis un bene di prima necessità come l’acqua in una parte di barrio poverissima.

Istruttivo, al tempo stesso, perché capiamo meglio gli sforzi nella direzione di dare più istruzione ed educazione alla gente di qui. L’evangelizzazione, accompagnata da un corretto insegnamento scolastico, sono sempre stati una priorità della missione. Questo sicuramente può aiutare a capire che se oggi la mia famiglia spende 1 peso al giorno per l’acqua, e con 100 pesos posso unirmi con altre persone per aggiustare la pompa dell’acqua, tra 100 giorni esatti comincerò a risparmiare soldi per l’approvvigionamento idrico, e potrò dare 1 peso al giorno in più alla mia famiglia in istruzione, cibo e salute.

Grazie mssionari per questo lavoro così importante.

Oltre alle liceali che immettono i dati nel programma del Fondo Prestiti, a partire da oggi ci lavora anche Aracelis, una giovane che da lezioni di contabilità alla omonima sezione del liceo. Le ho chiesto che mi riveda il lavoro delle studenti.

Nel frattempo io continuo a implementare le funzioni che mancano. Siamo quasi a posto.

Purtroppo nei prossimi giorni non avrò al mio fianco Edilenia, la segretaria della parrocchia, il cui lavoro è preziosissimo, soprattutto in questi giorni. O meglio, non so se potrà venire e lavorare. Ma ho fiducia nel Signore che le cose si risolvano.

Don Chicco e i vecchi Amici del Guaricano con mogli e fidanzateUn caloroso benvenuto a don Francesco Di Comite e ai giovani che l’accompagnano, e che sono arrivati oggi pomeriggio al Guaricano.

Tre di loro sono “veterani”:

  • Stefano Belfiore, che aveva passato al Guaricano un mese quando era appena laureato in medicina nel 1999 e che poi è ritornato due anni dopo con il gruppo.
  • Stefano Marsili e Gino Repetto, entrambi venuti con il primo gruppo degli Amici del Guaricano, trasformatosi poi in Movimento Giovanile Missionario.

Tutti e tre sono accompagnati dalla fidanzata (Stefano Belfiore) o moglie (gli altri due). Per le tre ragazze è la prima permanenza, vedono con gli occhi della realtà ciò di cui avevano fino ad adesso solo sentito parlare.

Si fermeranno con noi fino al 31, pochi giorni, ma giorni che saranno vissuti con amore, per portare ancora una volta il calore e l’affetto di Genova alle comunità di qui.

Un abbraccio di benvenuto a tutti!

Sembra che vada in porto finalmente l’acquisto del terreno di fianco a Santa Margarita, dove fino al 2004 era situato il consultorio.

Alcune settimane fa ho mandato una lettera alla proprietaria, facendo presente che la missione se ne andava, e che quindi se voleva venderlo (a noi, ma realisticamente data la posizione non ci sono moltre altre alternative) doveva farlo subito.

E di fatto sembra che il prezzo che lo pagheremo sia un po’ inferiore a quello che si sarebbe pagato in passato. Per i soldi ci sono quelli che dovevamo usare per costruire la chiesa della Divina Misericordia, che non si è potuta fare per ragioni che vi ho spiegato a suo tempo.
Per la parrocchia di Santa Margarita è un acquisto necessario, perché la “chiesa”, che in realtà è ancora una tettoia, anche se ben accogliente, è “stretta” da quel terreno, e per qualunque sviluppo futuro (canonica, opere parrocchiali, ecc.) c’era bisogno dello sbocco offerto dal terreno che stiamo comprando.
Vi saprò dire!

9:00 pm

Foto ricordo

Oggi, giorno di natale, ho portato la macchina fotografica a Santa Margarita, e dopo le Messe ho invitato la gente (chi voleva) a farci una foto insieme. Me le porterò in Italia, e se ce la faccio le stampo per i diretti interessati. Qualcuno mi ha chiesto la foto, ad altri la regalerò di mia iniziativa, chiederò loro di accompagnarmi con la preghiera.

Natale con la famiglia di Laura e MarioA molti ha fatto molto piacere la cosa, e una buona parte di queste persone sono amici e famiglie carissime, che mi sarà più facile continuare ad amare al ritornare a vedere le foto con loro.

La statua dell'Altagracia pitturata da LorenzoIn occasione del Natale qui si rende più bello tutto, e anche Lorenzo ha fatto un lavoretto molto carino pitturando, in maniera molto delicata, la statua dell’Altagrazia che abbiamo in giardino.

Le suore posano con don Lorenzo di fianco alla statua dell'AltagraciaLe foto parlano da sole.

Complimenti, Lorenzo!

Il coro dei giovani della Divina MisericordiaLa Messa del Gallo (così si chiama qui la Messa di Mezzanotte) della Divina Misericordia l’ho trovata quest’anno un po’ moscia.

Non c’era tanta gente, e soprattutto mancavano completamente i segni della notte di Natale: i campanelli da suonare al Gloria, e soprattutto il bambinello da venerare alla fine della celebrazione. Speriamo che ci possano essere per l’anno prossimo!

Non per questo però non me la sono goduta. Personalmente sento molto il fascino del mistero di Dio che si fa uomo, che ci accompagna, che fa sua la nostra umanità.

Un buon Natale a tutti!!!

