Contributi del mese di Febbraio 2007

La “puntata” odierna del corso di preparazione al matrimonio è stata segnata da una testimonianza toccante.

Dal momento che si diceva che la coppia diventa “una sola carne” attraverso l’esperienza del perdono reciproco, un uomo ha confessato pubblicamente di non essere ancora capace di perdonare. Ha ammesso che in passato ha tagliato fuori dalla sua vita molte persone che gli avevano fatto sgarbi o torti, e che ancora adesso mantiene a distanza un figlio, senza riuscire a intenerirsi neppure di fronte alle richieste di perdono dello stesso. La “confessione” esprimeva un bisogno forte di cambiare, e di fatto l’uomo l’ha detto: vorrebbe essere diverso.

La cosa è stata tanto significativa che quando ha finito di parlare, un altro ha detto molto spontaneamente: “Si merita un applauso per questa sincerità”, e gliel’abbiamo fatto. Gli abbiamo assicurato anche il sostegno della nostra preghiera, cosa in cui vi chiediamo di aiutarci anche voi lettori.

Stamattina alle 11 tutti i preti della nostra zona ci siamo dati appuntamento dal cardinal López Rodríguez, che è convalescente di un bypass al cuore. L’operazione è stata fatta nella prima metà di gennaio, e piano piano si sta ristabilendo. La cosa più fastidiosa che ha è la ricomposizione dell’apertura dello sterno: al tossire e allo starnutire gli fa abbastanza male.

Abbiamo concelebrato l’Eucaristia, alla quale il cardinale ha assistito senza né presiedere né concelebrare.

Nonostante la salute ancora malferma ci ha accolti con molta affabilità e ci ha fatti sentire a nostro pieno agio. L’ho vissuta, e credo don Lorenzo e gli altri preti pure, come un momento bello di fraternità presbiterale e di vicinanza spirituale con il nostro pastore.

Oggi, festa dell’Indipendenza, la circostanza del giorno festivo mi ha permesso prendere le cose con più calma.

In particolare, in mattinata ho potuto parlare con Miguel Ángel e Willy, i nostri due seminaristi maggiori. Posso dire che stanno facendo dei bei progressi a livello di maturazione personale.

Nel pomeriggio, poi, la riunione degli animatori di Comunità di Base, come tutti i martedì, e poi la riunione della Commissione di Pastorale Giovanile.

Il piccolo Francisco con Fabrizio, il suo nuovo papà

Da una settimana ci troviamo in missione, con il il piccolo Francisco.

Prima di arrivare qui, eravamo molto preoccupati per il continuo prolungarsi della nostra permanenza a causa di problemi burocratici e lungaggini relative all’adozione del nostro Angelito de Dios. Purtroppo il percorso adottivo è lungo e complicato. Le nostre preoccupazioni erano aggravate anche dal fatto di sentirci soli in un paese straniero, con nostalgia di casa.

Abbiamo accolto l’invito di don Paolo e don Lorenzo a vivere con loro in missione con grande gioia. La divina provvidenza sembra averci guidato fino a loro.

Il piccolo Francisco con Tutti qui, Paolo e Lorenzo, Carmen e Francesco, tutte le suore, ci hanno fatto capire il significato di accoglienza, di ospitalità, conforto, accogliendoci a braccia aperte e con amore. Ci sentiamo veramente in famiglia ed anche il nostro piccoletto ha trovato tanti zii e zie che lo accudiscono e lo fanno giocare.

Grazie Signore!

Il compleanno di suor CristinaOggi era il compleanno di una nostra suora, e la sua famiglia ha pensato bene di farle una sorpresa: nel primo pomeriggio sono arrivati mamma, sorelle, nipoti, e anche altra gente della comunità.

Io mi sono unito al ritorno da Higüey, e ho trovato molto amore e molta gioia.

Grazie, Signore, per questa sorella così preziosa!

Alcuni dei giovani presenti alla convivenzaI giovani dei vari gruppi giovanili delle due parrocchie hanno vissuto oggi una giornata insieme a Jacagua.

La mattinata è stata dedicata soprattutto alla conoscenza reciproca. Si tratta infatti di almeno sette gruppi distinti, e non sono molti i momenti come questi in cui possono incontrarsi e farsi amici al di là del loro gruppo.

Nel pomeriggio invece un giovane della Pastorale Giovanile Diocesana ha fatto una catechesi su matrimonio, fidanzamento e sessualità, che i ragazzi hanno trovato molto interessante.

Suor Serafina, suor Modesta, Taína, Yúdith e Raquel hanno passato la giornata con loro. Io sono arrivato là alle quattro e mezza per la Messa, reduce dal pellegrinaggio a Higüey. Ho trovato tanto entusiasmo, e ho percepito una bella soddisfazione nei giovani per l’andamento della giornata. E alla Messa si è unita anche la comunità del settore di San Ramón, dando ancor più vivacità e amore alla cosa.

7:28 pm

A Higüey

A Higüey con Carmen, Fabrizio, Sabrina e FranciscoPellegrinaggio parrocchiale di Santa Margarita a Higüey, oggi. Hanno partecipato anche Carmen e Fabrizio e Sabrina, con il loro piccolo Francisco.
In fase di preparazione c’è stato uno sbaglio mio che ho tardato troppo a promozionarlo, e così la partecipazione è stata scarsa, abbiamo riempito un solo pullman.

In compenso, la Messa là è stata ben significativa. Ci siamo ritrovati nel santuario della Madonna dell’Altagrazia insieme a altre cinque parrocchie di Santo Domingo, con i rispettivi parroci. Alcuni di loro era abbastanza tempo che non li vedevo, ed è stata una cosa molto positiva. Al momento dell’omelia, poi, il primo celebrante ha posto tutti gli altri a dire un pensiero, e ne sono venute fuori riflessioni molto belle.

