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Visita_Paolo_Fabrizio_Elena_Tiziana_2013-08-16--19.38.13Sono di nuovo in Guaricano, insieme a Fabrizio, Elena e Tiziana. Siamo ospiti dalle suore Brignoline. Rimaniamo qui in tutto una decina di giorni.

Io ho il mio lavoro, che puntualmente p. Lorenzo Vargas, il nuovo parroco, mi assegna: Messa tutti i giorni nei vari centri e settori, incontri, riunioni con le comunità, ecc.

Fabrizio, Elena e Tiziana invece si dedicano soprattutto ai bambini del centro di nutrizione: ogni mattina svolgono con loro un’attività di animazione e lavoretti manuali (colorare, pitturare, palloncini, bolle di sapone, ecc.), alla stessa maniera come l’avevano fatto Elena, Gabriele e altri due giovani nell’estate 2011 (purtroppo non c’è il contributo sul sito perché lo stesso era giù in quel periodo). E naturalmente partecipano alla vita liturgica e di preghiera delle parrocchie insieme con me.

Le suore come sempre sono ospitalissime, ci hanno messo a nostro perfetto agio e non ci fanno mancare niente!

Spero che Fabrizio, Elena e Tiziana scrivano qualcosa anche loro!!

A presto!

8:32 am

Grazie!

I nostri giorni in Guaricano sono ormai terminati. Innanzi tutto RINGRAZIO le Suore Brignoline:

  • MODESTA (Superiora nella Missione) sempre attenta, umana, affettuosa, disponibile verso di noi nonostante il Suo grande impegno di insegnante nella scuola con centinaia di scolari, il Centro nutrizionale per i bimbi con problematiche familiari (attualmente 26), l’attenzione all’approvvigionamento e all’aiuto della cucina, alla farmacia e al dispensario ecc. ecc.
  • PAOLINA suora scherzosa, d’incontro e lavoratrice, collaboratrice dinamica ecc. ecc.
  • BLESSILA suora all’apparenza di poche parole ma poi molto pratica, lavoratrice, simpatica con le sue battute, ecc. ecc.
  • CRISTINA suora (dominicana) impegnata nella Pastorale Giovanile, che ci ha spiegato alcuni comportamenti diversi tra noi e i Dominicani e il significato di interpretazione diversa di alcuni vocaboli.

Queste Suore sono instancabili (quanto don Paolo…) e soprattutto hanno un Cuore santo!!! Hanno sempre il sorriso e l’aiuto per ogni difficoltà nascondendo ogni fatica!!! nonostante il clima tropicale, le zanzare, l’ambiente, la musica allegra ed assordante, ecc..

Il saluto affettuoso con loro all’areoporto è stato commovente!

Come Lara, mia figlia, sono rimasta contagiata dal Guaricano!

Grazie anche ai nostri Preti Genovesi che si sono prodigati molto per l’evangelizzazione, l’istruzione e le migliorie apportate negli anni precedenti!

Una preghiera a don Lorenzo Lombardo perché continui a proteggere il Guaricano e le Suore Brignoline a Lui tanto riconoscenti!

Grazie a Sila, cuoca perfetta, precisa, attenta e premurosa!

Personalmente consiglio a TUTTI un’esperienza così forte per poter essere testimoni di una realtà che potremmo continuare ad aiutare a migliorare.

Nei miei occhi ho lo sguardo bellissimo dei piccoli incontrati, scalzi e alcuni nudi, lungo le strade sterrate e disseste, contentissimi solo per una foto scattata loro.

Ringrazio il Signore per aver potuto assaporare questo periodo e spero, se vorrà, di tornare per poter essere più utile!

Carissimi,

sono fresca di ritorno da un’esperienza di tre settimane nella missione delle suore Brignoline nel quartiere del Guaricano, a Santo Domingo.

Porto nel cuore questa nuova esperienza missionaria con tutto il suo carico prezioso di insegnamenti, di episodi, di conoscenze, di momenti facili e momenti difficili, di novità, di persone belle e vere incontrate lungo questo tratto di cammino compiuto. Conoscere e condividere (almeno in piccola parte) la vita di lavoro e di preghiera delle suore missionarie è un’esperienza di cui sono sempre gratissima.

Il primo esercizio che ho fatto appena arrivata e che cerco di fare ad ogni nuova esperienza è il vuoto.

Il vuoto dentro di sé per dimenticarsi della nostra vita di occidentali benestanti dove si apre il rubinetto ed esce l’acqua corrente, si preme un interruttore e la luce illumina la stanza, il computer si avvia, ogni servizio funziona regolarmente.

gruppo.JPGScrivo qualche giorno dopo la partenza dalla missione (31 gennaio), ma ho avuto così il tempo di sedimentare le sensazioni.

Sono tornato in Guaricano dopo le visite del 2000 e 2001, l’ultima volta che sono stato li non ero ancora laureato e non conoscevo nemmeno Francesca, ora sono laurato e sposato!

Le sensazioni che provo filtrano quindi attraverso uno Stefano diverso, ma rimane la stessa consapevolezza di aver fatto un’esperienza importante: di vita, di vita cristiana e quest’anno anche di vita famigliare dato che sono tornato qui come famiglia.

Certo a tratti è difficile cercare di trovare certezze nella fede qui, apoteosi della contraddizione e dove la gente muore tra legno e lamiere guardando la televisione e ascoltando la musica in stereo moderni attaccati per non so quale miracolo alla corrente elettrica.

Certo capire dove è la giustizia in un ragazzo paraplegico dalla nascita, con le gambe storte e anche ustionato per un incendio della sua baracca è davvero difficile, e magari noi ci lamentiamo di pagare 25 euro all’anno per parcheggiare la macchina…

Lo so che i nostri mondi sono talmente diversi da non poter essere paragonati, ma esistono entrambi, ed è giusto che ognuno si occupi dei problemi di quello i cui vive, ma certe esperienze ti fanno ridimensionare un poco il valore delle proprie cose.

Certo accettare il fatto che Dio è proprio in quelle baracche è difficile, ma come ha detto don Francesco nella messa che abbiamo celebrato nella cappella delle suore della Missione, il nostro premio non è qui e allora pensando anche all’assurdità umana della stessa croce forse è più facile, spero che questa esperienza a me e a noi famiglia appena nata serva per il nostro lungo e difficile cammino verso Lui.

Dopo le riflessioni i ringraziamenti:

  • A don Paolo per la gioia, l’energia e la fiducia che ha avuto negli Amici del Guaricano nei progetti andati a buon fine e quelli abortiti, per averci sostenuto sia in Guaricano che nelle sue visite a Genova.
  • A don Lorenzo per la sua umile gentilezza, il suo servizio, le sue parole a voce bassa ma calorose.
  • Alle suore Brignoline che ancora una volta ci hanno letteralmente viziato, un in bocca al lupo per il vostro proseguio in Guaricano alla dolce suor Modesta, alla timida suor Blessilla, alla incontenibile suor Paolina e a suor Cristina, simbolo concreto di quello che ha seminato la missione in questi 16 anni.
  • Infine un grazie a tutti quelli che hanno condiviso con me quest’avventura degli Amici del Guaricano, da quelli che hanno iniziato e ora hanno preso altre strade a quelli che sono passati per qualche tempo, a quelli che sono arrivati in fondo, tutti hanno reso ricca la mia esperienza.
  • A Francesca che ha voluto vivere anche lei con me questa esperienza.
  • Grazie infine a don Fra, che ha ideato, sotenuto in tutti i sensi questo progetto e non ha mai mollato!

A Puerto Plata, tutti insiemeSpenti ormai i riflettori della folla della Messa di Consegna, il giorno di oggi ha avuto un carattere comuntario, o meglio, “familiare”.

Abbiamo preso su con le suore e ci siamo diretti verso Puerto Plata, dove la teleferica di costruzione italiana ci ha portato a un parco naturale soprelevato di 800 metri da cui si domina (se non ci sono le nuvole basse e una pioggia insistente come quelli che abbiamo trovato noi) tutto il litorale del centro turistico di Puerto Plata.

In pratica, come avrete capito, la vista non ce la siamo goduta. Anche il momento del pranzo, preparato con tanto amore dalle suore prima di partire, è stato in un posto umido dove non ci si poteva quasi sedere, ma ciò non ha impedito che la gita sia stata per ognuno di noi un momento molto bello e piacevole.

A differenza degli ultimi tempi, in cui non riuscivo neppure a concepire l’idea di mettermi in viaggio, oggi il Signore mi ha messo un desiderio bello di condividere questo momento con don Lorenzo e con le nostre care suore. Tra l’altro è stata la prima volta che siamo usciti con la presenza di suor Paolina, che è qui solo da alcuni mesi ma che si è già fatta amare tanto, e non solo da noi, ma anche da tutti quanti l’hanno conosciuta.

Le suore nel parco in cima alla teleferica di Puerto PlataLa teleferica è effettivamente qualcosa di bello, merita prenderla nonostante le condizioni non siano state per noi buone. E in cima c’è un ambiente al tempo stesso selvaggio e ben curato, nel cuale abbiamo passato buona parte dell’ora di mezzogiorno.

Suor Cristina con l'L’ultima parte della giornata è stata dedicata al malecón di Puerto Plata, dove si alternano tratti di spiaggia e roccie coralline simili a quelle presenti sul litorale vicino alla capitale. Ed è stato bello anche giochicchiare agli effetti speciali con la macchina fotografica.
Prima del ritorno la visita d’obbligo alle suore del monastero della Visitazione. Con loro la nostra comunità missionaria ha un rapporto bellissimo. Dal 1999, anno in cui io e le suore siamo stati da loro per un ritiro di quattro giorni, fino all’estate scorsa, in cui suor Serafina ha passato una settimana con loro in silenzio, tutti gli anni hanno ricevuto nostre visite. E è stata la Missione che ha regalato loro la campana che scandisce i loro ritmi di preghiera.
Con le suore del monastero della Visitazione di Puerto PlataL’incontro è stato quindi una cosa molto bella e significativa. Soprattutto suor Modesta, suor Blessila e suor Cristina hanno con loro un rapporto estremamente vivo e attento, e da parte loro le monache ci hanno accolto, come sempre, con grande gioia. Una cosa bella che abbiamo trovato è che rispetto all’ultima visita la comunità è più piccola: ed è una cosa bella (checché possiate pensare) perché la ragione è che hanno aperto una fondazione a Higüey, e per questo la comunità si è sdoppiata.

Il ritorno in macchina è stato ancora sotto l’acqua, ma grazie a Dio non ha avuto inconvenienti. È stato, come tutti gli altri momenti di questo viaggio, un condividere sereni e contenti la gioia di essere comunità unita in Cristo!

Grazie per questa comunità, Signore! Mi mancherà quando sarò a Genova!

P.S.: In molte foto suor Cristina non si vede perché è dietro alla macchina fotografica!!!

Beh… che dire… don Paolo e don Lorenzo lo sanno bene, qual’è stato per me il momento più emozionante! Tanti, tantissimi, ce ne sono stati… ma loro hanno assistito al primo, e quindi forse per questo, il più emozionante!

La prima mattina, io e Stefano ci siamo svegliati alle 6… fuori era ancora buio… e con don Paolo, in macchina, raccogliendo fedeli che attendevano un passaggio, siamo andati in Parrocchia per la Messa delle 7. C’erano già delle persone in Chiesa, e molte altre piano piano sono arrivate… è stato un crescendo di emozioni… sentirsi avvolti dall’accoglienza delle persone, dai sorrisi… alcuni si ricordavano di Stefano… ma anche chi non ci conosceva, ci ha fatto sentire più che benvenuti… la funzione, i canti (l’Alleluja “importato” dagli Amici del Guaricano, cantato ai matrimoni degli amici più cari!), il calore di don Paolo, di tutti i celebranti e di tutti i fedeli… difficile descrivere con poche parole…

E quando don Paolo ci ha chiamati sull’altare a salutare la comunità, lacrime di commozione hanno rotto le nostre voci, poche parole per cercare di descrivere quello che provavamo ad essere lì in mezzo a loro… speriamo solo di essere riusciti a trasmettere un pò di quello che provavamo…

Il ringraziamento più grande va a don Paolo, don Lorenzo, alle suore Modesta, Paolina, Blessila, Cristina (che però ho avuto modo di conoscere solo l’ultimo giorno), delle persone bellissime… è stato un Dono avervi conosciuti.

1:56 pm

Eccomi!

Avevo sentito parlare del Guaricano tante volte e da tante persone diverse, ma vederlo è stato come bruciarsi dopo aver visto il fuoco in fotografia. I racconti hanno assunto colori, odori e consistenza reali.

Ho guardato negli occhi, riguardata, un ragazzo di 18 anni immobile dalla nascita che non avrà la possibilità di essere assistito e istruito come avverrebbe a Genova. Ho anche avuto paura e desiderato di essere lontana da tanto dolore.

Ma le suore che ci hanno accompagnato, con una preghiera e un sorriso, facevano per ogni malato un piccolo miracolo. E il sorriso che mi si stampava sulla faccia non era solo un distendersi dei muscoli facciali, ma anch’esso un piccolo miracolo.

È difficile credere che si possa fare qualcosa di buono quando si vede questa marea di cose che non girano come dovrebbero, di povertà, di ignoranza, di violenza.

