Contributi nella categoria 'Comunità missionaria'

Stamattina alle nove mi sono tirato in letto e ho dormito fino a mezzogiorno. Non so cosa è, ma avevo un bisogno disperato di riposarmi.

Adesso sto meglio!

Siamo andati con Carmen Moro all’Air France a vedere se si può spostare il suo ritorno. Il biglietto è stato comprato per tornare domenica, ma Carmen è disposta a fermarsi dieci giorni in più, visto che Lorenzo è ancora a Genova.

Purtroppo l’Air France ci dice che quella che Carmen ha è una tariffa stagionale che non ammette cambi, ma ci ha suggerito di provare a muovere la cosa dall’Italia.

Ho messo la cosa in mano a don Francesco, vediamo cosa si può fare.

Carmen, la nostra ospite, si dimostra ogni giorno di più buona cuoca. Sta anche insegnando alle suore a fare torte e focacce. E mangiamo perfettamente, con molta verdura e senza troppa carne.

Grazie, Signore!


Gli studenti presenti al ritiro

Stamattina è stato il primo ritiro di Quaresima con il liceo, le due prime e le due seconde.

La Scuola di Evangelizzazione, della quale siamo ospiti fissi per questi ritiri, è stata come sempre molto ospitale.


Parte dell'equipe che ha lavorato con gli studenti nel ritiro

Marcial ha parlato loro di due passi sulla misericordia: la peccatrice che lava e profuma i piedi di Gesù in casa di Simone il fariseo, e i due debitori. Centro della meditazione: riflettere sul fatto che Dio perdona perché ama, e chi riceve più amore perdona di più, e al contrario, chi non perdona è perché non è nell’amore di Dio.

E poi suor Cristina ha riflettuto con loro sulla maniera di vivere la Quaresima. I contenuti gliel’avevo preparati io (dicendogli che poteva adattarli come più gli piaceva), ma l’interpretazione è stata superba, me ne sono reso conto anche dalla mia postazione di confessione.

E difatti io mi sono passato la mattinata parlando con vari giovani e confessando qualcuno di loro. Molti si erano già confessati con il padre Tomás nei tre mercoledì che è venuto a confessare.

Lo stesso che con i conviventi nei settori, mi sono goduto tutte queste conversazioni. Ho cercato soprattutto di dare motivazioni a questi giovani per vivere nella chiesa l’amore a Dio, e spero di esserci riuscito.

Una ragazzina mi ha anche confidato un desiderio iniziale di diventare suora, e l’ho subito messa in contatto con suor Cristina.

C’era con noi anche Carmen, che si è goduta anche lei il ritiro. Ha fatto anche dei bei complimenti a Cristina per la sua meditazione.

Oggi ho fatto un po’ la trottola, con le due messe nelle quali avevamo i catecumeni (bambini e giovani), la giornata con i bambini catecumeni dove ho spiegato i comandamenti, e la messa della sera con il battesimo di una persona anziata e malata.

Per grazia di Dio alla fine della Messa ho potuto accompagnare Miguel Ángel al Seminario, il Signore mi ha tolto la stanchezza!

Però stasera devo e voglio andare a dormire presto!

Finalmente ci siamo, o meglio, mi sono deciso a fare il ritiro di Quaresima della scuola serale con il personale e gli studenti. Il personale c’erano tutti, degli studenti la metà, ma non mi lamento, perché la presenza a scuola il venerdì è critica in questo tipo di studenti. Molti, giovani, vanno in discoteca, altri sono stanchi, altri approfittano che i precedenti non vanno e se ne rimangono a casa anche loro.

Del ritiro mi ha colpito soprattutto un momento dei gruppi di condivisione. Dopo una meditazione su quaresima e conversione, c’erano delle domande da rispondere insieme, e una diceva: in cosa devo cambiare. Beh, a questo punto un giovane di 15 anni ha confessato che appartiene a una banda di ragazzotti che va in giro a fare stupidaggini, e in particolare rompe a pietrate le lampade della strada. Il tipo ha capito che non può farlo ed è disposto a cambiare!

Mi è piaciuto poi il fatto che hanno partecipato anche la nostra Carmen e suor Serafina. Sono state due presenze molto belle e significative!

Oggi pomeriggio sono stato qualche ora nella cappella del settore Emmaus per dialogare con la gente che ancora non può confessarsi. È stato molto bello, almeno 4 o 5 persone hanno trovato la forza e la decisione di cambiare vita. Grazie, Signore!

Poi, alle sette, avevo confessioni nella parrocchia di San Benito (Benedetto). Molta gente, e varie confessioni proprio belle.

Ogni giorno apprezzo di più questo ministero presbiterale che il Signore mi ha dato!

L’aereo con Lorenzo è partito ieri sera alle nove.

Suor Modesta e suor Cristina sono andate all’aeroporto ad accompagnarlo, e c’è andata anche Carmen.

A mezzogiorno avevamo festeggiato il compleanno di Lorenzo. A lui non piacciono queste cose, ma alle suore tantissimo, e avevano adornato il refettorio con palloncini colorati, bamboline di filo di lana, fiori, e vari regalini tra cui due pacchetti di caramelle da distribuire ai bambini. Le caramelle sono state la cosa che a Lorenzo è piaciuta di più! Non per lui, naturalmente, ma per i bambini!

Domani pomeriggio Lorenzo partirà per Genova, ha un fratello molto malato e deve aiutare ad assisterlo. Si fermerà al suo lato finché sarà necessario.

Voleva ritardare questo viaggio a dopo Pasqua, perché in Quaresima c’è molto lavoro di confessioni, in parrocchia e nelle altre parrocchie della zona, ma le condizioni gli hanno richiesto di anticipare.

Ti siamo vicini con la preghiera, Lorenzo!

P.S.: se qualcuno volesse il telefono di don Lorenzo a Genova può chiedermelo scrivendomi a donpaoloprotezione@gsi.it . Bisogna avere l’avvertenza di togliere la parola protezione, che ho messo per evitare che mi arrivi posta inderiderata. Lasciare solo donpaolo prima della chiocciola @.

Con la nostra scuola stiamo vivendo oggi il ritiro di Quaresima. La mattinata è stata molto bella, molto animata in canti, e molto profonda in riflessioni. I maestri, e anche i bidelli ecc., mi sono sembrati contenti.

Io ho fatto una riflessione sulla storia della Quaresima, che una persona mi ha detto che è stata bellissima. Le vie del Signore sono infinite, o anche strane: a me sembrava di non aver detto granché…

Ho anche confessato un po’ di gente, belle confessioni, il ritiro aiuta molto la gente ad andare in profondità.

Tra poco riprendiamo con il turno del pomeriggio. Le meditazioni toccano una a me a una a Carmen.

Aggiornamento serale: Anche nel pomeriggio tutto è andato liscio, c’è serenità, e mi sembra che se lo siano goduto!

Grazie, Signore!

Domani il padre Tomás verrà a confessare i ragazzi del liceo. Dedicherà loro tutta la mattinata, dalle otto e mezza fino a mezzogiorno. Suor Cristina li preparerà per questo incontro speciale con Cristo!

Grazie, padre Tomás!

Mezz’ora fa è arrivata alla missione Carmen Moro. È di Geo, ed è alla sua seconda permanenza, la prima volta è venuta con il suo parroco, don Chicco Di Comite, e s’era fermata un mese. Ha programmi di fermarsi un mese anche adesso.

Porta con sé tanto entusiasmo e tanta voglia di vivere! Si renderà utile in cucina, sollevando un po’ Lorenzo, e tagliando i capelli ai bambini.

Benvenuta tra noi, Carmen!

Oggi pomeriggio, essendo festa nazionale, l’arcivescovo di Santo Domingo ha ordinato quattro diaconi transeunti. Juan, Faustino, Manuel e Robert hanno ricevuto il diaconato in una cattedrale bella piena.

Dei quattro conosco un po’ il primo e l’ultimo. Juan è venuto una volta al Guaricano a fare la settimana di pastorale vocazionale. Mi sembra di ricordare che ha mangiato e dormito con noi. Dev’essere stato quattro o cinque anni fa. Invece Roberto lo conosco di vista, per averlo visto varie volte in seminario. È una faccia di persona semplice, mi ha sempre suscitato simpatia, e forse è per questo che ricordo il suo nome.

La celebrazione è stata la occasione per ricordare anch’io il giorno in cui sono stato consacrato per il servizio!

Stamattina sono stato vicino a Juan Dolio (è un posto famoso per il mare), a passare alcune ore in compagnia dei preti della diocesi di qua.

Il vicario episcopale per il clero sta organizzando questi incontri bimestrali, incontri non per sentire conferenze o discutere problemi, ma per stare insieme serenamente.

E di fatto mi sono passato quelle ore giocando a domino e a scacchi, e chiaccherando con vari preti.

Un clima bello, in un ambiente bellessimo!

L’aereo di suor Blessila è arrivato ieri, in perfetto orario.

Ci ha portato una giovane suora, entusiasta, dinamica, scherzosa. Mi ha colpito il fatto che nonostante fosse in viaggio da almeno 18 ore non le mancava il sorriso e la voglia di scherzare.

Oggi suor Blessila riprende il suo lavoro nel consultorio. Buon lavoro, Blessila.

In queste ore Blessila è in viaggio per la missione, all’alba è partita da Genova. Certo che quando l’altra sera all’incontro al Quadrivium me la sono trovata davanti è stata proprio una bella sorpresa (pensavo fosse ancora in India) e così ieri sono stata a trovarla nella casa delle suore Brignoline.

Sinceramente quando ero alla missione non abbiamo avuto modo di parlare tanto essendo lei impegnata in ambulatorio, io a scuola tutto il tempo, diciamo che tra le suore era quella che conoscevo meno. Finalmente dunque abbiamo trascorso insieme una bella mattinata, mi ha parlato della visita alla sua famiglia in India, le ho mostrato le foto che avevo scattato a novembre con Suor Serafina a Genova e quelle della missione. Non vede l’ora di tornare là, di riabbracciare tutti, quando parla del servizio che svolge alla “farmacia” le si illumina lo sguardo e chissà in queste ore come sarà contenta…

Non ci resta che augurarle di portare il suo sorriso oltre oceano

Buon viaggio, Suor Blessila!

Stamattina non avevo voglia di andare all’incontro dei preti e diaconi della zona, ma per non dare cattiva testimonianza a Marcial sono andato. È venuto anche Lorenzo.

Di fatto il Signore mi ha fatto capire che ne valeva la pena, perché si sono trattate varie cose importanti:

  • Si è fatto il calendario delle celebrazioni penitenziali di quaresima. Mi sono impegnato ad andare praticamente a tutte, la vedo come una cosa prioritaria del mio ministero.
  • Abbiamo toccato il tema del battesimo dei conviventi, che di fatto ho visto che è scottante anche per gli altri.
  • Si è cominciata a programmare la Via Crucis del Venerdì Santo.
  • Abbiamo mangiato insieme (un po’ spartano, a dire il vero!).
  • Dulcis in fundo, ho bevuto della bella acqua di cocco, e anche un buon cocco fresco.

Ieri sera l’incontro sulle missioni genovesi di Cuba e Santo Domingo con la proiezione del documentario girato da Tarcisio Mazzeo sul Guaricano è stato bellissimo! Proverò a raccontarvelo perché ci tengo tantissimo.

La prima cosa cosa positiva è stata l’affluenza delle persone : la sala era piena e la gente continuava ad arrivare… Ho rivisto tutti gli “affezionati” della missione che da anni la sostengono e ringrazio tanto i ragazzi di Pegli che hanno voluto accompagnarmi. C’erano anche Fiammetta e le volontarie di quest’estate (scusate se non vi cito tutte, ma non mi ricordo ancora bene i vostri nomi!), le suore brignoline e soprattutto, con mia grande sorpresa perché credevo fosse in India, suor Blessila!!!

