Contributi nella categoria 'Parrocchie'

Oggi, giorno di Pasqua, ho avuto i battesimi dei bambini: trentasette a Santa Margarita in mattinata, quarantacinque alla Divina Misericordia di pomeriggo. In più sono riuscito (con un po’ di nervosismo, a dire il vero, per dei bambini piccoli che disturbavano) anche a dire la messa serale.

Questi bambini li ho potuti conoscere meno che i giovani che ho battezzato ieri sera; eppure ho sentito anche oggi, nella celebrazione, la paternità spirituale verso di loro, insieme alla gioia del loro ingresso alla vita nuova.

Sono abbastanza stanco, ma contento per aver potuto realizzare queste celebrazioni!

1:37 am

Veglie pasquali

Stasera (o meglio… stanotte!!) ho pensato a don Franco. Per la prima volta in vita mia ho fatto due veglie pasquali, con vari battesimi di giovani da tutt’e due le parti. Ho pensato a don Franco perché ho nella memoria quello che ripeteva sempre che portare avanti due parrocchie era troppo pesante.

Ringrazio il Signore che non mi sono pesate più di tanto. Battezzare le persone che si sono accompagnate nella loro formazione è sempre avvincente!

L’unica cosa è che alla Divina Misericordia dovevamo cominciare alle sette e mezza, e tra il ritardo della recita del gruppo di teatro e varie disorganizzazioni, l’inizio è slittato di mezz’ora. Così abbiamo dovuto fare abbastanza alla svelta, e ciononostante abbiamo finito alle dieci (alle nove e mezza avrei dovuto iniziare a Santa Margarita!).

I giovani che si sono battezzati alla Divina Misericordia sono in generale abbastanza in gamba. Tra tutti, quella che più mi piace è Charo, un sorriso affascinante su di una bella faccia di pelle scura. C’erano anche due signore già con vari figli, separate da tempo dai rispettivi mariti.

A Santa Margarita la celebrazione è stata più lunga: abbiamo letto tutte le sette letture dell’Antico Testamento (alla Divina Misericordia ne avevamo fatto solo quattro), e mi sono permesso anche di spezzettare l’omelia in varia parti: un primo pezzo dopo il mar Rosso, un altro dopo le due letture di Isaia, un terzo prima del Gloria.

L’esperienza – mutuata dai neocatecumenali – mi è sembrata buona. Nel prossimo consiglio pastorale sonderò più in profondità le risonanze della gente.

In tutte e due le celebrazioni ho fatto esprimere, alla fine, ai padrini, il loro impegno a accompagnare i figliocci nel cammino di fede. Pensavo soprattutto alla Messa domenicale, che non so perché ma è la cosa più difficile da partecipare da parte di tutti i bambini di qui. Ho potuto così far capire anche che essere padrini è una cosa seria, in relazione ai figliocci, e non ai loro genitori (qui chiamati “compadre” e “comadre”). Spero che abbiamo capito! O meglio, spero che vivano seriamente la loro missione!

La celebrazione del venerdì santo ha dovuto subire un brusco arresto al momento di cominciare la liturgia della parola a causa di un acquazzone fortissimo.

Vi domanderete se celebriamo sotto una pianta! No, ma sotto un tetto di lamiera, che quando piove forte diventa rumorosissimo. In particolare oggi pomeriggio abbiamo dovuto aspettare dieci minuti che calasse la intensità della pioggia, perché con il microfono al limite del larsen non si capiva niente delle letture.

Grazie a Dio l’acquazzone è passato alla svelta, e abbiamo potuto continuare. E tra l’altro quest’anno abbiamo continuato la venerazione della croce con dei turni per settore, alla stessa maniera dell’adorazione del giovedì santo. Abbiamo usato per questo un testo preparato dall’infaticabile padre Lorenzo Vargas, con bei spunti, e che la gente ha vissuto intensamente.

Ho anche approfittato il tempo dell’adorazione, ieri come oggi, per confessare ancora qualcuno.

Dall’anno scorso mi sto impuntando che voglio vedere entrambi i genitori alle riunioni che si fanno prima dei sacramenti.

Ciò mi porta a spiegare e rispiegare fino alla nausea, il perché: voglio che i papà abbiano un momento, almeno una volta all’anno, per ascoltare un messaggio che li aiuti a maturare.

Sì, perché qui la maggior parte di papà appartengono a una delle due categorie:

  • quelli che lavorano con orari massacranti e non hanno praticamente tempo (anche se lo volessero) di fare vita di chiesa;
  • quelli che non gli interessa la vita di chiesa.

Così normalmente sono le madri che vanno a tutte le riunioni di scuola, parrocchia, quartiere, ecc. E gli uomini, che sono quelli che comandano nelle case (perché qui quasi nessun uomo si lascia mettere i piedi in testa da sua moglie), rimangono al margine di tutta quest’opera di formazione che si fa nei vari ambienti educativi.

Così ieri sera abbiamo dovuto fare una riunione di recupero, alla quale hanno partecipato quasi 100 papà. È stata una piccola fatica in più, non solo per me, anche per Marcial e vari catechisti, ma siamo riusciti a far passare un messaggio.

Un certo numero di papà non sono apparsi neppure stasera, e bisognerà vedere cosa fare perché i figli non perdano i sacramenti. Sono sicuro che il Signore mi aiuterà.

Ieri e oggi sono i due giorni che dedico alle prime riconciliazioni. Al mattino dei bambini, al pomeriggio dei giovani.

Sono momenti molto belli per un prete. Donare il perdono del Signore mi fa sentire che sono un pezzettino dell’amore di Dio.

Con i giovani della prima riconciliazione della Divina Misericordia ieri sera ho mezzo litigato, perché la gran maggioranza sono arrivati in ritardo di mezz’ora alla celebrazione. Spero che mi vada meglio stasera con quelli di Santa Margarita!

In questi giorni della Settimana Santa abbiamo con noi in parrocchia i seminaristi. E in verità si stanno dando abbastanza da fare, sia animando un po’ durante le prime riconciliazioni, sia preparando i ceri pasquali delle due parrocchie.

I più attivi sono Heriberto, Miguel Ángel e Elvis. Però anche Franklin lavora. Da parte sua, Willy è stato precettato da uno dei suoi formatori, il padre David, per una missione in una parrocchia periferica, e tornerà con noi stasera o domani.

Brondy è il più discreto dei sei, dedica molto tempo alla sua famiglia.

Due processioni con annesse Messe stamattina, nel settore san Ramón prima e a Santa Margarita poi.

Alla Divina Misericordia è andato il padre Kurian, segretario della Nunziatura, indiano come le nostre suore. Farà là tutte le celebrazioni della Settimana Santa; mi sono riservato la veglia pasquale, a causa dei battesimi dei giovani.

Oggi pomeriggio ho ancora un ritiro dei bambini di Santa Margarita che riceveranno il battesimo il giorno di Pasqua, e poi la messa della sera.

Con l’aiuto del Signore farò tutto!

Ieri era il Venerdì dei Dolori, della Madonna, si intende.

Invece della Via Crucis che si fa gli altri venerdì di quaresima c’è l’usanza di fare una processione in cui si contemplano le scene evageliche in cui Maria soffre con Cristo, cominciando dalla profezia di Simeone (“una spada ti trafiggerà l’anima”) fino alla deposizione tra le mani della Vergine.

La cosa bella di quest’anno è che l’abbiamo coordinata tra le quattro parrocchie di Guaricano: Santiago el Menor e Nostra Signora dell’Amparo (=Guardia), dove hanno lavorato don Giulio, don Lorenzo e don Franco, e Santa Margarita e la Divina Misericordia. Ogni parrocchia è partita da “casa sua” e tutto siamo arrivati alla Divina Misericordia, dove abbiamo celebrato la Messa.

Questa Messa è stata molto sentita, da me, ma anche da tutti i presenti, ci ha fatto sentire chiesa che cammina insieme nei quattro angoli di Guaricano.

Ci siamo riuniti oggi con l’équipe di liturgia per preparare le celebrazioni della Settimana Santa. Se il Signore ci aiuta, saranno molto più curate degli anni scorsi.

Avremo con noi anche Willy, Miguel Ángel, Heriberto, i nostri seminaristi del prefilosofato. Oltre naturalmente a Elvis, Franklin e Brondy, che sono al minore; no, aspettate, Brondy è al prefilosofato anche lui, ma, a differenza degli altri tre, è mezzo indietro nel cammino di formazione.

Tra tutti saranno un’aiuto forte per le celebrazioni!

Stasera le confessioni ci toccavano alla Divina Misericordia. Marcial ha fatto il suo lavoro di preparare la gente e di aiutarli a ringraziare il Signore.

C’eravamo in quattro a confessare, e non è stato tanto pesante. Fedelissimi, il padre Tomás, il padre Luis Obispo, e il padre Isidro.

Un buon numero di conviventi me li ero già “confessati” nelle settimane precedenti, ed effettivamente è molto meglio a questa maniera.

Ha l’aereo stasera alle otto e 45.

Verso le cinque parte per l’aeroporto, la saluto tra poco perché ho in parrocchia una catechesi ai bambini sul sacramento della riconciliazione.

2:13 pm

padre Kurian

Con mio sommo piacere le suore mi hanno detto che il loro connazionale padre Kurian, segretario della Nunziatura, è disponibile a dare una mano nella Settiamana Santa.

Se il Signore ci aiuta, non dovremo fare le celebrazioni di corsa e in orari strani!

Oggi pomeriggio lo chiamo per vedere cosa può fare!

La Via Crucis di stasera alla Divina Misericordia è stata centrata sui problemi del barrio.

Abbiamo fatto solo cinque stazioni, una per ognuno dei settori della Divina Misericordia, e in mezzo ad ogni stazione si è presentato il problema più forte di quel settore e abbiamo pregato perché possa trovare soluzione.

Chi ha parlato della violenza, chi dell’acqua maleodorante, chi della droga… Non è stato difficile trovarli, piuttosto il difficile è stato forse scegliere!

Il bilancio dei dialoghi con i conviventi è per me più che positivo. Ho visto parecchie persone, almeno una trentina, che hanno potuto o voluto fare un cambio nella loro vita.

Per qualcuno si tratta di ricevere di nuovo la comunione, dopo tanto tempo.

Per altri si tratta di mettersi in cammino verso il matrimonio in maniera più decisa.

Lunedì prossimo avremo le confessioni vere e proprie alla Divina Misericordia. Dopodiché mi rimangono un duecento confessioni di giovani e bambini della Prima Comunione nella Settimana Santa.

Mi ripeto ma non mi importa: Grazie, Signore!

Il Consiglio Pastorale della Divina Misericordia di stasera è girato intorno alla verifica della Quaresima e alla programmazione della Settimana Santa e del Tempo Pasquale.

Riguardo alle attività di Quaresima, c’è stata una risonanza positiva della Camminata Penitenziale sui muri da abbattere. Anche se in qualche settore si sono trovati paura e hanno unito più camminate in una, in generale sono stati momenti ben partecipati, e soprattutto è piaciuto l’abbattimento finale del muro e il passarci sopra mentre si cantava!

Per quanto riguarda la Settimana Santa, l’assenza di Lorenzo ci ha costretto a mettere le celebrazioni in orari che non scontrino con quelli di Santa Margherita. Ho pensato a don Giulio, a don Lorenzo e a don Franco, che per anni si sono fatti le celebrazioni doppie sistematicamente.

Nel tempo di Pasqua faremo una visita a tappeto del cero pasquale a tutti i settori, contando di poter visitare anche molte famiglie. Siamo sicuri che sarà un momento bello di evangelizzazione barriale.

Il lavoro di oggi è stato quasi tutto centrato sulla riconciliazione.

Nel pomeriggio, la riunione degli animatori di Comunità Ecclesiali di Base aveva come tema il sacramento della riconciliazione, mettendo a fuoco due motivi per i quali molta gente non si confessa: la paura o la vergogna, e il pensare di non avere peccati. E il mattino mi ci è voluto per preparare bene il materiale della riunione.

Dopo la riunione degli animatori, sono corso alla parrocchia di Santiago el Menor perché avevano la celebrazione penitenziale: ho confessato un’oretta.

La ragione per cui mi sono fermato poco a confessare è che avevo la riunione dei genitori dei bambini del battesimo e della riconciliazione. L’ho fatta, accompagnato da vari catechisti. La partecipazione non è stata al 100%, e devo vedere come trovo la maniera di vedere i genitori che non si sono presentati.

Il Ritiro di Quaresima della Divina Misericordia è andato bene su tutti i fronti.

Ottima l’équipe che l’ha dato, un’équipe del Rinnovamento nello Spirito, realmente piena di Spirito Santo, con una predicazione viva e centrata sulle testimonianze di vita.

Ottima la partecipazione: i genitori dei bambini del battesimo e della riconciliazione hanno risposto e hanno detto presente con amore. Ho fiducia che vari di loro cominceranno a vivere con più amore la Chiesa.

Ottima la organizzazione da parte di Marcial. Da parte mia non ho fatto niente anche perché possa imparare facendo, se capita, i suoi errori. Nei giorni scorsi è riuscito anche ad approntare un bagno con tanto di acqua, che ha funzionato egregiamente.

Io ho potuto fare qualche saltino, senza poter stare tanto tempo. Marcial che se l’è goduto tutto era soddisfattissimo stasera!

9:09 pm

Messa secca

La Messa dei giovani di Santa Margarita è stata secca come il deserto del Sahara: neanche un canto. Per la prima volta abbiamo recitato il Signore Pietà, il Santo e l’Agnello di Dio. Non abbiamo recitato il Gloria perché in Quaresima si omette.

La ragione è che i giovani del coro erano alla Cappella del Barrio per il ritiro di quaresima dei giovani. Io stesso ha incoraggiamo la loro partecipazione là, ma non immaginavo un vuoto tanto grande alla Messa.

La camminata penitenziale nei settori si è svolta abbastanza bene. Soltanto nel settore Nueva Jerusalén i tre gruppi erano mezzi esigui, anche se ben animati. Nei settori di Betania, Nueva Alianza ed Emaús ho visto partecipazione ed entusiasmo.

Ho partecipato in particolare all’inizio della camminata del settore Nueva Alianza, e alla conclusione di una delle due camminate del settore Betania e a quella del settore Emaús. In particolare in quest’ultima mi sono goduto il momento in cui si è abbattutto il muro e lo si è calpestato cantando, a significare che i muri che ci dividono li vogliamo eliminare, con l’aiuto del Signore.

In questa quaresima mi sono preso l’impegno di incontrare i conviventi. Il mercoledì e il giovedì pomeriggio li dedico a vedere questa gente, ogni giorno in un settore diverso. Soprattutto è per offrire un’orientazione che li possa aiutare ad andare verso una situazione più in linea con i comandamenti di nostro Signore: sposarsi, vivere castamente o lasciarsi.

Il pomeriggio di oggi l’ho dedicato alla gente della Mina, che è una delle parti più povere della nostra parrocchia. Ho “lavorato” su un divano posto gentilmente a disposizione da Félix e María, una coppia che si è sposata quattro anni fa, e che ospitano in una tettoia attigua alla loro casa la Celebrazione della Parola del martedì.

Dalle tre e mezza che ho cominciato sono stato sul divano fino alle otto. Ed è stato veramente un “divano della conversione”.

Ho visto abbastanza gente, una metà senza prospettive di cambio di situazione a corta scadenza ma con la volontà di fare qualcosa, un altro quarto con il desiderio e la possibilità di prepararsi alla svelta per il matrimonio, e l’ultimo quarto non conviventi ma che ancora non ricevono la comunione (e la riceveranno presto).

Mi ha colpito soprattutto il dialogo con Salomé e quello che ne è seguito.

Salomé e il suo compagno Bilín hanno meno di quarant’anni, e vivono insieme da venti anni. Un anno fa hanno cominciato insieme il corso di preparazione al matrimonio, ma l’ha finito soltanto lei, perché Bilín a metà corso ci ha ripensato e ha lasciato perdere, ed è tornato ai vecchi amici e alla birra. Oggi pomeriggio ho fatto il dialogo con Salomé, la quale mi raccontava che il marito è insopportabile, e che hanno molti problemi, e che lei se potesse se ne andrebbe da casa. Ho cercato di aiutarla a mettersi in una prospettiva di fede, ma l’impressione era che le cose fossero ben difficili. Alla fine mi sono azzardato a chiederle di mandarmi suo marito. E il marito è venuto, e tra il clima della quaresima, il fatto che per aspettare il suo turno ha partecipato in una specie di momento di preghiera, e la chiamata del Signore, fatto sta che fra tutto questo quando è venuto a sedersi sul divano era un agnellino. Dopo aver parlato un po’ da soli gli ho chiesto di richiamare sua “moglie”, che era lì fuori, e le ha promesso sinceramente di tornare alla vita di chiesa e di lasciare gli amici e la birra.