Ma qui al Guaricano ho scoperto, come una bruciatura, che anche il poco è molto e che tanti pochi fanno un moltissimo.

Grazie alle Suore Modesta, Blessila e Paolina e a don Paolo e don Lorenzo per questo grande insegnamento.

Taína e suor Cecilia al momento di Sono appena partite per l’Italia suor Cecilia e Taína. Alle otto e mezza di stasera sono partite con il volo per Madrid, e tra meno di ventiquattro ore saranno nella casa madre delle nostre suore.

Taína circondata dai suoi familiariAll’aeroporto è venuta parecchia gente: Kika, che era stata la sua catechista, varie chierichette della Divina Misericordia, Yónatan e Yúdith, della pastorale giovanile, e naturalmente tutte le suore. Non sono mancati il papà e la mamma di Taína, il suo fratellino più piccolo, Yùnior, e alcuni altri familiari. E c’era anche Marcial.
Taína ha mostrato una serenità invidiabile. A me continuava a dire: “Ci vedremo tra poco”. Le lacrime non sono mancate in altri occhi, ma non in quelli di Taína.

Dopo un periodo di postulandato, Taína inizierà il noviziato. Per tre anni conoscerà la spiritualità della congregazione ed entrerà più profondamente in ella.

Non mancheremo di esserti vicini, Taína. E per me ci sarà presto la gioia di rivederti di persona!

A presto, Taína!

La festa di Santa Virginia: suore, preti, diaconi e chierichettiLe suore ci sanno fare! l’altare era bellissimo, così come impeccabile è stata la preparazione della liturgia.

E la celebrazione della solennità di Santa Virginia ha visto una bella partecipazione della gente, soprattutto di Santa Margarita.

don Paolo, suor Modesta e suor BlessilaSuor Modesta, suor Blessila, suor Cristina (scappata subito dopo la celebrazione per impegni universitari) e Taína, questa bella comunità religiosa a cui vogliamo tutti molto bene: ci siamo stretti attorno a loro, e l’amore si è sentito.

Anche vari bambini del Centro Nutrizionale hanno detto presente!

I giovani presenti al ritiro dopo l'esame di maturitàOggi c’era in programma un ritiro con i nostri liceali che hanno fatto l’esame di maturità quest’anno.

In realtà avevamo programmato un ritiro di tre giorni, ma alla prova dei fatti è risultato che nessuno avrebbe potuto, e quindi abbiamo ridotto la durata.

Alla fine dei conti, di sessanta studenti hanno partecipato venticinque. Però se lo sono goduto. Molti canti, varie istruzioni, celebrazione penitenziali e confessioni (per molti dialogo) a go-gò.

Il ritiro è stato guidato dal “ministero” scaturito dai gruppi carismatici della parrocchia: e bisogna dire che hanno fatto un buon lavoro, con una buona attenzione da parte dei ragazzi.

Hanno partecipato anche l’immancabile suor Modesta la simpaticissima suor Blessila. Don Lorenzo e Paola ci hanno accompagnato al pranzo. Don Lorenzo ha anche dedicato un buon tempo alle confessioni.

Che dire? semplicemente: Grazie, Signore!

8:16 am

Arrivati!

Eccomi...Ciao a tutti! Dopo un viaggio bellissimo e senza intoppi siamo arrivati a Santo Domingo ieri pomeriggio alle 15,30 (in Italia ore 21,30). All’aeroporto, ad accoglierci, don Lorenzo, Suor Modesta e Taína.

Appena giunti alla missione… doccia fresca, Santa Messa nella cappellina delle suore e poi cena preparata da don Lorenzo e Paola (con l’immancabile pesto genovese preparato dalla Rosetta di Arenzano… in viaggio con noi).

Notte tutto ok… abbiamo dormito benissimo, anche le zanzare han fatto sciopero.

Stamattina prima grande notizia: ore 7 “battesimo del fuoco” con la mia prima Santa Messa nella parrocchia… in spagnolo! È stata una sorpresa per me… chiedo “perdono” alle tante persone presenti (anche ragazzi pronti per poi andare a scuola) che hanno ben accolto il mio linguaggio misto spagnolo-genovese-italiano-latino.

I ragazzi tutto ok, sono molto felici e giá immersi in questa nuova realtá. Ora fanno colazione e poi al lavoro: pitturare le cancellate della scuola.

Il gruppo fuori dalla Cueva de las MaravillasBella gita, oggi, alla Cueva de las Maravillas, grotta delle meraviglie. Si tratta di un anfratto che un milione di anni fa era sotto il mare e che adesso è asciutto ed è popolato di stallatiti, stalagmiti e di graffiti di epoca precolombiana.

Nel panorama dominicano è una cosa fuori del comune, e la valorizzazione turistica che ne hanno fatto è ben decente. L’unica cosa brutta, anche se comprensibile, è che non si possono scattare foto né dentro alla grotta (ovviamente) né prima di entrarvi.

C’eravamo la comunità intera: Lorenzo, suor Modesta, suor Blessila, suor Cristina, Taína e Paola. Naturalmente c’ero anch’io.

Alla spiaggia di Juan DolioLa visita è stata breve, in venti minuti ti fanno vedere tutto, e quindi abbiamo pensato bene di passare il resto del pomeriggio al mare, dove peraltro ci ha accolti la pioggia.

Insomma, una giornata diversa. E bella!

Grazie, Signore!

Il gruppo di don FrancoAlla fine siamo arrivati…alla fine.

Ormai Giulia è in volo verso Cuba, e noi siamo stiamo per fare ritorno a casa. Le valigie sono pronte, la stanza è stata pulita… mancano solo gli ultimi saluti e fra poche ore, in volo sull’Oceano, ripenseremo ai 10 giorni trascorsi qui con grande nostalgia.

Già, perche’ di cose in questi 10 giorni ne abbiamo viste e ne sono successe. A cominciare dal primo giorno in cui ci siamo ritrovati in panne con l’auto, sotto un violento acquazzone, “sperduti” in una citta’ che non conoscevamo. A parte questo inizio burrascoso (ma divertente!!!) i restanti giorni li abbiamo passati per le strade del barrio del Guaricano, di volta in volta accompagnati da differenti persone del posto, per conoscere le famiglie che lo abitano, prendendo coscienza delle terribili condizioni in cui la maggior parte di loro sono costrette a vivere. Eppure, ovunque andassimo, anche nella baracca più povera, abbiamo sempre ricevuto un’incredibile accoglienza. In ogni persona che abbiamo incontrato riuscivamo a vedere la gioia e la felicità che la nostra presenza dava loro. Sembrava che ci conoscessimo da una vita.

In questi giorni giorni molte sono state le messe a cui abbiamo partecipato (12 in tutto se non sbaglio) distribuite fra le parrocchie di Amparo, Santiago, Santa Margarita, la Divina Misericordia ed alcune cappelle più piccole. Ogni messa è stata una grande festa caratterizzata da tanta musica e tanti canti. Un vero insegnamento su come vada vissuta la nostra religione.

Se abbiamo avuto la possibilità di vivere quest’ incredibile esperienza, però, è stato grazie anche a chi, qui in Missione, ci è stato vicino. Un grazie è quindi doveroso ad ognuno di loro. Un grazie a don Lorenzo per la sua incredibile simpatia e per la sua capacità di fare qualsiasi cosa, dal riparare un’auto al preparare piatti squisiti. Grazie a don Paolo, per la sua disponibilità e per il suo senso dell’umorismo che ha fatto sì che Riccardo non venisse sbattuto fuori dalla missione dopo aver fatto la sua imitazione. Un grazie a Paola, anche lei grande cuoca, che ha vissuto con noi alcune uscite, dall’incontro col Segretario del Nunzio all’incontro col Cardinale. Un grazie a Suor Modesta, Suor Blessilla e Suor Cristina, le suore più simpatiche che abbia mai conosciuto, alle due giovani novizie Júdith e Taína, e a Sila che ci ha fatto conoscere i piatti tipici della cucina Dominicana. Infine un grazie anche a don Franco, che ci ha proposto questa esperienza e ha fatto sì che potessimo viverla.

Un saluto ad Elio, che avrebbe dovuto essere qui con noi, con l’augurio che possa rimettersi in salute presto. Un saluto anche agli scout con cui abbiamo condiviso il primo giorno (noi non abbiamo dipinto cancelli), ed in particolar modo a Paola e Matteo con cui ci ha fatto piacere passare qualche giorno di più.

Ma il ringraziamento ed il saluto più grande va al Guaricano e alla sua gente che ci hanno veramente accolto come se facessimo parte di un grande famiglia. E forse, in fondo, ora è proprio cosi’.

Adios Guaricano, a presto!!!

Riccardo, Giulia, Andrea e Luca

Don Franco con Riccardo e Giulia e un gruppo di dominicaniP.S.: beccatevi questa foto e la sua stupenda luce naturale, chi l’ha fatta è un vero artista!!! (ndr)

Dopo una mattinata di lavoro nel pomeriggio suor Modesta, suor Cristina e Paola ci hanno accompagnato nella citta’ coloniale.

Abbiamo visitato la prima chiesa edificata in America, il cui altare principale pare essere costruito con una delle Caravelle e dove è custodita la croce con cui Cristoforo Colombo ha segnato il suo arrivo a Santo Domingo.

Infine abbiamo visitato il faro di Cristoforo Colombo: a forma di croce e con un aspetto davvero imponente.

Il gruppo dei chierichetti a FulaBella gita al fiume, oggi, con i chierichetti di Santa Margarita.

Non erano tanti, perché ultimamente a livello pastorale ho fatto un certo lavoro di “scrematura”, chiedendo loro un piccolo impegno in più, e il risultato è stato che quelli che non ne avevano una gran voglia si sono tirati indietro.

Di fatto al gruppo che vedete nelle foto manca soltanto una ragazzina che oggi non poteva.

I chierichetti nell'acqua del fiume FulaAlla fine della giornata, non posso che ringraziare il Signore, perché i ragazzi si sono comportati benissimo: obbedienti, prudenti, educati. Per essere adolescenti è un risultato importantissimo.

C’era con noi anche Miguel Ángel, il nostro seminarista maggiore. E non potevano mancare suor Modesta e suor Blessila!

Scorcio del fiume FulaTra l’altro sono successe delle cose belle: i gestori del posto turistico che c’era cì mi hanno preso in simpatia e ci hanno offerto sedie e ombrellone. E poi è arrivato un gruppo di adulti di Santiago de los Caballeros, che ci hanno passato riso, pollo e bibite. Suor Modesta ha captato che pensavano che stessimo portando in gita ragazzi problematici, e ha provveduto a spiegar loro che andavamo con i chierichetti.

Ho fatto molte altre foto in più, tutte bellissime, ma non ci stavano. Scusate…

Il Metro continua a mietere vittime.

Oltre a me, anche Serafina ha ricevuto una bella botta. Per non parlare di suor Modesta, che ora è in letto pure lei. E anche suor Blessila e suor Cristina sono prese, anche se sono in piedi.

Resistono Lorenzo e Francesco. Fino a quando?

Finalmente si parte per l’Italia!

Lo diciamo con tanta gioia pensando a tutti i parenti ed amici che saranno lì ad abbracciarci, ma anche con una grande nostalgia per questa casa e questa famiglia che lasciamo qui nella missione del Guaricano.

Una lacrimuccia ci segna la guancia pensando alle persone che lasciamo qui, che tanto affetto hanno dato a noi e al piccolo Francisco.

Per fortuna oggi la tecnologia ci viene in aiuto e potremo scriverci tramite internet, sentirci al telefono, seguire tramite il diario la vita della missione. Oltre a questo qualcuno della missione periodicamente si reca in Italia e quindi potremo andarli ad abbracciare in quel di Genova.

Spesso nella vita di tutti i giorni, nel proprio lavoro, nella propria famiglia il nostro impegno di cristiani diventa quasi abitudinario, si danno per scontate tante cose. Anche la parola del Signore ci sembra già conosciuta, già sentita tante volte.

In realtà stando qui abbiamo riscoperto quelle stesse parole in maniera nuova e ci siamo resi conto dell’amore enorme che il Signore ha per ognuno di noi .

Nel nostro caso la Divina Provvidenza ci ha guidato qui, nella missione del Guaricano. Eravamo in Repubblica Dominicana da tanto tempo, soli, senza l’affetto delle nostre famiglie e dei nostri amici, eravamo preoccupati per la procedura di adozione che andava a rilento e non era prevedibile una data di rientro in Italia. Siamo stati accolti qui a braccia aperte con amore ed affetto dai nostri angeli custodi della missione che ci sono stati vicini nelle gioie e nei dolori.

Abbiamo avuto la dimostrazione di come qui le parole di Cristo diventino in tutta la loro pienezza esempio concreto nella vita di tutti i giorni, avvenimento nell’amore, luce che riscalda il cuore di coloro che hanno freddo, misericordia che consola gli afflitti e i malati, pane che nutre chi ha fame.

Anche la fiammella della nostra fede, pur nelle nostre umane debolezze e nonostante le difficoltà, ha acquistato maggiore intensità, è diventata più lucente di prima.

Il nostro dovere e impegno, quando torneremo in Italia, sarà quello di non lasciarla affievolire, ma renderla ancora più intensa in Francisco e nella nostra famiglia, darne testimonianza nella nostra parrocchia, nel nostro lavoro, con le persone che conosciamo, nella nostra vita di tutti i giorni.

