Contributi nella categoria 'Divina Misericordia'

5:41 pm

Missione

Oggi inizia La Missione Famiglia  (per le coppie) nelle due parrocchie della Divina Misericordia e di Santa Margherita. Le coppie della comunità stanno visitando casa per casa per motivare le famiglie a partecipare.

Anche abbiamo la Missione Infantile a tutti sabati per i bambini che partecipano al catechismo.

Vi chiedo una preghiera speciale per questo motivo.

 

Stamattina ho potuto presiedere l’Eucaristia alla Divina Misericordia. La gente mi sembrava meno del solito, ma forse è perché siamo in estato e ci può essere gente in vacanza. Accoglienza festosa, tanti abbracci pieni d’affetto.

Poi, alle 9.30, la Messa dei giovani a Santa Margarita. Come sempre, inizio Messa con poca gente, ma alla predica ce n’erano molti di più. Il Vangelo parlava della moltiplicazione dei pani, e da noi c’è stata invece la moltiplicazione della gente!

Stasera avremo la Messa dei nove giorni di lutto di Lorenzo in casa, la presiederà padre Cecilio Sosa, che è nostro amico (mio, di Lorenzo, delle suore) fin da quando era in seminario. E si fermerà a cenare e a dormire da noi.

Ieri, nel parco silenzioso e raccolto (condizione ambientale quasi introvabile da questi parti) della parrocchia di San Felipe de Villa Mella, si è riunita la comunità cristiana della Divina Misericordia per il ritiro/convivenza annuale; momento vitale per la parrocchia, poiché in esso si rivive il cammino compiuto e si proietta lo sguardo sul futuro, oltreché ravvivare la fede nel presente.

Un momento quindi molto atteso da tutti e vissuto con entusiasmo e convinzione, con il desiderio vivo di creare accordo e unità di intenti, nella carità. Desiderio manifestato anche con segni esterni, come, ad esempio, la maglietta azzurro chiaro indossata da tutti i presenti che favoriva l’illusione di poter “curiosare” già le schiere angeliche.

I temi erano molto interasanti: Gesù Cristo riferimento centrale della nostra vita, essere servitori di Gesù, e la comunione con lo Spirito Santo.

La giornata è terminata con la celebrazione dell’Eucaristia.

Anche quest’anno si sta facendo il campo estivo dei bambini, dal 7 all’11 di questo mese di luglio.
Tra le due parrochie ci sono quasi 425 bambini, e  65 animatori si sono presi carico dei bambini. I responsabili hanno insegnato ai bambini l’educazione generale, amare e servire al Signore, praticare la S. Messa tutte le domeniche, lavorare e giocare con l’equipe.

Attraverso questo campo i bambini si sono divertiti molto e sono rimasti molto contenti, così come i responsabili. Non abbiamo fatto mancare la presenza delle suore, peró hanno sentito molto la mancanza di don Paolo, pazienza!!!

Oggi  la Francisca Estévez (kica), della Parrocchia della Divina Misericordia, è partita per l’Australia per participare alla GMG.

È stata accompagnata all’aeroporto dal diacono Marcial, e tutti i parrocchiani la accompagnano con la preghiera.

Noi siamo contenti di aver potuto mandare una rappresentante del Guaricano in Australia.

8:25 pm

Auguri Marcial!

Oggi Marcial compie tre anni di ordinazione diaconale.

Augurissimi!!! Il Signore ti conceda sempre, Marcial, di servirlo con amore come lo stai facendo adesso!

Forse non ve l’ho ancora detto, ma da quando me ne sono andato Marcial sta facendo tutto il mio lavoro!

Infatti il nuovo parroco non è ancora arrivato, e nel frattempo è lui che ha in mano le redini delle due parrocchie e della scuola. E lo sta facendo molto bene, chiaro, senza inventare nulla di nuovo, ma portando avanti bene quanto abbiamo fatto negli ultimi anni.

Ad agosto dovrebbe arrivare il parroco e due curati giovani, e sicuramente Marcial ritornerà a fare una vita un po’ più tranquilla. O forse no. Perché ha una bella generosità, e il lavoro se non ce l’ha se l’inventa.

Ad multos annos, Marcial!

Oggi abbiamo festeggiato santa Blessila (o non so come si chiami questo santo o santa).

La gente a Messa le ha detto parole molto carine, oltre a cantarle una canzone di auguri.

Nel consultorio le hanno fatto una bella festicciola pure.

L'onomastico di suor BlessilaE poi a tavola, a mezzogiorno, abbiamo continuato i festeggiamenti.

Augurissimi, di santità, suor Blessila!

Stasera ho celebrato l’Eucaristia nella cappella del Chimbú, la cappella Padre Misericordioso, nata nell’Anno del Padre, che era il 1999.

Ho visto una comunità ben viva, probabilmente, per l’occasione, accresciuta dal fatto che era la mia ultima presenza in quella cappella.

Ma non è stato l’ultimo saluto. Sarà domenica, alle nove del mattino, che celebrerò l’ultima Eucaristia nella Divina Misericordia.

Le nozze di Héctor e GlennysGlennys, professoressa della nostra scuola, si è sposata stasera.

Il matrimonio non è stato pienamente “secondo le regole”, perché si erano sposati in comune già un anno fa. In questi mesi Héctor ha maturato in maniera molto bella la decisione che il loro fosse un matrimonio nel Signore.

Complimenti a questa nuova famiglia cristiana!

Il coro dei giovani della Divina MisericordiaLa Messa del Gallo (così si chiama qui la Messa di Mezzanotte) della Divina Misericordia l’ho trovata quest’anno un po’ moscia.

Non c’era tanta gente, e soprattutto mancavano completamente i segni della notte di Natale: i campanelli da suonare al Gloria, e soprattutto il bambinello da venerare alla fine della celebrazione. Speriamo che ci possano essere per l’anno prossimo!

Non per questo però non me la sono goduta. Personalmente sento molto il fascino del mistero di Dio che si fa uomo, che ci accompagna, che fa sua la nostra umanità.

Un buon Natale a tutti!!!

Il secondo giorno del Ritiro di Evangelizzazione si è svolto in maniera abbastanza liscia.

Sia a Santa Margarita che alla Divina Misericordia è mancato qualcuno, ma direi che sono cose che rientrano nelle fluttuazioni statistiche.

Alla sera, in entrambe le parrocchie si è concluso con la Messa, nella quale sia io che Lorenzo abbiamo cercato di incoraggiare i partecipanti al ritiro a continuare il cammino intrapreso. E sono certo che per molti sarà così!

Grazie per la vostra preghiera!!!!

P., un membro della nostra comunità e di un ministero di evangelizzazione, è in carcere accusato di violenza carnale. La cosa risalirebbe a otto anni fa, e sarebbe successa con una bambina che allora aveva sette anni (!), figlia di un’amica di P. La bambina ha vissuto un mese in casa di P., il quale aveva sua moglie e i suoi figli.

Di fatto in quel tempo P. non viveva la vita né di fede né di Chiesa. P. si è avvicinato alla parrocchia circa quattro anni fa in occasione di una missione. Veniva agli incontri di accoglienza con una treccia lunga che gli cadeva sulla schiena e con gli  orecchini. Poco a poco si è reso conto che la sua vita poteva essere diversa, e ha cominciato a inserirsi nella vita della comunità. Ha fatto il Ritiro di Evangelizzazione, poi ha deciso di lasciarsi da sua moglie perché la relazione in ogni caso non era buona, e si è potuto così avvicinare ai sacramenti.

Da due anni sta facendo parte di questo ministero di evangelizzazione. Il suo ruolo è soprattutto quello di animare con la musica, perché sa suonare la tastiera. Ma gli si vede un dono per la preghiera, e la sua testimonianza di vita parla di un cammino di santità.

P. ha reagito all’accusa con certa sorpresa. Sostiene di non aver fatto niente, ma al di là di questo d’impressione è che sta vivendo questo momento di carcere non solo come una prova, ma anche come un’occasione per portare il vangelo ai carcerati.

La gente che gli è stata vicina nelle prime fasi del processo dice che di fronte a bugie evidenti P. non ha mostrato interesse di difendersi. Il ministero del quale è parte gli è molto vicino e lo va a trovare spesso.

A molti di noi sembra che, al di là del fatto che P. sia colpevole o meno, il tutto sia stato messo su dalla famiglia per estorcergli soldi. Sembra che la madre della bambina abbia detto apertamente che se le danno 125,000 pesos (l’equivalente di 4,000 euro) ritira la denuncia.

Vi farò sapere. E vi ringrazio se potete unire la vostra preghiera alla nostra.

All’incontro del clero della zona eravamo abbastanza pochi: il vicario di zona, altri tre parroci (tra cui io), tre curati (tra cui Lorenzo) e quattro diaconi.

Credo che il totale dei preti della zona siamo circa quindici.

A parte il numero, abbiamo fatto il punto della campagna contro l’aborto, e soprattutto abbiamo organizzato le celebrazioni penitenziali d’Avvento. Tutte le serate, a partire dal 10 dicembre, le avrò impegnate confessando nelle varie parrocchie.

Il pranzo è stato offerto dalla parrocchia della Divina Misericordia. Leonidas e Isabel hanno fatto un sancocho memorabile! Complimenti!!!

La Messa per i malati è toccata oggi al settore San Francisco della Divina Misericordia.

Come sempre, è una gioia grande vedere il sollievo che tante persone ricevono dall’incontro con il Signore Gesù, oltre al fatto che hanno la possibilità di vivere una Messa piena, almeno una volta tanto.

Grazie, Gesù, perché ti manifesti in mezzo a noi!

La terza giornata intera del nostro arcivescovo a Santo Domingo è stata in realtà una mezza giornata, perché all’inizio del pomeriggio aveva il volo per Cuba, per la visita alla missione sorella.

La esiguità del tempo non ha impedito a mons. Bagnasco incontrare la comunità parrocchiale della Divina Misericordia.

Mons. Bagnasco in visita al nunzio apostolico in Repubblica Dominicana, mons. Timothy BroglioMa soprattutto è stato il giorno dell’incontro con il nunzio apostolico, mons. Timothy Broglio. Con lui il dialogo ha toccato i temi della situazione della famiglia in Repubblica Dominicana. Riguardo a ciò, la visione del nunzio è stata realisticamente negativa: troppe fragilità, mancanza di un impegno serio, divorzi ripetuti.

Mons. Timothy Broglio ha espresso la soddisfazione per il lavoro portato avanti in questi anni dalla missione genovese, e ha provveduto a ringraziare la chiesa genovese nella figura del suo pastore.

L’aeroporto è stata la meta seguente, per continuare un viaggio all’insegna dell’impegno missionario di Genova.

Per me e per don Lorenzo questa visita ha significato molto. Gli apprezzamenti espressi dall’arcivescovo, insieme alla gioia di condividere qualche giorno con il nostro pastore, sono stati occasione di una grande gioia. A cui si è aggiunta la opportunità di conoscere più da vicino don Marco, e il gradito reincontro con don Stefano, dopo la visita da lui fatta con il card. Bertone tre anni fa.

Non ho mancato di ringraziare mons. Bagnasco per il tempo donatoci, e gli ho espresso che mi sento un prete felice, felice di sentire come compagno di viaggio il mio vescovo!

Grazie, mons. Angelo, per la sua visita. E grazie soprattutto a te, Signore!

I chierichetti della Divina Misericordia nell'acquaSeconda gita dei chierichetti al fiume, questa volta con quelli della Divina Misericordia. Erano poco più di una decina, la maggior parte femmine.

Hanno sguazzato, accompagnati – e vigilati – da Heriberto, Miguel Ángel ed Elvis, i nostri tre seminaristi. E c’era anche Taína, l’aspirante delle nostre suore. Ho fatto venire apposta tutti e quattro perché ci fosse un sapore vocazionale nell’attività. E prima di andarcene abbiamo anche giocato a “palla vocazione”: se non conoscete questo gioco non preoccupatevi, me lo sono inventato sul momento; praticamente consisteva en mettersi in cerchio e passarsi la palla, chi se la lasciava scappare doveva fare una domanda vocazionale a un altro.
I chierichetti della Divina Misericordia che fanno la piramide nell'acquaIl ritorno è stato abbastanza presto, perché avevo un incontro di preghiera in preparazione alla missione, e la cosa è stata provvidenziale perché appena arrivati ci ha sorpresi un acquazzone tremendo. E sarebbe stato un disastro essere per la strada, perché tutti i chierichetti erano di dietro nel cassone. Il Signore ha pensato a noi. Grazie, Signore!

Nell’incontro dei catechisti della Divina Misericordia ci siamo chiesti stasera come possiamo migliorare il catechismo.

In realtà ci sono un certo numero di catechisti ben impegnati e che lavorano bene, ma ci sono anche altri che dicono presente quando ne hanno voglia, e che soprattutto non si vedono alle riunioni.

Il problema non lo vedo solo io, sono gli stessi catechisti che spesso, e l’hanno fatto anche ieri sera, si lamentano dei loro compagni.

Di fatto succede (lì come a Santa Margarita) che su 20 catechisti che iniziano entusiasti in settembre si rimane con 12/15 in giugno. C’è da dire però che ogni anno si uniscono nuovi catechisti, alcuni dei quali poi lasciano, ma altri perseverano, e questo è quello che da dinamicità alla cosa.

In pratica stasera c’era la lamentela per la non partecipazione alle catechesi specifiche per i sacramenti, e soprattutto ai ritiri che si fanno immediatamente prima del sacramento. Ho ripreso anch’io il tema, cercando di inquadrare bene la ragione per la quale i catechisti devono essere presenti a quegli incontri.

Vi saprò dire se cambia qualcosa!

A differenza delle due domeniche precedenti, in cui ci mancava un prete per una delle due messa delle sette di mattina, oggi abbiamo avuto la gioia di avere con noi il padre Cecilio de los Santos alla Divina Misericordia (ovviamente io non l’ho visto perché ero a Santa Margarita).

Il padre Cecilio è una persona molto cara, perché è secondo me un prete modello. Afferma di credere nell’obbedienza e obbedisce, facendosi piacere quello che il vescovo gli chiede. Ha vari anni di Messa meno di me, ma ha già girato vari incarichi, e in tutti ha lavorato bene, senza fuochi d’artificio ma con serenità e costanza.

Qualche mese fa il cardinale l’ha chiamato a lavorare al seminario pre-filosofato, dove si è trasferito lasciando la parrocchia che aveva. Grazie alla relativa libertà in cui si muove ha potuto venire a presiederci la Messa, con grande gioia della gente per la sua facilità di relazionarsi e il suo sorriso contagioso.

Nei prossimi mesi spero di riuscire a organizzare che venga a fare qualche attività vocazionale con i giovani, lui è disponibile, e oltre a ciò ha una bella comunicativa che non mancherà di conquistare.

È toccata oggi pomeriggio l’inaugurazione di un’altra CEB del settore san Francisco della Divina Misericordia. Ho trovato un’atmosfera e un clima molto belli, e ne sono stato edificato.

Dopo la Messa ho potuto scoprire che vivevano a pochi passi da quella casa varie persone che conoscevo, ed è stato un piacere intrattenermi con loro sulla soglia della casa.

Messa d’inaugurazione oggi pomeriggio per una nuova Comunità Ecclesiale di Base del settore San Francisco, della Divina Misericordia.

Cristino e Celestino ne sono gli animatori, e a quanto ho potuto vedere la comunità è già ben viva.

Varie persone che vi partecipano mostrano segni di vocazione di diventare animatori di comunità. Sto chiedendo allo Spirito Santo che parli al loro cuore e li “convinca”.

Ho celebrato stasera la Messa nella quasi nuova cappella del settore Sinaí.

Dico “quasi nuova” perché si sta usando già un anno e mezzo. Ma solo stasera sono andato a celebrarvi la Messa, una Messa che ha avuto il sapore dell’inaugurazione.

Normalmente viene usata per la celebrazione della Parola, il martedì sera, per un gruppo di preghiera, il venerdì sera, e per il catechismo del sabato.

Nonostante sia piccola (misura circa 3 metri per 5) la gente la sente sua, vi si è affezionata, e adesso stanno vendendo dei buoni per rimetterla un po’ in sesto. Personalmente penso che bisognerebbe venderla e comprare qualcosa di più grande. Ho dato istruzioni di verificare un’ex collegio che adesso è affittato come casa a tre famiglie.
Nella Messa abbiamo potuto riflettere sulla chiamata alla fede che il Signore fa a tanti, e anche lì ho potuto rendermi conto che più della metà delle persone sono nella Chiesa da meno di cinque anni! E vari dei presenti, i più “nuovi”, hanno espresso un impegno di continuare il loro cammino di partecipazione e formazione.

Grazie, Signore!

Il pomeriggio di formazione dei visitatori della Divina Misericordia è stato ben fruttuoso.

La partecipazione è stata migliore che per Santa Margarita, e l’entusiasmo grande.

Sono stato con loro pochi minuti perché avevo un’altra riunione a Santa Margarita, ma è bastato per rendermi conto che la cosa girava bene.

Grazie, Teofilo, che hai portato avanti questa formazione, e grazie anche a Te, Signore!

Ho avuto la Messa oggi pomeriggio nel settore Espíritu Santo, nel barrio del Chimbú, che è uno dei più lontani fisicamente dal centro parrocchiale della Divina Misericordia.

C’era un bel po’ di gente, con una presenza abbastanza significativa di uomini. Ho cercato di far leva su di loro come evangelizzatori degli altri uomini. Qualcuno si è detto disposto a mettersi sotto! Vedremo! Seminare è certo, la raccolta la vedranno altri!

Lorenzo è partito stasera per l’italia, per un meritato (piccolo) periodo di riposo. Tornerà tra un mesetto.

La sua partenza rende difficile la celebrazione della Messa domenicale alla Divina Misericordia, perché, a differenza di qualche anno fa, oggi i preti della zona hanno praticamente tutti varie parrocchie e quindi molte Messe.

9:37 pm

Il gruppo JC

Stasera sono riuscito a far visita al gruppo JC (pronuncia “hota se”): il nome è l’acronimo di “Jóvenes con Cristo”, “giovani con Cristo”.

L’ho trovato una realtà molto bella, anche se con una partecipazione ad alto turn over. Infatti nella riunione a cui ho partecipato c’erano tre adolescenti nuovi, su un totale di venti. Vuol dire che tanti entrano quanti escono. Ma non importa, c’è uno zoccolo duro, e anche la facilità di entrare e uscire è un segno evangelico.

Alle Via Lucis di stasera non c’è stata in realtà niente di entusiasmante. Si sono svolte nei vari minisettori, in maniera da rendere più facile per la gente partecipare. Nei giorni scorsi la lettera a tutte le famiglie aveva sensibilizzato all’importanza di celebrare la Via Lucis, ma si vede chiaramente che ci vuole del tempo prima che la gente lo capisca.

Ho visto anche un po’ di disorganizzazione, concretamente nei Via Lucis della Primera e della Segunda Etapa. Devo riuscire a trovare un momento per spiegare loro queste avvertenze, che non sono troppo importanti, ma che impediscono di ascoltare il vangelo e il commento, e danno una sensazione di caos.

Per trovarli ho fatto l’esperienza del “barrio buio”: nell ore della sera non c’è quas i mai la luce, si cammina nell’oscurità più totale, con anche la paura che il prossimo che incocci sia un ladro che ti può minacciare o può darti un colpo in testa. Grazie a Dio però non ho visto nessuno, e da quel punto di vista tutt è andato per il meglio.

Celebrazione solenne stamattina alla Divina Misericordia per la festa patronale che, come si sa, si celebra la seconda domenica di Pasqua.

La settimana intera dell’ottava di Pasqua è stata vissuta nella celebrazione della novena: ogni sera, oltre al rosario, si ascoltava qualche brano degli scritti di santa Faustina Kowalska e si presentava qualche elemento della devozione alla Divina Misericordia; e prima della Eucaristia, presieduta da vari preti della zona, si recitava la coroncina della Divina Misericordia.

La gente ha partecipato numerosa alla novena.

Ili coro dei giovani della Divina MisericordiaMeno numerosa, ma molto bella, è stata la partecipazione alla convivenza di oggi: al mezzogiorno la gente si è ritrovata per pranzare insieme (fiesta de traje, dove l’espressione gioca sul doppio significato della parola traje, che può indicare sia il vestito della festa, che la voce del verbo traer, portare, al passato remoto: “ho portato”, cosicché il gioco è tra “vesta in vestito elegante” e “festa dove ognuno porta quello che mangia”), allietata da buona musica a cura del coro dei giovani e da un sorteggio finale.

Alle quattro i battesimi dei bambini piccoli, una quindicina, hanno concluso la settimana pasquale della Divina Misericordia.

Stasera nella novena della Divina Misericordia abbiamo avuto il padre Isidro, parroco di Santiago el Menor, che ha presieduto la Messa. La cosa bella è che è arrivato tardi. Capitemi, è bella non per il ritardo, ma perché aveva un altro impegno fin oltre le sette ma ciò non gli ha impedito di offrire la sua disponibilità.

Di fatto la Messa è terminata dopo le otto, ma è stato bello, e la gente ha partecipato numerosa e attenta.

Piccola riunione con responsabili di settore e incaricati della liturgia di Santa Margarita, stasera, per preparare il triduo pasquale e programmare il tempo di Pasqua. Abbiamo messo a fuoco tutti i vari elementi delle celebrazioni dei giorni rimanenti della settimana santa.

A livello di programmazione abbiamo davanti un corso per visitatori delle famiglie, sarà domenica 22 nel pomeriggio.

Ieri sera avevamo avuto una riunione analoga con la Divina Misericordia. Unica differenza: il corso per visitatori sarà la domenica dopo. Perché domenica 15 è la festa patronale.

La Celebrazione Penitenziale della Divina Misericordia si è svolta sotto un’acqua battente e insistente.

Ha cominciato a piovere alle quattro e sta piovendo ancora adesso.

In particolare, da prima delle sei fino alle sette e mezza ha piovuto a dirotto. Il rumore della pioggia sul tetto di lamiera della nostra cappella non permetteva di sentire niente.

E di fatto la gente che è venuto era abbastanza poca, in tre preti li abbiamo confessati in meno di un’ora.

C’è da sperare che tutti gli altri cerchino qualche altro momento per confessarsi…

Alla Divina Misericordia ho lavorato oggi con catecumeni e catechisti.

