Oggi pomeriggio ho terminato la catechesi sulla cresima ai maestri, bidelle, direttori ecc. della scuola.

Sono riuscito a finire 15 minuti prima della fine dell’ora, ed è stato bello condividere le risonanze delle cose dette da me oggi e venti giorni fa.

Vedo nei maestri un interesse che cresce per la vita nel Signore e nella chiesa, e sono sempre più fiducioso che il Signore stesso li chiamerà tutti all’impegno della vita in grazia di Dio e all’apostolato!

Sto dedicando un po’ di tempo a lasciare preparati gli incontri del catecumenato. Mettere insieme catechesi, scrutini, ecc. e bilanciarli con le altre attività quaresimali della parrocchia, anzi, delle parrocchie, mi richiede un po’ di sforzo.

Le catechesi sono pronte dall’anno scorso, spererei anche di pubblicarle in maniera che altri possano usarle, sono frutto di un raffinamento di vari anni e credo che possano fare un bel servizio a tutti quelli che fanno preparazione al battesimo qui in Repubblica Dominicana.

Ci siamo visti stasera con i catechisti dei giovani e degli adulti, per preparare il periodo del catecumenato e la preparazione della prima comunione e della confermazione.

La cosa più difficoltosa è stata realizzare il calendario della preparazione al battesimo: ci sono infatti incontri di catechesi (vari di essi raggruppati in una convivenza) e momenti liturgici (entrada al catecumenato, scrutini, consegna del credo e del Padre Nostro), e non è facile mettere insieme tutto, tenendo presente tra l’altro che continuano ad esserci altre attività nelle parrocchie.

Dal punto di vista concettuale invece quello che ci ha preso più tempo è stato il discorso del battesimo dei conviventi. La chiesa non lo fa, a meno che sia insieme o prossimo al matrimonio, per il semplice motivo che la convivenza è per un cristiano una situazione di peccato; e quindi chi si battezza e non si sposa, di per sé non si è convertito pienamente a Cristo.

La cosa non è difficile da capire, ma diventa di difficile attuazione perché cè un prete vicino a noi che battezza oves et boves, includendo i conviventi, e senza tante cose di preparazione: tre incontri e via il battesimo.

Ovviamente è una prassi deleteria, su più fronti:

  • il battesimo rimane a livello sacramentale, senza una vera e profonda catechesi
  • a parte le due o tre settimane di preparazione, non c’è l’accompagnamento della chiesa né la preoccupazione di aiutare a continuare un cammino
  • è una disobbedienza alla norma della chiesa: da parte di un prete è una cosa abbastanza grave.

Concretamente, molti adulti conviventi vanno a battezzarsi appunto da quel prete. E anche molti genitori vanno là a battezzare i bambini piccoli, “dopo tutto cosa sono tutte queste pretese di venire a messa, andare a una comunità di base, fare tanto corso di preparazione…”. E i catechisti sono lì in mezzo, a sentire le critiche della gente che vuol levarsi di lì il fastidio del battesimo proprio e dei figli, e che impreca perché in parrocchia le cose sono così difficili.

Non è la prima volta che parliamo della cosa, ma è stato utile e opportuno, perché si tratta di prender sempre più coscienza che i sacramenti sono sacramenti della fede e di una vita santa, e non cose da fare per mettersi la coscienza a posto.

Oggi qui è il día de la amistad y del amor, cioè il giorno di San Valentino. A differenza dell’italia, dove la cosa riguarda solo gli innamorati, qui il concetto è più ampio, e tutti si scambiano auguri.

Nelle scuola il desiderio più grande degli studenti è di venire a scuola senza uniforme, per poter sfoggiare vestiti ben colorati, possibilmente rossi.

In molte istituzioni preparano dei cuoricini di cartoncino rosso e se li mettono tutti al petto.

E difatti stamattina sono stato accolto alla cappella dove sono stato a dire messa da una animatrice che mi ha subito messo un cuoricino con uno spillo, e così a tutti quelli che sono venuti a Messa.

Nel pomeriggio, alla riunione degli animatori di comunità hanno fatto lo stesso.

Sono giorno che non si può fare niente di fretta, perché è praticamente obbligatorio abbracciare tutte le persone conosciute che si incontrano.

10:57 pm

Taína


Taína Magallanes de la Cruz

È da un po’ che lo volevo scrivere. Le nostre suore hanno una nuova aspirante, Taína.

Il nome è quello delle popolazioni indigene che Colombo ha trovato qui: i taíni. Però Taína non è di quella razza, ma ha una carnagione scura che rivela ascendenze africane.

È una ragazza che unisce il dono della semplicità a quello della dinamicità. Nonostante i suoi 17 anni è molto matura, e sulla vocazione ha le idee ben chiare.

Viene da un’esperienza di catechista e di gruppo giovani. I genitori sono persone buone, anche se non sono ancora riusciti a inserirsi nella comunità parrocchiale.

Dopo il dono di suor Cristina, in cui ogni giorno di più vedo una bella testimonianza di vita religiosa, allegra, lavoratrice, spirituale, “se Dio vuole” Taína darà ancor più solidità al “ramo” dominicano delle nostre suore “brignoline”. A testimonianza che il carisma di santa Virginia è ancora vivo, ancora oggi.

Juan Luis, il ministro che va a fare la celebrazione della parola a Duquesa tutte le domeniche mattina, ha detto loro che una delle prossime domeniche andrò io. Mi devo organizzare con Lorenzo che mi dica la messa dei giovani alle nove e mezza.

7:46 pm

Fiasco zonale

Stamattina dovevano esserci le riunioni delle commissioni zonali. Sono andato, facendo un atto di amore al Signore, perché avevo tutto meno la voglia di andarci. Sono riunioni che potrebbero essere utili, ma che visto che noi preti non ci crediamo e non ci andiamo con i nostri laici, anche i laici si stufano e si ritrovano i soliti quattro gatti.

E difatti stamattina è successo secondo il copione. Delle nostre due parrocchie ci siamo andati in tre: io, Marcial (che ho dovuto convincere), e Tatá. Avremmo dovuto essere per lo meno 15/16.

E delle altre parrocchie? qualcuna era più rappresentata in quanto a laici, ma di preti c’eravamo in due. Purtroppo non c’era neppure il vicario zonale. E di ogni commissione dovrebbe esserci il corrispondente prete incaricato. Si capisce quindi perché i laici si demotivano!

Mi sono ripromesso di sollevare il problema alla prossima riunione zonale del credo.

Oggi era il giorno preciso della Giornata Mondiale del Malato, e nel pomeriggio abbiamo vissuto la Messa con i malati alla Divina Misericordia.

La chiesa era straripante di malati, anche qui più o meno gravi. Una cinquantina hanno ricevuto l’unzione dei malati. Nelle settimane scorse catechisti e animatori li avevano preparati per ricevere questo sacramento.

Mi edifica sempre la fede con cui questi fratelli vivono la Messa e questo sacramento. Qui poi c’è una “parola magica” che non abbiamo in italiano: estoy conforme; vuol dire “accetto dal Signore quello che lui decida”, “mi sta bene quello che vuole il Signore”. È la traduzione in linguaggio popolare del fiat di Maria. E in questo il popolo dominicano si rivela realmente mariano!

Oggi pomeriggio abbiamo avuto la messa dei malati in occasione della Giornata Mondiale del Malato. Alle tre del pomeriggio hanno cominciato ad arrivare i vari malati, chi più chi meno grave. Quelli che non potevano camminare sono stati ausiliati da un fervente gruppo di parrocchiani che hanno posto a disposizione il loro mezzo di trasporto per rendere possibile la cosa. Anche la camionetta della parrocchia e l’ambulanza hanno funzionato a tutto regime.

Mi ha colpito una cosa: che nonostante ci fosse solo la metà della parrocchia rispetto all’anno scorso, non si è vista tanta differenza nella partecipazione.

Ho dovuto insistere abbastanza sul fatto di portare i malati gravi, perché c’era chi diceva che i malati gravi non possono sopportare la messa. E la realtà è invece che queste messe dei malati si fanno in maniera che proprio i più gravi abbiano la possibilità di vivere, almeno una volta all’anno, la grazia dell’Eucaristia.

Alla fine ci sono stati timidi ringraziamenti per guarigioni avvenute. Al principio della mia permanenza qui mi facevo tante domande se era vero o se era suggestione, adesso il Signore mi ha fatto capire che anche la suggestione è liberazione. E d’altronde non è lo stesso che fanno i medici con i placebo? E c’è gente che sta meglio per un placebo! Quanto più quando invochiamo su di loro il potere guaritore del Signore Gesù!

Ho visitato stasera una signora sui cinquant’anni, o forse meno. Ha una gastrite molto forte, e non si sente di uscire.

Mi ci ha portato Germania, la moglie di Marcial. Io avevo capito che era per darle l’unzione, ma in realtà il caso non era quello, è che Germania voleva vedere se con la mia presenza si decideva ad avvicinarsi un po’ di più alla chiesa.

E sembra che l’effetto sia stato ottenuto. C’è anche stato il marito che ha detto che è disposto a sposarsi quando la moglie lo dica, solo insisteva che lei deve decidersi a frequentare la chiesa.

È stato bello vedere un marito più di fede della moglie!!!

Stasera ho passato mezz’oretta al distaccamento della polizia. Uno studente della nostra scuola serale era uscito un momento in orario di scuola, e quando un poliziotto l’ha fermato con quello che lo portava sulla moto, si è lasciato scappare una parola del gatto.

Siamo andati quindi con Germania, la direttrice docente, per farlo liberare. Erano già le otto passate. Il poliziotto di turno ci ha detto che dovevamo aspettare il sergente. Purtroppo però questi non arrivava.

Alla fine il poliziotto di turno si è deciso di consegnarci il giovane. Mi ha dato l’idea di fare una signorata, anche se ha contravvenuto, coscientemente, alla regola di aspettare il sergente.

Sono stato edificato!

Ho dato oggi pomeriggio l’unzione a una malata terminale che sembrava in stato di coma: occhi chiusi, non reagiva, non parlava.

Due cose mi sono rimaste impresse.

La prima, che prima dell’unzione, nel parlare al suo cuore dell’amore di Dio, il suo respiro è diventato più veloce, segno che in realtà la donna sentiva benissimo quello che le dicevo.

La seconda, che quando la figlia l’ha scoperta per ungerla in varie parti del corpo, ho sentito un odore nauseabondo. Il corpo era pieno di piaghe da decubito, in molti punti del corpo. La visione, e soprattutto l’odore, mi hanno spinto a finire alla svelta.

La figlia mi ha poi detto che ha un tumore terminale.

9:48 pm

Scuola serale

Per la prima volta dopo vari mesi sono riuscito a fare un salto alla scuola serale.

Germania, la direttrice docente, mi sembra che stia portando avanti il lavoro molto bene. I professori sono sullo stanchi, arrivano tardi. Germania ha approfittato stasera per rimotivarli, e anche io ho speso le mie due parole.

Abbiamo anche accordato che da giovedì Eladio comincia a fare lezione di informatica nel nuovo laboratorio. Il giovedì lavorerà con circa la metà degli studenti, e il martedì con l’altra metà.

Tra gli studenti ci sono state varie defezioni, e c’è anche il caso di un’animatrice di CEB che sta demotivando i suoi compagni dal continuare gli studi (sic!).

10:40 pm

Un nuovo settore

La serata è stata dedicata a una riunione con tutte le persone impegnate del Chimbú per costituire un nuovo settore. Si chiamerà “Spirito Santo”, ed è smembrato dal settore Altagracia, che adesso rimane limitato a Ponce.

Ponce e il Chimbú costituiscono la parte più bassa della parrocchia Divina Misericordia. A Ponce la gente è soprattutto fatta di nativi, neri, ex tagliatori di canna da zucchero. Invece il Chimbú si è formato poco a poco in questi ultimi trent’anni. La gente di Ponce che era proprietaria di quelle terre le ha vendute, e chi ha comprato si è fatto la sua casa. Adesso nel Chimbú vivono 6/700 famiglie.

Nella riunione abbiamo dialogato insieme di cosa è e fa il responsabile di settore, e della sua relazione con la comunità. È venuto fuori il ritratto di una persona di chiesa che anima e suscita il dialogo e il discernimento comunitario, obbediente al parroco e capace di suscitare comunione e azione.

Alla fine la gente ha scelto quella che forse era l’unica candidata matura, Bernarda, la quale viene da una lunga esperienza ecclesiale, nella parrocchia di Santiago el Menor, nel Capotillo, e, da ultimo, lì dove vive adesso.

La cosa bella è che tra i candidati sono stati menzionati altri uomini e donne, alcuni con pochi anni di vita di chiesa alle spalle, ma abbastanza maturi. Il fatto poi che insieme abbiamo cercato i loro lati positivi e le loro carenze, con l’accento sui primi, credo che li abbia aiutati a sentire che il loro sforzo per maturare è visto e riconosciuto dalla comunità.

Durante la riunione ho vissuto una piccola conversione. Quando abbiamo iniziato mi dicevo: Che poca gente! Era che mi aspettavo che fossero di più le persone impegnate. E in realtà non sono molte di più delle venti che c’erano. Invece quando siamo arrivati alla fine, nel cuore e anche a voce ho ringraziato il Signore, perché ho visto una maturità comunitaria che mi ha stupito. E insieme non abbiamo potuto far altro che ringraziare il Signore a piena voce.

Per cui anche qui scrivo: Grazie, Signore, molte grazie!


il nuovo Laboratorio di Informatica della scuola primaria

Finalmente ho la foto del nuovo laboratorio di informatica della scuola.

Ci sono 40 computer, disposti lungo le quattro pareti dell’aula, che è ben grande, e ha dimensioni di 18×5 metri.


il server del Laboratorio di Informatica della scuola primaria

Il server, come si può vedere, ha al suo fianco i switch che permettono il collegamento dei cavi UTP dei clienti, C’è poi il router e gli altri apparati che servono per collegarsi a internet, in tecnologia frame relay a 128 kbit/sec. La connessione ci è stata data nell’ambito di un progetto del governo che vuol portare internet a tutte le scuole.

C’è un po’ di groviglio di cavi, spero di risolverlo prima o poi…

I vari gruppi di adolescenti e giovani delle parrocchie Santa Margarita e Divina Misericordia hanno avuto oggi un momento di incontro e conoscenza reciproca nel Parco Mirador Norte.

Buona la partecipazione, circa 120/140 ragazzi. Hanno ricevuto una piccola istruzione di carattere psico-caratteriale, e soprattutto se la sono spassata giocando. Non è mancato un gioco per conoscere di più qualcuno ancora non conosciuto.

Sono stato là solo nella parte finale, approfittando per mettere a posto qualcosa di quello che mi era rimasto indietro i giorni di Salvador, ma quell’oretta me la sono proprio goduta!