Un abbraccio ed un grazie di cuore a tutte le stupende persone che abbiamo conosciuto qui: don Paolo, don Lorenzo, suor Serafina, suor Modesta, suor Blessila, suor Cristina, Francesco, Carmen, don Francesco e Orietta, Sila, Mercedes, Pipín e Frank, le aspiranti (se abbiamo dimenticato qualcuno perdonateci).

Un ringraziamento anche al Signore che ce le ha fatte conoscere!

Alcuni dei giovani presenti alla convivenzaI giovani dei vari gruppi giovanili delle due parrocchie hanno vissuto oggi una giornata insieme a Jacagua.

La mattinata è stata dedicata soprattutto alla conoscenza reciproca. Si tratta infatti di almeno sette gruppi distinti, e non sono molti i momenti come questi in cui possono incontrarsi e farsi amici al di là del loro gruppo.

Nel pomeriggio invece un giovane della Pastorale Giovanile Diocesana ha fatto una catechesi su matrimonio, fidanzamento e sessualità, che i ragazzi hanno trovato molto interessante.

Suor Serafina, suor Modesta, Taína, Yúdith e Raquel hanno passato la giornata con loro. Io sono arrivato là alle quattro e mezza per la Messa, reduce dal pellegrinaggio a Higüey. Ho trovato tanto entusiasmo, e ho percepito una bella soddisfazione nei giovani per l’andamento della giornata. E alla Messa si è unita anche la comunità del settore di San Ramón, dando ancor più vivacità e amore alla cosa.

Compio oggi, 6 febbraio 2007, otto anni di servizio di parroco a Santo Domingo.

A volte mi domando se nel ’98 i miei superiori non sono stati un po’ incoscienti. Venivo tutto sommato da un’esperienza molto limitata: soltanto sei anni e pochi mesi di ordinazione, e un solo servizio, da viceparroco. Mi hanno mandato, ma a dire la verità le cose sono state più facili per loro perché io mi sono reso disponibile, proprio nel momento in cui i superiori volevano fare il cambio qui. Vedo un disegno della Provvidenza in questo: il viaggio in Tanzania a trovare don Leonard Teza nel luglio 1997 mi ha disposto al desiderio della missione, e poco più di un anno dopo ero già in viaggio per la Repubblica Dominicana!

Ricordo ancora quel 6 febbraio del ’99. Il cardinal Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, che è venuto a Santa Margarita per installare me in questa parrocchia e don Lorenzo come parroco di Santiago el Menor e Nuestra Señora del Amparo. Ricordo le prime prediche, con la lingua impastata nel parlare una lingua di cui non avevo padronanza…

Grazie a Dio il momento in cui ho preso la parrocchia coincideva con la preparazione della Gran Misión, la Grande Missione dell’Arcidiocesi di Santo Domingo in preparazione al Gran Giubileo dell’Anno 2000. Tutti i giorni alla fine della Messa recitavamo la preghiera composta dal cardinale per l’occasione. La Missione, e tutto quello che ha significato in quanto a momenti di formazione, conferenze, ritiri, mi ha dato la carica, e io ho cercato di trasmetterla alla parrocchia. In Santa Margarita si sono formati circa cinquanta missionari, che poi nell’anno del Giubileo si sono resi disponibili per le Missioni che si sono realizzate nelle varie zone dell’arcidiocesi. I missionari stavano fuori otto giorni, nei quali vivevano gomito a gomito con la comunità parrocchiale a cui erano inviati; di mattina visitando le famiglie che vivevano attorno al loro Centro di Missione, di pomeriggio e di sera realizzando gli incontri kerigmatici con bambini, ragazzi, giovani e adulti. E a fine luglio la missione è toccata anche a noi, ed è stata una gioia grande accogliere i sessanta missionari che ci sono stati mandati ed evangelizzare insieme a loro!

* * *

Il ricordo della Gran Misión mi riempie il cuore di ricordi grandi, ma mi aiuta anche a tematizzare che in questi otto anni ho imparato molte cose riguardo all’evangelizzazione.

Ho sperimentato prima di tutto nella pratica di tutti i giorni che l’evangelizzazione non è un momento ma un processo. Il contatto e il lavoro insieme all’équipe di servizio del SINE (Sistema Integral de Nueva Evangelización), arrivato alla Repubblica Dominicana dal Messico, mi ha aiutato a pensare e strutturare il processo-cammino di evangelizzazione della parrocchia, con le sue tappe necessarie:

  • la ricerca dei lontani, realizzata nelle missioni parrocchiali porta a porta e nelle visite individuali alle famiglie;
  • il primo annuncio o kerigma, realizzato concretamente nei Ritiri di Evangelizzazione;
  • l’accompagnamento catechetico, portato avanti nei cammini che seguono il Ritiro;
  • la vita di piccola comunità, fatta carne nelle Comunità Apostoliche;
  • le tappe sacramentali, vissute da quanti ancora non avevano celebrato il loro incontro con Cristo, con al primo posto l’Eucaristia domenicale, vero motore della vita parrocchiale;
  • l’impegno missionario degli evangelizzati, realizzato soprattutto nella visita mensile alle famiglie loro affidate.

Aggiungo a ciò quanto stiamo iniziando in questi mesi: il discepolato personale, che consiste nel fatto che ogni evangelizzato abbia un fratello un po’ più avanti nel cammino che lo aiuta a revisionare mensilmente i principali ambiti esterni della vita cristiana.

In secondo luogo, ho imparato ad applicare alla pratica pastorale il libro del Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti, che a Genova solo sapevo che esisteva perché me ne avevano parlato nel seminario, ma che non avevo mai avuto occasione di leggere e soprattutto trasformare in vita. Al trovarmi qui con adulti, giovani e bambini di tutte le età da battezzare, ho dovuto giocoforza studiarmi il RICA, domandare, informarmi, sensibilizzare, far capire che è possibile ripristinare il catecumenato antico. Ringrazio il Signore perché la comunità si è lasciata guidare, in questo come nell’altra questione difficile da trattare che è il battesimo dei conviventi. Anche su questo la comunità ha riflettuto, è arrivata a capire, e mi dà una mano adesso a spiegare che non si può ricevere il battesimo se si vive ancora una situazione di peccato.

Dentro a questi itinerari catecumenali ha rivestito per me un significato specialissimo il poter allestire una piscina battesimale nella quale immergere totalmente le persone che si battezzano. Dire loro “Io ti battezzo”, e sommergerli effettivamente, spingendo sott’acqua tutta la persona e vedendola riemergere, è per me un’emozione che tutte le volte si rinnova.

E ancora, all’interno dei cammini di preparazione ai sacramenti ho dovuto inventarmi sussidi di catechesi, che ho rivisto anno dopo anno, e che con gioia potrò lasciare a chi continuerà il lavoro.

Ancora, ho avuto la gioia di accompagnare la nascita e i primi passi di una nuova parrocchia, la Divina Misericordia, scorporata nel 2005 da Santa Margarita, nonché di accompagnare fino all’ordinazione diaconale il mio più diretto collaboratore all’interno di essa, Marcial. Ho visto un po’ come una partoriente e un po’ come un’ostetrica i primi vagiti della nuova parrocchia, l’ho aiutata a fare i primi passi e ad avere il coraggio di muoversi e di lavorare. E in questi giorni accompagno il processo simile della nascita della nuova parrocchia di Santa Virginia, in quello che è il settore San Ramón di Santa Margarita, e anche qui la prossima ordinazione diaconale di colui che mi aiuterà ad esserne il pastore, Juan Luis.

Infine, ho imparato a valorizzare la scuola come elemento del cammino di evangelizzazione. La grande opera iniziale di don Lino di far partire e di dare una buona colonna vertebrale alla scuola primaria mi ha permesso di guardare più avanti. Ho visto nascere la scuola serale e prendere forma più piena il liceo, ho visto rafforzarsi il cammino di chiesa di tanti maestri e bidelle, ho imparato a delegare funzioni. Ho imparato, aspetto su cui riconosco che ero carente, a trattare con rispetto tanti collaboratori (nella scuola ci sono ottanta persone che ci lavorano!), a incoraggiarli con amicizia e a riprendere con amore tanti piccoli difetti.

E soprattutto, lo Spirito del Signore ci ha guidati, tutta la comunità scolastica insieme, a strutturare momenti di formazione per le famiglie degli studenti. Da tre anni una volta al mese facciamo lezione ai genitori invece che ai figli! Con risultati incoraggianti e testimonianze preziose. Rimane nascosto nel mio cuore il sogno che il Centro Educativo si faccia espressione consapevole della comunità parrocchiale nel proporre un cammino di evangelizzazione diretta a tutte e ognuna delle famiglie dei nostri strudenti. Lo vedrò o non lo vedrò? non lo so, ma prego e lavoro perché ci si arrivi!

* * *

Un secondo grande filone per il quale sento riconoscenza, nella tappa di questi otto anni, è la ricchezza di relazioni umane che ho potuto e posso vivere qui a Santo Domingo.

Non posso non ringraziare per l’accoglienza che ho ricevuto dai confratelli presbiteri dominicani. All’inizio sono stato soprattutto il padre Abraham Apolinario, che mi ha aiutato in maniera speciale a entrare in un tessuto parrocchiale scosso dalla partenza di don Lino, e il padre Ricardo Arias, da cui ho ricevuto assessoria continua per lo meno per due anni, per poter capire qualcosa della scuola che ho ricevuto in gestione e del ruolo che vi dovevo svolgere. Per non parlare poi dell’accoglienza sincera e sempre disponibile del cardinal Nicolás, della vicinanza del Nunzio Apostolico mons. Timothy Broglio, dell’affabilità sincera del padre Lorenzo Vargas e del padre Nelson Acevedo, e di tanti altri, che in mille modi mi hanno fatto sentire parte di questo presbiterio. Non ho perso la vicinanza dei confratelli del clero genovese, con i quali è sempre stata una gioia reincontrarmi tutti gli anni nei periodi di vacanze italiane, e ho ricevuto dal Signore nuovi confratelli nel presbiterato, nel contatto con i quali il mio sacerdozio è cresciuto e maturato.

Un altro dono specialissimo di questi otto anni è stata la fioritura di varie vocazioni dal tessuto della vita parrocchiale. L’inizio del cammino di suor Cristina, nel 2001, e poi da lì a poco l’entrata in seminario di Heriberto, mio figlioccio, nel 2003; e poi Willy, Miguel Ángel, Elvis, Franklin, Alex. Due di loro sono già al primo anno del seminario maggiore, mentre gli altri sono ancora al minore.

E come se non bastasse, il 2006 è stato l’anno dell’inizio dell’aspirantato di Taína e Yúdith, che mostrano segni di buona maturità umana, cristiana e vocazionale. Altre ragazze poi si stanno decidendo a iniziare lo stesso cammino, tutte con le nostre suore! E vedo che altri ragazzi e ragazze sono in ricerca. Non mi sarei mai immaginato tanta ricchezza di vocazioni! Veramente il Signore mi ha fatto vedere cose grandi!

E parlando di suore, sono stati otto anni di amicizia spirituale profondissima con le sorelle delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario. Camminare vicini ai passi di queste sorelle, e al tempo stesso con profondo rispetto, collaborando nella parrocchia, nel consultorio (ahimé, poco), nella scuola. E la mensa comune, dove si condividono le speranze e i timori, tutti i giorni, dove si scherza e ci si rende partecipi di quanto visto attorno a sé… È un’esperienza grande, della quale ringrazio profondamente il Signore! Ricordando in maniera specialissima suor Patrizia, che nel 2003 ci ha preceduti tra le braccia del Padre del Cielo, ma anche suor Valeria, suor Roberta (tornata a lavorare nella sua India) e suor Susanna. E senza dimenticare le sorelle che ho come compagne di viaggio oggi: suor Modesta, venuta qua insieme a me, suor Blessila, suor Cristina e suor Serafina. Ognuna di loro è specialissima ed un dono grande del Signore per me.

Per ultima, l’esperienza di vivere in comunità la fraternità sacerdotale. In questo sono stati o sono compagni di viaggio anzitutto don Lorenzo, che ha la mia stessa anzianità in terra dominicana, e che rappresenta per me più di un fratello, don Franco, don Piero. Con don Lorenzo abbiamo condiviso la scoperta di questa cultura – non avevamo nessuno che ci potesse spiegare le cose in maniera più diretta – e di questa chiesa, del paese, dei costumi, dei limiti e delle ricchezze dei fratelli dominicani. Personalmente ho imparato con Lorenzo a condividere la passione per il lavoro pastorale, e ho sempre trovato in lui un collaboratore disponibilissimo.

E non è mancato l’appoggio, materiale e di vicinanza umana, di tanti fratelli e sorelle genovesi, don Piero, don Giandomenico e don Francesco al Centro Missionario, ma anche tanti altri che mi hanno sempre dato una mano. E tra tutti loro in maniera un’altra volta specialissima i vescovi che abbiamo avuto: il cardinal Canestri, vero padre quando ero a Genova così come quando mi ha inviato al Guaricano, il cardinal Tettamanzi, il cardinal Bertone con cui abbiamo avuto la gioia di condividere un’intera settimana di vita comune, e ora monsignor Bagnasco. Ognuno di loro è una perla specialissima in questi miei otto anni di servizio dominicano. E credo di poter dire che nonostante la lontananza fisica ho potuto parlare con loro molto più che altri confratelli di Genova.