Insomma ancora prima che la riunione cominciasse si respirava un bel clima, felici di esser tutti parte di un’unica grande famiglia.

L’incontro, introdotto da don Giandomenico Torre e don Francesco Di Comite, è stato seguito dalla proiezione di un primo filmato su Cuba girato proprio da Don Francesco. Sono stata contenta penso come tutti di vedere finalmente qualche immagine della nuova missione, è certamente una situazione molto diversa da quella di Santo Domingo anche perché ancora agli inizi, sono sicura però che l’impegno di don Marino, don Federico e tutti i loro sostenitori darà presto buoni frutti.

Veniamo ora al momento tanto atteso, la proiezione del documentario girato quest’estate da Tarcisio Mazzeo e qui mi devo fermare un momento per dire: cavolo che bravi, lui e la sua troupe sono riusciti a rendere l’idea in 28 minuti di filmato dell’aria che si respira in Guaricano, dedicandosi a vari aspetti della vita nel barrio e in Repubblica Dominicana. Come dice il giornalista, sarebbe bello promuovere la diffusione di questo documentario in DVD nelle Parrocchie, in modo da diffondere più possibile la testimonianza missionaria. Non vi sembra un’idea grandiosa?

Al termine è seguito l’intervento del Cardinale Tarcisio Bertone, sempre attento e impegnato sul fronte delle missioni, e i commenti di don Francesco e Tarcisio Mazzeo. Concludo ricordando alcune loro frasi:

  • “La Chiesa” che con la forza e l’entusiasmo della missione vive “in mezzo al popolo” (Bertone)
  • “Il Vangelo che cammina per le strade” grazie allo spirito missionario (don Francesco)
  • L’importanza della testimonianza: “è come se fossimo orecchie, occhi e braccia di chi in missione non c’è potuto andare” (Tarcisio Mazzeo)

Un caro saluto a tutti!

Lara

Rieccomi qui e stavolta per invitare tutti gli “affezionati” genovesi della missione che ancora non ne fossero al corrente all’incontro di venerdì 17 febbraio alle 18,00, presso la sala Quadrivium in centro.

In tale occasione verrà proiettato il documentario sulle Missioni Diocesane Genovesi di Santo Domingo e Cuba.

Sicuramente avrete visto parte del documentario andato in onda qualche tempo fa su TV7 e su TGR Liguria. Venerdì è prevista la visione integrale del filmato. Interverranno S.E. il Cardinale Tarcisio Bertone, il giornalista RAI e autore del filmato Tarcisio Mazzeo, don Francesco Di Comite vice direttore dell’Ufficio della Pastorale Missionaria e dell’Ufficio Stampa Diocesano, e Massimiliano Costa in rappresentanza della Regione Liguria per la Cooperazione Internazionale.

Se volete ulteriori informazioni basta consultare il sito:
http://www.diocesi.genova.it/

Io non sto più nella pelle e non vedo l’ora che sia venerdì. Se avete modo spargete anche voi la voce, più siamo meglio è, penso sia un modo bellissimo della Chiesa di diffondere la testimonianza missionaria tra la gente di qui.

Naturalmente don Paolo don Lorenzo e suore vi terrò informati, quindi a prestissimo!

Un abbraccio di pace a tutti!

10:57 pm

Taína


Taína Magallanes de la Cruz

È da un po’ che lo volevo scrivere. Le nostre suore hanno una nuova aspirante, Taína.

Il nome è quello delle popolazioni indigene che Colombo ha trovato qui: i taíni. Però Taína non è di quella razza, ma ha una carnagione scura che rivela ascendenze africane.

È una ragazza che unisce il dono della semplicità a quello della dinamicità. Nonostante i suoi 17 anni è molto matura, e sulla vocazione ha le idee ben chiare.

Viene da un’esperienza di catechista e di gruppo giovani. I genitori sono persone buone, anche se non sono ancora riusciti a inserirsi nella comunità parrocchiale.

Dopo il dono di suor Cristina, in cui ogni giorno di più vedo una bella testimonianza di vita religiosa, allegra, lavoratrice, spirituale, “se Dio vuole” Taína darà ancor più solidità al “ramo” dominicano delle nostre suore “brignoline”. A testimonianza che il carisma di santa Virginia è ancora vivo, ancora oggi.

Ho dato oggi pomeriggio l’unzione a una malata terminale che sembrava in stato di coma: occhi chiusi, non reagiva, non parlava.

Due cose mi sono rimaste impresse.

La prima, che prima dell’unzione, nel parlare al suo cuore dell’amore di Dio, il suo respiro è diventato più veloce, segno che in realtà la donna sentiva benissimo quello che le dicevo.

La seconda, che quando la figlia l’ha scoperta per ungerla in varie parti del corpo, ho sentito un odore nauseabondo. Il corpo era pieno di piaghe da decubito, in molti punti del corpo. La visione, e soprattutto l’odore, mi hanno spinto a finire alla svelta.

La figlia mi ha poi detto che ha un tumore terminale.

Il viaggio per tornare alla missione è un po’ tormentato. Era programmato che arrivassi ieri sera, e invece sono ancora a Panama, in un albergo gentilmente offerto dalla compagnia aerea, e qui scrivo da un centro di internet a pagamento.

Il secondo aereo, quello che ci doveva portare da São Paulo a Panama, non e partito a causa, sembra, di un ritardo che ha costretto i piloti a riposare, e quindi dalle due di pomeriggio che dovevamo partire siamo slittati a stamattina alle cinque. Dall’albergo ci hanno fatto partire a mezzanotte e mezza, e cosi mi farò 24/25 ore senza dormire. Pazienza!

Volevo scrivere gia da São Paulo, ma il costo era eccessivo, qua è più agevole, prendono solo un dollaro l’ora.

In aeroporto qui a Panama ho ritrovado don Ennio, un prete torinese che da molti anni lavora in Guatemala, e stato stupito di vedermi, pensava che me ne fossi andato in giro… Gli ho spiegato degli inconvenienti, e non ha potuto che compiangermi.

Riparto stamattina da Salvador per Santo Domingo. Ho l’aereo con Varig alle nove e venti, poi il cambio a São Paulo, e via Panama alle undici di sera dovrei atterrare a Santo Domingo.

10:22 pm

Yemanjá

Questo nome strano mi era perfettamente sconosciuto fino ad oggi. È il nome di una specie di divinità africana che qui a Salvador ancora oggi è venerata. In particolare il 2 febbraio di ogni anno fedeli devoti portano alla foce del Rio Vermelho offerte floreali, che vengono portate in alto mare e lì abbandonate alle acque.

Vi domanderete come è possibile che ancora oggi si veneri una divinità pagana in un paese “cattolico” come il Brasile. La risposta è facile da capire se si intuisce come avvenne la cristianizzazione dei negri (qui, come a Santo Domingo e negli altri paesi latino americani). Ad essi i loro padroni proponevano il cattolicesimo, e li battezzavano senza preoccuparsi di far loro una catechesi. Così le credenze africane continuavano, rivestendosi del culto dei santi cattolico. In particolare, Yemanjá, la divinita delle acque, venne rivestita dell’immagine cattolica della vergine Maria, e la festa, che era festa di offerte floreali popolari, venne celebrata nel giorno in cui la vergina portava il bambino Gesù al tempio per offrirlo al Signore.

Quello che abbiamo visto oggi pomeriggio a Salvador e stata una gran affluenza di gente alla foce del Rio Vermelho, con tantissime bancarelle e gente che vendeva qualche cosa. A partire dal primo pomeriggio si vedevano arrivare persone sole, soprattutto donne (le cosiddette Bayane, con il loro caratteristico vestito bianco), ma anche gruppi di giovani, e tutti avevano in mano o in cesti corone di fiori, a volte con in mezzo al cesto una statua della madonna o di un’altra immagine femminile. Tutti si recavano alla spiaggia, montavano in una barca, e in alto mare offrivano i fiori.

Per chi capisce qualche parola di portoghese c’è una spiegazione molto piu chiara alla pagina http://pt.wikipedia.org/wiki/Iemanjá; o, in inglese, http:/en.wikipedia.org/Yemaja.

Oggi pomeriggio abbiamo visitato Salvador. È la capitale dello stato brasiliano di Bahía (turisticamente si conosce in Italia come Salvador de Bahía), ed è stata la prima capitale del Brasile, grazie soprattutto all’amplissima baia su cui si affaccia. I portoghesi degli inizi del cinquecento non avevano molti altri punti di approdo, perche la costa del Brasile è tutta una spiaggia. Qui posero quindi il loro quartier generale, commercializzando, al meno in un primo momento, lo zucchero che si estraeva dalla canna.

Abbiamo potuto vedere la parte storica della citta, il Pelourinho, ricca di chiese in stili coloniale e barocco. In particolare il barocco di qui è ricchissimo e doratissimo.

Ci hanno fatto vedere il posto dove venivano puniti pubblicamente gli schiavi. Nella stessa piazza c’è ancora la chiesa della comunità negra, in cui si osservano statue di santi negri, che non si sa se siano stati canonizzati dalla chiesa cattolica o no.

11:05 pm

Teatro popolare

La serata di stasera all’incontro dei missionari italiani è stata dedicata a incontrare un gruppo di giovani brasiliani che fanno teatro popolare. In un’oretta ci hanno presentato uno scorcio della vita quotidiana nel loro paese, con il turista derubato, la prostituta uccisa, la vita della gente che lotta per sopravvivere.

La cosa che piu mi è piaciuta e stato quando tre piccoli commercianti si vedevano minacciati dal comune che li voleva sloggiare per far posto a non so che opera pubblica. Lì hanno preso coscienza che potevano lottare insieme. E la scena si e conclusa con la canzone di Giorgio Gaber, La Libertà: i giovani si sono imparato a memoria il ritornello, in italiano, e l’hanno cantato con il sottofondo della cassetta che veniva riprodotta.

Dopo di loro, c’è stato un gruppo di ragazzi che fanno musica popolare brasiliana con strumenti fatti con materiali riciclati. C’erano almeno una decina di percussioni, con una ragazza che cantava. Il ritmo è stato trascinante per i giovani che avevano fatto teatro, i quali sono saliti sul palco e si sono messi a ballare: una maniera di ballare che sapeva di Africa, come di Africa sapevano i ritmi dei tamburi. Un missionario che lavora in Brasile mi ha spiegato che da questo punto di vista il Brasile è ancora pura Africa, cosa che, da quello che abbiamo visto, nessuno avrebbe potuto negare.

Le relazioni a questo convegno dei fidei donum latino americano sono ben interessanti.

Significativa quella del direttore del servizio della CEI per la cooperazione missionaria delle chiese, mons. Giuseppe Andreozzi, il quale ha presentato lo sviluppo della concezione del servizio dei fidei donum in questi cinquant’anni.

Si è passati dalla situazione in cui i vescovi erano invitati a permettere ai loro preti che lo volessero di andare a lavorare nelle diocesi di missione (è questa la prospettiva dell’enciclica Fidei Donum.

Si è poi iniziato a pensare che le diocesi dovevano assumere in prima persona la passione per la missione, e allora il servizio si vedeva come “una parrocchia della nostra diocesi nel terzo mondo”.

La prospettiva attuale invece è quella della “collaborazione missionaria” tra due chiese: la diocesi, italiana o di un altro paese, pone uno o più suoi sacerdoti a disposizione di un’altra chiesa con meno disponibilità di clero.

L’ampliamento ulteriore è stato degli ultimi anni, pensando ormai che non è solo questione di preti, ma che possono partecipare a questo dono tra chiese sorelle anche i laici. E la cosa mi ha fatto piacere, perché il nostro buon Francesco, Paola, e quanti altri stanno un periodo con noi esprimono questa ricchezza, ricchezza di una chiesa che collabora con vari dei suoi figli.