Per me è stato un momento commovente, così come lo è stato per le varie persone presenti quando, alla fine di tutti questi dialoghi, Bilín ha dato testimonianza del suo desiderio e volontà di cambiare. Insieme abbiamo tutti ringraziato il Signore!

Ognuno dei dialoghi di oggi pomeriggio è stato fruttuoso: in tutti ho visto la voglia di ricominciare. Ed è stato molto edificante anche per me.

Non mi rimane che dire: Grazie, Signore!

Grazie, Signore, per questo ministero in Guaricano!

Grazie, perché non mi fai mancare il calore di tanti fratelli!

Grazie per tutte le persone che vedo che vogliono cambiare e convertirsi a te!

Grazie per questa quaresima così ricca di frutti nella parrocchia!

Grazie perché continui a chiamare uomini e donne a seguirti da vicino!

Sei grande, Signore!

Stiamo preparando un’attività di settore per venerdì, una specie di Via Crucis.

Il piano pastorale prevede che si realizzi nei settori, ognuno dei quali ha circa 200 famiglie.

Mi sono reso conto oggi che, nonostante si avesse parlato di farla per settore, i vari settori si sono unificati tre a tre o due a due. E perché? perché facendolo di settore va poca gente e facciamo brutta figura.

Ho dovuto lottare un po’ per spiegare il motivo per cui questa attività va fatta di settore, anche a costo che vadano pochi; e far capire che non è un rischio, ma una sfida. Che se abbiamo paura che vada poca gente dobbiamo mettere più entusiasmo nell’invitare gli altri e nell’aiutarli a partecipare.

Ho anche aggiunto che, visto che è il vescovo che ci chiede di farla così, e in definitiva siamo certi che dietro al vescovo c’è il Signore che ci sta chiedendo questo, se faremo brutta figura in realtà la farà lui, che si arrangi e che cerchi la maniera per non farla!! E comunque, in croce Cristo ha fatto, umanamente parlando, la brutta figura peggiore della storia: un Dio che muore in croce!

Vi saprò dire!

Mi sono fatto oggi pomeriggio due orette di confessioni nel settore San Ramón.

Sono le prime della parrocchia, lunedì continuiamo con quelle di Santa Margarita, e l’altro lunedì con quelle della Divina Misericordia.

Nel frattempo i giorni prossimi nel pomeriggio avrò i dialoghi con i conviventi.

Oggi ho fatto un po’ la trottola, con le due messe nelle quali avevamo i catecumeni (bambini e giovani), la giornata con i bambini catecumeni dove ho spiegato i comandamenti, e la messa della sera con il battesimo di una persona anziata e malata.

Per grazia di Dio alla fine della Messa ho potuto accompagnare Miguel Ángel al Seminario, il Signore mi ha tolto la stanchezza!

Però stasera devo e voglio andare a dormire presto!

L’anno prossimo ci sarà la V Conferenza Generale dei Vescovi dell’America Latina. In previsione di essa, si sta facendo adesso in tutte le diocesi una consultazione del popolo di Dio, basandosi su un documento preliminare.

Abbiamo avuto appunto stamattina questa consultazione per la nostra zona. Ogni parrocchia ha partecipato (quelle che hanno partecipato) con 10/15 persone, e le nostre parrocchie siamo andati con i consigli pastorali al completo.

È toccato a me fare una presentazione introduttiva sulle quattro conferenze generali precedenti, la qual cosa è stata per me molto istruttiva, perché la preparazione di questa esposizione mi ha costretto a documentarmi.

Poi ci siamo riuniti in maniera trasversale, mischiati cioè dalle varie parrocchie, e il mio gruppo ha dialogato sulla ricerca della felicità da parte della nostra gente. Ne sono venuti fuori agganci fecondi al piano pastorale diocesano, alla vita liturgica, all’impegno apostolico.

Nonostante fossi andato mezzo scettico, mi sono goduto questa mattinata!

Poi

Oggi pomeriggio abbiamo avuto la Via crucis di Quaresima animata e partecipata dagli studenti della nostra scuola primaria.

Non hanno partecipato molti, e una ragazzina che ha partecipato si è persa, a quanto mi hanno detto dopo (o forse ha approfittato per andarsi a fare i fatti suoi in barba ai suoi genitori…), però la presenza è stata abbastanza di qualità, più in chiesa per la messa che in strada, dove l’ambiente era molto dispersivo.

Abbiamo finito prima che diventasse scuro. Era una cosa che mi stava a cuore particolarmente perché nel buio e senza luce il ritorno a casa diventa pericoloso.

Nieve, la maestra di religione di settima e ottava, ha preparato il tutto in maniera ben fatta, ed è stata anche l’unica maestra che ha partecipato alla Via crucis.

9:38 pm

Un ex cattolico

Ieri sera ho visto per la strada un signore che era un buon cattolico, del terz’ordine francescano. Un anno fa è diventato evangelico, della Chiesa Pentecostale Missionaria.

Predica casa per casa contro la Chiesa Cattolica e contro i sacerdoti, sfoggiando dotte citazioni dai profeti dell’antico testamento che se la prendevano con il sacerdoti del loro tempo.

Sostiene che i cattolici non seguono Cristo, ma un uomo (vuol dire il prete), e non si rende conto che la sua chiesa l’ha fondata un americano all’inizio del secolo scorso.

Che fatica parlare con questa gente!

Per la prima volta, tenendo conto che lui era un cattolico abbastanza ben formato, gli ho buttato in faccia con un po’ di forza che non può essere vero, come dice, che i cattolici adorano la Madonna, che sono pieni di idoli, che non può essere vero che lui adorava idoli quando era cattolico. E di fatto su questo non mi rispondeva. Tornava sempre al fatto che i cattolici vanno a Higüey per adorare la Madonna… e che Gesù Cristo non ha detto a nessuna donna di vestirsi come gli uomini (qui le donne evangeliche non possono portare i pantaloni)… uffa, sono stufo di queste stupidaggini!

Devo pregare di più per lui, ho la speranza che il Signore gli torni a illuminare la mente.

Oggi pomeriggio sono stato qualche ora nella cappella del settore Emmaus per dialogare con la gente che ancora non può confessarsi. È stato molto bello, almeno 4 o 5 persone hanno trovato la forza e la decisione di cambiare vita. Grazie, Signore!

Poi, alle sette, avevo confessioni nella parrocchia di San Benito (Benedetto). Molta gente, e varie confessioni proprio belle.

Ogni giorno apprezzo di più questo ministero presbiterale che il Signore mi ha dato!

Questo mese di marzo è dedicato al tema della riconciliazione: abbattere i muri!

Con le Comunità Ecclesiali di Base (CEB) stiamo usando un materiale preparato da un’equipe diocesana, che aiuta a riflettere sui muri: il muro in sé sono le divisioni che ci sono tra noi, ma il muro poggia su un fondamento, che sono i nostri peccati, i quali sono dovuti a loro volta a una mentalità non in linea con il Vangelo.

L’incontro di questa settimana in particolare fa meditare su molte parole di Gesù che chiedono appunto di cambiare mentalità.

8:57 pm

Domenica piena

Oggi è stata una giornata con varie cose.

Due messe al mattino, e tra l’una e l’altra far partire il ritiro parrocchiale di Santa Margarita. Sono venuti a tenerlo un’équipe del Cammino Neocatecumenale.

Al pomeriggio presto alla Divina Misericordia una catechesi sui peccati ai giovani del battesimo, e appena finito la stessa catechesi un po’ semplificata ai bambini del battesimo.

Dopodiché l’adorazione eucaristica che concludeva il ritiro parrocchiale, e infine la Messa d’orario a Santa Margarita delle diciotto e trenta, con un buon numero di bambini del battesimo.

Mi sento un po’ saturato ma sono contento perché tutto è andato bene.

La gente che è venuta per il ritiro ha avuto un’ottima impressione della parrocchia, e fanno fatto i complimenti a tutti, e la cosa ha fatto sentire tutti molto bene. Oltre a questo, naturalmente, le meditazioni del ritiro sono state semplici ma profonde, la gente le ha gustate. Non io, purtroppo, che ero “in tutt’altre faccende affacendato”.

Stamattina abbiamo cominciato a livello di zona pastorale il lavoro sulla pastorale educativa. Io sono il prete incaricato della zona, e di per sé ogni parrocchia dovrebbe mandare un rappresentante a queste riunioni mensili.

In pratica non si era mai fatto niente, anche perché non tutti i parroci sono integrati al mondo scolastico.

Stamattina abbiamo cominciato in cinque: oltre a me c’era Matilde, la nostra vicedirettrice, Nieve, nostra maestra di formazione, Luz María, che è direttora di un piccolo collegio nel territorio della Divina Misericordia, e Carmen, una maestra del barrio di Ceuta.

Di 20 parrocchie ce n’erano solo tre! Però non importa, l’importante è che abbiamo cominciato, e c’è da parte di tutti e cinque il desiderio di coinvolgere più gente.

Il lavoro fatto oggi è stato leggere e condividere sull’introduzione della Gravissimum Educationis, il documento del Vaticano II sull’educazione. La prossima volta, che sarà in maggio a causa della Settimana Santa, continueremo a leggere il resto.

Grazie, Signore!

Ho passato tre ore oggi pomeriggio a confessare persone che non possono ricevere l’assoluzione nel settore Sinaí.

Sono persone conviventi, alle quali bisogna dare un’attenzione pastorale specifica per aiutarli a trovare la strada del matrimonio.

Dalle tre e un quarto c’ho dato fino a oltre le sei. È stato bello vedere il desiderio di questa gente di trovare il cammino del Signore.

Dopo, sono andato a una parrocchia di Villa Mella. Dovevano avere la celebrazione penitenziale, ma inspiegabilmente non c’era nessuno in parrocchia.

Oggi pomeriggio è cominciato il tour de force delle confessioni di Quaresima, con le confessioni della gente del settore San Ramón.

Non è venuta molta gente, ma ci sono state delle confessioni molto belle, che mi hanno rallegrato il cuore.

Di sera poi sono tornato da quelle parti ad accompagnare tre laici responsabili di comunità apostolica che hanno partecipato a un seminario in Betania. Sono arrivato a casa tardi, ma mi sono sentito più vicino a quella comunità che purtroppo vive lontano dal centro parrocchiale. Durante gli spostamenti là, tra un buco e un altro della strada, ho visto anche Yuri, il fratello di suor Cristina, che mi ha assicurato che sta pensando seriamente al matrimonio (quante volte me l’ha già detto? non lo so più!), e l’ho visto con la volontà di venire di più a Messa.

Oggi dovevamo scegliere il nuovo responsabile del settore Altagracia (Ponce), per sostituire Matilde che vive fuori dal settore.

Sono usciti vari candidati, ma fondamentalmente la cosa si è ristretta a due, Mdes., giovane signora di quasi quarantànni che lavora nella parrocchia dalla tenera età, e Mri., che è arrivata solo da due anni ma che porta avanti il lavoro con molto amore.

Alla fine sono stato io a dire che preferivo Mdes. per la poca esperienza di Mri. Il problema è venuto dal fatto che Mdes. ha rifiutato l’incarico, adducendo che la comunità non è stata con lei in un momento difficile, e che non accetta la responsabilità perché sicuramente la lasceranno sola.

Così siamo rimasti in un nulla di fatto. Vedendo l’atteggiamento di Mdes., forse è meglio così.

Sono riuscito a trovare la voglia di preparare le copie di tutte le catechesi dei giovani in preparazione a battesimo e riconciliazione.

Sono di quei lavori che ti scoraggiano, perché sono noiosi, ma grazie a Dio ce l’ho fatta!

Abbiamo avuto quattro messe oggi, due a Santa Margarita e due alla Divina Misericordia.

A Santa Margarita c’è stata molta più gente di sera, mentre alla Divina Misericordia tanta gente sia al mattino che alla sera.

A me stupisce che sentano – grazie a Dio! – di più il mercoledì delle ceneri che l’Altagrazia e la Mercedes, che pure sono Madonne e sono patrona e protrettice della Repubblica Dominicana. Stasera avevo tantissime madri strapiene di bambini piccoli che facevano abbastanza cagnara in chiesa.

C’erano anche gli adolescenti del gruppo Ciempiés, che per l’occasione non hanno fatto riunione per partecipare alla Messa.

Invece Juan Luis è andato a imporre le ceneri a Duquesa, e al ritorno m’ha detto che ha trovato un’assemblea ben nutrita e qualificata!

Nelle nostre parrocchie abbiamo sempre invitato i conviventi a partecipare alle celebrazioni penitenziali, in quanto il dialogo con il sacerdote, anche se non poteva arrivare all’assoluzione, è comunque un fatto positivo per la crescita spirituale della persona, e molte volte per aiutarla ad uscire dalla sua situazione di peccato.

Nell’ultima riunione del clero della zona, però, l’arciprete (=il vicario zonale) ci ha comunicato che il vescovo non vuole che si invitino a queste celebrazioni quelli che non possono completare il processo penitenziale, c’è il rischio di una confusione sul sacramento e sulle sue esigenze.

Così ho fatto oggi una riunione con i responsabili di settore per vedere come fare. Non mi va infatti di lasciare i conviventi fuori dall’attenzione pastorale del sacramento della riconciliazione, e al tempo stesso non voglio disobbedire al vescovo.

Così abbiamo organizzato che per i conviventi ci saranno momenti apposta dedicati al dialogo con loro nei vari settori, una specie di direzione spirituale, e sarà nelle settimane precedenti le celebrazioni penitenziali. Poi, il giorno delle Celebrazioni, li inviteremo a realizzare un servizio di intercessione per i loro fratelli che possono confessarsi. Ci sembra che in questa maniera si sentiranno chiesa, e con l’impegno di arrivare anche loro a ricevere il perdono dei loro peccati.

Il rito di Entrata al Catecumenato s’è svolto stamattina nelle due parrocchie.

Abbastanza buona la presenza dei bambini, meno quella dei giovani: ne mancavano parecchi!

Da domenica prossima i due gruppi cominceranno la catechesi specifica sui sacramenti.

Oggi pomeriggio abbiamo avuto un momento di incontro, quasi di ritiro, di tutte le Comunità Apostoliche delle due parrocchie.

È stato un pomeriggio molto piacevole, per vari motivi.

  • In primo luogo perché la partecipazione è stata alta, superiore al 60% dei membri delle Comunità. Trovarsi tante persone dà sempre una grande gioia!
  • Poi perché sono stati con noi Wendy e Danielito, la coppia giovane che ci ha aiutato a fare i primi passi con il SINE.
  • E ancora perché le meditazioni fatte, una fatta da me sull’amore, l’altra da Wendy sul dare tutto di noi stessi al Signore per la chiesa, sono arrivate al cuore di tutti.
  • E non bisogna trascurare la bella cornice della parrocchia di Santiago el Menor, che ci è stata messa a disposizione e che si è dimostrata ambiente adatto per quello che dovevamo fare.

Che posso aggiungere? Soltanto dire: Grazie, Signore!

Stasera abbiamo avuto l’incontro dei genitori a Santa Margarita. Era con i genitori dei bambini che riceveranno il battesimo e quelli che faranno la prima riconciliazione.

Mancavano parecchi, soprattutto nell’elenco della prima riconciliazione.

Dopodomani i candidati al battesimo faranno la solenne Entrata al Catecumenato in presenza della comunità parrocchiale.

Stasera abbiamo fatto con loro la prima parte di un seminario sulla maniera di portare avanti queste comunità.

Stasera si è parlato dei prime due momenti in cui si articola l’incontro settimanale della comunità: la preghiera di lode e lo studio della catechesi.

Il padre Alfonso Navarro, fondatore del SINE, ha lasciato una riflessione molto bella e profonda su come portare avanti questa esperienza, e io sono molto contento di portarla avanti nelle nostre parrocchie.

Stasera abbiamo avuto la riunione con i genitori dei bambini che saranno battezzati a Pasqua.

Nella Divina Misericordia sono una settantina. Hanno fatto per lo meno due anni di catechismo, e ora entrano nella preparazione più immediata, che coincide con la quaresima.

Tutti gli anni iniziamo vedendo i genitori, perché si sa che la famiglia deve farsi protagonista del cammino di fede dei suoi figli.

