Contributi nella categoria 'Chiesa domenicana'

Stamattina ho potuto presiedere l’Eucaristia alla Divina Misericordia. La gente mi sembrava meno del solito, ma forse è perché siamo in estato e ci può essere gente in vacanza. Accoglienza festosa, tanti abbracci pieni d’affetto.

Poi, alle 9.30, la Messa dei giovani a Santa Margarita. Come sempre, inizio Messa con poca gente, ma alla predica ce n’erano molti di più. Il Vangelo parlava della moltiplicazione dei pani, e da noi c’è stata invece la moltiplicazione della gente!

Stasera avremo la Messa dei nove giorni di lutto di Lorenzo in casa, la presiederà padre Cecilio Sosa, che è nostro amico (mio, di Lorenzo, delle suore) fin da quando era in seminario. E si fermerà a cenare e a dormire da noi.

La comunità della missione a Higüey con il pellegrinaggio zonaleTutte le parrocchie della nostra zona pastorale eravamo oggi in pellegrinaggio a Higüey, il santario nazionale della Madonna dell’Altagrazia.

Ogni parrocchia ha portato dai cento ai trecento fedeli. Molti di loro sono persone impegnate in una vita di chiesa attiva, altri sono persone che vanno al santuario a “compiere” una promessa fatta: per esempio, c’è chi ha promesso portare a Higüey suo figlio se fosse guarito; chi lo ha promesso per trovare lavoro; ecc. C’è tutta una varietà di situazioni che esprimono una ricchezza di fede del popolo, una fede da purificare, certamente, ma un valore grande da mantenere.

Il settore che ha risposto più di tutti è stato il settore San Ramón, che è la zona dove è nativa suor Cristina, e che ormai è la nuova parrocchia di Santa Virginia. Di là sono andate più di cento persone!

L’organizzazione pratica è stata in mano dei due diaconi, Marcial, alla Divina Misericordia, e Juan Luis, a Santa Margarita. Direi che entrambi se la sono cavata bene!

I parroci della zona presenti a HigüeyE un altro aspetto buono di questo pellegrinaggio è quello della solidarietà: con una parte di quanto è avanzato della vendita dei posti degli autobus si finanzieranno alcune necessità primarie delle parrocchie della zona più povere, tipicamente le parrocchie più nuove. Dovrebbero raccogliersi circa sessanta mila pesos (circa 1,250 euro), che non sono molti, ma che aiuteranno a risolvere qualcosa di necessario. Aiutanto la chiesa locale a crescere.

Tenendo presente che avevamo del riso donato da far arrivare al seminario prefilosofato, ho approfittato per accompagnarvi Heriberto, il mio figlioccio.

È stata un’occasione bella per chiaccherare un momento con il padre Cecilio de los Santos, che è l’attuale rettore di quel seminario. È un fratello prete che stimo tantissimo, perché esprime con la bocca e realizza nella vita una disponibilità molto bella al Signore, un’obbedienza concreta al vescovo che in nove anni di ministero l’ha già portato a cambiare cinque realtà diverse, e non per voler cambiare lui, ma perché il vescovo glielo chiedeva. Tutte le volte ha detto un sì pieno di generosità al Signore.

È un prete che considero un prete modello. Un prete al quale c’è da augurare che diventi vescovo!

A Puerto Plata, tutti insiemeSpenti ormai i riflettori della folla della Messa di Consegna, il giorno di oggi ha avuto un carattere comuntario, o meglio, “familiare”.

Abbiamo preso su con le suore e ci siamo diretti verso Puerto Plata, dove la teleferica di costruzione italiana ci ha portato a un parco naturale soprelevato di 800 metri da cui si domina (se non ci sono le nuvole basse e una pioggia insistente come quelli che abbiamo trovato noi) tutto il litorale del centro turistico di Puerto Plata.

In pratica, come avrete capito, la vista non ce la siamo goduta. Anche il momento del pranzo, preparato con tanto amore dalle suore prima di partire, è stato in un posto umido dove non ci si poteva quasi sedere, ma ciò non ha impedito che la gita sia stata per ognuno di noi un momento molto bello e piacevole.

A differenza degli ultimi tempi, in cui non riuscivo neppure a concepire l’idea di mettermi in viaggio, oggi il Signore mi ha messo un desiderio bello di condividere questo momento con don Lorenzo e con le nostre care suore. Tra l’altro è stata la prima volta che siamo usciti con la presenza di suor Paolina, che è qui solo da alcuni mesi ma che si è già fatta amare tanto, e non solo da noi, ma anche da tutti quanti l’hanno conosciuta.

Le suore nel parco in cima alla teleferica di Puerto PlataLa teleferica è effettivamente qualcosa di bello, merita prenderla nonostante le condizioni non siano state per noi buone. E in cima c’è un ambiente al tempo stesso selvaggio e ben curato, nel cuale abbiamo passato buona parte dell’ora di mezzogiorno.

Suor Cristina con l'L’ultima parte della giornata è stata dedicata al malecón di Puerto Plata, dove si alternano tratti di spiaggia e roccie coralline simili a quelle presenti sul litorale vicino alla capitale. Ed è stato bello anche giochicchiare agli effetti speciali con la macchina fotografica.
Prima del ritorno la visita d’obbligo alle suore del monastero della Visitazione. Con loro la nostra comunità missionaria ha un rapporto bellissimo. Dal 1999, anno in cui io e le suore siamo stati da loro per un ritiro di quattro giorni, fino all’estate scorsa, in cui suor Serafina ha passato una settimana con loro in silenzio, tutti gli anni hanno ricevuto nostre visite. E è stata la Missione che ha regalato loro la campana che scandisce i loro ritmi di preghiera.
Con le suore del monastero della Visitazione di Puerto PlataL’incontro è stato quindi una cosa molto bella e significativa. Soprattutto suor Modesta, suor Blessila e suor Cristina hanno con loro un rapporto estremamente vivo e attento, e da parte loro le monache ci hanno accolto, come sempre, con grande gioia. Una cosa bella che abbiamo trovato è che rispetto all’ultima visita la comunità è più piccola: ed è una cosa bella (checché possiate pensare) perché la ragione è che hanno aperto una fondazione a Higüey, e per questo la comunità si è sdoppiata.

Il ritorno in macchina è stato ancora sotto l’acqua, ma grazie a Dio non ha avuto inconvenienti. È stato, come tutti gli altri momenti di questo viaggio, un condividere sereni e contenti la gioia di essere comunità unita in Cristo!

Grazie per questa comunità, Signore! Mi mancherà quando sarò a Genova!

P.S.: In molte foto suor Cristina non si vede perché è dietro alla macchina fotografica!!!

Con mons. Cedano nella Messa di Consegna e SalutoDopo il saluto del Nunzio, ieri sera in cattedrale, oggi è toccato a me e a don Lorenzo.

In una Santa Margarita ben piena di gente delle due parrocchie, mons. Pablo Cedano, vescovo ausiliare, ha effettuato l’atto di ricezione delle due parrocchie di Santa Margarita e della Divina Misericordia da parte della Missione Genovese.

Questa Messa ha segnato quindi la conclusione “formale” del lavoro della Missione della nostra Arcidiocesi di Genova in Guaricano.

Ho usato l’aggettivo “formale” perché in realtà né io né Lorenzo ce ne andiamo domani, sarà probabilmente verso fine mese. Io ho da finire di mettere a posto un bel po’ di cose, soprattutto a livello di resoconti economici e altre faccende amministrative. Mentre che a livello della pastorale mi ero organizzato perché in questi giorni potesse già lavorare il successore o i successori, che saranno del clero diocesano di Santo Domingo.

In realtà i nuovo preti non ci sono ancora. Nella Messa mons. Cedano ha detto che probabilmente uno di loro è stato individuato, ma che bisogna risolvere il problema di chi lo va a sostituire, e di chi sostituisce il sostituto, ecc. E che però ha fiducia che per la domenica 13 possa essere già in parrocchia.

Il gruppo dei preti e diaconi presenti alla Messa di SalutoCi ha accompato il padre Ramón Suero, vicario zonale, il padre Abraham insieme a un amico francese che era in visita da lui. C’erano Marcial e Juan Luis, i nostri diaconi, due diaconi transitori e molti chierichetti sull’altare. Non mancavano i nostri seminaristi, sempre attenti e presenti nei momenti importanti così come in quelli meno significativi.

Mons. Cedano ha parlato della riconoscenza dell’Arcidiocesi di Santo Domingo per il lavoro portato avanti dalla missione, prima con don Lino e don Giulio, per continuare con il sottoscritto, don Lorenzo e don Franco.

Al momento della presentazione dei doni è stata portata all’altare una bandiera dominicana, che è stata subito dichiarata di mia proprietà perché in un gesto istintivo me ne sono fasciato il corpo, come segno di affetto per questo popolo in mezzo al quale ho lavorato per nove anni. E lo stesso ha fatto don Lorenzo alla fine della Messa, strappando l’applauso dei fedeli commossi.

Alla fine ho avuto modo di chiedere scusa per tante piccole e grandi situazioni dove ho mancato verso questo o quello.

Molti abbracci dopo la Messa, per molti venati dalle lacrime. Personalmente in questi momenti non sento tanto la tristezza quanto la gioia di continuare a servire da un’altra parte.

Marcial ha provveduto a preparare un piccolo rinfresco per i due consigli pastorali delle due parrocchie, e con questo si è conclusa in bellezza la serata.

Ho sentito, e credo che pure Lorenzo l’ha sentito, il calore umano del popolo del Guaricano. L’hanno espresso, con la loro presenza e con vari piccoli segni tangibili. Partirò da qui con il cuore gonfio di affetto ricevuto e dato, segno entrambi dell’affetto del Signore verso di me.

La Messa di saluto del Nunzio ApostolicoIl nunzio apostolico in Repubblica Dominicana, mons. Timothy Broglio, è stato nominato Ordinario Militare negli Stati Uniti, e presto partirà da qui.

La comunità cattolica del paese gli si è stretta attorno stasera nella cattedrale, presenti tutti i vescovi dominicani, una trentina di preti di tutte le diocesi e un buon numero di laici.

Le cose che più mi hanno colpito sono state due:

  • La predica di mons. De la Rosa, arcivivescovo di Santiago, che ha messo in evidenza la duplice funzione svolta da mons. Broglio: nunzio presso lo stato dominicano e delegato apostolico presso la conferenza dell’episcopato dominicano. Mons. De la Rosa ha fatto emergere il lavoro che come delegato apostolico mons. Broglio ha realizzato dietro le quinte, e che l’episcopato tutto ha molto apprezzato.
  • Le parole di saluto finale del nunzio, semplici, ma dette col cuore, chiedendo anche perdono per le infedeltà con cui ha realizzato la sua missione. Lo stile semplice e familiare è arrivato al cuore di tutti, e ha strappato un applauso scrosciante.

L'abbraccio affettuoso a mons. Timothy BroglioE di fatto anche la nostra missione si è sentita molto vicina a questo nunzio. Don Franco amava ripetere che mons. Broglio è una persona che riconcilia con le istituzioni. Di fatto anch’io posso dire che se la parola “nunzio” non è più per me solo una funzione si deve alle attenzioni e alla disponibilità che mons. Broglio ha avuto verso le nostre parrocchie: è venuto molte volte in questi sei anni del suo ministero, a volte per le cresime, altre per feste patronali, altre per celebrazioni particolari, come quando l’anno scorso in novembre ci ha accompagnati nella marcia per la vita contro l’aborto e ha celebrato la Messa conclusiva.

Un grazie grande a te Signore, per questo tuo servo e per quanto ci hai fatto amare la Chiesa attraverso di lui!

Il nostro ultimo “impegno” festaiolo è stata la cena della Zona Pastorale di Villa Mella (qui si chiama zona pastorale l’equivalente dei vicariati di Genova), che era per i preti (come sempre), per i diacono permanenti con le rispettive mogli (come già da qualche anno), e quest’anno anche per i ci coordinatori parrocchiali del piano pastorale.

Don Lorenzo e Carmen alla cena della Zona PastoraleIl “risultato” è stato il seguente: i diacono c’erano tutti (o quasi), con le rispettive mogli; i laici coordinatori del piano pastorale c’erano (quelli delle parrocchia che le anno, in pratica ce n’erano sette o otto su ventisei parrocchie che ha la zona); i preti erano praticamente assenti: oltre al vicario di zona e il suo curato c’eravamo io, don Lorenzo, il padre Hipólito, e quasi alla fine sono arrivati i padri Nelson e Candelario, in tutto sette, assenti quattordici. Mancavano tutti i neo catecumenali (sono cinque nella zona), che celebrano l’Eucarestia delle loro comunità a partire dalle otto di sera, e altri preti diocesani che apparentemente non si sono scusati.

Alla cena natalizia della Zona Pastorale con il padre Nelson e il padre CandelarioIn prospettiva pastorale è stato una cosa abbastanza deprimente. Personalmente l’ho vissuto come un momento bello che ho condiviso con i nostri diaconi e mogli e con Carmen e Cristino, incaricati del piano pastorale delle due parrocchie.

Adesso, in effetti, ricordo che anche l’anno scorso la partecipazione di preti fu molto scarsa: si era preparato per trenta persone e c’eravamo solo dodici, e la maggior parte del cibo se l’è portata a casa la gente.
L’impressione è che per il futuro la zona dovrà cercare formule diverse, se vuole che a questi momenti partecipino i preti.

Il tradizionale pranzo natalizio del clero di Santo Domingo si è svolto anche quest’anno alla Escuela de Evangelización fondata dal padre Emiliano Tardiff. I preti presenti erano un’ottantina, e c’era il cardinal López Rodríguez e il vescovo ausiliare Pablo Cedano. Mancava stranamente il vicario generale, mons. Amancio Escapa, così come non si è visto il vescovo ausiliare emerito, mons. Arnaiz.

Lo svolgimento di questi momenti è abbastanza risaputo: si arriva e ci si gode un concerto dal vivo di musica cristiana con vari cantanti, dopodiché le parole di rito, che sono toccate al cardinale, e si finisce in gloria mangiando.

Il cardinale tra le altre cose ha menzionato il fatto che la missione genovese se ne sta andando, e ha ringraziato pubblicamente per l’opera svolta, facendo menzione di don Lino, don Giulio, don Franco, don Lorenzo e del sottoscritto.

Quando ha finito di parlare gli ho poi chiesto se ha già trovato chi sarebbe venuto a sostituirmi, ma la risposta è stata ancora negativa. In compenso con l’ausiliare ci siamo messi d’accordo per fare la consegna del mio mandato giovedì 3 gennaio alle sei di sera.

Naturalmente aspetto anche tutti voi. La vostra presenza sarà per me fonte di gioia!!!

Sembra che una parrocchia della città ha ricevuto una grossa donazione in generi alimentari a causa della tormenta della settimana scorsa, e ha contattato varie parrocchie per “smaltirla”. Hanno chiamato anche noi, e stamattina il nostro diacono, Marcial, è andato a ricevere il donativo.

Grazie, Signore!

La serata mi è passata confessando ad America Latina, la parrocchia principale di Sabana Perdida.

C’eravamo pochi preti, ma effettivamente non è che ci fosse bisogno più di tanto. In Avvento la gente non si confessa granché, si confessa di più in Quaresima.

Se non che quando stavo confessando l’ultima persona (e vari altri preti se n’erano già andati), è arrivato uno stuolo di ragazzini accompagnati dalle loro catechiste. Ho dovuto combattere con me stesso per prendere serenamente la cosa. Lo stesso parroco se n’era andato e non è tornato perché aveva una riunione.

Con l’aiuto del Signore sono riuscito ad accettare l’inconveniente di essere rimasto praticamente solo, e ho anche ricevuto la gioia di alcune confessioni molto belle.

È proprio vero che non si può mai perdere la pazienza, a volte queste situazioni riservano sorprese.

Grazie, Signore!!!!

Il seminario di Pastorale Educativa che avevamo in programma per stamattina è sfumato per mancanza di partecipanti.

Non era per la parrocchia, ma per tutte le parrocchie della zona pastorale, per accompagnare la nascita delle commissioni parrocchiali di pastorale educativa.

Sembra che in questi giorni vicini al Natale la gente lasci perdere tutto quello che si fa ordinariamente, per dedicarsi a pitturare la casa e a mettere a posto tante cosette.

in compenso abbiamo potuto fare la programmazione della commissione per l’anno prossimo, la consegnerò presto al Vicari di Zona per dare continuità al lavoro.

Anche per questi insuccessi: grazie, Signore!

P.S.: qui l’Immacolata non è di precetto.

Stasera, alla Settimana Giovanile, è stata la vosta del cardinal Nicolás López Rodríguez, nostro arcivescovo qui a Santo Domingo.

Ha parlato ai giovani della vocazione, presentando la testimonianza della forma in cui lui ha sentito la chiamata del Signore.

Come sempre ha suscitato un gran interesse. I giovani lo hanno ascoltato volentieri. Sono momenti in cui si trasmette amore alla chiesa attraverso la testimonianza bella di queste figure di pastori.

Grazie, Signore!