Di fatto il caso della nostra missione è ormai quasi atipico, perché sembra che nessuna diocesi italiana abbia una parrocchia (o più parrocchie) fissa nella diocesi che riceve la collaborazione: piuttosto, molti preti fidei donum ricevono dal vescovo la parrocchia o l’attività di cui più c’è bisogno. E per esempio il mio compagno di camera di questi giorni, don Marco, di Novara, lavora in Bolivia, come viceparroco in una parrocchia, ma la diocesi ne ha anche un’altra dall’altra parte della città, e negli ultimi anni il vescovo gliel’ha cambiata varie volte. In pratica si direbbe che, nella pratica, la situazione nostra è ancora quella di “una parrocchia di Genova a Santo Domingo”, e di fatto la prospettiva sembra quella di continuare lì o di andarcene. Invece il servizio che la nostra diocesi ha iniziato a Cuba è configurato già in maniera più moderna.

7:35 pm

Dal Brasile!

Scrivo queste righe dal Brasile, più precisamente da Salvador, nello stato di Bahía, dove con duecento confratelli preti fidei donum sto partecipando a un convegno nel quale si celebrano i cinquant’anni della pubblicazione dell’enciclica Fidei Donum.

È stata quell’enciclica che cinquant’anni fa appunto ha dato il via a quella che oggi si chiama “collaborazione missionaria tra le chiese”, che appunto io e don Lorenzo stiamo vivendo nel nostro servizio in Guaricano.

Qui al convegno ci siamo in rappresentanza di tutta l’America Latina. La maggior parte dei presenti lavora nelle diocesi brasiliane, ma non manca chi lavora in Argentina, Bolivia, Perù, Ecuador, Guatemala, Honduras, Messico… Di Santo Domingo ci sono solo io, ed effettivamente non ci sono altri fidei donum in Repubblica Domenicana. Ho scoperto con piacere che c’è un prete che lavora a Haiti, e che mi ha portato anche i saluti di Maddalena Boschetti, con la quale si vedono spesso. Mi ha fatto crescere ancora di piú la voglia di andarlo a trovare e di conoscere Haiti (quando la situazione là sarà più sicura…).

L’incontro è molto bello, adesso devo andare perché abbiamo una veglia di preghiera per ricordare i missionari martiri. Spero di trovare un altro momento per raccontarvi meglio quello che stiamo facendo.

Nel frattempo ringrazio il Signore per la bella opportunità che mi ha dato di partecipare. E ringrazio anche la Chiesa italiana che ci ha pagato il viaggio: veramente un gesto squisito, attraverso il quale dimostra nella maniera più efficace la gratitudine per il lavoro che facciamo in questi paesi!

Un vescovo brasiliano ha evidenziato oggi (parlando in portoghese) le luci e le ombre del servizio dei preti fidei donum in Brasile. Tutto quello che ha detto si applica anche fuori da questo paese.

Cosa ne è venuto fuori?

Tra gli aspetti positivi:

  • La fedeltà dei fidei donum al celibato e il disinteresse nell’amministrazione (si capisce che in questo i preti locali sembrano meno affidabili);
  • La loro disponibilità a lavorare nelle zone più difficili;
  • La loro passione per il coinvolgimento attivo della gente, cosa che è passata, storicamente, attraverso il grande appoggio dato alle CEBs;
  • Gli aiuti economici con cui hanno costruito chiese, animato la pastorale e il lavoro sociale;

Tra quelli negativi:

  • Il non aver aiutato spesso le comunità locali a sostenere le loro opere

Domani lasciamo il Guaricano, povero don Lorenzo rimarra solo… però avrá finalmente un po’ di riposo nel tenere in ordine la casa e soprattutto in cucina… io e Alessandro siamo di buona forchetta e qui con le prelibatezze che prepara non ci si può tirare indietro…

Tanta amarezza e qualche lacrima fin dalla messa di stamattina, salutare e ringraziare tutte le persone incontrate è davvero difficile, sia perché sono tante, sia perché ci dispiace davvero molto lasciarle.

Amarezza anche perché oggi è morto il povero Marcelito, venerdí gli avevano amputato la gamba, ma il suo corpo troppo debole non ha resistito. Ti preghiamo Signore affinché finalmente tra le tue braccia trovi tanto amore, conforto e calore.

Ti ringraziamo Signore anche per i sacerdoti e le suore che vivono in questa missione, che ci hanno accolto e ospitato con tanto amore, facendoci sentire come a casa.

È davvero un gran dono quello che ci fai a chiamare al tuo servizio delle persone tanto buone…

Anche se stiamo partendo siamo contenti, perché il grande affetto che ci hanno donato don Paolo, don Lorenzo, suor Serafina, suor Modesta e suor Cristina in questi dieci giorni, sappiamo che quotidianamente viene anche donato a tutta la popolazione del Guaricano.

Un grande insegnamento, nella nostra prima settimana di permanenza qui, ci è stato dato da altri tre meravigliosi sacerdoti, don Giulio, don Mario e don Franco, che con la loro esperienza ci hanno mostrato diversi aspetti del Guaricano, accompagnandoci nelle famiglie, nelle scuole e per le strade del Barrio.

Quella che abbiamo vissuto qui è un’esperienza di vita profonda, difficile da spiegare, ma semplice da vivere, abbiamo solo portato la nostra presenza e la nostra testimonianza di vita parrocchiale, ricevendo in cambio moltissimo amore.

Gracias Señor, muchas gracias…

11:59 am

Sto partendo

Tra cinque ore ho l’aereo: vado in Brasile, a Salvador, stato di Bahía, dove parteciperò a un incontro di tutti i missionari fidei donum italiani, in occasione del 50º anniversario dell’enciclica Fidei Donum di Pio XII. È l’occasione per fare il punto sull’impegno missionario della chiesa italiana e sulle modalità dello stesso.

Sarò di ritorno venerdì sera tardi.

Ah, dimenticavo di scrivere che oggi pomeriggio ho fatto ai professori della scuola una lezione sulla cresima. Non ce l’ho fatta a terminare il materiale preparato, la prossima volta lo continuo.

Preparare questa lezione ha fatto bene anche a me, mi ha aiutato a scoprire la ricchezza di questo sacramento che ho ricevuto ormai trent’anni fa!

10:42 pm

Orario del liceo

Tra stamattina e stasera ho dedicato tre o quattro ore a preparare e stampare l’orario del secondo quadrimestre del liceo.

Prima lo facevamo a mano (cioè lo faceva Nidia, sudando sangue), ma ora con un programmino sul computer si mettono i parametri e si lancia e voilá appare l’orario fatto.

In realtà le cose non sono così semplici, a volte i parametri che dai sono troppo stretti, e anche questa volta difatti ci sono voluti molti tentativi prima di farcela.

Stasera poi, dalle sette e mezza alle dieci, l’ho stampato. Perché c’ho messo tanto? semplice: il programma è un shareware non registrato, e pertanto non permette la stampa del risultato. Però facendo uno screenshot (o meglio, venti) si può avere un risultato meno bello ma equivalente.

Sto cercando di capire se si può fare una connessione, cablata o wireless, tra la casa e la scuola.

Ci servirebbe per non spendere i soldi della connessione internet di casa, visto che a scuola educazione ce la da gratis.

Ieri sera don Franco, don Giulio e don Mario avevano l’aereo per l’Italia. Alle nove di sera sono decollati, destinazione Parigi e poi Genova.

Troveranno un po’ di freddo, e anche la neve. Il rischio è che debbano atterrare a Milano o a Torino.

Invece Erika e Alessandro rimangono qui un’altra settimana.

I nostri giorni qui in Guaricano proseguono intensamente, tante le persone che desiderano conoscerci, salutarci e confrontarsi con noi scambiando qualche parola.

Lunedì mattina siamo passati da una scuola superiore (il Politecnico Oscus San Valero) con don Franco e sia i responsabili della scuola, che gli insegnanti, hanno voluto che visitassimo le classi, per questo ci hanno affiancato a due ragazze, una delle quali parlava molto bene l’italiano.

Io e Alessandro eravamo molto imbarazzati, tante le loro domande; si sono stupiti molto del fatto che siamo sposati da tre anni e mezzo e non abbiamo bambini, volevano sapere quanti anni abbiamo, come è la vita in Italia, se ci piace il loro paese, quali sono i nostri piatti preferiti…

In qualche classe abbiamo chiesto quanti di loro hanno parenti emigrati da Santo Domingo e ci siamo accorti che solo in pochi non hanno qualcuno in un altro paese del mondo…

Ci hanno poi illustrato i principali problemi in Guaricano: la mancanza della luce per molte ore del giorno, l’acqua non presente nella maggior parte delle abitazioni, la delinquenza e la droga.

Don Franco ha poi visitato alcune famiglie, conosciute nei suoi quattro anni che ha trascorso qui e noi l’abbiamo seguito.

Pensavamo di essere invadenti, ma le cose qui sono davvero molto differenti rispetto all’Italia, la gente è contentissima di accoglierti nella sua dimora e ti mette a disposizione tutto quello che ha.

Nel tardo pomeriggio ci è venuta a prendere qui nella casa della missione Francisca, una responsabile della pastorale giovanile nella Parrocchia di Santa Margherita e siamo andati a piedi a casa sua attraversando le strade del barrio. Il gruppo giovani della parrocchia ci ha accolto con canti e danze. Successivamente attraversando il bario tutti assieme siamo andati a visitare un’anziana inferma che ci ha accolto (eravamo una trentina di ragazzi) nel piccolo spazio antistante la sua casa. Lì un ragazzo ha letto un passo del Vangelo e lo ha commentato assieme a tutti gli altri e all’anziana signora.

Non so come riuscire a descrivere al meglio questi momenti, perché è veramente molto difficile… Quello che ti trasmettono questi ragazzi è l’essenza della vita, la loro profonda partecipazione alla lettura e al commento del Vangelo ti fa sentire piccolo piccolo…

…El pueblo de Dios…

La nostra visita qui in Guaricano trascorre in modo molto diverso, in un modo che forse mai avevamo provato, in modo pieno, ricco di emozioni; siamo partiti mercoledí mattina dall’aereoporto di Genova e arrivati a Santo Domingo mercoledí sera alle 18 (ora locale). Oggi é solo domenica ma ci sembra di essere qui giá da una vita.

Una breve sosta a Parigi tra un volo e l’altro di 5 ore che ci ha permesso di visitare la Basilica del Sacro Cuore.

Arrivati all’aereoporto di Santo Domingo la festa è stata tanta da subito: agli arrivi ci aspettavano i ragazzi del coro di una parrocchia del Guaricano, che, con tamburi e cartelloni, intonavano canti animatamente battendo le mani… è stata un’emozione fortissima e, anche se la festa era soprattutto per Padre Paolo e Padre Franco che ritornavano in missione, anche noi ci siamo sentiti accolti in maniera molto calorosa, infatti tutti ci abbracciavano e salutavano dandoci il benvenuto.

Il giorno successivo abbiamo visto il centro medico e il centro nutrizionale della missione, abbiamo fatto una visita nelle varie parrocchie e nel pomeriggio siamo andati nel centro della cittá.

Il lavoro che svolgono qui nella missione è tantissimo e sono tutti impegnatissimi; non ci vuole molto per capire che l’amore che danno i missionari al popolo del Guaricano è immenso e l’amore di Dio si sente immediatamente.

Venerdì siamo stati al Mare a Boca Chica e nel pomeriggio sono stata con don Franco e don Paolo all’ospedale, dove ho consciuto dei colleghi di Santo Domingo e ho visto le apparecchiature radiologiche da loro usate…

Sabato siamo andati ad Higüey per il pellegrinaggio della Madonna dell’Altagracia. C’erano moltissime persone tutte ad venerare la Madonna dell’Altagracia, tanti avevano bivaccato fuori dalla chiesa la notte precedente; un’occasione davvero unica per vedere una festa così importante per il popolo dominicano.

