Contributi nella categoria 'Santa Margherita'

La Messa di stasera, primo venerdì del mese, abbiamo avuto gli studenti della scuola serale per l’inaugurazione dell’anno scolastico.

Ce n’erano circa 70, su 130 iscritti. Per essere venerdì, giorno di diserzione massima, c’era da essere soddisfatti.

Oltre alla predica “a tema”, prima della benedizione abbiamo chiamato le varie classi perché si presentassero una a una insieme ai loro maestri. Credo che sia stata una cosa che li ha fatti sentire molto bene!

Alla fine ho fatto pubblicamente i complimenti a Germania, la direttrice docente, la quale sta portando avanti il lavoro veramente bene!

Ce l’ho fatta! Sono riuscito a finire e a distribuire il materiale per la novena di Santa Margherita Alacoque. Gli anni scorsi davo delle cose molto semplici. Adesso sono riuscito a organizzare un materiale più articolato, con la vita fatta a spezzoni per i vari giorni, e con spunti di riflessione e approfondimento. Non solo, nel distribuire questo materiale ai responsabili di settore ho invitato a preparare piccole recite sulla vita della santa.

Tutte le sere della settimana prossima avremo il rosario e la novena alle sei di sera, seguiti dalla Messa.

I black-out continuano con insistenza. A Santa Margarita la luce se ne va verso le nove del mattino, per tornare nel primo pomeriggio. Se ne va di nuovo verso le sei, e torna dopo le dieci. Sono circa 10/11 di black-out al giorno. Inutile ricordare le n promesse del governo che non si sarebbero dati più di sei ore al giorno di black-out!

Il generatore elettrico di Betania sta lavorando come un matto. Con i corsi di computer per gli studenti, che si fanno mattina e pomeriggio, e con la scuola serale, consumiamo circa 200 galloni (800 litri) di gasolio al mese!

La gente non ce la fa più, ma è talmente stremata che ha perso anche la voglia di lottare per avere un po’ più di corrente al giorno.

Sono stato in curia, stamattina, e ho potuto scambiare due parole con il vescovo ausiliare, mons. Pablo Cedano.

Abbiamo parlato dell’ordinazione diaconale di Juan Luis, il nostro candidato che ha fatto la preparazione insieme a Marcial, e al quale ho fatto aspettare qualche tempo perché maturasse un po’ di più nella pastorale. Di fatto questa maturazione c’è stata, e dovremmo quindi fare l’ordinazione appena si potrà. C’era in ballo il discorso che terminasse il liceo; il Concilio Dominicano parla del fatto che i candidati diaconi della città devono aver almeno la maturità, e Juan Luis si è fermato un anno prima perché si è messo a lavorare. Mons. Cedano ha espresso l’idea che si facciamo l’ordinazione adesso. Potrà essere tra un mese o all’inizio del 2007.

L’altra cosa di cui abbiamo parlato è l’apertura della nuova parrocchia in quello che adesso è il settore San Ramón. Mons. Cedano mi sta spingendo ad accelerare le cose. È vero infatti che io non mi ci sono messo dietro più di tanto alla faccenda. Bisogna preparare uno studio, da presentare al Consiglio Presbiterale, con la storia del settore, la spiegazione della situazione della zona, ecc. Devo fare lo sforzo di mettermi lì e organizzare le idee. Non è una cosa dell’altro mondo, ma a volte le cose si sommano.

Parlavamo anche del nome che avrà questa nuova parrocchia. Spero di farvi una sorpresa presto…

Dopo l’inaugurazione a Santa Margarita e alla Divina Misericordia di domenica scorsa, oggi è stata la volta del settore san Ramón, che sempre più si avvia a diventare una parrocchia a sé stante.

La cappella del Mamey era stracolma, una quarantina di bambini, che sicuramente non sono tutti quelli che sono stati iscritti al catechismo, però in percentuale erano più di quelli che avevo domenica scorsa alla Divina Misericordia.

E alla fine della Messa ho confessato un bel po’ di gente, praticamente tutte bambine e ragazzine adolescenti. Nessun maschietto. La differenza nella vicinanza alla chiesa si vede già nell’età della prima comunione.

Francisca, una giovane catechista e animatrice della pastorale giovanile della Divina Misericordia, sta cominciando a uscire allo scoperto con il desiderio di vivere la vocazione religiosa. Abbiamo parlato di chiamare una suora che lavora in curia, per vedere se le dà qualche indicazione o la invita per qualche attività vocazionale.

Francisca è una ragazza molto matura, ha sui 24 anni, e ha una bella capacità di lavoro pastorale. È una delle leader più affermate non solo alla Divina Misericordia, ma anche a Santa Margarita.

Per me è una gioia vedere questo desiderio che sboccia e cresce, vi saprò dire gli sviluppi!!!

Nel pomeriggio ho fatto l’aiuto elettricista. Pedro mi ha iniziato a fare un lavoro nella cappella del Santissimo, e sono stato con lui per evitare quello che mi è successo altre volte: che a lavoro terminato ho dovuto aggiustarlo io.

Così ho fatto il suo aiutante, e a tratti il suo ingegnere.

Credo che ne è valsa la pena, perché abbiamo scoperto varie cose mal fatte, l’abbiamo messe a posto, e adesso tutto è più chiaro.

Con Pedro sto anche cercando di fargli tornare il gusto della vita di chiesa. In vari momenti della sua vita è stato abbastanza vicino, a tratti faceva anche la comunione, ma poi si è allontanato, un po’ per varie vicissitudini (separazione dalla moglie, la figlia gli è stata violentata da un vicino, ecc.).

Adesso sta quasi riavvicinandosi. Finendo il lavoro, verso le sette di stasera, in ginocchio davanti al tabernacolo abbiamo pregato insieme per lui, perché ritrovi presto il cammino di casa.

Sono sicuro che ci ascolterai, Signore Gesù.

Nel pomeriggio ho inaugurato una CEB che sta funzionando già da vari mesi.

La portano avanti Emiliana e Sinín. Questa è una signora anziana e con vari acciacchi ma piena di vita che ha sempre vissuto in maniera impegnata la sua fede. La prima invece è passata due o tre anni fa da essere una cristiana della domenica a una vita impegnata su vari fronti: ha fatto il ritiro di evangelizzazione, ed è animatrice di comunità e catechista.

Alla Messa c’erano anche vari uomini, e ho approfittato per sottolineare l’importanza dell’invito e dell’amore che possono dare ai loro vicini per aiutarli a fare il passo verso Cristo e diventare persone che trasformano i loro dintorni.

Oggi il paese festeggia la Restaurazione della Repubblica: nel 1863, il 16 agosto, è cominiciata la seconda guerra di liberazione dal colonialismo spagnolo.

Per la Repubblica Dominicana è la data in cui prendono possesso le nuove autorità. E quest’anno è toccato a senatori, deputati, sindaci e consiglieri, tutti quanti eletti il 16 maggio, esattamente tre mesi fa.

In casa avevamo mezzo parlato di fare una gita con le suore, ma alla fine non si è concretizzato niente. Io ho passato la mattinata in parrocchia a preparare il materiale per il ritiro della scuola che sarà questo venerdì.

Invece nel pomeriggio ho accompagnato al seminario Willy e Miguel Ángel: hanno fatto oggi il loro ingresso al seminario maggiore, al primo anno di filosofia. Ho potuto conoscere il loro formatore, il padre Mártires, e ho potuto scambiare due parole anche con il padre Federico, che è formatore della seconda filosofia.

Willy e Miguel Ángel abiteranno in camerette condivise ognuno con un altro compagno: avranno a loro disposizione un letto, un tavolo, una sedia, uno scaffale per i libri. Andranno a studiare la filosofia alla Pontificia Universidad Madre y Maestra, che non è lontana dal seminario. La loro classe, che comprende giovani di tutte le diocesi del paese, è di 56 seminaristi!

Poi, alle sette di sera, il corso di preparazione al matrimonio, con il quale ho concluso in bellezza la giornata.

Oggi, solennità dell’Assunta (che qui non è di precetto), nella Messa della sera abbiamo salutato i due nostri seminaristi maggiori che domani entrano in seminario.

Sono Willy e Miguel Ángel, e inizieranno adesso il corso filosofico, che dura quattro anni.

Varie persone della comunità hanno espresso ai due giovani la loro solidarietà spirituale, assicurando il sostegno della preghiera. Da parte loro Willy e Miguel Ángel hanno ringraziato tutti e hanno richiesto preghiera per loro e i loro compagni.

Alla fine della Messa ho chiesto a tutti i presenti che dessero loro un abbraccio.

Ed è stato un momento molto bello di vita parrocchiale. A Santa Margarita.

La Divina Misericordia non ha ancora seminaristi maggiori, sono solo due contro i cinque di Santa Margarita, e sono entrambi in prima liceo. L’anno scorso c’era Brondy in seminario, doveva passare al primo anno di filosofia ma è uscito.

Oggi si è conclusa la 13ª Missione Parrocchiale della Parrocchia Santa Margarita, e la prima (da dopo la divisione) della Parrocchia della Divina Misericordia.

Don Lino Terrile aveva cominciato a realizzare queste missioni di agosto a tutto il territorio parrocchiale nel 1994, e da quell’anno tutti gli anni la comunità aspetta con gioia il tempo della missione.

Come si realizza la Missione?

L’esperienza ci ha aiutato a dare una forma tipica, che si ripete uguale tutti gli anni, a questa attività.

Si comincia un mese prima annunciando alla comunità che ci avviciniamo al tempo della Missione.

Quindici/venti giorni prima della data di inizio si tengono gli incontri di formazione per i missionari e per gli oranti. Con i secondi faccio sempre un momento di insegnamento sulla preghiera, sia nelle sue basi bibliche che sul modo di viverla. Con i primi, c’è sempre una catechesi sulla missionarietà nel Nuovo Testamento, poi l’esplicitiazione dell’annuncio del kerigma, che è centrale nella visita missionaria, e infine l’istruzione pratica (con tanto di prova) sulla maniera di realizzare la visita alla famiglia.

Si arriva così all’ultima domenica di luglio o alla prima di agosto – quest’anno è stato il 30 luglio – nella quale alla Messa principale si fa la benedizione dei missionari.

A partire dal lunedì seguente, ogni giorno ci dedichiamo a visitare le famiglie di un settore o di una parte di esso. Fino all’anno scorso eravamo una sola parrocchia di nove settori, e quindi i dieci giorni di missione (due settimane da lunedì a venerdì) si dedicavano in pratica uno ad ogni settore. A partire da quest’anno la divisione delle parrocchie ha fatto sì che ogni parrocchia abbia meno settori, e di conseguenza ogni giorno si visitava solo metà di un settore. Con la metà dei missionari, naturalmente, perché ogni parrocchi lavorava nel suo territorio. Quest’anno avevano un massimo di sessantaquattro missionari a Santa Margarita e altrettanti alla Divina Misericordia; in pratica le presenze sono oscillate tra un massimo di sessanta e un minimo di quarantotto.

Alle tre del pomeriggio di tutti i giorni di missione ci ritroviamo quindi in una cappella o altro punto adatto dentro al settore che si visiterà, e lì si realizza la preparazione pratica (piegare e contare i fogli del messaggio che si consegnerà a tutte le famiglie; stabilire le coppie di missionari) e un momento di preghiera. Tutti i giorni si invoca innanzitutto lo Spirito Santo, si medita un passo evangelico correlato all’evangelizzazione, si intercede chiedendo al Signore la fecondità del lavoro che si realizzerà; infine i missionari ricevono la benedizione e vanno verso la parte di settore dove tocca loro visitare, accompagnati da laici che vivono nel settore e conoscono bene il territorio: questi ultimi hanno la funzione di dire a ogni coppia di missionari dove realizzare la visita; devono anche rendersi conto se ci sono famiglie che non vengono visitate, e cercare i primi missionari liberi per inviarli là.

Subito dopo l’invio dei missionari vengono inviati anche gli oranti: sono fratelli anziani o non ancora in piena comunione con Cristo e che quindi non possono evangelizzare, e che si dedicano a mantenere viva la preghiera nei centri di accoglienza a cui i missionari invitano la gente.

Normalmente ogni coppia di missionari visita dieci/quindici o in qualche caso venti famiglie, dipendendo dal numero di coppie presenti e dalla grandezza del territorio che si visita.

Durante la visita i missionari iniziano presentandosi; poi un breve momento di familiiarizzazione; quindi la parte centrale, cioè l’annuncio del kerigma, che si raccomanda venga presentato accompagnato da qualche esperienza personale; dopo di ciò invitano a pregare un momento insieme, la famiglia visitata e i missionari; terminano invitando alla Messa di accoglienza che si tiene verso sera nella cappella di settore o in un altro punto più vicino alla gente.

E di fatto verso le sei-sei e mezza la gente comincia ad avvicinarsi al punto indicato. Si vede gente che va a Messa la domenica, ma anche gente nuova, desiderosa di cominciare un cammino, o forse solo curiosa. Sta di fatto che la cosa di fare la Messa è un richiamo che la gente sente. Qualche anno, pensando di attirare di più, invece della Messa facevamo un riannuncio del kerigma, ma poi siamo ritornati alla Messa perché vedevamo che non funzionava.

Nella Messa cerco sempre di presentare il kerigma partendo dalle letture: far vedere cioè come l’amore di Dio, pur offuscato dal peccato, vince il peccato nella morte e risurrezione di Cristo, e diventa chiamata alla conversione e alla fede, alla vita nello Spirito e nella Chiesa. Tutte le sere ho fatto l’esperienza di annunciare questi elementi fondamentali della vita cristiana. Lo stesso hanno fatto nella Divina Misericordia don Lorenzo e il nostro diacono Marcial, che portavano avanti le due celebrazioni di ogni giorno. A Santa Margarita la seconda celebrazione la faceva un ministro laico.

Alla fine della Messa, una o più testimonianze. Tra le cose che mi hanno più colpito c’è stata quella di un uomo che poi mi hanno detto che è il capo di un punto di spaccio di droga; la tentazione è di pensare che erano parole legate al buon vivere, ma voglio credere che il Signore ha cominciato a fare qualcosa in quel cuore, e mi riprometto di andarlo a trovare a casa sua. Così come mi ha colpito la testimonianza di una donna sulla quarantina che era preda della droga e che sei mesi fa è stata liberata, e ha ringraziato pubblicamente il Signore.

Prima della benedizione finale, l’invito a entrare alle Comunità Ecclesiali di Base (CEB): nelle nostre parrocchie sono come il punto di entrata alla chiesa, varia gente vi partecipa anche se non si è ancora decisa a partecipare con costanza alla Messa. I responsabili di settore hanno presentato le CEB presenti nel loro settore, con il posto, il giorno e l’ora in cui si riuniscono. La speranza è che dopo la missione le CEB acquistino più vita.

Nei pomeriggi, mentre i missionari visitavano casa per casa, ho potuto andare da vari malati gravi, ai quali il Signore mi ha aiutato a portare parole di conforto e di fede, e con i quali abbiamo pregato. Ho approfittato anche per visitare persone che prima erano attive nella parrocchia e che per varie cause si sono allontanate un po’, e ho avuto segnali positivi di un desiderio di reintegrarsi. Sono rimasto molto contento anche della Riconciliazione che abbiamo celebrato con una mia maestra che da molti anni non si confessava.

Un aspetto molto bello della missione di quest’anno è stata la partecipazione di Deivy, un ragazzo di diciotto anni che da tre è nel seminario minore dei salesiani. Non avevo mai avuto l’occasione di vederlo con calma, anche perché lo stile di seminario dei salesiani non lascia tanti spazi per la presenza in parrocchia. Il lunedì della seconda settimana sono stato a casa sua a trovarlo, mi sono fatto raccontare varie cose, gli ho raccontato qualcosa di me, e alla fine l’ho invitato a unirsi con noi nella missione. Cosa che ha accettato con entusiasmo e che ha realizzato da lì in poi senza mai mancare. Tutti i giorni lo mettevo in coppia con qualcuna delle persone più impegnate, perché potesse farsi conoscere e conoscere le persone più influenti della comunità parrocchiale. L’ultimo giorno di missione la responsabile di settore ha chiesto a lui di fare la testimonianza alla fine della Messa, ed è stata una cosa molto bella e commovente, perché ha parlato di come ha scoperto la sua vocazione, delle velate prese in giro dei compagni di scuola, e della perseveranza che ha potuto vivere fino ad oggi e che è deciso a mantenere, fino al giorno (tra quindici anni, ma la cosa non lo spaventa) in cui diventerà prete.

Stamattina, poi, abbiamo avuto l’appendice della missione con la visita a Duquesa. Duquesa è un villaggio un po’ ritirato, ed è il posto dove nel 2004 abbiamo realizzato il progetto per far arrivare l’acqua alla comunità. È anche un posto pericoloso per la delinquenza organizzata, hanno una Nazione che fa il bello e il brutto tempo lì. Avevamo lasciata Duquesa indietro a causa della delinquenza, pensando che non era opportuno venire via di là con lo scuro. Questa mattina, quindi, ci siamo andati con quindici coppie di missionari. La gente di Duquesa ha risposto bene, qualcuno ha contato una sessantina di persone alla Messa (una ventina erano bambini), e si è visto un desiderio di vivere la Chiesa, praticamente con il battesimo dei bambini piccoli e il catechismo.

Alla missione hanno partecipato anche Willy e Miguel Angel, i nostri seminaristi che tra pochi giorni entreranno al Seminario Maggiore. La loro presenza è stata però mezza frammentaria, sia perché avevano vari impegni che impedivano loro di essere presente tutti i giorni, sia perché hanno fatto i jolly tra Santa Margarita e Divina Misericordia. Nel complesso la loro partecipazione è stata positiva.

Nelle prossime settimane si vedrà il frutto concreto della Missione. Qualcosa si è già visto: stamattina a Messa c’era più gente del solito, qualcosa come trenta o quaranta persone in più; la media è sui quattrocento alla Messa principale.

Spero che ci sia frutto anche nelle CEB, e che la gente che si unisca possa crescere nella vita di Chiesa: Messa, Ritiro di Evangelizzazione, gruppi di preghiera, impegno di animazione, catechesi, sacramenti. Non è facile sapere quanto la Missione ha aiutato o non ha aiutato; ma quello che so è che con questa missione abbiamo obbedito alla parola di Gesù: “Andate e fate miei discepoli di tutte le nazioni” (Matteo 28). Frutti o non frutti, il frutto dell’obbedienza e dell’amore a Cristo è lì, esperienza vissuta di comunità parrocchiali vive nel Signore.

Ne sono orgoglioso, e dico con gioia: Grazie, Signore Gesù

Stamattina con la visita a Duquesa abbiamo finito la nostra Missione Parrocchiale.

Il lavoro a Duquesa è stato preceduto dalla Messa di Ringraziamento, nella quale una donna ha fatto una testimonianza di essere stata liberata dalla droga.

Finita la Messa, siamo partiti quasi subito per Duquesa con 15 coppie di missionari, più qualcuno che andava come orante e altri laici che dovevano distribuire i missionari.

La gente di Duquesa ha risposta abbastanza: alla Messa, celebrata verso le dieci e mezza, sono accorse una quarantina di persone (contando a partire dai dieci anni), più molti bambini piccoli. Non ho visto tante facce conosciute del passato, a parte Edith, una donna haitiana sui quarant’anni piena di problemi, e che tra le altre cose oggi mi ha parlato di un suo figlio ormai giovanotto che le rende la vita impossibile.

