Contributi nella categoria 'Parrocchie'

Stamattina abbiamo avuto un piccolo ritiro “per fidanzati”, che in realtà era aperto a tutti, e di fatto hanno partecipato una settantina di giovani ed adolescenti.

Il ritiro l’ha dato una coppia non proprio giovane (19 anni di matrimonio) ma con una bella esperienza da raccontare, e con una comunicativa molto buona. Jhonny e Sandra.

Quello che ha colpito di più i ragazzi è stato il racconto delle fasi della loro vita di coppia: lei è figlia di un padre ubriacone, ma è cresciuta con il proposito di arrivare vergine al matrimonio; sono stati fidanzati per 8 anni, e hanno saputo mantenere il proposito; poi hanno vissuto 5 anni sposati lontani dal Signore, e lui era un donnaiolo; finché non si sono incontrati (tutti e due) con il Signore e da quell’istante la loro vita è diventata diversa: lui ha lasciato le donne, hanno imparato a dialogare e ad avere fiducia l’uno nell’altro.

Jhonny e Sandra hanno coinvolto le coppie di fidanzatini presenti (7 o 8), e quasi a tutte hanno fatto raccontare qualcosa di come hanno cominciato.

Nel complesso hanno dato un messaggio molto positivo, che sono sicure che è arrivato a destinazione!

Grazie, Signore!

Oggi pomeriggio abbiamo iniziato la settimana all’insegna del “Sì alla vita, no all’aborto e contro la delinquenza”.

Entusiasmante la partecipazione della cittadinanza: circa 400 persone. Non credo sia facile che tante persone partecipino a un evento culturale.

Le autorità che hanno presenziato sono state:

  • il deputato Pelegrín Castillo
  • Mercedes Núñez, del Movimento per la Vita dominicano
  • Félix Martínez, direttore del distretto educativo
  • un rappresentante del vicepresidente della repubblica
  • un rappresentante del capo della polizia
  • il responsabile della polizia del Guaricano
  • Il rappresentante del ministero pubblico del municipio.

Tutti si sono espressi chiaramente sul fatto che l’aborto è un delitto e un crimine, e sul versante delinquenza hanno messo in evidenza il fatto che la radice di molte situazioni delinquenziali sta nella famiglia.

Tra gli altri, Pelegrín Castillo ha spiegato dei vari tentativi, grazie a Dio non riusciti, di introdurre legislazioni più permissive sull’aborto nel paese: la prima volta nel 1992 e la seconda volta all’inizio di quest’anno. Entrambe le volte la chiesa cattolica ha parlato chiaramente, e ha potuto fermare un progetto che la cultura dominicana rigetta fortemente, anche se nella pratica i dominicani possono a volte o spesso cadere.

Pelegrín Castillo e anche Mercedes Núñez hanno enfatizzato il fatto che la “battaglia” dell’aborto è portata avanti da organizzazioni statunitensi, che investono capitali cospiqui per “allineare” la Repubblica Dominicana con gli altri paesi “evoluti”.

L’atteggiamento di rifiuto dell’aborto da parte dei dominicani me li fa amare ancora di più, e mi fa riflettere se veramente sono sottosviluppati loro o piuttosto noi in Italia, dove nessuno può dire che l’aborto è l’assassinio di un essere umano innocente perché subito viene “linciato” da tutta l’opinione pubblica. E perché? perché si pretende il rispetto dell’altro, cioè della donna o di chi vuole farla abortire. Invece del bambino nessuno si preoccupa, anzi, come succedeva ai conquistadores spagnoli che non consideravano persone gli indios o i negri, così stanno facendo adesso i paesi “illuminati”: non sono capaci di vedere la persona umana nel bambino nel ventre di sua madre. Al punto che lo si può ammazzare raccontandosi che è qualcosa come togliersi un’appendicite. Che tristezza!

Stasera abbiamo celebrato il primo consiglio pastorale della nuova parrocchia Divina Misericordia.

La metà dei membri vengono dal consiglio pastorale di Santa Margarita, l’altra metà è nuova, però con molto entusiasmo!

Abbiamo valutato il cammino fatto finora dalla neonata parrocchia, e pensato ad alcune cose pratiche, come la maniera di iniziare l’ufficio parrocchiale, il guardiano da mettere di notte, gli orari di apertura dell’ufficio, lo sviluppo della vita liturgica della parrocchia.

La programmazione di dicembre è stata molto simile a quella di Santa Margarita, e alcune cose si faranno ancora insieme, mentre altre, come gli aguinaldos e il ritiro di avvento, saranno a parte.

Abbiamo parlato anche di come cercare di coprire il forte debito di 350,000 pesos (circa 10,000 euro) che abbiamo per le spese di costruzione degli uffici parrocchiali e della prima cappella sul terreno che ospiterà la nuova chiesa.

Con le sole entrate delle due parrocchie si dovrebbe pagare in un anno e mezzo, stringendo su tutti i fronti dove si può stringere. Abbiamo messo in cantiere varie attività per cercare di saldare il debito più alla svelta. Speriamo di riuscirci in un annetto!

Oggi pomeriggio (è domenica) la nostra parrocchia ha vissuto un bel ritiro per le famiglie.

Il predicatore è venuto accompagnato da due fratelli musici e cantori, e tra tutti e tre hanno fatto passare all’assemblea quasi quattro ore senza neanche accorgersene.

I partecipanti sono stati più di 350, in maggioranza coppie, molte sposate, molte ancora non sposate.

Il ritiro ce lo siamo godutio tutti, perché i musici, il due “Antony y Jesús”, sono stati veramente bravi.

Il predicatore ha toccato il tema della guarigione della famiglia, e della coppia in particolare, dai mali che più l’affliggono: gelosia, risentimenti, non perdono.

Alla fine del ritiro ha fatto una preghiera di guarigione che è stata ricevuta dall’assemblea con unzione grande.

Stamattina abbiamo celebrato la prima riunione del consiglio pastorale della Santa Margarita in versione ridotta, cioè senza i settori della Divina Misericordia.

Abbiamo accolto alcuni rappresentanti nuovi: Joselín, per i giovani, Jacinta, per la liturgia, Félix e María per la pastorale familiare.

L’interesse è sempre vivo, e il lavoro ben dinamico.

Grazie, Signore!

È andato in onda poco fa il servizio (penso) di Tarcisio Mazzeo sulla missione del Guaricano.

Non l’ho visto, ovviamente, ma me ne aveva avvisato don Francesco Di Comite, e ne ho avuto un riscontro su wikipedia.

Se qualcuno l’ha visto ci dica qualcosa!

Stasera nella riunione di formazione dei ministri abbiamo riflettuto insieme sulla famiglia, prendendo come traccia una lettera che Benedetto XVI aveva inviato in giugno ai membri di un congresso della diocesi di Roma sulla famiglia.

Ne sono venute fuori riflessioni interessanti.

Siamo finiti a parlare dell’aborto, che qui non è permesso ma che è praticato clandestinamente, molte volte bevendosi (e funziona!) preparati artigianali che si acquistano con estrema facilità. Dany ha parlato di una sua nipote che ha in casa sua, e che doveva essere abortita. Così come Jacinta, che si è fatta carico dell’educazione della figlia di sua cognata, e che già durante la gravidanza l’ha accompagnata in lungo e in largo a tutte le visite ecc., e dopo che la bambina è nata se l’è presa in casa e adesso ha 20 anni e anch’io la conosco benissimo.

Siamo finiti anche a parlare della convivenza, e delle coppie che si preparano al matrimonio. Lì ha dato la sua testimonianza Toca, il quale si è preparato al matrimonio vivendo separato in casa dalla sua convivente per 11 mesi, e raccontava di come in vari momenti gli ha pesato, e del fatto che a volte l’ha sentito un castigo che gli è stato inflitto. E che però adesso (s’è sposato già due anni fa) lo vede come un momento di grazia.

Insomma, una serata che si è fatta profonda grazie alla comunicazione dell’esperienza di tante persone.

Le settimane prossime voglio fare le preparazioni specifiche per i ministri dell’Eucaristia e gli Animatori di Asemblea (o Ministri della Parola).

A mo’ di retrospettiva, condivido con voi il lavoro che sono venuti a fare qui Carlo Mosci e Massimo Corazza, i due oculisti attraverso i quali ci sono arrivate le apparecchiature (nuove, per un valore totale di varie decine di migliaia di euro!) per la visita oculistica.

Non contenti di farci arrivare questi strumenti, sono venuti qui una settimana per montare il tutto.

Così sono arrivati i 27 ottobre, in men che non si dica hanno installato tutto, e due giorni dopo hanno cominciato a vare visite a tutto spiano. In totale, in quattro giorni che hanno avuto a disposizione, hanno visitato ben 350 persone! Alcune di esse avevano problemi significativi, la maggioranza se l’è cavata con la prescrizione degli occhiali. Sono stati trovati vari bambini con l’occhio pigro, con i quali è stata avviata la classica procedura del bendaggio dell’occhio sano.

Carlo e Massimo avevano tre buoni aiutanti: Marta e Lucia (figlie di Carlo) e Paolo (figlio di Massimo), tutti e tre sui vent’anni, con molto entusiasmo e generosissimi nel servizio!

La cosa bella è stata che non sono venuti solo a fare un servizio medico, ma si sono integrati bene anche alla vita della comunità cristiana, partecipando alla Messa tutti i giorni con noi e dando la loro testimonianza di fede ai fratelli domenicani.

Per dare continuità al lavoro abbiamo cercato un’oculista dominicana, e dobbiamo vedere se è possibile che si integri all’equipe del dispensario medico. Sembrava che fosse molto facile, e al momento di concretizzare sono usciti alcuni problemi. Vi chiediamo anche a voi una preghiera per riuscire a risolverli. Nel frattempo continuiamo a cercare altri oculisti che possano essere diponibili per il lavoro.

Oggi i catechisti di tutte le parrocchie della diocesi si sono riuniti nell’auditorium di un collegio del centro per la tradizionale giornata di tutti gli autunni.

Quest’anno è stata significativa la presenza del cardinal López Rodríguez tutto il giorno: in mattinata ha fatto una relazione sui tema “Catechista valorizza te stesso”, e nel pomeriggio ha presieduto l’Eucaristia finale. La predica è stata ben animata, e ascoltata con molto interesse da tutti i catechisti.

Delle mie due parrocchie hanno partecipato una trentina di catechisti. Pochi, considerando che in tutto sono un centinaio. Ma c’è da dire che quelli che hanno partecipato l’hanno fatto con amore e anche con un po’ di sacrificio. Quando li rivedrò glielo dirò, facendogli i complimenti. Così come chiederò spiegazione a quelli che non hanno partecipato. Di fatto alcuni catechisti giovani mi danno l’idea che non sono andati perché sono del coro, e la cosa non mi piace molto, devo chiarire con loro che questi momenti di formazione sono prioritari su tutte le forme di vita parrocchiale.

Giovedì sera sono tornato un momento in parrocchia dal ritiro perché avevo in programma una conferenza alle coppie.

Il tema era il ciclo della “illusione – delusione – reillusione” nella relazione di coppia. Credo che ha aiutiato molti a pensare che un problema non è per far cadere una relazione, ma per farla maturare.

C’erano una ventina di coppie, più molti “vedovi” e “vedove”. E anche Marcial, nella Cappella del Barrio, aveva circa venticinque coppie.

Questa conferenza era parte del Mese della famiglia, che qui si sente abbastanza.

Questa è stata la mia terza volta a Santo Domingo, nella missione genovese del Guaricano.

La prima volta è stata nel 1992, con il cardinal Canestri, come responsabili delle aggregazioni genovesi per conoscere e far conoscere la missione.

La seconda nel 2000, per incontrare mio fratello e portare i miei genitori a conoscere la parrocchia di don Paolo.

La terza questa settimana, per poter ri-incontrare don Paolo, assieme ai miei, e per rivedere questa realtà di chiesa ben diversa dalla nostra.