* * *

Oggi, 6 febbraio 2007, queste povere parole esprimono la gioia di questi otto anni di servizio dominicano. Continua il servizio, in quest’anno che probabilmente è l’ultimo, e sono sicuro che continueranno i doni del Signore, insieme alle inevitabili prove. Sono un prete felice, e questi otto anni sono parte viva della mia felicità!

Grazie, Signore Gesù, mio Salvatore, e grazie a tutti voi!

In partenza, accompagnati da Francesco, Lara e don FrancescoPartenza per Santo Domingo. All’aeroporto, alle sei e mezza di mattina, bella sorpresa la presenza di don Francesco, Lara e Francesco.

Qualche piccolo ritardo dei due aerei non ci ha impedito di arrivare sani e salvi, e neanche troppo stanchi.

E all’aeroporto di Santo Domingo c’erano un bel gruppetto ad aspettarci: don Lorenzo, suor Serafina, suor Cristina, Taína, Yúdith, Raquel (nuova aspirante, si Dios quiere), Marcial, Willy (che ha portato con sé un compagno seminarista), Noni e Chapito.

La cenetta preparata da don Lorenzo ha chiuso in bellezza la giornata.

Grazie perché sono a casa, Signore!

Carissimi amici e benefattori,

28 Ottobre 2006: 8 anni al Guaricanoapprofitto dei giorni che passo a Genova con la mia famiglia per lasciarvi un racconto un po’ più organizzato di quella che è stata la vita della missione nell’anno che è appena passato. Vuole essere un ringraziamento al Signore per tutto quello che abbiamo potuto vivere, e un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno bello, con molti momenti intensi di vita di fede e con ricchezza di relazioni umane. Vi racconto le cose più importanti, per fare memoria dell’amore del Signore che ci ha accompagnato e che ha reso possibile tutto questo.

Genova presente!

Cominciamo con i fratelli di Genova che si sono fatti nostri compagni di viaggio. In gennaio abbiamo avuto con noi Erika e Alessandro, una coppia giovane di Sant’Eusebio. Insieme a loro sono venuti don Giulio Boggi, che è stato con don Lino il primo missionario al Guaricano, don Franco Buono, che ha lavorato qui per tre anni, e don Mario Montaldo.

Tutto il mese di marzo invece ci ha accompagnato Carmen Moro, una sorella di Geo, che ha alleggerito il lavoro della cucina. Più avanti nell’anno, in agosto è stata la volta di Sandra Iannoni, che si è cimentata nello stesso servizio. Entrambe sono state nominate cuoche dell’anno della missione!

Don Gianfranco ha presieduto l'Eucaristia alla Divina MisericordiaNella seconda metà di aprile è stata la volta di Gianni e Cinzia, entrambi attivissimi nell’Azione Cattolica genovese, insieme a Julia, una giovane liceale, e a don Gianfranco Calabrese.

A inizio giugno la breve visita di don Francesco Di Comite e di altri cinque adulti genovesi, che hanno fatto tappa da noi dopo aver passato qualche giorno nella nuova missione di Cuba.

Franco, Paolo e Francesca con suor SerafinaIn novembre abbiamo poi avuto con noi due oculisti genovesi: Franco Reggiardo e Paolo Dell’Erna. Si sono fermati rispettivamente una e due settimane, realizzando visite e operazioni delicate nel nuovo ambulatorio di oculistica. Francesca, figlia di Paolo, ha dato una bella mano a suo padre!

Come vedete, è stato un anno molto ricco: tutti questi fratelli e sorelle ci hanno portato, insieme al pesto e al parmigiano, peraltro graditissimi, la vostra vicinanza, il vostro affetto, la vostra preghiera. Chiediamo al Signore che anche il 2007 ci porti tanti messaggeri e ambasciatori dell’amore della nostra chiesa. Sì, perché in una realtà come quella del Guaricano, dove la gente fa di tutto per andarsene, la stessa gente rimane colpita profondamente dal fatto che ci sia chi invece viene qui, a respirare polvere nei giorni belli e a camminare nel fango quando piove: ogni visita è un segno vivo dell’amore di Dio che si esprime con tenerezza a questi fratelli dominicani!

Nel 2006 non abbiamo avuto visite di gruppi di giovani, ma il 2007 si preannuncia buono in questo senso: don Nicolò ha intenzione di organizzare un gruppo, e anche il clan del Genova 26 con i suoi capi e con il loro assistente don Francesco saranno con noi. Li aspettiamo, loro e tutti quelli che il Signore ci invierà, con grande gioia!

Inviati dalla Chiesa genovese

Il nostro lavoro di missionari al Guaricano non può dimenticare mai che siamo inviati dalla Chiesa Genovese, e che ci situiamo all’interno del lavoro di Cooperazione Missionaria che tutta la Chiesa Italiana porta avanti.

Lara con suor Serafina e FiammettaMolte persone hanno lavorato, a Genova, per tenere vivo nella diocesi il legame con la missione. L’Ufficio Missionario Diocesano, con don Giandomenico e don Francesco, e il Movimento Giovanile Missionario. Lara Cavezarsi, da parte sua, oltre a rendersi presente in molte iniziative ha realizzato il primo Calendario del Guaricano! L’ex Arcivescovo di Genova, il card. Tarcisio Bertone, non ha mancato mai di dimostrarci affetto e vicinanza.

Da parte mia ho avuto il dono di rappresentare la nostra comunità missionaria nell’incontro di tutti i missionari fidei donum italiani che lavorano in America Latina. Per quattro giorni, nel mese di febbraio, siamo stati insieme a Salvador, in Brasile: occasione preziosa di conoscenza e di scambio di esperienze.

La Chiesa Genovese poi ci ha dato e ha ricevuto molto, grazie anche al DVD che l’amico Tarcisio Mazzeo, giornalista della RAI, ha preparato dopo la sua visita del novembre 2005. Il servizio da lui realizzato è stato trasmesso varie volte sulle reti RAI regionali e nazionali, e in formato digitale si sta distribuendo gratuitamente a tutti gli amici della missione. Un lavoro ben fatto, frutto di una dedizione amorosa e appassionata!

Il nostro lavoro nella pastorale dell’Arcidiocesi di Santo Domingo

Con alcuni preti della nostra zona pastoraleInviati da Genova, lavoriamo nel tessuto vivo dell’Arcidiocesi di Santo Domingo. Con essa stiamo vivendo la preparazione alla V Conferenza dei Vescovi Latinoamericani, che si terrà a Aparecida, in Brasile, nel 2007. Abbiamo così vissuto vari momenti di incontro, consultazione e formazione; e spesso si prega per questo appuntamento, che indicherà le linee portanti della vita della chiesa latinoamericana per i prossimi dieci anni.

Va avanti pure lo sviluppo del Terzo Piano Pastorale Arcidiocesano. Ispirato al Movimento per un Mondo Migliore (in Italia è conosciuto come NIP), prepara la Chiesa di Santo Domingo all’appuntamento del 2011, che costituirà il quinto centenario dell’erezione canonica dell’Arcidiocesi. Il Terzo Piano Pastorale è stato ed è una benedizione per tutte le parrocchie: stimola alla comunione, mette in cammino le parrocchie stanche, raggiunge tutta la popolazione attraverso l’esperienza mensile della lettera alle famiglie e le azioni significative che si realizzano all’interno di ogni settore delle parrocchie. Inoltre sta aiutando molto le nostre comunità parrocchiali a “lanciarsi” di più in ognuno dei settori in cui sono suddivise; e i frutti si vedono, perché la gente sente la Chiesa più vicina a sé, e si avvicina di più alla Chiesa stessa.

I passi delle parrocchie

Messa dei malati alla Divina MisericordiaVi avevo parlato già l’anno scorso della nuova parrocchia della Divina Misericordia. Grazie a Dio il lavoro in questa nuova parrocchia si è consolidato. La Messa della domenica è sempre più una festa gioiosa – don Lorenzo è parte di questa gioia -, e le attività pastorali si portano avanti parallelamente a quelle di Santa Margarita. Particolarmente significativo è stato il momento della Missione Parrocchiale di Agosto, che alla Divina Misericordia è stata coordinata interamente da Marcial, il nostro caro diacono, e che si è potuta realizzare molto meglio perché portata avanti separatamente.

Nel 2006 per la prima volta le Celebrazioni Penitenziali di Avvento e Quaresima sono state ristrette solamente alle persone che possono ricevere l’assoluzione. Per i conviventi (qui li si chiama popolarmente amancebados) abbiamo organizzato momenti di dialogo separati, nei quali hanno avuto più tempo per fare un dialogo approfondito con il sacerdote e si è potuto studiare insieme come portare avanti il cammino verso la riconciliazione piena con Dio. Ve lo sto raccontando con soddisfazione, perché è stata una cosa che il Vescovo di Santo Domingo ha chiesto, e che all’inizio ho faticato ad accettare. Ci ha imposto un cambiamento nella forma di lavorare, ma ha portato effettivamente frutto!

Gita al mare con Marcial e i seminaristiSono molto contento anche per i seminaristi che il Signore ci ha mandato. Due di loro, Willy e Miguel Ángel, hanno iniziato il seminario maggiore, gli altri cinque sono ancora al minore; inoltre c’è un ragazzo di Santa Margarita, Deivy, nel seminario dei salesiani, e in occasione della missione di agosto la comunità l’ha potuto conoscere. Con questo bel gruppetto abbiamo passato una bella giornata tropicale al mare il 26 dicembre, momento di svago ma anche occasione preziosa di formazione.

Sul fronte dei ministri laici, il vescovo ha rinnovato gli incarichi. In prima persona avevo fatto con loro un cammino di formazione di più di un anno. I ministri sono in tutto quaranta, e aiutano nella distribuzione della comunione, soprattutto ai malati, ai quali la portano tutte le domeniche mattina. Dodici di essi, poi, sono incaricati anche dell’annuncio della parola nei settori.

Marcia per la vita e per la pace con il Nunzio ApostolicoI giovani hanno lavorato sodo. Ci sono gruppi giovanili in vari settori della parrocchia, che hanno momenti forti comuni nei campi estivi – per bambini, adolescenti e leaders dei gruppi –, e nella Settimana giovanile di inizio dicembre. Nelle attività estive i nostri seminaristi hanno dato una mano significativa! E sono stati ancora alcuni giovani ad organizzare, a fine novembre, una Settimana per la Vita, culminata in una Marcia che ha visto la partecipazione del Nunzio Apostolico: grande soddisfazione, a suggello di un lavoro ben impostato.

E il 2007 sarà l’anno di apertura della nuova parrocchia di Santa Virginia, nella zona dei campos: Jacagua, Los Cazabes, Duquesa. Se ne è parlato con il vescovo e con la gente per tutto il 2006, e l’Arcivescovo di Santo Domingo ha già ricevuto il progetto pastorale. Un imprenditore edile ha regalato un terreno per il quale egli stesso ha promesso un apporto significativo di un milione di pesos (circa 25.000,00 euro) per la costruzione della chiesa. L’apertura della nuova parrocchia coinciderà poi anche con l’ordinazione diaconale di Juan Luis, un signore quasi cinquantenne di Santa Margarita, che si è preparato con cura, e adesso le cose sono mature per l’ordinazione. Riceverà dal vescovo l’incarico di seguire e guidare il cammino di questa parrocchia nuova, naturalmente sotto la mia responsabilità di parroco.

Un aspetto inquietante del 2006 è stato il furto del tabernacolo di Santa Margarita. Nella mattinata del 31 di Maggio è stato portato via, ad opera, sembra, dei membri di una “Nazione”, un gruppo delinquenziale imparentati con il satanismo. Il movente: celebrare probabilmente una Messa Nera il giorno 6 giugno, giorno che aveva la particolarità di rispondere al numero 6-6-6 (sei giugno duemilasei), che sarebbe il numero della bestia dell’Apocalisse! Purtroppo la polizia non è riuscita a stabilire nessuna responsabilità concreta, e il delitto è rimasto senza seguito giudiziale.

Il dispensario, una risorsa preziosa

La farmaciaPrima opera della missione, nata nel 1992, il dispensario medico realizza un lavoro sempre più qualificato. L’opera generosa di suor Serafina e di suor Blessila dà temperamento cristiano all’istituzione.

Attualmente abbiamo un medico generale, un pediatra, un ginecologo, un laboratorio di analisi in convenzione, oltre naturalmente al Centro di Nutrizione, che offre pasti nutrienti a venti/trenta bambini poveri e denutriti. La farmacia popolare, che offre le medicine a prezzo di costo, è un altro fiore all’occhiello della missione.

Babbo Natale in visita ai bambini del centro nutrizionaleIl 2006 ha significato poi l’inizio dell’ambulatorio di oculistica, reso possibile dalla donazione delle apparecchiature che ci sono arrivate a fine 2005. Oggi un oculista dominicano visita tutti i giovedì mattina e realizza semplici chirurgie a prezzo contenuto. E siamo orgogliosi di questo, perché è l’unico servizio specialistico di questo tipo presente non solo in Guaricano, ma anche nei quartieri circostanti.

Continua pure il lavoro dell’ambulanza, con il nostro don Lorenzo impegnato in prima fila nell’organizzazione di autisti e volontari, e disponibile in prima persona per il servizio notturno.

