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Siamo giunti a Genova, ma non “finalmente “!

Quanto lasciato al Guaricano ritorna con mille risonanze nel mio cuore!

I legami intessuti, reali e ideali, hanno fatto sì che l’Oceano si è rimpicciolito (ancor di più dopo Colombo) e la fredda notte trascorsa sull’aereo del ritorno da S. Domingo non ha cancellato il tepore di una giornata di sole di fine estate in una Madrid pulita e familiare nei suoi colori, distesa nelle sue irregolari ampiezze e varia nelle sue architetture: è stato facile collegarla a S. Domingo, impossibile non ricordarla nelle diverse vicende storiche di un pur importante passato, in cui l’aspetto religioso ha avuto la sua importanza.

A Madrid don Paolo, Lena ed io ci siamo addentrati nei musei di Palazzo reale, mentre Mina e Pino si sono soffermati nei dintorni; ci siamo ritrovati tutti, dopo qualche ora, nella vicina Nostra Signora di Almudena a pregare la Madre di Dio per la Nazione spagnola, affinchè superi le odierne contraddizioni, e per noi, grati del dono ricevuto al Guaricano. Non sono mancati poi, lungo le “calles” e nelle utime ore d’ attesa del volo per Genova all’aeroporto di Barajas, commenti vivaci, battute, momenti di apertura personale e un’attenzione più diretta fra di noi.

Don Paolo, l’infaticabile ! Si rivela guida vigile, sobria e affettuosa, compagno ideale di “cammino”, attento a soddisfare ogni giusta esigenza, a valorizzare “talenti” nascosti, a riequilibrare situazioni relazionali  e ad affrontare imprevisti sempre in agguato. Vero missionario con cui il Vangelo diventa vita, opere concrete e accoglienza profonda dell’altro.

Rivedo a flash le immagini che la mia memoria contiua a mandare in onda…

All’arrivo, durante la Messa serale nel cortile della missione, “padre Pablo” ha subito riattivato, con parole franche e dirette, i contatti con tutte quelle persone accorse a festeggiarlo così numerose e vivaci nelle esternazioni: ha sottolineato la continuità del loro operato, le ha ringraziate e confortate; ha parlato della Chiesa genovese, riportando saluti e proposte per il futuro; ha nominato i religiosi e le religiose che erano stati e sono ad oggi al Guaricano. Al ricordo di don Lorenzo Lombardo, sepolto proprio lì, in quel cortile, circondato da piante tropicali, il Padre ha calamitato i presenti in un raccoglimento intenso e commosso: quella comunità orante era la testimonianza di un amore così grande che non doveva spegnersi mai.

Alla Duquesa… Superati gruppi di ragazzi che trafficavano nella spazzatura, siamo stati accolti nella chiesetta da bimbi stupiti e da vispe bambine con le treccioline luccicanti di fiocchetti. I più grandi attorno all’altare, animavano i canti con i suoni metallici dei tamburelli e di uno strumento a grattugia. All’omelia “Padre Pablo” prende un bambino per mano; uno dei due “si fa cieco” e l’altro sbanda e va a finire sopra i fedeli, coinvolti nel dialogo, che sorridono e rispondono in perfetta sintonia alle domande del celebrante-mimo. La speranza cristiana è in primo piano: nulla è possibile fare senza la preparazione e l’impegno personali, né per se stessi né per gli altri, e il Signore non abbandona dove c’è esigenza di progresso umano. Abbiamo pregato per questa speranza e per rafforzare la nostra fede… al lume di candela, perchè l’energia elettrica spesso mancava!

La visita agli ammalati: la sofferenza nella sofferenza. Pomeriggi infuocati; vie, viuzze che s’intersecano, in modo irregolare, pozzanghere, rifiuti e odori forti; casette continue, uniformi, spesso sbrecciate o incomplete, a muro nudo o sbiadite dai frequenti acquazzoni, di pochi vani, stretti, con spazi esterni che diventano vivibili. All’interno l’arredo è essenziale, necessario, con un angolo pronto ad accogliere l’ospite. Appartato nel suo lettuccio con su un lenzuolo, l’ammalato si assesta con pudore, sorride ai nostri saluti, ma chiede qualcosa alla parente accanto… “padre Pablo” comprende, si avvicina e “parla” con lui; quindi ci chiama per esprimere preghiere singole o comuni, che spesso si mutano in canti d’intercessione in spagnolo e in italiano. Poi benedice tutti. Momenti di commozione, in cui i gesti creano empatia più delle parole: uno sguardo sorridente o solo sereno, una carezza, un ascolto attento, una risposta talora scherzosa e un abbraccio. Ci vengono in mente alcune descrizioni del Vangelo…

Eccoci a visitare le scuole (primaria, secondaria, diurna e serale ), le altre parrocchie e il Centro sanitario e nutrizionale. Occasioni preziose per incontrare insegnanti, allievi e tutti gli altri operatori delle varie strutture. Si discute,  in un  confronto aperto e appassionato,  di organizzazione, di progetti, di difficoltà, di risultati e di come migliorare i servizi. L’accoglienza è sempre calorosa e grata.

Per ultimo un appuntamento, presso il Seminario maggiore dominicano, con il Rettore e con alcuni seminaristi del Guaricano, futuri sacerdoti in queste difficili realtà umane da curare, sviluppare e consolidare.

Noi accompagnatori di don Paolo, accomunati dall’età non più giovane, forti di esperienze personali, ma così diversi l’uno dall’altro per percorsi di vita e per ruoli ricoperti, abbiamo cercato di raccontare e trasmettere quella che riteniamo essere la parte migliore di noi stessi, quella raggiunta con mille difficoltà, impegno e sacrificio. È dunque importante lottare, essere protagonisti della propria storia, conseguire i traguardi sperati e possibili, recuperando sempre dignità, rispetto e affetti. La fede aiuta in questo bisogno di progresso umano.

Caro don Paolo: grazie! Grazie per averci dato l’opportunità di offrire “briciole di amore” per il Pane che rende tutti fratelli.

11:51 am

Ritorno faticoso

Stiamo ritornando a Genova, la permanenza al Guaricano è terminata. Stiamo scontando il basso prezzo del biglietto aereo con 12 ore di attesa della coincidenza Madrid-Genova, e non vediamo l’ora di tornare a casa. Grazie, comunque, Signore, per i bei incontri di questi giorni!


Stasera con gli amici genovesi abbiamo vissuto l’Eucaristia a Duquesa. L’accoglienza è stata superiore a quella degli altri posti.

Per cominciare, Selenia ha letto una poesia in rima composta apposta per il nostro arrivo.

La celebrazione è stata animata da un coro giovane e che sembrava abbastanza preparato.

Nell’omelia abbiamo meditato insieme sul fatto che un cieco non può guidare un altro cieco, e ho fatto leva sul fatto che a tutti noi fa piacere aiutare gli altri, ma per aiutarli veramente dobbiamo essere preparati.

Alla fine la proposta di una foto insieme è stata accolta con una festa unica. Purtroppo la macchina ha fatto un po’ le bizze, per cui ho dovuto ripetere varie volte la foto del gruppo, e tra tutte vi propongo la migliore.

Grazie, Signore, per la gente di Duquesa!

gruppo agosto 2009Hola toditos! Ciao a tutti!

Sono qui al Guaricano da qualche giorno con alcuni fratelli e sorelle di Genova: Pino, Lena, Lina, Sandra e Mina, la mamma di una persona specialissima che conoscete, Lara.

Ci fermiamo ancora qualche giorno, poi, lunedì, ripartiremo per Genova. Sandra però si fermerà qui fino all’inizio di ottobre, per stare un po’ con le suore e dar loro una mano, soprattutto in cucina. Sandra è alla sua terza permanenza qui nel Guaricano, e tutte le volte porta tanta gioia!

I sei giorni che abbiamo già passato qui sono trascorsi molto alla svelta: Messe, confessioni, visite a malati, incontri con comunità apostoliche… ogni volta che incontriamo un gruppo di persone è una festa: la gioia di rivedere il loro vecchio parroco e la gioia di ricevere visite.

Per quello che mi rendo conto il cammino della comunità è andato avanti. Le comunità apostoliche sono state accorpate per portare avanti un cammino di Lectio Divina simile a quello che fanno le comunità neocatecumenali, e le responsabilità all’interno della comunità sono condivise da più persone, in maniera che tutti sono più stimolati a prepararsi e a dare il meglio di sé.

Una volta al mese tutte le comunità apostoliche e d’altro tipo si incontrano, vivono un piccolo ritiro e organizzano il seguito del cammino con la turnazione dei responsabili.

Viene portata avanti anche la Missione Continentale, che è un’iniziativa di tutte le chiese latinoamericane: è stata realizzata in alcuni dei settori, e alle persone che si sono lasciate toccare dall’amore di Dio è stato offerto un cammino di crescita e l’ingresso a comunità che ora vengono chiamate “nuove” e “nuovissime” secondo il loro grado di avanzamento. Ovviamente il portare avanti le comunità suppone un gran lavoro di animazione e di formazione dei responsabili, cosa che portano avanti i diaconi e le persone più in gamba.

I tre preti dominicani che portano avanti il lavoro qui sono molto in gamba, e ho fiducia che aiuteranno vivamente la comunità.

8:29 am

Impressioni

Sono già trascorsi alcuni giorni in Guaricano. Questa esperienza ci ha arricchito per valorizzare quanto per noi è scontato. L’importanza dell’acqua che da noi è potabile e scorre sempre e che spesso sprechiamo! Qui non è potabile e spesso non arriva e ci si devono lavare i denti con quella minerale!

La corrente elettrica che noi abbiamo sempre e che, per noi, quando manca momentaneamente è un’ansia!… Qui è un’abitudine e una cosa naturale averla a ore.

Camminare a piedi nudi su strade dissestate e con spazzatura per noi è pericolo di infezioni e tetano!… Qui è un vivere giornaliero sia per gli adulti che per i bimbi.

Noi, spesso, non accogliamo nelle nostre abitazioni le persone per il disordine! Qui non guardano all’estetica ma all’ospitalità, all’incontro.
Qui c’è solidarietà specialmente tra poveri! Quando c’è un malato sono tutti uniti per aiutarsi vicendevolmente! I valori umani si trovano proprio qua.

A Duquesa , dopo aver percorso una strada sterrata con ai lati ragazzi (grandi e piccoli) intenti a dividere i cartoni dalla plastica nella spazzatura per poi vendere per avere qualche pesos, Don Paolo ha celebrato la Messa al buio e a lume di candela. È stata per noi molto suggestiva.
Al momento dello scatto della foto c’è stato un boato unico e generale da pelle d’oca (nonostante il caldo umido terribile, per noi), INDIMENTICABILE!!!

Speriamo resti sempre in noi il dovere di testimoniare e ringraziare il Cielo per quanto abbiamo ricevuto e la fortuna di essere nati a Genova.

8:26 am

Arrivati!

Giovedì 3 settembre alle 17,30 siamo arrivati a S. Domingo. Già all’uscita dall’areoporto, nonostante il caldo torrido e la pioggia, c’è stata un’accoglienza festosa e affettuosa al ritorno di Don Paolo, e a tutti noi (sconosciuti), travolgente da parte di chi ha potuto venire a prenderci! L’allegria ed il calore umano ci ha subito invaso personalmente.

Per raggiungere la Missione abbiamo percorso una strada molto trafficata e con poco rispetto delle regole di precedenza agli incroci. Abbiamo visto come ai lati dei marciapiedi, dissestati, vendono cocco, mango, papaia, banane… e i ragazzi stanno a scherzare e trascorrere le giornate…

Dopo la Messa serale celebrata da Don Paolo presso la Missione, portata avanti dalle suore Brignoline e davanti alla tomba di Don Lorenzo, ci siamo presentati agli abitanti del Guaricano. È iniziato così un susseguirsi di ulteriori abbracci affettuosi molto toccanti ed indimenticabili. Le Messe sono tutte partecipate con canti accompagnati da gesti e battito di mani, per noi inusuali. Ci si sente subito coinvolti, anche chi, come me, è piuttosto timido… (nonostante l’età).

Sono arrivato a Genova, si è conclusa la piccola avventura della missione dovuta al decesso del caro don Lorenzo.

Sono arrivato sconvolto: l’influenza degli ultimi giorni, il viaggio sull’aereo strapieno (e quindi quasi senza dormire) e il cambio di fuso orario mi hanno buttato a terra. Poco a poco mi tirerò su, con l’aiuto di Dio. In parrocchia al Lagaccio è un periodo tranquillo, e ne approfitterò per riposare.

I giorni trascorsi al Guaricano sono stati per me una grazia di Dio. A livello umano, il rivedere tante persone care, abbracciarle, sentire il calore del loro affetto ed esprimere loro il mio. A livello spirituale, il clima di preghiera e di conversione che la partenza di don Lorenzo ha suscitato, e la vicinanza di tanti fratelli preti e laici dominicani.

Ancora una volta, il grido accorato di tanti: “Non ti dimenticare di noi!”. Rimane per me l’impegno di coltivare tante relazioni di amicizia e di fede nate in tutti questi anni. Ad agosto prossimo, se il Signore vorrà, la mia prossima visita.

Ieri, dopo essere stato con noi 15 giorni, don Paolo è ripartito. Lo abbiamo accompagnato all’areoporto e ci siamo sentite sole e senza l’appoggio dei sacerdoti con i quali abbiamo sempre condiviso il lavoro e tanti momenti della nostra vita. In questo tempo è stato molto importante l’appoggio della gente del Guaricano.

4:48 pm

Gita ad Haiti

Ieri siamo andati con le suore a fare una gita ad Haiti. Ho preso contatto con Madda (Maddalena Boschetti), una signorina consacrata originaria di Pegli, che conoscevo dai tempi in cui ero curato là, e che lavora in una missione dei camilliani a Port-au-Prince, la capitale. Madda è stata ben contenta di riceverci, e avrebbe anche voluto che ci fermassimo, ma abbiamo dovuto fare un tocca e fuggi partendo da Santo Domingo al mattino e rientrando la sera tardi.

Le mie condizioni di salute non erano buone, perché ho ancora l’influenza, ma non erano abbastanza cattive da non farci partire. Anche perché per le suore non sarà facile avere un’altra occasione per visitare Haiti e avere qualcuno che gliela faccia vedere.

Partiti quindi alla mattina presto, verso le 11 entravamo a Haiti attraverso Jimaní. Dall’altra parte della frontiera, un po’ più in giù, ci siamo incrociati con la jeep di Madda che ci veniva incontro. Con lei, sul veicolo, sette bellissimi bambini del centro dove lavora. Al mio “comment sa va?” hanno risposto un elegantissimo “sa va bien” in perfetto francese che studiano a scuola (tra di loro parlano il creol, un incrocio tra francese, spagnolo e dialetti africani).

Con la scorta di Madda siamo quindi arrivati alla capitale Port-au-Prince. In realtà non ci siamo neanche resi conto di arrivare alla capitale, perché lungo il cammino niente ci ha fatto pensare che entravamo in una città: soltanto le case sono diventate più fitte, ma poi nessun cartello, nessun cambiamento nella strada. E difatti poi Madda ci ha spiegato sia la strada che viene dalla Repubblica Dominicana, sia la strada più importante del paese, quella che porta dalla capitale al nord del paese, sono entrambe della larghezza di una strada di città.

Il barrio dove i camilliani e Madda lavorano è alla periferia nord di Port-au-Prince. Inutile dire che appena siamo usciti dalla strada che veniva dalla frontiera è sparito anche l’asfalto. In quella zona della città non ci sono strade asfaltate. E i buchi metto a dura prova non solo i pedoni (perché quando piove diventano fango) ma anche i guidatori, che rischiano di arrivare a sera senza reni.

I padri camilliani della missione sono tre, e hanno lì un grosso dispensario medico con tanto di maternità e il noviziato. La situazione di Madda è particolare, perché lei ha fatto una consacrazione come “affiliata” ai camilliani, e di fatto è lì appoggiata a quella comunità dove pensa che rimarrà tutta la vita. Il suo lavoro è quello di seguire un centro per bambini handicappati e abbandonati. A volte le famiglie “scaricano” loro i figli con handicap, altri sono loro ad accoglierli, mentre altri li seguono a domicilio. E poi ci sono vari minori che non hanno handicap ma che non hanno o non avevano una famiglia che desse loro calore. Madda tiene insieme tutto questo, coordinando il personale infermieristico e di appoggio, che è tutto locale.

Arrivati alla missione che era quasi l’ora di pranzo (ma c’era un’ora di fuso orario di cui né noi né Madda sapevamo), abbiamo potuto rinfrescarci. Dopo il pranzo, Madda ci ha portati in centro, facendoci vedere per la strada i residui della guerra civile del 2004 – case crivellate di proiettili – e portandoci ai limitare della bidonville dove né la polizia né l’ONU si arrischiano ad entrare.

A Port-au-Prince, capitale di HaitiPiù significativo turisticamente è il quartiere vicino al Palazzo Presidenziale. Di notevole importanza culturale il monumento allo schiavo che proclama la libertà: ancora legato a una catena, sta suonando la conchiglia per chiamare a raccolta i suoi fratelli negri. Allusione all’indipendenza dalla Francia ottenuta nel 1804, quando i ribelli negri, sconfitto l’esercito francese, requisì tutte le proprietà dei bianchi e passò a fil di spada tutti i colonizzatori.

Con Madda davanti al Palazzo Presidenziale di Port-au-PrinceLa grande piazza dove c’è questo significativo monumento ospita anche il palazzo presidenziale, e lì attorno c’è tutta la zona di rappresentanza diplomatica. Lo spazio di rappresentanza è molto limitato, appena ci si allontana si rivedono i mercatini e il brulicare di gente tipici delle zone povere.

Facendo un paragone con la Repubblica Dominicana, si nota un’arretratezza sociale, igienica e culturale più che evidente. Il che spiega perché gli haitiani fanno carte false per venire a Santo Domingo.

Madda ci ha poi parlato dei problemi politici, che non sono ancora risolti, e che forse non si risolveranno mai, se le dinamiche sono le stesse che in Repubblica Dominicana.

Il giro per la capitale, breve, ci ha permesso tuttavia di vedere tutte o quasi le mete turistiche. Già verso le 4.30 locali eravamo in viaggio sulla via del ritorno.

Con Madda e i padri camilliani siamo rimasti d’accordo di fare una visita più pacata, se il Signore ci aiuta in occasione di una delle mie prossime puntate alla Repubblica Dominicana.

Alle 11 di sera siamo arrivati a casa. Abbastanza stanchi!

Noi suore ci sentivamo addolorate ed abbattute per la morte di don Lorenzo e ci siamo sentite incoraggiate per l’arrivo di don Paolo la sera stessa della morte di don Lorenzo.

Siamo riconoscenti al card. Angelo Bagnasco per avere inviato subito don Paolo che è stato un grande aiuto ed incoraggiamento in un momento così doloroso. Con la sua esperienza ha potuto organizzare nel modo migliore la celebrazione del funerale e dei 9 giorni di preghiera che in Repubblica Dominicana si fanno per ogni defunto.

La situazione di salute di don Lorenzo richiede che parta per Santo Domingo. Il vescovo ha considerato bene che io vada là, anche per essere il punto di riferimento dei nostri superiori.