La vigilia di Natale qui tutti sono indaffarati: a preparare la cena, che è il momento dell’anno più forte di incontro della famiglia, sia a pitturare la casa o a mettere a posto qualcos’altro.

A Betania i nostri seminaristi hanno pitturato il presbiterio, facendo sparire alcune macchie di umido che si erano generate in occasione della tormenta Noel di Novembre.

Alla Messa delle nove di oggi abbiamo avuto due battesimi di bambini piccoli, nipoti di Dany, la responsabile del settore Betania.

Fatti nella Messa con la presenza della comunità assumono un carattere marcatamente più ecclesiale, e diventano una chiamata alle rispettive famiglie a vivere una vita cristiana più intensa.

Uno dei bambini è figlio di Kenia, la segretaria del liceo, e l’altro è una cuginetta. Kenia vive una bella vita di chiesa, seguita (ma con meno entusiasmo) dal marito. La sorella di Kenia un po’ meno, e il marito della sorella ancora meno.

Alle due famiglie gli auguri più vivi di una vita cristiana piena!

P.S.: questi due battesimi mi rinfrancano un po’ sul versante di questo sacramento, perché a Santa Margarita, a differenza della Divina Misericordia, ultimamente non se ne fanno molti. E non è che non ci siano bambini! La mia impressione è che si sia generata una percezione che esigo troppo. E di fatto cerco di chiedere alle famiglie di impegnarsi nella vita di chiesa. Potrebbe essere che ho passato i limiti, e la gente aspetta che me ne vada per battezzare i figli con meno difficoltà. Se ciò è vero la mia partenza sarà “provvidenziale”. Nella mia preghiera chiedo al Signore che la gente possa battezzare con gioia i propri figli!

Il nostro ultimo “impegno” festaiolo è stata la cena della Zona Pastorale di Villa Mella (qui si chiama zona pastorale l’equivalente dei vicariati di Genova), che era per i preti (come sempre), per i diacono permanenti con le rispettive mogli (come già da qualche anno), e quest’anno anche per i ci coordinatori parrocchiali del piano pastorale.

Don Lorenzo e Carmen alla cena della Zona PastoraleIl “risultato” è stato il seguente: i diacono c’erano tutti (o quasi), con le rispettive mogli; i laici coordinatori del piano pastorale c’erano (quelli delle parrocchia che le anno, in pratica ce n’erano sette o otto su ventisei parrocchie che ha la zona); i preti erano praticamente assenti: oltre al vicario di zona e il suo curato c’eravamo io, don Lorenzo, il padre Hipólito, e quasi alla fine sono arrivati i padri Nelson e Candelario, in tutto sette, assenti quattordici. Mancavano tutti i neo catecumenali (sono cinque nella zona), che celebrano l’Eucarestia delle loro comunità a partire dalle otto di sera, e altri preti diocesani che apparentemente non si sono scusati.

Alla cena natalizia della Zona Pastorale con il padre Nelson e il padre CandelarioIn prospettiva pastorale è stato una cosa abbastanza deprimente. Personalmente l’ho vissuto come un momento bello che ho condiviso con i nostri diaconi e mogli e con Carmen e Cristino, incaricati del piano pastorale delle due parrocchie.

Adesso, in effetti, ricordo che anche l’anno scorso la partecipazione di preti fu molto scarsa: si era preparato per trenta persone e c’eravamo solo dodici, e la maggior parte del cibo se l’è portata a casa la gente.
L’impressione è che per il futuro la zona dovrà cercare formule diverse, se vuole che a questi momenti partecipino i preti.

Per terminare in bellezza la preparazione al Natale la Pastorale Giovanile ha organizzato un ritiro per i responsabili.

E di fatto c’erano quasi tutti. Non è durato molto, per la concomitanza con l’aguinaldo, stamattina all’alba, in sostanza è durato dalle undici e mezza fino quasi alle cinque, ma è stato bello e, spero, utile.

L'istruzione di suor Cristina al ritiro della Pastorale GiovanileIn quello che rimaneva della mattinata suor Cristina ha presentato il senso delle varie festività natalize. Nel pomeriggio poi è stata la volta mia con una catechesi sul mistero dell’incarnazione, a cui è seguito un momento di deserto.

La ragnatela, con le relazioni che diventano esplicite tra i membri della pastoraleAbbiamo poi concluso con una dinamica di gruppo (la ragnatela) che aveva lo scopo di farci scoprire in che maniera siamo gli uni per gli altri rivelazione di Dio, e quale sogno ha Dio su ciascuno di noi. Ultimissima cosa, poi, c’è stato lo spazio per alcuni dialoghi personali volti a permettere a chi aveva avuto scontri di riconciliarsi con l’altro. E credo che con questo si sia concluso in bellezza.

Vi voglio scrivere i nomi di questi giovani, ognuno di essi ha una ricchezza grande, e io sono sicuro che anche dopo la mia partenza continueranno a lavorare per i giovani del Guaricano: sono Rosanna, l’attuale responabile della pastorale giovanile, Francisca, Ladys, Yúdith, che per alcuni mesi aveva fatto cammino vocazionale con le nostre suore, José, Willy, Silvia, Joselín, Virginia, e i nostri seminaristi: Miguel Ángel, Heriberto ed Elvis.

Non erano presenti, ma sono ben attivi, Yónatan, Raquel, Noni e Yoel.