E poi al momento della consacrazione lo stesso primo celebrante ha fatto una preghiera di guarigione per tutti gli infermi, che è stata sentita molto da tutti.

A Santa Margarita abbiamo avuto la prima riconciliazione.

Purtroppo assomiglia molto a un campo di battaglia: più morti che vivi. Voglio dire che sono più i bambini che non hanno potuto ricevere il sacramento che quelli che l’hanno ricevuto.

Un buon numero perché non hanno consegnato il certificato di battesimo. Altri perché i genitori non si sono visti agli incontri per loro. Altri ancora perché gli stessi bambini non hanno ricevuto la catechesi preparatoria.

Ci saranno degli incontri di recupero, spero che riescano a ricevere il sacramento tutti.

Un bel ritiro di Quaresima quello di oggi a scuola!

Oltre a me, hanno proposto le loro riflessioni il padre Francesco, curato delle parrocchie di Santiago el Menor e Nuestra Señora del Amparo, napoletano, e il padre Isidro, parroco delle stesse parrocchie.

Oltre a toccare il significato della Quaresima come tempo forte, le riflessioni si sono centrate sulla lettera del Papa (“Guarderanno a colui che hanno trapassato”) per la quaresima, e sulla comprensione della stessa come tempo per scoprire e celebrare l’amore di Dio.

Ho visto in vari il proposito di sforzarsi di più per partecipare a Messa. Ed è stata la cosa che più mi ha dato gioia!

Grazie, Signore!

I genitori dei bambini che faranno la prima riconciliazione hanno avuto stasera il loro secondo incontro.

Sono occasioni preziose per parlare loro di alcuni aspetti fondamentali della vita cristiana.

L’incontro è una via di mezzo tra un annuncio kerigmatico, una conferenza sull’educazione dei figli e una catechesi morale.

Partecipano soprattutto le madri, si fa esigenza ai papà di partecipare, ma non è facile, sia per il lavoro sia per il menefreghismo.

Veniamo da cinque giorni praticamente “isolati” dal mondo, almeno per quanto riguarda internet.

Un guasto a un’apparato del Ministero dell’Educazione (che ci fornisce la connettività), avvenuto nella notte tra venerdì e sabato, è stato, a quanto sembra, duro da risolvere: soltanto adesso è stato risolto.

Ho un po’ di giornali arretrati da leggere, e anche un po’ di cose arretrate da scrivere qui.

9:30 pm

Senza internet

Siamo ancora senza internet (queste righe l’ho scritte alcuni giorni dopo e ho cambiato la data).

E comunque non è successo niente di significativo da nessuna parte. Lavori di routine.

Da oggi abbiamo in casa tre persone in più: Fabrizio e Sabrina, giovane coppia della provincia di Torino, con il loro piccolo Francisco.

La ragione per cui sono arrivati da noi è che sono da dicembre in Repubblica Dominicana per un’adozione internazionale.

Hanno ricevuto il bambino già prima della fine dell’anno, per la convivenza di legge, che qui è prevista di sessanta giorni.

E di fatto sono felicissimi di Francisco, un moretto di nove mesi (sette quando l’hanno ricevuto), che con tutta probabilità sarà effettivamente loro figlio adottivo tra un mesetto.
Le cose poi si sono allungate più del previsto, e allora giovedì scorso ci hanno contattati per chiedere un aiuto con le pratiche di adozione. A quel livello in realtà non possiamo aiutarli, però abbiamo deciso di proporre loro di venire ad abitare da noi in maniera che sentano per lo meno l’appoggio umano e cristiano.
E così oggi hanno fatto trasloco da noi. Soprattutto con la compagnia di Francesco e di Carmen respirano un’aria più di famiglia. Prima vivevano in un residence per turisti dove erano soli tutto il giorno, e in realtà Sabrina era un po’ provata psicologicamente.

Oltre a loro, anche noi ci sentiamo una comunità più completa. I sorrisi di Francisco allietano tutti, e tutte le sere ci riuniamo per recitare insieme la preghiera della Compieta. Un elemento in più di serenità, grazie a Dio!

Yury e Fanny il giorno del loro matrimonioOggi pomeriggio si sono sposati Yury e Fanny. Yury è il fratello di suor Cristina.

Da vari anni lo stavano pensando, ma erano sempre indecisi (a quanto hanno spiegato) per il discorso delle spese. Finché lo Spirito Santo ha fatto capire a Yury che non potevano mettere il discorso spese davanti a quello del matrimonio.

Foto di gruppo dopo il matrimonio di Yury e FannyE così, al finire il corso di preparazione a metà gennaio, hanno detto che si sarebbero sposati il mese dopo. E così è stato. Anzi, si sono trascinati dietro anche un’altra coppia, un po’ più matura di loro, Pedro e Lin.

La celebrazione è stata bellissima, se la sono goduta anche Carmen, Taína e tutte le nostre suore!!! Ovviamente c’erano anche, elegantissimi, i quattro figli di Yury e Fanny!

E non solo! Varie altre coppie si sono entusiasmate, e adesso mi stanno facendo pressione per fare alla svelta un’altro corso di preparazione! Da cosa nasce cosa!

Grazie, Signore!!!

I partecipanti al ritiroIl secondo giorno del Ritiro di Evangelizzazione si è aperto, al solito, con la liturgia penitenziale. Una liturgia sui generis, perché si fa come divisa tra la prima e la seconda domenica. Durante la settimana i partecipanti fanno il dialogo con il loro “pastorello”, si confessano, e all’inizio della seconda domenica la celebrazione.Un’altra cosa significativa, è che questa liturgia è strutturata come un rinnovo del battesimo, con la rinuncia a Satana e tutte le sue opere e con il rinnovo della professione di fede.

Un altro elemento bello è poi la preghiera per la guarigione da tutti i rencori del passato, cominciando da quello che possono averci fatto nostro padre e nostra madre, passando per maestri ed educatori, fino ad arrivare alle relazioni adulte a livello di vita di coppia e di lavoro.

