Contributi nella categoria 'Scuola Primaria Padre Sindulfo'

Sto aiutando Miguel e Nidia a organizzare l’anno scolastico, in particolare nell’assegnare ad ogni maestro il lavoro: classi e materie da insegnare.

Il liceo ha perso due professori: Ana Marlemny, che insegnava matematica, e Ányelo, che insegnava informatica.

Per quanto riguarda il secondo è stato sostituito dai due giovani che insegnavano informatica nella primaria (e per là si troverà qualcuno che faccia il loro lavoro).

Invece per Ana Marlemny le cose sono più difficili, perché qui c’è ben poca gente che sappia la matematica. Nidia e Miguel erano già d’accordo con Agustin, un maestro che insegnava matematica nella primaria, perché passasse al liceo, ma alla fine non ha accettato, sembra come una forma di pressione perché lo si paghi di più, ed ho l’impressione che alla fine lo lasceremo a casa, perché nel frattempo abbiamo dovuto passare la professoressa Nieve dal liceo alla primaria, per il motivo che vi dirò nel prossimo paragrafo. Rimane quindi il buco della matematica nel liceo, che al momento non sappiamo come risolvere, ma ho fiducia che il Signore ci aiuterà a trovare una soluzione.

Il discorso di Nieve è abbastanza… triste. Questa maestra, che ha più di trent’anni ma che non si è mai sposata, ha scoperto di avere delle formazioni tumorali benigne all’utero, e i medici le hanno detto che dopo che si sarà operata non potrà più avere figli. Così ha concepito due gemelli “per opera dello Spirito Santo”. La cosa è venuta alla luce da poche settimana, ed è anche precipitata, perché entrambi i gemelli sono morti cinquemesini pochi giorni fa. E una valutazione morale della faccenda impedisce di tenerla a far scuola nel liceo. Così Nieve porterà avanti due classi di prima elementare (mattina e pomeriggio), e questo farà sì che avanzi un maestro nella primaria, cioè il buon Agustín, che rimarrà a casa.

Comunque spero di lasciare tutto a posto prima di andarmene.

Yohana e Anyelo nel giorno delle loro nozzeLa dipartita di Lorenzo è stata per me l’occasione di benedire le nozze di Yohana, la segretaria della scuola.

A differenza dei più, si è sposata in maniera diretta, senza cioè passare per convivenze o matrimoni civili.

È una ragazza molto in gamba e ben formata, è catechista dei giovani, ed è abbastanza attiva nella comunità.

Anyelo, il suo (ormai) marito, è un ragazzo di pochissime parole, ma che viene da una famiglia di fede sincera, la madre, Teresa, è ministro straordinario della comunione.

Quando a marzo mi avevano scritto per posta elettronica del loro matrimonio mi avevano chiesto se ci sarei stato, e non avevo detto di no, perché in fondo non si sa mai. E il Signore ha voluto che ci fossi. Grazie, Signore! Sono stato felice di benedire questo matrimonio!

Auguri, Yohana e Anyelo, ad multos annos!

1:42 pm

Presepi

Anche qui si fanno i presepi, però non è una gran tradizione.

In casa quasi nessuno lo fa.

Il presepe di Santa MargaritaVi metto le foto di quello di Santa Margarita, fatto da alcuni giovani della Pastorale Giovanile, bello e molto semplice, e anche quello della scuola, fatto con molto amore dalla nostra suor Cristina.

Il presepe della scuolaComplimenti a tutti!!!!

È finita una settimana di visite (circa 30 al dì), ho ritrovato molti pazienti del precedente anno, purtroppo la scorta di occhiali corretti è quasi esaurita (era una valigia intera), e adesso si possono offrire solo le montature e le lenti sono da pagare.

Insieme al collega oftalmologo domenicano Dott. Belén abbiamo anche eseguito un paio di interventi ambulatoriali. Nella settimana passata sono venuti molti bambini con problemi di miopia mai corretti e che da “anni” avevano mal di cabeza (testa).

AndreínaE ora veniamo al secondo “lavoro”, lo scorso week end ho iniziato le riprese nella casa di Andreina. Dovendo iniziare dal mattino, la sveglia è stata alle 6 per potermi recare nel cuore del Barrio in tempo per riprendere il risveglio, la colazione e l’uscita. Andreina era naturalissima per niente intimorita dalla camera né dalle persone che incrociava, incuriosite per la mia presenza anomala.

Abbiamo quindi proseguito nella scuola con il raduno del mattino con alzabandiera e poi nelle classi.

Molto toccante è stata l’intervista nella sua casa e la descrizione dei suoi “compiti” familiari. Mi auguro che al termine del montaggio riesca a dare un piccolo assaggio della vita di uno scolare al Guaricano, un po’ diversa da quella dei nostri.

Dal Ministero dell’Educazione ci è arrivato oggi un archivio per la segreteria della scuola.

Cioè, non è che ci è arrivato, hanno chiamato che lo andassimo a prendere, in una scuola che tra le altre cose è ben fuori mano e ben in mezzo al fango.

Tutto fa, come si dice. Anche questo è un regalo del Signore! Grazie!

Con Paola il giorno della gita alla Cueva de las MaravillasLa Messa di stamattina alle sette ha avuto un tocco speciale per il saluto di Paola alla comunità. Paola ha ringraziato tutti, soprattutto gli amici del gruppo di autoaiuto con i quali aveva camminato più da vicino già dalla visita scorsa. E a nome della comunità Laura, una maestra della nostra scuola, l’ha ringraziata in maniera commovente per il tempo che ha passato qui e per il lavoro svolto.

E in realtà la presenza di Paola è stata ben preziosa. Soprattutto, dal mio punto di vista, per il lavoro portato avanti insieme all’orientatrice (psicologa) della scuola. Insieme hanno visitato un gruppetto di famiglie di bambini problematici della nostra scuola, con lo scopo di aiutare le famiglie a risolvere i problemi che pregiudicavano l’apprendimento e la disciplina dei loro figli. E credo che sia stato un lavoro ben importante, per due ragioni:

  1. Perché l’orientatrice ha imparato insieme a Paola a “buttarsi” fuori dalle mura della scuola, e io credo che non smetterà di farlo, ha avuto modo di rendersi conto che ne vale la pena.
  2. Perché di fatto i vari casi che hanno visitato sono stati ricettivi, e, almeno in qualcuno, hanno visto entrambe l’inizio del miglioramento.

Chiaramente Paola, che ha una forte esperienza di lavoro con famiglie di alcolizzati e tossicodipendenti, non si illude che le cose si risolvano da un giorno all’altro. E tuttavia è felice perché ha visto la scintilla del cambio.

E un’altra cosa cosa bella, come anche le altre volte, è stato l’elemento di presenza, vivacità, dialogo, compagnia qui in casa con noi. Per me e per Lorenzo, credo anche per le suore, la presenza di Paola è stata molto significativa.

Domani sera Paola partirà con Air France, concludendo questa sua avventura dominicana così bella. Per lei e per tutti noi.

P.S.: La foto non è propiamente a Messa, è di un giorno che eravamo in gita!

Il Signore mi ha mandato stamattina un primo maestro “vero” di informatica per dare i rudimenti agli studenti delle medie.

Dico “vero”, perché i giovani che ho visto i giorni scorsi realmente non erano in condizione di assumere questo incarico.

Questo si chiama Juan Carlos, è all’ultimo anno di informatica all’università, e ha lavorato sia con Ubuntu che con OpenOffice. Si destreggia con abilità sulla tastiera, e ha anche esperienza didattica. Purtroppo può solo al mattino, ma mi ha assicurato che ha un amico che dovrebbe poter lavorare il pomeriggio.

Sei forte, Signore! E siete forti anche voi che mi avete aiutato con la preghiera!

Abbiamo avuto, mattina e pomeriggio, le Messe di inizio anno della scuola primaria.

In realtà non di tutta, perché ci siamo limitati alle classi dalla quarta in avanti. L’asilo, la prima, la seconda e la terza avranno nei prossimi giorni una celebrazione della parola fatta da Marcial.

Queste celebrazioni con trecento bambini e ragazzi, sono abbastanza faticose, ma sono anche momenti preziosi per trasmettere con autorità qualcosa di fondamentale. In tutte e due le celebrazioni ho cercato di picchiare sulla Messa domenicale, a cui praticamente i bambini non partecipano se i catechisti non li vanno a prendere quasi sulla porta di casa.

Dei maestri, pochi ricevono l’Eucaristia. Alcuni di loro sono conviventi, la maggior parte sono sposati in comune; una piccola frazione sono ancora single, ma poi non mi vanno a Messa la domenica per cui non fanno la comunione neanche loro.

Effettivamente, la cosa per me più difficile da accettare è che gente che dice di amare tanto il Signore sia poi così pigra in queste due cose: la messa e il matrimonio. Il retaggio della cultura locale è quello del disimpegno, di fare quello che fanno tutti. Tutte le volte che penso a queste cose devo fare quasi uno sforzo per non arrabbiarmi: “Ma come è possibile?, mi dico”. La tentazione di sentirmi frustrato su queste cose è lì tutti i giorni accovacciata alla mia porta.

Vi chiedo una preghiera perché il Signore mi aiuti a trovare un maestro per le lezioni di informatica ai ragazzi della scuola primaria.

Ho visto vari giovani, ma in generale non mi soddisfano, non hanno il dominio sufficiente della materia per insegnare ad altri.

Signore, mandami la persona giusta!

11:12 am

La psicologa

In questi giorni sto facendo un lavoro molto interessante con la psicologa della scuola di base. Si chiama María, è una giovane e bella signora con 5 figli, tre suoi e due adottati.

Con lei andiamo a visitare le famiglie di bambini o ragazzini che hanno dei problemi o di apprendimento o di comportamento o familiari.

È quanto di più lontano possa essere da una psicologa italiana. È una donna di buon cuore e di buon senso, calata in questa realtà e alla fine credo più utile di una psicologa classica. Ha un po’ il concetto di fare il predicozzo ma ha la virtù di parlare molto chiaramente e senza fronzoli. In più ha molto a cuore i suoi bambini e non esita a fare tutto questo fuori delle ore di lavoro.

I problemi sono poi sempre gli stessi. Finora in tutti quelli che ho ascoltato è sempre il padre che latita. O ha abbandonato la moglie o se c’è sarebbe quasi meglio che non ci fosse.

La cosa per me sempre stupefacente è che queste madri ci accolgono a braccia aperte, anche me che sono una perfetta sconosciuta. E poi parlano, ascoltano, a volte si ha anche l’impressione di essere utili.

Anche il setting è un po’ diverso da quello classico. Qui ci sono bambini di varia età che razzolano per terra, vicine che entrano e escono ma questo non toglie nulla alla partecipazione della cosa.

A questo proposito mi viene in mente che una volta quando eravamo in missione e stavamo più o meno pregando si apre una porta e compare un uomo alquanto robusto e con uno smilzo asciugamano ai fianchi, evidentemente appena uscito dalla doccia. Quando ci ha viste si è avvicinato, ha fatto una specie di inchino, e da perfetto gentiluomo ha detto: encantado, mucho gusto, e se n’è andato. Nessuno ha battuto ciglio, abbiamo ripreso a pregare.

Ecco le foto della nostra originale mattinata!!!

I bimbi della scuola del Guaricano

Girotondo con i bambini della scuola del Guaricano

Caro diario… prima delle 6 eravamo già tutti svegli, così abbiamo partecipato alla Messa delle 7 celebrata da don Roberto (ha scoperto di doverlo fare solo quando era sull’altare… ma se l’è cavata ugualmente bene con lo spagnolo!). Ci ha sorpreso molto l’accoglienza che abbiamo ricevuto alla fine della Messa: strette di mano, abbracci e baci!! Una cosa del genere in Italia ce la possiamo sognare!!

Dopo una buonissima colazione abbiamo raggiunto don Paolo alla scuola per pitturare le ringhiere… lavorando tranquilli con la compagnia di alcuni bambini affacciati alla finestra, quando ad un tratto è suonata la campanella della ricreazione e tutti i bambini gioiosi sono scesi in cortile incuriositi dalla nostra presenza… e a questo punto il nostro lavoro è stato sospeso per poterci dedicare ai nostri piccoli amici!!

Appena hanno visto la macchina fotografica di Elena le sono corsi incontro per farsi fotografare, e con entusiasmo non ci siamo tirati indietro… abbiamo partecipato ad un girotondo un po’ speciale e siamo stati tempestati di domande, peccato l’ostacolo della lingua… i bambini sono tutti molto affettuosi, e anche da loro siamo stati salutati con calorosi baci e abbracci: con la loro compagnia non abbiamo neanche sofferto il caldo!!

Purtroppo è suonata anche la seconda campanella, e tutti in fila sono tornati in classe continuando a salutarci e a voler fotografie!!

Terminata una parte del nostro lavoro, siamo tornati alla Missione per gustare il buonissimo pranzo preparato da Don Lorenzo.

Come inizio non è niente male… Alice, Elena e Giulia

A scuola stanno iscrivendo vari studenti in terza asilo (l’unica classe d’asilo che si dà qui) e in  prima, si erano iscritti pochi bambini, ed è adesso che i genitori si svegliano.

La settimana prossima spero di chiudere gli elenchi delle classi.

Con l’aiuto del Signore abbiamo potuto iniziare la scuola!

La presenza era del 60% di mattina, e attorno al 45% di pomeriggio.

A volte la cosa mi fa deprimere, o a volte mi arrabbio, ma bisogna tenere in conto che fino a pochi anni fa (e in alcune scuole ancora adesso) la prima settimana non va nessuno a scuola! Certamente io mi sono educato in un ambiente diverso – ricordo ancora il nome della bambina che in seconda elementare, e solo in quell’anno, non è venuta a scuola il primo giorno – e a volte faccio fatica ad accettare che ci vuole tempo e amore – e la giusta pressione – per cambiare.

Quest’anno però c’è stata una cosa molto bella: alla scuola serale abbiamo già fatto una quarantina di iscrizioni (l’anno scorso a quest’altezza nessuno si era iscritto), e si è potuto iniziare anche con loro. Pochi, ma con desiderio di superarsi. Grazie, Signore!

Purtroppo la segretaria della scuola si è fatta una piccola operazione, e non c’è nessuno che possa organizzare le classi: vedere chi è stato promosso o bocciato, inserire i nuovi, ecc. Così è toccato a me insieme a una ragazza che sostituisce Yohana.

Questa ragazza è molto buona ma non ha nessuna esperienza, così soprattutto all’inizio abbiamo perso molto tempo, e purtroppo non siamo riusciti a finire. Martedì mattina, che è il giorno che iniziano le lezioni, finiremo.

La consegna delle pagelle è stata accompagnata da alcune “cosette”.

Anzitutto, un maestro ha portato le pagelle letteralmente all’ultimo momento, quando avevamo già a scuola tutti gli studenti. Grazie a Dio c’è stato il tempo di fare tutto quello che c’era da fare.

E poi c’è stato il caso di una maestra che, con la scusa di essere in licenza, ha fatto andare a casa sua gli studenti per dir loro i voti. La qual cosa ci ha indisposto abbastanza, perché l’impressione è che va da tutte le parti meno che venire a scuola. Se non fosse che è malata ci starebbe bene un memorandum.

E l’ultima cosa è stata la faccenda del corso di informatica: una settantina di studenti non l’ha frequentato, nonostante si avesse detto chiaramente che era obbligatorio. Così alla fine abbiamo deciso che il maestro di informatica farà loro un corso supplementare intensivo, cinque giorni alla settimana per sei settimane. Con la condizione che chi non partecipa non può reinscriversi. Vi saprò dire se la cosa funziona o no.

La giornata di oggi me la sono passata praticamente tutta a scuola: verifica delle pagelle, principalmente. A volo d’uccello ne ho controllate una buona parte. Ne mancano ancora, i maestri sono in ritardo per riempirle. Se me le portano presto, domani mattina terminerò. Domani è infatti il giorno della consegna delle pagelle agli studenti

Oggi ho lavorato mattina e pomeriggio sulle pagelle della scuola primaria, controllandole e facendole correggere.

Me le passano già revisionate dai direttori docenti, ma scopro sempre qualcos’altro che non va. E così le rimando indietro per correggerle.

Lunedì il rush finale, perché martedì vengono consegnate agli studenti.

Primo giovedì di lavoro scolastico del mese, formazione per i genitori e riunione con i professori.

La partecipazione dei genitori è stata abbastanza scarsa, causa forse il fatto che non era il primo giovedì come sempre (era giovedì santo) ma il secondo.

Invece la riunione con i maestri ci è servita per chiaccherare su quello che si sta facendo nel cortile per risolvere in maniera migliore il problema dell’acqua e della polvere. Ne è venuta fuori una discussione più lunga di quello che si pensava, perché la circostanza ha fatto affiorare vari malesseri che si sono potuti esprimere e, spero, superare. La sostanza del malessere credo venga dal fatto che non dedico alla scuola il tempo che avrebbe bisogno, soprattutto in termini di contatto umano e parlare con i maestri. È una cosa che affiora periodicamente, e a cui dovrei cercare di dare una risposta, ma non mi riesce sempre facile.

La comunità intera mi ha fatto sentire il calore del suo affetto, in occasione del mio compleanno.

A Messa ho ricevuto abbracci a non finire.
A scuola sono stato festeggiato insieme a Maribel, la segretaria che adesso lavora come maestra.

Le suore mi hanno fatto una festicciola nel consultorio con i medici e il resto del personale.

Nidia e i professori del collegio mi hanno fatto un’altra festicciola-sorpresa.

E a pranzo avevo invitato Marcial, Edilenia e la stessa Maribel, e con loro ci siamo passati un bel momento pure lì.

Insomma, ho sentito un gran affetto. Ho lasciato casa, padre, madre e fratelli, ma ricevo davvero il cento per uno!

Non sono mancate le telefonate di tutta la mia famiglia.

E, dulcis in fundo, mi ha chiamato don Piero dal ritiro del clero di Genova e mi ha passato anche mons. Bagnasco!

Grazie, Signore!

Compio oggi, 6 febbraio 2007, otto anni di servizio di parroco a Santo Domingo.

A volte mi domando se nel ’98 i miei superiori non sono stati un po’ incoscienti. Venivo tutto sommato da un’esperienza molto limitata: soltanto sei anni e pochi mesi di ordinazione, e un solo servizio, da viceparroco. Mi hanno mandato, ma a dire la verità le cose sono state più facili per loro perché io mi sono reso disponibile, proprio nel momento in cui i superiori volevano fare il cambio qui. Vedo un disegno della Provvidenza in questo: il viaggio in Tanzania a trovare don Leonard Teza nel luglio 1997 mi ha disposto al desiderio della missione, e poco più di un anno dopo ero già in viaggio per la Repubblica Dominicana!

Ricordo ancora quel 6 febbraio del ’99. Il cardinal Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, che è venuto a Santa Margarita per installare me in questa parrocchia e don Lorenzo come parroco di Santiago el Menor e Nuestra Señora del Amparo. Ricordo le prime prediche, con la lingua impastata nel parlare una lingua di cui non avevo padronanza…

Grazie a Dio il momento in cui ho preso la parrocchia coincideva con la preparazione della Gran Misión, la Grande Missione dell’Arcidiocesi di Santo Domingo in preparazione al Gran Giubileo dell’Anno 2000. Tutti i giorni alla fine della Messa recitavamo la preghiera composta dal cardinale per l’occasione. La Missione, e tutto quello che ha significato in quanto a momenti di formazione, conferenze, ritiri, mi ha dato la carica, e io ho cercato di trasmetterla alla parrocchia. In Santa Margarita si sono formati circa cinquanta missionari, che poi nell’anno del Giubileo si sono resi disponibili per le Missioni che si sono realizzate nelle varie zone dell’arcidiocesi. I missionari stavano fuori otto giorni, nei quali vivevano gomito a gomito con la comunità parrocchiale a cui erano inviati; di mattina visitando le famiglie che vivevano attorno al loro Centro di Missione, di pomeriggio e di sera realizzando gli incontri kerigmatici con bambini, ragazzi, giovani e adulti. E a fine luglio la missione è toccata anche a noi, ed è stata una gioia grande accogliere i sessanta missionari che ci sono stati mandati ed evangelizzare insieme a loro!

* * *

Il ricordo della Gran Misión mi riempie il cuore di ricordi grandi, ma mi aiuta anche a tematizzare che in questi otto anni ho imparato molte cose riguardo all’evangelizzazione.

Ho sperimentato prima di tutto nella pratica di tutti i giorni che l’evangelizzazione non è un momento ma un processo. Il contatto e il lavoro insieme all’équipe di servizio del SINE (Sistema Integral de Nueva Evangelización), arrivato alla Repubblica Dominicana dal Messico, mi ha aiutato a pensare e strutturare il processo-cammino di evangelizzazione della parrocchia, con le sue tappe necessarie:

  • la ricerca dei lontani, realizzata nelle missioni parrocchiali porta a porta e nelle visite individuali alle famiglie;
  • il primo annuncio o kerigma, realizzato concretamente nei Ritiri di Evangelizzazione;
  • l’accompagnamento catechetico, portato avanti nei cammini che seguono il Ritiro;
  • la vita di piccola comunità, fatta carne nelle Comunità Apostoliche;
  • le tappe sacramentali, vissute da quanti ancora non avevano celebrato il loro incontro con Cristo, con al primo posto l’Eucaristia domenicale, vero motore della vita parrocchiale;
  • l’impegno missionario degli evangelizzati, realizzato soprattutto nella visita mensile alle famiglie loro affidate.

Aggiungo a ciò quanto stiamo iniziando in questi mesi: il discepolato personale, che consiste nel fatto che ogni evangelizzato abbia un fratello un po’ più avanti nel cammino che lo aiuta a revisionare mensilmente i principali ambiti esterni della vita cristiana.

In secondo luogo, ho imparato ad applicare alla pratica pastorale il libro del Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti, che a Genova solo sapevo che esisteva perché me ne avevano parlato nel seminario, ma che non avevo mai avuto occasione di leggere e soprattutto trasformare in vita. Al trovarmi qui con adulti, giovani e bambini di tutte le età da battezzare, ho dovuto giocoforza studiarmi il RICA, domandare, informarmi, sensibilizzare, far capire che è possibile ripristinare il catecumenato antico. Ringrazio il Signore perché la comunità si è lasciata guidare, in questo come nell’altra questione difficile da trattare che è il battesimo dei conviventi. Anche su questo la comunità ha riflettuto, è arrivata a capire, e mi dà una mano adesso a spiegare che non si può ricevere il battesimo se si vive ancora una situazione di peccato.