Il prossimo appuntamento con loro sarà una pizza preparata da don Lorenzo nei giorni dopo Natale.

Questi giovani sono una ricchezza grande delle parrocchie, che con gioia continueranno a lavorare con il parroco che venga qui.

8:38 am

Aguinaldo

C’è stato stamattina l’aguinaldo nelle due parrocchie.

Settore per settore, la gente si è riunita a partire delle cinque e ha cominciato a girare per le strade, cantando canti natalizi e accompagnandoli con il ritmo di percussioni improvvisate: tamburi casarecci, bastoni, güiras, e quanto altro potesse far rumore.

Alcuni settori hanno potuto coinvolgere gruppi di giovani di bande, che hanno prestato il loro “servizio” aggiungendo ancora più rumore, grazie soprattutto a tamburi ben grandi. Questi giovani sono arrivati alla chiesa, dove si sarebbe poi celebrata la Messa, accompagnati dalla loro bottiglietta di rum, alcuni di loro probabilmente avevano passato la notte in festa e bevendo. Non si sono fermati alla Messa, ma per lo meno hanno partecipato in qualcosa che era della Chiesa, e la speranza è che si siano identifiicati un po’ di più con essa.

La partecipazione della gente è stata buona, perché se si fossero fermati a Messa i gruppi di tigres non sarebbe bastato lo spazio de la chiesa.

9:06 pm

Altre nozze

È toccato stasera sposarsi a una coppia mezza matura, Dionisio e Magdalena. Lui è professore nell’Oscus, e viene da un passato di catechista (quando era giovane), e lei è avvocata. Non hanno figli e sembra che non ne possano avere, ma in compenso hanno una fede grande un vivo desiderio di mettersi al servizio del Signore.

Grazie, Gesù, per il loro entusiasmo!!!

10:10 pm

Najayo

Najayo è una carcere abbastanza vicina a Santo Domingo, situata nei pressi di San Cristobal.

C’è lì dentro un signore della parrocchia, accusato da una ragazzina di averla violentata quando aveva sette anni. Ovviamente lui si proclama innocente, ma altrettanto ovviamente la giustizia l’ha rimandato a giudizio, ed è recluso in attesa del processo.

Il tipo è abbastanza sereno, e spera di riuscire in qualche maniera ad evitare il processo. Ha preso la sua permanenza in carcere con fede, e il suo atteggiamento moralmente ineccepibile gli sta attirando la simpatia e il rispetto dei compagni di cammino.

Ma quello che mi ha colpito di più in questa visita è stata la condizione della carcere. La cella dove dorme questo signore è abitata da più di cento (sic!) persone. La cella ha dimensioni approssimate di dieci metri per otto. Colpisce, all’entrarvi, che lo spazio che si vede disponibile è soltanto un corridoio di un’ampiezza di due o tre metri. Ai lati del corridoio, dentro alla cella, delle pareti di playwood delimitano dei cubicoli dove hanno la loro “stanza” la maggior parte di reclusi di quella cella. Gliel’hanno comprata a quelli che c’erano prima, e all’andarsene la venderanno a qualcuno di quelli che rimangono. Che fino ad allora dovranno probabilmente accontentarsi di essere parte del gruppo di 30 persone che tutte le sere dorme per terra nel corridoio centrale.

Da parte sua, il nostro amico vive in una “stanza” di un metro e mezzo per due. Ha le pareti di cartone. Dentro ci sta un solo letto, nel quale lui dorme testa contro i piedi con un compagno. Un altro compagno dorme per terra su un pezzo di stuoia. Il nostro amico paga un “affitto” di 100 pesos (2 euro) al mese a quello che gliel’ha messa a disposizione. Invece se un giorno si comprerà qualcosa di più decente lo pagherà sui quattromila pesos (circa 80 euro), e sarà (sic!) suo!

All’interno del carcere colpisce la presenza di luoghi di preghiera: in vari angoli del carcere ci sono gruppi di evangelici che predicano, con un altoparlate a pile, accompagnati da tamburi e güiras. Ma non sono predicatori che vengono da fuori, sono degli stessi reclusi. Mi è stato spiegato che a livello cattolico non c’è nulla di equivalente. C’è solo un diacono che da più di trent’anni visita la carcere quasi tutte le settimane, e la domenica fa una celebrazione della parola.

Questa visita mi ha scosso abbastanza. Davvero sono condizioni disumane. Ti domandi perché non si investono un po’ più di soldi per migliorare loro la vita. Ma probabilmente me ne andrò dal paese senza ricevere risposta.

A differenza della celebrazione penitenziale di Santa Margarita, quella della Divina Misericordia ha sofferto il vizio opposto: a confessare c’eravamo solo io e Lorenzo, mentre la gente è venuta abbastanza numerosa.

Dico “abbastanza” perché in realtà non è che ci fosse la folla. C’erano un centinaio di persone (fate conto che a Messa ne vengono circa trecento), ma per esserci solo in due a confessare erano quasi troppe. Da prima delle sei abbiamo finito quasi alle nove!

Da parte mia ho cercato di approfittare dell’occasione che era l’ultima mia celebrazione penitenziale per dare molto calore e affetto a tutti quelli che venivano a confessarsi. E ho riscontrato un apprezzamento sentito per questi piccoli gesti. Ho sentito l’affetto del nucleo più vivo della comunità.