E, dopo i vari temi del giorno, incentrati sulla signoria di Gesù nella propria vita e sul dono dello Spirito, la liturgia di consacrazione alla fine della giornata: quest’ultima ha il significato di pregare su ognuno perché si rinnovi l’effusione dello Spirito Santo. È preceduta da un momento di preghiera intensa, e produce a tutti un’intensa gioia spirituale.

Nella Messa finale ognuno dei partecipanti è accolto dai suoi familiari, e riceve da essi un significativo regalo: un mazzettino di fiori, segno della vita nuova che ha iniziato a vivere. A quanti hanno espresso durante il ritiro segni significativi di cambio si chiede di dare un piccolo testimonio. A me quello che più colpisce è, più che le testimonianze, che pur sono molto belle, vedere le facce degli altri che hanno vissuto la stessa esperienza: la qualità del loro sorriso esprime una partecipazione intensa e senza parlare è come se dicessero: “Quello che sta dicendo lui (o lei) l’ho vissuto anch’io”.

Adesso ci rivedremo sabato pomeriggio con tutti i partecipanti: lì c’è spazio per testimonianze un po’ più dettagliate, e una cetechesi apposita introduce le dodici settimane della catechesi fondamentale su discipolato e vita di comunità.

Ultimo round di confessioni dei partecipanti al ritiro di evangelizzazione, questa volta a Jacagua.

Tre ragazze giovani, e varie signore mezze giovani e di mezze età. Con abbastanza voglia di camminare con il Signore, tutte quante.

Alcune sere di questa settimana le dedico a confessare la gente che sta facendo il Ritiro di Evangelizzazione.

È un momento veramente bello, perché tutti arrivano al sacramento (o al dialogo, quelli non pronti per ricevere la assoluzione) con una disponibilità straordinaria al Signore. Vedo una disponibilità a cambiare non comune, che è fonte di gioia per loro e anche per me.

È una delle gioie più belle del mio ministero qui! Grazie, Signore!

L’elettricista mi ha fatto alcune modifiche al circuito della scuola e alle lampade esterne in maniera che la strada davanti alla scuola rimanga perennemente illuminata dall’energia fornita dagli inversori nuovi che ci ha installato l’INDOTEL.

Insieme ad alcune altre piccole modifiche, tra qualche giorno siamo in condizione di non dover più accendere il generatore elettrico per il turno serale. Con tutto beneficio dell’economia della scuola. E grazie allo stato dominicano! E, soprattutto, grazie al Signore che ci ha aiutati a pensare e a realizzare ciò!

Il catecumenato dei bambini del catechismo (sono catecumeni quelli che si preparano al battesimo) è iniziato stasera con la corrispondente riunione dei genitori.

Hanno partecipato più del 60%, un dato confortante considerando che a Messa vengono solo il 5% della popolazione. Voglio dire che di tutti questi genitori che sono venuti alla riunione forse il 30% viene a Messa tutte le domeniche.

Il cammino catecumenale continua con le sue tappe di catechesi (la spiegazione dei vari aspetti del battesimo) e liturgiche (entrata al catecumenato, scrutini, unzione dei catecumeni, ecc.). Cerchiamo nel limiti del possibile di rendere partecipe tutta la comunità del cammino di questi bambini!

Visita mattutina al Ministero dell’Educazione, per verificare con un’assistente del ministro lo stato della nostra richiesta di assunzioni.

Come sapete la nostra scuola è sostenuta dallo stato, che paga la gran maggioranza dei maestri. Ciò è voluto a livello di scuola primaria, dove il carattere pubblico della scuola (che però appartiene alla Chiesa) richiede che tutto il personale sia assunto dallo stato. Cosa che non è mai vera al 100%, perché se lo fosse oggi, probabilmente non lo sarebbe più l’anno prossimo, visto che con 80 persone che lavorano ce n’è sempre qualcuno che se ne va, che si pensiona per malattia, che ascende, ecc. E quindi tutti gli anni bisogna presentare la lista del personale ancora non assunto e chiedere che lo stato lo assuma. Se smetto di fare questa pressione mi aumenta la quota di personale non assunto – a cui diamo un mezzo stipendio da quanto si raccoglie dalle famiglie – e mi diminuiscono le risorse per la manutenzione della scuola.

A livello di liceo abbiamo scelto invece di non essere una scuola pubblica, ma semi privata. Ciò perché nel caso di assumere la modalità pubblica avremmo dovuto in ogni caso pagare una buona fetta del personale (perché lo stato normalmente assume con il contagocce), e anche per avere maggiore autonomia nei confronti dello stato e del sindacato dei professori, e poter offrire un’educazione migliore.

Mi direte: ma come, da Genova non arrivano offerte anche per la scuola? Sì, ma personalmente sono contrario a usarle per questioni di amministrazione ordinaria. E questo per evitare derive assistenzialiste. Di fatto già dal 2000 ci siamo organizzati chiedendo alle famiglie una collaborazione mensile, che è stata fino all’anno scorso un massimo di 50 pesos (equivalenti a 1,25 euro), e che adesso abbiamo portato a un massimo di 100 pesos (2,5 euro) perché l’inflazione, superiore al 100% nel complesso degli ultimi 3 anni, ci aveva reso impossibile coprire le spese. Per avere un’idea del valore dei soldi, sappiate che qui una birra costa un euro. E nessuno se la nega in un fine settimana.

Nel liceo poi le offerte concorrono a formare le borse di studio. Senza borsa di studio la retta è di 290 pesos mensili (circa 7 euro), con la borsa di studio è la metà o zero, dipendendo dai casi. Quest’anno il totale delle borse di studio è stato di 4,000 euro.