In tutti questi giorni, partecipando alle Messe, abbiamo conosciuto tantissime persone, ci siamo presentati nelle varie parrocchie e tutti ci hanno accolto con un caloroso benvenuto e moltissimi baci e abbracci.

La Messa qui è molto diversa, tutti hanno una gran voglia di partecipare e fare festa, cantare e ballare… quando il parroco fa le domande non rispondono solo i bambini, tutti partecipano attivamente, molti fanno intenzioni di preghiera e ringraziamenti spontaneamente, e tutto ti fa capire che è una fede forte che ha voglia di crescere sempre di piú…

È un’esperienza particolare davvero molto bella… grazie a tutti!!!!

Descrivere una giornata qui in Guaricano credo sia impossibile, il tempo a Santo Domingo cambia in continuazione, ci sono momenti in cui piove e dopo una manciata di minuti, come per magia, spunta il sole caldo come a Genova a ferragosto.

Non so se purtroppo o per fortuna le emozioni che stiamo vivendo sono simili al tempo: momenti di giochi con i ragazzi e bambini, situazioni davvero divertenti con don Paolo, don Lorenzo, don Giulio, don Franco e il piccolo don Mario, e situazioni davvero tragiche come la storia del povero Marcelito.

Marcelito è un anziano, a cui abbiamo fatto visita, cieco e con un piede in cancrena, costretto a vivere in una baracca senza niente: non un letto, non un tavolo, non una luce, niente.

Un’altra cosa che ci colpisce particolarmente qui in Guaricano sono i bambini, disseminati per le strade del Barrio a giocare con sacchetti usati come aquiloni o a rincorrersi per le strette e maleodoranti viuzze.

In tali situazioni gli sguardi sono sempre pieni d’amore e di pace e la mancanza di tutto quello che noi crediamo indispensabile non gli fa mai mancare il sorriso e la voglia di vivere.

Grazie di cuore popolo del Guaricano per questo indimenticabile insegnamento.

Muchas gracias.


La immagine dell'Altagrazia

Oggi, 21 gennaio, è la festa della Madonna dell’Altagrazia, protettrice del popolo dominicano. È una devozione che nasce attorno a una immagine, tra l’altro una immagine molto significativa teologicamente, che raffigura Maria nell’atto di adorare il suo figlio appena nato.

Abbiamo avuto il pellegrinaggio parrocchiale a Higüey, dove c’è il corrispondente Santuario mariano. La gente è partita alle sei e mezza, e io li ho raggiunti dopo la messa delle sette.

Con me sono venuti Erika e Alessandro, don Mario e suor Cristina. È stata una giornata piacevole che abbiamo passato insieme.

Siamo arrivati al santuario alle 11.05, pensando che fosse già finita la messa delle 10 officiata dal vescovo di Higüey, e alla quale partecipava anche il presidente. Invece alle 11 passate erano ancora al vangelo! Con don Mario quello che abbiamo fatto è stato di farci un po’ di largo tra la folla che riempiva completamente la chiesa e arrivare vicino alla balaustra, e abbiamo partecipato alla messa da lì!

Molta gente va a Higüey per soddisfare voti e promesse, e immancabilmente salgono per le scalette dove c’è l’immagine della madonna e fanno un momentino di preghiera davanti a quel quadro.


La basilica di Higüey

Tra Santa Margarita e la Divina Misericordia si sono riempiti tre pullman, meno di quello che speravamo, perché ci si poteva aspettare una partecipazione almeno doppia. Ma non importa!

Marcial è andato su uno dei pullman, e così anche Willy, Miguel Ángel e Brondy, i quali avevano l’incarico di animare la preghiera.

I pullman sono tornati indietro tardi perché due signore hanno pensato bene di sparire fino alle cinque (la partenza era alle due!). Dovrebbero essere già arrivati.

Il pomeriggio l’ho passato con don Franco che ha dovuto farsi alcune visite alla Plaza de la Salud.

Bisogna dire che in ospedale sono stati abbastanza professionali. Rimane da fare un altro esame, ma sarà probabilmente lunedì.

Oggi abbiamo il viaggio di ritorno.

Non vado solo: ci saranno con me don Franco, don Giulio, don Mario Montaldo, e pure Erika e Alessandro.

Alle sei e mezza in aeroporto, per partire alle sette e mezza. A Parigi ci aspetta una sosta di cinque ore, e penso che andremo a vedere qualcosa.

Carissimi amici e benefattori,

approfitto di queste vacanze a Genova, dalla mia famiglia, per scrivervi con più calma questa lettera, che vuole essere innanzitutto un ringraziamento al Signore per tutto quello che la Missione Diocesana di Santo Domingo ha potuto essere e realizzare durante l’anno 2005, e quindi un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno intenso, e anche un anno molto particolare. Provo a scrivere le cose principali, perché aiutino me e voi ad amare sempre più quel Signore che ha reso possibile tutto questo.

***

Come già sapete, a fine 2004 avevamo consegnato al vescovo di Santo Domingo le parrocchie di Santiago el Menor e Nostra Signora del Amparo (Guardia). Il cardinale di Santo Domingo aveva subito provveduto alle parrocchie mandando come parroco il padre Federico, che aveva sudiato in Italia, un prete molto amico di don Giulio Boggi. Il padre Federico ha fatto un buon lavoro, portando avanti con amore le comunità che don Franco gli aveva consegnato; e ciò nonostante fosse anche responsabile della radio diocesana. La permanenza del padre Federico non è stata lunga, perché il vescovo l’ha chiamato a diventare formatore in seminario. E così in settembre le due parrocchie hanno ricevuto il loro nuovo parroco nella persona del padre Isidro, un giovane sacerdote dei neo catecumenali. Pieno di entusiasmo, è all’inizio del suo ministero e sta cercando di conoscere la realtà a cui è stato mandato. Lo affianca un diacono permanente.

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A Santa Margarita c’è stato abbastanza fermento, ma non per cambi di preti, quanto per il nuovo entusiasmo generato dal lancio del Terzo Piano Pastorale Diocesano. Siamo arrivati cioè alla fase operativa di questo Piano Pastorale, che si sta elaborando da circa tre anni, e che è pensato per essere le linee guida della vita diocesana nei prossimi trent’anni. In pratica il 2005 è stato l’anno in cui sono stati chiamati e formati i messaggeri e le equipe di settore. I primi hanno l’incarico di portare alle famiglie della parrocchia una lettera mensile del parroco con un tema uniforme a livello di tutta la diocesi: ogni messaggero si occupa di dieci/quindici/venti famiglie, delle quali si occupa in maniera amorosa e particolare. Invece le equipe di settore hanno la funzione di organizzare nei vari punti della parrocchia attività mensili che aiutino a recepire e interiorizzare i temi del piano pastorale. Grazie a Dio la comunità di Santa Margarita ha risposto molto bene a queste sollecitazioni: i messaggeri svolgono il loro lavoro nella gran maggioranza, e le equipe di settore discretamente bene; purtroppo in qualche settore le persone che sono state chiamate non si sono rivelate in grado di svolgere il compito, speriamo di rimediare in questo 2006.

Naturalmente una parrocchia non può limitarsi a chiedere servizi alla sua gente, deve anche offrire una formazione solida. Per questo è stato portata avanti lungo tutto l’anno la formazione dei candidati ministri. Avevamo già i ministri, ma sono praticamente “scaduti”, e per questo c’è un gruppo che si prepara, in parte “vecchi” in parte “nuovi”. Non si è ancora potuto mandare la lista al vescovo per la dovuta istituzione in quanto per molti candidati è stato difficile recuperare i documenti che la diocesi richiede. Spero di concludere il lavoro nei primi mesi di quest’anno.

Un altro momento di formazione è stato il nuovo Ritiro di Evangelizzazione che si è fatto in giugno, ed i cui partecipanti sono già entrati alle comunità apostoliche. E proprio in questi giorni parte la preparazione per un nuovo Ritiro. Sapete che i Ritiri di Evangelizzazione sono un momento di riannuncio del Vangelo, preceduto e seguito da un cammino di approfondimento catechetico e inserimento comunitario. Hanno fatto molto bene alla nostra parrocchia, e continueremo invitando la gente a passare per questa tappa!

In agosto abbiamo avuto come tutti gli anni la Missione Parrocchiale: due settimane in cui non abbiamo fatto altro che muoverci ai vari settori della parrocchia per portare un annuncio del Vangelo casa per casa. I circa 100 missionari hanno lavorato con entusiasmo, e dalla Missione si sono rivitalizzate le Comunità Ecclesiali di Base. Si è poi resa necessaria una ulteriore missione di tre giorni a Duquesa, che è il paesino più periferico della parrocchia: a causa di un problema molto forte in quella comunità (vedi più avanti) c’era un forte bisogno di riconciliazione, e per questo la parrocchia si è mossa e ha visitato tutte le famiglie di quella comunità per tre giorni consecutivi. Di fatto, grazie a Dio, gli animi si sono rasserenati e adesso la comunità vive meglio.

E in questo 2005 per la prima volta abbiamo fatto la Settimana Biblica. A fine settembre, tutte le sere di una settimana sono state dedicate a una catechesi fondamentale sulla Parola di Dio. L’abbiamo fatta nei vari settori, cioè in sei punti diversi, e i relatori siamo stati io, don Lorenzo, Francesco Zannini sempre molto disponibile, Marcial (che era già diacono) e Juan Luis (candidato diacono). Ho preparato gli schemi della catechesi per tempo, e in tutti e sei i punti è stato fatto lo stesso cammino. La settimana si è conclusa con la processione, portando in alto per le strade del barrio la Bibbia. La partecipazione della gente è stata superiore alle aspettative, circa 400 persone hanno partecipato assiduamente!

Anche a livello giovanile c’è stato fermento. La commissione di pastorale giovanile è uscita dala fase di rodaggio e adesso coordina bene le attività degli otto gruppi di adolescenti e giovani sparsi nei vari punti della parrocchia. Nell’estate abbiamo avuto bivacco dei responsabili, campo adolescenti e campo bambini; praticamente tutto il mese di luglio è passato concentrati nel lavoro con i giovani. In particolare il campo adolescenti ha lasciato il segno, perché alcuni ragazzi un po’ più grandi sono stati colpiti da un incontro dedicato all’aborto, e hanno iniziato a progettare un’attività parrocchiale, che poi si è svolta magnificamente a fine novembre, e che ha permesso di risvegliare le coscienze su questo tema tanto importante (vi preciso che in Repubblica Dominicana l’aborto non è legalizzato, e di fatto la cultura della gente è abbanstanza lontana, grazie a Dio, dalla legalizzazione). Inoltre una giovane della parrocchia ha potuto partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia, e il viaggio è stato pagato con i soldi raccolti nei vari gruppi. Poi a inizio dicembre c’è stata la Settimana Giovanile, alla quale hanno partecipato circa 300 giovani: tutte le sere c’era una conferenza, e i temi gravitavano attorno alla sfera sessualità / fidanzamento / matrimonio. Relatore di eccezione, la seconda sera, il card. Nicoĺás de Jesús López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo!

Anche sul versante famiglia c’è stato un buon lavoro: si sono fatti nell’anno due CPM (Corsi di Preparazione al Matrimonio). E a dicembre c’è stata la “mietitura”, con 13 coppie che si sono sposate. Sono tutte coppie “navigate”, con almeno dieci-venti anni di matrimonio sulle spalle. Alcuni avevano fatto il CPM vari anni fa, ma non avevano potuto celebrare le nozze per motivi economici – il paese ha vissuto una crisi economica tremenda da fine 2002 a metà del 2004. Oltre a ciò, il mese di novembre, dedicato alla famiglia, abbiamo avuto la grazia di ricevere un Ritiro di Guarigione Familiare che ha segnato profondamente la vita di molte coppie che hanno partecipato.