Nonostante sia altissima stagione, ho trovato un volo, passando per Miami. Parto domattina alle sette, e dovrei arrivare alle sei-sette di sera a Santo Domingo.
In realtà non ho ancora il biglietto Miami – Santo Domingo, ma il Signore mi aiuterà ad arrivare. Tutte le coincidenze sono abbastanza strette, negli aeroporti dovrò correre abbastanza. Ho fiducia nel Signore che arriverò, e la speranza è di arrivare che Lorenzo sia ancora vivo.

Una preghiera!

Serata molto significativa, quella di stasera al Quadrivium. Ha visto la presenza di tutti i missionari e le suore che hanno lavorato al Guaricano in questi sedici anni di missione. Assente soltanto don Lorenzo, ancora al Guaricano.

Don Lino Terrile ha ricordato gli inizi, veramente difficili, per la logistica da inventare e per l’assenza totale di servizi in Guaricano. Ma tutto questo, ha affermato, non gli ha impedito di amare veramente la gente di là.

don Franco e Francesco al QuadriviumDon Giulio Boggi ha messo in evidenza la capacità di accoglienza della comunità cristiana e la loro fede. Così come don Franco Buono, sottolineando come al di là di tutte le carenze, sempre ha trovato gente che viveva con piena fiducia nel Signore.

Il sottoscritto ha cercato di far vedere qualcosa delle grandi direttrici pastorali portate avanti: scuola, consultorio, battesimi, comunità, ministri, formazione dei laici, condendo il tutto con materiale fotografico illustrativo. Alla fine mi sono fermato su una foto di Taína, e lì l’ho chiamata a continuare.

Taína e don Lino al QuadriviumL’intervento di Taína ha realmente sorpreso tutti, ed è stato il clou della serata. Sfoggiando una bella sicurezza nell’italiano, notevole in relazione al poco tempo vissuto in Italia, ha espresso il ruolo svolto dalla missione nella sua vita di fede e nella sua scelta vocazionale, così come in quella di molti Guaricaneros. Ha ringraziato il Signore per la presenza e l’opera della Diocesi di Genova in mezzo a loro.

Anche Francesco Zannini ha messo in evidenza il significato della sua presenza come laico nel tessuto della missione, valorizzando l’importanza dell’ascolto di tanti fratelli domenicani da lui realizzato.

Suor Daniela ha ricordato a tutti che la presenza delle suore in Guaricano continuerà, e ha invitato Genova a non lasciarle sole. E suor Valeria ha trasmesso, con gioia, il senso della presenza delle suore là: preghiera, lavoro medico, visita delle comunità rurali.

Il futuro della presenza delle suore in Guaricano ha anche il nome dell’ultima parrocchia nata: Santa Virginia Centurione. Il cardinal Nicolás ha accettato il suggerimento di intitolare alla loro fondatrice la parrocchia della parte di campos, ormai iniziata formalmente come parrocchia. E là sarà dove le suore realizzeranno buona parte del loro lavoro pastorale. Con molto frutto, sicuramente.

La serata si è conclusa con un forte applauso ai molti “Amici del Guaricano”, le centocinquanta e passa persone che in questi anni si sono alternate nella visita alla missione. Molti di loro erano presenti in aula. I loro viaggi hanno reso concreto l’amore di Genova al Guaricano, e sono sempre stati apprezzati dalla gente delle parrocchie. Questa esperienza ha raggiunto il punto finale? forse no: tra una settimana Carmen Moro partirà per Santo Domingo. Anche se la missione è formalmente chiusa, il cuore di Genova continua a battere per il Guaricano. Nel segno di una collaborazione che durerà per molti anni ancora.

La serata è il frutto del cuore missionario di don Francesco Di Comite, affiancato da molti collaboratori, dal Movimento Giovanile Missionario, in primo luogo da Lara, ed è stato reso vivo dalla performance musicale del complesso “Musica dal mondo”.

Grazie, Signore, per questa Chiesa genovese, che ha ormai imparato ad amare l’esperienza missionaria!

Volantino incontro MGM 13 Febbraio 2008“Vi aspettiamo, vogliamo esprimervi il ringraziamento per tanto sostegno, preghiera e attenzioni che avete avuto per la missione di Santo Domingo in tutti questi anni. Se la missione ha potuto fare un po’o molto bene è stato grazie a tutti voi!”

Con questo messaggio il nostro don Paolo, di rientro in questi giorni dalla Repubblica Dominicana, ci saluta e ci aspetta numerosi

mercoledì 13 febbraio
ore 20.45
in sala QUADRIVIUM a Genova

per una serata importante dedicata interamente al Guaricano.

All’incontro, che si chiama CHIESA GENOVESE, CHIESA MISSIONARIA NEL MONDO”, saranno presenti i missionari genovesi che in questi sedici anni hanno contribuito alla crescita della vita nella missione portando la Chiesa genovese “verso altri mari”.

A prender parte alla serata anche le suore Brignoline, la cui instancabile opera nel barrio del Guaricano continua, e va sostenuta con forza anche adesso che i nostri missionari rientrano.

Inoltre, saranno presenti all’incontro i gruppi di ragazzi che in questi anni si sono alternati nelle visite alla missione e nell’animazione missionaria a Genova: primi fra tutti gli “Amici del Guaricano”, il Movimento Giovanile Missionario, i tanti giovani delle esperienze missionarie estive e i volontari che hanno prestato servizio a Santo Domingo.

Come ha scritto Don Paolo, la serata vuol essere un momento importante di ringraziamento a quanti sono stati vicini alla missione sempre, aiutandola con la preghiera e con il loro sostegno economico. L’incontro è aperto al pubblico e vogliamo esserci in tanti (contiamo su ciascuno di voi, spargete la voce!), per condividere nella gioia una lunga esperienza di missione, ascoltare quanto di buono è stato fatto, e poi raccontarlo.

Perché molto altro ancora si può fare: INSIEME.

Ho in mano il biglietto di ritorno in Italia. Partirò martedì 5 febbraio e arriverò il giorno dopo a Genova verso le sei di sera.

Più si avvicina la data di questa partenza e più mi sento “agitato”, sento che si chiude una fase importante della mia vita e se ne apre un’altra.

Sto pregando già per la comunità che riceverà il mio servizio, e spero che anche loro facciano lo stesso nei miei confronti.

Oggi ho presentato formalmente la rinuncia all’incarico di direttore della scuola al padre Pazos, vicario di educazione della Curia. Provvederà lui a gestionare con il Ministero dell’Educazione gli aspetti concreti della questione, e in particolare la “sostituzione” nell’incarico, per mettere il parroco che verrà.

Devo prendere la decisione di quando partire. So che il primo di marzo entro nel nuovo incarico a Genova, e non posso arrivare qualche giorno prima.

Se aspetto di essere pronto per partire non parto più! Deov fissare la data e basta, e poi cercare di fare tutto quello che posso prima di partire!

Nel pomeriggio un’aereo di Cubana mi ha riportato a Santo Domingo, dove la mia comunità, Lorenzo e le suore, mi ha accolto con molto calore e affetto.

Ho davanti gli ultimi quindici giorni, e poi si rientra in Italia.

gruppo.JPGScrivo qualche giorno dopo la partenza dalla missione (31 gennaio), ma ho avuto così il tempo di sedimentare le sensazioni.

Sono tornato in Guaricano dopo le visite del 2000 e 2001, l’ultima volta che sono stato li non ero ancora laureato e non conoscevo nemmeno Francesca, ora sono laurato e sposato!

Le sensazioni che provo filtrano quindi attraverso uno Stefano diverso, ma rimane la stessa consapevolezza di aver fatto un’esperienza importante: di vita, di vita cristiana e quest’anno anche di vita famigliare dato che sono tornato qui come famiglia.

Certo a tratti è difficile cercare di trovare certezze nella fede qui, apoteosi della contraddizione e dove la gente muore tra legno e lamiere guardando la televisione e ascoltando la musica in stereo moderni attaccati per non so quale miracolo alla corrente elettrica.

Certo capire dove è la giustizia in un ragazzo paraplegico dalla nascita, con le gambe storte e anche ustionato per un incendio della sua baracca è davvero difficile, e magari noi ci lamentiamo di pagare 25 euro all’anno per parcheggiare la macchina…

Lo so che i nostri mondi sono talmente diversi da non poter essere paragonati, ma esistono entrambi, ed è giusto che ognuno si occupi dei problemi di quello i cui vive, ma certe esperienze ti fanno ridimensionare un poco il valore delle proprie cose.

Certo accettare il fatto che Dio è proprio in quelle baracche è difficile, ma come ha detto don Francesco nella messa che abbiamo celebrato nella cappella delle suore della Missione, il nostro premio non è qui e allora pensando anche all’assurdità umana della stessa croce forse è più facile, spero che questa esperienza a me e a noi famiglia appena nata serva per il nostro lungo e difficile cammino verso Lui.

Dopo le riflessioni i ringraziamenti:

  • A don Paolo per la gioia, l’energia e la fiducia che ha avuto negli Amici del Guaricano nei progetti andati a buon fine e quelli abortiti, per averci sostenuto sia in Guaricano che nelle sue visite a Genova.
  • A don Lorenzo per la sua umile gentilezza, il suo servizio, le sue parole a voce bassa ma calorose.
  • Alle suore Brignoline che ancora una volta ci hanno letteralmente viziato, un in bocca al lupo per il vostro proseguio in Guaricano alla dolce suor Modesta, alla timida suor Blessilla, alla incontenibile suor Paolina e a suor Cristina, simbolo concreto di quello che ha seminato la missione in questi 16 anni.
  • Infine un grazie a tutti quelli che hanno condiviso con me quest’avventura degli Amici del Guaricano, da quelli che hanno iniziato e ora hanno preso altre strade a quelli che sono passati per qualche tempo, a quelli che sono arrivati in fondo, tutti hanno reso ricca la mia esperienza.
  • A Francesca che ha voluto vivere anche lei con me questa esperienza.
  • Grazie infine a don Fra, che ha ideato, sotenuto in tutti i sensi questo progetto e non ha mai mollato!

Sono in partenza per Cuba, dove rimarrò fino al giorno 20, ospite (e sositututo i primi giorni) di don Marino e don Federico.

Ci rileggiamo tra dieci giorni. Vi racconterò qualcosa della missione di là.

A presto!

A Puerto Plata, tutti insiemeSpenti ormai i riflettori della folla della Messa di Consegna, il giorno di oggi ha avuto un carattere comuntario, o meglio, “familiare”.

Abbiamo preso su con le suore e ci siamo diretti verso Puerto Plata, dove la teleferica di costruzione italiana ci ha portato a un parco naturale soprelevato di 800 metri da cui si domina (se non ci sono le nuvole basse e una pioggia insistente come quelli che abbiamo trovato noi) tutto il litorale del centro turistico di Puerto Plata.

In pratica, come avrete capito, la vista non ce la siamo goduta. Anche il momento del pranzo, preparato con tanto amore dalle suore prima di partire, è stato in un posto umido dove non ci si poteva quasi sedere, ma ciò non ha impedito che la gita sia stata per ognuno di noi un momento molto bello e piacevole.

A differenza degli ultimi tempi, in cui non riuscivo neppure a concepire l’idea di mettermi in viaggio, oggi il Signore mi ha messo un desiderio bello di condividere questo momento con don Lorenzo e con le nostre care suore. Tra l’altro è stata la prima volta che siamo usciti con la presenza di suor Paolina, che è qui solo da alcuni mesi ma che si è già fatta amare tanto, e non solo da noi, ma anche da tutti quanti l’hanno conosciuta.

Le suore nel parco in cima alla teleferica di Puerto PlataLa teleferica è effettivamente qualcosa di bello, merita prenderla nonostante le condizioni non siano state per noi buone. E in cima c’è un ambiente al tempo stesso selvaggio e ben curato, nel cuale abbiamo passato buona parte dell’ora di mezzogiorno.

Suor Cristina con l'L’ultima parte della giornata è stata dedicata al malecón di Puerto Plata, dove si alternano tratti di spiaggia e roccie coralline simili a quelle presenti sul litorale vicino alla capitale. Ed è stato bello anche giochicchiare agli effetti speciali con la macchina fotografica.
Prima del ritorno la visita d’obbligo alle suore del monastero della Visitazione. Con loro la nostra comunità missionaria ha un rapporto bellissimo. Dal 1999, anno in cui io e le suore siamo stati da loro per un ritiro di quattro giorni, fino all’estate scorsa, in cui suor Serafina ha passato una settimana con loro in silenzio, tutti gli anni hanno ricevuto nostre visite. E è stata la Missione che ha regalato loro la campana che scandisce i loro ritmi di preghiera.
Con le suore del monastero della Visitazione di Puerto PlataL’incontro è stato quindi una cosa molto bella e significativa. Soprattutto suor Modesta, suor Blessila e suor Cristina hanno con loro un rapporto estremamente vivo e attento, e da parte loro le monache ci hanno accolto, come sempre, con grande gioia. Una cosa bella che abbiamo trovato è che rispetto all’ultima visita la comunità è più piccola: ed è una cosa bella (checché possiate pensare) perché la ragione è che hanno aperto una fondazione a Higüey, e per questo la comunità si è sdoppiata.

Il ritorno in macchina è stato ancora sotto l’acqua, ma grazie a Dio non ha avuto inconvenienti. È stato, come tutti gli altri momenti di questo viaggio, un condividere sereni e contenti la gioia di essere comunità unita in Cristo!

Grazie per questa comunità, Signore! Mi mancherà quando sarò a Genova!

P.S.: In molte foto suor Cristina non si vede perché è dietro alla macchina fotografica!!!

Con mons. Cedano nella Messa di Consegna e SalutoDopo il saluto del Nunzio, ieri sera in cattedrale, oggi è toccato a me e a don Lorenzo.

In una Santa Margarita ben piena di gente delle due parrocchie, mons. Pablo Cedano, vescovo ausiliare, ha effettuato l’atto di ricezione delle due parrocchie di Santa Margarita e della Divina Misericordia da parte della Missione Genovese.

Questa Messa ha segnato quindi la conclusione “formale” del lavoro della Missione della nostra Arcidiocesi di Genova in Guaricano.

Ho usato l’aggettivo “formale” perché in realtà né io né Lorenzo ce ne andiamo domani, sarà probabilmente verso fine mese. Io ho da finire di mettere a posto un bel po’ di cose, soprattutto a livello di resoconti economici e altre faccende amministrative. Mentre che a livello della pastorale mi ero organizzato perché in questi giorni potesse già lavorare il successore o i successori, che saranno del clero diocesano di Santo Domingo.

In realtà i nuovo preti non ci sono ancora. Nella Messa mons. Cedano ha detto che probabilmente uno di loro è stato individuato, ma che bisogna risolvere il problema di chi lo va a sostituire, e di chi sostituisce il sostituto, ecc. E che però ha fiducia che per la domenica 13 possa essere già in parrocchia.

Il gruppo dei preti e diaconi presenti alla Messa di SalutoCi ha accompato il padre Ramón Suero, vicario zonale, il padre Abraham insieme a un amico francese che era in visita da lui. C’erano Marcial e Juan Luis, i nostri diaconi, due diaconi transitori e molti chierichetti sull’altare. Non mancavano i nostri seminaristi, sempre attenti e presenti nei momenti importanti così come in quelli meno significativi.

Mons. Cedano ha parlato della riconoscenza dell’Arcidiocesi di Santo Domingo per il lavoro portato avanti dalla missione, prima con don Lino e don Giulio, per continuare con il sottoscritto, don Lorenzo e don Franco.

Al momento della presentazione dei doni è stata portata all’altare una bandiera dominicana, che è stata subito dichiarata di mia proprietà perché in un gesto istintivo me ne sono fasciato il corpo, come segno di affetto per questo popolo in mezzo al quale ho lavorato per nove anni. E lo stesso ha fatto don Lorenzo alla fine della Messa, strappando l’applauso dei fedeli commossi.

Alla fine ho avuto modo di chiedere scusa per tante piccole e grandi situazioni dove ho mancato verso questo o quello.

Molti abbracci dopo la Messa, per molti venati dalle lacrime. Personalmente in questi momenti non sento tanto la tristezza quanto la gioia di continuare a servire da un’altra parte.

Marcial ha provveduto a preparare un piccolo rinfresco per i due consigli pastorali delle due parrocchie, e con questo si è conclusa in bellezza la serata.

Ho sentito, e credo che pure Lorenzo l’ha sentito, il calore umano del popolo del Guaricano. L’hanno espresso, con la loro presenza e con vari piccoli segni tangibili. Partirò da qui con il cuore gonfio di affetto ricevuto e dato, segno entrambi dell’affetto del Signore verso di me.

Da qualche giorno il mio intestino è popolato da “abbondanti batteri”, secondo quanto recita l’esame che mi sono fatto.

Auguro loro di poter ricevere presto un funerale, se possible cristiano, di essere seppelliti nella loro amata terra domenicana e di lasciarmi in pace. Riposeranno, loro in pace e io in piedi, e staremo meglio tutti. Grazie!

Beh… che dire… don Paolo e don Lorenzo lo sanno bene, qual’è stato per me il momento più emozionante! Tanti, tantissimi, ce ne sono stati… ma loro hanno assistito al primo, e quindi forse per questo, il più emozionante!

La prima mattina, io e Stefano ci siamo svegliati alle 6… fuori era ancora buio… e con don Paolo, in macchina, raccogliendo fedeli che attendevano un passaggio, siamo andati in Parrocchia per la Messa delle 7. C’erano già delle persone in Chiesa, e molte altre piano piano sono arrivate… è stato un crescendo di emozioni… sentirsi avvolti dall’accoglienza delle persone, dai sorrisi… alcuni si ricordavano di Stefano… ma anche chi non ci conosceva, ci ha fatto sentire più che benvenuti… la funzione, i canti (l’Alleluja “importato” dagli Amici del Guaricano, cantato ai matrimoni degli amici più cari!), il calore di don Paolo, di tutti i celebranti e di tutti i fedeli… difficile descrivere con poche parole…

E quando don Paolo ci ha chiamati sull’altare a salutare la comunità, lacrime di commozione hanno rotto le nostre voci, poche parole per cercare di descrivere quello che provavamo ad essere lì in mezzo a loro… speriamo solo di essere riusciti a trasmettere un pò di quello che provavamo…

Il ringraziamento più grande va a don Paolo, don Lorenzo, alle suore Modesta, Paolina, Blessila, Cristina (che però ho avuto modo di conoscere solo l’ultimo giorno), delle persone bellissime… è stato un Dono avervi conosciuti.

1:56 pm

Eccomi!

Avevo sentito parlare del Guaricano tante volte e da tante persone diverse, ma vederlo è stato come bruciarsi dopo aver visto il fuoco in fotografia. I racconti hanno assunto colori, odori e consistenza reali.

Ho guardato negli occhi, riguardata, un ragazzo di 18 anni immobile dalla nascita che non avrà la possibilità di essere assistito e istruito come avverrebbe a Genova. Ho anche avuto paura e desiderato di essere lontana da tanto dolore.

Ma le suore che ci hanno accompagnato, con una preghiera e un sorriso, facevano per ogni malato un piccolo miracolo. E il sorriso che mi si stampava sulla faccia non era solo un distendersi dei muscoli facciali, ma anch’esso un piccolo miracolo.