Il primo bilancio a caldo è largamente positivo, per diversi motivi: l’affetto di tutti, l’accoglienza calorosa dei dominicani, l’incontro con la comunità parrocchiale, la freschezza e gioventù delle espressioni di fede, il sorriso dei bambini e le treccine delle bambine.

Ma questa esperienza, come tutte le esperienze forti, va lasciata decantare qualche giorno, per poter cogliere, in trasparenza, tutta la realtà, fatta di cose positive e di qualche fatica. Avrò quindi occasione di scrivere ancora.

12:47 pm

Messa di saluto

Questa mattina, alle 7.00, nella chiesa provvisoria della nuova parrocchia della Divina Misericordia, abbiamo salutato la comunità parrocchiale del Guaricano. La messa, come sempre, è stata una gran festa; la gente era molto partecipe ed attenta nell’ascolto della parola, nella preghiera d’intenzione, nella preghiera di ringraziamento, nell’accostrarsi all’eucaristia. Sono stati portati all’offertorio insieme al pane e al vino cinque ceri accesi, segno delle cinque vergini sagge, un cesto di viveri per i più poveri, tre bimbi appena nati. Alla fine della messa sono state presentate alla comunità le persone che hanno scelto di iniziare il catechismo, giovani e adulti che vogliono conoscere di più il Signore e crescere nella fede.

È stato poi il nostro turno. La prima a salutare e ringraziare la comunità è stata la mamma, poi il papà, ed infine io e la zia. Tanta emozione nelle nostre parole, ma anche in quelle dei parrocchiani del Guaricano. Ovviamente noi abbiamo avuto bisogno del traduttore, mentre è successo un piccolo miracolo: siamo riusciti a comprendere quanto ci hanno detto senza alcuna traduzione. È proprio vero che il linguaggio dell’amore è universale.

Dopo i saluti, un abbraccio grande, con ognuna delle persone presenti e un arrivederci, augurato da entrambe le parti, come promessa di sostegno a vicenda nella preghiera e nel ricordo continuo.

Durante la settimana ho partecipato a due incontri di formazione degli animatori pastorali (una trentina in tutto). Sono stato molto contento perché stata per me una esperienza di chiesa molto intensa, anche se il mio poco spagnolo non mi permette di comunicare.

Due annotazioni opposte che mi vengono dal cuore:

  1. Lo slancio, la passione, l’entusiasmo degli animatori erano veramente incomiabili e sono stati un grande esempio per me. Se mettono la stessa passione, come credo, nel loro servizio pastorale, il loro annuncio e il loro servizio certamente trascinano altre persone nell’incontro con Gesù.
  2. Per contro, ho notato una certa povertà culturale, probabilmente dovuta alla poca istruzione, ma forse dovuta anche ad un atteggiamento mentale, quello di vivere tutto emozionalmente prima che con la testa (esattamente l’opposto di noi europei).

Questa comunque è la comunità, e gli animatori sono sicuramente un dono grande nel servizio pastorale per poter arrivare a quante più persone possibili dei quarantamila parrocchiani.

Continuano a ritmo serrato le nostre consultas (visite) oftalmologiche.

Grazie all’aiuto dei nosrti figli Paolo Marta e Lucia, io e Carlo riusciamo a visitare quasi 100 persne al giorno. E’ sicuramente unesperienza emozionante e gratificante venire a contato con una realtà di estrema povertà ma allo stesso tempo per noi di forte arricchimento per lo spirito e per affrontare megio la realtà quotidiana al nostro ritorno in Italia.

Le nostre giornate iniziano presto al mattino con la Messa e poi continuano quasi senza pausa fino alle sera: però lo spirito è quello giusto, positivo, e la stanchezza non si sente.

Ringrazo il Signore per avermi concesso questa opportunità.

Oggi pomeriggio sono arrivati i due seminaristi per la settimana vocazionale.

Sono due tipi ben svegli, rispettivamente di primo e terzo anno di filosofia.

Nel breve incontro che hanno fatto con i giovani mi ha colpito la testimonianza di uno dei due, che ha parlato del fatto che aveva un lavoro che guadagnava bene, e una ragazza con cui stava insieme da cinque anni ed erano prossimi al matrimonio, e al sentirsi chiamato al servizio della chiesa non gli è importato niente lasciare tutto questo.

Mi ha fatto pensare alla generosità del mio inizio, e al rischio di sedermi che vivo tutti i giorni.

Novembre è qui il mese della famiglia.

L’abbiamo cominciato oggi con un incontro per le coppie vicine al matrimonio. Sono varie coppie, conviventi da anni, che recentemente hanno fatto il corso di preparazione al matrimonio ma hanno avuto difficoltà per sposarsi. Quelli che sono venuti sembra abbiano idea di sposarsi in dicembre. Qualche coppia deve trovare i soldi per la celebrazione, gli anelli, i vestiti, ecc.

Gli altri momenti di questo mese della famiglia comprendono:

  • I temi per le Comunità Ecclesiali di Base, che per tutto il mese sono attorno a temi familiari.
    Una conferenza per tutte le coppie (giovedì 10 alle 18).
  • Un ritiro di guarigione familiare per le coppie, diretto in particolare a quelle coppie che uno è ben inserito nella chiesa e l’altro no (domenica 20).
  • Una settimana dal titolo “Sì alla vita, no all’aborto e contro la delinquenza”, preparata da un gruppo di teatro giovanile (comincia sabato 26).
  • Un ritiro per findanzati(ni), domenica 27.

L’aspettativa è che tutti i parrocchiani, idealmente, possano ricevere qualcosa in questo mese, e che le famiglie possano crescere dal punto di vista spirituale e umano.

Il primo di novembre, a S. Domingo, pur essendo la solennità di Tutti i Santi, non è anche festa civile. E la celebrazione di questa festa è risultata un po’ sotto tono. La messa comunitaria è stata quella delle 7.00 del mattino, celebrata nella parrocchia di Santa Margherita e in una cappella vicino alla parrocchia della Divina Misericordia.

Quello che mi ha meravigliato è stato il numero dei fedeli che ha partecipato alla messa. Pochi sicuramente rispetto alla domenica, ma pochi quasi anche rispetto alla messa feriale, sempre invece molto partecipata. Segno che l’adesione al Signore, sempre viva e gioiosa, deve maturare e necessita di una formazione costante che riesca a coniugare amore al Signore e scelte di vita personali. Segno che questa chiesa è una chiesa giovane, – lo si vede anche dalle espressioni – che deve ancora crescere e diventare cultura, che incide sulla vita.

Oggi Domenica abbiamo partecipato alla messa comunitaria, alle ore 7.00 del mattino. Si, proprio le 7.00 del mattino, in quanto qui in Santo Domingo la giornata comincia presto.

Ed è stata subito una gioia grande. Per diversi motivi.

  • Prima di tutto per l’incontro con il Signore. È proprio vero che, in qualunque parte del mondo e qualunque lingua si parli, la celebrazione eucaristica ci fa gustare l’incontro con il Signore e ci fa sentire in un qualche modo a casa.
  • La seconda annotazione è l’incontro con la comunità. Mi meraviglia, ogni volta che vengo in Guaricano, – è la terza volta ormai – il senso di comunità parrocchiale che si riesce a cogliere guardando come la gente partecipa e vive il mistero della chiesa. È una festa grande di gente che si incontra e si vuole bene ed esprime in maniera corporale questi suoi sentimenti.
  • Il terzo motivo è l’incontro con la gente. Che emozione nel sentirti accolto e in un qualche modo a casa. Tanti benvenuto e benedizioni e strette di mano e soprattutto abbracci, perché questo è il modo più caloroso con cui ci hanno accolto. E ci è “toccato” presentarci, tutti, mamma, papà, zia, i due oculisti e i loro tre figli, in un’attenzione veramente grande da parte della gente.
  • Non ultimo la vivacità e l’allegria della messa. In una partecipazione veramente corale, nell’ascolto della parola, nei canti sempre allegri e animati, nella preghiera che sgorga dal cuore, nell’accostarsi alla mensa eucaristica, nella preghiera per comunià ecclesiale genovese. Quanto avremmo da imparare per poter rendere più umane le nostre celebrazioni eucaristiche e la nostra partecipazione alla vita parrocchiale.

Oggi, domenica, in occasione della Santa Messa io e le mie figlie Marta e Lucia siamo stati presentati alla comunità parrocchiale della Divina Misericordia.

Così anche questa mattina sveglia di buon ora (qui fa caldo, la giornata è meglio cominciarla dalle ore più fresche) per partire alle 6,20 destinazione parrocchia della Divina Misericordia. Arrivati là, come al solito ci siamo stupiti della partecipazione della gente così di buon ora in una chiesa tutta da inventare (di fatto una costruzione precaria allestita in modo assolunamente dignitoso tale da poter ospitare quante più persone possibli). E in realta le persone erano veramente tante (circa 400) che senza problemi accettavano il disagio di stare in piedi o su scomede panche tutti accalcati ma pronti a dare gloria al Signore con canti festosi e preghiere partecipate.

Alla fine della Messa, prima della benedizione finale, don Lorenzo che ha officiato la Messa mi ha presentato alla comunità per spiegare perché siamo venuti, dire chi ero e cosa faccio nella vita, parlare della mia famiglia e del nostro impegno-partecipazione alle attività parrocchiali.

In realtà la sera prima con l’aiuto di mia figlia Marta che parla lo spagnolo avevamo preparato un piccolo discorso di 2 minuti che poi ho letto dall’altare (e pare che mi abbiano anche capito !!!!). A mia volta ho presentato le mie figlie Marta e Lucia e ho parlato dell’ambulatorio di oculistica che da domani lunedì 31 ottobre, sarà a disposizione della popolazione locale.

Come al solito (peraltro non ci si abitua mai a tanta disponbilità e gentilezza ) siamo stati accolti da un applauso e da manifestazioni di gratitudine da parte della gente.

Ieri mattina di buon ora siamo partiti tutti insieme dalla casa della missione per recarci alla parrocchia dove ci siamo riuniti asieme ai porrocchiani di don Paolo per recarci nella sede dove veniva svolta la chisura dell’anno Eucaristico. Tanti bus e tante persone tutti festanti e ansiosi di partecipare.

Arrivati sul luogo il primo impatto è stato molto bello perchè ci siamo ritrovati in mezzo ad una vera moltitudine di persone (circa 10.000) già in piena atmosfera di preghiera che cantavano per prepararsi alla giornata.

La giornata era divisa in due parti: la prima prevedeva l’adorazione Eucaristica mentre la seconda prevedeva la Santa Messa.

Quello che però vi volglio raccontare è come ho vissuto io la giornata. Armato di macchina fotografica e cinepresa sono andato in giro pe riprendere tutto ciò che ritenevo rappresentare i momenti più belli e significativi della giornata stessa. Volti di singoli fedeli o dei gruppi, dei sacerdoti o delle religiose, delle personalità o di coloro che lavoravano per la giornata, tutti lì per lo stesso motivo: l’adorazione del mistero dell’Eucaristia.

È difficile poter comunicare quello che ho visto e ho vissuto proprio per la dimensione e il modo diverso di vivere questi momenti da parte di questa popolazione della Repubblica Dominica. Fondamentalmente la gioa, la consapevolezza di vivere e di essere partecipi di un momento particolare di preghiera e soprattutto il desiderio di comunicarlo agli altri nel modo più festoso.

In barba al servizio d’ordine passavo da un settore all’altro tra la folla e fin sopra all’altare e ciò mi ha permesso di scattare tanta fotografie che nei prossimi giorni inserirò nel diaro per cercare di fare partecipe oltre che con le parole anche con le immagini anche a coloro che non c’erano quello che ho potuto vedere e vivere ieri mattina.

Sono Francesco, il fratello di don Paolo e sono qui a S. Domingo assieme ai miei genitori e alla zia.

Sono ormai passati due giorni completi della nostra esperienza e ci sembra di essere già a casa.

Ci sorprende l’accoglienza, l’amicizia, il calore che le persone della comunità parrocchiale hanno nei nostri confronti. Sempre un sorriso, una buona parola, un abbraccio caloroso, con l’ottimismo di chi prende la vita per il verso giusto nonostante la povertà e le difficoltà.