A differenza di quello che mi aspettavo, tutta la gente a cui ho domandato mi ha detto che adesso la situazione di Duquesa è più tranquilla: la polizia, cui è stato aperto un nuovo destacamento a poca distanza, si fa vedere spesso in atti di pattugliamento, e quindi i delinquenti si vedono meno nelle loro cose ed evitano tutto quello che può trarre loro problemi.

Sembrano effetti del giro di vite che il governo ha dato per contrarrestare la delinquenza, giro di vite che la popolazione saluta con entusiasmo perché in generale ha eliminato buona parte della delinquenza notturna.

Stamattina ho accompagnato mons. Cedano, il vescovo ausiliare, nel settore san Ramón, cioè la parte di campo di Santa Margarita. L’idea era di vedere l’opportunità di far nascere una nuova parrocchia, smembrata appunto da Santa Margarita. Mons. Cedano ha visto molto bene la cosa, ed ha anche ipotizzato che in futuro le parrocchie di quello che è adesso un settore potrebbero diventare due.

Con noi c’era anche Gualterio Castillo, un avvocato, parrocchiano di mons. Cedano, che da venticinque anni si reca in villeggiatura a Jacagua. Questo signore ha comprato da tempo un bel po’ di terra da quelle parti, e adesso sta realizzando un’urbanizzazione che comprenderà circa 300 famiglie. Ci ha fatto vedere un terreno che lui dona alla Chiesa Cattolica per fare la parrocchia. È piaciuto sia a mons. Cedano che a me, e quanto prima dovrò mettermi dietro a questo nuovo lavoro: chiedere anzitutto al cardinale la divisione della parrocchia, e studiare poi come costruire la chiesa e le opere parrocchiali sul terreno donato.

Altro lavoro, ma sono qui per questo!

Da parte loro, la gente del settore san Ramón non possono che essere contenti, perché non dovranno più venire al Guaricano (distante vari kilometri) per arrivare alla loro parrocchia.

Anche per questo: Grazie, Signore!

Tra pochi giorni, se il Signore vuole, compreremo un terreno nella Mina.

Sembra proprio che ce lo abbia messo in mano il Signore, perché è esattamente di fianco a dove, in un posto macchina, abbiamo fatto le celebrazioni fino ad adesso. Nascerà quindi una cappella, e in una posizione che tutti già conoscono come il punto dove si riunisce la Chiesa.

Martedì dovremmo chiudere il contratto. Vi chiedo una preghiera perché possa essere un centro di evangelizzazione, il polmone della vita cristiana del settore.

Stasera Deivy si è rivelato più apertamente. Come, non sapete chi è Deivy? Vi ricordate che qualche giorno fa vi parlavo del ragazzo che da tre anni è nel seminario salesiano ma che non si è mai visto in parrocchia? Beh, è lui.

Dal giorno dopo che sono stato a su casa non ha mancato un solo giorno alla missione. Ogni giorno lo mettevo a realizzare la missione insieme a un responsabile di settore: prima Dany, poi Jacinta, poi Germania, e infine oggi Lourdes.

Tutte e quattro mi hanno detto cose bellissime di lui, dell’entusiasmo messo e della bella testimonianza che dava a tutti i giovani che incontravano.

E stasera si è fatto conoscere un po’ da tutti. Alla fine della Messa ha raccontato di come gli è nata la vocazione, dalle prime prese in giro dei compagni del collegio fino alla sua determinazione di oggi di diventare prete nonostante i 15 anni di formazione che ha ancora davanti. È stata una cosa molto bella, e sicuramente adesso tutti gli vogliamo un po’ più di bene.

Così abbiamo terminato in bellezza la missione di oggi. La Messa si è celebrata di fronte a un altro punto di droga. Mi hanno detto che prima che io arrivassi s’è presentata una camionetta della polizia e ne ha portati via un gruppetto.

In quei minuti ero da Yrene, una nostra maestra del pomeriggio che ha sui cinquant’anni, e che da vari mesi ha idea di ritornare a vivere la chiesa, ma che tra una cosa e l’altra non si decideva. Sono stato a casa sua, l’ho trovata tra l’altro con una gamba ingessata a causa di una caduta in strada, e lì, dopo aver un po’ parlato, le ho proposto di fare la tanto (da me) agognata confessione. L’ho trovata in questo molto ben disposta, abbiamo fatto tutto e le ho potuto dare l’assoluzione. Spero di riuscire a mandarle la comunione a casa domenica mattina. Si è impegnata a partecipare alla Messa. Sono contento, la nostra scuola da oggi è più “cattolica”!

Il pomeriggio di missione di oggi l’ho vissuto, dopo aver inviato i missionari, in ufficio.

Ho parlato a lungo con Willy, delle sue difficoltà a vivere bene la parrocchia e dei suoi talenti.

L’ho trovato molto attento, positivo e disponibile al cambio.

Ho fiducia che possa superare i problemi e vivere una buona testimonianza della sua vita di fede e di seminario.

Poi, verso sera, la messa di fronte al garage della sorella Patria. Varia gente, un certo numero di uomini, buona partecipazione.

Prima della Messa mi avvicino a un giovane che aveva sui 28/30 anni, e scherzando gli domando se è un tigre, cioè un delinquente. Mi risponde che lo era, e che adesso ha cambiato vita. Con lui c’era la mogliettina, una bella giovane sui 25 anni, e il loro figlioletto di tre anni. Gli ho fatto i complimenti, e alla fine della Messa l’ho invitato a fare una piccola testimonianza del suo cambio, ma lui non ha voluto.

Finito tutto, in privato, Patria mi ha detto che il giovane e la moglie sono i gestori del local punto di droga, e che altra gente della famiglia è invischiata nella faccenda. Mannaggia, che cantonata che avevo preso!

Però di me rimasta la voglia di tornare a casa loro come se non sapessi niente, e di vedere come gli do qualche stimolo in più per lasciare la vita che fanno. L’idea è di invitarli a raccontarmi, per lo meno a me, il cambio reale che c’è stato nella loro vita, e da lì prendere spunto per raccontargli qualcosa della mia vita e del fatto che cerco di spenderla per il Signore e per gli altri. Sono convinto che il bene ha una forza di attrazione, e che il Signore li può conquistare. Vediamo se domani ce la faccio…

La missione si è trasferita oggi nel settore Nueva Alianza. Germania, la moglie di Marcial, è la responsabile di settore.

Ho visto che ha fatto un buon lavoro di preparazione, e ha messo su anche una bell’équipe di donne ben animate per cantare e mantenere allegra la gente.

Nelle mie visite sono stato in casa di Josué, un ragazzo di 15 anni idrocefalo, che vive solo con la mamma, amorosissima; il padre se n’è andato di casa un bel po’ di tempo fa, e non c’è pericolo che si faccia vivo. Credo che vivano di carità, perché la madre deve star dietro al figlio e non può assolutamente fare nessun lavoro. La settimana scorsa avevo fatto arrivare a casa loro una discreta offerta che era arrivata alla parrocchia, e così la mamma non faceva altro che ringraziarmi e ringraziare il Signore.

Sono anche potuto andare, più per caso che per altro, a casa di una quindicenne di nome Mercedes che ha fatto la prima comunione qualche mese fa, e ho potuto rendermi conto di chi sono i suoi genitori. Tra l’altro la mamma è una psicologa e può darsi che la prendiamo a lavorare a scuola.

Un discreto numero di gente è accorso al centro dove ho fatto la Messa, e c’è stato anche il lavoretto teatrale dei giovani.

Avanti tutta!

Questo sesto giorno di missione è stato molto bello.

Nonostante l’episodio intestinale della notte tra sabato e domenica ho potuto esserci e visitare parecchie persone. Oltre a vari malati ho potuto visitare un giovane di diciotto anni che è da tre nel seminario minore dei salesiani, e che praticamente nessuno conosce in parrocchia. Mi sembra che sono riuscito a invogliarlo a inserirsi nella vita comunitaria nei pochi giorni di vacanza che ha qui. E ho scoperto che suo fratello, di un anno più piccolo, entrerà adesso allo stesso seminario. Risulta così che nel settore Emaús nel quale stavamo realizzando la missione oggi ci sono ben quattro seminaristi: Deivy e Kelvin, i due fratelli che sono con i salesiani, e Franklin e Alex, che sono nel seminario minore diocesano.

Poi, alla Messa di accoglienza, abbiamo avuto una testimonianza molto bella di una donna che ha affermato di essersi liberata dalla droga da sei mesi. E anche quella di un uomo che ha detto che prima era molto attivo nella chiesa cattolica, e che vuole reinserisi adesso.

Per tutto questo: grazie, Signore!

1:23 pm

Messa al vapore

La Messa di stamattina l’ho dovuta celebrare “al vapore”, come dicono qui, cioè di fretta. Nella notte non ero stato bene, e sono andato in parrocchia perché mi spiaceva non esserci per tre battesimi, che erano di due figli di una coppia di ciechi e un altro ragazzo handicappato.

Purtroppo durante la Messa ho sentito la debolezza, e ho dovuto stare seduto i più possibile per arrivare in fondo.

Il resto della giornata me lo sono passato in letto.

Oggi la missione si è spostata al settore Emaús.

Poche famiglie: in tutto il settore sono circa 6/700, e come è stata fatta la divisione oggi ne abbiamo visitato circa 250. Così l’invito per la Messa è stato fatto per le sei invece che per le sei e mezza.

Alla Messa alcune sorprese:

  • Un giovane che avevo visitato nel pomeriggio, e che ha tutti e due i bracci bendati perché in una rissa gli hanno dato vari e machetade è venuto alla Messa. Mi direte: e allora? il fatto è che questo giovane da quando l’avevano ferito non era ancora uscito di casa, e di fatto nessuno sapeva di quello che gli era successo. L’essere venuto a Messa è stato un passo ben importante.
  • E poi, in prima fila, avevo anche un uomo sui 35/38 anni. Capelli mezzi lunghi, sembrava mezzo strano. Alla fine ha anche fatto una piccola testimonianza che vuole seguire il Signore. Finito tutto, un’animatrice di lì dice: “Quello è il capo della droga di questa strada: è lui che la porta e la vende”. Mi ha colpito la cosa, e sono speranzoso che il cambio possa essere reale.

Invece, una cosa mi ha rattristato: un giovane di vent’anni che è nel seminario dei salesiani, e che vive a duecento metri di dove abbiamo fatto la Messa, non si è fatto vedere, preferendo stare in casa sua dietro a dei videogiochi con i suoi amici. E la cosa mi ha rattristato ancora di più, al pensare che è a casa dai suoi da varie settimane, e che ci vuole tutta che venga a Messa. Che prete sarà nel futuro?

La missione di Santa Margarita è continuata nel settore San Ramón.

Grazie a un giro che avevo fatto ieri per rendermi conto della consistenza di un gruppo di case lontane che non avevamo mai visitato, oggi abbiamo potuto visitare ed evangelizzare quel settore, che si chiama Barrio Norte. Quattro coppie di missionari, sei oranti e un ministro sono stati là, e la celebrazione è stata partecipata in maniera migliore di come ci si sarebbe aspettati.

Adesso l’idea è di andare almeno una volta al mese a fare una celebrazione in quella zona. Antonia, la responsabile di settore, se n’è innamorata, e sicuramente porterà avanti il discorso!

4:38 pm

Messa di invio

Nella Messa di stamattina abbiamo fatto l’invio dei missionari e degli oranti della missione parrocchiale.

Gli oranti mi sono sembrati meno di quello che pensavo. Evidentemente la maggior parte di quelli che hanno partecipato al momento di formazione di venerdì scorso erano della Divina Misericordia.

Invece si sono visti tanti missionari, dovrebbero essere più di 65, cioè dovremmo poter formare almeno una trentina di coppie.

Domani appunto cominceremo, visitando le famiglie del Cazabes, che è il campo di dove è suor Cristina.

Invece alla Divina Misericordia c’era don Lorenzo a presiedere l’Eucaristia, ha fatto lui l’invio dei missionari e degli oranti. Loro cominceranno dal settore Espíritu Santo, nel barrio del Chimbú.

Oggi pomeriggio ho avuto la formazione degli oranti, che nei giorni della missione staranno nei centri di accoglienza a pregare per missionari e destinatari della missione.

Erano tutti insieme delle due parrocchie, e in tutto avevo circa 150 persone. Pieni di entusiasmo, decisi a pregare. Ho fatto loro una catechesi, l’ho messi a lavorare in gruppo, e abbiamo concluso con un’oretta di adorazione eucaristica.

È stato un piacere per me dare questa formazione, hanno fatto venire più voglia di pregare anche a me!

Oggi, al secondo incontro di formazione dei missionari, avevo una cinquantina di laici.

In tutti quelli che hanno dato la loro disponibilità sono circa 67, ma non so se tutti effettivamente porteranno avanti il lavoro.

Sono rimasto ben impressionato, oltre che dal numero, dall’amore con cui si sono preparati oggi pomeriggio.

Ho presentato loro alcune caratteristiche del servizio missionario di Gesù così come traspare dai vangeli. Poi ho dato loro venti minuti per riflettere su quello che gli si è detto, con alcune domande-guida. L’ultima domanda verteva sulla possibilità di essere inviati a fare vita da missionari in un altro paese. La maggior parte si sono detti disponibili. E non era per l’idea di venire in Italia: la prima cosa che mi ero preoccupato di dire loro è che i missionari vanno sempre a una situazione e a un luogo più povero di quello in cui vivono.

Dopo questa introduzione, abbiamo preso visione insieme del foglio del messaggio che sarà consegnato durante la visita, e poi ho ancora detto qualche parola su quello che è il kerigma e su quello che significa.

Abbiamo concluso con un’oretta di adorazione eucaristica.

Al tornare a Santa Margarita dopo i tre giorni di mal di gola e febbre ho potuto vedere come rende l’alloggiamento per il tabernacolo: c’è adesso un piccolo vano, che sarà protetto da sbarre di ferro, e che è incorniciato da due colonne e da una trave superiore, in maniera che dà l’idea di una custodia.

Nonostante sia ancora di intonaco grezzo, dà già un’idea. Appena sarà pronto vi metterò la foto

Un prete dominicano ci ha regalato il nuovo tabernacolo.

È di legno, rivestito internamente di seta rossa. Bello! Sulla porta ha intagliato il pane e l’uva.

Prima di collocarlo al suo posto devo mettergli una cancellata per proteggerlo, e dovrò fare due colonne laterali con una trave sopra per incastonare le sbarre dove si aprirà la porta.

Senza questi accorgimenti metterlo sarebbe fare un invito a nozze ai ladri e alle Nazioni.


I fortunati premiato con l'orologio alla fine della Messa

Nella Messa di stasera ho regalato orologi! Me li hanno fatti Taína, Yudy e Cáterin, colorandoli con i pennarelli.

Tutti gli orologi segnano la stessa ora, le sei di pomeriggio: è l’orario in cui cominciamo il rosario in preparazinoe alla Messa della sera.

Domenica passata avevo fatto una tiratina di orecchi a chi era arrivato tardi a quella Messa, e gli avevo promesso che se fossero arrivati più presto gli avrei regalato un orologio. Così oggi ho mantenuto la parola.

Inutile dire che gli orologi di cartoncino sono andati a ruba, perché tutti i bambini presenti ne hanno voluto uno, e non mi sono bastati.

Ma soprattutto spero che la gente abbia captato, al di là della modalità scherzosa, l’invito a sfruttare il rosario per mettersi in presenza del Signore prima della Messa.


José Luis e Ana Marlemny, con don Paolo e i testimoni delle loro nozze

Ana Marlemny, una nostra maestra di matematica, si è sposata oggi pomeriggio con José Luis. Vengono da un’esperienza di 13 anni di convivenza e tre figlie.

Il marito, José Luis, ha fatto negli ultimi mesi un bel cammino di fede. O meglio, a sentire lui ha recuperato il cammino di fede che faceva da giovane. Di fatto ultimamente tutti e due sono ben stabili nella partecipazione alla Messa della domenica.

Al matrimonio c’era tutta la famiglia di Ana Marlemny, mentre della famiglia di José Luis non c’era nessuno. Strano. Dopo la Messa lui mi ha detto che non dovevano venire ma evidentemente non hanno fatto in tempo. C’è da dire che un’ora prima del matrimonio ha cominciato a piovere, e ha continuato durante tutto il matrimonio. Sono cose che qui hanno il potere di paralizzare le attività.

Il coro dei giovani ha cantato meravigliosamente bene, e in più c’erano tutti gli animatori del campo bambini. Un bel regalo, tutto questo per José Luis e Ana Marlemny.


I membri della nuova comunità

Oggi pomeriggio ho celebrato l’Eucaristia di inaugurazione di una nuova CEB, Comunità Ecclesiale di Base.

È una CEB molto viva, secondo quello che mi dice Justina, l’animatrice, ci vanno una ventina di persone.

La Messa poi ha avuto un effetto catalizzatore, attirando molta più gente, e il clima era bello, me lo sono goduto profondamente.

Alla fine ho richiesto loro l’impegno del lavoro del Piano Pastorale, e ho lanciato la chiamata a diventare animatori di CEB: tre signore, mezze mature, hanno accettato, e la speranza è che si entusiasmino del lavoro e che perseverino.

Le affido anche alla vostra preghiera!


I giovani presenti all'incontro

Oggi abbiamo avuto l’incontro delle Comunità Apostoliche di Santa Margarita, nel seminario maggiore.

C’eravano circa 150, tra cui una quindicina di giovani. È venuta anche suor Serafina con le aspiranti, e in mattinata ci ha raggiunti anche Willy, uno dei due seminaristi che in agosto passerà al seminario maggiore.

La giornata è stata serena, sia per l’ambiente aperto del Seminario (è un polmone verde in mezzo alla città), sia per le riflessioni, che sono state accolte con attenzione.

A me è toccata l’istruzione del mattino sull’essere comunità e comunità apostoliche: ho delineato le caratteristiche generali di una comunità, e ho poi sottolineato il valore del nome “Comunità Apostolica”, che valorizza fortemente l’impegno di evangelizzazione. Ho auspicato che i membri possano accettare che si offra loro un “accompagnatore” di foro esterno, la qual cosa sembra possa trovare buona risposta, e ho indirizzato già i cuori alla Missione Parrocchiale di Agosto, che comincerà a principio di quel mese.

Nel pomeriggio abbiamo avuto il momento di ricreazione, con molte canzoni e scenette e poesie, il tutto gustosissimo.

Poi è toccato a Teofilo parlarci della spiritualità di comunione, dell’accettare l’altro, della chiamata a amarlo come è.

Alla fine abbiamo avuto un momento bello di testimonianze: di ogni settore ci sono state una o due testimonianze di come l’ingresso e la permanenza nella comunità apostolica ha aiutato le persone a cambiare. Varie testimonianze sono state commoventi, come quella di Tabita, che raccontava come era una persona intrattabile, e che grazie alla comunità adesso si relaziona con umiltà con la gente e invece di rispondere a chi le parla con voce alta rimane zitta per evitare che aumentino i problemi.

La giornata si è conclusa con i vespri, chiudendo il cerchio con le lodi che abbiamo fatto al mattino. Per molta di questa gente era la prima volta che pregavano con la Liturgia delle Ore, spero che l’abbiano gustata e che sentano il desiderio di continuare a viverla.

Prima di andare via ho dovuto fare una piccola romanzina: molta gente aveva tirato giù frutti dagli alberi. Ho dovuto spiegare che non si può fare in casa d’altri a meno che si abbia un permesso esplicito. Purtroppo la cosa ha rovinato un po’ il bel clima che c’era, ma ogni tanto le cose bisogna dirle.

Nonostante quest’ultimo incidente, una gioranta gustosa. Grazie, Signore!