Così, vi dicevo, l’amministrazione ordinaria è tutta portata avanti con i contributi delle famiglie, che vengono in questa maniera aiutate a valorizzare il lavoro che la scuola fa per i loro figli. E non si rischia che, se Genova se ne va dal Guaricano, la scuola smetta di funzionare.

Le offerte di Genova le abbiamo usate anche, ultimamente, per potenziare la struttura. Così nel 2002 abbiamo aggiunto un salone e sette aule, nel 2004 il sotto tetto con un’altra area ampia e due aule, e nel 2005 i laboratori. In tutto sono stati spesi in questi lavori qualcosa come 300,000 euro (la Regione Liguria ha collaborato con 35,000 euro nel lotto 2005). Una bella cifra, frutto dell’amore di moltissimi di voi che ci sostenete con le adozioni a distanza. E un investimento che mantiene tutto il suo valore lungo gli anni, e di cui la comunità di Guaricano si beneficerà perpetuamente. Facendo il conto, quei 300,000 – 35,000 euro corrispondono a 1,050 adozioni a distanza annuali!

Così, per tornare al titolo, sono stato ieri a spingere sulle nomine del personale ancora non assunto. Attualmente sono una quindicina di persone su un totale di circa 80. La funzionaria mi ha assicurato il suo interessamento, la devo richiamare i primi giorni della settimana prossima.

Nel frattempo vi chiediamo di aiutarci con la preghiera!

Ho risolto il problema del laboratorio di informatica levando da mezzo il disco SATA che ora so che è sicuramente danneggiato.

L’altro disco, che aveva prima soltanto i dati, adesso ospita anche il sistema operativo.

10:27 pm

San Valentino

Carmen in compagnia delle suorePer l’occasione della festa di San Valentino, che qui non è solo la festa degli innamorati, ma la giornata dell’amore, una bella delegazione di Santa Margarita è venuta a farci una bella sorpresa a casa. Dopo pranzo, quatti quatti, si sono presentati con gelato e torta gelato, ci hanno “costretti” a mangiarlo con loro.

Taína e Raquel, il sorriso della vittoria (sul gelato)Naturalmente c’erano anche le aspiranti, le quali si sono unite volentieri alla “penitenza”.

È stato un momento molto carino, che a dir la verità si ripete con gran piacere nostro e delle suore tutti gli anni.

Grazie, Carmen, Bilma, Tatá, Marcial, Germania, Jacinta. E grazie anche a te, Signore!

È da tre giorni che tento di far ripartire il server del laboratorio di informatica, ma non ci sono ancora riuscito.

Il fatto è che ho il sospetto che il problema sia nel disco SATA che si è danneggiato, ma le voglio provare tutte prima di buttarlo via (o provare a portarlo alla garanzia).

Per fare le cose meglio oggi pomeriggio ho iniziato a scaricare la ISO della versione nuova di Ubuntu, in maniera da far l’installazione più alla svelta! Domani la inciderò sul CD e vedremo se le cose mi vanno meglio.

Il gruppo della Messa dei Malati della Divina MisericordiaL’ultima Messa dei malati è toccata oggi pomeriggio alla Divina Misericordia.

La “chiesa” era strapiena, considerando che non era domenica. Come ai tempi di Gesù, tutto quello che sa di Messa di guarigione qui tira tantissimo. Vengono sempre tante persone, anche gente che non viene a Messa la domenica, a volte anche evangelici.

Hanno ricevuto l’unzione una quarantina di persone. Tutte sono state preparate da catechisti e animatori. Vari di loro era la prima volta che si confessavano.

Ho anche fatto alcune foto, che spero di aggiungere presto. È stata una trovata bella quella della foto finale, sembravano i bambini della Prima Comunione, sempre pronti a farsi fotografare!

Purtroppo vari inconvenienti elettrici hanno portato a una mezza catastrofe del disco rigido del server del laboratorio di informatica. Così ho dovuto passarmi la mattina a riformattare e reinstallare. E ancora adesso non ho ancora finito. Sto usando un tempo morto dell’installazione per dedicarmi al diario.

Spero di finire stasera. So che il Signore mi aiuterà!

Questa volta il Ritiro di Evangelizzazione è in stile più familiare: una trentina di persone in tutto dalle due parrocchie. Ma meglio così, si lavora meglio e si gestisce meglio il processo.

Il settore più rappresentato è San Ramón, con otto persone, seguito dall’Arca di Noè con sette. Grande assente il settore Espíritu Santo: una mancanza di coordinazione da parte di Bernarda, la responsabile di settore, ha fatto sì che la gente non venisse preparata.

A proclamare le catechesi sono stati Marcial, Matilde e Mirella. Carmen ha tenuto insieme il tutto.

Il Ritiro continua con i dialoghi con i “pastorelli”, che verranno fatti in settimana, e con la confessione (sacramentale, per chi può): ciò prima del domingo prossimo. Infatti la prima domenica è in vista del consegnare la nostra vita al Signore in un cammino di liberazione dal peccato (Battesimo), mentre la seconda domenica è per rinnovare il dono dello Spirito Santo (Confirmazione). Tra tre mesi, poi, il Ritiro Eucaristico permetterà di rispiegare e rimotivare l’esperienza dell’Eucaristia.

Il mio lavoro, quindi, continua in settimana: ho messo tre momenti, uno a Betania, uno alla Cappella san Francisco, e uno a Jacagua. Perché tutti possano confessarsi comodamente. È il mio servizio. E lo faccio volentieri!

Oggi abbiamo avuto la Messa per la Giornata del Malato nel settore san Ramón, futura parrocchia di Santa Virginia.

Buona la partecipazione, e come sempre c’era parecchia gente che non è granché di chiesa, ma che accorre quando sentono parlare di Messa di guarigione. Ne approfitto per spiegare che la fede in Dio non può essere soltanto questione del momento in cui si ha bisogno di una mano.