Il lavoro della scuola

Don Giulio in visita a una seconda elementareLa scuola continua a pieno ritmo il suo lavoro. Con 1100 bambini nella scuola primaria (elementari e medie), 240 nel liceo, e 200 nella scuola serale primaria, si porta avanti un lavoro che non è solo di educazione scolastica, ma anche di formazione del personale e delle famiglie.

Infatti realizziamo quindicinalmente momenti di formazione religiosa per tutto il personale, mentre mensilmente ognuno dei maestri realizza un momento di formazione per i genitori dei suoi alunni. Questo ci ha permesso di agire in maniera più profonda sul tessuto delle famiglie. Il mio sogno e la mia preghiera è che si arrivi a costruire processi di evangelizzazione esplicita per i genitori dei bambini. Anche con gli studenti del liceo si realizzano momenti di ritiro, e vengono invitati sistematicamente ai gruppi giovanili.

Il nuovo laboratorio di informatica con i 40 computersGrazie al contributo della Regione Liguria, che nel 2005 ha stanziato varie decine di migliaia di euro per le aule di informatica, nel gennaio 2006 abbiamo iniziato l’insegnamento dell’informatica agli studenti del secondo ciclo della primaria (quinta – terza media) . Gli studenti che frequentano le lezioni del mattino seguono le lezioni di informatica al pomeriggio, e viceversa, ogni classe per due ore alla settimana. L’idea è che arrivino al liceo già con buone basi, in maniera che nella scuola superiore si offra loro una preparazione molto qualificata e in grado di inserirli meglio nel mondo del lavoro.

A questo riguardo, sotto richiesta della totalità dei genitori dei nostri alunni abbiamo iniziato un processo che ci porterà con l’anno scolastico 2007/2008 a trasformare il nostro liceo, che fino ad adesso è simile a un liceo scientifico, in un politecnico. Avremo due specialità, verosimilmente contabilità e informatica, e saranno necessari aggiustamenti nella distribuzione del personale. Ci sta costando un certo sforzo, organizzativo ma anche economico, ma siamo certi che risponderà a un’esigenza concreta e avvicinerà la nostra scuola al mondo del lavoro.

La scuola serale, alla quale c’era stato nell’estate del 2005 un cambio della guardia nella persona che la coordina, aveva vissuto un periodo di stanchezza, con pochi alunni e malesseri nei maestri. Grazie a Dio il 2006/2007 è stato l’anno della ripresa, con il massimo storico nel numero di iscritti. E questo grazie anche alla vostra preghiera! Gli alunni della serale che finiscono la terza media ci chiedono insistentemente di implementare il liceo serale, ma per adesso non è possibile; chissà in futuro…

Se da anni la scuola è autosufficiente economicamente, per lo meno per la gestione ordinaria, riceve invece una bella mano dalla Chiesa Genovese attraverso le borse di studio, che permettono il proseguimento degli studi a quasi un centinaio di alunni del liceo.

Sul fronte della collaborazione con lo stato, una buona notizia di quest’anno è l’assunzione, da parte dello stato, di una buona fetta di quei maestri e bidelli che ancora non erano stati assunti: ciò ha rappresentato per loro un notevole sollievo, con la sicurezza di un’economia familiare che sarà più stabile.

La prof. Laura con suo marito Mario il giorno delle nozzeInfine, tre maestre hanno potuto sposarsi: Ana Marlemny, insegnante di matematica, Laura Peña, di lettere, che fino ad ora stavano convivendo. Il nostro corpo docente è ora più vivamente inserito nella vita della Chiesa e nell’amore di Cristo. Si è sposata pure Belkis, professoressa di biologia nel liceo, la qual cosa è stata ancora più bella per il fatto che, a differenza della maggioranza, non ha ceduto alla tentazione della convivenza.

La comunità delle suore

Voglio dirvi qualcosa di più anche delle nostre magnifiche suore. Anzitutto sono quattro: suor Serafina e suor Blessila, che lavorano nel dispensario, e suor Modesta e suor Cristina, che lavorano nella scuola. Senza di loro la missione sarebbe molto più povera. La gente ringrazia Dio tutti i giorni per la loro presenza, che rappresenta un segno di amore grande per tutta la comunità del Guaricano.

La festa di Nostra Signora del Rifugio, patrona delle suoreCome sapete, suor Cristina è una vocazione scaturita dalla parrocchia di Santa Margarita. Come lei, ora altre tre ragazze sono in cammino verso la vita religiosa, e stanno facendo un periodo di esperienza nella casa delle suore: Taína, Yúdith e Carolina. Tutte e tre hanno un bel cammino di chiesa alle spalle, nella catechesi e nei gruppi giovanili, e sotto la guida dolce e materna di suor Serafina si preparano per il noviziato che, con l’aiuto di Dio, inizieranno in quest’anno 2007.

Suor Daniela, suor Eliana, suor Carlita con la comunità e le aspirantiIn novembre, la comunità ha ricevuto la visita di suor Daniela Burol, la madre generale, che con suor Eliana stava accompagnando in Nicaragua la neo professa suor Carlita. Le abbiamo viste all’andata e al ritorno. Purtroppo un incidente di macchina in Nicaragua, grazie a Dio senza conseguenze permanenti, ha impedito loro di fermarsi qualche giorno di più con noi.

Don Lorenzo

Don Lorenzo al lavoro per la comunitàNon vi ho parlato molto di don Lorenzo. Il suo carattere schivo, alieno dai riflettori, si sposa egregiamente con uno stile di laboriosità nascosta.
Don Lorenzo ha portato avanti anche quest’anno l’impegno per l’acqua. A Jacagua ha coinvolto la comunità nella realizzazione di un piccolo impianto per estrarre l’acqua dal sottosuolo e distribuirla a un gruppo di famiglie a cui l’acqua posta dal Comune non poteva arrivare. E ha trovato molta collaborazione nelle famiglie beneficiarie, con grande sua soddisfazione. Dove la comunità assume e fa proprio lo sforzo di chi l’aiuta, le cose continuano per il meglio!

Oltre a questo, in cucina, nel dispensario, nei mille lavoretti da fare in casa, don Lorenzo rende concretamente possibile tutto quello che succede nella missione. Per non parlare del lavoro parrocchiale, soprattutto alla Divina Misericordia e nelle cappelle dei campos, dell’attenzione ai malati, delle confessioni. E senza ripetere quanto già detto sull’impegno dell’ambulanza. Con uno stile di servizio operoso che è di edificazione per ognuno di noi.

Qualche passo in avanti nella tecnologia

A livello tecnologico, una nuova centralina telefonica ci facilita di più la comunicazione tra casa, dispensario e parrocchie. Grazie poi a un contributo di un ente statale dominicano, si sta aprendo un centro pubblico di accesso a internet, che dovrebbe servire soprattutto agli studenti per realizzare lavori di ricerca. Da parte nostra abbiamo lavorato perché non si possa accedere a siti di contenuto moralmente pericoloso, così come non permetteremo l’uso delle stanze di chat, usate qui spesso e volentieri per adescare minori per il mercato della pornografia.

Anche il diario sul web della missione si è rinnovato, con una nuova grafica più dominicana e con la possibilità di introdurre commenti da parte dei lettori. Il nuovo indirizzo è: . Visitateci, vi aiuterà a sentirvi là con noi!

La situazione del paese

Un accenno finale alla situazione sociopolitica del paese.

Il 2006 è stato segnato da due fatti. Anzitutto l’avanzamento dei lavori della metropolitana di Santo Domingo, con molte polemiche da parte delle forze sociali per il pozzo senza fondo del costo dei lavori, a scapito di molte altre opere che non sono state programmate.

E poi le elezioni amministrative. Abbiamo senatori, deputati e sindaci nuovi. Come già nel 2002, un solo partito (diverso da quello di quattro anni fa) ha il controllo di tutte le istituzioni dello stato. Che Dio ce la mandi buona!

Grazie!

Concludo, quindi, questa carrellata. Volevo essere più breve, ma le cose sono tante, grazie a Dio! Solamente voglio dire ancora una volta: il Signore è grande. Tutto quello che avete potuto leggere è opera sua, è lui che l’ha ispirato e che l’ha reso possibile, suscitando collaborazione attiva e operosa in Guaricano e a Genova.

Per questo dico, non solo al Signore, ma anche a tutti voi: Grazie! Grazie! Grazie di cuore, a tutti!


Paolo, suor Modesta e Lorenzo al compiere 8 anni di missione

Oggi io, Lorenzo e suor Modesta festeggiamo otto anni di presenza nella missione. Siamo arrivati il 29 ottobre 1998, ricordo benissimo quei tempi, era passato da solo un mese il ciclone George, la gente era ancora frastornata e non riusciva a riprendersi.

A poco a poco, le parrocchie hanno ripreso vita e sono tornate a girare bene.

Da parte mia voglio dire un grazie grande al Signore per questi anni bellissimi che mi ha donato. Qualche problemino, ma molte di più le cose belle vissute. Grazie, Signore!

Stasera ho fatto l’ultima catechesi biblica. O meglio, l’ho fatta io in Betania. A Jacagua, dove i giorni scorsi andava suor Cristina, è andata suor Modesta. Marcial alla Divina Misericordia, Lorenzo alla scuola Guaricano Adentro, e Matilde nella cappella San Miguel.

L’argomento di oggi era riassuntivo: la Bibbia si deve leggere alla luce dei criteri della fede: l’unità di tutta la scrittura, l’analogia della fede, la fedeltà alla Tradizione della Chiesa.

Ieri avevamo sviluppato in maniera abbastanza ampia l’insegnamento sul fatto che la Bibbia è il libro della Chiesa, che nasce nella Chiesa per l’edificazione della Chiesa.

A Betania ho avuto un totale di 130 persone, quelli che non sono mancati mai devono essere una cinquantina. Preparerò loro una certificato di partecipazione, che molti inquadreranno e appenderanno in casa loro, orgogliosi di esserselo guadagnato!


I catechisti nuovi del 2006

È iniziato oggi, e continuerà domani e la settimana prossima, il momento di formazione dei catechisti che facciamo sempre, più o meno a inizio dell’anno.

L’idea mia era di chiamare l’ufficio catechistico della curia, che porta sempre in giro per le zone questi momenti di formazione, che tra l’altro sono strutturati in cinque tappe progressive e con un piano di studi ben definito. Purtroppo però non erano disponibili in questo periodo, per farlo con loro avremmo dovuto realizzarlo il mese prossimo o in ottobre, con la conseguenza che si sarebbe dovuto interrompere il catechismo del sabato.

Così alla fine ho deciso di farmelo io, cioè di guidare io gli incontri di formazione. In qualcosa mi aiuteranno suor Modesta e suor Cristina.

Oggi, in particolare, abbiamo parlato loro della metodologia catechistica, della condizione del bambino oggi (suor Modesta). Ho spiegato loro il simbolo apostolico e ho collocato la catechesi dentro al processo di evangelizzazione che realizza la Chiesa.

La partecipazione è stata attorno al 60% di quelli che facevano catechismo l’anno scorso. Di qualcuno degli assenti so che non continuerà, altri assenti spero che non si facciano vedere perché così evito di dirgli che non posso tenerli come catechisti.

Invece c’è stata una discreta presenza di nuovi. Sono quelli che vedete nella foto. Più per la Divina Misericordia che per Santa Margarita. Alcuni di loro dimostrano capacità di mettersi in gioco. Se a questa qualità corrisponde la serietà siamo a posto!

L’orario è stato dalle nove a mezzogiorno, e dalle due e mezza (in pratica dalle tre) alle sei.

Domani si continua, ma solo di mattina.


Il gruppo dei presenti al taller de líderes

Sono stato stamattina al bivacco dei responsabili della pastorale giovanile, dove ho fatto una catechesi sui simboli del cristianesimo.

Gli ho messo dentro un po’ di tutto, dai simboli paleocristiani delle catacombe fino a quelli moderni (Sacro Cuore di Gesù, immagine della Divina Misericordia).


Taína prende benevolmente in giro suor Modesta che ha un braccio a riposo

Nel discorso mi sono lasciato andare ad alcuni excursus su temi di storia della chiesa, in particolare con relazione al protestantesimo, ed è stato quello che ha reso più interessante la cosa.

Stanno partecipando al bivacco anche suor Modesta e suor Blessila. I giovani sono una quindicina, accompagnati da Marcial.

A causa della vendita dell’americano Citibank (dove abbiamo i conti) al canadese Scotiabank, dovevamo risottoscrivere i contratti dei vari conti.

Così oggi ci siamo passati 4 ore in banca: Io, suor Serafina e suor Modesta.

Due ore sono state di attesa per entrare dal funzionario, e due ore per svolgere il lavoro.

E non abbiamo finito, perché devo andare a raccogliere la firma del vicario di Amministrazione della curia, che pure lui firma sui conti. Inoltre don Lorenzo deve andare a farsi conoscere.

Il più è fattoQ

9:31 pm

Tornati!

Oggi pomeriggio sono ritornati suor Lorenza e don Modesto…. ehm… volevo dire, suor Modesta e don Lorenzo! Aereo puntualissimo, nessun problema grazie a Dio.

Torna ad arricchirsi la vita della nostra comunità missionaria, con i sorrisi generosissimi di suor Modesta e l’operosità instancabile di don Lorenzo.