E, per finire questa carrellata su Santa Margarita, con gli aiuti venuti da Genova abbiamo potuto comprare una casa che è diventata una nuova cappellina di settore: così il settore Sinaí, che prima doveva chiedere ospitalità in un collegio privato (con molti problemi) adesso ha il suo spazio per la catechesi, le riunioni e l’annuncio della parola!

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Ma legato a Santa Margarita c’è un fatto ancora più importante: la nascita della nuova parrocchia della Divina Misericordia.

Già da tempo mi rendevo conto che Santa Margarita, con i suoi 40,000 abitanti, era troppo grande. E di fatto il card. Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, vuole che si dividano queste parrocchie grandi perché la chiesa sia più vicina alla gente. Pur capendo l’esigenza, non mi era ancora mosso in questo senso per il timore che la gestione di due parrocchie potesse appesantire eccessivamente i ritmi di lavoro.

La cosa si è fatta possibile invece a partire da giugno, mese in cui il nostro caro Marcial Nova, laico molto impegnato nella parrocchia, ha ricevuto l’ordinazione diaconale. Ha terminato il cammino di formazione, durato tre anni, e il 25 giugno ha ricevuto il diaconato insieme a una ventina di altri uomini più o meno attempati come lui (Marcial ha quasi cinquant’anni). Tra l’altro questa ordinazione è stato un momento molto gioioso di tutta la comunità, che in questi anni è sempre stata molto vicina a Marcial è ha detto presente in tutti i momenti in cui ha fatto i vari passi di avvicinamento all’ordinazione. Così, già due anni fa avevo parlato con il vescovo di Santo Domingo della destinazione di Marcial, e alla mia proposta che lui lavorasse nella futura nuova parrocchia ho trovato perfetta consonanza. Ho iniziato quindi un forte lavoro di sensibilizzazione della comunità parrocchiale sul fatto che dividere la parrocchia in due ci avrebbe aiutato nella missione evangelizzatrice. Se ne è parlato almeno per sei mesi, senza fretta, e la gente si rendeva conto ogni giorno di più che si poteva e si doveva fare la divisione. Si sarebbe celebrata Messa domenicale nella nuova parrocchia, ci sarebbe stato il suo consiglio pastorale, animatori e catechisti si sarebbero riuniti là, ecc. ecc.

Così, in maggio, abbiamo cominciato a costruire una cappella provvisoria sul terreno che già da qualche anno era stato donato per costruire una chiesa. L’opera è stata avviata coinvolgendo la comunità parrocchiale: pulire il terreno, innalzare i pali della struttura, inchiodare le assi, mettere il tetto di lamiera. Il progetto non era ambizioso, anzi, era fatto all’insegna dell’economia, perché l’idea era che la comunità parrocchiale facesse qualcosa di suo, con le sue forze e i suoi soldi. Di fatto la “chiesa” che è nata è provvisoria, può contenere solo 200 persone (più altrettante all’esterno), ed è fatta con materiali economici. A questa maniera, però, è stata alla portata delle forze e delle finanze della comunità. In tutto è costata circa 150,000 pesos (equivalenti a 4,000 euro), ed è pensata per funzionare qualche anno.

Dopo aver fatto la nuova “chiesa”, ci siamo imbarcati nella costruzione dell’ufficio parrocchiale e della casa canonica. Anche qui una cosa piccola, ma necessaria, perché l’apertura della parrocchia-istituzione richiede di mettere in atto tutta una serie di azioni (libri dei sacramenti, conti, archivio documenti, ecc.) che hanno bisogno di una struttura stabile e definitiva. Questa nuova costruzione, fatta al lato della “cappella del barrio”, è stata fatta con criteri costruttivi seri, e di conseguenza il prezzo è stato serio pure lui: è costata circa 500,000 pesos (13,000 euro), che avevamo solo in piccola parte, e che non abbiamo ancora finito di pagare; anzi, siamo nei debiti fino al collo con la parrocchia vecchia e la nuova. Ma siamo nei debiti apposta, perché considero importante che le comunità sappiano che le cose costano e che dobbiamo sforzarci per pagarle. Dopotutto le offerte che molti di voi hanno dato, e danno!, e che hanno reso possibili moltissime cose, non sono forse frutto di sacrifici e rinunce? La chiesa genovese si è sacrificata moltissimo, dando spesso ben oltre il superfluo, e come parroco sento la responsabilità di educare anche la mia gente di là a rinunciare a quello che hanno perché la chiesa possa vivere e lavorare.

Così in luglio è stata terminata e inaugurata la nuova “chiesa” della Divina Misericordia. Abbiamo cominciato a celebrare lì l’Eucarestia alla domenica alle sette di mattina (stessa ora che a Santa Margarita). I piano erano di aggiungere altre messe festive, ma non si è ancora potuto. Fatto sta che, contrariamente alle mie aspettative, quell’inizio della messa domenicale ha significato molto. Io avevo paura di rimanere con la messa di Santa Margarita vuota. Invece quello che è successo è stato che a Santa Margarita mi sono trovato con 200 persone in meno, ma alla Divina Misericordia ne vanno 400!!!! “La chiesa vicino alla gente!” Ho capito perfettamente in quel momento l’insistenza del cardinale per l’apertura di nuove parrocchie! E di fatto la situazione ha gasato tremendamente i parrocchiani “storici” della Divina Misericordia, quelli che hanno lavorato per anni a Santa Margarita: tutti ci siamo resi conto che la mano del Signore era presente in quel momento di vita parrocchiale. E il card. Nicolás ha voluto condividere la nostra gioia: la domenica 11 dicembre ha detto presente, presiedendo l’Eucarestia e dando molto calore alla nuova comunità parrocchiale. La gente ha sentito e apprezzato moltissimo questa presenza del suo vescovo!

Dopo aver cominciato a celebrare l’Eucaristia alla Divina Misericordia, si è sdoppiato anche il Consiglio Pastorale. Gli animatori delle Comunità Ecclesiali di Base hanno cominciato a riunirsi in “casa” loro, e lo stesso i catechisti. Chi porta avanti questo lavoro pastorale è appunto il diacono Marcial, con il quale condividiamo la preparazione delle riunioni e lui le fa alla Divina Misericordia. Anzi, spesso lui partecipa alla riunione che faccio io a Santa Margarita, e la “riproduce” alla Divina Misericordia. E segue con amore la gente di là, visita le comunità, parla con le persone, ecc., tutto quello che farebbe un prete, solo che ovviamente non presiede l’Eucaristia, non confessa e non da l’Unzione dei Malati. Gli è toccato invece battezzare già varie volte e benedire vari matrimoni! Marcial lavora al mattino nel baretto della scuola (da vari anni fa questo lavoro), e il pomeriggio e la sera li dedica alla parrocchia. La comunità, da parte sua, gli dà un piccolo aiuto di 3,000 pesos (quasi 100 euro) al mese per le spese di trasporto e anche per aiutarlo a mantenere la sua famiglia.

***

Le nostre parrocchie cercano di vivere intensamente la pastorale diocesana. Come vi dicevo il 2005 è stato l’anno del lancio operativo del Terzo Piano Pastorale. Ciò ha comportato un lavoro parrocchiale di motivazione delle persone e di formazione dei nuovi operatori. L’entusiasmo per questo lavoro è venuto da vari momenti in cui la comunità diocesana si è riunita in massa e il card. Nicolás, pastore di questa porzione del popolo di Dio, ha incoraggiato con unzione dello Spirito Santo preti, diaconi e laici.

Il giorno del Corpus Domini ci siamo riuniti da tutte le parrocchie della Diocesi nel parco del grandioso Faro a Colombo: 50,000 persone, provenienti dalle dodici zone pastorali in cui Santo Domingo è divisa. La giornata era dedicata in particolare ai futuri messaggeri che avrebbero distribuito alle famiglie la lettera mensile correlata al Terzo Piano Pastorale. La partecipazione non è stata massiva solo dal punto di vista numerico, ma anche nella qualità dei presenti e nella decisione a realizzare l’opera che veniva proposta. Della nostra parrocchia hanno partecipato ben duecento cinquanta messaggeri, che a tutt’oggi sono attivi nella consegna puntale della lettera alle loro famiglie.

A livello zonale il momento forte dell’anno è stata la Via Crucis del Venerdi Santo. È ormai una tradizione ben consolidata, essendo già il quinto anno che si svolge. Da ogni parrocchia si parte alle 4/5 del mattino, pregando con le stazioni preparate da un’apposita equipe, e camminando a piedi per circa 15 km. Nel punto finale ci si ritrova tutti, stanchi ma gasati dal vedere tanta gente professare la nostra stessa fede e vivere il nostro stesso amore alla Chiesa.

Meno estusiasmante è stata invece la chiusura dell’Anno Eucaristico, che si è svolta anche lei al Faro a Colombo l’ultimo sabato di ottobre. Il poco tempo a disposizione per prepararla, e il fatto che sia stato sabato e non domenica – qui il sabato è dedicato alle pulizie della casa e soprattutto ai lavaggi, senza contare che molta gente lavora di sabato – ha reso molto meno partecipata, ma non per questo meno significativa, la celebrazione.

E per finire in bellezza con questi momenti diocesani, il giovedi prima di Natale tutti i preti di Santo Domingo siamo stati ospiti del Cardinale per gli auguri natalizi. Non è mancata buona musica, fervidi auguri, e l’immancabile pranzo!

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Venendo alla vita della nostra comunità missionaria, abbiamo avuto un lutto: suor Patrizia, che ha lavorato nella missione dal 1994 al 2002, è mancata il 7 aprile; entrata nelle nostre suore Brignoline dall’età di sedici anni, da due soffriva di un tumore all’utero, era stata operata due volte, e due volte aveva fatto la chemioterapia. Ha lottato, ma alla fine ha dovuto arrendersi e lasciarsi andare nelle braccia di quel Signore che tanto ha amato come cristiana e come consacrata. La gente del Guaricano, che la vedeva al lavoro nella farmacia, e ancora di più le donne che lavorano in casa nostra, che erano a contatto con lei in cucina, e tutti noi della comunità missionaria abbiamo percepito il dolore della sua partenza, insieme alla certezza che il Signore l’ha accolta come “serva buona e fedele”.

La comunità delle suore in compenso già da fine del 2004 si era arricchita con la presenza di suor Serafina, una donna piena di vita che aiuta tutti noi a mantenerci allegri. E si è visto il suo tocco in particolare nella festa di Nostra Signora del Rifugio, che è appunto la patrona della loro congregazione. Quest’anno l’abbiamo celebrata l’11 luglio, lunedì, con la messa nella sala d’attesa del nostro consultorio nuovo fiammante. È stata la prima volta che questa festa l’abbiamo celebrata in questo salone, la qual cosa ha reso questa festa ancora più bella!

Ma la cosa grande di quest’anno di comunità è stata la ricchezza delle visite. Sono stati alla missione il gruppo degli Amici del Guaricano, organizzato dall’attivissimo don Francesco Di Comite (don Fra o don Chicco per gli amici), il quale si è portato dietro vari giovani e adulti, nonché un confratello prete. La cosa bella è stata che quando se ne sono andati ci hanno lasciato due signore di Geo, Carmen e Orietta, che hanno allungato la loro permanenza in missione fino a restare un mese intero. Orietta, che è infermiera, ha dato una mano alle suore, soprattutto visitando in casa loro persone anziane bisognose di piccole medicazioni. Invece Carmen ha dato una mano in vari settori, non ultimo la cucina, dove si è rivelata collaboratrice preziosa e cuoca inimitabile, e anche attraverso un piccolo servizio di taglio dei capelli ai bambini poveri del barrio. Entrambe hanno desiderio di tornare, e chiediamo al Signore che il progetto si possa realizzare presto.