È un po’ come se la fede diventasse vita vissuta che traspare da ogni incontro. Per contro, il malessere di queste persone è quello di non far diventare morali le scelte che hanno fatto con il cuore. In poche parole, la famiglia e la famiglia regolare sono una fatica grande, concausa anche la grossa povertà.

L’esperienza è sicuramente positiva e coinvolgente, anche se i ritmi che ci vengono dati sono intensi e a volte la stanchezza affiora.

Papà e mamma oggi sono riusciti a conquistare i parrocchiani.

Oggi pomeriggio abbiamo fatto un incontro fraterno in cui loro hanno parlato della nostra vita di famiglia, del loro fidanzamento, di come hanno avuto i loro figli, di come hanno preso la notizia delle due entrate in seminario, ecc.

La gente ha ascoltato con molta attenzione (erano presenti un centinaio di persone), e alla fine hanno fatto un po’ di domande.

I miei hanno parlato in maniera molto semplice, e lasciando trasparire la fede con cui hanno vissuto sempre e continuano a vivere. E questo è quello che è arrivato al cuore della gente più di tutto il resto.

Oggi 9.30 abbiamo partecipato alla messa dei giovani, dove partecipano soprattutto bambini e giovani – anche se si sono visti parecchi adulti.

La prima nota è stata quella dell’allegria. Una festa di gioia per aver incontrato il Signore e per essersi incontrati come comunità. Ma poi anche una festa per la possibilità di esprimere in modo corporale questa allegria. Nel canto, nei movimenti accennati di danza, nel battimano a tempo di musica, negli strumenti musicali (chitarra amplificata e batteria). Guardando i volti della gente e sentendo le loro parole, traspare che quella gioia viene dal cuore e tocca in qualche modo la vita.

Alla fine della messa, la nostra presentazione ai giovani della comunità: mamma e papà con la loro testimonianza di famiglia, io e i figli degli oculisti con la testimonianza della nostra vita e del nostro servizio in parrocchia, gli oculisti con la testimonianza del loro lavoro e delle loro famiglie. È stato proprio bello perché c’è stata una attenzione da parte di tutti. E poi i due oculisti hanno invitato a venire all’ambulatorio per una visita oculistica durante la settimana.

Alla fine della messa abbracci e saluti con tutti.

Stamattina abbiamo vissuto la chiusura dell’Anno Eucaristico insieme a tutte le diocesi del paese.

Lo scenario è stato il Faro a Colón (Colombo), il mausoleo dove i dominicani sostengono di avere le ossa dell’illustre genovese. È una gran costruzione a forma di croce, che insieme ai resti di Colombo ospita un museo con reperti (la maggior parte in copia) di tutte le parti del mondo. Attorno alla costruzione c’è un immenso parco, che si è popolato con circa dieci/ventimila persone.

Ogni diocesi aveva assegnato un colore, rosso per Santo Domingo. Era il colore prevalente, e si capisce perché.

Della nostra parrocchia sono venute circa 250 persone, attratte anche dal fatto che abbiamo tenuto volutamente il costo a un livello molto basso per cercare di aiutare tutti a partecipare. La parrocchia ha dovuto integrare con una somma quasi pari a quello che ha dato la gente. Un mese fa, quando dovevamo decidere la cosa, ero un po’ indeciso, dal momento che la parrocchia aveva 300,000 pesos (oggi saliti a 400,000, quasi 10,000 euro) di debiti. Alla fine mi sono lanciato, facendo l’atto di fede che la cosa era del Signore, non mia, e che se era lui a chiedermelo lui si sarebbe incaricato di far entrare questi soldi.

Sono venuti anche i miei e gli oculisti con i figli.

Il tempo è stato bizzarro. Quattro volte se messo a piovere, l’ultima è stata durante la distribuzione della comunione. Fortunatamente la gente aveva l’ombrello, con cui si è riparata alternativamente dal sole e dall’acqua.

Mons. de la Rosa, arcivescovo di Santiago de lo Caballeros, ha fatto l’omelia spiegando la messa, in uno stile immediato e al tempo stesso profondo. Non ha fatto rimpiangere le omelie del cardinal López Rodríguez.

Sono arrivato al Guaricano due giorni fa cono le mie due figlie maggiori Marta e Lucia e il mio collega – amico Massimo Corazza e suo figlio maggiore Paolo.

Il giorno dopo ci siamo messi a lavorare per installare l’ambulatorio di oculistica; per fortuna tutto è andato bene tutto e tutto è funzionanate. Abbiamo organizzato l’ambulatorio su due stanze in modo tale da poter visitare in contemporanea io e Massimo e sfruttare al meglio le giornate.

Il pomeriggio ci siamo dedicati allo smistamento delle medicine, sia quelle che erano già arrivate con il container assieme agli strumenti, sia quelle che abbiamo portato dall’Italia dirattemente nelle valigie (eravamo in 5 e abbiamo portato con noi 9 valigie pesantissime tutte cariche di medicine e altre cose utili!!!!).

Tutto questo non nasce dal caso ma dalla collaborazione di tanti che hanno lavorato nell’ombra: Stefano S. che ha di fatto regalato l’apparecchiatura, Alessandro F. che si è preoccupato della spedizione, Santo M. che ha collaborato nella preparazione degli strumenti.

Adesso siamo pronti: nelle messa domenicale verrà avvisata la popolazione locale della possibilità di avere la visita oculistica. Ci auguriamo di poter visitare tanti bambini anche in età prescolare per poter soprattutto fare prevenzione sui difetti della vista così importanti a questa età.

Lasceremo tutto questo in mano ad una dottoressa locale di nome Alida, che abbiamo avuto il piacere di conoscere ieri e che già nella settimana prossima verrà a lavorare qualche ora con noi e prendere pratica delle apparechiature.

Ieri sera siamo stati tutti alla cena benefica del Seminario Minore.

Punto dolente: come anche gli anni scorsi arriviamo tardi, finiamo in qualche tavolino ai lati, e alla fine quasi non ci arriva la cena. Di fatto poi i miei e anche gli amici oculisti + figli non hanno apprezzato la cucina dominicana. Ma sembra che neanche molti dominicani, a giudicare dai piatti rimasti mezzi pieni in tavola.

Comunque la serata è stata bella, con musica allegra e anche qualche balletto.

Per me è sempre un’occasione bella: per stare al fianco dei nostri seminaristi (sono sei!) e anche per rivedere persone che non vedo tutti i giorni.

Tra le altre cose ho potuto parlare con Pelegrín Castillo, che è un deputato (sembra) cattolico, al quale ho fatto presente un’invito che gli abbiamo fatto a partecipare a un’attività organizzata dai giovani sul tema dell’aborto. Mi ha detto che parteciparà di sicuro! Vedremo.

C’è stato qualche problema con i mezzi di trasporto: per andare in là abbiamo stentato a trovare, chiedevano tutti troppo. E per tornare indietro ancora di più, ma per il motivo che dal centro della città nessuno si sente di andare al Guaricano di notte. È che il Guaricano ha una fama un po’ brutta…

La gente del campo ha risposto bene alla chiamata all’adorazione di oggi pomeriggio. La cappella di San Ramón era abbastanza piena.

Io ho mischiato l’adorazione con il ministero della reconciliazione, che è sempre molto bello.

Ho anche conosciuto una donna che vive a Jacagua da tre mesi, e che sembra una persona ben attiva nella chiesa.

Il Signore ci sa sempre fare dei bei regali!

Il primo giorno di questa settimana di chiusura dell’Anno Eucaristico abbiamo vissuto un momento di “adorazione eucaristica” con i bambini della scuola.

Le virgolette sono dovute al fatto che, per mantenere i bambini attenti per mezz’ora, la celebrazione ha dovuto essere abbastanza fantasiosa: Vangelo, dialogo, e soprattutto scrivere una preghiera su dei foglietti che poi abbiamo distribuito sull’altare tutt’attorno all’ostensorio. Quando sono andato davanti all’altare e ne ho presi alcuni per leggerli ad alta voce ho percepito che l’attenzione dei bambini era al massimo!

Domani l’adorazione sarà nella cappella di San Ramón, nel campo.

La messa dei giovani era appena cominciata quando è cominciata una tempesta tremenda.

Si tratta di “Alfa”, che è una tempesta tropicale che ha attraversato il paese da sud a nord, e fortunatamente in maniera veloce: è piovuto dall’una del mattino fino a mezzogiorno, con il picco di violenza e intensità dalle nove e quaranta alle dieci e dieci, esattamente il tempo del vangelo e della predica.

Poca gente alla messa, il dominicano quando piove non si muove!

E bagnarella per molti di quelli che sono arrivati in ritardo, ma anche per quelli che erano già lì: infatto la struttura della nostra “chiesa”, che in realtà è una tettoia, è ideale per bagnarsi quando piove con un po’ di vento.

Anche sull’altare dovevo cercare i punti dove non pioveva, per evitare che mi si bagnasse il Corpo di Cristo. Seduto alla sede, un gocciolamento si ostinava a raggiungermi un braccio.

Oggi pomeriggio c’è stato il Rosario Vivente. Si è fatto in ogni settore, anzi, ne sono stati fatti due o tre per ogni settore.

L’idea di questa atomizzazione è quella di poter stare il più vicino possibile alla gente. E difatti ho ricevuto feedback significativi di persone che si sono lasciate coinvolgere proprio perché il Rosario Vivente è passato davanti alla loro casa!

Avevo intenzione di muovermi e di vedere come andavano tutti (o quelli che riuscivo).

Purtroppo il fango del filtrante mi ha impedito totalmente la partecipazione. Ho solo visto la partenza del Rosario Vivente di Betania. C’era un discreto numero di gente ed era ben animato!

Domani a Messa faccio raccontare da vari settori come è andata!

Sabato l’altro in mattinata avremo la solenne chiusura dell’anno eucaristico, nel Faro a Colón.

Per prepararla avevamo una riunione stasera, in cui abbiamo coordinato queste e altre cose. Per facilitare la partecipazione della gente assumiamo parte del gasto delle guagüe con la parrocchia. Non è un momento facile, perché a causa dei lavori degli uffici della parrocchia nuova abbiamo in tasca solo 300,000 pesos (8,000 euro) di debiti, che stiamo pagando poco a poco.

Abbiamo anche coordinato varie altre cose, tra cui un ritiro per coppie per la metà di novembre.

E c’era un’aria molto bella, molto partecipativa. Di cui ho ringraziato il Signore, e continuo a farlo anche adesso: sei forte, Gesù!

Stasera ho visitato una comunità apostolica del settore Nueva Jerusalén (La Mina).

Sono tutti persone abbastanza giovani, molte donne con un solo uomo. L’entusiasmo che ho visto in loro mi ha ricaricato, e mi ha dato voglia di visitare altre comunità.

Mi ha colpito in particolare il racconto di Pedro, al quale ho chiesto come è arrivato alla fede. La sua risposta è stata la seguente: era una persona tranquilla, ma non gli piaceva la vita di chiesa; diceva che sarebbe andato in chiesa quando il Signore lo avesse toccato; al partecipare un giorno in un culto evangelico, ha sentito la presenza dello Spirito Santo, il pastore se ne è accorto e glielo ha fatto notare, e l’ha invitato a impegnarsi di più in quella chiesa; lui ha risposto che non l’avrebbe fatto, perché non gli piaceva quella chiesa evangelica, così ha cominciato a rifrequentare la sua chiesa cattolica che frequentava da piccolo, e poco a poco ha continuato il cammino facendo il Ritiro di Evangelizzazione e arrivando alla comunità apostolica.

Nel suo racconto mi ha colpito soprattutto il particolare che il pastore, al sentire che a Pedro non piaceva la chiesa evangelica, gli ha consigliato allora di andare alla cattolica. Grande pastore! Ben pochi pastori del Guaricano direbbero una cosa così. Io ho l’impressione che quel pastore sia Chico, un ex cattolico che conosco abbastanza bene, che per l’appunto pastorea una chiesa evangelica non lontano da lì. E così Pedro può vivere adesso la sua fede nella sua chiesa cattolica.