I primi hanno avuto il terzo scrutinio nella Messa del mattino.

Alcuni dei catechisti della Divina MisericordiaCon i secondi ho fatto una riunione nel pomeriggio. Ho cercato di sbrogliare un po’ la matassa dell’Iniziazione Cristiana degli adulti, per far capire l’importanza dei vari aspetti della preparazione al battesimo, e per far vedere l’unità dei tre sacramenti dell’iniziazione.

Il mio sogno è di fare un cammino di iniziazione nel quale siano integrati tutti e tre i sacramenti: Battesimo, Cresima ed Eucaristia. Però so anche che sono cose che maturano lentamente, e non so se avrò il tempo di fare cambi significativi. Nel frattempo però il fatto che questi catechisti abbiamo capito i termini del problema e le sfide che abbiamo davanti mi fa essere fiducioso.

Grazie, Signore!

La settimana scorsa abbiamo comprato una nuova camionetta. È frutto delle offerte che ho raccolto quando sono stato a Genova in dicembre-gennaio. Più di diecimila dollari, che sono confluiti in quello che sarà uno strumento per l’evangelizzazione e la vita di chiesa della Divina Misericordia.

Tra oggi e domani dobbiamo pagare l’assicurazione e farci dare la scheda identificativa, dopodiché i veicolo potrà cominciare a lavorare.

Un grazie al Signore, ma anche a tutti quelli che sono sempre stati sensibili all’opera dell’evangelizzazione qui in Guaricano!

Il ritiro alla Divina Misericordia è stato veramente affollato. Nel pomeriggio c’era strapieno. Il numero dei presenti potrebbe essere stato sulle 250 persone. Tra loro molti padri dei bambini che riceveranno il battesimo o la prima riconciliazione.

Forse c’è qualcosa da coordinare con le équipe che vengono a impartire questi ritiri: sono gente che hanno uno dono speciale di saper parlare e di captare l’attenzione della gente, ma sono mezzi carenti nel produrre una struttura sensata del ritiro stesso.

Ho parlato quindi con Marcial perché la prossima volta che ci sarà un ritiro cerchi di sedersi prima insieme al responsabile e di fare insieme l’orario, e di includere momenti per il dialogo e l’approfondimento in gruppo, e se si può l’adorazione eucaristica.

L’oretta del pomeriggio che sono stato lì, alla fine l’ho passata confessando: uno dopo l’altro sono arrivati moltissimi, e se il ritiro fosse continuato avrei continuato anch’io a confessare.

9:35 pm

Al CEA

Stamattina presto sono stato al CEA, dove avevo appuntamento con il direttore esecutivo per la faccenda del terreno al lato della cappella della Divina Misericordia.

Già da vari mesi ho chiesto quel terreno, in maniera che si possa costruire la chiesa su un terreno più piano. Il direttore mi ha ricevuto, ma ha rinviato la decisione finale per valutare meglio la posizione del politico che dice, a mio parere in maniera truffaldina, che quella terra gliel’hanno già data a lui.
È nelle tue mani: pensaci tu, Signore!

La celebrazione della prima Riconciliazione alla Divina Misericordia è stata molto bella. Un bel numero di bambini (una quarantina), e mi sembravano in generale ben preparati.

Ce ne sono almeno altrettanti in attesa perché i genitori non hanno potuto venire all’incontro per loro. Spero di recuperarli in questo mese.

Il gruppo della Messa dei Malati della Divina MisericordiaL’ultima Messa dei malati è toccata oggi pomeriggio alla Divina Misericordia.

La “chiesa” era strapiena, considerando che non era domenica. Come ai tempi di Gesù, tutto quello che sa di Messa di guarigione qui tira tantissimo. Vengono sempre tante persone, anche gente che non viene a Messa la domenica, a volte anche evangelici.

Hanno ricevuto l’unzione una quarantina di persone. Tutte sono state preparate da catechisti e animatori. Vari di loro era la prima volta che si confessavano.

Ho anche fatto alcune foto, che spero di aggiungere presto. È stata una trovata bella quella della foto finale, sembravano i bambini della Prima Comunione, sempre pronti a farsi fotografare!

Compio oggi, 6 febbraio 2007, otto anni di servizio di parroco a Santo Domingo.

A volte mi domando se nel ’98 i miei superiori non sono stati un po’ incoscienti. Venivo tutto sommato da un’esperienza molto limitata: soltanto sei anni e pochi mesi di ordinazione, e un solo servizio, da viceparroco. Mi hanno mandato, ma a dire la verità le cose sono state più facili per loro perché io mi sono reso disponibile, proprio nel momento in cui i superiori volevano fare il cambio qui. Vedo un disegno della Provvidenza in questo: il viaggio in Tanzania a trovare don Leonard Teza nel luglio 1997 mi ha disposto al desiderio della missione, e poco più di un anno dopo ero già in viaggio per la Repubblica Dominicana!

Ricordo ancora quel 6 febbraio del ’99. Il cardinal Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, che è venuto a Santa Margarita per installare me in questa parrocchia e don Lorenzo come parroco di Santiago el Menor e Nuestra Señora del Amparo. Ricordo le prime prediche, con la lingua impastata nel parlare una lingua di cui non avevo padronanza…

Grazie a Dio il momento in cui ho preso la parrocchia coincideva con la preparazione della Gran Misión, la Grande Missione dell’Arcidiocesi di Santo Domingo in preparazione al Gran Giubileo dell’Anno 2000. Tutti i giorni alla fine della Messa recitavamo la preghiera composta dal cardinale per l’occasione. La Missione, e tutto quello che ha significato in quanto a momenti di formazione, conferenze, ritiri, mi ha dato la carica, e io ho cercato di trasmetterla alla parrocchia. In Santa Margarita si sono formati circa cinquanta missionari, che poi nell’anno del Giubileo si sono resi disponibili per le Missioni che si sono realizzate nelle varie zone dell’arcidiocesi. I missionari stavano fuori otto giorni, nei quali vivevano gomito a gomito con la comunità parrocchiale a cui erano inviati; di mattina visitando le famiglie che vivevano attorno al loro Centro di Missione, di pomeriggio e di sera realizzando gli incontri kerigmatici con bambini, ragazzi, giovani e adulti. E a fine luglio la missione è toccata anche a noi, ed è stata una gioia grande accogliere i sessanta missionari che ci sono stati mandati ed evangelizzare insieme a loro!

* * *

Il ricordo della Gran Misión mi riempie il cuore di ricordi grandi, ma mi aiuta anche a tematizzare che in questi otto anni ho imparato molte cose riguardo all’evangelizzazione.

Ho sperimentato prima di tutto nella pratica di tutti i giorni che l’evangelizzazione non è un momento ma un processo. Il contatto e il lavoro insieme all’équipe di servizio del SINE (Sistema Integral de Nueva Evangelización), arrivato alla Repubblica Dominicana dal Messico, mi ha aiutato a pensare e strutturare il processo-cammino di evangelizzazione della parrocchia, con le sue tappe necessarie:

  • la ricerca dei lontani, realizzata nelle missioni parrocchiali porta a porta e nelle visite individuali alle famiglie;
  • il primo annuncio o kerigma, realizzato concretamente nei Ritiri di Evangelizzazione;
  • l’accompagnamento catechetico, portato avanti nei cammini che seguono il Ritiro;
  • la vita di piccola comunità, fatta carne nelle Comunità Apostoliche;
  • le tappe sacramentali, vissute da quanti ancora non avevano celebrato il loro incontro con Cristo, con al primo posto l’Eucaristia domenicale, vero motore della vita parrocchiale;
  • l’impegno missionario degli evangelizzati, realizzato soprattutto nella visita mensile alle famiglie loro affidate.

Aggiungo a ciò quanto stiamo iniziando in questi mesi: il discepolato personale, che consiste nel fatto che ogni evangelizzato abbia un fratello un po’ più avanti nel cammino che lo aiuta a revisionare mensilmente i principali ambiti esterni della vita cristiana.

In secondo luogo, ho imparato ad applicare alla pratica pastorale il libro del Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti, che a Genova solo sapevo che esisteva perché me ne avevano parlato nel seminario, ma che non avevo mai avuto occasione di leggere e soprattutto trasformare in vita. Al trovarmi qui con adulti, giovani e bambini di tutte le età da battezzare, ho dovuto giocoforza studiarmi il RICA, domandare, informarmi, sensibilizzare, far capire che è possibile ripristinare il catecumenato antico. Ringrazio il Signore perché la comunità si è lasciata guidare, in questo come nell’altra questione difficile da trattare che è il battesimo dei conviventi. Anche su questo la comunità ha riflettuto, è arrivata a capire, e mi dà una mano adesso a spiegare che non si può ricevere il battesimo se si vive ancora una situazione di peccato.

Dentro a questi itinerari catecumenali ha rivestito per me un significato specialissimo il poter allestire una piscina battesimale nella quale immergere totalmente le persone che si battezzano. Dire loro “Io ti battezzo”, e sommergerli effettivamente, spingendo sott’acqua tutta la persona e vedendola riemergere, è per me un’emozione che tutte le volte si rinnova.

E ancora, all’interno dei cammini di preparazione ai sacramenti ho dovuto inventarmi sussidi di catechesi, che ho rivisto anno dopo anno, e che con gioia potrò lasciare a chi continuerà il lavoro.

Ancora, ho avuto la gioia di accompagnare la nascita e i primi passi di una nuova parrocchia, la Divina Misericordia, scorporata nel 2005 da Santa Margarita, nonché di accompagnare fino all’ordinazione diaconale il mio più diretto collaboratore all’interno di essa, Marcial. Ho visto un po’ come una partoriente e un po’ come un’ostetrica i primi vagiti della nuova parrocchia, l’ho aiutata a fare i primi passi e ad avere il coraggio di muoversi e di lavorare. E in questi giorni accompagno il processo simile della nascita della nuova parrocchia di Santa Virginia, in quello che è il settore San Ramón di Santa Margarita, e anche qui la prossima ordinazione diaconale di colui che mi aiuterà ad esserne il pastore, Juan Luis.

Infine, ho imparato a valorizzare la scuola come elemento del cammino di evangelizzazione. La grande opera iniziale di don Lino di far partire e di dare una buona colonna vertebrale alla scuola primaria mi ha permesso di guardare più avanti. Ho visto nascere la scuola serale e prendere forma più piena il liceo, ho visto rafforzarsi il cammino di chiesa di tanti maestri e bidelle, ho imparato a delegare funzioni. Ho imparato, aspetto su cui riconosco che ero carente, a trattare con rispetto tanti collaboratori (nella scuola ci sono ottanta persone che ci lavorano!), a incoraggiarli con amicizia e a riprendere con amore tanti piccoli difetti.

E soprattutto, lo Spirito del Signore ci ha guidati, tutta la comunità scolastica insieme, a strutturare momenti di formazione per le famiglie degli studenti. Da tre anni una volta al mese facciamo lezione ai genitori invece che ai figli! Con risultati incoraggianti e testimonianze preziose. Rimane nascosto nel mio cuore il sogno che il Centro Educativo si faccia espressione consapevole della comunità parrocchiale nel proporre un cammino di evangelizzazione diretta a tutte e ognuna delle famiglie dei nostri strudenti. Lo vedrò o non lo vedrò? non lo so, ma prego e lavoro perché ci si arrivi!

* * *

Un secondo grande filone per il quale sento riconoscenza, nella tappa di questi otto anni, è la ricchezza di relazioni umane che ho potuto e posso vivere qui a Santo Domingo.

Non posso non ringraziare per l’accoglienza che ho ricevuto dai confratelli presbiteri dominicani. All’inizio sono stato soprattutto il padre Abraham Apolinario, che mi ha aiutato in maniera speciale a entrare in un tessuto parrocchiale scosso dalla partenza di don Lino, e il padre Ricardo Arias, da cui ho ricevuto assessoria continua per lo meno per due anni, per poter capire qualcosa della scuola che ho ricevuto in gestione e del ruolo che vi dovevo svolgere. Per non parlare poi dell’accoglienza sincera e sempre disponibile del cardinal Nicolás, della vicinanza del Nunzio Apostolico mons. Timothy Broglio, dell’affabilità sincera del padre Lorenzo Vargas e del padre Nelson Acevedo, e di tanti altri, che in mille modi mi hanno fatto sentire parte di questo presbiterio. Non ho perso la vicinanza dei confratelli del clero genovese, con i quali è sempre stata una gioia reincontrarmi tutti gli anni nei periodi di vacanze italiane, e ho ricevuto dal Signore nuovi confratelli nel presbiterato, nel contatto con i quali il mio sacerdozio è cresciuto e maturato.

Un altro dono specialissimo di questi otto anni è stata la fioritura di varie vocazioni dal tessuto della vita parrocchiale. L’inizio del cammino di suor Cristina, nel 2001, e poi da lì a poco l’entrata in seminario di Heriberto, mio figlioccio, nel 2003; e poi Willy, Miguel Ángel, Elvis, Franklin, Alex. Due di loro sono già al primo anno del seminario maggiore, mentre gli altri sono ancora al minore.

E come se non bastasse, il 2006 è stato l’anno dell’inizio dell’aspirantato di Taína e Yúdith, che mostrano segni di buona maturità umana, cristiana e vocazionale. Altre ragazze poi si stanno decidendo a iniziare lo stesso cammino, tutte con le nostre suore! E vedo che altri ragazzi e ragazze sono in ricerca. Non mi sarei mai immaginato tanta ricchezza di vocazioni! Veramente il Signore mi ha fatto vedere cose grandi!

E parlando di suore, sono stati otto anni di amicizia spirituale profondissima con le sorelle delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario. Camminare vicini ai passi di queste sorelle, e al tempo stesso con profondo rispetto, collaborando nella parrocchia, nel consultorio (ahimé, poco), nella scuola. E la mensa comune, dove si condividono le speranze e i timori, tutti i giorni, dove si scherza e ci si rende partecipi di quanto visto attorno a sé… È un’esperienza grande, della quale ringrazio profondamente il Signore! Ricordando in maniera specialissima suor Patrizia, che nel 2003 ci ha preceduti tra le braccia del Padre del Cielo, ma anche suor Valeria, suor Roberta (tornata a lavorare nella sua India) e suor Susanna. E senza dimenticare le sorelle che ho come compagne di viaggio oggi: suor Modesta, venuta qua insieme a me, suor Blessila, suor Cristina e suor Serafina. Ognuna di loro è specialissima ed un dono grande del Signore per me.

Per ultima, l’esperienza di vivere in comunità la fraternità sacerdotale. In questo sono stati o sono compagni di viaggio anzitutto don Lorenzo, che ha la mia stessa anzianità in terra dominicana, e che rappresenta per me più di un fratello, don Franco, don Piero. Con don Lorenzo abbiamo condiviso la scoperta di questa cultura – non avevamo nessuno che ci potesse spiegare le cose in maniera più diretta – e di questa chiesa, del paese, dei costumi, dei limiti e delle ricchezze dei fratelli dominicani. Personalmente ho imparato con Lorenzo a condividere la passione per il lavoro pastorale, e ho sempre trovato in lui un collaboratore disponibilissimo.

E non è mancato l’appoggio, materiale e di vicinanza umana, di tanti fratelli e sorelle genovesi, don Piero, don Giandomenico e don Francesco al Centro Missionario, ma anche tanti altri che mi hanno sempre dato una mano. E tra tutti loro in maniera un’altra volta specialissima i vescovi che abbiamo avuto: il cardinal Canestri, vero padre quando ero a Genova così come quando mi ha inviato al Guaricano, il cardinal Tettamanzi, il cardinal Bertone con cui abbiamo avuto la gioia di condividere un’intera settimana di vita comune, e ora monsignor Bagnasco. Ognuno di loro è una perla specialissima in questi miei otto anni di servizio dominicano. E credo di poter dire che nonostante la lontananza fisica ho potuto parlare con loro molto più che altri confratelli di Genova.

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Oggi, 6 febbraio 2007, queste povere parole esprimono la gioia di questi otto anni di servizio dominicano. Continua il servizio, in quest’anno che probabilmente è l’ultimo, e sono sicuro che continueranno i doni del Signore, insieme alle inevitabili prove. Sono un prete felice, e questi otto anni sono parte viva della mia felicità!

Grazie, Signore Gesù, mio Salvatore, e grazie a tutti voi!

Era già dall’agosto scorso che non si riuniva il Consiglio Pastorale della Divina Misericordia. Tra gli altri fattori c’era anche, lo riconosco adesso, una certa dose di stanchezza mia. Tornando dal soggiorno a Genova mi ritrovo con il desiderio di far girare le cose!

Abbiamo fatto un’estesa verifica dei mesi passati, che ha permesso di accentuare vari aspetti della maturazione della comunità. La maturazione più significativa è che si è persa la paura di fare attività di settore. I vari responsabili di settore, e la loro gente con loro, si lanciano a fare attività dove loro devono rispondere.

Si è parlato anche della decima, che da ottobre va a finire alle casse di settore per portare avanti i piccoli progetti del settore stesso. Ciò richiederà una nuova presa di coscienza di come possiamo dare la decima, che per molti equivale a dare dieci (sic!) pesos. È vero che molta gente è povera, ma anche solo mettendo da parte un peso al giorno a fine mese se ne hanno trenta!

Si è programmato il prossimo Ritiro di Evangelizzazione, sarà a metà febbraio, e si sono fissate un certo numero di altre date.

Abbiamo parlato infine del fatto che io sono quasi in scandenza, e del fatto che dobbiamo preparare la comunità perché non sia un momento di smarrimento ma di impegno rinnovato.

Tre ore in tutto la durata di questo consiglio, ma ne è valsa la pena!

Carissimi amici e benefattori,

28 Ottobre 2006: 8 anni al Guaricanoapprofitto dei giorni che passo a Genova con la mia famiglia per lasciarvi un racconto un po’ più organizzato di quella che è stata la vita della missione nell’anno che è appena passato. Vuole essere un ringraziamento al Signore per tutto quello che abbiamo potuto vivere, e un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno bello, con molti momenti intensi di vita di fede e con ricchezza di relazioni umane. Vi racconto le cose più importanti, per fare memoria dell’amore del Signore che ci ha accompagnato e che ha reso possibile tutto questo.

Genova presente!

Cominciamo con i fratelli di Genova che si sono fatti nostri compagni di viaggio. In gennaio abbiamo avuto con noi Erika e Alessandro, una coppia giovane di Sant’Eusebio. Insieme a loro sono venuti don Giulio Boggi, che è stato con don Lino il primo missionario al Guaricano, don Franco Buono, che ha lavorato qui per tre anni, e don Mario Montaldo.

Tutto il mese di marzo invece ci ha accompagnato Carmen Moro, una sorella di Geo, che ha alleggerito il lavoro della cucina. Più avanti nell’anno, in agosto è stata la volta di Sandra Iannoni, che si è cimentata nello stesso servizio. Entrambe sono state nominate cuoche dell’anno della missione!

Don Gianfranco ha presieduto l'Eucaristia alla Divina MisericordiaNella seconda metà di aprile è stata la volta di Gianni e Cinzia, entrambi attivissimi nell’Azione Cattolica genovese, insieme a Julia, una giovane liceale, e a don Gianfranco Calabrese.

A inizio giugno la breve visita di don Francesco Di Comite e di altri cinque adulti genovesi, che hanno fatto tappa da noi dopo aver passato qualche giorno nella nuova missione di Cuba.

Franco, Paolo e Francesca con suor SerafinaIn novembre abbiamo poi avuto con noi due oculisti genovesi: Franco Reggiardo e Paolo Dell’Erna. Si sono fermati rispettivamente una e due settimane, realizzando visite e operazioni delicate nel nuovo ambulatorio di oculistica. Francesca, figlia di Paolo, ha dato una bella mano a suo padre!

Come vedete, è stato un anno molto ricco: tutti questi fratelli e sorelle ci hanno portato, insieme al pesto e al parmigiano, peraltro graditissimi, la vostra vicinanza, il vostro affetto, la vostra preghiera. Chiediamo al Signore che anche il 2007 ci porti tanti messaggeri e ambasciatori dell’amore della nostra chiesa. Sì, perché in una realtà come quella del Guaricano, dove la gente fa di tutto per andarsene, la stessa gente rimane colpita profondamente dal fatto che ci sia chi invece viene qui, a respirare polvere nei giorni belli e a camminare nel fango quando piove: ogni visita è un segno vivo dell’amore di Dio che si esprime con tenerezza a questi fratelli dominicani!

Nel 2006 non abbiamo avuto visite di gruppi di giovani, ma il 2007 si preannuncia buono in questo senso: don Nicolò ha intenzione di organizzare un gruppo, e anche il clan del Genova 26 con i suoi capi e con il loro assistente don Francesco saranno con noi. Li aspettiamo, loro e tutti quelli che il Signore ci invierà, con grande gioia!

Inviati dalla Chiesa genovese

Il nostro lavoro di missionari al Guaricano non può dimenticare mai che siamo inviati dalla Chiesa Genovese, e che ci situiamo all’interno del lavoro di Cooperazione Missionaria che tutta la Chiesa Italiana porta avanti.

Lara con suor Serafina e FiammettaMolte persone hanno lavorato, a Genova, per tenere vivo nella diocesi il legame con la missione. L’Ufficio Missionario Diocesano, con don Giandomenico e don Francesco, e il Movimento Giovanile Missionario. Lara Cavezarsi, da parte sua, oltre a rendersi presente in molte iniziative ha realizzato il primo Calendario del Guaricano! L’ex Arcivescovo di Genova, il card. Tarcisio Bertone, non ha mancato mai di dimostrarci affetto e vicinanza.

Da parte mia ho avuto il dono di rappresentare la nostra comunità missionaria nell’incontro di tutti i missionari fidei donum italiani che lavorano in America Latina. Per quattro giorni, nel mese di febbraio, siamo stati insieme a Salvador, in Brasile: occasione preziosa di conoscenza e di scambio di esperienze.

La Chiesa Genovese poi ci ha dato e ha ricevuto molto, grazie anche al DVD che l’amico Tarcisio Mazzeo, giornalista della RAI, ha preparato dopo la sua visita del novembre 2005. Il servizio da lui realizzato è stato trasmesso varie volte sulle reti RAI regionali e nazionali, e in formato digitale si sta distribuendo gratuitamente a tutti gli amici della missione. Un lavoro ben fatto, frutto di una dedizione amorosa e appassionata!