Insieme ai genitori dei bambini che saranno battezzati c’erano anche i genitori di quelli che faranno la prima riconciliazione. I bambini che faranno questo passo sono un centinaio. L’anno prossimo riceveranno la prima comunione.

Una cosa che forse non sono ancora riuscito ad accettare qui è il fatto che la maggioranza di questi bambini vengono al catechismo all’età che gli pare, poi si allontanano, ritornano… In maniera che nel gruppo che si battezza sono rappresentate tutte le età da otto anni fino a 12/13. E poi ci saranno anche i più grandi, ma quelli li prepariamo in un gruppo a parte.

Adesso i bambini che si preparano al battesimo cominciano un cammino più intenso di catechesi e di partecipazione attiva alla Messa. Tutte le domeniche avranno la catechesi specifica sul battesimo, una domenica avremo una convivenza di un giorno intero, e i loro genitori sono invitati al ritiro di quaresima che sarà tra un mesetto.

Vi chiedo una preghiera perché possano prepararsi bene ed essere pietre vive della chiesa!

Oggi mi sono passato tutta la giornata a mettere in ordine gli elenchi dei bambini che riceveranno i sacramenti.

I catechisti li hanno iscritti a inizio anno, e hanno passato le schede di iscrizione, che la segretaria ha digitato al computer della parrocchia. Adesso, con la lista stampata, ogni catechista ha segnalato chi è pronto per il battesimo, la prima riconciliazione, al prima comunione.

Da parte mia detto i criteri con cui selezionare i bambini, in base all’età, alla classe della scuola, e al tempo che frequentano il catechismo.

Sono riuscito a mettere in ordine tutto, in maniera che domani per la prima riunione dei genitori saprò chi riceve e quale sacramento riceve.

Ieri avevamo l’attività di settore del giorno dell’amicizia (san Valentino). In ogni settore si sono organizzate due, tre, quattro attività distinte, in vari punti.

Purtroppo la maggior parte di queste attività sono state, almeno umanamente parlando, un mezzo fiasco: poca gente, poca gente nuova. E la cosa che mi ha fatto tristezza è che in strada c’erano tantissime persone, ma occupate in tutt’altra cosa: giocare a domino, bere in qualche bar, ecc.

L’impressione è che l’attività nostra non interessasse più di tanto alla gente. O è che i messaggeri non l’hanno saputa presentare in maniera convincente?

Stamattina non avevo voglia di andare all’incontro dei preti e diaconi della zona, ma per non dare cattiva testimonianza a Marcial sono andato. È venuto anche Lorenzo.

Di fatto il Signore mi ha fatto capire che ne valeva la pena, perché si sono trattate varie cose importanti:

  • Si è fatto il calendario delle celebrazioni penitenziali di quaresima. Mi sono impegnato ad andare praticamente a tutte, la vedo come una cosa prioritaria del mio ministero.
  • Abbiamo toccato il tema del battesimo dei conviventi, che di fatto ho visto che è scottante anche per gli altri.
  • Si è cominciata a programmare la Via Crucis del Venerdì Santo.
  • Abbiamo mangiato insieme (un po’ spartano, a dire il vero!).
  • Dulcis in fundo, ho bevuto della bella acqua di cocco, e anche un buon cocco fresco.

Sto dedicando un po’ di tempo a lasciare preparati gli incontri del catecumenato. Mettere insieme catechesi, scrutini, ecc. e bilanciarli con le altre attività quaresimali della parrocchia, anzi, delle parrocchie, mi richiede un po’ di sforzo.

Le catechesi sono pronte dall’anno scorso, spererei anche di pubblicarle in maniera che altri possano usarle, sono frutto di un raffinamento di vari anni e credo che possano fare un bel servizio a tutti quelli che fanno preparazione al battesimo qui in Repubblica Dominicana.

Ci siamo visti stasera con i catechisti dei giovani e degli adulti, per preparare il periodo del catecumenato e la preparazione della prima comunione e della confermazione.

La cosa più difficoltosa è stata realizzare il calendario della preparazione al battesimo: ci sono infatti incontri di catechesi (vari di essi raggruppati in una convivenza) e momenti liturgici (entrada al catecumenato, scrutini, consegna del credo e del Padre Nostro), e non è facile mettere insieme tutto, tenendo presente tra l’altro che continuano ad esserci altre attività nelle parrocchie.

Dal punto di vista concettuale invece quello che ci ha preso più tempo è stato il discorso del battesimo dei conviventi. La chiesa non lo fa, a meno che sia insieme o prossimo al matrimonio, per il semplice motivo che la convivenza è per un cristiano una situazione di peccato; e quindi chi si battezza e non si sposa, di per sé non si è convertito pienamente a Cristo.

La cosa non è difficile da capire, ma diventa di difficile attuazione perché cè un prete vicino a noi che battezza oves et boves, includendo i conviventi, e senza tante cose di preparazione: tre incontri e via il battesimo.

Ovviamente è una prassi deleteria, su più fronti:

  • il battesimo rimane a livello sacramentale, senza una vera e profonda catechesi
  • a parte le due o tre settimane di preparazione, non c’è l’accompagnamento della chiesa né la preoccupazione di aiutare a continuare un cammino
  • è una disobbedienza alla norma della chiesa: da parte di un prete è una cosa abbastanza grave.

Concretamente, molti adulti conviventi vanno a battezzarsi appunto da quel prete. E anche molti genitori vanno là a battezzare i bambini piccoli, “dopo tutto cosa sono tutte queste pretese di venire a messa, andare a una comunità di base, fare tanto corso di preparazione…”. E i catechisti sono lì in mezzo, a sentire le critiche della gente che vuol levarsi di lì il fastidio del battesimo proprio e dei figli, e che impreca perché in parrocchia le cose sono così difficili.

Non è la prima volta che parliamo della cosa, ma è stato utile e opportuno, perché si tratta di prender sempre più coscienza che i sacramenti sono sacramenti della fede e di una vita santa, e non cose da fare per mettersi la coscienza a posto.

Oggi qui è il día de la amistad y del amor, cioè il giorno di San Valentino. A differenza dell’italia, dove la cosa riguarda solo gli innamorati, qui il concetto è più ampio, e tutti si scambiano auguri.

Nelle scuola il desiderio più grande degli studenti è di venire a scuola senza uniforme, per poter sfoggiare vestiti ben colorati, possibilmente rossi.

In molte istituzioni preparano dei cuoricini di cartoncino rosso e se li mettono tutti al petto.

E difatti stamattina sono stato accolto alla cappella dove sono stato a dire messa da una animatrice che mi ha subito messo un cuoricino con uno spillo, e così a tutti quelli che sono venuti a Messa.

Nel pomeriggio, alla riunione degli animatori di comunità hanno fatto lo stesso.

Sono giorno che non si può fare niente di fretta, perché è praticamente obbligatorio abbracciare tutte le persone conosciute che si incontrano.

10:57 pm

Taína


Taína Magallanes de la Cruz

È da un po’ che lo volevo scrivere. Le nostre suore hanno una nuova aspirante, Taína.

Il nome è quello delle popolazioni indigene che Colombo ha trovato qui: i taíni. Però Taína non è di quella razza, ma ha una carnagione scura che rivela ascendenze africane.

È una ragazza che unisce il dono della semplicità a quello della dinamicità. Nonostante i suoi 17 anni è molto matura, e sulla vocazione ha le idee ben chiare.

Viene da un’esperienza di catechista e di gruppo giovani. I genitori sono persone buone, anche se non sono ancora riusciti a inserirsi nella comunità parrocchiale.

Dopo il dono di suor Cristina, in cui ogni giorno di più vedo una bella testimonianza di vita religiosa, allegra, lavoratrice, spirituale, “se Dio vuole” Taína darà ancor più solidità al “ramo” dominicano delle nostre suore “brignoline”. A testimonianza che il carisma di santa Virginia è ancora vivo, ancora oggi.

Juan Luis, il ministro che va a fare la celebrazione della parola a Duquesa tutte le domeniche mattina, ha detto loro che una delle prossime domeniche andrò io. Mi devo organizzare con Lorenzo che mi dica la messa dei giovani alle nove e mezza.

7:46 pm

Fiasco zonale

Stamattina dovevano esserci le riunioni delle commissioni zonali. Sono andato, facendo un atto di amore al Signore, perché avevo tutto meno la voglia di andarci. Sono riunioni che potrebbero essere utili, ma che visto che noi preti non ci crediamo e non ci andiamo con i nostri laici, anche i laici si stufano e si ritrovano i soliti quattro gatti.

E difatti stamattina è successo secondo il copione. Delle nostre due parrocchie ci siamo andati in tre: io, Marcial (che ho dovuto convincere), e Tatá. Avremmo dovuto essere per lo meno 15/16.

E delle altre parrocchie? qualcuna era più rappresentata in quanto a laici, ma di preti c’eravamo in due. Purtroppo non c’era neppure il vicario zonale. E di ogni commissione dovrebbe esserci il corrispondente prete incaricato. Si capisce quindi perché i laici si demotivano!

Mi sono ripromesso di sollevare il problema alla prossima riunione zonale del credo.

Oggi era il giorno preciso della Giornata Mondiale del Malato, e nel pomeriggio abbiamo vissuto la Messa con i malati alla Divina Misericordia.

La chiesa era straripante di malati, anche qui più o meno gravi. Una cinquantina hanno ricevuto l’unzione dei malati. Nelle settimane scorse catechisti e animatori li avevano preparati per ricevere questo sacramento.

Mi edifica sempre la fede con cui questi fratelli vivono la Messa e questo sacramento. Qui poi c’è una “parola magica” che non abbiamo in italiano: estoy conforme; vuol dire “accetto dal Signore quello che lui decida”, “mi sta bene quello che vuole il Signore”. È la traduzione in linguaggio popolare del fiat di Maria. E in questo il popolo dominicano si rivela realmente mariano!

Oggi pomeriggio abbiamo avuto la messa dei malati in occasione della Giornata Mondiale del Malato. Alle tre del pomeriggio hanno cominciato ad arrivare i vari malati, chi più chi meno grave. Quelli che non potevano camminare sono stati ausiliati da un fervente gruppo di parrocchiani che hanno posto a disposizione il loro mezzo di trasporto per rendere possibile la cosa. Anche la camionetta della parrocchia e l’ambulanza hanno funzionato a tutto regime.

Mi ha colpito una cosa: che nonostante ci fosse solo la metà della parrocchia rispetto all’anno scorso, non si è vista tanta differenza nella partecipazione.

Ho dovuto insistere abbastanza sul fatto di portare i malati gravi, perché c’era chi diceva che i malati gravi non possono sopportare la messa. E la realtà è invece che queste messe dei malati si fanno in maniera che proprio i più gravi abbiano la possibilità di vivere, almeno una volta all’anno, la grazia dell’Eucaristia.

Alla fine ci sono stati timidi ringraziamenti per guarigioni avvenute. Al principio della mia permanenza qui mi facevo tante domande se era vero o se era suggestione, adesso il Signore mi ha fatto capire che anche la suggestione è liberazione. E d’altronde non è lo stesso che fanno i medici con i placebo? E c’è gente che sta meglio per un placebo! Quanto più quando invochiamo su di loro il potere guaritore del Signore Gesù!

Ho visitato stasera una signora sui cinquant’anni, o forse meno. Ha una gastrite molto forte, e non si sente di uscire.

Mi ci ha portato Germania, la moglie di Marcial. Io avevo capito che era per darle l’unzione, ma in realtà il caso non era quello, è che Germania voleva vedere se con la mia presenza si decideva ad avvicinarsi un po’ di più alla chiesa.

E sembra che l’effetto sia stato ottenuto. C’è anche stato il marito che ha detto che è disposto a sposarsi quando la moglie lo dica, solo insisteva che lei deve decidersi a frequentare la chiesa.

È stato bello vedere un marito più di fede della moglie!!!

Ho dato oggi pomeriggio l’unzione a una malata terminale che sembrava in stato di coma: occhi chiusi, non reagiva, non parlava.

Due cose mi sono rimaste impresse.

La prima, che prima dell’unzione, nel parlare al suo cuore dell’amore di Dio, il suo respiro è diventato più veloce, segno che in realtà la donna sentiva benissimo quello che le dicevo.

La seconda, che quando la figlia l’ha scoperta per ungerla in varie parti del corpo, ho sentito un odore nauseabondo. Il corpo era pieno di piaghe da decubito, in molti punti del corpo. La visione, e soprattutto l’odore, mi hanno spinto a finire alla svelta.

La figlia mi ha poi detto che ha un tumore terminale.

10:40 pm

Un nuovo settore

La serata è stata dedicata a una riunione con tutte le persone impegnate del Chimbú per costituire un nuovo settore. Si chiamerà “Spirito Santo”, ed è smembrato dal settore Altagracia, che adesso rimane limitato a Ponce.

Ponce e il Chimbú costituiscono la parte più bassa della parrocchia Divina Misericordia. A Ponce la gente è soprattutto fatta di nativi, neri, ex tagliatori di canna da zucchero. Invece il Chimbú si è formato poco a poco in questi ultimi trent’anni. La gente di Ponce che era proprietaria di quelle terre le ha vendute, e chi ha comprato si è fatto la sua casa. Adesso nel Chimbú vivono 6/700 famiglie.

Nella riunione abbiamo dialogato insieme di cosa è e fa il responsabile di settore, e della sua relazione con la comunità. È venuto fuori il ritratto di una persona di chiesa che anima e suscita il dialogo e il discernimento comunitario, obbediente al parroco e capace di suscitare comunione e azione.

Alla fine la gente ha scelto quella che forse era l’unica candidata matura, Bernarda, la quale viene da una lunga esperienza ecclesiale, nella parrocchia di Santiago el Menor, nel Capotillo, e, da ultimo, lì dove vive adesso.

La cosa bella è che tra i candidati sono stati menzionati altri uomini e donne, alcuni con pochi anni di vita di chiesa alle spalle, ma abbastanza maturi. Il fatto poi che insieme abbiamo cercato i loro lati positivi e le loro carenze, con l’accento sui primi, credo che li abbia aiutati a sentire che il loro sforzo per maturare è visto e riconosciuto dalla comunità.

Durante la riunione ho vissuto una piccola conversione. Quando abbiamo iniziato mi dicevo: Che poca gente! Era che mi aspettavo che fossero di più le persone impegnate. E in realtà non sono molte di più delle venti che c’erano. Invece quando siamo arrivati alla fine, nel cuore e anche a voce ho ringraziato il Signore, perché ho visto una maturità comunitaria che mi ha stupito. E insieme non abbiamo potuto far altro che ringraziare il Signore a piena voce.

Per cui anche qui scrivo: Grazie, Signore, molte grazie!

I vari gruppi di adolescenti e giovani delle parrocchie Santa Margarita e Divina Misericordia hanno avuto oggi un momento di incontro e conoscenza reciproca nel Parco Mirador Norte.

Buona la partecipazione, circa 120/140 ragazzi. Hanno ricevuto una piccola istruzione di carattere psico-caratteriale, e soprattutto se la sono spassata giocando. Non è mancato un gioco per conoscere di più qualcuno ancora non conosciuto.

Sono stato là solo nella parte finale, approfittando per mettere a posto qualcosa di quello che mi era rimasto indietro i giorni di Salvador, ma quell’oretta me la sono proprio goduta!

Le relazioni a questo convegno dei fidei donum latino americano sono ben interessanti.

Significativa quella del direttore del servizio della CEI per la cooperazione missionaria delle chiese, mons. Giuseppe Andreozzi, il quale ha presentato lo sviluppo della concezione del servizio dei fidei donum in questi cinquant’anni.

Si è passati dalla situazione in cui i vescovi erano invitati a permettere ai loro preti che lo volessero di andare a lavorare nelle diocesi di missione (è questa la prospettiva dell’enciclica Fidei Donum.

Si è poi iniziato a pensare che le diocesi dovevano assumere in prima persona la passione per la missione, e allora il servizio si vedeva come “una parrocchia della nostra diocesi nel terzo mondo”.

La prospettiva attuale invece è quella della “collaborazione missionaria” tra due chiese: la diocesi, italiana o di un altro paese, pone uno o più suoi sacerdoti a disposizione di un’altra chiesa con meno disponibilità di clero.

L’ampliamento ulteriore è stato degli ultimi anni, pensando ormai che non è solo questione di preti, ma che possono partecipare a questo dono tra chiese sorelle anche i laici. E la cosa mi ha fatto piacere, perché il nostro buon Francesco, Paola, e quanti altri stanno un periodo con noi esprimono questa ricchezza, ricchezza di una chiesa che collabora con vari dei suoi figli.