Dall’inizio di quest’anno il governo ha deciso di sostenere i dispensari cattolici con un’aiuto che viene dato alla Pastorale della Salute diocesana.

Il governo ha posto dei requisiti abbastanza forti sulle caratteristiche che devono avere le strutture, e chi è in regola con i requisiti riceve i fondi di provenienza governativa. Grazie a Dio noi siamo a posto.
La quota che ci è stata assegnata è di 300,000 pesos (6,000 euro) per tutto l’anno, e ci arriva in quattro quote trimestrali. Sono da spendere secondo certi canoni, e bisogna presentare rendiconto dettagliato di tutte le spese.

Oggi pomeriggio è toccato a me andare alla riunione mensile. Tra le altre cose ci hanno staccato l’assegno del trimestre scorso e ci hanno spiegato ulteriori modalità per i rendiconti. Riferirò a suor Blessila che si incaricherà fisicamente della cosa.

Il fatto è che su questo contributo del governo non si può contare, perché la stessa suora incaricata della pastorale della salute ci ha pregato di non sognare troppo: adesso il contributo c’è, domani non si sa.

In prospettiva comunque del fatto che il dispensario rimane in mano alle suore, senza gli aiuti della missione, questo contributo viene proprio bene.

Stamattina ho partecipato all’incontro d’Avvento del clero diocesano.

Dopo la Liturgia Penitenziale iniziale c’è stata la presentazione del materiale per programmare il prossimo anno pastorale. A prima vista mi sembra molto pesante, ma lo studierò con calma.

All’incontro del clero della zona eravamo abbastanza pochi: il vicario di zona, altri tre parroci (tra cui io), tre curati (tra cui Lorenzo) e quattro diaconi.

Credo che il totale dei preti della zona siamo circa quindici.

A parte il numero, abbiamo fatto il punto della campagna contro l’aborto, e soprattutto abbiamo organizzato le celebrazioni penitenziali d’Avvento. Tutte le serate, a partire dal 10 dicembre, le avrò impegnate confessando nelle varie parrocchie.

Il pranzo è stato offerto dalla parrocchia della Divina Misericordia. Leonidas e Isabel hanno fatto un sancocho memorabile! Complimenti!!!

La moltitudine dei catechisti di Santo Domingo

Come tutti gli anni si è celebrato oggi il Día del Catequista. Tutti gli anni vede la presenza di una numero molto elevato (tre/quattro mila) di catechisti di tutte le parrocchie dell’arcidiocesi.

L’incontro è struttato con un momento di formazione al mattino, e poi nel pomeriggio varie attività, e si conclude con la Messa.

Il tutto è montato molto bene, con tanto di strumenti audiovisuali che mantengono l’attenzione su quanto si sta dicendo.

Delle nostre parrocchie hanno partecipato una cinquantina di catechisti, la metà circa del totale. Probabilmente quanti non hanno partecipato hanno trovato difficoltà a stare fuori casa dal mattino alle cinque del pomeriggio. E in tutti i casi sono contento per quelli che hanno partecipato, anche perché parlando con loro mi hanno detto che hanno imparato molte cose.

Da parte mia mi sono unito alla Messa finale, che è stata presieduta dal cardinal Nicolás López, arcivescovo di Santo Domingo.

Toccava stamattina la riunione mensile con i laici della zona. Di per sé ci sono molte aree pastorali, per ognuna delle quali ogni parrocchia dovrebbe mandare un laico, ed ogni è accompagnata (in teoria) da un prete della zona. Dico “in teoria” perché la media dei preti presenti è di quattro su un totale di dodici. Il vicario di zona è sempre presente, e sta facendo un buon lavoro.
L’area di cui mi occupo è la pastorale educativa, aiutando le parrocchie ad avere una sensibilità verso i centri educativi del loro territorio.

Di ventotto parrocchie della zona ne avevo presenti solo quattro, ma abbiamo approfittato per mettere in programma un momento di formazione che possa aiutare a partire le parrocchie che ancora non l’hanno fatto.

E comunque la maggior parte del tempo l’abbiamo passata riuniti tutti insieme, ascoltando le lamentele che molti laici aveveno circa il fatto che il loro parroco non ha voglia di mettersi dietro a questo lavoro zonale, che altri preti come molti laici snobbano il terzo piano pastorale, ecc. Pur nello stile lamentativo è stata positiva, perché è andata a finire sul discorso “più che lamentarci facciamo quello che è alla nostra portata”, che spero che tutti i presenti abbiano fatto suo.

Visto che ormai è di dominio pubblico, anche qui, che la nostra missione parte, a fine anno, fa piacere ricevere da tanti confratelli espressioni di ringraziamento per l’opera realizzata dalla diocesi di Genova, e altrettanti confratelli chiedendo se è possibile chiedere una proroga.

E, al di là di questo, questi giorni sono per me la scoperta gioiosa che tanto il cardinal Nicolás come i vescovi ausiliari, come il vicario per il clero, come il vicario di zona, tutti stanno valutando e pensando quale può essere la maniera migliore di portare avanti il lavoro svolto da noi.

L’idea generale è che nella nostra casa viva una comunità di preti diocesani che si incarichino di tutte (ormai sono già cinque) le parrocchie del Guaricano. Nel frattempo, si sta cercando un prete che abbia capacità e voglia di buttarsi nel lavoro della scuola, che viene riconosciuto come una cosa importante, che non si può permettere che si perda. E anche questo mi fa percepire ancora di più l’apprezzamento per il lavoro di Genova.

Andiamo via, ma abbiamo lasciato una traccia. E la Chiesa di Santo Domingo ce lo riconosce.

Grazie, Signore!

Visto che ormai è di dominio pubblico, anche qui, che la nostra missione parte, a fine anno, fa piacere ricevere da tanti confratelli espressioni di ringraziamento per l’opera realizzata dalla diocesi di Genova, e altrettanti confratelli chiedendo se è possibile chiedere una proroga.

E, al di là di questo, questi giorni sono per me la scoperta gioiosa che tanto il cardinal Nicolás come i vescovi ausiliari, come il vicario per il clero, come il vicario di zona, tutti stanno valutando e pensando quale può essere la maniera migliore di portare avanti il lavoro svolto da noi.

L’idea generale è che nella nostra casa viva una comunità di preti diocesani che si incarichino di tutte (ormai sono già cinque) le parrocchie del Guaricano. Nel frattempo, si sta cercando un prete che abbia capacità e voglia di buttarsi nel lavoro della scuola, che viene riconosciuto come una cosa importante, che non si può permettere che si perda. E anche questo mi fa percepire ancora di più l’apprezzamento per il lavoro di Genova.

Andiamo via, ma abbiamo lasciato una traccia. E la Chiesa di Santo Domingo ce lo riconosce.

Grazie, Signore!

Rimango sempre meravigliato, quando partecipo a questi ritiri, di vedere la gioia di tanti volti di confratelli, contenti della loro vita e del loro ministero.

E ringrazio il Signore perché anche a me da la gioia di servirlo e di servire la chiesa.

Questo ritiro sacerdotale mi fortifica nella mia vocazione. E anche il fatto che lo stia predicando il cardinal Nicolás mi fa sentire la vicinanza di questo pastore.

Con mons. Amancio Escapa, vescovo ausiliare di Santo DomingoOggi pomeriggio, prima di iniziare l’istruzione, gli ho messo in mano la mia macchina fotografica, e mi sono fatto fare una foto con il vescovo ausiliare (la potete vedere qui al lato). Istintivamente tutta l’assemblea sacerdotale si è aperta in un sorriso colmo di semplicità, allo scoprire l’umorismo di un cardinale che fa una foto a un vescovo e a un prete. E ho benedetto il Signore per questa situazione in cui mi trovo a vivere.

Grazie, Signore!

8:31 pm

Al ritiro

Dal ritiro vi aggiorno sulla situazione.

Dei 150 preti diocesani, neocatecumeni e religiosi che lavorano in diocesi ci siamo circa cinquanta o sessanta. L’assenza di vari si spiega probabilmente con l’impegno di aiutare la gente alluvionata. Altri… boh.

A dare il ritiro c’è il cardinal Nicolás, il quale si sta basando sul documento finale della Quinta Conferenza di Aparecida. È l’occasione per leggere un testo che probabilmente sarebbe rimasto in molti cassetti, ed effettivamente ha spunti molto belli e importanti.

1:52 pm

Ritiro

Oggi cominciava il ritiro del clero diocesano, per terminare venerdì.

Avevo in programma di andare, ma da ieri sera ho la febbre. Spero di rimettermi in sesto presto.

Oggi pomeriggio l’arcidiocesi di Santo Domingo ha vissuto un momento bellissimo, testimoniando il suo amore alla vita dei più piccoli: da tutte le duecento e più parrocchie ci siamo radunati nel Malecón, dove abbiamo camminato e poi celebrato l’Eucaristia presieduta dal card. Nicolás López Rodríguez.

La pioggia, caduta insistentemente (è da due giorni che piove giorno e notte) non ha impedito che si riunisse molta gente, forse un totale di 4/5.000 persone, all’insegna dell’affermazione del valore della vita umana fin dal concepimento.

La cosa che più colpiva, soprattutto noi italiani, è il rifiuto categorico e chiaro dell’aborto. “Sì alla vita, no all’aborto”, “se vi avessero abortito non sareste diputati” (in spagnolo fa più rima che in italiano: “si les hubieran abortado, no serían diputados“) gli slogan più gridati durante la camminata.

Il card. López Rodríguez, dal canto suo, nell’omilia ha definito l’aborto barbarie e crimine. Ha denunciato chiaramente che chi promuove l’aborto nel paese son piccoli gruppi pinguamente finanziati da gruppi di potere stranieri.

C’erano la maggioranza dei preti e dei diaconi permanenti, e tre deputati, schierati contro l’aborto non per convenienza ma per il loro sistema di valori, hanno partecipato attivamente alla camminata e alla Messa.

La cosa però che più mi colpisce, qui, è vedere come la gente semplice non riesce a capire come si possa promuovere l’aborto. Al partire dalla parrocchia, l’autista di un autobus che ci accompagnava, una persona abbastanza slegata dalla chiesa, mi domandava come è possibile che ci sia chi sostiene che l’aborto sia un diritto.

Sono cose e situazioni che ti fanno domandare: ma chi è in verità sottosviluppato?!?

Come tutti gli anni, abbiamo partecipato numerosi alla cena benefica del seminario minore.

La cena in realtà è l’ultimo momento di questa attività, che si snoda attraverso qualche piccolo discorso del nunzio e del rettore del seminario, e che è allietata dalla musica cristiana di qualche buon cantante. Non manca mai qualcosa preparato dai seminaristi, e quest’anno la bella sopresa è stato vedere Elvis, il figlio di Bilma, che ha cantato da solista. Con buoni risultati! Complimenti, Elvis.

Ho avuto la gioia di scoprire anche che nel seminario minore c’è un ragazzo di Santiago el menor che è cugino di una famiglia abbastanza attiva a Santa Margarita.

L’unico piccolo inconveniente di questi momenti è quello di avvicinarsi al buffet per prendere da mangiare. Vari anni l’ho presa comoda e sono rimasto senza niente. Quest’anno mi sono messo in fila presto, ma i punti di distribuzione erano troppo pochi in proporzione alla gente presente, e c’è voluto venti minuti per arrivare a servirsi.

La terza giornata intera del nostro arcivescovo a Santo Domingo è stata in realtà una mezza giornata, perché all’inizio del pomeriggio aveva il volo per Cuba, per la visita alla missione sorella.

La esiguità del tempo non ha impedito a mons. Bagnasco incontrare la comunità parrocchiale della Divina Misericordia.

Mons. Bagnasco in visita al nunzio apostolico in Repubblica Dominicana, mons. Timothy BroglioMa soprattutto è stato il giorno dell’incontro con il nunzio apostolico, mons. Timothy Broglio. Con lui il dialogo ha toccato i temi della situazione della famiglia in Repubblica Dominicana. Riguardo a ciò, la visione del nunzio è stata realisticamente negativa: troppe fragilità, mancanza di un impegno serio, divorzi ripetuti.

Mons. Timothy Broglio ha espresso la soddisfazione per il lavoro portato avanti in questi anni dalla missione genovese, e ha provveduto a ringraziare la chiesa genovese nella figura del suo pastore.

L’aeroporto è stata la meta seguente, per continuare un viaggio all’insegna dell’impegno missionario di Genova.

Per me e per don Lorenzo questa visita ha significato molto. Gli apprezzamenti espressi dall’arcivescovo, insieme alla gioia di condividere qualche giorno con il nostro pastore, sono stati occasione di una grande gioia. A cui si è aggiunta la opportunità di conoscere più da vicino don Marco, e il gradito reincontro con don Stefano, dopo la visita da lui fatta con il card. Bertone tre anni fa.

Non ho mancato di ringraziare mons. Bagnasco per il tempo donatoci, e gli ho espresso che mi sento un prete felice, felice di sentire come compagno di viaggio il mio vescovo!

Grazie, mons. Angelo, per la sua visita. E grazie soprattutto a te, Signore!

La parrocchia di San Pablo de la Cruz sta vivendo anche lei in questi giorni la novena, e per stasera il parroco, il padre Ramón Ozuna, aveva chiesto a me di venire a presiedergli la Messa.

Tutto ok, a parte il fatto che il padre Ramón non si è fatto vedere (altri impegni? riposo? giorno libero?).

Non solo, ma i catechisti mi hanno detto preoccupati che venerdì ci saranno le cresime ma che i cresimandi non si sono ancora confessati, e che il loro parroco gli ha detto di farli confessare dai vari preti che is alterneranno nei giorni della novena.

Francamente queste cose sono completamente fuori dai miei criteri. E non è che “paese vai usanze che trovi”, perché in nessuna parrocchia di qui ho visto succedere queste cose. Credo che il problema sia un altro…

Dopo cena sono stato alla Escuela de Evangelización dove si chiudeva il fine settimana del Escoge, che è un’esperienza di annuncio della fede e della famiglia ai giovani.

Tra i partecipanti c’era Rosanna, la responsabile della Pastorale Giovanile delle due parrocchie, ed è stata una gioia per me condividere con lei e con tanti altri ragazzi questa esperienza bella.

Tra l’altro il Signore mi ha reso ancora più contento, perché a presiedere questa Eucaristia c’era un prete che qualche tempo fa era (mezzo?) in crisi, l’impressione è che sia sulla strada della ripresa.

Te lo presento, Signore, insieme a tutti i giovani che ti hanno incontrato nell’Escoge!

10:27 am

L’ecologia

Il tema su cui si lavoro in questo mese nella Comunitá Ecclesiali di Base è quello dell’ecologia: “La creazione è la tua casa: proteggila”. Nella riunione degli animatori abbiamo studiato insieme il primo dei temi di questo mese.
Come tutti i mesi, l’ufficio del Piano Pastorale prepara un libretto con molto materiale, sia per l’animazione della Messa della domenica, sia per gli incontri delle comunità.

È un cammino che si fa in tutte le parrocchie, per lo meno in tutte quelle che hanno piccole comunità.

Anche le radio cattoliche ricordano il tema mensile e contribuiscono con momenti di motivazione e di sensibilizzazione.

Questo piano pastorale è una vera ricchezza!

La chiesa dominicana sta portando avanti una forte battaglia per la vita, in un momento in cui ci sono tentativi nel paese di depenalizzare l’aborto.

Di fatto la legislazione dominicana è quella degli anni cinquanta, e non contempla, grazie a Dio, nessuna forma di aborto, che è tuttora illegale, e di per sé la legge prevede pene severe per i medici che lo praticano.

L’azione di lobby di ONG internazionali finanziate altrove sta cercando di far passare l’idea che si possa permettere l’aborto per lo meno in tre casi: pericolo per la madre, infermità del feto, incesto e violenza carnale.

La chiesa è sul chi va là, e il cardinale e altri preti influenti non perdono occasione per ricordare la sacralità della vita e per denunciare le manovre dall’estero per introdurre l’aborto nel paese.

Una cosa che ha costernato abbastanza è stata una dichiarazione del presidente della Camera, che ha detto pubblicamente la settimana scorsa di essere favorevole all’aborto, e che secondo lui non si può accettare che nasca un bambino il cui nonno sia anche suo padre.

A livello concreto, la chiesa cattolica si incontra felicemente in consonanza, su questo punto, con tutte le chiese evangeliche. E di fatto si sta preparando una marcia per fine ottobre, che avrà il fine di scuotere l’opinione pubblica e i mezzi di comunicazione. Per tale manifestazione si pensa che si uniranno anche gli evangelici, la qual cosa dovrebbe migliorare anche i rapporti tra noi e loro.

Le diocesi dominicane si stanno organizzando in maniera che i preti possano avere una pensione di vecchiaia.

C’erano stati dei tentativi, più o meno timidi, e poco trasparenti, che non avevano attaccato più di tanto. Ma adesso sembra che ci sono i numeri per cominciare sul serio. A partire da ottobre tutti i preti incardinati dovranno versare un minimo di 500 pesos allo stato per la pensione di legge, e altri 2,000 pesos al mese per un fondo complementare, che sarà gestito dalla conferenza episcopale dominicana, e che è pensato in maniera che con la rendita del capitale si possano pagare 10,500 pesos (valore attuale) mensili a chi supera i 75 anni di età.