È difficile credere che si possa fare qualcosa di buono quando si vede questa marea di cose che non girano come dovrebbero, di povertà, di ignoranza, di violenza.

Ma qui al Guaricano ho scoperto, come una bruciatura, che anche il poco è molto e che tanti pochi fanno un moltissimo.

Grazie alle Suore Modesta, Blessila e Paolina e a don Paolo e don Lorenzo per questo grande insegnamento.

Il tradizionale pranzo natalizio del clero di Santo Domingo si è svolto anche quest’anno alla Escuela de Evangelización fondata dal padre Emiliano Tardiff. I preti presenti erano un’ottantina, e c’era il cardinal López Rodríguez e il vescovo ausiliare Pablo Cedano. Mancava stranamente il vicario generale, mons. Amancio Escapa, così come non si è visto il vescovo ausiliare emerito, mons. Arnaiz.

Lo svolgimento di questi momenti è abbastanza risaputo: si arriva e ci si gode un concerto dal vivo di musica cristiana con vari cantanti, dopodiché le parole di rito, che sono toccate al cardinale, e si finisce in gloria mangiando.

Il cardinale tra le altre cose ha menzionato il fatto che la missione genovese se ne sta andando, e ha ringraziato pubblicamente per l’opera svolta, facendo menzione di don Lino, don Giulio, don Franco, don Lorenzo e del sottoscritto.

Quando ha finito di parlare gli ho poi chiesto se ha già trovato chi sarebbe venuto a sostituirmi, ma la risposta è stata ancora negativa. In compenso con l’ausiliare ci siamo messi d’accordo per fare la consegna del mio mandato giovedì 3 gennaio alle sei di sera.

Naturalmente aspetto anche tutti voi. La vostra presenza sarà per me fonte di gioia!!!

Sono già 22 giorni che suor Paolina ed io (Suor Cecilia) siamo arrivate nella missione.

Sono ormai agli sgoccioli, perché lunedì 3 dicembre ritorno a Genova con Taína la giovane di questa comunitá che ha risposto, speriamo per sempre, alla chiamata del Signore.

Devo dire che questa Missione la porto nel cuore con tanti ricordi belli e meno belli. I poveri sono persone meravigliose con una loro dignitá e il loro grande coraggio per condurre la vita che conducono.

Momenti belli:

  • Le celebrazioni liturgiche partecipate con tanto entusiasmo da tutte le persone; sprizzano la loro gioia con il canto e non solo con la voce ma con tutto il corpo.
  • Il saluto sempre attento e cordiale con un affettuoso abbraccio, accompagnato dalla parola “Dios te bendiga”.
  • Mi ha colpito la presenza di tanti giovani pieni di vita ma chissà quanti problemi nascondono nel cuore.
  • IL volto di tanti bambini adornato di treccine con perline colorate.
  • I sei gruppi di giovani che oggi settimana s’incontrano mettendo al primo posto la Parola di Dio.
  • Le carissime Suore, sr. Modesta, sr Blessila, sr. Cristina e ora anche sr. Paolina: le ho definite “angeli” di questa comunità, e voglio appropiarmi con le parole di San Paolo nella lettera ai Romani: Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene.
  • E i sacerdoti… don Lorenzo e don Paolo che con tanto zelo annunciano Gesù e il suo Vangelo… sono eccezionali.

Non posso però dimenticare le tante situazioni di disagio, di abbandono, di tristezza in cui vivono tante persone. Questa comunità è preziosa agli occhi del Signore, la ama con un amore grande e si serve anche di noi creature per portare il suo amore e alleviare tante povertà.

Ringrazio il Signore di questa esperienza e la missione genovese che attraverso i suoi Sacerdoti e le Suore di Santa Virginia danno un contributo nell’espandere il regno di Dio.

Buon cammino di evangelizzazione!

Come tutti gli anni, il SINE ci ha invitati alla cena familiare che fanno in novembre.

Questa volta a presiedere la Messa c’era lo stesso Cardinale Arcivescovo Nicolás López Rodríguez, il quale nell’omelia si è profuso in espressioni di riconoscenza per il lavoro di evangelizzazione e di promozione dell’evangelizzazione che il SINE realizza.

E di fatto anche io sono loro riconoscente, perché mi hanno aiutato a strutturare il processo di evangelizzazione che portiamo avanti nelle parrocchie.

Alla cena del SINE con Wendy e Danielito e i loro figli: Lisbet, Daniel e CarlosÈ stata l’occasione per condividere qualche mezz’oretta con Wendy e con Teofilo e con le loro rispettive famiglie. Teofilo e Wendy sono quelli che ci hanno accompagnato e aiutato a strutturare il processo.

Ho avuto oggi il piacere di conoscere un prete milanese, don Elvio Banfi, di 75 anni. È qui in Repubblica Dominicana per qualche giorno, è venuto a trovare una badante che ha lavorato con lui a Gallarate per molti anni.

Purtroppo la ragione del nostro incontro non è stata molto bella: il fatto è che la macchiana in cui andava, guidata dal fratello della ex badante, ha avuto un incidente, sembra sia stata investita da un’altra, e l’autista si è rotto una gamba, mentre lui è ricoverato per accertamente. Sembra comunque che non abbia niente di rotto. Gli stanno facendo tutti gli esami per essere sicuri che non ci sia niente. L’unica cosa che gli si vede sono vari ematomi.

Tra qualche giorno dovrebbero dimetterlo dalla clinica dove è ricoverato, gli ho lasciato comunque i miei telefoni in caso abbia bisogno di qualcosa.

Sono venuto a conoscenza della questione perché mi hanno chiamato dall’ufficio missionario della Diocesi di Milano. È stato un piacere per me visitarlo e metterlo in contatto telefonico con i suoi superiori.

11:03 pm

Senza parole…

Gli esami positivi del paratifo… ma non c’è da preoccuparsi. Sono in piedi, vivo e vegeto

Rimango sempre meravigliato, quando partecipo a questi ritiri, di vedere la gioia di tanti volti di confratelli, contenti della loro vita e del loro ministero.

E ringrazio il Signore perché anche a me da la gioia di servirlo e di servire la chiesa.

Questo ritiro sacerdotale mi fortifica nella mia vocazione. E anche il fatto che lo stia predicando il cardinal Nicolás mi fa sentire la vicinanza di questo pastore.

Con mons. Amancio Escapa, vescovo ausiliare di Santo DomingoOggi pomeriggio, prima di iniziare l’istruzione, gli ho messo in mano la mia macchina fotografica, e mi sono fatto fare una foto con il vescovo ausiliare (la potete vedere qui al lato). Istintivamente tutta l’assemblea sacerdotale si è aperta in un sorriso colmo di semplicità, allo scoprire l’umorismo di un cardinale che fa una foto a un vescovo e a un prete. E ho benedetto il Signore per questa situazione in cui mi trovo a vivere.

Grazie, Signore!

1:52 pm

Ritiro

Oggi cominciava il ritiro del clero diocesano, per terminare venerdì.

Avevo in programma di andare, ma da ieri sera ho la febbre. Spero di rimettermi in sesto presto.

Con Paola il giorno della gita alla Cueva de las MaravillasLa Messa di stamattina alle sette ha avuto un tocco speciale per il saluto di Paola alla comunità. Paola ha ringraziato tutti, soprattutto gli amici del gruppo di autoaiuto con i quali aveva camminato più da vicino già dalla visita scorsa. E a nome della comunità Laura, una maestra della nostra scuola, l’ha ringraziata in maniera commovente per il tempo che ha passato qui e per il lavoro svolto.

E in realtà la presenza di Paola è stata ben preziosa. Soprattutto, dal mio punto di vista, per il lavoro portato avanti insieme all’orientatrice (psicologa) della scuola. Insieme hanno visitato un gruppetto di famiglie di bambini problematici della nostra scuola, con lo scopo di aiutare le famiglie a risolvere i problemi che pregiudicavano l’apprendimento e la disciplina dei loro figli. E credo che sia stato un lavoro ben importante, per due ragioni:

  1. Perché l’orientatrice ha imparato insieme a Paola a “buttarsi” fuori dalle mura della scuola, e io credo che non smetterà di farlo, ha avuto modo di rendersi conto che ne vale la pena.
  2. Perché di fatto i vari casi che hanno visitato sono stati ricettivi, e, almeno in qualcuno, hanno visto entrambe l’inizio del miglioramento.

Chiaramente Paola, che ha una forte esperienza di lavoro con famiglie di alcolizzati e tossicodipendenti, non si illude che le cose si risolvano da un giorno all’altro. E tuttavia è felice perché ha visto la scintilla del cambio.

E un’altra cosa cosa bella, come anche le altre volte, è stato l’elemento di presenza, vivacità, dialogo, compagnia qui in casa con noi. Per me e per Lorenzo, credo anche per le suore, la presenza di Paola è stata molto significativa.

Domani sera Paola partirà con Air France, concludendo questa sua avventura dominicana così bella. Per lei e per tutti noi.

P.S.: La foto non è propiamente a Messa, è di un giorno che eravamo in gita!

Consiglio pastorale fiume, stasera, a Santa Margarita, presente anche la Divina Misericordia. Il precedente consiglio pastorale era stato in gennaio, da là a qua avevamo avuto soltanto qualche riunione di responsabili di settore.

C’erano in ballo argomenti significativi: la Settimana Biblica, a fine mese, la festa patronale di Santa Margarita, che sarà il 16 ottobre, e la visita di mons. Bagnasco, pochi giorni dopo.
A proposito della visita dell’arcivescovo di Genova, ho approfittato per confermare la partenza mia e di Lorenzo per gennaio. L’ho presentata come una cosa positiva per la comunità, che ha un’opportunità di crescere e svilupparsi ancora di più.

Il mio viaggio di ritorno è stato abbastanza faticoso.

Praticamente passano quasi 24 ore da quando ci si sveglia a quando ci si sdraia. E poi la fermata di Air France a Punta Cana, con quelle due ore in più, è veramente fastidiosa. Vabbé, se penso alla maniera in cui viaggiava san Paolo, senza aerei e senza tante comodità nostre, mi rendo conto che non posso che ringraziare il Signore che in 24 ore mi fa arrivare dall’altra parte del mondo. I missionari di inizio del XX secolo ci mettevano un mese in barca…

L'arcivescovo Bagnasco presiede la solenne Eucaristia della Festa della GuardiaHo approfittato della visita lampo che sto facendo a Genova in occasione delle nozze d’oro dei miei per essere presente alla Guardia il giorno della festa.

Uno dei Cristi presenti alla GuardiaVi metto due foto, una dell’arcivescovo durante la solenne Eucaristia del mattino, e una di uno dei Cristi.

Non ho scritto niente, la settimana scorsa, del ciclone che ha minacciato la Repubblica Dominicana. Ho saputo da qualcuno che i TG italiani ne hanno parlato, ma in realtà per non non c’è stata nessuna minaccia reale. Ci sono state mi sembra solo tre morti, di cui uno stava facendo surf nonostante il tempo proibitivo, e gli altri due si sono avvicinati alla scogliera in presenza del mare grosso. Praticamente, con tutto il rispetto, se la sono cercata.

Purtroppo l’uragano ha investito prima la Martinica, e poi la Giamaica, per finire qualche giorno dopo sullo Yucatan, in Messico, e in tutti questi tre posti ha fatto abbastanza danni.

P.S.: oggi pomeriggio prendo l’aereo per l’Italia, venerdì 31 celebreremo le nozze d’oro dei miei genitori. Vi invito a ringraziare con noi il Signore!

Voglio aggiungere qualcosa allo scarno resoconto di Paolo sulla gita di oggi.

Paolo era tre anni che non faceva gite causa l’eccesso di lavoro, e invece a sorpresa ci ha invitato lunedì, festa nazionale, a visitare la Cueva de las Maravillas.

Praticamente ci siamo dati alla pazza gioia. Lasciati da parte per un giorno affanni e tribolamenti quotidiani abbiamo prima visitato le grotte veramente bellissime e con alcuni dipinti taini.

Poi siamo andati a mangiare in un comedor (normalmente una specie di trattoria di bassa lega, stavolta invece bello). E lì ci siamo scatenati mangiando (io) tutte le cose piu’ indigeste insieme alle più svariate qualità di riso.

Paola e don Paolo sulla spiaggia sotto l'acqua Dopo congrua sosta siamo andati alla spiaggia di Juan Dolio. Peccato che piovesse, non a catinelle, ma a secchiate. Lorenzo e Paolo si sono buttati in mare, io e le suore in macchina. Però è durato poco perché sono stata convinta (diciamo trascinata quasi a forza) a fare il bagno anch’io. E così sotto l’acqua torrenziale, fra lampi e tuoni, mi sono cacciata in acqua, peraltro caldissima, fra i lazzi e gli sberleffi dei reverendi padri.

Devo dire che mi sono divertita moltissimo. La cosa più strana era che c’era moltissima gente in acqua, tranquilla e chiaccherante.

Dopo una congrua incetta di conchiglie portate dalla mareggiata ci siamo rivestiti. E siamo tornati a casa felici e contenti della bella giornata trascorsa.

Il gruppo fuori dalla Cueva de las MaravillasBella gita, oggi, alla Cueva de las Maravillas, grotta delle meraviglie. Si tratta di un anfratto che un milione di anni fa era sotto il mare e che adesso è asciutto ed è popolato di stallatiti, stalagmiti e di graffiti di epoca precolombiana.

Nel panorama dominicano è una cosa fuori del comune, e la valorizzazione turistica che ne hanno fatto è ben decente. L’unica cosa brutta, anche se comprensibile, è che non si possono scattare foto né dentro alla grotta (ovviamente) né prima di entrarvi.

C’eravamo la comunità intera: Lorenzo, suor Modesta, suor Blessila, suor Cristina, Taína e Paola. Naturalmente c’ero anch’io.

Alla spiaggia di Juan DolioLa visita è stata breve, in venti minuti ti fanno vedere tutto, e quindi abbiamo pensato bene di passare il resto del pomeriggio al mare, dove peraltro ci ha accolti la pioggia.

Insomma, una giornata diversa. E bella!

Grazie, Signore!

Il gruppo di don FrancoAlla fine siamo arrivati…alla fine.

Ormai Giulia è in volo verso Cuba, e noi siamo stiamo per fare ritorno a casa. Le valigie sono pronte, la stanza è stata pulita… mancano solo gli ultimi saluti e fra poche ore, in volo sull’Oceano, ripenseremo ai 10 giorni trascorsi qui con grande nostalgia.

Già, perche’ di cose in questi 10 giorni ne abbiamo viste e ne sono successe. A cominciare dal primo giorno in cui ci siamo ritrovati in panne con l’auto, sotto un violento acquazzone, “sperduti” in una citta’ che non conoscevamo. A parte questo inizio burrascoso (ma divertente!!!) i restanti giorni li abbiamo passati per le strade del barrio del Guaricano, di volta in volta accompagnati da differenti persone del posto, per conoscere le famiglie che lo abitano, prendendo coscienza delle terribili condizioni in cui la maggior parte di loro sono costrette a vivere. Eppure, ovunque andassimo, anche nella baracca più povera, abbiamo sempre ricevuto un’incredibile accoglienza. In ogni persona che abbiamo incontrato riuscivamo a vedere la gioia e la felicità che la nostra presenza dava loro. Sembrava che ci conoscessimo da una vita.

In questi giorni giorni molte sono state le messe a cui abbiamo partecipato (12 in tutto se non sbaglio) distribuite fra le parrocchie di Amparo, Santiago, Santa Margarita, la Divina Misericordia ed alcune cappelle più piccole. Ogni messa è stata una grande festa caratterizzata da tanta musica e tanti canti. Un vero insegnamento su come vada vissuta la nostra religione.

Se abbiamo avuto la possibilità di vivere quest’ incredibile esperienza, però, è stato grazie anche a chi, qui in Missione, ci è stato vicino. Un grazie è quindi doveroso ad ognuno di loro. Un grazie a don Lorenzo per la sua incredibile simpatia e per la sua capacità di fare qualsiasi cosa, dal riparare un’auto al preparare piatti squisiti. Grazie a don Paolo, per la sua disponibilità e per il suo senso dell’umorismo che ha fatto sì che Riccardo non venisse sbattuto fuori dalla missione dopo aver fatto la sua imitazione. Un grazie a Paola, anche lei grande cuoca, che ha vissuto con noi alcune uscite, dall’incontro col Segretario del Nunzio all’incontro col Cardinale. Un grazie a Suor Modesta, Suor Blessilla e Suor Cristina, le suore più simpatiche che abbia mai conosciuto, alle due giovani novizie Júdith e Taína, e a Sila che ci ha fatto conoscere i piatti tipici della cucina Dominicana. Infine un grazie anche a don Franco, che ci ha proposto questa esperienza e ha fatto sì che potessimo viverla.

Un saluto ad Elio, che avrebbe dovuto essere qui con noi, con l’augurio che possa rimettersi in salute presto. Un saluto anche agli scout con cui abbiamo condiviso il primo giorno (noi non abbiamo dipinto cancelli), ed in particolar modo a Paola e Matteo con cui ci ha fatto piacere passare qualche giorno di più.

Ma il ringraziamento ed il saluto più grande va al Guaricano e alla sua gente che ci hanno veramente accolto come se facessimo parte di un grande famiglia. E forse, in fondo, ora è proprio cosi’.

Adios Guaricano, a presto!!!

Riccardo, Giulia, Andrea e Luca

Don Franco con Riccardo e Giulia e un gruppo di dominicaniP.S.: beccatevi questa foto e la sua stupenda luce naturale, chi l’ha fatta è un vero artista!!! (ndr)

La stufa nuova regalata da CarmenCarmen Moro è stata fantastica: rendendosi conto che la cucinetta che avevamo aveva fatto il suo corso, ce ne ha regalato una nuova.

I piatti di Lorenzo, di Sila, delle suore, di Paola saranno ancora più deliziosi.

Grazie, Carmen! e grazie anche a te, Signore, per l’amore di questa sorella genovese!

P.S.: Non paghiamo da bere, perché la foto ha già qualche giorno (Francesco è a Genova dal giorno 3), e comunque quello che ha nel bicchiere è solo ottimo succo di frutta, naturale, non fermentato!

L'immancabile gita al fiume dei responsabili giovaniIl trivacco dei responsabili della pastorale giovanile a Los Cacaos si è concluso oggi in bellezza.

Al 95% si è svolto bene, direi molto meglio che l’anno scorso. Molto positiva la presenza di suor Cristina, sembrano superate le frizioni che c’erano tra due sottogruppi, e anch’io ho risolto alcune incomprensioni che c’erano state con alcune giovani. L’accoglienza poi della comunità cristiana de Los Cacaos è stata molto calorosa, cominciando dal parroco, seguendo con le piccola comunità di tre religiose, e continuando con il seminarista e con il resto della comunità.

Marcial ha condiviso con i giovani il trivacco nella sua totalità, e bisogna riconscergli il grande merito di saper stare tra di loro come persona matura ma anche come educatore saggio. Sua moglie Germania ha portato avanti la cucina con capacità e con molti sorrisi.

Oggi sono venuti con me Carmen e Radhamés, e anche don Lorenzo con Paola.

Prima di ripartire c’è stato bene un salto veloce al fiume, per la gioia di grandi e piccoli.