Il nostro lavoro nella pastorale dell’Arcidiocesi di Santo Domingo

Con alcuni preti della nostra zona pastoraleInviati da Genova, lavoriamo nel tessuto vivo dell’Arcidiocesi di Santo Domingo. Con essa stiamo vivendo la preparazione alla V Conferenza dei Vescovi Latinoamericani, che si terrà a Aparecida, in Brasile, nel 2007. Abbiamo così vissuto vari momenti di incontro, consultazione e formazione; e spesso si prega per questo appuntamento, che indicherà le linee portanti della vita della chiesa latinoamericana per i prossimi dieci anni.

Va avanti pure lo sviluppo del Terzo Piano Pastorale Arcidiocesano. Ispirato al Movimento per un Mondo Migliore (in Italia è conosciuto come NIP), prepara la Chiesa di Santo Domingo all’appuntamento del 2011, che costituirà il quinto centenario dell’erezione canonica dell’Arcidiocesi. Il Terzo Piano Pastorale è stato ed è una benedizione per tutte le parrocchie: stimola alla comunione, mette in cammino le parrocchie stanche, raggiunge tutta la popolazione attraverso l’esperienza mensile della lettera alle famiglie e le azioni significative che si realizzano all’interno di ogni settore delle parrocchie. Inoltre sta aiutando molto le nostre comunità parrocchiali a “lanciarsi” di più in ognuno dei settori in cui sono suddivise; e i frutti si vedono, perché la gente sente la Chiesa più vicina a sé, e si avvicina di più alla Chiesa stessa.

I passi delle parrocchie

Messa dei malati alla Divina MisericordiaVi avevo parlato già l’anno scorso della nuova parrocchia della Divina Misericordia. Grazie a Dio il lavoro in questa nuova parrocchia si è consolidato. La Messa della domenica è sempre più una festa gioiosa – don Lorenzo è parte di questa gioia -, e le attività pastorali si portano avanti parallelamente a quelle di Santa Margarita. Particolarmente significativo è stato il momento della Missione Parrocchiale di Agosto, che alla Divina Misericordia è stata coordinata interamente da Marcial, il nostro caro diacono, e che si è potuta realizzare molto meglio perché portata avanti separatamente.

Nel 2006 per la prima volta le Celebrazioni Penitenziali di Avvento e Quaresima sono state ristrette solamente alle persone che possono ricevere l’assoluzione. Per i conviventi (qui li si chiama popolarmente amancebados) abbiamo organizzato momenti di dialogo separati, nei quali hanno avuto più tempo per fare un dialogo approfondito con il sacerdote e si è potuto studiare insieme come portare avanti il cammino verso la riconciliazione piena con Dio. Ve lo sto raccontando con soddisfazione, perché è stata una cosa che il Vescovo di Santo Domingo ha chiesto, e che all’inizio ho faticato ad accettare. Ci ha imposto un cambiamento nella forma di lavorare, ma ha portato effettivamente frutto!

Gita al mare con Marcial e i seminaristiSono molto contento anche per i seminaristi che il Signore ci ha mandato. Due di loro, Willy e Miguel Ángel, hanno iniziato il seminario maggiore, gli altri cinque sono ancora al minore; inoltre c’è un ragazzo di Santa Margarita, Deivy, nel seminario dei salesiani, e in occasione della missione di agosto la comunità l’ha potuto conoscere. Con questo bel gruppetto abbiamo passato una bella giornata tropicale al mare il 26 dicembre, momento di svago ma anche occasione preziosa di formazione.

Sul fronte dei ministri laici, il vescovo ha rinnovato gli incarichi. In prima persona avevo fatto con loro un cammino di formazione di più di un anno. I ministri sono in tutto quaranta, e aiutano nella distribuzione della comunione, soprattutto ai malati, ai quali la portano tutte le domeniche mattina. Dodici di essi, poi, sono incaricati anche dell’annuncio della parola nei settori.

Marcia per la vita e per la pace con il Nunzio ApostolicoI giovani hanno lavorato sodo. Ci sono gruppi giovanili in vari settori della parrocchia, che hanno momenti forti comuni nei campi estivi – per bambini, adolescenti e leaders dei gruppi –, e nella Settimana giovanile di inizio dicembre. Nelle attività estive i nostri seminaristi hanno dato una mano significativa! E sono stati ancora alcuni giovani ad organizzare, a fine novembre, una Settimana per la Vita, culminata in una Marcia che ha visto la partecipazione del Nunzio Apostolico: grande soddisfazione, a suggello di un lavoro ben impostato.

E il 2007 sarà l’anno di apertura della nuova parrocchia di Santa Virginia, nella zona dei campos: Jacagua, Los Cazabes, Duquesa. Se ne è parlato con il vescovo e con la gente per tutto il 2006, e l’Arcivescovo di Santo Domingo ha già ricevuto il progetto pastorale. Un imprenditore edile ha regalato un terreno per il quale egli stesso ha promesso un apporto significativo di un milione di pesos (circa 25.000,00 euro) per la costruzione della chiesa. L’apertura della nuova parrocchia coinciderà poi anche con l’ordinazione diaconale di Juan Luis, un signore quasi cinquantenne di Santa Margarita, che si è preparato con cura, e adesso le cose sono mature per l’ordinazione. Riceverà dal vescovo l’incarico di seguire e guidare il cammino di questa parrocchia nuova, naturalmente sotto la mia responsabilità di parroco.

Un aspetto inquietante del 2006 è stato il furto del tabernacolo di Santa Margarita. Nella mattinata del 31 di Maggio è stato portato via, ad opera, sembra, dei membri di una “Nazione”, un gruppo delinquenziale imparentati con il satanismo. Il movente: celebrare probabilmente una Messa Nera il giorno 6 giugno, giorno che aveva la particolarità di rispondere al numero 6-6-6 (sei giugno duemilasei), che sarebbe il numero della bestia dell’Apocalisse! Purtroppo la polizia non è riuscita a stabilire nessuna responsabilità concreta, e il delitto è rimasto senza seguito giudiziale.

Il dispensario, una risorsa preziosa

La farmaciaPrima opera della missione, nata nel 1992, il dispensario medico realizza un lavoro sempre più qualificato. L’opera generosa di suor Serafina e di suor Blessila dà temperamento cristiano all’istituzione.

Attualmente abbiamo un medico generale, un pediatra, un ginecologo, un laboratorio di analisi in convenzione, oltre naturalmente al Centro di Nutrizione, che offre pasti nutrienti a venti/trenta bambini poveri e denutriti. La farmacia popolare, che offre le medicine a prezzo di costo, è un altro fiore all’occhiello della missione.

Babbo Natale in visita ai bambini del centro nutrizionaleIl 2006 ha significato poi l’inizio dell’ambulatorio di oculistica, reso possibile dalla donazione delle apparecchiature che ci sono arrivate a fine 2005. Oggi un oculista dominicano visita tutti i giovedì mattina e realizza semplici chirurgie a prezzo contenuto. E siamo orgogliosi di questo, perché è l’unico servizio specialistico di questo tipo presente non solo in Guaricano, ma anche nei quartieri circostanti.

Continua pure il lavoro dell’ambulanza, con il nostro don Lorenzo impegnato in prima fila nell’organizzazione di autisti e volontari, e disponibile in prima persona per il servizio notturno.

Il lavoro della scuola

Don Giulio in visita a una seconda elementareLa scuola continua a pieno ritmo il suo lavoro. Con 1100 bambini nella scuola primaria (elementari e medie), 240 nel liceo, e 200 nella scuola serale primaria, si porta avanti un lavoro che non è solo di educazione scolastica, ma anche di formazione del personale e delle famiglie.

Infatti realizziamo quindicinalmente momenti di formazione religiosa per tutto il personale, mentre mensilmente ognuno dei maestri realizza un momento di formazione per i genitori dei suoi alunni. Questo ci ha permesso di agire in maniera più profonda sul tessuto delle famiglie. Il mio sogno e la mia preghiera è che si arrivi a costruire processi di evangelizzazione esplicita per i genitori dei bambini. Anche con gli studenti del liceo si realizzano momenti di ritiro, e vengono invitati sistematicamente ai gruppi giovanili.

Il nuovo laboratorio di informatica con i 40 computersGrazie al contributo della Regione Liguria, che nel 2005 ha stanziato varie decine di migliaia di euro per le aule di informatica, nel gennaio 2006 abbiamo iniziato l’insegnamento dell’informatica agli studenti del secondo ciclo della primaria (quinta – terza media) . Gli studenti che frequentano le lezioni del mattino seguono le lezioni di informatica al pomeriggio, e viceversa, ogni classe per due ore alla settimana. L’idea è che arrivino al liceo già con buone basi, in maniera che nella scuola superiore si offra loro una preparazione molto qualificata e in grado di inserirli meglio nel mondo del lavoro.

A questo riguardo, sotto richiesta della totalità dei genitori dei nostri alunni abbiamo iniziato un processo che ci porterà con l’anno scolastico 2007/2008 a trasformare il nostro liceo, che fino ad adesso è simile a un liceo scientifico, in un politecnico. Avremo due specialità, verosimilmente contabilità e informatica, e saranno necessari aggiustamenti nella distribuzione del personale. Ci sta costando un certo sforzo, organizzativo ma anche economico, ma siamo certi che risponderà a un’esigenza concreta e avvicinerà la nostra scuola al mondo del lavoro.

La scuola serale, alla quale c’era stato nell’estate del 2005 un cambio della guardia nella persona che la coordina, aveva vissuto un periodo di stanchezza, con pochi alunni e malesseri nei maestri. Grazie a Dio il 2006/2007 è stato l’anno della ripresa, con il massimo storico nel numero di iscritti. E questo grazie anche alla vostra preghiera! Gli alunni della serale che finiscono la terza media ci chiedono insistentemente di implementare il liceo serale, ma per adesso non è possibile; chissà in futuro…

Se da anni la scuola è autosufficiente economicamente, per lo meno per la gestione ordinaria, riceve invece una bella mano dalla Chiesa Genovese attraverso le borse di studio, che permettono il proseguimento degli studi a quasi un centinaio di alunni del liceo.

Sul fronte della collaborazione con lo stato, una buona notizia di quest’anno è l’assunzione, da parte dello stato, di una buona fetta di quei maestri e bidelli che ancora non erano stati assunti: ciò ha rappresentato per loro un notevole sollievo, con la sicurezza di un’economia familiare che sarà più stabile.

La prof. Laura con suo marito Mario il giorno delle nozzeInfine, tre maestre hanno potuto sposarsi: Ana Marlemny, insegnante di matematica, Laura Peña, di lettere, che fino ad ora stavano convivendo. Il nostro corpo docente è ora più vivamente inserito nella vita della Chiesa e nell’amore di Cristo. Si è sposata pure Belkis, professoressa di biologia nel liceo, la qual cosa è stata ancora più bella per il fatto che, a differenza della maggioranza, non ha ceduto alla tentazione della convivenza.

La comunità delle suore

Voglio dirvi qualcosa di più anche delle nostre magnifiche suore. Anzitutto sono quattro: suor Serafina e suor Blessila, che lavorano nel dispensario, e suor Modesta e suor Cristina, che lavorano nella scuola. Senza di loro la missione sarebbe molto più povera. La gente ringrazia Dio tutti i giorni per la loro presenza, che rappresenta un segno di amore grande per tutta la comunità del Guaricano.

La festa di Nostra Signora del Rifugio, patrona delle suoreCome sapete, suor Cristina è una vocazione scaturita dalla parrocchia di Santa Margarita. Come lei, ora altre tre ragazze sono in cammino verso la vita religiosa, e stanno facendo un periodo di esperienza nella casa delle suore: Taína, Yúdith e Carolina. Tutte e tre hanno un bel cammino di chiesa alle spalle, nella catechesi e nei gruppi giovanili, e sotto la guida dolce e materna di suor Serafina si preparano per il noviziato che, con l’aiuto di Dio, inizieranno in quest’anno 2007.

Suor Daniela, suor Eliana, suor Carlita con la comunità e le aspirantiIn novembre, la comunità ha ricevuto la visita di suor Daniela Burol, la madre generale, che con suor Eliana stava accompagnando in Nicaragua la neo professa suor Carlita. Le abbiamo viste all’andata e al ritorno. Purtroppo un incidente di macchina in Nicaragua, grazie a Dio senza conseguenze permanenti, ha impedito loro di fermarsi qualche giorno di più con noi.

Don Lorenzo

Don Lorenzo al lavoro per la comunitàNon vi ho parlato molto di don Lorenzo. Il suo carattere schivo, alieno dai riflettori, si sposa egregiamente con uno stile di laboriosità nascosta.
Don Lorenzo ha portato avanti anche quest’anno l’impegno per l’acqua. A Jacagua ha coinvolto la comunità nella realizzazione di un piccolo impianto per estrarre l’acqua dal sottosuolo e distribuirla a un gruppo di famiglie a cui l’acqua posta dal Comune non poteva arrivare. E ha trovato molta collaborazione nelle famiglie beneficiarie, con grande sua soddisfazione. Dove la comunità assume e fa proprio lo sforzo di chi l’aiuta, le cose continuano per il meglio!

Oltre a questo, in cucina, nel dispensario, nei mille lavoretti da fare in casa, don Lorenzo rende concretamente possibile tutto quello che succede nella missione. Per non parlare del lavoro parrocchiale, soprattutto alla Divina Misericordia e nelle cappelle dei campos, dell’attenzione ai malati, delle confessioni. E senza ripetere quanto già detto sull’impegno dell’ambulanza. Con uno stile di servizio operoso che è di edificazione per ognuno di noi.

Qualche passo in avanti nella tecnologia

A livello tecnologico, una nuova centralina telefonica ci facilita di più la comunicazione tra casa, dispensario e parrocchie. Grazie poi a un contributo di un ente statale dominicano, si sta aprendo un centro pubblico di accesso a internet, che dovrebbe servire soprattutto agli studenti per realizzare lavori di ricerca. Da parte nostra abbiamo lavorato perché non si possa accedere a siti di contenuto moralmente pericoloso, così come non permetteremo l’uso delle stanze di chat, usate qui spesso e volentieri per adescare minori per il mercato della pornografia.

Anche il diario sul web della missione si è rinnovato, con una nuova grafica più dominicana e con la possibilità di introdurre commenti da parte dei lettori. Il nuovo indirizzo è: . Visitateci, vi aiuterà a sentirvi là con noi!

La situazione del paese

Un accenno finale alla situazione sociopolitica del paese.

Il 2006 è stato segnato da due fatti. Anzitutto l’avanzamento dei lavori della metropolitana di Santo Domingo, con molte polemiche da parte delle forze sociali per il pozzo senza fondo del costo dei lavori, a scapito di molte altre opere che non sono state programmate.

E poi le elezioni amministrative. Abbiamo senatori, deputati e sindaci nuovi. Come già nel 2002, un solo partito (diverso da quello di quattro anni fa) ha il controllo di tutte le istituzioni dello stato. Che Dio ce la mandi buona!

Grazie!

Concludo, quindi, questa carrellata. Volevo essere più breve, ma le cose sono tante, grazie a Dio! Solamente voglio dire ancora una volta: il Signore è grande. Tutto quello che avete potuto leggere è opera sua, è lui che l’ha ispirato e che l’ha reso possibile, suscitando collaborazione attiva e operosa in Guaricano e a Genova.

Per questo dico, non solo al Signore, ma anche a tutti voi: Grazie! Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

Dopo aver accompagnato fino alle cinque del pomeriggio gli installatori dei nuovi gruppi di continuità, mi sono goduto i dialoghi con i conviventi del settore Espíritu Santo, del barrio del Chimbú.

Ho conversato con loro dalle cinque alle otto, vari casi, diversi l’uno dall’altro: la ragazzina di diciotto anni che è andata a convivere con il fidanzato perché i suoi litigavano; la coppia attempata che ha già fatto almeno due volte il corso di preparazione al matrimonio e che è quasi vicina alle nozze; la giovane donna che è quasi decisa a lasciare il marito che da quattro anni le fa le corna; l’uomo abbandonato dalla moglie, a suo dire non si sa perché visto che lui era un marito perfetto (?); la donna che non sa cosa fare con il convivente che già quattro volte ha passato la notte fuori casa; il giovane uomo che non si è ancora battezzato e che è deciso a prepararsi al battesimo e al matrimonio…

Ho visto in quasi tutti una sincerità e una ricerca del Signore, con la disponibilità a fare la sua volontà e a obbedire ai comandamenti. Il tempo mi è volato, e ho provato gioia grande con quasi tutti questi fratelli e sorelle.

Questa contentezza si è sommata a una cosa di stamattina: un giovane di Santa Margarita mi ha detto che vuole prendersi un impegno di evangelizzazione, anche in qualche paesino, o addirittura in qualche paese lontano. Penso che lo metterò in contatto con i Missionari del Sacro Cuore, che sono una congregazione ben dinamica, e che vive la missione ad gentes. Un bel segno di speranza questo giovane, al quale non ho nascosto che sto chiedendo al Signore che così come mi ha fatto vedere varie vocazioni di seminaristi e aspiranti suore, mi permetta anche di vedere una vocazione missionaria.
Grazie Signore!!!!

Pomeriggio dedicato prima ai dialoghi con i conviventi del settore Sinaí, e poi alla Celebrazione Penitanziale della Divina Misericordia.

I dialoghi sono stati un momento molto bello: ho parlato con varie persone (il 90% di sesso femminile), e ho visto in loro un desiderio sincero di vivere più intensamente la vita cristiana. Almeno due “signore” giovani, una di 18 e l’altra di 20 anni, mi danno l’idea che fra qualche anno potranno realizzare un buon servizio nella chiesa.

Alla celebrazione penitenziale c’eravano cinque preti, in due orette abbiamo confessato un centocinquanta/duecento persone. Grandi assenti: i giovani. Non so perché ne è arrivato un gruppo quasi alla fine (meglio tardi che mai), mentre un’altra buona fetta non si è vista per niente. Dovremo chiarire la cosa con i rispettivi responsabili di gruppo.

Un piccolo episodio intestinale mi ha suggerito di passare la mattinata in casa. Forse ci voleva, avevo un po’ di stanchezza accumulata.

Invece nel pomeriggio sono andato, prima di Messa, da un malato, per la confessione e l’unzione. Al momento dell’unzione hanno partecipato tutta la famiglia, compresi vari uomini (cosa che non è facile). Il signore che ha ricevuto i sacramenti è un uomo di mezz’età, che ha un cancro allo stomaco. Non riesce a mangiare perché rimette tutto quello che ingerisce.

Ha fatto la sua confessione con una sincerità e una semplicità che mi hanno commosso.

Domani qualche ministro straordinario gli porterà la comunione.

Ho fatto stamattina il funerale del marito di Bernarda. Lui naturalmente era tranquillissimo, mentre la moglie l’ho trovata che stava gridando, secondo il costume dominicano. In realtà credevo che avesse reagito in maniera più composta, considerando la sua fede, ma lì deve aver giocato l’esaurimento dei venti giorni in cui si è vista spegnere il marito, e senza una ragione.

Molta gente alla Messa, che è stata fatta nella stessa casa, e rimane l’inspiegabilità di una morte che ha tutta l’apparenza di uno sciopero della fame portato alle estreme conseguenze.

Da lì sono “scappato” diretto al ritiro.

È morto oggi pomeriggio il marito di Bernarda, la responsabile del settore Espíritu Santo, nel barrio del Chimbú. Bernarda è sulla cinquantina, e il marito pure.

Da un mese era in letto, non mangiava, quasi non parlava. I vari medici che l’hanno visto, in casa o in ospedale, non gli hanno trovato niente. Quello che diceva ai suoi era che doveva accettare la volontà di Dio. L’impressione è che si sia lasciato andare, che abbia deciso (incosciamente, senz’altro) che voleva morire. Ed è morto.

La moglie, donna di fede grande, è serena, e mi ha detto che si è spento in una maniera molto bella, chiamando tutta la famiglia e lasciando loro un messaggio molto bello.

Domattina alle nove faremo il funerale in casa.


Scorcio dei partecipanti alla giorata di convivenza

La giornata di convivenza delle comunità apostoliche della Divina Misericordia è stata bella, me la sono goduta.

M’è piaciuta al mattino, momento in cui ho potuto fare la catechesi sulla vita di comunità, che spero la gente riesca a mettere sempre più in pratica.

M’è piacciuta al pomeriggio, anche se non ho potuto apprezzarla al 100% perché mi sono messo a confessare e ho durato tre ore confessando. Ma nel frattempo c’è stato il momento della pachanga, cioè dei numeri della gente, poi la catechesi di Teofilo sull’essere fratelli in comunità, e quindi alcune testimonianze di come il cammino nella comunità apostolica ha aiutato questa gente a cambiare il loro stile di vita. Purtroppo di tutte queste cose non ho captato quasi niente perché impegnato a confessare, ma dagli applausi e dall’attenzione che vedevo nella gente è stato molto bello.

In definitiva una giornata molto serena, un angolo di cielo. Resa bella coreograficamente dal fatto che tutti indossavano la maglietta azzurra confezionata appositamente per i membri delle comunità apostoliche della parrocchia.

Ci siamo lasciati con l’impegno di iniziare il lavoro del discepolato personale, cioè assegnare a ognuno un discepolatore, cioè una persona che li aiuti a camminare con un accompagnamento personale mensile. Tutti si sono detti entusiasti dell’idea, e spero che la possiamo realizzare presto.

Grande assente Bernarda, la responsabile del settore Espíritu Santo, rimasta in casa ad assistere suo marito malato. Già di ritorno, alle sei del pomeriggio, la notizia che era spirato.

Tra le altre cose fatte oggi (con calma) ho finito di preparare il materiale per la convivenza di domani delle Comunità Apostoliche della Divina Misericordia: la mia catechesi sulla vità di comunità, e le fotocopie delle lodi e dei vespri.

Riguardo a quest’ultima cosa, sono contento di poterli fare, perché è praticamente insegnando alla gente a pregare con la liturgia delle ore e facendogliela gustare, nella speranza che continuino. Con queste fotocopie ho intenzione di dire loro che non le buttino via, che le tengano e che ogni tanto le usino.

Ci siamo riuniti stasera con i responsabili delle comunità apostoliche della Divina Misericordia.