Oggi ho vissuto una giornata tranquilla. Approfittando che non avevo impegni particolari ho dormito un po’ di più (don Lorenzo ha celebrato la Messa del mattino), e mi sono fatto due lavoretti in casa.

In parrocchia, dalle dieci a mezzogiorno, ho messo a punto la istruzione per la convivenza di domani: un’istruzione sull’essere comunità, e in particolare comunità apostolica.

Il pomeriggio avevo alcuni lavoretti pratici da sbrigare in parrocchia, senza tanta fretta.

Ho passato una giornata un po’ più tranquilla.

9:28 pm

Preso il capo

La polizia ha catturato il capo della Nazione che si pensa abbia rubato il tabernacolo di Santa Margarita.

Probabilmente nei giorni prossimi cercheranno di perquisire le case di altre persone implicate, vedremo se trovano almeno qualche pezzo.

Oggi pomeriggio mi hanno dato l’ordine di cattura per il capo della Nazione di cui sospettiamo che ha rubato il tabernacolo.

Stasera dovrebbero andarlo a cercare e portarlo in cella. Domani spero di sapervi dire qualcosa!

Ho visitato stasera la più recente delle comunità apostoliche di giovani.

Sono meno di dieci, ma li ho trovati molto ben integrati, partecipativi, e danno l’idea che in questo anno di cammino sono maturati abbastanza.

A volte sembrano fin troppo svegli, la maggior parte di loro hanno una voglia matta di partecipare ai dialoghi e alle discussioni.

C’è Yessenia, che adesso sta vivendo un momento di prova perché sua mamma è diventata, ahimé, evangelica, e le sta facendo molta pressione perché diventi evangelica anche lei. E a che maniera le sta facendo pressione? dicendole che i cattolici non sono cristiani seri, che il papa è la bestia, che la bibbia dice che i sacerdoti sono corrotti, ecc.

In quella comunità c’era Taína, che non c’è più perché si riuniscono il sabato sera e lei i fine settimana li passa già dalle suore, con il suo cammino vocazionale.

C’è anche Francisco, un giovane mezzo timido che durante tutto l’anno è andato alle giornate vocazionali del seminario, e adesso vuole entrare in seminario.

Insomma, una comunità bella. Sono stato con loro due ore, mi sono passate in un attimo.

Grazie, Signore!!!!

Stando a uno dei nostri poliziotti avremmo identificato nel capo di una Nazione il responsabile del furto del tabernacolo con l’Eucaristia. Sembrerebbe che ce l’abbia in casa.

Domani cercherò di far stilare il mandato di cattura, il poliziotto è sicuro che è lui.

9:20 pm

6-6-6

Cosa vi dice il titolo? Se siete lettori assidui o curiosi dell’Apocalisse vi dice molte cose. 666 è l’enigmatico “numero della bestia” di cui a Ap 13,18: “Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei”.

Il testo dell’Apocalisse non è niente chiaro, e le ipotesi interpretative sono tantissime, ma una cosa è certa: quel numero è legato al demonio e al regno del male. Per quello molti gruppi “che camminano nelle tenebre” usano il 666 e lo usano come un simbolo demoniaco.

Ed a me era sfuggito, o meglio, l’avevo notato, ma senza dargli importanza, che l’altro ieri era il 6 giugno 2006, cioè il 6-6-6. Oggi pomeriggio il poliziotto che abbiamo di servizio a scuola mi ha detto di aver sentito dei ragazzotti dire che il tabernacolo che hanno rubato otto giorni fa, precisamente mercoledì 31, è stato rubato per la vicinanza del 6 giugno, il giorno 6-6-6 appunto.

Lo stesso poliziotto mi ha detto che cercherà di cavare più informazioni. L’unica cosa che ha capito finora è che il gruppo in questione è una nazione di Jacagua, uno dei nostri campos.

Da un lato aver saputo la cosa mi fa piacere, perché abbiamo una pista. Dall’altro lato però si conferma l’ipotesi satanista, che a questo punto è certa: e questo significa che con l’Eucarestia hanno già fatto quello che volevano. A meno che…

Spero di raccontarvi un seguito. Per adesso vi posso solo chiedere di pregare con noi.

Questo pomeriggio, dopo la riunione degli animatori, abbiamo vissuto un significativo momento di formazione per animatori vecchi e soprattuto nuovi delle Comunità Ecclesiali di Base. L’abbiamo fatto a Santa Margarita; alla Divina Misericordia si farà tra quindici giorni.

Ho presentato l’identità e il modo di lavorare delle CEB, viste nel cammino evangelizzatore che stiamo facendo in parrocchia: sono il primo punto di incontro con la chiesa, e devono essere trampolino per inserirsi di più nella comunità eucaristica e fare il passo seguente del Ritiro di Evangelizzazione.

La cosa che più mi ha colpito è stato quando ho parlato del problema delle Comunità di Base che non funzionano perché l’animatore divente pesante, e della necessità che l’animatore stesso se ne renda conto, e che se il responsabile di settore lo vuole spostare a un’altra comunità, deve accettare con umiltà la cosa.

Al parlare di questo, visto che gli animatori presenti erano soprattutto i nuovi, qualcuno a detto: “Ma questo era da dire a tutti!”. Tutti hanno capito l’allusione: a qualcuno dei nostri animatori, che si crede tanto in gamba, ma in realtà a volte arriva a fare danni.

Il mio sogno è che possiamo avere il doppio delle CEB che abbiamo adesso: dobbiamo avere una presenza capillare, in tutti gli angoli del barrio, perché la gente che vuole possa avvicinarsi alla chiesa.

Per questo sogno conto anche sulla vostra preghiera!!!!

E naturalmente conto su di te, Signore (o sei tu che conti su di me e su di noi?)!

La vigilia di Pentecoste di quest’anno è stata molto belle.

Strutturata sullo Spirito Santo che guida la chiesa a vivere la carità, prendeva spunto da vari passaggi dell’enciclica Deus Caritas Est, con conseguente spessore teologico.

In più, la presenza del padre Derno ci ha permesso di leggere il vangelo anche nell’originale greco, e ne è uscito un segno bello dell’universalità delle lingue nella chiesa.

Vari segni, preghiere spontanee, strette di mano, hanno reso molto interessante la vigilia.

Verso la fine, quando si è letto il brano di Atti 2 sulla prima Pentecoste, 12 uomini del settore San Ramón si sono avvicinati all’altare e hanno preso in mano 12 ceroni, che poi hanno passato sulle teste di tutti i presenti, a significare lo Spirito Santo che è donato e si posa su tutta la chiesa.

Unica annotazione: un po’ lunghe le letture. Per il resto, tutto OK!

Grazie, Signore!

Oggi abbiamo avuto i ritiri delle prime comunioni delle due parrocchie: Santa Margarita di mattina, e la Divina Misericordia di pomeriggio.

Per me il lavoro principale è stato confessare, lavoro in cui ho avuto l’aiuto del padre Derno, disponibilissimo.

A Santa Margarita ho fatto la spiacevole scoperta che due catechiste, nonostante le avessi dato per iscritto e ben dettagliato di cosa dovevano parlare, sono andate completamente fuori dai binari, parlandogli di tutto meno che di quello che dovevano.

Alla Divina Misericordia le catechiste hanno lavorato meglio. Taína e Virginia, soprattutto, si dimostrano sempre molto in gamba.

Le prime comunioni saranno domenica l’altra.

Dovevamo avere la Prima Riconciliazione dei bambini del settore San Ramón, ma non si è potuto.

La maggioranza non hanno completato la formazione specifica, né hanno portato il certificato di battesimo. Almeno uno dei loro genitori non si è fatto vedere a nessuno dei tre incontri di formazione per loro.

Domenica cercheremo di recuperare il tempo perduto!

Stamattina c’è stato rubato il tabernacolo di Santa Margarita.

Il ladro/profanatore ha agito nelle ore del mattino. È salito alla cappella, e facendo forza sul tabernacolo in senso circolare ha rotto la barra di metallo che lo teneva fisso nella tavolozza di cemento, l’ha infilato in un sacchetto di plastica ed è uscito tranquillamente. il pezzo di barra rimasto sul pavimento rivela che stranamente c’era un punto debole nella barra. L’ho fatto vedere al nostro fabbro, e dice che può succedere.

L’unico indizio che abbiamo sul ladro è una maglietta verde, secondo quanto dicono i ragazzi del liceo le cui finestre danno sulla scala della cappella.

Ho fatto denuncia alla polizia, sono venuti a vedere, ma ho l’impressione che se non mi muovo io loro non fanno niente.

C’e un sospetto, vi dirò…

La Via Lucis di stasera sembrava essere partita con il piede sbagliato, cominciando da me che me l’ero dimenticata, e quando sono arrivato per caso in parrocchia alle sette e mezzo di stasera mi sono chiesto: “Ma cosa ci fa tutta quella gente lì?”. Ho dovuto guardare l’agenda per ricordarmi!

Con il piede sbagliato è andata avanti, dal punto di vista terra terra, per il numero dei partecipanti: abbastanza pochi. C’è andata bene che abbiamo raccattato un po’ di gente per la strada, fra una stazione e l’altra, soprattutto bambini che cantavano a squarciagola e andavano fierissimi del flambeaux che avevano in mano.

Alla fine, come siamo abituati, la danza con il cero pasquale. Dove tutti facevano a gare per prendere in mano il cero e “farlo ballare”. È stato un momento magico, nel quale ho visto sulle facce di tutti una piena allegria!

Alla fine abbiamo fatto insieme il rinnovo dell’impegno missionario, per vivere con sempre più amore il nostro piano pastorale.

A parte tutto, devo dire: Grazie, Signore!!!

Oggi qui el il día de la madre, cioè la festa della mamma. Per una qualche ragione invece di celebrarla il 14 maggio qui la celebrano l’ultima domenica del mese.

Ed è una festa ben sentita, al punto che non possiamo mettere nessuna attività di parrocchia perché molta gente va al campo a trovare sua mamma, e comunque la gente se la passa in famiglia, avvolta negli affetti più cari.

Nella messa di stamattina a Santa Margarita abbiamo fatto varie cosette per le mamme presenti: una specie di cartolina, preparata a mano da un gruppetto di signore, con dentro alcune parole dolci per le madri; vari applausi dentro alla messa; una canzone per loro alla fine.

Prima della benedizione ho chiamato davanti le nostre suore, perché anche a loro, come “madri spirituali” nella chiesa, facessero gli auguri. E credo sia stata una cosa bella per far capire che la vita religiosa non è una frustrazione, ma un dono.

E poi all’uscita mi sono messo sulla porta e ho abbracciato le madri una a una. È stato un momento che è durato dieci minuti buoni, non finivano più quelle madri. Di molte so i nomi, ad altre dovevo chiamarle “sorellina”, “mamma bella”, “mia cara”, ecc.

Ho dato loro un po’ di amore. Da loro ne ricevo molto, e dal Padre ancora di più!

Ieri sera, nella nostra parrocchia di San Bartolomeo della Certosa, abbiamo presentato le foto della nostra esperienza a Santo Domingo. Una cinquantina i presenti insieme al parroco Don Renzo. La serata è inziata con la proiezione di due spezzoni del filmato di Tarcisio Mazzeo per proseguire con le foto.

I nostri parrocchiani hanno avuto modo, attraverso le immagini, di conoscere il barrio, la missione, le nostre suore, don Paolo, le scuole e le realtà di Santa Margherita e della Divina Misericordia. E siamo convinti che, attraverso i volti delle tante persone incontrate nella nostra settimana a Santo Domingo, sia passata l’immagine di una Chiesa viva che ha tanto da insegnarci.

Alla serata ha dato un prezioso contributo anche Julia con la sua presenza e la sua testimonianza.

Dopo questa serata Certosa e Santo Domingo sono “sicuramente” piu’ vicine.

9:30 pm

Via Lucis

Stasera abbiamo avuto la celebrazione della Via Lucis. Cominciandola quando già era buio (poco dopo le sette di sera), ed era ancora più buio perché tutto il barrio era immerso nell’oscurità del black-out.

Il Cero Pasquale portato ben in alto, e dietro il Cero la gente con le candele accese.

Poche stazioni, sette in tutto, proclamando i vangeli delle apparizioni pasquali. E molti canti di resurrezione.

La cosa più bella è stato il momento finale, che abbiamo fatto in una specie di campetto sportivo: in cerchio, abbiamo fatto ballare il Cero Pasquale. Uomini, donne, e anche bambini, che danzavano con in mano il Cero. Dopo venti minuti ho interrotto la cosa perché cominciava ad essere tardi; diversamente, sarebbe continuata a lungo.

Alla fine il rinnovo del nostro impegno di evangelizzazione, nel nome di Colui che ci ha detto: Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque, e fate discepoli di tutte le nazioni, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto quanto vi ho insegnato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo.


Il matrimonio di Rafaelito ed Elvira

Stasera abbiamo avuto il matrimonio di Rafaelito ed Elvira. Nonostante il nome, Rafaelito non è né un bambino né un giovincello, ma un uomo maturo sui 35 anni.

Fino a tre anni fa Rafaelito era un bevitore, aveva un rapporto conflittivo con sua “moglie”, la quale ha ammesso candidamente, alla fine del matrimonio, di aver sofferto molto e di aver pregato molto.

Attraverso l’attenzione dei suoi genitori, e, in parte minore, del sottoscritto, Rafaelito ha smesso di bere: lui stesso racconta spesso che, quando si era già allontanato dalla combriccola con cui beveva, i suoi ex amici andavano spesso a casa sua a invitarlo, a portargli birre, dicendogli che non era niente, e che poteva bersi un sorso; la cosa smise il momento in cui lo stesso Rafaelito prese in mano la birra che gli avevano portato e la vuotò per terra; da quel giorno lo lasciarono in pace.

Dopo questo Rafaelito ha fatto il Ritiro di Evangelizzazione, si è integrato al coro, e si è messo a disposizione per il lavoro pastorale in parrocchia e nel suo settore. Ha fatto un cammino di maturazione molto rapido, e vive con molta generosità la sua presenza nella chiesa.

Elvira, è sempre stata una ragazza e una donna di sani valori, ma non è mai stata una persona di troppa vita di chiesa. Dopo il cambio del marito ha cominciato anche lei a sentire il gusto della preghiera e della Messa quotidiana.

Tre mesi fa, Rafaelito ed Elvira hanno deciso di iniziare a ricevere la comunione. Per questo hanno accettato la sfida di tornare a vivere come “fidanzati in casa”: lui nella camera con i maschietti, e lei in quella delle femminucce. Loro stessi hanno riconosciuto che è stato un sacrificio grande, ma che ne è valsa la pena. Sentirsi in comunione con Dio e abbandonare una situazione di peccato era per loro più importante che i piccoli grandi piaceri della loro vita “matrimonionale”.

Nella celebrazione del matrimonio si vedeva la loro contentezza, una gioia serena e piena della presenza del Signore Gesù.

La parrocchia ha prestato loro il salone della scuola, dove la festa è continuata con molti invitati, la maggior parte fratelli e sorelle della comunità parrocchiale. Sono loro la bella famiglia che Rafaelito ed Elvira hanno ricevuto in dono dal Signore.

Oggi il Signore mi ha fatto un regalo bellissimo al permettermi di accompagnare il cammino di liberazione dal peccato di D., una giovane donna che da almeno tre anni vive profondamente la chiesa; ha fatto il Ritiro di Evangelizzazione, e poco a poco il Signore l’ha liberata dall’uomo con cui conviveva, e da più di un anno faceva la comunione.

Da otto mesi aveva un fidanzato, G., un signore giovane, anche lui con qualche figlio e separato dalla “moglie”. D. voleva portare avanti il fidanzamento in maniera seria, senza dover smettere di fare la comunione. Il fidanzato, anche se meno inserito nella vita di chiesa di lei, non le ha mai fatto problemi.

Due settimane fa sono andati a convivere. La ragione sembra fondamentalmente lo stato di necessità di D. e dei suoi figli, dal momento che l’ex marito non passava più da tempo la pensione per il mangiare dei bambini.

Stamattina D. era a Messa, e al termine della celebrazione mi ha chiesto di parlare. È venuta fuori la situazione, che D. ha esposto con un po’ di vergogna (ricordando la sicurezza con cui diceva che non avrebbe lasciato la comunione) ma anche con tanta sincerità. Ho letto in quelle parole, implicita, una richiesta di aiuto per uscire da quello in cui si era messa. L’ho invitata a credere che il Signore le avrebbe potuto restituire la vita di grazia, e, al rendermi conto che lei era disposta a separarsi sessualmente dal convivente, la ho invitata a parlargli francamente. Mi ha promesso che l’avrebbe fatto, da lì a mezz’oretta, il tempo di arrivare a casa. Da parte mia l’avrei sostenuta con la preghiera.

E di fatto ho cercato di presentarla al Signore nella preghiera, nell’orario stabilito, e non solo. D. è una persona molto cara, e avendola un po’ accompagnata nel suo cammino di fede, il Signore mi fa sentire un impegno speciale per stare al suo lato.

Alle tre di pomeriggio D. mi ha portato il convivente. Ho trovato in lui una persona molto equilibrata, e ho potuto subito andare al dunque. Ho visto in lui un cammino interiore molto bello: è passato dal valutare una remota possibilità al pensare che con la forza di Cristo era possibile il passo che proponevo loro. Quando finalmente ha dato la sua disponibilità siamo andati in cappella davanti al tabernacolo, li ho aiutati a fare l’offerta di se stessi al Signore, e insieme abbiamo pregato per chiedere al Signore il dono della fidelità alla sua chiamata.

Il tutto mi ha commosso profondamente, perché ho visto come questi due fratelli hanno capito il significato di “amare Dio sopra tutte le cose”: oggi gli hanno dimostrato un amore più grande della loro cultura, più grande di quella che ormai è un abitudine, più grande dei piaceri del sesso. Ho sentito nei miei occhi lacrime di gioia, e lo stesso ho visto negli occhi di D. e di G. Ho vissuto un momento di felicità profonda!

Prima di lasciarli andare ho regalato a entrambi un rosario, come segno che sarà nella preghiera che troveranno la forza di vivere il loro impegno.

Il Signore poi ha messo ancora la sua mano, perché ha mandato Elvira, un’altra giovane signora che si sposa domenica pomeriggio. Lei e il marito hanno vissuto una “separazione dei letti” di più di tre mesi prima del matrimonio. Elvira, al sapere della decisione di D. e G., ha fatto loro i complimenti e ha dato loro la sua testimonianza che la cosa è possibile.

Devo dire ancora una volta: Grazie, Signore! Grazie per queste decisioni di allontanarsi da una situazione di peccato! Grazie perché sai far intuire che per amore si può vivere il sacrificio!

Ieri sera suor Serafina, suor Blessila, suor Cristina e Yudy hanno avuto un momento di riflessione tenuto da don Gianfranco sul tema “Religiose, donne di speranza” con spunti dalla prima lettera di Pietro.

La nostra mattinata è iniziata presto, poche ore dopo il ritiro, con la messa delle ore 7.00 festa patronale della parrocchia Divina Misericordia.

Siamo partiti con don Paolo insieme a Yudy e suor Cristina ed arrivati in parrocchia a 30 minuti dall’inizio della cerimonia. E qui la prima sorpresa della giornata: non c’era più posto, mentre continuava ad arrivare gente. Penso ai nostri ritardi in Parrocchia, le mie messe a due minuti dall’inizio o con il canto d’ingresso gia iniziato e mi vergogno un po’!