Sul versante negativo, è stata ridotta la presenza degli adolescenti e dei giovani. Quelli che sono arrivati sono arrivati tardi, una confessione quasi rubata. A Santa Margarita era stato ancora peggio. È vero che vari di loro si sono confessati nel ritiro di ieri, ma sono stati solo una piccola parte. La maggior parte farà Natale senza riconciliarsi nel sacramento.

Le nozze di Martín e JosefaAltri due matrimoni stasera, al ritmo della musica del sud!

Una delle due coppie era di San Juan de la Maguana, nel profondo sud, e sono venuti molti parenti insieme a una piccola banda, che alla fine della Messa ha coinvolto tutti in un ballo (a dire il vero molto decente) appena sotto il presbiterio.

Le nozze di Dioni e CarmenPotete gustarvi il ballo qui in diretta, se volete!

Augurissimi a tutti questi nuovi sposi!

Come programmazione speciale al di là del ritiro delle comunità parrocchiali nel loro complesso abbiamo fatto oggi due ritiri “speciali”.

Il ritiro d'Avvento dei gruppi giovaniliI giovani dei gruppi giovanili hanno vissuto il ritiro di Avvento nel salone di Santiago el Menor. Al mattino li ha accompagnati il ministero di evangelizzazione del Rinnovamento Carismatico delle nostre parrocchie, riflettendo con loro sul tempo che stanno vivendo e sul Natale che si avvicina; invece al pomeriggio hanno ricevuto una formazione più orientata alla vita di chiesa e alla vita comunitaria.

I giovani che hanno partecipato sono una sessantina, la maggior parte della Divina Misericordia. Io e Lorenzo abbiamo dedicato un po’ di tempo a confessarli, e anche le suore si sono fatte presenti esprimendo ai giovani affetto e appoggio.

Il ritiro d'Avvento dei maestriNel pomeriggio si è svolto poi il ritiro dei maestri, alla Divina Misericordia. Era volutamente diretto ai maestri di tutto il Guaricano. Non abbiamo potuto fare il ritiro di Avvento nella nostra scuola, e così si è pensato di realizzare questo, aperto a tutti gli educatori del barrio.

La partecipazione non è stata un granché, perché in generale i maestri fanno una vita abbastanza stressata, dal momento che guadagnano poco e quindi devono avere altri lavori e questo li porta a vivere con molta pressione i tempi “liberi”. E meno che meno in questi giorni, in cui tutto sono indaffarati per riassettare la casa e mettere tutto in ordine prima di Natale. Tuttavia il messaggio è arrivato al cuore, molti di loro si sono sentiti interpellati a cambiare il loro stile di educatori perché risponda di più alle esigenze del Vangelo.

Grazie, Signore!

Le nozze di Jorlin e MádelinJórlin e Mádelin si sono sposati ieri sera.

Entrambi vengono dalla vita dei gruppi giovani della parrocchia.

Jórlin è figlio del nostro diacono Marcial, e la madre di Mádelin è stata ministro della parola. Hanno fatto un cammino molto serio di preparazione, sono passati per il Ritiro di Evangelizzazione e si sono fortificati nella fede.

Iniziano una nuova famiglia, tra la gioia della comunità cristiana e il non capire di tanti amici che non vivono la Chiesa.

Jorlin mi assicurava che tra i suoi compagni di gioco e università nessuno l’ha incoraggiato. Tutti gli hanno chiesto se era matto a sposarsi così giovane. Ma a differenza di suo padre, che vivendo nel campo non aveva avuto grandi possibilità di formazione, e di sua madre, che da giovane era lontana dalla Chiesa, per Jorlin è stato più facile prendere la decisione giusta, e davvero è un giorno bello e grande.

Grazie, Signore!!!

Sembra che una parrocchia della città ha ricevuto una grossa donazione in generi alimentari a causa della tormenta della settimana scorsa, e ha contattato varie parrocchie per “smaltirla”. Hanno chiamato anche noi, e stamattina il nostro diacono, Marcial, è andato a ricevere il donativo.

Grazie, Signore!

Quello di stasera è stato l’ultimo consiglio pastorale, a parrocchie riunite.

Si è fatta la verifica del lavoro degli ultimi mesi, e si sono organizzate le cose principali del periodo di Natale. Volutamente non mi sono buttato nel 2008, per non condizionare il nuovo parroco. E mi sono preoccupato che i collaboratori siano preparati all’accoglienza di chi viene. Mi sembra che il clima sia buono, vedo tanta voglia di continuare. Se ci sarà crisi, sono sicuro che si supererà senza problemi.

Metto nelle tue mani queste inquietudini, Signore!

Sto dedicando parecchio tempo alla programmazione del sistema di gestione del fondo prestiti.

E siamo potuti entrare già nella fase di ingresso dati, grazie a cinque ragazzi ben responsabili del nostro liceo, che realizzano questo impegno come “lavoro sociale” che devono realizzare obbligatoriamente per 60 ore.

All’atto di immettere i primi dati si sono manifestati tanti piccoli problemini, ma li ho potuti risolvere, e spero che le cose migliorino andando avanti.

Forza, dobbiamo finire tutto questo prima della fine del mese!

1:42 pm

Presepi

Anche qui si fanno i presepi, però non è una gran tradizione.