Il viaggio per tornare alla missione è un po’ tormentato. Era programmato che arrivassi ieri sera, e invece sono ancora a Panama, in un albergo gentilmente offerto dalla compagnia aerea, e qui scrivo da un centro di internet a pagamento.

Il secondo aereo, quello che ci doveva portare da São Paulo a Panama, non e partito a causa, sembra, di un ritardo che ha costretto i piloti a riposare, e quindi dalle due di pomeriggio che dovevamo partire siamo slittati a stamattina alle cinque. Dall’albergo ci hanno fatto partire a mezzanotte e mezza, e cosi mi farò 24/25 ore senza dormire. Pazienza!

Volevo scrivere gia da São Paulo, ma il costo era eccessivo, qua è più agevole, prendono solo un dollaro l’ora.

In aeroporto qui a Panama ho ritrovado don Ennio, un prete torinese che da molti anni lavora in Guatemala, e stato stupito di vedermi, pensava che me ne fossi andato in giro… Gli ho spiegato degli inconvenienti, e non ha potuto che compiangermi.

Riparto stamattina da Salvador per Santo Domingo. Ho l’aereo con Varig alle nove e venti, poi il cambio a São Paulo, e via Panama alle undici di sera dovrei atterrare a Santo Domingo.

10:22 pm

Yemanjá

Questo nome strano mi era perfettamente sconosciuto fino ad oggi. È il nome di una specie di divinità africana che qui a Salvador ancora oggi è venerata. In particolare il 2 febbraio di ogni anno fedeli devoti portano alla foce del Rio Vermelho offerte floreali, che vengono portate in alto mare e lì abbandonate alle acque.

Vi domanderete come è possibile che ancora oggi si veneri una divinità pagana in un paese “cattolico” come il Brasile. La risposta è facile da capire se si intuisce come avvenne la cristianizzazione dei negri (qui, come a Santo Domingo e negli altri paesi latino americani). Ad essi i loro padroni proponevano il cattolicesimo, e li battezzavano senza preoccuparsi di far loro una catechesi. Così le credenze africane continuavano, rivestendosi del culto dei santi cattolico. In particolare, Yemanjá, la divinita delle acque, venne rivestita dell’immagine cattolica della vergine Maria, e la festa, che era festa di offerte floreali popolari, venne celebrata nel giorno in cui la vergina portava il bambino Gesù al tempio per offrirlo al Signore.

Quello che abbiamo visto oggi pomeriggio a Salvador e stata una gran affluenza di gente alla foce del Rio Vermelho, con tantissime bancarelle e gente che vendeva qualche cosa. A partire dal primo pomeriggio si vedevano arrivare persone sole, soprattutto donne (le cosiddette Bayane, con il loro caratteristico vestito bianco), ma anche gruppi di giovani, e tutti avevano in mano o in cesti corone di fiori, a volte con in mezzo al cesto una statua della madonna o di un’altra immagine femminile. Tutti si recavano alla spiaggia, montavano in una barca, e in alto mare offrivano i fiori.

Per chi capisce qualche parola di portoghese c’è una spiegazione molto piu chiara alla pagina http://pt.wikipedia.org/wiki/Iemanjá; o, in inglese, http:/en.wikipedia.org/Yemaja.

Oggi pomeriggio abbiamo visitato Salvador. È la capitale dello stato brasiliano di Bahía (turisticamente si conosce in Italia come Salvador de Bahía), ed è stata la prima capitale del Brasile, grazie soprattutto all’amplissima baia su cui si affaccia. I portoghesi degli inizi del cinquecento non avevano molti altri punti di approdo, perche la costa del Brasile è tutta una spiaggia. Qui posero quindi il loro quartier generale, commercializzando, al meno in un primo momento, lo zucchero che si estraeva dalla canna.

Abbiamo potuto vedere la parte storica della citta, il Pelourinho, ricca di chiese in stili coloniale e barocco. In particolare il barocco di qui è ricchissimo e doratissimo.

Ci hanno fatto vedere il posto dove venivano puniti pubblicamente gli schiavi. Nella stessa piazza c’è ancora la chiesa della comunità negra, in cui si osservano statue di santi negri, che non si sa se siano stati canonizzati dalla chiesa cattolica o no.

11:05 pm

Teatro popolare

La serata di stasera all’incontro dei missionari italiani è stata dedicata a incontrare un gruppo di giovani brasiliani che fanno teatro popolare. In un’oretta ci hanno presentato uno scorcio della vita quotidiana nel loro paese, con il turista derubato, la prostituta uccisa, la vita della gente che lotta per sopravvivere.

La cosa che piu mi è piaciuta e stato quando tre piccoli commercianti si vedevano minacciati dal comune che li voleva sloggiare per far posto a non so che opera pubblica. Lì hanno preso coscienza che potevano lottare insieme. E la scena si e conclusa con la canzone di Giorgio Gaber, La Libertà: i giovani si sono imparato a memoria il ritornello, in italiano, e l’hanno cantato con il sottofondo della cassetta che veniva riprodotta.

Dopo di loro, c’è stato un gruppo di ragazzi che fanno musica popolare brasiliana con strumenti fatti con materiali riciclati. C’erano almeno una decina di percussioni, con una ragazza che cantava. Il ritmo è stato trascinante per i giovani che avevano fatto teatro, i quali sono saliti sul palco e si sono messi a ballare: una maniera di ballare che sapeva di Africa, come di Africa sapevano i ritmi dei tamburi. Un missionario che lavora in Brasile mi ha spiegato che da questo punto di vista il Brasile è ancora pura Africa, cosa che, da quello che abbiamo visto, nessuno avrebbe potuto negare.

Le relazioni a questo convegno dei fidei donum latino americano sono ben interessanti.

Significativa quella del direttore del servizio della CEI per la cooperazione missionaria delle chiese, mons. Giuseppe Andreozzi, il quale ha presentato lo sviluppo della concezione del servizio dei fidei donum in questi cinquant’anni.

Si è passati dalla situazione in cui i vescovi erano invitati a permettere ai loro preti che lo volessero di andare a lavorare nelle diocesi di missione (è questa la prospettiva dell’enciclica Fidei Donum.

Si è poi iniziato a pensare che le diocesi dovevano assumere in prima persona la passione per la missione, e allora il servizio si vedeva come “una parrocchia della nostra diocesi nel terzo mondo”.

La prospettiva attuale invece è quella della “collaborazione missionaria” tra due chiese: la diocesi, italiana o di un altro paese, pone uno o più suoi sacerdoti a disposizione di un’altra chiesa con meno disponibilità di clero.

L’ampliamento ulteriore è stato degli ultimi anni, pensando ormai che non è solo questione di preti, ma che possono partecipare a questo dono tra chiese sorelle anche i laici. E la cosa mi ha fatto piacere, perché il nostro buon Francesco, Paola, e quanti altri stanno un periodo con noi esprimono questa ricchezza, ricchezza di una chiesa che collabora con vari dei suoi figli.

Di fatto il caso della nostra missione è ormai quasi atipico, perché sembra che nessuna diocesi italiana abbia una parrocchia (o più parrocchie) fissa nella diocesi che riceve la collaborazione: piuttosto, molti preti fidei donum ricevono dal vescovo la parrocchia o l’attività di cui più c’è bisogno. E per esempio il mio compagno di camera di questi giorni, don Marco, di Novara, lavora in Bolivia, come viceparroco in una parrocchia, ma la diocesi ne ha anche un’altra dall’altra parte della città, e negli ultimi anni il vescovo gliel’ha cambiata varie volte. In pratica si direbbe che, nella pratica, la situazione nostra è ancora quella di “una parrocchia di Genova a Santo Domingo”, e di fatto la prospettiva sembra quella di continuare lì o di andarcene. Invece il servizio che la nostra diocesi ha iniziato a Cuba è configurato già in maniera più moderna.

7:35 pm

Dal Brasile!

Scrivo queste righe dal Brasile, più precisamente da Salvador, nello stato di Bahía, dove con duecento confratelli preti fidei donum sto partecipando a un convegno nel quale si celebrano i cinquant’anni della pubblicazione dell’enciclica Fidei Donum.

È stata quell’enciclica che cinquant’anni fa appunto ha dato il via a quella che oggi si chiama “collaborazione missionaria tra le chiese”, che appunto io e don Lorenzo stiamo vivendo nel nostro servizio in Guaricano.

Qui al convegno ci siamo in rappresentanza di tutta l’America Latina. La maggior parte dei presenti lavora nelle diocesi brasiliane, ma non manca chi lavora in Argentina, Bolivia, Perù, Ecuador, Guatemala, Honduras, Messico… Di Santo Domingo ci sono solo io, ed effettivamente non ci sono altri fidei donum in Repubblica Domenicana. Ho scoperto con piacere che c’è un prete che lavora a Haiti, e che mi ha portato anche i saluti di Maddalena Boschetti, con la quale si vedono spesso. Mi ha fatto crescere ancora di piú la voglia di andarlo a trovare e di conoscere Haiti (quando la situazione là sarà più sicura…).

L’incontro è molto bello, adesso devo andare perché abbiamo una veglia di preghiera per ricordare i missionari martiri. Spero di trovare un altro momento per raccontarvi meglio quello che stiamo facendo.

Nel frattempo ringrazio il Signore per la bella opportunità che mi ha dato di partecipare. E ringrazio anche la Chiesa italiana che ci ha pagato il viaggio: veramente un gesto squisito, attraverso il quale dimostra nella maniera più efficace la gratitudine per il lavoro che facciamo in questi paesi!

Un vescovo brasiliano ha evidenziato oggi (parlando in portoghese) le luci e le ombre del servizio dei preti fidei donum in Brasile. Tutto quello che ha detto si applica anche fuori da questo paese.

Cosa ne è venuto fuori?

Tra gli aspetti positivi:

  • La fedeltà dei fidei donum al celibato e il disinteresse nell’amministrazione (si capisce che in questo i preti locali sembrano meno affidabili);
  • La loro disponibilità a lavorare nelle zone più difficili;
  • La loro passione per il coinvolgimento attivo della gente, cosa che è passata, storicamente, attraverso il grande appoggio dato alle CEBs;
  • Gli aiuti economici con cui hanno costruito chiese, animato la pastorale e il lavoro sociale;

Tra quelli negativi:

  • Il non aver aiutato spesso le comunità locali a sostenere le loro opere
11:59 am

Sto partendo

Tra cinque ore ho l’aereo: vado in Brasile, a Salvador, stato di Bahía, dove parteciperò a un incontro di tutti i missionari fidei donum italiani, in occasione del 50º anniversario dell’enciclica Fidei Donum di Pio XII. È l’occasione per fare il punto sull’impegno missionario della chiesa italiana e sulle modalità dello stesso.

Sarò di ritorno venerdì sera tardi.

Nel consiglio pastorale di Santa Margarita per la prima volta abbiamo organizzato qualcosa in maniera diversa dalla Divina Misericordia: la data del ritiro di quaresima, e anche la sua articolazione.

Sono piccoli passi verso l’età adulta!

Ah, dimenticavo di scrivere che oggi pomeriggio ho fatto ai professori della scuola una lezione sulla cresima. Non ce l’ho fatta a terminare il materiale preparato, la prossima volta lo continuo.

Preparare questa lezione ha fatto bene anche a me, mi ha aiutato a scoprire la ricchezza di questo sacramento che ho ricevuto ormai trent’anni fa!

Questo consiglio pastorale era dedicato a rivedere gli ultimi mesi di pastorale, e a programmare i prossimi.

Tra le cose degne di nota, aggiungeremo una tappa di rinforzo al cammino di chi ha fatto il ritiro di evangelizzazione.

10:42 pm

Orario del liceo

Tra stamattina e stasera ho dedicato tre o quattro ore a preparare e stampare l’orario del secondo quadrimestre del liceo.

Prima lo facevamo a mano (cioè lo faceva Nidia, sudando sangue), ma ora con un programmino sul computer si mettono i parametri e si lancia e voilá appare l’orario fatto.

In realtà le cose non sono così semplici, a volte i parametri che dai sono troppo stretti, e anche questa volta difatti ci sono voluti molti tentativi prima di farcela.

Stasera poi, dalle sette e mezza alle dieci, l’ho stampato. Perché c’ho messo tanto? semplice: il programma è un shareware non registrato, e pertanto non permette la stampa del risultato. Però facendo uno screenshot (o meglio, venti) si può avere un risultato meno bello ma equivalente.

Martedì comincerà a lavorare il professore di informatica della scuola.

Il laboratorio di informatica era usato già dal liceo, e adesso lo sarà anche dalla scuola primaria: al mattino dai ragazzi che vanno a scuola di pomeriggio, e viceversa.

Il giovane che mi porterà avanti il lavoro è figlio della segretaria della parrocchia di Nostra Signora del Amparo, dalle referenze ricevute è un giovane serio, e sembra anche che coi computer ci si muova bene.

Se Dio vuole, un altro tassello è a posto!

Sto cercando di capire se si può fare una connessione, cablata o wireless, tra la casa e la scuola.

Ci servirebbe per non spendere i soldi della connessione internet di casa, visto che a scuola educazione ce la da gratis.

L’ho fatta nel settore San Ramón, e sono venuti anche Erika e Alessandro.

La cappella del Mamey era bella piena. Mi stupisce sempre quando vado là che ci sono parecchi giovani, apparentemente in salute, ma che devono avere qualche problemino.

Quando si fanno le preghiere spontanee c’è sempre qualcuno che dice frasi tipo: “Non riusciamo ad andare dal medico e a comprarci le medicine, Gesù, tu sei il nostro medico”, frase che riflette la povertà di tanta di questa gente. Povertà aggravata in questo caso dal fatto che i prezzi delle medicine sono indicizzati col dollaro (almeno quando il dollaro sale, non sempre quando scende).

Altra cosa che mi ha fatto piacere: oltre agli sposini di Genova sono venuti Ersilia e Consuelo. Quest’ultima è una signora sui 45 anni che si mette tutti i giorni a vendere merende varie davanti al consultorio. Da parecchi mesi ha cominciato ad avvicinarsi un po’ di più alla chiesa, e spero che mi faccia il ritiro di evangelizzazione.

Alla fine della Messa Erika e Alessandro hanno raccontato qualcosa di loro. Con semplicità, hanno di nuovo strappato l’applauso! Bravi!

Stamattina me la sono passata preparando la lezione ai maestri di domani pomeriggio.

Tema: il sacramento della Confirmazione.

Probabilmente sarà da fare in due volte. La lezione mi sembra molto bella, per il suo respiro biblico, vi saprò dire se la apprezzeranno.

Ieri sera don Franco, don Giulio e don Mario avevano l’aereo per l’Italia. Alle nove di sera sono decollati, destinazione Parigi e poi Genova.

Troveranno un po’ di freddo, e anche la neve. Il rischio è che debbano atterrare a Milano o a Torino.

Invece Erika e Alessandro rimangono qui un’altra settimana.