M’ha scocciato un po’ che sono arrivati mezzi in ritardo (Marcial per primo!), e di fatto la riunione, che doveva essere alle sei, è cominciata dopo le sei e mezza e si è estesa fin dopo le otto e mezza.

Ho fatto un ripasso dei vari momenti della comunità apostolica: preghiera, studio della catechesi, edificazione mutua, solidarietà sociale. Di fatto in varie comunità ci sono momenti che diventano preponderanti rispetto agli altri, e momenti che praticamente non si toccano mai. Ogni tanto lanciavo la palla ai responsabili perché dicessero come vivevano questo o quell’aspetto, e sono anche venute fuori idee interessanti per tutti.

Dopo questa parte espositiva si sono divisi secondo i settori (ogni settore ha da tre a sei comunità apostoliche), per un bilancio più dettagliato della vita di ogni comunità.

E, alla fine, si è iniziato a coordinare la giornata che ci riunirà tutte le comunità apostoliche della parrocchia la domenica 5 novembre. La maggior parte della gente è ben disposta per partecipare, l’idea è che sia un momento da cui ripartire con entusiasmo, riprendendo con amore la vita di comunità e l’impegno apostolico.

Ho avuto conferma oggi che il tipo che ci vendeva il terreno di ampliamento per la parrocchia Divina Misericordia non lo possiede legalmente. Il suo documento di diritto di occupazione si riferisce a un’altra zona.

Ho provveduto immediatamente ad andare al CEA (Consejo Estatal del Azucar, in pratica l’ente proprietario di tutta la terra dello stato) per chiedere che ci donino o ci vendano quel terreno.

Vi saprò dire.

Stamattina sono andato in giro per la città dietro a varie commissioni per la chiesa nuova della Divina Misericordia.

In realtà non è ancora la questione della chiesa, quanto quella del terreno, perché c’è la possibilità di acquisire un’ampliazione del terreno che ci ha donato il BNV, ma devo fare i vari passi, e verificare varie cose perché poi non risulti che i terreni a cui ci ampliamo tengano problemi.

Il tempo investito nella cosa stamattina è stato ben fruttuoso. E poi nel pomeriggio ho potuto vedere un ispettore dell’azienda di stato che si occupa dei terreni, mi deve dare risposta su alcuni punti.

9:01 pm

Padre Francesco

Stasera è stato con noi per la novena di santa Margherita il padre Francesco, napoletano, viceparroco di Amparo e Santiago. È un prete del cammino neocatecumenale, e collabora con il padre Isidro, che è il parroco. Ha appena 5 mesi di ordinazione, ma con lo spagnolo se la cava molto bene perché ha fatto il seminario Redemptoris Mater qui.

Ha anche cenato poi con noi, è stato un momento molto piacevole!

Alla novena, poi, avevamo una bella rappresentanza della Divina Misericordia, accompagnati da Marcial. La novena è stata bella stasera!

Sono stato stamattina al BNV per chiedere se ci ampliavano il terreno che ci hanno dato per la chiesa della Divina Misericordia. Non ho potuto parlare con il funzionario che poteva darmi la risposta, ma ho canalizzato la richiesta con un suo subordinato. I giorni prossimi mi daranno la risposta.

La ragione di questa richiesta è che tra il nostro terreno e il resto dell’urbanizzazione hanno lasciato una frangia libera, e sembra che non la useranno.

Nel frattempo sto dandomi da fare per comprare un altro pezzo di terreno adiacente a quello che abbiamo ma su un altro lato. Il proprietario, che lo ha acquisito in maniera poco chiara (favore politico…) è disposto a vendercelo, a un prezzo ribassato rispetto a un prezzo esorbitante. Ma purtroppo si può fare poco, perché lui sa perfettamente che a noi fa troppo comodo. Basta dire che il nostro terreno è tutto accidentato, con 8 metri di dislivello tra la parte più alta e la più bassa, mentre che il suo è perfettamente piano. Così lo pagheremo troppo. In compenso ci permetterà di risparmiare sulle opere di edificazione. Secondo quanto mi dice l’ingegnere che si occuperà del progetto, sarebbe stato troppo costoso edificare nella parte scoscesa.

Da quando è cominciato il flusso dei seminaristi il Signore mi ha messo nel cuore il desiderio di vedere una vocazione missionaria. Sono arrivate le vocazioni religiose: suor Cristina, fiore bellissimo spuntato nel Guaricano, e adesso le varie aspiranti che stanno facendo il loro cammino di discernimento. Manca solo il o la missionaria.

Oggi pomeriggio il Signore mi ha fatto vedere che qualcosa si muove e che lui continua a lavorare: una ragazza di 18 anni ha confidato all’interno del circolo vocazionale che si sente attirata dal diventare missionaria. Non ha le idee tanto chiare, come la lascia intravedere il fatto che parlava di varie realizzazioni possibili di questa vocazione, tra cui includeva una forma matrimoniale di vivere la missionarietà.

Ma poi, terminato l’incontro, al sedermi insieme a lei e chiaccherare un po’ ho visto che c’era già abbastanza profondità. Siamo rimasti d’accordo che sonderemo varie congregazioni religiose, perché possa farsi un’idea più chiara della volontà di Dio su di lei.

Che si può dire? nient’altro che: Grazie, Signore!!!!

In mattinata sono stato a Ponce per la Messa, celebrando la festa di san Michele Arcangelo. Il giorno 29 non si era potuto fare molto, perché era il giorno della camminata biblica. Così abbiamo anticipato la Messa che sarebbe toccata in quella cappella tra quindici gionri.

Buona la partecipazione della gente, meno buona quella della famiglia di Nenito (il vecchio che trent’anni fa ha costruito la cappella): della famiglia ben grande che sono c’erano soltanto in tre.

Effettivamente la gente originaria di Ponce si inclinano più verso la brujería (o santeria) che verso la Chiesa, e lo dimostra il fatto che alla celebrazione della Chiesa non vengono. Al contrario, il giorno della “veglia” per San Michele, nella quale si suonano i tamburi, si balla e ci si ubriaca, lì sì che ci sono tutti.

Stasera è tornato don Lorenzo.

È stato una settimana in Italia per commissioni varie. si riintegra al lavoro: domani due Messe, e a partire da lunedì mi fa le catechesi della Settimana Biblica in un settore della Divina Misericordia.

Grazie, Signore!

Francisca, una giovane catechista e animatrice della pastorale giovanile della Divina Misericordia, sta cominciando a uscire allo scoperto con il desiderio di vivere la vocazione religiosa. Abbiamo parlato di chiamare una suora che lavora in curia, per vedere se le dà qualche indicazione o la invita per qualche attività vocazionale.

Francisca è una ragazza molto matura, ha sui 24 anni, e ha una bella capacità di lavoro pastorale. È una delle leader più affermate non solo alla Divina Misericordia, ma anche a Santa Margarita.

Per me è una gioia vedere questo desiderio che sboccia e cresce, vi saprò dire gli sviluppi!!!

Oggi, solennità dell’Assunta (che qui non è di precetto), nella Messa della sera abbiamo salutato i due nostri seminaristi maggiori che domani entrano in seminario.

Sono Willy e Miguel Ángel, e inizieranno adesso il corso filosofico, che dura quattro anni.

Varie persone della comunità hanno espresso ai due giovani la loro solidarietà spirituale, assicurando il sostegno della preghiera. Da parte loro Willy e Miguel Ángel hanno ringraziato tutti e hanno richiesto preghiera per loro e i loro compagni.

Alla fine della Messa ho chiesto a tutti i presenti che dessero loro un abbraccio.

Ed è stato un momento molto bello di vita parrocchiale. A Santa Margarita.

La Divina Misericordia non ha ancora seminaristi maggiori, sono solo due contro i cinque di Santa Margarita, e sono entrambi in prima liceo. L’anno scorso c’era Brondy in seminario, doveva passare al primo anno di filosofia ma è uscito.

Oggi si è conclusa la 13ª Missione Parrocchiale della Parrocchia Santa Margarita, e la prima (da dopo la divisione) della Parrocchia della Divina Misericordia.

Don Lino Terrile aveva cominciato a realizzare queste missioni di agosto a tutto il territorio parrocchiale nel 1994, e da quell’anno tutti gli anni la comunità aspetta con gioia il tempo della missione.

Come si realizza la Missione?

L’esperienza ci ha aiutato a dare una forma tipica, che si ripete uguale tutti gli anni, a questa attività.

Si comincia un mese prima annunciando alla comunità che ci avviciniamo al tempo della Missione.

Quindici/venti giorni prima della data di inizio si tengono gli incontri di formazione per i missionari e per gli oranti. Con i secondi faccio sempre un momento di insegnamento sulla preghiera, sia nelle sue basi bibliche che sul modo di viverla. Con i primi, c’è sempre una catechesi sulla missionarietà nel Nuovo Testamento, poi l’esplicitiazione dell’annuncio del kerigma, che è centrale nella visita missionaria, e infine l’istruzione pratica (con tanto di prova) sulla maniera di realizzare la visita alla famiglia.

Si arriva così all’ultima domenica di luglio o alla prima di agosto – quest’anno è stato il 30 luglio – nella quale alla Messa principale si fa la benedizione dei missionari.

A partire dal lunedì seguente, ogni giorno ci dedichiamo a visitare le famiglie di un settore o di una parte di esso. Fino all’anno scorso eravamo una sola parrocchia di nove settori, e quindi i dieci giorni di missione (due settimane da lunedì a venerdì) si dedicavano in pratica uno ad ogni settore. A partire da quest’anno la divisione delle parrocchie ha fatto sì che ogni parrocchia abbia meno settori, e di conseguenza ogni giorno si visitava solo metà di un settore. Con la metà dei missionari, naturalmente, perché ogni parrocchi lavorava nel suo territorio. Quest’anno avevano un massimo di sessantaquattro missionari a Santa Margarita e altrettanti alla Divina Misericordia; in pratica le presenze sono oscillate tra un massimo di sessanta e un minimo di quarantotto.

Alle tre del pomeriggio di tutti i giorni di missione ci ritroviamo quindi in una cappella o altro punto adatto dentro al settore che si visiterà, e lì si realizza la preparazione pratica (piegare e contare i fogli del messaggio che si consegnerà a tutte le famiglie; stabilire le coppie di missionari) e un momento di preghiera. Tutti i giorni si invoca innanzitutto lo Spirito Santo, si medita un passo evangelico correlato all’evangelizzazione, si intercede chiedendo al Signore la fecondità del lavoro che si realizzerà; infine i missionari ricevono la benedizione e vanno verso la parte di settore dove tocca loro visitare, accompagnati da laici che vivono nel settore e conoscono bene il territorio: questi ultimi hanno la funzione di dire a ogni coppia di missionari dove realizzare la visita; devono anche rendersi conto se ci sono famiglie che non vengono visitate, e cercare i primi missionari liberi per inviarli là.

Subito dopo l’invio dei missionari vengono inviati anche gli oranti: sono fratelli anziani o non ancora in piena comunione con Cristo e che quindi non possono evangelizzare, e che si dedicano a mantenere viva la preghiera nei centri di accoglienza a cui i missionari invitano la gente.

Normalmente ogni coppia di missionari visita dieci/quindici o in qualche caso venti famiglie, dipendendo dal numero di coppie presenti e dalla grandezza del territorio che si visita.

Durante la visita i missionari iniziano presentandosi; poi un breve momento di familiiarizzazione; quindi la parte centrale, cioè l’annuncio del kerigma, che si raccomanda venga presentato accompagnato da qualche esperienza personale; dopo di ciò invitano a pregare un momento insieme, la famiglia visitata e i missionari; terminano invitando alla Messa di accoglienza che si tiene verso sera nella cappella di settore o in un altro punto più vicino alla gente.

E di fatto verso le sei-sei e mezza la gente comincia ad avvicinarsi al punto indicato. Si vede gente che va a Messa la domenica, ma anche gente nuova, desiderosa di cominciare un cammino, o forse solo curiosa. Sta di fatto che la cosa di fare la Messa è un richiamo che la gente sente. Qualche anno, pensando di attirare di più, invece della Messa facevamo un riannuncio del kerigma, ma poi siamo ritornati alla Messa perché vedevamo che non funzionava.

Nella Messa cerco sempre di presentare il kerigma partendo dalle letture: far vedere cioè come l’amore di Dio, pur offuscato dal peccato, vince il peccato nella morte e risurrezione di Cristo, e diventa chiamata alla conversione e alla fede, alla vita nello Spirito e nella Chiesa. Tutte le sere ho fatto l’esperienza di annunciare questi elementi fondamentali della vita cristiana. Lo stesso hanno fatto nella Divina Misericordia don Lorenzo e il nostro diacono Marcial, che portavano avanti le due celebrazioni di ogni giorno. A Santa Margarita la seconda celebrazione la faceva un ministro laico.

Alla fine della Messa, una o più testimonianze. Tra le cose che mi hanno più colpito c’è stata quella di un uomo che poi mi hanno detto che è il capo di un punto di spaccio di droga; la tentazione è di pensare che erano parole legate al buon vivere, ma voglio credere che il Signore ha cominciato a fare qualcosa in quel cuore, e mi riprometto di andarlo a trovare a casa sua. Così come mi ha colpito la testimonianza di una donna sulla quarantina che era preda della droga e che sei mesi fa è stata liberata, e ha ringraziato pubblicamente il Signore.

Prima della benedizione finale, l’invito a entrare alle Comunità Ecclesiali di Base (CEB): nelle nostre parrocchie sono come il punto di entrata alla chiesa, varia gente vi partecipa anche se non si è ancora decisa a partecipare con costanza alla Messa. I responsabili di settore hanno presentato le CEB presenti nel loro settore, con il posto, il giorno e l’ora in cui si riuniscono. La speranza è che dopo la missione le CEB acquistino più vita.

Nei pomeriggi, mentre i missionari visitavano casa per casa, ho potuto andare da vari malati gravi, ai quali il Signore mi ha aiutato a portare parole di conforto e di fede, e con i quali abbiamo pregato. Ho approfittato anche per visitare persone che prima erano attive nella parrocchia e che per varie cause si sono allontanate un po’, e ho avuto segnali positivi di un desiderio di reintegrarsi. Sono rimasto molto contento anche della Riconciliazione che abbiamo celebrato con una mia maestra che da molti anni non si confessava.

Un aspetto molto bello della missione di quest’anno è stata la partecipazione di Deivy, un ragazzo di diciotto anni che da tre è nel seminario minore dei salesiani. Non avevo mai avuto l’occasione di vederlo con calma, anche perché lo stile di seminario dei salesiani non lascia tanti spazi per la presenza in parrocchia. Il lunedì della seconda settimana sono stato a casa sua a trovarlo, mi sono fatto raccontare varie cose, gli ho raccontato qualcosa di me, e alla fine l’ho invitato a unirsi con noi nella missione. Cosa che ha accettato con entusiasmo e che ha realizzato da lì in poi senza mai mancare. Tutti i giorni lo mettevo in coppia con qualcuna delle persone più impegnate, perché potesse farsi conoscere e conoscere le persone più influenti della comunità parrocchiale. L’ultimo giorno di missione la responsabile di settore ha chiesto a lui di fare la testimonianza alla fine della Messa, ed è stata una cosa molto bella e commovente, perché ha parlato di come ha scoperto la sua vocazione, delle velate prese in giro dei compagni di scuola, e della perseveranza che ha potuto vivere fino ad oggi e che è deciso a mantenere, fino al giorno (tra quindici anni, ma la cosa non lo spaventa) in cui diventerà prete.

Stamattina, poi, abbiamo avuto l’appendice della missione con la visita a Duquesa. Duquesa è un villaggio un po’ ritirato, ed è il posto dove nel 2004 abbiamo realizzato il progetto per far arrivare l’acqua alla comunità. È anche un posto pericoloso per la delinquenza organizzata, hanno una Nazione che fa il bello e il brutto tempo lì. Avevamo lasciata Duquesa indietro a causa della delinquenza, pensando che non era opportuno venire via di là con lo scuro. Questa mattina, quindi, ci siamo andati con quindici coppie di missionari. La gente di Duquesa ha risposto bene, qualcuno ha contato una sessantina di persone alla Messa (una ventina erano bambini), e si è visto un desiderio di vivere la Chiesa, praticamente con il battesimo dei bambini piccoli e il catechismo.

Alla missione hanno partecipato anche Willy e Miguel Angel, i nostri seminaristi che tra pochi giorni entreranno al Seminario Maggiore. La loro presenza è stata però mezza frammentaria, sia perché avevano vari impegni che impedivano loro di essere presente tutti i giorni, sia perché hanno fatto i jolly tra Santa Margarita e Divina Misericordia. Nel complesso la loro partecipazione è stata positiva.

Nelle prossime settimane si vedrà il frutto concreto della Missione. Qualcosa si è già visto: stamattina a Messa c’era più gente del solito, qualcosa come trenta o quaranta persone in più; la media è sui quattrocento alla Messa principale.

Spero che ci sia frutto anche nelle CEB, e che la gente che si unisca possa crescere nella vita di Chiesa: Messa, Ritiro di Evangelizzazione, gruppi di preghiera, impegno di animazione, catechesi, sacramenti. Non è facile sapere quanto la Missione ha aiutato o non ha aiutato; ma quello che so è che con questa missione abbiamo obbedito alla parola di Gesù: “Andate e fate miei discepoli di tutte le nazioni” (Matteo 28). Frutti o non frutti, il frutto dell’obbedienza e dell’amore a Cristo è lì, esperienza vissuta di comunità parrocchiali vive nel Signore.

Ne sono orgoglioso, e dico con gioia: Grazie, Signore Gesù

4:38 pm

Messa di invio

Nella Messa di stamattina abbiamo fatto l’invio dei missionari e degli oranti della missione parrocchiale.

Gli oranti mi sono sembrati meno di quello che pensavo. Evidentemente la maggior parte di quelli che hanno partecipato al momento di formazione di venerdì scorso erano della Divina Misericordia.

Invece si sono visti tanti missionari, dovrebbero essere più di 65, cioè dovremmo poter formare almeno una trentina di coppie.

Domani appunto cominceremo, visitando le famiglie del Cazabes, che è il campo di dove è suor Cristina.

Invece alla Divina Misericordia c’era don Lorenzo a presiedere l’Eucaristia, ha fatto lui l’invio dei missionari e degli oranti. Loro cominceranno dal settore Espíritu Santo, nel barrio del Chimbú.

Oggi pomeriggio ho avuto la formazione degli oranti, che nei giorni della missione staranno nei centri di accoglienza a pregare per missionari e destinatari della missione.

Erano tutti insieme delle due parrocchie, e in tutto avevo circa 150 persone. Pieni di entusiasmo, decisi a pregare. Ho fatto loro una catechesi, l’ho messi a lavorare in gruppo, e abbiamo concluso con un’oretta di adorazione eucaristica.

È stato un piacere per me dare questa formazione, hanno fatto venire più voglia di pregare anche a me!

Stasera abbiamo avuto la formazione degli animatori di CEB (Comunità Ecclesiali di Base) della Divina Misericordia.

Hanno partecipato praticamente tutti, una quarantina, ben motivati.

Grazie, Signore

Oggi abbiamo avuto i ritiri delle prime comunioni delle due parrocchie: Santa Margarita di mattina, e la Divina Misericordia di pomeriggio.

Per me il lavoro principale è stato confessare, lavoro in cui ho avuto l’aiuto del padre Derno, disponibilissimo.

A Santa Margarita ho fatto la spiacevole scoperta che due catechiste, nonostante le avessi dato per iscritto e ben dettagliato di cosa dovevano parlare, sono andate completamente fuori dai binari, parlandogli di tutto meno che di quello che dovevano.

Alla Divina Misericordia le catechiste hanno lavorato meglio. Taína e Virginia, soprattutto, si dimostrano sempre molto in gamba.

Le prime comunioni saranno domenica l’altra.

Ieri sera, nella nostra parrocchia di San Bartolomeo della Certosa, abbiamo presentato le foto della nostra esperienza a Santo Domingo. Una cinquantina i presenti insieme al parroco Don Renzo. La serata è inziata con la proiezione di due spezzoni del filmato di Tarcisio Mazzeo per proseguire con le foto.

I nostri parrocchiani hanno avuto modo, attraverso le immagini, di conoscere il barrio, la missione, le nostre suore, don Paolo, le scuole e le realtà di Santa Margherita e della Divina Misericordia. E siamo convinti che, attraverso i volti delle tante persone incontrate nella nostra settimana a Santo Domingo, sia passata l’immagine di una Chiesa viva che ha tanto da insegnarci.

Alla serata ha dato un prezioso contributo anche Julia con la sua presenza e la sua testimonianza.

Dopo questa serata Certosa e Santo Domingo sono “sicuramente” piu’ vicine.

10:48 pm

Festa patronale!

Oggi è stato il giorno della Festa Patronale della Divina Misericordia. La messa alle sette, orario solito, e il concerto del coro Cristo Vivo a sera.

In mezzo, per me, le due messe di Santa Margarita, delle nove di mattina e delle sei di sera. La messa del mattino di Santa Margarita è stata celebrata dal segretario del Nunzio, mons. Kurian.

La messa del mattino è stata la felice conclusione della novena anche per i nostri ospiti: don Gianfranco, Gianni e Cinzia, Julia. Hanno ricevuto in dono due bibbie con le firme dei vari settori della parrocchia, per portarle alle loro comunità parrocchiali.

Il concerto della sera è stato ben animato e ben preparato, con il coro che sfoggiava una divisa nuova con camicetta gialle e pantaloni scuri. Le canzoni a tutto coro si sono alternate con qualcuna interpretata da vari solisti, e l’effetto del tutto è stato ben gradevole.

Per me poi è stata una grande gioia poter celebrare il sacramento della riconciliazione con tre ragazzine che erano rimaste per un tempo ai margini della chiesa.

Tra tutti abbiamo fatto varie foto, spero di riuscire a metterne in linea qualcuna i giorni prossimi!

Alle 9 partenza con Jorge alla guida del pick-up, suor Serafina e tutta la squadra genovese. In 4 sul sedile posteriore, con il caldo, il viaggio è piuttosto sacrificato. Destinazione la Casa de la Paz, un riformatorio dove si va a trovare Michael.

La struttura è piccolina ma accogliente; di fatto è una grossa abitazione adibita ad istituto che ospita una quindicina di ragazzi con problemi di abbandono e di delinquenza. Meraviglioso il sorriso di Michael quando incrocia lo sguardo di suor Serafina. Ha 11 anni, non ha famiglia alle spalle ed ha commesso un furto di circa 1000 Pesos (38 Euro) spendendoli tutti in giocattoli che ha dato anche agli amici.