Di fatto il caso della nostra missione è ormai quasi atipico, perché sembra che nessuna diocesi italiana abbia una parrocchia (o più parrocchie) fissa nella diocesi che riceve la collaborazione: piuttosto, molti preti fidei donum ricevono dal vescovo la parrocchia o l’attività di cui più c’è bisogno. E per esempio il mio compagno di camera di questi giorni, don Marco, di Novara, lavora in Bolivia, come viceparroco in una parrocchia, ma la diocesi ne ha anche un’altra dall’altra parte della città, e negli ultimi anni il vescovo gliel’ha cambiata varie volte. In pratica si direbbe che, nella pratica, la situazione nostra è ancora quella di “una parrocchia di Genova a Santo Domingo”, e di fatto la prospettiva sembra quella di continuare lì o di andarcene. Invece il servizio che la nostra diocesi ha iniziato a Cuba è configurato già in maniera più moderna.

Domani lasciamo il Guaricano, povero don Lorenzo rimarra solo… però avrá finalmente un po’ di riposo nel tenere in ordine la casa e soprattutto in cucina… io e Alessandro siamo di buona forchetta e qui con le prelibatezze che prepara non ci si può tirare indietro…

Tanta amarezza e qualche lacrima fin dalla messa di stamattina, salutare e ringraziare tutte le persone incontrate è davvero difficile, sia perché sono tante, sia perché ci dispiace davvero molto lasciarle.

Amarezza anche perché oggi è morto il povero Marcelito, venerdí gli avevano amputato la gamba, ma il suo corpo troppo debole non ha resistito. Ti preghiamo Signore affinché finalmente tra le tue braccia trovi tanto amore, conforto e calore.

Ti ringraziamo Signore anche per i sacerdoti e le suore che vivono in questa missione, che ci hanno accolto e ospitato con tanto amore, facendoci sentire come a casa.

È davvero un gran dono quello che ci fai a chiamare al tuo servizio delle persone tanto buone…

Anche se stiamo partendo siamo contenti, perché il grande affetto che ci hanno donato don Paolo, don Lorenzo, suor Serafina, suor Modesta e suor Cristina in questi dieci giorni, sappiamo che quotidianamente viene anche donato a tutta la popolazione del Guaricano.

Un grande insegnamento, nella nostra prima settimana di permanenza qui, ci è stato dato da altri tre meravigliosi sacerdoti, don Giulio, don Mario e don Franco, che con la loro esperienza ci hanno mostrato diversi aspetti del Guaricano, accompagnandoci nelle famiglie, nelle scuole e per le strade del Barrio.

Quella che abbiamo vissuto qui è un’esperienza di vita profonda, difficile da spiegare, ma semplice da vivere, abbiamo solo portato la nostra presenza e la nostra testimonianza di vita parrocchiale, ricevendo in cambio moltissimo amore.

Gracias Señor, muchas gracias…

Nel consiglio pastorale di Santa Margarita per la prima volta abbiamo organizzato qualcosa in maniera diversa dalla Divina Misericordia: la data del ritiro di quaresima, e anche la sua articolazione.

Sono piccoli passi verso l’età adulta!

Questo consiglio pastorale era dedicato a rivedere gli ultimi mesi di pastorale, e a programmare i prossimi.

Tra le cose degne di nota, aggiungeremo una tappa di rinforzo al cammino di chi ha fatto il ritiro di evangelizzazione.

L’ho fatta nel settore San Ramón, e sono venuti anche Erika e Alessandro.

La cappella del Mamey era bella piena. Mi stupisce sempre quando vado là che ci sono parecchi giovani, apparentemente in salute, ma che devono avere qualche problemino.

Quando si fanno le preghiere spontanee c’è sempre qualcuno che dice frasi tipo: “Non riusciamo ad andare dal medico e a comprarci le medicine, Gesù, tu sei il nostro medico”, frase che riflette la povertà di tanta di questa gente. Povertà aggravata in questo caso dal fatto che i prezzi delle medicine sono indicizzati col dollaro (almeno quando il dollaro sale, non sempre quando scende).

Altra cosa che mi ha fatto piacere: oltre agli sposini di Genova sono venuti Ersilia e Consuelo. Quest’ultima è una signora sui 45 anni che si mette tutti i giorni a vendere merende varie davanti al consultorio. Da parecchi mesi ha cominciato ad avvicinarsi un po’ di più alla chiesa, e spero che mi faccia il ritiro di evangelizzazione.

Alla fine della Messa Erika e Alessandro hanno raccontato qualcosa di loro. Con semplicità, hanno di nuovo strappato l’applauso! Bravi!

Dopo una giornata passata in città (al mattino) e dietro al server del nuovo laboratorio di informatica (al pomeriggio), in serata sono stato alla riunione del grupo Ciempiés, il gruppo giovani più folto della parrocchia.

In realtà non ho partecipato alla riunione, perché ho approfittato per chiamare alcuni giovani che era un po’ che non si confessavano, e abbiamo celebrato quel sacramento.

Ringrazio il Signore perché vedo la maturazione di varie persone, e forse si profilano nueve vocazioni di consacrazione.

I nostri giorni qui in Guaricano proseguono intensamente, tante le persone che desiderano conoscerci, salutarci e confrontarsi con noi scambiando qualche parola.

Lunedì mattina siamo passati da una scuola superiore (il Politecnico Oscus San Valero) con don Franco e sia i responsabili della scuola, che gli insegnanti, hanno voluto che visitassimo le classi, per questo ci hanno affiancato a due ragazze, una delle quali parlava molto bene l’italiano.

Io e Alessandro eravamo molto imbarazzati, tante le loro domande; si sono stupiti molto del fatto che siamo sposati da tre anni e mezzo e non abbiamo bambini, volevano sapere quanti anni abbiamo, come è la vita in Italia, se ci piace il loro paese, quali sono i nostri piatti preferiti…

In qualche classe abbiamo chiesto quanti di loro hanno parenti emigrati da Santo Domingo e ci siamo accorti che solo in pochi non hanno qualcuno in un altro paese del mondo…

Ci hanno poi illustrato i principali problemi in Guaricano: la mancanza della luce per molte ore del giorno, l’acqua non presente nella maggior parte delle abitazioni, la delinquenza e la droga.

Don Franco ha poi visitato alcune famiglie, conosciute nei suoi quattro anni che ha trascorso qui e noi l’abbiamo seguito.

Pensavamo di essere invadenti, ma le cose qui sono davvero molto differenti rispetto all’Italia, la gente è contentissima di accoglierti nella sua dimora e ti mette a disposizione tutto quello che ha.

Nel tardo pomeriggio ci è venuta a prendere qui nella casa della missione Francisca, una responsabile della pastorale giovanile nella Parrocchia di Santa Margherita e siamo andati a piedi a casa sua attraversando le strade del barrio. Il gruppo giovani della parrocchia ci ha accolto con canti e danze. Successivamente attraversando il bario tutti assieme siamo andati a visitare un’anziana inferma che ci ha accolto (eravamo una trentina di ragazzi) nel piccolo spazio antistante la sua casa. Lì un ragazzo ha letto un passo del Vangelo e lo ha commentato assieme a tutti gli altri e all’anziana signora.

Non so come riuscire a descrivere al meglio questi momenti, perché è veramente molto difficile… Quello che ti trasmettono questi ragazzi è l’essenza della vita, la loro profonda partecipazione alla lettura e al commento del Vangelo ti fa sentire piccolo piccolo…

…El pueblo de Dios…

Juan, il responsabile dei chierichetti, da un po’ di tempo era mezzo fuori dal giro. Un po’ ha dovuto stare a Bonaire a fare dei lavori epr più di un mese, e poi, tornato, dava l’impressione di non aver più voglia di portare avanti i chierichetti.

Un colloquio di più di un’ora con me e Marcial ha aiutato tutti e tre a riprendere fiato e a decidere di riportare avanti il lavoro, che è una delle cose più belle della parrocchia.


La immagine dell'Altagrazia

Oggi, 21 gennaio, è la festa della Madonna dell’Altagrazia, protettrice del popolo dominicano. È una devozione che nasce attorno a una immagine, tra l’altro una immagine molto significativa teologicamente, che raffigura Maria nell’atto di adorare il suo figlio appena nato.

Abbiamo avuto il pellegrinaggio parrocchiale a Higüey, dove c’è il corrispondente Santuario mariano. La gente è partita alle sei e mezza, e io li ho raggiunti dopo la messa delle sette.

Con me sono venuti Erika e Alessandro, don Mario e suor Cristina. È stata una giornata piacevole che abbiamo passato insieme.

Siamo arrivati al santuario alle 11.05, pensando che fosse già finita la messa delle 10 officiata dal vescovo di Higüey, e alla quale partecipava anche il presidente. Invece alle 11 passate erano ancora al vangelo! Con don Mario quello che abbiamo fatto è stato di farci un po’ di largo tra la folla che riempiva completamente la chiesa e arrivare vicino alla balaustra, e abbiamo partecipato alla messa da lì!

Molta gente va a Higüey per soddisfare voti e promesse, e immancabilmente salgono per le scalette dove c’è l’immagine della madonna e fanno un momentino di preghiera davanti a quel quadro.


La basilica di Higüey

Tra Santa Margarita e la Divina Misericordia si sono riempiti tre pullman, meno di quello che speravamo, perché ci si poteva aspettare una partecipazione almeno doppia. Ma non importa!

Marcial è andato su uno dei pullman, e così anche Willy, Miguel Ángel e Brondy, i quali avevano l’incarico di animare la preghiera.

I pullman sono tornati indietro tardi perché due signore hanno pensato bene di sparire fino alle cinque (la partenza era alle due!). Dovrebbero essere già arrivati.

… e sono già al lavoro: in parrocchia e a scuola mi sono visto con tutti i collaboratori per fare il punto della situazione.

Nelle parrocchie si sta facendo la novena della Altagracia, con sembra buona partecipazione e attenzione.

A scuola bisogna smuovere la faccenda della connessione internet: Verizon ci ha messo due pali nel cortile per portare i fili fino al nuovo laboratorio di informatica, ma non ha finito il lavoro.

Per la Divina Misericordia dovrò sentire Ángel Segura per vedere se muoviamo il discorso della sistemazione del terreno della chiesa nuova.

Nel liceo cominciano domani gli esami.

Insomma, carne al fuoco ce n’è tanta!

Carissimi amici e benefattori,

approfitto di queste vacanze a Genova, dalla mia famiglia, per scrivervi con più calma questa lettera, che vuole essere innanzitutto un ringraziamento al Signore per tutto quello che la Missione Diocesana di Santo Domingo ha potuto essere e realizzare durante l’anno 2005, e quindi un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno intenso, e anche un anno molto particolare. Provo a scrivere le cose principali, perché aiutino me e voi ad amare sempre più quel Signore che ha reso possibile tutto questo.

***

Come già sapete, a fine 2004 avevamo consegnato al vescovo di Santo Domingo le parrocchie di Santiago el Menor e Nostra Signora del Amparo (Guardia). Il cardinale di Santo Domingo aveva subito provveduto alle parrocchie mandando come parroco il padre Federico, che aveva sudiato in Italia, un prete molto amico di don Giulio Boggi. Il padre Federico ha fatto un buon lavoro, portando avanti con amore le comunità che don Franco gli aveva consegnato; e ciò nonostante fosse anche responsabile della radio diocesana. La permanenza del padre Federico non è stata lunga, perché il vescovo l’ha chiamato a diventare formatore in seminario. E così in settembre le due parrocchie hanno ricevuto il loro nuovo parroco nella persona del padre Isidro, un giovane sacerdote dei neo catecumenali. Pieno di entusiasmo, è all’inizio del suo ministero e sta cercando di conoscere la realtà a cui è stato mandato. Lo affianca un diacono permanente.

***

A Santa Margarita c’è stato abbastanza fermento, ma non per cambi di preti, quanto per il nuovo entusiasmo generato dal lancio del Terzo Piano Pastorale Diocesano. Siamo arrivati cioè alla fase operativa di questo Piano Pastorale, che si sta elaborando da circa tre anni, e che è pensato per essere le linee guida della vita diocesana nei prossimi trent’anni. In pratica il 2005 è stato l’anno in cui sono stati chiamati e formati i messaggeri e le equipe di settore. I primi hanno l’incarico di portare alle famiglie della parrocchia una lettera mensile del parroco con un tema uniforme a livello di tutta la diocesi: ogni messaggero si occupa di dieci/quindici/venti famiglie, delle quali si occupa in maniera amorosa e particolare. Invece le equipe di settore hanno la funzione di organizzare nei vari punti della parrocchia attività mensili che aiutino a recepire e interiorizzare i temi del piano pastorale. Grazie a Dio la comunità di Santa Margarita ha risposto molto bene a queste sollecitazioni: i messaggeri svolgono il loro lavoro nella gran maggioranza, e le equipe di settore discretamente bene; purtroppo in qualche settore le persone che sono state chiamate non si sono rivelate in grado di svolgere il compito, speriamo di rimediare in questo 2006.

Naturalmente una parrocchia non può limitarsi a chiedere servizi alla sua gente, deve anche offrire una formazione solida. Per questo è stato portata avanti lungo tutto l’anno la formazione dei candidati ministri. Avevamo già i ministri, ma sono praticamente “scaduti”, e per questo c’è un gruppo che si prepara, in parte “vecchi” in parte “nuovi”. Non si è ancora potuto mandare la lista al vescovo per la dovuta istituzione in quanto per molti candidati è stato difficile recuperare i documenti che la diocesi richiede. Spero di concludere il lavoro nei primi mesi di quest’anno.

Un altro momento di formazione è stato il nuovo Ritiro di Evangelizzazione che si è fatto in giugno, ed i cui partecipanti sono già entrati alle comunità apostoliche. E proprio in questi giorni parte la preparazione per un nuovo Ritiro. Sapete che i Ritiri di Evangelizzazione sono un momento di riannuncio del Vangelo, preceduto e seguito da un cammino di approfondimento catechetico e inserimento comunitario. Hanno fatto molto bene alla nostra parrocchia, e continueremo invitando la gente a passare per questa tappa!

In agosto abbiamo avuto come tutti gli anni la Missione Parrocchiale: due settimane in cui non abbiamo fatto altro che muoverci ai vari settori della parrocchia per portare un annuncio del Vangelo casa per casa. I circa 100 missionari hanno lavorato con entusiasmo, e dalla Missione si sono rivitalizzate le Comunità Ecclesiali di Base. Si è poi resa necessaria una ulteriore missione di tre giorni a Duquesa, che è il paesino più periferico della parrocchia: a causa di un problema molto forte in quella comunità (vedi più avanti) c’era un forte bisogno di riconciliazione, e per questo la parrocchia si è mossa e ha visitato tutte le famiglie di quella comunità per tre giorni consecutivi. Di fatto, grazie a Dio, gli animi si sono rasserenati e adesso la comunità vive meglio.

E in questo 2005 per la prima volta abbiamo fatto la Settimana Biblica. A fine settembre, tutte le sere di una settimana sono state dedicate a una catechesi fondamentale sulla Parola di Dio. L’abbiamo fatta nei vari settori, cioè in sei punti diversi, e i relatori siamo stati io, don Lorenzo, Francesco Zannini sempre molto disponibile, Marcial (che era già diacono) e Juan Luis (candidato diacono). Ho preparato gli schemi della catechesi per tempo, e in tutti e sei i punti è stato fatto lo stesso cammino. La settimana si è conclusa con la processione, portando in alto per le strade del barrio la Bibbia. La partecipazione della gente è stata superiore alle aspettative, circa 400 persone hanno partecipato assiduamente!

Anche a livello giovanile c’è stato fermento. La commissione di pastorale giovanile è uscita dala fase di rodaggio e adesso coordina bene le attività degli otto gruppi di adolescenti e giovani sparsi nei vari punti della parrocchia. Nell’estate abbiamo avuto bivacco dei responsabili, campo adolescenti e campo bambini; praticamente tutto il mese di luglio è passato concentrati nel lavoro con i giovani. In particolare il campo adolescenti ha lasciato il segno, perché alcuni ragazzi un po’ più grandi sono stati colpiti da un incontro dedicato all’aborto, e hanno iniziato a progettare un’attività parrocchiale, che poi si è svolta magnificamente a fine novembre, e che ha permesso di risvegliare le coscienze su questo tema tanto importante (vi preciso che in Repubblica Dominicana l’aborto non è legalizzato, e di fatto la cultura della gente è abbanstanza lontana, grazie a Dio, dalla legalizzazione). Inoltre una giovane della parrocchia ha potuto partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia, e il viaggio è stato pagato con i soldi raccolti nei vari gruppi. Poi a inizio dicembre c’è stata la Settimana Giovanile, alla quale hanno partecipato circa 300 giovani: tutte le sere c’era una conferenza, e i temi gravitavano attorno alla sfera sessualità / fidanzamento / matrimonio. Relatore di eccezione, la seconda sera, il card. Nicoĺás de Jesús López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo!