La fiesta nel Guaricano è gioia vera ed intensa: la cerimonia è stata animata da un folto gruppo di giovani ed i canti sono stati preparati con cura. I battezzati dell’anno, in veste bianca, occupavano le prime panche della chiesa. Non solo dei bimbi, ma anche dei ragazzini, giovani, adulti ed anche una signora anziana. Questo è il segno della fecondità di questa parrocchia giovane ma capace di questi miracoli.

A conclusione della cerimonia siamo stati salutati dalla comunità parrocchiale che ha donato alla nostra parrocchia certosina una Bibbia in spagnolo, firmata da tutti i responsabili dei settori. Lo stesso dono è stato fatto anche a Julia.

Ho ringraziato dicendo che nella mia esperienza di responsabile di Azione Cattolica ho avuto modo di girare molte parrocchie, incontrare molti parroci, conoscere la realtà della chiesa diocesana. Se oggi mi dovessero chiedere “chi è il parroco di Genova più fortunato?” in tutta onestà dovrei dire che il parroco più fortunato è don Paolo!!!

Don Gianfranco ha salutato l’assemblea spendendo qualche parola sulla fedeltà, un invito ad essere coerenti non semplice per la cultura dominicana.

A conclusione della S. Messa, dopo gli abbracci delle persone che ci salutavano per la partenza, con Cinzia e suor Cristina ci siamo avviati camminando verso la casa. Girare il barrio a piedi è bello perché ti rendi conto di come vivono le persone…

Gli edifici variopinti sono tutti di recente costruzione, ad un piano con una sorta di veranda di ingresso aperta e protetta da una inferriata, rifugio per le giornate afose. Hanno preso il posto delle baracche in legno e lamiera, che in molti casi resistono. Dall’esterno sembrano essere delle scatole di circa 20 metri quadri.

Molti piccoli negozi che riparano oggetti, vendono prodotti alimentari, o offrono servizi come parrucchiere o “Banca”. Questi ultimi locali sono i banchi del “lotto”, disseminati ovunque, e rispetto agli altri edifici meglio curati e protetti da imponenti grate di ferro. Sono il segno tangibile della cattiva abitudine di giocare molto, di usare male i soldi quando ci sarebbero altre necessità. Le strade, solo in parte asfaltate, sono difficilmente praticabili per le buche.

La preparazione della pizza, piatto forte del pranzo domenicale. ha reso allegra la comunità. Tra io che impastavo, don Gianfranco che preparava il condimento, suor Serafina e suor Blessila intente a preparare la frutta e la verdura, Cinzia addetta al forno, la cucina era un po’ caotica… abbiamo mangiato come al solito nella sala grande condividendo le piccole esperienze di questi ultimi giorni.

Nel pomeriggio Julia e don Gianfranco sono stati invitati ad una festa di compleanno… una bimba di un anno figlia di una quindicenne. L’appuntamento era che venivano a prenderle alle ore 15 ma nessuno si è presentato… questa sera hanno portato a Julia la torta insieme alle scuse per l’incoveniente.

A cena abbiamo salutato la nostra Yudy… a Dio piacendo la rivedremo a Genova fra un paio di anni a fare il noviziato.

Infine dopo cena un salto nella parroccha Divina Misecordia dove i giovani hanno allestito un concerto musicale per concludere la festa. Preparati di tutto punto, in divisa con i pantaloni blu e la maglia gialla ci hanno allietato con il loro canto e la loro danza. Davvero bravi!!!

Il ritmo i dominicani lo hanno nel sangue, e li puoi osservare tutti in piedi ad agitare le braccia e a far ondeggiare il corpo con la musica, a batter le mani. E riescono a fare tutto questo con un sorriso, una allegria incredibile.

La riunione di consiglio pastorale di Santa Margarita è stata anche stamattina ben importante, sia per rivedere il cammino fatto, sia per pianificare il cammino futuro.

A livello di esperienze recenti, abbiamo riflettuto sulla maniera in cui si stanno svolgendo le celebrazioni penitenziali, con una partecipazione non significativa come dovrebbe essere, e con molta dispersione, e ci siamo ripromessi di apportare i dovuti correttivi.

Mi hanno fatto notare che domenica scorsa una parola che ho detto dall’altare per un bambino piccolo che disturbava (parola peraltro molto discreta) non è piaciuta alla madre, la quale dice adesso che non vuole più sapere di parrocchia. Mi consigliavano di andare a fare un salto da lei, cosa che farò appena possibile.

A livello di programmazione, abbiamo organizzato la visita del cero pasquale ai vari settori, ogni settimana un settore diverso. Il cero visiterà, come in pellegrinaggio, tutte le comunità di base e apostoliche, e anche le case di persone malate o anziane. L’ultima settimana, tra l’Ascensione e Pentecoste, per la prima volta visiterà la nostra scuola e, se il Signore ci aiuta, anche le altre scuole dei dintorni.

Abbiamo messo in programma una gita pasquale, e la faremo la domenica 14 maggio, andando a un fiume a passare un giorno allegro e spensierato. E a fine giugno il pellegrinaggio annuale di tutte le comunità apostoliche. Attraverso queste due attività speriamo anche di far scendere un po’ il debito della parrocchia, che attualmente è sugli 80,000 pesos (2,000 euro), dovuti ai lavori degli uffici della parrocchia Divina Misericordia. Già abbiamo pagato 70,000 pesos, e i calcoli indicano che dovremmo finire in settembre. La parrocchia Divina Misericordia ha da pagare una somma più o meno simile.

Questa mattina la playa per don Gianfranco e Cinzia accompagnati da Jorge collaboratore della parrocchia.

Prima un salto a Boca Chica, famosa spiaggia turistica, e poi in una zona meno frequentata dai turisti, ma mal frequentata… neppure Jorge, attentissimo e preziosissimo per il servizio che ha svolto, è riuscito a impedire che rubassero le ciabatte a don Gianfranco.

Il reverendo ha fatto conoscenza sulla spiaggia… due ragazze dominicane che accompagnavano un occidentale. Purtroppo il fenomeno del turismo sessuale è molto diffuso… una vergogna del nostro mondo ricco di soldi ma povero di valori.

Io, questa mattina, mi sono occupato di telefonia e computer mentre Julia è tornata a scuola, nel suo nuovo liceo (chiederà il trasferimento?) ed ha fatto un passo all’asilo dove l’ho trovata intenta ad aiutare i bimbi di 5 anni ad incollare dei mattoncini colorati di carta… qualche foto (chiedevano a Julia dell’hombre con la camara) con questi bimbi che amano farsi riprendere. Poi siamo volati verso il centro nutrizonale dove si stava già pranzando; abbiamo ritrovato gli amici degli scorsi giorni. Julia si è messa ad imboccare una bimba e io a gironzolare per i tavoli giocando con gli ospiti del centro. Sono tutti bambini a parte una mamma presente con le sorelle ed i fratelli e la sua bambina.

Amber (se non vado errato questo è il suo nome) quest’oggi è ritornato a mangiare. Dall’indagine della suora non si è infortunato lavorando ma cascando da cavallo… comunque il colpo he ha subito sembra andare meglio.

Foto finale nel giardinetto del centro dopo che suor Serafina ha distribuito ai suoi ospiti delle delle piccole banane (una bontà!!) per completare il pasto e per la merenda. Alcuni bambini, utilizzando una scodella, portano a casa gli avanzi per la cena.

Il cibo merita un paragrafo a parte…

Suor Serafina a pranzo ci ha deliziato con le sue polpette di pesce indiane. Inoltre le suore ci hanno donato delle noci di cocco fresche delle quali abbiamo assaporato il succo. Don Gianfranco, modello Robinson Crousue, si è adoperato per spaccarle (sopra le pietre) ed è riuscito nel suo intento.

Ore 17 riunione della pastorale giovanile… mi unisco con Cinzia per capire un pochino di più la realtà della comunità che ci ospita. Don Paolo con eccellente capacità organizzativa ha fissato la scaletta della discussione: revisione settimana santa, attività varie, campi estivi… Per un attimo ti trovi proiettato in problematiche del tutto simili a quelle genovesi. Esempio: può fare l’educatore una persona che non ha la formazione e non in grado di essere di esempio? Oppure: lo possiamo coinvolgere solo come aiuto? Un’aria di déjà vu della mia esperienza nella parrocchia di Certosa. Si organizza il campo estivo!! Per i bambini non c’è problema poiché faranno il campo in parrocchia… per gli adolescenti quale soluzione al fine di evitare caotiche nottate di chi, una volta fuori dal controllo dei genitori, tende ad approfittare delle situazione??? qualche migliaia di Km di distanza ma problemi analoghi…. solo i numeri sono differenti; qui si parla di gruppi di 20-30 persone, e più di un gruppo per ogni parrocchia.

Il forte acquazzone intorno alle 5 di pomeriggio ha condizionato la partecipazione alla messa. Questa sera alcune panche erano vuote. Julia ha fatto la sua testimonianza in spagnolo parlando delle sue attività, dello studio, del gruppo Scout… è tendenzialmente taciturna ma preso il microfono in mano è diventata incontenibile…

Ieri sera ci avevano chiesto se ci piaceva la cucina dominicana… la nostra risposta ha incluso anche la bontà della frutta. Ci hanno chiesto che frutta avevamo assaggiato e hanno scoperto che non avevamo provato il mango. Questa sera sono arrivati chili di questo dolcissimo e squisito frutto… la generosità delle persone non conosce confini.

La notte e trascorsa tranquilla. Julia ha dormito come un piccolo ghiro, io mi sono riprogrammato considerando le sei ore di fuso orario e mi sono disattivato senza alcun problema. Cinzia e don hanno sentito l’acquazzone di questa notte…don Gianfranco alle 5 era in piedi.

Sveglia intorno alle 6:30 e S. Messa a Santa Margarita dove suor Cristina rinnovava i voti temporanei.
La cerimonia è stata partecipata da parecchie persone che hanno voluto accompagnare suor Cristina, che è nativa del Barrio, con la preghiera. Abbiamo avuto modo di conoscere anche la mamma presente alla cerimonia.

Mancava un quarto alle otto ed il rumore nella chiesa aumentava a dismisura fino a coprire la voce di don Paolo dal microfono. I ragazzi stavano entrando nel vicino liceo per iniziare una mattinata di scuola… il piccolo ghiro si è perso tutto questo… non c’era, impegnato a fare nanna.

Colazione dopo la messa all’aperto con latte UHT della Parmalat (c’è anche qui solo che dura almeno 6 mesi).

Mentre io mi occupavo di questioni informatiche le ragazze, don Gianfranco, suor Cristina e la superiora, suor Serafina, sono andate a fare acquisti ad un supermercato stile europeo. Molti viveri di tutti i tipi e pochi clienti. Alle casse alcuni ragazzi imbustano la spesa, te la portano fino all’auto e chiedono un po’ di mancia, il loro stipendio.

Per le strade si scorgevano alcuni uomini che si occupavano della pulizia… siamo sotto elezioni, il prossimo 16 maggio, e quindi si vedono cose fuori dal “normale”… non mi sembra che in Italia sia molto diverso!!!

Il miracolo… Cinzia è riuscita a comprare una gonna senza neppure avere a disposizione un pesos…. quando c’è da spendere trova sempre una soluzione!!

A pranzo, a base di trenette al pesto, con finale festoso comprensivo di pandolce genovese e gelato, suor Cristina, oggi festeggiata, è stata messa a capotavola.

Alle 4 del caldo pomeriggio suor Cristina, diretta all’università ci accompagna in centro per una visita… passamo in una serie di stradine interne del barrio per saltare il traffico. Tante sono le cose che saltano agli occhi e delle quali racconteremo nei prossimi giorni. Una in particolare riguarda i bambini… oggi ne abbiamo visto un paio piccolissimi e completamente nudi giocare per la strada, e tanti altri scalzi, schiamazzare per le vie del barrio… Abbiamo visto un paio di aquiloni fatti con pezzi di cartone e sacchetti dell’immondizia.

Muovendosi verso il centro la città cambia aspetto. Dalle baracche ad edifici dignitosi; dalle auto “ammaccate” ai fuoristrada di ultima generazione.

Abbiamo visitato, in un paio di ore, la cattedrale, la fortezza ed alcune zone del centro più turistico-commerciale.

Al ritorno 40 minuti di macchina. 40 minuti intensi di frenate, colpi di clacson, buche e rischi vari in una strada buia illuminata solo dai fari delle macchine. Qui il servizio di fornitura elettrica subisce molte interruzioni; ne risentono anche i semafori e potete immaginere voi quali siano le conseguenze…

Mentre si tornava verso casa, prima che calasse il buio, don Gianfranco esclama… “Guarda quello!!!”. Un autoveicolo stava procedendo in direzione opposta alla nostra… era stato dal carrozziere, sembrava riverniciato di fresco con un bianco intenso… peccato che i vetri fossero ricoperti ancora dai fogli di giornale!!! L’autista guidava con la portiera aperta e la testa fuori dall’abitacolo!!!

Adesso vado a riposare. Domani ci attende un’altra giornata intensa.

Buona Notte!

Suor Cristina sta facendo un piccolo ritiro in preparazione al rinnovo dei voti religiosi di dopodomani, 18 aprile. Faremo la rinnovazione nella Messa del mattino a Santa Margarita. Ho cercato di invitare i giovani dei gruppi giovanili, anche se discretamente perché tanta pubblicità non piace a Cristina.

Questo rinnovo sarà già il secondo, i primi voti li ha fatti il 18 aprile 2004, presenti la madre generale suor Daniela e il vescovo ausiliare di qui mons. Amancio Escapa.

Naturalmente conta sulla vostra preghiera!!!!

Ha l’aereo stasera alle otto e 45.

Verso le cinque parte per l’aeroporto, la saluto tra poco perché ho in parrocchia una catechesi ai bambini sul sacramento della riconciliazione.

Il lavoro di oggi è stato quasi tutto centrato sulla riconciliazione.

Nel pomeriggio, la riunione degli animatori di Comunità Ecclesiali di Base aveva come tema il sacramento della riconciliazione, mettendo a fuoco due motivi per i quali molta gente non si confessa: la paura o la vergogna, e il pensare di non avere peccati. E il mattino mi ci è voluto per preparare bene il materiale della riunione.

Dopo la riunione degli animatori, sono corso alla parrocchia di Santiago el Menor perché avevano la celebrazione penitenziale: ho confessato un’oretta.

La ragione per cui mi sono fermato poco a confessare è che avevo la riunione dei genitori dei bambini del battesimo e della riconciliazione. L’ho fatta, accompagnato da vari catechisti. La partecipazione non è stata al 100%, e devo vedere come trovo la maniera di vedere i genitori che non si sono presentati.

Oggi pomeriggio abbiamo avuto la Via crucis di Quaresima animata e partecipata dagli studenti della nostra scuola primaria.

Non hanno partecipato molti, e una ragazzina che ha partecipato si è persa, a quanto mi hanno detto dopo (o forse ha approfittato per andarsi a fare i fatti suoi in barba ai suoi genitori…), però la presenza è stata abbastanza di qualità, più in chiesa per la messa che in strada, dove l’ambiente era molto dispersivo.

Abbiamo finito prima che diventasse scuro. Era una cosa che mi stava a cuore particolarmente perché nel buio e senza luce il ritorno a casa diventa pericoloso.

Nieve, la maestra di religione di settima e ottava, ha preparato il tutto in maniera ben fatta, ed è stata anche l’unica maestra che ha partecipato alla Via crucis.

Oggi pomeriggio sono stato qualche ora nella cappella del settore Emmaus per dialogare con la gente che ancora non può confessarsi. È stato molto bello, almeno 4 o 5 persone hanno trovato la forza e la decisione di cambiare vita. Grazie, Signore!

Poi, alle sette, avevo confessioni nella parrocchia di San Benito (Benedetto). Molta gente, e varie confessioni proprio belle.

Ogni giorno apprezzo di più questo ministero presbiterale che il Signore mi ha dato!

8:57 pm

Domenica piena

Oggi è stata una giornata con varie cose.

Due messe al mattino, e tra l’una e l’altra far partire il ritiro parrocchiale di Santa Margarita. Sono venuti a tenerlo un’équipe del Cammino Neocatecumenale.

Al pomeriggio presto alla Divina Misericordia una catechesi sui peccati ai giovani del battesimo, e appena finito la stessa catechesi un po’ semplificata ai bambini del battesimo.

Dopodiché l’adorazione eucaristica che concludeva il ritiro parrocchiale, e infine la Messa d’orario a Santa Margarita delle diciotto e trenta, con un buon numero di bambini del battesimo.

Mi sento un po’ saturato ma sono contento perché tutto è andato bene.

La gente che è venuta per il ritiro ha avuto un’ottima impressione della parrocchia, e fanno fatto i complimenti a tutti, e la cosa ha fatto sentire tutti molto bene. Oltre a questo, naturalmente, le meditazioni del ritiro sono state semplici ma profonde, la gente le ha gustate. Non io, purtroppo, che ero “in tutt’altre faccende affacendato”.

Oggi pomeriggio è cominciato il tour de force delle confessioni di Quaresima, con le confessioni della gente del settore San Ramón.

Non è venuta molta gente, ma ci sono state delle confessioni molto belle, che mi hanno rallegrato il cuore.

Di sera poi sono tornato da quelle parti ad accompagnare tre laici responsabili di comunità apostolica che hanno partecipato a un seminario in Betania. Sono arrivato a casa tardi, ma mi sono sentito più vicino a quella comunità che purtroppo vive lontano dal centro parrocchiale. Durante gli spostamenti là, tra un buco e un altro della strada, ho visto anche Yuri, il fratello di suor Cristina, che mi ha assicurato che sta pensando seriamente al matrimonio (quante volte me l’ha già detto? non lo so più!), e l’ho visto con la volontà di venire di più a Messa.

Abbiamo avuto quattro messe oggi, due a Santa Margarita e due alla Divina Misericordia.

A Santa Margarita c’è stata molta più gente di sera, mentre alla Divina Misericordia tanta gente sia al mattino che alla sera.

A me stupisce che sentano – grazie a Dio! – di più il mercoledì delle ceneri che l’Altagrazia e la Mercedes, che pure sono Madonne e sono patrona e protrettice della Repubblica Dominicana. Stasera avevo tantissime madri strapiene di bambini piccoli che facevano abbastanza cagnara in chiesa.

C’erano anche gli adolescenti del gruppo Ciempiés, che per l’occasione non hanno fatto riunione per partecipare alla Messa.

Invece Juan Luis è andato a imporre le ceneri a Duquesa, e al ritorno m’ha detto che ha trovato un’assemblea ben nutrita e qualificata!

Stasera abbiamo avuto l’incontro dei genitori a Santa Margarita. Era con i genitori dei bambini che riceveranno il battesimo e quelli che faranno la prima riconciliazione.

Mancavano parecchi, soprattutto nell’elenco della prima riconciliazione.

Dopodomani i candidati al battesimo faranno la solenne Entrata al Catecumenato in presenza della comunità parrocchiale.

10:57 pm

Taína


Taína Magallanes de la Cruz

È da un po’ che lo volevo scrivere. Le nostre suore hanno una nuova aspirante, Taína.

Il nome è quello delle popolazioni indigene che Colombo ha trovato qui: i taíni. Però Taína non è di quella razza, ma ha una carnagione scura che rivela ascendenze africane.

È una ragazza che unisce il dono della semplicità a quello della dinamicità. Nonostante i suoi 17 anni è molto matura, e sulla vocazione ha le idee ben chiare.

Viene da un’esperienza di catechista e di gruppo giovani. I genitori sono persone buone, anche se non sono ancora riusciti a inserirsi nella comunità parrocchiale.