Dopo una giornata passata in città (al mattino) e dietro al server del nuovo laboratorio di informatica (al pomeriggio), in serata sono stato alla riunione del grupo Ciempiés, il gruppo giovani più folto della parrocchia.

In realtà non ho partecipato alla riunione, perché ho approfittato per chiamare alcuni giovani che era un po’ che non si confessavano, e abbiamo celebrato quel sacramento.

Ringrazio il Signore perché vedo la maturazione di varie persone, e forse si profilano nueve vocazioni di consacrazione.

Stamattina tra le altre cose sono stato a comprare il televisore grande e il lettore di videocassette per la scuola.

Ho trovato un’offerta di un televisore rigenerato con schermo da 27 pollici a 10,000 pesos (250 euro), che se funziona mi sembra un affarone.

E il lettore di videocassette in realtà legge anche i cd e i dvd! Quello è costato 4,000 pesos (100 euro).

Era da un po’ che parlavamo di comprarli, finalmente mi sono deciso. I maestri li aspettavano, perché molti di essi hanno materiale audiovisivo, e adesso potranno integrarlo nelle loro lezioni.

Grazie anche per questo, Signore!

Juan, il responsabile dei chierichetti, da un po’ di tempo era mezzo fuori dal giro. Un po’ ha dovuto stare a Bonaire a fare dei lavori epr più di un mese, e poi, tornato, dava l’impressione di non aver più voglia di portare avanti i chierichetti.

Un colloquio di più di un’ora con me e Marcial ha aiutato tutti e tre a riprendere fiato e a decidere di riportare avanti il lavoro, che è una delle cose più belle della parrocchia.

Oggi sono stato dietro al laboratorio di informatica nuovo. È funzionante la connessione a internet, ma mi manca un router, così dopo averci studiato su di mattina, di pomeriggio sono andato a comprarlo.

Alla fine non l’ho comprato perché se facciamo il collegamento wireless con la casa, l’access point incorpora un router. In compenso ho comprato due schede di rete per cambiarle a un altro pc che ce l’ha (sembra) rotte.

Infine ho dovuto girare per trovare le cartucce delle varie stampanti che abbiamo in missione, scuola e parrocchia, perché eravamo rimasti senza di tutte.

Dovevo anche andare in banca, ma mi è venuto tardi.


La immagine dell'Altagrazia

Oggi, 21 gennaio, è la festa della Madonna dell’Altagrazia, protettrice del popolo dominicano. È una devozione che nasce attorno a una immagine, tra l’altro una immagine molto significativa teologicamente, che raffigura Maria nell’atto di adorare il suo figlio appena nato.

Abbiamo avuto il pellegrinaggio parrocchiale a Higüey, dove c’è il corrispondente Santuario mariano. La gente è partita alle sei e mezza, e io li ho raggiunti dopo la messa delle sette.

Con me sono venuti Erika e Alessandro, don Mario e suor Cristina. È stata una giornata piacevole che abbiamo passato insieme.

Siamo arrivati al santuario alle 11.05, pensando che fosse già finita la messa delle 10 officiata dal vescovo di Higüey, e alla quale partecipava anche il presidente. Invece alle 11 passate erano ancora al vangelo! Con don Mario quello che abbiamo fatto è stato di farci un po’ di largo tra la folla che riempiva completamente la chiesa e arrivare vicino alla balaustra, e abbiamo partecipato alla messa da lì!

Molta gente va a Higüey per soddisfare voti e promesse, e immancabilmente salgono per le scalette dove c’è l’immagine della madonna e fanno un momentino di preghiera davanti a quel quadro.


La basilica di Higüey

Tra Santa Margarita e la Divina Misericordia si sono riempiti tre pullman, meno di quello che speravamo, perché ci si poteva aspettare una partecipazione almeno doppia. Ma non importa!

Marcial è andato su uno dei pullman, e così anche Willy, Miguel Ángel e Brondy, i quali avevano l’incarico di animare la preghiera.

I pullman sono tornati indietro tardi perché due signore hanno pensato bene di sparire fino alle cinque (la partenza era alle due!). Dovrebbero essere già arrivati.

Il pomeriggio l’ho passato con don Franco che ha dovuto farsi alcune visite alla Plaza de la Salud.

Bisogna dire che in ospedale sono stati abbastanza professionali. Rimane da fare un altro esame, ma sarà probabilmente lunedì.

Stamattina ho avuto il tecnico di Verizon, che mi ha finito di installare internet nel laboratorio di informatica.

Ci abbiamo messo tutta la mattina, perché prima non trovava il suo collega di educazione con cui doveva coordinare i parametri della connessione, e poi perché c’era un problemino che non riusciva a risolvere.

Alla fine era tutto a posto. Devo soltanto aggiungere una scheda di rete in più nel server perché l’indirizzo IP del router è un’altra famiglia rispetto agli IP della rete interna.

Spero di riuscire a farlo tra domenica e lunedì.

… e sono già al lavoro: in parrocchia e a scuola mi sono visto con tutti i collaboratori per fare il punto della situazione.

Nelle parrocchie si sta facendo la novena della Altagracia, con sembra buona partecipazione e attenzione.

A scuola bisogna smuovere la faccenda della connessione internet: Verizon ci ha messo due pali nel cortile per portare i fili fino al nuovo laboratorio di informatica, ma non ha finito il lavoro.

Per la Divina Misericordia dovrò sentire Ángel Segura per vedere se muoviamo il discorso della sistemazione del terreno della chiesa nuova.

Nel liceo cominciano domani gli esami.

Insomma, carne al fuoco ce n’è tanta!

Oggi abbiamo il viaggio di ritorno.

Non vado solo: ci saranno con me don Franco, don Giulio, don Mario Montaldo, e pure Erika e Alessandro.

Alle sei e mezza in aeroporto, per partire alle sette e mezza. A Parigi ci aspetta una sosta di cinque ore, e penso che andremo a vedere qualcosa.

Carissimi amici e benefattori,

approfitto di queste vacanze a Genova, dalla mia famiglia, per scrivervi con più calma questa lettera, che vuole essere innanzitutto un ringraziamento al Signore per tutto quello che la Missione Diocesana di Santo Domingo ha potuto essere e realizzare durante l’anno 2005, e quindi un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno intenso, e anche un anno molto particolare. Provo a scrivere le cose principali, perché aiutino me e voi ad amare sempre più quel Signore che ha reso possibile tutto questo.

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Come già sapete, a fine 2004 avevamo consegnato al vescovo di Santo Domingo le parrocchie di Santiago el Menor e Nostra Signora del Amparo (Guardia). Il cardinale di Santo Domingo aveva subito provveduto alle parrocchie mandando come parroco il padre Federico, che aveva sudiato in Italia, un prete molto amico di don Giulio Boggi. Il padre Federico ha fatto un buon lavoro, portando avanti con amore le comunità che don Franco gli aveva consegnato; e ciò nonostante fosse anche responsabile della radio diocesana. La permanenza del padre Federico non è stata lunga, perché il vescovo l’ha chiamato a diventare formatore in seminario. E così in settembre le due parrocchie hanno ricevuto il loro nuovo parroco nella persona del padre Isidro, un giovane sacerdote dei neo catecumenali. Pieno di entusiasmo, è all’inizio del suo ministero e sta cercando di conoscere la realtà a cui è stato mandato. Lo affianca un diacono permanente.

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A Santa Margarita c’è stato abbastanza fermento, ma non per cambi di preti, quanto per il nuovo entusiasmo generato dal lancio del Terzo Piano Pastorale Diocesano. Siamo arrivati cioè alla fase operativa di questo Piano Pastorale, che si sta elaborando da circa tre anni, e che è pensato per essere le linee guida della vita diocesana nei prossimi trent’anni. In pratica il 2005 è stato l’anno in cui sono stati chiamati e formati i messaggeri e le equipe di settore. I primi hanno l’incarico di portare alle famiglie della parrocchia una lettera mensile del parroco con un tema uniforme a livello di tutta la diocesi: ogni messaggero si occupa di dieci/quindici/venti famiglie, delle quali si occupa in maniera amorosa e particolare. Invece le equipe di settore hanno la funzione di organizzare nei vari punti della parrocchia attività mensili che aiutino a recepire e interiorizzare i temi del piano pastorale. Grazie a Dio la comunità di Santa Margarita ha risposto molto bene a queste sollecitazioni: i messaggeri svolgono il loro lavoro nella gran maggioranza, e le equipe di settore discretamente bene; purtroppo in qualche settore le persone che sono state chiamate non si sono rivelate in grado di svolgere il compito, speriamo di rimediare in questo 2006.

Naturalmente una parrocchia non può limitarsi a chiedere servizi alla sua gente, deve anche offrire una formazione solida. Per questo è stato portata avanti lungo tutto l’anno la formazione dei candidati ministri. Avevamo già i ministri, ma sono praticamente “scaduti”, e per questo c’è un gruppo che si prepara, in parte “vecchi” in parte “nuovi”. Non si è ancora potuto mandare la lista al vescovo per la dovuta istituzione in quanto per molti candidati è stato difficile recuperare i documenti che la diocesi richiede. Spero di concludere il lavoro nei primi mesi di quest’anno.

Un altro momento di formazione è stato il nuovo Ritiro di Evangelizzazione che si è fatto in giugno, ed i cui partecipanti sono già entrati alle comunità apostoliche. E proprio in questi giorni parte la preparazione per un nuovo Ritiro. Sapete che i Ritiri di Evangelizzazione sono un momento di riannuncio del Vangelo, preceduto e seguito da un cammino di approfondimento catechetico e inserimento comunitario. Hanno fatto molto bene alla nostra parrocchia, e continueremo invitando la gente a passare per questa tappa!

In agosto abbiamo avuto come tutti gli anni la Missione Parrocchiale: due settimane in cui non abbiamo fatto altro che muoverci ai vari settori della parrocchia per portare un annuncio del Vangelo casa per casa. I circa 100 missionari hanno lavorato con entusiasmo, e dalla Missione si sono rivitalizzate le Comunità Ecclesiali di Base. Si è poi resa necessaria una ulteriore missione di tre giorni a Duquesa, che è il paesino più periferico della parrocchia: a causa di un problema molto forte in quella comunità (vedi più avanti) c’era un forte bisogno di riconciliazione, e per questo la parrocchia si è mossa e ha visitato tutte le famiglie di quella comunità per tre giorni consecutivi. Di fatto, grazie a Dio, gli animi si sono rasserenati e adesso la comunità vive meglio.

E in questo 2005 per la prima volta abbiamo fatto la Settimana Biblica. A fine settembre, tutte le sere di una settimana sono state dedicate a una catechesi fondamentale sulla Parola di Dio. L’abbiamo fatta nei vari settori, cioè in sei punti diversi, e i relatori siamo stati io, don Lorenzo, Francesco Zannini sempre molto disponibile, Marcial (che era già diacono) e Juan Luis (candidato diacono). Ho preparato gli schemi della catechesi per tempo, e in tutti e sei i punti è stato fatto lo stesso cammino. La settimana si è conclusa con la processione, portando in alto per le strade del barrio la Bibbia. La partecipazione della gente è stata superiore alle aspettative, circa 400 persone hanno partecipato assiduamente!

Anche a livello giovanile c’è stato fermento. La commissione di pastorale giovanile è uscita dala fase di rodaggio e adesso coordina bene le attività degli otto gruppi di adolescenti e giovani sparsi nei vari punti della parrocchia. Nell’estate abbiamo avuto bivacco dei responsabili, campo adolescenti e campo bambini; praticamente tutto il mese di luglio è passato concentrati nel lavoro con i giovani. In particolare il campo adolescenti ha lasciato il segno, perché alcuni ragazzi un po’ più grandi sono stati colpiti da un incontro dedicato all’aborto, e hanno iniziato a progettare un’attività parrocchiale, che poi si è svolta magnificamente a fine novembre, e che ha permesso di risvegliare le coscienze su questo tema tanto importante (vi preciso che in Repubblica Dominicana l’aborto non è legalizzato, e di fatto la cultura della gente è abbanstanza lontana, grazie a Dio, dalla legalizzazione). Inoltre una giovane della parrocchia ha potuto partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia, e il viaggio è stato pagato con i soldi raccolti nei vari gruppi. Poi a inizio dicembre c’è stata la Settimana Giovanile, alla quale hanno partecipato circa 300 giovani: tutte le sere c’era una conferenza, e i temi gravitavano attorno alla sfera sessualità / fidanzamento / matrimonio. Relatore di eccezione, la seconda sera, il card. Nicoĺás de Jesús López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo!

Anche sul versante famiglia c’è stato un buon lavoro: si sono fatti nell’anno due CPM (Corsi di Preparazione al Matrimonio). E a dicembre c’è stata la “mietitura”, con 13 coppie che si sono sposate. Sono tutte coppie “navigate”, con almeno dieci-venti anni di matrimonio sulle spalle. Alcuni avevano fatto il CPM vari anni fa, ma non avevano potuto celebrare le nozze per motivi economici – il paese ha vissuto una crisi economica tremenda da fine 2002 a metà del 2004. Oltre a ciò, il mese di novembre, dedicato alla famiglia, abbiamo avuto la grazia di ricevere un Ritiro di Guarigione Familiare che ha segnato profondamente la vita di molte coppie che hanno partecipato.

E, per finire questa carrellata su Santa Margarita, con gli aiuti venuti da Genova abbiamo potuto comprare una casa che è diventata una nuova cappellina di settore: così il settore Sinaí, che prima doveva chiedere ospitalità in un collegio privato (con molti problemi) adesso ha il suo spazio per la catechesi, le riunioni e l’annuncio della parola!

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Ma legato a Santa Margarita c’è un fatto ancora più importante: la nascita della nuova parrocchia della Divina Misericordia.

Già da tempo mi rendevo conto che Santa Margarita, con i suoi 40,000 abitanti, era troppo grande. E di fatto il card. Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, vuole che si dividano queste parrocchie grandi perché la chiesa sia più vicina alla gente. Pur capendo l’esigenza, non mi era ancora mosso in questo senso per il timore che la gestione di due parrocchie potesse appesantire eccessivamente i ritmi di lavoro.

La cosa si è fatta possibile invece a partire da giugno, mese in cui il nostro caro Marcial Nova, laico molto impegnato nella parrocchia, ha ricevuto l’ordinazione diaconale. Ha terminato il cammino di formazione, durato tre anni, e il 25 giugno ha ricevuto il diaconato insieme a una ventina di altri uomini più o meno attempati come lui (Marcial ha quasi cinquant’anni). Tra l’altro questa ordinazione è stato un momento molto gioioso di tutta la comunità, che in questi anni è sempre stata molto vicina a Marcial è ha detto presente in tutti i momenti in cui ha fatto i vari passi di avvicinamento all’ordinazione. Così, già due anni fa avevo parlato con il vescovo di Santo Domingo della destinazione di Marcial, e alla mia proposta che lui lavorasse nella futura nuova parrocchia ho trovato perfetta consonanza. Ho iniziato quindi un forte lavoro di sensibilizzazione della comunità parrocchiale sul fatto che dividere la parrocchia in due ci avrebbe aiutato nella missione evangelizzatrice. Se ne è parlato almeno per sei mesi, senza fretta, e la gente si rendeva conto ogni giorno di più che si poteva e si doveva fare la divisione. Si sarebbe celebrata Messa domenicale nella nuova parrocchia, ci sarebbe stato il suo consiglio pastorale, animatori e catechisti si sarebbero riuniti là, ecc. ecc.