Sul versante negativo, la camionetta della Divina Misericordia sembra che abbia subito un danno per un mal uso dovuto a spensieratezza giovanile. Altra cosa è che avrei voluto chiaccherare con vari giovani, e non l’ho potuto fare per mancanza di tempo.

Non mi resta quindi che dire, stavolta a piena voce: Grazie di cuore, Signore!

Con le suore all'aeroporto di ManaguaStamattina l’aereo per la Repubblica Dominicana è partito da Managua prima delle otto.

Le suore, attentissime come al solito, sono venute ad accompagnarmi: suor Elena, suor Analisa e suor Carlita. E con loro anche Esperanza, una giovane orfana che vive in casa con loro.

Mi porto via dal Nicaragua il ricordo bellissimo della serenità della loro comunità, il loro spirito di preghiera, i gesti semplici di tutti i giorni con cui mi hanno fatto sperimentare una ospitalità squisita.

Grazie, Signore, per queste sorelle e per l’esperienza che ho potuto vivere!

I giovani di san Jorge che hanno partecipato al ritiro vocazionaleAbbiamo avuto la gioia di vivere un piccolo ritiro vocazionale con i giovani di san Jorge, qui in Nicaragua.

Rispetto a martedì sera mancavano alcuni, e in compenso c’era qualche faccia nuova.

Mi sono sentito in Repubblica Dominicana per il ritardo con cui i giovani sono arrivati, ma per il resto l’ho visti ricettivi e attenti. La Messa con cui abbiamo terminato è stata partecipata intensamente.

Non è mancato un momento di gioco all’inizio del pomeriggio, dove ho potuto imparare il kickball, un’incrocio tra il baseball e il calcio.

Il momento più significativo sono state i due giochi educativi che abbiamo fatto per capire cosa significa la fede: il gioco dei ciechi, in cui ognuno ha sperimentato che possiamo lasciarci guidare dal Signore; e il gioco della barella, in cui una persona si lascia cadere all’indietro mentre otto persone la accolgono nelle loro braccia: fa capire che ci si può abbandonare fiduciosi anche in situazioni dove l’istinto ci fa ritirare.

il feeling che è nato con questi ragazzi ha fatto sì che terminassi il pomeriggio girando per san Jorge in bicicletta con loro. Ed è stato istruttivo, perché mi hanno portato a un barrio povero, dove abbiamo visitato alcune famiglie.

Affido a te, Signore, quello che ho seminato in mezzo a loro, e ti ringrazio anticipatamente per i frutti che porterà la tua parola in loro!

Una cosa che scopro in questi giorni è che in Nicaragua c’è una forte devozione all’Eucaristia. Tanto forte che il giovedì mattina le Messe sono piene quasi come la domenica. E dopo la Messa si espone il Santissimo e la gente si alterna in adorazione tutto il giorno.

In questo ci danno dei punti, sia alla Repubblica Dominicana che all’Italia!

2:41 pm

Gita a Granada

Al molo di Granada, in NicaraguaLe suore del Nicaragua mi hanno portato in gita a Granada, che è la sede della loro diocesi ed è una cittadina con un certo interesse turistico.

È il secondo tour che mi fanno fare, dopo quello di ieri a vedere la spiaggia del pacifico.

A Granada la cosa più interessante sono le isolette che spuntano dal lago e che si sono originate con la materia lavica espulsa da un vicino vulcano.

Abbiamo affittato una lancha e ne abbiamo fatto un bel giro. La maggior parte delle isole, in precedenza abitate da nativi dediti alla pesca, sono state comprate da persone piene di soldi, che ne hanno fatto ville esclusive. Alcuni degli ex nativi e altra gente bisognosa lavorano per i nuovi padroni per cento dollari al mese.

I giovani di San Jorge presenti all'incontroSuor Carlita, la Brignolina giovane del Nicaragua, mi ha organizzato stasear un incontro con il gruppo giovani della sua parrocchia, San Jorge.

Ho trovato una realtà giovanile abbastanza simile a quella che abbiamo in Repubblica Dominicana, e forse con le basi religiose un po’ più solide.

Abbiamo chiaccherato su come viviamo la nostra relazione con il Signore Gesù, condividendo il momento in cui l’abbiamo scoperto, ed ho approfittato per dare qualche spunto vocazionale.
Siamo rimasti d’accordo che giovedì mattina, approfittando il giorno festivo dell’anniversario della rivoluzione sandinista, faremo un piccolo ritiro qui nella casa delle suore.

Sono in viaggio per il Nicaragua, vado a trovare le suore Brignoline che lavorano là.

Porto loro tutto l’affetto delle suore che sono con noi, le loro lettere e i loro saluti. Per loro è molto più difficile che per me entrare in quel paese, per questioni di visto.

Chiusa del Canale di PanamaLo scalo in Panama è stato molto lungo, per cui ho approfittato per visitare il famoso Canale, e nella foto potete vedere l’effetto spettacolare di una chiusa di nove metri di altezza!

Il campo adolescenti in un momento di riunioneDa oggi, mercoledì, fino a sabato è in scena il campo adolescenti e giovani.

Lo facciamo nel Parque Mirador Norte, che si trova appena fuori dal Guaricano. Praticamente sono tre giorni al Parco e la gita finale.

Ogni giorno c’è una catechesi: oggi il discepolato (suor Cristina), domani l’omosessualità (io), venerdì la preghiera (una signora di un gruppo carismatico). La catechesi occupa una mezza giornata, e l’altra mezza giornata è di giochi e attività varie.

Con due dei responsabili del campoI giovani sono in tutto 125, un bel numero, grazie al fatto che la quota di partecipazione è molto bassa e praticamente copre soltanto il costo del mangiare di mezzogiorno. Da parte mia ho fatto una propaganda “sovietica” a Messa per tre domeniche dicendo agli adulti che era loro dovere mandare i figli al campo, e sembra che ha funzionato!

7:00 pm

Ameba!

Ho di nuovo l’ameba.

Dopo l’influenza continuavo ad essere stanco e spossato, ed ora si sa perché.

Le medicine hanno bisogno di una settimana per fare effetto, per cui suppongo che la ripresa non sarà rapida.

Dovrò continuare a vivere una settimana di mezzo riposo.

Il Metro continua a mietere vittime.

Oltre a me, anche Serafina ha ricevuto una bella botta. Per non parlare di suor Modesta, che ora è in letto pure lei. E anche suor Blessila e suor Cristina sono prese, anche se sono in piedi.

Resistono Lorenzo e Francesco. Fino a quando?

Stasera inizia il triduo di preparazione alla festa del Corpo e Sangue di Cristo. I vari settori delle parrocchie sono assegnati ai vari giorni, così come la Pastorale Giovanile.
Giallo dell’ultimo momento: i sussidi non ci sono ancora arrivati, speriamo di riuscire ad averli in tempo.

Nel frattempo mi è scesa la febbre, ma non so ancora se domani sarò in forma. Un giorno in più di riposo sarebbe meglio.

5:07 pm

Prime Comunioni

Si sono fatte, stamattina, alle sette alla Divina Misericordia, e alle nove a Santa Margarita.

Purtroppo non me le sono godute per un’influenza che mi ha sbattuto in letto, tutto il giorno tra 38 e 39.

Oggi, 30 maggio, è stata la ricorrenza dei 25 anni di professione religiosa di suor Serafina, la superiora delle nostre suore, e di 15 anni della mia ordinazione.

Suor Serafina, il Nunzio, don Lorenzo, don Paolo e MarcialLa celebrazione – concretamente nella Messa celebrata di sera – è stata resa più bella dalla presenza del Nunzio Apostolico, mons. Timothy Broglio, il quale ha anche consegnato a suor Serafina la pergamena della Benedizione Apostolica che le ha inviato il Papa.

Suor Serafina ha data la sua testimonianza di ringraziamento al Signore, e anch’io da parte mia ho ringraziato il Signore e tutti, cominciando da Lorenzo, le suore e Francesco. Il coro ha allietato in maniera meravigliosa la celebrazione, cantando in maniera superba.

La bella presentazione della statuetta della MadonnaInutile dire che le suore avevano preparato l’altare e il presbiterio in una maniera bellissima, mettendo in evidenza una madonnina davanti alla quale una ventina di lumi tracciava il numero 25.
Mi sento felice, per tutto questo e per tutto quello che vivo.

Grazie di cuore Signore, per il ministero, per tutto quello che vivo qui, per tutto quello che hai fatto in me dal primo istante della mia esistenza e in particolare in questi quindici anni!

Ho passato buona parte della giornata di oggi alla ricerca disperata di caliche. Non è che sia difficile trovarlo: ci sono tantissimi camion che lo portano da una parte all’altra della città, perché tra metropolitana e altre opere si sta scavando in vari punti. La difficoltà è trovare chi sia disposto a portarcelo al Guaricano a un prezzo comodo.

Di fatto i giorni scorsi avevo trovato uno che lo vendeva abbastanza economico, solo 1,500 pesos (35 euro) il camion, ma per una settimana mi ha detto che me lo portava e non me l’ha mai portato con scuse più o meno verosimili (il prezzo commerciale è sui 250 pesos il metro cubo, e quindi un camion da 15 metri cubi costa più o meno 3.500 pesos, equivalenti a 81 euro)
Così oggi mi sono messo in un punto dove passano molti dei camion che lo trasportano, e ho aspettato pazientemente (tra tutto più di due o tre ore) che arrivasse qualche camion disposto a venire a scaricarlo da noi. Obbligatoria naturalmente dare soldi al camionista. Qualcuno li chiede perché il camion è suo e quindi allargando il percorso ha più spese, altri perché sono camionisti di imprese di costruzioni, e hanno il rischio che se li scoprono li licenziano.

E di fatto dei tre camion che ho potuto far scaricare nel cortile della scuola solo due rispondevano al primo gruppo. L’altro camion… beh, devo riconoscere che si tratta di corruzione; a dir la verità, non mi sento troppo colpevole, anche se capisco che qualcosa non va. Il costo: 7/800 pesos a camion di 15/16 metri, la metà del prezzo buono che mi faceva quello che me lo vendeva.
Fatto sta che domani Candido e compagnia si metteranno dietro allo spianamento definitivo del cortile.

Rimarrà da fare il manto di cemento, per il quale contiamo sul sindaco e sulle vostre preghiere!!!

Oggi ho passato una giornata mezza stanca, saranno le due messe di prime comunioni di ieri. Il ritiro fatto nel pomeriggio non mi ha rilassato, non so perché.

Fatto sta che stamattina dopo la Messa me la sono presa comoda a mettere a posto qualcosa in casa, e nel pomeriggio sono tornato a casa presto. Ho approfittato anche per chiaccherare un po’ con Francesco, segue molto più di me le vicende italiane, mi ha aggiornato su tante cose.

Finalmente si parte per l’Italia!

Lo diciamo con tanta gioia pensando a tutti i parenti ed amici che saranno lì ad abbracciarci, ma anche con una grande nostalgia per questa casa e questa famiglia che lasciamo qui nella missione del Guaricano.

Una lacrimuccia ci segna la guancia pensando alle persone che lasciamo qui, che tanto affetto hanno dato a noi e al piccolo Francisco.

Per fortuna oggi la tecnologia ci viene in aiuto e potremo scriverci tramite internet, sentirci al telefono, seguire tramite il diario la vita della missione. Oltre a questo qualcuno della missione periodicamente si reca in Italia e quindi potremo andarli ad abbracciare in quel di Genova.

Spesso nella vita di tutti i giorni, nel proprio lavoro, nella propria famiglia il nostro impegno di cristiani diventa quasi abitudinario, si danno per scontate tante cose. Anche la parola del Signore ci sembra già conosciuta, già sentita tante volte.

In realtà stando qui abbiamo riscoperto quelle stesse parole in maniera nuova e ci siamo resi conto dell’amore enorme che il Signore ha per ognuno di noi .

Nel nostro caso la Divina Provvidenza ci ha guidato qui, nella missione del Guaricano. Eravamo in Repubblica Dominicana da tanto tempo, soli, senza l’affetto delle nostre famiglie e dei nostri amici, eravamo preoccupati per la procedura di adozione che andava a rilento e non era prevedibile una data di rientro in Italia. Siamo stati accolti qui a braccia aperte con amore ed affetto dai nostri angeli custodi della missione che ci sono stati vicini nelle gioie e nei dolori.

Abbiamo avuto la dimostrazione di come qui le parole di Cristo diventino in tutta la loro pienezza esempio concreto nella vita di tutti i giorni, avvenimento nell’amore, luce che riscalda il cuore di coloro che hanno freddo, misericordia che consola gli afflitti e i malati, pane che nutre chi ha fame.

Anche la fiammella della nostra fede, pur nelle nostre umane debolezze e nonostante le difficoltà, ha acquistato maggiore intensità, è diventata più lucente di prima.

Il nostro dovere e impegno, quando torneremo in Italia, sarà quello di non lasciarla affievolire, ma renderla ancora più intensa in Francisco e nella nostra famiglia, darne testimonianza nella nostra parrocchia, nel nostro lavoro, con le persone che conosciamo, nella nostra vita di tutti i giorni.

Un abbraccio ed un grazie di cuore a tutte le stupende persone che abbiamo conosciuto qui: don Paolo, don Lorenzo, suor Serafina, suor Modesta, suor Blessila, suor Cristina, Francesco, Carmen, don Francesco e Orietta, Sila, Mercedes, Pipín e Frank, le aspiranti (se abbiamo dimenticato qualcuno perdonateci).

Un ringraziamento anche al Signore che ce le ha fatte conoscere!

Da una settimana circa il piccolo Francisco è uscito dall’ospedale.

Il ricovero del piccolino è stato sicuramente il momento più difficile da quando siamo qui con lui. Le difficoltà di respirazione, la partenza in ambulanza con don Lorenzo alle 4,30 della notte, i tentativi di cura al pronto soccorso che non davano i risultati sperati, i tanti medici intorno a lui che sono soltanto riusciti a capire che la causa della difficoltà respiratoria non era nei polmoni, ma nella laringe.

Poi la necessità di trasferimento dall’ospedale dove eravamo, con i medici che ci dicevano che per respirare probabilmente avrebbe dovuto essere intubato, per cui era meglio trasferirlo in un’altra struttura che avesse le necessarie attrezzature.

A questo punto la corsa verso il pronto soccorso della Plaza della Salud, l’arrivo in emergenza, anche qui un via vai di dottori con visi perplessi e poco rassicuranti, flebo, ossigeno, la respirazione che non migliorava nonostante le cure.

Poi il ricovero nel reparto di terapia intensiva, con il medico che ci faceva molte domande per capire quali potessero essere le cause di questa insufficienza respiratoria e finalmente una piccola buona notizia, la respirazione, pur difficoltosa ed irregolare non peggiorava e si poteva evitare di intubare il piccolo Francisco.

I suoi tre giorni di terapia intensiva sono stati per noi terribili, era veramente straziante vedere il nostro piccolo cucciolo circondato da macchinari, con la flebo per nutrirlo, sensori vari per il controllo del battito cardiaco, della respirazione, della pressione.

Potevamo vederlo pochi minuti al mattino ed al pomeriggio, per questioni di sicurezza del reparto nei confronti degli agenti esterni ed era terribile vederlo nel lettino immobile, quando ci vedeva piangeva come non lo abbiamo mai visto piangere da quando lo abbiamo conosciuto, lui che è un bimbo solare e sorridente.

In quei giorni tremendi le sue condizioni erano stazionarie, siamo rimasti in sala d’aspetto anche durante la notte per riuscire a carpire qualche informazione ai medici. Abbiamo pregato intensamente il Signore e la Vergine Maria perché lo proteggessero e gli dessero la forza di superare anche questa avversità perché nella sua breve vita aveva già sofferto molto e affrontato tante prove.

Grazie al cielo le sue condizioni sono gradualmente migliorate, ma i medici continuavano ad avere dei dubbi sulla diagnosi, perché gli era stata diagnosticata una laringotracheobronchite, ma i medicinali con cui veniva trattato pur evidenziando dei miglioramenti, non davano la risposta prevista. I medici hanno deciso pertanto di effettuare una endoscopia nella laringe ed è finalmente stata trovata la causa dei suoi problemi, un virus che gli ha formato delle escrescenze che tendevano ad ingrandirsi, occludendo completamente la laringe ed impedendo la respirazione.

Bisognava dunque operare Francisco per asportare le escrescenze e liberare la sua laringe. Per fortuna i medici ci hanno detto che l’operazione non era invasiva né complicata. Pur rimanendo tutte le preoccupazioni dell’operazione eravamo sollevati dal fatto di sapere la causa dei problemi di respirazione del piccolo.

Per fortuna l’operazione si è svolta senza complicazioni e Francisco ha ricominciato ad avere appetito e a piangere un pochino meno, salvo quando vedeva comparire qualche infermiera in camera.

Questo periodo è stato veramente difficile, la sofferenza del nostro cuccioletto ci ha veramente provato, più di una volta ci siamo detti che avremmo preferito farci carico della sua malattia, se fosse stato possibile, e dispensarlo da una prova così dolorosa.

Grazie al cielo in questi momenti difficili ci sono stati vicini i nostri angeli custodi della missione. Vicini sia dal punto di vista spirituale che materiale. Dal punto di vista spirituale con la preghiera (dobbiamo ringraziare fortemente don Paolo, don Lorenzo e le suore per i momenti di preghiera per Francisco in parrocchia ed in missione). Dal punto di vista materiale ed affettivo, sono stati di enorme aiuto con le loro visite in ospedale, al piccolo ed a noi, l’invio delle provviste alimentari che servivano anche a convincerci a mangiare (anche se qualche volta lo stomaco era veramente chiuso), i trasporti a casa di uno dei due per darci una rinfrescata.

Non casualmente ci è capitato molte volte di dire al piccolo Francisco: forza devi stare meglio così tra poco torniamo a casa.

Il termine casa certamente era proiettato anche alla casa in cui viviamo in Italia, ma nell’immediato ci riferivamo alla missione del Guaricano.

Tutto ciò non è casuale, siamo stati accolti qui con tanto affetto ed amore, a braccia aperte e con gioia, questa per noi e Francisco in questi mesi questa è stata la nostra casa e le stupende persone che sono qui sono state la nostra famiglia, nei momenti di gioia e di sofferenza.

Un abbraccio con tutto il cuore ai nostri angeli custodi, per come ci sono stati così vicini in questo momento difficile!

Un grazie al Signore che ha dato al piccolo Francisco e a noi una prova difficile da superare per una famiglia formatasi da poco, ma ci ha dato anche la forza e l’aiuto per superarla!

Oggi pomeriggio avevo appuntamento all’Ambasciata d’Italia per ritirare il nuovo passaporto, visto che mi era scaduto.

Riferendomi al luogo comune di qua che l’Ambasciata è poco attenta agli italiani, devo dire che mi sono sentito trattato bene, e l’impressione è che le persone che erano lì con me altrettanto.

Complimenti, quindi, ai nostri connazionali! E grazie!

6:04 pm

Buon cammino!

Queste parole mi hanno sempre accompagnato, erano quelle che don Paolo già otto anni fa metteva come saluto nelle mail dalla missione… e mai come adesso le sento mie, vive e presenti dentro.

Il mio cammino è cominciato tanto tempo fa nella mia parrocchia ed è cresciuto nel corso degli anni, grazie anche ad alcuni incontri speciali. E dopo, l’esperienza della missione vissuta con don Paolo, don Lorenzo, le suore e tutte le persone del Guaricano: GRAZIE!!!