Anche sul versante famiglia c’è stato un buon lavoro: si sono fatti nell’anno due CPM (Corsi di Preparazione al Matrimonio). E a dicembre c’è stata la “mietitura”, con 13 coppie che si sono sposate. Sono tutte coppie “navigate”, con almeno dieci-venti anni di matrimonio sulle spalle. Alcuni avevano fatto il CPM vari anni fa, ma non avevano potuto celebrare le nozze per motivi economici – il paese ha vissuto una crisi economica tremenda da fine 2002 a metà del 2004. Oltre a ciò, il mese di novembre, dedicato alla famiglia, abbiamo avuto la grazia di ricevere un Ritiro di Guarigione Familiare che ha segnato profondamente la vita di molte coppie che hanno partecipato.

E, per finire questa carrellata su Santa Margarita, con gli aiuti venuti da Genova abbiamo potuto comprare una casa che è diventata una nuova cappellina di settore: così il settore Sinaí, che prima doveva chiedere ospitalità in un collegio privato (con molti problemi) adesso ha il suo spazio per la catechesi, le riunioni e l’annuncio della parola!

***

Ma legato a Santa Margarita c’è un fatto ancora più importante: la nascita della nuova parrocchia della Divina Misericordia.

Già da tempo mi rendevo conto che Santa Margarita, con i suoi 40,000 abitanti, era troppo grande. E di fatto il card. Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, vuole che si dividano queste parrocchie grandi perché la chiesa sia più vicina alla gente. Pur capendo l’esigenza, non mi era ancora mosso in questo senso per il timore che la gestione di due parrocchie potesse appesantire eccessivamente i ritmi di lavoro.

La cosa si è fatta possibile invece a partire da giugno, mese in cui il nostro caro Marcial Nova, laico molto impegnato nella parrocchia, ha ricevuto l’ordinazione diaconale. Ha terminato il cammino di formazione, durato tre anni, e il 25 giugno ha ricevuto il diaconato insieme a una ventina di altri uomini più o meno attempati come lui (Marcial ha quasi cinquant’anni). Tra l’altro questa ordinazione è stato un momento molto gioioso di tutta la comunità, che in questi anni è sempre stata molto vicina a Marcial è ha detto presente in tutti i momenti in cui ha fatto i vari passi di avvicinamento all’ordinazione. Così, già due anni fa avevo parlato con il vescovo di Santo Domingo della destinazione di Marcial, e alla mia proposta che lui lavorasse nella futura nuova parrocchia ho trovato perfetta consonanza. Ho iniziato quindi un forte lavoro di sensibilizzazione della comunità parrocchiale sul fatto che dividere la parrocchia in due ci avrebbe aiutato nella missione evangelizzatrice. Se ne è parlato almeno per sei mesi, senza fretta, e la gente si rendeva conto ogni giorno di più che si poteva e si doveva fare la divisione. Si sarebbe celebrata Messa domenicale nella nuova parrocchia, ci sarebbe stato il suo consiglio pastorale, animatori e catechisti si sarebbero riuniti là, ecc. ecc.

Così, in maggio, abbiamo cominciato a costruire una cappella provvisoria sul terreno che già da qualche anno era stato donato per costruire una chiesa. L’opera è stata avviata coinvolgendo la comunità parrocchiale: pulire il terreno, innalzare i pali della struttura, inchiodare le assi, mettere il tetto di lamiera. Il progetto non era ambizioso, anzi, era fatto all’insegna dell’economia, perché l’idea era che la comunità parrocchiale facesse qualcosa di suo, con le sue forze e i suoi soldi. Di fatto la “chiesa” che è nata è provvisoria, può contenere solo 200 persone (più altrettante all’esterno), ed è fatta con materiali economici. A questa maniera, però, è stata alla portata delle forze e delle finanze della comunità. In tutto è costata circa 150,000 pesos (equivalenti a 4,000 euro), ed è pensata per funzionare qualche anno.

Dopo aver fatto la nuova “chiesa”, ci siamo imbarcati nella costruzione dell’ufficio parrocchiale e della casa canonica. Anche qui una cosa piccola, ma necessaria, perché l’apertura della parrocchia-istituzione richiede di mettere in atto tutta una serie di azioni (libri dei sacramenti, conti, archivio documenti, ecc.) che hanno bisogno di una struttura stabile e definitiva. Questa nuova costruzione, fatta al lato della “cappella del barrio”, è stata fatta con criteri costruttivi seri, e di conseguenza il prezzo è stato serio pure lui: è costata circa 500,000 pesos (13,000 euro), che avevamo solo in piccola parte, e che non abbiamo ancora finito di pagare; anzi, siamo nei debiti fino al collo con la parrocchia vecchia e la nuova. Ma siamo nei debiti apposta, perché considero importante che le comunità sappiano che le cose costano e che dobbiamo sforzarci per pagarle. Dopotutto le offerte che molti di voi hanno dato, e danno!, e che hanno reso possibili moltissime cose, non sono forse frutto di sacrifici e rinunce? La chiesa genovese si è sacrificata moltissimo, dando spesso ben oltre il superfluo, e come parroco sento la responsabilità di educare anche la mia gente di là a rinunciare a quello che hanno perché la chiesa possa vivere e lavorare.

Così in luglio è stata terminata e inaugurata la nuova “chiesa” della Divina Misericordia. Abbiamo cominciato a celebrare lì l’Eucarestia alla domenica alle sette di mattina (stessa ora che a Santa Margarita). I piano erano di aggiungere altre messe festive, ma non si è ancora potuto. Fatto sta che, contrariamente alle mie aspettative, quell’inizio della messa domenicale ha significato molto. Io avevo paura di rimanere con la messa di Santa Margarita vuota. Invece quello che è successo è stato che a Santa Margarita mi sono trovato con 200 persone in meno, ma alla Divina Misericordia ne vanno 400!!!! “La chiesa vicino alla gente!” Ho capito perfettamente in quel momento l’insistenza del cardinale per l’apertura di nuove parrocchie! E di fatto la situazione ha gasato tremendamente i parrocchiani “storici” della Divina Misericordia, quelli che hanno lavorato per anni a Santa Margarita: tutti ci siamo resi conto che la mano del Signore era presente in quel momento di vita parrocchiale. E il card. Nicolás ha voluto condividere la nostra gioia: la domenica 11 dicembre ha detto presente, presiedendo l’Eucarestia e dando molto calore alla nuova comunità parrocchiale. La gente ha sentito e apprezzato moltissimo questa presenza del suo vescovo!

Dopo aver cominciato a celebrare l’Eucaristia alla Divina Misericordia, si è sdoppiato anche il Consiglio Pastorale. Gli animatori delle Comunità Ecclesiali di Base hanno cominciato a riunirsi in “casa” loro, e lo stesso i catechisti. Chi porta avanti questo lavoro pastorale è appunto il diacono Marcial, con il quale condividiamo la preparazione delle riunioni e lui le fa alla Divina Misericordia. Anzi, spesso lui partecipa alla riunione che faccio io a Santa Margarita, e la “riproduce” alla Divina Misericordia. E segue con amore la gente di là, visita le comunità, parla con le persone, ecc., tutto quello che farebbe un prete, solo che ovviamente non presiede l’Eucaristia, non confessa e non da l’Unzione dei Malati. Gli è toccato invece battezzare già varie volte e benedire vari matrimoni! Marcial lavora al mattino nel baretto della scuola (da vari anni fa questo lavoro), e il pomeriggio e la sera li dedica alla parrocchia. La comunità, da parte sua, gli dà un piccolo aiuto di 3,000 pesos (quasi 100 euro) al mese per le spese di trasporto e anche per aiutarlo a mantenere la sua famiglia.

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Le nostre parrocchie cercano di vivere intensamente la pastorale diocesana. Come vi dicevo il 2005 è stato l’anno del lancio operativo del Terzo Piano Pastorale. Ciò ha comportato un lavoro parrocchiale di motivazione delle persone e di formazione dei nuovi operatori. L’entusiasmo per questo lavoro è venuto da vari momenti in cui la comunità diocesana si è riunita in massa e il card. Nicolás, pastore di questa porzione del popolo di Dio, ha incoraggiato con unzione dello Spirito Santo preti, diaconi e laici.

Il giorno del Corpus Domini ci siamo riuniti da tutte le parrocchie della Diocesi nel parco del grandioso Faro a Colombo: 50,000 persone, provenienti dalle dodici zone pastorali in cui Santo Domingo è divisa. La giornata era dedicata in particolare ai futuri messaggeri che avrebbero distribuito alle famiglie la lettera mensile correlata al Terzo Piano Pastorale. La partecipazione non è stata massiva solo dal punto di vista numerico, ma anche nella qualità dei presenti e nella decisione a realizzare l’opera che veniva proposta. Della nostra parrocchia hanno partecipato ben duecento cinquanta messaggeri, che a tutt’oggi sono attivi nella consegna puntale della lettera alle loro famiglie.

A livello zonale il momento forte dell’anno è stata la Via Crucis del Venerdi Santo. È ormai una tradizione ben consolidata, essendo già il quinto anno che si svolge. Da ogni parrocchia si parte alle 4/5 del mattino, pregando con le stazioni preparate da un’apposita equipe, e camminando a piedi per circa 15 km. Nel punto finale ci si ritrova tutti, stanchi ma gasati dal vedere tanta gente professare la nostra stessa fede e vivere il nostro stesso amore alla Chiesa.

Meno estusiasmante è stata invece la chiusura dell’Anno Eucaristico, che si è svolta anche lei al Faro a Colombo l’ultimo sabato di ottobre. Il poco tempo a disposizione per prepararla, e il fatto che sia stato sabato e non domenica – qui il sabato è dedicato alle pulizie della casa e soprattutto ai lavaggi, senza contare che molta gente lavora di sabato – ha reso molto meno partecipata, ma non per questo meno significativa, la celebrazione.

E per finire in bellezza con questi momenti diocesani, il giovedi prima di Natale tutti i preti di Santo Domingo siamo stati ospiti del Cardinale per gli auguri natalizi. Non è mancata buona musica, fervidi auguri, e l’immancabile pranzo!

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Venendo alla vita della nostra comunità missionaria, abbiamo avuto un lutto: suor Patrizia, che ha lavorato nella missione dal 1994 al 2002, è mancata il 7 aprile; entrata nelle nostre suore Brignoline dall’età di sedici anni, da due soffriva di un tumore all’utero, era stata operata due volte, e due volte aveva fatto la chemioterapia. Ha lottato, ma alla fine ha dovuto arrendersi e lasciarsi andare nelle braccia di quel Signore che tanto ha amato come cristiana e come consacrata. La gente del Guaricano, che la vedeva al lavoro nella farmacia, e ancora di più le donne che lavorano in casa nostra, che erano a contatto con lei in cucina, e tutti noi della comunità missionaria abbiamo percepito il dolore della sua partenza, insieme alla certezza che il Signore l’ha accolta come “serva buona e fedele”.

La comunità delle suore in compenso già da fine del 2004 si era arricchita con la presenza di suor Serafina, una donna piena di vita che aiuta tutti noi a mantenerci allegri. E si è visto il suo tocco in particolare nella festa di Nostra Signora del Rifugio, che è appunto la patrona della loro congregazione. Quest’anno l’abbiamo celebrata l’11 luglio, lunedì, con la messa nella sala d’attesa del nostro consultorio nuovo fiammante. È stata la prima volta che questa festa l’abbiamo celebrata in questo salone, la qual cosa ha reso questa festa ancora più bella!

Ma la cosa grande di quest’anno di comunità è stata la ricchezza delle visite. Sono stati alla missione il gruppo degli Amici del Guaricano, organizzato dall’attivissimo don Francesco Di Comite (don Fra o don Chicco per gli amici), il quale si è portato dietro vari giovani e adulti, nonché un confratello prete. La cosa bella è stata che quando se ne sono andati ci hanno lasciato due signore di Geo, Carmen e Orietta, che hanno allungato la loro permanenza in missione fino a restare un mese intero. Orietta, che è infermiera, ha dato una mano alle suore, soprattutto visitando in casa loro persone anziane bisognose di piccole medicazioni. Invece Carmen ha dato una mano in vari settori, non ultimo la cucina, dove si è rivelata collaboratrice preziosa e cuoca inimitabile, e anche attraverso un piccolo servizio di taglio dei capelli ai bambini poveri del barrio. Entrambe hanno desiderio di tornare, e chiediamo al Signore che il progetto si possa realizzare presto.

Insieme a loro avevamo due ragazze giovani ma molto in gamba: Eugenia e Fiammetta. Anche loro sono arrivate con il loro don Fra, e come Carmen e Fiammetta hanno passato un mese in missione, dando una mano in tanti piccoli lavoretti: dare l’impermeabilizzante al tetto, preparare il cartello indicante la Divina Misericordia, accompagnare don Lorenzo sull’ambulanza, ecc.; hanno inoltre affiancato i missionari nella missione parrocchiale di agosto, e si sono prese una bella vista della vita della gente del Guaricano. Un’esperienza arricchente e ben formativa. E hanno saputo rendersi ben utili senza mai essere di peso. Veramente brave!

Quasi in contemporanea abbiamo con noi avuto anche Sandra: lei si è dedicata alla cucina, permettendo a don Lorenzo di portare avanti altri lavori che aveva dovuto giocoforza lasciare indietro. Ha rallegrato notevolmente la casa, e nonostante l’età non troppo giovane ha dimostrato una vitalità senza precedenti!

Invece prima dell’estate abbiamo avuto con noi Lara, una giovane di Pegli, laureata in ingegneria ambientale. Al finire la laurea ha voluto donare alla missione un mese, e lo ha fatto con frutto facendo un corso intesivo di inglese, quasi come fosse stata insegnante di madre lingua, a un gruppo selezionato di studenti della nostra scuola. Di lei abbiamo apprezzato il notevole spirito di adattamento, e la capacità di entrare in un’ottima relazione con tanti ragazzi e giovani della parrocchia e della scuola. Bravissima Lara, e ti aspettiamo ancora!

A fine ottobre sono stati con noi vari personaggio molto speciali: i miei genitori con mio fratello e mia zia, e due oculisti.

Chiaramente la visita della mia famiglia è stata speciale per me, e anche per la gente della parrocchia, che desiderava rivederli dopo la prima volta che ci hanno visitato nell’anno 2000.

Invece quella degli oculisti è stata una gradita sorpresa. Carlo Mosci e Massimo Corazza sono venuti, accompagnati da alcuni dei loro figli ventenni, per montare e cominciare a usare le nuove apparecchiature oculistiche che attraverso di loro, di Carlo in particolare, ci erano arrivate in donazione. Si tratta di un “set” completo di strumenti che permettono di visitare in profondità l’occhio, individuando difetti e permettendo un’analisi profonda della cornea, del cristallino e della retina. Ebbene, Carlo e Massimo hanno montato il tutto a tempo di record il giorno dopo il loro arrivo, e poi nei cinque giorni lavorativi che sono rimasti hanno visitato ben 350 pazienti. La maggior parte di loro avevano ben poca cosa, ma l’esperienza è stata importante anche per Carlo e Massimo al fine di rendersi conto delle patologie della di qua, con l’idea di dare continuità alla cosa.

Dovevamo continuare subito il lavoro delle visite, e avevamo trovato un’oculista domenicana che sembrava disponibile a portare avanti il lavoro. Purtroppo però appena Carlo e Massimo se ne sono andati ci ha fatto capire che non aveva tempo, che lavorava già in troppi posti, ecc. Così adesso, al ritorno alla missione, dovrò mettermi sotto per trovare un altro oculista di fiducia, capace, e desideroso di spendersi per i nostri poveri.