C’era anche la gente del settore, una decina, che domani inizieranno il Ritiro di Evangelizzazione.

La Messa dei malati di oggi pomeriggio a Santa Margarita è stata celebrata da don Lorenzo, io mi sono limitato a concelebrare tranquillo per il persistente stato d’indisposizione. E mi sono dedicato a confessare, prima della Messa e anche quando stava cominciando.
Molta gente ha partecipato. La comunità si è attivata con molta gente che faceva la spola portando i malati. Un terzo di quelli che ha ricevuto l’unzione non camminava. C’era anche Santana, l’uomo de La Mina in carrozzella a cui don Fully & C. hanno aiutato a ricostruire un pezzo di casa.

Domani la Messa dei malati tocca nel settore san Ramón, e lunedì alla Divina Misericordia.

11:51 am

Indisposizione

Piccola indisposizione, già da ieri, con l’intestino in subbuglio. Mi sento debole ed ho un po’ di febbre. Spero di rimettermi in sesto presto.

Oggi pomeriggio abbiamo la messa dei malati. Mi sa che andrò come malato!

All’avvicinarsi della Quaresima cominciami anche i cammini di preparazione immediata ai sacramenti.

Stasera è toccato ai genitori dei bambini che faranno la prima riconciliazione. Mancavano una parte, ci dev’essere stato un fallo nella comunicazione ai catechisti. Sabato pomeriggio i bambini avranno il primo incontro per loro.

La comunità intera mi ha fatto sentire il calore del suo affetto, in occasione del mio compleanno.

A Messa ho ricevuto abbracci a non finire.
A scuola sono stato festeggiato insieme a Maribel, la segretaria che adesso lavora come maestra.

Le suore mi hanno fatto una festicciola nel consultorio con i medici e il resto del personale.

Nidia e i professori del collegio mi hanno fatto un’altra festicciola-sorpresa.

E a pranzo avevo invitato Marcial, Edilenia e la stessa Maribel, e con loro ci siamo passati un bel momento pure lì.

Insomma, ho sentito un gran affetto. Ho lasciato casa, padre, madre e fratelli, ma ricevo davvero il cento per uno!

Non sono mancate le telefonate di tutta la mia famiglia.

E, dulcis in fundo, mi ha chiamato don Piero dal ritiro del clero di Genova e mi ha passato anche mons. Bagnasco!

Grazie, Signore!

Abbiamo fatto oggi pomeriggio un’oretta di preghiera in preparazione al Ritiro di Evangelizzazione, che comincerà domenica.

C’erano i proclamatori e i “pastorelli” (coordinatori di gruppo), e anche alcuni altri laici delle parrocchie. Abbiamo pregato perché sia una realtà la liberazione dal peccato e la vita nuova di tutti quelli che parteciperanno. Menzionandoli uno a uno, attraverso il canto li abbiamo presentati al Signore.
Alla fine, abbiamo pregato in maniera particolare per ognuno di quelli che faranno il servizio: dalla loro docilità allo Spirito Santo dipenderanno i frutti del ritiro.

Incontro dei genitori del liceoStamattina abbiamo avuto l’incontro di metà anno dei genitori del liceo.

Circa 120 i genitori presenti (in tutto dovrebbero essere sui 180), un numero soddisfacente considerando la gente che lavora e quelli che qualunque cosa fai non partecipano mai.

Da parte mia ho fatto un’istruzione mettendo in evidenza quattro aspetti della vita di fede, con una sottolineatura particolare sul fatto che la fede richiede la partecipazione all’Eucaristia.

Nei gruppi per classe, poi, hanno potuto approfondire in chiave più personale le idee trasmesse.

A tutto questo è seguita una recita fatta da una rappresentanza degli studenti: una famiglia “tipica” dominicana, con il padre ubriacone e la madre giovanissima che pensa solo a farsi bella, risultato, una figlia di sedici anni incinta e il maschio di 17 finito a fumare droga. La morale era chiara: non basta fare i figli, bisogna trasmettere loro valori solidi. Bravi, ragazzi!

La mattinata si è conclusa con la consegna delle pagelle, in maniera che ogni genitore si possa rendere conto perfettamente dei meriti e delle lacune dei figli.

Ultima cosa: abbiamo sottoposto a votazione gli indirizzi che avremo dall’anno prossimo, quando cominceremo a funzionare come politecnico: informatica e contabilità.

Carmen durante una pausa dell'incontro alla Escuela de EvangelizaciónC’erano con noi anche suor Modesta, che insegna Religione nel liceo, e Carmen, che, per l’occasione, ha fatto anche da bambinaia.

Compio oggi, 6 febbraio 2007, otto anni di servizio di parroco a Santo Domingo.

A volte mi domando se nel ’98 i miei superiori non sono stati un po’ incoscienti. Venivo tutto sommato da un’esperienza molto limitata: soltanto sei anni e pochi mesi di ordinazione, e un solo servizio, da viceparroco. Mi hanno mandato, ma a dire la verità le cose sono state più facili per loro perché io mi sono reso disponibile, proprio nel momento in cui i superiori volevano fare il cambio qui. Vedo un disegno della Provvidenza in questo: il viaggio in Tanzania a trovare don Leonard Teza nel luglio 1997 mi ha disposto al desiderio della missione, e poco più di un anno dopo ero già in viaggio per la Repubblica Dominicana!