I 2,500 pesos saranno pagati non dal prete stesso, ma dall’ente (parrocchia o altro) presso cui presta servizio, e saranno quindi una forma di responsabilizzare le comunità verso una faccenda che è di giustizia verso chi si dedica a loro.

Stamattina abbiamo appreso con piacere tutte queste cose in una riunione convocata in curia. I preti presenti erano forse la metà dei preti incardinati. Ma il passa parola arriverà, credo e spero, veloce e a tutti. Alla fine dei conti i preti non hanno che da guadagnare da questa iniziativa!

Alla riunione di stamattina delle commissioni zonali, le commissioni zonali non si sono riunite, perché l’arciprete, il padre Ramón Suero, ci ha fatto fare un ripasso di vari aspetti del Terzo Piano Pastorale.

Cose risapute, per lo meno per me che devo in parrocchia dirigere il processo, forse meno per i laici, e che per questo ogni tanto vanno ridette.

E comunque la “mia” commissione di pastorale educativa non si sarebbe riunita comunque, perché non c’era praticamente nessuno: tre parrocchie, su 25 che sono in tutto nella zona. Lavori aggiornati al mese prossimo!

Con il padre Isidro nella parrocchia di Nuestra Señora del AmparoÈ toccato a me stasera presiedere l’Eucaristia della novena della Guardia, nella parrocchia di Nuestra Señora del Amparo.

Il padre Isidro mi aveva chiesto di parlare della missionarietà e della missione genovese, e l’ho fatto, spiegando come la nostra missione sia nata sotto il manto della Madonna della Guardia. E come il cardinal Canestri ha voluto collegare l’apertura della missione al quinto centenario dell’evangelizzazione del nuovo mondo.

La gente ha apprezzato questo ricorso storico, ha ricordato loro tante cose, gli inizi con don Giulio, e il lavoro di don Lorenzo e di don Franco.

L'incontro delle commissioni parrocchiali di pastorale educativaAbbiamo avuto stamattina il primo incontro zonale di formazione per le nuove commissioni parrocchiali di pastorale educativa.

È già da più di un anno che stiamo lavorando con la commissione zonale di pastorale educativa, ed adesso otto parrocchie, una trentina di persone in tutto, hanno potuto ricevere questa formazione per iniziare il lavoro pastorale verso il mondo dell’educazione.

E veramente la Repubblica Dominicana vive una grande sfida, perché l’attenzione pastorale dalla parrocchia alla scuola è ancora molto povera, per non dire insignificante.

Con questo incontro di formazione abbiamo illustrato la necessità di fare un lavoro specifico con il mondo educativo, ed abbiamo offerto gli strumenti di base per iniziare a fare qualcosa. L’ultimo momento dell’incontro è stato l’inizio della programmazione del lavoro della commissione. Il tempo non è stato sufficiente, ma ogni commissione ha già fissato la data della prossima riunione.

Ho cercato di impostare il lavoro di queste commissioni parrocchiali in maniera che si mantengano in contatto con il parroco ma non dipendano dalla sua presenza (e a volte dai suoi umori).

Un complimento speciale alle parrocchie di Guaricano, che sono state quelle che hanno risposto in maniera più massiva!
Non siamo riusciti a chiarire perfettamente le idee a tutti, ma ho la speranza che attraverso la commissione zonale le cose diventeranno più chiare nei prossimi mesi.

E in cantiere bisognerà porre un altro incontro per le parrocchie assenti. Chiedo al Signore la grazia di poter far nascere la commissione in tutte e venticinque le parrocchie della zona.

Un’invito a una novena di festa patronale mi ha permesso di conoscere due realtà parrocchiali diverse dalle nostre.

La parrocchia dove ero invitato, Santa Maria Goretti, è una parrocchia un po’ meno povera della nostra, ma più immersa nella capitale. Nella sostanza, però, la vita della gente è abbastanza simile. Non ha parroco, c’è solo un diacono che fa tutto, e sembra bene visto che il cardinale non manda un prete.

L’altra è invece una parrocchia vicina, dove mi sono recato per salutare un prete amico, il padre Víctor Masalle. Lì ho scoperto un mondo nuovo. È una parrocchia prevalentemente di classe alta. La Chiesa è ben lussuosa, con banchi in preghiato mogano, ventilatori (quelli li abbiamo anche noi) e aria condizionata (noi non l’abbiamo), pavimento in marmo. Ma la cosa che più mi ha colpito è che la prima Messa della domenica è alle 12,15!

Domandando a un ragazzo della parrocchia precedente che mi accompagnava, mi ha detto semplicemente: i ricchi alla domenica si svegliano alle 10. È proprio un mondo diverso! A cinque kilometri dal Guaricano c’è una realtà completamente diversa!

Oggi pomeriggio la Chiesa Dominicana ha festeggiato (con qualche mese di distanza) il secondo anniversario dell’elezione di Benedetto XVI. Presente il Nunzio e tutti i vescovi del paese, si è celebrata una messa in ringraziamento e per chiedere l’assitenza del Signore per papa Ratzinger.

La partecipazione non è stata forte. Erano stati riservati un centinaio di posti per ambasciatori, consoli e loro seguito, ma sono rimasti praticamente vuoti.

Delle nostre parrocchie siamo andati una decina, comprendendo anche le suore.

Riunione straordinaria, stamattina, per portare avanti la preparazione del momento di formazione per le nuove Commissioni Parrocchiali di Pastorale Educativa.

È qualcosa di nuovo, che sembra il Signore ci aiuti a far nascere: l’idea è che in ogni parrocchia ci sia una commissione che porti avanti un lavoro in varie direttrici:

  • Aiutare i maestri cattolici a manifestarsi e a lavorare come tali nelle loro scuole.
  • Proporre ai Centri Educativi momenti di formazione e ritiri per il personale, soprattutto per i maestri.
  • Fomentare la pratica della preghiera all’inizio delle lezioni.

Il momento di formazione vuol far sì che i laici di queste nuove commissioni prendano l’iniziativa e organizzino momenti di formazione, in maniera che la chiesa sia protagonista all’interno delle scuole.

Se tutto va bene il momento di formazione sarà sabato 21 luglio nella mattinata. Qualcosa di nuovo comincerà nella nostra zona pastorale, “se il Signore vuole”!

Lo poniamo nelle tue mani, Signore Gesù!

8:21 pm

Corpus Christi

Le Messe del mattino non sono state granché affollate. Più precisamente, la gente se n’è stata a casa: presenti pochi di più di quelli che vengono a Messa tutti i giorni.

È la fatica di vivere le feste di precetto infrasettimanali. Non c’è l’abitudine.

Nel pomeriggio allo Stadio Quisqueya c’era invece una discreta partecipazione. Sono andate un’ottantina di persone di Santa Margarita e più di 150 della Divina Misericordia.

Una pioggia fitta al momento della comunione ha costretto a raccorciare i tempi della chiusura.

Il Cardinale, nell’Omelìa, ha parlato dell’Eucaristia, ed è poi arrivato a menzionare il clima di insicurezza generale in cui si vive per la violenza, i furti e gli assalti. Prendendo atto dell’incapacità delle autorità per mettervi un freno, ha invocato l’azione potente di Dio, chiedendo che faccia “mordere la polvere” a tutti i delinquenti. Cosa che ha strappato l’applauso della numerosa assemblea.

Stasera la Messa aveva il significato di presentare a Maria i lavori della Quinta Conferenza di Aparecida.

La Quinta Conferenza dei Vescovi di America Latina e del Caribe è terminata oggi con la formulazione di un messaggio finale ai popoli di America Latina e con la redazione di un documento finale da consegnare al papa perché ne formuli il documento per tutta la chiesa.
In sostanza i vescovi riuniti della Quinta Conferenza vogliono iniziare una nuova tappa pastorale caratterizzata da un forte ardore apostolico e da un maggior impegno missionario.

Il documento finale è articolato secondo lo schema vedere-giudicare-agire ed è articolato in tre grandi parti:

  • La prima parte s’intitola La vita dei nostri popoli. A sua volta è suddivisa nei capitoli: I discepoli missionari, e poi Sguardo dei discepoli missionari verso la nostra realtà. Analizza i complessi processi storici-culturali in atto in America Latina, e indica le grandi sfide di oggi, quali la globalizzazione, la ingiustizia strutturale, la crisi nella trasmissione della fede.
  • La seconda parte entra al vivo del tema: s’intitola La vita di Gesù Cristo nei discepoli missionari, e indica la bellezza della fede in Cristo come fonte di vita per chi si unisce a lui e percorre il cammino del discepolato missionario. I vari capitoli spaziano sull’allegria dell’annuncio del Vangelo, sulla vocazione alla santità che è di tutti, la comunione di tutto il popolo di Dio. Alla fine si prospetta un itinerario per i discepoli missionari che considera la ricchezza spirituale della pietà popolare cattolica, una spiritualità trinitaria, cristocentrica e mariana, e la necessità del puntare sulla formazione (iniziazione cristiana, catechesi permanente e formazione pastorale).
  • La terza parte s’intitola La vita di Gesù Cristo per i nostri popoli, ed entra alla realtà della missione della Chiesa in America Latina e nei Caraibi. La Quinta Conferenza ha formulato il proposito di rendere più missionaria la Chiesa, e per questo si organizzerà una Missione Continentale che avrà come protagonisti le diocesi e gli episcopati. A livello di priorità si riconferma la opzione preferenziale per i poveri che risale alla Seconda Conferenza di Medellín, e si promuove la giustizia e la solidarietà internazionale. Si promuove una cultura dell’amore nel matrimonio e nella famiglia, così come una cultura del rispetto della vita nella società. Si riaffermano quindi gli impegni di Puebla e Santo Domingo per l’evangelizzazione della cultura e per l’evangelizzazione inculturata, si trattano le sfide pastorali dell’educazione e della comunicazione, i nuovi aeropaghi e i centri di decisione, la pastorale delle grandi città, la presenza dei cristiani nella vita pubblica, e specialmente l’impegno cristiano dei laici in vista di una cittadinanza piena nella società democratica, la solidarietà con i popoli indigeni e afrodiscendenti, e un’azione evangelizzatrice che tracci itinerari di riconciliazione, fraternità e integrazione tra i nostri per formare una comunità regiongale di nazioni in America Latina e i Caraibi.

Il Documento vuole rinnovare in tutti i membri della Chiesa, convocati ad essere discepoli missionari di Cristi, “la dolce e confortante allegria di evangelizzare” (EN 80).

Da quella che si evince da questo documento la Quinta Conferenza rappresenterà, ancora più delle altre, un gran passo in avanti per i popoli del continente, verso un dinamismo missionari ancora più intenso: “La Chiesa esiste per evangelizzare” (EN 15).

Tra venti giorni ci sarà il matrimonio di Luis Alberto e Arlín, una coppietta di fidanzati molto tenera e carina.

Stasera abbiamo fatto la pratica, con il dialogo prematrimoniale e l’esame dei documenti. Tutto è quasi a posto.

Si prospetta un bel matrimonio, con alcune difficoltà legate a caratteri non facili nelle rispettive famiglie, ma nel complesso molto positivo.

Tra l’altro Luis Alberto e Arlín hanno fatto due corsi di preparazione al matrimonio: quello della parrocchia, e l’Incontro Cattolico per Fidanzati, che è un fine settimana lungo allo stile del Cursillo di Cristianità, ma rivolto non alla vita cristiana quanto alla vita cristiana matrimoniale. E che dopo il fine settimana prevede una continuità attraverso incontri periodici, ai quali Luis Alberto e Arlín, che pure vengono entrambi da una vita di parrocchia, partecipano con piacere.

Oggi è toccato alla nostra zona pastorale vivere l’adorazione eucaristica per la Quinta Conferenza dei Vescovi Latinoamericani di Aparecida.

La Conferenza è nel pieno dei suoi lavori (è cominciata il 13 e finisce il 31), e ogni giorno una zona pastorale dell’arcidiocesi si fa carico del sostegno della preghiera.

Nelle nostre parrocchie abbiamo programmato l’adorazione dalle 7,30 di mattina alle 7,30 di sera, per turni di un’ora, assegnati ai vari settori o gruppi parrocchiali.

Qualche turno è stato più pieno, altri più vuoti, ma la giornata è stata ben coperta in tutti gli orari. Persino dalle 12,30 all’1,30, che è l’orario più critico, c’erano una decina di persone.

Nella mattinata la parte del leone l’hanno fatta i ragazzi della scuola, che secondo le classi si sono avvicendati davanti all’Eucaristia.

L’ultimo turno della sera era quello dei giovani. I quali, come si sa, non sono facilmente coinvolgibili nella preghiera. Tra l’altro non c’erano Quica e Rosy, che hanno fatto l’adorazione nella loro parrocchia (Divina Misericordia), per cui i ragazzi erano mezzi allo sbando. Con molti di loro ho dovuto io farli stare zitti o in ordine o al loro posto. E però, alla fine dei conti, sono stato contento della loro partecipazione.

Nel pomeriggio, verso le quattro, ho dovuto fare un salto a Villa Mella, e ho potuto vedere che l’adorazione era molto più mal presa che da noi: l’avevano programmata solo dalle tre alle cinque, e non c’era quasi nessuno, non c’era esposizione dell’Eucaristia, la gente era abbandonata a sé stessa. Il confronto con la realtà nostra mi ha fatto sentire sanamente orgoglioso, o meglio, riconoscente perché la nostra gente sembra rispondere di più.

Grazie, Signore!

La riunione del clero della zona verteva oggi principalmente sulla Conferenza dei Vescovi Latinoamericani e dei Caraibi di Aparecida.

Secondo le indicazioni del vescovo, mercoledì prossimo faremo l’adorazione eucaristica tutte le parrocchie della zona con l’intenzione di pregare per la Conferenza.

Le nostre parrocchie la faremo dalle sette e mezza di mattina alle sette e mezza di sera, mentre da quanto si è detto nella riunione la maggior parte delle altre parrocchie faranno l’adorazione solo dalle tre alle cinque del pomeriggio.

Stamattina il Signore mi ha stupito con effetti speciali. La riunione zonale della Pastorale Educativa ha visto una partecipazione straordinaria. Intendo dire che c’erano molte più persone di quelle che mi aspettavo.

Tenete in conto che questa cosa della Pastorale Educativa è qualcosa che sta iniziando adesso. Più di un anno fa mi sono impegnato a farla nascere, e sembra che siamo vicini al giorno del parto. Fino ad adesso al riunioni mensili c’eravamo in tre/quattro/cinque: poche parrocchie, e con poca motivazione. Ma oggi, invece, le parrocchie rappresentate erano una decina (di 28 che ce ne sono nella zona pastorale), e i partecipanti avevano un bel desiderio di portare avanti la cosa.

L’intento di queste riunioni zonali della pastorale educativa è duplice:

  1. Cercare di far nascere le Commissioni Parrocchiali di Pastorale Educativa, che cerchino di dare attenzione pastorale alle scuole del loro territorio.
  2. Realizzare alcune attività di formazione a livello della zona.

Per quanto riguarda il primo filone, stiamo vedendo se possiamo fare un primo seminario per le nuove commissioni parrocchiali a fine giugno. Nella prossima riunione termineremo di definire la cosa.

Tale seminario rientra anche nel secondo filone. Dopo, in settembre, avremmo idea di proporre un seminario per direttori di scuole sulla Formazione Religiosa nei centri educativi. E, in novembre, vorremmo farne uno per i professori di religione sull’educazione sessuale.

Nel frattempo, i membri che si sono riuniti finora cercheranno di coinvolgere le restanti parrocchie, di scegliere, d’accordo con il loro parroco, i membri della futura commissione parrocchiale, e di visitare alcune parrocchie per far loro comprendere l’importanza della pastorale educativa.

Il fattore stupore che dicevo all’inizio si riferisce al fatto che ero andato alla riunione mezzo demotivato, ed è vero che il Signore mi ha stupito con effetti speciali.

Grazie, Signore!

Tutti i giorni nella Messa e negli incontri stiamo recitando la orazione che il papa ci ha consegnato in preparazione alla V Conferenza di Aparecida.

È molto bella, e ve la riporto, con la speranza che qualcuno si unisca a noi. Non preoccupatevi per lo spagnolo, si capisce direi senza problema. Eccola, quindi:

Señor Jesucristo,
Camino, Verdad y vida,
rostro humano de Dios
y rostro divino del hombre,
enciende en nuestros corazones
el amor al Padre que está en el cielo
y la alegría de ser cristianos.

Ven a nuestro encuentro
y guía nuestros pasos
para seguirte y amarte
en la comunión de tu Iglesia,
celebrando y viviendo
el don de la Eucaristía,
cargando con nuestra cruz,
y urgidos por tu envío.

Danos siempre el fuego
de tu Santo Espíritu,
que ilumine nuestras mentes
y despierte entre nosotros
el deseo de contemplarte,
el amor a los hermanos,
sobre todo a los afligidos,
y el ardor por anunciarte
al inicio de este siglo.