Insieme a loro avevamo due ragazze giovani ma molto in gamba: Eugenia e Fiammetta. Anche loro sono arrivate con il loro don Fra, e come Carmen e Fiammetta hanno passato un mese in missione, dando una mano in tanti piccoli lavoretti: dare l’impermeabilizzante al tetto, preparare il cartello indicante la Divina Misericordia, accompagnare don Lorenzo sull’ambulanza, ecc.; hanno inoltre affiancato i missionari nella missione parrocchiale di agosto, e si sono prese una bella vista della vita della gente del Guaricano. Un’esperienza arricchente e ben formativa. E hanno saputo rendersi ben utili senza mai essere di peso. Veramente brave!

Quasi in contemporanea abbiamo con noi avuto anche Sandra: lei si è dedicata alla cucina, permettendo a don Lorenzo di portare avanti altri lavori che aveva dovuto giocoforza lasciare indietro. Ha rallegrato notevolmente la casa, e nonostante l’età non troppo giovane ha dimostrato una vitalità senza precedenti!

Invece prima dell’estate abbiamo avuto con noi Lara, una giovane di Pegli, laureata in ingegneria ambientale. Al finire la laurea ha voluto donare alla missione un mese, e lo ha fatto con frutto facendo un corso intesivo di inglese, quasi come fosse stata insegnante di madre lingua, a un gruppo selezionato di studenti della nostra scuola. Di lei abbiamo apprezzato il notevole spirito di adattamento, e la capacità di entrare in un’ottima relazione con tanti ragazzi e giovani della parrocchia e della scuola. Bravissima Lara, e ti aspettiamo ancora!

A fine ottobre sono stati con noi vari personaggio molto speciali: i miei genitori con mio fratello e mia zia, e due oculisti.

Chiaramente la visita della mia famiglia è stata speciale per me, e anche per la gente della parrocchia, che desiderava rivederli dopo la prima volta che ci hanno visitato nell’anno 2000.

Invece quella degli oculisti è stata una gradita sorpresa. Carlo Mosci e Massimo Corazza sono venuti, accompagnati da alcuni dei loro figli ventenni, per montare e cominciare a usare le nuove apparecchiature oculistiche che attraverso di loro, di Carlo in particolare, ci erano arrivate in donazione. Si tratta di un “set” completo di strumenti che permettono di visitare in profondità l’occhio, individuando difetti e permettendo un’analisi profonda della cornea, del cristallino e della retina. Ebbene, Carlo e Massimo hanno montato il tutto a tempo di record il giorno dopo il loro arrivo, e poi nei cinque giorni lavorativi che sono rimasti hanno visitato ben 350 pazienti. La maggior parte di loro avevano ben poca cosa, ma l’esperienza è stata importante anche per Carlo e Massimo al fine di rendersi conto delle patologie della di qua, con l’idea di dare continuità alla cosa.

Dovevamo continuare subito il lavoro delle visite, e avevamo trovato un’oculista domenicana che sembrava disponibile a portare avanti il lavoro. Purtroppo però appena Carlo e Massimo se ne sono andati ci ha fatto capire che non aveva tempo, che lavorava già in troppi posti, ecc. Così adesso, al ritorno alla missione, dovrò mettermi sotto per trovare un altro oculista di fiducia, capace, e desideroso di spendersi per i nostri poveri.

Un discorso speciale merita anche la visita dei giornalisti della RAI. Tarcisio Mazzeo, vice capo redattore del TG3, da vari anni gira il mondo raccogliendo testimonianze di missionari e missionarie legati a Genova. Così a inizio del 2005 ha fatto la proposta anche a noi, attraverso il centro missionario, e la cosa si è potuta realizzare nello stesso periodo in cui abbiamo avuto don Chicco e gli Amici del Guaricano. In sostanza sono state fatte da dieci a venti ore di riprese, il tutto in vista di preparare vari condensati: un servizio per il TG1, vari per il TG3 regionale, una videocassetta e un DVD di venti minuti per diffondere nelle parrocchie. La cosa è già uscita alla luce, perché sono stati trasmessi un servizio su RAI 1 nell’ambito di TV7, servizio in cui si evidenziava il contrasto tra l’Isola dei Famosi e l’altro lato dell’Isola, rappresentato appunto dal Guaricano. E poi nella settiamana prima di Natale sono andati in onda vari piccoli servizi nell’ambito del TG3 regionale della sera. Aspettiamo ora il DVD e la cassetta! Grande Tarcisio! La tua opera, che sappiamo ti è costata un bel po’ di lavoro, ha permesso a molti di sentirsi molti più vicini a noi, e ha avvicinato moltissimo il Guaricano a Genova. Inutile dire che il 90% delle persone che ho visto in questi giorni mi hanno detto: “Vi abbiamo visto in televisione”. Non mi sembra vero: il Guaricano è entrato in tutte le case di Genova!!!!

Paola Longhi, che già due volte è stata con noi in Guaricano, ogni volta per vari mesi, quest’anno non ha potuto venire a causa di una rottura di una spalla. Ci assicura però che verso l’estate riuscirà a organizzarsi, precisamente dopo la nascita di un nuovo nipote. Augurissimi, Paola, e… ti aspettiamo!

Quasi mi stavo dimenticando di Francesco Zannini. Credo che lo conoscete, perché affianca il lavoro della missione dal 1998, stando con noi dai sei ai nove mesi all’anno. La sua presenza è quasi istituzionale: al mattino collabora con le suore nella farmacia, dove custodisce la cassa (non ci crederete, ma non ci si può mai fidare…). Al pomeriggio è un punto di riferimento prezioso in casa, dove mantiene una presenza importante, visto che io e Lorenzo abbiamo molti impegni fuori casa. Tra pochi mesi tornerà con noi, lo aspettiamo noi e anche la gente del barrio, che lo conosce e apprezza il suo sorriso e la sua capacità di ascolto.

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Permettemi di dirvi due parole sulla Missione sorella che è nata a Cuba. Nelle prime settimane di Ottobre il nostro card. Bertone ha accompagnato all’isola nostra vicina don Marino Poggi, presbitero genovese molto conosciuto a Genova, e don Federico Tavella, della Diocesi di Chiavari. I due missionari hanno ricevuto dal vescovo della locale Diocesi di Santa Clara due parrocchie. Molte difficoltà li aspettano, e in parte si sono già manifestate: per prima quella del regime di Fidel Castro, che nonostante i restyling di facciata continua a mettere i bastoni tra le ruote al lavoro svolto dalla chiesa. Basti dirvi che don Marino non ha il permesso di fare chiamate internazionali, né può usare la posta elettronica. Per tutto questo deve recarsi alla curia vescovile, e stare molto attento a quello che dice o scrive, perché il regime tiene sotto controllo tutto e tutti. Ma al di là di questi aspetti, vi sto parlando di questa nuova missione perché mi rallegra profondamente vedere come l’impegno missionario della nostra diocesi sta crescendo. Vent’anni fa nessuno immaginava che avremmo avuto una missione, e ora le missioni sono due. Veramente il Signore ci sta facendo fare un cammino molto bello!

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Il dispensario medico che nel 2004 si è trasferito alla nuova sede, continua il suo lavoro sotto la direzione puntuale e attenta delle suore. Come sapete, lavorano in esso un medico generale e un ginecologo (pagati dalla missione), una pediatra (pagata dallo stato). Visitano ognuno circa 25 pazienti al giorno. La gente dà un apporto di cinque pesos (otto centesimi di euro) per la visita, come forma di contribuire, da poveri ma con dignità, al sostentamento del lavoro medico. Inoltre la nostra farmacia vende a prezzo di costo la maggior parte dei medicinali (i nostri prezzi variano dal 50 al 70% dei prezzi delle normali farmacie!), e il laboratorio di analisi con cui ci siamo convenzionati, e che si reca tutti i giorni al dispensario, pratica prezzi attorno all’80% degli altri laboratori di analisi, senza contare che a un certo numero di pazienti realizzano le analisi gratis.

In più, già vi dicevo del nuovo laboratorio di oculistica: ce ne vantiamo anche perché è l’unico del Guaricano. Contiamo sulle vostre preghiere per trovare presto un buon oculista che vi possa lavorare!

E l’ambulanza, iniziata nel 2004 grazie alla perspicacia di don Lorenzo, viaggia a pieno ritmo, realizzando ogni giorno uno o due servizi. Inoltre c’è stata una cosa molto bella: i volontari sono stati trovati molto facilmente, grazie a una locale associazione di protezione civile che si è messa a disposizione con generosità grande. Don Lorenzo ha dovuto cercare gli autisti, e anche lì il Signore ha mandato più di quello che era necessario. Lo stesso don Lorenzo non disdegna di partire lui stesso con l’ambulanza quando chiamano in ore notturne. Insomma, un servizio che ci fa sentire utili: annunciamo il vangelo attraverso la pastorale parrocchiale, e lo rendiamo vita vissuta attraverso queste opere. Benedetto il Signore!

Naturamente continua anche il Centro Nutrzionale per Bambini. Negli ultimi anni c’è stata una variazione nel tipo di intervento. Il Centro era nato per rimettere in sesto i bambini che dai medici erano trovati sotto peso. Grazie a Dio non ci sono più tanti bambini che presentano questa tipologia, ma in compenso sono sempre molte le famiglie al limite della misera. Soprattutto si tratta di donne abbandonate dai mariti (spesso perché malate) insieme ai loro 4/5/6 figli, e che per la responsabilità di stare con i bambini non possono realizzare nessun lavoro. Queste “famiglie” vivono della carità dei vicini, e un certo numero di loro anche dell’aiuto che dà loro la missione sfamando i loro bambini più piccoli. E quest’opera non è nostra, ma vostra: di tutti voi, cioè, che con le vostre offerte ci aiutate a mantenere in vita quest’opera preziosa! Un grazie di cuore a tutti!

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La vita della scuola procede, con i suoi aspetti feriali e con alcune novità.

Cominciando dai primi, quest’anno abbiamo 1,050 studenti nella scuola primaria (elementari e medie). Vanno a scuola metà al mattino e metà al pomeriggio, e sono accompagnati e serviti da un bel gruppo di maestri, una quarantina in tutto. In più abbiamo 250 studenti al liceo, e un centinaio nella scuola serale.

Il liceo è partito nel 2001 come scuola semi-privata: ciò ha permesso mantenerlo più funzionale (non si fanno scioperi in questa modalità), e comunque l’assunzione del pagamento del personale da parte dello stato sarebbe arrivata molto tardi. In definitiva, le famiglie devono pagare una retta mensile perché si possa pagare il personale che lo stato non paga. All’inizio dell’anno scolastico pagavano 270 pesos (circa 7 euro) mensili, e la quota è stata ridotta a 250 (6 euro e mezzo) a partire da novembre perché lo stato ha nominato due dei professori del liceo. Non sono cifre alte in assoluto, ma per molte famiglie diventano difficili da pagare. Per questo da quasi subito con il vostro aiuto abbiamo instituito delle borse di studio, da dare in relazione al merito e alla condizione economica. Attualmente sono un centinaio gli studenti beneficiati, alcuni sgravati nella misura della metà della quota mensile, altri per intero. Credo che nel complesso il lavoro del liceo realizzi una risposta concreta e effettiva al conclamato diritto allo studio che a volte le autorità tanto decantano quanto disattendono. E, ripeto, tutto questo grazie anche a voi e al vostro generoso contributo.

Dicevo dei due maestri del liceo che lo stato ha cominciato a pagare. La buona notizia è ancora maggiore, perché hanno cominciato a ricevere lo stipendio anche altri tre della scuola primaria, e, sembra, anche quattro bidelle. Rimarremmo così con un carico, assunto peraltro dalla comunità delle famiglie della scuola, di aiutare ancora tre maestri e tre bidelle: una riduzione di questo carico di più del 50%! Ciò significherà per il 2006 che le casse della scuola potranno permettersi spese più dirette al miglioramento del servizio. Abbiamo in programma di comprare una televisione grande e un video lettore per poter usare i sussidi audiovisuali nelle aule, di mettere i ventilatori in parecchie aule che non l’hanno mai avuto, di rinnovare cattedre vecchie e piccole che stanno ancora usando una parte dei maestri. Progetti che saranno realizzati con i contributi dei genitori, progetti quindi sostenibili a lungo termine, perché la gente grazie a Dio ha accettato e capito che non si può ricevere sempre tutto regalato, ma che ognuno secondo le sue possibilità deve farsi carico delle spese di gestione delle istituzioni.