In casa quasi nessuno lo fa.

Il presepe di Santa MargaritaVi metto le foto di quello di Santa Margarita, fatto da alcuni giovani della Pastorale Giovanile, bello e molto semplice, e anche quello della scuola, fatto con molto amore dalla nostra suor Cristina.

Il presepe della scuolaComplimenti a tutti!!!!

Non so perché alla Celebrazione Penitenziale di stasera è venuta ben poca gente.

Anche la maggior parte delle persone più impegnate sono rimaste a casa.

Giovedì nel Consiglio Pastorale analizzaremo le ragioni (se ci sono).

Il ritiro d'Avvento a Santa MargaritaCome di tradizione, un ministero del Rinnovamento nello Spirito ci ha aiutato a vivere il Ritiro d’Avvento.

Buona la partecipazione, e significative le istruzioni: l’Avvento (ovviamente), la conversione, la presenza di Maria nella vita del cristiano.

Un momento di crescita per quanti hanno voluto o potuto partecipare.

Grazie, Signore!

Il seminario di Pastorale Educativa che avevamo in programma per stamattina è sfumato per mancanza di partecipanti.

Non era per la parrocchia, ma per tutte le parrocchie della zona pastorale, per accompagnare la nascita delle commissioni parrocchiali di pastorale educativa.

Sembra che in questi giorni vicini al Natale la gente lasci perdere tutto quello che si fa ordinariamente, per dedicarsi a pitturare la casa e a mettere a posto tante cosette.

in compenso abbiamo potuto fare la programmazione della commissione per l’anno prossimo, la consegnerò presto al Vicari di Zona per dare continuità al lavoro.

Anche per questi insuccessi: grazie, Signore!

P.S.: qui l’Immacolata non è di precetto.

I giovani presenti alla Settimana GiovanileL’ultima conferenza della Settimana Giovanile è stata tenuta da una laica della nostra parrocchia, Elagia, insieme al ministero di annuncio che hanno, frutto del Rinnovamento nello Spirito.

Ha parlato ai giovani delle sfide del futuro, e dell’importanza del loro impegno per costruire un mondo migliore.

Abbiamo poi continuato con la Messa, ben viva e animata, e che ha vista la partecipazione anche di un buon numero di persone adulte della comunità.

Domani l’ultimo momento, il concerto, con il gruppo Tuna. Vi aspettiamo!

Stasera, alla Settimana Giovanile, è stata la vosta del cardinal Nicolás López Rodríguez, nostro arcivescovo qui a Santo Domingo.

Ha parlato ai giovani della vocazione, presentando la testimonianza della forma in cui lui ha sentito la chiamata del Signore.

Come sempre ha suscitato un gran interesse. I giovani lo hanno ascoltato volentieri. Sono momenti in cui si trasmette amore alla chiesa attraverso la testimonianza bella di queste figure di pastori.

Grazie, Signore!

Siamo già in piena settimana giovanile. Si tiene a Santa Margarita per ragioni logistiche (ci sono inversori che funzionano e c’è spazio abbondante, ma è forte la partecipazione anche dei giovani della Divina Misericordia.

Cioè, più che giovani si tratta di adolescenti. C’è un zoccolo duro di ultra diciottenni, ma la maggior parte non sono ancora maggiorenni.

Ieri era la serata di introduzione, e stasera siamo entrati nel vivo con una conferenza sulla vita dei giovani, e su come possono vivere da protagonisti, orientati ai valori, più che lasciarsi trascinare dalla massa. L’ha fatta Puro Blanco, uno psicologo che è anche insegnante in seminario, e che è riuscito a coinvolgere i ragazzi e a trasmettere idee chiare ed essenziali. Ho anche imparato due parole nuove, “proattivo” e “reattivo”: cercando adesso in rete vedo che sono termini che si usano nel managerismo aziendale, e che lì significano rispettivamente “con capacità di prevedere gli sviluppi” e “senza questa capacità”. Puro Blanco lo usava spiegandolo che proattivi sono i giovani che prima pensano e poi agiscono, e reattivi quelli che prima agiscono e poi pensano. Effettivamente non è lontano dal significato gestionale.

La mia serata è terminata accompagnando i cinque giovani del settore san Ramón, che purtroppo erano pochi perché non abbiamo potuto organizzarci per andarli a prendere. Cosa che domani cercheremo di fare meglio.

Taína e suor Cecilia al momento di Sono appena partite per l’Italia suor Cecilia e Taína. Alle otto e mezza di stasera sono partite con il volo per Madrid, e tra meno di ventiquattro ore saranno nella casa madre delle nostre suore.

Taína circondata dai suoi familiariAll’aeroporto è venuta parecchia gente: Kika, che era stata la sua catechista, varie chierichette della Divina Misericordia, Yónatan e Yúdith, della pastorale giovanile, e naturalmente tutte le suore. Non sono mancati il papà e la mamma di Taína, il suo fratellino più piccolo, Yùnior, e alcuni altri familiari. E c’era anche Marcial.
Taína ha mostrato una serenità invidiabile. A me continuava a dire: “Ci vedremo tra poco”. Le lacrime non sono mancate in altri occhi, ma non in quelli di Taína.

Dopo un periodo di postulandato, Taína inizierà il noviziato. Per tre anni conoscerà la spiritualità della congregazione ed entrerà più profondamente in ella.