Incontriamo l’educatore, un ragazzo molto semplice e dai modi gentili, che chiarisce con suor Serafina la situazione. Insieme a Jorge, il preziosissimo collaboratore parrocchiale con grande esperienza visto che è padre di 6 figli, cercano di far capire a Michael che quella che gli è stata offerta è una buona opportunità e dopo qualche mese di istituto sarà affidato ad una struttura più idonea. È bello vedere Jorge che cerca di farsi promettere dal nostro piccolo amico che non scapperaà, non cercherà di ritornare nel Guaricano, sfrutterà le occasioni che gli sono date.

Abbiamo visitato la struttura accompagnati dai ragazzi: le camerette con i letti a castello ben ordinate, il refettorio con annessa cucina dove la cuoca era all’opera, il campetto da basket sul retro della casa. Qui don Gianfranco e Jorge si lanciano nella sfida impossibile e giocano con due ragazzi degli ospiti dell’istituto … risultato finale 20-22!!! Perso ma con onore.

Alcune foto (anche questi ragazzi amano la macchina fotografica) le caramelle per tutti ed il saluto finale. Si esce con un po’ di tristezza nel cuore ma con Suor Serafina raggiante piu’ del solito… ha letto nello sguardo di Michael la felicità di vedere che tante persone, italiani, stranieri, sono andati a trovarlo. Ed anima il ritorno a casa con una serie di canti nelle sue tre lingue: inglese, spagnolo e italiano…. ma non si lascia sfuggire l’occasione di cantarci anche qualcosa nel suo indiano. È una donna straordinaria!!

Dimenticavo questo piccolo episodio del rientro. Eravamo ancora nel centro città, nella piazza antistante il parlamento, quando un pulmino taglia la strada a Jorge. Inevitabile lo scontro… ne segue la “constatazione amichevole”, sbrigata con due o tre frasi lanciate dal finestrino dal nostro autista ed il conducente del pulmino che è sceso, ha protestato, ha constatato il suo danno e lamentandosi è ripartito. Sul pick-up della missione il colpo aggiuntivo non “sfigura” assolutamente con il resto della carrozzeria.

Pomeriggio ci muoviamo con don Paolo che deve celebrare un matrimonio in centro cittaà. Nel viaggio di andata don Gianfranco ripassa la preghiera Eucaristica in spagnolo visto che celebrerà la S. Messa alla Divina Misericordia. Don Paolo, come esigente insegnante, gli corregge la pronuncia e lo fà ripetere.

Il matrimonio deve iniziare alle 4 ma a dieci minuti dalla cerimonia non si vede nessuno e la chiesa non sembra preparata. Lo sposo arriva alle 4.15 la sposa circa 20 minuti dopo… occorre attendere ancora i genitori e i testimoni… si inizia alle 5!!!

La cerimonia tranquilla con canti meno vivaci rispetto a quelli che caratterizzano l’Eucarestia nel Guaricano. Ma un problema sonoro si è scatenato sulla cerimonia. La chiesa che si trova ad un incrocio dove doveva passare il corteo elettorale del partito al governo… Un esercito di manifestanti, auto, furgoncini, stracolmi di persone, camioncini attrezzati con di muri di casse che a tutto volume (e si intende a volume da concerto Rock o forse più elevato) sostenevano i candidati. Ogni candidato aveva il suo spazio nel corteo, la sua serie di camioncini di sostenitori dotati di cappellini e bandierine del partito, il suo muro di casse e chiudeva il corteo con la sua auto dalla quale emergeva salutando gli elettori!

Una sorta di “carnevale” politico!!!

Quindi nel matrimonio la politica è entrata di prepotenza… e il don, gli sposi, i cantori hanno fatto fatica a far sentire la loro voce all’assemblea.

Visti tutti i ritardi accumulati, conclusa la cerimonia, don Paolo si è fatto strada con il pickup tra i manifestanti, cercando di evitare tutte le possibili sorgenti di traffico e di arrivare velocemente in Missione per la messa serale.

I blocchi non sono un grave problema…. c’è sempre il contromano in grado di risolverli. La sua guida è sciolta…. troppo sciolta!!!

Arrivati in missione saliamo su un’altra auto con Suor Cristina che ci accompagna alla Divina Misericordia dove don Gianfranco deve celebrare. Fortunatamente è supportato dal diacono Marcial che ha letto il vangelo e predicato. Il rispasso ha dato i suoi buoni frutti e lo spagnolo sfoggiato da don Gianfranco sembra sia stato compreso dai partecipanti all’Eucarestia. Suor Cristina lo ha supportato traducendo alcune parole dette all’assemblea all’inizio e alla conclusione.

Al termine ci ha raggiunti don Paolo che ha letto chilometrici avvisi parrocchiali (le iniziative sono tante), festeggiato i compleanni e concluso la gara dei settori. Si perché ogni sera, con l’applausometro, si determinava la zona piu’ presente alla celebrazione. Come ultima serata della novena don Paolo ha guardato ai Bambini, i Giovani e gli Adulti presenti. Tanti giovani questa sera alla celebrazione, davvero una speranza per la chiesa dominicana.

Domani mattina alle 7.00 festa patronale (non mi sono sbagliato, avete letto bene, domani mattina alle 7.00)… quindi sveglia ad un quarto alle 6.

Questa mattina la playa per don Gianfranco e Cinzia accompagnati da Jorge collaboratore della parrocchia.

Prima un salto a Boca Chica, famosa spiaggia turistica, e poi in una zona meno frequentata dai turisti, ma mal frequentata… neppure Jorge, attentissimo e preziosissimo per il servizio che ha svolto, è riuscito a impedire che rubassero le ciabatte a don Gianfranco.

Il reverendo ha fatto conoscenza sulla spiaggia… due ragazze dominicane che accompagnavano un occidentale. Purtroppo il fenomeno del turismo sessuale è molto diffuso… una vergogna del nostro mondo ricco di soldi ma povero di valori.

Io, questa mattina, mi sono occupato di telefonia e computer mentre Julia è tornata a scuola, nel suo nuovo liceo (chiederà il trasferimento?) ed ha fatto un passo all’asilo dove l’ho trovata intenta ad aiutare i bimbi di 5 anni ad incollare dei mattoncini colorati di carta… qualche foto (chiedevano a Julia dell’hombre con la camara) con questi bimbi che amano farsi riprendere. Poi siamo volati verso il centro nutrizonale dove si stava già pranzando; abbiamo ritrovato gli amici degli scorsi giorni. Julia si è messa ad imboccare una bimba e io a gironzolare per i tavoli giocando con gli ospiti del centro. Sono tutti bambini a parte una mamma presente con le sorelle ed i fratelli e la sua bambina.

Amber (se non vado errato questo è il suo nome) quest’oggi è ritornato a mangiare. Dall’indagine della suora non si è infortunato lavorando ma cascando da cavallo… comunque il colpo he ha subito sembra andare meglio.

Foto finale nel giardinetto del centro dopo che suor Serafina ha distribuito ai suoi ospiti delle delle piccole banane (una bontà!!) per completare il pasto e per la merenda. Alcuni bambini, utilizzando una scodella, portano a casa gli avanzi per la cena.

Il cibo merita un paragrafo a parte…

Suor Serafina a pranzo ci ha deliziato con le sue polpette di pesce indiane. Inoltre le suore ci hanno donato delle noci di cocco fresche delle quali abbiamo assaporato il succo. Don Gianfranco, modello Robinson Crousue, si è adoperato per spaccarle (sopra le pietre) ed è riuscito nel suo intento.

Ore 17 riunione della pastorale giovanile… mi unisco con Cinzia per capire un pochino di più la realtà della comunità che ci ospita. Don Paolo con eccellente capacità organizzativa ha fissato la scaletta della discussione: revisione settimana santa, attività varie, campi estivi… Per un attimo ti trovi proiettato in problematiche del tutto simili a quelle genovesi. Esempio: può fare l’educatore una persona che non ha la formazione e non in grado di essere di esempio? Oppure: lo possiamo coinvolgere solo come aiuto? Un’aria di déjà vu della mia esperienza nella parrocchia di Certosa. Si organizza il campo estivo!! Per i bambini non c’è problema poiché faranno il campo in parrocchia… per gli adolescenti quale soluzione al fine di evitare caotiche nottate di chi, una volta fuori dal controllo dei genitori, tende ad approfittare delle situazione??? qualche migliaia di Km di distanza ma problemi analoghi…. solo i numeri sono differenti; qui si parla di gruppi di 20-30 persone, e più di un gruppo per ogni parrocchia.

Il forte acquazzone intorno alle 5 di pomeriggio ha condizionato la partecipazione alla messa. Questa sera alcune panche erano vuote. Julia ha fatto la sua testimonianza in spagnolo parlando delle sue attività, dello studio, del gruppo Scout… è tendenzialmente taciturna ma preso il microfono in mano è diventata incontenibile…

Ieri sera ci avevano chiesto se ci piaceva la cucina dominicana… la nostra risposta ha incluso anche la bontà della frutta. Ci hanno chiesto che frutta avevamo assaggiato e hanno scoperto che non avevamo provato il mango. Questa sera sono arrivati chili di questo dolcissimo e squisito frutto… la generosità delle persone non conosce confini.

Questa mattina abbiamo, insieme a don Gianfranco, accompagnato Julia al liceo. La piccola della spedizione ha scelto volontariamente di seguire un paio di lezioni di religione tenute da suor Cristina e si è fermata all’ora di matematica delle terze scoprendo che esiste anche la “trigonometria” da lei fino ad ora mai vista. I “compagni” sono come in Italia; alcuni studiano nell’ora di religione le materie delle ore successive!!!

La direttrice incontra nuovamente don Gianfranco ed il sottoscritto in ufficio e affrontiamo i problemi della scuola, delle prospettive dei ragazzi terminato il corso. Pochi allievi proseguono gli studi, la maggior parte si dedicheranno alle attività avviate dalla famiglia con lavori probabilmente non adeguati al titolo di studio conseguito.
Il corpo docenti è composto da 11 persone… 11 insegnanti, 8 classi ….. i conti non tornano!!! Quante ore lavorano?
L’orario è di 28 ore alla settimana. Ma molti di loro integrano lavorando ulteriormente presso scuole pomeridiane o serali.

Cinzia passa la sua mattinata in Farmacia, dove ha modo di conoscere il personale e di seguire suor Blessila nella negoziazione con un rappresentante. Poi passa al centro nutrizionale. Oggi il ragazzo infortunato sul lavoro non c’è. Speriamo di incontrarlo domani e che il colpo che ha preso sia stato riassorbito.

Il pomeriggio è trascorso tranquillamente.

La sera durante la celebrazione eucaristica don Gianfranco ha fatto la predica, tradotto da don Paolo, mentre Cinzia è stata chiamata, con me vicino, a fare una piccola testimonianza… l’idea di don Paolo era quella di promuovere il matrimonio cristiano, non sempre adottato nel Guaricano. Spesso gli uomini preferiscono non sposare per non impegnarsi. Il che introduce elementi forti di instabilità nel tessuto sociale… domani toccherà a Julia dire qualcosa!!!

10:19 pm

Serate di novena

La novena alla Divina Misericordia si sta svolgendo in maniera bellissima. Tutte le sere ci sono 150/200 persone, ben animate e attente. Marcial ha fatto una buona opera di motivazione le settimane passate, e ogni giorno tocca a un settore diverso animare la novena e la Messa.

A me riesce facile presiedere la Messa in maniera ben dinamica, perché l’assemblea è di qualità ben alta. Tutte le sere c’è presente Charo, una ragazza di quattordici anni ben slanciata che si è battezzata il giorno di Pasqua e che ha una gioia di vivere contagiosissima, e con lei vari altri giovani e bambini che hanno ricevuto il battesimo. C’è sempre anche la mia figlioccia Andreina, sempre affettuosissima, e che mi bacia la mano (la bendición padrino) rigorosamente almeno due volte tutte le sere.

Le varie sere ho chiamato a parlare i nostri ospiti, cominciando da don Gianfranco, e poi un’altra sera Gianni, e poi Cinzia, e quindi Julia. Le loro parole sono sempre arrivate al cuore di tutti i presenti. Stasera poi don Gianfranco ha fatto anche la predica, gustosissima come al solito. Ho anche buttato lì che è un possibile candidato successore mio per il lavoro della missione!

Oggi era il secondo giorno della novena della festa patronale della Divina Misericordia.

La novena consiste in un momento di preghiera e animazione seguito dalla Messa, verso sera.

Ieri, lunedì di Pasqua, la partecipazione è stata discreta, ma stasera è stata molto più numerosa. C’erano anche Rosanna e Kika con altri del coro dei giovani a cantare, e si percepiva l’eco della gioia pasquale.

Alla fine mi è venuto spontaneo chiedere all’assemblea di fare una gara a quale settore gridava con più entusiasmo. Hanno vinto i settori San Francisco e Arca de Noé, a pari meritio! Siamo rimasti d’accordo che domani sera lo rifaremo, per vedere se gli altri settori riescono a coinvolgere più gente!

Sveglia alle ore 5:30, con don Gianfranco che passeggia nella sala della casa milanese che ci ha ospitato per la notte, recitando le lodi… pochi minuti irrompe nella nostra camera… “Gianni ho lasciato a casa il passaporto!!!”

Mentre Julia ancora dormiente non si rende conto del dramma in corso io con Cinzia lo invitiamo a guardare bene nello zaino… ma niente da fare…

Siamo rassegnati e, considerata l’impossibilità di tornare a Genova gli suggeriamo di provare a venire in aeroporto e vedere cosa gli dicono…

Passano pochi minuti e mentre ci stiamo vestendo il Calabrese irrompe nella nostra stanza con il passaporto ritrovato. E qui si prende un sonoro “suggerimento” ad andare a quel paese (non proprio cosi)… non male come inizio alle 5:35!!!

Taxi fino a Linate ed imbarco regolare sul volo per Madrid dopo che tutti i biglietti sono stati sbloccati dalla lista di attesa.

Ci imbarchiamo per il volo intercontinentale Madrid-Santo Domingo e scopriamo che io, Cinzia e Don siamo stati spostati in Business Class….

La solita fortuna di mia moglie che al primo volo intercontinentale si trova a godere delle coccole delle hostess… per stare insieme a Julia rinunciamo ad un posto in Business Class e ci alterniamo nei due posti a disposizione…

Arrivo a Santo Domingo, botta di caldo con il circa 30 gradi, attesa bagagli e finalmente l’incontro con don Paolo e suor Serafina che sono venuti a prenderci con il pick-up della missione. Riempito dei bagagli Cinzia e Julia si sono messe nel cassone a prendere il sole e far la guardia alle valige… ci avviamo verso la nostra destinazione.

La macchina non è velocissima, le strade sono disastrate, i mezzi circolanti non hanno mai frequentato le carrozzerie… alcuni girano senza parafanghi, con il parabrezza completamente venato. Il numero degli occupanti non conosce regole… rosari sugli specchietti.

Don Paolo si è adattato bene alle “regole” (si fa per dire) di guida e sorpassa a destra e sinistra, chiede strada con il clackson, lo suona vigorosamente se un veicolo è in rotta di collisione.

Arrivati alla casa occupiamo le nostre stanze conosciamo e le altre due suore… domani festa grande a suor Cristina che rinnova i voti temporanei.

Ore 19 S.Messa di Novena in preparazione della Festa Divina Misericordia.

Con l’auto don Paolo ci conduce nel barrio ed arriviamo a questa “nuova parrocchia” dove su una gettata di cemento sono costuite spartane pareti di legno con porte di accesso sui lati. Una griglia come finestra (i vetri sono inutili) e tre file di panche. Chiesa quasi piena al nostro arrivo. Veniamo accolti con un abbraccio dal diacono e ci sediamo in una panca tra la curiosità dei Domenicani. Mancano 15 minuti alla celebrazione ma si sta svolgendo una veglia riprendendo i temi cari a suor Maria Faustina Kowalska.

Cerimonia sentita con canti ben animati una partecipazione numerosa ed intensa. Alla fine veniamo presentati e don Gianfranco dice quanche parola tradotta da don Paolo. Tre file avanti a noi una bellissima piccola bimba è incuriosita da queste persone “colorate” di bianco… cerchiamo di avvicinarla ma non ne vuol sapere di venire in braccio con noi.

Poi don Paolo ci chiede di metterci in fondo alla chiesa e a quel punto siamo stati piacevolmente assaltati dai parrocchiani che abbracciandoci ci offrivano il loro benvenuto (avrò abbracciato persone per più di dieci minuti)… quasi come quando nelle nostre parrocchie entra un estraneo…

Cena ed inizia la prima notte al Barrio… in lontananza si sente la musica ad alto rumore…

Il pesto è arrivato senza alcun problema… domani trenette a Santo Domingo!!

Ora mi attende un letto con annessa zanzariera e le pale di un ventilatore… speriamo che questa notte facciano il loro dovere.

Buona Notte!

6:13 pm

Arrivati!

Sono arrivati poco fa don Gianfranco, Gianni Rotondo e Cinzia Traverso, e Julia Marini.

Si fermeranno con noi una settimana. Benvenuti!!!!!

Tra poco li porto alla Divina Misericordia, dove si celebra il primo giorno della novena di preparazione alla festa patronale, che sarà domenica prossima!

Stasera le confessioni ci toccavano alla Divina Misericordia. Marcial ha fatto il suo lavoro di preparare la gente e di aiutarli a ringraziare il Signore.

C’eravamo in quattro a confessare, e non è stato tanto pesante. Fedelissimi, il padre Tomás, il padre Luis Obispo, e il padre Isidro.

Un buon numero di conviventi me li ero già “confessati” nelle settimane precedenti, ed effettivamente è molto meglio a questa maniera.

La Via Crucis di stasera alla Divina Misericordia è stata centrata sui problemi del barrio.

Abbiamo fatto solo cinque stazioni, una per ognuno dei settori della Divina Misericordia, e in mezzo ad ogni stazione si è presentato il problema più forte di quel settore e abbiamo pregato perché possa trovare soluzione.

Chi ha parlato della violenza, chi dell’acqua maleodorante, chi della droga… Non è stato difficile trovarli, piuttosto il difficile è stato forse scegliere!

Il Consiglio Pastorale della Divina Misericordia di stasera è girato intorno alla verifica della Quaresima e alla programmazione della Settimana Santa e del Tempo Pasquale.

Riguardo alle attività di Quaresima, c’è stata una risonanza positiva della Camminata Penitenziale sui muri da abbattere. Anche se in qualche settore si sono trovati paura e hanno unito più camminate in una, in generale sono stati momenti ben partecipati, e soprattutto è piaciuto l’abbattimento finale del muro e il passarci sopra mentre si cantava!

Per quanto riguarda la Settimana Santa, l’assenza di Lorenzo ci ha costretto a mettere le celebrazioni in orari che non scontrino con quelli di Santa Margherita. Ho pensato a don Giulio, a don Lorenzo e a don Franco, che per anni si sono fatti le celebrazioni doppie sistematicamente.

Nel tempo di Pasqua faremo una visita a tappeto del cero pasquale a tutti i settori, contando di poter visitare anche molte famiglie. Siamo sicuri che sarà un momento bello di evangelizzazione barriale.

Il Ritiro di Quaresima della Divina Misericordia è andato bene su tutti i fronti.

Ottima l’équipe che l’ha dato, un’équipe del Rinnovamento nello Spirito, realmente piena di Spirito Santo, con una predicazione viva e centrata sulle testimonianze di vita.

Ottima la partecipazione: i genitori dei bambini del battesimo e della riconciliazione hanno risposto e hanno detto presente con amore. Ho fiducia che vari di loro cominceranno a vivere con più amore la Chiesa.

Ottima la organizzazione da parte di Marcial. Da parte mia non ho fatto niente anche perché possa imparare facendo, se capita, i suoi errori. Nei giorni scorsi è riuscito anche ad approntare un bagno con tanto di acqua, che ha funzionato egregiamente.

Io ho potuto fare qualche saltino, senza poter stare tanto tempo. Marcial che se l’è goduto tutto era soddisfattissimo stasera!

8:57 pm

Domenica piena

Oggi è stata una giornata con varie cose.

Due messe al mattino, e tra l’una e l’altra far partire il ritiro parrocchiale di Santa Margarita. Sono venuti a tenerlo un’équipe del Cammino Neocatecumenale.

Al pomeriggio presto alla Divina Misericordia una catechesi sui peccati ai giovani del battesimo, e appena finito la stessa catechesi un po’ semplificata ai bambini del battesimo.

Dopodiché l’adorazione eucaristica che concludeva il ritiro parrocchiale, e infine la Messa d’orario a Santa Margarita delle diciotto e trenta, con un buon numero di bambini del battesimo.

Mi sento un po’ saturato ma sono contento perché tutto è andato bene.

La gente che è venuta per il ritiro ha avuto un’ottima impressione della parrocchia, e fanno fatto i complimenti a tutti, e la cosa ha fatto sentire tutti molto bene. Oltre a questo, naturalmente, le meditazioni del ritiro sono state semplici ma profonde, la gente le ha gustate. Non io, purtroppo, che ero “in tutt’altre faccende affacendato”.

Ho passato tre ore oggi pomeriggio a confessare persone che non possono ricevere l’assoluzione nel settore Sinaí.

Sono persone conviventi, alle quali bisogna dare un’attenzione pastorale specifica per aiutarli a trovare la strada del matrimonio.

Dalle tre e un quarto c’ho dato fino a oltre le sei. È stato bello vedere il desiderio di questa gente di trovare il cammino del Signore.

Dopo, sono andato a una parrocchia di Villa Mella. Dovevano avere la celebrazione penitenziale, ma inspiegabilmente non c’era nessuno in parrocchia.

Oggi dovevamo scegliere il nuovo responsabile del settore Altagracia (Ponce), per sostituire Matilde che vive fuori dal settore.

Sono usciti vari candidati, ma fondamentalmente la cosa si è ristretta a due, Mdes., giovane signora di quasi quarantànni che lavora nella parrocchia dalla tenera età, e Mri., che è arrivata solo da due anni ma che porta avanti il lavoro con molto amore.