Così, in maggio, abbiamo cominciato a costruire una cappella provvisoria sul terreno che già da qualche anno era stato donato per costruire una chiesa. L’opera è stata avviata coinvolgendo la comunità parrocchiale: pulire il terreno, innalzare i pali della struttura, inchiodare le assi, mettere il tetto di lamiera. Il progetto non era ambizioso, anzi, era fatto all’insegna dell’economia, perché l’idea era che la comunità parrocchiale facesse qualcosa di suo, con le sue forze e i suoi soldi. Di fatto la “chiesa” che è nata è provvisoria, può contenere solo 200 persone (più altrettante all’esterno), ed è fatta con materiali economici. A questa maniera, però, è stata alla portata delle forze e delle finanze della comunità. In tutto è costata circa 150,000 pesos (equivalenti a 4,000 euro), ed è pensata per funzionare qualche anno.

Dopo aver fatto la nuova “chiesa”, ci siamo imbarcati nella costruzione dell’ufficio parrocchiale e della casa canonica. Anche qui una cosa piccola, ma necessaria, perché l’apertura della parrocchia-istituzione richiede di mettere in atto tutta una serie di azioni (libri dei sacramenti, conti, archivio documenti, ecc.) che hanno bisogno di una struttura stabile e definitiva. Questa nuova costruzione, fatta al lato della “cappella del barrio”, è stata fatta con criteri costruttivi seri, e di conseguenza il prezzo è stato serio pure lui: è costata circa 500,000 pesos (13,000 euro), che avevamo solo in piccola parte, e che non abbiamo ancora finito di pagare; anzi, siamo nei debiti fino al collo con la parrocchia vecchia e la nuova. Ma siamo nei debiti apposta, perché considero importante che le comunità sappiano che le cose costano e che dobbiamo sforzarci per pagarle. Dopotutto le offerte che molti di voi hanno dato, e danno!, e che hanno reso possibili moltissime cose, non sono forse frutto di sacrifici e rinunce? La chiesa genovese si è sacrificata moltissimo, dando spesso ben oltre il superfluo, e come parroco sento la responsabilità di educare anche la mia gente di là a rinunciare a quello che hanno perché la chiesa possa vivere e lavorare.

Così in luglio è stata terminata e inaugurata la nuova “chiesa” della Divina Misericordia. Abbiamo cominciato a celebrare lì l’Eucarestia alla domenica alle sette di mattina (stessa ora che a Santa Margarita). I piano erano di aggiungere altre messe festive, ma non si è ancora potuto. Fatto sta che, contrariamente alle mie aspettative, quell’inizio della messa domenicale ha significato molto. Io avevo paura di rimanere con la messa di Santa Margarita vuota. Invece quello che è successo è stato che a Santa Margarita mi sono trovato con 200 persone in meno, ma alla Divina Misericordia ne vanno 400!!!! “La chiesa vicino alla gente!” Ho capito perfettamente in quel momento l’insistenza del cardinale per l’apertura di nuove parrocchie! E di fatto la situazione ha gasato tremendamente i parrocchiani “storici” della Divina Misericordia, quelli che hanno lavorato per anni a Santa Margarita: tutti ci siamo resi conto che la mano del Signore era presente in quel momento di vita parrocchiale. E il card. Nicolás ha voluto condividere la nostra gioia: la domenica 11 dicembre ha detto presente, presiedendo l’Eucarestia e dando molto calore alla nuova comunità parrocchiale. La gente ha sentito e apprezzato moltissimo questa presenza del suo vescovo!

Dopo aver cominciato a celebrare l’Eucaristia alla Divina Misericordia, si è sdoppiato anche il Consiglio Pastorale. Gli animatori delle Comunità Ecclesiali di Base hanno cominciato a riunirsi in “casa” loro, e lo stesso i catechisti. Chi porta avanti questo lavoro pastorale è appunto il diacono Marcial, con il quale condividiamo la preparazione delle riunioni e lui le fa alla Divina Misericordia. Anzi, spesso lui partecipa alla riunione che faccio io a Santa Margarita, e la “riproduce” alla Divina Misericordia. E segue con amore la gente di là, visita le comunità, parla con le persone, ecc., tutto quello che farebbe un prete, solo che ovviamente non presiede l’Eucaristia, non confessa e non da l’Unzione dei Malati. Gli è toccato invece battezzare già varie volte e benedire vari matrimoni! Marcial lavora al mattino nel baretto della scuola (da vari anni fa questo lavoro), e il pomeriggio e la sera li dedica alla parrocchia. La comunità, da parte sua, gli dà un piccolo aiuto di 3,000 pesos (quasi 100 euro) al mese per le spese di trasporto e anche per aiutarlo a mantenere la sua famiglia.

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Le nostre parrocchie cercano di vivere intensamente la pastorale diocesana. Come vi dicevo il 2005 è stato l’anno del lancio operativo del Terzo Piano Pastorale. Ciò ha comportato un lavoro parrocchiale di motivazione delle persone e di formazione dei nuovi operatori. L’entusiasmo per questo lavoro è venuto da vari momenti in cui la comunità diocesana si è riunita in massa e il card. Nicolás, pastore di questa porzione del popolo di Dio, ha incoraggiato con unzione dello Spirito Santo preti, diaconi e laici.

Il giorno del Corpus Domini ci siamo riuniti da tutte le parrocchie della Diocesi nel parco del grandioso Faro a Colombo: 50,000 persone, provenienti dalle dodici zone pastorali in cui Santo Domingo è divisa. La giornata era dedicata in particolare ai futuri messaggeri che avrebbero distribuito alle famiglie la lettera mensile correlata al Terzo Piano Pastorale. La partecipazione non è stata massiva solo dal punto di vista numerico, ma anche nella qualità dei presenti e nella decisione a realizzare l’opera che veniva proposta. Della nostra parrocchia hanno partecipato ben duecento cinquanta messaggeri, che a tutt’oggi sono attivi nella consegna puntale della lettera alle loro famiglie.

A livello zonale il momento forte dell’anno è stata la Via Crucis del Venerdi Santo. È ormai una tradizione ben consolidata, essendo già il quinto anno che si svolge. Da ogni parrocchia si parte alle 4/5 del mattino, pregando con le stazioni preparate da un’apposita equipe, e camminando a piedi per circa 15 km. Nel punto finale ci si ritrova tutti, stanchi ma gasati dal vedere tanta gente professare la nostra stessa fede e vivere il nostro stesso amore alla Chiesa.

Meno estusiasmante è stata invece la chiusura dell’Anno Eucaristico, che si è svolta anche lei al Faro a Colombo l’ultimo sabato di ottobre. Il poco tempo a disposizione per prepararla, e il fatto che sia stato sabato e non domenica – qui il sabato è dedicato alle pulizie della casa e soprattutto ai lavaggi, senza contare che molta gente lavora di sabato – ha reso molto meno partecipata, ma non per questo meno significativa, la celebrazione.

E per finire in bellezza con questi momenti diocesani, il giovedi prima di Natale tutti i preti di Santo Domingo siamo stati ospiti del Cardinale per gli auguri natalizi. Non è mancata buona musica, fervidi auguri, e l’immancabile pranzo!

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Venendo alla vita della nostra comunità missionaria, abbiamo avuto un lutto: suor Patrizia, che ha lavorato nella missione dal 1994 al 2002, è mancata il 7 aprile; entrata nelle nostre suore Brignoline dall’età di sedici anni, da due soffriva di un tumore all’utero, era stata operata due volte, e due volte aveva fatto la chemioterapia. Ha lottato, ma alla fine ha dovuto arrendersi e lasciarsi andare nelle braccia di quel Signore che tanto ha amato come cristiana e come consacrata. La gente del Guaricano, che la vedeva al lavoro nella farmacia, e ancora di più le donne che lavorano in casa nostra, che erano a contatto con lei in cucina, e tutti noi della comunità missionaria abbiamo percepito il dolore della sua partenza, insieme alla certezza che il Signore l’ha accolta come “serva buona e fedele”.

La comunità delle suore in compenso già da fine del 2004 si era arricchita con la presenza di suor Serafina, una donna piena di vita che aiuta tutti noi a mantenerci allegri. E si è visto il suo tocco in particolare nella festa di Nostra Signora del Rifugio, che è appunto la patrona della loro congregazione. Quest’anno l’abbiamo celebrata l’11 luglio, lunedì, con la messa nella sala d’attesa del nostro consultorio nuovo fiammante. È stata la prima volta che questa festa l’abbiamo celebrata in questo salone, la qual cosa ha reso questa festa ancora più bella!

Ma la cosa grande di quest’anno di comunità è stata la ricchezza delle visite. Sono stati alla missione il gruppo degli Amici del Guaricano, organizzato dall’attivissimo don Francesco Di Comite (don Fra o don Chicco per gli amici), il quale si è portato dietro vari giovani e adulti, nonché un confratello prete. La cosa bella è stata che quando se ne sono andati ci hanno lasciato due signore di Geo, Carmen e Orietta, che hanno allungato la loro permanenza in missione fino a restare un mese intero. Orietta, che è infermiera, ha dato una mano alle suore, soprattutto visitando in casa loro persone anziane bisognose di piccole medicazioni. Invece Carmen ha dato una mano in vari settori, non ultimo la cucina, dove si è rivelata collaboratrice preziosa e cuoca inimitabile, e anche attraverso un piccolo servizio di taglio dei capelli ai bambini poveri del barrio. Entrambe hanno desiderio di tornare, e chiediamo al Signore che il progetto si possa realizzare presto.

Insieme a loro avevamo due ragazze giovani ma molto in gamba: Eugenia e Fiammetta. Anche loro sono arrivate con il loro don Fra, e come Carmen e Fiammetta hanno passato un mese in missione, dando una mano in tanti piccoli lavoretti: dare l’impermeabilizzante al tetto, preparare il cartello indicante la Divina Misericordia, accompagnare don Lorenzo sull’ambulanza, ecc.; hanno inoltre affiancato i missionari nella missione parrocchiale di agosto, e si sono prese una bella vista della vita della gente del Guaricano. Un’esperienza arricchente e ben formativa. E hanno saputo rendersi ben utili senza mai essere di peso. Veramente brave!

Quasi in contemporanea abbiamo con noi avuto anche Sandra: lei si è dedicata alla cucina, permettendo a don Lorenzo di portare avanti altri lavori che aveva dovuto giocoforza lasciare indietro. Ha rallegrato notevolmente la casa, e nonostante l’età non troppo giovane ha dimostrato una vitalità senza precedenti!

Invece prima dell’estate abbiamo avuto con noi Lara, una giovane di Pegli, laureata in ingegneria ambientale. Al finire la laurea ha voluto donare alla missione un mese, e lo ha fatto con frutto facendo un corso intesivo di inglese, quasi come fosse stata insegnante di madre lingua, a un gruppo selezionato di studenti della nostra scuola. Di lei abbiamo apprezzato il notevole spirito di adattamento, e la capacità di entrare in un’ottima relazione con tanti ragazzi e giovani della parrocchia e della scuola. Bravissima Lara, e ti aspettiamo ancora!

A fine ottobre sono stati con noi vari personaggio molto speciali: i miei genitori con mio fratello e mia zia, e due oculisti.

Chiaramente la visita della mia famiglia è stata speciale per me, e anche per la gente della parrocchia, che desiderava rivederli dopo la prima volta che ci hanno visitato nell’anno 2000.

Invece quella degli oculisti è stata una gradita sorpresa. Carlo Mosci e Massimo Corazza sono venuti, accompagnati da alcuni dei loro figli ventenni, per montare e cominciare a usare le nuove apparecchiature oculistiche che attraverso di loro, di Carlo in particolare, ci erano arrivate in donazione. Si tratta di un “set” completo di strumenti che permettono di visitare in profondità l’occhio, individuando difetti e permettendo un’analisi profonda della cornea, del cristallino e della retina. Ebbene, Carlo e Massimo hanno montato il tutto a tempo di record il giorno dopo il loro arrivo, e poi nei cinque giorni lavorativi che sono rimasti hanno visitato ben 350 pazienti. La maggior parte di loro avevano ben poca cosa, ma l’esperienza è stata importante anche per Carlo e Massimo al fine di rendersi conto delle patologie della di qua, con l’idea di dare continuità alla cosa.

Dovevamo continuare subito il lavoro delle visite, e avevamo trovato un’oculista domenicana che sembrava disponibile a portare avanti il lavoro. Purtroppo però appena Carlo e Massimo se ne sono andati ci ha fatto capire che non aveva tempo, che lavorava già in troppi posti, ecc. Così adesso, al ritorno alla missione, dovrò mettermi sotto per trovare un altro oculista di fiducia, capace, e desideroso di spendersi per i nostri poveri.

Un discorso speciale merita anche la visita dei giornalisti della RAI. Tarcisio Mazzeo, vice capo redattore del TG3, da vari anni gira il mondo raccogliendo testimonianze di missionari e missionarie legati a Genova. Così a inizio del 2005 ha fatto la proposta anche a noi, attraverso il centro missionario, e la cosa si è potuta realizzare nello stesso periodo in cui abbiamo avuto don Chicco e gli Amici del Guaricano. In sostanza sono state fatte da dieci a venti ore di riprese, il tutto in vista di preparare vari condensati: un servizio per il TG1, vari per il TG3 regionale, una videocassetta e un DVD di venti minuti per diffondere nelle parrocchie. La cosa è già uscita alla luce, perché sono stati trasmessi un servizio su RAI 1 nell’ambito di TV7, servizio in cui si evidenziava il contrasto tra l’Isola dei Famosi e l’altro lato dell’Isola, rappresentato appunto dal Guaricano. E poi nella settiamana prima di Natale sono andati in onda vari piccoli servizi nell’ambito del TG3 regionale della sera. Aspettiamo ora il DVD e la cassetta! Grande Tarcisio! La tua opera, che sappiamo ti è costata un bel po’ di lavoro, ha permesso a molti di sentirsi molti più vicini a noi, e ha avvicinato moltissimo il Guaricano a Genova. Inutile dire che il 90% delle persone che ho visto in questi giorni mi hanno detto: “Vi abbiamo visto in televisione”. Non mi sembra vero: il Guaricano è entrato in tutte le case di Genova!!!!