Non mancheremo di esserti vicini, Taína. E per me ci sarà presto la gioia di rivederti di persona!

A presto, Taína!

il momento dei saluti a Taína a Santa MargaritaÈ stato toccante il saluto delle due parrocchia a Taína, stamattina.

Prima alla Divina Misericordia, e poi a Santa Margarita.

Soprattutto alla Divina Misericordia ci sono stati vari interventi che sono arrivati dritti al cuore. E credo che Taína abbia percepito la fede con cui l’hanno raccomandata al Signore.

Taína il giorno del saluto, circondata dai tanti amiciDomani Taína partirà per l’Italia, dove, nella casa madre delle suore, vivirà la formazione del noviziato.

Lascia qui, per amore al Signore, il padre e la madre e sette fratelli maschi. Con serenità e semplicità di cuore.

Taína con suor Paolina e suor BlessilaIn casa, a pranzo, c’è stato poi il momento conviviale del saluto, stretti tra noi la comunità, e accompagnati dalla presenza di Paolo Dell’Erna e di Aldo Burzatta.

Sentiremo la tua mancanza Taína. Ma soprattutto ti accompagneremo con la preghiera!

Il secondo giorno del Ritiro di Evangelizzazione si è svolto in maniera abbastanza liscia.

Sia a Santa Margarita che alla Divina Misericordia è mancato qualcuno, ma direi che sono cose che rientrano nelle fluttuazioni statistiche.

Alla sera, in entrambe le parrocchie si è concluso con la Messa, nella quale sia io che Lorenzo abbiamo cercato di incoraggiare i partecipanti al ritiro a continuare il cammino intrapreso. E sono certo che per molti sarà così!

Grazie per la vostra preghiera!!!!

Le nozze di Seneida e JoséNella Messa di stasera abbiamo avuto, oltre ai partecipanti al Ritiro di Evangelizzazione, il matrimonio di Seneida, una bidella della nostra scuola, con José, suo marito.

Viene da una bella famiglia cattolica, ma, come lei stessa confessa candidamente, fino a pochi anni fa era una persona dedita a bere birra. Poco a poco ha incontrato il Signore e ha scoperto la possibilità di vivere in maniera diversa, e c’è stato il cambio.

Così sono arrivati a sposarsi. Con il proposito di continuare il loro cammino nella chiesa senza più lasciarla.

Auguri, José e Seneida. E che possiate arrivare minimo alle nozze d’oro!!!

Sono già 22 giorni che suor Paolina ed io (Suor Cecilia) siamo arrivate nella missione.

Sono ormai agli sgoccioli, perché lunedì 3 dicembre ritorno a Genova con Taína la giovane di questa comunitá che ha risposto, speriamo per sempre, alla chiamata del Signore.

Devo dire che questa Missione la porto nel cuore con tanti ricordi belli e meno belli. I poveri sono persone meravigliose con una loro dignitá e il loro grande coraggio per condurre la vita che conducono.

Momenti belli:

  • Le celebrazioni liturgiche partecipate con tanto entusiasmo da tutte le persone; sprizzano la loro gioia con il canto e non solo con la voce ma con tutto il corpo.
  • Il saluto sempre attento e cordiale con un affettuoso abbraccio, accompagnato dalla parola “Dios te bendiga”.
  • Mi ha colpito la presenza di tanti giovani pieni di vita ma chissà quanti problemi nascondono nel cuore.
  • IL volto di tanti bambini adornato di treccine con perline colorate.
  • I sei gruppi di giovani che oggi settimana s’incontrano mettendo al primo posto la Parola di Dio.
  • Le carissime Suore, sr. Modesta, sr Blessila, sr. Cristina e ora anche sr. Paolina: le ho definite “angeli” di questa comunità, e voglio appropiarmi con le parole di San Paolo nella lettera ai Romani: Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene.
  • E i sacerdoti… don Lorenzo e don Paolo che con tanto zelo annunciano Gesù e il suo Vangelo… sono eccezionali.

Non posso però dimenticare le tante situazioni di disagio, di abbandono, di tristezza in cui vivono tante persone. Questa comunità è preziosa agli occhi del Signore, la ama con un amore grande e si serve anche di noi creature per portare il suo amore e alleviare tante povertà.

Ringrazio il Signore di questa esperienza e la missione genovese che attraverso i suoi Sacerdoti e le Suore di Santa Virginia danno un contributo nell’espandere il regno di Dio.

Buon cammino di evangelizzazione!

La Marcia per la VitaCon la Marcia per la Vita si è conclusa la settimana organizzata dai giovani per esprimere il diritto alla vita contro il tentativo di depenalizzare l’aborto.

L'intervista a Noni all'inizio della Marcia per la VitaAll’invito rivolto alla stampa ha risposto una televisione, che ha provveduto ad arrivare per tempo, a fare qualche intervista, e a riprendere le prime fasi della marcia. Ci hanno visti in televisione alle cinque e alle dieci di sera.

La partecipazione non è stata numerosa, ma è stata molto viva. La polizia ci ha scortati dall’inizio alla fine. Significativa la presenza dei giovani, e toccante la loro determinazione nel dire no all’aborto.
È stato con noi il segretario del nunzio, mons. Giancarlo, che ha presieduto l’Eucaristia finale nella parrocchia di Nuestra Señora del Amparo.
All'Amparo, alla fine della Marcia per la VitaAbbiamo concluso con una foto dove posano i giovani che hanno organizzato l’evento insieme alle nostre suore.