Purtroppo il fratello di don Lorenzo è sempre grave. Un tumore lo tiene prostrato in letto da vari mesi, ormai soltanto con la terapia del dolore. Don Lorenzo gli è stato accanto per un mese e mezzo, unendosi all’amore dell’altro suo fratello e della sua sorella più grande e del cognato. Continuamo a pregare per la salute di quest’uomo ben provato dalla malattia!

Ieri mattina la sveglia è stata più clemente del solito. La S.Messa alle ore 7 si celebrava al consultorio quindi nei locali della missione. La sala di aspetto viene trasformata ogni lunedì in cappellina. Le panche che normalmente sono usate dai pazienti in attesa dei medici sono state distribuite su due file. La sala era piena e qualcuno ha trovato posto fuori, all’aperto.

L’Eucarestia, celebrata da don Paolo e concelebrata da don Gianfranco si è conclusa con il nostro saluto e ringraziamento. Ancora una volta don Paolo, dopo la comunione, ci ha chiamato all’altare per testimoniare il legame con la chiesa di Genova. Dopo di che sono intervenuti i rappresentanti delle varie parrocchie del Guaricano a ringraziarci per la nostra visita ed augurarsi un nostro prossimo ritorno. Le parole più belle le ha pronunciate Marcial, il diacono, che nel ringraziare ha riconosciuto che il Barrio del Guaricano è cambiato e cresciuto grazie alla presenza della missione Genovese. La scuola, il liceo, il consultorio, il centro nutrizionale, l’ambulanza, le parrocchie con le loro iniziative hanno permesso ai nostri amici dominicani di migliorarsi.

Conclusa la cerimonia don Paolo ci ha chiesto di posizionarci all’uscita per ricevere i saluti. Molte persone ci hanno abbracciato con un calore al quale, da genovesi, non siamo abituati. E molti di loro invocando su di noi la benedizione di Dio ci chiedevano di tornare presto.

Julia, il nostro piccolo ghiro, ancora dormiente si è persa tutto questo… più tardi ha però accompagnato don Paolo e Pepe per commissioni in centro. Don Gianfranco si è recato presso il liceo per discutere con la Direttrice didattica mentre Cinzia ha riordinato le stanze che ci hanno ospitato.

* * *

La missione del Guaricano è costituita da tre edifici principali al quale ne è stato aggiunto un quarto, più recente, che funge da consultorio.

Il primo edificio, entrando dall’ingresso principale, ospita le suore ed è composto da un piano terra dotato di cucina, lavanderia, sala, cappellina ed un secondo piano con le stanze delle suore.

Un secondo edificio, costituisce il corpo centrale del complesso ed ospita la cucina, con annesse dispense, il refettorio ed è dotato di bagni. Una parte dello stesso edificio, al di là del muro di cinta della missione, include il garage dell’ambulanza e la stanza dei volontari del servizio.

Il terzo ed ultimo edificio, su due piani, ospita a piano terra la lavanderia, il laboratorio, una piccola cucina, la sala di lettura ed altre stanze di servizio. Il tutto si sviluppa su due lati di un quadrato e si affaccia attraverso un colonnato su un giardino centrale. Al primo piano le camere ognuna delle quali è dotata di bagno.

La missione è protetta da un muro di cinta che previene l’accesso di malintenzionati: non dobbiamo dimenticare che siamo sempre in un Barrio dove dopo una certa ora di sera anche la Polizia ha paura a girare…

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Dopo il commiato in consultorio, alle 11.30 ci siamo ritrovati nel centro nutrizionale a salutare i nostri bambini… non c’era Vito, bellissimo mulatto di 3-4 anni ormai tondetto (il cibo delle nostre suore ha funzionato). Forse ha capito che lo avremmo messo nella valigia vuota di don Gianfranco per portarlo con noi in Italia… Amber è arrivato in ritardo, probabilmente poichè lavorava, ed ha portato per noi dei frutti di Mango… questi bimbi sanno commuoverti per la loro generosità…

Dopo l’ultimo pranzo assieme un po’ di foto di rito, i saluti, il magone, la voglia di restare che si infrange con gli impegni che hai in Italia e per i quali devi ripartire…

Don Paolo e suor Serafina ci hanno accompagnato all’aeroporto, verso il quale siamo partiti in formazione tipo, con Cinzia e Julia nel cassone del pick-up insieme ai bagagli. Ma la pioggia improvvisa ci ha forzato a coprire i bagagli con un telone ed a stringerci in 6 nell’abitacolo.

Julia all’aeroporto ha sperato fino all’ultimo che le cancellassero il volo, desiderosa di tornare indietro con suor Serafina: voleva rivedere la sua famiglia, sicuramente voleva evitarsi le incombenti interrogazioni dei prossimi giorni…ma sarabbe rimasta più a lungo!!!

Il saluto e l’abbraccio finale con suor Serafina e don Paolo, prima di passare al controllo dei bagagli. Una abbraccio che è un grazie al Signore per un sacerdote dal cuore grande, capace di farsi in quattro per tutti, che non perde occasione per portare alla sua gente l’annuncio del Signore. È un grazie per suor Serafina, mamma di tanti bambini del Guaricano, madre per le consorelle “brignoline” che animano la vita della Missione. È un grazie per suor Blessila e suor Crisitina, per la loro testimonianza e per il loro instancabile e silenzioso lavoro. È un grazie per le persone che non erano con noi questa settimana: don Lorenzo e Suor Modesta, dei quali abbiamo “sentito” la presenza attraverso tutto il bene che hanno fatto nella Missione del Guaricano.

Ed è un grazie al Signore per averci dato l’opportunità di vivere tutto questo insieme!!!

A inizio giugno, finite le scuole, Yudy e Taína, Dios mediante, come dicono qui, verranno a vivere con le suore!

È una cosa bellissima, che anche a me – oltre che alle suore – dà molta gioia: sono due giovani ben mature per la loro età, e anche suor Serafina, per non parlare di suor Modesta, suor Blessila e suor Cristina, si trovano molto bene con loro e le stimano molto.

Il fatto poi che vengano dalla vita concreta delle nostre parrocchie, come Cristina, è un segno di speranza molto bello!

La loro idea è di vivere questo anno di aspirantato in casa, e quando faranno le prove nazionali (l’esame di maturità) cominciare il cammino più formale di ingresso alla congregazione.

Cosa mi puoi dare di più? Sono un prete felice! e tu sei forte, Signore!!!

L’aereo con Lorenzo è partito ieri sera alle nove.

Suor Modesta e suor Cristina sono andate all’aeroporto ad accompagnarlo, e c’è andata anche Carmen.

A mezzogiorno avevamo festeggiato il compleanno di Lorenzo. A lui non piacciono queste cose, ma alle suore tantissimo, e avevano adornato il refettorio con palloncini colorati, bamboline di filo di lana, fiori, e vari regalini tra cui due pacchetti di caramelle da distribuire ai bambini. Le caramelle sono state la cosa che a Lorenzo è piaciuta di più! Non per lui, naturalmente, ma per i bambini!

Domani lasciamo il Guaricano, povero don Lorenzo rimarra solo… però avrá finalmente un po’ di riposo nel tenere in ordine la casa e soprattutto in cucina… io e Alessandro siamo di buona forchetta e qui con le prelibatezze che prepara non ci si può tirare indietro…

Tanta amarezza e qualche lacrima fin dalla messa di stamattina, salutare e ringraziare tutte le persone incontrate è davvero difficile, sia perché sono tante, sia perché ci dispiace davvero molto lasciarle.

Amarezza anche perché oggi è morto il povero Marcelito, venerdí gli avevano amputato la gamba, ma il suo corpo troppo debole non ha resistito. Ti preghiamo Signore affinché finalmente tra le tue braccia trovi tanto amore, conforto e calore.

Ti ringraziamo Signore anche per i sacerdoti e le suore che vivono in questa missione, che ci hanno accolto e ospitato con tanto amore, facendoci sentire come a casa.

È davvero un gran dono quello che ci fai a chiamare al tuo servizio delle persone tanto buone…

Anche se stiamo partendo siamo contenti, perché il grande affetto che ci hanno donato don Paolo, don Lorenzo, suor Serafina, suor Modesta e suor Cristina in questi dieci giorni, sappiamo che quotidianamente viene anche donato a tutta la popolazione del Guaricano.

Un grande insegnamento, nella nostra prima settimana di permanenza qui, ci è stato dato da altri tre meravigliosi sacerdoti, don Giulio, don Mario e don Franco, che con la loro esperienza ci hanno mostrato diversi aspetti del Guaricano, accompagnandoci nelle famiglie, nelle scuole e per le strade del Barrio.

Quella che abbiamo vissuto qui è un’esperienza di vita profonda, difficile da spiegare, ma semplice da vivere, abbiamo solo portato la nostra presenza e la nostra testimonianza di vita parrocchiale, ricevendo in cambio moltissimo amore.

Gracias Señor, muchas gracias…

Stamattina abbiamo fatto l’inaugurazione dell’Anno Catechistico con i bambini di Santa Margarita.

Sono venuti un certo numero di bambini, anche se non tutti. Tutti i bambini del catechismo della parrocchia sono circa cinquecento, e in tutto ne sono venuti 150/200.

Il catechismo è già da un mese che è cominciato, ed oggi ho cercato di dare loro un po’ di calore e di motivare alla partecipazione alla Messa insieme ai loro genitori.

Alla fine della Messa ho coinvolto Juan Antonio, il marito della nostra maestra Nilda, al quale ho fatto dare una piccola testimonianza sul fatto che viene a Messa con i suoi due figli, Juan e Nildairy. La cosa mi è piaciuta in maniera particolare, perché non è da tanto che Juan Antonio ha cominciato a venire regolarmente alla Messa. Si è avvicinato l’anno scorso, quando Nildairy ha fatto la prima comunione. Agli incontri con i genitori sua moglie mandava sempre lui, e di fatto si è lasciato conquistare (o riconquistare) dal Signore!

I bambini si sono comportati veramente bene a Messa, grazie anche alla presenza vigile dei catechisti al loro lato.

E quando alla fine ho detto loro che avremmo fatto le foto, settore per settore, sono stati ancora più felici!

Eccovele:


I bambini del catechismo di Betania
I bambini del barrio La Mina
I bambini del catechismo del barrio La Nueva Esperanza
I bambini del settore Emaús
I bambini di Betania:
in alto a destra potete vedere
suor Modesta

I bambini del catechismo del barrio de La Mina
I bambini del barrio
La Nueva Esperanza
I bambini del catechismo del settore Emaús

Se ancora non l’avete fatto guardate la nostra foto qualche articolo più in basso…

Fatto? Eh sì, finalmente ho conosciuto Fiammetta e ho rivisto Suor Serafina, che bel trio, non vi pare?

Siamo state ieri alla festa in onore di Santa Virginia Centurione Bracelli dalle Suore Brignoline, è stato proprio un bel pomeriggio. La Messa celebrata dal Vescovo ha visto anche la consacrazione di Suor Elisa, una ragazza che Suor Serafina mi aveva presentato qualche giorno prima al convento e che devo dire non mi aspettavo avrebbe preso i voti di lì a poco; non avevo mai assistito a nessuna consacrazione e devo dire che è stato un momento bello che non mi dimenticherò. E mi sono rimaste impresse le parole della predica sul fatto che esser santi significa “fare della propria esistenza un dono d’amore per gli altri”: per dire una cosa così mi ci sarebbe voluto un mese, per farla chissà se basterà una vita…

Al termine della Messa Suor Serafina ci ha fatto conoscere la Madre Generale alla quale abbiamo chiesto il permesso per poter trascorrere con Serafina qualche pomeriggio fuori e anche se la vedo dura dovremmo averla convinta (spero, anche perchè mi piacerebbe farle conoscere i ragazzi della mia Parrocchia che tanto si son dati da fare per la missione e poi ci sono i bambini del catechismo,… la sua testimonianza sarebbe molto importante!). Infine ho conosciuto anche Carmen, Sandra, Orietta,Paola e spero di averle ricordate tutte perchè c’era una tale confusione e risate che alla fine non avevo le idee molto chiare sui nomi. Per me pensare che avevo vicino persone appena tornate da Santo Domingo è stato un ulteriore incitamento a ritornarci prima o poi visto che mi manca tantissimo.

E poi è successa un’altra cosa significativa: mentre eravamo lì hanno chiamato dalla missione le suore! Così io e Fiammetta abbiamo potuto parlare direttamente con loro: Suor Cristina come al solito mi ha comunicato il sole che ha dentro anche se non la vedevo e Suor Modesta (alla quale dedico un pensiero particolare perchè sa sempre cosa dirmi per tirarmi sù…) mi ha detto che i ragazzi del liceo le chiedono sempre di me! Alla fine ogni volta che le sento ricevo sempre dei doni così grandi…

In settimana dovrebbe partire la spedizione dei famosi pacchi, Suor Serafina mi farà sapere, io intanto mi organizzo con le varie attività della parrocchia in vista di incontrarla di nuovo. Un abbraccio dal trio!!!


Lara e Fiammetta con suor Serafina

Ohhhh… ecco… quanto tempo…

Indovinate un po’? Oggi… si è formato un trietto super…
1: LARA
2: SUOR SERAFINA
3: FIAMMETTA

Dunque: ho rivisto Serafina!!! E… ho conosciuto Lara!