Paola Longhi, che già due volte è stata con noi in Guaricano, ogni volta per vari mesi, quest’anno non ha potuto venire a causa di una rottura di una spalla. Ci assicura però che verso l’estate riuscirà a organizzarsi, precisamente dopo la nascita di un nuovo nipote. Augurissimi, Paola, e… ti aspettiamo!

Quasi mi stavo dimenticando di Francesco Zannini. Credo che lo conoscete, perché affianca il lavoro della missione dal 1998, stando con noi dai sei ai nove mesi all’anno. La sua presenza è quasi istituzionale: al mattino collabora con le suore nella farmacia, dove custodisce la cassa (non ci crederete, ma non ci si può mai fidare…). Al pomeriggio è un punto di riferimento prezioso in casa, dove mantiene una presenza importante, visto che io e Lorenzo abbiamo molti impegni fuori casa. Tra pochi mesi tornerà con noi, lo aspettiamo noi e anche la gente del barrio, che lo conosce e apprezza il suo sorriso e la sua capacità di ascolto.

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Permettemi di dirvi due parole sulla Missione sorella che è nata a Cuba. Nelle prime settimane di Ottobre il nostro card. Bertone ha accompagnato all’isola nostra vicina don Marino Poggi, presbitero genovese molto conosciuto a Genova, e don Federico Tavella, della Diocesi di Chiavari. I due missionari hanno ricevuto dal vescovo della locale Diocesi di Santa Clara due parrocchie. Molte difficoltà li aspettano, e in parte si sono già manifestate: per prima quella del regime di Fidel Castro, che nonostante i restyling di facciata continua a mettere i bastoni tra le ruote al lavoro svolto dalla chiesa. Basti dirvi che don Marino non ha il permesso di fare chiamate internazionali, né può usare la posta elettronica. Per tutto questo deve recarsi alla curia vescovile, e stare molto attento a quello che dice o scrive, perché il regime tiene sotto controllo tutto e tutti. Ma al di là di questi aspetti, vi sto parlando di questa nuova missione perché mi rallegra profondamente vedere come l’impegno missionario della nostra diocesi sta crescendo. Vent’anni fa nessuno immaginava che avremmo avuto una missione, e ora le missioni sono due. Veramente il Signore ci sta facendo fare un cammino molto bello!

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Il dispensario medico che nel 2004 si è trasferito alla nuova sede, continua il suo lavoro sotto la direzione puntuale e attenta delle suore. Come sapete, lavorano in esso un medico generale e un ginecologo (pagati dalla missione), una pediatra (pagata dallo stato). Visitano ognuno circa 25 pazienti al giorno. La gente dà un apporto di cinque pesos (otto centesimi di euro) per la visita, come forma di contribuire, da poveri ma con dignità, al sostentamento del lavoro medico. Inoltre la nostra farmacia vende a prezzo di costo la maggior parte dei medicinali (i nostri prezzi variano dal 50 al 70% dei prezzi delle normali farmacie!), e il laboratorio di analisi con cui ci siamo convenzionati, e che si reca tutti i giorni al dispensario, pratica prezzi attorno all’80% degli altri laboratori di analisi, senza contare che a un certo numero di pazienti realizzano le analisi gratis.

In più, già vi dicevo del nuovo laboratorio di oculistica: ce ne vantiamo anche perché è l’unico del Guaricano. Contiamo sulle vostre preghiere per trovare presto un buon oculista che vi possa lavorare!

E l’ambulanza, iniziata nel 2004 grazie alla perspicacia di don Lorenzo, viaggia a pieno ritmo, realizzando ogni giorno uno o due servizi. Inoltre c’è stata una cosa molto bella: i volontari sono stati trovati molto facilmente, grazie a una locale associazione di protezione civile che si è messa a disposizione con generosità grande. Don Lorenzo ha dovuto cercare gli autisti, e anche lì il Signore ha mandato più di quello che era necessario. Lo stesso don Lorenzo non disdegna di partire lui stesso con l’ambulanza quando chiamano in ore notturne. Insomma, un servizio che ci fa sentire utili: annunciamo il vangelo attraverso la pastorale parrocchiale, e lo rendiamo vita vissuta attraverso queste opere. Benedetto il Signore!

Naturamente continua anche il Centro Nutrzionale per Bambini. Negli ultimi anni c’è stata una variazione nel tipo di intervento. Il Centro era nato per rimettere in sesto i bambini che dai medici erano trovati sotto peso. Grazie a Dio non ci sono più tanti bambini che presentano questa tipologia, ma in compenso sono sempre molte le famiglie al limite della misera. Soprattutto si tratta di donne abbandonate dai mariti (spesso perché malate) insieme ai loro 4/5/6 figli, e che per la responsabilità di stare con i bambini non possono realizzare nessun lavoro. Queste “famiglie” vivono della carità dei vicini, e un certo numero di loro anche dell’aiuto che dà loro la missione sfamando i loro bambini più piccoli. E quest’opera non è nostra, ma vostra: di tutti voi, cioè, che con le vostre offerte ci aiutate a mantenere in vita quest’opera preziosa! Un grazie di cuore a tutti!

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La vita della scuola procede, con i suoi aspetti feriali e con alcune novità.

Cominciando dai primi, quest’anno abbiamo 1,050 studenti nella scuola primaria (elementari e medie). Vanno a scuola metà al mattino e metà al pomeriggio, e sono accompagnati e serviti da un bel gruppo di maestri, una quarantina in tutto. In più abbiamo 250 studenti al liceo, e un centinaio nella scuola serale.

Il liceo è partito nel 2001 come scuola semi-privata: ciò ha permesso mantenerlo più funzionale (non si fanno scioperi in questa modalità), e comunque l’assunzione del pagamento del personale da parte dello stato sarebbe arrivata molto tardi. In definitiva, le famiglie devono pagare una retta mensile perché si possa pagare il personale che lo stato non paga. All’inizio dell’anno scolastico pagavano 270 pesos (circa 7 euro) mensili, e la quota è stata ridotta a 250 (6 euro e mezzo) a partire da novembre perché lo stato ha nominato due dei professori del liceo. Non sono cifre alte in assoluto, ma per molte famiglie diventano difficili da pagare. Per questo da quasi subito con il vostro aiuto abbiamo instituito delle borse di studio, da dare in relazione al merito e alla condizione economica. Attualmente sono un centinaio gli studenti beneficiati, alcuni sgravati nella misura della metà della quota mensile, altri per intero. Credo che nel complesso il lavoro del liceo realizzi una risposta concreta e effettiva al conclamato diritto allo studio che a volte le autorità tanto decantano quanto disattendono. E, ripeto, tutto questo grazie anche a voi e al vostro generoso contributo.

Dicevo dei due maestri del liceo che lo stato ha cominciato a pagare. La buona notizia è ancora maggiore, perché hanno cominciato a ricevere lo stipendio anche altri tre della scuola primaria, e, sembra, anche quattro bidelle. Rimarremmo così con un carico, assunto peraltro dalla comunità delle famiglie della scuola, di aiutare ancora tre maestri e tre bidelle: una riduzione di questo carico di più del 50%! Ciò significherà per il 2006 che le casse della scuola potranno permettersi spese più dirette al miglioramento del servizio. Abbiamo in programma di comprare una televisione grande e un video lettore per poter usare i sussidi audiovisuali nelle aule, di mettere i ventilatori in parecchie aule che non l’hanno mai avuto, di rinnovare cattedre vecchie e piccole che stanno ancora usando una parte dei maestri. Progetti che saranno realizzati con i contributi dei genitori, progetti quindi sostenibili a lungo termine, perché la gente grazie a Dio ha accettato e capito che non si può ricevere sempre tutto regalato, ma che ognuno secondo le sue possibilità deve farsi carico delle spese di gestione delle istituzioni.

Ma l’aspetto più bello della nostra scuola è il lavoro formativo che riusciamo a fare con i maestri e con i genitori.

Con i maestri, quattro volte all’anno facciamo un ritiro, praticamente lasciando a casa gli studenti (non c’è altra maniera!). Questi ritiri portati avanti sistematicamente hanno beneficiato molto il lavoro scolastico e la stessa crescita dei docenti, perché ci permettono di fare una proposta di fede a queste persone che sono disponibili, ma che spesso per pigrizia o per stanchezza non partecipano alla Messa nella parrocchia. Inoltre, ho iniziato già due anni fa a portare avanti un cammino di formazione culturale-teologica, cioè una lezione quindicinale che faccio io stesso ai maestri. Mi costa un po’ di fatica, anche perché cerco di prepararla bene, ma mi permette di incontrarli e di dare loro un qualcosa di più a livello di conoscenza della loro fede. E anche loro sentono che è un momento importante, e se per varie ragioni passano alcune settimane senza farlo subito mi domandano cosa sta succedendo.

Con i genitori, invece, il lavoro formativo che si fa è quello di un incontro mensile. Ci prendiamo quella mattinata per incontrare i genitori invece degli studenti, e poi nel tempo restante si integra con le riunioni dei maestri. La formazione dei genitori ha spaziato, nell’ultimo anno, su temi soprattutto di vita familiare: il dialogo, l’attenzione ai figli, il perdono e la comprensione, la preghiera in famiglia. Normalmente usiamo un sussidio preparato a livello diocesano per le piccole comunità, e invece di usarlo nel corso di un mese lo estendiamo all’anno intero. Ogni maestro introduce e dialoga il tema con i genitori dei suoi studenti. Alla fine dello scorso anno scolastico ho potuto ascoltare testimonianze di genitori che hanno percepito un miglioramento forte nella vita della loro famiglia. C’è stato chi ha ringraziato commosso, perché aveva già perso la speranza di una vita di famiglia serena. Sono cose che anche qui mi commuovono, e sono segni che il Signore mi dà e che mi fanno capire che il cammino è quello giusto.

Sempre a livello di formazione, negli ultimi 15 mesi abbiamo realizzato un piano di finanziamento per l’acquisto di computer da parte dei maestri. Il ministero dell’educazione sta battendo abbastanza perché i maestri imparino le tecnologie informatiche (paradossalmente, poi, in molte scuole mancano ancora i banchi…), e ha proposto in più riprese finanziamenti di computer che però, a un’analisi attenta, si rivelavano quasi truffe per la spesa complessiva che il maestro doveva affrontare. Invece, fatto “in casa”, il finanziamento nostro gli ha dato la possibilità di avere una macchina equivalente a quelle che finanziava il ministero, ma al 50% del prezzo: 15,000 pesos (375 euro) invece di 32,000 (800 euro)! Una bella soddisfazione, e il primo gruppo sta quasi finendo, mentre gli ultimi termineranno di pagarli tra quasi due anni.

Il 2004/2005 è stato segnato dalla decisione del ministero dell’educazione di iniziare le lezioni in anticipo: il 22 agosto invece del 3 settembre. Mentre in altre scuole pubbliche c’è stato un vacillamento, e in pratica è cambiato poco, i nostri maestri hanno collaborato volentieri a un cambiamento che significava per loro un discreto lavoro in più. Speriamo che i ragazzi riescano a recepire effettivamente la maggior quantità di tempo che la scuola mette a loro disposizione!

A livello di strutture e logistica, nell’estate abbiamo rifatto i pavimenti del liceo. Aprofittando di un disavanzo di bilancio, abbiamo risanato alla radice un problema che ci trascinavamo da anni, e che consisteva praticamente in uno sgretolamento dello cemento sotto i colpi dei banchi che spesso si muovono… violentemente!

È stato fatto anche un investimento molto più grande: la costruzione di un piano ulteriore dell’edificio, piano destinato ad alloggiare i laboratori che ancora non avevamo: di educazione artistica, di scienze, e di informatica. Quello di artistica è quello che è ancora più indietro, e che spero si potrà attrezzare nella prossima estate, mentre quello di scienze aveva già una parte del materiale disponibile grazie a una donazione ricevuta a inizio del 2004 da parte del ministero: vari microscopi, provette, reagenti, ecc. che di fatto erano già usati dalla professoressa di chimica del liceo. Adesso sarà a disposizione anche degli studenti della scuola primaria.

È nuovo invece il laboratorio di informatica, che è già attrezzato con 40 computer tutti collegati in rete tra loro. Tra l’altro la tecnologia del tipo “software libero” che ho utilizzato mi ha permesso di fare un’unica spesa grossa per il server, e di comprare 40 clienti leggeri da 80 dollari l’uno! si tratta di tecnologie informatiche popolari nate negli ambienti universitari americane, e che nei prossimi anni sempre più prenderanno campo in tutto il mondo. E tutto questo senza rinunciare a niente di quanto è indispensabile perché i ragazzi imparino a usare il computer. Questo laboratorio è già funzionante a metà tempo, e adesso, al mio ritorno, ho già pronto un nuovo istruttore da mettere a lavorare con gli studenti dalla quinta all’ottava classe.

La costruzione del piano dei laboratori è costata 100,000 dollari (circa 80,000 euro): una bella somma, corrispondente a un investimento duraturo per migliorare la qualità della formazione dei nostri studenti. Da dove sono venuti questi soldi? 37,000 euro dalla Regione Liguria, a cui appunto avevamo chiesto di finanziare il progetto, e il resto… avete idea? sì, non vi sbagliate: da voi! dalla vostra squisita sensibilità, che ha potuto tradursi in un beneficio permanente per migliaia di ragazzi dominicani.

***

Il lavoro sociale della missione non si riduce alla scuola e al dispensario medico. Esiste e lavora permanentemente un fondo prestiti con il quale si aiutano le famiglie ad uscire da situazioni difficili (usura, spese mediche) o ad iniziare una nuova attività commerciale. Il fondo è frutto della sollecitudine della parrocchia dell’Immacolata di via Assarotti, e dell’amore di don Mario Terrile, il quale ha saputo sensibilizzare molti e periodicamente ci invia somme notevoli che vengono appunto investite, tra el altre cose, in questo fondo prestiti. Il fondo ha attualmente una consistenza di 1,400,000 pesos (circa 35,000 euro), che vengono prestati da poche migliaia di peso a un massimo di 50,000 pesos in una volta. Viene esigita la restituzione, ma c’è un 20% di prestiti che prima o poi diventano inesigibili. Può sembrare una percentuale alta, ma in realtà è un risultato che considero più che lusinghiero, tenendo conto delle difficoltà che molte famiglie affrontano per sbarcare il lunario tutti i giorni. E continuerà a funzionare, perché ho visto che per molti è stata l’alternativa viabile all’impegnare la casa (con il rischio poi di perdere l’unica cosa che avevano). In Guaricano infatti la disponibilità di denaro per le emergenze è offerta da tutta una rete di “Compravendite”, nelle quali si riceve un prestito quando si impegna un oggetto di valore o appunto la casa stessa. Gli interessi di queste compravendite hanno un livello più che usuraio: un minimo del 10% mensile, per arrivare anche a un 20% quindicinale! Si capisce quindi la necessità di un approccio umano ed economico al grande problema dell’affrontare un’emergenza economica della famiglia.