Dentro a questi itinerari catecumenali ha rivestito per me un significato specialissimo il poter allestire una piscina battesimale nella quale immergere totalmente le persone che si battezzano. Dire loro “Io ti battezzo”, e sommergerli effettivamente, spingendo sott’acqua tutta la persona e vedendola riemergere, è per me un’emozione che tutte le volte si rinnova.

E ancora, all’interno dei cammini di preparazione ai sacramenti ho dovuto inventarmi sussidi di catechesi, che ho rivisto anno dopo anno, e che con gioia potrò lasciare a chi continuerà il lavoro.

Ancora, ho avuto la gioia di accompagnare la nascita e i primi passi di una nuova parrocchia, la Divina Misericordia, scorporata nel 2005 da Santa Margarita, nonché di accompagnare fino all’ordinazione diaconale il mio più diretto collaboratore all’interno di essa, Marcial. Ho visto un po’ come una partoriente e un po’ come un’ostetrica i primi vagiti della nuova parrocchia, l’ho aiutata a fare i primi passi e ad avere il coraggio di muoversi e di lavorare. E in questi giorni accompagno il processo simile della nascita della nuova parrocchia di Santa Virginia, in quello che è il settore San Ramón di Santa Margarita, e anche qui la prossima ordinazione diaconale di colui che mi aiuterà ad esserne il pastore, Juan Luis.

Infine, ho imparato a valorizzare la scuola come elemento del cammino di evangelizzazione. La grande opera iniziale di don Lino di far partire e di dare una buona colonna vertebrale alla scuola primaria mi ha permesso di guardare più avanti. Ho visto nascere la scuola serale e prendere forma più piena il liceo, ho visto rafforzarsi il cammino di chiesa di tanti maestri e bidelle, ho imparato a delegare funzioni. Ho imparato, aspetto su cui riconosco che ero carente, a trattare con rispetto tanti collaboratori (nella scuola ci sono ottanta persone che ci lavorano!), a incoraggiarli con amicizia e a riprendere con amore tanti piccoli difetti.

E soprattutto, lo Spirito del Signore ci ha guidati, tutta la comunità scolastica insieme, a strutturare momenti di formazione per le famiglie degli studenti. Da tre anni una volta al mese facciamo lezione ai genitori invece che ai figli! Con risultati incoraggianti e testimonianze preziose. Rimane nascosto nel mio cuore il sogno che il Centro Educativo si faccia espressione consapevole della comunità parrocchiale nel proporre un cammino di evangelizzazione diretta a tutte e ognuna delle famiglie dei nostri strudenti. Lo vedrò o non lo vedrò? non lo so, ma prego e lavoro perché ci si arrivi!

* * *

Un secondo grande filone per il quale sento riconoscenza, nella tappa di questi otto anni, è la ricchezza di relazioni umane che ho potuto e posso vivere qui a Santo Domingo.

Non posso non ringraziare per l’accoglienza che ho ricevuto dai confratelli presbiteri dominicani. All’inizio sono stato soprattutto il padre Abraham Apolinario, che mi ha aiutato in maniera speciale a entrare in un tessuto parrocchiale scosso dalla partenza di don Lino, e il padre Ricardo Arias, da cui ho ricevuto assessoria continua per lo meno per due anni, per poter capire qualcosa della scuola che ho ricevuto in gestione e del ruolo che vi dovevo svolgere. Per non parlare poi dell’accoglienza sincera e sempre disponibile del cardinal Nicolás, della vicinanza del Nunzio Apostolico mons. Timothy Broglio, dell’affabilità sincera del padre Lorenzo Vargas e del padre Nelson Acevedo, e di tanti altri, che in mille modi mi hanno fatto sentire parte di questo presbiterio. Non ho perso la vicinanza dei confratelli del clero genovese, con i quali è sempre stata una gioia reincontrarmi tutti gli anni nei periodi di vacanze italiane, e ho ricevuto dal Signore nuovi confratelli nel presbiterato, nel contatto con i quali il mio sacerdozio è cresciuto e maturato.

Un altro dono specialissimo di questi otto anni è stata la fioritura di varie vocazioni dal tessuto della vita parrocchiale. L’inizio del cammino di suor Cristina, nel 2001, e poi da lì a poco l’entrata in seminario di Heriberto, mio figlioccio, nel 2003; e poi Willy, Miguel Ángel, Elvis, Franklin, Alex. Due di loro sono già al primo anno del seminario maggiore, mentre gli altri sono ancora al minore.

E come se non bastasse, il 2006 è stato l’anno dell’inizio dell’aspirantato di Taína e Yúdith, che mostrano segni di buona maturità umana, cristiana e vocazionale. Altre ragazze poi si stanno decidendo a iniziare lo stesso cammino, tutte con le nostre suore! E vedo che altri ragazzi e ragazze sono in ricerca. Non mi sarei mai immaginato tanta ricchezza di vocazioni! Veramente il Signore mi ha fatto vedere cose grandi!

E parlando di suore, sono stati otto anni di amicizia spirituale profondissima con le sorelle delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario. Camminare vicini ai passi di queste sorelle, e al tempo stesso con profondo rispetto, collaborando nella parrocchia, nel consultorio (ahimé, poco), nella scuola. E la mensa comune, dove si condividono le speranze e i timori, tutti i giorni, dove si scherza e ci si rende partecipi di quanto visto attorno a sé… È un’esperienza grande, della quale ringrazio profondamente il Signore! Ricordando in maniera specialissima suor Patrizia, che nel 2003 ci ha preceduti tra le braccia del Padre del Cielo, ma anche suor Valeria, suor Roberta (tornata a lavorare nella sua India) e suor Susanna. E senza dimenticare le sorelle che ho come compagne di viaggio oggi: suor Modesta, venuta qua insieme a me, suor Blessila, suor Cristina e suor Serafina. Ognuna di loro è specialissima ed un dono grande del Signore per me.

Per ultima, l’esperienza di vivere in comunità la fraternità sacerdotale. In questo sono stati o sono compagni di viaggio anzitutto don Lorenzo, che ha la mia stessa anzianità in terra dominicana, e che rappresenta per me più di un fratello, don Franco, don Piero. Con don Lorenzo abbiamo condiviso la scoperta di questa cultura – non avevamo nessuno che ci potesse spiegare le cose in maniera più diretta – e di questa chiesa, del paese, dei costumi, dei limiti e delle ricchezze dei fratelli dominicani. Personalmente ho imparato con Lorenzo a condividere la passione per il lavoro pastorale, e ho sempre trovato in lui un collaboratore disponibilissimo.

E non è mancato l’appoggio, materiale e di vicinanza umana, di tanti fratelli e sorelle genovesi, don Piero, don Giandomenico e don Francesco al Centro Missionario, ma anche tanti altri che mi hanno sempre dato una mano. E tra tutti loro in maniera un’altra volta specialissima i vescovi che abbiamo avuto: il cardinal Canestri, vero padre quando ero a Genova così come quando mi ha inviato al Guaricano, il cardinal Tettamanzi, il cardinal Bertone con cui abbiamo avuto la gioia di condividere un’intera settimana di vita comune, e ora monsignor Bagnasco. Ognuno di loro è una perla specialissima in questi miei otto anni di servizio dominicano. E credo di poter dire che nonostante la lontananza fisica ho potuto parlare con loro molto più che altri confratelli di Genova.

* * *

Oggi, 6 febbraio 2007, queste povere parole esprimono la gioia di questi otto anni di servizio dominicano. Continua il servizio, in quest’anno che probabilmente è l’ultimo, e sono sicuro che continueranno i doni del Signore, insieme alle inevitabili prove. Sono un prete felice, e questi otto anni sono parte viva della mia felicità!

Grazie, Signore Gesù, mio Salvatore, e grazie a tutti voi!

Sono alle prese con il server del laboratorio di informatica della scuola primaria, gli si è guastato il disco fisso e ho dovuto cambiarglielo. Però il problema non è lì, il fatto è che devo ripristinare il backup che è su un altro computer della rete interna, ma non so perché non mi recupera tutto l’albero delle cartelle personali degli studenti.

Mannaggia, non capisco perché non mi lascia fare ‘sto benedetto ripristino…

Carissimi amici e benefattori,

28 Ottobre 2006: 8 anni al Guaricanoapprofitto dei giorni che passo a Genova con la mia famiglia per lasciarvi un racconto un po’ più organizzato di quella che è stata la vita della missione nell’anno che è appena passato. Vuole essere un ringraziamento al Signore per tutto quello che abbiamo potuto vivere, e un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno bello, con molti momenti intensi di vita di fede e con ricchezza di relazioni umane. Vi racconto le cose più importanti, per fare memoria dell’amore del Signore che ci ha accompagnato e che ha reso possibile tutto questo.

Genova presente!

Cominciamo con i fratelli di Genova che si sono fatti nostri compagni di viaggio. In gennaio abbiamo avuto con noi Erika e Alessandro, una coppia giovane di Sant’Eusebio. Insieme a loro sono venuti don Giulio Boggi, che è stato con don Lino il primo missionario al Guaricano, don Franco Buono, che ha lavorato qui per tre anni, e don Mario Montaldo.

Tutto il mese di marzo invece ci ha accompagnato Carmen Moro, una sorella di Geo, che ha alleggerito il lavoro della cucina. Più avanti nell’anno, in agosto è stata la volta di Sandra Iannoni, che si è cimentata nello stesso servizio. Entrambe sono state nominate cuoche dell’anno della missione!

Don Gianfranco ha presieduto l'Eucaristia alla Divina MisericordiaNella seconda metà di aprile è stata la volta di Gianni e Cinzia, entrambi attivissimi nell’Azione Cattolica genovese, insieme a Julia, una giovane liceale, e a don Gianfranco Calabrese.

A inizio giugno la breve visita di don Francesco Di Comite e di altri cinque adulti genovesi, che hanno fatto tappa da noi dopo aver passato qualche giorno nella nuova missione di Cuba.

Franco, Paolo e Francesca con suor SerafinaIn novembre abbiamo poi avuto con noi due oculisti genovesi: Franco Reggiardo e Paolo Dell’Erna. Si sono fermati rispettivamente una e due settimane, realizzando visite e operazioni delicate nel nuovo ambulatorio di oculistica. Francesca, figlia di Paolo, ha dato una bella mano a suo padre!

Come vedete, è stato un anno molto ricco: tutti questi fratelli e sorelle ci hanno portato, insieme al pesto e al parmigiano, peraltro graditissimi, la vostra vicinanza, il vostro affetto, la vostra preghiera. Chiediamo al Signore che anche il 2007 ci porti tanti messaggeri e ambasciatori dell’amore della nostra chiesa. Sì, perché in una realtà come quella del Guaricano, dove la gente fa di tutto per andarsene, la stessa gente rimane colpita profondamente dal fatto che ci sia chi invece viene qui, a respirare polvere nei giorni belli e a camminare nel fango quando piove: ogni visita è un segno vivo dell’amore di Dio che si esprime con tenerezza a questi fratelli dominicani!

Nel 2006 non abbiamo avuto visite di gruppi di giovani, ma il 2007 si preannuncia buono in questo senso: don Nicolò ha intenzione di organizzare un gruppo, e anche il clan del Genova 26 con i suoi capi e con il loro assistente don Francesco saranno con noi. Li aspettiamo, loro e tutti quelli che il Signore ci invierà, con grande gioia!

Inviati dalla Chiesa genovese

Il nostro lavoro di missionari al Guaricano non può dimenticare mai che siamo inviati dalla Chiesa Genovese, e che ci situiamo all’interno del lavoro di Cooperazione Missionaria che tutta la Chiesa Italiana porta avanti.

Lara con suor Serafina e FiammettaMolte persone hanno lavorato, a Genova, per tenere vivo nella diocesi il legame con la missione. L’Ufficio Missionario Diocesano, con don Giandomenico e don Francesco, e il Movimento Giovanile Missionario. Lara Cavezarsi, da parte sua, oltre a rendersi presente in molte iniziative ha realizzato il primo Calendario del Guaricano! L’ex Arcivescovo di Genova, il card. Tarcisio Bertone, non ha mancato mai di dimostrarci affetto e vicinanza.

Da parte mia ho avuto il dono di rappresentare la nostra comunità missionaria nell’incontro di tutti i missionari fidei donum italiani che lavorano in America Latina. Per quattro giorni, nel mese di febbraio, siamo stati insieme a Salvador, in Brasile: occasione preziosa di conoscenza e di scambio di esperienze.

La Chiesa Genovese poi ci ha dato e ha ricevuto molto, grazie anche al DVD che l’amico Tarcisio Mazzeo, giornalista della RAI, ha preparato dopo la sua visita del novembre 2005. Il servizio da lui realizzato è stato trasmesso varie volte sulle reti RAI regionali e nazionali, e in formato digitale si sta distribuendo gratuitamente a tutti gli amici della missione. Un lavoro ben fatto, frutto di una dedizione amorosa e appassionata!

Il nostro lavoro nella pastorale dell’Arcidiocesi di Santo Domingo

Con alcuni preti della nostra zona pastoraleInviati da Genova, lavoriamo nel tessuto vivo dell’Arcidiocesi di Santo Domingo. Con essa stiamo vivendo la preparazione alla V Conferenza dei Vescovi Latinoamericani, che si terrà a Aparecida, in Brasile, nel 2007. Abbiamo così vissuto vari momenti di incontro, consultazione e formazione; e spesso si prega per questo appuntamento, che indicherà le linee portanti della vita della chiesa latinoamericana per i prossimi dieci anni.

Va avanti pure lo sviluppo del Terzo Piano Pastorale Arcidiocesano. Ispirato al Movimento per un Mondo Migliore (in Italia è conosciuto come NIP), prepara la Chiesa di Santo Domingo all’appuntamento del 2011, che costituirà il quinto centenario dell’erezione canonica dell’Arcidiocesi. Il Terzo Piano Pastorale è stato ed è una benedizione per tutte le parrocchie: stimola alla comunione, mette in cammino le parrocchie stanche, raggiunge tutta la popolazione attraverso l’esperienza mensile della lettera alle famiglie e le azioni significative che si realizzano all’interno di ogni settore delle parrocchie. Inoltre sta aiutando molto le nostre comunità parrocchiali a “lanciarsi” di più in ognuno dei settori in cui sono suddivise; e i frutti si vedono, perché la gente sente la Chiesa più vicina a sé, e si avvicina di più alla Chiesa stessa.

I passi delle parrocchie

Messa dei malati alla Divina MisericordiaVi avevo parlato già l’anno scorso della nuova parrocchia della Divina Misericordia. Grazie a Dio il lavoro in questa nuova parrocchia si è consolidato. La Messa della domenica è sempre più una festa gioiosa – don Lorenzo è parte di questa gioia -, e le attività pastorali si portano avanti parallelamente a quelle di Santa Margarita. Particolarmente significativo è stato il momento della Missione Parrocchiale di Agosto, che alla Divina Misericordia è stata coordinata interamente da Marcial, il nostro caro diacono, e che si è potuta realizzare molto meglio perché portata avanti separatamente.

Nel 2006 per la prima volta le Celebrazioni Penitenziali di Avvento e Quaresima sono state ristrette solamente alle persone che possono ricevere l’assoluzione. Per i conviventi (qui li si chiama popolarmente amancebados) abbiamo organizzato momenti di dialogo separati, nei quali hanno avuto più tempo per fare un dialogo approfondito con il sacerdote e si è potuto studiare insieme come portare avanti il cammino verso la riconciliazione piena con Dio. Ve lo sto raccontando con soddisfazione, perché è stata una cosa che il Vescovo di Santo Domingo ha chiesto, e che all’inizio ho faticato ad accettare. Ci ha imposto un cambiamento nella forma di lavorare, ma ha portato effettivamente frutto!

Gita al mare con Marcial e i seminaristiSono molto contento anche per i seminaristi che il Signore ci ha mandato. Due di loro, Willy e Miguel Ángel, hanno iniziato il seminario maggiore, gli altri cinque sono ancora al minore; inoltre c’è un ragazzo di Santa Margarita, Deivy, nel seminario dei salesiani, e in occasione della missione di agosto la comunità l’ha potuto conoscere. Con questo bel gruppetto abbiamo passato una bella giornata tropicale al mare il 26 dicembre, momento di svago ma anche occasione preziosa di formazione.

Sul fronte dei ministri laici, il vescovo ha rinnovato gli incarichi. In prima persona avevo fatto con loro un cammino di formazione di più di un anno. I ministri sono in tutto quaranta, e aiutano nella distribuzione della comunione, soprattutto ai malati, ai quali la portano tutte le domeniche mattina. Dodici di essi, poi, sono incaricati anche dell’annuncio della parola nei settori.

Marcia per la vita e per la pace con il Nunzio ApostolicoI giovani hanno lavorato sodo. Ci sono gruppi giovanili in vari settori della parrocchia, che hanno momenti forti comuni nei campi estivi – per bambini, adolescenti e leaders dei gruppi –, e nella Settimana giovanile di inizio dicembre. Nelle attività estive i nostri seminaristi hanno dato una mano significativa! E sono stati ancora alcuni giovani ad organizzare, a fine novembre, una Settimana per la Vita, culminata in una Marcia che ha visto la partecipazione del Nunzio Apostolico: grande soddisfazione, a suggello di un lavoro ben impostato.

E il 2007 sarà l’anno di apertura della nuova parrocchia di Santa Virginia, nella zona dei campos: Jacagua, Los Cazabes, Duquesa. Se ne è parlato con il vescovo e con la gente per tutto il 2006, e l’Arcivescovo di Santo Domingo ha già ricevuto il progetto pastorale. Un imprenditore edile ha regalato un terreno per il quale egli stesso ha promesso un apporto significativo di un milione di pesos (circa 25.000,00 euro) per la costruzione della chiesa. L’apertura della nuova parrocchia coinciderà poi anche con l’ordinazione diaconale di Juan Luis, un signore quasi cinquantenne di Santa Margarita, che si è preparato con cura, e adesso le cose sono mature per l’ordinazione. Riceverà dal vescovo l’incarico di seguire e guidare il cammino di questa parrocchia nuova, naturalmente sotto la mia responsabilità di parroco.

Un aspetto inquietante del 2006 è stato il furto del tabernacolo di Santa Margarita. Nella mattinata del 31 di Maggio è stato portato via, ad opera, sembra, dei membri di una “Nazione”, un gruppo delinquenziale imparentati con il satanismo. Il movente: celebrare probabilmente una Messa Nera il giorno 6 giugno, giorno che aveva la particolarità di rispondere al numero 6-6-6 (sei giugno duemilasei), che sarebbe il numero della bestia dell’Apocalisse! Purtroppo la polizia non è riuscita a stabilire nessuna responsabilità concreta, e il delitto è rimasto senza seguito giudiziale.

Il dispensario, una risorsa preziosa

La farmaciaPrima opera della missione, nata nel 1992, il dispensario medico realizza un lavoro sempre più qualificato. L’opera generosa di suor Serafina e di suor Blessila dà temperamento cristiano all’istituzione.

Attualmente abbiamo un medico generale, un pediatra, un ginecologo, un laboratorio di analisi in convenzione, oltre naturalmente al Centro di Nutrizione, che offre pasti nutrienti a venti/trenta bambini poveri e denutriti. La farmacia popolare, che offre le medicine a prezzo di costo, è un altro fiore all’occhiello della missione.

Babbo Natale in visita ai bambini del centro nutrizionaleIl 2006 ha significato poi l’inizio dell’ambulatorio di oculistica, reso possibile dalla donazione delle apparecchiature che ci sono arrivate a fine 2005. Oggi un oculista dominicano visita tutti i giovedì mattina e realizza semplici chirurgie a prezzo contenuto. E siamo orgogliosi di questo, perché è l’unico servizio specialistico di questo tipo presente non solo in Guaricano, ma anche nei quartieri circostanti.

Continua pure il lavoro dell’ambulanza, con il nostro don Lorenzo impegnato in prima fila nell’organizzazione di autisti e volontari, e disponibile in prima persona per il servizio notturno.

Il lavoro della scuola

Don Giulio in visita a una seconda elementareLa scuola continua a pieno ritmo il suo lavoro. Con 1100 bambini nella scuola primaria (elementari e medie), 240 nel liceo, e 200 nella scuola serale primaria, si porta avanti un lavoro che non è solo di educazione scolastica, ma anche di formazione del personale e delle famiglie.

Infatti realizziamo quindicinalmente momenti di formazione religiosa per tutto il personale, mentre mensilmente ognuno dei maestri realizza un momento di formazione per i genitori dei suoi alunni. Questo ci ha permesso di agire in maniera più profonda sul tessuto delle famiglie. Il mio sogno e la mia preghiera è che si arrivi a costruire processi di evangelizzazione esplicita per i genitori dei bambini. Anche con gli studenti del liceo si realizzano momenti di ritiro, e vengono invitati sistematicamente ai gruppi giovanili.

Il nuovo laboratorio di informatica con i 40 computersGrazie al contributo della Regione Liguria, che nel 2005 ha stanziato varie decine di migliaia di euro per le aule di informatica, nel gennaio 2006 abbiamo iniziato l’insegnamento dell’informatica agli studenti del secondo ciclo della primaria (quinta – terza media) . Gli studenti che frequentano le lezioni del mattino seguono le lezioni di informatica al pomeriggio, e viceversa, ogni classe per due ore alla settimana. L’idea è che arrivino al liceo già con buone basi, in maniera che nella scuola superiore si offra loro una preparazione molto qualificata e in grado di inserirli meglio nel mondo del lavoro.

A questo riguardo, sotto richiesta della totalità dei genitori dei nostri alunni abbiamo iniziato un processo che ci porterà con l’anno scolastico 2007/2008 a trasformare il nostro liceo, che fino ad adesso è simile a un liceo scientifico, in un politecnico. Avremo due specialità, verosimilmente contabilità e informatica, e saranno necessari aggiustamenti nella distribuzione del personale. Ci sta costando un certo sforzo, organizzativo ma anche economico, ma siamo certi che risponderà a un’esigenza concreta e avvicinerà la nostra scuola al mondo del lavoro.

La scuola serale, alla quale c’era stato nell’estate del 2005 un cambio della guardia nella persona che la coordina, aveva vissuto un periodo di stanchezza, con pochi alunni e malesseri nei maestri. Grazie a Dio il 2006/2007 è stato l’anno della ripresa, con il massimo storico nel numero di iscritti. E questo grazie anche alla vostra preghiera! Gli alunni della serale che finiscono la terza media ci chiedono insistentemente di implementare il liceo serale, ma per adesso non è possibile; chissà in futuro…

Se da anni la scuola è autosufficiente economicamente, per lo meno per la gestione ordinaria, riceve invece una bella mano dalla Chiesa Genovese attraverso le borse di studio, che permettono il proseguimento degli studi a quasi un centinaio di alunni del liceo.