Ricordo ancora quel 6 febbraio del ’99. Il cardinal Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, che è venuto a Santa Margarita per installare me in questa parrocchia e don Lorenzo come parroco di Santiago el Menor e Nuestra Señora del Amparo. Ricordo le prime prediche, con la lingua impastata nel parlare una lingua di cui non avevo padronanza…

Grazie a Dio il momento in cui ho preso la parrocchia coincideva con la preparazione della Gran Misión, la Grande Missione dell’Arcidiocesi di Santo Domingo in preparazione al Gran Giubileo dell’Anno 2000. Tutti i giorni alla fine della Messa recitavamo la preghiera composta dal cardinale per l’occasione. La Missione, e tutto quello che ha significato in quanto a momenti di formazione, conferenze, ritiri, mi ha dato la carica, e io ho cercato di trasmetterla alla parrocchia. In Santa Margarita si sono formati circa cinquanta missionari, che poi nell’anno del Giubileo si sono resi disponibili per le Missioni che si sono realizzate nelle varie zone dell’arcidiocesi. I missionari stavano fuori otto giorni, nei quali vivevano gomito a gomito con la comunità parrocchiale a cui erano inviati; di mattina visitando le famiglie che vivevano attorno al loro Centro di Missione, di pomeriggio e di sera realizzando gli incontri kerigmatici con bambini, ragazzi, giovani e adulti. E a fine luglio la missione è toccata anche a noi, ed è stata una gioia grande accogliere i sessanta missionari che ci sono stati mandati ed evangelizzare insieme a loro!

* * *

Il ricordo della Gran Misión mi riempie il cuore di ricordi grandi, ma mi aiuta anche a tematizzare che in questi otto anni ho imparato molte cose riguardo all’evangelizzazione.

Ho sperimentato prima di tutto nella pratica di tutti i giorni che l’evangelizzazione non è un momento ma un processo. Il contatto e il lavoro insieme all’équipe di servizio del SINE (Sistema Integral de Nueva Evangelización), arrivato alla Repubblica Dominicana dal Messico, mi ha aiutato a pensare e strutturare il processo-cammino di evangelizzazione della parrocchia, con le sue tappe necessarie:

  • la ricerca dei lontani, realizzata nelle missioni parrocchiali porta a porta e nelle visite individuali alle famiglie;
  • il primo annuncio o kerigma, realizzato concretamente nei Ritiri di Evangelizzazione;
  • l’accompagnamento catechetico, portato avanti nei cammini che seguono il Ritiro;
  • la vita di piccola comunità, fatta carne nelle Comunità Apostoliche;
  • le tappe sacramentali, vissute da quanti ancora non avevano celebrato il loro incontro con Cristo, con al primo posto l’Eucaristia domenicale, vero motore della vita parrocchiale;
  • l’impegno missionario degli evangelizzati, realizzato soprattutto nella visita mensile alle famiglie loro affidate.

Aggiungo a ciò quanto stiamo iniziando in questi mesi: il discepolato personale, che consiste nel fatto che ogni evangelizzato abbia un fratello un po’ più avanti nel cammino che lo aiuta a revisionare mensilmente i principali ambiti esterni della vita cristiana.

In secondo luogo, ho imparato ad applicare alla pratica pastorale il libro del Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti, che a Genova solo sapevo che esisteva perché me ne avevano parlato nel seminario, ma che non avevo mai avuto occasione di leggere e soprattutto trasformare in vita. Al trovarmi qui con adulti, giovani e bambini di tutte le età da battezzare, ho dovuto giocoforza studiarmi il RICA, domandare, informarmi, sensibilizzare, far capire che è possibile ripristinare il catecumenato antico. Ringrazio il Signore perché la comunità si è lasciata guidare, in questo come nell’altra questione difficile da trattare che è il battesimo dei conviventi. Anche su questo la comunità ha riflettuto, è arrivata a capire, e mi dà una mano adesso a spiegare che non si può ricevere il battesimo se si vive ancora una situazione di peccato.

Dentro a questi itinerari catecumenali ha rivestito per me un significato specialissimo il poter allestire una piscina battesimale nella quale immergere totalmente le persone che si battezzano. Dire loro “Io ti battezzo”, e sommergerli effettivamente, spingendo sott’acqua tutta la persona e vedendola riemergere, è per me un’emozione che tutte le volte si rinnova.

E ancora, all’interno dei cammini di preparazione ai sacramenti ho dovuto inventarmi sussidi di catechesi, che ho rivisto anno dopo anno, e che con gioia potrò lasciare a chi continuerà il lavoro.

Ancora, ho avuto la gioia di accompagnare la nascita e i primi passi di una nuova parrocchia, la Divina Misericordia, scorporata nel 2005 da Santa Margarita, nonché di accompagnare fino all’ordinazione diaconale il mio più diretto collaboratore all’interno di essa, Marcial. Ho visto un po’ come una partoriente e un po’ come un’ostetrica i primi vagiti della nuova parrocchia, l’ho aiutata a fare i primi passi e ad avere il coraggio di muoversi e di lavorare. E in questi giorni accompagno il processo simile della nascita della nuova parrocchia di Santa Virginia, in quello che è il settore San Ramón di Santa Margarita, e anche qui la prossima ordinazione diaconale di colui che mi aiuterà ad esserne il pastore, Juan Luis.

Infine, ho imparato a valorizzare la scuola come elemento del cammino di evangelizzazione. La grande opera iniziale di don Lino di far partire e di dare una buona colonna vertebrale alla scuola primaria mi ha permesso di guardare più avanti. Ho visto nascere la scuola serale e prendere forma più piena il liceo, ho visto rafforzarsi il cammino di chiesa di tanti maestri e bidelle, ho imparato a delegare funzioni. Ho imparato, aspetto su cui riconosco che ero carente, a trattare con rispetto tanti collaboratori (nella scuola ci sono ottanta persone che ci lavorano!), a incoraggiarli con amicizia e a riprendere con amore tanti piccoli difetti.

E soprattutto, lo Spirito del Signore ci ha guidati, tutta la comunità scolastica insieme, a strutturare momenti di formazione per le famiglie degli studenti. Da tre anni una volta al mese facciamo lezione ai genitori invece che ai figli! Con risultati incoraggianti e testimonianze preziose. Rimane nascosto nel mio cuore il sogno che il Centro Educativo si faccia espressione consapevole della comunità parrocchiale nel proporre un cammino di evangelizzazione diretta a tutte e ognuna delle famiglie dei nostri strudenti. Lo vedrò o non lo vedrò? non lo so, ma prego e lavoro perché ci si arrivi!