Dopo il dono di suor Cristina, in cui ogni giorno di più vedo una bella testimonianza di vita religiosa, allegra, lavoratrice, spirituale, “se Dio vuole” Taína darà ancor più solidità al “ramo” dominicano delle nostre suore “brignoline”. A testimonianza che il carisma di santa Virginia è ancora vivo, ancora oggi.

Oggi pomeriggio abbiamo avuto la messa dei malati in occasione della Giornata Mondiale del Malato. Alle tre del pomeriggio hanno cominciato ad arrivare i vari malati, chi più chi meno grave. Quelli che non potevano camminare sono stati ausiliati da un fervente gruppo di parrocchiani che hanno posto a disposizione il loro mezzo di trasporto per rendere possibile la cosa. Anche la camionetta della parrocchia e l’ambulanza hanno funzionato a tutto regime.

Mi ha colpito una cosa: che nonostante ci fosse solo la metà della parrocchia rispetto all’anno scorso, non si è vista tanta differenza nella partecipazione.

Ho dovuto insistere abbastanza sul fatto di portare i malati gravi, perché c’era chi diceva che i malati gravi non possono sopportare la messa. E la realtà è invece che queste messe dei malati si fanno in maniera che proprio i più gravi abbiano la possibilità di vivere, almeno una volta all’anno, la grazia dell’Eucaristia.

Alla fine ci sono stati timidi ringraziamenti per guarigioni avvenute. Al principio della mia permanenza qui mi facevo tante domande se era vero o se era suggestione, adesso il Signore mi ha fatto capire che anche la suggestione è liberazione. E d’altronde non è lo stesso che fanno i medici con i placebo? E c’è gente che sta meglio per un placebo! Quanto più quando invochiamo su di loro il potere guaritore del Signore Gesù!

L’ho fatta nel settore San Ramón, e sono venuti anche Erika e Alessandro.

La cappella del Mamey era bella piena. Mi stupisce sempre quando vado là che ci sono parecchi giovani, apparentemente in salute, ma che devono avere qualche problemino.

Quando si fanno le preghiere spontanee c’è sempre qualcuno che dice frasi tipo: “Non riusciamo ad andare dal medico e a comprarci le medicine, Gesù, tu sei il nostro medico”, frase che riflette la povertà di tanta di questa gente. Povertà aggravata in questo caso dal fatto che i prezzi delle medicine sono indicizzati col dollaro (almeno quando il dollaro sale, non sempre quando scende).

Altra cosa che mi ha fatto piacere: oltre agli sposini di Genova sono venuti Ersilia e Consuelo. Quest’ultima è una signora sui 45 anni che si mette tutti i giorni a vendere merende varie davanti al consultorio. Da parecchi mesi ha cominciato ad avvicinarsi un po’ di più alla chiesa, e spero che mi faccia il ritiro di evangelizzazione.

Alla fine della Messa Erika e Alessandro hanno raccontato qualcosa di loro. Con semplicità, hanno di nuovo strappato l’applauso! Bravi!

… e sono già al lavoro: in parrocchia e a scuola mi sono visto con tutti i collaboratori per fare il punto della situazione.

Nelle parrocchie si sta facendo la novena della Altagracia, con sembra buona partecipazione e attenzione.

A scuola bisogna smuovere la faccenda della connessione internet: Verizon ci ha messo due pali nel cortile per portare i fili fino al nuovo laboratorio di informatica, ma non ha finito il lavoro.

Per la Divina Misericordia dovrò sentire Ángel Segura per vedere se muoviamo il discorso della sistemazione del terreno della chiesa nuova.

Nel liceo cominciano domani gli esami.

Insomma, carne al fuoco ce n’è tanta!

Carissimi amici e benefattori,

approfitto di queste vacanze a Genova, dalla mia famiglia, per scrivervi con più calma questa lettera, che vuole essere innanzitutto un ringraziamento al Signore per tutto quello che la Missione Diocesana di Santo Domingo ha potuto essere e realizzare durante l’anno 2005, e quindi un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno intenso, e anche un anno molto particolare. Provo a scrivere le cose principali, perché aiutino me e voi ad amare sempre più quel Signore che ha reso possibile tutto questo.

***

Come già sapete, a fine 2004 avevamo consegnato al vescovo di Santo Domingo le parrocchie di Santiago el Menor e Nostra Signora del Amparo (Guardia). Il cardinale di Santo Domingo aveva subito provveduto alle parrocchie mandando come parroco il padre Federico, che aveva sudiato in Italia, un prete molto amico di don Giulio Boggi. Il padre Federico ha fatto un buon lavoro, portando avanti con amore le comunità che don Franco gli aveva consegnato; e ciò nonostante fosse anche responsabile della radio diocesana. La permanenza del padre Federico non è stata lunga, perché il vescovo l’ha chiamato a diventare formatore in seminario. E così in settembre le due parrocchie hanno ricevuto il loro nuovo parroco nella persona del padre Isidro, un giovane sacerdote dei neo catecumenali. Pieno di entusiasmo, è all’inizio del suo ministero e sta cercando di conoscere la realtà a cui è stato mandato. Lo affianca un diacono permanente.

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A Santa Margarita c’è stato abbastanza fermento, ma non per cambi di preti, quanto per il nuovo entusiasmo generato dal lancio del Terzo Piano Pastorale Diocesano. Siamo arrivati cioè alla fase operativa di questo Piano Pastorale, che si sta elaborando da circa tre anni, e che è pensato per essere le linee guida della vita diocesana nei prossimi trent’anni. In pratica il 2005 è stato l’anno in cui sono stati chiamati e formati i messaggeri e le equipe di settore. I primi hanno l’incarico di portare alle famiglie della parrocchia una lettera mensile del parroco con un tema uniforme a livello di tutta la diocesi: ogni messaggero si occupa di dieci/quindici/venti famiglie, delle quali si occupa in maniera amorosa e particolare. Invece le equipe di settore hanno la funzione di organizzare nei vari punti della parrocchia attività mensili che aiutino a recepire e interiorizzare i temi del piano pastorale. Grazie a Dio la comunità di Santa Margarita ha risposto molto bene a queste sollecitazioni: i messaggeri svolgono il loro lavoro nella gran maggioranza, e le equipe di settore discretamente bene; purtroppo in qualche settore le persone che sono state chiamate non si sono rivelate in grado di svolgere il compito, speriamo di rimediare in questo 2006.

Naturalmente una parrocchia non può limitarsi a chiedere servizi alla sua gente, deve anche offrire una formazione solida. Per questo è stato portata avanti lungo tutto l’anno la formazione dei candidati ministri. Avevamo già i ministri, ma sono praticamente “scaduti”, e per questo c’è un gruppo che si prepara, in parte “vecchi” in parte “nuovi”. Non si è ancora potuto mandare la lista al vescovo per la dovuta istituzione in quanto per molti candidati è stato difficile recuperare i documenti che la diocesi richiede. Spero di concludere il lavoro nei primi mesi di quest’anno.

Un altro momento di formazione è stato il nuovo Ritiro di Evangelizzazione che si è fatto in giugno, ed i cui partecipanti sono già entrati alle comunità apostoliche. E proprio in questi giorni parte la preparazione per un nuovo Ritiro. Sapete che i Ritiri di Evangelizzazione sono un momento di riannuncio del Vangelo, preceduto e seguito da un cammino di approfondimento catechetico e inserimento comunitario. Hanno fatto molto bene alla nostra parrocchia, e continueremo invitando la gente a passare per questa tappa!

In agosto abbiamo avuto come tutti gli anni la Missione Parrocchiale: due settimane in cui non abbiamo fatto altro che muoverci ai vari settori della parrocchia per portare un annuncio del Vangelo casa per casa. I circa 100 missionari hanno lavorato con entusiasmo, e dalla Missione si sono rivitalizzate le Comunità Ecclesiali di Base. Si è poi resa necessaria una ulteriore missione di tre giorni a Duquesa, che è il paesino più periferico della parrocchia: a causa di un problema molto forte in quella comunità (vedi più avanti) c’era un forte bisogno di riconciliazione, e per questo la parrocchia si è mossa e ha visitato tutte le famiglie di quella comunità per tre giorni consecutivi. Di fatto, grazie a Dio, gli animi si sono rasserenati e adesso la comunità vive meglio.

E in questo 2005 per la prima volta abbiamo fatto la Settimana Biblica. A fine settembre, tutte le sere di una settimana sono state dedicate a una catechesi fondamentale sulla Parola di Dio. L’abbiamo fatta nei vari settori, cioè in sei punti diversi, e i relatori siamo stati io, don Lorenzo, Francesco Zannini sempre molto disponibile, Marcial (che era già diacono) e Juan Luis (candidato diacono). Ho preparato gli schemi della catechesi per tempo, e in tutti e sei i punti è stato fatto lo stesso cammino. La settimana si è conclusa con la processione, portando in alto per le strade del barrio la Bibbia. La partecipazione della gente è stata superiore alle aspettative, circa 400 persone hanno partecipato assiduamente!

Anche a livello giovanile c’è stato fermento. La commissione di pastorale giovanile è uscita dala fase di rodaggio e adesso coordina bene le attività degli otto gruppi di adolescenti e giovani sparsi nei vari punti della parrocchia. Nell’estate abbiamo avuto bivacco dei responsabili, campo adolescenti e campo bambini; praticamente tutto il mese di luglio è passato concentrati nel lavoro con i giovani. In particolare il campo adolescenti ha lasciato il segno, perché alcuni ragazzi un po’ più grandi sono stati colpiti da un incontro dedicato all’aborto, e hanno iniziato a progettare un’attività parrocchiale, che poi si è svolta magnificamente a fine novembre, e che ha permesso di risvegliare le coscienze su questo tema tanto importante (vi preciso che in Repubblica Dominicana l’aborto non è legalizzato, e di fatto la cultura della gente è abbanstanza lontana, grazie a Dio, dalla legalizzazione). Inoltre una giovane della parrocchia ha potuto partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia, e il viaggio è stato pagato con i soldi raccolti nei vari gruppi. Poi a inizio dicembre c’è stata la Settimana Giovanile, alla quale hanno partecipato circa 300 giovani: tutte le sere c’era una conferenza, e i temi gravitavano attorno alla sfera sessualità / fidanzamento / matrimonio. Relatore di eccezione, la seconda sera, il card. Nicoĺás de Jesús López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo!

Anche sul versante famiglia c’è stato un buon lavoro: si sono fatti nell’anno due CPM (Corsi di Preparazione al Matrimonio). E a dicembre c’è stata la “mietitura”, con 13 coppie che si sono sposate. Sono tutte coppie “navigate”, con almeno dieci-venti anni di matrimonio sulle spalle. Alcuni avevano fatto il CPM vari anni fa, ma non avevano potuto celebrare le nozze per motivi economici – il paese ha vissuto una crisi economica tremenda da fine 2002 a metà del 2004. Oltre a ciò, il mese di novembre, dedicato alla famiglia, abbiamo avuto la grazia di ricevere un Ritiro di Guarigione Familiare che ha segnato profondamente la vita di molte coppie che hanno partecipato.

E, per finire questa carrellata su Santa Margarita, con gli aiuti venuti da Genova abbiamo potuto comprare una casa che è diventata una nuova cappellina di settore: così il settore Sinaí, che prima doveva chiedere ospitalità in un collegio privato (con molti problemi) adesso ha il suo spazio per la catechesi, le riunioni e l’annuncio della parola!

***

Ma legato a Santa Margarita c’è un fatto ancora più importante: la nascita della nuova parrocchia della Divina Misericordia.

Già da tempo mi rendevo conto che Santa Margarita, con i suoi 40,000 abitanti, era troppo grande. E di fatto il card. Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, vuole che si dividano queste parrocchie grandi perché la chiesa sia più vicina alla gente. Pur capendo l’esigenza, non mi era ancora mosso in questo senso per il timore che la gestione di due parrocchie potesse appesantire eccessivamente i ritmi di lavoro.

La cosa si è fatta possibile invece a partire da giugno, mese in cui il nostro caro Marcial Nova, laico molto impegnato nella parrocchia, ha ricevuto l’ordinazione diaconale. Ha terminato il cammino di formazione, durato tre anni, e il 25 giugno ha ricevuto il diaconato insieme a una ventina di altri uomini più o meno attempati come lui (Marcial ha quasi cinquant’anni). Tra l’altro questa ordinazione è stato un momento molto gioioso di tutta la comunità, che in questi anni è sempre stata molto vicina a Marcial è ha detto presente in tutti i momenti in cui ha fatto i vari passi di avvicinamento all’ordinazione. Così, già due anni fa avevo parlato con il vescovo di Santo Domingo della destinazione di Marcial, e alla mia proposta che lui lavorasse nella futura nuova parrocchia ho trovato perfetta consonanza. Ho iniziato quindi un forte lavoro di sensibilizzazione della comunità parrocchiale sul fatto che dividere la parrocchia in due ci avrebbe aiutato nella missione evangelizzatrice. Se ne è parlato almeno per sei mesi, senza fretta, e la gente si rendeva conto ogni giorno di più che si poteva e si doveva fare la divisione. Si sarebbe celebrata Messa domenicale nella nuova parrocchia, ci sarebbe stato il suo consiglio pastorale, animatori e catechisti si sarebbero riuniti là, ecc. ecc.

Così, in maggio, abbiamo cominciato a costruire una cappella provvisoria sul terreno che già da qualche anno era stato donato per costruire una chiesa. L’opera è stata avviata coinvolgendo la comunità parrocchiale: pulire il terreno, innalzare i pali della struttura, inchiodare le assi, mettere il tetto di lamiera. Il progetto non era ambizioso, anzi, era fatto all’insegna dell’economia, perché l’idea era che la comunità parrocchiale facesse qualcosa di suo, con le sue forze e i suoi soldi. Di fatto la “chiesa” che è nata è provvisoria, può contenere solo 200 persone (più altrettante all’esterno), ed è fatta con materiali economici. A questa maniera, però, è stata alla portata delle forze e delle finanze della comunità. In tutto è costata circa 150,000 pesos (equivalenti a 4,000 euro), ed è pensata per funzionare qualche anno.

Dopo aver fatto la nuova “chiesa”, ci siamo imbarcati nella costruzione dell’ufficio parrocchiale e della casa canonica. Anche qui una cosa piccola, ma necessaria, perché l’apertura della parrocchia-istituzione richiede di mettere in atto tutta una serie di azioni (libri dei sacramenti, conti, archivio documenti, ecc.) che hanno bisogno di una struttura stabile e definitiva. Questa nuova costruzione, fatta al lato della “cappella del barrio”, è stata fatta con criteri costruttivi seri, e di conseguenza il prezzo è stato serio pure lui: è costata circa 500,000 pesos (13,000 euro), che avevamo solo in piccola parte, e che non abbiamo ancora finito di pagare; anzi, siamo nei debiti fino al collo con la parrocchia vecchia e la nuova. Ma siamo nei debiti apposta, perché considero importante che le comunità sappiano che le cose costano e che dobbiamo sforzarci per pagarle. Dopotutto le offerte che molti di voi hanno dato, e danno!, e che hanno reso possibili moltissime cose, non sono forse frutto di sacrifici e rinunce? La chiesa genovese si è sacrificata moltissimo, dando spesso ben oltre il superfluo, e come parroco sento la responsabilità di educare anche la mia gente di là a rinunciare a quello che hanno perché la chiesa possa vivere e lavorare.

Così in luglio è stata terminata e inaugurata la nuova “chiesa” della Divina Misericordia. Abbiamo cominciato a celebrare lì l’Eucarestia alla domenica alle sette di mattina (stessa ora che a Santa Margarita). I piano erano di aggiungere altre messe festive, ma non si è ancora potuto. Fatto sta che, contrariamente alle mie aspettative, quell’inizio della messa domenicale ha significato molto. Io avevo paura di rimanere con la messa di Santa Margarita vuota. Invece quello che è successo è stato che a Santa Margarita mi sono trovato con 200 persone in meno, ma alla Divina Misericordia ne vanno 400!!!! “La chiesa vicino alla gente!” Ho capito perfettamente in quel momento l’insistenza del cardinale per l’apertura di nuove parrocchie! E di fatto la situazione ha gasato tremendamente i parrocchiani “storici” della Divina Misericordia, quelli che hanno lavorato per anni a Santa Margarita: tutti ci siamo resi conto che la mano del Signore era presente in quel momento di vita parrocchiale. E il card. Nicolás ha voluto condividere la nostra gioia: la domenica 11 dicembre ha detto presente, presiedendo l’Eucarestia e dando molto calore alla nuova comunità parrocchiale. La gente ha sentito e apprezzato moltissimo questa presenza del suo vescovo!

Dopo aver cominciato a celebrare l’Eucaristia alla Divina Misericordia, si è sdoppiato anche il Consiglio Pastorale. Gli animatori delle Comunità Ecclesiali di Base hanno cominciato a riunirsi in “casa” loro, e lo stesso i catechisti. Chi porta avanti questo lavoro pastorale è appunto il diacono Marcial, con il quale condividiamo la preparazione delle riunioni e lui le fa alla Divina Misericordia. Anzi, spesso lui partecipa alla riunione che faccio io a Santa Margarita, e la “riproduce” alla Divina Misericordia. E segue con amore la gente di là, visita le comunità, parla con le persone, ecc., tutto quello che farebbe un prete, solo che ovviamente non presiede l’Eucaristia, non confessa e non da l’Unzione dei Malati. Gli è toccato invece battezzare già varie volte e benedire vari matrimoni! Marcial lavora al mattino nel baretto della scuola (da vari anni fa questo lavoro), e il pomeriggio e la sera li dedica alla parrocchia. La comunità, da parte sua, gli dà un piccolo aiuto di 3,000 pesos (quasi 100 euro) al mese per le spese di trasporto e anche per aiutarlo a mantenere la sua famiglia.

***

Le nostre parrocchie cercano di vivere intensamente la pastorale diocesana. Come vi dicevo il 2005 è stato l’anno del lancio operativo del Terzo Piano Pastorale. Ciò ha comportato un lavoro parrocchiale di motivazione delle persone e di formazione dei nuovi operatori. L’entusiasmo per questo lavoro è venuto da vari momenti in cui la comunità diocesana si è riunita in massa e il card. Nicolás, pastore di questa porzione del popolo di Dio, ha incoraggiato con unzione dello Spirito Santo preti, diaconi e laici.

Il giorno del Corpus Domini ci siamo riuniti da tutte le parrocchie della Diocesi nel parco del grandioso Faro a Colombo: 50,000 persone, provenienti dalle dodici zone pastorali in cui Santo Domingo è divisa. La giornata era dedicata in particolare ai futuri messaggeri che avrebbero distribuito alle famiglie la lettera mensile correlata al Terzo Piano Pastorale. La partecipazione non è stata massiva solo dal punto di vista numerico, ma anche nella qualità dei presenti e nella decisione a realizzare l’opera che veniva proposta. Della nostra parrocchia hanno partecipato ben duecento cinquanta messaggeri, che a tutt’oggi sono attivi nella consegna puntale della lettera alle loro famiglie.

A livello zonale il momento forte dell’anno è stata la Via Crucis del Venerdi Santo. È ormai una tradizione ben consolidata, essendo già il quinto anno che si svolge. Da ogni parrocchia si parte alle 4/5 del mattino, pregando con le stazioni preparate da un’apposita equipe, e camminando a piedi per circa 15 km. Nel punto finale ci si ritrova tutti, stanchi ma gasati dal vedere tanta gente professare la nostra stessa fede e vivere il nostro stesso amore alla Chiesa.