Quanto di voi ho dentro mentre mi muovo, cammino, vivo…

…è l’entusiasmo e la gioia che metto in ogni cosa che faccio per gli altri…

…è la capacità di accogliere e ascoltare le persone intorno a me…

…è il sorriso che immediato mi si disegna sulla faccia appena sento parlare di missione e di viaggio…

Ed è soprattutto quella mia voglia di fare, di “cambiare il mondo“,che condivido insieme a persone speciali come voi – un pensiero particolare va a donfra e ai ragazzi del Movimento Giovanile Missionario: GRAZIE di cuore!-.

Auguro ad ognuno di voi di trascorrere una Santa Pasqua di pace e gioia, e di essere luce per le persone che incontrate con la vostra semplicità, l’entusiasmo e la forza che avete dentro… BUON CAMMINO!


Francisco in braccio al suo nuovo papà, Fabrizio GeaÈ ormai trascorsa la seconda settimana di Francisco in missione. È molto felice, come noi, di essere qui. Probabilmente è più sereno di prima perché si sente circondato non solo dal nostro affetto, ma anche di quello di tutte le persone della missione. In questa settimana il piccolo ha avuto qualche problema di raffreddore e bronchite, ma per fortuna nulla di grave. Nonostante un po’ di fastidio per la tosse e la sua faccia non proprio entusiasta per i medicinali, sta meglio.

Sono arrivate delle buone notizie sul fronte del percorso dell’adozione. Finalmente l’avvocato referente del nostro ente, dopo un nostro pressing continuo dal 16 febbraio, data in cui aveva i documenti necessari, si è deciso a presentare la richiesta di omologazione dell’adozione il 28 di febbraio.

Ora rimaniamo in attesa della sentenza da parte del giudice incaricato, e sono più concrete le speranze di rientrare nel mese di marzo.

La scorsa domenica, dopo la Santa Messa, don Paolo ci ha invitato a presentarci alla comunità parrocchale. È stato un momento molto emozionante perché erano presenti molto bambini. Spiegando la nostra storia ci ha fatto molto piacere il calore di tutte le persone presenti, specialmente nei confronti del piccolo Francisco. Alla fine della funzione il piccoletto ha avuto baci, abbracci e carezze a volontà.

Un abbraccio caloroso a Lara che ci ha scritto precedentemente. Saremo sicuramente felici di venire a conoscervi di persona a Genova, appena tornati in Italia.

Un caro saluto ed un abbraccio anche ai nostri sacerdoti, don Carlo e don Diego, che pensano sempre a noi e ci ricordano nelle loro preghiere.

Stamattina alle 11 tutti i preti della nostra zona ci siamo dati appuntamento dal cardinal López Rodríguez, che è convalescente di un bypass al cuore. L’operazione è stata fatta nella prima metà di gennaio, e piano piano si sta ristabilendo. La cosa più fastidiosa che ha è la ricomposizione dell’apertura dello sterno: al tossire e allo starnutire gli fa abbastanza male.

Abbiamo concelebrato l’Eucaristia, alla quale il cardinale ha assistito senza né presiedere né concelebrare.

Nonostante la salute ancora malferma ci ha accolti con molta affabilità e ci ha fatti sentire a nostro pieno agio. L’ho vissuta, e credo don Lorenzo e gli altri preti pure, come un momento bello di fraternità presbiterale e di vicinanza spirituale con il nostro pastore.

Il piccolo Francisco con Fabrizio, il suo nuovo papà

Da una settimana ci troviamo in missione, con il il piccolo Francisco.

Prima di arrivare qui, eravamo molto preoccupati per il continuo prolungarsi della nostra permanenza a causa di problemi burocratici e lungaggini relative all’adozione del nostro Angelito de Dios. Purtroppo il percorso adottivo è lungo e complicato. Le nostre preoccupazioni erano aggravate anche dal fatto di sentirci soli in un paese straniero, con nostalgia di casa.

Abbiamo accolto l’invito di don Paolo e don Lorenzo a vivere con loro in missione con grande gioia. La divina provvidenza sembra averci guidato fino a loro.

Il piccolo Francisco con Tutti qui, Paolo e Lorenzo, Carmen e Francesco, tutte le suore, ci hanno fatto capire il significato di accoglienza, di ospitalità, conforto, accogliendoci a braccia aperte e con amore. Ci sentiamo veramente in famiglia ed anche il nostro piccoletto ha trovato tanti zii e zie che lo accudiscono e lo fanno giocare.

Grazie Signore!

9:30 pm

Senza internet

Siamo ancora senza internet (queste righe l’ho scritte alcuni giorni dopo e ho cambiato la data).

E comunque non è successo niente di significativo da nessuna parte. Lavori di routine.

Alcune sere di questa settimana le dedico a confessare la gente che sta facendo il Ritiro di Evangelizzazione.

È un momento veramente bello, perché tutti arrivano al sacramento (o al dialogo, quelli non pronti per ricevere la assoluzione) con una disponibilità straordinaria al Signore. Vedo una disponibilità a cambiare non comune, che è fonte di gioia per loro e anche per me.

È una delle gioie più belle del mio ministero qui! Grazie, Signore!

La Messa dei malati di oggi pomeriggio a Santa Margarita è stata celebrata da don Lorenzo, io mi sono limitato a concelebrare tranquillo per il persistente stato d’indisposizione. E mi sono dedicato a confessare, prima della Messa e anche quando stava cominciando.
Molta gente ha partecipato. La comunità si è attivata con molta gente che faceva la spola portando i malati. Un terzo di quelli che ha ricevuto l’unzione non camminava. C’era anche Santana, l’uomo de La Mina in carrozzella a cui don Fully & C. hanno aiutato a ricostruire un pezzo di casa.

Domani la Messa dei malati tocca nel settore san Ramón, e lunedì alla Divina Misericordia.

11:51 am

Indisposizione

Piccola indisposizione, già da ieri, con l’intestino in subbuglio. Mi sento debole ed ho un po’ di febbre. Spero di rimettermi in sesto presto.

Oggi pomeriggio abbiamo la messa dei malati. Mi sa che andrò come malato!

La comunità intera mi ha fatto sentire il calore del suo affetto, in occasione del mio compleanno.

A Messa ho ricevuto abbracci a non finire.
A scuola sono stato festeggiato insieme a Maribel, la segretaria che adesso lavora come maestra.

Le suore mi hanno fatto una festicciola nel consultorio con i medici e il resto del personale.

Nidia e i professori del collegio mi hanno fatto un’altra festicciola-sorpresa.

E a pranzo avevo invitato Marcial, Edilenia e la stessa Maribel, e con loro ci siamo passati un bel momento pure lì.

Insomma, ho sentito un gran affetto. Ho lasciato casa, padre, madre e fratelli, ma ricevo davvero il cento per uno!

Non sono mancate le telefonate di tutta la mia famiglia.

E, dulcis in fundo, mi ha chiamato don Piero dal ritiro del clero di Genova e mi ha passato anche mons. Bagnasco!

Grazie, Signore!

Compio oggi, 6 febbraio 2007, otto anni di servizio di parroco a Santo Domingo.

A volte mi domando se nel ’98 i miei superiori non sono stati un po’ incoscienti. Venivo tutto sommato da un’esperienza molto limitata: soltanto sei anni e pochi mesi di ordinazione, e un solo servizio, da viceparroco. Mi hanno mandato, ma a dire la verità le cose sono state più facili per loro perché io mi sono reso disponibile, proprio nel momento in cui i superiori volevano fare il cambio qui. Vedo un disegno della Provvidenza in questo: il viaggio in Tanzania a trovare don Leonard Teza nel luglio 1997 mi ha disposto al desiderio della missione, e poco più di un anno dopo ero già in viaggio per la Repubblica Dominicana!

Ricordo ancora quel 6 febbraio del ’99. Il cardinal Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, che è venuto a Santa Margarita per installare me in questa parrocchia e don Lorenzo come parroco di Santiago el Menor e Nuestra Señora del Amparo. Ricordo le prime prediche, con la lingua impastata nel parlare una lingua di cui non avevo padronanza…

Grazie a Dio il momento in cui ho preso la parrocchia coincideva con la preparazione della Gran Misión, la Grande Missione dell’Arcidiocesi di Santo Domingo in preparazione al Gran Giubileo dell’Anno 2000. Tutti i giorni alla fine della Messa recitavamo la preghiera composta dal cardinale per l’occasione. La Missione, e tutto quello che ha significato in quanto a momenti di formazione, conferenze, ritiri, mi ha dato la carica, e io ho cercato di trasmetterla alla parrocchia. In Santa Margarita si sono formati circa cinquanta missionari, che poi nell’anno del Giubileo si sono resi disponibili per le Missioni che si sono realizzate nelle varie zone dell’arcidiocesi. I missionari stavano fuori otto giorni, nei quali vivevano gomito a gomito con la comunità parrocchiale a cui erano inviati; di mattina visitando le famiglie che vivevano attorno al loro Centro di Missione, di pomeriggio e di sera realizzando gli incontri kerigmatici con bambini, ragazzi, giovani e adulti. E a fine luglio la missione è toccata anche a noi, ed è stata una gioia grande accogliere i sessanta missionari che ci sono stati mandati ed evangelizzare insieme a loro!

* * *

Il ricordo della Gran Misión mi riempie il cuore di ricordi grandi, ma mi aiuta anche a tematizzare che in questi otto anni ho imparato molte cose riguardo all’evangelizzazione.

Ho sperimentato prima di tutto nella pratica di tutti i giorni che l’evangelizzazione non è un momento ma un processo. Il contatto e il lavoro insieme all’équipe di servizio del SINE (Sistema Integral de Nueva Evangelización), arrivato alla Repubblica Dominicana dal Messico, mi ha aiutato a pensare e strutturare il processo-cammino di evangelizzazione della parrocchia, con le sue tappe necessarie:

  • la ricerca dei lontani, realizzata nelle missioni parrocchiali porta a porta e nelle visite individuali alle famiglie;
  • il primo annuncio o kerigma, realizzato concretamente nei Ritiri di Evangelizzazione;
  • l’accompagnamento catechetico, portato avanti nei cammini che seguono il Ritiro;
  • la vita di piccola comunità, fatta carne nelle Comunità Apostoliche;
  • le tappe sacramentali, vissute da quanti ancora non avevano celebrato il loro incontro con Cristo, con al primo posto l’Eucaristia domenicale, vero motore della vita parrocchiale;
  • l’impegno missionario degli evangelizzati, realizzato soprattutto nella visita mensile alle famiglie loro affidate.

Aggiungo a ciò quanto stiamo iniziando in questi mesi: il discepolato personale, che consiste nel fatto che ogni evangelizzato abbia un fratello un po’ più avanti nel cammino che lo aiuta a revisionare mensilmente i principali ambiti esterni della vita cristiana.

In secondo luogo, ho imparato ad applicare alla pratica pastorale il libro del Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti, che a Genova solo sapevo che esisteva perché me ne avevano parlato nel seminario, ma che non avevo mai avuto occasione di leggere e soprattutto trasformare in vita. Al trovarmi qui con adulti, giovani e bambini di tutte le età da battezzare, ho dovuto giocoforza studiarmi il RICA, domandare, informarmi, sensibilizzare, far capire che è possibile ripristinare il catecumenato antico. Ringrazio il Signore perché la comunità si è lasciata guidare, in questo come nell’altra questione difficile da trattare che è il battesimo dei conviventi. Anche su questo la comunità ha riflettuto, è arrivata a capire, e mi dà una mano adesso a spiegare che non si può ricevere il battesimo se si vive ancora una situazione di peccato.

Dentro a questi itinerari catecumenali ha rivestito per me un significato specialissimo il poter allestire una piscina battesimale nella quale immergere totalmente le persone che si battezzano. Dire loro “Io ti battezzo”, e sommergerli effettivamente, spingendo sott’acqua tutta la persona e vedendola riemergere, è per me un’emozione che tutte le volte si rinnova.

E ancora, all’interno dei cammini di preparazione ai sacramenti ho dovuto inventarmi sussidi di catechesi, che ho rivisto anno dopo anno, e che con gioia potrò lasciare a chi continuerà il lavoro.

Ancora, ho avuto la gioia di accompagnare la nascita e i primi passi di una nuova parrocchia, la Divina Misericordia, scorporata nel 2005 da Santa Margarita, nonché di accompagnare fino all’ordinazione diaconale il mio più diretto collaboratore all’interno di essa, Marcial. Ho visto un po’ come una partoriente e un po’ come un’ostetrica i primi vagiti della nuova parrocchia, l’ho aiutata a fare i primi passi e ad avere il coraggio di muoversi e di lavorare. E in questi giorni accompagno il processo simile della nascita della nuova parrocchia di Santa Virginia, in quello che è il settore San Ramón di Santa Margarita, e anche qui la prossima ordinazione diaconale di colui che mi aiuterà ad esserne il pastore, Juan Luis.

Infine, ho imparato a valorizzare la scuola come elemento del cammino di evangelizzazione. La grande opera iniziale di don Lino di far partire e di dare una buona colonna vertebrale alla scuola primaria mi ha permesso di guardare più avanti. Ho visto nascere la scuola serale e prendere forma più piena il liceo, ho visto rafforzarsi il cammino di chiesa di tanti maestri e bidelle, ho imparato a delegare funzioni. Ho imparato, aspetto su cui riconosco che ero carente, a trattare con rispetto tanti collaboratori (nella scuola ci sono ottanta persone che ci lavorano!), a incoraggiarli con amicizia e a riprendere con amore tanti piccoli difetti.

E soprattutto, lo Spirito del Signore ci ha guidati, tutta la comunità scolastica insieme, a strutturare momenti di formazione per le famiglie degli studenti. Da tre anni una volta al mese facciamo lezione ai genitori invece che ai figli! Con risultati incoraggianti e testimonianze preziose. Rimane nascosto nel mio cuore il sogno che il Centro Educativo si faccia espressione consapevole della comunità parrocchiale nel proporre un cammino di evangelizzazione diretta a tutte e ognuna delle famiglie dei nostri strudenti. Lo vedrò o non lo vedrò? non lo so, ma prego e lavoro perché ci si arrivi!

* * *

Un secondo grande filone per il quale sento riconoscenza, nella tappa di questi otto anni, è la ricchezza di relazioni umane che ho potuto e posso vivere qui a Santo Domingo.

Non posso non ringraziare per l’accoglienza che ho ricevuto dai confratelli presbiteri dominicani. All’inizio sono stato soprattutto il padre Abraham Apolinario, che mi ha aiutato in maniera speciale a entrare in un tessuto parrocchiale scosso dalla partenza di don Lino, e il padre Ricardo Arias, da cui ho ricevuto assessoria continua per lo meno per due anni, per poter capire qualcosa della scuola che ho ricevuto in gestione e del ruolo che vi dovevo svolgere. Per non parlare poi dell’accoglienza sincera e sempre disponibile del cardinal Nicolás, della vicinanza del Nunzio Apostolico mons. Timothy Broglio, dell’affabilità sincera del padre Lorenzo Vargas e del padre Nelson Acevedo, e di tanti altri, che in mille modi mi hanno fatto sentire parte di questo presbiterio. Non ho perso la vicinanza dei confratelli del clero genovese, con i quali è sempre stata una gioia reincontrarmi tutti gli anni nei periodi di vacanze italiane, e ho ricevuto dal Signore nuovi confratelli nel presbiterato, nel contatto con i quali il mio sacerdozio è cresciuto e maturato.

Un altro dono specialissimo di questi otto anni è stata la fioritura di varie vocazioni dal tessuto della vita parrocchiale. L’inizio del cammino di suor Cristina, nel 2001, e poi da lì a poco l’entrata in seminario di Heriberto, mio figlioccio, nel 2003; e poi Willy, Miguel Ángel, Elvis, Franklin, Alex. Due di loro sono già al primo anno del seminario maggiore, mentre gli altri sono ancora al minore.

E come se non bastasse, il 2006 è stato l’anno dell’inizio dell’aspirantato di Taína e Yúdith, che mostrano segni di buona maturità umana, cristiana e vocazionale. Altre ragazze poi si stanno decidendo a iniziare lo stesso cammino, tutte con le nostre suore! E vedo che altri ragazzi e ragazze sono in ricerca. Non mi sarei mai immaginato tanta ricchezza di vocazioni! Veramente il Signore mi ha fatto vedere cose grandi!

E parlando di suore, sono stati otto anni di amicizia spirituale profondissima con le sorelle delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario. Camminare vicini ai passi di queste sorelle, e al tempo stesso con profondo rispetto, collaborando nella parrocchia, nel consultorio (ahimé, poco), nella scuola. E la mensa comune, dove si condividono le speranze e i timori, tutti i giorni, dove si scherza e ci si rende partecipi di quanto visto attorno a sé… È un’esperienza grande, della quale ringrazio profondamente il Signore! Ricordando in maniera specialissima suor Patrizia, che nel 2003 ci ha preceduti tra le braccia del Padre del Cielo, ma anche suor Valeria, suor Roberta (tornata a lavorare nella sua India) e suor Susanna. E senza dimenticare le sorelle che ho come compagne di viaggio oggi: suor Modesta, venuta qua insieme a me, suor Blessila, suor Cristina e suor Serafina. Ognuna di loro è specialissima ed un dono grande del Signore per me.

Per ultima, l’esperienza di vivere in comunità la fraternità sacerdotale. In questo sono stati o sono compagni di viaggio anzitutto don Lorenzo, che ha la mia stessa anzianità in terra dominicana, e che rappresenta per me più di un fratello, don Franco, don Piero. Con don Lorenzo abbiamo condiviso la scoperta di questa cultura – non avevamo nessuno che ci potesse spiegare le cose in maniera più diretta – e di questa chiesa, del paese, dei costumi, dei limiti e delle ricchezze dei fratelli dominicani. Personalmente ho imparato con Lorenzo a condividere la passione per il lavoro pastorale, e ho sempre trovato in lui un collaboratore disponibilissimo.

E non è mancato l’appoggio, materiale e di vicinanza umana, di tanti fratelli e sorelle genovesi, don Piero, don Giandomenico e don Francesco al Centro Missionario, ma anche tanti altri che mi hanno sempre dato una mano. E tra tutti loro in maniera un’altra volta specialissima i vescovi che abbiamo avuto: il cardinal Canestri, vero padre quando ero a Genova così come quando mi ha inviato al Guaricano, il cardinal Tettamanzi, il cardinal Bertone con cui abbiamo avuto la gioia di condividere un’intera settimana di vita comune, e ora monsignor Bagnasco. Ognuno di loro è una perla specialissima in questi miei otto anni di servizio dominicano. E credo di poter dire che nonostante la lontananza fisica ho potuto parlare con loro molto più che altri confratelli di Genova.

* * *

Oggi, 6 febbraio 2007, queste povere parole esprimono la gioia di questi otto anni di servizio dominicano. Continua il servizio, in quest’anno che probabilmente è l’ultimo, e sono sicuro che continueranno i doni del Signore, insieme alle inevitabili prove. Sono un prete felice, e questi otto anni sono parte viva della mia felicità!

Grazie, Signore Gesù, mio Salvatore, e grazie a tutti voi!