Sul fronte della collaborazione con lo stato, una buona notizia di quest’anno è l’assunzione, da parte dello stato, di una buona fetta di quei maestri e bidelli che ancora non erano stati assunti: ciò ha rappresentato per loro un notevole sollievo, con la sicurezza di un’economia familiare che sarà più stabile.

La prof. Laura con suo marito Mario il giorno delle nozzeInfine, tre maestre hanno potuto sposarsi: Ana Marlemny, insegnante di matematica, Laura Peña, di lettere, che fino ad ora stavano convivendo. Il nostro corpo docente è ora più vivamente inserito nella vita della Chiesa e nell’amore di Cristo. Si è sposata pure Belkis, professoressa di biologia nel liceo, la qual cosa è stata ancora più bella per il fatto che, a differenza della maggioranza, non ha ceduto alla tentazione della convivenza.

La comunità delle suore

Voglio dirvi qualcosa di più anche delle nostre magnifiche suore. Anzitutto sono quattro: suor Serafina e suor Blessila, che lavorano nel dispensario, e suor Modesta e suor Cristina, che lavorano nella scuola. Senza di loro la missione sarebbe molto più povera. La gente ringrazia Dio tutti i giorni per la loro presenza, che rappresenta un segno di amore grande per tutta la comunità del Guaricano.

La festa di Nostra Signora del Rifugio, patrona delle suoreCome sapete, suor Cristina è una vocazione scaturita dalla parrocchia di Santa Margarita. Come lei, ora altre tre ragazze sono in cammino verso la vita religiosa, e stanno facendo un periodo di esperienza nella casa delle suore: Taína, Yúdith e Carolina. Tutte e tre hanno un bel cammino di chiesa alle spalle, nella catechesi e nei gruppi giovanili, e sotto la guida dolce e materna di suor Serafina si preparano per il noviziato che, con l’aiuto di Dio, inizieranno in quest’anno 2007.

Suor Daniela, suor Eliana, suor Carlita con la comunità e le aspirantiIn novembre, la comunità ha ricevuto la visita di suor Daniela Burol, la madre generale, che con suor Eliana stava accompagnando in Nicaragua la neo professa suor Carlita. Le abbiamo viste all’andata e al ritorno. Purtroppo un incidente di macchina in Nicaragua, grazie a Dio senza conseguenze permanenti, ha impedito loro di fermarsi qualche giorno di più con noi.

Don Lorenzo

Don Lorenzo al lavoro per la comunitàNon vi ho parlato molto di don Lorenzo. Il suo carattere schivo, alieno dai riflettori, si sposa egregiamente con uno stile di laboriosità nascosta.
Don Lorenzo ha portato avanti anche quest’anno l’impegno per l’acqua. A Jacagua ha coinvolto la comunità nella realizzazione di un piccolo impianto per estrarre l’acqua dal sottosuolo e distribuirla a un gruppo di famiglie a cui l’acqua posta dal Comune non poteva arrivare. E ha trovato molta collaborazione nelle famiglie beneficiarie, con grande sua soddisfazione. Dove la comunità assume e fa proprio lo sforzo di chi l’aiuta, le cose continuano per il meglio!

Oltre a questo, in cucina, nel dispensario, nei mille lavoretti da fare in casa, don Lorenzo rende concretamente possibile tutto quello che succede nella missione. Per non parlare del lavoro parrocchiale, soprattutto alla Divina Misericordia e nelle cappelle dei campos, dell’attenzione ai malati, delle confessioni. E senza ripetere quanto già detto sull’impegno dell’ambulanza. Con uno stile di servizio operoso che è di edificazione per ognuno di noi.

Qualche passo in avanti nella tecnologia

A livello tecnologico, una nuova centralina telefonica ci facilita di più la comunicazione tra casa, dispensario e parrocchie. Grazie poi a un contributo di un ente statale dominicano, si sta aprendo un centro pubblico di accesso a internet, che dovrebbe servire soprattutto agli studenti per realizzare lavori di ricerca. Da parte nostra abbiamo lavorato perché non si possa accedere a siti di contenuto moralmente pericoloso, così come non permetteremo l’uso delle stanze di chat, usate qui spesso e volentieri per adescare minori per il mercato della pornografia.

Anche il diario sul web della missione si è rinnovato, con una nuova grafica più dominicana e con la possibilità di introdurre commenti da parte dei lettori. Il nuovo indirizzo è: . Visitateci, vi aiuterà a sentirvi là con noi!

La situazione del paese

Un accenno finale alla situazione sociopolitica del paese.

Il 2006 è stato segnato da due fatti. Anzitutto l’avanzamento dei lavori della metropolitana di Santo Domingo, con molte polemiche da parte delle forze sociali per il pozzo senza fondo del costo dei lavori, a scapito di molte altre opere che non sono state programmate.

E poi le elezioni amministrative. Abbiamo senatori, deputati e sindaci nuovi. Come già nel 2002, un solo partito (diverso da quello di quattro anni fa) ha il controllo di tutte le istituzioni dello stato. Che Dio ce la mandi buona!

Grazie!

Concludo, quindi, questa carrellata. Volevo essere più breve, ma le cose sono tante, grazie a Dio! Solamente voglio dire ancora una volta: il Signore è grande. Tutto quello che avete potuto leggere è opera sua, è lui che l’ha ispirato e che l’ha reso possibile, suscitando collaborazione attiva e operosa in Guaricano e a Genova.

Per questo dico, non solo al Signore, ma anche a tutti voi: Grazie! Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

Con l’auspicio e il finanziamento dell’Unione Europea si stanno svolgendo in tutto il paese incontri di sensibilizzazione della cittadinanza sui diritti dei bambini e degli adolescenti. La rispettiva legge è stata approvata già da qualche anno, ma manca effetivamente una coscienza civica di questi diritti.

Tanto per fare un esempio eclatante, il diritto allo studio è solo sulla carta, perché lo stato non fa niente per far sì che tutti i bambini vadano a scuola. Se un genitore non lo vuol mandare non succede niente: il bambino resterà analfabeta!

Oggi pomeriggio c’è stato l’incontro della nostra zona. Come la cosa è intermediata dalle autorità educative, hanno chiamato me a fare la preghiera iniziale. Ne ho approfittato anche per sottolineare alcune cosette che la chiesa di qui sta proclamando insistentemente in questo momento: la radice dei diritti, che sta nella dignità dell’uomo creato da Dio e salvato da Cristo, e l’estensione temporale degli stessi dal concepimento alla morte naturale.

Alle mie parole sono seguiti due interventi di due magistrati che lavorano con i minori. Hanno spiegato la cornice legale della faccenda, ed è stata molto interessante. Lo stesso l’hanno trovata Matilde, la nostra vicedirettrice, e i cinque studenti di ottavo che sono venuti con noi.

Questi diritti dovrebbero diventare sempre più realtà. Con l’aiuto di Dio, come si dice qui. E sperando che non si arrivi alla situazione italiana, in cui i bambini ricevono un’impostazione tale sui loro diritti, che attraverso di essi si difendono quando si comportano male. Ahimé! Il diritto che diventa paravento del male! Speriamo che non si arrivi anche qui a quel punto!

La nuova centrale telefonica di Betania si è estesa oggi pomeriggio alla scuola. Grazie a Pedro l’elettricista abbiamo realizzato tutte le connessioni, e sembra che sia già tutto in ordine.

Questa nuova installazione ci dovrebbe permettere di offrire il bonus di una chiamata mensile gratis agli Stati Uniti ai genitori degli studenti. A noi costerebbe praticamente niente perché si farebbe via internet, con la tecnologia emergente VoIP, cioè Voce su protocollo internet. Non è la stessa qualità delle chiamate normali – qualità che peraltro lascia spesso a desiderare – ma visto che lo daremo gratis nessuno si lamenterà.

Stasera Deivy si è rivelato più apertamente. Come, non sapete chi è Deivy? Vi ricordate che qualche giorno fa vi parlavo del ragazzo che da tre anni è nel seminario salesiano ma che non si è mai visto in parrocchia? Beh, è lui.

Dal giorno dopo che sono stato a su casa non ha mancato un solo giorno alla missione. Ogni giorno lo mettevo a realizzare la missione insieme a un responsabile di settore: prima Dany, poi Jacinta, poi Germania, e infine oggi Lourdes.

Tutte e quattro mi hanno detto cose bellissime di lui, dell’entusiasmo messo e della bella testimonianza che dava a tutti i giovani che incontravano.

E stasera si è fatto conoscere un po’ da tutti. Alla fine della Messa ha raccontato di come gli è nata la vocazione, dalle prime prese in giro dei compagni del collegio fino alla sua determinazione di oggi di diventare prete nonostante i 15 anni di formazione che ha ancora davanti. È stata una cosa molto bella, e sicuramente adesso tutti gli vogliamo un po’ più di bene.

Così abbiamo terminato in bellezza la missione di oggi. La Messa si è celebrata di fronte a un altro punto di droga. Mi hanno detto che prima che io arrivassi s’è presentata una camionetta della polizia e ne ha portati via un gruppetto.

In quei minuti ero da Yrene, una nostra maestra del pomeriggio che ha sui cinquant’anni, e che da vari mesi ha idea di ritornare a vivere la chiesa, ma che tra una cosa e l’altra non si decideva. Sono stato a casa sua, l’ho trovata tra l’altro con una gamba ingessata a causa di una caduta in strada, e lì, dopo aver un po’ parlato, le ho proposto di fare la tanto (da me) agognata confessione. L’ho trovata in questo molto ben disposta, abbiamo fatto tutto e le ho potuto dare l’assoluzione. Spero di riuscire a mandarle la comunione a casa domenica mattina. Si è impegnata a partecipare alla Messa. Sono contento, la nostra scuola da oggi è più “cattolica”!


José Luis e Ana Marlemny, con don Paolo e i testimoni delle loro nozze

Ana Marlemny, una nostra maestra di matematica, si è sposata oggi pomeriggio con José Luis. Vengono da un’esperienza di 13 anni di convivenza e tre figlie.

Il marito, José Luis, ha fatto negli ultimi mesi un bel cammino di fede. O meglio, a sentire lui ha recuperato il cammino di fede che faceva da giovane. Di fatto ultimamente tutti e due sono ben stabili nella partecipazione alla Messa della domenica.

Al matrimonio c’era tutta la famiglia di Ana Marlemny, mentre della famiglia di José Luis non c’era nessuno. Strano. Dopo la Messa lui mi ha detto che non dovevano venire ma evidentemente non hanno fatto in tempo. C’è da dire che un’ora prima del matrimonio ha cominciato a piovere, e ha continuato durante tutto il matrimonio. Sono cose che qui hanno il potere di paralizzare le attività.

Il coro dei giovani ha cantato meravigliosamente bene, e in più c’erano tutti gli animatori del campo bambini. Un bel regalo, tutto questo per José Luis e Ana Marlemny.

Mi sto passando questi giorni controllando e controfirmando le pagelle della scuola primaria.

Le ricevo dai direttori docenti, che le controllano già abbastanza e mi risolvono la maggior parte dei problemi, ma mi arrivano pagelle incomplete o con qualcosa di strano, che devo cercare di far correggere prima che vengano consegnate.

E poi questo controllo mi serve per rendermi conto di come i maestri fanno la valutazione dell’apprendimento degli studenti. Cerco di rendermi conto in particolare di quello che succede in prima e in seconda, perché non siamo ancora riusciti a risolvere il problema di una percentuale di bambini (un 20-30%?) che arrivano in terza senza sapere ancora leggere e scrivere). La legge di educazione dominicana proibisce di bocciare i bambini in prima, a meno che non abbiano fatto molte assenze, ma questo purtroppo porta poi a che compassione su compassione una parte non impara niente.

Ho notato in particolare che almeno due delle maestre che lavorano con prima o seconda sono abbastanza disimpegnate nel fare lezione e abbastanza approssimative nelle valutazioni. E sono situazioni che tra Miguel e Matilde le hanno già parlate varie volte in varie riunioni. Devo cercare di inventare qualcosa che mi costringa quelle due maestre a lavorare di più. Forse un esamino interno alla fine della seconda per essere sicuri che il bambino sa leggere e scrivere? Ma in tutti i casi è per il prossimo anno scolastico.

9:26 pm

Reiscrizioni

Stiamo facendo le reinscrizioni, tutto normale, moltissimi si sono lasciati indietro le cuote di collaborazione di vari mesi di quest’anno, e mugugnano perché gliele chiediamo.

A scanso di equivoci ho prodotto una relazione delle entrate e delle spese dell’anno scorso, di quest’anno (proiezione) e dell’anno prossimo.

Sull’aumento della quota invece non c’è stato un gran rumore.

Ho passato la mattinata a scuola, preparando insieme ai collaboratori e ai rappresentanti dei genitori le reinscrizioni.

A partire da domani tutti i giorni è programmata la reinscrizione di una classe: prima, seconda, ecc.

I genitori sono stati avvisati da una settimana, anche perché gli chiediamo di mettersi in regola con le contribuzioni mensili (molti “si dimenticano” e rimangono indietro) per poter accedere al nuovo anno scolastico.

Quest’anno chiederemo di più, un massimo di 100 pesos al mese (2.5 euro) invece di 50 degli anni scorsi, perché il nuovo laboratorio di informatica ci costringe a tenere acceso il generatore elettrico per una buona parte del giorno. E anche al maestro di informatica bisogna pagarlo in maniera degna, la loro professione è ben quotata qui.

Oggi pomeriggio abbiamo avuto la Via crucis di Quaresima animata e partecipata dagli studenti della nostra scuola primaria.

Non hanno partecipato molti, e una ragazzina che ha partecipato si è persa, a quanto mi hanno detto dopo (o forse ha approfittato per andarsi a fare i fatti suoi in barba ai suoi genitori…), però la presenza è stata abbastanza di qualità, più in chiesa per la messa che in strada, dove l’ambiente era molto dispersivo.

Abbiamo finito prima che diventasse scuro. Era una cosa che mi stava a cuore particolarmente perché nel buio e senza luce il ritorno a casa diventa pericoloso.

Nieve, la maestra di religione di settima e ottava, ha preparato il tutto in maniera ben fatta, ed è stata anche l’unica maestra che ha partecipato alla Via crucis.

Carissimi amici e benefattori,

approfitto di queste vacanze a Genova, dalla mia famiglia, per scrivervi con più calma questa lettera, che vuole essere innanzitutto un ringraziamento al Signore per tutto quello che la Missione Diocesana di Santo Domingo ha potuto essere e realizzare durante l’anno 2005, e quindi un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno intenso, e anche un anno molto particolare. Provo a scrivere le cose principali, perché aiutino me e voi ad amare sempre più quel Signore che ha reso possibile tutto questo.

***

Come già sapete, a fine 2004 avevamo consegnato al vescovo di Santo Domingo le parrocchie di Santiago el Menor e Nostra Signora del Amparo (Guardia). Il cardinale di Santo Domingo aveva subito provveduto alle parrocchie mandando come parroco il padre Federico, che aveva sudiato in Italia, un prete molto amico di don Giulio Boggi. Il padre Federico ha fatto un buon lavoro, portando avanti con amore le comunità che don Franco gli aveva consegnato; e ciò nonostante fosse anche responsabile della radio diocesana. La permanenza del padre Federico non è stata lunga, perché il vescovo l’ha chiamato a diventare formatore in seminario. E così in settembre le due parrocchie hanno ricevuto il loro nuovo parroco nella persona del padre Isidro, un giovane sacerdote dei neo catecumenali. Pieno di entusiasmo, è all’inizio del suo ministero e sta cercando di conoscere la realtà a cui è stato mandato. Lo affianca un diacono permanente.

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A Santa Margarita c’è stato abbastanza fermento, ma non per cambi di preti, quanto per il nuovo entusiasmo generato dal lancio del Terzo Piano Pastorale Diocesano. Siamo arrivati cioè alla fase operativa di questo Piano Pastorale, che si sta elaborando da circa tre anni, e che è pensato per essere le linee guida della vita diocesana nei prossimi trent’anni. In pratica il 2005 è stato l’anno in cui sono stati chiamati e formati i messaggeri e le equipe di settore. I primi hanno l’incarico di portare alle famiglie della parrocchia una lettera mensile del parroco con un tema uniforme a livello di tutta la diocesi: ogni messaggero si occupa di dieci/quindici/venti famiglie, delle quali si occupa in maniera amorosa e particolare. Invece le equipe di settore hanno la funzione di organizzare nei vari punti della parrocchia attività mensili che aiutino a recepire e interiorizzare i temi del piano pastorale. Grazie a Dio la comunità di Santa Margarita ha risposto molto bene a queste sollecitazioni: i messaggeri svolgono il loro lavoro nella gran maggioranza, e le equipe di settore discretamente bene; purtroppo in qualche settore le persone che sono state chiamate non si sono rivelate in grado di svolgere il compito, speriamo di rimediare in questo 2006.

Naturalmente una parrocchia non può limitarsi a chiedere servizi alla sua gente, deve anche offrire una formazione solida. Per questo è stato portata avanti lungo tutto l’anno la formazione dei candidati ministri. Avevamo già i ministri, ma sono praticamente “scaduti”, e per questo c’è un gruppo che si prepara, in parte “vecchi” in parte “nuovi”. Non si è ancora potuto mandare la lista al vescovo per la dovuta istituzione in quanto per molti candidati è stato difficile recuperare i documenti che la diocesi richiede. Spero di concludere il lavoro nei primi mesi di quest’anno.

Un altro momento di formazione è stato il nuovo Ritiro di Evangelizzazione che si è fatto in giugno, ed i cui partecipanti sono già entrati alle comunità apostoliche. E proprio in questi giorni parte la preparazione per un nuovo Ritiro. Sapete che i Ritiri di Evangelizzazione sono un momento di riannuncio del Vangelo, preceduto e seguito da un cammino di approfondimento catechetico e inserimento comunitario. Hanno fatto molto bene alla nostra parrocchia, e continueremo invitando la gente a passare per questa tappa!

In agosto abbiamo avuto come tutti gli anni la Missione Parrocchiale: due settimane in cui non abbiamo fatto altro che muoverci ai vari settori della parrocchia per portare un annuncio del Vangelo casa per casa. I circa 100 missionari hanno lavorato con entusiasmo, e dalla Missione si sono rivitalizzate le Comunità Ecclesiali di Base. Si è poi resa necessaria una ulteriore missione di tre giorni a Duquesa, che è il paesino più periferico della parrocchia: a causa di un problema molto forte in quella comunità (vedi più avanti) c’era un forte bisogno di riconciliazione, e per questo la parrocchia si è mossa e ha visitato tutte le famiglie di quella comunità per tre giorni consecutivi. Di fatto, grazie a Dio, gli animi si sono rasserenati e adesso la comunità vive meglio.

E in questo 2005 per la prima volta abbiamo fatto la Settimana Biblica. A fine settembre, tutte le sere di una settimana sono state dedicate a una catechesi fondamentale sulla Parola di Dio. L’abbiamo fatta nei vari settori, cioè in sei punti diversi, e i relatori siamo stati io, don Lorenzo, Francesco Zannini sempre molto disponibile, Marcial (che era già diacono) e Juan Luis (candidato diacono). Ho preparato gli schemi della catechesi per tempo, e in tutti e sei i punti è stato fatto lo stesso cammino. La settimana si è conclusa con la processione, portando in alto per le strade del barrio la Bibbia. La partecipazione della gente è stata superiore alle aspettative, circa 400 persone hanno partecipato assiduamente!

Anche a livello giovanile c’è stato fermento. La commissione di pastorale giovanile è uscita dala fase di rodaggio e adesso coordina bene le attività degli otto gruppi di adolescenti e giovani sparsi nei vari punti della parrocchia. Nell’estate abbiamo avuto bivacco dei responsabili, campo adolescenti e campo bambini; praticamente tutto il mese di luglio è passato concentrati nel lavoro con i giovani. In particolare il campo adolescenti ha lasciato il segno, perché alcuni ragazzi un po’ più grandi sono stati colpiti da un incontro dedicato all’aborto, e hanno iniziato a progettare un’attività parrocchiale, che poi si è svolta magnificamente a fine novembre, e che ha permesso di risvegliare le coscienze su questo tema tanto importante (vi preciso che in Repubblica Dominicana l’aborto non è legalizzato, e di fatto la cultura della gente è abbanstanza lontana, grazie a Dio, dalla legalizzazione). Inoltre una giovane della parrocchia ha potuto partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia, e il viaggio è stato pagato con i soldi raccolti nei vari gruppi. Poi a inizio dicembre c’è stata la Settimana Giovanile, alla quale hanno partecipato circa 300 giovani: tutte le sere c’era una conferenza, e i temi gravitavano attorno alla sfera sessualità / fidanzamento / matrimonio. Relatore di eccezione, la seconda sera, il card. Nicoĺás de Jesús López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo!

Anche sul versante famiglia c’è stato un buon lavoro: si sono fatti nell’anno due CPM (Corsi di Preparazione al Matrimonio). E a dicembre c’è stata la “mietitura”, con 13 coppie che si sono sposate. Sono tutte coppie “navigate”, con almeno dieci-venti anni di matrimonio sulle spalle. Alcuni avevano fatto il CPM vari anni fa, ma non avevano potuto celebrare le nozze per motivi economici – il paese ha vissuto una crisi economica tremenda da fine 2002 a metà del 2004. Oltre a ciò, il mese di novembre, dedicato alla famiglia, abbiamo avuto la grazia di ricevere un Ritiro di Guarigione Familiare che ha segnato profondamente la vita di molte coppie che hanno partecipato.

E, per finire questa carrellata su Santa Margarita, con gli aiuti venuti da Genova abbiamo potuto comprare una casa che è diventata una nuova cappellina di settore: così il settore Sinaí, che prima doveva chiedere ospitalità in un collegio privato (con molti problemi) adesso ha il suo spazio per la catechesi, le riunioni e l’annuncio della parola!

***

Ma legato a Santa Margarita c’è un fatto ancora più importante: la nascita della nuova parrocchia della Divina Misericordia.

Già da tempo mi rendevo conto che Santa Margarita, con i suoi 40,000 abitanti, era troppo grande. E di fatto il card. Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, vuole che si dividano queste parrocchie grandi perché la chiesa sia più vicina alla gente. Pur capendo l’esigenza, non mi era ancora mosso in questo senso per il timore che la gestione di due parrocchie potesse appesantire eccessivamente i ritmi di lavoro.