Discípulos y misioneros tuyos,
queremos remar mar adentro,
para que nuestros pueblos
tengan en Ti vida abundante,
y con solidaridad construyan
la fraternidad y la paz.

Señor Jesús, ¡Ven y envíanos!

María, Madre de la Iglesia,
ruega por nosotros.
Amén.

Stasera ci siamo riuniti con il padre Jorge Jara e con una sua figlia spirituale, che sembra sia disposta a lavorare al progetto qumran in spagnolo.

Ho spiegato loro in cosa consiste il lavoro: ricevere il materiale che la gente manda, controllarlo e caricarlo alla banca dati.

Spero che la cosa attacchi bene. Lasciarlo in funzione quando me ne andrò da qui sarà un servizio in più che ho potuto fare alla chiesa dominicana e latina in generale.

Stasera le nostre parrocchie sono state ospiti di Santiago el Menor per la novena della Festa Patronale.

Il coro Cristo Vivo ha animato i canti, a dir la verità con qualche difficoltà perché le voci erano sommerse dal suono metallico della chitarra elettrica che han dato loro per accompagnarli. Ma nonostante questo sono riusciti poco a poco a equilibrare di più le cose, e l’ultimo canto è venuto proprio bene. Tanto che quando alla fine li ho presentati la genta non ce l’ha fatta a contenere l’applauso.

Mancando il padre Isidro, che è il parroco, impegnato nella Messa della cappella di san José Obrero della parrocchia dell’Amparo, è stato con noi il padre Francesco, un altro catecumeno che ha un anno di ordinazione e che come il padre Isidro è catecumeno.

Parecchia gente di Santa Margarita e della Divina Misericordia ha partecipato, anche perché strategicamente avevo soppresso la Messa di stamattina. E ci sentiamo sempre bene quando andiamo a trovare questi “vicini” che fino a pochi anni fa erano parte del lavoro della nostra missione.

Alla riunione di formazione dei ministri ho trattato il tema della Quinta Conferenza Generale dei Vescovi Latinoamericani.

È un evento le cui radici rimontano al 2001, anno in cui il CELAM ha presentato a Giovanni Paolo II la richiesta di celebrare questa conferenza.

Le condizioni di salute del papa non hanno permesso di dare continuità alla cosa, mentre Benedetto XVI si è espresso favorevolmente sulla celebrazione fin dai primi giorni del suo pontificato.

E così dal 13 al 31 i vescovi e gli altri delegati delle Conferenze Episcopali Latinoamericane e dei Caraibi si riuniranno nel santuario mariano nazionale di Aparecida, in Brasile. Il papa sarà con loro nei primi giorni della celebrazione.

Qui in Repubblica Dominicana i media cattolici hanno fatto un buon tam-tam sull’evento, e in questi giorni siamo in dirittura finale.

Il paese sarà rappresentato alla Conferenza dal card. Nicolás, da altri tre vescovi, da un prete, da un religioso agostiniano e da un laico.

Il documento che sgorgarà da questa Quinta Conferenza indicherà le linee maestre del cammino di questa chiesa latinoamericana per i prossimi dieci anni. Farà seguito a Rio de Janeiro (1955), Medellín (1968), Puebla (1979) e Santo Domingo (1992).
Nei vari incontri di questo mese di maggio in tutte le parrocchie si toccheranno questi temi. E si è indetta una catena di preghiera che vuole essere la partecipazione spirituale di tutto il popolo di Dio. Nei prossimi giorni preparerò una fotocopia della preghiera del papa, la reciteremo alla fine di tutte le messe.

Stamattina alla riunione dei preti di zona abbiamo “inaugurato” il nuovo arciprete, come lo chiamano qui. Sarebbe l’equivalente del vicario zonale di molte diocesi italiane. È il padre Ramón Suero, che è stato ordinato quattro o cinque anni fa, ma che ha già la sua esperienza, perché ha girato seminario e varie parrocchie. È pieno di entusiasmo, e lavora con molta intelligenza nella sua parrocchia.

Sono sicuro che farà un buon lavoro nella zona!

Il lavoro della Commissione Zonale di Pastorale Educativa rimane sempre abbastanza fiacco, per la poca presenza delle parrocchie della zona. Stamattina ce n’erano solo quattro di ventotto che sono!

Ci siamo dati quindi la priorità di coinvolgere le parrocchie mancanti, e, se il Signore ci aiuta in questo (cosa sicura) per giugno vorremmo organizzare un seminario che aiuti la nascita delle commissioni parrocchiali.

La mattinata del giovedì santo è dedicata ovunque alla Messa del Crisma, presieduta dal Vescovo insieme ai suoi preti.

Da noi non l’ha presieduta il cardinal Nicolás López, arcivescovo, perché non si è ancora rimesso in sesto perfettamente dal bypass coronarico che gli è stato fatto in gennaio. È toccato quindi a mons. Amancio Escapa, vescovo ausiliare e vicario generale.

Mi ha fatto piacere vedere tanti confratelli preti, con molti dei quali c’è un’amicizia bella. In particolare ho visto con piacere il padre Pedro Vásquez, con il quale ci conosciamo dai tempi in cui era ancora in seminario, e che ultimamente aveva avuto dei piccoli problemi che lo avevano allontanato dalla comunità presbiterale. Rivederlo è stato per me fonte di gioia grande.

Non c’era, invece, il padre José Luis Hernández, che prima era incaricato diocesano per la pastorale della salute, e che dopo che è stato rimosso si è venuto allontanando dal presbiterio. Devo riuscire a mettere in cantiere una visita personale alla sua parrocchia.

È consuetudine in Repubblica Dominicana che l’ultimo venerdì prima della Domenica delle Palme si fa la processione dei dolori della Vergine.

Sono normalmente sette stazioni, incentrate sugli episodi evangelici in cui Maria è provata, cominciando con la spada che le trafiggerà l’anima, per arrivare alla sepoltura del Figlio.

Come gli anni scorsi l’abbiamo conclusa insieme tra le quattro parrocchie di Guaricano, in Santiago el Menor.

È stato un bel momento per fare un pezzo di cammino di chiesa insieme!

10:40 pm

Assemblea zonale

Il dono splendido del padre Lorenzo Vargas è la capacità di dare entusiasmo alla gente. La qual cosa si è vista anche stamattina nell’annuale Assemblea Zonale.

Eravamo presenti diciassette parrocchie di venti che ci sono nella nostra Zona Pastorale, ognuna di esse rappresentate da un minimo di una a un massimo di quindici persone.

Santa Margarita ha partecipato più numerosa (tredici!) della Divina Misericordia (sette), ma in tutti ho visto l’entusiasmo. E anche a me l’Assemblea ha dato gioia e voglia di continuare il lavoro.

In particolare l’Assemblea è stata fruttuosa (per me) perché ho potuto dialogare con il padre Ricardo Arias circa i battesimi degli adulti. In confronto a lui io ho criteri molto rigidi, e lui in confronto a me ha criteri molto laschi. Concretamente ciò significa che c’è gente delle mie parrocchie che va a battezzarsi da lui perché non indaga più di tanto sulla vita che fanno… Speriamo che a partire da questo dialogo si possano evitare queste “fughe”.

E poi l’Assemblea è stata fruttuosa perché ha rinvigorito la ancora fragile tessitura della giovane Commissione di Pastorale Educativa Zonale, che per l’appunto è stata affidata a me. Non siamo ancora in fase operativa, ma ci siamo avvicinati abbastanza, e il giorno 25 presenterò ai preti della zona una prima bozza di programma di lavoro.

Una soddisfazione, quindi.

Grazie, Signore!

L’ultima mattinata del corso d’aggiornamento è stata ben interessante, con alcune conclusioni riguardo all’Iniziazione Cristiana. L’impressione è che tutti i sessanta/settanta preti presenti ci siamo resi conto della bellezza e dell’importanza del cammino catecumenale per arrivare ai sacramenti dell’Iniziazione.

Adesso la sfida è quella di sensibilizzare tutto il presbiterio di ogni diocesi: se i preti non capiscono i termini della questione non si farà niente.

Anche la giornata di oggi me l’ho passata al corso di aggiornamento del clero, alla Escuela de Evangelización, a pochi km da casa nostra.

La presidenza di una concelebrazioneIn mattinata toccava ancora al padre Alexis Mejía, che parlava di Discepolato e Missione, che è il tema della prossima Quinta Assemblea dei Vescovi Americani di Aparecida, Brasile. Conferenze molto belle, accompagnata da presentazioni fatte passare in data show, molto ben curate!

Alcuni dei presbiteri presenti alla formazioneNel pomeriggio il padre Lorenzo Vargas ha iniziato a presentare il tema dell’Iniziazione Cristiana. Tale argomento viene dalla lettera dei vescovi dominicani di febbraio, che verteva sullo stesso tema. L’idea è quella che le parrocchie dominicane inizino a strutturare tutte cammini di catecumenato per amministrare i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana. Penso che attualmente sono un 5 o 10% le parrocchie che già lo fanno, si tratta di vedere cosa si può fare perché la cosa diventi generale. Magari tra 10 anni comincerà ad essere realtà.

Questo padre Jorge è un argentino che sta facendo servizio alla Casa de la Anunciación, che è una casa di formazione, ritiro e preghiera fondata dal padre Emiliano Tardif.

Mi l’hanno segnalato come una persona che mi può aiutare a far decollare la qumran in spagnolo (vedi http://es.qumran2.net). L’ho visto stamattina, e l’ho trovato molto interessato al progetto.

Di fatto la versione spagnola di qumran2.net è praticamente pronta, però non abbiamo i collaboratori che possano incaricarsi di ricevere, controllare, caricare e organizzare i files che gli operatori pastorali manderanno a ritmo serrato appena si farà una pubblicità seria al sito. Il padre Jorge mi ha assicurato che ha sotto le mani almeno tre o quattro giovani che dovrebbero aver voglia di mettersi dietro al progetto, li convocherà a una riunione e mi avviserà.

E anche il padre Alexis Mejía, che è un professore del seminario maggiore, mi ha assicuarato che ci sono vari seminaristi che potrebbero dare una mano.

Vedere il decollo della qumran spagnola sarebbe una bella chicca da presentare al Signore prima di finire il servizio qui!

Sono sicuro che mi aiuterai a realizzare questo sogno, e già da adesso ti dico: grazie, Signore!

Abbiamo cominciato oggi il corso annuale di formazione permanente, finirà giovedì a mezzogiorno.

Sono in pratica tre giorni, dedicati ognuno a un tema: prima il discepolato, poi un ampliamento di orizzonti su discipolato e apostolato, quindi l’iniziazione cristiana.

La prima parte è toccata al padre Víctor Massalle, ex rettore del seminario maggiore, che ha un dottorato in Sacra Scrittura a Roma (o in Germania?), e ha lavorato sul discepolato nei vangeli. Molto interessante!

Stamattina alle 11 tutti i preti della nostra zona ci siamo dati appuntamento dal cardinal López Rodríguez, che è convalescente di un bypass al cuore. L’operazione è stata fatta nella prima metà di gennaio, e piano piano si sta ristabilendo. La cosa più fastidiosa che ha è la ricomposizione dell’apertura dello sterno: al tossire e allo starnutire gli fa abbastanza male.

Abbiamo concelebrato l’Eucaristia, alla quale il cardinale ha assistito senza né presiedere né concelebrare.

Nonostante la salute ancora malferma ci ha accolti con molta affabilità e ci ha fatti sentire a nostro pieno agio. L’ho vissuta, e credo don Lorenzo e gli altri preti pure, come un momento bello di fraternità presbiterale e di vicinanza spirituale con il nostro pastore.

7:28 pm

A Higüey

A Higüey con Carmen, Fabrizio, Sabrina e FranciscoPellegrinaggio parrocchiale di Santa Margarita a Higüey, oggi. Hanno partecipato anche Carmen e Fabrizio e Sabrina, con il loro piccolo Francisco.
In fase di preparazione c’è stato uno sbaglio mio che ho tardato troppo a promozionarlo, e così la partecipazione è stata scarsa, abbiamo riempito un solo pullman.

In compenso, la Messa là è stata ben significativa. Ci siamo ritrovati nel santuario della Madonna dell’Altagrazia insieme a altre cinque parrocchie di Santo Domingo, con i rispettivi parroci. Alcuni di loro era abbastanza tempo che non li vedevo, ed è stata una cosa molto positiva. Al momento dell’omelia, poi, il primo celebrante ha posto tutti gli altri a dire un pensiero, e ne sono venute fuori riflessioni molto belle.

E poi al momento della consacrazione lo stesso primo celebrante ha fatto una preghiera di guarigione per tutti gli infermi, che è stata sentita molto da tutti.

Compio oggi, 6 febbraio 2007, otto anni di servizio di parroco a Santo Domingo.

A volte mi domando se nel ’98 i miei superiori non sono stati un po’ incoscienti. Venivo tutto sommato da un’esperienza molto limitata: soltanto sei anni e pochi mesi di ordinazione, e un solo servizio, da viceparroco. Mi hanno mandato, ma a dire la verità le cose sono state più facili per loro perché io mi sono reso disponibile, proprio nel momento in cui i superiori volevano fare il cambio qui. Vedo un disegno della Provvidenza in questo: il viaggio in Tanzania a trovare don Leonard Teza nel luglio 1997 mi ha disposto al desiderio della missione, e poco più di un anno dopo ero già in viaggio per la Repubblica Dominicana!

Ricordo ancora quel 6 febbraio del ’99. Il cardinal Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, che è venuto a Santa Margarita per installare me in questa parrocchia e don Lorenzo come parroco di Santiago el Menor e Nuestra Señora del Amparo. Ricordo le prime prediche, con la lingua impastata nel parlare una lingua di cui non avevo padronanza…

Grazie a Dio il momento in cui ho preso la parrocchia coincideva con la preparazione della Gran Misión, la Grande Missione dell’Arcidiocesi di Santo Domingo in preparazione al Gran Giubileo dell’Anno 2000. Tutti i giorni alla fine della Messa recitavamo la preghiera composta dal cardinale per l’occasione. La Missione, e tutto quello che ha significato in quanto a momenti di formazione, conferenze, ritiri, mi ha dato la carica, e io ho cercato di trasmetterla alla parrocchia. In Santa Margarita si sono formati circa cinquanta missionari, che poi nell’anno del Giubileo si sono resi disponibili per le Missioni che si sono realizzate nelle varie zone dell’arcidiocesi. I missionari stavano fuori otto giorni, nei quali vivevano gomito a gomito con la comunità parrocchiale a cui erano inviati; di mattina visitando le famiglie che vivevano attorno al loro Centro di Missione, di pomeriggio e di sera realizzando gli incontri kerigmatici con bambini, ragazzi, giovani e adulti. E a fine luglio la missione è toccata anche a noi, ed è stata una gioia grande accogliere i sessanta missionari che ci sono stati mandati ed evangelizzare insieme a loro!

* * *

Il ricordo della Gran Misión mi riempie il cuore di ricordi grandi, ma mi aiuta anche a tematizzare che in questi otto anni ho imparato molte cose riguardo all’evangelizzazione.

Ho sperimentato prima di tutto nella pratica di tutti i giorni che l’evangelizzazione non è un momento ma un processo. Il contatto e il lavoro insieme all’équipe di servizio del SINE (Sistema Integral de Nueva Evangelización), arrivato alla Repubblica Dominicana dal Messico, mi ha aiutato a pensare e strutturare il processo-cammino di evangelizzazione della parrocchia, con le sue tappe necessarie:

  • la ricerca dei lontani, realizzata nelle missioni parrocchiali porta a porta e nelle visite individuali alle famiglie;
  • il primo annuncio o kerigma, realizzato concretamente nei Ritiri di Evangelizzazione;
  • l’accompagnamento catechetico, portato avanti nei cammini che seguono il Ritiro;
  • la vita di piccola comunità, fatta carne nelle Comunità Apostoliche;
  • le tappe sacramentali, vissute da quanti ancora non avevano celebrato il loro incontro con Cristo, con al primo posto l’Eucaristia domenicale, vero motore della vita parrocchiale;
  • l’impegno missionario degli evangelizzati, realizzato soprattutto nella visita mensile alle famiglie loro affidate.

Aggiungo a ciò quanto stiamo iniziando in questi mesi: il discepolato personale, che consiste nel fatto che ogni evangelizzato abbia un fratello un po’ più avanti nel cammino che lo aiuta a revisionare mensilmente i principali ambiti esterni della vita cristiana.

In secondo luogo, ho imparato ad applicare alla pratica pastorale il libro del Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti, che a Genova solo sapevo che esisteva perché me ne avevano parlato nel seminario, ma che non avevo mai avuto occasione di leggere e soprattutto trasformare in vita. Al trovarmi qui con adulti, giovani e bambini di tutte le età da battezzare, ho dovuto giocoforza studiarmi il RICA, domandare, informarmi, sensibilizzare, far capire che è possibile ripristinare il catecumenato antico. Ringrazio il Signore perché la comunità si è lasciata guidare, in questo come nell’altra questione difficile da trattare che è il battesimo dei conviventi. Anche su questo la comunità ha riflettuto, è arrivata a capire, e mi dà una mano adesso a spiegare che non si può ricevere il battesimo se si vive ancora una situazione di peccato.