In termini più congiunturali, ci siamo impegnati varie volte al fianco della gente povera. Due situazioni tra tutte.

A Duquesa ho dovuto dare una mano a lottare, perché il deposito della spazzatura della capitale era arrivato a pochi metri dalle loro case. Ci sono state varie riunioni nel Ministero dell’Ambiente, si è dialogato e litigato con i responsabili del trattamento della spazzatura, e alla fine, grazie a Dio, il luogo di deposito è stato spostato a distanza più cristiana. Se ricordate, Duquesa è il paesino dove l’anno scorso avevamo realizzato la cisterna dell’acqua dopo vari anni che erano rotte le tuberie che portavano l’acqua all’abitato.

L’altra situazione invece è la lotta di un barrio dentro al Guaricano per riavere dei terreni che erano destinati a loro come aree verdi. Purtroppo questa lotta, che ha visto in certo momento anche la partecipazione dei giornali, non è andata, per adesso a buon fine, perché la banca che si è impossessata, ai margini della legalità, di quelle aree comunitarie, ha provveduto a abbreviare i tempi e sta già costruendo dove dovevano esserci parchi giochi e scuole. Ho sperimentato l’impotenza e la rabbia di non poter ottenere quello che era un diritto della cittadinanza. Classicamente e semplicemente, ha vinto il più forte!

***

Per andare verso la conclusione, due “chicche”.

La prima è che in questi ultimi anni nelle nostre parrocchie sono “spuntati” sei seminaristi: tre di loro sono al seminario minore, e gli altri tre nell’anno propedeutico alla filosofia; le suore, poi, dopo l’entrata di Cristina nel 2001 (e Cristina è ormai suor Cristina!), hanno adesso due altre ragaze che vogliono entrare con le nostre suore, due ragazze veramente in gamba, che, se il Signore vorrà che continuino, credo che saranno ottime religiose. Sono segni di speranza, questi, che veramente ci fanno sentire amati dal Signore!

E l’altra è stato il “Viaggio della speranza” di Enmanuel. Enmanuel è un ragazzo di dodici anni, nato cerebroleso, con il palato saldato sopra con sotto, senza un occhio e con il cervello fuori dal cranio per la mancanza di una parte del cranio stesso. Ebbene, grazie all’interessamento di Paola, di Francesco e di don Franco ha potuto essere portato a Roma dove nel giro di più di sei mesi gli si è aperto il palato, ricostruito il cranio, messa la protesi dove mancava l’occhio, e tanta fisioterapia. Il risultato: prima Enmanuel poteva ingerire solo liquidi e non si alzava dal letto, adesso può alimentarsi normalmente e riesce a stare seduto su una sedia a rotelle. e non ha più il pericolo di morire perché qualcuno gli urta inavvertitamente la testa. Per lui e per Ydaísa, la madre, è stato un rinascere a una vita nuova. Un grazie grandissimo a tutti quanti hanno lavorato perché ciò potesse essere realtà.

***

Già l’anno scorso vi parlavo della visita del nostro vescovo, avvenuta a settembre 2004. Quando il card. Bertone ha visitato la missione, ha voluto guardare in avanti e pensare in grande: metteremo mano anche alla costruzione della chiesa nuova della Divina Misericordia! Il progetto è abbastanza costoso, in quanto si tratta prima di livellare il terreno che è abbastanza scosceso, poi di realizzare i camminamenti, scalette e vie di accesso veicolari, quindi di costruire un salone per riunioni e ritiri, in seguito di fare la chiesa parrocchiale, per terminare con gli uffici e la canonica. Quanti soldi ci vorranno non si sa, un ingegnere sta preparando un progetto ma il costo non è ancora chiaro. Tuttavia, la cosa non ci preoccupa né ci spaventa. Prima di tutto perché è un progetto a lungo termine, che noi cominceremo e che forse altri porteranno a termine, ma poi anche perché la comunità diocesana genovese ha dato segno più volte, anzi, sempre, di sentirsi protagonista nel Guaricano. I vari don Orione, don Giuseppe Cottolengo, non pensavano ai problemi di soldi perché sapevano che la Provvidenza era sempre all’opera, e in questo stesso atteggiamento vogliamo metterci noi, con la certezza che l’opera comincerà e sarà portata a termine, con l’aiuto di Dio. Che ve ne pare?

***

Concludo, quindi, questa carrellata. Ci sono state tante cose, più tante altre che non ho riportato per motivi di spazio. Solamente voglio dire ancora una volta: il Signore è grande. Tutto quello che avete potuto leggere è opera sua, è lui che l’ha ispirato e che l’ha reso possibile, suscitando collaborazione in Guaricano e a Genova.

Per questo non solo al Signore, ma anche a tutti voi, dico: Grazie! Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

8:50 pm

don Lino


don Lino e don Paolo nella chiesa di Sant'Ambrogio di Voltri

don Lino al telefono

In mattinata ho incontrato don Lino, che dopo i setti anni di missione domenicana vive adesso la missione italiana tra i poveri di Voltri.

Ho anche scattato alcune foto, che spero di sviluppare e di far vedere alla gente di Santa Margarita.

10:36 pm

In seminario

Nonostante il periodo di esami, c’è stato il tempo per fare una chiaccherata con i seminaristi sulla nostra missione.

Mi sono tenuto più sul discorso del tipo di pastorale che si fa nella chiesa domenicana, enfatizzando il tentativo di fare cammini di rievangelizzazioni a tappe, e anche il dato dei battesimi degli adulti.

Molto interesse nei seminaristi!

Il mio sogno è che una permanenza nella missione possa fare parte integrante del curriculum formativo di questi giovani!

10:34 pm

Madonnetta

Stasera incontro con i Rangers, un gruppo di adolescenti alla Madonnetta. Alcune immagini, non molto tempo, ma anche l’età era abbastanza bassa.

Però è stata una bella sensibilizzazione agli orizzonti della missione.

Uno degli animatori del gruppo avrebbe voglia di venire a visitare la missione!

Mi ha ricevuto stamattina il card. Bertone. Come sempre è stata una visita piacevolissima, nella quale abbiamo parlato del futuro della missione, della chiesa della Divina Misericordia da costruire, del terreno dov’era prima il consultorio da comprare.

Il vescovo mi ha ribadito la sua volontà di visitare la missione a fine 2007, per fare di nuovo il punto sulla situazione.

La messa di stamattina è stata al Biscione (Mater Ecclesiae).

Don Danilo è sempre attentissimo con me, e con molto amore mi concede la presidenza della Messa per sensibilizzare la comunità alla realtà della missione di Santo Domingo.

Lo stesso di pomeriggio da don Marco Rapetti, dove non c’era una gran folla, ma ho potuto scorgere attenzione e partecipazione intensa. Tra l’altro la raccolta della Messa è stata devoluta per la nostra Missione.

… ma non è per andare a ballare, quanto per vivere vari momenti belli: prima a presiedere l’Eucaristia da don Chicco, nella parrocchia di Geo, quindi a cena al Gaslini da suor Valeria, e dopo di nuovo a Geo per un incontro con un bel gruppo di adulti.


a Geo con don Chicco, Carmen e Orietta

Don Chicco sta facendo un ottimo lavoro in quel di Geo, e da parte mia è stato piacevole incontrarmi con la sua gente.

Tra l’altro ho rivisto Carmen e Orietta, che entrambe hanno idea di ritornare al Guaricano, probabilmente Carmen nei prossimi mesi.

Beh, che devo dire? Grazie, Signore!

Oggi ho avuto l’opportunità di rivedere alla Guardia don Piero Parodi. Da alcuni anni non lavora più al centro missionario diocesano, ma ha ancora intatto l’entusiasmo della missione.

Abbiamo riflettuto insieme sul futuro della missione di Santo Domingo, constatando che purtroppo non c’è interesse nella maggioranza dei preti. Sembra poi che siano pochi i preti che hanno dato al vescovo la disponibilità esplicita a lavorare nella missione.

Ieri ho spiegato a Oscar Iop come farmi un’applicazioncina per gestire il Fondo Prestiti che ho in Guaricano.

Non mi ha saputo dire niente sui tempi, ma sono fiducioso che lo possa fare in qualche mese.

Forza Oscar!


Foto di gruppo in casa di Michela Rocca

Vi ricordate di Michela Rocca, la studente universitaria che è stata in Guaricano due volte, la prima con don Francesco Di Comite, e la seconda per realizzare là la sua tesi di laurea?

Ebbene, sono stato a cena da lei, e c’è stata una piacevole sorpresa: Michela ha invitato anche don Gianfranco Calabrese e vari altri giovani che erano stati in visita alla missione. Mi ha fatto molto piacere rivedere quelle facce!

Grazie, Signore!

Oggi pomeriggio ho visto e parlato con un bel gruppetto di persone nella mia vecchia parrocchia del Biscione, Mater Ecclesiae.

Senza immagini, ma in un certo senso è stato meglio perché mi ha permesso di presentare analiticamente il lavoro che si è realizzato e si realizza.

L’attenzione è stata massima!


L'incontro con i giovani del Centro San Matteo di Genova

Ieri sera ho avuto la gioia di vedere un gruppo di giovani che con don Nicolò fanno un cammino quindicinale al Centro San Matteo. Sono giovani molto in gamba, che hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia 2005.

Abbiamo visto alcune immagini, e ho raccontato qualcosa, un’oretta in tutto.


L'incontro con i giovani del Centro San Matteo di Genova

C’erano anche Francesco Zannini, che in questi mesi è a Genova (dovrebbe venire in missione in marzo/aprile), e anche Paolo Corazza e Lucia Mosci, che con i rispettivi padri oculisti erano stati una settimana in missione quando è partito il consultorio oculistico. Anche loro hanno dato la loro testimonianza.

La serata è poi continuata con una cena in casa Mosci, buon mangiare e tanta allegria. E anche foto e filmini della loro visita alla missione!


Paola, Francesco e Sandra a pranzo in casa Benvenuto

Tutti e tre sono stati a pranzo a casa mia. Una bella combriccola, mezza matta ma piena di entusiasmo.

È stata anche per tutti e tre un’occasione per conoscere e farsi conoscere dai miei. No, in realtà sto parlando solo di Paola e di Sandra, perché Francesco conosceva già i miei genitori.

Anche il pranzo è stato speciale.

Paola ha intenzione di ritornare al Guaricano dopo giugno: in quel mese infatti le nasce un nuovo nipotino, e quindi è impegnata a Genova, ma dopo… con noi!!!!

10:51 pm

Fiammetta

Sono stato a cena con lei e la sua famiglia.

Bel momento! e ho potuto vedere il documentario di Tarcisio Mazzeo sulla missione in relazione con la tristissima “Isola dei Famosi”, perché la grande Fiammetta me l’aveva videoregistrato. Grazie!

1:08 pm

Sandra

Ho rivisto Sandra, a casa sua. Avevo varie lettere da varie persone del Guaricano. Sandra non è stata molto in Guaricano, ma c’è stata abbastanza per lasciare dietro di sé una scia di allegria e ottimismo, insieme a forse un poco di pazzia.

L’ho trovata nella sua casa di Sampierdarene, con sé la mamma molto anziana, che vuole bene a Sandra, ovviamente superricambiata, in maniera speciale.

Mi ha promesso che mi avrebbe preparato qualche letterina da far arrivare al Guaricano, ed ha assicurato la sua presenza a casa mia per domani, insieme a Francesco e Paola.

9:27 pm

Messa a Pegli

La Messa di stamattina a Pegli l’ho vissuta veramente bene. Che bello rivedere tanta gente, con cui per sette anni abbiamo condiviso l’amore al Signore e lo sforzo per vivere la chiesa.

È coinciso tra l’altro con il battesimo del figlio di una coppia che erano “miei” giovani.

Si sentiva la mancanza di don Chiozza, mancato qualche mese prima.

Don Pietro, da parte sua, è stato molto accogliente, come sempre!

Mi sono messo (non so quando terminerò) a scrivere la relazione su quello che è successo nella missione nel 2005.

Sono tante cose e veramente belle.

Spero di averla pronta presto, così che ve la possiate godere!

Stamattina sono stato a Sant’Eusebio, dove è parroco mio fratello, e ho presieduto l’Eucaristia di quella comunità.

A Sant’Eusebio è stato parroco don Giulio Boggi, uno dei primi due preti che ha lavorato nella missione. Da Sant’Eusebio è salpato per i Caraibi, e la gente lo ricorda con molto affetto.

Mi è stato facile parlare della missione, anche perché c’erano Erika e Alessandro che il 18 verranno a Santo Domingo con me. In parrocchia la domenica 15 avranno l’invio ufficiale.


don Paolo con suor Valeria e suor Susanna

Le ho riviste alla casa madre, in occasione della festa della beata Maria Repetto.

Suor Valeria lavora nella comunità del Gaslini: si occupa della cucina e visita i bambini nei reparti.

Invece suor Susanna è all’ospedale San Martino, come responsabile di un corso di formazione del personale sanitario.

Entrambe stanno bene, e hanno molto lavoro. È stato un piacere per me rivederle dopo un anno o più. Con suor Valeria soprattutto abbiamo condiviso cinque anni di vita nel Guaricano e ciò ha fatto nascere un’amicizia spirituale molto bella.

Insieme a Erika e Alessandro verranno in visita alla missione don Giulio Boggi, don Franco Buono e don Mario Montaldo.

Don Franco è un veterano, avendo lavorato nella missione tre anni. Don Giulio ancora di più, perché di anni in missione ne ha fatto sette!

Invece don Mario è alla sua seconda (o terza visita).

Li aspettiamo tutti con gioia!


don Paolo a cena da Erika e Alessandro a Genova

Ieri sera sono stato a cena con Erika e Alessandro. Sono una giovane coppia della parrocchia di Sant’Eusebio che questo stesso mese verranno a visitare la missione.

Staranno con noi una decina di giorni, dal 18 fino quasi a fine mese.

Sono molto sensibili ai temi del volontariato, e a Genova portano avanti un impegno con i senza fissa dimora.

Sono sicuro che la loro visita sarà fruttuosa!

10:40 pm

Da Paola


da Paola con Francesco e don Franco

Con Francesco e don Franco siamo stati a cena da Paola.

È stata una maniera di rivivere tanti giorni belli passati insieme al Guaricano. Paola poi è una cuoca specialissima.

Speriamo di riavere presto con noi Paola in missione. Ci ha detto che potrebbe arrivare a estate inoltrata.

Sarebbe venuta anche prima se la rottura di un braccio non l’avesse costretta a rimanere a Genova

4:45 am

Auguri!

Auguri di cuore di buon anno a tutti!

Stanotte, al tornare dalla piccola cena di fine anno in parrocchia, mi sono attaccato al computer e con Skype ho chiamato una decina di gente del Guaricano. Per loro era ancora il tardo pomeriggio, e mi ha fatto molto piacere sentirli, e loro si sono sentiti amati dal loro pastore.