Ma l’aspetto più bello della nostra scuola è il lavoro formativo che riusciamo a fare con i maestri e con i genitori.

Con i maestri, quattro volte all’anno facciamo un ritiro, praticamente lasciando a casa gli studenti (non c’è altra maniera!). Questi ritiri portati avanti sistematicamente hanno beneficiato molto il lavoro scolastico e la stessa crescita dei docenti, perché ci permettono di fare una proposta di fede a queste persone che sono disponibili, ma che spesso per pigrizia o per stanchezza non partecipano alla Messa nella parrocchia. Inoltre, ho iniziato già due anni fa a portare avanti un cammino di formazione culturale-teologica, cioè una lezione quindicinale che faccio io stesso ai maestri. Mi costa un po’ di fatica, anche perché cerco di prepararla bene, ma mi permette di incontrarli e di dare loro un qualcosa di più a livello di conoscenza della loro fede. E anche loro sentono che è un momento importante, e se per varie ragioni passano alcune settimane senza farlo subito mi domandano cosa sta succedendo.

Con i genitori, invece, il lavoro formativo che si fa è quello di un incontro mensile. Ci prendiamo quella mattinata per incontrare i genitori invece degli studenti, e poi nel tempo restante si integra con le riunioni dei maestri. La formazione dei genitori ha spaziato, nell’ultimo anno, su temi soprattutto di vita familiare: il dialogo, l’attenzione ai figli, il perdono e la comprensione, la preghiera in famiglia. Normalmente usiamo un sussidio preparato a livello diocesano per le piccole comunità, e invece di usarlo nel corso di un mese lo estendiamo all’anno intero. Ogni maestro introduce e dialoga il tema con i genitori dei suoi studenti. Alla fine dello scorso anno scolastico ho potuto ascoltare testimonianze di genitori che hanno percepito un miglioramento forte nella vita della loro famiglia. C’è stato chi ha ringraziato commosso, perché aveva già perso la speranza di una vita di famiglia serena. Sono cose che anche qui mi commuovono, e sono segni che il Signore mi dà e che mi fanno capire che il cammino è quello giusto.

Sempre a livello di formazione, negli ultimi 15 mesi abbiamo realizzato un piano di finanziamento per l’acquisto di computer da parte dei maestri. Il ministero dell’educazione sta battendo abbastanza perché i maestri imparino le tecnologie informatiche (paradossalmente, poi, in molte scuole mancano ancora i banchi…), e ha proposto in più riprese finanziamenti di computer che però, a un’analisi attenta, si rivelavano quasi truffe per la spesa complessiva che il maestro doveva affrontare. Invece, fatto “in casa”, il finanziamento nostro gli ha dato la possibilità di avere una macchina equivalente a quelle che finanziava il ministero, ma al 50% del prezzo: 15,000 pesos (375 euro) invece di 32,000 (800 euro)! Una bella soddisfazione, e il primo gruppo sta quasi finendo, mentre gli ultimi termineranno di pagarli tra quasi due anni.

Il 2004/2005 è stato segnato dalla decisione del ministero dell’educazione di iniziare le lezioni in anticipo: il 22 agosto invece del 3 settembre. Mentre in altre scuole pubbliche c’è stato un vacillamento, e in pratica è cambiato poco, i nostri maestri hanno collaborato volentieri a un cambiamento che significava per loro un discreto lavoro in più. Speriamo che i ragazzi riescano a recepire effettivamente la maggior quantità di tempo che la scuola mette a loro disposizione!

A livello di strutture e logistica, nell’estate abbiamo rifatto i pavimenti del liceo. Aprofittando di un disavanzo di bilancio, abbiamo risanato alla radice un problema che ci trascinavamo da anni, e che consisteva praticamente in uno sgretolamento dello cemento sotto i colpi dei banchi che spesso si muovono… violentemente!

È stato fatto anche un investimento molto più grande: la costruzione di un piano ulteriore dell’edificio, piano destinato ad alloggiare i laboratori che ancora non avevamo: di educazione artistica, di scienze, e di informatica. Quello di artistica è quello che è ancora più indietro, e che spero si potrà attrezzare nella prossima estate, mentre quello di scienze aveva già una parte del materiale disponibile grazie a una donazione ricevuta a inizio del 2004 da parte del ministero: vari microscopi, provette, reagenti, ecc. che di fatto erano già usati dalla professoressa di chimica del liceo. Adesso sarà a disposizione anche degli studenti della scuola primaria.

È nuovo invece il laboratorio di informatica, che è già attrezzato con 40 computer tutti collegati in rete tra loro. Tra l’altro la tecnologia del tipo “software libero” che ho utilizzato mi ha permesso di fare un’unica spesa grossa per il server, e di comprare 40 clienti leggeri da 80 dollari l’uno! si tratta di tecnologie informatiche popolari nate negli ambienti universitari americane, e che nei prossimi anni sempre più prenderanno campo in tutto il mondo. E tutto questo senza rinunciare a niente di quanto è indispensabile perché i ragazzi imparino a usare il computer. Questo laboratorio è già funzionante a metà tempo, e adesso, al mio ritorno, ho già pronto un nuovo istruttore da mettere a lavorare con gli studenti dalla quinta all’ottava classe.

La costruzione del piano dei laboratori è costata 100,000 dollari (circa 80,000 euro): una bella somma, corrispondente a un investimento duraturo per migliorare la qualità della formazione dei nostri studenti. Da dove sono venuti questi soldi? 37,000 euro dalla Regione Liguria, a cui appunto avevamo chiesto di finanziare il progetto, e il resto… avete idea? sì, non vi sbagliate: da voi! dalla vostra squisita sensibilità, che ha potuto tradursi in un beneficio permanente per migliaia di ragazzi dominicani.

***

Il lavoro sociale della missione non si riduce alla scuola e al dispensario medico. Esiste e lavora permanentemente un fondo prestiti con il quale si aiutano le famiglie ad uscire da situazioni difficili (usura, spese mediche) o ad iniziare una nuova attività commerciale. Il fondo è frutto della sollecitudine della parrocchia dell’Immacolata di via Assarotti, e dell’amore di don Mario Terrile, il quale ha saputo sensibilizzare molti e periodicamente ci invia somme notevoli che vengono appunto investite, tra el altre cose, in questo fondo prestiti. Il fondo ha attualmente una consistenza di 1,400,000 pesos (circa 35,000 euro), che vengono prestati da poche migliaia di peso a un massimo di 50,000 pesos in una volta. Viene esigita la restituzione, ma c’è un 20% di prestiti che prima o poi diventano inesigibili. Può sembrare una percentuale alta, ma in realtà è un risultato che considero più che lusinghiero, tenendo conto delle difficoltà che molte famiglie affrontano per sbarcare il lunario tutti i giorni. E continuerà a funzionare, perché ho visto che per molti è stata l’alternativa viabile all’impegnare la casa (con il rischio poi di perdere l’unica cosa che avevano). In Guaricano infatti la disponibilità di denaro per le emergenze è offerta da tutta una rete di “Compravendite”, nelle quali si riceve un prestito quando si impegna un oggetto di valore o appunto la casa stessa. Gli interessi di queste compravendite hanno un livello più che usuraio: un minimo del 10% mensile, per arrivare anche a un 20% quindicinale! Si capisce quindi la necessità di un approccio umano ed economico al grande problema dell’affrontare un’emergenza economica della famiglia.

In termini più congiunturali, ci siamo impegnati varie volte al fianco della gente povera. Due situazioni tra tutte.

A Duquesa ho dovuto dare una mano a lottare, perché il deposito della spazzatura della capitale era arrivato a pochi metri dalle loro case. Ci sono state varie riunioni nel Ministero dell’Ambiente, si è dialogato e litigato con i responsabili del trattamento della spazzatura, e alla fine, grazie a Dio, il luogo di deposito è stato spostato a distanza più cristiana. Se ricordate, Duquesa è il paesino dove l’anno scorso avevamo realizzato la cisterna dell’acqua dopo vari anni che erano rotte le tuberie che portavano l’acqua all’abitato.

L’altra situazione invece è la lotta di un barrio dentro al Guaricano per riavere dei terreni che erano destinati a loro come aree verdi. Purtroppo questa lotta, che ha visto in certo momento anche la partecipazione dei giornali, non è andata, per adesso a buon fine, perché la banca che si è impossessata, ai margini della legalità, di quelle aree comunitarie, ha provveduto a abbreviare i tempi e sta già costruendo dove dovevano esserci parchi giochi e scuole. Ho sperimentato l’impotenza e la rabbia di non poter ottenere quello che era un diritto della cittadinanza. Classicamente e semplicemente, ha vinto il più forte!

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Per andare verso la conclusione, due “chicche”.

La prima è che in questi ultimi anni nelle nostre parrocchie sono “spuntati” sei seminaristi: tre di loro sono al seminario minore, e gli altri tre nell’anno propedeutico alla filosofia; le suore, poi, dopo l’entrata di Cristina nel 2001 (e Cristina è ormai suor Cristina!), hanno adesso due altre ragaze che vogliono entrare con le nostre suore, due ragazze veramente in gamba, che, se il Signore vorrà che continuino, credo che saranno ottime religiose. Sono segni di speranza, questi, che veramente ci fanno sentire amati dal Signore!

E l’altra è stato il “Viaggio della speranza” di Enmanuel. Enmanuel è un ragazzo di dodici anni, nato cerebroleso, con il palato saldato sopra con sotto, senza un occhio e con il cervello fuori dal cranio per la mancanza di una parte del cranio stesso. Ebbene, grazie all’interessamento di Paola, di Francesco e di don Franco ha potuto essere portato a Roma dove nel giro di più di sei mesi gli si è aperto il palato, ricostruito il cranio, messa la protesi dove mancava l’occhio, e tanta fisioterapia. Il risultato: prima Enmanuel poteva ingerire solo liquidi e non si alzava dal letto, adesso può alimentarsi normalmente e riesce a stare seduto su una sedia a rotelle. e non ha più il pericolo di morire perché qualcuno gli urta inavvertitamente la testa. Per lui e per Ydaísa, la madre, è stato un rinascere a una vita nuova. Un grazie grandissimo a tutti quanti hanno lavorato perché ciò potesse essere realtà.

***

Già l’anno scorso vi parlavo della visita del nostro vescovo, avvenuta a settembre 2004. Quando il card. Bertone ha visitato la missione, ha voluto guardare in avanti e pensare in grande: metteremo mano anche alla costruzione della chiesa nuova della Divina Misericordia! Il progetto è abbastanza costoso, in quanto si tratta prima di livellare il terreno che è abbastanza scosceso, poi di realizzare i camminamenti, scalette e vie di accesso veicolari, quindi di costruire un salone per riunioni e ritiri, in seguito di fare la chiesa parrocchiale, per terminare con gli uffici e la canonica. Quanti soldi ci vorranno non si sa, un ingegnere sta preparando un progetto ma il costo non è ancora chiaro. Tuttavia, la cosa non ci preoccupa né ci spaventa. Prima di tutto perché è un progetto a lungo termine, che noi cominceremo e che forse altri porteranno a termine, ma poi anche perché la comunità diocesana genovese ha dato segno più volte, anzi, sempre, di sentirsi protagonista nel Guaricano. I vari don Orione, don Giuseppe Cottolengo, non pensavano ai problemi di soldi perché sapevano che la Provvidenza era sempre all’opera, e in questo stesso atteggiamento vogliamo metterci noi, con la certezza che l’opera comincerà e sarà portata a termine, con l’aiuto di Dio. Che ve ne pare?