Dentro a questi itinerari catecumenali ha rivestito per me un significato specialissimo il poter allestire una piscina battesimale nella quale immergere totalmente le persone che si battezzano. Dire loro “Io ti battezzo”, e sommergerli effettivamente, spingendo sott’acqua tutta la persona e vedendola riemergere, è per me un’emozione che tutte le volte si rinnova.

E ancora, all’interno dei cammini di preparazione ai sacramenti ho dovuto inventarmi sussidi di catechesi, che ho rivisto anno dopo anno, e che con gioia potrò lasciare a chi continuerà il lavoro.

Ancora, ho avuto la gioia di accompagnare la nascita e i primi passi di una nuova parrocchia, la Divina Misericordia, scorporata nel 2005 da Santa Margarita, nonché di accompagnare fino all’ordinazione diaconale il mio più diretto collaboratore all’interno di essa, Marcial. Ho visto un po’ come una partoriente e un po’ come un’ostetrica i primi vagiti della nuova parrocchia, l’ho aiutata a fare i primi passi e ad avere il coraggio di muoversi e di lavorare. E in questi giorni accompagno il processo simile della nascita della nuova parrocchia di Santa Virginia, in quello che è il settore San Ramón di Santa Margarita, e anche qui la prossima ordinazione diaconale di colui che mi aiuterà ad esserne il pastore, Juan Luis.

Infine, ho imparato a valorizzare la scuola come elemento del cammino di evangelizzazione. La grande opera iniziale di don Lino di far partire e di dare una buona colonna vertebrale alla scuola primaria mi ha permesso di guardare più avanti. Ho visto nascere la scuola serale e prendere forma più piena il liceo, ho visto rafforzarsi il cammino di chiesa di tanti maestri e bidelle, ho imparato a delegare funzioni. Ho imparato, aspetto su cui riconosco che ero carente, a trattare con rispetto tanti collaboratori (nella scuola ci sono ottanta persone che ci lavorano!), a incoraggiarli con amicizia e a riprendere con amore tanti piccoli difetti.

E soprattutto, lo Spirito del Signore ci ha guidati, tutta la comunità scolastica insieme, a strutturare momenti di formazione per le famiglie degli studenti. Da tre anni una volta al mese facciamo lezione ai genitori invece che ai figli! Con risultati incoraggianti e testimonianze preziose. Rimane nascosto nel mio cuore il sogno che il Centro Educativo si faccia espressione consapevole della comunità parrocchiale nel proporre un cammino di evangelizzazione diretta a tutte e ognuna delle famiglie dei nostri strudenti. Lo vedrò o non lo vedrò? non lo so, ma prego e lavoro perché ci si arrivi!

* * *

Un secondo grande filone per il quale sento riconoscenza, nella tappa di questi otto anni, è la ricchezza di relazioni umane che ho potuto e posso vivere qui a Santo Domingo.

Non posso non ringraziare per l’accoglienza che ho ricevuto dai confratelli presbiteri dominicani. All’inizio sono stato soprattutto il padre Abraham Apolinario, che mi ha aiutato in maniera speciale a entrare in un tessuto parrocchiale scosso dalla partenza di don Lino, e il padre Ricardo Arias, da cui ho ricevuto assessoria continua per lo meno per due anni, per poter capire qualcosa della scuola che ho ricevuto in gestione e del ruolo che vi dovevo svolgere. Per non parlare poi dell’accoglienza sincera e sempre disponibile del cardinal Nicolás, della vicinanza del Nunzio Apostolico mons. Timothy Broglio, dell’affabilità sincera del padre Lorenzo Vargas e del padre Nelson Acevedo, e di tanti altri, che in mille modi mi hanno fatto sentire parte di questo presbiterio. Non ho perso la vicinanza dei confratelli del clero genovese, con i quali è sempre stata una gioia reincontrarmi tutti gli anni nei periodi di vacanze italiane, e ho ricevuto dal Signore nuovi confratelli nel presbiterato, nel contatto con i quali il mio sacerdozio è cresciuto e maturato.

Un altro dono specialissimo di questi otto anni è stata la fioritura di varie vocazioni dal tessuto della vita parrocchiale. L’inizio del cammino di suor Cristina, nel 2001, e poi da lì a poco l’entrata in seminario di Heriberto, mio figlioccio, nel 2003; e poi Willy, Miguel Ángel, Elvis, Franklin, Alex. Due di loro sono già al primo anno del seminario maggiore, mentre gli altri sono ancora al minore.

E come se non bastasse, il 2006 è stato l’anno dell’inizio dell’aspirantato di Taína e Yúdith, che mostrano segni di buona maturità umana, cristiana e vocazionale. Altre ragazze poi si stanno decidendo a iniziare lo stesso cammino, tutte con le nostre suore! E vedo che altri ragazzi e ragazze sono in ricerca. Non mi sarei mai immaginato tanta ricchezza di vocazioni! Veramente il Signore mi ha fatto vedere cose grandi!

E parlando di suore, sono stati otto anni di amicizia spirituale profondissima con le sorelle delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario. Camminare vicini ai passi di queste sorelle, e al tempo stesso con profondo rispetto, collaborando nella parrocchia, nel consultorio (ahimé, poco), nella scuola. E la mensa comune, dove si condividono le speranze e i timori, tutti i giorni, dove si scherza e ci si rende partecipi di quanto visto attorno a sé… È un’esperienza grande, della quale ringrazio profondamente il Signore! Ricordando in maniera specialissima suor Patrizia, che nel 2003 ci ha preceduti tra le braccia del Padre del Cielo, ma anche suor Valeria, suor Roberta (tornata a lavorare nella sua India) e suor Susanna. E senza dimenticare le sorelle che ho come compagne di viaggio oggi: suor Modesta, venuta qua insieme a me, suor Blessila, suor Cristina e suor Serafina. Ognuna di loro è specialissima ed un dono grande del Signore per me.

Per ultima, l’esperienza di vivere in comunità la fraternità sacerdotale. In questo sono stati o sono compagni di viaggio anzitutto don Lorenzo, che ha la mia stessa anzianità in terra dominicana, e che rappresenta per me più di un fratello, don Franco, don Piero. Con don Lorenzo abbiamo condiviso la scoperta di questa cultura – non avevamo nessuno che ci potesse spiegare le cose in maniera più diretta – e di questa chiesa, del paese, dei costumi, dei limiti e delle ricchezze dei fratelli dominicani. Personalmente ho imparato con Lorenzo a condividere la passione per il lavoro pastorale, e ho sempre trovato in lui un collaboratore disponibilissimo.

E non è mancato l’appoggio, materiale e di vicinanza umana, di tanti fratelli e sorelle genovesi, don Piero, don Giandomenico e don Francesco al Centro Missionario, ma anche tanti altri che mi hanno sempre dato una mano. E tra tutti loro in maniera un’altra volta specialissima i vescovi che abbiamo avuto: il cardinal Canestri, vero padre quando ero a Genova così come quando mi ha inviato al Guaricano, il cardinal Tettamanzi, il cardinal Bertone con cui abbiamo avuto la gioia di condividere un’intera settimana di vita comune, e ora monsignor Bagnasco. Ognuno di loro è una perla specialissima in questi miei otto anni di servizio dominicano. E credo di poter dire che nonostante la lontananza fisica ho potuto parlare con loro molto più che altri confratelli di Genova.

* * *

Oggi, 6 febbraio 2007, queste povere parole esprimono la gioia di questi otto anni di servizio dominicano. Continua il servizio, in quest’anno che probabilmente è l’ultimo, e sono sicuro che continueranno i doni del Signore, insieme alle inevitabili prove. Sono un prete felice, e questi otto anni sono parte viva della mia felicità!

Grazie, Signore Gesù, mio Salvatore, e grazie a tutti voi!

Il documento dei vescovi dominicani sull’iniziazione cristiana (vedi il post di ieri) mi ha generato una certa soddisfazione, perché è da qualche anno che nelle nostre parrocchie abbiamo adottato la struttura formativa del catecumenato non solo per gli adulti, ma anche per i giovani e i bambini.

In giro si vedono ancora i battesimi facili, soprattutto degli adulti, che in varie parrocchie vengono battezzati con pochi mesi di preparazione, senza attenzione né alla formazione, né alle motivazioni, né alla continuità del cammino. In particolare, una questione pastoralmente per niente risolta, è quella dei battesimi dei conviventi: molte parrocchie li fanno, considerando la buona fede dei richiedenti, mentre il Concilio Dominicano, dei primi anni novanta, lo esclude.

Un prete, per altro verso gran amico mio, dice chiaramente che il battesimo è un diritto e quindi lui lo dà a tutti!

A poco a poco le cose dovrebbero cambiare. Vent’anni fa c’era chi battezzava i bambini piccoli senza nessuna preparazione, oggi ciò non si vede più.

Come è ormai prassi tutti gli anni, in occasione del 21 gennaio, festa di Nostra Signora dell’Altagrazia, Protettrice del popolo dominicano, la Conferenza Episcopale Dominicana ha pubblicato una Lettera Pastorale, il cui tema è quest’anno l’Iniziazione Cristiana.

Il settimanale cattolico dominicano riportava oggi il documento in maniera integrale, e vi riporto qui una sintesi, perché possiate rendervi conto delle sfide che deve affrontare la chiesa dominicana.

Il documento inizia con un’analisi storica, mettendo in evidenza vari fattori che sono significativi ai fini della comprensione della situazione dell’Iniziazione Cristiana nel paese:

  • Anzitutto il fatto che nel paese c’è stata fin dall’inizio scarsità di sacerdoti e di catechisti, ed è stata la religiosità popolare quella che ha dato forma alla trasmissione della fede nella società dominicana.
  • Il fatto poi nei primi tempi dell’evangelizzazione del paese il battesimo era considerato importante non per motivi prettamente cristiani quanto per motivi più legati alla culturali soggiacente: per salvare i neonati dagli spiriti cattivi la gente praticava nelle case un simulacro del battesimo (popolarmente: echar agua, “versare l’acqua sulla testa”); a ciò non sempre seguiva il battesimo in Chiesa.
  • A partire dall’inizio del novecento è iniziata la formazione dei catechisti. In questo si è distinto un italiano, il padre Fantino.
  • Con il Concilio Vaticano II e con le Conferenze dei Vescovi Latinoamericani si è riscoperta l’iniziazione cristiana.

Il documento mette poi in evidenza alcuni aspetti di come si vive adesso l’iniziazione cristiana nel paese:

  • A tutt’oggi è ancora viva l’influenza del gesto dell’acqua amministrata in casa, e permane disinteresse da parte dei genitori per il battesimo e la formazione cristiana dei bambini. Generalmente poi si considera necessario per la vita cristiana soltanto il battesimo, e non si sente la necessità degli altri sacramenti.
  • Ci sono ancora molte persone senza battesimo, soprattutto nelle zone meno evangelizzate.
  • Molti hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione, ma non hanno ricevuto il kerigma e non hanno la formazione che permetta loro di applicare i valori cristiani alla vita quotidiana.
  • La formazione catechistica in generale è ancora molto carente.
  • Molte persone sono credenti per ragioni familiari o sociali, e partecipano solo raramente alle celebrazioni liturgiche.
  • Nel paese non si è ancora organizzato bene un processo adeguato di iniziazione cristiana sistematico e completo.

I vescovi mettono in evidenza nel cammino dell’iniziazione cristiana l’importante della prima tappa, quella del Kerygma, che include il primo annunzio del Vangelo e conduce alla conversione e all’entrata nella comunità. A essa devono seguire le tappe del Catecumenato, della Purificazione e Illuminazione, per arrivare alla pratica dell’impegno battesimale, che è per tutta la vita.

I vescovi invitano quindi il Popolo di Dio a mettere in atto il processo dell’iniziazione cristiana, così come quella formazione permanente che faciliterà l’incontro con Cristo e aiuterà nell’edificazione di comunità cristiane mature, all’interno delle quali sorgeranno i servitori del vangelo.

È importante quindi che le comunità cristiane diano testimonianza di una vita di fede fervorosa. Tutta la comunità è quindi soggetto della nuova evangelizzazione.

Le parrocchie debbono introdurre il catecumenato come cammino di preparazione al battesimo, con le sue tappe indicate nel rito. Per arrivare a ciò è necessario preparare adeguatamente i catechisti che prepareranno gli adulti, in maniera che siano capaci di accompagnarli e aiutarli a integrarsi nella comunità.

I vescovi ribadiscono l’obbligatorietà della catechesi per gli adulti e per i bambini che si preparano al Battesimo, alla Confermazione e all’Eucaristia; anche per quelli già battezzati è opportuno organizzare una formazione alla maniera del catecumenato.

È necessario perciò che la Commissione Nazionale di Catechesi elabori i sussidi per l’iniziazione cristiana, e per il catecumenato.

Il documento auspica quindi che il catecumenato diventi un elemento importante dell’impegno evangelizzatore e formatore delle comunità cristiane dominicane.

Carissimi amici e benefattori,

28 Ottobre 2006: 8 anni al Guaricanoapprofitto dei giorni che passo a Genova con la mia famiglia per lasciarvi un racconto un po’ più organizzato di quella che è stata la vita della missione nell’anno che è appena passato. Vuole essere un ringraziamento al Signore per tutto quello che abbiamo potuto vivere, e un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno bello, con molti momenti intensi di vita di fede e con ricchezza di relazioni umane. Vi racconto le cose più importanti, per fare memoria dell’amore del Signore che ci ha accompagnato e che ha reso possibile tutto questo.

Genova presente!

Cominciamo con i fratelli di Genova che si sono fatti nostri compagni di viaggio. In gennaio abbiamo avuto con noi Erika e Alessandro, una coppia giovane di Sant’Eusebio. Insieme a loro sono venuti don Giulio Boggi, che è stato con don Lino il primo missionario al Guaricano, don Franco Buono, che ha lavorato qui per tre anni, e don Mario Montaldo.

Tutto il mese di marzo invece ci ha accompagnato Carmen Moro, una sorella di Geo, che ha alleggerito il lavoro della cucina. Più avanti nell’anno, in agosto è stata la volta di Sandra Iannoni, che si è cimentata nello stesso servizio. Entrambe sono state nominate cuoche dell’anno della missione!

Don Gianfranco ha presieduto l'Eucaristia alla Divina MisericordiaNella seconda metà di aprile è stata la volta di Gianni e Cinzia, entrambi attivissimi nell’Azione Cattolica genovese, insieme a Julia, una giovane liceale, e a don Gianfranco Calabrese.

A inizio giugno la breve visita di don Francesco Di Comite e di altri cinque adulti genovesi, che hanno fatto tappa da noi dopo aver passato qualche giorno nella nuova missione di Cuba.

Franco, Paolo e Francesca con suor SerafinaIn novembre abbiamo poi avuto con noi due oculisti genovesi: Franco Reggiardo e Paolo Dell’Erna. Si sono fermati rispettivamente una e due settimane, realizzando visite e operazioni delicate nel nuovo ambulatorio di oculistica. Francesca, figlia di Paolo, ha dato una bella mano a suo padre!

Come vedete, è stato un anno molto ricco: tutti questi fratelli e sorelle ci hanno portato, insieme al pesto e al parmigiano, peraltro graditissimi, la vostra vicinanza, il vostro affetto, la vostra preghiera. Chiediamo al Signore che anche il 2007 ci porti tanti messaggeri e ambasciatori dell’amore della nostra chiesa. Sì, perché in una realtà come quella del Guaricano, dove la gente fa di tutto per andarsene, la stessa gente rimane colpita profondamente dal fatto che ci sia chi invece viene qui, a respirare polvere nei giorni belli e a camminare nel fango quando piove: ogni visita è un segno vivo dell’amore di Dio che si esprime con tenerezza a questi fratelli dominicani!

Nel 2006 non abbiamo avuto visite di gruppi di giovani, ma il 2007 si preannuncia buono in questo senso: don Nicolò ha intenzione di organizzare un gruppo, e anche il clan del Genova 26 con i suoi capi e con il loro assistente don Francesco saranno con noi. Li aspettiamo, loro e tutti quelli che il Signore ci invierà, con grande gioia!

Inviati dalla Chiesa genovese

Il nostro lavoro di missionari al Guaricano non può dimenticare mai che siamo inviati dalla Chiesa Genovese, e che ci situiamo all’interno del lavoro di Cooperazione Missionaria che tutta la Chiesa Italiana porta avanti.

Lara con suor Serafina e FiammettaMolte persone hanno lavorato, a Genova, per tenere vivo nella diocesi il legame con la missione. L’Ufficio Missionario Diocesano, con don Giandomenico e don Francesco, e il Movimento Giovanile Missionario. Lara Cavezarsi, da parte sua, oltre a rendersi presente in molte iniziative ha realizzato il primo Calendario del Guaricano! L’ex Arcivescovo di Genova, il card. Tarcisio Bertone, non ha mancato mai di dimostrarci affetto e vicinanza.