La cosa si è fatta possibile invece a partire da giugno, mese in cui il nostro caro Marcial Nova, laico molto impegnato nella parrocchia, ha ricevuto l’ordinazione diaconale. Ha terminato il cammino di formazione, durato tre anni, e il 25 giugno ha ricevuto il diaconato insieme a una ventina di altri uomini più o meno attempati come lui (Marcial ha quasi cinquant’anni). Tra l’altro questa ordinazione è stato un momento molto gioioso di tutta la comunità, che in questi anni è sempre stata molto vicina a Marcial è ha detto presente in tutti i momenti in cui ha fatto i vari passi di avvicinamento all’ordinazione. Così, già due anni fa avevo parlato con il vescovo di Santo Domingo della destinazione di Marcial, e alla mia proposta che lui lavorasse nella futura nuova parrocchia ho trovato perfetta consonanza. Ho iniziato quindi un forte lavoro di sensibilizzazione della comunità parrocchiale sul fatto che dividere la parrocchia in due ci avrebbe aiutato nella missione evangelizzatrice. Se ne è parlato almeno per sei mesi, senza fretta, e la gente si rendeva conto ogni giorno di più che si poteva e si doveva fare la divisione. Si sarebbe celebrata Messa domenicale nella nuova parrocchia, ci sarebbe stato il suo consiglio pastorale, animatori e catechisti si sarebbero riuniti là, ecc. ecc.

Così, in maggio, abbiamo cominciato a costruire una cappella provvisoria sul terreno che già da qualche anno era stato donato per costruire una chiesa. L’opera è stata avviata coinvolgendo la comunità parrocchiale: pulire il terreno, innalzare i pali della struttura, inchiodare le assi, mettere il tetto di lamiera. Il progetto non era ambizioso, anzi, era fatto all’insegna dell’economia, perché l’idea era che la comunità parrocchiale facesse qualcosa di suo, con le sue forze e i suoi soldi. Di fatto la “chiesa” che è nata è provvisoria, può contenere solo 200 persone (più altrettante all’esterno), ed è fatta con materiali economici. A questa maniera, però, è stata alla portata delle forze e delle finanze della comunità. In tutto è costata circa 150,000 pesos (equivalenti a 4,000 euro), ed è pensata per funzionare qualche anno.

Dopo aver fatto la nuova “chiesa”, ci siamo imbarcati nella costruzione dell’ufficio parrocchiale e della casa canonica. Anche qui una cosa piccola, ma necessaria, perché l’apertura della parrocchia-istituzione richiede di mettere in atto tutta una serie di azioni (libri dei sacramenti, conti, archivio documenti, ecc.) che hanno bisogno di una struttura stabile e definitiva. Questa nuova costruzione, fatta al lato della “cappella del barrio”, è stata fatta con criteri costruttivi seri, e di conseguenza il prezzo è stato serio pure lui: è costata circa 500,000 pesos (13,000 euro), che avevamo solo in piccola parte, e che non abbiamo ancora finito di pagare; anzi, siamo nei debiti fino al collo con la parrocchia vecchia e la nuova. Ma siamo nei debiti apposta, perché considero importante che le comunità sappiano che le cose costano e che dobbiamo sforzarci per pagarle. Dopotutto le offerte che molti di voi hanno dato, e danno!, e che hanno reso possibili moltissime cose, non sono forse frutto di sacrifici e rinunce? La chiesa genovese si è sacrificata moltissimo, dando spesso ben oltre il superfluo, e come parroco sento la responsabilità di educare anche la mia gente di là a rinunciare a quello che hanno perché la chiesa possa vivere e lavorare.

Così in luglio è stata terminata e inaugurata la nuova “chiesa” della Divina Misericordia. Abbiamo cominciato a celebrare lì l’Eucarestia alla domenica alle sette di mattina (stessa ora che a Santa Margarita). I piano erano di aggiungere altre messe festive, ma non si è ancora potuto. Fatto sta che, contrariamente alle mie aspettative, quell’inizio della messa domenicale ha significato molto. Io avevo paura di rimanere con la messa di Santa Margarita vuota. Invece quello che è successo è stato che a Santa Margarita mi sono trovato con 200 persone in meno, ma alla Divina Misericordia ne vanno 400!!!! “La chiesa vicino alla gente!” Ho capito perfettamente in quel momento l’insistenza del cardinale per l’apertura di nuove parrocchie! E di fatto la situazione ha gasato tremendamente i parrocchiani “storici” della Divina Misericordia, quelli che hanno lavorato per anni a Santa Margarita: tutti ci siamo resi conto che la mano del Signore era presente in quel momento di vita parrocchiale. E il card. Nicolás ha voluto condividere la nostra gioia: la domenica 11 dicembre ha detto presente, presiedendo l’Eucarestia e dando molto calore alla nuova comunità parrocchiale. La gente ha sentito e apprezzato moltissimo questa presenza del suo vescovo!

Dopo aver cominciato a celebrare l’Eucaristia alla Divina Misericordia, si è sdoppiato anche il Consiglio Pastorale. Gli animatori delle Comunità Ecclesiali di Base hanno cominciato a riunirsi in “casa” loro, e lo stesso i catechisti. Chi porta avanti questo lavoro pastorale è appunto il diacono Marcial, con il quale condividiamo la preparazione delle riunioni e lui le fa alla Divina Misericordia. Anzi, spesso lui partecipa alla riunione che faccio io a Santa Margarita, e la “riproduce” alla Divina Misericordia. E segue con amore la gente di là, visita le comunità, parla con le persone, ecc., tutto quello che farebbe un prete, solo che ovviamente non presiede l’Eucaristia, non confessa e non da l’Unzione dei Malati. Gli è toccato invece battezzare già varie volte e benedire vari matrimoni! Marcial lavora al mattino nel baretto della scuola (da vari anni fa questo lavoro), e il pomeriggio e la sera li dedica alla parrocchia. La comunità, da parte sua, gli dà un piccolo aiuto di 3,000 pesos (quasi 100 euro) al mese per le spese di trasporto e anche per aiutarlo a mantenere la sua famiglia.

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Le nostre parrocchie cercano di vivere intensamente la pastorale diocesana. Come vi dicevo il 2005 è stato l’anno del lancio operativo del Terzo Piano Pastorale. Ciò ha comportato un lavoro parrocchiale di motivazione delle persone e di formazione dei nuovi operatori. L’entusiasmo per questo lavoro è venuto da vari momenti in cui la comunità diocesana si è riunita in massa e il card. Nicolás, pastore di questa porzione del popolo di Dio, ha incoraggiato con unzione dello Spirito Santo preti, diaconi e laici.

Il giorno del Corpus Domini ci siamo riuniti da tutte le parrocchie della Diocesi nel parco del grandioso Faro a Colombo: 50,000 persone, provenienti dalle dodici zone pastorali in cui Santo Domingo è divisa. La giornata era dedicata in particolare ai futuri messaggeri che avrebbero distribuito alle famiglie la lettera mensile correlata al Terzo Piano Pastorale. La partecipazione non è stata massiva solo dal punto di vista numerico, ma anche nella qualità dei presenti e nella decisione a realizzare l’opera che veniva proposta. Della nostra parrocchia hanno partecipato ben duecento cinquanta messaggeri, che a tutt’oggi sono attivi nella consegna puntale della lettera alle loro famiglie.

A livello zonale il momento forte dell’anno è stata la Via Crucis del Venerdi Santo. È ormai una tradizione ben consolidata, essendo già il quinto anno che si svolge. Da ogni parrocchia si parte alle 4/5 del mattino, pregando con le stazioni preparate da un’apposita equipe, e camminando a piedi per circa 15 km. Nel punto finale ci si ritrova tutti, stanchi ma gasati dal vedere tanta gente professare la nostra stessa fede e vivere il nostro stesso amore alla Chiesa.

Meno estusiasmante è stata invece la chiusura dell’Anno Eucaristico, che si è svolta anche lei al Faro a Colombo l’ultimo sabato di ottobre. Il poco tempo a disposizione per prepararla, e il fatto che sia stato sabato e non domenica – qui il sabato è dedicato alle pulizie della casa e soprattutto ai lavaggi, senza contare che molta gente lavora di sabato – ha reso molto meno partecipata, ma non per questo meno significativa, la celebrazione.

E per finire in bellezza con questi momenti diocesani, il giovedi prima di Natale tutti i preti di Santo Domingo siamo stati ospiti del Cardinale per gli auguri natalizi. Non è mancata buona musica, fervidi auguri, e l’immancabile pranzo!

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Venendo alla vita della nostra comunità missionaria, abbiamo avuto un lutto: suor Patrizia, che ha lavorato nella missione dal 1994 al 2002, è mancata il 7 aprile; entrata nelle nostre suore Brignoline dall’età di sedici anni, da due soffriva di un tumore all’utero, era stata operata due volte, e due volte aveva fatto la chemioterapia. Ha lottato, ma alla fine ha dovuto arrendersi e lasciarsi andare nelle braccia di quel Signore che tanto ha amato come cristiana e come consacrata. La gente del Guaricano, che la vedeva al lavoro nella farmacia, e ancora di più le donne che lavorano in casa nostra, che erano a contatto con lei in cucina, e tutti noi della comunità missionaria abbiamo percepito il dolore della sua partenza, insieme alla certezza che il Signore l’ha accolta come “serva buona e fedele”.

La comunità delle suore in compenso già da fine del 2004 si era arricchita con la presenza di suor Serafina, una donna piena di vita che aiuta tutti noi a mantenerci allegri. E si è visto il suo tocco in particolare nella festa di Nostra Signora del Rifugio, che è appunto la patrona della loro congregazione. Quest’anno l’abbiamo celebrata l’11 luglio, lunedì, con la messa nella sala d’attesa del nostro consultorio nuovo fiammante. È stata la prima volta che questa festa l’abbiamo celebrata in questo salone, la qual cosa ha reso questa festa ancora più bella!

Ma la cosa grande di quest’anno di comunità è stata la ricchezza delle visite. Sono stati alla missione il gruppo degli Amici del Guaricano, organizzato dall’attivissimo don Francesco Di Comite (don Fra o don Chicco per gli amici), il quale si è portato dietro vari giovani e adulti, nonché un confratello prete. La cosa bella è stata che quando se ne sono andati ci hanno lasciato due signore di Geo, Carmen e Orietta, che hanno allungato la loro permanenza in missione fino a restare un mese intero. Orietta, che è infermiera, ha dato una mano alle suore, soprattutto visitando in casa loro persone anziane bisognose di piccole medicazioni. Invece Carmen ha dato una mano in vari settori, non ultimo la cucina, dove si è rivelata collaboratrice preziosa e cuoca inimitabile, e anche attraverso un piccolo servizio di taglio dei capelli ai bambini poveri del barrio. Entrambe hanno desiderio di tornare, e chiediamo al Signore che il progetto si possa realizzare presto.

Insieme a loro avevamo due ragazze giovani ma molto in gamba: Eugenia e Fiammetta. Anche loro sono arrivate con il loro don Fra, e come Carmen e Fiammetta hanno passato un mese in missione, dando una mano in tanti piccoli lavoretti: dare l’impermeabilizzante al tetto, preparare il cartello indicante la Divina Misericordia, accompagnare don Lorenzo sull’ambulanza, ecc.; hanno inoltre affiancato i missionari nella missione parrocchiale di agosto, e si sono prese una bella vista della vita della gente del Guaricano. Un’esperienza arricchente e ben formativa. E hanno saputo rendersi ben utili senza mai essere di peso. Veramente brave!

Quasi in contemporanea abbiamo con noi avuto anche Sandra: lei si è dedicata alla cucina, permettendo a don Lorenzo di portare avanti altri lavori che aveva dovuto giocoforza lasciare indietro. Ha rallegrato notevolmente la casa, e nonostante l’età non troppo giovane ha dimostrato una vitalità senza precedenti!

Invece prima dell’estate abbiamo avuto con noi Lara, una giovane di Pegli, laureata in ingegneria ambientale. Al finire la laurea ha voluto donare alla missione un mese, e lo ha fatto con frutto facendo un corso intesivo di inglese, quasi come fosse stata insegnante di madre lingua, a un gruppo selezionato di studenti della nostra scuola. Di lei abbiamo apprezzato il notevole spirito di adattamento, e la capacità di entrare in un’ottima relazione con tanti ragazzi e giovani della parrocchia e della scuola. Bravissima Lara, e ti aspettiamo ancora!

A fine ottobre sono stati con noi vari personaggio molto speciali: i miei genitori con mio fratello e mia zia, e due oculisti.

Chiaramente la visita della mia famiglia è stata speciale per me, e anche per la gente della parrocchia, che desiderava rivederli dopo la prima volta che ci hanno visitato nell’anno 2000.

Invece quella degli oculisti è stata una gradita sorpresa. Carlo Mosci e Massimo Corazza sono venuti, accompagnati da alcuni dei loro figli ventenni, per montare e cominciare a usare le nuove apparecchiature oculistiche che attraverso di loro, di Carlo in particolare, ci erano arrivate in donazione. Si tratta di un “set” completo di strumenti che permettono di visitare in profondità l’occhio, individuando difetti e permettendo un’analisi profonda della cornea, del cristallino e della retina. Ebbene, Carlo e Massimo hanno montato il tutto a tempo di record il giorno dopo il loro arrivo, e poi nei cinque giorni lavorativi che sono rimasti hanno visitato ben 350 pazienti. La maggior parte di loro avevano ben poca cosa, ma l’esperienza è stata importante anche per Carlo e Massimo al fine di rendersi conto delle patologie della di qua, con l’idea di dare continuità alla cosa.

Dovevamo continuare subito il lavoro delle visite, e avevamo trovato un’oculista domenicana che sembrava disponibile a portare avanti il lavoro. Purtroppo però appena Carlo e Massimo se ne sono andati ci ha fatto capire che non aveva tempo, che lavorava già in troppi posti, ecc. Così adesso, al ritorno alla missione, dovrò mettermi sotto per trovare un altro oculista di fiducia, capace, e desideroso di spendersi per i nostri poveri.

Un discorso speciale merita anche la visita dei giornalisti della RAI. Tarcisio Mazzeo, vice capo redattore del TG3, da vari anni gira il mondo raccogliendo testimonianze di missionari e missionarie legati a Genova. Così a inizio del 2005 ha fatto la proposta anche a noi, attraverso il centro missionario, e la cosa si è potuta realizzare nello stesso periodo in cui abbiamo avuto don Chicco e gli Amici del Guaricano. In sostanza sono state fatte da dieci a venti ore di riprese, il tutto in vista di preparare vari condensati: un servizio per il TG1, vari per il TG3 regionale, una videocassetta e un DVD di venti minuti per diffondere nelle parrocchie. La cosa è già uscita alla luce, perché sono stati trasmessi un servizio su RAI 1 nell’ambito di TV7, servizio in cui si evidenziava il contrasto tra l’Isola dei Famosi e l’altro lato dell’Isola, rappresentato appunto dal Guaricano. E poi nella settiamana prima di Natale sono andati in onda vari piccoli servizi nell’ambito del TG3 regionale della sera. Aspettiamo ora il DVD e la cassetta! Grande Tarcisio! La tua opera, che sappiamo ti è costata un bel po’ di lavoro, ha permesso a molti di sentirsi molti più vicini a noi, e ha avvicinato moltissimo il Guaricano a Genova. Inutile dire che il 90% delle persone che ho visto in questi giorni mi hanno detto: “Vi abbiamo visto in televisione”. Non mi sembra vero: il Guaricano è entrato in tutte le case di Genova!!!!

Paola Longhi, che già due volte è stata con noi in Guaricano, ogni volta per vari mesi, quest’anno non ha potuto venire a causa di una rottura di una spalla. Ci assicura però che verso l’estate riuscirà a organizzarsi, precisamente dopo la nascita di un nuovo nipote. Augurissimi, Paola, e… ti aspettiamo!

Quasi mi stavo dimenticando di Francesco Zannini. Credo che lo conoscete, perché affianca il lavoro della missione dal 1998, stando con noi dai sei ai nove mesi all’anno. La sua presenza è quasi istituzionale: al mattino collabora con le suore nella farmacia, dove custodisce la cassa (non ci crederete, ma non ci si può mai fidare…). Al pomeriggio è un punto di riferimento prezioso in casa, dove mantiene una presenza importante, visto che io e Lorenzo abbiamo molti impegni fuori casa. Tra pochi mesi tornerà con noi, lo aspettiamo noi e anche la gente del barrio, che lo conosce e apprezza il suo sorriso e la sua capacità di ascolto.

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Permettemi di dirvi due parole sulla Missione sorella che è nata a Cuba. Nelle prime settimane di Ottobre il nostro card. Bertone ha accompagnato all’isola nostra vicina don Marino Poggi, presbitero genovese molto conosciuto a Genova, e don Federico Tavella, della Diocesi di Chiavari. I due missionari hanno ricevuto dal vescovo della locale Diocesi di Santa Clara due parrocchie. Molte difficoltà li aspettano, e in parte si sono già manifestate: per prima quella del regime di Fidel Castro, che nonostante i restyling di facciata continua a mettere i bastoni tra le ruote al lavoro svolto dalla chiesa. Basti dirvi che don Marino non ha il permesso di fare chiamate internazionali, né può usare la posta elettronica. Per tutto questo deve recarsi alla curia vescovile, e stare molto attento a quello che dice o scrive, perché il regime tiene sotto controllo tutto e tutti. Ma al di là di questi aspetti, vi sto parlando di questa nuova missione perché mi rallegra profondamente vedere come l’impegno missionario della nostra diocesi sta crescendo. Vent’anni fa nessuno immaginava che avremmo avuto una missione, e ora le missioni sono due. Veramente il Signore ci sta facendo fare un cammino molto bello!

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Il dispensario medico che nel 2004 si è trasferito alla nuova sede, continua il suo lavoro sotto la direzione puntuale e attenta delle suore. Come sapete, lavorano in esso un medico generale e un ginecologo (pagati dalla missione), una pediatra (pagata dallo stato). Visitano ognuno circa 25 pazienti al giorno. La gente dà un apporto di cinque pesos (otto centesimi di euro) per la visita, come forma di contribuire, da poveri ma con dignità, al sostentamento del lavoro medico. Inoltre la nostra farmacia vende a prezzo di costo la maggior parte dei medicinali (i nostri prezzi variano dal 50 al 70% dei prezzi delle normali farmacie!), e il laboratorio di analisi con cui ci siamo convenzionati, e che si reca tutti i giorni al dispensario, pratica prezzi attorno all’80% degli altri laboratori di analisi, senza contare che a un certo numero di pazienti realizzano le analisi gratis.

In più, già vi dicevo del nuovo laboratorio di oculistica: ce ne vantiamo anche perché è l’unico del Guaricano. Contiamo sulle vostre preghiere per trovare presto un buon oculista che vi possa lavorare!

E l’ambulanza, iniziata nel 2004 grazie alla perspicacia di don Lorenzo, viaggia a pieno ritmo, realizzando ogni giorno uno o due servizi. Inoltre c’è stata una cosa molto bella: i volontari sono stati trovati molto facilmente, grazie a una locale associazione di protezione civile che si è messa a disposizione con generosità grande. Don Lorenzo ha dovuto cercare gli autisti, e anche lì il Signore ha mandato più di quello che era necessario. Lo stesso don Lorenzo non disdegna di partire lui stesso con l’ambulanza quando chiamano in ore notturne. Insomma, un servizio che ci fa sentire utili: annunciamo il vangelo attraverso la pastorale parrocchiale, e lo rendiamo vita vissuta attraverso queste opere. Benedetto il Signore!

Naturamente continua anche il Centro Nutrzionale per Bambini. Negli ultimi anni c’è stata una variazione nel tipo di intervento. Il Centro era nato per rimettere in sesto i bambini che dai medici erano trovati sotto peso. Grazie a Dio non ci sono più tanti bambini che presentano questa tipologia, ma in compenso sono sempre molte le famiglie al limite della misera. Soprattutto si tratta di donne abbandonate dai mariti (spesso perché malate) insieme ai loro 4/5/6 figli, e che per la responsabilità di stare con i bambini non possono realizzare nessun lavoro. Queste “famiglie” vivono della carità dei vicini, e un certo numero di loro anche dell’aiuto che dà loro la missione sfamando i loro bambini più piccoli. E quest’opera non è nostra, ma vostra: di tutti voi, cioè, che con le vostre offerte ci aiutate a mantenere in vita quest’opera preziosa! Un grazie di cuore a tutti!

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La vita della scuola procede, con i suoi aspetti feriali e con alcune novità.

Cominciando dai primi, quest’anno abbiamo 1,050 studenti nella scuola primaria (elementari e medie). Vanno a scuola metà al mattino e metà al pomeriggio, e sono accompagnati e serviti da un bel gruppo di maestri, una quarantina in tutto. In più abbiamo 250 studenti al liceo, e un centinaio nella scuola serale.

Il liceo è partito nel 2001 come scuola semi-privata: ciò ha permesso mantenerlo più funzionale (non si fanno scioperi in questa modalità), e comunque l’assunzione del pagamento del personale da parte dello stato sarebbe arrivata molto tardi. In definitiva, le famiglie devono pagare una retta mensile perché si possa pagare il personale che lo stato non paga. All’inizio dell’anno scolastico pagavano 270 pesos (circa 7 euro) mensili, e la quota è stata ridotta a 250 (6 euro e mezzo) a partire da novembre perché lo stato ha nominato due dei professori del liceo. Non sono cifre alte in assoluto, ma per molte famiglie diventano difficili da pagare. Per questo da quasi subito con il vostro aiuto abbiamo instituito delle borse di studio, da dare in relazione al merito e alla condizione economica. Attualmente sono un centinaio gli studenti beneficiati, alcuni sgravati nella misura della metà della quota mensile, altri per intero. Credo che nel complesso il lavoro del liceo realizzi una risposta concreta e effettiva al conclamato diritto allo studio che a volte le autorità tanto decantano quanto disattendono. E, ripeto, tutto questo grazie anche a voi e al vostro generoso contributo.

Dicevo dei due maestri del liceo che lo stato ha cominciato a pagare. La buona notizia è ancora maggiore, perché hanno cominciato a ricevere lo stipendio anche altri tre della scuola primaria, e, sembra, anche quattro bidelle. Rimarremmo così con un carico, assunto peraltro dalla comunità delle famiglie della scuola, di aiutare ancora tre maestri e tre bidelle: una riduzione di questo carico di più del 50%! Ciò significherà per il 2006 che le casse della scuola potranno permettersi spese più dirette al miglioramento del servizio. Abbiamo in programma di comprare una televisione grande e un video lettore per poter usare i sussidi audiovisuali nelle aule, di mettere i ventilatori in parecchie aule che non l’hanno mai avuto, di rinnovare cattedre vecchie e piccole che stanno ancora usando una parte dei maestri. Progetti che saranno realizzati con i contributi dei genitori, progetti quindi sostenibili a lungo termine, perché la gente grazie a Dio ha accettato e capito che non si può ricevere sempre tutto regalato, ma che ognuno secondo le sue possibilità deve farsi carico delle spese di gestione delle istituzioni.