9:26 pm

Confessioni

Oggi e domani mi sono messo le confessioni della gente che sta facendo il Ritiro di Evangelizzazione. Sono già venuti un certo numero, e altri si confesseranno nei prossimi giorni.

Io mi dedico a quelli di Santa Margarita, e Lorenzo a quelli della Divina Misericordia.

Certamente rimarranno persone da confessare domenica durante il ritiro, ma non importa, l’importante è che si riescano a confessare la maggioranza durante la settimana.

Queste confessioni sono sempre molto belle: le persone hanno ricevuto molto nel ritiro, e sentono il bisogno di purificarsi e di mettere in mano del Signore il loro passato.

Grazie, Signore, perché mi doni questo ministero bellissimo!

Continua il mio lavoro sul programma del fondo prestiti.

Più o meno c’è già qualcosa di funzionante, ma mancano ancora tante grandi e piccole caratteristiche.

Sto dedicando a questo lavoro tutto il tempo libero.

Oggi abbiamo cominciato il Ritiro di Evangelizzazione, o meglio, i Ritiri di Evangelizzazione. Il numero di persone tra le due parrocchie è sul centinaio, e per questo i ritiri sono stati due: uno a Santa Margarita, con circa trentatré persone, e uno alla Divina Misericordia, con circa cinquantacinque.

La prima giornata è filata lisca da tutt’e due le parti.

Il Ritiro di Evangelizzazione alla Divina Misericordia Alla Divina Misericordia Marcial si è incaricato di coordinare tutta l’organizzazione, ed è lui il proclamatore principale. L’ho visto ben cosciente del suo ruolo, e ben sicuro, e ne sono contento!
Il Ritiro di Evangelizzazione a Santa MargaritaInvece a Santa Margarita la parte del leone l’ha fatta Carmen, sia organizzando, sia come prima proclamatrice. Accompagnata da Germania e dal diacono Juan Luis hanno tenuto viva l’atmosfera spirituale per tutta la giornata.
Entrambe le équipe hanno fatto quindi un ottimo lavoro! Complimenti!

Durante il giorno i parrocchiani dei vari settori si sono alternati nella preghiera nelle rispettive cappelline con l’Eucarestia esposta. Lì mi sembra che le cose siano state un po’ molle. Speriamo di far meglio domenica prossima!

Abbiamo realizzato oggi pomeriggio il “Congresso per la Vita contro l’aborto e la delinquenza”.

C’è stata risposta sia a livello istituzionale che a livello della gente.

L'intervento appassionato del padre Jesús CastroPer quanto riguarda le istituzioni, il cardinale ha inviato il padre Jesús Castro, vicario episcopale per il clero e licenziato in bioetica, che ha tenuto la conferenza centrale.

La tavola delle autorità al Congresso per la VitaA livello del parlamento erano presenti due deputati impegnati nella lotta contro l’aborto: Ángel Gomera e Pelegrín Castillo. Entrambi hanno espresso il loro impegno di cristiani e di legislatori a favore del bambino non ancora nato.

C’era anche un pastore evangelico, che in verità mi ha stupito per la profondità delle sue parole in relazione alla giovane età.

E infine c’è stato anche il padre Luis Rosario, coordinatore nazionale della pastorale giovanile.

Il pubblico al Congresso per la VitaLa gente si è dimostrata molto sensibile: avevamo tra le duecento e le trecento persone comprendendo una buona rappresentanza di studenti.

Noni, il coordinatore dell'organizzazione dell'eventoAlla fine dell’attività ho fatto i complimenti agli organizzatori, a Noni anzitutto, e agli altri giovani che hanno lavorato con lui. Si sono fatti un bel mazzo e si sono visti i risultati.

Le attività continuano con la Messa per la Vita, domenica alle nove, con una serata di preghiera, mercoledì, e con la Marcia per la Vita finale, venerdì pomeriggio.

La cosa più bella, come ho già detto varie volte, è godersi la libertà di dire che l’aborto è un delitto e che il feto ha diritto di vivere. Cosa che purtroppo in Italia è più difficile. Mi domando se in Italia non abbiamo calato le braghe sotto la pressione di chi ci vuol far passare per retrogradi… Se lo sviluppo si misura in base a questo valore della vita, la Repubblica Dominicana è molto più sviluppata dell’italia.

Nel pomeriggio avevamo la prova di lettura con i lettori della liturgia di Santa Margarita.

Mancava parecchia gente, e in generale il livello di lettura non è molto alto. Ancora una volta ho insistito pesantemente sul preparare la lettura leggendosela ad alta voce. Si sono viste già discreti miglioramenti. E spero che continueranno.

Grazie, Signore!

Da oggi nel settore Betania si fará la Celebrazione della Parola tutti i martedì sera, alla stessa maniera che negli altri settori.

Lo scopo di queste celebrazioni è quello di portare la vita della Chiesa vicino alla casa della gente. Ci si aspetta che se partecipano vicino a casa loro sia poi più facile integrarsi nella Messa in parrocchia.