Alla fine sono stato io a dire che preferivo Mdes. per la poca esperienza di Mri. Il problema è venuto dal fatto che Mdes. ha rifiutato l’incarico, adducendo che la comunità non è stata con lei in un momento difficile, e che non accetta la responsabilità perché sicuramente la lasceranno sola.

Così siamo rimasti in un nulla di fatto. Vedendo l’atteggiamento di Mdes., forse è meglio così.

Stasera abbiamo avuto la riunione con i genitori dei bambini che saranno battezzati a Pasqua.

Nella Divina Misericordia sono una settantina. Hanno fatto per lo meno due anni di catechismo, e ora entrano nella preparazione più immediata, che coincide con la quaresima.

Tutti gli anni iniziamo vedendo i genitori, perché si sa che la famiglia deve farsi protagonista del cammino di fede dei suoi figli.

Insieme ai genitori dei bambini che saranno battezzati c’erano anche i genitori di quelli che faranno la prima riconciliazione. I bambini che faranno questo passo sono un centinaio. L’anno prossimo riceveranno la prima comunione.

Una cosa che forse non sono ancora riuscito ad accettare qui è il fatto che la maggioranza di questi bambini vengono al catechismo all’età che gli pare, poi si allontanano, ritornano… In maniera che nel gruppo che si battezza sono rappresentate tutte le età da otto anni fino a 12/13. E poi ci saranno anche i più grandi, ma quelli li prepariamo in un gruppo a parte.

Adesso i bambini che si preparano al battesimo cominciano un cammino più intenso di catechesi e di partecipazione attiva alla Messa. Tutte le domeniche avranno la catechesi specifica sul battesimo, una domenica avremo una convivenza di un giorno intero, e i loro genitori sono invitati al ritiro di quaresima che sarà tra un mesetto.

Vi chiedo una preghiera perché possano prepararsi bene ed essere pietre vive della chiesa!

Oggi era il giorno preciso della Giornata Mondiale del Malato, e nel pomeriggio abbiamo vissuto la Messa con i malati alla Divina Misericordia.

La chiesa era straripante di malati, anche qui più o meno gravi. Una cinquantina hanno ricevuto l’unzione dei malati. Nelle settimane scorse catechisti e animatori li avevano preparati per ricevere questo sacramento.

Mi edifica sempre la fede con cui questi fratelli vivono la Messa e questo sacramento. Qui poi c’è una “parola magica” che non abbiamo in italiano: estoy conforme; vuol dire “accetto dal Signore quello che lui decida”, “mi sta bene quello che vuole il Signore”. È la traduzione in linguaggio popolare del fiat di Maria. E in questo il popolo dominicano si rivela realmente mariano!

10:40 pm

Un nuovo settore

La serata è stata dedicata a una riunione con tutte le persone impegnate del Chimbú per costituire un nuovo settore. Si chiamerà “Spirito Santo”, ed è smembrato dal settore Altagracia, che adesso rimane limitato a Ponce.

Ponce e il Chimbú costituiscono la parte più bassa della parrocchia Divina Misericordia. A Ponce la gente è soprattutto fatta di nativi, neri, ex tagliatori di canna da zucchero. Invece il Chimbú si è formato poco a poco in questi ultimi trent’anni. La gente di Ponce che era proprietaria di quelle terre le ha vendute, e chi ha comprato si è fatto la sua casa. Adesso nel Chimbú vivono 6/700 famiglie.

Nella riunione abbiamo dialogato insieme di cosa è e fa il responsabile di settore, e della sua relazione con la comunità. È venuto fuori il ritratto di una persona di chiesa che anima e suscita il dialogo e il discernimento comunitario, obbediente al parroco e capace di suscitare comunione e azione.

Alla fine la gente ha scelto quella che forse era l’unica candidata matura, Bernarda, la quale viene da una lunga esperienza ecclesiale, nella parrocchia di Santiago el Menor, nel Capotillo, e, da ultimo, lì dove vive adesso.

La cosa bella è che tra i candidati sono stati menzionati altri uomini e donne, alcuni con pochi anni di vita di chiesa alle spalle, ma abbastanza maturi. Il fatto poi che insieme abbiamo cercato i loro lati positivi e le loro carenze, con l’accento sui primi, credo che li abbia aiutati a sentire che il loro sforzo per maturare è visto e riconosciuto dalla comunità.

Durante la riunione ho vissuto una piccola conversione. Quando abbiamo iniziato mi dicevo: Che poca gente! Era che mi aspettavo che fossero di più le persone impegnate. E in realtà non sono molte di più delle venti che c’erano. Invece quando siamo arrivati alla fine, nel cuore e anche a voce ho ringraziato il Signore, perché ho visto una maturità comunitaria che mi ha stupito. E insieme non abbiamo potuto far altro che ringraziare il Signore a piena voce.

Per cui anche qui scrivo: Grazie, Signore, molte grazie!

Questo consiglio pastorale era dedicato a rivedere gli ultimi mesi di pastorale, e a programmare i prossimi.

Tra le cose degne di nota, aggiungeremo una tappa di rinforzo al cammino di chi ha fatto il ritiro di evangelizzazione.

I nostri giorni qui in Guaricano proseguono intensamente, tante le persone che desiderano conoscerci, salutarci e confrontarsi con noi scambiando qualche parola.

Lunedì mattina siamo passati da una scuola superiore (il Politecnico Oscus San Valero) con don Franco e sia i responsabili della scuola, che gli insegnanti, hanno voluto che visitassimo le classi, per questo ci hanno affiancato a due ragazze, una delle quali parlava molto bene l’italiano.

Io e Alessandro eravamo molto imbarazzati, tante le loro domande; si sono stupiti molto del fatto che siamo sposati da tre anni e mezzo e non abbiamo bambini, volevano sapere quanti anni abbiamo, come è la vita in Italia, se ci piace il loro paese, quali sono i nostri piatti preferiti…

In qualche classe abbiamo chiesto quanti di loro hanno parenti emigrati da Santo Domingo e ci siamo accorti che solo in pochi non hanno qualcuno in un altro paese del mondo…

Ci hanno poi illustrato i principali problemi in Guaricano: la mancanza della luce per molte ore del giorno, l’acqua non presente nella maggior parte delle abitazioni, la delinquenza e la droga.

Don Franco ha poi visitato alcune famiglie, conosciute nei suoi quattro anni che ha trascorso qui e noi l’abbiamo seguito.

Pensavamo di essere invadenti, ma le cose qui sono davvero molto differenti rispetto all’Italia, la gente è contentissima di accoglierti nella sua dimora e ti mette a disposizione tutto quello che ha.

Nel tardo pomeriggio ci è venuta a prendere qui nella casa della missione Francisca, una responsabile della pastorale giovanile nella Parrocchia di Santa Margherita e siamo andati a piedi a casa sua attraversando le strade del barrio. Il gruppo giovani della parrocchia ci ha accolto con canti e danze. Successivamente attraversando il bario tutti assieme siamo andati a visitare un’anziana inferma che ci ha accolto (eravamo una trentina di ragazzi) nel piccolo spazio antistante la sua casa. Lì un ragazzo ha letto un passo del Vangelo e lo ha commentato assieme a tutti gli altri e all’anziana signora.

Non so come riuscire a descrivere al meglio questi momenti, perché è veramente molto difficile… Quello che ti trasmettono questi ragazzi è l’essenza della vita, la loro profonda partecipazione alla lettura e al commento del Vangelo ti fa sentire piccolo piccolo…

…El pueblo de Dios…

… e sono già al lavoro: in parrocchia e a scuola mi sono visto con tutti i collaboratori per fare il punto della situazione.

Nelle parrocchie si sta facendo la novena della Altagracia, con sembra buona partecipazione e attenzione.

A scuola bisogna smuovere la faccenda della connessione internet: Verizon ci ha messo due pali nel cortile per portare i fili fino al nuovo laboratorio di informatica, ma non ha finito il lavoro.

Per la Divina Misericordia dovrò sentire Ángel Segura per vedere se muoviamo il discorso della sistemazione del terreno della chiesa nuova.

Nel liceo cominciano domani gli esami.

Insomma, carne al fuoco ce n’è tanta!

Carissimi amici e benefattori,

approfitto di queste vacanze a Genova, dalla mia famiglia, per scrivervi con più calma questa lettera, che vuole essere innanzitutto un ringraziamento al Signore per tutto quello che la Missione Diocesana di Santo Domingo ha potuto essere e realizzare durante l’anno 2005, e quindi un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno intenso, e anche un anno molto particolare. Provo a scrivere le cose principali, perché aiutino me e voi ad amare sempre più quel Signore che ha reso possibile tutto questo.

***

Come già sapete, a fine 2004 avevamo consegnato al vescovo di Santo Domingo le parrocchie di Santiago el Menor e Nostra Signora del Amparo (Guardia). Il cardinale di Santo Domingo aveva subito provveduto alle parrocchie mandando come parroco il padre Federico, che aveva sudiato in Italia, un prete molto amico di don Giulio Boggi. Il padre Federico ha fatto un buon lavoro, portando avanti con amore le comunità che don Franco gli aveva consegnato; e ciò nonostante fosse anche responsabile della radio diocesana. La permanenza del padre Federico non è stata lunga, perché il vescovo l’ha chiamato a diventare formatore in seminario. E così in settembre le due parrocchie hanno ricevuto il loro nuovo parroco nella persona del padre Isidro, un giovane sacerdote dei neo catecumenali. Pieno di entusiasmo, è all’inizio del suo ministero e sta cercando di conoscere la realtà a cui è stato mandato. Lo affianca un diacono permanente.

***

A Santa Margarita c’è stato abbastanza fermento, ma non per cambi di preti, quanto per il nuovo entusiasmo generato dal lancio del Terzo Piano Pastorale Diocesano. Siamo arrivati cioè alla fase operativa di questo Piano Pastorale, che si sta elaborando da circa tre anni, e che è pensato per essere le linee guida della vita diocesana nei prossimi trent’anni. In pratica il 2005 è stato l’anno in cui sono stati chiamati e formati i messaggeri e le equipe di settore. I primi hanno l’incarico di portare alle famiglie della parrocchia una lettera mensile del parroco con un tema uniforme a livello di tutta la diocesi: ogni messaggero si occupa di dieci/quindici/venti famiglie, delle quali si occupa in maniera amorosa e particolare. Invece le equipe di settore hanno la funzione di organizzare nei vari punti della parrocchia attività mensili che aiutino a recepire e interiorizzare i temi del piano pastorale. Grazie a Dio la comunità di Santa Margarita ha risposto molto bene a queste sollecitazioni: i messaggeri svolgono il loro lavoro nella gran maggioranza, e le equipe di settore discretamente bene; purtroppo in qualche settore le persone che sono state chiamate non si sono rivelate in grado di svolgere il compito, speriamo di rimediare in questo 2006.

Naturalmente una parrocchia non può limitarsi a chiedere servizi alla sua gente, deve anche offrire una formazione solida. Per questo è stato portata avanti lungo tutto l’anno la formazione dei candidati ministri. Avevamo già i ministri, ma sono praticamente “scaduti”, e per questo c’è un gruppo che si prepara, in parte “vecchi” in parte “nuovi”. Non si è ancora potuto mandare la lista al vescovo per la dovuta istituzione in quanto per molti candidati è stato difficile recuperare i documenti che la diocesi richiede. Spero di concludere il lavoro nei primi mesi di quest’anno.

Un altro momento di formazione è stato il nuovo Ritiro di Evangelizzazione che si è fatto in giugno, ed i cui partecipanti sono già entrati alle comunità apostoliche. E proprio in questi giorni parte la preparazione per un nuovo Ritiro. Sapete che i Ritiri di Evangelizzazione sono un momento di riannuncio del Vangelo, preceduto e seguito da un cammino di approfondimento catechetico e inserimento comunitario. Hanno fatto molto bene alla nostra parrocchia, e continueremo invitando la gente a passare per questa tappa!

In agosto abbiamo avuto come tutti gli anni la Missione Parrocchiale: due settimane in cui non abbiamo fatto altro che muoverci ai vari settori della parrocchia per portare un annuncio del Vangelo casa per casa. I circa 100 missionari hanno lavorato con entusiasmo, e dalla Missione si sono rivitalizzate le Comunità Ecclesiali di Base. Si è poi resa necessaria una ulteriore missione di tre giorni a Duquesa, che è il paesino più periferico della parrocchia: a causa di un problema molto forte in quella comunità (vedi più avanti) c’era un forte bisogno di riconciliazione, e per questo la parrocchia si è mossa e ha visitato tutte le famiglie di quella comunità per tre giorni consecutivi. Di fatto, grazie a Dio, gli animi si sono rasserenati e adesso la comunità vive meglio.

E in questo 2005 per la prima volta abbiamo fatto la Settimana Biblica. A fine settembre, tutte le sere di una settimana sono state dedicate a una catechesi fondamentale sulla Parola di Dio. L’abbiamo fatta nei vari settori, cioè in sei punti diversi, e i relatori siamo stati io, don Lorenzo, Francesco Zannini sempre molto disponibile, Marcial (che era già diacono) e Juan Luis (candidato diacono). Ho preparato gli schemi della catechesi per tempo, e in tutti e sei i punti è stato fatto lo stesso cammino. La settimana si è conclusa con la processione, portando in alto per le strade del barrio la Bibbia. La partecipazione della gente è stata superiore alle aspettative, circa 400 persone hanno partecipato assiduamente!

Anche a livello giovanile c’è stato fermento. La commissione di pastorale giovanile è uscita dala fase di rodaggio e adesso coordina bene le attività degli otto gruppi di adolescenti e giovani sparsi nei vari punti della parrocchia. Nell’estate abbiamo avuto bivacco dei responsabili, campo adolescenti e campo bambini; praticamente tutto il mese di luglio è passato concentrati nel lavoro con i giovani. In particolare il campo adolescenti ha lasciato il segno, perché alcuni ragazzi un po’ più grandi sono stati colpiti da un incontro dedicato all’aborto, e hanno iniziato a progettare un’attività parrocchiale, che poi si è svolta magnificamente a fine novembre, e che ha permesso di risvegliare le coscienze su questo tema tanto importante (vi preciso che in Repubblica Dominicana l’aborto non è legalizzato, e di fatto la cultura della gente è abbanstanza lontana, grazie a Dio, dalla legalizzazione). Inoltre una giovane della parrocchia ha potuto partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia, e il viaggio è stato pagato con i soldi raccolti nei vari gruppi. Poi a inizio dicembre c’è stata la Settimana Giovanile, alla quale hanno partecipato circa 300 giovani: tutte le sere c’era una conferenza, e i temi gravitavano attorno alla sfera sessualità / fidanzamento / matrimonio. Relatore di eccezione, la seconda sera, il card. Nicoĺás de Jesús López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo!

Anche sul versante famiglia c’è stato un buon lavoro: si sono fatti nell’anno due CPM (Corsi di Preparazione al Matrimonio). E a dicembre c’è stata la “mietitura”, con 13 coppie che si sono sposate. Sono tutte coppie “navigate”, con almeno dieci-venti anni di matrimonio sulle spalle. Alcuni avevano fatto il CPM vari anni fa, ma non avevano potuto celebrare le nozze per motivi economici – il paese ha vissuto una crisi economica tremenda da fine 2002 a metà del 2004. Oltre a ciò, il mese di novembre, dedicato alla famiglia, abbiamo avuto la grazia di ricevere un Ritiro di Guarigione Familiare che ha segnato profondamente la vita di molte coppie che hanno partecipato.

E, per finire questa carrellata su Santa Margarita, con gli aiuti venuti da Genova abbiamo potuto comprare una casa che è diventata una nuova cappellina di settore: così il settore Sinaí, che prima doveva chiedere ospitalità in un collegio privato (con molti problemi) adesso ha il suo spazio per la catechesi, le riunioni e l’annuncio della parola!

***

Ma legato a Santa Margarita c’è un fatto ancora più importante: la nascita della nuova parrocchia della Divina Misericordia.

Già da tempo mi rendevo conto che Santa Margarita, con i suoi 40,000 abitanti, era troppo grande. E di fatto il card. Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, vuole che si dividano queste parrocchie grandi perché la chiesa sia più vicina alla gente. Pur capendo l’esigenza, non mi era ancora mosso in questo senso per il timore che la gestione di due parrocchie potesse appesantire eccessivamente i ritmi di lavoro.

La cosa si è fatta possibile invece a partire da giugno, mese in cui il nostro caro Marcial Nova, laico molto impegnato nella parrocchia, ha ricevuto l’ordinazione diaconale. Ha terminato il cammino di formazione, durato tre anni, e il 25 giugno ha ricevuto il diaconato insieme a una ventina di altri uomini più o meno attempati come lui (Marcial ha quasi cinquant’anni). Tra l’altro questa ordinazione è stato un momento molto gioioso di tutta la comunità, che in questi anni è sempre stata molto vicina a Marcial è ha detto presente in tutti i momenti in cui ha fatto i vari passi di avvicinamento all’ordinazione. Così, già due anni fa avevo parlato con il vescovo di Santo Domingo della destinazione di Marcial, e alla mia proposta che lui lavorasse nella futura nuova parrocchia ho trovato perfetta consonanza. Ho iniziato quindi un forte lavoro di sensibilizzazione della comunità parrocchiale sul fatto che dividere la parrocchia in due ci avrebbe aiutato nella missione evangelizzatrice. Se ne è parlato almeno per sei mesi, senza fretta, e la gente si rendeva conto ogni giorno di più che si poteva e si doveva fare la divisione. Si sarebbe celebrata Messa domenicale nella nuova parrocchia, ci sarebbe stato il suo consiglio pastorale, animatori e catechisti si sarebbero riuniti là, ecc. ecc.

Così, in maggio, abbiamo cominciato a costruire una cappella provvisoria sul terreno che già da qualche anno era stato donato per costruire una chiesa. L’opera è stata avviata coinvolgendo la comunità parrocchiale: pulire il terreno, innalzare i pali della struttura, inchiodare le assi, mettere il tetto di lamiera. Il progetto non era ambizioso, anzi, era fatto all’insegna dell’economia, perché l’idea era che la comunità parrocchiale facesse qualcosa di suo, con le sue forze e i suoi soldi. Di fatto la “chiesa” che è nata è provvisoria, può contenere solo 200 persone (più altrettante all’esterno), ed è fatta con materiali economici. A questa maniera, però, è stata alla portata delle forze e delle finanze della comunità. In tutto è costata circa 150,000 pesos (equivalenti a 4,000 euro), ed è pensata per funzionare qualche anno.

Dopo aver fatto la nuova “chiesa”, ci siamo imbarcati nella costruzione dell’ufficio parrocchiale e della casa canonica. Anche qui una cosa piccola, ma necessaria, perché l’apertura della parrocchia-istituzione richiede di mettere in atto tutta una serie di azioni (libri dei sacramenti, conti, archivio documenti, ecc.) che hanno bisogno di una struttura stabile e definitiva. Questa nuova costruzione, fatta al lato della “cappella del barrio”, è stata fatta con criteri costruttivi seri, e di conseguenza il prezzo è stato serio pure lui: è costata circa 500,000 pesos (13,000 euro), che avevamo solo in piccola parte, e che non abbiamo ancora finito di pagare; anzi, siamo nei debiti fino al collo con la parrocchia vecchia e la nuova. Ma siamo nei debiti apposta, perché considero importante che le comunità sappiano che le cose costano e che dobbiamo sforzarci per pagarle. Dopotutto le offerte che molti di voi hanno dato, e danno!, e che hanno reso possibili moltissime cose, non sono forse frutto di sacrifici e rinunce? La chiesa genovese si è sacrificata moltissimo, dando spesso ben oltre il superfluo, e come parroco sento la responsabilità di educare anche la mia gente di là a rinunciare a quello che hanno perché la chiesa possa vivere e lavorare.

Così in luglio è stata terminata e inaugurata la nuova “chiesa” della Divina Misericordia. Abbiamo cominciato a celebrare lì l’Eucarestia alla domenica alle sette di mattina (stessa ora che a Santa Margarita). I piano erano di aggiungere altre messe festive, ma non si è ancora potuto. Fatto sta che, contrariamente alle mie aspettative, quell’inizio della messa domenicale ha significato molto. Io avevo paura di rimanere con la messa di Santa Margarita vuota. Invece quello che è successo è stato che a Santa Margarita mi sono trovato con 200 persone in meno, ma alla Divina Misericordia ne vanno 400!!!! “La chiesa vicino alla gente!” Ho capito perfettamente in quel momento l’insistenza del cardinale per l’apertura di nuove parrocchie! E di fatto la situazione ha gasato tremendamente i parrocchiani “storici” della Divina Misericordia, quelli che hanno lavorato per anni a Santa Margarita: tutti ci siamo resi conto che la mano del Signore era presente in quel momento di vita parrocchiale. E il card. Nicolás ha voluto condividere la nostra gioia: la domenica 11 dicembre ha detto presente, presiedendo l’Eucarestia e dando molto calore alla nuova comunità parrocchiale. La gente ha sentito e apprezzato moltissimo questa presenza del suo vescovo!

Dopo aver cominciato a celebrare l’Eucaristia alla Divina Misericordia, si è sdoppiato anche il Consiglio Pastorale. Gli animatori delle Comunità Ecclesiali di Base hanno cominciato a riunirsi in “casa” loro, e lo stesso i catechisti. Chi porta avanti questo lavoro pastorale è appunto il diacono Marcial, con il quale condividiamo la preparazione delle riunioni e lui le fa alla Divina Misericordia. Anzi, spesso lui partecipa alla riunione che faccio io a Santa Margarita, e la “riproduce” alla Divina Misericordia. E segue con amore la gente di là, visita le comunità, parla con le persone, ecc., tutto quello che farebbe un prete, solo che ovviamente non presiede l’Eucaristia, non confessa e non da l’Unzione dei Malati. Gli è toccato invece battezzare già varie volte e benedire vari matrimoni! Marcial lavora al mattino nel baretto della scuola (da vari anni fa questo lavoro), e il pomeriggio e la sera li dedica alla parrocchia. La comunità, da parte sua, gli dà un piccolo aiuto di 3,000 pesos (quasi 100 euro) al mese per le spese di trasporto e anche per aiutarlo a mantenere la sua famiglia.