Ma l’aspetto più bello della nostra scuola è il lavoro formativo che riusciamo a fare con i maestri e con i genitori.

Con i maestri, quattro volte all’anno facciamo un ritiro, praticamente lasciando a casa gli studenti (non c’è altra maniera!). Questi ritiri portati avanti sistematicamente hanno beneficiato molto il lavoro scolastico e la stessa crescita dei docenti, perché ci permettono di fare una proposta di fede a queste persone che sono disponibili, ma che spesso per pigrizia o per stanchezza non partecipano alla Messa nella parrocchia. Inoltre, ho iniziato già due anni fa a portare avanti un cammino di formazione culturale-teologica, cioè una lezione quindicinale che faccio io stesso ai maestri. Mi costa un po’ di fatica, anche perché cerco di prepararla bene, ma mi permette di incontrarli e di dare loro un qualcosa di più a livello di conoscenza della loro fede. E anche loro sentono che è un momento importante, e se per varie ragioni passano alcune settimane senza farlo subito mi domandano cosa sta succedendo.

Con i genitori, invece, il lavoro formativo che si fa è quello di un incontro mensile. Ci prendiamo quella mattinata per incontrare i genitori invece degli studenti, e poi nel tempo restante si integra con le riunioni dei maestri. La formazione dei genitori ha spaziato, nell’ultimo anno, su temi soprattutto di vita familiare: il dialogo, l’attenzione ai figli, il perdono e la comprensione, la preghiera in famiglia. Normalmente usiamo un sussidio preparato a livello diocesano per le piccole comunità, e invece di usarlo nel corso di un mese lo estendiamo all’anno intero. Ogni maestro introduce e dialoga il tema con i genitori dei suoi studenti. Alla fine dello scorso anno scolastico ho potuto ascoltare testimonianze di genitori che hanno percepito un miglioramento forte nella vita della loro famiglia. C’è stato chi ha ringraziato commosso, perché aveva già perso la speranza di una vita di famiglia serena. Sono cose che anche qui mi commuovono, e sono segni che il Signore mi dà e che mi fanno capire che il cammino è quello giusto.

Sempre a livello di formazione, negli ultimi 15 mesi abbiamo realizzato un piano di finanziamento per l’acquisto di computer da parte dei maestri. Il ministero dell’educazione sta battendo abbastanza perché i maestri imparino le tecnologie informatiche (paradossalmente, poi, in molte scuole mancano ancora i banchi…), e ha proposto in più riprese finanziamenti di computer che però, a un’analisi attenta, si rivelavano quasi truffe per la spesa complessiva che il maestro doveva affrontare. Invece, fatto “in casa”, il finanziamento nostro gli ha dato la possibilità di avere una macchina equivalente a quelle che finanziava il ministero, ma al 50% del prezzo: 15,000 pesos (375 euro) invece di 32,000 (800 euro)! Una bella soddisfazione, e il primo gruppo sta quasi finendo, mentre gli ultimi termineranno di pagarli tra quasi due anni.

Il 2004/2005 è stato segnato dalla decisione del ministero dell’educazione di iniziare le lezioni in anticipo: il 22 agosto invece del 3 settembre. Mentre in altre scuole pubbliche c’è stato un vacillamento, e in pratica è cambiato poco, i nostri maestri hanno collaborato volentieri a un cambiamento che significava per loro un discreto lavoro in più. Speriamo che i ragazzi riescano a recepire effettivamente la maggior quantità di tempo che la scuola mette a loro disposizione!

A livello di strutture e logistica, nell’estate abbiamo rifatto i pavimenti del liceo. Aprofittando di un disavanzo di bilancio, abbiamo risanato alla radice un problema che ci trascinavamo da anni, e che consisteva praticamente in uno sgretolamento dello cemento sotto i colpi dei banchi che spesso si muovono… violentemente!

È stato fatto anche un investimento molto più grande: la costruzione di un piano ulteriore dell’edificio, piano destinato ad alloggiare i laboratori che ancora non avevamo: di educazione artistica, di scienze, e di informatica. Quello di artistica è quello che è ancora più indietro, e che spero si potrà attrezzare nella prossima estate, mentre quello di scienze aveva già una parte del materiale disponibile grazie a una donazione ricevuta a inizio del 2004 da parte del ministero: vari microscopi, provette, reagenti, ecc. che di fatto erano già usati dalla professoressa di chimica del liceo. Adesso sarà a disposizione anche degli studenti della scuola primaria.

È nuovo invece il laboratorio di informatica, che è già attrezzato con 40 computer tutti collegati in rete tra loro. Tra l’altro la tecnologia del tipo “software libero” che ho utilizzato mi ha permesso di fare un’unica spesa grossa per il server, e di comprare 40 clienti leggeri da 80 dollari l’uno! si tratta di tecnologie informatiche popolari nate negli ambienti universitari americane, e che nei prossimi anni sempre più prenderanno campo in tutto il mondo. E tutto questo senza rinunciare a niente di quanto è indispensabile perché i ragazzi imparino a usare il computer. Questo laboratorio è già funzionante a metà tempo, e adesso, al mio ritorno, ho già pronto un nuovo istruttore da mettere a lavorare con gli studenti dalla quinta all’ottava classe.

La costruzione del piano dei laboratori è costata 100,000 dollari (circa 80,000 euro): una bella somma, corrispondente a un investimento duraturo per migliorare la qualità della formazione dei nostri studenti. Da dove sono venuti questi soldi? 37,000 euro dalla Regione Liguria, a cui appunto avevamo chiesto di finanziare il progetto, e il resto… avete idea? sì, non vi sbagliate: da voi! dalla vostra squisita sensibilità, che ha potuto tradursi in un beneficio permanente per migliaia di ragazzi dominicani.

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Il lavoro sociale della missione non si riduce alla scuola e al dispensario medico. Esiste e lavora permanentemente un fondo prestiti con il quale si aiutano le famiglie ad uscire da situazioni difficili (usura, spese mediche) o ad iniziare una nuova attività commerciale. Il fondo è frutto della sollecitudine della parrocchia dell’Immacolata di via Assarotti, e dell’amore di don Mario Terrile, il quale ha saputo sensibilizzare molti e periodicamente ci invia somme notevoli che vengono appunto investite, tra el altre cose, in questo fondo prestiti. Il fondo ha attualmente una consistenza di 1,400,000 pesos (circa 35,000 euro), che vengono prestati da poche migliaia di peso a un massimo di 50,000 pesos in una volta. Viene esigita la restituzione, ma c’è un 20% di prestiti che prima o poi diventano inesigibili. Può sembrare una percentuale alta, ma in realtà è un risultato che considero più che lusinghiero, tenendo conto delle difficoltà che molte famiglie affrontano per sbarcare il lunario tutti i giorni. E continuerà a funzionare, perché ho visto che per molti è stata l’alternativa viabile all’impegnare la casa (con il rischio poi di perdere l’unica cosa che avevano). In Guaricano infatti la disponibilità di denaro per le emergenze è offerta da tutta una rete di “Compravendite”, nelle quali si riceve un prestito quando si impegna un oggetto di valore o appunto la casa stessa. Gli interessi di queste compravendite hanno un livello più che usuraio: un minimo del 10% mensile, per arrivare anche a un 20% quindicinale! Si capisce quindi la necessità di un approccio umano ed economico al grande problema dell’affrontare un’emergenza economica della famiglia.

In termini più congiunturali, ci siamo impegnati varie volte al fianco della gente povera. Due situazioni tra tutte.

A Duquesa ho dovuto dare una mano a lottare, perché il deposito della spazzatura della capitale era arrivato a pochi metri dalle loro case. Ci sono state varie riunioni nel Ministero dell’Ambiente, si è dialogato e litigato con i responsabili del trattamento della spazzatura, e alla fine, grazie a Dio, il luogo di deposito è stato spostato a distanza più cristiana. Se ricordate, Duquesa è il paesino dove l’anno scorso avevamo realizzato la cisterna dell’acqua dopo vari anni che erano rotte le tuberie che portavano l’acqua all’abitato.

L’altra situazione invece è la lotta di un barrio dentro al Guaricano per riavere dei terreni che erano destinati a loro come aree verdi. Purtroppo questa lotta, che ha visto in certo momento anche la partecipazione dei giornali, non è andata, per adesso a buon fine, perché la banca che si è impossessata, ai margini della legalità, di quelle aree comunitarie, ha provveduto a abbreviare i tempi e sta già costruendo dove dovevano esserci parchi giochi e scuole. Ho sperimentato l’impotenza e la rabbia di non poter ottenere quello che era un diritto della cittadinanza. Classicamente e semplicemente, ha vinto il più forte!

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Per andare verso la conclusione, due “chicche”.

La prima è che in questi ultimi anni nelle nostre parrocchie sono “spuntati” sei seminaristi: tre di loro sono al seminario minore, e gli altri tre nell’anno propedeutico alla filosofia; le suore, poi, dopo l’entrata di Cristina nel 2001 (e Cristina è ormai suor Cristina!), hanno adesso due altre ragaze che vogliono entrare con le nostre suore, due ragazze veramente in gamba, che, se il Signore vorrà che continuino, credo che saranno ottime religiose. Sono segni di speranza, questi, che veramente ci fanno sentire amati dal Signore!

E l’altra è stato il “Viaggio della speranza” di Enmanuel. Enmanuel è un ragazzo di dodici anni, nato cerebroleso, con il palato saldato sopra con sotto, senza un occhio e con il cervello fuori dal cranio per la mancanza di una parte del cranio stesso. Ebbene, grazie all’interessamento di Paola, di Francesco e di don Franco ha potuto essere portato a Roma dove nel giro di più di sei mesi gli si è aperto il palato, ricostruito il cranio, messa la protesi dove mancava l’occhio, e tanta fisioterapia. Il risultato: prima Enmanuel poteva ingerire solo liquidi e non si alzava dal letto, adesso può alimentarsi normalmente e riesce a stare seduto su una sedia a rotelle. e non ha più il pericolo di morire perché qualcuno gli urta inavvertitamente la testa. Per lui e per Ydaísa, la madre, è stato un rinascere a una vita nuova. Un grazie grandissimo a tutti quanti hanno lavorato perché ciò potesse essere realtà.

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Già l’anno scorso vi parlavo della visita del nostro vescovo, avvenuta a settembre 2004. Quando il card. Bertone ha visitato la missione, ha voluto guardare in avanti e pensare in grande: metteremo mano anche alla costruzione della chiesa nuova della Divina Misericordia! Il progetto è abbastanza costoso, in quanto si tratta prima di livellare il terreno che è abbastanza scosceso, poi di realizzare i camminamenti, scalette e vie di accesso veicolari, quindi di costruire un salone per riunioni e ritiri, in seguito di fare la chiesa parrocchiale, per terminare con gli uffici e la canonica. Quanti soldi ci vorranno non si sa, un ingegnere sta preparando un progetto ma il costo non è ancora chiaro. Tuttavia, la cosa non ci preoccupa né ci spaventa. Prima di tutto perché è un progetto a lungo termine, che noi cominceremo e che forse altri porteranno a termine, ma poi anche perché la comunità diocesana genovese ha dato segno più volte, anzi, sempre, di sentirsi protagonista nel Guaricano. I vari don Orione, don Giuseppe Cottolengo, non pensavano ai problemi di soldi perché sapevano che la Provvidenza era sempre all’opera, e in questo stesso atteggiamento vogliamo metterci noi, con la certezza che l’opera comincerà e sarà portata a termine, con l’aiuto di Dio. Che ve ne pare?

***

Concludo, quindi, questa carrellata. Ci sono state tante cose, più tante altre che non ho riportato per motivi di spazio. Solamente voglio dire ancora una volta: il Signore è grande. Tutto quello che avete potuto leggere è opera sua, è lui che l’ha ispirato e che l’ha reso possibile, suscitando collaborazione in Guaricano e a Genova.

Per questo non solo al Signore, ma anche a tutti voi, dico: Grazie! Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

Il primo giorno di questa settimana di chiusura dell’Anno Eucaristico abbiamo vissuto un momento di “adorazione eucaristica” con i bambini della scuola.

Le virgolette sono dovute al fatto che, per mantenere i bambini attenti per mezz’ora, la celebrazione ha dovuto essere abbastanza fantasiosa: Vangelo, dialogo, e soprattutto scrivere una preghiera su dei foglietti che poi abbiamo distribuito sull’altare tutt’attorno all’ostensorio. Quando sono andato davanti all’altare e ne ho presi alcuni per leggerli ad alta voce ho percepito che l’attenzione dei bambini era al massimo!

Domani l’adorazione sarà nella cappella di San Ramón, nel campo.

Da qualche giorno Miguel, il direttore docente della primaria, viene a piedi a scuola.

Sembra che con gli ultimi aumenti della benzina il costo sia diventato insostenibile per lui.

Il problema è che mi arriva alle otto e mezza invece che prima delle otto. Ho chiesto a Matilde di parlargli, per evitare di richiamarlo io. Matilde mi ha spiegato che ha sua moglie mezza malata, e che deve fare vari lavoretti di casa prima di uscire. Vediamo se lunedì mi dice qualcosa.

Stamattina ho dovuto lottare con il software: aggiornare il software dell’anagrafe studenti della scuola primaria e del liceo.

Per il secondo tutto bene, per il primo no, c’è qualcosa che non mi funziona, penso una corruzione del database. Se non mi aiuta il Signore non so chi possa farlo, mi sembra un problema troppo complicato per la gente del miller-group che han prodotto questo software.

E poi dopo pranzo a casa ho cercato di mettere i connettori RJ-45 per ricollegare in rete il pc delle suore. Da quando Willy è passato con la camionetta che aveva in cima la scala lunga e si è strappato il cavo sono senza internet. Lorenzo adesso a provveduto a far passare il cavo sottoterra con dei tubi, ma c’è il problema di fare i connettori, mannaggia, non ci sono riuscito!

È difficile riuscire a stampare gli elenchi degli studenti di ogni classe il primo giorno di scuola, ma ce l’abbiamo fatta, dalle 8 alle 8:45, 18 elenchi in tutto per le classi del mattino, tra una cartuccia della stampante che stava morendo ma che la stampante non lo diceva, e il programma per la gestione dell’anagrafico che non è ancora a posto del tutto.

Comunque ce l’abbiamo fatta, Maribel, la segretaria (quasi uscente) è una collaboratrice preziosa e paziente.

Oggi, primo giorno di scuola, le presenze nella nostra scuola sono state abbastanza alte: intorno al 70%.

Sappiamo che molti bambini non hanno potuto venire perché i genitori non hanno potuto ancora comprare loro il necessario per la scuola: scarpe, cartella, quaderni, ecc.

Domani dovrebbe già andare meglio.

Una novità di questo nuovo anno scolastico è che Maribel, la segretaria, comincia a fare lezione come maestra (da vari anni studia educazione, ma in punta di piedi), e di conseguenza siamo alla ricerca di una nuova segretaria.

Anche con la scuola serale abbiamo iniziato i lavori preparatori, con uno schema simile a quelli dei turni diurni.

La cosa che mi ha colpito di più è stata la serenità con cui abbiamo vissuto questo momento. Non ci sono più le polemiche di Victor, e Carlos e Chelo, che sono le persone che potrebbero essere problematiche quest’anno, non si sono presentati.

A Chelo non voglio dare una classe, penso di metterlo solo dietro all’informatica, magari fa un lavoro migliore (in aula ci sono problemi).

Sul versante positivo, Siomare e Florencia sono due donne mature e molto preparate, e Cruz Marina ed Eladio sono pacifici e costruttivi.

Prevedo un anno di scuola serale molto migliore che lo scorso!

9:32 pm

Prove nazionali

Si stanno svolgendo le prove nazionali di ottavo, normale e serale.

Le nostre quattro classi sono impegnatissime, ma dal sondaggio che ho fatto con loro stessi si sentono che stanno facendo bene l”esame. Conoscendo la cultura dominicana sono portato a pensare a una sovrestima, ma non voglio essere prevenuto.

Le autorità hanno riunito insieme le tre scuole più grandi, tra esse noi, nella scuola Guaricano Afuera.

E quest”anno c”è più serietà, mi sembra, soprattutto nel fatto che impediscono ai membri interni di avvicinarsi ai ragazzi. La trovo una cosa giusta, perché gli anni scorsi ho visto maestri che suggerivano a piene mani.

La cosa su cui continuo ad essere perplessissimo è la modalità delle domande multirisposta. Secondo me non è una maniera seria di fare un esame.

E poi anche il fatto che, in questo esame come in tutta la carriera scolastica di un ragazzo, non gli si insegna mai a fare un componimento scritto (il nostro tema). I risultati purtroppo si vedono: qui ben poca gente è capace di scrivere in maniera sensata, gli stessi giornalisti spesso scrivono a braccia.

Oggi è stato il giorno delle pagelle.

Di mattina e di pomeriggio c’era una marea di studenti – bambini e ragazzi – che venivano a vedere e a ricevere nella pagella l’esito dell’anno scolastico.

Da parte mia ho potuto risolvere qualcuno degli ultimi problemi, soprattutto con i bambini di prima e di seconda indietro con la lettura e la scrittura.

Ho anche avuto il tempo di rivedere i registri della scuola serale, trovando varie cosette da correggere, e le ho comunicate in serata ai rispettivi maestri.

Ad alcuni bambini che conosco ho chiesto che mi facessero vedere la pagella, e ho approfittato per far loro i complimenti e per invitarli a fare meglio.

Ho visto il prof. Wilson, del quale non sapevo più niente, al meno in maniera diretta, dal mese di dicembre.

Mi ha detto che ha capito di essersi comportato male, è pentito di quello che ha fatto e del fatto di essersi messo con William Castillo, dal quale si è allontanato perché ha cominciato ad avere problemi con lui.

Ha anche detto che pagherà i soldi che deve, sia quelli della scuola ai sostituti, sia quelli del prestito.

Non so se la mossa “vincente” per vedere questo cambio è stato il parlare con una sua cognata che è una persona molto seria. Sembra che lei gli abbia accennato qualcosa e che l’abbia fatto riflettere.

Grazie, Signore!


Il regalo vinto da una madre

Al mattino abbiamo avuto la celebrazione per le madri del liceo, e alla sera quella per le madri della primaria.

Non ho potuto esserci alla prima, stavo comprando una rete metallica per la nuova cappella.


Il ballo degli studenti

Invece ci sono stato alla celebrazione del pomerigggio. L’Associazione dei genitori aveva preparato tutto per bene.

Tre gruppi di studenti hanno fatto balli vari e canzoni e una madre ha interpretato una canzone di successo. La prof. Glennys ha cantato anche lei una canzone molto conosciuta.

La cosa più bella è stata l’estrazione dei premi. Ce ne sono stati una trentina, e chiaramente solo una piccola parte delle madri li ha vinti. In tutto c’erano circa 300 madri, penso circa la metà di tutte la madri della scuola.

9:29 pm

CD di Ubuntu

Sono riuscito ad avere il cd di Ubuntulinux 5.04.

Oltre ad aggiornarlo sui vari pc della parrocchia e della scuola e delle suore lo installerò sul pc del padre Abraham, il quale vuole esplorare il mondo di linux.

7:44 pm

Relazioni umane

Oggi pomeriggio non ho fatto quasi niente.

Ho passato un’ora al telefono con il servizio al cliente di Verizon, la nostra compagnia telefonica, per essere sicuro che ci restituiscano tremila pesos che ci hanno messo in più sulla fattura.

E poi mi sono dedicato alle relazioni umane: ho chiaccherato un po’ con Miguel e Matilde, e poi ho fatto una micro riunione con i professori, per dirgli che sono rimasto molto contento del loro lavoro per la feria regionale. Sono bazzeccole che però creano un clima positivo, e so che ho guadagnato di più nel rapporto con i professori con questa stupidaggine che con mille prediche.

Io non amo i saluti.

Mi sembra ieri che sono arrivata e già me ne vado… Per la prima volta in un mese mi sento un po’ triste al pensiero di non rivedere più i volti sempre sorridenti dei ragazzi della scuola.

Quando li ho salutati è stato da una parte gratificante perché ho capito quanto loro ci tenessero a me, dall’altro sono stata male all’idea del distacco. È sempre così per me, in ogni posto dove vado incontro persone speciali con le quali nasce subito un bel rapporto di amicizia, mi ci affeziono tantissimo, solo che poi arriva il momento si salutarsi. In fondo non penso che le distanze contino molto, i miei migliori amici abitano lontano da me e non li vedo quasi mai, ma so che ci sono sempre.

In questo caso però mi viene anche da pensare: chissà quando potrò ripetere un’esperienza simile… Di sicuro voglio che questa sia solo la prima del genere. Mi piacerebbe tornare un giorno e rimanere per più tempo, almeno tre mesi, per riprendere da dove ho lasciato e sicuramente cercare di svolgere un lavoro più completo.

Penso di avere imparato tanto in questo mese: innanzitutto un po’ di spagnolo… Ora so che posso cavarmela da sola, nel senso che partire e venire qua di mia iniziativa mi spaventava anche un pochino (ovviamente non lo dicevo in giro perchè sennò non partivo proprio…); però era una cosa che desideravo tanto e alla fine ce l’ho fatta!

Da sempre sono convinta di essere una persona a cui piace condividere la propria vita con quella degli altri, però è anche vero che ho bisogno dei miei spazi. Amo stare da sola a guardare il mondo intorno a me. In questo periodo ho avuto modo di pensare tanto, anche agli aspetti negativi della vita e sono contenta di come ho reagito, sinceramente!

Veniamo ai ringraziamenti speciali: il primo a don Paolo che mi ha dato la possibilità di far parte di questo mondo splendido che è la missione. Non so se ricordate con quale gioia dice ogni singola Messa… In pratica sorride sia fuori che dentro, non puoi restare triste se lo ascolti!

Don Lorenzo che io non conoscevo è davvero una persona singolare. Voglio ricordarlo per la sua sensibilità estrema e costanza in un ambiente (questo di Santo Domingo) dove tali doti non vengono proprio contemplate…

Le suore che mi hanno fatto da mamma e per loro mi sono già ampiamente espressa ieri.