Da parte mia ho avuto il dono di rappresentare la nostra comunità missionaria nell’incontro di tutti i missionari fidei donum italiani che lavorano in America Latina. Per quattro giorni, nel mese di febbraio, siamo stati insieme a Salvador, in Brasile: occasione preziosa di conoscenza e di scambio di esperienze.

La Chiesa Genovese poi ci ha dato e ha ricevuto molto, grazie anche al DVD che l’amico Tarcisio Mazzeo, giornalista della RAI, ha preparato dopo la sua visita del novembre 2005. Il servizio da lui realizzato è stato trasmesso varie volte sulle reti RAI regionali e nazionali, e in formato digitale si sta distribuendo gratuitamente a tutti gli amici della missione. Un lavoro ben fatto, frutto di una dedizione amorosa e appassionata!

Il nostro lavoro nella pastorale dell’Arcidiocesi di Santo Domingo

Con alcuni preti della nostra zona pastoraleInviati da Genova, lavoriamo nel tessuto vivo dell’Arcidiocesi di Santo Domingo. Con essa stiamo vivendo la preparazione alla V Conferenza dei Vescovi Latinoamericani, che si terrà a Aparecida, in Brasile, nel 2007. Abbiamo così vissuto vari momenti di incontro, consultazione e formazione; e spesso si prega per questo appuntamento, che indicherà le linee portanti della vita della chiesa latinoamericana per i prossimi dieci anni.

Va avanti pure lo sviluppo del Terzo Piano Pastorale Arcidiocesano. Ispirato al Movimento per un Mondo Migliore (in Italia è conosciuto come NIP), prepara la Chiesa di Santo Domingo all’appuntamento del 2011, che costituirà il quinto centenario dell’erezione canonica dell’Arcidiocesi. Il Terzo Piano Pastorale è stato ed è una benedizione per tutte le parrocchie: stimola alla comunione, mette in cammino le parrocchie stanche, raggiunge tutta la popolazione attraverso l’esperienza mensile della lettera alle famiglie e le azioni significative che si realizzano all’interno di ogni settore delle parrocchie. Inoltre sta aiutando molto le nostre comunità parrocchiali a “lanciarsi” di più in ognuno dei settori in cui sono suddivise; e i frutti si vedono, perché la gente sente la Chiesa più vicina a sé, e si avvicina di più alla Chiesa stessa.

I passi delle parrocchie

Messa dei malati alla Divina MisericordiaVi avevo parlato già l’anno scorso della nuova parrocchia della Divina Misericordia. Grazie a Dio il lavoro in questa nuova parrocchia si è consolidato. La Messa della domenica è sempre più una festa gioiosa – don Lorenzo è parte di questa gioia -, e le attività pastorali si portano avanti parallelamente a quelle di Santa Margarita. Particolarmente significativo è stato il momento della Missione Parrocchiale di Agosto, che alla Divina Misericordia è stata coordinata interamente da Marcial, il nostro caro diacono, e che si è potuta realizzare molto meglio perché portata avanti separatamente.

Nel 2006 per la prima volta le Celebrazioni Penitenziali di Avvento e Quaresima sono state ristrette solamente alle persone che possono ricevere l’assoluzione. Per i conviventi (qui li si chiama popolarmente amancebados) abbiamo organizzato momenti di dialogo separati, nei quali hanno avuto più tempo per fare un dialogo approfondito con il sacerdote e si è potuto studiare insieme come portare avanti il cammino verso la riconciliazione piena con Dio. Ve lo sto raccontando con soddisfazione, perché è stata una cosa che il Vescovo di Santo Domingo ha chiesto, e che all’inizio ho faticato ad accettare. Ci ha imposto un cambiamento nella forma di lavorare, ma ha portato effettivamente frutto!

Gita al mare con Marcial e i seminaristiSono molto contento anche per i seminaristi che il Signore ci ha mandato. Due di loro, Willy e Miguel Ángel, hanno iniziato il seminario maggiore, gli altri cinque sono ancora al minore; inoltre c’è un ragazzo di Santa Margarita, Deivy, nel seminario dei salesiani, e in occasione della missione di agosto la comunità l’ha potuto conoscere. Con questo bel gruppetto abbiamo passato una bella giornata tropicale al mare il 26 dicembre, momento di svago ma anche occasione preziosa di formazione.

Sul fronte dei ministri laici, il vescovo ha rinnovato gli incarichi. In prima persona avevo fatto con loro un cammino di formazione di più di un anno. I ministri sono in tutto quaranta, e aiutano nella distribuzione della comunione, soprattutto ai malati, ai quali la portano tutte le domeniche mattina. Dodici di essi, poi, sono incaricati anche dell’annuncio della parola nei settori.

Marcia per la vita e per la pace con il Nunzio ApostolicoI giovani hanno lavorato sodo. Ci sono gruppi giovanili in vari settori della parrocchia, che hanno momenti forti comuni nei campi estivi – per bambini, adolescenti e leaders dei gruppi –, e nella Settimana giovanile di inizio dicembre. Nelle attività estive i nostri seminaristi hanno dato una mano significativa! E sono stati ancora alcuni giovani ad organizzare, a fine novembre, una Settimana per la Vita, culminata in una Marcia che ha visto la partecipazione del Nunzio Apostolico: grande soddisfazione, a suggello di un lavoro ben impostato.

E il 2007 sarà l’anno di apertura della nuova parrocchia di Santa Virginia, nella zona dei campos: Jacagua, Los Cazabes, Duquesa. Se ne è parlato con il vescovo e con la gente per tutto il 2006, e l’Arcivescovo di Santo Domingo ha già ricevuto il progetto pastorale. Un imprenditore edile ha regalato un terreno per il quale egli stesso ha promesso un apporto significativo di un milione di pesos (circa 25.000,00 euro) per la costruzione della chiesa. L’apertura della nuova parrocchia coinciderà poi anche con l’ordinazione diaconale di Juan Luis, un signore quasi cinquantenne di Santa Margarita, che si è preparato con cura, e adesso le cose sono mature per l’ordinazione. Riceverà dal vescovo l’incarico di seguire e guidare il cammino di questa parrocchia nuova, naturalmente sotto la mia responsabilità di parroco.

Un aspetto inquietante del 2006 è stato il furto del tabernacolo di Santa Margarita. Nella mattinata del 31 di Maggio è stato portato via, ad opera, sembra, dei membri di una “Nazione”, un gruppo delinquenziale imparentati con il satanismo. Il movente: celebrare probabilmente una Messa Nera il giorno 6 giugno, giorno che aveva la particolarità di rispondere al numero 6-6-6 (sei giugno duemilasei), che sarebbe il numero della bestia dell’Apocalisse! Purtroppo la polizia non è riuscita a stabilire nessuna responsabilità concreta, e il delitto è rimasto senza seguito giudiziale.

Il dispensario, una risorsa preziosa

La farmaciaPrima opera della missione, nata nel 1992, il dispensario medico realizza un lavoro sempre più qualificato. L’opera generosa di suor Serafina e di suor Blessila dà temperamento cristiano all’istituzione.

Attualmente abbiamo un medico generale, un pediatra, un ginecologo, un laboratorio di analisi in convenzione, oltre naturalmente al Centro di Nutrizione, che offre pasti nutrienti a venti/trenta bambini poveri e denutriti. La farmacia popolare, che offre le medicine a prezzo di costo, è un altro fiore all’occhiello della missione.

Babbo Natale in visita ai bambini del centro nutrizionaleIl 2006 ha significato poi l’inizio dell’ambulatorio di oculistica, reso possibile dalla donazione delle apparecchiature che ci sono arrivate a fine 2005. Oggi un oculista dominicano visita tutti i giovedì mattina e realizza semplici chirurgie a prezzo contenuto. E siamo orgogliosi di questo, perché è l’unico servizio specialistico di questo tipo presente non solo in Guaricano, ma anche nei quartieri circostanti.

Continua pure il lavoro dell’ambulanza, con il nostro don Lorenzo impegnato in prima fila nell’organizzazione di autisti e volontari, e disponibile in prima persona per il servizio notturno.

Il lavoro della scuola

Don Giulio in visita a una seconda elementareLa scuola continua a pieno ritmo il suo lavoro. Con 1100 bambini nella scuola primaria (elementari e medie), 240 nel liceo, e 200 nella scuola serale primaria, si porta avanti un lavoro che non è solo di educazione scolastica, ma anche di formazione del personale e delle famiglie.

Infatti realizziamo quindicinalmente momenti di formazione religiosa per tutto il personale, mentre mensilmente ognuno dei maestri realizza un momento di formazione per i genitori dei suoi alunni. Questo ci ha permesso di agire in maniera più profonda sul tessuto delle famiglie. Il mio sogno e la mia preghiera è che si arrivi a costruire processi di evangelizzazione esplicita per i genitori dei bambini. Anche con gli studenti del liceo si realizzano momenti di ritiro, e vengono invitati sistematicamente ai gruppi giovanili.

Il nuovo laboratorio di informatica con i 40 computersGrazie al contributo della Regione Liguria, che nel 2005 ha stanziato varie decine di migliaia di euro per le aule di informatica, nel gennaio 2006 abbiamo iniziato l’insegnamento dell’informatica agli studenti del secondo ciclo della primaria (quinta – terza media) . Gli studenti che frequentano le lezioni del mattino seguono le lezioni di informatica al pomeriggio, e viceversa, ogni classe per due ore alla settimana. L’idea è che arrivino al liceo già con buone basi, in maniera che nella scuola superiore si offra loro una preparazione molto qualificata e in grado di inserirli meglio nel mondo del lavoro.

A questo riguardo, sotto richiesta della totalità dei genitori dei nostri alunni abbiamo iniziato un processo che ci porterà con l’anno scolastico 2007/2008 a trasformare il nostro liceo, che fino ad adesso è simile a un liceo scientifico, in un politecnico. Avremo due specialità, verosimilmente contabilità e informatica, e saranno necessari aggiustamenti nella distribuzione del personale. Ci sta costando un certo sforzo, organizzativo ma anche economico, ma siamo certi che risponderà a un’esigenza concreta e avvicinerà la nostra scuola al mondo del lavoro.

La scuola serale, alla quale c’era stato nell’estate del 2005 un cambio della guardia nella persona che la coordina, aveva vissuto un periodo di stanchezza, con pochi alunni e malesseri nei maestri. Grazie a Dio il 2006/2007 è stato l’anno della ripresa, con il massimo storico nel numero di iscritti. E questo grazie anche alla vostra preghiera! Gli alunni della serale che finiscono la terza media ci chiedono insistentemente di implementare il liceo serale, ma per adesso non è possibile; chissà in futuro…

Se da anni la scuola è autosufficiente economicamente, per lo meno per la gestione ordinaria, riceve invece una bella mano dalla Chiesa Genovese attraverso le borse di studio, che permettono il proseguimento degli studi a quasi un centinaio di alunni del liceo.

Sul fronte della collaborazione con lo stato, una buona notizia di quest’anno è l’assunzione, da parte dello stato, di una buona fetta di quei maestri e bidelli che ancora non erano stati assunti: ciò ha rappresentato per loro un notevole sollievo, con la sicurezza di un’economia familiare che sarà più stabile.

La prof. Laura con suo marito Mario il giorno delle nozzeInfine, tre maestre hanno potuto sposarsi: Ana Marlemny, insegnante di matematica, Laura Peña, di lettere, che fino ad ora stavano convivendo. Il nostro corpo docente è ora più vivamente inserito nella vita della Chiesa e nell’amore di Cristo. Si è sposata pure Belkis, professoressa di biologia nel liceo, la qual cosa è stata ancora più bella per il fatto che, a differenza della maggioranza, non ha ceduto alla tentazione della convivenza.

La comunità delle suore

Voglio dirvi qualcosa di più anche delle nostre magnifiche suore. Anzitutto sono quattro: suor Serafina e suor Blessila, che lavorano nel dispensario, e suor Modesta e suor Cristina, che lavorano nella scuola. Senza di loro la missione sarebbe molto più povera. La gente ringrazia Dio tutti i giorni per la loro presenza, che rappresenta un segno di amore grande per tutta la comunità del Guaricano.

La festa di Nostra Signora del Rifugio, patrona delle suoreCome sapete, suor Cristina è una vocazione scaturita dalla parrocchia di Santa Margarita. Come lei, ora altre tre ragazze sono in cammino verso la vita religiosa, e stanno facendo un periodo di esperienza nella casa delle suore: Taína, Yúdith e Carolina. Tutte e tre hanno un bel cammino di chiesa alle spalle, nella catechesi e nei gruppi giovanili, e sotto la guida dolce e materna di suor Serafina si preparano per il noviziato che, con l’aiuto di Dio, inizieranno in quest’anno 2007.

Suor Daniela, suor Eliana, suor Carlita con la comunità e le aspirantiIn novembre, la comunità ha ricevuto la visita di suor Daniela Burol, la madre generale, che con suor Eliana stava accompagnando in Nicaragua la neo professa suor Carlita. Le abbiamo viste all’andata e al ritorno. Purtroppo un incidente di macchina in Nicaragua, grazie a Dio senza conseguenze permanenti, ha impedito loro di fermarsi qualche giorno di più con noi.

Don Lorenzo

Don Lorenzo al lavoro per la comunitàNon vi ho parlato molto di don Lorenzo. Il suo carattere schivo, alieno dai riflettori, si sposa egregiamente con uno stile di laboriosità nascosta.
Don Lorenzo ha portato avanti anche quest’anno l’impegno per l’acqua. A Jacagua ha coinvolto la comunità nella realizzazione di un piccolo impianto per estrarre l’acqua dal sottosuolo e distribuirla a un gruppo di famiglie a cui l’acqua posta dal Comune non poteva arrivare. E ha trovato molta collaborazione nelle famiglie beneficiarie, con grande sua soddisfazione. Dove la comunità assume e fa proprio lo sforzo di chi l’aiuta, le cose continuano per il meglio!

Oltre a questo, in cucina, nel dispensario, nei mille lavoretti da fare in casa, don Lorenzo rende concretamente possibile tutto quello che succede nella missione. Per non parlare del lavoro parrocchiale, soprattutto alla Divina Misericordia e nelle cappelle dei campos, dell’attenzione ai malati, delle confessioni. E senza ripetere quanto già detto sull’impegno dell’ambulanza. Con uno stile di servizio operoso che è di edificazione per ognuno di noi.

Qualche passo in avanti nella tecnologia

A livello tecnologico, una nuova centralina telefonica ci facilita di più la comunicazione tra casa, dispensario e parrocchie. Grazie poi a un contributo di un ente statale dominicano, si sta aprendo un centro pubblico di accesso a internet, che dovrebbe servire soprattutto agli studenti per realizzare lavori di ricerca. Da parte nostra abbiamo lavorato perché non si possa accedere a siti di contenuto moralmente pericoloso, così come non permetteremo l’uso delle stanze di chat, usate qui spesso e volentieri per adescare minori per il mercato della pornografia.

Anche il diario sul web della missione si è rinnovato, con una nuova grafica più dominicana e con la possibilità di introdurre commenti da parte dei lettori. Il nuovo indirizzo è: . Visitateci, vi aiuterà a sentirvi là con noi!

La situazione del paese

Un accenno finale alla situazione sociopolitica del paese.

Il 2006 è stato segnato da due fatti. Anzitutto l’avanzamento dei lavori della metropolitana di Santo Domingo, con molte polemiche da parte delle forze sociali per il pozzo senza fondo del costo dei lavori, a scapito di molte altre opere che non sono state programmate.

E poi le elezioni amministrative. Abbiamo senatori, deputati e sindaci nuovi. Come già nel 2002, un solo partito (diverso da quello di quattro anni fa) ha il controllo di tutte le istituzioni dello stato. Che Dio ce la mandi buona!

Grazie!

Concludo, quindi, questa carrellata. Volevo essere più breve, ma le cose sono tante, grazie a Dio! Solamente voglio dire ancora una volta: il Signore è grande. Tutto quello che avete potuto leggere è opera sua, è lui che l’ha ispirato e che l’ha reso possibile, suscitando collaborazione attiva e operosa in Guaricano e a Genova.

Per questo dico, non solo al Signore, ma anche a tutti voi: Grazie! Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

3:10 pm

Messe del 24

Il 24 la domenica è passata in sordina.

Al mattino c’era poca gente, e ho supposto che fosse perché sarebbero venuti alla Messa di Mezzanotte.

Invece alla Messa di Mezzanotte (che quest’anno abbiamo fatto alle 22) c’era ancora meno gente, circa un terzo di quella che viene a Messa la domenica.

E anche la Messa del giorno di Natale del mattino era praticamente vuota.
Per la Messa di Mezzanotte forse il motivo dei vuoti sta nel fatto che la tradizione enfatizza qui la cena del 24, e probabilmente molti non riescono poi a uscire di casa, ma probabilmente gioca anche il fatto che vari visitano parenti (e molti li hanno nei campos dell’interno).

Fatto sta che la vigilia di Natale l’ho vissuta nello sforzo di concentrarmi su chi c’era, anche se la tentazione è stata ed è quella di pensare a chi non c’era. E comunque dovremo trovare la maniera di far riflettere di più la gente sull’importanza della celebrazione della nascita di Gesù.
Nel frattempo,

Buon Natale a tutti!!!!