Grazie, Signore!

9:59 pm

Malati

Oggi pomeriggio ho visitato e dato l’unzione a tre malati.

Il primo, Tomás, era in fin di vita, e la famiglia sembrava molto serena.

Il secondo, Pedro, era in letto, con il catetere, senza forza per alzarsi. Quando gli ho chiesto sul suo battesimo aveva le idee abbastanza confuse, mi continuava a dire che lo avevano battezzato nel fiume (gli evangelici), ma poi il figlio mi ha chiarito che prima era stato battezzato nella chiesa cattolica. La frase che più mi ha colpito è stata a questa: “Voglio incontrarmi con il Signore, non voglio perdere il dono della salvezza”. Mi ha colpito perché io ero lì che pensavo: stiamo chiedendo al Signore la guarigione, e magari lui non viene guarito e ci rimane male… Questo malato mi ha dato una lezione di fede.

La terza, Nereida, è una donna che ho battezzato l’anno scorso, sembrava in fin di vita, avevo capito (male?) che aveva un tumore terminale. Invece l’ho trovata viva, ed è stato uno stupore per me rendermi conto che era la stessa dell’anno precedente. Era immobile in letto, anche solo per girarsi aveva bisogno che la figlia la aiutasse. Mi dice: “Ho tutti i nervi rigidi, non riesco a muovere niente”. Con fatica muoveva un braccio. Ha fatto la sua confessione e dopo abbiamo celebrato l’unzione. Alla fine ha chiesto che gli mandassi l’ambulanza, perché da parecchio tempo non andava all’ospedale e sentiva il bisogno di andare a farsi un controllo. Domani Lorenzo la porterà, e prima porterà là il medico per verificare a quale ospedale mandarla e per farle la lettera di riferimento.

Ieri sera si è svolto il concerto del gruppo TUNA (Tutti Uniti in un Nuovo Amore), un gruppo musicale cristiano maschile della parrocchia di Santa Cruz, a poca distanza da noi.

Io non mi sentivo tanto bene, e ho preferito venire a casa.

L’accoglienza che hanno ricevuto è stata ottima, anche se la partecipazione non è stata un gran ché (circa 200) e anche la raccolta con le buste non ha lasciato quasi niente, praticamente abbiamo coperto le spese. Di fatto la maggior parte dei partecipanti erano adolescenti (senza soldi in tasca) e giovani (se hanno dei soldi in tasca sanno in cosa spenderli).

11:08 pm

Santa Margarita

La giornata di oggi, giorno della festa di santa Margarita, è passata serenamente.

A parte le due messe del mattino (come sempre), nella messa della sera abbiamo avuto mons. Amancio Escapa, vescovo ausiliare, in rappresentanza del cardinal López che è all’estero. Mons. Amancio ha messo in evidenza il significato della devozione al Sacro Cuore.

A mezzogiorno ci siamo ritrovati con un buon numero di famiglie nel salone della scuola per mangiare insieme. È stato un momento sereno e di buona condivisione.

Ci si doveva vedere a mezzogiorno, ma in realtà la maggior parte delle persone è arrivata verso l’una, e quando abbiamo cominciato a mangiare era l’una passata.

La cosa bella del pranzo è che si sono messe tutte le varie pentole con i vari piatti su un unico tavolo bello lungo, e poi ognuno è andato a prendere quello che voleva, scoprendo così i sapori dei piatti degli altri.

È stato spazzolato tutto, anche perché c’erano i giovani del coro che non sono niente facili.


I bambini presenti al concerto

E dopo mangiato c’è stato un piccolo concerto, con tre cori presenti: Cristo Vivo (coro dei giovani), i coro degli adulti, e i Romance Latino, che sono giovani più o meno della parrocchia ma che cantano merengue e bachata. Varie persone hanno ballato, alcuni in maniera che faceva piacere vedere per la grazia e l’armoniosità dei movimenti.

C’ho provato anch’io, suscitando un buon interesse in tutti i presenti. Naturalmente ho ballato solo con persone di più di cinquant’anni!

Alla fine della Messa, ho avuto modo di chiaccherare un po’ con Heriberto e Miguel Ángel, due dei nostri seminaristi: li ho accompagnati al seminario, e durante il viaggio abbiamo dialogato gustosamente!

Stasera abbiamo avuto il concerto della vigilia della festa di Santa Margarita.

Non mi sono fermato tutto il tempo per una mezza febbre che avevo.

La gente è arrivata poco a poco, tanti adolescenti e giovani. Musica sfrenata ma che trasmette amore al Signore. La cosa più bella è vedere tutto il “pubblico” cantare e danzare dal suo posto al ritmo di merengue. E le facce sorridenti. Per il dominicano, e forse ancora di più per la dominicana, la musica è tutto!

Oggi abbiamo dato il primo grande uso al nuovo duplicatore digitale, stampando 9,000 copie della lettera alle famiglie che verrà consegnata la settimana prossima.

Il risultato è stato un po’ deludente, perché dopo 500 copie il master si strappava in un angolo, e la stampa si spostava verso la parte indietro del foglio (non chiedetemi perché…).

Quindi molti fogli sono stati stampati male. Ce li teniamo così, non possiamo spendere altri soldi.

Oggi pomeriggio doveva venire il tecnico a vedere cosa succedeva, speriamo che non si faccia aspettare!

Anche stasera, come ieri sera, la Messa di settore di preparazione alla Festa di Santa Margherita l’abbiamo fatta sotto la pioggia.

Come ieri, un particolare bello, un regalo del Signore: nonostante sia piovuto quasi tutto il giorno, la mezz’ora prima della Messa l’acqua si è calmata un po’, e questo ha permesso che la gente uscisse di casa e partecipasse.

Poi, ieri come oggi, durante la Messa la pioggia si è intesificata.

Ieri, però, eravamo sotto una tettoia; oggi, avevamo sopra la testa solo un telone, mal fissato, che con il vento volava su e giù, e a tratti scaricava da un lato l’acqua che accumulava: quelli che erano da quella parte dovevano improvvisamente scansarsi per non fare la doccia!

Io ho concelebrato reggendo in mano un ombrellone tutto il tempo della Messa. Ha presieduto il padre Ramón Suero, nuovo parroco della parrocchia Nuestra Señora de América Latina, assistito anche da Marcial.

Ci è andata meglio di ieri con le ostie. Ieri purtroppo una goccia che si lasciava insistemente scivolare dalla tettoia era caduta a più riprese nella patena, prima della consacrazione e forse anche dopo, per cui molti hanno fatto la comunione con il Corpo di Cristo bagnato, ma non nel Sangue di Cristo.

Oggi il provvidenziale ombrellone, manovrato da me all’indomani di ieri, ha evitato che succedesse lo stesso. Mi è costato abbastanza, le gocce dell’ombrellone in particolare riuscivano a cadere sempre sulla mia testa, ma abbiamo evitato che succedesse qualcosa di più spiacevole!

Domani mattina viene a presiedere l’Eucaristia il padre Federico, fino a pochi mesi fa parroco di Santiago el Menor e Nuestra Señora el Amparo, che adesso è stato chiamato dal vescovo a fare il formatore in seminario.

Il prof. Narciso era il direttore docente della scuola Guaricano Adentro.

Lino ha lavorato abbastanza insieme a lui, e anche con Miguel Gil.

In parrocchia ha lavorato un certo tempo con un coro dei giovani, in settimana facevano le prove e la domenica animavano la Messa.

Da prima dell’estate ha un tumore al fegato, e adesso sta proprio male. Sono stato a trovarlo oggi pomeriggio e sembra in fin di vita. Non parla, e dà l’idea di essere molto sofferente. Non si lamenta, ma si muove nel letto, non trova mai la posizione che gli possa risultare un po’ meno fastidiosa.

Ho accennato una domanda sull’Unzione dei Malati. Quando era sano avevamo parlato varie volte della fede, e lui si diceva cattolico, anche se poi non andava a Messa. Così, con molta naturalità, gli ho chiesto.

Lì ha iniziato a parlare: “No”. Pensando che non avesse capito, gli ho chiesto di nuovo, ha ripetuto di nuovo un no, ancora più chiaro.

In quel momento mi sono ricordato che lui mi diceva che sua moglie era diventata evangelica. Era lì, oggi pomeriggio, al suo fianco, la moglie. Non rendendomi conto, ho chiesto alla moglie se avevo capito bene: non mi ha risposto.

Poco a poco ho collegato. La freddezza di questa donna quando sono arrivato in casa, non mi aveva neanche guardato in faccia, ripensandoci adesso aveva la faccia di chi anzi era scocciato che fosse arrivato il prete.

Quel “no” di Narciso è stato una pugnalata per me. Liberissimo lui se vuole di diventare evangelico (anche se non ne sono ancora sicuro), ma perché ‘sti evangelici devono pensare che solo loro sono figli di Dio, solo loro si salvano, solo loro conoscono il Signore, e tutti gli altri vanno all’inferno?

Credevo che Narciso avesse chiaro che siamo figli di Dio anche i cattolici. Credevo. Il fondamentalismo, con le tremende certezze che annuncia, ha un fascino. Amaro.

La celebrazione penitenziale di oggi pomeriggio (preparatoria alla festa patronale di Santa Margarita) ha visto la presenza di una decina di preti della zona. Sono stati fantastici, senza di loro avrei potuto confessare una decima parte di quelli che sono venuti.

Lorenzo è stato presente dall’inizio alla fine.

Le confessioni sono durate da prima delle sei fino alle otto.

Una pioggia non troppo forte ma insistente ha forse lasciato a casa un certo numero di persone. Se non fosse piovuto avremmo terminato dopo le nove!

10:31 pm

Pioggia e fresco

Grazie alla pioggia di tutto il pomeriggio a Messa c’era poca gente stasera. Il 70% dominicani non escono di casa se piove.

In compenso stasera c’è un bel freschetto. Penso che in letto dovrò usare (per la prima volta da tre mesi a questa parte) il lenzuolo!

I catechisti sono arrivati oggi alla riunione più puntuali della volta scorsa.

Abbiamo condiviso il primo incontro con i genitori, che è stato fatto ieri.

In generale non sono andati molti genitori, ma hanno accolto molto bene la catechesi che i catechisti gli hanno fatto, e la speranza è che passino la voce e dicano agli altri che vale la pena.

È uno zuccherino che mi ha dato il Signore, insieme al fatto che oggi c’erano di nuovo un bel numero di bambini del catechismo alla messa delle nove.

Con i catechisti abbiamo parlato del fatto che bisogna che loro cerchino di venire alla Messa con i loro bambini, in maniera che diventa più facile controllarli e che anche i bambini si sentono più accolti.

La festa liturgica di Santa Margarita Alacoque è l’altra domenica.

Oggi mi sono passato praticamente tutto il giorno preparando il materiale per la settimana.

E anche chiamando i preti: lunedì sera avremo la Celebrazione Penitenziale, mi aspetto almeno 400 persone, e ho trovato 13 preti. Dovremmo farcela.

Gli altri giorni della settimana c’è la Messa anche alla sera nei vari settori rimasti a Santa Margarita. Verrà ogni giorno un prete diverso a celebrare la Messa.

Gli anni scorsi gli dicevo che dicessero qualcosa su santa Margarita, ma poi c’ho rinunciato, non so se non ne sanno niente o non hanno voglia di documentarsi o comunque qui non usa: le messe all’aperto sono soprattutto occasione per dare un po’ di entusiasmo alla gente.

9:22 pm

Cultura zero

Stasera, nell’omelia, il Vangelo sulla parabola degli invitati alle nozze, e quindi sull’universalità della salvezza, mi ha suggerito di ricollegarmi alla scoperta dell’America, che qui è celebrata come il “giorno della razza”: si sono incontrate due razze diverse, la spagnola e la indigena.