Un discorso speciale merita anche la visita dei giornalisti della RAI. Tarcisio Mazzeo, vice capo redattore del TG3, da vari anni gira il mondo raccogliendo testimonianze di missionari e missionarie legati a Genova. Così a inizio del 2005 ha fatto la proposta anche a noi, attraverso il centro missionario, e la cosa si è potuta realizzare nello stesso periodo in cui abbiamo avuto don Chicco e gli Amici del Guaricano. In sostanza sono state fatte da dieci a venti ore di riprese, il tutto in vista di preparare vari condensati: un servizio per il TG1, vari per il TG3 regionale, una videocassetta e un DVD di venti minuti per diffondere nelle parrocchie. La cosa è già uscita alla luce, perché sono stati trasmessi un servizio su RAI 1 nell’ambito di TV7, servizio in cui si evidenziava il contrasto tra l’Isola dei Famosi e l’altro lato dell’Isola, rappresentato appunto dal Guaricano. E poi nella settiamana prima di Natale sono andati in onda vari piccoli servizi nell’ambito del TG3 regionale della sera. Aspettiamo ora il DVD e la cassetta! Grande Tarcisio! La tua opera, che sappiamo ti è costata un bel po’ di lavoro, ha permesso a molti di sentirsi molti più vicini a noi, e ha avvicinato moltissimo il Guaricano a Genova. Inutile dire che il 90% delle persone che ho visto in questi giorni mi hanno detto: “Vi abbiamo visto in televisione”. Non mi sembra vero: il Guaricano è entrato in tutte le case di Genova!!!!

Paola Longhi, che già due volte è stata con noi in Guaricano, ogni volta per vari mesi, quest’anno non ha potuto venire a causa di una rottura di una spalla. Ci assicura però che verso l’estate riuscirà a organizzarsi, precisamente dopo la nascita di un nuovo nipote. Augurissimi, Paola, e… ti aspettiamo!

Quasi mi stavo dimenticando di Francesco Zannini. Credo che lo conoscete, perché affianca il lavoro della missione dal 1998, stando con noi dai sei ai nove mesi all’anno. La sua presenza è quasi istituzionale: al mattino collabora con le suore nella farmacia, dove custodisce la cassa (non ci crederete, ma non ci si può mai fidare…). Al pomeriggio è un punto di riferimento prezioso in casa, dove mantiene una presenza importante, visto che io e Lorenzo abbiamo molti impegni fuori casa. Tra pochi mesi tornerà con noi, lo aspettiamo noi e anche la gente del barrio, che lo conosce e apprezza il suo sorriso e la sua capacità di ascolto.

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Permettemi di dirvi due parole sulla Missione sorella che è nata a Cuba. Nelle prime settimane di Ottobre il nostro card. Bertone ha accompagnato all’isola nostra vicina don Marino Poggi, presbitero genovese molto conosciuto a Genova, e don Federico Tavella, della Diocesi di Chiavari. I due missionari hanno ricevuto dal vescovo della locale Diocesi di Santa Clara due parrocchie. Molte difficoltà li aspettano, e in parte si sono già manifestate: per prima quella del regime di Fidel Castro, che nonostante i restyling di facciata continua a mettere i bastoni tra le ruote al lavoro svolto dalla chiesa. Basti dirvi che don Marino non ha il permesso di fare chiamate internazionali, né può usare la posta elettronica. Per tutto questo deve recarsi alla curia vescovile, e stare molto attento a quello che dice o scrive, perché il regime tiene sotto controllo tutto e tutti. Ma al di là di questi aspetti, vi sto parlando di questa nuova missione perché mi rallegra profondamente vedere come l’impegno missionario della nostra diocesi sta crescendo. Vent’anni fa nessuno immaginava che avremmo avuto una missione, e ora le missioni sono due. Veramente il Signore ci sta facendo fare un cammino molto bello!

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Il dispensario medico che nel 2004 si è trasferito alla nuova sede, continua il suo lavoro sotto la direzione puntuale e attenta delle suore. Come sapete, lavorano in esso un medico generale e un ginecologo (pagati dalla missione), una pediatra (pagata dallo stato). Visitano ognuno circa 25 pazienti al giorno. La gente dà un apporto di cinque pesos (otto centesimi di euro) per la visita, come forma di contribuire, da poveri ma con dignità, al sostentamento del lavoro medico. Inoltre la nostra farmacia vende a prezzo di costo la maggior parte dei medicinali (i nostri prezzi variano dal 50 al 70% dei prezzi delle normali farmacie!), e il laboratorio di analisi con cui ci siamo convenzionati, e che si reca tutti i giorni al dispensario, pratica prezzi attorno all’80% degli altri laboratori di analisi, senza contare che a un certo numero di pazienti realizzano le analisi gratis.

In più, già vi dicevo del nuovo laboratorio di oculistica: ce ne vantiamo anche perché è l’unico del Guaricano. Contiamo sulle vostre preghiere per trovare presto un buon oculista che vi possa lavorare!

E l’ambulanza, iniziata nel 2004 grazie alla perspicacia di don Lorenzo, viaggia a pieno ritmo, realizzando ogni giorno uno o due servizi. Inoltre c’è stata una cosa molto bella: i volontari sono stati trovati molto facilmente, grazie a una locale associazione di protezione civile che si è messa a disposizione con generosità grande. Don Lorenzo ha dovuto cercare gli autisti, e anche lì il Signore ha mandato più di quello che era necessario. Lo stesso don Lorenzo non disdegna di partire lui stesso con l’ambulanza quando chiamano in ore notturne. Insomma, un servizio che ci fa sentire utili: annunciamo il vangelo attraverso la pastorale parrocchiale, e lo rendiamo vita vissuta attraverso queste opere. Benedetto il Signore!

Naturamente continua anche il Centro Nutrzionale per Bambini. Negli ultimi anni c’è stata una variazione nel tipo di intervento. Il Centro era nato per rimettere in sesto i bambini che dai medici erano trovati sotto peso. Grazie a Dio non ci sono più tanti bambini che presentano questa tipologia, ma in compenso sono sempre molte le famiglie al limite della misera. Soprattutto si tratta di donne abbandonate dai mariti (spesso perché malate) insieme ai loro 4/5/6 figli, e che per la responsabilità di stare con i bambini non possono realizzare nessun lavoro. Queste “famiglie” vivono della carità dei vicini, e un certo numero di loro anche dell’aiuto che dà loro la missione sfamando i loro bambini più piccoli. E quest’opera non è nostra, ma vostra: di tutti voi, cioè, che con le vostre offerte ci aiutate a mantenere in vita quest’opera preziosa! Un grazie di cuore a tutti!

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La vita della scuola procede, con i suoi aspetti feriali e con alcune novità.

Cominciando dai primi, quest’anno abbiamo 1,050 studenti nella scuola primaria (elementari e medie). Vanno a scuola metà al mattino e metà al pomeriggio, e sono accompagnati e serviti da un bel gruppo di maestri, una quarantina in tutto. In più abbiamo 250 studenti al liceo, e un centinaio nella scuola serale.

Il liceo è partito nel 2001 come scuola semi-privata: ciò ha permesso mantenerlo più funzionale (non si fanno scioperi in questa modalità), e comunque l’assunzione del pagamento del personale da parte dello stato sarebbe arrivata molto tardi. In definitiva, le famiglie devono pagare una retta mensile perché si possa pagare il personale che lo stato non paga. All’inizio dell’anno scolastico pagavano 270 pesos (circa 7 euro) mensili, e la quota è stata ridotta a 250 (6 euro e mezzo) a partire da novembre perché lo stato ha nominato due dei professori del liceo. Non sono cifre alte in assoluto, ma per molte famiglie diventano difficili da pagare. Per questo da quasi subito con il vostro aiuto abbiamo instituito delle borse di studio, da dare in relazione al merito e alla condizione economica. Attualmente sono un centinaio gli studenti beneficiati, alcuni sgravati nella misura della metà della quota mensile, altri per intero. Credo che nel complesso il lavoro del liceo realizzi una risposta concreta e effettiva al conclamato diritto allo studio che a volte le autorità tanto decantano quanto disattendono. E, ripeto, tutto questo grazie anche a voi e al vostro generoso contributo.

Dicevo dei due maestri del liceo che lo stato ha cominciato a pagare. La buona notizia è ancora maggiore, perché hanno cominciato a ricevere lo stipendio anche altri tre della scuola primaria, e, sembra, anche quattro bidelle. Rimarremmo così con un carico, assunto peraltro dalla comunità delle famiglie della scuola, di aiutare ancora tre maestri e tre bidelle: una riduzione di questo carico di più del 50%! Ciò significherà per il 2006 che le casse della scuola potranno permettersi spese più dirette al miglioramento del servizio. Abbiamo in programma di comprare una televisione grande e un video lettore per poter usare i sussidi audiovisuali nelle aule, di mettere i ventilatori in parecchie aule che non l’hanno mai avuto, di rinnovare cattedre vecchie e piccole che stanno ancora usando una parte dei maestri. Progetti che saranno realizzati con i contributi dei genitori, progetti quindi sostenibili a lungo termine, perché la gente grazie a Dio ha accettato e capito che non si può ricevere sempre tutto regalato, ma che ognuno secondo le sue possibilità deve farsi carico delle spese di gestione delle istituzioni.

Ma l’aspetto più bello della nostra scuola è il lavoro formativo che riusciamo a fare con i maestri e con i genitori.

Con i maestri, quattro volte all’anno facciamo un ritiro, praticamente lasciando a casa gli studenti (non c’è altra maniera!). Questi ritiri portati avanti sistematicamente hanno beneficiato molto il lavoro scolastico e la stessa crescita dei docenti, perché ci permettono di fare una proposta di fede a queste persone che sono disponibili, ma che spesso per pigrizia o per stanchezza non partecipano alla Messa nella parrocchia. Inoltre, ho iniziato già due anni fa a portare avanti un cammino di formazione culturale-teologica, cioè una lezione quindicinale che faccio io stesso ai maestri. Mi costa un po’ di fatica, anche perché cerco di prepararla bene, ma mi permette di incontrarli e di dare loro un qualcosa di più a livello di conoscenza della loro fede. E anche loro sentono che è un momento importante, e se per varie ragioni passano alcune settimane senza farlo subito mi domandano cosa sta succedendo.

Con i genitori, invece, il lavoro formativo che si fa è quello di un incontro mensile. Ci prendiamo quella mattinata per incontrare i genitori invece degli studenti, e poi nel tempo restante si integra con le riunioni dei maestri. La formazione dei genitori ha spaziato, nell’ultimo anno, su temi soprattutto di vita familiare: il dialogo, l’attenzione ai figli, il perdono e la comprensione, la preghiera in famiglia. Normalmente usiamo un sussidio preparato a livello diocesano per le piccole comunità, e invece di usarlo nel corso di un mese lo estendiamo all’anno intero. Ogni maestro introduce e dialoga il tema con i genitori dei suoi studenti. Alla fine dello scorso anno scolastico ho potuto ascoltare testimonianze di genitori che hanno percepito un miglioramento forte nella vita della loro famiglia. C’è stato chi ha ringraziato commosso, perché aveva già perso la speranza di una vita di famiglia serena. Sono cose che anche qui mi commuovono, e sono segni che il Signore mi dà e che mi fanno capire che il cammino è quello giusto.

Sempre a livello di formazione, negli ultimi 15 mesi abbiamo realizzato un piano di finanziamento per l’acquisto di computer da parte dei maestri. Il ministero dell’educazione sta battendo abbastanza perché i maestri imparino le tecnologie informatiche (paradossalmente, poi, in molte scuole mancano ancora i banchi…), e ha proposto in più riprese finanziamenti di computer che però, a un’analisi attenta, si rivelavano quasi truffe per la spesa complessiva che il maestro doveva affrontare. Invece, fatto “in casa”, il finanziamento nostro gli ha dato la possibilità di avere una macchina equivalente a quelle che finanziava il ministero, ma al 50% del prezzo: 15,000 pesos (375 euro) invece di 32,000 (800 euro)! Una bella soddisfazione, e il primo gruppo sta quasi finendo, mentre gli ultimi termineranno di pagarli tra quasi due anni.

Il 2004/2005 è stato segnato dalla decisione del ministero dell’educazione di iniziare le lezioni in anticipo: il 22 agosto invece del 3 settembre. Mentre in altre scuole pubbliche c’è stato un vacillamento, e in pratica è cambiato poco, i nostri maestri hanno collaborato volentieri a un cambiamento che significava per loro un discreto lavoro in più. Speriamo che i ragazzi riescano a recepire effettivamente la maggior quantità di tempo che la scuola mette a loro disposizione!

A livello di strutture e logistica, nell’estate abbiamo rifatto i pavimenti del liceo. Aprofittando di un disavanzo di bilancio, abbiamo risanato alla radice un problema che ci trascinavamo da anni, e che consisteva praticamente in uno sgretolamento dello cemento sotto i colpi dei banchi che spesso si muovono… violentemente!

È stato fatto anche un investimento molto più grande: la costruzione di un piano ulteriore dell’edificio, piano destinato ad alloggiare i laboratori che ancora non avevamo: di educazione artistica, di scienze, e di informatica. Quello di artistica è quello che è ancora più indietro, e che spero si potrà attrezzare nella prossima estate, mentre quello di scienze aveva già una parte del materiale disponibile grazie a una donazione ricevuta a inizio del 2004 da parte del ministero: vari microscopi, provette, reagenti, ecc. che di fatto erano già usati dalla professoressa di chimica del liceo. Adesso sarà a disposizione anche degli studenti della scuola primaria.

È nuovo invece il laboratorio di informatica, che è già attrezzato con 40 computer tutti collegati in rete tra loro. Tra l’altro la tecnologia del tipo “software libero” che ho utilizzato mi ha permesso di fare un’unica spesa grossa per il server, e di comprare 40 clienti leggeri da 80 dollari l’uno! si tratta di tecnologie informatiche popolari nate negli ambienti universitari americane, e che nei prossimi anni sempre più prenderanno campo in tutto il mondo. E tutto questo senza rinunciare a niente di quanto è indispensabile perché i ragazzi imparino a usare il computer. Questo laboratorio è già funzionante a metà tempo, e adesso, al mio ritorno, ho già pronto un nuovo istruttore da mettere a lavorare con gli studenti dalla quinta all’ottava classe.

La costruzione del piano dei laboratori è costata 100,000 dollari (circa 80,000 euro): una bella somma, corrispondente a un investimento duraturo per migliorare la qualità della formazione dei nostri studenti. Da dove sono venuti questi soldi? 37,000 euro dalla Regione Liguria, a cui appunto avevamo chiesto di finanziare il progetto, e il resto… avete idea? sì, non vi sbagliate: da voi! dalla vostra squisita sensibilità, che ha potuto tradursi in un beneficio permanente per migliaia di ragazzi dominicani.

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Il lavoro sociale della missione non si riduce alla scuola e al dispensario medico. Esiste e lavora permanentemente un fondo prestiti con il quale si aiutano le famiglie ad uscire da situazioni difficili (usura, spese mediche) o ad iniziare una nuova attività commerciale. Il fondo è frutto della sollecitudine della parrocchia dell’Immacolata di via Assarotti, e dell’amore di don Mario Terrile, il quale ha saputo sensibilizzare molti e periodicamente ci invia somme notevoli che vengono appunto investite, tra el altre cose, in questo fondo prestiti. Il fondo ha attualmente una consistenza di 1,400,000 pesos (circa 35,000 euro), che vengono prestati da poche migliaia di peso a un massimo di 50,000 pesos in una volta. Viene esigita la restituzione, ma c’è un 20% di prestiti che prima o poi diventano inesigibili. Può sembrare una percentuale alta, ma in realtà è un risultato che considero più che lusinghiero, tenendo conto delle difficoltà che molte famiglie affrontano per sbarcare il lunario tutti i giorni. E continuerà a funzionare, perché ho visto che per molti è stata l’alternativa viabile all’impegnare la casa (con il rischio poi di perdere l’unica cosa che avevano). In Guaricano infatti la disponibilità di denaro per le emergenze è offerta da tutta una rete di “Compravendite”, nelle quali si riceve un prestito quando si impegna un oggetto di valore o appunto la casa stessa. Gli interessi di queste compravendite hanno un livello più che usuraio: un minimo del 10% mensile, per arrivare anche a un 20% quindicinale! Si capisce quindi la necessità di un approccio umano ed economico al grande problema dell’affrontare un’emergenza economica della famiglia.

In termini più congiunturali, ci siamo impegnati varie volte al fianco della gente povera. Due situazioni tra tutte.

A Duquesa ho dovuto dare una mano a lottare, perché il deposito della spazzatura della capitale era arrivato a pochi metri dalle loro case. Ci sono state varie riunioni nel Ministero dell’Ambiente, si è dialogato e litigato con i responsabili del trattamento della spazzatura, e alla fine, grazie a Dio, il luogo di deposito è stato spostato a distanza più cristiana. Se ricordate, Duquesa è il paesino dove l’anno scorso avevamo realizzato la cisterna dell’acqua dopo vari anni che erano rotte le tuberie che portavano l’acqua all’abitato.