Meno estusiasmante è stata invece la chiusura dell’Anno Eucaristico, che si è svolta anche lei al Faro a Colombo l’ultimo sabato di ottobre. Il poco tempo a disposizione per prepararla, e il fatto che sia stato sabato e non domenica – qui il sabato è dedicato alle pulizie della casa e soprattutto ai lavaggi, senza contare che molta gente lavora di sabato – ha reso molto meno partecipata, ma non per questo meno significativa, la celebrazione.

E per finire in bellezza con questi momenti diocesani, il giovedi prima di Natale tutti i preti di Santo Domingo siamo stati ospiti del Cardinale per gli auguri natalizi. Non è mancata buona musica, fervidi auguri, e l’immancabile pranzo!

***

Venendo alla vita della nostra comunità missionaria, abbiamo avuto un lutto: suor Patrizia, che ha lavorato nella missione dal 1994 al 2002, è mancata il 7 aprile; entrata nelle nostre suore Brignoline dall’età di sedici anni, da due soffriva di un tumore all’utero, era stata operata due volte, e due volte aveva fatto la chemioterapia. Ha lottato, ma alla fine ha dovuto arrendersi e lasciarsi andare nelle braccia di quel Signore che tanto ha amato come cristiana e come consacrata. La gente del Guaricano, che la vedeva al lavoro nella farmacia, e ancora di più le donne che lavorano in casa nostra, che erano a contatto con lei in cucina, e tutti noi della comunità missionaria abbiamo percepito il dolore della sua partenza, insieme alla certezza che il Signore l’ha accolta come “serva buona e fedele”.

La comunità delle suore in compenso già da fine del 2004 si era arricchita con la presenza di suor Serafina, una donna piena di vita che aiuta tutti noi a mantenerci allegri. E si è visto il suo tocco in particolare nella festa di Nostra Signora del Rifugio, che è appunto la patrona della loro congregazione. Quest’anno l’abbiamo celebrata l’11 luglio, lunedì, con la messa nella sala d’attesa del nostro consultorio nuovo fiammante. È stata la prima volta che questa festa l’abbiamo celebrata in questo salone, la qual cosa ha reso questa festa ancora più bella!

Ma la cosa grande di quest’anno di comunità è stata la ricchezza delle visite. Sono stati alla missione il gruppo degli Amici del Guaricano, organizzato dall’attivissimo don Francesco Di Comite (don Fra o don Chicco per gli amici), il quale si è portato dietro vari giovani e adulti, nonché un confratello prete. La cosa bella è stata che quando se ne sono andati ci hanno lasciato due signore di Geo, Carmen e Orietta, che hanno allungato la loro permanenza in missione fino a restare un mese intero. Orietta, che è infermiera, ha dato una mano alle suore, soprattutto visitando in casa loro persone anziane bisognose di piccole medicazioni. Invece Carmen ha dato una mano in vari settori, non ultimo la cucina, dove si è rivelata collaboratrice preziosa e cuoca inimitabile, e anche attraverso un piccolo servizio di taglio dei capelli ai bambini poveri del barrio. Entrambe hanno desiderio di tornare, e chiediamo al Signore che il progetto si possa realizzare presto.

Insieme a loro avevamo due ragazze giovani ma molto in gamba: Eugenia e Fiammetta. Anche loro sono arrivate con il loro don Fra, e come Carmen e Fiammetta hanno passato un mese in missione, dando una mano in tanti piccoli lavoretti: dare l’impermeabilizzante al tetto, preparare il cartello indicante la Divina Misericordia, accompagnare don Lorenzo sull’ambulanza, ecc.; hanno inoltre affiancato i missionari nella missione parrocchiale di agosto, e si sono prese una bella vista della vita della gente del Guaricano. Un’esperienza arricchente e ben formativa. E hanno saputo rendersi ben utili senza mai essere di peso. Veramente brave!

Quasi in contemporanea abbiamo con noi avuto anche Sandra: lei si è dedicata alla cucina, permettendo a don Lorenzo di portare avanti altri lavori che aveva dovuto giocoforza lasciare indietro. Ha rallegrato notevolmente la casa, e nonostante l’età non troppo giovane ha dimostrato una vitalità senza precedenti!

Invece prima dell’estate abbiamo avuto con noi Lara, una giovane di Pegli, laureata in ingegneria ambientale. Al finire la laurea ha voluto donare alla missione un mese, e lo ha fatto con frutto facendo un corso intesivo di inglese, quasi come fosse stata insegnante di madre lingua, a un gruppo selezionato di studenti della nostra scuola. Di lei abbiamo apprezzato il notevole spirito di adattamento, e la capacità di entrare in un’ottima relazione con tanti ragazzi e giovani della parrocchia e della scuola. Bravissima Lara, e ti aspettiamo ancora!

A fine ottobre sono stati con noi vari personaggio molto speciali: i miei genitori con mio fratello e mia zia, e due oculisti.

Chiaramente la visita della mia famiglia è stata speciale per me, e anche per la gente della parrocchia, che desiderava rivederli dopo la prima volta che ci hanno visitato nell’anno 2000.

Invece quella degli oculisti è stata una gradita sorpresa. Carlo Mosci e Massimo Corazza sono venuti, accompagnati da alcuni dei loro figli ventenni, per montare e cominciare a usare le nuove apparecchiature oculistiche che attraverso di loro, di Carlo in particolare, ci erano arrivate in donazione. Si tratta di un “set” completo di strumenti che permettono di visitare in profondità l’occhio, individuando difetti e permettendo un’analisi profonda della cornea, del cristallino e della retina. Ebbene, Carlo e Massimo hanno montato il tutto a tempo di record il giorno dopo il loro arrivo, e poi nei cinque giorni lavorativi che sono rimasti hanno visitato ben 350 pazienti. La maggior parte di loro avevano ben poca cosa, ma l’esperienza è stata importante anche per Carlo e Massimo al fine di rendersi conto delle patologie della di qua, con l’idea di dare continuità alla cosa.

Dovevamo continuare subito il lavoro delle visite, e avevamo trovato un’oculista domenicana che sembrava disponibile a portare avanti il lavoro. Purtroppo però appena Carlo e Massimo se ne sono andati ci ha fatto capire che non aveva tempo, che lavorava già in troppi posti, ecc. Così adesso, al ritorno alla missione, dovrò mettermi sotto per trovare un altro oculista di fiducia, capace, e desideroso di spendersi per i nostri poveri.

Un discorso speciale merita anche la visita dei giornalisti della RAI. Tarcisio Mazzeo, vice capo redattore del TG3, da vari anni gira il mondo raccogliendo testimonianze di missionari e missionarie legati a Genova. Così a inizio del 2005 ha fatto la proposta anche a noi, attraverso il centro missionario, e la cosa si è potuta realizzare nello stesso periodo in cui abbiamo avuto don Chicco e gli Amici del Guaricano. In sostanza sono state fatte da dieci a venti ore di riprese, il tutto in vista di preparare vari condensati: un servizio per il TG1, vari per il TG3 regionale, una videocassetta e un DVD di venti minuti per diffondere nelle parrocchie. La cosa è già uscita alla luce, perché sono stati trasmessi un servizio su RAI 1 nell’ambito di TV7, servizio in cui si evidenziava il contrasto tra l’Isola dei Famosi e l’altro lato dell’Isola, rappresentato appunto dal Guaricano. E poi nella settiamana prima di Natale sono andati in onda vari piccoli servizi nell’ambito del TG3 regionale della sera. Aspettiamo ora il DVD e la cassetta! Grande Tarcisio! La tua opera, che sappiamo ti è costata un bel po’ di lavoro, ha permesso a molti di sentirsi molti più vicini a noi, e ha avvicinato moltissimo il Guaricano a Genova. Inutile dire che il 90% delle persone che ho visto in questi giorni mi hanno detto: “Vi abbiamo visto in televisione”. Non mi sembra vero: il Guaricano è entrato in tutte le case di Genova!!!!

Paola Longhi, che già due volte è stata con noi in Guaricano, ogni volta per vari mesi, quest’anno non ha potuto venire a causa di una rottura di una spalla. Ci assicura però che verso l’estate riuscirà a organizzarsi, precisamente dopo la nascita di un nuovo nipote. Augurissimi, Paola, e… ti aspettiamo!

Quasi mi stavo dimenticando di Francesco Zannini. Credo che lo conoscete, perché affianca il lavoro della missione dal 1998, stando con noi dai sei ai nove mesi all’anno. La sua presenza è quasi istituzionale: al mattino collabora con le suore nella farmacia, dove custodisce la cassa (non ci crederete, ma non ci si può mai fidare…). Al pomeriggio è un punto di riferimento prezioso in casa, dove mantiene una presenza importante, visto che io e Lorenzo abbiamo molti impegni fuori casa. Tra pochi mesi tornerà con noi, lo aspettiamo noi e anche la gente del barrio, che lo conosce e apprezza il suo sorriso e la sua capacità di ascolto.

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Permettemi di dirvi due parole sulla Missione sorella che è nata a Cuba. Nelle prime settimane di Ottobre il nostro card. Bertone ha accompagnato all’isola nostra vicina don Marino Poggi, presbitero genovese molto conosciuto a Genova, e don Federico Tavella, della Diocesi di Chiavari. I due missionari hanno ricevuto dal vescovo della locale Diocesi di Santa Clara due parrocchie. Molte difficoltà li aspettano, e in parte si sono già manifestate: per prima quella del regime di Fidel Castro, che nonostante i restyling di facciata continua a mettere i bastoni tra le ruote al lavoro svolto dalla chiesa. Basti dirvi che don Marino non ha il permesso di fare chiamate internazionali, né può usare la posta elettronica. Per tutto questo deve recarsi alla curia vescovile, e stare molto attento a quello che dice o scrive, perché il regime tiene sotto controllo tutto e tutti. Ma al di là di questi aspetti, vi sto parlando di questa nuova missione perché mi rallegra profondamente vedere come l’impegno missionario della nostra diocesi sta crescendo. Vent’anni fa nessuno immaginava che avremmo avuto una missione, e ora le missioni sono due. Veramente il Signore ci sta facendo fare un cammino molto bello!

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Il dispensario medico che nel 2004 si è trasferito alla nuova sede, continua il suo lavoro sotto la direzione puntuale e attenta delle suore. Come sapete, lavorano in esso un medico generale e un ginecologo (pagati dalla missione), una pediatra (pagata dallo stato). Visitano ognuno circa 25 pazienti al giorno. La gente dà un apporto di cinque pesos (otto centesimi di euro) per la visita, come forma di contribuire, da poveri ma con dignità, al sostentamento del lavoro medico. Inoltre la nostra farmacia vende a prezzo di costo la maggior parte dei medicinali (i nostri prezzi variano dal 50 al 70% dei prezzi delle normali farmacie!), e il laboratorio di analisi con cui ci siamo convenzionati, e che si reca tutti i giorni al dispensario, pratica prezzi attorno all’80% degli altri laboratori di analisi, senza contare che a un certo numero di pazienti realizzano le analisi gratis.

In più, già vi dicevo del nuovo laboratorio di oculistica: ce ne vantiamo anche perché è l’unico del Guaricano. Contiamo sulle vostre preghiere per trovare presto un buon oculista che vi possa lavorare!

E l’ambulanza, iniziata nel 2004 grazie alla perspicacia di don Lorenzo, viaggia a pieno ritmo, realizzando ogni giorno uno o due servizi. Inoltre c’è stata una cosa molto bella: i volontari sono stati trovati molto facilmente, grazie a una locale associazione di protezione civile che si è messa a disposizione con generosità grande. Don Lorenzo ha dovuto cercare gli autisti, e anche lì il Signore ha mandato più di quello che era necessario. Lo stesso don Lorenzo non disdegna di partire lui stesso con l’ambulanza quando chiamano in ore notturne. Insomma, un servizio che ci fa sentire utili: annunciamo il vangelo attraverso la pastorale parrocchiale, e lo rendiamo vita vissuta attraverso queste opere. Benedetto il Signore!

Naturamente continua anche il Centro Nutrzionale per Bambini. Negli ultimi anni c’è stata una variazione nel tipo di intervento. Il Centro era nato per rimettere in sesto i bambini che dai medici erano trovati sotto peso. Grazie a Dio non ci sono più tanti bambini che presentano questa tipologia, ma in compenso sono sempre molte le famiglie al limite della misera. Soprattutto si tratta di donne abbandonate dai mariti (spesso perché malate) insieme ai loro 4/5/6 figli, e che per la responsabilità di stare con i bambini non possono realizzare nessun lavoro. Queste “famiglie” vivono della carità dei vicini, e un certo numero di loro anche dell’aiuto che dà loro la missione sfamando i loro bambini più piccoli. E quest’opera non è nostra, ma vostra: di tutti voi, cioè, che con le vostre offerte ci aiutate a mantenere in vita quest’opera preziosa! Un grazie di cuore a tutti!

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La vita della scuola procede, con i suoi aspetti feriali e con alcune novità.

Cominciando dai primi, quest’anno abbiamo 1,050 studenti nella scuola primaria (elementari e medie). Vanno a scuola metà al mattino e metà al pomeriggio, e sono accompagnati e serviti da un bel gruppo di maestri, una quarantina in tutto. In più abbiamo 250 studenti al liceo, e un centinaio nella scuola serale.

Il liceo è partito nel 2001 come scuola semi-privata: ciò ha permesso mantenerlo più funzionale (non si fanno scioperi in questa modalità), e comunque l’assunzione del pagamento del personale da parte dello stato sarebbe arrivata molto tardi. In definitiva, le famiglie devono pagare una retta mensile perché si possa pagare il personale che lo stato non paga. All’inizio dell’anno scolastico pagavano 270 pesos (circa 7 euro) mensili, e la quota è stata ridotta a 250 (6 euro e mezzo) a partire da novembre perché lo stato ha nominato due dei professori del liceo. Non sono cifre alte in assoluto, ma per molte famiglie diventano difficili da pagare. Per questo da quasi subito con il vostro aiuto abbiamo instituito delle borse di studio, da dare in relazione al merito e alla condizione economica. Attualmente sono un centinaio gli studenti beneficiati, alcuni sgravati nella misura della metà della quota mensile, altri per intero. Credo che nel complesso il lavoro del liceo realizzi una risposta concreta e effettiva al conclamato diritto allo studio che a volte le autorità tanto decantano quanto disattendono. E, ripeto, tutto questo grazie anche a voi e al vostro generoso contributo.

Dicevo dei due maestri del liceo che lo stato ha cominciato a pagare. La buona notizia è ancora maggiore, perché hanno cominciato a ricevere lo stipendio anche altri tre della scuola primaria, e, sembra, anche quattro bidelle. Rimarremmo così con un carico, assunto peraltro dalla comunità delle famiglie della scuola, di aiutare ancora tre maestri e tre bidelle: una riduzione di questo carico di più del 50%! Ciò significherà per il 2006 che le casse della scuola potranno permettersi spese più dirette al miglioramento del servizio. Abbiamo in programma di comprare una televisione grande e un video lettore per poter usare i sussidi audiovisuali nelle aule, di mettere i ventilatori in parecchie aule che non l’hanno mai avuto, di rinnovare cattedre vecchie e piccole che stanno ancora usando una parte dei maestri. Progetti che saranno realizzati con i contributi dei genitori, progetti quindi sostenibili a lungo termine, perché la gente grazie a Dio ha accettato e capito che non si può ricevere sempre tutto regalato, ma che ognuno secondo le sue possibilità deve farsi carico delle spese di gestione delle istituzioni.

Ma l’aspetto più bello della nostra scuola è il lavoro formativo che riusciamo a fare con i maestri e con i genitori.

Con i maestri, quattro volte all’anno facciamo un ritiro, praticamente lasciando a casa gli studenti (non c’è altra maniera!). Questi ritiri portati avanti sistematicamente hanno beneficiato molto il lavoro scolastico e la stessa crescita dei docenti, perché ci permettono di fare una proposta di fede a queste persone che sono disponibili, ma che spesso per pigrizia o per stanchezza non partecipano alla Messa nella parrocchia. Inoltre, ho iniziato già due anni fa a portare avanti un cammino di formazione culturale-teologica, cioè una lezione quindicinale che faccio io stesso ai maestri. Mi costa un po’ di fatica, anche perché cerco di prepararla bene, ma mi permette di incontrarli e di dare loro un qualcosa di più a livello di conoscenza della loro fede. E anche loro sentono che è un momento importante, e se per varie ragioni passano alcune settimane senza farlo subito mi domandano cosa sta succedendo.

Con i genitori, invece, il lavoro formativo che si fa è quello di un incontro mensile. Ci prendiamo quella mattinata per incontrare i genitori invece degli studenti, e poi nel tempo restante si integra con le riunioni dei maestri. La formazione dei genitori ha spaziato, nell’ultimo anno, su temi soprattutto di vita familiare: il dialogo, l’attenzione ai figli, il perdono e la comprensione, la preghiera in famiglia. Normalmente usiamo un sussidio preparato a livello diocesano per le piccole comunità, e invece di usarlo nel corso di un mese lo estendiamo all’anno intero. Ogni maestro introduce e dialoga il tema con i genitori dei suoi studenti. Alla fine dello scorso anno scolastico ho potuto ascoltare testimonianze di genitori che hanno percepito un miglioramento forte nella vita della loro famiglia. C’è stato chi ha ringraziato commosso, perché aveva già perso la speranza di una vita di famiglia serena. Sono cose che anche qui mi commuovono, e sono segni che il Signore mi dà e che mi fanno capire che il cammino è quello giusto.

Sempre a livello di formazione, negli ultimi 15 mesi abbiamo realizzato un piano di finanziamento per l’acquisto di computer da parte dei maestri. Il ministero dell’educazione sta battendo abbastanza perché i maestri imparino le tecnologie informatiche (paradossalmente, poi, in molte scuole mancano ancora i banchi…), e ha proposto in più riprese finanziamenti di computer che però, a un’analisi attenta, si rivelavano quasi truffe per la spesa complessiva che il maestro doveva affrontare. Invece, fatto “in casa”, il finanziamento nostro gli ha dato la possibilità di avere una macchina equivalente a quelle che finanziava il ministero, ma al 50% del prezzo: 15,000 pesos (375 euro) invece di 32,000 (800 euro)! Una bella soddisfazione, e il primo gruppo sta quasi finendo, mentre gli ultimi termineranno di pagarli tra quasi due anni.

Il 2004/2005 è stato segnato dalla decisione del ministero dell’educazione di iniziare le lezioni in anticipo: il 22 agosto invece del 3 settembre. Mentre in altre scuole pubbliche c’è stato un vacillamento, e in pratica è cambiato poco, i nostri maestri hanno collaborato volentieri a un cambiamento che significava per loro un discreto lavoro in più. Speriamo che i ragazzi riescano a recepire effettivamente la maggior quantità di tempo che la scuola mette a loro disposizione!

A livello di strutture e logistica, nell’estate abbiamo rifatto i pavimenti del liceo. Aprofittando di un disavanzo di bilancio, abbiamo risanato alla radice un problema che ci trascinavamo da anni, e che consisteva praticamente in uno sgretolamento dello cemento sotto i colpi dei banchi che spesso si muovono… violentemente!

È stato fatto anche un investimento molto più grande: la costruzione di un piano ulteriore dell’edificio, piano destinato ad alloggiare i laboratori che ancora non avevamo: di educazione artistica, di scienze, e di informatica. Quello di artistica è quello che è ancora più indietro, e che spero si potrà attrezzare nella prossima estate, mentre quello di scienze aveva già una parte del materiale disponibile grazie a una donazione ricevuta a inizio del 2004 da parte del ministero: vari microscopi, provette, reagenti, ecc. che di fatto erano già usati dalla professoressa di chimica del liceo. Adesso sarà a disposizione anche degli studenti della scuola primaria.