Sono già alcuni giorni che dico “lo scrivo”, solo che poi sono sempre piuttosto presa e alla sera mi dedico a rispondere alle mail per i viaggi missionari estivi e al prossimo incontro del Movimento Giovanile Missionario.

Adesso però mi sono decisa!Intanto grazie per tutte le belle foto che ci sono sul sito; i resoconti dell’anno 2006 di vita in Guaricano sono in coda di stampa, quindi presto avremo anche quelli da distribuire come materiale della missione, lavoro davvero fatto bene, complimenti!

Poi: le mie ragazze di catechismo di Pegli si sono viste sotto l’articolo “bambini eccezionali” e hanno apprezzato. Grazie Don Paolo, hai sempre un pensiero particolare per tutti!
Bella anche la foto di noi all’aereoporto! La mattina che abbiamo accompagnato don Paolo all’aeroporto secondo me non è stato un caso che l’aereo fosse in ritardo. Abbiamo avuto un po’ di tempo non previsto per stare insieme, a ripensarci è stata una bella cosa! Vi spiego: sento o vedo Don Francesco molto spesso, solo che siamo sempre di corsa, quasi mai c’è il tempo di scambiare due parole con calma… L’altro giorno poi avevo con me non solo don Francesco ma anche don Paolo, Carmen e Francesco Zannini… Eravamo al bar e volevo gridare a tutti: ma lo sapete quante belle persone ci sono qui vicino a me?

Veniamo alle mille e una cosa che stiamo facendo, vi aggiorno un pochino:

  • Sono alcune mattine che giro per Genova per distribuire ai vari istituti religiosi i manifesti dell’incontro del Movimento Giovanile Missionario che ci sarà a febbraio con l’arcivescovo e Tarcisio Mazzeo: ho scoperto che la missione la conoscono veramente tutti! Già che c’ero ho fatto propaganda ai DVD e distribuito gli ultimissimi calendari, penso che a volte basti dedicare un po’ di tempo e un sorriso alle persone che incontri ed ecco che le conquisti!
  • Una mattina don Francesco, nonostante le tremila cose che ha da fare, ha fatto con me il giro delle parrocchie di Voltri, Prà e Pegli: don Lino di Voltri è stato contento di vederlo, e anche io ho apprezzato la cosa che sia stato dalle nostre parti…
  • Ieri sera ho cominciato un “cammino” con gli scout dello stesso don Lino, e precisamente con il gruppo dei più grandi. Abbiamo parlato della missione di Santo Domingo e visto le foto, mentre il DVD lo abbiamo programmato per il prossimo incontro. Con la fascia 12-16 anni abbiamo invece stabilito tre incontri (di modo da portare avanti un progetto insieme); queste attività sono previste a partire da metà febbraio e una volta la settimana, così poi loro avranno il tempo di sviluppare i temi trattati al sabato quando fanno “condivisione”.
  • La prossima settimana, oltre all’incontro che avremo con l’arcivescovo, don Francesco viene una sera a Pegli a parlare agli scout di Sant’Antonio delle missioni, chissà che magari qualcuno non decida quest’estate di partire…
  • In futuro comunque sono previsti altre riunioni con i ragazzi interessati ai viaggi estivi, vi saprò dire!
  • Le pergamene solidali vanno benone, dopo Natale ho avuto una decina di richieste, con calma stiamo preparando le prime e organizzando le successive.

Un abbraccio a tutti, specialmente a don Lorenzo e alle suore!

Era già dall’agosto scorso che non si riuniva il Consiglio Pastorale della Divina Misericordia. Tra gli altri fattori c’era anche, lo riconosco adesso, una certa dose di stanchezza mia. Tornando dal soggiorno a Genova mi ritrovo con il desiderio di far girare le cose!

Abbiamo fatto un’estesa verifica dei mesi passati, che ha permesso di accentuare vari aspetti della maturazione della comunità. La maturazione più significativa è che si è persa la paura di fare attività di settore. I vari responsabili di settore, e la loro gente con loro, si lanciano a fare attività dove loro devono rispondere.

Si è parlato anche della decima, che da ottobre va a finire alle casse di settore per portare avanti i piccoli progetti del settore stesso. Ciò richiederà una nuova presa di coscienza di come possiamo dare la decima, che per molti equivale a dare dieci (sic!) pesos. È vero che molta gente è povera, ma anche solo mettendo da parte un peso al giorno a fine mese se ne hanno trenta!

Si è programmato il prossimo Ritiro di Evangelizzazione, sarà a metà febbraio, e si sono fissate un certo numero di altre date.

Abbiamo parlato infine del fatto che io sono quasi in scandenza, e del fatto che dobbiamo preparare la comunità perché non sia un momento di smarrimento ma di impegno rinnovato.

Tre ore in tutto la durata di questo consiglio, ma ne è valsa la pena!

Cari tutti,

vi scrivo per ricordarvi che domani 8 gennaio alle 20.45 in Centro S.Matteo si svolgerà l’incontro del Movimento Giovanile Missionario sul tema “La Pastorale nelle parrocchie genovesi di Santo Domingo“. Come già avrete capito a presentare l’argomento sarà lo stesso Don Paolo, che porterà ai giovani la sua esperienza di sacerdote e missionario in Guaricano.

Io non vedo l’ora sia già domani sera! Sarà sicuramente l’occasione per molti di rivedere Don Paolo; e insieme avremo modo di riflettere sul cammino missionario intrapreso dalla Diocesi di Genova a Santo Domingo. Ecco perchè l’invito di partecipare all’incontro è rivolto, oltre che ai ragazzi del MGM, anche a tutti i sostenitori della missione.

Allora io e Don Paolo vi aspettiamo, un abbraccio di pace!

Cari tutti,

vi scrivo per ricordarvi che domani 8 gennaio alle 20.45 in Centro S.Matteo si svolgerà l’incontro del Movimento Giovanile Missionario sul tema “La Pastorale nelle parrocchie genovesi di Santo Domingo“. Come già avrete capito a presentare l’argomento sarà lo stesso don Paolo, che porterà ai giovani la sua esperienza di sacerdote e missionario in Guaricano.

Io non vedo l’ora sia già domani sera! Sarà sicuramente l’occasione per molti di rivedere don Paolo; e insieme avremo modo di riflettere sul cammino missionario intrapreso dalla Diocesi di Genova a Santo Domingo. Ecco perchè l’invito di partecipare all’incontro è rivolto, oltre che ai ragazzi del MGM, anche a tutti i sostenitori della missione.

Allora io e don Paolo vi aspettiamo, un abbraccio di pace!

Carissimi amici e benefattori,

28 Ottobre 2006: 8 anni al Guaricanoapprofitto dei giorni che passo a Genova con la mia famiglia per lasciarvi un racconto un po’ più organizzato di quella che è stata la vita della missione nell’anno che è appena passato. Vuole essere un ringraziamento al Signore per tutto quello che abbiamo potuto vivere, e un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno bello, con molti momenti intensi di vita di fede e con ricchezza di relazioni umane. Vi racconto le cose più importanti, per fare memoria dell’amore del Signore che ci ha accompagnato e che ha reso possibile tutto questo.

Genova presente!

Cominciamo con i fratelli di Genova che si sono fatti nostri compagni di viaggio. In gennaio abbiamo avuto con noi Erika e Alessandro, una coppia giovane di Sant’Eusebio. Insieme a loro sono venuti don Giulio Boggi, che è stato con don Lino il primo missionario al Guaricano, don Franco Buono, che ha lavorato qui per tre anni, e don Mario Montaldo.

Tutto il mese di marzo invece ci ha accompagnato Carmen Moro, una sorella di Geo, che ha alleggerito il lavoro della cucina. Più avanti nell’anno, in agosto è stata la volta di Sandra Iannoni, che si è cimentata nello stesso servizio. Entrambe sono state nominate cuoche dell’anno della missione!

Don Gianfranco ha presieduto l'Eucaristia alla Divina MisericordiaNella seconda metà di aprile è stata la volta di Gianni e Cinzia, entrambi attivissimi nell’Azione Cattolica genovese, insieme a Julia, una giovane liceale, e a don Gianfranco Calabrese.

A inizio giugno la breve visita di don Francesco Di Comite e di altri cinque adulti genovesi, che hanno fatto tappa da noi dopo aver passato qualche giorno nella nuova missione di Cuba.

Franco, Paolo e Francesca con suor SerafinaIn novembre abbiamo poi avuto con noi due oculisti genovesi: Franco Reggiardo e Paolo Dell’Erna. Si sono fermati rispettivamente una e due settimane, realizzando visite e operazioni delicate nel nuovo ambulatorio di oculistica. Francesca, figlia di Paolo, ha dato una bella mano a suo padre!

Come vedete, è stato un anno molto ricco: tutti questi fratelli e sorelle ci hanno portato, insieme al pesto e al parmigiano, peraltro graditissimi, la vostra vicinanza, il vostro affetto, la vostra preghiera. Chiediamo al Signore che anche il 2007 ci porti tanti messaggeri e ambasciatori dell’amore della nostra chiesa. Sì, perché in una realtà come quella del Guaricano, dove la gente fa di tutto per andarsene, la stessa gente rimane colpita profondamente dal fatto che ci sia chi invece viene qui, a respirare polvere nei giorni belli e a camminare nel fango quando piove: ogni visita è un segno vivo dell’amore di Dio che si esprime con tenerezza a questi fratelli dominicani!

Nel 2006 non abbiamo avuto visite di gruppi di giovani, ma il 2007 si preannuncia buono in questo senso: don Nicolò ha intenzione di organizzare un gruppo, e anche il clan del Genova 26 con i suoi capi e con il loro assistente don Francesco saranno con noi. Li aspettiamo, loro e tutti quelli che il Signore ci invierà, con grande gioia!

Inviati dalla Chiesa genovese

Il nostro lavoro di missionari al Guaricano non può dimenticare mai che siamo inviati dalla Chiesa Genovese, e che ci situiamo all’interno del lavoro di Cooperazione Missionaria che tutta la Chiesa Italiana porta avanti.

Lara con suor Serafina e FiammettaMolte persone hanno lavorato, a Genova, per tenere vivo nella diocesi il legame con la missione. L’Ufficio Missionario Diocesano, con don Giandomenico e don Francesco, e il Movimento Giovanile Missionario. Lara Cavezarsi, da parte sua, oltre a rendersi presente in molte iniziative ha realizzato il primo Calendario del Guaricano! L’ex Arcivescovo di Genova, il card. Tarcisio Bertone, non ha mancato mai di dimostrarci affetto e vicinanza.

Da parte mia ho avuto il dono di rappresentare la nostra comunità missionaria nell’incontro di tutti i missionari fidei donum italiani che lavorano in America Latina. Per quattro giorni, nel mese di febbraio, siamo stati insieme a Salvador, in Brasile: occasione preziosa di conoscenza e di scambio di esperienze.

La Chiesa Genovese poi ci ha dato e ha ricevuto molto, grazie anche al DVD che l’amico Tarcisio Mazzeo, giornalista della RAI, ha preparato dopo la sua visita del novembre 2005. Il servizio da lui realizzato è stato trasmesso varie volte sulle reti RAI regionali e nazionali, e in formato digitale si sta distribuendo gratuitamente a tutti gli amici della missione. Un lavoro ben fatto, frutto di una dedizione amorosa e appassionata!

Il nostro lavoro nella pastorale dell’Arcidiocesi di Santo Domingo

Con alcuni preti della nostra zona pastoraleInviati da Genova, lavoriamo nel tessuto vivo dell’Arcidiocesi di Santo Domingo. Con essa stiamo vivendo la preparazione alla V Conferenza dei Vescovi Latinoamericani, che si terrà a Aparecida, in Brasile, nel 2007. Abbiamo così vissuto vari momenti di incontro, consultazione e formazione; e spesso si prega per questo appuntamento, che indicherà le linee portanti della vita della chiesa latinoamericana per i prossimi dieci anni.

Va avanti pure lo sviluppo del Terzo Piano Pastorale Arcidiocesano. Ispirato al Movimento per un Mondo Migliore (in Italia è conosciuto come NIP), prepara la Chiesa di Santo Domingo all’appuntamento del 2011, che costituirà il quinto centenario dell’erezione canonica dell’Arcidiocesi. Il Terzo Piano Pastorale è stato ed è una benedizione per tutte le parrocchie: stimola alla comunione, mette in cammino le parrocchie stanche, raggiunge tutta la popolazione attraverso l’esperienza mensile della lettera alle famiglie e le azioni significative che si realizzano all’interno di ogni settore delle parrocchie. Inoltre sta aiutando molto le nostre comunità parrocchiali a “lanciarsi” di più in ognuno dei settori in cui sono suddivise; e i frutti si vedono, perché la gente sente la Chiesa più vicina a sé, e si avvicina di più alla Chiesa stessa.

I passi delle parrocchie

Messa dei malati alla Divina MisericordiaVi avevo parlato già l’anno scorso della nuova parrocchia della Divina Misericordia. Grazie a Dio il lavoro in questa nuova parrocchia si è consolidato. La Messa della domenica è sempre più una festa gioiosa – don Lorenzo è parte di questa gioia -, e le attività pastorali si portano avanti parallelamente a quelle di Santa Margarita. Particolarmente significativo è stato il momento della Missione Parrocchiale di Agosto, che alla Divina Misericordia è stata coordinata interamente da Marcial, il nostro caro diacono, e che si è potuta realizzare molto meglio perché portata avanti separatamente.

Nel 2006 per la prima volta le Celebrazioni Penitenziali di Avvento e Quaresima sono state ristrette solamente alle persone che possono ricevere l’assoluzione. Per i conviventi (qui li si chiama popolarmente amancebados) abbiamo organizzato momenti di dialogo separati, nei quali hanno avuto più tempo per fare un dialogo approfondito con il sacerdote e si è potuto studiare insieme come portare avanti il cammino verso la riconciliazione piena con Dio. Ve lo sto raccontando con soddisfazione, perché è stata una cosa che il Vescovo di Santo Domingo ha chiesto, e che all’inizio ho faticato ad accettare. Ci ha imposto un cambiamento nella forma di lavorare, ma ha portato effettivamente frutto!

Gita al mare con Marcial e i seminaristiSono molto contento anche per i seminaristi che il Signore ci ha mandato. Due di loro, Willy e Miguel Ángel, hanno iniziato il seminario maggiore, gli altri cinque sono ancora al minore; inoltre c’è un ragazzo di Santa Margarita, Deivy, nel seminario dei salesiani, e in occasione della missione di agosto la comunità l’ha potuto conoscere. Con questo bel gruppetto abbiamo passato una bella giornata tropicale al mare il 26 dicembre, momento di svago ma anche occasione preziosa di formazione.

Sul fronte dei ministri laici, il vescovo ha rinnovato gli incarichi. In prima persona avevo fatto con loro un cammino di formazione di più di un anno. I ministri sono in tutto quaranta, e aiutano nella distribuzione della comunione, soprattutto ai malati, ai quali la portano tutte le domeniche mattina. Dodici di essi, poi, sono incaricati anche dell’annuncio della parola nei settori.

Marcia per la vita e per la pace con il Nunzio ApostolicoI giovani hanno lavorato sodo. Ci sono gruppi giovanili in vari settori della parrocchia, che hanno momenti forti comuni nei campi estivi – per bambini, adolescenti e leaders dei gruppi –, e nella Settimana giovanile di inizio dicembre. Nelle attività estive i nostri seminaristi hanno dato una mano significativa! E sono stati ancora alcuni giovani ad organizzare, a fine novembre, una Settimana per la Vita, culminata in una Marcia che ha visto la partecipazione del Nunzio Apostolico: grande soddisfazione, a suggello di un lavoro ben impostato.

E il 2007 sarà l’anno di apertura della nuova parrocchia di Santa Virginia, nella zona dei campos: Jacagua, Los Cazabes, Duquesa. Se ne è parlato con il vescovo e con la gente per tutto il 2006, e l’Arcivescovo di Santo Domingo ha già ricevuto il progetto pastorale. Un imprenditore edile ha regalato un terreno per il quale egli stesso ha promesso un apporto significativo di un milione di pesos (circa 25.000,00 euro) per la costruzione della chiesa. L’apertura della nuova parrocchia coinciderà poi anche con l’ordinazione diaconale di Juan Luis, un signore quasi cinquantenne di Santa Margarita, che si è preparato con cura, e adesso le cose sono mature per l’ordinazione. Riceverà dal vescovo l’incarico di seguire e guidare il cammino di questa parrocchia nuova, naturalmente sotto la mia responsabilità di parroco.

Un aspetto inquietante del 2006 è stato il furto del tabernacolo di Santa Margarita. Nella mattinata del 31 di Maggio è stato portato via, ad opera, sembra, dei membri di una “Nazione”, un gruppo delinquenziale imparentati con il satanismo. Il movente: celebrare probabilmente una Messa Nera il giorno 6 giugno, giorno che aveva la particolarità di rispondere al numero 6-6-6 (sei giugno duemilasei), che sarebbe il numero della bestia dell’Apocalisse! Purtroppo la polizia non è riuscita a stabilire nessuna responsabilità concreta, e il delitto è rimasto senza seguito giudiziale.

Il dispensario, una risorsa preziosa

La farmaciaPrima opera della missione, nata nel 1992, il dispensario medico realizza un lavoro sempre più qualificato. L’opera generosa di suor Serafina e di suor Blessila dà temperamento cristiano all’istituzione.

Attualmente abbiamo un medico generale, un pediatra, un ginecologo, un laboratorio di analisi in convenzione, oltre naturalmente al Centro di Nutrizione, che offre pasti nutrienti a venti/trenta bambini poveri e denutriti. La farmacia popolare, che offre le medicine a prezzo di costo, è un altro fiore all’occhiello della missione.

Babbo Natale in visita ai bambini del centro nutrizionaleIl 2006 ha significato poi l’inizio dell’ambulatorio di oculistica, reso possibile dalla donazione delle apparecchiature che ci sono arrivate a fine 2005. Oggi un oculista dominicano visita tutti i giovedì mattina e realizza semplici chirurgie a prezzo contenuto. E siamo orgogliosi di questo, perché è l’unico servizio specialistico di questo tipo presente non solo in Guaricano, ma anche nei quartieri circostanti.

Continua pure il lavoro dell’ambulanza, con il nostro don Lorenzo impegnato in prima fila nell’organizzazione di autisti e volontari, e disponibile in prima persona per il servizio notturno.

Il lavoro della scuola

Don Giulio in visita a una seconda elementareLa scuola continua a pieno ritmo il suo lavoro. Con 1100 bambini nella scuola primaria (elementari e medie), 240 nel liceo, e 200 nella scuola serale primaria, si porta avanti un lavoro che non è solo di educazione scolastica, ma anche di formazione del personale e delle famiglie.

Infatti realizziamo quindicinalmente momenti di formazione religiosa per tutto il personale, mentre mensilmente ognuno dei maestri realizza un momento di formazione per i genitori dei suoi alunni. Questo ci ha permesso di agire in maniera più profonda sul tessuto delle famiglie. Il mio sogno e la mia preghiera è che si arrivi a costruire processi di evangelizzazione esplicita per i genitori dei bambini. Anche con gli studenti del liceo si realizzano momenti di ritiro, e vengono invitati sistematicamente ai gruppi giovanili.