Risultato: ho scoperto che dei trenta studenti presenti, dalle elementari al liceo, nessuno di loro si è ricordato cosa è successo il 12 ottobre, e meno in che anno è successo.

Mi sono depresso abbastanza. Ma so che effettivamente il metodo di insegnamento qui non aiuta niente a immagazzinare informazioni: si lavora tutto su cose fatte a braccia, e gli esami sono tutti fatti a test. Risultato: cerchi di indovinare la risposta esatta, ma non sai il perché.

Mi dice Francesco che anche in Italia stanno introducendo i test. Poveri noi!

10:31 pm

Acquazzonazzo

Dalle 5 e un quarto ha iniziato a piovere. Fortissimo per un’ora e mezza. Tutto il traffico era in tilt.

Poi più piano, ha smesso solo alle nove e mezza.

Quando piove così forte qui si fermano tutte le attività.

Con gli animatori di CEBs abbiamo finito la riunione alle cinque e venti, hanno potuto andarsene dalla parrocchia solo più di un’ora dopo.

Stamattina abbiamo avuto la prima riunione dell’anno scolastico dell’Associazione dei Genitori del Liceo.

La presidente sarà Jacinta, come l’anno scorso. La segretaria una certa Luchi (leggi Luci), che non conosco affatto, vive vicino alla parrocchia ma in parrocchia non si è mai vista. Sembra una tipa in gamba.

Gli altri si occuperanno di star dietro alle cose che si rompono, per ripararle; di contattare le famiglie che non pagano la quota; di vigilare durante la ricreazione.

La generosità di questi genitori è una cosa molto bella! Due di loro, Jacinta e Leonida, non hanno più i figli a scuola ma continuano lo stesso a fare il servizio. Grazie, Signore!

Questo è il titolo di una canzone di Eros Ramazzotti che dopo stamattina mi è tornata in mente…

Ore 10.30 – Parrocchia di S. Antonio di Pegli – Messa dei bambini: don Mario è come al solito in mezzo a noi ragazzi per la predica, quando con mia sorpresa mi cede il microfono chiedendomi di parlare della Messa e di come viene vissuta dagli abitanti del Guaricano a Santo Domingo. E con altrettanta mia enorme sorpresa trovo in poco tempo le parole per poter raccontare del clima che si respira in Guaricano durante una celebrazione, dell’emozione enorme provata vedendo la Chiesa sempre piena di gente entusiasta e sorridente a tutte le ore.

Credo di essere entrata nel cuore dei presenti e mi sa che lo zampino del Signore qua c’è tutto, lo devo ringraziare perchè oggi mi sono sentita un suo strumento e ho portato testimonianza dell’esperienza fatta alla mia gente… è stato bellissimo!

Ah, la canzone fa così:

…Ho in tasca una piccola pietra io, per costruire pace dove non c’è…
io la porterò dove mi porterà questa speranza dentro che non mi abbandona mai,
io la porterò con tutto il peso che ha, piccola pietra, che forse un giorno si poserà!

La sensazione che ho avuto oggi è quella di aver lasciato nel cuore dei miei parrocchiani un segno della missione, di aver posato un sassolino nelle loro case.

Stamattina abbiamo fatto l’inaugurazione dell’Anno Catechistico con i bambini di Santa Margarita.

Sono venuti un certo numero di bambini, anche se non tutti. Tutti i bambini del catechismo della parrocchia sono circa cinquecento, e in tutto ne sono venuti 150/200.

Il catechismo è già da un mese che è cominciato, ed oggi ho cercato di dare loro un po’ di calore e di motivare alla partecipazione alla Messa insieme ai loro genitori.

Alla fine della Messa ho coinvolto Juan Antonio, il marito della nostra maestra Nilda, al quale ho fatto dare una piccola testimonianza sul fatto che viene a Messa con i suoi due figli, Juan e Nildairy. La cosa mi è piaciuta in maniera particolare, perché non è da tanto che Juan Antonio ha cominciato a venire regolarmente alla Messa. Si è avvicinato l’anno scorso, quando Nildairy ha fatto la prima comunione. Agli incontri con i genitori sua moglie mandava sempre lui, e di fatto si è lasciato conquistare (o riconquistare) dal Signore!

I bambini si sono comportati veramente bene a Messa, grazie anche alla presenza vigile dei catechisti al loro lato.

E quando alla fine ho detto loro che avremmo fatto le foto, settore per settore, sono stati ancora più felici!

Eccovele:


I bambini del catechismo di Betania
I bambini del barrio La Mina
I bambini del catechismo del barrio La Nueva Esperanza
I bambini del settore Emaús
I bambini di Betania:
in alto a destra potete vedere
suor Modesta

I bambini del catechismo del barrio de La Mina
I bambini del barrio
La Nueva Esperanza
I bambini del catechismo del settore Emaús

Guardatevi la foto della maniera in cui abbiamo portato in alto la Bibbia per le strade del barrio:

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Ñaña con Paolo

Stamattina ho avuto la felice sorpresa di vedere Ñaña alla messa dei giovani.

Come vi avevo raccontato precedentemente (vedi questo articolo) Ñaña era diventata evangelica: in una “campagna” che avevano fatto dalle parti di casa sua aveva sentito qualcosa e aveva lasciato la chiesa cattolica per una chiesa evangelica, la Iglesia de los Hermanos. La quale se non mi sbaglio e la stessa che abbiamo a Genova a Pegli in via della Pineta, e che perfino in Italia, dove l’ecumenismo ha fatto tanti passi, sono rimasti ancorati a un fondamentalismo e un’agressività incredibili. Figuratevi qui!

Beh, fatto sta che stamattina Ñaña è venuta a Messa, e dopo la Messa ha voluto riconciliarsi con il Signore nella riconciliazione. Oggi pomeriggio tornerà a ricevere la Eucaristia.

Abbiamo pregato tutti abbastanza, non ci spiegavamo come una persona tanto radicata nella sua Chiesa Cattolica potesse cambiarsi così da un giorno all’altro.

Ma alla fine il Signore è riuscito a penetrare il suo cuore. Grazie, Signore!

Raysa ha lasciato il lavoro di segretaria del sabato, si mette in campagna elettorale, aspira a diventare regidora (=”consigliera comunale”).

Non ho trovato facilmente nessuno per sostituirla, e così sono diventato segretario di me stesso: oggi ho passato la giornata facendo i lavori della segretaria: ciclostilare, stampare dal computer, aprire porte, ecc.

Considerando il forte debito che abbiamo causa i lavori degli uffici della Divina Misericordia, sarà meglio che non prenda nessuno. Dopotutto posso anche farne a meno (vediamo per lo meno quante settimane resisto!)

Siamo alle battute finali della costruzione dell’ufficio e canonica della Divina Misericordia.

Manca solo il pozzo settico e mettere le piastrelle nella stanza. Ah, e anche montare l’arredamento dei bagni e le persiane alle finestre. Beh, sono un po’ di cose. In realtà bisogna anche terminare di pitturarla, ma ormai ci siamo.

È possibile che tra quindici giorni la inauguriamo!

L’atto finale della Settimana Biblica è stata la processione con la Bibbia.

L’abbiamo fatta in tre gruppi: uno il settore dei campos, uno la parrocchia di Santa Margarita, e il terzo la parrocchia Divina Misericordia.

Il numero di gente che c’era era più o meno quello che ha partecipato alle quattro catechesi sulla Bibbia: un centinaio a Betania a alla Divina Misericordia, e una cinquantina nel settore San Ramón.

Per la processione di Santa Margarita ho passato il pomeriggio pensando come mettere in bella evidenza la Bibbia, senza riuscire a trovare una maniera facile, decorosa e degna.


I chierichetti con la Bibbia

Poi, pochi minuti prima di partire, l’idea: ho fatto salire i chierichetti sulla camionetta (ce n’erano una decina), e a turno uno di loro teneva la Bibbia ben in alto, aperta. Di fianco, altri due chierichetti in piedi come quello del mezzo, con in mano ognuno un cerone. Un altro chierichetto sosteneva un vaso con una composizione floreale che era ancora quella di domenica scorsa. E gli altri chierichetti portavano in mano rametti di una pianta di qua che è in fiore adesso e che da dei fiori viola bellissimi. Spero di riuscire a farvi vedere la foto, l’effetto era troppo bello.

La camminata è durata un’ora e mezzo, siamo passati per tutti e quattro i settori che compongono la parte urbana di Santa Margarita. Cinque stazioni, preparate a partire da un materiale diocesano, ci hanno aiutato a meditare sulla bellezza e l’importanza della Parola di Dio.

La processione si è conclusa con la Messa, e dopo ho anche aprofittato per correggere varie cose nel servizio dei chierichetti. Mi piace molto questo gruppo di chierichetti che c’è adesso, sono ben gasati, vari di loro sono ben intelligenti, c’è anche il figlio di Félix, il direttore del distretto scolastico.

Che dire? Il Signore mi sta facendo vivere esperienze molto belle! Spero che altri confratelli genovesi possano avere questa possibilità: si fatica (come del resto a Genova) ma si vedono anche tantissime cose belle (come a Genova).

Stasera mi sono reso conto ancora di più dell’entusiasmo di questi fratelli domenicani per la bibbia.

Il tema di oggi era sul rapporto Antico-Nuovo Testamento. Ho cercato di sminuzzarlo con amore, alla fine, facendo un giro di quello che avevano registrato nella memoria, ho visto che più o meno, tra tutti, hanno captato tutto.

Poi, tornando in parrocchia (ricordate che io la settimana biblica l’ho fatta a Jacagua?), e portando con me Chapito e Noni, due giovani del gruppo, abbiamo trovato lì Yonatan e Grégory, altri due giovani dello stesso gruppo Ciempiés.

Ho chiesto a questi ultimi di dirmi cosa avevano capito, e hanno sfornato immediatamente una serie di nozioni, corrispondenti ai quattro giorni. In quel momento allora Chapito e Noni si sono entusiasmati, e hanno rincarato con quello che hanno imparato loro. La cosa è andata avanti con due o tre battute e ribattute, ma mi ha commosso al vedere l’entusiasmo e la gioia di sapere qualcosa di più.

Anche questo è una cosa grande: grazie, Signore!

La catechesi di oggi della Settimana Biblica era su come cercare una citazione della bibbia.

È un tema molto importante, perché qui moltissima gente legge le letture giornaliere in casa sua con una bibbia e un calendario liturgico.

E se non sa decifrare le citazioni del calendario legge ben poco o legge cose a caso.

A jacagua c’era anche oggi un bel gruppo, anzi, direi che più di ieri, e pieni di entusiasmo.

Grazie, Signore!

Stasera è stato il primo incontro della I Settimana Biblica Parrocchiale.

Io sono stato a farlo a Jacagua, Lorenzo alla cappella del Chimbú, e Francesco a Betania. Tutti avevamo un bel po’ di gente, e forse l’incontro più partecipato è stato appunto quello di Betania, il più centrale.

Da parte mia avevo una quarantina di persone, tutti o quasi quelli delle comunità apostoliche, più altri, compresi vari giovani del gruppo di là.

Lorenzo, nel Chimbú, ha avuto un po’ di problemi con la luce: mi sono dimenticato di passargli la lampada ricaricabile, e dopo il tramonto ha dovuto lavorare a lume di candela. Mi ha anche fatto presente che per la quantità di gente gli serve anche un amplificatore.

Nello spostarmi a Jacagua ho anche bucato una gomma. Grazie al Signore avevo con me Noni e Chapito, due giovani del gruppo Ciempiés, che mi hanno aiutato e non ci è venuto tardi. E pensare che quando mi hanno detto che volevano andare a Jacagua con me mi sono detto “Ma chi ce li vuole questi?”. Il Signore mi ha fatto capire che dovevo accettarli più bene!

Stasera ho approfittato che la messa me la diceva Lorenzo e sono andato ad accompagnare quasi tutti i seminaristi al seminario.

Ho potuto anche parlare con il nuovo vicerettore del prefilosofato, il padre … (mannaggia, non mi ricordo il nome!)… ah, sì, David, ordinato prete da un mese. È stato un colloquio interessante.