L’altra situazione invece è la lotta di un barrio dentro al Guaricano per riavere dei terreni che erano destinati a loro come aree verdi. Purtroppo questa lotta, che ha visto in certo momento anche la partecipazione dei giornali, non è andata, per adesso a buon fine, perché la banca che si è impossessata, ai margini della legalità, di quelle aree comunitarie, ha provveduto a abbreviare i tempi e sta già costruendo dove dovevano esserci parchi giochi e scuole. Ho sperimentato l’impotenza e la rabbia di non poter ottenere quello che era un diritto della cittadinanza. Classicamente e semplicemente, ha vinto il più forte!

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Per andare verso la conclusione, due “chicche”.

La prima è che in questi ultimi anni nelle nostre parrocchie sono “spuntati” sei seminaristi: tre di loro sono al seminario minore, e gli altri tre nell’anno propedeutico alla filosofia; le suore, poi, dopo l’entrata di Cristina nel 2001 (e Cristina è ormai suor Cristina!), hanno adesso due altre ragaze che vogliono entrare con le nostre suore, due ragazze veramente in gamba, che, se il Signore vorrà che continuino, credo che saranno ottime religiose. Sono segni di speranza, questi, che veramente ci fanno sentire amati dal Signore!

E l’altra è stato il “Viaggio della speranza” di Enmanuel. Enmanuel è un ragazzo di dodici anni, nato cerebroleso, con il palato saldato sopra con sotto, senza un occhio e con il cervello fuori dal cranio per la mancanza di una parte del cranio stesso. Ebbene, grazie all’interessamento di Paola, di Francesco e di don Franco ha potuto essere portato a Roma dove nel giro di più di sei mesi gli si è aperto il palato, ricostruito il cranio, messa la protesi dove mancava l’occhio, e tanta fisioterapia. Il risultato: prima Enmanuel poteva ingerire solo liquidi e non si alzava dal letto, adesso può alimentarsi normalmente e riesce a stare seduto su una sedia a rotelle. e non ha più il pericolo di morire perché qualcuno gli urta inavvertitamente la testa. Per lui e per Ydaísa, la madre, è stato un rinascere a una vita nuova. Un grazie grandissimo a tutti quanti hanno lavorato perché ciò potesse essere realtà.

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Già l’anno scorso vi parlavo della visita del nostro vescovo, avvenuta a settembre 2004. Quando il card. Bertone ha visitato la missione, ha voluto guardare in avanti e pensare in grande: metteremo mano anche alla costruzione della chiesa nuova della Divina Misericordia! Il progetto è abbastanza costoso, in quanto si tratta prima di livellare il terreno che è abbastanza scosceso, poi di realizzare i camminamenti, scalette e vie di accesso veicolari, quindi di costruire un salone per riunioni e ritiri, in seguito di fare la chiesa parrocchiale, per terminare con gli uffici e la canonica. Quanti soldi ci vorranno non si sa, un ingegnere sta preparando un progetto ma il costo non è ancora chiaro. Tuttavia, la cosa non ci preoccupa né ci spaventa. Prima di tutto perché è un progetto a lungo termine, che noi cominceremo e che forse altri porteranno a termine, ma poi anche perché la comunità diocesana genovese ha dato segno più volte, anzi, sempre, di sentirsi protagonista nel Guaricano. I vari don Orione, don Giuseppe Cottolengo, non pensavano ai problemi di soldi perché sapevano che la Provvidenza era sempre all’opera, e in questo stesso atteggiamento vogliamo metterci noi, con la certezza che l’opera comincerà e sarà portata a termine, con l’aiuto di Dio. Che ve ne pare?

***

Concludo, quindi, questa carrellata. Ci sono state tante cose, più tante altre che non ho riportato per motivi di spazio. Solamente voglio dire ancora una volta: il Signore è grande. Tutto quello che avete potuto leggere è opera sua, è lui che l’ha ispirato e che l’ha reso possibile, suscitando collaborazione in Guaricano e a Genova.

Per questo non solo al Signore, ma anche a tutti voi, dico: Grazie! Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

Ieri ho spiegato a Oscar Iop come farmi un’applicazioncina per gestire il Fondo Prestiti che ho in Guaricano.

Non mi ha saputo dire niente sui tempi, ma sono fiducioso che lo possa fare in qualche mese.

Forza Oscar!

Buonasera a tutti, cioè quasi buonanotte…

Sono appena tornata da serata trascorsa in compagnia di Don Paolo nella sua vecchia Parrocchia, San Francesco di Pegli e volevo condividere con voi la gioia di quest’incontro; sono venute tante persone ( c’era anche mia mamma, che così ha potuto conoscerlo di persona) e insieme abbiamo guardato le foto della missione. Mentre ascoltavo Don Paolo parlare della situazione quotidiana e della vita nel Guaricano mi sembrava di esser ancora lì… in effetti col cuore non me ne sono mai andata e continuo a tener vive dentro di me tutte le emozioni di quel mese trascorso là.
Poi ho pensato a quante volte Don Paolo avrà ripetuto alla gente le stesse cose in questi giorni di permanenza a Genova. Eppure l’impressione che ho avuto è che sia riuscito a comunicare tutto quello che voleva con tanto entusiasmo da contagiare almeno tutta Pegli!

E, come diceva il “Piccolo Principe”, queste sono cose che fanno bene al cuore.

E, come dice sempre Don Paolo, grazie Gesù per aver condiviso questo momento speciale!

10:40 pm

Da Paola


da Paola con Francesco e don Franco

Con Francesco e don Franco siamo stati a cena da Paola.

È stata una maniera di rivivere tanti giorni belli passati insieme al Guaricano. Paola poi è una cuoca specialissima.

Speriamo di riavere presto con noi Paola in missione. Ci ha detto che potrebbe arrivare a estate inoltrata.

Sarebbe venuta anche prima se la rottura di un braccio non l’avesse costretta a rimanere a Genova

4:45 am

Auguri!

Auguri di cuore di buon anno a tutti!

Stanotte, al tornare dalla piccola cena di fine anno in parrocchia, mi sono attaccato al computer e con Skype ho chiamato una decina di gente del Guaricano. Per loro era ancora il tardo pomeriggio, e mi ha fatto molto piacere sentirli, e loro si sono sentiti amati dal loro pastore.

Grazie, Signore!

Radhamés, il marito di Carmen, da qualche settimana è a casa, ma non ha finito il programma di recupero dell’alcolismo in Hogar Crea: sua moglie ha detto al direttore che era tornato a bere, così l’hanno umiliato presentando la cosa davanti a tutti e lui si è scocciato e non è più voluto tornare là. E in casa adesso è un inferno più di prima: quando di è assaporata una vita diversa è difficile tornare indietro, e Carmen e i suoi figli non ce la fanno più.

Ieri sera, avvicinandosi la cena della vigilia di Natale (noche buena), il direttore di Hogar Crea ha chiamato Radhamés, e lui si è lasciato “tentare” ed è andato a cenare con la comunità. Vedremo se accetta tornare là, è estremamente necessario perché sta bevendo più di prima.

Uniamoci tutti in preghiera per chiedere al Signore che lo aiuti a prendere questa decisione.

La messa di stamattina è stata una messa in tono minore. Molta gente è andata ai paesi di origine, altri forse patiscono ancora dei bagordi di ieri sera: la tradizione qui non è il pranzo di Natale, quanto la cena della vigilia.

I giovani del coro hanno presentato alcuni canti appropriati e delicati, rendendo molto bella la messa.

Dopo la celebrazione ho salutato quelli che sapevano del viaggio, da molti una richiesta di salutare don Lino, don Giulio e don Franco. Molti si ricordano con affetto dei preti che sono passati per queste parrocchie, e sentono un’amicizia viva e costante.

La Messa di Mezzanotte è stata segnata in maniera speciale dall’allegria del Gloria. Visto che il coro me l’ha fatto in maniera bella melodiosa e ritmata, ho approfittato per prendere la statua del bambino in mano, alzarla in alto, e portarla danzando lungo tutto il camminamento centrale della chiesa.

Il risultato è stato che il coro, intuendo la cosa, ha continuato a ripetere il gloria, e l’assemblea ha vissuto questo momento solenne di lode che dev’essere durato in tutto quattro o cinque minuti.

Mi faceva piacere vedere le facce allegre della gente, al cantare questo canto di gioia dopo tutto l’avvento che non l’abbiamo cantato.

E poi, alla fine della Messa, la calca per baciare la statuetta del bambino Gesù. Tutti l’hanno baciata. Sono gesti popolari, che possono fare ovviamente anche quelli che ancora non possono fare la comunione, e che a questa maniera hanno la possibilità di avere un contatto “fisico” con Cristo, contatto che qui è molto sentito e desiderato.

Avevamo con noi i vari seminaristi della parrocchia, che già da qualche giorno sono in vacanza. Alla fine della Messa ho invitato la comunità a dar loro calore e affetto, sono i “nostri” seminaristi!

Questa è la notte di Natale… Le campane delle Chiese genovesi suonano, ci sono mille luci accese lungo le strade, aria di festa… Tra poche ore mi aspetta in parrocchia la Messa dei bambini: ogni anno prepariamo i canti e devo dire che i miei ragazzi si impegnano sempre molto; sarà bello condividere con loro la gioia della nascita di Cristo, non potrei farne a meno.

Ma c’è un’altra cosa che penso adesso e che fa di questo Natale un Natale per me davvero speciale: è il sorriso delle persone che ho incontrato nel Guaricano, in questo momento di festa il mio pensiero più caro va a tutte loro… Vorrei dirvi che vi porto con me sempre e che vi ricordo tutti, specie i ragazzi del corso di inglese. Vi auguro di cuore di trascorrere un Natale di gioia e serenità in compagnia delle persone che amate. Il calore che sentite ora è perchè vi sono vicina e vi voglio bene.

FELICE NATALE!

Domenica pomeriggio (giorno di Natale) ho l’aereo per Genova. Sento il bisogno di un po’ di riposo.

Sto cercando di mettere a posto tutte le cose che non lo sono, in parrocchia (programmazione del prossimo mese, lettera alle famiglie di gennaio, impegni dei seminaristi, esonerazioni di tasse varie, riparazioni e pagamento dei rispettivi lavoratori) e in casa (conti di casa da portare alla curia di Genova, ordine in camera e nell’ufficio, ultime compre per il nuovo consultorio).

Spero di farcela!

Sarò di ritorno qui il 18 gennaio.

Il Ritiro d’Avvento dei giovani è stato bello: l’ha animato, Minorka, per gli amici Minú, una giovane della Pastorale Giovanile Diocesana. Ha guidato i ragazzi a contemplare e adorare il Figlio di Dio che si fa carne a Betlemme. Li ha fatti riflettere, e poi lavorare in gruppo.

Da parte mia ho aprofittato per confessare un bel po’ di giovani che non si erano confessati nella Celebrazione di Lunedì scorso, e il tempo mi è volato. Dalle undici che abbiamo cominciato (dopo la messa dei giovani) abbiamo finito verso le due.

Ho patito un po’ l’inizio, perché Minù si è mezza persa ed è arrivata tardi, e quindi i ragazzi stavano andandosene, ho dovuto sudare per mantenerli lì finché il ritiro non è cominciato.

9:11 pm

2+3+6 matrimoni

Tra ieri e oggi abbiamo avuto undici matrimoni, cinque alla Divina Misericordia e sei a Santa Margarita.

La cosa che mi ha colpito di più è stata la presentazione impeccabile di sposi, testimoni, paggetti ecc. nei matrimoni di oggi pomeriggio a Santa Margarita. Questa gente, quasi tutti poveri, ci tengono a vivere bene questo giorno, unico nella loro vita, e che considerano così importante.

Il retroscena della cosa è che ci sono molte coppie che per non poter permetterselo rimandano continuamente il giorno in cui celebrano questo sacramento. Attualmente credo che siano almeno una quarantina quelle che hanno fatto il corso di preparazione in questi anni che io sono qui, e che non sono ancora arrivati a sposarsi.

L’ora del matrimonio era alle quattro, ma una coppia è arrivata tardi e abbiamo cominciato quasi alle cinque. La Messa è finita alle sei e un quarto, e poi tra le firme e le foto abbiamo finito alle sette. Tutti i volti esprimevano una sana e santa allegria.

Alla Divina Misericordia sono andati Lorenzo, che ha presieduto l’Eucaristia, e Marcial, che ha benedetto le nozze. Lorenzo mi ha confermato che Marcial se l’è cavata molto bene, sembrava, dice Lorenzo, che non abbia fatto altro nella vita.

In definitiva abbiamo vissuto dei bei momenti di chiesa. Grazie, Signore.

Il concerto del coro Cristo Vivo è stato ieri sera.

È cominciato un po’ tardi, alle otto e mezza contro le sette che doveva iniziare, ma è andato tutto liscio.

Oltre al nostro coro ha partecipato un gruppo della parrocchia dell’Amparo, ci sono state danze ben preparate, e molti canti natalizi.

La partecipazione non è stata numerosa, meno di duecento persone. Non si è fatta la pubblicità per radio, e quindi sono venuti solo dal Guaricano.

Con il ricavato (5,000 pesos, circa 130 euro) il coro terminerà di pagare la batteria che aveva comprato a inizio dell’anno.

Dei 12 matrimoni che avremo tra oggi, domani e sabato prossimo più della metà hanno delle incongruenze nei documenti.

Un uomo poi non è riuscito a ottenere l’atto di nascita, e quindi il corrispondente matrimonio deve essere ritardato din quando apparirà il documento. Non lo trova perché (gli hanno detto) il libro è andato distrutto non so in che ciclone o calamità, e quindi bisogna cercarlo in un’ufficio centrale, ma cerca che ti cerca ancora non l’anno trovato (e nel frattempo il tipo che gli fa le ricerche gli spilla soldi al malcapitato).

Un’altro uomo ha la cédula senza il cognome del papà, e quindi a tutti gli altri documenti, compreso all’atto di nascita della unica figlia, gli manca questo cognome. Dopo il matrimonio dovrà mettersi sotto, in un processo lungo, noioso e costoso.

C’è da aggiungere che credevo che la segretaria avesse chiari i suoi compiti nella fase di raccolta dei documenti, mentre non era così (si è dimenticata, sembra…), per cui mi sono accorto stamattina di parecchi dati che ci mancavano per redigere gli atti, e quindi mi sono dovuto mettere a chiamare i vari promessi sposi/e per chiedergli quei dati. Vabbé, ogni tanto si regredisce, ma non importa.

Oggi pomeriggio quindi cominciamo con due matrimoni, alla Divina Misericordia. Domani continueremo con tre alla Divina Misericordia e sei a Santa Margarita. E il finale sarà sabato 24, con l’ultimo, a Santa Margarita.

Tra un po’ devo uscire per finire di mettere a posto le ultime cose.

Tra parentesi, i matrimoni di domani alla Divina Misericordia per la prima volta li benedirà Marcial! Lorenzo presiederà la Messa e il diacono il matrimonio. Auguri, Marcial!

Ho dovuto dedicare un po’ di tempo a rivedere i documenti delle coppie che si sposano nei prossimi giorni. Sono in tutto dodici, tra sabato e domenica, a Santa Margarita e alla Divina Misericordia.

La metà hanno dei problemi nei documenti: la cosa più comune è che nell’atto di battesimo hanno la data di nascita diversa, o non gli manca il riconoscimento del padre.

Il caso peggiore che ho visto è quello di un uomo che è riconosciuto dal padre nell’atto di nascita, ma ciò non risulta nella cédula (l’equivalente della nostra carta d’identità), dove ha solo il cognome della madre. La cosa triste è che la figlia l’ha dichiarata con la cédula, e quindi la ragazza ha il primo cognome assolutamente sbagliato. Dovrá spendere un sacco di soldi per rettificare l’atto di nascita, e una volta rettificato dovrà aggiustare i documenti scolastici e tutto il resto.

Gli altri anni mi imponevo che tutti questi problemi di documenti si risolvessero prima del matrimonio, ma adesso non riesco neppure a pensarlo: ci hanno messo tanto per decidersi a sposarsi, che se li faccio mettere dietro al problema dei documenti non mi si sposano più!