Il nuovo laboratorio di informatica con i 40 computersGrazie al contributo della Regione Liguria, che nel 2005 ha stanziato varie decine di migliaia di euro per le aule di informatica, nel gennaio 2006 abbiamo iniziato l’insegnamento dell’informatica agli studenti del secondo ciclo della primaria (quinta – terza media) . Gli studenti che frequentano le lezioni del mattino seguono le lezioni di informatica al pomeriggio, e viceversa, ogni classe per due ore alla settimana. L’idea è che arrivino al liceo già con buone basi, in maniera che nella scuola superiore si offra loro una preparazione molto qualificata e in grado di inserirli meglio nel mondo del lavoro.

A questo riguardo, sotto richiesta della totalità dei genitori dei nostri alunni abbiamo iniziato un processo che ci porterà con l’anno scolastico 2007/2008 a trasformare il nostro liceo, che fino ad adesso è simile a un liceo scientifico, in un politecnico. Avremo due specialità, verosimilmente contabilità e informatica, e saranno necessari aggiustamenti nella distribuzione del personale. Ci sta costando un certo sforzo, organizzativo ma anche economico, ma siamo certi che risponderà a un’esigenza concreta e avvicinerà la nostra scuola al mondo del lavoro.

La scuola serale, alla quale c’era stato nell’estate del 2005 un cambio della guardia nella persona che la coordina, aveva vissuto un periodo di stanchezza, con pochi alunni e malesseri nei maestri. Grazie a Dio il 2006/2007 è stato l’anno della ripresa, con il massimo storico nel numero di iscritti. E questo grazie anche alla vostra preghiera! Gli alunni della serale che finiscono la terza media ci chiedono insistentemente di implementare il liceo serale, ma per adesso non è possibile; chissà in futuro…

Se da anni la scuola è autosufficiente economicamente, per lo meno per la gestione ordinaria, riceve invece una bella mano dalla Chiesa Genovese attraverso le borse di studio, che permettono il proseguimento degli studi a quasi un centinaio di alunni del liceo.

Sul fronte della collaborazione con lo stato, una buona notizia di quest’anno è l’assunzione, da parte dello stato, di una buona fetta di quei maestri e bidelli che ancora non erano stati assunti: ciò ha rappresentato per loro un notevole sollievo, con la sicurezza di un’economia familiare che sarà più stabile.

La prof. Laura con suo marito Mario il giorno delle nozzeInfine, tre maestre hanno potuto sposarsi: Ana Marlemny, insegnante di matematica, Laura Peña, di lettere, che fino ad ora stavano convivendo. Il nostro corpo docente è ora più vivamente inserito nella vita della Chiesa e nell’amore di Cristo. Si è sposata pure Belkis, professoressa di biologia nel liceo, la qual cosa è stata ancora più bella per il fatto che, a differenza della maggioranza, non ha ceduto alla tentazione della convivenza.

La comunità delle suore

Voglio dirvi qualcosa di più anche delle nostre magnifiche suore. Anzitutto sono quattro: suor Serafina e suor Blessila, che lavorano nel dispensario, e suor Modesta e suor Cristina, che lavorano nella scuola. Senza di loro la missione sarebbe molto più povera. La gente ringrazia Dio tutti i giorni per la loro presenza, che rappresenta un segno di amore grande per tutta la comunità del Guaricano.

La festa di Nostra Signora del Rifugio, patrona delle suoreCome sapete, suor Cristina è una vocazione scaturita dalla parrocchia di Santa Margarita. Come lei, ora altre tre ragazze sono in cammino verso la vita religiosa, e stanno facendo un periodo di esperienza nella casa delle suore: Taína, Yúdith e Carolina. Tutte e tre hanno un bel cammino di chiesa alle spalle, nella catechesi e nei gruppi giovanili, e sotto la guida dolce e materna di suor Serafina si preparano per il noviziato che, con l’aiuto di Dio, inizieranno in quest’anno 2007.

Suor Daniela, suor Eliana, suor Carlita con la comunità e le aspirantiIn novembre, la comunità ha ricevuto la visita di suor Daniela Burol, la madre generale, che con suor Eliana stava accompagnando in Nicaragua la neo professa suor Carlita. Le abbiamo viste all’andata e al ritorno. Purtroppo un incidente di macchina in Nicaragua, grazie a Dio senza conseguenze permanenti, ha impedito loro di fermarsi qualche giorno di più con noi.

Don Lorenzo

Don Lorenzo al lavoro per la comunitàNon vi ho parlato molto di don Lorenzo. Il suo carattere schivo, alieno dai riflettori, si sposa egregiamente con uno stile di laboriosità nascosta.
Don Lorenzo ha portato avanti anche quest’anno l’impegno per l’acqua. A Jacagua ha coinvolto la comunità nella realizzazione di un piccolo impianto per estrarre l’acqua dal sottosuolo e distribuirla a un gruppo di famiglie a cui l’acqua posta dal Comune non poteva arrivare. E ha trovato molta collaborazione nelle famiglie beneficiarie, con grande sua soddisfazione. Dove la comunità assume e fa proprio lo sforzo di chi l’aiuta, le cose continuano per il meglio!

Oltre a questo, in cucina, nel dispensario, nei mille lavoretti da fare in casa, don Lorenzo rende concretamente possibile tutto quello che succede nella missione. Per non parlare del lavoro parrocchiale, soprattutto alla Divina Misericordia e nelle cappelle dei campos, dell’attenzione ai malati, delle confessioni. E senza ripetere quanto già detto sull’impegno dell’ambulanza. Con uno stile di servizio operoso che è di edificazione per ognuno di noi.

Qualche passo in avanti nella tecnologia

A livello tecnologico, una nuova centralina telefonica ci facilita di più la comunicazione tra casa, dispensario e parrocchie. Grazie poi a un contributo di un ente statale dominicano, si sta aprendo un centro pubblico di accesso a internet, che dovrebbe servire soprattutto agli studenti per realizzare lavori di ricerca. Da parte nostra abbiamo lavorato perché non si possa accedere a siti di contenuto moralmente pericoloso, così come non permetteremo l’uso delle stanze di chat, usate qui spesso e volentieri per adescare minori per il mercato della pornografia.

Anche il diario sul web della missione si è rinnovato, con una nuova grafica più dominicana e con la possibilità di introdurre commenti da parte dei lettori. Il nuovo indirizzo è: . Visitateci, vi aiuterà a sentirvi là con noi!

La situazione del paese

Un accenno finale alla situazione sociopolitica del paese.

Il 2006 è stato segnato da due fatti. Anzitutto l’avanzamento dei lavori della metropolitana di Santo Domingo, con molte polemiche da parte delle forze sociali per il pozzo senza fondo del costo dei lavori, a scapito di molte altre opere che non sono state programmate.

E poi le elezioni amministrative. Abbiamo senatori, deputati e sindaci nuovi. Come già nel 2002, un solo partito (diverso da quello di quattro anni fa) ha il controllo di tutte le istituzioni dello stato. Che Dio ce la mandi buona!

Grazie!

Concludo, quindi, questa carrellata. Volevo essere più breve, ma le cose sono tante, grazie a Dio! Solamente voglio dire ancora una volta: il Signore è grande. Tutto quello che avete potuto leggere è opera sua, è lui che l’ha ispirato e che l’ha reso possibile, suscitando collaborazione attiva e operosa in Guaricano e a Genova.

Per questo dico, non solo al Signore, ma anche a tutti voi: Grazie! Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

Siamo quasi a Natale, e voglio farvi qualcosa come un riassuntino di questi giorni di Avvento.
Cos’è successo in questo tempo nella vita della missione?

  • All’inizio di dicembre abbiamo avuto la Settimana Giovanile, durante la quale circa duecento giovani si sono visti tutte le sere condividendo l’allegria e vari temi di formazione.
  • Il fine settimana seguente c’è stato il Ritiro parrocchiale d’Avvento: domenica mattina e pomeriggio, e animato da un’équipe del Rinnovamento Carismatico; o meglio, due équipe, perché ce n’è stata una a Santa Margarita e una alla Divina Misericordia. Entrambe hanno lavorato molto bene.
  • Il venerdì prima dell’Avvento c’era stato il ritiro del personale della scuola, al quale quest’anno ha partecipato anche il personale del dispensario medico. L’abbiamo fatto alla Escuela de Evangelización, a pochi kilometri dalla scuola, in un’oasi di pace e serenità. Piaciuto a tutti. Sono quelle iniziative i cui frutti si vedono nel lungo termine, concretamente in rapporti di lavoro più distesi e in maggior amore al lavoro.
  • A partire dal giorno 10, quasi tutte le sere c’è una celebrazione penitenziale in una delle parrocchie della zona, e i preti ci aiutiamo vicendevolmente nel servizio delle confessioni. Sono riuscito ad andare a quattro celebrazioni, senza contare le due delle mie parrocchie. Anche Lorenzo si è fatto il mazzo, anzi, più di me, perché è andato alle due parrocchie più lontane: La Victoria e la Hacienda Estrella.
  • Visto che non possono confessarsi, ai conviventi ho dedicato momenti a parte nei vari settori: questi momenti mi hanno permesso di vedere e dialogare con gente più aliena ai giri ufficiali delle parrocchie, e con molti siamo arrivati a individuare cammini personalizzati di avvicinamento ai sacramenti. Molta gioia per me, e direi anche per molti di quelli con cui abbiamo avuto il dialogo.
  • Negli ultimi giorni abbiamo avuto vari pranzi e cene natalizi: con i preti della zona, con la scuola, con il consultorio, con i bambini del Centro di Nutrizione. Momenti belli, significativi, dove prevale la gioia dell’incontro e la bellezza dello stare insieme, oltre naturalmente a piatti semplici ma ben prelibati.
  • In questa settimana abbiamo la novena di Natale, che è un momento di preghiera e riflessione basato sui testi liturgici. La stiamo facendo tutti i giorni prima della messa del mattino. Partecipa qualcuno di più di quanti abbiamo di solito alla Messa feriale.
  • Sempre di questa settimana sono gli Aguinaldos, camminate fatte all’alba nelle quali si sveglia la gente cantando e annunciando loro la vicinanza del Natale. Quest’anno c’è stata molta più partecipazione dell’anno scorso, perché si sono organizzati in ogni settore o porzione di settore, in accordo all’indicazione del Terzo Piano Pastorale che chiede che si lavori il più possibile vicino alla gente. E anche perché in ogni settore hanno coinvolto giovani che non sono della chiesa, i quali si sono uniti con tamburi, latte, trombe e quanti altri “strumenti” avessero. Questa presenza giovane ha dato vita (qualcuno lo chiama rumore) all’iniziativa.
  • In questi ultimi giorni abbiamo vari matrimoni. Due si sono già fatti la settimana scorsa, e tra il 23 e il 25 saranno cinque: uno è una coppia di fidanzati, gli altri hanno attorno ai 10 anni di convivenza sul groppone. La gente qui ama sposarsi sotto Natale, per il clima molto caldo che si crea, e anche per il freschetto che rende tutto più facile!

Tutto questo è il nostro Avvento, carico di gioia e di speranza, e con un po’ più di lavoro, fatto peraltro molto volentieri.

Un abbraccio natalizio a tutti!!!!

Augurissimi di Buon Natale e Buon Anno!

altagracianavidad.JPGGuardate che cose carine sa fare don Lorenzo!!!!!

La Vergine contempla e adora suo Figlio, fatto carne per noi, ce lo dona e ci invita a unirci a lei nell’adorazione e nella fede.

Buon Natale ormai prossimo a tutti!

Oggi pomeriggio, nel settore Nueva Jerusalén de La Mina ho avuto l’occasione di parlare con parecchie persone, la maggior parte conviventi, altri vedovi o soli. Qualcuno di loro è veramente a un passo dalla grazia di Dio, altri hanno bisogno di piccole decisioni, la maggior parte sembra ancora lontana, ma con la voglia di mettersi in cammino.

Unica nota disdicevole: le zanzare che non mi hanno dato tregua tutto il pomeriggio: dovevo tenere le gambe e anche le braccia in una specie di leggero moto perpetuo per evitare che mi pungessero, e nonostante questo non ho avuto un minuto in cui non mi prudesse da qualche parte. Spero per lo meno che non mi abbiamo trasmesso il dengue!

Un piccolo episodio intestinale mi ha suggerito di passare la mattinata in casa. Forse ci voleva, avevo un po’ di stanchezza accumulata.

Invece nel pomeriggio sono andato, prima di Messa, da un malato, per la confessione e l’unzione. Al momento dell’unzione hanno partecipato tutta la famiglia, compresi vari uomini (cosa che non è facile). Il signore che ha ricevuto i sacramenti è un uomo di mezz’età, che ha un cancro allo stomaco. Non riesce a mangiare perché rimette tutto quello che ingerisce.

Ha fatto la sua confessione con una sincerità e una semplicità che mi hanno commosso.

Domani qualche ministro straordinario gli porterà la comunione.


Franco Reggiardo, Paolo Dell'Erna e Francesca con don Paolo

Dopo una settimana dal nostro arrivo (Franco, Paolo e Francesca) solo adesso riesco a raccogliere e descrivere qualche frammento di vita in missione.

Il primo impatto dominicano: arrivo alle h 22.00 locali con 30 gradi è stato subito rimosso dall’arrivo festoso di don Paolo e don Lorenzo con seguito di Sorelle e ragazze della parrocchia venuti a prenderci con pick up e ambulanza. Mia figlia Franci si è offerta di salire dietro al pick up non conoscendo le strade del Guaricano (l’asfaltatura quando c’è non è delle migliori). Dopo il traffico caotico del centro ci siamo diretti verso il barrio del Guaricano e qui le immagini e le idee di Santo Domingo fatte in Italia, sono state subito rivedute e corrette!

Il Lavoro fatto da Paolo, Lorenzo e le Sorelle è impossibile quantificarlo, stanno gestendo una struttura enorme (missione centrale, scuole, parrochia …) che in Italia per poter farne un decimo (siamo oculisti..) ci vorrebbe uno staff di 100 persone e più.

Abbiamo iniziato il giorno seguente a fare le prime “consulte” oculistiche. Nella prima giornata abbiamo visto 50 persone. Francesca, che studia archeologia, si è trasformata in una assistente oculista molto brava, facendosi in quattro fra traduzioni estemporanee, controllare gli occhiali e aiutare le ragazzine a scegliere montature un po’ più graziose, e conquistandosi le loro simpatie.

I pazienti dominicani del barrio sono meravigliosi, vengono anche molte ore prima a prendere il posto, si portano i bambini, sono di una serenità sconvolgente. Ma cosa sarà? L’aria calda, il sole cocente che ti fa grondare sudore, i miasmi delle fogne a cielo aperto, le baracche di un solo locale dove vivono intere famiglie, gli aquiloni fatti con sacchetti della spazzatura…

Grazie alla grande esperienza chirurgica del collega Franco si è anche potuto iniziare a fare qualche intervento ambulatoriale per quanto riguarda una delle più frequenti patologie del Centro America, gli pterigi (neoformazioni benigne della congiuntiva che se non asportate possono arrivare a ricoprire la cornea in maniera tale da ridurre molto la vista).

Le visite oculistiche le abbiamo potute effettuare presso il centro medico della missione (un fiore all’occhiello), grazie ai colleghi che ci hanno preceduto (Carlo Mosci e Massimo Corazza) con attrezzature di ottimo livello.

Abbiamo anche conosciuto un collega oculista locale,il dott. César Belén, che una volta alla settimana viene a visitare. Abbiamo visto anche l’ospedale, uno dei pochi ospedali pubblici con servizio oftalmologico. Qui non esiste assistenza statale come la intendiamo, ci sono molte cliniche private all’americana (ti visito se paghi…). Comunque anche nell'”ospedale” le condizioni igieniche sono… Nonostante ciò si fanno molti interventi oculistici dalle cataratte alla retina e naturalmente gli pterigi, che qui sono chiamati uñas (lett. “unghie”).

Oggi Domenica siamo andati alla Messa in Parrocchia. Una folla cosÌ non l’ho mai vista, una partecipazione così non la vedrò più se non ritornando (spero proprio di sì).

Ciao!

P.S.: Se qualche turista per caso qui a Santo Domingo cercasse un ristorante… consiglio vivamente la cucina di don Lorenzo, merita una deviazione!!!

La giornata di oggi degli esercizi è stata completamente di deserto: nessun momento comune fino alle tre di pomeriggio, ora in cui abbiamo avuto la Liturgia Penitenziale, seguita dalla Messa.

Ho potuto leggere il Vangelo di Marco nella sua interezza, tutto d’un fiato, come ci aveva consigliato don Doglio, il professore di Scrittura del Seminario, e vi assicuro che è stata un’esperienza molto bella. Si colgono dettagli d’insieme che normalmente nella lettura liturgica sfuggono.

La cena è stata speciale, anche perché celebravamo i 16 anni di ordinazione del padre Jairo, il missionario fidei donum colombiano. Poi, dopo cena, una sorpresa: un buon gruppo di laici delle varie parrocchie, insieme all’équipe diocesana del piano pastorale, sono venuti a passare un momento insieme noi. Momenti belli e delicati, dove ti senti chiesa!

Il mio primo giorno di ritiro è stato segnato dal sonno e dal riposo. Sono arrivato tardi alle varie meditazioni e celebrazioni, spero che domani sia meglio.

In compenso abbiamo avuto la gradita (per tutti) sorpresa che a dare il ritiro non c’era il solito prete degli anni scorsi del Movimento per un Mondo Migliore, che è il movimento che ci accompagna nell’applicazione del Piano Pastorale diocesano. Tale padre risultava abbastanza ostico a tutti: diceva cose belle ma non aveva il dono della comunicativa.

Invece appunto quest’anno c’è un padre della Diocesi di Santiago de los Caballeros, il padre Vinicio Disla, il quale parla a braccia ma con una capacità unica di mantenere l’attenzione dell’uditorio: è un continuo citare preti, suore e vescovi della storia dominicana, in una sequenza di aneddoti gustosissimi oltre che edificanti. È un padre di lunga esperienza (ha quasi cinquant’anni di matrimonio), e si è ordinato prete insieme al cardinal Nicolás López Rodríguez.

È un bel regalo che il Signore ci ha fatto. Sono Esercizi belli!


Paolo, suor Modesta e Lorenzo al compiere 8 anni di missione

Oggi io, Lorenzo e suor Modesta festeggiamo otto anni di presenza nella missione. Siamo arrivati il 29 ottobre 1998, ricordo benissimo quei tempi, era passato da solo un mese il ciclone George, la gente era ancora frastornata e non riusciva a riprendersi.

A poco a poco, le parrocchie hanno ripreso vita e sono tornate a girare bene.

Da parte mia voglio dire un grazie grande al Signore per questi anni bellissimi che mi ha donato. Qualche problemino, ma molte di più le cose belle vissute. Grazie, Signore!

9:40 pm

Biglietto aereo

Ho comprato il biglietto aereo, sarò a Genova dal 28 dicembre (parto di qua il 27) al 19 gennaio. Spero di vedere tutti voi che mi leggete, e anche qualcun’altro!

8:59 pm

Un po’ stanco

Stamattina alle dieci e mezza ho dovuto gettarmi sul letto, e ho dormito fino a mezzogiorno. Avevo un po’ di stanchezza accumulata.

Adesso, un po’ più riposato, mi sento meglio.

Le suore sono molto care, soprattutto adesso in assenza di Lorenzo mi trattano molto bene. Ieri sera abbiamo cenato insieme, è stato un momento molto semplice e allegro!