***

Le nostre parrocchie cercano di vivere intensamente la pastorale diocesana. Come vi dicevo il 2005 è stato l’anno del lancio operativo del Terzo Piano Pastorale. Ciò ha comportato un lavoro parrocchiale di motivazione delle persone e di formazione dei nuovi operatori. L’entusiasmo per questo lavoro è venuto da vari momenti in cui la comunità diocesana si è riunita in massa e il card. Nicolás, pastore di questa porzione del popolo di Dio, ha incoraggiato con unzione dello Spirito Santo preti, diaconi e laici.

Il giorno del Corpus Domini ci siamo riuniti da tutte le parrocchie della Diocesi nel parco del grandioso Faro a Colombo: 50,000 persone, provenienti dalle dodici zone pastorali in cui Santo Domingo è divisa. La giornata era dedicata in particolare ai futuri messaggeri che avrebbero distribuito alle famiglie la lettera mensile correlata al Terzo Piano Pastorale. La partecipazione non è stata massiva solo dal punto di vista numerico, ma anche nella qualità dei presenti e nella decisione a realizzare l’opera che veniva proposta. Della nostra parrocchia hanno partecipato ben duecento cinquanta messaggeri, che a tutt’oggi sono attivi nella consegna puntale della lettera alle loro famiglie.

A livello zonale il momento forte dell’anno è stata la Via Crucis del Venerdi Santo. È ormai una tradizione ben consolidata, essendo già il quinto anno che si svolge. Da ogni parrocchia si parte alle 4/5 del mattino, pregando con le stazioni preparate da un’apposita equipe, e camminando a piedi per circa 15 km. Nel punto finale ci si ritrova tutti, stanchi ma gasati dal vedere tanta gente professare la nostra stessa fede e vivere il nostro stesso amore alla Chiesa.

Meno estusiasmante è stata invece la chiusura dell’Anno Eucaristico, che si è svolta anche lei al Faro a Colombo l’ultimo sabato di ottobre. Il poco tempo a disposizione per prepararla, e il fatto che sia stato sabato e non domenica – qui il sabato è dedicato alle pulizie della casa e soprattutto ai lavaggi, senza contare che molta gente lavora di sabato – ha reso molto meno partecipata, ma non per questo meno significativa, la celebrazione.

E per finire in bellezza con questi momenti diocesani, il giovedi prima di Natale tutti i preti di Santo Domingo siamo stati ospiti del Cardinale per gli auguri natalizi. Non è mancata buona musica, fervidi auguri, e l’immancabile pranzo!

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Venendo alla vita della nostra comunità missionaria, abbiamo avuto un lutto: suor Patrizia, che ha lavorato nella missione dal 1994 al 2002, è mancata il 7 aprile; entrata nelle nostre suore Brignoline dall’età di sedici anni, da due soffriva di un tumore all’utero, era stata operata due volte, e due volte aveva fatto la chemioterapia. Ha lottato, ma alla fine ha dovuto arrendersi e lasciarsi andare nelle braccia di quel Signore che tanto ha amato come cristiana e come consacrata. La gente del Guaricano, che la vedeva al lavoro nella farmacia, e ancora di più le donne che lavorano in casa nostra, che erano a contatto con lei in cucina, e tutti noi della comunità missionaria abbiamo percepito il dolore della sua partenza, insieme alla certezza che il Signore l’ha accolta come “serva buona e fedele”.

La comunità delle suore in compenso già da fine del 2004 si era arricchita con la presenza di suor Serafina, una donna piena di vita che aiuta tutti noi a mantenerci allegri. E si è visto il suo tocco in particolare nella festa di Nostra Signora del Rifugio, che è appunto la patrona della loro congregazione. Quest’anno l’abbiamo celebrata l’11 luglio, lunedì, con la messa nella sala d’attesa del nostro consultorio nuovo fiammante. È stata la prima volta che questa festa l’abbiamo celebrata in questo salone, la qual cosa ha reso questa festa ancora più bella!

Ma la cosa grande di quest’anno di comunità è stata la ricchezza delle visite. Sono stati alla missione il gruppo degli Amici del Guaricano, organizzato dall’attivissimo don Francesco Di Comite (don Fra o don Chicco per gli amici), il quale si è portato dietro vari giovani e adulti, nonché un confratello prete. La cosa bella è stata che quando se ne sono andati ci hanno lasciato due signore di Geo, Carmen e Orietta, che hanno allungato la loro permanenza in missione fino a restare un mese intero. Orietta, che è infermiera, ha dato una mano alle suore, soprattutto visitando in casa loro persone anziane bisognose di piccole medicazioni. Invece Carmen ha dato una mano in vari settori, non ultimo la cucina, dove si è rivelata collaboratrice preziosa e cuoca inimitabile, e anche attraverso un piccolo servizio di taglio dei capelli ai bambini poveri del barrio. Entrambe hanno desiderio di tornare, e chiediamo al Signore che il progetto si possa realizzare presto.

Insieme a loro avevamo due ragazze giovani ma molto in gamba: Eugenia e Fiammetta. Anche loro sono arrivate con il loro don Fra, e come Carmen e Fiammetta hanno passato un mese in missione, dando una mano in tanti piccoli lavoretti: dare l’impermeabilizzante al tetto, preparare il cartello indicante la Divina Misericordia, accompagnare don Lorenzo sull’ambulanza, ecc.; hanno inoltre affiancato i missionari nella missione parrocchiale di agosto, e si sono prese una bella vista della vita della gente del Guaricano. Un’esperienza arricchente e ben formativa. E hanno saputo rendersi ben utili senza mai essere di peso. Veramente brave!

Quasi in contemporanea abbiamo con noi avuto anche Sandra: lei si è dedicata alla cucina, permettendo a don Lorenzo di portare avanti altri lavori che aveva dovuto giocoforza lasciare indietro. Ha rallegrato notevolmente la casa, e nonostante l’età non troppo giovane ha dimostrato una vitalità senza precedenti!

Invece prima dell’estate abbiamo avuto con noi Lara, una giovane di Pegli, laureata in ingegneria ambientale. Al finire la laurea ha voluto donare alla missione un mese, e lo ha fatto con frutto facendo un corso intesivo di inglese, quasi come fosse stata insegnante di madre lingua, a un gruppo selezionato di studenti della nostra scuola. Di lei abbiamo apprezzato il notevole spirito di adattamento, e la capacità di entrare in un’ottima relazione con tanti ragazzi e giovani della parrocchia e della scuola. Bravissima Lara, e ti aspettiamo ancora!

A fine ottobre sono stati con noi vari personaggio molto speciali: i miei genitori con mio fratello e mia zia, e due oculisti.

Chiaramente la visita della mia famiglia è stata speciale per me, e anche per la gente della parrocchia, che desiderava rivederli dopo la prima volta che ci hanno visitato nell’anno 2000.

Invece quella degli oculisti è stata una gradita sorpresa. Carlo Mosci e Massimo Corazza sono venuti, accompagnati da alcuni dei loro figli ventenni, per montare e cominciare a usare le nuove apparecchiature oculistiche che attraverso di loro, di Carlo in particolare, ci erano arrivate in donazione. Si tratta di un “set” completo di strumenti che permettono di visitare in profondità l’occhio, individuando difetti e permettendo un’analisi profonda della cornea, del cristallino e della retina. Ebbene, Carlo e Massimo hanno montato il tutto a tempo di record il giorno dopo il loro arrivo, e poi nei cinque giorni lavorativi che sono rimasti hanno visitato ben 350 pazienti. La maggior parte di loro avevano ben poca cosa, ma l’esperienza è stata importante anche per Carlo e Massimo al fine di rendersi conto delle patologie della di qua, con l’idea di dare continuità alla cosa.

Dovevamo continuare subito il lavoro delle visite, e avevamo trovato un’oculista domenicana che sembrava disponibile a portare avanti il lavoro. Purtroppo però appena Carlo e Massimo se ne sono andati ci ha fatto capire che non aveva tempo, che lavorava già in troppi posti, ecc. Così adesso, al ritorno alla missione, dovrò mettermi sotto per trovare un altro oculista di fiducia, capace, e desideroso di spendersi per i nostri poveri.

Un discorso speciale merita anche la visita dei giornalisti della RAI. Tarcisio Mazzeo, vice capo redattore del TG3, da vari anni gira il mondo raccogliendo testimonianze di missionari e missionarie legati a Genova. Così a inizio del 2005 ha fatto la proposta anche a noi, attraverso il centro missionario, e la cosa si è potuta realizzare nello stesso periodo in cui abbiamo avuto don Chicco e gli Amici del Guaricano. In sostanza sono state fatte da dieci a venti ore di riprese, il tutto in vista di preparare vari condensati: un servizio per il TG1, vari per il TG3 regionale, una videocassetta e un DVD di venti minuti per diffondere nelle parrocchie. La cosa è già uscita alla luce, perché sono stati trasmessi un servizio su RAI 1 nell’ambito di TV7, servizio in cui si evidenziava il contrasto tra l’Isola dei Famosi e l’altro lato dell’Isola, rappresentato appunto dal Guaricano. E poi nella settiamana prima di Natale sono andati in onda vari piccoli servizi nell’ambito del TG3 regionale della sera. Aspettiamo ora il DVD e la cassetta! Grande Tarcisio! La tua opera, che sappiamo ti è costata un bel po’ di lavoro, ha permesso a molti di sentirsi molti più vicini a noi, e ha avvicinato moltissimo il Guaricano a Genova. Inutile dire che il 90% delle persone che ho visto in questi giorni mi hanno detto: “Vi abbiamo visto in televisione”. Non mi sembra vero: il Guaricano è entrato in tutte le case di Genova!!!!

Paola Longhi, che già due volte è stata con noi in Guaricano, ogni volta per vari mesi, quest’anno non ha potuto venire a causa di una rottura di una spalla. Ci assicura però che verso l’estate riuscirà a organizzarsi, precisamente dopo la nascita di un nuovo nipote. Augurissimi, Paola, e… ti aspettiamo!

Quasi mi stavo dimenticando di Francesco Zannini. Credo che lo conoscete, perché affianca il lavoro della missione dal 1998, stando con noi dai sei ai nove mesi all’anno. La sua presenza è quasi istituzionale: al mattino collabora con le suore nella farmacia, dove custodisce la cassa (non ci crederete, ma non ci si può mai fidare…). Al pomeriggio è un punto di riferimento prezioso in casa, dove mantiene una presenza importante, visto che io e Lorenzo abbiamo molti impegni fuori casa. Tra pochi mesi tornerà con noi, lo aspettiamo noi e anche la gente del barrio, che lo conosce e apprezza il suo sorriso e la sua capacità di ascolto.

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Permettemi di dirvi due parole sulla Missione sorella che è nata a Cuba. Nelle prime settimane di Ottobre il nostro card. Bertone ha accompagnato all’isola nostra vicina don Marino Poggi, presbitero genovese molto conosciuto a Genova, e don Federico Tavella, della Diocesi di Chiavari. I due missionari hanno ricevuto dal vescovo della locale Diocesi di Santa Clara due parrocchie. Molte difficoltà li aspettano, e in parte si sono già manifestate: per prima quella del regime di Fidel Castro, che nonostante i restyling di facciata continua a mettere i bastoni tra le ruote al lavoro svolto dalla chiesa. Basti dirvi che don Marino non ha il permesso di fare chiamate internazionali, né può usare la posta elettronica. Per tutto questo deve recarsi alla curia vescovile, e stare molto attento a quello che dice o scrive, perché il regime tiene sotto controllo tutto e tutti. Ma al di là di questi aspetti, vi sto parlando di questa nuova missione perché mi rallegra profondamente vedere come l’impegno missionario della nostra diocesi sta crescendo. Vent’anni fa nessuno immaginava che avremmo avuto una missione, e ora le missioni sono due. Veramente il Signore ci sta facendo fare un cammino molto bello!

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Il dispensario medico che nel 2004 si è trasferito alla nuova sede, continua il suo lavoro sotto la direzione puntuale e attenta delle suore. Come sapete, lavorano in esso un medico generale e un ginecologo (pagati dalla missione), una pediatra (pagata dallo stato). Visitano ognuno circa 25 pazienti al giorno. La gente dà un apporto di cinque pesos (otto centesimi di euro) per la visita, come forma di contribuire, da poveri ma con dignità, al sostentamento del lavoro medico. Inoltre la nostra farmacia vende a prezzo di costo la maggior parte dei medicinali (i nostri prezzi variano dal 50 al 70% dei prezzi delle normali farmacie!), e il laboratorio di analisi con cui ci siamo convenzionati, e che si reca tutti i giorni al dispensario, pratica prezzi attorno all’80% degli altri laboratori di analisi, senza contare che a un certo numero di pazienti realizzano le analisi gratis.

In più, già vi dicevo del nuovo laboratorio di oculistica: ce ne vantiamo anche perché è l’unico del Guaricano. Contiamo sulle vostre preghiere per trovare presto un buon oculista che vi possa lavorare!

E l’ambulanza, iniziata nel 2004 grazie alla perspicacia di don Lorenzo, viaggia a pieno ritmo, realizzando ogni giorno uno o due servizi. Inoltre c’è stata una cosa molto bella: i volontari sono stati trovati molto facilmente, grazie a una locale associazione di protezione civile che si è messa a disposizione con generosità grande. Don Lorenzo ha dovuto cercare gli autisti, e anche lì il Signore ha mandato più di quello che era necessario. Lo stesso don Lorenzo non disdegna di partire lui stesso con l’ambulanza quando chiamano in ore notturne. Insomma, un servizio che ci fa sentire utili: annunciamo il vangelo attraverso la pastorale parrocchiale, e lo rendiamo vita vissuta attraverso queste opere. Benedetto il Signore!

Naturamente continua anche il Centro Nutrzionale per Bambini. Negli ultimi anni c’è stata una variazione nel tipo di intervento. Il Centro era nato per rimettere in sesto i bambini che dai medici erano trovati sotto peso. Grazie a Dio non ci sono più tanti bambini che presentano questa tipologia, ma in compenso sono sempre molte le famiglie al limite della misera. Soprattutto si tratta di donne abbandonate dai mariti (spesso perché malate) insieme ai loro 4/5/6 figli, e che per la responsabilità di stare con i bambini non possono realizzare nessun lavoro. Queste “famiglie” vivono della carità dei vicini, e un certo numero di loro anche dell’aiuto che dà loro la missione sfamando i loro bambini più piccoli. E quest’opera non è nostra, ma vostra: di tutti voi, cioè, che con le vostre offerte ci aiutate a mantenere in vita quest’opera preziosa! Un grazie di cuore a tutti!

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La vita della scuola procede, con i suoi aspetti feriali e con alcune novità.

Cominciando dai primi, quest’anno abbiamo 1,050 studenti nella scuola primaria (elementari e medie). Vanno a scuola metà al mattino e metà al pomeriggio, e sono accompagnati e serviti da un bel gruppo di maestri, una quarantina in tutto. In più abbiamo 250 studenti al liceo, e un centinaio nella scuola serale.

Il liceo è partito nel 2001 come scuola semi-privata: ciò ha permesso mantenerlo più funzionale (non si fanno scioperi in questa modalità), e comunque l’assunzione del pagamento del personale da parte dello stato sarebbe arrivata molto tardi. In definitiva, le famiglie devono pagare una retta mensile perché si possa pagare il personale che lo stato non paga. All’inizio dell’anno scolastico pagavano 270 pesos (circa 7 euro) mensili, e la quota è stata ridotta a 250 (6 euro e mezzo) a partire da novembre perché lo stato ha nominato due dei professori del liceo. Non sono cifre alte in assoluto, ma per molte famiglie diventano difficili da pagare. Per questo da quasi subito con il vostro aiuto abbiamo instituito delle borse di studio, da dare in relazione al merito e alla condizione economica. Attualmente sono un centinaio gli studenti beneficiati, alcuni sgravati nella misura della metà della quota mensile, altri per intero. Credo che nel complesso il lavoro del liceo realizzi una risposta concreta e effettiva al conclamato diritto allo studio che a volte le autorità tanto decantano quanto disattendono. E, ripeto, tutto questo grazie anche a voi e al vostro generoso contributo.

Dicevo dei due maestri del liceo che lo stato ha cominciato a pagare. La buona notizia è ancora maggiore, perché hanno cominciato a ricevere lo stipendio anche altri tre della scuola primaria, e, sembra, anche quattro bidelle. Rimarremmo così con un carico, assunto peraltro dalla comunità delle famiglie della scuola, di aiutare ancora tre maestri e tre bidelle: una riduzione di questo carico di più del 50%! Ciò significherà per il 2006 che le casse della scuola potranno permettersi spese più dirette al miglioramento del servizio. Abbiamo in programma di comprare una televisione grande e un video lettore per poter usare i sussidi audiovisuali nelle aule, di mettere i ventilatori in parecchie aule che non l’hanno mai avuto, di rinnovare cattedre vecchie e piccole che stanno ancora usando una parte dei maestri. Progetti che saranno realizzati con i contributi dei genitori, progetti quindi sostenibili a lungo termine, perché la gente grazie a Dio ha accettato e capito che non si può ricevere sempre tutto regalato, ma che ognuno secondo le sue possibilità deve farsi carico delle spese di gestione delle istituzioni.

Ma l’aspetto più bello della nostra scuola è il lavoro formativo che riusciamo a fare con i maestri e con i genitori.

Con i maestri, quattro volte all’anno facciamo un ritiro, praticamente lasciando a casa gli studenti (non c’è altra maniera!). Questi ritiri portati avanti sistematicamente hanno beneficiato molto il lavoro scolastico e la stessa crescita dei docenti, perché ci permettono di fare una proposta di fede a queste persone che sono disponibili, ma che spesso per pigrizia o per stanchezza non partecipano alla Messa nella parrocchia. Inoltre, ho iniziato già due anni fa a portare avanti un cammino di formazione culturale-teologica, cioè una lezione quindicinale che faccio io stesso ai maestri. Mi costa un po’ di fatica, anche perché cerco di prepararla bene, ma mi permette di incontrarli e di dare loro un qualcosa di più a livello di conoscenza della loro fede. E anche loro sentono che è un momento importante, e se per varie ragioni passano alcune settimane senza farlo subito mi domandano cosa sta succedendo.

Con i genitori, invece, il lavoro formativo che si fa è quello di un incontro mensile. Ci prendiamo quella mattinata per incontrare i genitori invece degli studenti, e poi nel tempo restante si integra con le riunioni dei maestri. La formazione dei genitori ha spaziato, nell’ultimo anno, su temi soprattutto di vita familiare: il dialogo, l’attenzione ai figli, il perdono e la comprensione, la preghiera in famiglia. Normalmente usiamo un sussidio preparato a livello diocesano per le piccole comunità, e invece di usarlo nel corso di un mese lo estendiamo all’anno intero. Ogni maestro introduce e dialoga il tema con i genitori dei suoi studenti. Alla fine dello scorso anno scolastico ho potuto ascoltare testimonianze di genitori che hanno percepito un miglioramento forte nella vita della loro famiglia. C’è stato chi ha ringraziato commosso, perché aveva già perso la speranza di una vita di famiglia serena. Sono cose che anche qui mi commuovono, e sono segni che il Signore mi dà e che mi fanno capire che il cammino è quello giusto.

Sempre a livello di formazione, negli ultimi 15 mesi abbiamo realizzato un piano di finanziamento per l’acquisto di computer da parte dei maestri. Il ministero dell’educazione sta battendo abbastanza perché i maestri imparino le tecnologie informatiche (paradossalmente, poi, in molte scuole mancano ancora i banchi…), e ha proposto in più riprese finanziamenti di computer che però, a un’analisi attenta, si rivelavano quasi truffe per la spesa complessiva che il maestro doveva affrontare. Invece, fatto “in casa”, il finanziamento nostro gli ha dato la possibilità di avere una macchina equivalente a quelle che finanziava il ministero, ma al 50% del prezzo: 15,000 pesos (375 euro) invece di 32,000 (800 euro)! Una bella soddisfazione, e il primo gruppo sta quasi finendo, mentre gli ultimi termineranno di pagarli tra quasi due anni.

Il 2004/2005 è stato segnato dalla decisione del ministero dell’educazione di iniziare le lezioni in anticipo: il 22 agosto invece del 3 settembre. Mentre in altre scuole pubbliche c’è stato un vacillamento, e in pratica è cambiato poco, i nostri maestri hanno collaborato volentieri a un cambiamento che significava per loro un discreto lavoro in più. Speriamo che i ragazzi riescano a recepire effettivamente la maggior quantità di tempo che la scuola mette a loro disposizione!

A livello di strutture e logistica, nell’estate abbiamo rifatto i pavimenti del liceo. Aprofittando di un disavanzo di bilancio, abbiamo risanato alla radice un problema che ci trascinavamo da anni, e che consisteva praticamente in uno sgretolamento dello cemento sotto i colpi dei banchi che spesso si muovono… violentemente!

È stato fatto anche un investimento molto più grande: la costruzione di un piano ulteriore dell’edificio, piano destinato ad alloggiare i laboratori che ancora non avevamo: di educazione artistica, di scienze, e di informatica. Quello di artistica è quello che è ancora più indietro, e che spero si potrà attrezzare nella prossima estate, mentre quello di scienze aveva già una parte del materiale disponibile grazie a una donazione ricevuta a inizio del 2004 da parte del ministero: vari microscopi, provette, reagenti, ecc. che di fatto erano già usati dalla professoressa di chimica del liceo. Adesso sarà a disposizione anche degli studenti della scuola primaria.

È nuovo invece il laboratorio di informatica, che è già attrezzato con 40 computer tutti collegati in rete tra loro. Tra l’altro la tecnologia del tipo “software libero” che ho utilizzato mi ha permesso di fare un’unica spesa grossa per il server, e di comprare 40 clienti leggeri da 80 dollari l’uno! si tratta di tecnologie informatiche popolari nate negli ambienti universitari americane, e che nei prossimi anni sempre più prenderanno campo in tutto il mondo. E tutto questo senza rinunciare a niente di quanto è indispensabile perché i ragazzi imparino a usare il computer. Questo laboratorio è già funzionante a metà tempo, e adesso, al mio ritorno, ho già pronto un nuovo istruttore da mettere a lavorare con gli studenti dalla quinta all’ottava classe.

La costruzione del piano dei laboratori è costata 100,000 dollari (circa 80,000 euro): una bella somma, corrispondente a un investimento duraturo per migliorare la qualità della formazione dei nostri studenti. Da dove sono venuti questi soldi? 37,000 euro dalla Regione Liguria, a cui appunto avevamo chiesto di finanziare il progetto, e il resto… avete idea? sì, non vi sbagliate: da voi! dalla vostra squisita sensibilità, che ha potuto tradursi in un beneficio permanente per migliaia di ragazzi dominicani.