I preti della zona alla cena di Natale 2006Stasera abbiamo vissuto il bel momento della cena “natalizia” con i preti della zona pastorale.

Come indica la foto non eravamo molti. In realtà siamo circa il doppio: una ventina per una popolazione di almeno 300,000 abitanti, cioè un prete ogni 15,000 abitanti. Per fare le proporzioni, a Genova c’è un prete ogni 2,500 abitanti. Genovesi ed italiani, non lamentatevi del fatto che ci sono pochi preti, qui ce n’è molti meno!

Il vicario zonale (qui si chiama arciprete) è quello seduto in mezzo con la stampella in mano: due mesi fa è stato gambizzato da dei ladri per rubargli la macchina, in pieno centro città e in pieno giorno.

Ma per tornare alla cena, vari confratelli non sono potuti venire perché uno di loro, il padre Eligio, ha piazzato una celebrazione penitenziale. Lorenzo ad esempio è andato là. Altri avevano impegni inderogabili.

La cosa più triste di questa cena: la quantità assurda di mangiare. Non si è sprecato perché vari se lo sono portati via e sicuramente lo faranno fuori o lo daranno a gente bisognosa domani.

La cosa più bella è stata l’atmosfera serena, allietata ancora di più da un regalo fuori programma portato dal padre Lorenzo Vargas: la raccolta dei documenti della Conferenza Episcopale dal 1961 al 1990. Un prezioso volume, dove si trova tra le altre cose la famosa lettera pastorale del 1961 che ha significato la presa di posizione della chiesa cattolica contro il regime del dittatore Trujillo.

C’erano anche la metà dei diaconi. Marcial è stato l’unico a portare anche sua moglie.

Si è approfittato anche per spostare la riunione mensile dei preti: dal terzo sabato al primo mercoledì, in maniera da permettere la partecipazione di alcuni confratelli che di sabato non possono mai.

Al pranzo natalizio dei preti, tradizionale appuntamento di tutti gli anni, abbiamo avuto la gioiosa sorpresa di ascoltare il coro della vicina carcere della Victoria. Si sono esibiti davanti a un gruppi di un centinaio di preti diocesani (metà di loro catecumeni) e religiosi, che hanno applaudito fortemente le loro canzoni, non per dovere, ma per la bellezza delle interpretazioni.

Devo confessarvi che quando hanno detto che era il coro dei carcerati ho avuto un sussulto interiore. Al vederli ho dovuto lottare per liberarmi dalle domande che mi frullavano per la testa: quello alto cosa avrà fatto? e quel giovanotto, avrà ammazzato qualcuno? Veramente è difficile guardare una persona senza giudicarla! Grazie a Dio a poco a poco mi sono rilassato e ho potuto concentrarmi sulla musica, che si ascoltava davvero piacevolmente. Un amico prete mi ha commentato che hanno a loro carico l’animazione di tutte le Messe che si fanno nel loro carcere.

Ma il pranzo natalizio non è stato solo questa musica. Prima di loro ci hanno allietato altri due cantanti, un giovane che non avevo mai sentito, e una giovane donna della quale ho riconosciuto subito la voce per averla ascoltata alla radio cattolica di qui. Che effetto ti fa vedere dal vivo davanti a te una persona che per il fatto di essere “famosa” la pensi lontana…

Il pranzo si è svolto nella Escuela de Evangelización a pochi kilometri da casa nostra. Ho ringraziato il Signore che non l’hanno fatta in episcopio, perché di questi tempi ci sono ingorghi da tutte le parti.

Il cardinale era presente, ma non ho avuto neanche l’occasione di salutarlo, prima mi sono perso salutando gli altri preti e ascoltando la musica, e poi quando mi sono avvicinato al suo tavolo era già andato via.

Ho approfittato anche per mettermi d’accordo con un prete che verrà a presiedere l’Eucaristia a Santa Margarita tutte le domeniche e feste che sarò in Italia.

Il mangiare era anche lui, come tutto il resto, eccezionale. Ho apprezzato in maniera speciale un riso natalizio adornato con uva passa, mandorle e noccioline e altre cose prelibate.

Stasera la Celebrazione Penitenziale toccava alla parrocchia di Santiago el Menor, che è stata la prima parrocchia della missione: fino al 1991 in Guaricano c’era solo una parrocchia, e probabilmente il numero di abitanti era già di più della metà di quello che è adesso.

Nel 1992 da Santiago è nata Santa Margarita, nel 1996 dalla stessa Santiago è nata Nuestra Señora del Amparo (Nostra Signora della Guardia), e nel 2005 da Santa Margarita è nata la Divina Misericordia. La prossima divisione sarà la nascita della parrocchia Santa Virginia, che sarà di nuovo una separazione da Santa Margarita.

Genova ha consegnato le parrocchie di Santiago e Amparo al clero secolare verso la fine del 2004.

Come abbiamo fatto nelle “nostre” parrocchie, anche a Santiago abbiamo confessato soltanto le persone che possono ricevere l’assoluzione: i conviventi sono stati invitati a cercare un altro momento per il dialogo con il sacerdote.

Dopo le confessioni una buona cenetta, a base di pollo e maiale arrostiti, una specie di puré di patate e insalata, non senza la (qui) tipica frutta di Natale: mele e uva. E anche quello è stato un momento bello.

Grazie, Signore!

Stamattina abbiamo avuto la riunione del clero della zona.

Abbiamo approfittato per coordinare le celebrazioni penitenziali di avvento. Le nostre due parrocchie le avranno questo lunedì (la Divina Misericordia) e il seguente (Santa Margarita).

Abbiamo avuto anche la visita del vescovo ausiliare, mons. Cedano, con il quale si è parlato di varie questioni economiche delle parrocchie e anche di come gestire i battesimi di chi non ha i documenti in ordine.

Era presente il padre Juan Francisco, che cammina ancora zoppo per il proiettile che gli ha attraversato le due gambe, due mesi fa. A poco a poco si rimette in sesto, ma ha ancora un piede che non riesce a muoverlo e penzola senza che lui ne abbia il controllo.

La Settimana Giovanile ha visto stasera la partecipazione di due suore, le quali hanno parlato dei giovani light, e già in dirittura finale hanno lanciato la proposta vocazionale.

Il tutto è stato ben gradevole, e i ragazzi l’hanno seguito con attenzione.

Sono religiose Missionarie del Sacro Cuore, una congregazione domenicana che ha la strana caratteristica che la fondatrice è uscita dalla congregazione (per la porta amplia, non per nessun tipo di inconveniente) quando ha visto che la congregazione si reggeva in piedi da sola, ed è andata a fare dell’altro.

Kika e Rosanna, due giovani delle più in gamba della Divina Misericordia, hanno da poco iniziato un cammino vocazionale con loro.

La mattinata è stata dedicata all’incontro d’Avvento con il vescovo, presenti buona parte dei preti diocesani e religiosi.

Ho apprezzato la bella celebrazione penitenziale all’inizio, guidata dal padre Darío Taveras dei Missionari del Sacro Cuore.

C’è poi stata una “pausa commerciale”, con la presenza di un’assicuratrice di salute che ha fatto un accordo con la conferenza episcopale domenicana per dare condizioni vantaggiose ai preti. Ed effettivamente quello della salute è un aspetto critico, perché non esiste il sistema sanitario pubblico, o meglio, c’è, ma non dà quasi niente. Per cui è giocoforza fare un’assicurazione sulla salute.

Infine, il cardinale ha fatto una mezz’oretta di conferenza raccontando qualcosa della sua esperienza di vescovo. Stasera, a quanto ci ha detto, si è fatta da qualche parte la presentazione del libro che ha scritto in maniera autobiografica, riguardo ai suoi anni di prete (48) e di vescovo (28).

Ero con Marcial, e non ci siamo fermati al pranzo per andare veloci all’arcivescovado dove avevamo varie faccende da sbrigare e toglierci.


Gesù è meglio della Coca Cola

La risposta la lascio a voi, con un sorriso.

Questa maglietta me la sono trovata a Messa stasera, e mi è subito piaciuta.

La cosa interessante è la scritta piccola sotto il nome a destra. Si adatta anche al clima di fine anno liturgico.

Alla fine c’ho fatto sopra anche un pezzo di predica!!!

10:07 pm

Cena di avvento

Stasera abbiamo partecipato, con alcuni rappresentanti delle parrocchie, a una Messa e cena di avvento della Fraternità dei Missionari della Croce. Non sono una congregazione religiosa, ma il movimento che ci ha accompagnato a iniziare il lavoro del SINE, consistente nei ritiri di evangelizzazione e tutto quello che gli segue.

Tutti gli anni organizzano questo momento di incontro-preghiera-fraternità, e non mancano mai di invitarci.

L’incontro di quest’anno è stato caratterizzato dall’Eucaristia presieduta dal padre Ricardo Santelises: il quale ha riempito la Messa di canti, al momento opportuno e anche al momento inopportuno. Il risultato è stato piacevole, perché i canti erano tutti molto conosciuti. Nella predica, parlando della carità, ha elogiato l’ospitalità ricevuta a Genova il mese scorso in occasione di una sua visita: ha dormito una notte in seminario, ed è stato colpito dalle sottane che portano i preti del nostro seminario e dalle attenzioni ricevute.

Nel mio piccolo mi sono sentito orgoglioso della mia comunità diocesana! Grazie, Signore!

Oggi pomeriggio siamo stati a Los Botados, una paese vicino a Yamasá. Il padre Cecilio che è il parroco mi ha invitato a presiedere l’Eucarestia per la novena della festa patronale di Cristo Re.

Sono venuti con me suor Serafina insieme alle aspiranti, e anche Paolo e Francesca.

Abbiamo trovato una comunità piccola ma viva, con un bel coretto di giovani. Un po’ disorganizzata con i microfoni, ma con tanti doni. Come tutti i paesi simili, per ogni festa patronale eleggono la regina, la viceregina e la principessa, tra le giovani più serie e impegnate del paese. Queste presenziano ai vari giorni della novena in abito di gala e con una coroncina in testa.

A partire da metà messa è venuto giù il mondo di acqua, e l’acquazzone ci ha accompagnato anche in buona parte del viaggio di ritorno.

Per Paolo e Francesca è stato il modo di vedere un paesaggio un po’ diverso da quello del Guaricano, molto più verdeggiante e semplice.

Stamattina ci sono state le ordinazioni di quattro preti diocesani e di sette diaconi neo catecumeni.

Bella celebrazione, anche se un po’ lunghetta.

La cosa che mi è piaciuta di più, dopo il momento dell’imposizione delle mani, è stato quello che ha detto il cardinale alla fine a modo di avviso: che ha intenzione di implementare l’invio di preti diocesani in missione.

I preti neo catecumeni sono in missione, per lo meno il 30% del totale. Ma il cardinale ha idea di vivere esperienze missionarie diocesane in maggior quantità. Per questo ha chiesto a tutti i preti di portare avanti l’esperienza dei circoli vocazionali e di valorizzare il seminario minore. Il senso: con un numero di preti più alto è più facile mandarne qualcuno in missione.

Stamattina la cattedrale straripava di preti, diaconi e fedeli per la celebrazione del venticinquesimo anniversario dell’elezione a arcivescovo di Santo Domingo del cardinale Nicolás López Rodríguez. È stato un bel momento di chiesa, vissuto da tutti in maniera molto gioiosa. Ce lo siamo goduti insieme ad alcuni membri dei consigli pastorali delle parrocchie.


La concelebrazione finale

C’è stata una bella partecipazione, oggi, alla giornata dei catechisti. E non solo nostra. C’era un salone grandissimo pieno di gente: la stragrande maggioranza donne, un certo numero di uomini, e una nutrita presenza di adolescenti e giovani.


I catechisti di Santa Margarita presenti alla giornata

Per la verità ha partecipato bene Santa Margarita, mentre della Divina Misericordia c’erano solo tre. Sembra che gli altri si siano scoraggiati per il fatto di essere in pochi.


Don Paolo con un'...aspirante catechista

In mattinata hanno avuto un tema di formazione e lavoro di gruppo. Nel pomeriggio canti, animazione, e quindi la Messa presieduta dal cardinale alle tre del pomeriggio.

La gente è rimasta molto contenta, hanno passato una bella giornata. Io li ho raggiunti nel pomeriggio, e ho condiviso con loro la parte finale.

A livello di zona ho l’incarico della pastorale educativa, che è qualcosa di nuovo, perché finora non si era fatto niente.

Ogni secondo sabato del mese di mattina ci vediamo nella parrocchia più centrale. Teoricamente dovrebbero esserci i rappresentanti di tutte le parrocchie (maestri o direttori impegnati in parrocchia), ma in pratica abbiamo avuto oggi la punta più alta di partecipazione con cinque parrocchie rappresentate.

Oltre a leggere un punto di un documento del concilio sull’educazione (Gravissimum educationis), abbiamo cercato di elaborare alcune idee per il lavoro futuro, e sono le seguenti:

  • Coinvolgere le parrocchie che ancora non si sono integrate
  • Sensibilizzare le parrocchie della zona alla necessità di offrire un’attenzione pastorale al personale delle scuole del loro territorio.
  • Proporre momenti formativi per maestri sull’educazione sessuale.
  • Far crescere nei direttori l’esigenza di portare avanti una formazione nei valori.

Non è un programma gigante, son piccole cose che speriamo di poter realizzare, poco a poco. Anche con la vostra preghiera!

La giornata di oggi degli esercizi è stata completamente di deserto: nessun momento comune fino alle tre di pomeriggio, ora in cui abbiamo avuto la Liturgia Penitenziale, seguita dalla Messa.

Ho potuto leggere il Vangelo di Marco nella sua interezza, tutto d’un fiato, come ci aveva consigliato don Doglio, il professore di Scrittura del Seminario, e vi assicuro che è stata un’esperienza molto bella. Si colgono dettagli d’insieme che normalmente nella lettura liturgica sfuggono.

La cena è stata speciale, anche perché celebravamo i 16 anni di ordinazione del padre Jairo, il missionario fidei donum colombiano. Poi, dopo cena, una sorpresa: un buon gruppo di laici delle varie parrocchie, insieme all’équipe diocesana del piano pastorale, sono venuti a passare un momento insieme noi. Momenti belli e delicati, dove ti senti chiesa!

A sentore di tutti i presenti questi esercizi spirituali sono molto positivi.

Continua lo stile immediato e molto spontaneo del padre Vinicio Disla, e non c’è nessuno che si addormenta.

Due meditazioni al giorno, molto tempo per la riflessione personale, il Santissimo Sacramento esposto la maggior parte del tempo di silenzio, e dopo cena un pensierino in più.

Sto andando avanti nella lettura di un libro che fa vedere le radici ebraiche di Gesù, molto interessante.

Il dialogo dopo cena di stasera è stato guidato dal cardinal López, che ha detto due parole e poi si è esposto a un fuoco di domande.

A fare gli esercizi spirituali con noi c’è un certo padre Jairo, che è un prete colombiano fidei donum nella diocesi di San Juan de la Maguana, nel sud della Repubblica Dominicana.

Ho scoperto con gioia che nella sua diocesi ci sono duecento preti diocesani in servizio in diocesi, e oltre a questi ce nel sono altri 365 in servizio “prestato” ad altre diocesi del terzo mondo: America Latina, Africa, Asia. Qualcuno lavora anche in Europa e negli Stati Uniti con gli emigranti. Hanno un seminario apposta che li prepara a questo servizio.

La cosa mi ha colpito, e appena posso farò una ricerca in rete per saperne qualcosa di più.

Il mio primo giorno di ritiro è stato segnato dal sonno e dal riposo. Sono arrivato tardi alle varie meditazioni e celebrazioni, spero che domani sia meglio.

In compenso abbiamo avuto la gradita (per tutti) sorpresa che a dare il ritiro non c’era il solito prete degli anni scorsi del Movimento per un Mondo Migliore, che è il movimento che ci accompagna nell’applicazione del Piano Pastorale diocesano. Tale padre risultava abbastanza ostico a tutti: diceva cose belle ma non aveva il dono della comunicativa.

Invece appunto quest’anno c’è un padre della Diocesi di Santiago de los Caballeros, il padre Vinicio Disla, il quale parla a braccia ma con una capacità unica di mantenere l’attenzione dell’uditorio: è un continuo citare preti, suore e vescovi della storia dominicana, in una sequenza di aneddoti gustosissimi oltre che edificanti. È un padre di lunga esperienza (ha quasi cinquant’anni di matrimonio), e si è ordinato prete insieme al cardinal Nicolás López Rodríguez.

È un bel regalo che il Signore ci ha fatto. Sono Esercizi belli!

Siamo (io e Lorenzo) in partenza per il ritiro annuale dei preti della diocesi, che durerà fino a venerdì a pranzo.

Dico “in partenza”, ma non andiamo lontano, perché si svolge alla “Scuola di Evangelizzazione” che è dentro al territorio della mia parrocchia.

Gli anni scorsi partecipavano una cinquantina di preti, compresi i neo catecumeni.