Stasera Mercedes Núñez ha fatto vedere ai giovani e meno giovani il documentario “L’urlo silenzioso”, che è un documentario-verità sull’aborto, quello che rappresenta, e come si effettua. L’avevamo già visto con il personale della scuola, ed ora è stata la volta dei giovani.

Vi sono volute peripezie per poter proiettare il filmato: il portatile di Mercedes non riconosceva il formato del dvd a causa della mancanza di un codecs. E poi, dopo che Eladio ci ha installato il codecs, ogni tanto, non si sa perché, la pellicola si bloccava.

Credo che abbiamo ulteriormente “vaccinato” questi ragazzi, spero che nessuno di loro si faccia o consigli mai un aborto!

Per chi è curioso di vedere il video, sul sito kattolico.it c’è una pagina da cui potete scaricarvelo: non è troppo grande, sono solo 32 MB, che significa circa 2 ore con un modem, e meno di 2 minuti con l’ADSL. Vi assicuro che ne vale la pena!

Buona visione!

Penso che domani terminerò la lettera alle famiglie di questo mese. Mi manca solo trascrivere una testimonianza e inserire due foto.

Naturalmente la preparo usando openoffice.org, la suite libera di programmi per l’ufficio.

Così spero che domani potremo cominciare a fare le copie. Mi manca solo la carta, devo comprarla in mattinata.

10:10 pm

Mai visto!

Per la prima volta in vita mia ho visto scoppiare una batteria! Che botto!

L’inversore della parrocchia sembrava avere dei problemi, così ho controllato se le batterie avevano acqua. Ho trovato i bulloni dei cavi della corrente DC flosci, e quando mi sono messo per stringerli BUM!

Meno male che stavo lavorando su quella che non è scoppiata. Me la sono cavata con una bella spruzzata d’acido sulla camicia e con un fischio in un’orecchio per il resto del pomeriggio. Adesso sembra tutto rientrato.

9:27 pm

Giornata piena

Oggi, nonostante il lunedì sia il “giorno libero” dei preti, ho avuto abbastanza da fare:

  • pagare la tredicesima ai dipendenti del liceo
  • mi è venuta a parlare una ragazza che è stata anche responsabile di un gruppo di giovani e che qualche mese fa è andata a convivere, “per fare un’esperienza nuova” (sic!), e con la quale abbiamo parlato della possibilità di rimettersi in careggiata e tornare a ricevere l’Eucaristia
  • ho “ricevuto” un lavoro fatto dal nostro fabbro
  • sono andato a prendermi due files dal server del nuovo laboratorio di informatica, per mandarli al bug system di ubuntu e vedere se qualcuno mi suggerisce la soluzione al problema delle “no free leases” del server dhcp
  • sono andato in città a far riparare due dei computerini che funzionano come clienti nello stesso laboratorio di informatica, e me li hanno aggiustati perché erano ancora in garanzia
  • sono andato dal cardinal López Rodríguez a portargli una cosa che si era dimenticato in parrocchia domenica
  • ho comprato una scatola di bibbie nella libreria della curia
  • sono arrivato a casa, ahimé, alle 2 e mezza del pomeriggio
  • dopo pranzo, in parrocchia, ho dovuto preparare dei documenti che mi sarebbero serviti di lì a poco
  • alle sei abbiamo avuto la celebrazione penitenziale d’Avvento di Santa Margarita, e ho confessato fino alle otto e un quarto, accompagnato da don Lorenzo e altri tre preti.

Alla fine mi sento mezzo stanco…

Oggi abbiamo avuto il Ritiro d’Avvento per tutta la comunità. O meglio, per tutt’e due le comunità. Per la prima volta l’abbiamo fatto separatamente Santa Margarita e la Divina Misericordia.

Sono stato di più in quello di Santa Margarita, che non è stato tanto frequentato. Però le meditazioni sono state belle ed efficaci.

Marcial, che ha accompagnato il ritiro della Divina Misericordia, mi ha parlato di una presenza abbastanza consistente nel pomeriggio, mentre di mattina il livello era come a Santa Margarita, sulla sessantina di persone.

La parte del mattino me la sono persa perché avevo la Messa dei Giovani. Invece la parte del pomeriggio non me la sono goduta perché non avevo digerito bene. Ma nonostante questo ho potuto confessare varie persone e parlare una mezz’oretta con un uomo che è mezzo lì lì per venire a Messa, e che spero che dopo questo dialogo il Signore lo aiuti a prendere una decisione. E la Messa della sera, nonostante la mezza indisposizione, l’ho vissuta meglio e mi sembra che ho dato di più che quella dei giovani.

Stamattina il cardinal López Rodríguez ha inaugurato la parrocchia Divina Misericordia. Alle 7 di mattina ha celebrato l’eucaristia, e si è preso una visione del lavoro fatto: la cappella provvisoria, l’ufficio parrocchiale, la piccola canonica.

La gente ha partecipato numerosa, e più numerosa ancora perché per l’occasione abbiamo sospeso la correspondente messa di Betania, cosicché c’erano le due comunità parrocchiali.

Il cardinale come sempre è stato molto caldo e vivo nella celebrazione, e la gente semplice gli vuole molto bene perché ama stare in mezzo ad essi.

Mi ha fatto i complimenti per quello che si è potuto fare, e spero che il lavoro possa andare avanti di bene in meglio!

Oggi è la giornata della programmazione pastorale zonale.

Stiamo facendo un incontro dei consigli pastorali di tutte le parrocchie della zona per una verifica dei primi mesi del piano pastorale nuovo e per mettere le basi delle attività dell’anno prossimo.

Delle nostre parrocchie c’era un 70/80% dei membri dei consigli pastorali. Altre parrocchie avevano rappresentanze simili, qualcuna uno o due gatti, e varie nessuno.

L’ho lasciati a mezzogiorno per venire a mangiare a casa con Lorenzo e le suore, e tra poco torno in là per continuare a lavorare con loro.

Ieri e giovedì abbiamo avuto altri due bei momenti alla Settimana Giovanile.

Giovedì è stata con noi una giovane della Pastorale Giovanile Diocesana, parlando di come un giovane può essere costruttore di pace.

Ieri, un giovane uomo, sposato, ha parlato dei valori della sessualità. È riuscito a presentare la cosa in maniera molto interessante, e i giovani sono rimasti entusiasti. Ha parlato con abbondanza del fatto che è controproducente avere relazioni sessuali prima del matrimonio, e ha insistito sul matrimonio come fedeltà per tutta la vita.

C’è stato un piccolo inconveniente alla fine, perché non mi aveva detto che non aveva mezzo di trasporto per tornare a casa, e quando è stata l’ora di chiamargli un taxi non ce n’erano disponibili. Alla fine Aneuris, un giovane del gruppo, gli ha dato uno strappo con la moto. Grazie, Aneuris.

La serata si è conclusa con l’invito a tutti i giovani presenti a unirsi a uno dei gruppi esistenti: Ciempiés, a Betania; Jóvenes con Cristo, nel settore Arca di Noè; Talento Juvenil, nel settore San Ramón; un gruppo nel Chimbú e un altro a Los Cazabes. Partirà con l’occasione anche un nuovo gruppo nella parrocchia Divina Misericordia.

Alla fine di tutto mi sono fermato fin quando è andato via l’ultimo giovane, per controllare che lasciassero ben pulito l’ambiente. Di fatto i giorni precedenti nonostante le raccomandazioni era rimasto sporchetto… E la cosa bella che a fermarsi a pulire sono state varie giovani non troppo impegnate, nelle quali ho scoperto una servizialitpà che non conoscevo!

Con l’aiuto di Dio questa pastorale giovanile cresce!

Stasera alla Settimana Giovanile toccava al tema sull’aborto.

È intervenuta Mercedes Núñez, che ormai è di casa nella nostra parrocchia.

Doveva portare il video “L’urlo silenzioso”, dove si vede l’ecografia di un aborto, ma non ha potuto. Con l’aiuto di Dio ce lo farà vedere mercoledì prossimo.

Anche stasera la presenza dei giovani, per lo più adolescenti, è stata ben forte! Arrivano a tutte le ore, ma vengono!

Grazie, Signore!

Non so cosa sta passando con il nuovo laboratorio di informatica, ci sono dei ritardi pesanti nel caricamento dei clienti.

Sto chiedendo sul canale IRC di edubuntu ma non ho ricevuto ancora indicazioni precise sulla causa e come risolvere il problema.

Forse è che non l’ho chiesto al Signore?

10:32 pm

Il batterista

Da due o tre mesi abbiamo un batterista, un ragazzo di 17 anni che sembra in gamba, Samuel.

La sua famiglia è evangelica pentecostale, ed anche lui ha frequentato quella chiesa per un certo tempo, portatovi dai genitori, ma poi si è stufato, a sua detta per i pettegolezzi dell’ambiente giovanile.

Ha iniziato a venire a Messa per suonare la batteria, invitato da Gregory, un suo compagno di scuola ben inserito nel gruppo giovani.

La batteria la suona divinamente, e l’impressione è che giorno dopo giorno si stia integrando sempre di più nella vita della parrocchia. Stasera e anche ieri sera era alla settimana giovanile.

Francisca mi dice che sta per diventare formalmente cattolico, che già a livello giovanile ci si trova molto bene.

Personalmente ho parlato con lui varie volte, e lo trovo abbastanza maturo per la sua età.

Mi piacerebbe che continuasse e si battezzasse, è un ragazzo molto in gamba.

E ci toccherebbe anche, perché in questi anni ho visto vari ragazzi cattolici diventare evangelici. Almeno uno che da evangelico diventi cattolico, non ci starebbe male!

Che ne pensi, Signore?


SPIEGAZIONE

La seconda serata della Settimana Giovanile è stata resa preziosa dalla presenza del cardinale Nicolás López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo.

E la prima cosa che colpisce in lui è il piacere che ha di parlare ai giovani e con i giovani. Si sente a suo agio. Ci sta bene. Quando gli ho fatto l’invito ha accettato subito!

Ha parlato del fidanzamento e delle relazioni prematrimoniali, in maniera schietta e franca. A me colpisce il fatto che non cerca di dire cose accettabili. Dice quello che deve dire e basta, e ha un bel dono per dirlo in maniera che si ascolti volentieri.

Ha parlato per quasi un’ora, mantenendo l’attenzione dei giovani quasi senza nessun segno di stanchezza. E poi c’è stato un fuoco di fila di domande, spaziando dalla possibilità di una ragazza violentata di farsi suora, fino ai consigli per vivere un buon fidanzamento.

La serata si è conclusa in bellezza con una recita del gruppo di teatro, che ha divertito molto anche il cardinale.

E la presenza del cardinale ha fatto anche da catalizzatore: c’erano quattro volte tanto i giovani di ieri! Al meno 300! (nella foto se ne vedono solo una piccola parte). E chiedo al Signore che li faccia tornare tutti i restanti giorni di questa settimana.

Nel frattempo: Grazie, Signore!

Stasera è iniziata la seconda Settimana Giovanile, la prima è stata l’anno scorso.

Era la serata di presentazione e ambientazione, ma non c’erano troppi giovani: forse un 60/70. Sono stato contento per la presenza di un certo numero di giovani di Jacagua.

Domani verrà il cardinale López Rodríguez a parlare del fidanzamento e delle relazioni prematrimoniali. Spero che arrivino i giovani, perché così come era oggi sarebbe una mezza brutta figura con lui.

Santiago è un giovane ingegnere di una trentina d’anni che vive a Jacagua. Sposato, o meglio, convivente, si sposeranno tra due domeniche.

Stamattina ha ricevuto il battesimo. Si era già preparato al battesimo in quaresima, ma non avevamo potuto farlo a causa della convivenza. Adesso, in prossimità del matrimonio, si sono impegnati a stare “separati” fino al matrimonio, e ha potuto ricevere il battesimo.

È stato un momento molto bello, anche perché è stato nella messa parrocchiale delle sette di mattina. E Santiago è una persona molto semplice, si è conquistato la simpatia di tutti.

E in più sono sicuro che accetterà di impegnarsi nella vita parrocchiale. È e sarà ancora di più un dono per la chiesa del Guaricano!

Stamattina alla messa dei giovani l’ha presieduta il padre Manuel Segura, dei Missionari del Sacro Cuore. È l’incaricato vocazionale della congregazione, e l’ho invitato perché desidero che i giovani della parrocchia si sensibilizzino di più alla vocazione missionaria.

Sto chiedendo al Signore nella preghiera che mi faccia vedere vocazioni missionarie prima di andare via di qui.

Il padre Manuel ha fatto una bell’omelia, l’unica cosa è che mi sono addormentato, e qualche giovane se n’è anche reso conto… che vergogna!

Oggi mi sono fatto un bel po’ di dialoghi prematrimoniali.

La cosa che mi colpisce di più tutte le volte è vedere la gioia che hanno di sposarsi, in confronto con gli anni che ci hanno messo per prendere questa decisione.

Per molti sono 10 o 15 o 20 anni di convivenza prima di capire che vale la pena celebrare il sacramente.

E davvero quando si sposano si sentono di dire a tutti che è la cosa più bella. Ma quanta fatica per arrivarci! e quanti pochi ci arrivano! La maggioranza della gente qui non arriva mai a sposarsi!

Oggi pomeriggio la marcia per la vita ha chiuso la settimana dedicata all’aborto e alla delinquenza.

Le quattro parrocchie di Guaricano hanno partecipato, ognuna di esse ha fatto la marcia per i suoi settori, e poi abbiamo concluso con la Messa in un luogo comune.

La marcia di Santa Margarita è stata bene per un aspetto e meno bene per un altro.

Bene perché i giovani hanno coinvolto due bastón ballet, che per la giovane età delle ballerine e le minigonne astronomiche attira sempre tantissima gente.

Bene anche perché durante la marcia i tamburi del bastón ballet si sono alternati con slogan vari, il più comune “Sì a la vida, no al aborto“, gridati con convinzione da giovani e meno giovani.

Meno bene perché la gente della parrocchia non ha partecipato tanto. Se non fosse stato per il bastón ballet sarebbe stato una vergogna tanto poca era la gente.

E di fatto la presenza del bastón ballet ha suscitato un interesse spropositato.

Nella Messa ho scoperto con piacere che delle altre parrocchie c’erano gruppi ben folti, forse più che di Santa Margarita. Bene! È stato un momento bello, di comunione tra le parrocchie in vista di un bene comune molto importante.

Alla fine della messa ho chiamato i giovani che hanno organizzato il tutto, e li abbiamo ringraziati pubblicamente. Ci siamo sentiti orgogliosi di questi giovani!

Per tutto questo: grazie, Signore!

Stasera abbiamo definito chi e quando si sposa in dicembre.

Ci saranno 5 matrimoni alla Divina Misericordia tra il 17 e il 18 dicembre, e 7 matrimoni in Santa Margarita il 18.

Alla fine, si sposano!

Qualcuno di loro ha fatto il corso di preparazione 4 o 5 anni fa, e solo adesso si sono decisi. Apparentemente, il motivo del ritardo era economico.

Dell’ultimo corso fatto ci sono la maggioranza!

Grazie, Signore!

È praticamente organizzata la Settimana Giovanile. Dall’anno scorso abbiamo cominciato a farla, come una maniera per invitare i giovani e dar loro momenti di formazione che possano aiutarli a districarsi nella realtà in cui vivono. Così per una settimana, a partire dalle 6 del pomeriggio, si riuniranno a Betania fin verso le 8 di sera.

Lunedì 5 sarà il giorno di ambientazione: giochi, bans, canti, e presentare loro quello che è la settimana.

Martedì sarà con noi il cardinal López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo. Vuole molto bene alla nostra parrocchia, tutte le volte che lo chiamo fa di tutto per partecipare. Parlerà ai giovani del fidanzamento e delle relazioni prematrimoniali.

Mercoledì toccarà a Mercedes Núñez, la signora che fa parte del Movimento per la Vita. Farà vedere il cortometraggio “L’urlo silenzioso” (The silent scream), che è praticamente la testimonianza di un medico abortista statunitense che ha cambiato vita da quando ha visto un’ecografia di un aborto che stava realizzando.

Giovedì ci accompagnerà una giovane della Pastorale Giovanile Diocesana, parlando del giovane come costruttore di pace.

E venerdì concluderemo con una coppia giovane della città, che spiegarà ai giovani qualcosa sulla sessualità.

Il carnet è ben ricco, e sono sicuro che i giovani risponderanno, perché lo hanno fatto l’anno scorso e quest’anno i momenti della settimana dedicata alla vita e all’aborto hanno motivato ancora di più.

Ringrazio il Signore per questi giovani che sentono il desiderio di trasmettere agli altri la loro fede!