Oggi c’è stata una festa per la madre fondatrice delle Suore Brignoline (si dice così?) nel convento a Marassi… Messa col cardinale (un’ora e mezza in piedi…) e poi rinfresco.

Ma a parte questo indovinate chi c’era oltre a noi tre? Carmen, Sandra, Orietta, la sorella di Carmen, la mamma di Lara, e Paola…. Mi ha fatto un certo effetto rivedere tutti insieme a Genova…

Serafina ci ha accolto sorridente (e ubriaca) come al solito (ovviamente scherzo con l’”ubriaca”)… Che strano vederla col vestito nero, velo tutto a posto senza neanche un capello fuori ecc…

Ci ha presentato la madre generale (che inspiegabilmente mi conosceva di nome… ?? … anzi lo so il perché ma tralasciamo…) e con Lara abbiamo cercato di strapparle un’uscita con Serafina.

Piccolo riassunto:

  • Sandra è arrivata in chiesa urlando che doveva confessarsi (ma era troppo tardi) e poi per penitenza si è seduta sotto un santo (scusate l’ignoranza ma non mi ricordo il nome) con una lancia puntata sulla sua testa… che ridere…
  • Poi ci ha raccontato di una urlata di Francesco per uno dei suoi (abituali) ritardi… altre risate …
  • La madre generale ci ha conosciuto uno per uno… (la sequenza Sandra – suor Daniela non è casuale. Chi ha orecchie per intendere…)
  • Carmen subito non l’ho riconosciuta perché i capelli erano più rossi del solito… Poi però quando si è appesa alla mia trippa prendendomi in giro ho capito subito…
  • Orietta si è informata di quando ci vedremo con Tarcisio e Tito (di nuovo “chi ha orecchi… intenda”…). E con Carmen giù a ridere di nuovo…
  • Lara si è dovuta sorbire un’ora e mezza di messa in piedi spiaccicata dietro una signora diciamo non magrissima…

Insomma è stato un pomeriggio di grandi risate di gruppo… Alla fine ero felicissima… Mi sono divertita molto e ho finalmente rivisto Serafina che con le sue risate di gusto e contagianti mi ha caricato tantissimo e mi ha risvegliato dal mio letargo (iniziato con l’inizio della scuola…)

C’era un atmosfera bellissima…

Ora però mi si stanno incrociando gli occhi… quindi… che dire…: Blessilla, Cristina, Lorenzo, Paolo, Francesco, suor Modesta (anche se non ti conosco)… vi aspettiamo con ansia!

Lo stesso vale per Willy, Heriberto, Elvis e gli altri ragazzi che prima o poi verranno a Roma…

A presto!

I miei allievi sono stati eccezionali: suor Cristina, suor Modesta, suor Blessila.

Ho spiegato loro un paio di cosette del gnome linux, che del resto è molto simile a un windows 98 o XP.

Se ce n’è bisogno continueremo i giorni prossimi.

Ho anche abilitato tutte e tre per scrivere qui sopra. Coraggio!!!

Approfitto di qualche settimana di vacanza a Genova, dalla mia famiglia, per scrivervi con più calma questa lettera, che vuole essere innanzitutto un ringraziamento al Signore per tutto quello che la Missione Diocesana di Santo Domingo ha potuto essere in quest’anno, e quindi un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, ognuno da casa sua, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno intenso, e anche un anno molto particolare. Provo a scrivere le cose principali, perché aiutino me e voi ad amare sempre più quel Signore che ha reso possibile tutto questo.

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Una cosa molto bella che abbiamo vissuto è stata la presenza con noi di Paola Longhi, una sorella di Quinto che per la seconda volta è venuta a passare qualche mese con noi. Paola è stata per noi un dono grande, con la sua femminilità laica, che si è integrata molto bene nella comunità della Missione.

Paola si è integrata nel lavoro della nostra scuola, aiutando la direzione e lo psicologo a trattare un caso abbastanza difficile: una bambina che subiva violenze sessuali in casa da parte del patrigno. La mamma dipendeva economicamente dal marito, e per questo non aveva il coraggio di far uscire alla luce la situazione. Il problema si è manifestato perché la bambina ha cominciato a rinchiudersi in un mutismo preoccupante, e a scuola se ne sono resi conto. Lo psicologo ha parlato con la bambina, ma senza troppi risultati. Così del caso si sono fatti carico Paola, lo stesso psicologo, e la vice direttrice. Hanno portato avanti una serie di riunioni, prima con la madre, poi con il marito della donna. Per Paola è stata un’esperienza significativa, che le ha permesso di entrare in contatto con la vita concreta di una famiglia, e di dare il suo contributo di esperienza.

Ma l’esperienza di Paola si è vista soprattutto nel lancio del gruppo di auto-aiuto. Il lavoro ormai decennale che Paola realizza a Genova con genitori di tossicodipendenti, con malati di cancro e altre persone che vivono situazioni difficili si è concretizzato anche nel tessuto della Missione. Riunendo una decina di uomini e donne, Paola li ha accompagnati in modo che possano a loro volta aiutare altri con questo tipo di cammino. L’esiguità del tempo a disposizione ha lasciato il discorso aperto, e chiediamo al Signore che Paola possa tornare e portare avanti questo lavoro.

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Nella scuola e nella parrocchia Santa Margarita abbiamo invece vissuto una situazione di prova. Una maestra che lavorava come direttrice docente della scuola serale già da tempo aveva difficoltà a vivere una collaborazione serena con il sottoscritto e con il resto dei collaboratori. La cosa si manifestava periodicamente in atti di disobbedienza su cose importanti, in conflitti con membri della Associazione di Genitori, in parole violente verso gli studenti e altre persone.

La situazione, analizzata in ripetute occasioni con il Consiglio Pastorale della Parrocchia, era arrivata a un punto tale che si è dovuto decidere l’allontanamento della direttrice. Pur avendo cercato i momenti e le forme migliori per comunicarle la decisione, il risultato è stato che ella si è risentita fortemente. In presenza del sottoscritto, e anche in presenza dei maestri che lavoravano con lei si è espressa varie volte con foga e anche con rabbia, lamentandosi di essere stata calpestata e trattata a pesci in faccia. La cosa è uscita pure in una riunione di direttori della zona didattica. La situazione è evoluta in maniera peggiore del dovuto per il marito, che era del gruppo dei maestri della scuola serale, e che naturalmente le ha dato man forte. Inoltre tutti i maestri della scuola serale si sono schierati con lei, e tre di essi, tutti evangelici, se ne sono voluti andare dalla scuola. La prova è continuata quando si è scelto il sostituto, perché al non scegliere uno dei maestri suoi collaboratori, gli stessi si sono ulteriormente risentiti. La nuova direttrice, che fa la maestra nel turno del pomeriggio, si è trovata a dover gestire una situazione incandescente, che solo adesso, dopo quattro mesi, sta cominciando ad assumere i toni della normalità.

Questa situazione si è potuta gestire grazie alla compattezza della Parrocchia e dell’Associazione dei Genitori della Scuola, che condividevano e vedevano chiaramente la necessità del cambio. E per me è stato importante anche sapere della preghiera di tanti fratelli e sorelle, al di là dell’Oceano, nella Chiesa che mi ha inviato.

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Continuando a parlare della scuola, nel Liceo questo è stato l’anno dell’informatica. Già si impartiva la materia, prevista dai programmi ministeriali, ma solo in maniera teorica, per la mancanza di un laboratorio. Grazie al Signore, abbiamo avuto questo e altro. Come?

  • Un locale che prima usavo come mio ufficio si è ampliato ed ha potuto alloggiare 13 computer. Sfruttando una tecnologia server-cliente su piattaforma Linux si è potuto realizzare un laboratorio economico ma tecnologicamente all’avanguardia. L’uso di Linux invece di Windows ci ha evitato i costi esorbitanti delle licenze software. E per le macchine clienti non ci sarà bisogno di aggiornarne l’hardware periodicamente, perché si collegano al server, e i programmi girano su quello.
    La presenza di questo laboratorio, anche se limitato (le classi sono di 30 alunni), ha permesso di dare il complemento pratico necessario. Anzi, durante l’estate si è cominciato a tutta birra con un corso accelerato, che hanno frequentato una trentina di ragazzi.
  • La seconda realizzazione è stato il corso di amministratore di sistema. Il Signore mi ha fatto incontrare un ex professore universitario che ha messo su una fondazione per la promozione del software libero. Costui ci ha offerto la possibilità di un corso base di informatica avanzata per trenta studenti della scuola. La cosa bella è che gli studenti hanno accolto con entusiasmo la cosa, soprattutto perché dal dialogo con il professore è emerso che saranno concrete le possibilità di lavoro. I genitori, dal canto loro, sono più che contenti, considerando anche che il corso costerà alle famiglie 150 pesos settimanali (quattro euro) compresi gli spostamenti, quando altri corsi che si trovano in giro costano qualcosa come 500 pesos mensili solo per il corso.

Tutto questo mi riempie di gioia, perché significa opportunità per i nostri ragazzi di inserirsi meglio nel mondo del lavoro e nell’università. Al tempo stesso, ci spinge a mettere ancora più impegno nel dare spessore umano e cristiano al cammino formativo del Centro Educativo.

A questo riguardo, tutti gli anni, in Quaresima facciamo dei momenti di ritiro spirituale per gli studenti: a gruppi di 60, andiamo in una casa molto adatta, e lì cerchiamo di far scoprire ai ragazzi la bellezza del cammino di fede nella chiesa. Non è facile, perché solo una piccola parte dei nostri studenti vengono a Messa. Al tempo stesso è meno difficile di quello che sarebbe qui, perché nella cultura dominicana la religiosità è vista con interesse e non con sospetto come in Italia. E in questi ritiri si risolvono anche tanti conflitti tra studenti della stessa classe, alcuni ragazzi cominciano ad avvicinarsi ai gruppi giovanili della parrocchia, e a giudizio unanime dei professori l’impegno nelle lezioni diventa maggiore.

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Per finire con la scuola, in quest’estate che è passata abbiamo potuto realizzare la terminazione di un pezzo di edificio che era rimasto inconcluso: mancava una parte di intonaco, e il tetto era rimasto indeterminato, nel senso che bisognava decidere se si lasciava come era o si aggiungeva un altro piano. Alla fine abbiamo optato per la seconda soluzione, ma realizzando una struttura leggera in travi di acciaio perché il cemento armato non offriva le adeguate garanzie per la sicurezza dell’edificio.

Ne è venuto fuori una terminazione inconsueta, forse, ma funzionale. Il costo: attorno ai 100.000 dollari. Qui sono venute bene le varie offerte, che, silenziosamente ma in maniera costante, molti di voi hanno inviato. Quando l’ingegnere mi aveva dato il preventivo, con tutti i dettagli dei costi, all’inizio mi ero spaventato, ma alla fine mi sono detto: valeva la pena. Adesso, a lavoro concluso, con spazi in più a disposizione, e con un’aula in più che ci ha permesso di iscrivere più bambini, il mio cuore ringrazia solo il Signore. E, naturalmente, anche ognuno di voi, che siete stati suo strumento per quest’opera meravigliosa.

Adesso, se il Signore ci aiuta, per l’estate prossima si pensa di aggiungere un piano all’altro edificio. Lì alloggeremo il Laboratorio di Informatica della scuola primaria, in maniera che già dalla quinta possano cominciare a prendere dimestichezza con i computer. Oltre a ciò, alloggerà un’aula per l’educazione artistica ed una sala per la biblioteca. Il preventivo dovrebbe essere sui 90.000 dollari, una parte dei quali speriamo di riceverli dalla Regione Liguria. E sono sicuro che la Provvidenza non ci farà mancare il resto.

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La Parrocchia di Santiago el Menor ha vissuto un momento speciale quando sono stati inaugurati i lavori di rimodellazione della chiesa. Don Franco si è fatto in quattro perché tutto rimanesse perfetto, e bisogna dire che c’è riuscito. Il cardinale di Santo Domingo, venuto per l’inaugurazione, ha detto di trovarsi nella “Basilica del Guaricano”. I lavori hanno compreso la costruzione del nuovo presbiterio, l’allargamento della navata, l’intonacatura di una parete mezza nascosta, e la plafoniera che ha finalmente nascosto il tetto in lamiera. Oltre a questo, la parte esterna è stata rimodellata completamente, e resa bella dallo studio architettonico realizzato da una sorella architetta.

La gente è orgogliosa, e finalmente sente di avere una vera chiesa. Un locale più accogliente è segno di una chiesa-comunità più aperta. La domenica seguente all’inaugurazione, don Franco pensava di vedere spazi vuoti in chiesa. Invece, il nuovo spazio in più ha subito trovato chi lo riempisse. Ed è vero che a volte la gente non viene a Messa perché non sa dove sedersi! A don Franco vanno i complimenti di tutti noi!

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La parrocchia di Santa Margarita sta vivendo un momento molto bello, con due uomini sposati che si stanno preparando per essere ordinati diaconi. Marcial e Juan Luis hanno cominciato l’ultimo anno degli studi teologici (sono tre in tutto). Hanno ricevuto il ministero del lettorato, e in questi giorni, purtroppo me lo perdo, il ministero dell’accolitato. Tutta la parrocchia si sente con una gioia grande, perché vede l’opera di Dio nella crescita di questi fratelli.