Grazie, Signore!

A Pegli, nella mia ex parrocchia, ho partecipato all’incontro con Maddalena Boschetti, una ex parrocchiana che è consacrata nei camilliani e lavora a Haiti.

Ha presentato la situazione del paese, che ha molti punti in comune con la Repubblica Domenicana, salvo un maggior povertà, accentuatasi recentemente con il colpo di stato che ha abbattuto Aristide.

Siamo rimasti d’accordo di visitarci reciprocamente, quando saremo là. Personalmente è da parecchio che desidero visitare Haiti, ma gli avvenimenti di quest’anno me ne trattenevano abbastanza. Tra le altre cose Maddalena raccontava di un prete camilliano che è stato rapito negli ultimi mesi, e che grazie a Dio sono riusciti a liberare. Sembra quindi che l’inestabilità perduri.

Vedremo…

Qui da Genova ho potuto vedere il dott. Gaggero, che è un rinomato dentista di Pegli. È in contatto con la locale Croce Verde, e mi ha promesso un interessamento per farsi dare la prossima ambulanza che sarà dismessa.

Le Croci ricevono spesso ambulanze nuove in donazione da privato o istituzioni, e in quei momenti si danno via i mezzi più vecchi.

Due ambulanze per il guaricano, sarebbe un ben colpo!

Lo mettiamo nelle tue mani, Signore Gesù!

Radhamés, il marito di Carmen, da qualche settimana è a casa, ma non ha finito il programma di recupero dell’alcolismo in Hogar Crea: sua moglie ha detto al direttore che era tornato a bere, così l’hanno umiliato presentando la cosa davanti a tutti e lui si è scocciato e non è più voluto tornare là. E in casa adesso è un inferno più di prima: quando di è assaporata una vita diversa è difficile tornare indietro, e Carmen e i suoi figli non ce la fanno più.

Ieri sera, avvicinandosi la cena della vigilia di Natale (noche buena), il direttore di Hogar Crea ha chiamato Radhamés, e lui si è lasciato “tentare” ed è andato a cenare con la comunità. Vedremo se accetta tornare là, è estremamente necessario perché sta bevendo più di prima.

Uniamoci tutti in preghiera per chiedere al Signore che lo aiuti a prendere questa decisione.

La messa di stamattina è stata una messa in tono minore. Molta gente è andata ai paesi di origine, altri forse patiscono ancora dei bagordi di ieri sera: la tradizione qui non è il pranzo di Natale, quanto la cena della vigilia.

I giovani del coro hanno presentato alcuni canti appropriati e delicati, rendendo molto bella la messa.

Dopo la celebrazione ho salutato quelli che sapevano del viaggio, da molti una richiesta di salutare don Lino, don Giulio e don Franco. Molti si ricordano con affetto dei preti che sono passati per queste parrocchie, e sentono un’amicizia viva e costante.

La Messa di Mezzanotte è stata segnata in maniera speciale dall’allegria del Gloria. Visto che il coro me l’ha fatto in maniera bella melodiosa e ritmata, ho approfittato per prendere la statua del bambino in mano, alzarla in alto, e portarla danzando lungo tutto il camminamento centrale della chiesa.

Il risultato è stato che il coro, intuendo la cosa, ha continuato a ripetere il gloria, e l’assemblea ha vissuto questo momento solenne di lode che dev’essere durato in tutto quattro o cinque minuti.

Mi faceva piacere vedere le facce allegre della gente, al cantare questo canto di gioia dopo tutto l’avvento che non l’abbiamo cantato.

E poi, alla fine della Messa, la calca per baciare la statuetta del bambino Gesù. Tutti l’hanno baciata. Sono gesti popolari, che possono fare ovviamente anche quelli che ancora non possono fare la comunione, e che a questa maniera hanno la possibilità di avere un contatto “fisico” con Cristo, contatto che qui è molto sentito e desiderato.

Avevamo con noi i vari seminaristi della parrocchia, che già da qualche giorno sono in vacanza. Alla fine della Messa ho invitato la comunità a dar loro calore e affetto, sono i “nostri” seminaristi!

Sono tornato poco fa dal pranzo natalizio del clero di Santo Domingo.

Abbiamo ascoltato un’oretta di belle canzoni (tra le quali un’Ave Maria di Schubert cantata da una soprano niente male) e poi a mangiare: moro di guandule, riso natalizio, pollo fritto e arrosto, una specie di involtini di carne, insalata, gamberetti, e l’immancabile dolce. Sul tavolo mele rosse e uva (è la tipica frutta di Natale qui).

È stato abbastanza prostrante, così come prostrante è stato il traffico per arrivare in curia (un’ora) e per tornare (di più).

E stasera c’è anche la cena dei preti della zona. Sono tutte cose bellissime, ti fanno sentire fratello con questi vescovi e preti con cui condividiamo il servizio!

L’unica cosa: spero di non morire! sono cose troppo stancanti! per lo meno, per me in questo momento, che devo lasciare tutto in ordine prima di andarmene domenica, e ho ancora un sacco di cose da fare!

Domenica pomeriggio (giorno di Natale) ho l’aereo per Genova. Sento il bisogno di un po’ di riposo.

Sto cercando di mettere a posto tutte le cose che non lo sono, in parrocchia (programmazione del prossimo mese, lettera alle famiglie di gennaio, impegni dei seminaristi, esonerazioni di tasse varie, riparazioni e pagamento dei rispettivi lavoratori) e in casa (conti di casa da portare alla curia di Genova, ordine in camera e nell’ufficio, ultime compre per il nuovo consultorio).

Spero di farcela!

Sarò di ritorno qui il 18 gennaio.

La tradizionale cena natalizia della scuola è stata stasera. Hanno partecipato un 70% del personale. Inaspettatamente non c’erano vari maestri della scuola serale.

Si doveva terminare alle otto, ma abbiamo tirato, udite udite, fino alle otto e quarantacinque! Vi domanderete perché uso questo tono: è perché tutti hanno paura di andare in giro di notte, specialmente in questo tempo sotto Natale: ci sono molti ubriachi in giro.

La cosa che più mi ha commosso è stato vedere che una coppia che sono lui maestro e lei bidella, non hanno mangiato per portarsi via le vivande e condividerle con i tre figlioletti piccoli.

Un’altra persona, che ogni tanto ha difficoltà con suo marito, non ha mangiato per condividere la cena con la dolce metà: un gesto di distensione, che probabilmente le aiutarà a passare un Natale più sereno.

…è il nome del posto dove avevamo la celebrazione penitenziale stasera alle cinque.

È una parrocchia nuova smembrata dallo Spirito Santo di Villa Mella. Rimane mezza fuori mano, per arrivarci bisogna fare due kilometri di strada sterrata, e mi ha dato l’idea di essere più bisognosa della nostra. Sono 6,000 famiglie sparse su un territorio abbastanza vasto, e la maggior parte sono famiglie che hanno occupato il terreno che è dello stato e si sono fatti la loro casa. Far West domenicano.

Alla celebrazione non c’era tanta gente, l’impressione è che la parrocchia, che necessariamente è situata in uno degli otto settori, è troppo lontata dagli altri sette. In ogni caso dall’anno scorso ad adesso hanno “guadagnato”, perché prima la parrocchia era Villa Mella, che era effettivamente distantissima per chi dovesse andare a piedi, e comunque scomoda, per il traffico impossibile, per chi va con mezzi propri.

Oggi c’è stato il ritiro natalizio della scuola. La partecipazione del personale è stata buona, direi il 95%.

Mi sembra che tutti sono rimasti soddisfatti. Ci hanno aiutati Teofilo e un’altra sorella appartenente ai “Missionari della croce”, la fraternità dei laici del SINE.

Al pomeriggio ho fatto io una meditazione, che a giudicare da quello che si è condiviso dopo i gruppi ha lasciato il segno.

Sia al mattino che al pomeriggio mi sono passato un bel po’ di tempo a confessare. Parecchi professori, alcuni volontariamente, altri li ho chiamati, e c’ho azzeccato perché mi hanno poi detto che erano lì mezzi indecisi.

Domani sera avremo la cena, che tutti gli anni è un momento molto bello per passare qualche oretta insieme serenamente.

9:12 pm

Día del niño

In Repubblica Dominicana l’ultimo giorno prima della vacanze di Natale si celebra il Día del niño, cioè la “giornata del bambino”: in ogni scuola i bambini portano roba da mangiare, musica, giochi, e passano una mattinata (o un pomeriggio) di festa.

In molte classi la maestra compra dei piccoli regalini per gli stessi studenti.

A volte la scolaresca invita una famiglia povera e gli fa omaggio di una cesta di alimenti, in maniera che possano fare una buona cena di Natale.

Sono giornate contraddistinte da un certo casotto: i bambini adottano lo stile festaiolo che vedono nel mondo adulto attorno a loro.

Nella nostra scuola l’abbiamo avuta oggi. Non ho potuto partecipare praticamente niente, perché ho dovuto fare vari giri in città a risolvere questioni che devo lasciare pronte prima che venga il Natale.

Il Ritiro d’Avvento dei giovani è stato bello: l’ha animato, Minorka, per gli amici Minú, una giovane della Pastorale Giovanile Diocesana. Ha guidato i ragazzi a contemplare e adorare il Figlio di Dio che si fa carne a Betlemme. Li ha fatti riflettere, e poi lavorare in gruppo.

Da parte mia ho aprofittato per confessare un bel po’ di giovani che non si erano confessati nella Celebrazione di Lunedì scorso, e il tempo mi è volato. Dalle undici che abbiamo cominciato (dopo la messa dei giovani) abbiamo finito verso le due.

Ho patito un po’ l’inizio, perché Minù si è mezza persa ed è arrivata tardi, e quindi i ragazzi stavano andandosene, ho dovuto sudare per mantenerli lì finché il ritiro non è cominciato.

9:11 pm

2+3+6 matrimoni

Tra ieri e oggi abbiamo avuto undici matrimoni, cinque alla Divina Misericordia e sei a Santa Margarita.

La cosa che mi ha colpito di più è stata la presentazione impeccabile di sposi, testimoni, paggetti ecc. nei matrimoni di oggi pomeriggio a Santa Margarita. Questa gente, quasi tutti poveri, ci tengono a vivere bene questo giorno, unico nella loro vita, e che considerano così importante.

Il retroscena della cosa è che ci sono molte coppie che per non poter permetterselo rimandano continuamente il giorno in cui celebrano questo sacramento. Attualmente credo che siano almeno una quarantina quelle che hanno fatto il corso di preparazione in questi anni che io sono qui, e che non sono ancora arrivati a sposarsi.

L’ora del matrimonio era alle quattro, ma una coppia è arrivata tardi e abbiamo cominciato quasi alle cinque. La Messa è finita alle sei e un quarto, e poi tra le firme e le foto abbiamo finito alle sette. Tutti i volti esprimevano una sana e santa allegria.

Alla Divina Misericordia sono andati Lorenzo, che ha presieduto l’Eucaristia, e Marcial, che ha benedetto le nozze. Lorenzo mi ha confermato che Marcial se l’è cavata molto bene, sembrava, dice Lorenzo, che non abbia fatto altro nella vita.

In definitiva abbiamo vissuto dei bei momenti di chiesa. Grazie, Signore.

Il concerto del coro Cristo Vivo è stato ieri sera.

È cominciato un po’ tardi, alle otto e mezza contro le sette che doveva iniziare, ma è andato tutto liscio.

Oltre al nostro coro ha partecipato un gruppo della parrocchia dell’Amparo, ci sono state danze ben preparate, e molti canti natalizi.

La partecipazione non è stata numerosa, meno di duecento persone. Non si è fatta la pubblicità per radio, e quindi sono venuti solo dal Guaricano.

Con il ricavato (5,000 pesos, circa 130 euro) il coro terminerà di pagare la batteria che aveva comprato a inizio dell’anno.

Dei 12 matrimoni che avremo tra oggi, domani e sabato prossimo più della metà hanno delle incongruenze nei documenti.

Un uomo poi non è riuscito a ottenere l’atto di nascita, e quindi il corrispondente matrimonio deve essere ritardato din quando apparirà il documento. Non lo trova perché (gli hanno detto) il libro è andato distrutto non so in che ciclone o calamità, e quindi bisogna cercarlo in un’ufficio centrale, ma cerca che ti cerca ancora non l’anno trovato (e nel frattempo il tipo che gli fa le ricerche gli spilla soldi al malcapitato).

Un’altro uomo ha la cédula senza il cognome del papà, e quindi a tutti gli altri documenti, compreso all’atto di nascita della unica figlia, gli manca questo cognome. Dopo il matrimonio dovrà mettersi sotto, in un processo lungo, noioso e costoso.

C’è da aggiungere che credevo che la segretaria avesse chiari i suoi compiti nella fase di raccolta dei documenti, mentre non era così (si è dimenticata, sembra…), per cui mi sono accorto stamattina di parecchi dati che ci mancavano per redigere gli atti, e quindi mi sono dovuto mettere a chiamare i vari promessi sposi/e per chiedergli quei dati. Vabbé, ogni tanto si regredisce, ma non importa.

Oggi pomeriggio quindi cominciamo con due matrimoni, alla Divina Misericordia. Domani continueremo con tre alla Divina Misericordia e sei a Santa Margarita. E il finale sarà sabato 24, con l’ultimo, a Santa Margarita.

Tra un po’ devo uscire per finire di mettere a posto le ultime cose.

Tra parentesi, i matrimoni di domani alla Divina Misericordia per la prima volta li benedirà Marcial! Lorenzo presiederà la Messa e il diacono il matrimonio. Auguri, Marcial!

Stasera sono stato alla parrocchia di Nostra Signora dell’Amparo (= Guardia) a confessare. Molte confessioni! C’eravamo 5 preti.

Dopo le confessioni, la sorpresa di una pasta al dente preparata da Luigi Brivio. Come? mi domandate se Luigi è italiano? ebbene, la risposta è sì!

Ci ha fatto gli spaghetti al dente, con un sughetto di maiale buono buono. Anche i preti domenicani li hanno apprezzati e gustati!

Cosa ci fa Luigi in Guaricano? lui stesso racconta che è venuto dall’Italia per fare una vita… facile. Con un “amico” ha fatto vita bella per vari anni, finché ha conosciuto il Signore, e ha lasciato la vita di prima.

Sta di casa fuori dal Guaricano, ma abbastanza vicino alla parrocchia dell’Amparo. Quando c’era don Franco si è inserito in quella comunità parrocchiale, attivo soprattutto nelle visite ai malati e nel gruppo di preghiera carismatica.

È una persona speciale, bizzarro, ma capace di sacrificio. E appunto stasera ci ha stupito con effetti speciali. Grazie per gli spaghetti al dente, Luigi.

E grazie anche a te, Signore Gesù!

Ho dovuto dedicare un po’ di tempo a rivedere i documenti delle coppie che si sposano nei prossimi giorni. Sono in tutto dodici, tra sabato e domenica, a Santa Margarita e alla Divina Misericordia.