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Un secondo grande filone per il quale sento riconoscenza, nella tappa di questi otto anni, è la ricchezza di relazioni umane che ho potuto e posso vivere qui a Santo Domingo.

Non posso non ringraziare per l’accoglienza che ho ricevuto dai confratelli presbiteri dominicani. All’inizio sono stato soprattutto il padre Abraham Apolinario, che mi ha aiutato in maniera speciale a entrare in un tessuto parrocchiale scosso dalla partenza di don Lino, e il padre Ricardo Arias, da cui ho ricevuto assessoria continua per lo meno per due anni, per poter capire qualcosa della scuola che ho ricevuto in gestione e del ruolo che vi dovevo svolgere. Per non parlare poi dell’accoglienza sincera e sempre disponibile del cardinal Nicolás, della vicinanza del Nunzio Apostolico mons. Timothy Broglio, dell’affabilità sincera del padre Lorenzo Vargas e del padre Nelson Acevedo, e di tanti altri, che in mille modi mi hanno fatto sentire parte di questo presbiterio. Non ho perso la vicinanza dei confratelli del clero genovese, con i quali è sempre stata una gioia reincontrarmi tutti gli anni nei periodi di vacanze italiane, e ho ricevuto dal Signore nuovi confratelli nel presbiterato, nel contatto con i quali il mio sacerdozio è cresciuto e maturato.

Un altro dono specialissimo di questi otto anni è stata la fioritura di varie vocazioni dal tessuto della vita parrocchiale. L’inizio del cammino di suor Cristina, nel 2001, e poi da lì a poco l’entrata in seminario di Heriberto, mio figlioccio, nel 2003; e poi Willy, Miguel Ángel, Elvis, Franklin, Alex. Due di loro sono già al primo anno del seminario maggiore, mentre gli altri sono ancora al minore.

E come se non bastasse, il 2006 è stato l’anno dell’inizio dell’aspirantato di Taína e Yúdith, che mostrano segni di buona maturità umana, cristiana e vocazionale. Altre ragazze poi si stanno decidendo a iniziare lo stesso cammino, tutte con le nostre suore! E vedo che altri ragazzi e ragazze sono in ricerca. Non mi sarei mai immaginato tanta ricchezza di vocazioni! Veramente il Signore mi ha fatto vedere cose grandi!

E parlando di suore, sono stati otto anni di amicizia spirituale profondissima con le sorelle delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario. Camminare vicini ai passi di queste sorelle, e al tempo stesso con profondo rispetto, collaborando nella parrocchia, nel consultorio (ahimé, poco), nella scuola. E la mensa comune, dove si condividono le speranze e i timori, tutti i giorni, dove si scherza e ci si rende partecipi di quanto visto attorno a sé… È un’esperienza grande, della quale ringrazio profondamente il Signore! Ricordando in maniera specialissima suor Patrizia, che nel 2003 ci ha preceduti tra le braccia del Padre del Cielo, ma anche suor Valeria, suor Roberta (tornata a lavorare nella sua India) e suor Susanna. E senza dimenticare le sorelle che ho come compagne di viaggio oggi: suor Modesta, venuta qua insieme a me, suor Blessila, suor Cristina e suor Serafina. Ognuna di loro è specialissima ed un dono grande del Signore per me.

Per ultima, l’esperienza di vivere in comunità la fraternità sacerdotale. In questo sono stati o sono compagni di viaggio anzitutto don Lorenzo, che ha la mia stessa anzianità in terra dominicana, e che rappresenta per me più di un fratello, don Franco, don Piero. Con don Lorenzo abbiamo condiviso la scoperta di questa cultura – non avevamo nessuno che ci potesse spiegare le cose in maniera più diretta – e di questa chiesa, del paese, dei costumi, dei limiti e delle ricchezze dei fratelli dominicani. Personalmente ho imparato con Lorenzo a condividere la passione per il lavoro pastorale, e ho sempre trovato in lui un collaboratore disponibilissimo.

E non è mancato l’appoggio, materiale e di vicinanza umana, di tanti fratelli e sorelle genovesi, don Piero, don Giandomenico e don Francesco al Centro Missionario, ma anche tanti altri che mi hanno sempre dato una mano. E tra tutti loro in maniera un’altra volta specialissima i vescovi che abbiamo avuto: il cardinal Canestri, vero padre quando ero a Genova così come quando mi ha inviato al Guaricano, il cardinal Tettamanzi, il cardinal Bertone con cui abbiamo avuto la gioia di condividere un’intera settimana di vita comune, e ora monsignor Bagnasco. Ognuno di loro è una perla specialissima in questi miei otto anni di servizio dominicano. E credo di poter dire che nonostante la lontananza fisica ho potuto parlare con loro molto più che altri confratelli di Genova.

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Oggi, 6 febbraio 2007, queste povere parole esprimono la gioia di questi otto anni di servizio dominicano. Continua il servizio, in quest’anno che probabilmente è l’ultimo, e sono sicuro che continueranno i doni del Signore, insieme alle inevitabili prove. Sono un prete felice, e questi otto anni sono parte viva della mia felicità!

Grazie, Signore Gesù, mio Salvatore, e grazie a tutti voi!

Stamattina ho preso la palla al balzo di un raccontino trovato su un giornale locale e ho convocato nel mio ufficio tutti i direttori docenti, le segretarie e la responsabile del personale di appoggio (bidelle e portieri).

Il raccontino verteva su una qualità per essere supervisori: la gerenzialità, cioè il capire al volo le esigenze del proprio capo per raccogliergli le informazioni e muovere i passi che sono necessari.