Per loro la preparazione al diaconato significa un impegno forte per vivere la chiesa e il servizio pieno e disinteressato in essa. Per Marcial l’ordinazione sarà, a Dio piacendo, nel giugno prossimo, mentre Juan Luis farà prima un anno di più intensa pratica pastorale. Questi frutti sono la cosa più bella, più ancora che tante opere di ingegneria, perché è lo stesso Spirito Santo che suscita nei cuori la generosità e la voglia di servire.

Alla celebrazione del lettorato c’era anche suor Cristina. Cristina è un altro frutto dell’evangelizzazione che con l’aiuto del Signore si realizza nella Missione. Tre anni fa aveva iniziato la formazione religiosa nella casa madre delle nostre suore Brignoline, e il 18 Aprile, in Guaricano, ha emesso i primi voti, nelle mani della madre generale suor Daniela, e con la presenza del vescovo ausiliare di Santo Domingo, mons. Amancio Escapa. Anche questo evento è stato un dono specialissimo per la nostra comunità missionaria. L’arrivo di suor Cristina in comunità ha reso più leggera la partenza di suor Roberta, chiamata dalla congregazione ad altro servizio.

E le cose belle non sono finite, perché quest’anno abbiamo avuto l’ingresso di un nuovo giovane della parrocchia al Seminario Minore. Miguel Angel si è aggiunto a Heriberto e Willy, che già erano entrati l’anno scorso. Il Signore mi fa il regalo grande di vedere sbocciare queste vocazioni. Sono solo all’inizio, e dovranno passare molte prove, però sono comunque segno del Signore Gesù che è vivo e continua ad affascinare giovani perché si mettano al suo servizio!

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Ma l’avvenimento principale di quest’anno è stata senz’altro la visita del Cardinal Bertone. Ai primi di settembre è venuto a visitare la Missione, e si è fermato con noi dieci giorni. Sono stati giorni di grazia, anzitutto perché la nostra piccola vita comunitaria è stata arricchita dalla presenza affabile e umana del nostro pastore e di don Stefano, il suo segretario. Ma anche perché le comunità parrocchiali hanno potuto incontrare colui che ha inviato noi preti. Gli incontri nelle parrocchie sono stati momenti di sentire ecclesiale grande. La gente del Guaricano si è sentita amata dalla chiesa genovese!

Il cardinal Bertone ha potuto incontrare anche il presbiterio di Santo Domingo. Non ho potuto essere presente quel giorno a causa di un malessere: ma pochi giorni dopo vari preti dominicani, vedendomi, hanno voluto… farmi i complimenti, per la ricchezza umana e pastorale che hanno visto nel nostro vescovo. Con lui siamo anche stati a pranzo dal cardinale di Santo Domingo e dal Nunzio. Al tempo stesso il cardinal Bertone non si è tirato indietro quando si è trattato di visitare i villaggi e di andare nei settori dove le strade sono ancora di fango. Per tutti ha avuto una parola di affetto e di incoraggiamento.

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La visita del nostro arcivescovo è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione. Dal dialogo è emersa la realtà dell’opera della Missione, che ormai ha “dissodato” bene il terreno. Se quando la Missione è arrivata al Guaricano le cose erano agli inizi, adesso ci sono tre parrocchie, un Centro Educativo e un Dispensario Medico che funzionano a pieno ritmo.

Il cardinale ha visto che è ormai il tempo di lasciare camminare il bambino senza sorreggerlo per le braccia. Così le due parrocchie di Santiago el Menor e di Nuestra Señora del Amparo sono state consegnate all’Arcivescovo di Santo Domingo per essere portate avanti dal clero secolare. È stato un momento non facile, per don Franco che ha passato le consegne, e anche per le due parrocchie, che non possono dimenticare i dodici anni camminati con al fianco la chiesa genovese. Ciononostante, la serenità del trapasso ha reso meno pesante il cambio, e il nuovo parroco, il padre dominicano Federico Marcial, che tra le altre cose parla perfettamente l’italiano perché ha studiato per tre anni a Roma, ha iniziato con gioia il suo ministero.

Don Franco, da parte sua, ha effettuato un forte lavoro di programmazione e preparazione delle attività dei prossimi mesi, in maniera che la transizione fosse la più delicata possibile. E il padre Federico, riconoscente, ha potuto rendersi conto di questo ultimo gesto di generosità ricevuto da Genova. A fine novembre don Franco è partito per Genova. I suoi tre anni sono stati fruttuosi: un giovane è entrato in seminario, è stata fatta nascere l’esperienza dei Ritiri di Evangelizzazione già ben collaudata in Santa Margarita, ed è stato notevole l’impulso dato a tutte le attività parrocchiali, soprattutto a quelle giovanili.

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La visita del card. Bertone ha permesso di delineare anche i progetti futuri: come far fruttare al meglio le offerte che da tante persone generose arrivano alla missione, in maniera libera o come adozioni a distanza?

Oltre al lavoro che già si sta portando avanti, con il Consultorio Medico e il Centro di Nutrizione per Bambini Poveri e Denutriti, il card. ci ha indicato un’altra direttrice importante: cominciare a costruire la nuova chiesa di Santa Margarita. Questa parrocchia ha già una tettoia, peraltro abbastanza funzionale. Però c’è un terreno nuovo, donato già due anni fa da una banca dominicana, con la finalità di costruire una chiesa nella parte più bassa della parrocchia. Per la gente la notizia di questo nuovo e forte impegno della chiesa genovese è stata accolta con l’entusiasmo più grande, perché la presenza di una chiesa, con i suoi locali parrocchiali, significa possibilità nuova per la pastorale e per la carità.

I lavori della chiesa nuova saranno affiancati dall’ampliamento della zona dove si trova l’attuale centro parrocchiale: un terreno al lato della tettoia che vi dicevo è estremamente necessario perché la vita parrocchiale continui ad avere un respiro, e stiamo cercando di comprarlo. Per questo vi chiedo soprattutto una preghiera, in modo che le trattative ci conducano a condizioni che ci permettano di realizzare l’acquisto.

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La visita del card. Bertone ha visto anche l’inaugurazione consultorio nuovo. I lavori di costruzione della nuova struttura sono durati quasi un anno. Abbiamo abbandonato i vecchi locali attigui alla parrocchia di Santa Margarita, e sono stati costruiti i nuovi nel giardino della casa. Chi è stato ed ha visto si è reso conto che la nuova struttura è funzionale, ampia ed aperta a progetti futuri.

Ebbene, il 9 Settembre ha visto, oltre al nostro arcivescovo, anche la presenza del card. López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo, e dell’Ambasciatore Italiano, dott. Giorgio Sfara. Molta gente è intervenuta al solenne atto di inaugurazione, per la gioia di noi preti e delle nostre suore, che lavorano in prima persona nel dispensario.

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Ma il 2004 era anche l’Anno dell’Acqua. Già dalla metà del 2003 in diocesi si era pensato di celebrarlo con la realizzazione di varie opere legate all’acqua nei vari continenti. Per l’America, sarebbe stato portare l’acqua a un piccolo villaggio di 250 famiglie, Duquesa, situato sul limite della parrocchia Santa Margarita.

Don Lorenzo si è messo con molto amore dietro alla realizzazione di questo progetto. Una prima idea di realizzare un pozzo profondo con una pompa per tirare su l’acqua è stato abbandonato per la concomitanza del deposito della spazzatura della capitale. Così si è valorizzato un acquedotto che fino a qualche anno fa portava l’acqua alla piccola comunità, ma che da parecchio tempo non è più in funzione per la rottura dei tubi.

Così, sotto la guida di don Lorenzo, si è realizzata una cisterna di più di 20 metri cubici, nella quale si accumula l’acqua che, intermittentemente, arriva dai vecchi tubi. Da lì, una potente pompa elettrica manda l’acqua verso Duquesa, che è situata su un piccolo altopiano, e che risulta circa 20 metri più in alto del punto dove arrivavano i tubi. Arrivando dentro al villaggio, alcuni rubinetti posti in punti strategici consentono alla gente di rifornirsi dell’acqua necessaria per bere, lavare e lavarsi. La gente della comunità ha aiutato negli scavi, nella messa in posa dei tubi, nella costruzione della cisterna. Cosicché all’impegno della chiesa genovese è corrisposto un impegno anche della comunità locale. Varie persone hanno lavorato vari giorni gratuitamente. Sono gli aspetti belli, che la vostra carità, e le offerte che moltissimi hanno mandato per questo scopo, rende possibili!

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Manca solo una cosa di cui parlare: la nuova ambulanza! Qualche anno fa, una generosa benefattrice ha mandato una somma ingente, perché la Missione si dotasse di un’ambulanza. La cosa è stata realizzata adagio adagio. Non è stato facile individuare il veicolo adatto, comprarlo, adattarlo. Don Lorenzo ha sudato sangue perché tutto fosse fatto bene. Purtroppo non ho foto, ma posso dirvi solo una cosa. L’ambulanza, non ancora inaugurata, ha fatto già due servizi, e Lorenzo ne è stato l’autista.

I prossimi passi da fare sono quelli per formare la comunità dei volontari: autisti, semi-infermieri, telefonisti, ecc. Grazie a Dio si è fatta avanti una associazione che raggruppa vari giovani del Guaricano, con desiderio di dare una mano. Le cose sono in via di definizione, e con l’aiuto di Dio e la vostra preghiera presto l’ambulanza sarà un servizio disponibile per tutti!

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Vi ho parlato poco delle suore. Attualmente sono in quattro.

Suor Modesta è adessa la più vecchia di permanenza nella missione: è arrivata sei anni fa insieme a me e a don Lorenzo. Svolge il suo lavoro nella scuola, insegnando religione nel turno del mattino. Lavora parecchio anche in casa, soprattutto facendo la grande spesa settimanale per la comunità. Inoltre porta avanti il Circolo Vocazionale della Parrocchia, e accompagna vari gruppi di giovani. Suor Modesta è così un punto di riferimento bello della vita di Santa Margarita.

Suor Blessila, in missione da tre anni, è arrivata insieme a Franco. Infermiera professionale, svolge la sua attività nel Dispensario Medico, dove passa le mattinate nella Farmacia e a contatto con il personale medico e paramedico. Silenziosa, lavoratrice, con i suoi scherzi rallegra la vita di casa.

Suor Cristina: di lei già vi ho detto che in aprile è arrivata e ha fatto la sua prima professione religiosa. I tre anni di formazione in Italia l’hanno irrobustita nella preparazione teologica, e la giovane età le rende facile dare la sua testimonianza di amore al Signore e di consacrazione a lui. Attualmente si dedica soprattutto allo studio della pedagogia nell’Università Cattolica di Santo Domingo, dove si prepara per il futuro lavoro nella nostra scuola.

Ultima arrivata, suor Serafina è una donna matura. Indiana, del Kerala (India) come Modesta e Blessila, porta la sua esperienza e la sua preparazione come infermiera. Svolge la funzione di superiora della comunità, e lavora nel Consultorio insieme a suor Blessila. Finora ha un po’ di difficoltà con la lingua (da pochi mesi è arrivata direttamente dall’India), ma la buona volontà è tanta e non tarderà a capire e farsi capire dai dominicani.

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Volevo fare un piccolo resoconto, mi è venuto più lungo del previsto. Ve ne chiedo scusa. Ma sento che in questa maniera mi comincio a “sdebitare” con tanti fratelli e sorelle che hanno sentito come propria, perché di tutta la comunità diocesana genovese, la Missione del Guaricano.

Come avete potuto leggere, l’amore di Dio mette le ali alla carità. Dove dei cuori amano insieme a Cristo, sbocciano i fiori e nascono i miracoli. Quando l’evangelizzazione accompagna la promozione umana, i cuori si aprono a Cristo e le famiglie e le persone guariscono da cancrene pericolose. Gesù è l’unica salvezza, e con il vostro aiuto ci sforziamo di portarlo a tutti. Sappiamo che anche voi, nella nostra amata Genova, vi sentite impegnati per realizzare questo compito meraviglioso. Con l’aiuto di Dio, tutti cerchiamo di portare avanti quest’opera, certi delle parole di Gesù: “Andate e annunciate il Vangelo a ogni creatura. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 28,16).

Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

Don Franco ha terminato il suo servizio qui nella missione. Domenica parte, rimaniamo solo io, Lorenzo e le suore.

Franco ha lavorato qui per tre anni, con tanta passione e tanti buoni frutti!

Le due parrocchie che aveva Franco sono state consegnate alla diocesi di Santo Domingo, e l’Arcivescovo ha già designato il nuovo parroco, nella persona del padre Federico Marcial.

Dovrebbe arrivare in tempi brevi anche un diacono, per aiutarlo con una delle due parrocchie.

Se la nostra presenza di preti sta diminuendo, le suore stanno “aumentando”: adesso sono cinque. Abbiamo con noi, oltre a suor Modesta, suor Blessila e suor Cristina, anche suor Roberta e suor Serafina.

Suor Serafina viene dall’India. Dovrebbe fermarsi un bel po’ di tempo a lavorare qui, ma non sa ancora bene lo spagnolo (e neppure l’italiano). La funzione di suor Roberta è quella di accompagnarla, qualche mese, fino a quando suor Serafina possa prendere le redini della comunità.

Anche se ci rattrista un po’ la partenza di Franco, siamo contentissimi per queste nuove presenze. Sono un dono bello del Signore!