Infine le persone del barrio: bambini, ragazzi, giovani, adulti e anziani. La loro ospitalità, il loro calore, la loro amicizia sono qualcosa che si capisce solo stando qui al loro fianco, lavorando con loro o ascoltandoli nelle loro battaglie quotidiane, condividendo tutto quello che hanno e anche le cose che qua mancano… fino a dimenticare di essere piccoli “sé stessi” per diventare un grosso “noi “.

Ora vi saluto davvero e lo faccio con un gesto che ho imparato qui e cioè con un abbraccio di pace. Facciamo in modo che esso possa nascere dal nostro cuore e invadere il mondo intero!

Ieri ho terminato le lezioni di inglese cominciate un mese fa. Sinceramente mi è piaciuto moltissimo stare a contatto quotidianamente con i ragazzi della scuola. Il corso mi ha permesso di lavorare tanto insieme a loro e contemporaneamente di conoscerli meglio.

In settimana ho stilato una relazione che riassumesse il programma svolto a lezione, le principali lacune che presentano gli studenti e alcune proposte per poter migliorare l’apprendimento di questa lingua.

Ieri mattina infine sono stata insieme a don Paolo in una libreria a cercare dei testi utili, li abbiamo trovati! Si tratta di quattro volumi supportati da cassette audio che cominciano con nozioni preliminari di inglese per arrivare a un grado di conoscenza intermedia. Il motivo per cui ho tanto insistito con il supporto audio è che lo spagnolo ha una pronuncia molto differente da quella inglese e i ragazzi fanno molto fatica a capire come si leggono le parole. Con le cassette hanno la possibilità di sentire come si dice una frase e di ripeterla nel modo corretto.

Sono molto contenta dell’esito del corso anche perché i ragazzi sono sempre stati molto attenti e penso che abbiano imparato qualcosa. Logicamente le lezioni devono continuare, infatti è già in programma che suor Serafina prosegua quello che ho iniziato io con i testi nuovi.

Con Lara siamo andati in città a comprare del materiale per migliorare l’inglese dei ragazzi.

È un corso con cassette che parte da un livello molto elementare e si snoda su quattro livelli.

L’idea è di usarlo suor Serafina, per continuare il lavoro cominciato da Lara, e anche i professori della primaria e del liceo.

1:51 pm

Reinscrizioni

A scuola stiamo facendo le reinscrizioni.

Ogni giorno tocca a una classe diversa: prima, seconda, ecc.

Si approfitta il momento per ottenere che chi è indietro con le contribuzioni mensili si metta in ordine.

Per la reinscrizione chiediamo 100 pesos (equivalenti a circa 3 euro), lo stesso da 5 anni a questa parte.

Con i 50,000 pesos che si raccolgono compreremo qualcosa di utile per la scuola. L’idea è televisione più videoregistratore o proiettore.


Lara con i bambini della scuola

Oggi vi racconto qualcosa di più sulla scuola Cattolica Padre Sindulfo dove insegno inglese. La struttura si divide in due parti: la prima è composta da due edifici di recente costruzione ed è dedicata alla basica cioè elementari e medie, la seconda accoglie i ragazzi più grandi del liceo. Le tre unità sono state tutte costruite con fondi stanziati dalla Diocesi di Genova e dalla Cei.

In tutto i ragazzi sono circa 1400, un po’ tantini… E dato il numero elevato gli orari delle lezioni per i ragazzi della basica sono suddivisi in due turni, uno al mattino, l’altro al pomeriggio.

Come già vi ho detto una classe è formata mediamente da 35 studenti, tra i quali può esserci anche una discreta differenza di età (al massimo quattro anni, solo che per esempio alle medie questa differenza si nota parecchio). Com’è facile intuire un numero così elevato di studenti per classe non consente ai professori di ottenere sempre una buona risposta da parte di tutti i ragazzi nemmeno in condizioni “normali”; se poi pensiamo che non hanno uno spazio opportuno a casa dove poter studiare, né luce, ma solo tanto caldo è facile capire perché spesso trovano difficoltà anche nella lettura dello spagnolo… Mi ha detto don Paolo che nelle altre scuole il numero sale a 45-50 studenti per classe!

La nostra scuola però mi piace un sacco: i ragazzi hanno tutti la divisa (guardateli in foto durante la ricreazione) e prima dell’inizio delle lezioni tutte le classi sono radunate nel cortile per la preghiera, che comprende la lettura del Vangelo e relativo commento, la recita del Padre Nostro – ormai mi sono specializzata e lo so quasi tutto… – e il canto dell’inno nazionale Dominicano con tanto di alzabandiera. Penso che questo sia il modo giusto di iniziare la giornata scolastica e che anche in Italia si potrebbe prendere esempio…

Durante la ricreazione ogni studente riceve come merenda del pane e mezzo litro di latte; ho visto che qualche ragazzo la porta a casa, altri la divorano in un sol boccone!

Dall’anno scorso poi è stata aperta l’aula informatica e da allora gli studenti seguono a turno un corso per imparare ad usare il computer: quasi nessuno infatti ne possiede uno a casa…

Ora scrivo una cosa dedicata ai miei parrocchiani e a tutti coloro che da anni partecipano alla raccolta per la missione: sapete che questi computers sono stati comprati l’anno scorso con i nostri soldi? Secondo me questa è una cosa bellissima, soprattutto considerando che l’uso del computer è ormai indispensabile.

Ora vi saluto, alla prox!

10:48 pm

Gita! (Lara)

Oggi giornata bellissima, sono stata con tutte le classi dell’ottavo (i più grandi della primaria) a visitare le dune e le saline di Punta Salina che sta a tre orette di guagua dal Guaricano in una zona molto bella nel sud del paese… E soprattutto siamo andati alla spiaggia!¡!

I ragazzi dell’ottavo sono davvero simpatici, in pratica sono stati loro i primi a comunicare in pseudo-spagnolo con me; ora grossomodo li capisco e mi faccio capire (plus o más)… Così quando hanno saputo della gita mi hanno subito chiesto di accompagnarli e io che il venerdì tengo il corso di inglese solo con loro ho accettato. Non avrei mai pensato di trascorrere una giornata così tra tutti dominicani, io che quando sono arrivata di spagnolo non sapevo una parola!

La mattinata è stata questa: partenza 8.30 su due guague sinceramente a norma e ogni ragazzo aveva il suo posto, persino io! Musica e conversazione durante il tragitto, prima sosta alle dune con spiegazione della loro formazione e visita accurata (cioè, la mia un po’ meno, dopo due passi su quel minideserto ho pensato bene di rientrare e vederle da lontano per il sole e il caldo un po’ fortini…).

Seconda fermata alle saline dove i ragazzi hanno osservato i processi attraverso i quali si ottiene il sale. Al termine della visita hanno anche compilato un questionario che riassumeva un po’ quello che avevano visto: molti di loro si sono davvero impegnati nel rispondere alle domande, a ognuna mi chiedevano cosa ne pensavo e come sempre mi ha fatto piacere vederli così.

Terza ed ultima fermata: SPIAGGIA!!! Ora io una spiaggia tropicale dotata di mare tropicale e di palme o cocchi che siano non l’avevo mai vista dal vivo prima… non saprei come definirla… perchè le parole non le renderebbero merito! Comunque la cosa che più mi è piaciuta è stata quella di condividere il mio stupore, la felicità che provavo e la gioia di essere lì in quel momento con tutti i ragazzi che avevo intorno. Ho sempre pensato che quando si va in un posto nuovo come turisti non si possa capire fino in fondo la realtà che hai intorno perchè la vedi esternamente e “non la vivi dal di dentro” come se fosse la tua terra…oggi non è stato così, io mi sentivo una di loro, o meglio, loro mi hanno fatto sentire così!

Ovviamente abbiamo condiviso anche il cibo, i dominicani ti mettono a disposizione tutto quello che hanno, anche se non hanno molto, SEMPRE. Credo che questa cosa mi mancherà parecchio quando me ne andrò, così come i loro sorrisi, gli abbracci di pace, le piccole attenzioni che ti riservano continuamente e il tempo che sembra fermarsi quando tu desideri parlare con uno di loro perchè sistematicamente ti ascolterebbe all’infinito…

E la cosa più stupefacente è l’energia che ti danno queste persone: in pratica dopo una giornata di mare e guagua mi sento benissimo e rigenerata… Di beni materiali qui non ce ne sono, ma il cuore compensa!

L’incontro mensile di formazione dei genitori della scuola era rivolto oggi in particolare ai papà.

Ne sono venuti una percentuale più bassa rispetto al numero delle mamme le altre volte, ma ho avuto riscontri positivi.

Sono piccoli passi che facciamo per aiutare le famiglie a vivere bene la loro vocazione di educatrici.

8:33 pm

Grazie! (Lara)

Stamattina Gloria e suo fratello minore Daniel si sono presentati al corso di inglese, non era oggi il loro turno ma mi hanno chiesto se potevano rimanere ugualmente; così abbiamo fatto lezione normalmente… e io ho pensato che le vostre preghiere sono state ascoltate, grazie di cuore!

Stamattina a lezione di inglese Gloria era ovviamente assente, il ragazzo morto ieri era suo fratello maggiore. Insieme a Suor Modesta sono stata a casa loro, non so che dire… Ho smesso di chiedermi il perché di certe cose che succedono, però non ho smesso di pregare… e magari non sono una che lo fa spesso o con le parole giuste però ci metto il cuore… Perciò chiedo anche a voi una preghiera per quel ragazzo e la sua famiglia, sono sicura che il vostro amore li aiuterà.

Amada è un membro, ben attivo, dell’Associazione di genitori della nostra scuola. È anche animatrice di comunità di base.

Ieri sera le hanno ammazzato un figlio di 26 anni, si chiamava Joselito.

Faceva l’autista di uno dei tanti autobus privati che si sono in Repubblica Dominicana, tutti i giorni in servizio sulla stessa linea.

Ieri sera è andato come al solito a portare l’autobus al garage sociale, e all’uscita gli hanno sparato tre colpi. Un taxi l’ha portato all’ospedale, dove è morto mezz’ora dopo.

La cosa tragica è che non si vede nessuna ragione logica per cui possano averlo ammazzato.

Inizialmente si è detto che erano dei ladri, ma poi si è scoperto che non gli hanno portato via niente.

L’unica ipotesi che rimane è che sia una vendetta dell’altro sindacato dei trasporti. In pratica nel paese si contendono i trasporti FENATRANO e CONATRA. È successo varie volte che si sono dati botte in strada, normalmente per il controllo di una linea.

Sembra che qualche giorno fa un autista membro di CONATRA è stato vittima di un’aggressione, e questa poteva essere una vendetta, visto che Joselito apparteneva a FENATRANO.

Rimane da spiegare perché se la sono presa con una persona assolutamente tranquilla, e che dentro al sindacato non contava assolutamente niente.

Tutte queste cose aggiungono dolore alla situazione già tragica che la famiglia sta affrontando.

Amada è abbastanza preoccupata perché il marito l’ha lasciata da vari anni e non l’aiuta per niente. Era Joselito che la manteneva, lei e soprattutto Danielito e Gloria, i suoi due figli più piccoli che fanno seconda e terza media.

Così stiamo pensando a che maniera aiutarla, con la parrocchia e con la scuola.

Ciao, sono Lara. Vi racconto la mia giornata che in effetti è stata particolarmente intensa.

Ieri notte sono stata insieme a don Lorenzo con l’ambulanza all’ospedale (ho anche guidato!); lì infatti accompagna due volte la settimana una ragazza che ha bisogno della dialisi e che sinceramente non sembra stare molto bene. Tralasciando condizioni igieniche nelle corsie e nelle sale di aspetto della clinica, la cosa che mi ha un po’ stupito è il fatto che questa ragazza arriva all’ospedale sistematicamente nel primo pomeriggio, si mette in coda per la dialisi e di norma non esce prima delle 11 di sera!!! Ieri poi in via del tutto eccezionale ha terminato all’una passata…

Stamattina sveglia presto per corsi inglese (ci sto prendendo gusto); a metà mattinata insieme al personale della scuola ho preparato un megacartellone che raccoglie i disegni fatti dai miei ragazzi dell’oratorio in Italia per quelli di qua. La cosa ha attirato l’attenzione di todos los niños e durante la ricreazione sono stata letteralmente presa d’assalto da due classi di prima, cioè circa da settanta bambini!

Pomeriggio pieno di lezioni fino alle 17.30 quando ho finalmente cominciato il corso di inglese per i professori. Da ieri Suor Serafina segue le mie due ultime lezioni del pomeriggio e mi da una mano: è indiana e l’inglese lo sa abbastanza, perciò si può pensare che prosegua il mio lavoro quando me ne andrò (stiamo già organizzando…).

Infine verso le sette ho partecipato alla riunione del gruppo giovani che si tiene ogni mercoledì e al quale non posso proprio mancare perchè i ragazzi di qua mi hanno accolto a braccia aperte da subito e ovviamente la simpatia è reciproca.

Sono stanchina, stasera a tavola non vedevo nemmeno il piatto… però sono entusiasta della mia giornata lunga lunga ma volata via in un attimo, alla prox!

Lara

Ciao a tutti,

sono Lara. Ormai è più di una settimana che vivo qui ma ancora non sono in grado di valutare quello che vedo perché non lo conosco e non mi va di dare giudizi affrettati. Voglio però parlarvi delle mie impressioni nel confrontarmi con una realtà tanto diversa da quella a cui sono abituata.

Appena sono entrata nel barrio sono rimasta impressionata dalla quantità di persone che lo animano, dal costante rumore che c’è per le strade, dagli aquiloni costruiti dai bambini che poi finiscono incastrati tra i fili della luce.

La luce: spesso, e praticamente sempre quando serve, non c’è. Ad esempio verso sera, quando ho lezione con i grandi del liceo rimaniamo sempre al buio; ma l’unica a farci veramente caso sono io, per i ragazzi questo fa parte della normalità, come tante altra cose.

Un po’ di giorni fa (precisamente nel momento in cui mi ero dedicata al bucato) è piovuto forte per un po’. Quando a Genova diciamo che bastano due gocce d’acqua per mandare in crisi un mondo forse non ci rendiamo molto conto… Nel barrio le stradine non sono asfaltate e la terra, che solitamente con il vento alza una discreta quantità di polvere, diventa fango misto a sporcizia: ovviamente qui la vita va avanti e i bambini rimangono a giocare nel fango.

Mi guardo intorno e non ho il tempo di pensare: don Paolo mi ha dato subito tanto lavoro da fare, cosa che per me è stata sicuramente un bene (grazie davvero anche per questo…). Alla mattina quando entro nella scuola i bambini mi corrono incontro e mi saltano addosso, ogni volta è un’emozione bellissima: c’è chi mi abbraccia, chi mi da un bacio, chi mi prende per mano e chi tenta di parlarmi in inglese, basta stabilire un contatto e si sa che con i bambini ci sono mille modi non spiegabili a parole.

Anche il rapporto con don Lorenzo, le suore, i professori e il personale della scuola e della casa è speciale, sono sempre gentili e attenti a quello di cui potrei aver bisogno.

Qui le persone hanno sempre tempo da dedicarti… Il primo è proprio don Paolo: anche quando è di corsa riesce con uno sguardo o un saluto a considerare tutti quelli che gli stanno intorno; e, come la gente del posto, lo fa con il sorriso!

Questo non è in assoluto un posto triste: ci sono problemi reali molto grossi, che probabilmente io posso solo immaginare, però ogni persona vive con il sole dentro e il sole, si sa, illumina tutto quello che ha intorno.

Alla prox! Lara

Stasera sono stato a trovare Belkis a casa sua. Belkis è la professoressa di scienze del liceo. Da quindici giorni è malata, non si capisce se una labirintite o un’anemia, i medici non si sono ancora messi d’accordo.

La cosa che mi ha colpito è che per un po’ Belkis mi stava raccontando che suo padre l’ha abbandonata, che non le hanno mai dato un abbraccio da piccola, non se la sono mai coccolata. E c’è di più: nella settimana che è stata all’ospedale, abbastanza male, suo papà né l’è andata a trovare, né le ha chiesto se aveva bisogno di qualcosa.

Senonché, quando ho provato a dirle che cerchi di vedere le cose belle che ha vissuto, mi ha cominciato a snocciolare tutta una serie di situazioni bellissime: studenti che non l’hanno lasciata sola, colleghe che sono state a trovarla, il fatto che quando è passata dalla primaria al liceo si sono rivelate infondate le sue paure di non farcela, ecc. ecc.

Insomma, ho visto come il Signore l’ha aiutata a passare dalla contemplazione del bicchiere mezzo vuoto alla contemplazione del bicchiere mezzo pieno.

Me ne sono andato commosso da tante cose belle che mi ha raccontato, e credo d’averla lasciata un bel po’ più serena.

Grazie, Signore Gesù!


Lara con alcuni dei suoi studenti di inglese

Ciao a tutti! Mi presento, sono Lara. Ebbene, sì, sono io, in carne e ossa, dopo tante cose che avete potuto leggere di me. Collaborerò con don Paolo anche scrivendo ogni tanto qualcosa su questo diario. Mi raccomando, leggetelo!

Da quattro giorni insegno inglese ai ragazzi della scuola elementare, solo i più grandi però equivalenti alle nostre seconda e terza media, e a quelli del liceo. Avevo pensato in un primo tempo di suddividerli in base all’età, non considerando il fatto che qui in una stessa classe ci sono ragazzi con tre-quattro anni di differenza e quindi preparazione scolastica diversa; così in accordo con don Paolo mi sono resa conto personalmente della loro conoscenza dell’inglese e li ho suddivisi in gruppi di 5-7 persone in modo tale da poterli seguire più che posso.

Inoltre da lunedì comincio il corso di inglese anche per gli insegnanti, dopo le lezioni pomeridiane; alla fine credo siano in sette, che bello!

La cosa divertente è che io no hablo espanol e loro don’t speak english! In pratica sono entrata come madrelingua inglese e i ragazzi si trovano costretti a parlare inglese o quantomeno si sforzano. Quello che più mi sorprende è il loro sorriso. Non è una cosa da poco perché stamattina ad esempio ho tenuto un gruppo sull’alfabeto per 25 minuti: onestamente io mi sarei stufata, invece loro sembravano interessati e alla fine l’hanno imparato.

Quando entro nella scuola i loro volti si accendono, corrono a salutarmi in 1000, sono sempre felici e la gioia che ti trasmettono è indescrivibile. Questo posto tutt’altro che allegro e spensierato racchiude i sorrisi più belli che abbia mai visto…Con queste parole spero di avervi reso partecipi di quello che sto vivendo, alla prox!

Lara ha cominciato a lavorare con i suoi corsi di inglese per i ragazzi della scuola.

Al mattino fa lezione ai ragazzi di settima e ottava che vanno a scuola di pomeriggio, mentre di pomeriggio lavora prima con i ragazzi della primaria (di nuovo di settima e ottava) del mattino e poi con i ragazzi del lice.

Si sta sondando anche l’eventuale interesse dei maestri ad avere un corso tutto per loro. Da quanto ho visto almeno 3 sono interessati.

Stamattina ho consegnato al vicario episcopale per l’educazione la bozza di accordo con il ministero, per definire la posizione della nostra scuola.

Non si tratterebbe di cose nuove, ma di definire quello che già stiamo vivendo, in maniera che domani non venga un altro governo a cambiare le carte in tavola.

Tra qualche giorno il vicario mi dice cosa gli sembra della mia bozza. Poi la manderemo a Educazione.

9:48 pm

Elettricista

Oggi pomeriggio mi è venuto lo sfizio e mi sono messo a capire perché un telefono della scuola non mi funzionava.

Ho scoperto che era perché dei 4 fili che lo collegano alla nostra centrale telefonica uno era interrotto in un punto.

L’ho collegato e le cose sono tornate a funzionare perfettamente.

Se sapevo che era così semplice non aspettavo nove mesi per aggiustarlo!

9:44 pm

Lara


Lara

Domani arriva Lara.

È una giovane di Pegli, piena di entusiasmo, e con una discreta esperienza di pastorale dei ragazzi (ACR o qualcosa di simile).

Si fermerà con noi un mese, insegnando inglese “di madre lingua” ai ragazzi della scuola, aiutando in cucina, e facendo altre cose che ci verranno in mente.

È una ragazza molto in gamba, si è concessa questo viaggio come “premio” della laurea!

Altro incontro di formazione dei maestri, stamattina.

Non è andato come volevo, purtroppo. Avevo dedicato gli ultimi due incontri a spiegare dettagliatamente come si interpreta e come si spiega la bibbia, e pensavo che fosse abbastanza chiaro. Così li ho messi a fare un’applicazione pratica in gruppetti.

A partire da un passo del vangelo dovevano elaborare uno schema di spiegazione in tre punti:

  • Cosa mi annuncia questo passo?
  • Come mi aiuta a vivere la chiesa questo passo?
  • Cosa mi chiede di fare questo passo?

Purtroppo nessuno dei gruppi ha capito bene le cose, hanno prodotto delle mezze schifezze.

Così tra quindici giorni tornerò ancora una volta sul tema, facendogli vedere varie esemplificazioni.

Ieri il distretto scolastico ci ha mandato un professore nuovo.

Non l’abbiamo chiesto, ma penso che l’accetteremo.

Giovedì ci avevano mandato un altro, di ginnastica, ma gli ho detto che si facesse fare lettere di raccomandazione delle scuole dove ha lavorato prima che da noi, e anche da qualche prete o suora.

Dovrebbe venire oggi pomeriggio con le lettere.

Sembra anche che ci mandino una nuova maestra, con l’idea di nominarla presto.

Nel frattempo la gente contrattata da noi, da due anni è in attesa della nomina. Qualcuno dice che due di queste nomine dovrebbero uscire questo mese di Aprile.

Oggi pomeriggio ho approfittato la circostanza della morte del papa per spiegare ai maestri come si elegge il nuovo papa.

Ne è venuta fuori una catechesi sul primato petrino, sui cardinali, e spero di aver trasmesso un po’ di amore alla nostra chiesa cattolica.

Ho visto tutti interessatissimi!

Continua con successo l’esperienza degli incontri mensili per i genitori dei bambini della scuola.

Il tema di oggi era “i genitori sono i primi catechisti dei loro figli”.

La partecipazione è stata sul 70% circa. La carenza che si nota di più è l’assenza dei papà: su 10 genitori che vengono solo uno è maschio. La conseguenza è che le mamme arrivano spesso a casa entusiaste per quello che hanno imparato, ma facilmente il loro marito distrugge in pochi minuti, con una sgridata o una minaccia quello che loro hanno imparato con tanto amore.

Dopo l’incontro di formazione abbiamo fatto una verifica con i maestri, e abbiamo accordato che per l’incontro del mese prossimo, che sarà l’ultimo dell’anno, chiederemo obbligatoriamente la partecipazione di papà.