Da lì siamo andati avanti sulle caratteristiche del rapporto superiore-subordinato.

Di fatto io sono il superiore di tutti loro, ma i direttori docenti sono miei subordinati e al tempo stesso superiori dei maestri, lo stesso che la responsabile del personale di appoggio è mia subordinata e superiora di bidelle e portieri.

Le qualità che sono venute fuori come necessarie in questo lavoro sono: l’umanità, l’autorità, la flessibilità da parte dei superiori, la capacità d’obbedire, la creatività, il rispetto da parte dei subordinati.

Le segretarie, poi, hanno potuto mettere in luce che la loro più grande virtù con la gente deve essere la pazienza, perché spesso si trovano a dover offrire il “muro di gomma” della gentilezza a tutti quelli che vengono a reclamare qualcosa.

E, nonostante piccoli difetti che abbiamo tutti, questa riunione mi ha fatto rendere conto una volta di più che ho attorno a me come stretti collaboratori persone in gamba e ben formate.

È una sicurezza, che mi sento “addosso”, e che mi fa sentire bene.

Grazie, Signore!

Scrivo due righe prima di andare a dormire perchè sono troppo contenta: sono appena tornata dall’incontro di febbraio del Movimento Giovanile Missionario, quello con l’Arcivescovo e Tarcisio Mazzeo.

Sapete una cosa? La sala Quadrivium era strapiena di persone e soprattutto di vari gruppi di ragazzi!!! Sono strafelice, ho vinto la scommessa con chi nelle ore prima della riunione era caduto in una sorta di “pessimismo cosmico” e credeva non venisse nessuno, tantomeno i giovani.

La cosa più bella però è stata vedere la faccia di quelli che arrivavano in ritardo e si aspettavano un numero limitato di persone. A qualcuno è uscito un: “Ma quanta gente c’è qui dentro? Ma come avete fatto? è un miracolo…”

Tra l’altro tutto l’incontro è stato molto bello, l’arcivescovo ha fatto un lungo discorso sul cammino dei giovani parlando delle varie tappe della vita e poi anche del viaggio missionario: era ben tosto, ma mi è piaciuto stare a sentire tutto, è una persona ben preparata e completa in ogni suo discorso. Credo che anche gli altri ragazzi lo abbiano percepito, evviva!

Colgo l’occasione per sottolineare un aspetto del discorso di Mons. Bagnasco e cioè il fatto che quando ci si mette in viaggio, fisicamente o anche tramite un cammino interiore, si affrontano due momenti importanti: la partenza prima del viaggio e lo sguardo intorno a noi nel corso dello stesso. Rivolgendomi a tutti i ragazzi di stasera davvero interessati alle esperienze missionarie estive, voglio dirvi di non avere paura di partire, o meglio, abbiate il coraggio di superare le vostre paure, di “fare il grande salto”, perchè quello che ne riceverete sarà immensamente più grande. In viaggio guarderete la realtà, talvolta difficile e assurda, con occhi diversi: occhi non di curiosità e finto interesse, ma riflessivi, capaci cioè di imparare e interiorizzare i fatti e le persone che incontrerete nel corso del vostro cammino.  La missione fa anche questo, provare per credere!

Grazie di cuore a tutti quelli che hanno partecipato all’incontro, ai giovani presenti, in particolare a quelli che non conosco per nome, ma che, sulla fiducia, sono venuti numerosi!

Carmen continua il suo impegno qui in missione.

Alla mattina fa da mangiare in cucina, a partire da metà pomeriggio visita le comunità di base e apostoliche sensibilizzando all’uso dell’ambulanza per portare all’ospedale i feriti.

E con suor Blessila amano farsi scherzi di tutti i tipi. La qual cosa ci mantiene allegri tutti!

… con una bella dormita fino alle 8, e poi vedere varie persone in parrocchia, con calma. Muovendomi a ritmo umano. Diversamente dai giorni della settimana, dove le cose si accavallano continuamente…
Grazie, Signore!

Il prossimo ritiro di evangelizzazione sarà domenica 11 e domenica 18 febbraio.

Di Santa Margarita ci saranno 16 laici, e 17 della Divina Misericordia. Dovrebbero esserci anche Elagia e suo marito, che sono i genitori di Káterin, una ragazza che sembra voglia farsi suora, e anche Dida, la mamma di Yúdith.

Oggi con Marcial, Carmen e Mirella (sono le incaricate dell’evangelizzazione rispettivamente di Santa Margarita e della Divina Misericordia) abbiamo messo a punto le ultime cose: l’équipe che porterà avanti il ritiro e quelli che collaboreranno con i vari servizi.

E la comunità tutta sarà coinvolta nell’adorazione eucaristica che si farà nella cappellina della scuola, a turno tutti i settori.

Insieme alla commissione di pastorale giovanile delle due parrocchie – sono in pratica i responsabili dei vari gruppi – abbiamo fatto un po’ di programmazione della prima parte dell’anno.

Ci sarà una prima convivenza per far incontrare i giovani dei vari gruppi, a fine mese.

In quaresima, un ritiro specificamente per i giovani.

In Settimana Santa, tre giorni di Pasqua giovanile.

La domenica dopo Pasqua, un concerto per i giovani.

E poi, in luglio, i campi estivi: dei bambini, che tentaremo di fare le due parrocchie separatamente, degli adolescenti, e poi il fine settimana per i responsabili.

Manca la proposta estiva per gli universitari, ma non è facile perché questi ultimi sono molto impegnati e non è facile beccarli.

Soprattutto per il campo bambini, i responsabili chiedono al Signore che qualche parrocchia di Genova si faccia solidale con loro e doni una piccola parte delle quote campi, magari un euro per partecipante, allo scopo di integrare il magro preventivo che si può fare con i soldi che possono pagare le famiglie.

Vi mettete anche voi a pregare con noi?