La metà hanno dei problemi nei documenti: la cosa più comune è che nell’atto di battesimo hanno la data di nascita diversa, o non gli manca il riconoscimento del padre.

Il caso peggiore che ho visto è quello di un uomo che è riconosciuto dal padre nell’atto di nascita, ma ciò non risulta nella cédula (l’equivalente della nostra carta d’identità), dove ha solo il cognome della madre. La cosa triste è che la figlia l’ha dichiarata con la cédula, e quindi la ragazza ha il primo cognome assolutamente sbagliato. Dovrá spendere un sacco di soldi per rettificare l’atto di nascita, e una volta rettificato dovrà aggiustare i documenti scolastici e tutto il resto.

Gli altri anni mi imponevo che tutti questi problemi di documenti si risolvessero prima del matrimonio, ma adesso non riesco neppure a pensarlo: ci hanno messo tanto per decidersi a sposarsi, che se li faccio mettere dietro al problema dei documenti non mi si sposano più!

Stasera Mercedes Núñez ha fatto vedere ai giovani e meno giovani il documentario “L’urlo silenzioso”, che è un documentario-verità sull’aborto, quello che rappresenta, e come si effettua. L’avevamo già visto con il personale della scuola, ed ora è stata la volta dei giovani.

Vi sono volute peripezie per poter proiettare il filmato: il portatile di Mercedes non riconosceva il formato del dvd a causa della mancanza di un codecs. E poi, dopo che Eladio ci ha installato il codecs, ogni tanto, non si sa perché, la pellicola si bloccava.

Credo che abbiamo ulteriormente “vaccinato” questi ragazzi, spero che nessuno di loro si faccia o consigli mai un aborto!

Per chi è curioso di vedere il video, sul sito kattolico.it c’è una pagina da cui potete scaricarvelo: non è troppo grande, sono solo 32 MB, che significa circa 2 ore con un modem, e meno di 2 minuti con l’ADSL. Vi assicuro che ne vale la pena!

Buona visione!

Penso che domani terminerò la lettera alle famiglie di questo mese. Mi manca solo trascrivere una testimonianza e inserire due foto.

Naturalmente la preparo usando openoffice.org, la suite libera di programmi per l’ufficio.

Così spero che domani potremo cominciare a fare le copie. Mi manca solo la carta, devo comprarla in mattinata.

Stasera le confessioni ce l’avevamo nella parrocchia di Santiago el Menor.

Sono arrivato in anticipo, e ho trovato il padre Isidro, il nuovo parroco, che stava già confessando, così mi sono messo a confessare anch’io, e c’ho dato per quasi due ore.

Dopo un po’ è arrivato un altro prete, neocatecumenale come il padre Isidro. Purtroppo non è venuto nessun’altro, per cui quando me ne sono andato alle 7 e mezza c’era ancora un fiume di gente ad aspettare.

Ho avuto anche la “brutta” notizia che S., la ex responsabile del gruppo giovani di Santiago, si è “sposata” perché è rimasta incinta (le virgolette significano che si è sposata, come dicono qui, passando per le finestre, cioè andando a convivere).

Fa un po’ di tristezza, aveva lavorato ottimamente per molti anni…

10:10 pm

Mai visto!

Per la prima volta in vita mia ho visto scoppiare una batteria! Che botto!

L’inversore della parrocchia sembrava avere dei problemi, così ho controllato se le batterie avevano acqua. Ho trovato i bulloni dei cavi della corrente DC flosci, e quando mi sono messo per stringerli BUM!

Meno male che stavo lavorando su quella che non è scoppiata. Me la sono cavata con una bella spruzzata d’acido sulla camicia e con un fischio in un’orecchio per il resto del pomeriggio. Adesso sembra tutto rientrato.

9:27 pm

Giornata piena

Oggi, nonostante il lunedì sia il “giorno libero” dei preti, ho avuto abbastanza da fare:

  • pagare la tredicesima ai dipendenti del liceo
  • mi è venuta a parlare una ragazza che è stata anche responsabile di un gruppo di giovani e che qualche mese fa è andata a convivere, “per fare un’esperienza nuova” (sic!), e con la quale abbiamo parlato della possibilità di rimettersi in careggiata e tornare a ricevere l’Eucaristia
  • ho “ricevuto” un lavoro fatto dal nostro fabbro
  • sono andato a prendermi due files dal server del nuovo laboratorio di informatica, per mandarli al bug system di ubuntu e vedere se qualcuno mi suggerisce la soluzione al problema delle “no free leases” del server dhcp
  • sono andato in città a far riparare due dei computerini che funzionano come clienti nello stesso laboratorio di informatica, e me li hanno aggiustati perché erano ancora in garanzia
  • sono andato dal cardinal López Rodríguez a portargli una cosa che si era dimenticato in parrocchia domenica
  • ho comprato una scatola di bibbie nella libreria della curia
  • sono arrivato a casa, ahimé, alle 2 e mezza del pomeriggio
  • dopo pranzo, in parrocchia, ho dovuto preparare dei documenti che mi sarebbero serviti di lì a poco
  • alle sei abbiamo avuto la celebrazione penitenziale d’Avvento di Santa Margarita, e ho confessato fino alle otto e un quarto, accompagnato da don Lorenzo e altri tre preti.

Alla fine mi sento mezzo stanco…

Oggi abbiamo avuto il Ritiro d’Avvento per tutta la comunità. O meglio, per tutt’e due le comunità. Per la prima volta l’abbiamo fatto separatamente Santa Margarita e la Divina Misericordia.

Sono stato di più in quello di Santa Margarita, che non è stato tanto frequentato. Però le meditazioni sono state belle ed efficaci.

Marcial, che ha accompagnato il ritiro della Divina Misericordia, mi ha parlato di una presenza abbastanza consistente nel pomeriggio, mentre di mattina il livello era come a Santa Margarita, sulla sessantina di persone.

La parte del mattino me la sono persa perché avevo la Messa dei Giovani. Invece la parte del pomeriggio non me la sono goduta perché non avevo digerito bene. Ma nonostante questo ho potuto confessare varie persone e parlare una mezz’oretta con un uomo che è mezzo lì lì per venire a Messa, e che spero che dopo questo dialogo il Signore lo aiuti a prendere una decisione. E la Messa della sera, nonostante la mezza indisposizione, l’ho vissuta meglio e mi sembra che ho dato di più che quella dei giovani.

Stamattina il cardinal López Rodríguez ha inaugurato la parrocchia Divina Misericordia. Alle 7 di mattina ha celebrato l’eucaristia, e si è preso una visione del lavoro fatto: la cappella provvisoria, l’ufficio parrocchiale, la piccola canonica.

La gente ha partecipato numerosa, e più numerosa ancora perché per l’occasione abbiamo sospeso la correspondente messa di Betania, cosicché c’erano le due comunità parrocchiali.

Il cardinale come sempre è stato molto caldo e vivo nella celebrazione, e la gente semplice gli vuole molto bene perché ama stare in mezzo ad essi.

Mi ha fatto i complimenti per quello che si è potuto fare, e spero che il lavoro possa andare avanti di bene in meglio!

Oggi è la giornata della programmazione pastorale zonale.

Stiamo facendo un incontro dei consigli pastorali di tutte le parrocchie della zona per una verifica dei primi mesi del piano pastorale nuovo e per mettere le basi delle attività dell’anno prossimo.

Delle nostre parrocchie c’era un 70/80% dei membri dei consigli pastorali. Altre parrocchie avevano rappresentanze simili, qualcuna uno o due gatti, e varie nessuno.

L’ho lasciati a mezzogiorno per venire a mangiare a casa con Lorenzo e le suore, e tra poco torno in là per continuare a lavorare con loro.

Ieri e giovedì abbiamo avuto altri due bei momenti alla Settimana Giovanile.

Giovedì è stata con noi una giovane della Pastorale Giovanile Diocesana, parlando di come un giovane può essere costruttore di pace.

Ieri, un giovane uomo, sposato, ha parlato dei valori della sessualità. È riuscito a presentare la cosa in maniera molto interessante, e i giovani sono rimasti entusiasti. Ha parlato con abbondanza del fatto che è controproducente avere relazioni sessuali prima del matrimonio, e ha insistito sul matrimonio come fedeltà per tutta la vita.

C’è stato un piccolo inconveniente alla fine, perché non mi aveva detto che non aveva mezzo di trasporto per tornare a casa, e quando è stata l’ora di chiamargli un taxi non ce n’erano disponibili. Alla fine Aneuris, un giovane del gruppo, gli ha dato uno strappo con la moto. Grazie, Aneuris.

La serata si è conclusa con l’invito a tutti i giovani presenti a unirsi a uno dei gruppi esistenti: Ciempiés, a Betania; Jóvenes con Cristo, nel settore Arca di Noè; Talento Juvenil, nel settore San Ramón; un gruppo nel Chimbú e un altro a Los Cazabes. Partirà con l’occasione anche un nuovo gruppo nella parrocchia Divina Misericordia.

Alla fine di tutto mi sono fermato fin quando è andato via l’ultimo giovane, per controllare che lasciassero ben pulito l’ambiente. Di fatto i giorni precedenti nonostante le raccomandazioni era rimasto sporchetto… E la cosa bella che a fermarsi a pulire sono state varie giovani non troppo impegnate, nelle quali ho scoperto una servizialitpà che non conoscevo!

Con l’aiuto di Dio questa pastorale giovanile cresce!

Domani dovevamo avere il ritiro di Avvento del personale della scuola.

Dico dovevamo perché ho preferito spostarlo al giorno 20.

Pensavamo di terminare la scuola il 21, ma i professori non lo accettano, e così ho cercato una soluzione che non ci facesse perdere più giorni di scuola.

Così domani facciamo lezione e il ritiro va più avanti!

Stasera alla Settimana Giovanile toccava al tema sull’aborto.

È intervenuta Mercedes Núñez, che ormai è di casa nella nostra parrocchia.

Doveva portare il video “L’urlo silenzioso”, dove si vede l’ecografia di un aborto, ma non ha potuto. Con l’aiuto di Dio ce lo farà vedere mercoledì prossimo.

Anche stasera la presenza dei giovani, per lo più adolescenti, è stata ben forte! Arrivano a tutte le ore, ma vengono!

Grazie, Signore!

Non so cosa sta passando con il nuovo laboratorio di informatica, ci sono dei ritardi pesanti nel caricamento dei clienti.

Sto chiedendo sul canale IRC di edubuntu ma non ho ricevuto ancora indicazioni precise sulla causa e come risolvere il problema.

Forse è che non l’ho chiesto al Signore?

10:32 pm

Il batterista

Da due o tre mesi abbiamo un batterista, un ragazzo di 17 anni che sembra in gamba, Samuel.

La sua famiglia è evangelica pentecostale, ed anche lui ha frequentato quella chiesa per un certo tempo, portatovi dai genitori, ma poi si è stufato, a sua detta per i pettegolezzi dell’ambiente giovanile.

Ha iniziato a venire a Messa per suonare la batteria, invitato da Gregory, un suo compagno di scuola ben inserito nel gruppo giovani.

La batteria la suona divinamente, e l’impressione è che giorno dopo giorno si stia integrando sempre di più nella vita della parrocchia. Stasera e anche ieri sera era alla settimana giovanile.

Francisca mi dice che sta per diventare formalmente cattolico, che già a livello giovanile ci si trova molto bene.

Personalmente ho parlato con lui varie volte, e lo trovo abbastanza maturo per la sua età.

Mi piacerebbe che continuasse e si battezzasse, è un ragazzo molto in gamba.

E ci toccherebbe anche, perché in questi anni ho visto vari ragazzi cattolici diventare evangelici. Almeno uno che da evangelico diventi cattolico, non ci starebbe male!

Che ne pensi, Signore?


SPIEGAZIONE

La seconda serata della Settimana Giovanile è stata resa preziosa dalla presenza del cardinale Nicolás López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo.

E la prima cosa che colpisce in lui è il piacere che ha di parlare ai giovani e con i giovani. Si sente a suo agio. Ci sta bene. Quando gli ho fatto l’invito ha accettato subito!

Ha parlato del fidanzamento e delle relazioni prematrimoniali, in maniera schietta e franca. A me colpisce il fatto che non cerca di dire cose accettabili. Dice quello che deve dire e basta, e ha un bel dono per dirlo in maniera che si ascolti volentieri.

Ha parlato per quasi un’ora, mantenendo l’attenzione dei giovani quasi senza nessun segno di stanchezza. E poi c’è stato un fuoco di fila di domande, spaziando dalla possibilità di una ragazza violentata di farsi suora, fino ai consigli per vivere un buon fidanzamento.

La serata si è conclusa in bellezza con una recita del gruppo di teatro, che ha divertito molto anche il cardinale.

E la presenza del cardinale ha fatto anche da catalizzatore: c’erano quattro volte tanto i giovani di ieri! Al meno 300! (nella foto se ne vedono solo una piccola parte). E chiedo al Signore che li faccia tornare tutti i restanti giorni di questa settimana.

Nel frattempo: Grazie, Signore!

Stasera è iniziata la seconda Settimana Giovanile, la prima è stata l’anno scorso.

Era la serata di presentazione e ambientazione, ma non c’erano troppi giovani: forse un 60/70. Sono stato contento per la presenza di un certo numero di giovani di Jacagua.

Domani verrà il cardinale López Rodríguez a parlare del fidanzamento e delle relazioni prematrimoniali. Spero che arrivino i giovani, perché così come era oggi sarebbe una mezza brutta figura con lui.

Santiago è un giovane ingegnere di una trentina d’anni che vive a Jacagua. Sposato, o meglio, convivente, si sposeranno tra due domeniche.

Stamattina ha ricevuto il battesimo. Si era già preparato al battesimo in quaresima, ma non avevamo potuto farlo a causa della convivenza. Adesso, in prossimità del matrimonio, si sono impegnati a stare “separati” fino al matrimonio, e ha potuto ricevere il battesimo.

È stato un momento molto bello, anche perché è stato nella messa parrocchiale delle sette di mattina. E Santiago è una persona molto semplice, si è conquistato la simpatia di tutti.

E in più sono sicuro che accetterà di impegnarsi nella vita parrocchiale. È e sarà ancora di più un dono per la chiesa del Guaricano!

Stamattina alla messa dei giovani l’ha presieduta il padre Manuel Segura, dei Missionari del Sacro Cuore. È l’incaricato vocazionale della congregazione, e l’ho invitato perché desidero che i giovani della parrocchia si sensibilizzino di più alla vocazione missionaria.

Sto chiedendo al Signore nella preghiera che mi faccia vedere vocazioni missionarie prima di andare via di qui.

Il padre Manuel ha fatto una bell’omelia, l’unica cosa è che mi sono addormentato, e qualche giovane se n’è anche reso conto… che vergogna!