Per questo già la settimana prossima manderemo una comunicazione a tutte le famiglie, in maniera che abbiano tempo (20 giorni) per chiedere il permesso del datore di lavoro o per organizzarsi con i colleghi o dipendenti.

Abbiamo mandato a tutte le scuole e collegi del Guaricano un invito a partecipare a una Messa di suffragio del papa che sarà lunedì prossimo.

Naturalmente invitiamo solo delle rappresentanze. Se venissero tutti gli studenti del Guaricano sarebbero probabilmente 10/12,000!

E con la nostra scuola ci siamo organizzati in maniera che gli stessi studenti cerchino in internet e preparino delle brevi relazioni da fare giorno per giorno, presentando la vita, il pontificato, i viaggi, e in particolare quelli qui alla Repubblica Dominicana.

Tutti i giorni all’atto di entrata un gruppo di studenti presenterà un lavoro di ricerca, in maniera che tutti possano avere un’idea di cosa è stato questo pontificato di Giovanni Paolo II.

Stamattina sono riuscito a fare una cosa che non facevo da mesi: ho visitato quasi tutte le classi della primaria del mattino: un ultimo anno di asilo, due prime, due seconde, due terze, una classe di recupero per bambini di terza che ancora non sanno leggere, due quinte, due seste, due settime. Non ho fatto in tempo ad andare dalle due quarte e dalle due ottave.

Ho approfittato per incoraggiare i ragazzi, e anche per esprimere la gratitudine ai maestri, che nella loro maggior parte lavorano con buon ritmo e motivazione.

Oggi è l’ultimo giorno di scuola. Con la settimana santa siamo tutti in vacanza, fino al lunedì dell’angelo. La nostra scuola torna a funzionare il martedì di Pasqua.

I professori stanno aspettando con ansia lo stipendio dello stato, hanno paura che gli arrivi dopo Pasqua.

Stamattina ritiro per il secondo gruppo di studenti del liceo, quelli di terza e quarta.

Meglio di ieri, perché ieri la prof. Cruz Marina era incaricata di stare dietro all’andamento generale el ritiro, e si è rivelata non all’altezza: si perdeva dietro a varie sciocchezze dei ragazzi e perdeva di vista la prospettiva di cosa c’era da fare e cosa bisognava cambiare, con il risultato di molti momenti di vuoto, nei quali ovviamente i ragazzi si distraevano.

Oggi invece le redini le ha tenute Carmen, lavorando molto meglio.

Anche stamattina io mi sono passato tutto il tempo confessando. Cioè, più facendo una specie di direzione spirituale, perché la metà di quelli che sono venuti non si erano mai confessati, e molti di loro non erano neppure battezzati.

Mi ha colpito il fatto che molte ragazze hanno una bella disponibilità per un’eventuale vocazione religiosa.

Stamattina abbiamo fatto il primo ritiro per i ragazzi del liceo. Domani tocca al secondo gruppo.

Quest’anno l’abbiamo fatti raggruppando 4 classi invece di 2 come l’anno scorso, perché c’era la possibilità che venisse a farli un certo predicatore che conosceva la prof. Cruz Marina. Di fatto poi ‘sto predicatore non ha potuto, e conseguentemente l’abbiamo dovuto lasciare come era perché diventava difficile trovare i locali per altre due mattinate.

Il ritiro è stato incentrato sulla misericordia del Padre e sul sacramento della Riconciliazione. I due temi l’hanno dati Marcial e Carmen, mentre io mi sono passato tutta la mattinata a confessare i ragazzi, e ne sono venuti un certo numero.

Non ce la fa più, di sotto è crollato. Dobbiamo farne un altro.

Speravo di cavarmela con gli 8,000 peso della pulizia dell’attuale, ma non c’è stato verso.

Così dovremo farne un altro, nuovo. Costo preventivato: 25,000 pesos.

Ah, non sapete cos’è un filtrante? niente di strano! Neanch’io lo sapevo prima di venire qui.

Uno di questi giorni ve lo spiego!

La nonna di Luis Manuel, che si era fatta carico di lui da quando era piccolo, è morta ieri, e oggi pomeriggio ci sarà la sepoltura.

Ultimamente Luis Manuel, che è professore del nostro liceo, aveva avuto forti difficoltà per venire a fare lezione regolarmente: arrivava sempre tardi, a causa delle condizioni della nonna e per il fatto che era l’unico della famiglia che (a quanto da lui sappiamo) che disposto a farsi carico della vecchietta.

Adesso ci saranno da recuperare un bel po’ di ore di scuola, ma Luis Manuel già da tempo aveva fatto sapere che è disposto a farsi carico della situazione.

Con il collegio gli abbiamo dato una mano per le spese del funerale.

Oggi pomeriggio l’ora quindicinale di formazione dei maestri della scuola.

Ho spiegato loro come è nato il catecumenato e la quaresima, per arrivare a capire che la nostra quaresima deve essere un cammino di riscoperta del battesimo.

Abbiamo avuto maniera anche di spiegare qual è la funzione dei padrini del battesimo, e per chiudere l’incontro ho chiesto loro chi sceglierebbero di padrino o madrina se si battezzassero oggi. È venuto fuori un quadro interessante, con varie relazioni incrociate tra di loro: molti hanno indicato Matilde, o Miguel, o Carmen, o Marcial, segno che queste figure sono significative per loro!

Questo secondo lotto di computer, finanziati con i soldi del fondo prestiti della parrocchia, è destinato a 13 maestri della nostra scuola.

Lo pagheranno in due anni, con un interesse del 6% annuale, con il quale si contribuirà alle spese della segretaria e della camionetta.

Il professor Eladio è già all’opera per montarli.

Io mi sono passato dalle 10 alle 5 comprando i pezzi, all’ingrosso, al prezzo dei rivenditori. Ogni computer costerà 14,500 pesos, più il finanziamento, più il montaggio e la garanzia, in totale 16,000 pesos, equivalenti oggi a 432 euro (tenete in conto che qui i pc non pagano IVA) per un pc celeron 2,6GHz 256MB 80GB con schermo 15″, CD-RW e stampante economica. Mi sembra un buon prezzo!

Il mio lavoro di andare a comprare i pezzi, gratis, è per me una forma di contribuire allo sviluppo di questo paese.

1:13 pm

‘sta luce…

Ieri sera dovevo finire di mettere a posto il pc del liceo, perché ne avevano bisogno (l’ho migrato a ubuntulinux), ma le batterie dell’inversore si sono scaricate e mi hanno lasciato senza luce alle 22.20.

Così ho dovuto finire l’ultima mezz’oretta stamattina prima della messa. Adesso sia tutto a posto. Ho messo a posto gli ultimi dettagli quando abbiamo fatto la prova con la segretaria alle 8 di stamattina.

Ho finito di riparare il computer del liceo. Fortunatamente aveva solo l’alimentatore rotto, l’ho cambiato e non c’è stato problema.

Ho anche approfittato e ci sto installando ubuntu Linux, che vi invito a scaricare o a farvi mandare il cd da loro (gratis) e a provare: ha un live cd e un cd di installazione, è ben testato e dovrebbe funzionarvi alla prima.

Così nei prossimi giorni anche sul pc del liceo useremo software libero.

Oggi si sono sommate varie cose:

Al mattino c’era l’incontro di catechesi presacramentale dei catecumeni e dei giovani della prima comunione.

Al pomeriggio l’analoga catechesi per i bambini del catechismo che si preparano al battesimo e per quelli che si preparano alla prima riconciliazione.

Inoltre avevano la catechesi prebattesimale di genitori e padrini di bambini piccoli, al mattino.

Naturalmente le tre messe in parrocchia, alle 7, alle 9 e mezza, alle 6 e mezza.

Lorenzo è andato a dire Messa a Duquesa, dove ha anche fatto la benedizione e inaugurazione del nuovo acquedotto realizzato con i soldi del fondo diocesano per l’acqua. Al momento della benedizione ho fatto un’apparizione veloce anch’io.

Nel pomeriggio sono stato nel Parque Mirador Norte dove avevamo un pomeriggio con i genitori degli studenti del nostro liceo: lì ho fatto una piccola conferenza sul valore degli anziani (basata sul messaggio di quaresima del papa). Queste stesse persone sono state accolte in parrocchia nella messa della sera, dove abbiamo fatto anche il rito di entrata al catecumenato dei bambini del catechismo. Il quale è stato molto bello e significativo, i bambini l’hanno sentito molto.

Pensavo di arrivare a sera più stanco. È dalle 6 e mezza di stamattina che trotto. Grazie, Signore, per queste energie che posso mettere al servizio tuo e degli altri!

Oggi tutto il personale della scuola ha partecipato al Ritiro di Quaresima.

Il primo tema è stato dato da don Lorenzo, che ha sviluppato il tema della Quaresima come un’esigenza profonda del cuore umano.

Poi è toccato a Marcial, che ha sviluppato l’insegnamento del papa nel messaggio di Quaresima sugli anziani. Lo stesso argomento è stato toccato, da una prospettiva diversa, ma Matilde nel pomeriggio.

Invece è toccato a me il primo tema el pomeriggio, sulla parabola del Padre Misericordioso (è il papà del figliol prodigo). Ho cercato di mettere in luce il fatto che il Padre “diventa matto” quando il figlio ritorno, e si fa matto anche per portare alla festa il figlio maggiore.

La cosa bella di questo ritiro è stata l’attenzione dei partecipanti. Anche se non è una cosa nuova, mi ha stupito un’altra volta. E si sente un clima di serenità, distensione, attenzione reciproca.

Questa scuola sta maturando, per grazia del Signore!

È quello del liceo, che ieri ha smesso di funzionare.

Oggi non ce la faccio, abbiamo la seconda parte del ritiro della scuola, e poi subito dopo la Via Crucis.

Spero di farcela domani!

Oggi qui in Repubblica Dominicana è la giornata dello studente.

In tutte le scuole si sono fatte rappresentazioni, poesie e altri numeri per mantenere sveglio negli studenti il desiderio di continuare gli studi. Qui è particolarmente importante, vista l’alta percentuale di diserzione, soprattutto maschile.

Nella nostra scuola in prima ci sono il 50% di maschi e il 50% di femmine, ma in ottava ci sono il 75% di femmine e il 25% di maschi. E quei maschi che si sono persi, cosa ne è? lavorano, aiutano a mandare avanti la famiglia. Una parte di essi continua, ma con grossa fatica e con una qualità di insegnamento molto peggiore, nelle scuole serali.

Il distretto scolastico ci ha posto anche una messa a metà mattinata, con rappresentanze di tutte le scuole del Guaricano. Avevamo un pienone, anche con qualche indisciplina. È però stata una bella occasione, che non mi sono lasciato scappare, per toccare i temi forti della quaresima: la conversione, la rappacificazione, la messa, la confessione.

Sto findendo di passare al computer le transazioni vecchie della Associazioni Genitori della Scuola, in modo da avere il quadro chiaro di cosa è entrato e cosa è uscito dalla cassa della scuola in tutti questi anni.

9:23 pm

Riconciliado!

Stasera il Signore mi ha fatto un regalo grande, aiutandomi a riconcicliarmi con Margarita. Per chi non si ricorda, potete leggere le notizie che la riguardano cominciando con questa. Le altre seguono nei giorni seguenti, provate ad esempio a vedere tutto il mese di luglio 2004

È stato stamattina nella Messa, ho sentito che il Signore mei chiedeva di farlo oggi, giorno di san Valentino, che qui è la giornata dell’amore e dell’amicizia.

E di fatto ha funzionato. sono andato alla scuola dove lavora, e le ho chiesto di parlarle. In privato le ho chiesto scusa. Lei a sua volta ha chiesto scusa a me.

È stato molto bello. È tornata ad esserci l’armonia di altri tempi. È proprio vero che il Signore è buono!

Oggi pomeriggio abbiamo fatto una riunione con i maestri parlando delle assemblee del loro sindacato.

Una prima cosa che mi ha stupito è stato il clima sereno. Altre volte c’era bellicosità, che adesso non ho visto affatto.

Inoltre chi più premeva per andare a queste assemblee, Glennys e Floirán, stavolta hanno detto che non sarebbero andati.

E in più ci siamo messi d’accordo perché quelli che non appartengono al sindacato facciano lezione normalmente.

Infine, abbiamo trovato una maniera per evitare che agli studenti arrivino informazioni incontrollate: dalla direzione uscirà ogni volta una comunicazione scritta in maniera che tutti i maestri diano la stessa informazione.

Credo che abbiamo fatto un bel passo avanti!

Grazie, Gesù!

Oggi, mercoledì delle ceneri, mi sono passato la mattinata confessando nel liceo, e il pomeriggio in primaria.

Sono venute fuori alcune confessioni molto belle, di ragazzi e ragazze che hanno voglia di tornare a vivere la loro vita cristiana, di lasciare relazioni “pericolose”, di tornare dentro alla chiesa.

Sono quei momenti che ti fanno sentire felice di essere prete!

A scuola si respira un’aria tranquilla.

Venerdì prossimo avremo il ritiro di Quaresima, che spero sia un’occasione perché molti si avvicinino alla chiesa in questo periodo. Di fatto già la lezione su Roma e le persecuzioni ha segnato abbastanza e fatto riflettere.

Ho saputo poco fa che venerdì scorso c’era un’assemblea dei maestri, ma che essi stessi si sono organizzati per mandare solo un rappresentante. Sono contento!

Oggi il Signore mi ha fatto due bellissimi regali. Ho fatto due lezioni ai maestri e all’altro personale della scuola, una al mattino e una al pomeriggio, e ho visto in questi fratelli la gioia di imparare qualcosa di nuovo.

Al mattino ho fatto vedere le foto della mia visita a Roma: c’era parecchio, soprattutto sulla basilica di San Pietro. Ho spiegato come è stata costruita la basilica, come era la basilica costatiniana, e cosa c’era prima della basilica: la necropoli vaticana. Per tutti erano cose nuove. Vedevo la sete di sapere sui loro volti!

Invece al pomeriggio ho spiegato cosa sono state le persecuzioni nell’impero romano. Abbiamo letto vari documenti di martiri e interrogatori a cui sono stati sottoposti. Anche qui erano per loro cose completamente nuove. È stata anche un’occasione per riflettere sulla testimonianza che diamo oggi a Cristo.

Per quelli di voi che hanno buona memoria, Floirán è il professore al quale ear morto in giugno scorso uno studente in una gita al parco Mirador Norte.

Passati già sei mesi, ho voluto sedermi con lui per considerare le mancanze che sono state all’origine di questa tragedia: soprattutto l’essere andato al parco senza nessun altro adulto con lui. Da ciò è dipesa la morte di Álvaro, nel senso che i ragazzini che erano in barca sul lago nessuno stava a vedere cosa facessero.

Floirán, al farglielo notare, ha ammesso che è stata un’incuria sua quella di partire per il parco a ‘sta maniera, senza neppure avvisare la direzione del fatto che non erano venuti gli adulti che dovevano accompagnarlo.

E poi anche il fatto che la gita aveva ben poco di didattico. Di fatto delle tre ore che avrebbero passato nel parco, solo due mezz’ore sarebbero state destinate a esaminare la natura: prima mezz’ora per le piante e poi l’altra mezz’ora per gli animali. Anche se non ho capito dove sono gli animali in quel parco…

Comunque è abbastanza confermata l’impressione di Miguel, il direttore docente, che Floirán è una persona abbastanza di testa dura e ostinato nelle sue cose. Anch’io in questa circostanza mi sarei aspettato da lui un aspetto più umile, mentre che ha difeso a spada tratta, eccetto il fatto dei genitori mancanti, il suo operato.

5:20 pm

Le foto di Roma

Nella visita a Roma ho fatto un centinaio di foto. Mi sono entusiasmato quando mi è venuto in mente che posso farle vedere al personale della scuola, e forse anche ai ministri ed ad altri gruppi, per fare un po’ di catechesi sul papa, sulla storia del cristianesimo, e sull’arte.

Mi immagino già i volti pieni di stupore e meraviglia. L’Italia è bella e Roma ancora di più, e voglio che se ne rendano conto anche a Santo Domingo!

Approfitto di qualche settimana di vacanza a Genova, dalla mia famiglia, per scrivervi con più calma questa lettera, che vuole essere innanzitutto un ringraziamento al Signore per tutto quello che la Missione Diocesana di Santo Domingo ha potuto essere in quest’anno, e quindi un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, ognuno da casa sua, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno intenso, e anche un anno molto particolare. Provo a scrivere le cose principali, perché aiutino me e voi ad amare sempre più quel Signore che ha reso possibile tutto questo.

***

Una cosa molto bella che abbiamo vissuto è stata la presenza con noi di Paola Longhi, una sorella di Quinto che per la seconda volta è venuta a passare qualche mese con noi. Paola è stata per noi un dono grande, con la sua femminilità laica, che si è integrata molto bene nella comunità della Missione.

Paola si è integrata nel lavoro della nostra scuola, aiutando la direzione e lo psicologo a trattare un caso abbastanza difficile: una bambina che subiva violenze sessuali in casa da parte del patrigno. La mamma dipendeva economicamente dal marito, e per questo non aveva il coraggio di far uscire alla luce la situazione. Il problema si è manifestato perché la bambina ha cominciato a rinchiudersi in un mutismo preoccupante, e a scuola se ne sono resi conto. Lo psicologo ha parlato con la bambina, ma senza troppi risultati. Così del caso si sono fatti carico Paola, lo stesso psicologo, e la vice direttrice. Hanno portato avanti una serie di riunioni, prima con la madre, poi con il marito della donna. Per Paola è stata un’esperienza significativa, che le ha permesso di entrare in contatto con la vita concreta di una famiglia, e di dare il suo contributo di esperienza.

Ma l’esperienza di Paola si è vista soprattutto nel lancio del gruppo di auto-aiuto. Il lavoro ormai decennale che Paola realizza a Genova con genitori di tossicodipendenti, con malati di cancro e altre persone che vivono situazioni difficili si è concretizzato anche nel tessuto della Missione. Riunendo una decina di uomini e donne, Paola li ha accompagnati in modo che possano a loro volta aiutare altri con questo tipo di cammino. L’esiguità del tempo a disposizione ha lasciato il discorso aperto, e chiediamo al Signore che Paola possa tornare e portare avanti questo lavoro.

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Nella scuola e nella parrocchia Santa Margarita abbiamo invece vissuto una situazione di prova. Una maestra che lavorava come direttrice docente della scuola serale già da tempo aveva difficoltà a vivere una collaborazione serena con il sottoscritto e con il resto dei collaboratori. La cosa si manifestava periodicamente in atti di disobbedienza su cose importanti, in conflitti con membri della Associazione di Genitori, in parole violente verso gli studenti e altre persone.

La situazione, analizzata in ripetute occasioni con il Consiglio Pastorale della Parrocchia, era arrivata a un punto tale che si è dovuto decidere l’allontanamento della direttrice. Pur avendo cercato i momenti e le forme migliori per comunicarle la decisione, il risultato è stato che ella si è risentita fortemente. In presenza del sottoscritto, e anche in presenza dei maestri che lavoravano con lei si è espressa varie volte con foga e anche con rabbia, lamentandosi di essere stata calpestata e trattata a pesci in faccia. La cosa è uscita pure in una riunione di direttori della zona didattica. La situazione è evoluta in maniera peggiore del dovuto per il marito, che era del gruppo dei maestri della scuola serale, e che naturalmente le ha dato man forte. Inoltre tutti i maestri della scuola serale si sono schierati con lei, e tre di essi, tutti evangelici, se ne sono voluti andare dalla scuola. La prova è continuata quando si è scelto il sostituto, perché al non scegliere uno dei maestri suoi collaboratori, gli stessi si sono ulteriormente risentiti. La nuova direttrice, che fa la maestra nel turno del pomeriggio, si è trovata a dover gestire una situazione incandescente, che solo adesso, dopo quattro mesi, sta cominciando ad assumere i toni della normalità.

Questa situazione si è potuta gestire grazie alla compattezza della Parrocchia e dell’Associazione dei Genitori della Scuola, che condividevano e vedevano chiaramente la necessità del cambio. E per me è stato importante anche sapere della preghiera di tanti fratelli e sorelle, al di là dell’Oceano, nella Chiesa che mi ha inviato.

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Continuando a parlare della scuola, nel Liceo questo è stato l’anno dell’informatica. Già si impartiva la materia, prevista dai programmi ministeriali, ma solo in maniera teorica, per la mancanza di un laboratorio. Grazie al Signore, abbiamo avuto questo e altro. Come?

  • Un locale che prima usavo come mio ufficio si è ampliato ed ha potuto alloggiare 13 computer. Sfruttando una tecnologia server-cliente su piattaforma Linux si è potuto realizzare un laboratorio economico ma tecnologicamente all’avanguardia. L’uso di Linux invece di Windows ci ha evitato i costi esorbitanti delle licenze software. E per le macchine clienti non ci sarà bisogno di aggiornarne l’hardware periodicamente, perché si collegano al server, e i programmi girano su quello.
    La presenza di questo laboratorio, anche se limitato (le classi sono di 30 alunni), ha permesso di dare il complemento pratico necessario. Anzi, durante l’estate si è cominciato a tutta birra con un corso accelerato, che hanno frequentato una trentina di ragazzi.
  • La seconda realizzazione è stato il corso di amministratore di sistema. Il Signore mi ha fatto incontrare un ex professore universitario che ha messo su una fondazione per la promozione del software libero. Costui ci ha offerto la possibilità di un corso base di informatica avanzata per trenta studenti della scuola. La cosa bella è che gli studenti hanno accolto con entusiasmo la cosa, soprattutto perché dal dialogo con il professore è emerso che saranno concrete le possibilità di lavoro. I genitori, dal canto loro, sono più che contenti, considerando anche che il corso costerà alle famiglie 150 pesos settimanali (quattro euro) compresi gli spostamenti, quando altri corsi che si trovano in giro costano qualcosa come 500 pesos mensili solo per il corso.

Tutto questo mi riempie di gioia, perché significa opportunità per i nostri ragazzi di inserirsi meglio nel mondo del lavoro e nell’università. Al tempo stesso, ci spinge a mettere ancora più impegno nel dare spessore umano e cristiano al cammino formativo del Centro Educativo.