Per l’occasione dell’inaugurazione ho partecipato attivamente presiedendo la Ćelebrazione Eucaristica. La gente presente era in un discreto numero, e il momento è stato allietato dalla presenza di un buon numero di bambini.

Il locale in cui si fa la celebrazione è una sala di un piccolo collegio che lavora con i figli degli haitiani: il padrone lo ha messo a disposizione con squisita generosità.

Grazie, Signore, per questa occasione in più per annunciare la tua parola.

Una buona parte dei giovani sta lavorando sodo per la prossima Settimana per la Vita, che sarà da questo venerdì al prossimo.

Noni soprattutto, ma con lui Yónatan, Leidy, Yoselín, Virginia, Hioleisy e tanti altri stanno facendo prove di recite e di canti, si preparano a decorare l’ambiente, cofermano le presenze degli invitati.

All’atto inaugurale ci sarà sicuramente il padre Jesús Castro, vicario episcopale per il clero, in rappresenzanza del cardinal Nicolás; oltre a lui due deputati, tra i quali il deputato del Guaricano più vicino alla chiesa, e i rappresentanti del sindaco e del Ministero dell’Interno.

Si sono invitate le rappresenzanze di tutte le scuola del Guaricano, e ci aspettiamo che partecipino molti dirigenti comunitari. Anche da varie parrocchie vicine ci hanno assicurato che manderanno qualcuno.

Si profila un atto iniziale meglio preparato dell’anno scorso, quando si dovette sospendere perché non ci fu una partecipazione significativa.

P., un membro della nostra comunità e di un ministero di evangelizzazione, è in carcere accusato di violenza carnale. La cosa risalirebbe a otto anni fa, e sarebbe successa con una bambina che allora aveva sette anni (!), figlia di un’amica di P. La bambina ha vissuto un mese in casa di P., il quale aveva sua moglie e i suoi figli.

Di fatto in quel tempo P. non viveva la vita né di fede né di Chiesa. P. si è avvicinato alla parrocchia circa quattro anni fa in occasione di una missione. Veniva agli incontri di accoglienza con una treccia lunga che gli cadeva sulla schiena e con gli  orecchini. Poco a poco si è reso conto che la sua vita poteva essere diversa, e ha cominciato a inserirsi nella vita della comunità. Ha fatto il Ritiro di Evangelizzazione, poi ha deciso di lasciarsi da sua moglie perché la relazione in ogni caso non era buona, e si è potuto così avvicinare ai sacramenti.

Da due anni sta facendo parte di questo ministero di evangelizzazione. Il suo ruolo è soprattutto quello di animare con la musica, perché sa suonare la tastiera. Ma gli si vede un dono per la preghiera, e la sua testimonianza di vita parla di un cammino di santità.

P. ha reagito all’accusa con certa sorpresa. Sostiene di non aver fatto niente, ma al di là di questo d’impressione è che sta vivendo questo momento di carcere non solo come una prova, ma anche come un’occasione per portare il vangelo ai carcerati.

La gente che gli è stata vicina nelle prime fasi del processo dice che di fronte a bugie evidenti P. non ha mostrato interesse di difendersi. Il ministero del quale è parte gli è molto vicino e lo va a trovare spesso.

A molti di noi sembra che, al di là del fatto che P. sia colpevole o meno, il tutto sia stato messo su dalla famiglia per estorcergli soldi. Sembra che la madre della bambina abbia detto apertamente che se le danno 125,000 pesos (l’equivalente di 4,000 euro) ritira la denuncia.

Vi farò sapere. E vi ringrazio se potete unire la vostra preghiera alla nostra.

All’incontro del clero della zona eravamo abbastanza pochi: il vicario di zona, altri tre parroci (tra cui io), tre curati (tra cui Lorenzo) e quattro diaconi.

Credo che il totale dei preti della zona siamo circa quindici.

A parte il numero, abbiamo fatto il punto della campagna contro l’aborto, e soprattutto abbiamo organizzato le celebrazioni penitenziali d’Avvento. Tutte le serate, a partire dal 10 dicembre, le avrò impegnate confessando nelle varie parrocchie.

Il pranzo è stato offerto dalla parrocchia della Divina Misericordia. Leonidas e Isabel hanno fatto un sancocho memorabile! Complimenti!!!

A distanza di un mese dall’ultima riunione siamo tornati a fare il punto sui matrimoni possibili di dicembre. Insieme ai responsabili di settore e alle coppie incaricate della pastorale familiare abbiamo condiviso la situazione dell’ottantina di coppie adulte che hanno fatto il corso di preparazione in questi anni e che non si sono sposati.
Umanamente il quadro non è molto confortante: la maggior parte non sono ancora pronti. La causa più frequente è che i documenti non sono in ordine o non li hanno in mano. Sembra che vari di loro avessero in programma di andare al campo le settimane scorse a cercare i documenti, ma la tormenta Noel glielo ha impedito.

Altri sono diventati evangelici (abbiamo contato almeno una decina di persone), altri forse non hanno mai avuto troppo interesse per il matrimonio, altri si sono separati, qualcuno ha cambiato casa… A tutt’oggi sembra che i matrimoni che faremo in dicembre saranno tra i dieci e i venti.

Ma continuo a pregare, e chiedo la preghiera anche a voi, perché siano di più. Grazie! E grazie a te, Signore, che so che non mi deluderai!