È nuovo invece il laboratorio di informatica, che è già attrezzato con 40 computer tutti collegati in rete tra loro. Tra l’altro la tecnologia del tipo “software libero” che ho utilizzato mi ha permesso di fare un’unica spesa grossa per il server, e di comprare 40 clienti leggeri da 80 dollari l’uno! si tratta di tecnologie informatiche popolari nate negli ambienti universitari americane, e che nei prossimi anni sempre più prenderanno campo in tutto il mondo. E tutto questo senza rinunciare a niente di quanto è indispensabile perché i ragazzi imparino a usare il computer. Questo laboratorio è già funzionante a metà tempo, e adesso, al mio ritorno, ho già pronto un nuovo istruttore da mettere a lavorare con gli studenti dalla quinta all’ottava classe.

La costruzione del piano dei laboratori è costata 100,000 dollari (circa 80,000 euro): una bella somma, corrispondente a un investimento duraturo per migliorare la qualità della formazione dei nostri studenti. Da dove sono venuti questi soldi? 37,000 euro dalla Regione Liguria, a cui appunto avevamo chiesto di finanziare il progetto, e il resto… avete idea? sì, non vi sbagliate: da voi! dalla vostra squisita sensibilità, che ha potuto tradursi in un beneficio permanente per migliaia di ragazzi dominicani.

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Il lavoro sociale della missione non si riduce alla scuola e al dispensario medico. Esiste e lavora permanentemente un fondo prestiti con il quale si aiutano le famiglie ad uscire da situazioni difficili (usura, spese mediche) o ad iniziare una nuova attività commerciale. Il fondo è frutto della sollecitudine della parrocchia dell’Immacolata di via Assarotti, e dell’amore di don Mario Terrile, il quale ha saputo sensibilizzare molti e periodicamente ci invia somme notevoli che vengono appunto investite, tra el altre cose, in questo fondo prestiti. Il fondo ha attualmente una consistenza di 1,400,000 pesos (circa 35,000 euro), che vengono prestati da poche migliaia di peso a un massimo di 50,000 pesos in una volta. Viene esigita la restituzione, ma c’è un 20% di prestiti che prima o poi diventano inesigibili. Può sembrare una percentuale alta, ma in realtà è un risultato che considero più che lusinghiero, tenendo conto delle difficoltà che molte famiglie affrontano per sbarcare il lunario tutti i giorni. E continuerà a funzionare, perché ho visto che per molti è stata l’alternativa viabile all’impegnare la casa (con il rischio poi di perdere l’unica cosa che avevano). In Guaricano infatti la disponibilità di denaro per le emergenze è offerta da tutta una rete di “Compravendite”, nelle quali si riceve un prestito quando si impegna un oggetto di valore o appunto la casa stessa. Gli interessi di queste compravendite hanno un livello più che usuraio: un minimo del 10% mensile, per arrivare anche a un 20% quindicinale! Si capisce quindi la necessità di un approccio umano ed economico al grande problema dell’affrontare un’emergenza economica della famiglia.

In termini più congiunturali, ci siamo impegnati varie volte al fianco della gente povera. Due situazioni tra tutte.

A Duquesa ho dovuto dare una mano a lottare, perché il deposito della spazzatura della capitale era arrivato a pochi metri dalle loro case. Ci sono state varie riunioni nel Ministero dell’Ambiente, si è dialogato e litigato con i responsabili del trattamento della spazzatura, e alla fine, grazie a Dio, il luogo di deposito è stato spostato a distanza più cristiana. Se ricordate, Duquesa è il paesino dove l’anno scorso avevamo realizzato la cisterna dell’acqua dopo vari anni che erano rotte le tuberie che portavano l’acqua all’abitato.

L’altra situazione invece è la lotta di un barrio dentro al Guaricano per riavere dei terreni che erano destinati a loro come aree verdi. Purtroppo questa lotta, che ha visto in certo momento anche la partecipazione dei giornali, non è andata, per adesso a buon fine, perché la banca che si è impossessata, ai margini della legalità, di quelle aree comunitarie, ha provveduto a abbreviare i tempi e sta già costruendo dove dovevano esserci parchi giochi e scuole. Ho sperimentato l’impotenza e la rabbia di non poter ottenere quello che era un diritto della cittadinanza. Classicamente e semplicemente, ha vinto il più forte!

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Per andare verso la conclusione, due “chicche”.

La prima è che in questi ultimi anni nelle nostre parrocchie sono “spuntati” sei seminaristi: tre di loro sono al seminario minore, e gli altri tre nell’anno propedeutico alla filosofia; le suore, poi, dopo l’entrata di Cristina nel 2001 (e Cristina è ormai suor Cristina!), hanno adesso due altre ragaze che vogliono entrare con le nostre suore, due ragazze veramente in gamba, che, se il Signore vorrà che continuino, credo che saranno ottime religiose. Sono segni di speranza, questi, che veramente ci fanno sentire amati dal Signore!

E l’altra è stato il “Viaggio della speranza” di Enmanuel. Enmanuel è un ragazzo di dodici anni, nato cerebroleso, con il palato saldato sopra con sotto, senza un occhio e con il cervello fuori dal cranio per la mancanza di una parte del cranio stesso. Ebbene, grazie all’interessamento di Paola, di Francesco e di don Franco ha potuto essere portato a Roma dove nel giro di più di sei mesi gli si è aperto il palato, ricostruito il cranio, messa la protesi dove mancava l’occhio, e tanta fisioterapia. Il risultato: prima Enmanuel poteva ingerire solo liquidi e non si alzava dal letto, adesso può alimentarsi normalmente e riesce a stare seduto su una sedia a rotelle. e non ha più il pericolo di morire perché qualcuno gli urta inavvertitamente la testa. Per lui e per Ydaísa, la madre, è stato un rinascere a una vita nuova. Un grazie grandissimo a tutti quanti hanno lavorato perché ciò potesse essere realtà.

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Già l’anno scorso vi parlavo della visita del nostro vescovo, avvenuta a settembre 2004. Quando il card. Bertone ha visitato la missione, ha voluto guardare in avanti e pensare in grande: metteremo mano anche alla costruzione della chiesa nuova della Divina Misericordia! Il progetto è abbastanza costoso, in quanto si tratta prima di livellare il terreno che è abbastanza scosceso, poi di realizzare i camminamenti, scalette e vie di accesso veicolari, quindi di costruire un salone per riunioni e ritiri, in seguito di fare la chiesa parrocchiale, per terminare con gli uffici e la canonica. Quanti soldi ci vorranno non si sa, un ingegnere sta preparando un progetto ma il costo non è ancora chiaro. Tuttavia, la cosa non ci preoccupa né ci spaventa. Prima di tutto perché è un progetto a lungo termine, che noi cominceremo e che forse altri porteranno a termine, ma poi anche perché la comunità diocesana genovese ha dato segno più volte, anzi, sempre, di sentirsi protagonista nel Guaricano. I vari don Orione, don Giuseppe Cottolengo, non pensavano ai problemi di soldi perché sapevano che la Provvidenza era sempre all’opera, e in questo stesso atteggiamento vogliamo metterci noi, con la certezza che l’opera comincerà e sarà portata a termine, con l’aiuto di Dio. Che ve ne pare?

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Concludo, quindi, questa carrellata. Ci sono state tante cose, più tante altre che non ho riportato per motivi di spazio. Solamente voglio dire ancora una volta: il Signore è grande. Tutto quello che avete potuto leggere è opera sua, è lui che l’ha ispirato e che l’ha reso possibile, suscitando collaborazione in Guaricano e a Genova.

Per questo non solo al Signore, ma anche a tutti voi, dico: Grazie! Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

Ieri ho spiegato a Oscar Iop come farmi un’applicazioncina per gestire il Fondo Prestiti che ho in Guaricano.

Non mi ha saputo dire niente sui tempi, ma sono fiducioso che lo possa fare in qualche mese.

Forza Oscar!

Radhamés, il marito di Carmen, da qualche settimana è a casa, ma non ha finito il programma di recupero dell’alcolismo in Hogar Crea: sua moglie ha detto al direttore che era tornato a bere, così l’hanno umiliato presentando la cosa davanti a tutti e lui si è scocciato e non è più voluto tornare là. E in casa adesso è un inferno più di prima: quando di è assaporata una vita diversa è difficile tornare indietro, e Carmen e i suoi figli non ce la fanno più.

Ieri sera, avvicinandosi la cena della vigilia di Natale (noche buena), il direttore di Hogar Crea ha chiamato Radhamés, e lui si è lasciato “tentare” ed è andato a cenare con la comunità. Vedremo se accetta tornare là, è estremamente necessario perché sta bevendo più di prima.

Uniamoci tutti in preghiera per chiedere al Signore che lo aiuti a prendere questa decisione.

La messa di stamattina è stata una messa in tono minore. Molta gente è andata ai paesi di origine, altri forse patiscono ancora dei bagordi di ieri sera: la tradizione qui non è il pranzo di Natale, quanto la cena della vigilia.

I giovani del coro hanno presentato alcuni canti appropriati e delicati, rendendo molto bella la messa.

Dopo la celebrazione ho salutato quelli che sapevano del viaggio, da molti una richiesta di salutare don Lino, don Giulio e don Franco. Molti si ricordano con affetto dei preti che sono passati per queste parrocchie, e sentono un’amicizia viva e costante.

La Messa di Mezzanotte è stata segnata in maniera speciale dall’allegria del Gloria. Visto che il coro me l’ha fatto in maniera bella melodiosa e ritmata, ho approfittato per prendere la statua del bambino in mano, alzarla in alto, e portarla danzando lungo tutto il camminamento centrale della chiesa.

Il risultato è stato che il coro, intuendo la cosa, ha continuato a ripetere il gloria, e l’assemblea ha vissuto questo momento solenne di lode che dev’essere durato in tutto quattro o cinque minuti.

Mi faceva piacere vedere le facce allegre della gente, al cantare questo canto di gioia dopo tutto l’avvento che non l’abbiamo cantato.

E poi, alla fine della Messa, la calca per baciare la statuetta del bambino Gesù. Tutti l’hanno baciata. Sono gesti popolari, che possono fare ovviamente anche quelli che ancora non possono fare la comunione, e che a questa maniera hanno la possibilità di avere un contatto “fisico” con Cristo, contatto che qui è molto sentito e desiderato.

Avevamo con noi i vari seminaristi della parrocchia, che già da qualche giorno sono in vacanza. Alla fine della Messa ho invitato la comunità a dar loro calore e affetto, sono i “nostri” seminaristi!

9:11 pm

2+3+6 matrimoni

Tra ieri e oggi abbiamo avuto undici matrimoni, cinque alla Divina Misericordia e sei a Santa Margarita.

La cosa che mi ha colpito di più è stata la presentazione impeccabile di sposi, testimoni, paggetti ecc. nei matrimoni di oggi pomeriggio a Santa Margarita. Questa gente, quasi tutti poveri, ci tengono a vivere bene questo giorno, unico nella loro vita, e che considerano così importante.

Il retroscena della cosa è che ci sono molte coppie che per non poter permetterselo rimandano continuamente il giorno in cui celebrano questo sacramento. Attualmente credo che siano almeno una quarantina quelle che hanno fatto il corso di preparazione in questi anni che io sono qui, e che non sono ancora arrivati a sposarsi.

L’ora del matrimonio era alle quattro, ma una coppia è arrivata tardi e abbiamo cominciato quasi alle cinque. La Messa è finita alle sei e un quarto, e poi tra le firme e le foto abbiamo finito alle sette. Tutti i volti esprimevano una sana e santa allegria.

Alla Divina Misericordia sono andati Lorenzo, che ha presieduto l’Eucaristia, e Marcial, che ha benedetto le nozze. Lorenzo mi ha confermato che Marcial se l’è cavata molto bene, sembrava, dice Lorenzo, che non abbia fatto altro nella vita.

In definitiva abbiamo vissuto dei bei momenti di chiesa. Grazie, Signore.

Dei 12 matrimoni che avremo tra oggi, domani e sabato prossimo più della metà hanno delle incongruenze nei documenti.

Un uomo poi non è riuscito a ottenere l’atto di nascita, e quindi il corrispondente matrimonio deve essere ritardato din quando apparirà il documento. Non lo trova perché (gli hanno detto) il libro è andato distrutto non so in che ciclone o calamità, e quindi bisogna cercarlo in un’ufficio centrale, ma cerca che ti cerca ancora non l’anno trovato (e nel frattempo il tipo che gli fa le ricerche gli spilla soldi al malcapitato).

Un’altro uomo ha la cédula senza il cognome del papà, e quindi a tutti gli altri documenti, compreso all’atto di nascita della unica figlia, gli manca questo cognome. Dopo il matrimonio dovrà mettersi sotto, in un processo lungo, noioso e costoso.

C’è da aggiungere che credevo che la segretaria avesse chiari i suoi compiti nella fase di raccolta dei documenti, mentre non era così (si è dimenticata, sembra…), per cui mi sono accorto stamattina di parecchi dati che ci mancavano per redigere gli atti, e quindi mi sono dovuto mettere a chiamare i vari promessi sposi/e per chiedergli quei dati. Vabbé, ogni tanto si regredisce, ma non importa.

Oggi pomeriggio quindi cominciamo con due matrimoni, alla Divina Misericordia. Domani continueremo con tre alla Divina Misericordia e sei a Santa Margarita. E il finale sarà sabato 24, con l’ultimo, a Santa Margarita.

Tra un po’ devo uscire per finire di mettere a posto le ultime cose.

Tra parentesi, i matrimoni di domani alla Divina Misericordia per la prima volta li benedirà Marcial! Lorenzo presiederà la Messa e il diacono il matrimonio. Auguri, Marcial!

10:10 pm

Mai visto!

Per la prima volta in vita mia ho visto scoppiare una batteria! Che botto!

L’inversore della parrocchia sembrava avere dei problemi, così ho controllato se le batterie avevano acqua. Ho trovato i bulloni dei cavi della corrente DC flosci, e quando mi sono messo per stringerli BUM!

Meno male che stavo lavorando su quella che non è scoppiata. Me la sono cavata con una bella spruzzata d’acido sulla camicia e con un fischio in un’orecchio per il resto del pomeriggio. Adesso sembra tutto rientrato.

9:27 pm

Giornata piena

Oggi, nonostante il lunedì sia il “giorno libero” dei preti, ho avuto abbastanza da fare:

  • pagare la tredicesima ai dipendenti del liceo
  • mi è venuta a parlare una ragazza che è stata anche responsabile di un gruppo di giovani e che qualche mese fa è andata a convivere, “per fare un’esperienza nuova” (sic!), e con la quale abbiamo parlato della possibilità di rimettersi in careggiata e tornare a ricevere l’Eucaristia
  • ho “ricevuto” un lavoro fatto dal nostro fabbro
  • sono andato a prendermi due files dal server del nuovo laboratorio di informatica, per mandarli al bug system di ubuntu e vedere se qualcuno mi suggerisce la soluzione al problema delle “no free leases” del server dhcp
  • sono andato in città a far riparare due dei computerini che funzionano come clienti nello stesso laboratorio di informatica, e me li hanno aggiustati perché erano ancora in garanzia
  • sono andato dal cardinal López Rodríguez a portargli una cosa che si era dimenticato in parrocchia domenica
  • ho comprato una scatola di bibbie nella libreria della curia
  • sono arrivato a casa, ahimé, alle 2 e mezza del pomeriggio
  • dopo pranzo, in parrocchia, ho dovuto preparare dei documenti che mi sarebbero serviti di lì a poco
  • alle sei abbiamo avuto la celebrazione penitenziale d’Avvento di Santa Margarita, e ho confessato fino alle otto e un quarto, accompagnato da don Lorenzo e altri tre preti.

Alla fine mi sento mezzo stanco…

Oggi abbiamo avuto il Ritiro d’Avvento per tutta la comunità. O meglio, per tutt’e due le comunità. Per la prima volta l’abbiamo fatto separatamente Santa Margarita e la Divina Misericordia.

Sono stato di più in quello di Santa Margarita, che non è stato tanto frequentato. Però le meditazioni sono state belle ed efficaci.

Marcial, che ha accompagnato il ritiro della Divina Misericordia, mi ha parlato di una presenza abbastanza consistente nel pomeriggio, mentre di mattina il livello era come a Santa Margarita, sulla sessantina di persone.

La parte del mattino me la sono persa perché avevo la Messa dei Giovani. Invece la parte del pomeriggio non me la sono goduta perché non avevo digerito bene. Ma nonostante questo ho potuto confessare varie persone e parlare una mezz’oretta con un uomo che è mezzo lì lì per venire a Messa, e che spero che dopo questo dialogo il Signore lo aiuti a prendere una decisione. E la Messa della sera, nonostante la mezza indisposizione, l’ho vissuta meglio e mi sembra che ho dato di più che quella dei giovani.

Stamattina il cardinal López Rodríguez ha inaugurato la parrocchia Divina Misericordia. Alle 7 di mattina ha celebrato l’eucaristia, e si è preso una visione del lavoro fatto: la cappella provvisoria, l’ufficio parrocchiale, la piccola canonica.

La gente ha partecipato numerosa, e più numerosa ancora perché per l’occasione abbiamo sospeso la correspondente messa di Betania, cosicché c’erano le due comunità parrocchiali.

Il cardinale come sempre è stato molto caldo e vivo nella celebrazione, e la gente semplice gli vuole molto bene perché ama stare in mezzo ad essi.

Mi ha fatto i complimenti per quello che si è potuto fare, e spero che il lavoro possa andare avanti di bene in meglio!

Santiago è un giovane ingegnere di una trentina d’anni che vive a Jacagua. Sposato, o meglio, convivente, si sposeranno tra due domeniche.

Stamattina ha ricevuto il battesimo. Si era già preparato al battesimo in quaresima, ma non avevamo potuto farlo a causa della convivenza. Adesso, in prossimità del matrimonio, si sono impegnati a stare “separati” fino al matrimonio, e ha potuto ricevere il battesimo.

È stato un momento molto bello, anche perché è stato nella messa parrocchiale delle sette di mattina. E Santiago è una persona molto semplice, si è conquistato la simpatia di tutti.

E in più sono sicuro che accetterà di impegnarsi nella vita parrocchiale. È e sarà ancora di più un dono per la chiesa del Guaricano!

Oggi Domenica abbiamo partecipato alla messa comunitaria, alle ore 7.00 del mattino. Si, proprio le 7.00 del mattino, in quanto qui in Santo Domingo la giornata comincia presto.

Ed è stata subito una gioia grande. Per diversi motivi.

  • Prima di tutto per l’incontro con il Signore. È proprio vero che, in qualunque parte del mondo e qualunque lingua si parli, la celebrazione eucaristica ci fa gustare l’incontro con il Signore e ci fa sentire in un qualche modo a casa.
  • La seconda annotazione è l’incontro con la comunità. Mi meraviglia, ogni volta che vengo in Guaricano, – è la terza volta ormai – il senso di comunità parrocchiale che si riesce a cogliere guardando come la gente partecipa e vive il mistero della chiesa. È una festa grande di gente che si incontra e si vuole bene ed esprime in maniera corporale questi suoi sentimenti.
  • Il terzo motivo è l’incontro con la gente. Che emozione nel sentirti accolto e in un qualche modo a casa. Tanti benvenuto e benedizioni e strette di mano e soprattutto abbracci, perché questo è il modo più caloroso con cui ci hanno accolto. E ci è “toccato” presentarci, tutti, mamma, papà, zia, i due oculisti e i loro tre figli, in un’attenzione veramente grande da parte della gente.
  • Non ultimo la vivacità e l’allegria della messa. In una partecipazione veramente corale, nell’ascolto della parola, nei canti sempre allegri e animati, nella preghiera che sgorga dal cuore, nell’accostarsi alla mensa eucaristica, nella preghiera per comunià ecclesiale genovese. Quanto avremmo da imparare per poter rendere più umane le nostre celebrazioni eucaristiche e la nostra partecipazione alla vita parrocchiale.