Vi saprò dire!


La carrozza della Madonna della Guardia

La Camminata Mariana di oggi pomeriggio è stata veramente bella. Moltissima gente, molte carrozze che le più varie statue, quadri e raffigurazioni della Vergine Maria, dalla classica Madonna dell’Altagrazia fino ad avocazioni più nuove come la Madonna della Consolazione.


Alcuni dei giovani presenti alla Camminata

Molta gente da Santa Margherita e dalla Divina Misericordia! Con anche un bel gruppetto di bambini e di giovani.


La Madonna della Guardia

La carrozza non l’abbiamo fatta, perché a livello di zona si è preferito ridurne il numero e preparare una sola carrozza per tutte le parrocchie di Villa Mella e Guaricano. È toccato realizzarla alla parrocchia dell’Amparo, che ha portato la statua della Madonna della Guardia di Genova, con tanto del Benedetto Pareto. Il tutto era molto bello, e avevano messo un cartellone che diceva “Madonna della Guardia di Genova”.

La camminata si è conclusa con la Messa presieduta dal vescovo ausiliare. Nell’omelia questi ha ricalcato il fatto che la camminata era una maniera plastica di realizzare un momento di preghiera per l’accettazione mutua (tema annuale del piano pastorale) e contro la violenza (problema cruciale in questo momento, in tutta la Repubblica Dominicana).


La carrozza del Ministero dell'Educazione con Alejandrina Germán

L’evento è stato seguito anche dai mezzi di comunicazione, attirati forse anche dalla presenza di una carrozza del Ministero dell’Educazione, al cui seguito andava nientepopodimeno che la stessa Ministro dell’Educazione, Alejandrina Germán, attorniata da una decina di alti funzionari del dicastero. Con un bel risultato in ritorno di immagine, penso.

Nel nostro gruppo c’era anche Miguel Ángel, l’unico seminarista presente alla camminata. Il gruppetto dei giovani aveva poi delle magliette nuove fiammanti preparate da suor Serafina con il logo delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario.


I nostri chierichetti

E la sorpresa: sul Listin Diario, uno dei maggiori giornali domenicani, apparirà domani la foto dell’inizio della processione, con i nostri chierichetti in prima file. Anche per questo c’è da essere ben contenti!

Stasera abbiamo avuto la cena pro fondo del Seminario Minore. Nella cornice bella di un club distinto della città abbiamo ascoltato buona musica, cenato (bene, anche se molto semplice), e applaudito varie volte tutti i seminaristi.

Le nostre parrocchie hanno risposto massivamente. Da ogni comunità apostolica hanno mandato un rappresentante, dividendosi tra tutti il costo dell’entrata (300 pesos, circa 7 euro e mezzo). Anche a scuola molti studenti si sono fatti animo, e con i contributi di tutti hanno mandato sette rappresentanti tra primaria e liceo. Speravo meglio, ma va bene così. Di fatto, tra tutti i gruppi presenti, il nostro era il secondo più numeroso, con una cinquantina di persone. Erano più di noi solo la parrocchia di San Maurizio, che è la parrocchia dove è parroco il rettore del seminario minore, ed è una parrocchia “bene”.

Credo che i nostri seminaristi si sono sentiti ben appoggiati!

Grazie, Signore!

Ho partecipato a una parte dell’incontro taller di programmazione pastorale diocesana per l’anno prossimo. C’erano un gran numero di laici, e molti preti, duecento cinquanta persone in tutto, in rappresentanza delle varie zone dell’arcidiocesi.

Non ho potuto partecipare tutto il giorno, perché di pomeriggio dovevo presentare un documento al distretto circa il personale che doveva essere assunto dallo stato e che ha ricevuto l’assegno. Così ho fatto un po’ di corsette da una parte all’altra, e spero che la cosa si risolva.

10:24 pm

Cena tra preti

La vicaria del clero ha organizzato stasera una cena tra preti.

Non è stata solo una cena, abbiamo chiaccherato abbastanza, prima informalmente e poi formalmente. L’obbiettivo era vedere la disponibilità a portare avanti un programma di vita fraterna tra preti.

L’orientamento generale è di continuare a organizzare momenti, ma senza troppa pressione.

Di una cinquantina di preti diocesani (esclusi i neocatecumenali) c’eravamo una ventina. Una discreta percentuale.

Ci siamo riuniti in casa di una coppia che lavora negli “Incontri cattolici per fidanzati”, una casa da sogno con tanto di piscina e giardinetto ben studiato. Alcuni hanno fatto il bagno, a me non attira granché.

… ma non sono le Brigate Rosse.

Stava scendondo dalla jeep (mezza di lusso, ehm), e al momento tre loschi tipi arrivati in moto gli hanno subito sparato alle gambe per portagli via il mezzo di trasporto.

Non sono arrivati lontano, non so per quale strana ragione le jeep gli si è spenta.

Il prete in questione è il nostro vicario di zona, o arciprete, come dicono qui. La pallotola gli ha attraversato una gamba e dopo avergli portato via lo scroto (forse con parte del contenuto) gli è rientrata nell’altra.

Il soggetto è diabetico, per cui è ancora da vedere se lo possono operare o no. Domani dovrebbero prendere una decisione.

Sono stato a trovarlo stamattina, l’ho trovato sereno, e in pace. L’espressione non era sofferente, segno forse che era imbottito di calmanti.

Ci ha chiesto preghiere. Cosa che stiamo facendo, e spero anche voi con noi.

Il commento unanime, da parte di tutto quelli che vengono a sapere la cosa, è: “Non c’è mai stata tanta delinquenza come adesso!”

10:29 pm

Marvin Marcano

Abbiamo avuto stasera il concerto di Marvin Marcano, quasi a chiudere la novena di preparazione alla festa di Santa Margherita.

Marvin Marcano è un giovane sposo sui trenta-trentacinque anni, ha lavorato per vari anni con orchestrine che suonano il merengue tipico di qui, e poi sette anni fa grazie a un ritiro ha incontrato il Signore. Da quel momento il suo canto è stato per lodare Cristo.

Qualche problema tecnico all’inizio, dovuto soprattutto al fatto che si è cominciato a preparare il tutto quindici minuti prima dell’ora che doveva cominciare, ed era praticamente impossibile risolvere tutti i piccoli grandi problemi che si presentano in queste occasioni.

Così il concerto è cominciato non alle sette ma alle otto e quindici. In compenso è piaciuto molto, e anch’io me lo sono goduto, applaudendo da matti e muovendomi a ritmo di danza come tutti i fratelli e sorelle dominicani.

Stamattina sono stato in seminario, per presiedere un’Eucaristia della settimana missionaria dei seminaristi. È stata un’occasinoe bella per condividere la grazia che sto vivendo del servizio missionario qui a Santo Domingo!

Ho incontrato una comunità del seminario viva e attiva, è stato piacevole!

Sembra che ci sia un inizio di fidanzamento tra la chiesa dominicana e linux. Il padre Lorenzo Vargas mi ha detto che un istituto di formazione informatica ha preparato e sta per lanciare corsi di linux per i preti e i loro più diretti collaboratori.

Bene! Qualcosa si muove!

Stamattina abbiamo avuto la riunione del clero zonale.

La cosa buffa è che si annunciavano attività su cui padre Nelson ne sapeva di più che padre Juan Francisco che è l’arciprete. È stato abbastanza buffo! Come è stato buffo vedere che lo stesso padre Juan Francisco non aveva le idee chiare sul giorno del mese in cui ci riuniamo!

C’è da rimettersi sotto con la pastorale delle priorità: tutti i secondi sabati del mese mi tocca fare la formazione dei rappresentanti della pastorale educativa.

Alla fine c’è stato un piccolo atto di accoglienza del padre Francesco, che è un neocatecumeno di Napoli: è il nuovo curato (viceparroco) di Santiago el Menor e Nuestra Señora del Amparo.


I genitori si recano dai catechisti per iscrivere i loro figli

Abbiamo fatto oggi pomeriggio le iscrizioni al catechismo.

In alcuni centri c’è stata un’ottima affluenza, in altri no. Strano. Eppure abbiamo dato una buona pubblicità alla cosa, a tutte le famiglie abbiamo fatto un’invito personale.

Mi rendo conto sempre di più che siamo in missione: alla maggior parte della gente non gliene frega niente dell’educazione cristiana dei suoi figli!

Ho avuto stasera la Messa alla parrocchia dell’Amparo. Oggi è la vigilia della festa della Guardia, e il padre Isidro, il parroco, mi ha invitato a presiedere l’Eucaristia.

C’era un discreto numero di gente: c’era anche una rappresentanza di Santa Margarita, con una ventina di persone, e c’erano anche vari laici di Santiago il Menor.

Il padre Isidro non c’era perché aveva una messa di inaugurazione dell’anno nel seminario Redemptoris Mater dove è professore.


Suor Modesta con Mayra

I responsabili della pastorale giovanile hanno terminato il bivacco, che si è svolto a La Rosa, il campo di cui è originario Marcial, e dove vivono ancora adesso i suoi genitori e buona parte dei suoi familiari.


don Paolo con Virginia e Taína

Abbiamo fatto la Messa finale stamattina alle undici. Oltre ai nostri giovani c’era un bel gruppo di gente della comunità, praticamente solo donne e bambini, con una buona presenza di giovani.

M’è spiaciuto che, nonostante fosse la festa del papà, c’era un solo uomo del paese.

Sono stato oggi pomeriggio a celebrare Messa a Hato Viejo.

È un campo a 30 km da Santo Domingo. Il parroco è padre Cecilio, che è prete da due anni e che quando era seminarista veniva a fare pastorale nella nostra parrocchia. Visto che celebravano la novena della festa patronale mi ha invitato a presiedere la messa di un giorno della novena.

Ho fatto il viaggio, accompagnato da Pepe e da Willy, uno dei nostri seminaristi, sotto un’acqua battente.

La Messa è stata in tono minore, perché il settore a cui toccava animarla è dall’altra parte di un torrente che passa vicino a Hato Viejo, e non essendoci un ponte vero e proprio l’acqua alta del torrente non ha lasciato passare nessuno. In qualche maniera però la Messa l’abbiamo fatta, qualcuno a qualche maniera ha fatto i canti, e io ho provveduto nella omilia a motivare il lavoro del terzo piano pastorale diocesano.

Una cosa che mi ha colpito è stata la presenza della regina e della vice regina. Si tratta di due adolescenti del paese, scelte per la loro serietà. Tutti i giorni della novena presenziano con un vestito bianco e una fascia rossa a tracolla, e con una specie di corona in testa. Secondo quello che mi spiegavano è una forma di dare forza ai valori che queste giovani vivono. Tutti gli anni si scelgono diverse regine e vice regine.

Hato Viejo è anche il posto dove viveva Mamá Tingó, una donna che, in una circostanza in cui un uomo del governo voleva prendersi la terrra dei contadini, è stata in prima fila della resistenza dei contadini stessi, al punto che l’hanno ammazzata. Un busto nel mezzo del paese (mezzo maltrattato dalle intemperie purtroppo) ricorda la sua persona. Vicino a Santa Margarita vive sua figlia Juana, che è anche lei una persona impegnata nella lotta per i diritti della comunità.


Il card. Nicolás, padre Marcial e don Paolo

Con un bel numero di preti e tre vescovi abbiamo celebrato i 15 anni di cardinalato del nostro cardinale, Nicolás de Jesús López Rodríguez. Insieme a lui il parroco della parrocchia ospite compiva 51 anni di ordinazione.

La Messa è stata ben viva. Mi ha colpito il fatto che il gloria era cantato da un perfeto coro settecentesco, accompagnato da un’orchestra che lavorava con stumenti originali. Guardandomi intorno non si vedeva nessun coro, eppure il suono si sentiva p-e-r-f-e-t-t-o. Non ci ho messo molto a capire che era un disco. Che tristezza. Eppure, mi dicono, nelle parrocchie di classe alta come quella la gente non si lascia coinvolgere più di tanto. Anche gli altri canti erano cantati praticamente da un solista, questa volta in diretta.

Dopo la Messa il pranzo, anche quello di classe alta: era mangiare abbastanza laborioso e articolato. E, soprattutto, buono.


La processione di Corpus Christi 2006

Oggi pomeriggio abbiamo avuto la tradizionale celebrazione diocesana del Corpus Domini, che qui si chiama Corpus Christi.

La processione è partita dalla Plaza de la Salud alle quattro. Sono state fatte tre fermate con meditazioni varie su altrettanti passi del vangelo. Poi, arrivati allo stadio Quisqueya, ancora un piccolo momento di adorazione, e quindi la Messa.

Nell’omelia il cardinale ha parlato dell’Eucaristia, e poi, alla fine, come è suo solito, ha fatto una puntatina nel sociale, citando il discorso della violenza nelle città, e invitando tutti i cristiani a pregare e a fare sacrifici per implorare dal Signore più pace nella società.

Tra le autorità era presenta la primera dama, Margarita Cedeño de Fernández.

Rispetto agli altri anni è stata una cosa più veloce: siamo arrivati a casa che non era ancora buio. Il fatto di mantenere la celebrazione meno lunga ha inoltre evitato che la gente se ne andasse al momento della comunione.

Delle nostre parrocchie si è mossa un po’ di gente, più o meno una pulmino da 35 per ogni settore.

Grazie, Signore!

P.S.: la foto fa abbastanza schifo, perché la macchina fotografica è alla fine dei suoi giorni: sembra che la motherboard sia partita o stia partendo.

Ero stato invitato a fare una presentazione delle quattro conferenze dell’episcopato latinoamericano in una parrocchia semi nuova, san Martín de Porres, a Sabana Perdita.

Il giorno fissato era oggi alle sei di sera, e non ci sono stati contrattempi. Anzi, arrivando là ho trovato un bel gruppetto di persone, e la presentazione è stata ben capita e ben recepita.

Ho provveduto a agganciarmi alla storia della chiesa dominicana, e anche al terzo piano pastorale che stiamo vivendo.

Sono rimasto molto contento, delle cose belle che il Signore mi ha aiutato a dire, e dell’entusiasmo di quella giovane parrocchia! Ho anche scoperto con gioia che in hanno in mezzo a loro una piccola comunità di quattro religiose, molto inserite nella pastorale!

Grazie, Signore!

Per oggi, festa di Gesù Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote, il vescovo ha invitato tutta la diocesi a vivere una giornata di preghiera per la santificazione dei sacerdoti, cioè dei preti e dei vescovi.

Nelle nostre parrocchie abbiamo vissuto un momento di adorazione eucaristica prolungato, a partire dalle cinque di pomeriggio, per terminare con la Messa (a Santa Margarita) e con la Celebrazione della Parola (alla Divina Misericordia e nel settore San Ramón).

A Santa Margarita l’adorazione aveva anche una sfumatura riparatrice per il furto del tabernacolo con l’Eucaristia.

La cosa più bella dell’adorazione è stata la risonanza fatta a Gv 7, la preghiera sacerdotale di Gesù. Tutti hanno potuto penetrare un po’ più a fondo in questo bellissimo capitolo del Vangelo.

La Messa finale, poi, celebrata con calma, senza fretta, me la sono goduta, e spero anche la gente.

Stamattina abbiamo avuto un incontro diocesano di rinforzo del lavoro del Terzo Piano Pastorale.

C’erano la quasi totalità delle parrocchie, ognuna rappresentata dal suo parroco insieme a due o tre laici.

La nostra presenza è stata entusiasta, grazie a Dio, e anche a me ha messo voglia di portare avanti il lavoro con più entusiasmo!

Il cardinale, che è arrivato quasi alla fine, non ha perso l’occasione per dire una parola chiarificatrice sui problemi che ci sono con le elezioni, e si è lamentato di una triste realtà: che alcuni dei giudici della Junta Central Electoral sono notoriamente indegni di quella funzione. La gente al sentirgli dire questo l’ha spontaneamente applaudito.

Stamattina abbiamo vissuto con Lorenzo una bella esperienza di spiritualità.

La vicaria del clero ha organizzato una giornata di spiritualità, in pratica una mattinata, in una parrocchia del centro.

La prima parte, una conferenza del cardinale arcivescovo sull’enciclica “Dio è amore”. Bella, anche se da ascoltare con molta attenzione.

E poi, l’adorazione eucaristica, pregando e riflettendo sullo stesso tema dell’enciclica.

La cosa è stata molto piacevole, e ancora di più al finire l’adorazione, quando ci siamo spostati al salone parrocchiale per il pranzo!

All’incontro del clero ho avuto la gioia di rivedere tanti preti con cui era un sacco che non ci vedevamo. Con vari di loro ci vediamo giusto una o due volte all’anno, ma c’è un rapporto molto bello.

I “contenuti” di questo incontro sono stati l’autostima e le figure più di spicco del clero domenicano.

Il primo è stato abbastanza fumoso, il secondo bello gustoso!

La notte è stata tragica a causa le zanzare: le zanzariere alle finestre erano rotte, e non c’era zanzariera nel letto. Sapendo la cosa, ho provveduto ad ammazzarne almeno dieci prima di andare a dormire, ma evidentemente non ho ammazzato le campionesse di nascondino!