Mi rimane da parlare con il padre Alejandro, che è il rettore.

Gli scambi di idee con i superiori del seminario sono sempre utili. Dopo tutto essendo il parroco di questi ragazzi sono un loro formatore anch’io!

Stamattina abbiamo avuto il ritiro eucaristico, fatto con le catechesi rielaborate da me.

I proclamatori hanno lavorato decisamente meglio. Ho fatto un po’ di fatica a rielaborare il lavoro del padre Navarro, ma ne è valsa la pena!

Oggi, festa della Madonna della Mercé (Virgen de las Mercedes) ho cercato di organizzare una piccola gita al mare (o al fiume), con l’idea che mi aiutasse a stare qualche ora con i giovani di Jacagua.

I giovani di Jacagua in realtà o avevano altri programmi o non ne avevano voglia. Hanno declinato l’invito.

Già prima di ciò avevo detto anche ai responsabili dei vari gruppi giovanili che venissero anche loro, in maniera che anche loro li potessero conoscere. Al declinare i giovani di Jacagua, siamo rimasti d’accordo che saremmo andati solo con loro.

In realtà poi non siamo andati per niente. Kika e Rosanna non avevano capito che saremmo andati sicuramente, e avevano fatto anche loro altri programmi.

Vabbé, ho approfittato per stare un po’ più tranquillo, e mi sono fatto anche una dormitina nel pomeriggio.

Stasera mons. Amancio Escapa ha introdotto il padre Isidro Salas come parroco di Santiago el Menor e Nuestra Señora el Amparo.

C’era naturalmente il servizio dei seminaristi del seminario Redemptoris Mater, obbligatorio perché Isidro è un neocatecumeno.

Anche se un po’ in ritardo è arrivato il padre Federico, che un anno fa aveva sostituito don Franco, e c’era anche don Lorenzo, che è stato il secondo parroco.

Messa abbastanza secca, secondo lo stile di mons. Amancio, ma non nei canti, nei quali il “coro” di Santiago el Menor si è profuso a squarciagola (sic).

Sono celebrazioni che ti fanno sentire chiesa. Di fatto c’erano belle rappresentanze delle tre, prossimamente quattro, parrocchie del Guaricano.

Oggi ho scritto abbastanza, tanto che a cena avevo un po’ di mal di testa.

Domani ho la formazione dei maestri, ho da fare in mattinata una lezione sulla bibbia e nel pomeriggio una sul battesimo.

Domenica c’è il ritiro Eucaristico dei fratelli e sorelle che hanno fatto l’ultimo ritiro di evangelizzazione, e le catechesi del padre Alfonso Navarro per questo ritiro sono fatte con i piedi, cosi le rielaboro un po’ in maniera che siano più comprensibili.

E poi ho le catechesi sulla bibbia per la Settimana Biblica che è da lunedì a giovedì.

Praticamente mi sono passato tutto il giorno chiuso nell’ufficio al computer.

Cioè: di mattina sono andato con l’idraulico a comprare varie cose per gli uffici della Divina Misericordia, e dalle dieci e mezza che siamo partiti sono arrivato a casa alle tre.

È da due giorni che sto scrivendo le quattro catechesi della Settimana Biblica. Da lunedì a giovedì prossimo ci saranno in cinque punti della parrocchia queste catechesi fondamentali sulla bibbia, partendo dalla presentazione dei suoi libri per arrivare al discorso dell’Autore e degli autori e quindi al rapporto Antico-Nuovo Testamento.

Professori d’eccezione saranno, oltre al sottoscritto, Lorenzo, Francesco, Marcial e Juan Luis. Spero che gli ultimi due non mi ceffino i temi, ma non ho alternative. Se voglio che la gente partecipi, glielo devo mettere vicino a casa.

I cinque posti saranno: Betania, Jacagua, la Divina Misericordia (la cappella della parrocchia nuova), Chimbú e Guaricano Adentro. Tutti e quattro i giorni in tutti e cinque i posti! (gli informatici parlerebbero di elaborazione distribuita: siamo avantissimo con la tecnologia qui!!!!).

Per il venerdì è prevista una processione portando in “trionfo” la Bibbia. Saranno tre processioni: una attorno a Betania, una nel settore san Ramón, e l’ultima attorno alla Divina Misericordia.

È il primo anno che facciamo questa settimana biblica, e sono curioso di sapere come andrà. Sono fiducioso che il Signore ci aiuterà a farla bene!

Te lo dico già in anticipo: Grazie, Signore!

In occasione del Mese della Bibbia (settembre), ho replicato con i ministri la catechesi fatta quindici giorni fa ai maestri sul canone della Bibbia.

Il discorso si è allargato alle sette evangeliche, le quali non riconoscono come canonici i sette libri “deuterocanonici” dell’Antico Testamento che non erano riconosciuti come ispirati dalle comunità giudaiche di lingua ebrea.

L’accoppiata Bibbia+protestantesimo è sempre vincente qui, perché entrambe le cose “bruciano” ai dominicani: la Bibbia, perché la amano e la leggono più che noi italiani, i protestanti perché è la lotta di tutti i giorni.

Non ci capisco. Ieri Sánchez era disperato e voleva andarsene da Duquesa.

Oggi, dopo aver parlato con la mamma del vice della Nazione, era più rilassato.

Ieri voleva sporgere una denuncia, oggi sembra che non ce ne sia bisogno. Quindi resterà lì a Duquesa, sembra che non gli daranno più fastidio.

Chi ci capisce è bravo!

Venerdì ci sarà l’ingresso del nuovo parroco di Santiago el Menor e Nuestra Señora del Amparo.

È il padre Isidro Salas, un neo-catecumeno. Lo affianca un diacono ordinato l’anno scorso, José Reyes.

C’è da pregare perché il nuovo prete si integri nel tessuto delle parrocchie, a volte i preti neo-catecumeni non riescono a portare avanti la pastorale dominicana normale (gruppi di preghiera carismatica, comunità ecclesiali di base) e vanno avanti solo con le comunità neocatecumenali.

Mi dice Sánchez che a Duquesa non è cambiato niente.

I capi della Nazione che erano stati dentro e che sono usciti con una apparente conciliazione con Guaricano gli stanno facendo capire (a Sánchez) che è bene che se ne vada da Duquesa. Sembra che gli scagnozzi lo continuano a minacciare e a spaventare di notte.

All’incontro di preghiera carismatica vanno tre o quattro persone, contro le trenta dei momenti migliori. Secondo Sánchez la gente ha tremendamente paura ad uscire di casa di sera.

Nel frattempo il catechismo non è ancora cominciato lì a Duquesa, perché non ci sono catechisti con un minimo di preparazione, e non ho ancora trovato la maniera di risolvere il problema.

Vorrei chiamare Minyoli (il capo) e vedere cosa mi dice, ma ho anche paura che mi strumentalizzi.

Per la prima volta dopo sei mesi sono riuscito a tornare a visitare qualche comunità apostolica.

Tra una cosa e l’altra mi ero lasciato vincere dalla pigrizia e non l’avevo più fatto.

E dire che, adesso come prima, tutte le comunità che visito non cessano di ringraziare il Signore per la mia visita!

Voglio continuare, Signore, aiutami a non impigrirmi di nuovo!

Oggi pomeriggio primo incontro di formazione per i catechisti delle due parrocchie.

Io ho fatto quello di Santa Margarita, e Marcial quello della Divina Misericordia.

Abbiamo parlato della setta “Pare de sufrir” (smetti di soffrire), quella setta pentecostale che sembra una holding finanziaria. E poi ho presentato loro il tema che svilupperanno con i genitori dei loro bambini sabato 8 ottobre. È una chiaccherata semplice sui sacramenti, penso che i catechisti siano in grado di svilupparla bene. Comunque ho detto loro che in questa settimana si riuniscano per settore per analizzare in profondità e verificare che tutti l’abbiano capito bene.

Questi incontri con i genitori li faremo ogni due mesi, ho fiducia che ci aiuteranno a portare avanti meglio il catechismo!

Alla riunione del clero della zona di stamattina tutti i preti abbiamo espresso preoccupazione per una nuova chiesa che è arrivata vicino a noi.

Si tratta della Iglesia Universal del Reino de Dios, ed è una denominazione “cristiana” nata in Brasile nel 1977 dal tronco pentecostale. Ha un sito anche in italiano, centroaiuto. In Italia si è rivestito dell’immagine delle nuove religioni senza corpo, molto soft e si direbbe new age, e lo stesso sito web è accompagnato da una musica dolce e suadente.

Invece qui, come in Brasile, l’immagine è quella della sanazione interiore. Il loro lemma dice Pare de sufrir, “smetta di soffrire”. Ai poveri oppressi da situazioni economiche e umane tremende offrono la guarigione interiore distribuendo, per molti vendendo, pietre del Getsemani, pezzi della croce di Gesù, olii da ungere alle foto dei propri cari. La cosa che più colpisce sono le rose di terrasanta, rosse per i problemi sentimentali, bianche per quelli familiari, gialle per quelli economici. Distribuiscono sacchettini di plastica da appendere dietro della porta della casa (ricordano le piante di sávila che qui si usano alla stessa maniera, cioè come amuleto).

E insieme a tutto questo chiedono soldi: la decima, ma non di quello che si guadagna, quanto di quello che si vorrebbe guadagnare, assicurando che Dio benedirà quelli che danno generosamente e li libererà da tutti i loro mali. Al contrario, una guarigione che non avviene è spiegata senza ombra di dubbio con una mancanza nel dare la decima.

Insomma, una azienda travestita da religione. Conforta questa interpretazione il fatto che in tutti i paesi ha ricevuto denunce forti per truffa, riciclaggio di soldi sporchi, ecc.

Stamattina abbiamo preso coscienza del problema, ma il mese prossimo manderemo a tutte le famiglie una piccola lettera mettendole in guardia da questo evangelismo di bassa lega e molti soldi.

Da varie settimane vari fedeli della mia parrocchia mi avevano avvisato di gente che va a quella setta e poi fa la comunione, e la cosa è veramente preoccupante, perché sembra che si facciano credere cattolici, e sfruttando la superstizione della gente attirano molti adepti.

Gli uffici provvisori della Divina Misericordia sono quasi pronti. Manca il pavimento, le finestre, le inferriate. Il più è fatto.

Cándido tiene sette/otto persone a lavorare, le cose avanzano abbastanza alla svelta.

Ogni giorno il corso di preparazione al matrimonio diventa più bello.

Si respira un’aria serena, docile, semplice. La parola di Dio, anche se è esigente, non spaventa, ma viene ricevuta con obbedienza e rispetto.

A differenza di altri corsi, queste coppie fanno un buon lavoro di studio dei passi biblici durante la settimana, e il risultato si vede nella ricchezza della condivisione.

L’équipe con cui stiamo facendo il corso si sta affinando sempre più. A volte mi cadono le braccia per errori madornali o perdite di tempo banali e inutili, o perché qualcuno dell’équipe non capisce un testo da proporre e dice cose che non c’entrano, ma so che non posso lamentarmi.

Marcial, al suo primo corso da diacono, fa dei bei passi avanti.

Adesso, con la divisione della parrocchia, dobbiamo chiedere al Signore che ci mandi altre coppie preparate per costituire due équipe, ognuna delle quali lavori nella sua parrocchia. E chissà che possano in futuro entrare a farne parte qualcuna delle coppie che adesso stanno facendo il corso.

La cosa è nelle tue mani, Signore Gesù!

9:50 pm

Sbobinando (21)

Lunedì 25, ore 8.30.

Nella vecchissima Mitsubishi rossa con i sedili sfondati e il parabrezza con un buco dal quale si dipartono crepe identiche ai raggi del sole, Tito e io sprofondiamo più che altro sorpresi: questa ci mancava, ma è giusto provarla.

Diciamo la verità: a Genova, su una macchina così, non saremmo mai saliti. Non so se più per paura o più per vergogna. Il fatto è che da noi una macchina così potrebbe stare solo da un demolitore, qui sta onorevolmente nella media, fra le auto decenti dei benestanti e le carcasse arrugginite dei loro dirimpettai.