Metà della mattinata e metà del pomeriggio me li sono passati in centro, recuperando pezzi per sostituire nei vari computer e apparecchi VoIP.

Ho dovuto anche andare in banca, dove mi hanno fatto aspettare 40 minuti per ricevere l’autorizzazione dell’operazione, che era di un’altra filiale.

Risultato: un sacco di kilometri macinati (Santo Domingo ha un’estensione in larghezza di 15/20 km, e sono andato quasi da un capo all’altro), molto traffico, e ritorno a casa alle quattro del pomeriggio.

In compenso con i pezzi comprati sono riuscito a far ripartire la centrale telefonica dal lato delle suore e a rimettere in rete i pc delle suore e di Lorenzo.

È stato faticoso, ma ne è valsa la pena. Grazie, Signore!

1:23 pm

Messa al vapore

La Messa di stamattina l’ho dovuta celebrare “al vapore”, come dicono qui, cioè di fretta. Nella notte non ero stato bene, e sono andato in parrocchia perché mi spiaceva non esserci per tre battesimi, che erano di due figli di una coppia di ciechi e un altro ragazzo handicappato.

Purtroppo durante la Messa ho sentito la debolezza, e ho dovuto stare seduto i più possibile per arrivare in fondo.

Il resto della giornata me lo sono passato in letto.

9:55 pm

Febbre

Stamattina Teófilo ha fatto una conferenza molto bella ai giovani del campo adolescenti, presentando la famiglia in chiave esperienziale.

Da parte mia però sono fermo in casa per una laringite con febbre.

Oggi pomeriggio ho dovuto affidare a Jacinta la formazione dei missionari della prossima missione parrocchiale.

In compenso ho potuto mettere a punto la lettera mensile a tutte le famiglie e passarla a Edilenia perché la inizi a stampare.

Domani spero di stare meglio, ho la Messa al campo adolescenti.

Ho dovuto fare oggi vari giri in città: ho riportato l’inversore delle suore dove l’avevano riparato, perché continuava a dare problemi; ho poi dovuto fare un salto in banca dietro all’aggiustamento delle firme nei conti, e a farmi cambiare gli apparecchi VoIP che si sono rotti.

Sono stato oggi pomeriggio a celebrare Messa a Hato Viejo.

È un campo a 30 km da Santo Domingo. Il parroco è padre Cecilio, che è prete da due anni e che quando era seminarista veniva a fare pastorale nella nostra parrocchia. Visto che celebravano la novena della festa patronale mi ha invitato a presiedere la messa di un giorno della novena.

Ho fatto il viaggio, accompagnato da Pepe e da Willy, uno dei nostri seminaristi, sotto un’acqua battente.

La Messa è stata in tono minore, perché il settore a cui toccava animarla è dall’altra parte di un torrente che passa vicino a Hato Viejo, e non essendoci un ponte vero e proprio l’acqua alta del torrente non ha lasciato passare nessuno. In qualche maniera però la Messa l’abbiamo fatta, qualcuno a qualche maniera ha fatto i canti, e io ho provveduto nella omilia a motivare il lavoro del terzo piano pastorale diocesano.

Una cosa che mi ha colpito è stata la presenza della regina e della vice regina. Si tratta di due adolescenti del paese, scelte per la loro serietà. Tutti i giorni della novena presenziano con un vestito bianco e una fascia rossa a tracolla, e con una specie di corona in testa. Secondo quello che mi spiegavano è una forma di dare forza ai valori che queste giovani vivono. Tutti gli anni si scelgono diverse regine e vice regine.

Hato Viejo è anche il posto dove viveva Mamá Tingó, una donna che, in una circostanza in cui un uomo del governo voleva prendersi la terrra dei contadini, è stata in prima fila della resistenza dei contadini stessi, al punto che l’hanno ammazzata. Un busto nel mezzo del paese (mezzo maltrattato dalle intemperie purtroppo) ricorda la sua persona. Vicino a Santa Margarita vive sua figlia Juana, che è anche lei una persona impegnata nella lotta per i diritti della comunità.

In una settimana sono morti i due dischi rigidi di due computer, prima quello che usa Lorenzo e poi quello che uso io.

La coincidenza è casuale o correlata? L’unica correlazione è che una settimana fa hanno messo tensione alla centrale di trasformazione elettrica che c’è di fianco a noi. Non mi azzardo a sospettare che sia il campo elettromagnetico dei 68,000 Volt dei fili e dei trasformatori, ma la concomitanza mi sembra troppo precisa per non essere reale…

Grazie a Dio avevo risolto un mese fa il problema dei backup di tutti i computer: quello meno usato l’ho configurato per copiarsi periodicamente i dati di tutti gli altri, nove pc in tutto. Mi era costato un po’ di lavoro, ma effettivamente ne è valsa la pena. Tutti i dati di Lorenzo si sarebbero persi; i miei dati no, ma perché avevo configurato precedentemente un backup locale dei soli dati del mio pc a un secondo disco, l’unica cosa è che adesso posso fare un semplice restore di tutto il disco rotto, mentre con il solo backup vecchio avrei dovuto riinstallare tutto e copiarmi i dati dal secondo disco.

Ti dà soddisfazione vedere i frutti del lavoro. Grazie, Signore!

Non posso che essere orgoglioso della nostra squadra.

Anche se non ho visto la partita (ero in parrocchia al ritiro di preparazione alla Missione Parrocchiale) sono contento del risultato, e sono sicuro che il mio lavoro qui è occasione di orgoglio per il nostro paese almeno quanto la vittora riportata dalla Nazionale!

Rieccomi qui, a poche ore dalla finale di oggi ( forza Italia!!!).

Vi scrivo perchè mi piace poter ricordare anche sul sito che oggi è un giorno speciale e non solo per la partita che ci sarà tra poco. Perciò me ne approfitto per portare la seguente testimonianza: questa mattina nella Parrocchia di Sant’Ambrogio di Voltri si è celebrata la Messa per il cinquantesimo anno di sacerdozio di Monsignor Giovanni Battista Caviglia ed è stata una bellissima occasione di festa per tutta la comunità che lui ha formato in questi anni. Io lo volevo ricordare alla missione perchè è soprattutto grazie a lui e a don Paolo se mi sono avvicinata così tanto a questa realtà che mi ha regalato l’anno scorso un periodo bellissimo e che continua a esser presente nella mia vita di ogni giorno.

Don, se per caso Natalina riesce magicamente a collegarsi a internet in questi giorni e se le leggerà questo messaggio, sappia che lei per me costituisce un esempio di vita cristiana da imitare e un punto di riferimento importantissimo. Che a volte le parole non servono a dimostrare la gratitudine per essermi stato vicino sempre, che l’abbraccio per non sentirmi sola scambiato prima di partire per Santo Domingo l’anno scorso lo sento ancora adesso.

Ma là, nel barrio sola non mi sono mai sentita e capisco cosa voleva dire quando mi ripeteva le parole “Non abbiate paura…” perché il Signore se operiamo nella Sua carità ci è vicino sempre.

Quindi un grazie di cuore per tutto ciò che ha fatto per me e per avermi dato la possibilità di starle accanto anche in altre esperienze forti come quelle con le bimbe del Don Orione nei campi a Sassello.

E non smetta di abbracciarmi…

La finale di domani non la vedrò.

Qui in Repubblica Dominicana la trasmettono, ma la gente non vi fa molto caso. Il paese è un satellite americano, e anche nello sport gravita sul baseball e sulla pallacanestro.

Un altro motivo per cui non la vedrò è perché abbiamo un ritiro in preparazione alla prossima missione parrocchiale di agosto, e non ha senso che me ne stia a casa.

Mi spiace un po’, mi sarebbe piaciuto vivere l’emozione di essere (probabilmente) campioni del mondo. Ma so che, quello che lascio per il Signore, lui mi dà cento volte tanto.

Vi chiederete cosa è l’Escoge. Prima di tutto si legge “escohe” (con l’h aspirata), e in spagnolo significa “scegli”.

È un fine settimana per giovani sul tipo del Cursillo di Cristianidad, analogo in certi senti alla genovese Proposta.

Come la maggior parte di queste esperienze, si chiude con la Messa festiva, che è stata appunto ieri sera.

Sono andato a fare l’Escoge c’era il mio figlioccio Heriberto, nostro primo seminarista. Con lui c’erano un centinaio di altri giovani della diocesi, accompagnati da una ventina di animatori.

L’impatto su di me è stato bello, nonostante un po’ di stanchezza e l’ora tarda: la Messa è cominciata alle dieci di sera ed è finita alle undici e mezza. È stato bello abbracciare Heriberto e dirgli che ero contento per la bella esperienza che aveva fatto. Spero anche che altri giovani si decidano e si lancino a quest’avventura che non può che farli maturare.

Prima di Heriberto aveva fatto l’Escoge Willy, un altro dei nostri seminaristi, e Loraida, una giovane maestra della nostra scuola. In quest’ultima in particolare ho potuto vedere con i miei occhi il cambio di vita che c’è stato in lei: si è riavvicinata in maniera impegnata alla chiesa, ha lasciato certe ruvidezze di carattere, è più serena.

Il momento che ho vissuto mi ha fatto venire la voglia di conoscere meglio l’Escoge, in maniera da potermene fare promotore più cosciente.

A causa della vendita dell’americano Citibank (dove abbiamo i conti) al canadese Scotiabank, dovevamo risottoscrivere i contratti dei vari conti.

Così oggi ci siamo passati 4 ore in banca: Io, suor Serafina e suor Modesta.

Due ore sono state di attesa per entrare dal funzionario, e due ore per svolgere il lavoro.

E non abbiamo finito, perché devo andare a raccogliere la firma del vicario di Amministrazione della curia, che pure lui firma sui conti. Inoltre don Lorenzo deve andare a farsi conoscere.

Il più è fattoQ

Domani, 30 maggio, compio 14 anni di ordinazione presbiterale. È stato l’arcivescovo Giovanni Canestri che mi ha ordinato nel 1992.

Mi farete un regalone partecipando alla Messa, dove siete, e ringraziando con me il Signore per quello che ho potuto vivere finora.

E se potete chiedetegli anche con me che mi mantenga fedele a questo ministero che mi ha dato.

Grazie!!

La nuova centrale è quasi pronta. I pezzi ce l’abbiamo praticamente tutti, sono riuscito a configurarli, ma non è stato facile, mi ha salvato, mi ha salvato uno script di configurazione automatica che ho trovato in rete!

In realtà poi le centrali sono due, una per la casa e una per la parrocchia/scuola, intercomunicanti, grazie alla connessione wireless attraverso cui condividiamo anche internet.

Adesso mi mancano due switch, e due ciabatte, nonché far passare qualche cavo (ma non sono molti).

Vi saprò dire quando è tutto a posto. L’aspirazione mia è che possiamo comunicare tra casa e parrocchia in maniera diretta, senza spendere. Con meno linee telefoniche, razionalizzando le risorse: passeremo, se tutto va bene, da sette linee a quattro.

E dovrebbe esserci anche la possibilità che a un cellulare mio le chiamate risultino gratis (vi spiegherò come). Nonché la possibilità di chiamare in maniera diretta con il VoIP in Italia (noi) e in (India) spendendo molto meno.

Che dire? grazie, Signore, per questi sviluppi tecnici, e perché mi dai un po’ di intelligenza per starci dietro!

Anche oggi c’è stata una gita allo stesso fiume di ieri, questa volta degli studenti del nostro liceo. Hanno partecipato un centinaio.

C’è stato qualche problemino alla partenza perché si erano infiltrati altri ragazzi che non erano dei nostri, e in particolare ce n’era uno che aveva una faccia e un curriculum poco raccomandabile. Così abbiamo dovuto prendere la decisione di lasciarli tutti a casa.

Per arrivare è stata un’impresa. Un pullman, una vecchia corriera che doveva avere almeno trenta primavere, ha avuto dei problemi meccanici per la strada, grazie a Dio risolti. L’altro si è perso, ma è riuscito ad arrivare prima del precedente.

Io sono andato in macchina con suor Cristina, Taina e Cáterin. Ci siamo fermati solo nella mattinata.

Prima di andare via ho fatto in tempo a scoprire che cinque studenti avevano speso 500 pesos (13 euro) per comprarsi una bottiglia di wisky. Che naturalmente gli abbiamo requisito.

A sera mi hanno chiamato i genitori che erano alla gita, per dirmi che anche il resto della giornata è filato tutto liscio.

Stamattina abbiamo vissuto con Lorenzo una bella esperienza di spiritualità.

La vicaria del clero ha organizzato una giornata di spiritualità, in pratica una mattinata, in una parrocchia del centro.

La prima parte, una conferenza del cardinale arcivescovo sull’enciclica “Dio è amore”. Bella, anche se da ascoltare con molta attenzione.

E poi, l’adorazione eucaristica, pregando e riflettendo sullo stesso tema dell’enciclica.

La cosa è stata molto piacevole, e ancora di più al finire l’adorazione, quando ci siamo spostati al salone parrocchiale per il pranzo!

Sono stato un’oretta nella nostra scuola notturna, e l’ho trovata “seduta”. Alle sei e mezza, ora di inizio delle lezioni (teoricamente), c’erano solo cinque studenti, e nessun professore. Su mia insistenza Germania, la direttrice docente, ha iniziato la preghiera comune alle sei e quaranta, e quando stava finendo è arrivato il primo maestro. Poi, poco a poco, sono arrivati anche gli altri. L’ultima è arrivata alle sette e dieci. Con buone maniere e in tono scherzoso ho fatto loro capire che bisogna aggiustare l’orario di arrivo, e qualcuno mi ha fatto capire che ci avrebbe provato.

Naturalmente il grosso degli studenti arriva dopo le sette. Ahimé! I maestri vengono tardi perché vengono tardi gli studenti, e gli studenti vengono tardi perché vengono tardi i maestri!

Cosa possano imparare a questa maniera, non lo so.

La popolazione studentesca delle scuole serali è difficile, chiaramente, ma i maestri lo sono ancora di più, perché nel paese l’andazzo è che chi riesce a farsi trasferire a una scuola serale ha praticamente smesso di lavorare. E questo affetta anche maestri che di giorno lavorano molto bene.

Forse la colpa è anche mia: nella scuola serale mi faccio vivo troppo poco…

Alla riunione di quasi fine d’anno dei genitori del nostro liceo abbiamo toccato varie cose importanti.

Da parte di Nidia, la direttrice docente, sono stati trattati vari temi legati alla disciplina, tra cui quelli relativi alla “promozione”, cioè allo sforzo degli studenti dell’ultimo anno (il quarto, qui) per trovare i soldi con cui pagare la festa della graduazione, dove le foto, l’affitto di toghe e berretti, la festa in discoteca, il tutto si porta via circa 2,500 pesos (62 euro) per studente. E qui non sono pochi. Lo stile della quasi totalità dei licei è che gli studenti organizzano feste in discoteca, gite, lotterie, ecc. insomma, tutto quello che può aiutarli a raggranellare soldi. Da due anni siamo arrivati alla decisione di proibire tutto questo, per due motivi: perché tante attività (soprattutte feste e gite) culminano spesso in disastri: i ragazzi di un politecnico vicino a noi hanno fatto una festa in discoteca e c’è scappato il morto, uno di loro; e poi perché i ragazzi mettono la testa più in quelle attività che nello studio. E c’è anche un altro problema legato a queste attività: i ragazzi scelgono un tesoriere, che spesso e volentieri sparisce con il gruzzolo. Adesso, il fatto è che i nostri studenti di terza di quest’anno hanno cominciato a organizzare – di nascosto – attività di raccolta fondi (ricordo che un sabato mattina andando a una riunione del clero un po’ fuori Guaricano me li sono trovati a un semaforo a chiedere un “pedaggio” agli automobilisti: ho visto i ragazzi, e li ho salutati, e si sono nascosti dalla vergogna). Per evitare che la cosa vada avanti gli abbiamo posto una multa di 100 pesos a testa, e lo stesso anche con quelli di quarta per alcune cosette che sono successe anche con loro. Allo stesso tempo abbiamo sensibilizzato i genitori sulla negatività di queste attività, tanto più se fatte di nascosto.

Suor Cristina, da parte sua, ha parlato un po’ della maniera in cui ha fatto la scuola di religione. Il suo lavoro è molto bello, ma esigente. In questo ha tutto il mio appoggio di direttore; da parte di ragazzi, invece, ci sono state delle lamentele, perché anche qui la religione è considerata dagli studenti una materia cuscinetto. A suor Cristina ho chiesto quindi di spiegare il suo lavoro, e l’ha fatto egregiamente. Credo che i genitori hanno percepito che ci sta a cuore la formazione umana e cristiana dei loro figli. Per essere il primo anno che una suora lavora nel liceo, sono contentissimo!!!!

A me è toccata la parte economica, con il bilancio dell’anno uscente e il preventivo dell’anno prossimo. Correlato al preventivo c’è il discorso della quota da pagare, che determiniamo in maniera da coprire le spese, principalmente quelle di personale (sono un 60%), e poi il gasolio del generatore, le riparazioni, ecc. Per il personale spenderemo l’anno prossimo lo stesso di quest’anno, perché il ministero ci ha nominato due maestri e una bidella, ma faremo un aumento del 10% al personale. La quota mensile sarà quindi leggermente più alta, anche perché l’anno scorso avevamo iniziato con un attivo di più di 100,000 pesos, mentre quest’anno la previsione è di finire in parità. E la quota si alza un po’ anche perché aggiungeremo due ore di scuola a ogni classe, rafforzando le materie principali: spagnolo e matematica.

Ho anche presentato una possibilità che è emersa nei giorni scorsi: quella di lasciare la modalità “generale” che stiamo seguendo adesso, e che è una sorta di liceo scientifico italiano senza latino, per muoverci verso uno stile da “politecnico”, cioè da scuola professionale. Quando ho sottoposto la cosa all’assemblea dei genitori, chiedendo loro se volevano continuare come adesso o cambiare verso il politecnico, all’unanimità hanno espresso la preferenza per il politecnico. Segno che c’è un desiderio da parte loro che i figli escono dal liceo più preparati per il mondo del lavoro.

Alla fine, una chicca: abbiamo consegnato dei diplomi di “genitore speciale” a una quindicina di loro, che si sono distinti per l’interessamento eccezionale per la vita scolastica dei rispettivi figli: visitando la scuola spesso, venendo tutte le volte che li si chiamava, partecipando alle riunioni informative e formative. È stato un tocco di classe che Nidia ha proposto, e che ha avuto un solo effetto negativo: molte mamme pensavano che avremmo dovuto darlo anche a loro, perché effettivamente avevano partecipato praticamente come i premiati. Nidia ha dovuto arrampicarsi sugli specchi per spiegare perché a quelli sì e a loro no, e mi ha dato l’idea di non aver convinto quasi nessuno. Ma non importa. L’importante è che abbiamo fatto un gesto di apprezzamento verso le famiglie più presenti nella vita scolastica.

Dalle nove e mezza (di mattina) che è cominciata la riunione abbiamo finito alle undici passate. Ci sarebbe stato bene un turno di domande, ma l’ora tarda e la necessità di mettersi dietro al pranzo da parte delle mamme non ce l’hanno pemesso.

Tutto sommato è stato un momento ben gradevole. Grazie, Signore!