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Il lavoro sociale della missione non si riduce alla scuola e al dispensario medico. Esiste e lavora permanentemente un fondo prestiti con il quale si aiutano le famiglie ad uscire da situazioni difficili (usura, spese mediche) o ad iniziare una nuova attività commerciale. Il fondo è frutto della sollecitudine della parrocchia dell’Immacolata di via Assarotti, e dell’amore di don Mario Terrile, il quale ha saputo sensibilizzare molti e periodicamente ci invia somme notevoli che vengono appunto investite, tra el altre cose, in questo fondo prestiti. Il fondo ha attualmente una consistenza di 1,400,000 pesos (circa 35,000 euro), che vengono prestati da poche migliaia di peso a un massimo di 50,000 pesos in una volta. Viene esigita la restituzione, ma c’è un 20% di prestiti che prima o poi diventano inesigibili. Può sembrare una percentuale alta, ma in realtà è un risultato che considero più che lusinghiero, tenendo conto delle difficoltà che molte famiglie affrontano per sbarcare il lunario tutti i giorni. E continuerà a funzionare, perché ho visto che per molti è stata l’alternativa viabile all’impegnare la casa (con il rischio poi di perdere l’unica cosa che avevano). In Guaricano infatti la disponibilità di denaro per le emergenze è offerta da tutta una rete di “Compravendite”, nelle quali si riceve un prestito quando si impegna un oggetto di valore o appunto la casa stessa. Gli interessi di queste compravendite hanno un livello più che usuraio: un minimo del 10% mensile, per arrivare anche a un 20% quindicinale! Si capisce quindi la necessità di un approccio umano ed economico al grande problema dell’affrontare un’emergenza economica della famiglia.

In termini più congiunturali, ci siamo impegnati varie volte al fianco della gente povera. Due situazioni tra tutte.

A Duquesa ho dovuto dare una mano a lottare, perché il deposito della spazzatura della capitale era arrivato a pochi metri dalle loro case. Ci sono state varie riunioni nel Ministero dell’Ambiente, si è dialogato e litigato con i responsabili del trattamento della spazzatura, e alla fine, grazie a Dio, il luogo di deposito è stato spostato a distanza più cristiana. Se ricordate, Duquesa è il paesino dove l’anno scorso avevamo realizzato la cisterna dell’acqua dopo vari anni che erano rotte le tuberie che portavano l’acqua all’abitato.

L’altra situazione invece è la lotta di un barrio dentro al Guaricano per riavere dei terreni che erano destinati a loro come aree verdi. Purtroppo questa lotta, che ha visto in certo momento anche la partecipazione dei giornali, non è andata, per adesso a buon fine, perché la banca che si è impossessata, ai margini della legalità, di quelle aree comunitarie, ha provveduto a abbreviare i tempi e sta già costruendo dove dovevano esserci parchi giochi e scuole. Ho sperimentato l’impotenza e la rabbia di non poter ottenere quello che era un diritto della cittadinanza. Classicamente e semplicemente, ha vinto il più forte!

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Per andare verso la conclusione, due “chicche”.

La prima è che in questi ultimi anni nelle nostre parrocchie sono “spuntati” sei seminaristi: tre di loro sono al seminario minore, e gli altri tre nell’anno propedeutico alla filosofia; le suore, poi, dopo l’entrata di Cristina nel 2001 (e Cristina è ormai suor Cristina!), hanno adesso due altre ragaze che vogliono entrare con le nostre suore, due ragazze veramente in gamba, che, se il Signore vorrà che continuino, credo che saranno ottime religiose. Sono segni di speranza, questi, che veramente ci fanno sentire amati dal Signore!

E l’altra è stato il “Viaggio della speranza” di Enmanuel. Enmanuel è un ragazzo di dodici anni, nato cerebroleso, con il palato saldato sopra con sotto, senza un occhio e con il cervello fuori dal cranio per la mancanza di una parte del cranio stesso. Ebbene, grazie all’interessamento di Paola, di Francesco e di don Franco ha potuto essere portato a Roma dove nel giro di più di sei mesi gli si è aperto il palato, ricostruito il cranio, messa la protesi dove mancava l’occhio, e tanta fisioterapia. Il risultato: prima Enmanuel poteva ingerire solo liquidi e non si alzava dal letto, adesso può alimentarsi normalmente e riesce a stare seduto su una sedia a rotelle. e non ha più il pericolo di morire perché qualcuno gli urta inavvertitamente la testa. Per lui e per Ydaísa, la madre, è stato un rinascere a una vita nuova. Un grazie grandissimo a tutti quanti hanno lavorato perché ciò potesse essere realtà.

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Già l’anno scorso vi parlavo della visita del nostro vescovo, avvenuta a settembre 2004. Quando il card. Bertone ha visitato la missione, ha voluto guardare in avanti e pensare in grande: metteremo mano anche alla costruzione della chiesa nuova della Divina Misericordia! Il progetto è abbastanza costoso, in quanto si tratta prima di livellare il terreno che è abbastanza scosceso, poi di realizzare i camminamenti, scalette e vie di accesso veicolari, quindi di costruire un salone per riunioni e ritiri, in seguito di fare la chiesa parrocchiale, per terminare con gli uffici e la canonica. Quanti soldi ci vorranno non si sa, un ingegnere sta preparando un progetto ma il costo non è ancora chiaro. Tuttavia, la cosa non ci preoccupa né ci spaventa. Prima di tutto perché è un progetto a lungo termine, che noi cominceremo e che forse altri porteranno a termine, ma poi anche perché la comunità diocesana genovese ha dato segno più volte, anzi, sempre, di sentirsi protagonista nel Guaricano. I vari don Orione, don Giuseppe Cottolengo, non pensavano ai problemi di soldi perché sapevano che la Provvidenza era sempre all’opera, e in questo stesso atteggiamento vogliamo metterci noi, con la certezza che l’opera comincerà e sarà portata a termine, con l’aiuto di Dio. Che ve ne pare?

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Concludo, quindi, questa carrellata. Ci sono state tante cose, più tante altre che non ho riportato per motivi di spazio. Solamente voglio dire ancora una volta: il Signore è grande. Tutto quello che avete potuto leggere è opera sua, è lui che l’ha ispirato e che l’ha reso possibile, suscitando collaborazione in Guaricano e a Genova.

Per questo non solo al Signore, ma anche a tutti voi, dico: Grazie! Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

9:11 pm

2+3+6 matrimoni

Tra ieri e oggi abbiamo avuto undici matrimoni, cinque alla Divina Misericordia e sei a Santa Margarita.

La cosa che mi ha colpito di più è stata la presentazione impeccabile di sposi, testimoni, paggetti ecc. nei matrimoni di oggi pomeriggio a Santa Margarita. Questa gente, quasi tutti poveri, ci tengono a vivere bene questo giorno, unico nella loro vita, e che considerano così importante.

Il retroscena della cosa è che ci sono molte coppie che per non poter permetterselo rimandano continuamente il giorno in cui celebrano questo sacramento. Attualmente credo che siano almeno una quarantina quelle che hanno fatto il corso di preparazione in questi anni che io sono qui, e che non sono ancora arrivati a sposarsi.

L’ora del matrimonio era alle quattro, ma una coppia è arrivata tardi e abbiamo cominciato quasi alle cinque. La Messa è finita alle sei e un quarto, e poi tra le firme e le foto abbiamo finito alle sette. Tutti i volti esprimevano una sana e santa allegria.

Alla Divina Misericordia sono andati Lorenzo, che ha presieduto l’Eucaristia, e Marcial, che ha benedetto le nozze. Lorenzo mi ha confermato che Marcial se l’è cavata molto bene, sembrava, dice Lorenzo, che non abbia fatto altro nella vita.

In definitiva abbiamo vissuto dei bei momenti di chiesa. Grazie, Signore.

Dei 12 matrimoni che avremo tra oggi, domani e sabato prossimo più della metà hanno delle incongruenze nei documenti.

Un uomo poi non è riuscito a ottenere l’atto di nascita, e quindi il corrispondente matrimonio deve essere ritardato din quando apparirà il documento. Non lo trova perché (gli hanno detto) il libro è andato distrutto non so in che ciclone o calamità, e quindi bisogna cercarlo in un’ufficio centrale, ma cerca che ti cerca ancora non l’anno trovato (e nel frattempo il tipo che gli fa le ricerche gli spilla soldi al malcapitato).

Un’altro uomo ha la cédula senza il cognome del papà, e quindi a tutti gli altri documenti, compreso all’atto di nascita della unica figlia, gli manca questo cognome. Dopo il matrimonio dovrà mettersi sotto, in un processo lungo, noioso e costoso.

C’è da aggiungere che credevo che la segretaria avesse chiari i suoi compiti nella fase di raccolta dei documenti, mentre non era così (si è dimenticata, sembra…), per cui mi sono accorto stamattina di parecchi dati che ci mancavano per redigere gli atti, e quindi mi sono dovuto mettere a chiamare i vari promessi sposi/e per chiedergli quei dati. Vabbé, ogni tanto si regredisce, ma non importa.

Oggi pomeriggio quindi cominciamo con due matrimoni, alla Divina Misericordia. Domani continueremo con tre alla Divina Misericordia e sei a Santa Margarita. E il finale sarà sabato 24, con l’ultimo, a Santa Margarita.

Tra un po’ devo uscire per finire di mettere a posto le ultime cose.

Tra parentesi, i matrimoni di domani alla Divina Misericordia per la prima volta li benedirà Marcial! Lorenzo presiederà la Messa e il diacono il matrimonio. Auguri, Marcial!

Oggi abbiamo avuto il Ritiro d’Avvento per tutta la comunità. O meglio, per tutt’e due le comunità. Per la prima volta l’abbiamo fatto separatamente Santa Margarita e la Divina Misericordia.

Sono stato di più in quello di Santa Margarita, che non è stato tanto frequentato. Però le meditazioni sono state belle ed efficaci.

Marcial, che ha accompagnato il ritiro della Divina Misericordia, mi ha parlato di una presenza abbastanza consistente nel pomeriggio, mentre di mattina il livello era come a Santa Margarita, sulla sessantina di persone.

La parte del mattino me la sono persa perché avevo la Messa dei Giovani. Invece la parte del pomeriggio non me la sono goduta perché non avevo digerito bene. Ma nonostante questo ho potuto confessare varie persone e parlare una mezz’oretta con un uomo che è mezzo lì lì per venire a Messa, e che spero che dopo questo dialogo il Signore lo aiuti a prendere una decisione. E la Messa della sera, nonostante la mezza indisposizione, l’ho vissuta meglio e mi sembra che ho dato di più che quella dei giovani.

Stamattina il cardinal López Rodríguez ha inaugurato la parrocchia Divina Misericordia. Alle 7 di mattina ha celebrato l’eucaristia, e si è preso una visione del lavoro fatto: la cappella provvisoria, l’ufficio parrocchiale, la piccola canonica.

La gente ha partecipato numerosa, e più numerosa ancora perché per l’occasione abbiamo sospeso la correspondente messa di Betania, cosicché c’erano le due comunità parrocchiali.

Il cardinale come sempre è stato molto caldo e vivo nella celebrazione, e la gente semplice gli vuole molto bene perché ama stare in mezzo ad essi.

Mi ha fatto i complimenti per quello che si è potuto fare, e spero che il lavoro possa andare avanti di bene in meglio!

Stasera abbiamo celebrato il primo consiglio pastorale della nuova parrocchia Divina Misericordia.

La metà dei membri vengono dal consiglio pastorale di Santa Margarita, l’altra metà è nuova, però con molto entusiasmo!

Abbiamo valutato il cammino fatto finora dalla neonata parrocchia, e pensato ad alcune cose pratiche, come la maniera di iniziare l’ufficio parrocchiale, il guardiano da mettere di notte, gli orari di apertura dell’ufficio, lo sviluppo della vita liturgica della parrocchia.

La programmazione di dicembre è stata molto simile a quella di Santa Margarita, e alcune cose si faranno ancora insieme, mentre altre, come gli aguinaldos e il ritiro di avvento, saranno a parte.

Abbiamo parlato anche di come cercare di coprire il forte debito di 350,000 pesos (circa 10,000 euro) che abbiamo per le spese di costruzione degli uffici parrocchiali e della prima cappella sul terreno che ospiterà la nuova chiesa.

Con le sole entrate delle due parrocchie si dovrebbe pagare in un anno e mezzo, stringendo su tutti i fronti dove si può stringere. Abbiamo messo in cantiere varie attività per cercare di saldare il debito più alla svelta. Speriamo di riuscirci in un annetto!

12:47 pm

Messa di saluto

Questa mattina, alle 7.00, nella chiesa provvisoria della nuova parrocchia della Divina Misericordia, abbiamo salutato la comunità parrocchiale del Guaricano. La messa, come sempre, è stata una gran festa; la gente era molto partecipe ed attenta nell’ascolto della parola, nella preghiera d’intenzione, nella preghiera di ringraziamento, nell’accostrarsi all’eucaristia. Sono stati portati all’offertorio insieme al pane e al vino cinque ceri accesi, segno delle cinque vergini sagge, un cesto di viveri per i più poveri, tre bimbi appena nati. Alla fine della messa sono state presentate alla comunità le persone che hanno scelto di iniziare il catechismo, giovani e adulti che vogliono conoscere di più il Signore e crescere nella fede.

È stato poi il nostro turno. La prima a salutare e ringraziare la comunità è stata la mamma, poi il papà, ed infine io e la zia. Tanta emozione nelle nostre parole, ma anche in quelle dei parrocchiani del Guaricano. Ovviamente noi abbiamo avuto bisogno del traduttore, mentre è successo un piccolo miracolo: siamo riusciti a comprendere quanto ci hanno detto senza alcuna traduzione. È proprio vero che il linguaggio dell’amore è universale.

Dopo i saluti, un abbraccio grande, con ognuna delle persone presenti e un arrivederci, augurato da entrambe le parti, come promessa di sostegno a vicenda nella preghiera e nel ricordo continuo.

Oggi, domenica, in occasione della Santa Messa io e le mie figlie Marta e Lucia siamo stati presentati alla comunità parrocchiale della Divina Misericordia.

Così anche questa mattina sveglia di buon ora (qui fa caldo, la giornata è meglio cominciarla dalle ore più fresche) per partire alle 6,20 destinazione parrocchia della Divina Misericordia. Arrivati là, come al solito ci siamo stupiti della partecipazione della gente così di buon ora in una chiesa tutta da inventare (di fatto una costruzione precaria allestita in modo assolunamente dignitoso tale da poter ospitare quante più persone possibli). E in realta le persone erano veramente tante (circa 400) che senza problemi accettavano il disagio di stare in piedi o su scomede panche tutti accalcati ma pronti a dare gloria al Signore con canti festosi e preghiere partecipate.

Alla fine della Messa, prima della benedizione finale, don Lorenzo che ha officiato la Messa mi ha presentato alla comunità per spiegare perché siamo venuti, dire chi ero e cosa faccio nella vita, parlare della mia famiglia e del nostro impegno-partecipazione alle attività parrocchiali.

In realtà la sera prima con l’aiuto di mia figlia Marta che parla lo spagnolo avevamo preparato un piccolo discorso di 2 minuti che poi ho letto dall’altare (e pare che mi abbiano anche capito !!!!). A mia volta ho presentato le mie figlie Marta e Lucia e ho parlato dell’ambulatorio di oculistica che da domani lunedì 31 ottobre, sarà a disposizione della popolazione locale.

Come al solito (peraltro non ci si abitua mai a tanta disponbilità e gentilezza ) siamo stati accolti da un applauso e da manifestazioni di gratitudine da parte della gente.

Siamo alle battute finali della costruzione dell’ufficio e canonica della Divina Misericordia.

Manca solo il pozzo settico e mettere le piastrelle nella stanza. Ah, e anche montare l’arredamento dei bagni e le persiane alle finestre. Beh, sono un po’ di cose. In realtà bisogna anche terminare di pitturarla, ma ormai ci siamo.

È possibile che tra quindici giorni la inauguriamo!

Gli uffici provvisori della Divina Misericordia sono quasi pronti. Manca il pavimento, le finestre, le inferriate. Il più è fatto.

Cándido tiene sette/otto persone a lavorare, le cose avanzano abbastanza alla svelta.

Stamattina alla Divina Misericordia avevamo il battesimo di un uomo anziano semiparalizzato.

Non parlava, ma mi ha commosso che quando è stato il momento delle domande che gli si fanno sulla fede, sulla rinuncia al peccato, sul battesimo che vuole ricevere ha tirato fuori dei suoni mezzi confusi ma che si interpretavano chiaramente come dei sì pieni di fede.

Non gli ho dato la confermazione e l’eucaristia perché sembrava avesse bisogno di ancora un po’ di catechesi, e anche perché non è ben definita la situazione del matrimonio.

Da una settimana hanno fatto il tetto degli uffici-casa canonica della parrocchia Divina Misericordia.

Adesso stanno intonacando, l’idraulico e l’elettricista stanno installando tubi e fili.

Sta venendo un bel lavoro: ufficio della segretaria e del parroco davanti, non molto grossi; in mezzo una sala grande dove possono sedersi una trentina di persone; dietro la stanza del futuro parroco e il suo bagno.

Penso che in meno di un mese dovrebbe essere terminata. Ho già comprato le piastrelle, in fabbrica, a prezzo la metà di quello che si pagano nei negozi.

Prima che i lavori finiscano devo pensare chi metterci di segretaria.

Il pomeriggio l’ho passato comprando la ceramica per gli uffici della parrocchia Divina Misericordia.

L’ho trovata in fabbrica a 150 pesos il metro, contro i 250 che si paga nei negozi di grossisti.

Tutto fa, visto soprattutto il fatto che questi uffici li facciamo con i soldi che danno i nostri fedeli.

Il consiglio pastorale di stamattina è stato l’ultimo della parrocchia Santa Margarita fatto le due parti insieme.

Dal prossimo faremo le riunioni separate. Tra poche settimane dovrebbere essere pronti gli uffici di fianco alla cappella san Francisco, che saranno gli uffici provvisori della parrocchia Divina Misericordia.

Lì ci sarà anche una piccolo salone che appunto useremo per i consigli pastorali e per le altre riunioni.

Stiamo già mettendo a punto la lista dei membri, perché i membri attuali sono parte di Santa Margarita e parte della Divina Misericordia.

I responsabili di settore rimarranno ognuno nella parte dove vivono e lavorano.

Così anche i responsabili delle varie aree di pastorali, integrati in ognuno dei due consigli con gli elementi mancanti.

Abbiamo finalmente la cappellina del settore Sinaí.

È stato un affarone, sfruttando un uomo che aveva fretta di vendere e l’ha messa a un prezzo molto basso. In pratica l’abbiamo pagata lo stesso prezzo di quello che avremmo pagato un terreno senza casa tre anni fa.

Considerando l’inflazione tremenda che c’è stata è stato un colpo grosso. Grazie Signore!

Si tratta di una casa di legname, in un terreno di circa 80 metri quadrati. Il tutto è in condizioni abbastanza buone.

Ci faremo catechismo il sabato, e la celebrazione della parola il martedì sera.

E altre attività per dinamizzare il settore!!!

10:23 pm

Sbobinando (8)

Candido è magro e alto: come a chiunque abbia superato il 40, uomo o donna che sia, ha un’età che non so definire. È magro e alto, dà un certo senso di forza, forse perché parla con calma. Ci offre una curiosa analogia: “La missione di Genova è per noi quello che la batteria è per il cellulare: la inserisci e il cellulare va”.

Prima di parlare con lui ho chiesto un paio di cose a Pastora Arias, che ha risposto con grandi sorrisi e poche parole, trasmettendomi comunque una intensa carica spirituale.

Candido dà soddisfazione: il suo è un ragionamento bene articolato.

“Questo per me è un giorno meraviglioso – dice – perché segna la crescita della nostra comunità: la Cappella dimostra che abbiamo fatto così tanta strada da dover già dividere la Parrocchia, è un risultato straordinario. Stiamo facendo un grande lavoro: siamo orgogliosi di essere dominicani e di condividere questa grande esperienza, che rafforza il nostro spirito, il nostro essere cristiani”.

Perché nessuno può dimenticare l’inizio della storia: “Quando arrivò la missione vivevamo in un’enorme discarica di spazzatura; con lo sviluppo del progetto pastorale e con l’aiuto dei fratelli di Genova stiamo trasformando il nostro barrio in un posto civile, pulito. Certo, siamo poveri, ma abbiamo trovato la voglia di lottare e di avere una speranza”.

Che bella la voglia di avere una speranza.

10:20 pm

Sbobinando (7)

Anche Juana mi sembra un bel tipo. Piccola come Roselina, altrettanto convinta di vivere un’esperienza spiritualmente importante; sorriso aperto, capelli lisci nerissimi, orecchini ad anello di medio diametro, giusti per il suo viso, maglietta bianca a vu, piccoli occhiali da vista senza montatura.

Dice Juana: “Abbiamo condiviso la costruzione di questa Cappella, ci siamo preparati per tanto tempo a comprendere il valore della sorpresa che il Signore ci ha regalato. Per ora è piccola, avete visto quanta gente è rimasta fuori? Siamo sicuri che un giorno sarà una bella Parrocchia, come le altre che i missionari di Genova hanno aperto nel nostro barrio in questi anni”.

Le chiedo notizie di vita quotidiana.

Mancano la corrente e l’acqua potabile, mi spiega: alla sera fa davvero buio presto, e alle dieci di sera il buio totale fa un certo effetto: la centrale che fa orribile mostra di sé accanto alla missione, dunque in pieno barrio Guaricano, è una beffa oltre che una presenza incongrua con il senso comune.

Penso alla gente sfrattata dal Faro a Colón e riparata in Guaricano (ne parleremo più avanti): prima ha faticato a sostituirsi a una discarica (trasferita a Duquesa: parleremo anche di questo), poi si è ritrovata fra i piedi quest’altro orrore.

Prima stavano malissimo quanto alla puzza.

Come stanno a inquinamento elettromagnetico?

Ho dimenticato di chiederlo a don Paolo, che essendo laureato in fisica sicuramente lo sa.