A questo riguardo, tutti gli anni, in Quaresima facciamo dei momenti di ritiro spirituale per gli studenti: a gruppi di 60, andiamo in una casa molto adatta, e lì cerchiamo di far scoprire ai ragazzi la bellezza del cammino di fede nella chiesa. Non è facile, perché solo una piccola parte dei nostri studenti vengono a Messa. Al tempo stesso è meno difficile di quello che sarebbe qui, perché nella cultura dominicana la religiosità è vista con interesse e non con sospetto come in Italia. E in questi ritiri si risolvono anche tanti conflitti tra studenti della stessa classe, alcuni ragazzi cominciano ad avvicinarsi ai gruppi giovanili della parrocchia, e a giudizio unanime dei professori l’impegno nelle lezioni diventa maggiore.

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Per finire con la scuola, in quest’estate che è passata abbiamo potuto realizzare la terminazione di un pezzo di edificio che era rimasto inconcluso: mancava una parte di intonaco, e il tetto era rimasto indeterminato, nel senso che bisognava decidere se si lasciava come era o si aggiungeva un altro piano. Alla fine abbiamo optato per la seconda soluzione, ma realizzando una struttura leggera in travi di acciaio perché il cemento armato non offriva le adeguate garanzie per la sicurezza dell’edificio.

Ne è venuto fuori una terminazione inconsueta, forse, ma funzionale. Il costo: attorno ai 100.000 dollari. Qui sono venute bene le varie offerte, che, silenziosamente ma in maniera costante, molti di voi hanno inviato. Quando l’ingegnere mi aveva dato il preventivo, con tutti i dettagli dei costi, all’inizio mi ero spaventato, ma alla fine mi sono detto: valeva la pena. Adesso, a lavoro concluso, con spazi in più a disposizione, e con un’aula in più che ci ha permesso di iscrivere più bambini, il mio cuore ringrazia solo il Signore. E, naturalmente, anche ognuno di voi, che siete stati suo strumento per quest’opera meravigliosa.

Adesso, se il Signore ci aiuta, per l’estate prossima si pensa di aggiungere un piano all’altro edificio. Lì alloggeremo il Laboratorio di Informatica della scuola primaria, in maniera che già dalla quinta possano cominciare a prendere dimestichezza con i computer. Oltre a ciò, alloggerà un’aula per l’educazione artistica ed una sala per la biblioteca. Il preventivo dovrebbe essere sui 90.000 dollari, una parte dei quali speriamo di riceverli dalla Regione Liguria. E sono sicuro che la Provvidenza non ci farà mancare il resto.

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La Parrocchia di Santiago el Menor ha vissuto un momento speciale quando sono stati inaugurati i lavori di rimodellazione della chiesa. Don Franco si è fatto in quattro perché tutto rimanesse perfetto, e bisogna dire che c’è riuscito. Il cardinale di Santo Domingo, venuto per l’inaugurazione, ha detto di trovarsi nella “Basilica del Guaricano”. I lavori hanno compreso la costruzione del nuovo presbiterio, l’allargamento della navata, l’intonacatura di una parete mezza nascosta, e la plafoniera che ha finalmente nascosto il tetto in lamiera. Oltre a questo, la parte esterna è stata rimodellata completamente, e resa bella dallo studio architettonico realizzato da una sorella architetta.

La gente è orgogliosa, e finalmente sente di avere una vera chiesa. Un locale più accogliente è segno di una chiesa-comunità più aperta. La domenica seguente all’inaugurazione, don Franco pensava di vedere spazi vuoti in chiesa. Invece, il nuovo spazio in più ha subito trovato chi lo riempisse. Ed è vero che a volte la gente non viene a Messa perché non sa dove sedersi! A don Franco vanno i complimenti di tutti noi!

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La parrocchia di Santa Margarita sta vivendo un momento molto bello, con due uomini sposati che si stanno preparando per essere ordinati diaconi. Marcial e Juan Luis hanno cominciato l’ultimo anno degli studi teologici (sono tre in tutto). Hanno ricevuto il ministero del lettorato, e in questi giorni, purtroppo me lo perdo, il ministero dell’accolitato. Tutta la parrocchia si sente con una gioia grande, perché vede l’opera di Dio nella crescita di questi fratelli.

Per loro la preparazione al diaconato significa un impegno forte per vivere la chiesa e il servizio pieno e disinteressato in essa. Per Marcial l’ordinazione sarà, a Dio piacendo, nel giugno prossimo, mentre Juan Luis farà prima un anno di più intensa pratica pastorale. Questi frutti sono la cosa più bella, più ancora che tante opere di ingegneria, perché è lo stesso Spirito Santo che suscita nei cuori la generosità e la voglia di servire.

Alla celebrazione del lettorato c’era anche suor Cristina. Cristina è un altro frutto dell’evangelizzazione che con l’aiuto del Signore si realizza nella Missione. Tre anni fa aveva iniziato la formazione religiosa nella casa madre delle nostre suore Brignoline, e il 18 Aprile, in Guaricano, ha emesso i primi voti, nelle mani della madre generale suor Daniela, e con la presenza del vescovo ausiliare di Santo Domingo, mons. Amancio Escapa. Anche questo evento è stato un dono specialissimo per la nostra comunità missionaria. L’arrivo di suor Cristina in comunità ha reso più leggera la partenza di suor Roberta, chiamata dalla congregazione ad altro servizio.

E le cose belle non sono finite, perché quest’anno abbiamo avuto l’ingresso di un nuovo giovane della parrocchia al Seminario Minore. Miguel Angel si è aggiunto a Heriberto e Willy, che già erano entrati l’anno scorso. Il Signore mi fa il regalo grande di vedere sbocciare queste vocazioni. Sono solo all’inizio, e dovranno passare molte prove, però sono comunque segno del Signore Gesù che è vivo e continua ad affascinare giovani perché si mettano al suo servizio!

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Ma l’avvenimento principale di quest’anno è stata senz’altro la visita del Cardinal Bertone. Ai primi di settembre è venuto a visitare la Missione, e si è fermato con noi dieci giorni. Sono stati giorni di grazia, anzitutto perché la nostra piccola vita comunitaria è stata arricchita dalla presenza affabile e umana del nostro pastore e di don Stefano, il suo segretario. Ma anche perché le comunità parrocchiali hanno potuto incontrare colui che ha inviato noi preti. Gli incontri nelle parrocchie sono stati momenti di sentire ecclesiale grande. La gente del Guaricano si è sentita amata dalla chiesa genovese!

Il cardinal Bertone ha potuto incontrare anche il presbiterio di Santo Domingo. Non ho potuto essere presente quel giorno a causa di un malessere: ma pochi giorni dopo vari preti dominicani, vedendomi, hanno voluto… farmi i complimenti, per la ricchezza umana e pastorale che hanno visto nel nostro vescovo. Con lui siamo anche stati a pranzo dal cardinale di Santo Domingo e dal Nunzio. Al tempo stesso il cardinal Bertone non si è tirato indietro quando si è trattato di visitare i villaggi e di andare nei settori dove le strade sono ancora di fango. Per tutti ha avuto una parola di affetto e di incoraggiamento.

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La visita del nostro arcivescovo è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione. Dal dialogo è emersa la realtà dell’opera della Missione, che ormai ha “dissodato” bene il terreno. Se quando la Missione è arrivata al Guaricano le cose erano agli inizi, adesso ci sono tre parrocchie, un Centro Educativo e un Dispensario Medico che funzionano a pieno ritmo.

Il cardinale ha visto che è ormai il tempo di lasciare camminare il bambino senza sorreggerlo per le braccia. Così le due parrocchie di Santiago el Menor e di Nuestra Señora del Amparo sono state consegnate all’Arcivescovo di Santo Domingo per essere portate avanti dal clero secolare. È stato un momento non facile, per don Franco che ha passato le consegne, e anche per le due parrocchie, che non possono dimenticare i dodici anni camminati con al fianco la chiesa genovese. Ciononostante, la serenità del trapasso ha reso meno pesante il cambio, e il nuovo parroco, il padre dominicano Federico Marcial, che tra le altre cose parla perfettamente l’italiano perché ha studiato per tre anni a Roma, ha iniziato con gioia il suo ministero.

Don Franco, da parte sua, ha effettuato un forte lavoro di programmazione e preparazione delle attività dei prossimi mesi, in maniera che la transizione fosse la più delicata possibile. E il padre Federico, riconoscente, ha potuto rendersi conto di questo ultimo gesto di generosità ricevuto da Genova. A fine novembre don Franco è partito per Genova. I suoi tre anni sono stati fruttuosi: un giovane è entrato in seminario, è stata fatta nascere l’esperienza dei Ritiri di Evangelizzazione già ben collaudata in Santa Margarita, ed è stato notevole l’impulso dato a tutte le attività parrocchiali, soprattutto a quelle giovanili.

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La visita del card. Bertone ha permesso di delineare anche i progetti futuri: come far fruttare al meglio le offerte che da tante persone generose arrivano alla missione, in maniera libera o come adozioni a distanza?

Oltre al lavoro che già si sta portando avanti, con il Consultorio Medico e il Centro di Nutrizione per Bambini Poveri e Denutriti, il card. ci ha indicato un’altra direttrice importante: cominciare a costruire la nuova chiesa di Santa Margarita. Questa parrocchia ha già una tettoia, peraltro abbastanza funzionale. Però c’è un terreno nuovo, donato già due anni fa da una banca dominicana, con la finalità di costruire una chiesa nella parte più bassa della parrocchia. Per la gente la notizia di questo nuovo e forte impegno della chiesa genovese è stata accolta con l’entusiasmo più grande, perché la presenza di una chiesa, con i suoi locali parrocchiali, significa possibilità nuova per la pastorale e per la carità.

I lavori della chiesa nuova saranno affiancati dall’ampliamento della zona dove si trova l’attuale centro parrocchiale: un terreno al lato della tettoia che vi dicevo è estremamente necessario perché la vita parrocchiale continui ad avere un respiro, e stiamo cercando di comprarlo. Per questo vi chiedo soprattutto una preghiera, in modo che le trattative ci conducano a condizioni che ci permettano di realizzare l’acquisto.

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La visita del card. Bertone ha visto anche l’inaugurazione consultorio nuovo. I lavori di costruzione della nuova struttura sono durati quasi un anno. Abbiamo abbandonato i vecchi locali attigui alla parrocchia di Santa Margarita, e sono stati costruiti i nuovi nel giardino della casa. Chi è stato ed ha visto si è reso conto che la nuova struttura è funzionale, ampia ed aperta a progetti futuri.

Ebbene, il 9 Settembre ha visto, oltre al nostro arcivescovo, anche la presenza del card. López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo, e dell’Ambasciatore Italiano, dott. Giorgio Sfara. Molta gente è intervenuta al solenne atto di inaugurazione, per la gioia di noi preti e delle nostre suore, che lavorano in prima persona nel dispensario.

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Ma il 2004 era anche l’Anno dell’Acqua. Già dalla metà del 2003 in diocesi si era pensato di celebrarlo con la realizzazione di varie opere legate all’acqua nei vari continenti. Per l’America, sarebbe stato portare l’acqua a un piccolo villaggio di 250 famiglie, Duquesa, situato sul limite della parrocchia Santa Margarita.

Don Lorenzo si è messo con molto amore dietro alla realizzazione di questo progetto. Una prima idea di realizzare un pozzo profondo con una pompa per tirare su l’acqua è stato abbandonato per la concomitanza del deposito della spazzatura della capitale. Così si è valorizzato un acquedotto che fino a qualche anno fa portava l’acqua alla piccola comunità, ma che da parecchio tempo non è più in funzione per la rottura dei tubi.

Così, sotto la guida di don Lorenzo, si è realizzata una cisterna di più di 20 metri cubici, nella quale si accumula l’acqua che, intermittentemente, arriva dai vecchi tubi. Da lì, una potente pompa elettrica manda l’acqua verso Duquesa, che è situata su un piccolo altopiano, e che risulta circa 20 metri più in alto del punto dove arrivavano i tubi. Arrivando dentro al villaggio, alcuni rubinetti posti in punti strategici consentono alla gente di rifornirsi dell’acqua necessaria per bere, lavare e lavarsi. La gente della comunità ha aiutato negli scavi, nella messa in posa dei tubi, nella costruzione della cisterna. Cosicché all’impegno della chiesa genovese è corrisposto un impegno anche della comunità locale. Varie persone hanno lavorato vari giorni gratuitamente. Sono gli aspetti belli, che la vostra carità, e le offerte che moltissimi hanno mandato per questo scopo, rende possibili!

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Manca solo una cosa di cui parlare: la nuova ambulanza! Qualche anno fa, una generosa benefattrice ha mandato una somma ingente, perché la Missione si dotasse di un’ambulanza. La cosa è stata realizzata adagio adagio. Non è stato facile individuare il veicolo adatto, comprarlo, adattarlo. Don Lorenzo ha sudato sangue perché tutto fosse fatto bene. Purtroppo non ho foto, ma posso dirvi solo una cosa. L’ambulanza, non ancora inaugurata, ha fatto già due servizi, e Lorenzo ne è stato l’autista.

I prossimi passi da fare sono quelli per formare la comunità dei volontari: autisti, semi-infermieri, telefonisti, ecc. Grazie a Dio si è fatta avanti una associazione che raggruppa vari giovani del Guaricano, con desiderio di dare una mano. Le cose sono in via di definizione, e con l’aiuto di Dio e la vostra preghiera presto l’ambulanza sarà un servizio disponibile per tutti!

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Vi ho parlato poco delle suore. Attualmente sono in quattro.

Suor Modesta è adessa la più vecchia di permanenza nella missione: è arrivata sei anni fa insieme a me e a don Lorenzo. Svolge il suo lavoro nella scuola, insegnando religione nel turno del mattino. Lavora parecchio anche in casa, soprattutto facendo la grande spesa settimanale per la comunità. Inoltre porta avanti il Circolo Vocazionale della Parrocchia, e accompagna vari gruppi di giovani. Suor Modesta è così un punto di riferimento bello della vita di Santa Margarita.

Suor Blessila, in missione da tre anni, è arrivata insieme a Franco. Infermiera professionale, svolge la sua attività nel Dispensario Medico, dove passa le mattinate nella Farmacia e a contatto con il personale medico e paramedico. Silenziosa, lavoratrice, con i suoi scherzi rallegra la vita di casa.

Suor Cristina: di lei già vi ho detto che in aprile è arrivata e ha fatto la sua prima professione religiosa. I tre anni di formazione in Italia l’hanno irrobustita nella preparazione teologica, e la giovane età le rende facile dare la sua testimonianza di amore al Signore e di consacrazione a lui. Attualmente si dedica soprattutto allo studio della pedagogia nell’Università Cattolica di Santo Domingo, dove si prepara per il futuro lavoro nella nostra scuola.

Ultima arrivata, suor Serafina è una donna matura. Indiana, del Kerala (India) come Modesta e Blessila, porta la sua esperienza e la sua preparazione come infermiera. Svolge la funzione di superiora della comunità, e lavora nel Consultorio insieme a suor Blessila. Finora ha un po’ di difficoltà con la lingua (da pochi mesi è arrivata direttamente dall’India), ma la buona volontà è tanta e non tarderà a capire e farsi capire dai dominicani.

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Volevo fare un piccolo resoconto, mi è venuto più lungo del previsto. Ve ne chiedo scusa. Ma sento che in questa maniera mi comincio a “sdebitare” con tanti fratelli e sorelle che hanno sentito come propria, perché di tutta la comunità diocesana genovese, la Missione del Guaricano.

Come avete potuto leggere, l’amore di Dio mette le ali alla carità. Dove dei cuori amano insieme a Cristo, sbocciano i fiori e nascono i miracoli. Quando l’evangelizzazione accompagna la promozione umana, i cuori si aprono a Cristo e le famiglie e le persone guariscono da cancrene pericolose. Gesù è l’unica salvezza, e con il vostro aiuto ci sforziamo di portarlo a tutti. Sappiamo che anche voi, nella nostra amata Genova, vi sentite impegnati per realizzare questo compito meraviglioso. Con l’aiuto di Dio, tutti cerchiamo di portare avanti quest’opera, certi delle parole di Gesù: “Andate e annunciate il Vangelo a ogni creatura. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 28,16).

Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

È stato molto bello! Wendy e Danielito hanno presentato i loro temi in maniera molto semplice e concreta.

Il personale c’era tutto: mancava solo Victor, il maestro evangelico, che da quando è iniziato l’anno nuovo si è messo in testa che se non ne ha voglia non viene a scuola.

Un grazie grande al Signore e a tutti quelli che ci hanno accompagnato con la preghiera!!!

Avremo il ritiro della scuola serale, stasera, dalle 6 e mezza alle 9.

Vi chiedo una preghiera!

Lo daranno Wendy e Danielito, che sono la coppia che ci ha aiutato per un anno a far partire la pastorale del SINE.

10:21 pm

A comprare…

La giornata di oggi me l’ho passata comprando i prezzi dei pc che finanziamo ai professori della scuola.

Visto che la spesa generale si aggirava sui 250,000 pesos (circa 11,600 euro) non mi sono fidato a mandare qualcuno.

Il risultato è che ho dovuto perderci un sacco di tempo, perché dei pezzi non me li stavano dando come li chiedevo, e ho dovuto darli indietro e cambiarli, ecc.

Risultato: tre ore stamattina e due ore oggi pomeriggi.

Per lunedì mi rimane da comprare le stampanti.

Con il fondo prestiti della parrocchia abbiamo finanziato la compra di computer per i maestri della scuola.

L’occasione è venuta perché il Ministero dell’Educazione ha lanciato un’iniziativa analoga, ma ci siamo resi conto che nonostante lo stato regali 5,000 pesos (un computer costa adesso al dettaglio sui 25,000), con il finanziamento a tre anni il costo era molto superiore a quello che sarebbe costato comprando noi all’ingrosso e mettendo insieme i pezzi.

Di fatto il computer gli viene a costare a questa maniera 16,000 pesos, più quasi 1,000 di contributo spese del fondo, più 500 che gli prende un professore per metterglieli insieme, installargli il software, e stare dietro alla garanzia (se un pezzo si rompe bisogna andare da chi l’ha venduto per la riparazione o il cambio).

In tutto sui 17,500 pesos (circa 625 dollari, 480 euro), che pagheranno in 24 mesi.

Beh, sono contento che gli facciamo risparmiare un po’ di soldi. Ultimamente, gli stipendi dello stato sono letteralmente da fame. Un professore laureato che lavora mattina e pomeriggio guadagna 11,000 pesos al mese (circa 393 dollari, 303 euro).

La scoperta a cui mi riferisco qualche giorno fa nel contributo Scoperta! del 9 di questo mese è stata un abbaglio.

Ho parlato con il ferraio, e mi ha fatto vedere che non è vero che le serrature si incantano se montate al contrario.

Meglio! Avanziamo di fare un lavoraccio inutile!

Stando qui bisogna imparare a capirsene di tutto.

Una cosa di cui non sapevo niente erano i filtranti: buchi che si fanno nel terreno, incamiciati con tubi di 8″ di diametro, perché l’acqua piovana che non si può far uscire da un terreno in orizzontale se ne vada nel sottosuolo.

Ne abbiamo fatto uno nel 2001 nel nuovo terreno della scuola, perché è più basso del livello della strada, e ci si è già tappato due volte.

Stamattina l’abbiamo scoperchiato, e abbiamo dovuto constatare che è pieno di fango. Sto quindi cercando un’appostito camion (ci sono molte ditte che fanno questi lavori) per stapparlo un’altra volta. Ci costerà sui 4-5,000 pesos (circa 125 euro).

Dobbiamo però anche inventarci un sistema perché non si tappi più tanto alla svelta.

Se il Signore ci aiuta tra pochi giorni dovremmo avere un laboratorio di scienze per il liceo.

Sembra che ce lo fornisca un programma che si chiama forciencia (per la scienza) del ministero dell’educazione.

Ho parlato stamattina con l’incaricata del programma, e sembra che ci farebbe avere un laboratorio messo insieme a partire da pezzi appartenenti a laboratori che non si potevano consegnare interi perché gli mancava o si era rotto qualcosa.

Oggi pomeriggio devo fare la richiesta e mandarla subito.

L’incaricata mi ha detto che qualche settimana fa era stata nella nostra parrocchia per una messa di una defunta, e che era stata ben impressionata.

Il Signore fa bene le cose!

Mattina e pomeriggio abbiamo avuto il ritiro di avvento per tutto il personale della scuola: direzione, maestri, bidelle, portieri. C’erano tutta la primaria e il liceo. Con la serale lo faremo un altro momento.

L’abbiamo dato io (il primo tema del mattino) e Joseín, un uomo della parrocchia di Constanza, gli altri tre.

Abbiamo messo a fuoco sia di mattino che di pomeriggio prima il carattere generale del tempo liturgico, e poi un aspetto particolare.

I temi ci sono venuti proprio belli, si vedeva il gusto nelle facce di tutti.

C’è stato anche un momento in cui ci siamo scambiati un abbraccio pieno di affetto.

Questo ritiro è stato un grande dono del Signore per noi!

9:05 pm

Scoperta!

Oggi ho scoperto che la metà delle serrature saldate alle porte della scuola è montata alla maniera sbagliata.

Le serrature in questione sono delle Yale italiane, che le vendono in due versioni, per porte che si aprono a destra e per porte che si aprono a sinistra. In soldoni la metà delle serrature sono sbagliate, e quindi sono messe a testa in giù.

Conseguenza: ogni tanto si incantano, e oltre al fastidio di non poter entrare bisogna chiamare il fabbro, il quale con tutta probabibilità non conosce il particolare dei due tipi di serrature.

Mi sono accorto del problema perché ho comprato 8 serrature per le nuove porte dell’ultimo piano costruito, e dal ferramenta mi hanno spiegato la cosa. Ho potuto comprovare subito che la serratura messa a testa in giù si incanta una volta su dieci.

Adesso devo vedere come risolvere il problema…

9:29 pm

Giornata bella!

La giornata di oggi è stata bella:

– Abbiamo potuto parlare e capirci con i professori sull’ora in più che dovevano coprire.

– Abbiamo fatto la riunione con la Associazione di Genitori del Liceo sull’idea dei corsi di Linux.

– Abbiamo visitato la Fondazione Codice Aperto, e sia i tre studenti che il papà che è venuto sono rimasti entusiasti.

– Di pomeriggio nella riunione degli Animatori di Comunità di Base abbiamo lanciato la nuova serie di incontro sulla non violenza.

– Sono stato al novenario della mamma di Féliz, un giovane che prima di “sposarsi” era nel gruppo giovani di Jacagua, e che adesso si sta riavvicinando.

– Infine sono stato alla Celebrazione ella parola del Mercadito (settore Emmaus), dove ho avuto la possibilità di esortar tutti a viverla come un momento per avvicinare le persone alla chiesa.

– Dopo mangiato, ho lavorato una mezz’oretta sull’articolo Liguria di Wikipedia.