El chofer de confianza l’autista di fiducia trovato da don Paolo, guida con sicurezza in direzione di Juan Dolio, il posto che abbiamo chiesto di vedere e dove alla fine s’è deciso di fare un bagno, perché non si può tornare dai Caraibi senza aver assaggiato il mare e la spiaggia da cartolina.

La nostra guida è sempre Francesco. Sul pick up della missione c’è don Lorenzo: porta i ragazzi, per un giorno è gita anche per loro; Benedetta e Milena vogliono farsi fare le treccine.

Scopriremo che le ragazze haitiane fanno treccine in cambio di 20 dollari. Alla sesta cliente hanno guadagnato quanto in un mese il guardiano notturno conosciuto in cañada, quello che rischia la vita per difendere la stazione di servizio dall’assalto dei tiguere.

Un’altra conferma che le attività turistiche e assimilate viaggiano per conto loro.

Ci guardiamo intorno: gruppi di spazzine puliscono la strada (“Siamo in campagna elettorale”, ci spiega el chofer), il traffico è disordinato ma veloce, a ogni semaforo una dozzina fra ragazzi e adulti, uomini e donne, offrono qualunque cosa, dalla pulizia del vetro alle barrette di cioccolata, dalle bottigliette d’acqua ai sigari, dalle caramelle ai giornali.

Semaforo verde, siamo in seconda o terza fila; l’auto davanti a noi si sposta giusto in tempo per consentire al nostro autista di fare altrettanto, così evitiamo di travolgere la cosa che fa da spartitraffico.

La cosa è una persona. Un ragazzo di colore, avrà al massimo 25 anni.

Cammina sulle mani, aiutandosi con il moncherino della gamba sinistra, che spunta dai jeans tagliati corti. È amputata un po’ sopra il ginocchio. La gamba destra è più corta, dev’essergli stata amputata a metà coscia, forse anche più su.

Muovendosi con fatica, a ogni scatto di semaforo non fa in tempo a mettersi al sicuro, così rimane al centro della strada.

Chissà se si è abituato alle macchine che gli sfrecciano vicino alle orecchie, o se invece gli fanno ancora paura.

Stasera al gruppo Ciempiés Rosanna e Kika hanno presentato una piccola conferenza sulla sessualità e le carezze intime.

Notevole l’interesse da parte dei giovani (che in realtà sono in maggioranza adolescenti).

Speriamo e preghiamo perché possano e riescano a mettere in pratica quello che hanno imparato. Con la erotizzazione spinta della vita di barrio non sarà facile! Di fatto tra ragazzi e tra ragazze si parla prevalentemente e quasi a senso unico di quello che uno ha fatto con il fidanzato o fidanzata. E poi, dopo il “matrimonio”, soprattutto gli uomini parlano continuamente di tutto quello che hanno fatto o che si inventano che hanno fatto con la moglie e le altre donne.

Con un po’ di fatica abbiamo riiniziato la pastorale familiare della parrocchia.

Dei 5 settori di Santa Margarita ce n’erano solo 3 (più del 50%, wow!). Abbiamo chiaccherato per un’oretta, e ho cercato di spiegare il lavoro che avevo in mente:

  • Essere espressione della attenzione alla famiglia di tutta la parrocchia.
  • Visitare e motivare le coppie che hanno fatto il corso di preparazione al matrimonio e poi non si sono sposate.
  • Visitare pure le coppie sposate che si sono allontanate dalla chiesa.
  • Preparare la liturgia e le attività di novembre, mese della famiglia: un ritiro per coppie e una conferenza per coppie.
  • Preparare la festa della famiglia dell’ultima domenica di dicembre

Ho visto entusiasmo in queste tre coppie, e sono sicuro che il lavoro inizierà con entusiasmo.

Grazie, Signore!!!

Con la parrocchia di Santa Margarita abbiamo comprato un duplicatore digitale. È costato 55,000 pesos (quasi 1,600 euro), di mezz’uso, un modello di un anno fa. È un Riso CR1610

Dovrebbe permetterci di risparmiare un bel po’ di soldi, soprattutto con le circolari della scuola, le lettere mensili alle famiglie e i volantini vari della parrocchia.

Da oggi la riunione degli animatori di comunità di base la facciamo sdoppiata: alle quattro a Betania per gli animatori di Santa Margarita, alle cinque e mezza nella cappella del Barrio per gli animatori della Divina Misericordia.

Io faccio la riunione in Betania, Marcial partecipa anche lui e dopo fa l’altra.

Sembrava che non ci fosse quasi nessuno alla riunione delle quattro. Ma ho approfittato per dire loro che dobbiamo impegnarci a motivare ognuno un animatore nuovo. Molti di quelli che fanno gli animatori oggi hanno cominciato così!

Oggi pomeriggio con le comunità apostoliche del settore Emmaus abbiamo celebrato l’Eucaristia.

Con calma, senza guardare l’orologio, ho cercato di rendere vivo e partecipato ogni momento della messa: l’accoglienza, la richiesta di perdono, l’omelia, la preghiera dei fedeli, il ricordo dei morti, il segno di pace, il ringraziamento dopo la comunione, l’impegno prima di salire.

Mi sono sentito bene con loro, anche se alcune comunità hanno dei problemini: vari membri partecipano poco o mostrano poco interesse.

Durante la messa appunto ho dovuto lottare per non farmi prendere da questi pensieri, che sono quelli che rendono triste anche me, e che quindi trasmettono depressione ai presenti. E so per esperienza certa che quando cerco di vedere il lato positivo e l’impegno della gente vengono fuori cose meravigliose.

Anche il settore Emmaus può vivere con più profondità il vangelo. Già da oggi!

Grazie, Signore!

Il pomeriggio del ritiro me lo sono passato a confessare. Non molte persone, e più direzioni spirituali che una confessioni.

L’ultimo momento del pomeriggio, prima della messa, è stata la condivisione su quello che il ritiro ha dato ad ognuno.

Ne sono venute fuori cose belle, quasi tutti hanno parlato.

Le persone che si erano allontanate dalla comunità apostolica sembravano intenzionate a ritornare.

Da parte loro, Teófilo e Águeda hanno fatto un buon lavoro, positivo, e hanno conquistato tutti i presenti!

Sembra che il ritiro ha dato frutto!

Grazie, Signore!

Alla messa dei giovani di stamattina hanno inaugurato la batteria nuova.

Il tipo che la suona è veramente in gamba, devo solo lavorarlo ancora un po’ perché adatti il volume alle voci.

Però il risultato è fantastico. È tutta un’altra cosa!

Oggi si svolge un ritiro di calientamento, “riscaldamento”, traduzione letterale, ma che in italiano non rende.

Abbiamo invitato a farlo quei fratelli e sorelle che dopo il ritiro di evangelizzazione si sono mezzi allontanati (qui si dice enfriados, “raffreddati”).

Insieme a loro abbiamo invitato i responsabili di tutte le comunità apostoliche, in maniera che ricevessero un di più per continuare il loro lavoro, che è impegnativo.

Sono in tutto quasi ottanta, stamattina ne ho confessato qualcuno e oggi pomeriggio continuo con le confessioni.

Stamattina alla Divina Misericordia avevamo il battesimo di un uomo anziano semiparalizzato.

Non parlava, ma mi ha commosso che quando è stato il momento delle domande che gli si fanno sulla fede, sulla rinuncia al peccato, sul battesimo che vuole ricevere ha tirato fuori dei suoni mezzi confusi ma che si interpretavano chiaramente come dei sì pieni di fede.

Non gli ho dato la confermazione e l’eucaristia perché sembrava avesse bisogno di ancora un po’ di catechesi, e anche perché non è ben definita la situazione del matrimonio.

Sono stato stamattina in tipografia a ritirare la “lettera alle famiglie” di settembre.

È sul tema dell’educazione/istruzione: soy más cuando me educo, “valgo di più quando mi educo”.

C’ho messo la testimonianza della mia comadre Maribel, che a 35 anni si è rimessa a studiare: ha ripreso da una prima media, ha poi fatto tutto il liceo, e adesso si iscrive all’università.

Tutte le famiglie vengono invitate lì a fare una riunione familiare per parlare delle loro esperienze scolastiche.

E il piano pastorale diocesano prevede pure per questo mese che i cristiani di ogni settore della parrocchia si avvicinino ai centri educativi presenti sul loro territorio per entrare in contatto con le comunità educative.

Si profila un lavoro molto interessate!

Da una settimana hanno fatto il tetto degli uffici-casa canonica della parrocchia Divina Misericordia.

Adesso stanno intonacando, l’idraulico e l’elettricista stanno installando tubi e fili.

Sta venendo un bel lavoro: ufficio della segretaria e del parroco davanti, non molto grossi; in mezzo una sala grande dove possono sedersi una trentina di persone; dietro la stanza del futuro parroco e il suo bagno.

Penso che in meno di un mese dovrebbe essere terminata. Ho già comprato le piastrelle, in fabbrica, a prezzo la metà di quello che si pagano nei negozi.

Prima che i lavori finiscano devo pensare chi metterci di segretaria.

La riunione di stasera della Commissione Parrocchiale di Pastorale Giovanile mi ha riempito di gioia.

Otto giovani, ahimé, tutte ragazze (l’unico ragazzo non può continuare per impegni di studio e lavoro), ma piene di vita e di entusiasmo. E anche con una discreta preparazione e un buon livello di vita di chiesa.

Tra le altre cose abbiamo programmato la settimana giovanile per l’inizio di dicembre, varie gite per ragranellare i soldi della batteria, un ritiro per fidanzati, e altre attività minori.

Arlín e Virginia si sono impegnate a far nascere un nuovo gruppo giovanile nella parrocchia nuova. Brave, ragazze!!!

Stamattina ho ripreso la formazione del personale della scuola.

Con l’aiuto del Signore, la continuerò ogni quindici giorni.

Di mattina sarà sulla Bibbia: chi l’ha scritta, i vari tipi di libri, le lingue, la cultura, ecc.

Di pomeriggio comincio oggi pure, e lo farò sui sacramenti.

L’argomento di stamattina è risultato ben interessante, riguardava il canone biblico e la maniera in cui si è formato.

Sto valutando se comprare un duplicatore digitale.

Ho ricevuto tre offerte, tutt’e tre per 60,000 pesos (circa 2,000 euro).

Devono portarmeli per vederli, dopo deciderò se prenderlo e quale.

Il Corso di Preparazione al Matrimonio sta prendendo una bella piega.

Stasera in vari si sono sbottonati, spiegando che erano ubriaconi ma che sono riusciti a cambiare, qualcuno per i mal di testa, qualcuno per amore al Signore.

Si respira un clima bello, fatto di amicizia, di confidenza, di fiducia reciproca.

Grazie, Signore!

Stasera abbiamo avuto la riunione di avvio della catechesi di giovani e adulti.

I catechisti sono meno dell’anno scorso: tra i catechisti giovani c’è chi lavora e non può più, altri vorrebbero ma non sono maturi, e c’è chi deve ancora fare la cresima.

Anche tra i catechisti adulti ho pensato lasciare a casa qualcuno che francamente non ha i numeri.

L’argomento più vivo, nella riunione, è stato quello delle condizioni per il battesimo degli adulti. Il Concilio Dominicano ha stabilito che quando convivono (qui si dice che sono amancebados, sarebbe come dire “arragazzati”), che sono il 98% della popolazione, devo prepararsi insieme al battesimo e al matrimonio, e celebrarli praticamente insieme.

Praticamente ciò rende quasi impossibile battezzare un adulto, perché, ammesso che il catecumeno (normalmente sono le donne) si voglia sposare, la maggior parte delle volte il marito non ne vuole sapere.

Tra i preti c’è chi lo applica più rigidamente, come faccio io da due anni a questa parte, c’è chi non si preoccupa troppo della cosa, e chi considera che il battesimo è un diritto e quindi battezza tutti quelli che glielo chiedono.