Oggi 9.30 abbiamo partecipato alla messa dei giovani, dove partecipano soprattutto bambini e giovani – anche se si sono visti parecchi adulti.

La prima nota è stata quella dell’allegria. Una festa di gioia per aver incontrato il Signore e per essersi incontrati come comunità. Ma poi anche una festa per la possibilità di esprimere in modo corporale questa allegria. Nel canto, nei movimenti accennati di danza, nel battimano a tempo di musica, negli strumenti musicali (chitarra amplificata e batteria). Guardando i volti della gente e sentendo le loro parole, traspare che quella gioia viene dal cuore e tocca in qualche modo la vita.

Alla fine della messa, la nostra presentazione ai giovani della comunità: mamma e papà con la loro testimonianza di famiglia, io e i figli degli oculisti con la testimonianza della nostra vita e del nostro servizio in parrocchia, gli oculisti con la testimonianza del loro lavoro e delle loro famiglie. È stato proprio bello perché c’è stata una attenzione da parte di tutti. E poi i due oculisti hanno invitato a venire all’ambulatorio per una visita oculistica durante la settimana.

Alla fine della messa abbracci e saluti con tutti.

La gente del campo ha risposto bene alla chiamata all’adorazione di oggi pomeriggio. La cappella di San Ramón era abbastanza piena.

Io ho mischiato l’adorazione con il ministero della reconciliazione, che è sempre molto bello.

Ho anche conosciuto una donna che vive a Jacagua da tre mesi, e che sembra una persona ben attiva nella chiesa.

Il Signore ci sa sempre fare dei bei regali!

Il primo giorno di questa settimana di chiusura dell’Anno Eucaristico abbiamo vissuto un momento di “adorazione eucaristica” con i bambini della scuola.

Le virgolette sono dovute al fatto che, per mantenere i bambini attenti per mezz’ora, la celebrazione ha dovuto essere abbastanza fantasiosa: Vangelo, dialogo, e soprattutto scrivere una preghiera su dei foglietti che poi abbiamo distribuito sull’altare tutt’attorno all’ostensorio. Quando sono andato davanti all’altare e ne ho presi alcuni per leggerli ad alta voce ho percepito che l’attenzione dei bambini era al massimo!

Domani l’adorazione sarà nella cappella di San Ramón, nel campo.

Stasera ho visitato una comunità apostolica del settore Nueva Jerusalén (La Mina).

Sono tutti persone abbastanza giovani, molte donne con un solo uomo. L’entusiasmo che ho visto in loro mi ha ricaricato, e mi ha dato voglia di visitare altre comunità.

Mi ha colpito in particolare il racconto di Pedro, al quale ho chiesto come è arrivato alla fede. La sua risposta è stata la seguente: era una persona tranquilla, ma non gli piaceva la vita di chiesa; diceva che sarebbe andato in chiesa quando il Signore lo avesse toccato; al partecipare un giorno in un culto evangelico, ha sentito la presenza dello Spirito Santo, il pastore se ne è accorto e glielo ha fatto notare, e l’ha invitato a impegnarsi di più in quella chiesa; lui ha risposto che non l’avrebbe fatto, perché non gli piaceva quella chiesa evangelica, così ha cominciato a rifrequentare la sua chiesa cattolica che frequentava da piccolo, e poco a poco ha continuato il cammino facendo il Ritiro di Evangelizzazione e arrivando alla comunità apostolica.

Nel suo racconto mi ha colpito soprattutto il particolare che il pastore, al sentire che a Pedro non piaceva la chiesa evangelica, gli ha consigliato allora di andare alla cattolica. Grande pastore! Ben pochi pastori del Guaricano direbbero una cosa così. Io ho l’impressione che quel pastore sia Chico, un ex cattolico che conosco abbastanza bene, che per l’appunto pastorea una chiesa evangelica non lontano da lì. E così Pedro può vivere adesso la sua fede nella sua chiesa cattolica.

Grazie, Signore!

Ieri sera si è svolto il concerto del gruppo TUNA (Tutti Uniti in un Nuovo Amore), un gruppo musicale cristiano maschile della parrocchia di Santa Cruz, a poca distanza da noi.

Io non mi sentivo tanto bene, e ho preferito venire a casa.

L’accoglienza che hanno ricevuto è stata ottima, anche se la partecipazione non è stata un gran ché (circa 200) e anche la raccolta con le buste non ha lasciato quasi niente, praticamente abbiamo coperto le spese. Di fatto la maggior parte dei partecipanti erano adolescenti (senza soldi in tasca) e giovani (se hanno dei soldi in tasca sanno in cosa spenderli).

11:08 pm

Santa Margarita

La giornata di oggi, giorno della festa di santa Margarita, è passata serenamente.

A parte le due messe del mattino (come sempre), nella messa della sera abbiamo avuto mons. Amancio Escapa, vescovo ausiliare, in rappresentanza del cardinal López che è all’estero. Mons. Amancio ha messo in evidenza il significato della devozione al Sacro Cuore.

A mezzogiorno ci siamo ritrovati con un buon numero di famiglie nel salone della scuola per mangiare insieme. È stato un momento sereno e di buona condivisione.

Ci si doveva vedere a mezzogiorno, ma in realtà la maggior parte delle persone è arrivata verso l’una, e quando abbiamo cominciato a mangiare era l’una passata.

La cosa bella del pranzo è che si sono messe tutte le varie pentole con i vari piatti su un unico tavolo bello lungo, e poi ognuno è andato a prendere quello che voleva, scoprendo così i sapori dei piatti degli altri.

È stato spazzolato tutto, anche perché c’erano i giovani del coro che non sono niente facili.


I bambini presenti al concerto

E dopo mangiato c’è stato un piccolo concerto, con tre cori presenti: Cristo Vivo (coro dei giovani), i coro degli adulti, e i Romance Latino, che sono giovani più o meno della parrocchia ma che cantano merengue e bachata. Varie persone hanno ballato, alcuni in maniera che faceva piacere vedere per la grazia e l’armoniosità dei movimenti.

C’ho provato anch’io, suscitando un buon interesse in tutti i presenti. Naturalmente ho ballato solo con persone di più di cinquant’anni!

Alla fine della Messa, ho avuto modo di chiaccherare un po’ con Heriberto e Miguel Ángel, due dei nostri seminaristi: li ho accompagnati al seminario, e durante il viaggio abbiamo dialogato gustosamente!

Stasera abbiamo avuto il concerto della vigilia della festa di Santa Margarita.

Non mi sono fermato tutto il tempo per una mezza febbre che avevo.

La gente è arrivata poco a poco, tanti adolescenti e giovani. Musica sfrenata ma che trasmette amore al Signore. La cosa più bella è vedere tutto il “pubblico” cantare e danzare dal suo posto al ritmo di merengue. E le facce sorridenti. Per il dominicano, e forse ancora di più per la dominicana, la musica è tutto!

Anche stasera, come ieri sera, la Messa di settore di preparazione alla Festa di Santa Margherita l’abbiamo fatta sotto la pioggia.

Come ieri, un particolare bello, un regalo del Signore: nonostante sia piovuto quasi tutto il giorno, la mezz’ora prima della Messa l’acqua si è calmata un po’, e questo ha permesso che la gente uscisse di casa e partecipasse.

Poi, ieri come oggi, durante la Messa la pioggia si è intesificata.

Ieri, però, eravamo sotto una tettoia; oggi, avevamo sopra la testa solo un telone, mal fissato, che con il vento volava su e giù, e a tratti scaricava da un lato l’acqua che accumulava: quelli che erano da quella parte dovevano improvvisamente scansarsi per non fare la doccia!

Io ho concelebrato reggendo in mano un ombrellone tutto il tempo della Messa. Ha presieduto il padre Ramón Suero, nuovo parroco della parrocchia Nuestra Señora de América Latina, assistito anche da Marcial.

Ci è andata meglio di ieri con le ostie. Ieri purtroppo una goccia che si lasciava insistemente scivolare dalla tettoia era caduta a più riprese nella patena, prima della consacrazione e forse anche dopo, per cui molti hanno fatto la comunione con il Corpo di Cristo bagnato, ma non nel Sangue di Cristo.

Oggi il provvidenziale ombrellone, manovrato da me all’indomani di ieri, ha evitato che succedesse lo stesso. Mi è costato abbastanza, le gocce dell’ombrellone in particolare riuscivano a cadere sempre sulla mia testa, ma abbiamo evitato che succedesse qualcosa di più spiacevole!

Domani mattina viene a presiedere l’Eucaristia il padre Federico, fino a pochi mesi fa parroco di Santiago el Menor e Nuestra Señora el Amparo, che adesso è stato chiamato dal vescovo a fare il formatore in seminario.

La celebrazione penitenziale di oggi pomeriggio (preparatoria alla festa patronale di Santa Margarita) ha visto la presenza di una decina di preti della zona. Sono stati fantastici, senza di loro avrei potuto confessare una decima parte di quelli che sono venuti.

Lorenzo è stato presente dall’inizio alla fine.

Le confessioni sono durate da prima delle sei fino alle otto.

Una pioggia non troppo forte ma insistente ha forse lasciato a casa un certo numero di persone. Se non fosse piovuto avremmo terminato dopo le nove!

10:31 pm

Pioggia e fresco

Grazie alla pioggia di tutto il pomeriggio a Messa c’era poca gente stasera. Il 70% dominicani non escono di casa se piove.

In compenso stasera c’è un bel freschetto. Penso che in letto dovrò usare (per la prima volta da tre mesi a questa parte) il lenzuolo!

La festa liturgica di Santa Margarita Alacoque è l’altra domenica.

Oggi mi sono passato praticamente tutto il giorno preparando il materiale per la settimana.

E anche chiamando i preti: lunedì sera avremo la Celebrazione Penitenziale, mi aspetto almeno 400 persone, e ho trovato 13 preti. Dovremmo farcela.

Gli altri giorni della settimana c’è la Messa anche alla sera nei vari settori rimasti a Santa Margarita. Verrà ogni giorno un prete diverso a celebrare la Messa.

Gli anni scorsi gli dicevo che dicessero qualcosa su santa Margarita, ma poi c’ho rinunciato, non so se non ne sanno niente o non hanno voglia di documentarsi o comunque qui non usa: le messe all’aperto sono soprattutto occasione per dare un po’ di entusiasmo alla gente.

Stamattina abbiamo fatto l’inaugurazione dell’Anno Catechistico con i bambini di Santa Margarita.

Sono venuti un certo numero di bambini, anche se non tutti. Tutti i bambini del catechismo della parrocchia sono circa cinquecento, e in tutto ne sono venuti 150/200.

Il catechismo è già da un mese che è cominciato, ed oggi ho cercato di dare loro un po’ di calore e di motivare alla partecipazione alla Messa insieme ai loro genitori.

Alla fine della Messa ho coinvolto Juan Antonio, il marito della nostra maestra Nilda, al quale ho fatto dare una piccola testimonianza sul fatto che viene a Messa con i suoi due figli, Juan e Nildairy. La cosa mi è piaciuta in maniera particolare, perché non è da tanto che Juan Antonio ha cominciato a venire regolarmente alla Messa. Si è avvicinato l’anno scorso, quando Nildairy ha fatto la prima comunione. Agli incontri con i genitori sua moglie mandava sempre lui, e di fatto si è lasciato conquistare (o riconquistare) dal Signore!

I bambini si sono comportati veramente bene a Messa, grazie anche alla presenza vigile dei catechisti al loro lato.

E quando alla fine ho detto loro che avremmo fatto le foto, settore per settore, sono stati ancora più felici!

Eccovele:


I bambini del catechismo di Betania
I bambini del barrio La Mina
I bambini del catechismo del barrio La Nueva Esperanza
I bambini del settore Emaús
I bambini di Betania:
in alto a destra potete vedere
suor Modesta

I bambini del catechismo del barrio de La Mina
I bambini del barrio
La Nueva Esperanza
I bambini del catechismo del settore Emaús

Guardatevi la foto della maniera in cui abbiamo portato in alto la Bibbia per le strade del barrio:

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Ñaña con Paolo

Stamattina ho avuto la felice sorpresa di vedere Ñaña alla messa dei giovani.

Come vi avevo raccontato precedentemente (vedi questo articolo) Ñaña era diventata evangelica: in una “campagna” che avevano fatto dalle parti di casa sua aveva sentito qualcosa e aveva lasciato la chiesa cattolica per una chiesa evangelica, la Iglesia de los Hermanos. La quale se non mi sbaglio e la stessa che abbiamo a Genova a Pegli in via della Pineta, e che perfino in Italia, dove l’ecumenismo ha fatto tanti passi, sono rimasti ancorati a un fondamentalismo e un’agressività incredibili. Figuratevi qui!

Beh, fatto sta che stamattina Ñaña è venuta a Messa, e dopo la Messa ha voluto riconciliarsi con il Signore nella riconciliazione. Oggi pomeriggio tornerà a ricevere la Eucaristia.

Abbiamo pregato tutti abbastanza, non ci spiegavamo come una persona tanto radicata nella sua Chiesa Cattolica potesse cambiarsi così da un giorno all’altro.

Ma alla fine il Signore è riuscito a penetrare il suo cuore. Grazie, Signore!

Raysa ha lasciato il lavoro di segretaria del sabato, si mette in campagna elettorale, aspira a diventare regidora (=”consigliera comunale”).

Non ho trovato facilmente nessuno per sostituirla, e così sono diventato segretario di me stesso: oggi ho passato la giornata facendo i lavori della segretaria: ciclostilare, stampare dal computer, aprire porte, ecc.

Considerando il forte debito che abbiamo causa i lavori degli uffici della Divina Misericordia, sarà meglio che non prenda nessuno. Dopotutto posso anche farne a meno (vediamo per lo meno quante settimane resisto!)

Non ci capisco. Ieri Sánchez era disperato e voleva andarsene da Duquesa.

Oggi, dopo aver parlato con la mamma del vice della Nazione, era più rilassato.

Ieri voleva sporgere una denuncia, oggi sembra che non ce ne sia bisogno. Quindi resterà lì a Duquesa, sembra che non gli daranno più fastidio.

Chi ci capisce è bravo!

Mi dice Sánchez che a Duquesa non è cambiato niente.

I capi della Nazione che erano stati dentro e che sono usciti con una apparente conciliazione con Guaricano gli stanno facendo capire (a Sánchez) che è bene che se ne vada da Duquesa. Sembra che gli scagnozzi lo continuano a minacciare e a spaventare di notte.

All’incontro di preghiera carismatica vanno tre o quattro persone, contro le trenta dei momenti migliori. Secondo Sánchez la gente ha tremendamente paura ad uscire di casa di sera.

Nel frattempo il catechismo non è ancora cominciato lì a Duquesa, perché non ci sono catechisti con un minimo di preparazione, e non ho ancora trovato la maniera di risolvere il problema.

Vorrei chiamare Minyoli (il capo) e vedere cosa mi dice, ma ho anche paura che mi strumentalizzi.

Per la prima volta dopo sei mesi sono riuscito a tornare a visitare qualche comunità apostolica.

Tra una cosa e l’altra mi ero lasciato vincere dalla pigrizia e non l’avevo più fatto.

E dire che, adesso come prima, tutte le comunità che visito non cessano di ringraziare il Signore per la mia visita!

Voglio continuare, Signore, aiutami a non impigrirmi di nuovo!

Con la parrocchia di Santa Margarita abbiamo comprato un duplicatore digitale. È costato 55,000 pesos (quasi 1,600 euro), di mezz’uso, un modello di un anno fa. È un Riso CR1610

Dovrebbe permetterci di risparmiare un bel po’ di soldi, soprattutto con le circolari della scuola, le lettere mensili alle famiglie e i volantini vari della parrocchia.

Oggi pomeriggio con le comunità apostoliche del settore Emmaus abbiamo celebrato l’Eucaristia.

Con calma, senza guardare l’orologio, ho cercato di rendere vivo e partecipato ogni momento della messa: l’accoglienza, la richiesta di perdono, l’omelia, la preghiera dei fedeli, il ricordo dei morti, il segno di pace, il ringraziamento dopo la comunione, l’impegno prima di salire.

Mi sono sentito bene con loro, anche se alcune comunità hanno dei problemini: vari membri partecipano poco o mostrano poco interesse.

Durante la messa appunto ho dovuto lottare per non farmi prendere da questi pensieri, che sono quelli che rendono triste anche me, e che quindi trasmettono depressione ai presenti. E so per esperienza certa che quando cerco di vedere il lato positivo e l’impegno della gente vengono fuori cose meravigliose.

Anche il settore Emmaus può vivere con più profondità il vangelo. Già da oggi!

Grazie, Signore!

Alla messa dei giovani di stamattina hanno inaugurato la batteria nuova.

Il tipo che la suona è veramente in gamba, devo solo lavorarlo ancora un po’ perché adatti il volume alle voci.

Però il risultato è fantastico. È tutta un’altra cosa!

Sto valutando se comprare un duplicatore digitale.

Ho ricevuto tre offerte, tutt’e tre per 60,000 pesos (circa 2,000 euro).

Devono portarmeli per vederli, dopo deciderò se prenderlo e quale.

L’amore é un’ottima… ragione! per fare cose che altrimenti non faremmo!

Si va a Duquesa! Missione impossibile? Nemmeno per sogno!

Armati di “fede-speranza-caritá”, don Paolo, il gruppo “scelto” della parrrocchia ed io ci imbarchiamo alla volta di Duquesa, quartiere degradato al cui lato la città di Santo Domingo deposita la spazzatura!

Aiutare la gente di Duquesa a scoprire l’amore di Dio: è questo quello che si sono proposti i missionari. Qui tutto acquista maggiore importanza perchè capire richiede un impegno maggiore!

Voglio assorbire questi momenti: la luce del sole, il lungo viale e le povere case in lamiera e muratura, macchine arrugginite, bambini e un vecchio che legge la bibbia, a cavallo di una sedia, davanti all’ingresso della… cappella! Anche il cattivo odore di Duquesa resterá tra i miei ricordi più… preziosi, perchè no?

Fuori è già buio, una luce fioca illumina la sala, i canti e la preghiera hanno ripreso vigore. Siamo stanchi, accaldati, ma teniamo duro!

Una mamma e la sua bambina vestite di rosa si sorridono teneramente, un bambino si affaccia alla porta e lo saluto.

A un certo moemnto la responsabile della preghiera, che è una signora attempata poco stabile emozionalmente, si arrabbia con la signora vicino a lei perché le è sembrato che l’abbia interrotta nel leggere un salmo.

Verso le sette e mezza cominciano ad arrivare i missionari, che stanno terminando il loro giro porta a porta. Alle otto ci siamo finalmente tutti, concludiamo la preghiera con il Padre Nostro e don Paolo impartisce la benedizione.

Stanchi ma felici rientramo in Guaricano. C’è stato solo il piccolo inconveniente che alla guagua gli si sono bucate due gomme posteriori tutt’e due insieme. Ma non c’era da preoccuparsi, come dimostra il fatto che i missionari per l’occasione si sono messi a cantare a squarciagola.

È stata un’esperienza che mi ha toccato. Mi ha fatto sentire fuori misura ma mi ha dato forza. Mi sento più “carica”.