Di fatto una riflessione teologico-pastorale seria non può non tenere in conto che la convivenza, anche se non è voluta direttamente, è comunque una situazione di peccato, da superare prima di arrivare al battesimo.

Alla stessa maniera che i conviventi non fanno la comunione (e qui nessun prete gliela dà), per la stessa ragione non gli si può dare il battesimo.

Cosa significa quella frase che parla del fatto che la convivenza “non la si è voluta direttamente”? Significa che qui c’è molta gente che ha iniziato a convivere per cultura, e solo dopo si è resa conto che avrebbe dovuto fare altrimenti. E vorrebbe sposarsi, ma il coniuge non è maturato alla stessa maniera e quindi non se ne può fare niente.

Sono situazioni che richiedono molta preghiera, e, da parte dei catechisti, molta sapienza pastorale, per non scoraggiare gente che ha un sano desiderio di fare un cammino cristiano, anche se non è ancora in condizione di ricevere i sacramenti.

Il pomeriggio l’ho passato comprando la ceramica per gli uffici della parrocchia Divina Misericordia.

L’ho trovata in fabbrica a 150 pesos il metro, contro i 250 che si paga nei negozi di grossisti.

Tutto fa, visto soprattutto il fatto che questi uffici li facciamo con i soldi che danno i nostri fedeli.

Oggi ho mandato al distretto scolastico la richiesta di sostituzione di Carlos.

Vediamo se la portano avanti o se la mettono nel cassetto!

L’amore é un’ottima… ragione! per fare cose che altrimenti non faremmo!

Si va a Duquesa! Missione impossibile? Nemmeno per sogno!

Armati di “fede-speranza-caritá”, don Paolo, il gruppo “scelto” della parrrocchia ed io ci imbarchiamo alla volta di Duquesa, quartiere degradato al cui lato la città di Santo Domingo deposita la spazzatura!

Aiutare la gente di Duquesa a scoprire l’amore di Dio: è questo quello che si sono proposti i missionari. Qui tutto acquista maggiore importanza perchè capire richiede un impegno maggiore!

Voglio assorbire questi momenti: la luce del sole, il lungo viale e le povere case in lamiera e muratura, macchine arrugginite, bambini e un vecchio che legge la bibbia, a cavallo di una sedia, davanti all’ingresso della… cappella! Anche il cattivo odore di Duquesa resterá tra i miei ricordi più… preziosi, perchè no?

Fuori è già buio, una luce fioca illumina la sala, i canti e la preghiera hanno ripreso vigore. Siamo stanchi, accaldati, ma teniamo duro!

Una mamma e la sua bambina vestite di rosa si sorridono teneramente, un bambino si affaccia alla porta e lo saluto.

A un certo moemnto la responsabile della preghiera, che è una signora attempata poco stabile emozionalmente, si arrabbia con la signora vicino a lei perché le è sembrato che l’abbia interrotta nel leggere un salmo.

Verso le sette e mezza cominciano ad arrivare i missionari, che stanno terminando il loro giro porta a porta. Alle otto ci siamo finalmente tutti, concludiamo la preghiera con il Padre Nostro e don Paolo impartisce la benedizione.

Stanchi ma felici rientramo in Guaricano. C’è stato solo il piccolo inconveniente che alla guagua gli si sono bucate due gomme posteriori tutt’e due insieme. Ma non c’era da preoccuparsi, come dimostra il fatto che i missionari per l’occasione si sono messi a cantare a squarciagola.

È stata un’esperienza che mi ha toccato. Mi ha fatto sentire fuori misura ma mi ha dato forza. Mi sento più “carica”.

Ahimé, i capi della nazione di Duquesa non sono venuti alla messa.

Hanno dato una mano per preparare, hanno prestato amplificatore e casse, hanno portato le sedie, e poi se la sono squagliata.

Ho domandato a Sánchez se sapeva il perché. Mi ha risposto: “Padre, lei non li conosce ancora…”

Abbiamo appena finito la missione di Duquesa: per due sere e una mattinata siamo andati a portare un messaggio porta a porta, e stamattina abbiamo concluso con la messa.

Sapete la ragione della missione: Duquesa ha nel suo seno una nazione. L’hanno impiantata dei giovani uomini sui trent’anni, imparando a formarla nel carcere della Victoria.

Nella visita la gente di Duquesa è stata molto attenta come sempre. Personalmente ho potuto visitare quattro chiese evangeliche, frequentate prevalentemente da haitiani, e in ognuna di esse ho lasciato al pastore il messaggio che stavamo distribuendo, un messaggio di invito alla comunità a superare le sue divisioni con la forza dell’amore di Dio.

Alla fine della messa abbiamo consegnato a tutti i presenti un ramo di palma con un cuore di cartoncino che diceva “pace”, con l’impegno di costruire la pace nella propria famiglia e con i propri cari. È stato un gesto molto bello, e credo che il messaggio sia arrivato!

Stasera, durante l’evangelizzazione a Duquesa, tre coppie sono andate a evangelizzare un gruppo di case che è oltre la avenida dell’aeroporto.

Al ritorno, verso le sette e mezza, con un’oscurità peggiorata dal black-out, al momento di attraversare la strada si sono trovati un uomo che ha esordito dicendogli: “Datemi dieci pesos, voi di qui non passate”. Detto e fatto, ha ricevuto i dieci pesos. C’erano vari adolescenti insieme a lui.

Qualcuno sussurra ai missionari: andateve, vi voglio derubare.

Con tempismo, Bernarda si abbraccia il tipo che chiedeva i soldi, e se lo trascina lungo una salita, fino ad arrivare vicino alle case. Gli altri giovani si nascondono, i missionari cercano di avvicinarsi dove c’è gente.

Se la sono vista brutta. “Ditemi se non è vero che c’è il Signore e che sta con noi, mi dice dopo Bernarda. Un uomo di quel peso, me lo sono quasi portato in braccio su per una salita, e non ci ha fatto niente”.

È vero. Duquesa è un posto pericoloso!

Nell’evangelizzazione di stasera, a Duquesa, sono stato per la seconda volta in casa del capo di una “nazione”.

Mi ha parlato espressamente della nazione, poche parole, in verità, citando il regolamento che hanno, che, dice, è molto simile al foglio che usavamo per la evangelizzazione di oggi.

Lo diceva perché parlavamo della famiglia come dono di Dio, e del rispetto ai genitori? So che tra le regole delle nazioni c’è quella di rispettare il padre e la madre.

Ma le altre regole? Ho provato a cercare su internet ma non l’ho trovate.

Il capo mi diceva che prima Duquesa era un caos, che tutte le settimane c’era un litigio che finiva male. “Adesso è tutto tranquillo, noi cerchiamo di educare questi giovani”.

Sarà proprio così?

Ho provato a chiedergli se mi faceva vedere il loro regolamento. Mi ha detto che non non poteva, che doveva chiedere permesso. “A chi?”. Nessuna risposta. “Da dove vengono?” “Da fuori”.

La moglie, nel momento di preghiera finale, ha chiesto al Signore che liberasse la loro famiglia da ogni tirannia. Ho visto un’ombra lunga presentarsi accanto alla figura del capo…

Domani è l’ultimo giorno della nostra missione a Duquesa. Faremo un’ultima visita casa per casa, e inviteremo alla messa, che sarà verso le dieci.

Se è come mi dà l’impressione, dovrebbe venire parecchia gente.

Il Signore mi mette davanti un’opportunità che non posso sprecare. Spero di riuscire a far sognare a questa gente un mondo diverso, senza violenza e senza bande.

E so che il Signore mi aiuterà.

Signore, sì, so che tu mi aiuterai.

Il consiglio pastorale di stamattina è stato l’ultimo della parrocchia Santa Margarita fatto le due parti insieme.

Dal prossimo faremo le riunioni separate. Tra poche settimane dovrebbere essere pronti gli uffici di fianco alla cappella san Francisco, che saranno gli uffici provvisori della parrocchia Divina Misericordia.

Lì ci sarà anche una piccolo salone che appunto useremo per i consigli pastorali e per le altre riunioni.

Stiamo già mettendo a punto la lista dei membri, perché i membri attuali sono parte di Santa Margarita e parte della Divina Misericordia.

I responsabili di settore rimarranno ognuno nella parte dove vivono e lavorano.

Così anche i responsabili delle varie aree di pastorali, integrati in ognuno dei due consigli con gli elementi mancanti.

Abbiamo finalmente la cappellina del settore Sinaí.

È stato un affarone, sfruttando un uomo che aveva fretta di vendere e l’ha messa a un prezzo molto basso. In pratica l’abbiamo pagata lo stesso prezzo di quello che avremmo pagato un terreno senza casa tre anni fa.

Considerando l’inflazione tremenda che c’è stata è stato un colpo grosso. Grazie Signore!

Si tratta di una casa di legname, in un terreno di circa 80 metri quadrati. Il tutto è in condizioni abbastanza buone.

Ci faremo catechismo il sabato, e la celebrazione della parola il martedì sera.

E altre attività per dinamizzare il settore!!!

La missione è cominciata con 14 coppie di missionari.

Siamo partiti da Betania alle cinque e mezza di pomeriggio, arrivati là ci siamo messi in preghiera per mezz’oretta, e quindi ogni coppia a portare il vangelo alle sue 10/15 famiglie.

La gente di chiesa di là ci aveva preparato uno stuolo di ragazzini come accompagnatori dei missionari.

Io sono stato a casa del capo della banda, e anche di un altro, e poi mi hanno portato da un gruppo di giovani che lavorano nella discarica.

Con tutti abbiamo cercato di riflettere sull’amore di Dio per noi.

Sento che il Signore mi ha messo parole azzeccate in bocca: ho visto il frutto di queste parole nel fatto che persone rozze e che non mettono mai piede in chiesa si sono aperte a fare una preghiera e a gustare un po’ della parola di Dio.

È venuta anche Sandra, ha fatto l’esperienza di andare sulla guagua con i missionari e di farsi riempire le orecchie dai loro canti gioiosi durati tutto il viaggio.

E al ritorno (verso le otto e mezza) ha avuto l’esperienza di due gomme scoppiate allo stesso tempo.

Alle nove eravamo a casa sani e salvi.

Sveglia ore 5,30 (in missione, dormire la mattina è disdicevole) !! Si và al Campo, “barrio” poco lontano da Guaricano. Statale, svolta a destra, la strada procede tortuosa in salita come scavando dentro la foresta e le ruote della jeep sognano…un’autostrada! Poi, all’improvviso, lo scenario muta quasi per incanto. E’ un minuscolo villaggio circondato di verde e di tepore. Alla prima svolta vedo un uomo con in mano un macete, bambini scalzi e ignudi che giocano , ragazzi che vanno a scula, galline e cani, cani quasi ovunque. Ci stanno aspettando: scambio di saluti, si entra in cappella per celebrare il
rosario (si recita sempre prima della messa!) poi inizia la S.Messa. Dimenticavo, oggi si festeggia S. Ramon!!!! La cappella è piccola, alle pareti tendaggi bianchi, i ritratti di Gesú e della Madonna di Altagracia, patrona di S. Domingo. Due ragazze suonano il tamburello spendidamente a tempo, la gente si alza in piedi e inizia a cantare ed io insieme a loro e mi sento felice! Con la gente “alla buona” si ci sente a …casa!! È l’ora di partire! Rincorro il don che vuole lasciarmi a terra e scatto un’ultima fotografia a due spendidi bambini. Pablo indugente sorride e a malincuore lasciamo il Campo!

Per chi vuole accompagnarci con la preghiera per la evangelizzazione dei prossimi giorni, e desidera avere davanti agli occhi i vari articoli su Duquesa, li può vedere con un colpo d’occhio qui.

Conto sulla vostra preghiera!

Con la comunità parrocchiale sognamo una Duquesa pacifica, laboriosa, senza delinquenza, senza bande, e che cerca di seguire le orme di Cristo.

Sognate anche voi insieme con noi? Nella preghiera, naturalmente!