***

Concludo, quindi, questa carrellata. Ci sono state tante cose, più tante altre che non ho riportato per motivi di spazio. Solamente voglio dire ancora una volta: il Signore è grande. Tutto quello che avete potuto leggere è opera sua, è lui che l’ha ispirato e che l’ha reso possibile, suscitando collaborazione in Guaricano e a Genova.

Per questo non solo al Signore, ma anche a tutti voi, dico: Grazie! Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

8:50 pm

don Lino


don Lino e don Paolo nella chiesa di Sant'Ambrogio di Voltri

don Lino al telefono

In mattinata ho incontrato don Lino, che dopo i setti anni di missione domenicana vive adesso la missione italiana tra i poveri di Voltri.

Ho anche scattato alcune foto, che spero di sviluppare e di far vedere alla gente di Santa Margarita.

10:36 pm

In seminario

Nonostante il periodo di esami, c’è stato il tempo per fare una chiaccherata con i seminaristi sulla nostra missione.

Mi sono tenuto più sul discorso del tipo di pastorale che si fa nella chiesa domenicana, enfatizzando il tentativo di fare cammini di rievangelizzazioni a tappe, e anche il dato dei battesimi degli adulti.

Molto interesse nei seminaristi!

Il mio sogno è che una permanenza nella missione possa fare parte integrante del curriculum formativo di questi giovani!

10:34 pm

Madonnetta

Stasera incontro con i Rangers, un gruppo di adolescenti alla Madonnetta. Alcune immagini, non molto tempo, ma anche l’età era abbastanza bassa.

Però è stata una bella sensibilizzazione agli orizzonti della missione.

Uno degli animatori del gruppo avrebbe voglia di venire a visitare la missione!

Mi ha ricevuto stamattina il card. Bertone. Come sempre è stata una visita piacevolissima, nella quale abbiamo parlato del futuro della missione, della chiesa della Divina Misericordia da costruire, del terreno dov’era prima il consultorio da comprare.

Il vescovo mi ha ribadito la sua volontà di visitare la missione a fine 2007, per fare di nuovo il punto sulla situazione.

La messa di stamattina è stata al Biscione (Mater Ecclesiae).

Don Danilo è sempre attentissimo con me, e con molto amore mi concede la presidenza della Messa per sensibilizzare la comunità alla realtà della missione di Santo Domingo.

Lo stesso di pomeriggio da don Marco Rapetti, dove non c’era una gran folla, ma ho potuto scorgere attenzione e partecipazione intensa. Tra l’altro la raccolta della Messa è stata devoluta per la nostra Missione.

… ma non è per andare a ballare, quanto per vivere vari momenti belli: prima a presiedere l’Eucaristia da don Chicco, nella parrocchia di Geo, quindi a cena al Gaslini da suor Valeria, e dopo di nuovo a Geo per un incontro con un bel gruppo di adulti.


a Geo con don Chicco, Carmen e Orietta

Don Chicco sta facendo un ottimo lavoro in quel di Geo, e da parte mia è stato piacevole incontrarmi con la sua gente.

Tra l’altro ho rivisto Carmen e Orietta, che entrambe hanno idea di ritornare al Guaricano, probabilmente Carmen nei prossimi mesi.

Beh, che devo dire? Grazie, Signore!

Oggi ho avuto l’opportunità di rivedere alla Guardia don Piero Parodi. Da alcuni anni non lavora più al centro missionario diocesano, ma ha ancora intatto l’entusiasmo della missione.

Abbiamo riflettuto insieme sul futuro della missione di Santo Domingo, constatando che purtroppo non c’è interesse nella maggioranza dei preti. Sembra poi che siano pochi i preti che hanno dato al vescovo la disponibilità esplicita a lavorare nella missione.


Foto di gruppo in casa di Michela Rocca

Vi ricordate di Michela Rocca, la studente universitaria che è stata in Guaricano due volte, la prima con don Francesco Di Comite, e la seconda per realizzare là la sua tesi di laurea?

Ebbene, sono stato a cena da lei, e c’è stata una piacevole sorpresa: Michela ha invitato anche don Gianfranco Calabrese e vari altri giovani che erano stati in visita alla missione. Mi ha fatto molto piacere rivedere quelle facce!

Grazie, Signore!

Oggi pomeriggio ho visto e parlato con un bel gruppetto di persone nella mia vecchia parrocchia del Biscione, Mater Ecclesiae.

Senza immagini, ma in un certo senso è stato meglio perché mi ha permesso di presentare analiticamente il lavoro che si è realizzato e si realizza.

L’attenzione è stata massima!

Buonasera a tutti, cioè quasi buonanotte…

Sono appena tornata da serata trascorsa in compagnia di Don Paolo nella sua vecchia Parrocchia, San Francesco di Pegli e volevo condividere con voi la gioia di quest’incontro; sono venute tante persone ( c’era anche mia mamma, che così ha potuto conoscerlo di persona) e insieme abbiamo guardato le foto della missione. Mentre ascoltavo Don Paolo parlare della situazione quotidiana e della vita nel Guaricano mi sembrava di esser ancora lì… in effetti col cuore non me ne sono mai andata e continuo a tener vive dentro di me tutte le emozioni di quel mese trascorso là.
Poi ho pensato a quante volte Don Paolo avrà ripetuto alla gente le stesse cose in questi giorni di permanenza a Genova. Eppure l’impressione che ho avuto è che sia riuscito a comunicare tutto quello che voleva con tanto entusiasmo da contagiare almeno tutta Pegli!

E, come diceva il “Piccolo Principe”, queste sono cose che fanno bene al cuore.

E, come dice sempre Don Paolo, grazie Gesù per aver condiviso questo momento speciale!


L'incontro con i giovani del Centro San Matteo di Genova

Ieri sera ho avuto la gioia di vedere un gruppo di giovani che con don Nicolò fanno un cammino quindicinale al Centro San Matteo. Sono giovani molto in gamba, che hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia 2005.

Abbiamo visto alcune immagini, e ho raccontato qualcosa, un’oretta in tutto.


L'incontro con i giovani del Centro San Matteo di Genova

C’erano anche Francesco Zannini, che in questi mesi è a Genova (dovrebbe venire in missione in marzo/aprile), e anche Paolo Corazza e Lucia Mosci, che con i rispettivi padri oculisti erano stati una settimana in missione quando è partito il consultorio oculistico. Anche loro hanno dato la loro testimonianza.

La serata è poi continuata con una cena in casa Mosci, buon mangiare e tanta allegria. E anche foto e filmini della loro visita alla missione!


Paola, Francesco e Sandra a pranzo in casa Benvenuto

Tutti e tre sono stati a pranzo a casa mia. Una bella combriccola, mezza matta ma piena di entusiasmo.

È stata anche per tutti e tre un’occasione per conoscere e farsi conoscere dai miei. No, in realtà sto parlando solo di Paola e di Sandra, perché Francesco conosceva già i miei genitori.

Anche il pranzo è stato speciale.

Paola ha intenzione di ritornare al Guaricano dopo giugno: in quel mese infatti le nasce un nuovo nipotino, e quindi è impegnata a Genova, ma dopo… con noi!!!!

10:51 pm

Fiammetta

Sono stato a cena con lei e la sua famiglia.

Bel momento! e ho potuto vedere il documentario di Tarcisio Mazzeo sulla missione in relazione con la tristissima “Isola dei Famosi”, perché la grande Fiammetta me l’aveva videoregistrato. Grazie!

1:08 pm

Sandra

Ho rivisto Sandra, a casa sua. Avevo varie lettere da varie persone del Guaricano. Sandra non è stata molto in Guaricano, ma c’è stata abbastanza per lasciare dietro di sé una scia di allegria e ottimismo, insieme a forse un poco di pazzia.

L’ho trovata nella sua casa di Sampierdarene, con sé la mamma molto anziana, che vuole bene a Sandra, ovviamente superricambiata, in maniera speciale.

Mi ha promesso che mi avrebbe preparato qualche letterina da far arrivare al Guaricano, ed ha assicurato la sua presenza a casa mia per domani, insieme a Francesco e Paola.

9:27 pm

Messa a Pegli

La Messa di stamattina a Pegli l’ho vissuta veramente bene. Che bello rivedere tanta gente, con cui per sette anni abbiamo condiviso l’amore al Signore e lo sforzo per vivere la chiesa.

È coinciso tra l’altro con il battesimo del figlio di una coppia che erano “miei” giovani.

Si sentiva la mancanza di don Chiozza, mancato qualche mese prima.

Don Pietro, da parte sua, è stato molto accogliente, come sempre!

Mi sono messo (non so quando terminerò) a scrivere la relazione su quello che è successo nella missione nel 2005.

Sono tante cose e veramente belle.

Spero di averla pronta presto, così che ve la possiate godere!

Stamattina sono stato a Sant’Eusebio, dove è parroco mio fratello, e ho presieduto l’Eucaristia di quella comunità.

A Sant’Eusebio è stato parroco don Giulio Boggi, uno dei primi due preti che ha lavorato nella missione. Da Sant’Eusebio è salpato per i Caraibi, e la gente lo ricorda con molto affetto.

Mi è stato facile parlare della missione, anche perché c’erano Erika e Alessandro che il 18 verranno a Santo Domingo con me. In parrocchia la domenica 15 avranno l’invio ufficiale.


don Paolo con suor Valeria e suor Susanna

Le ho riviste alla casa madre, in occasione della festa della beata Maria Repetto.

Suor Valeria lavora nella comunità del Gaslini: si occupa della cucina e visita i bambini nei reparti.

Invece suor Susanna è all’ospedale San Martino, come responsabile di un corso di formazione del personale sanitario.

Entrambe stanno bene, e hanno molto lavoro. È stato un piacere per me rivederle dopo un anno o più. Con suor Valeria soprattutto abbiamo condiviso cinque anni di vita nel Guaricano e ciò ha fatto nascere un’amicizia spirituale molto bella.

Insieme a Erika e Alessandro verranno in visita alla missione don Giulio Boggi, don Franco Buono e don Mario Montaldo.

Don Franco è un veterano, avendo lavorato nella missione tre anni. Don Giulio ancora di più, perché di anni in missione ne ha fatto sette!

Invece don Mario è alla sua seconda (o terza visita).

Li aspettiamo tutti con gioia!


don Paolo a cena da Erika e Alessandro a Genova

Ieri sera sono stato a cena con Erika e Alessandro. Sono una giovane coppia della parrocchia di Sant’Eusebio che questo stesso mese verranno a visitare la missione.

Staranno con noi una decina di giorni, dal 18 fino quasi a fine mese.

Sono molto sensibili ai temi del volontariato, e a Genova portano avanti un impegno con i senza fissa dimora.

Sono sicuro che la loro visita sarà fruttuosa!

10:40 pm

Da Paola


da Paola con Francesco e don Franco

Con Francesco e don Franco siamo stati a cena da Paola.

È stata una maniera di rivivere tanti giorni belli passati insieme al Guaricano. Paola poi è una cuoca specialissima.

Speriamo di riavere presto con noi Paola in missione. Ci ha detto che potrebbe arrivare a estate inoltrata.

Sarebbe venuta anche prima se la rottura di un braccio non l’avesse costretta a rimanere a Genova

4:45 am

Auguri!

Auguri di cuore di buon anno a tutti!

Stanotte, al tornare dalla piccola cena di fine anno in parrocchia, mi sono attaccato al computer e con Skype ho chiamato una decina di gente del Guaricano. Per loro era ancora il tardo pomeriggio, e mi ha fatto molto piacere sentirli, e loro si sono sentiti amati dal loro pastore.

Grazie, Signore!

A Pegli, nella mia ex parrocchia, ho partecipato all’incontro con Maddalena Boschetti, una ex parrocchiana che è consacrata nei camilliani e lavora a Haiti.

Ha presentato la situazione del paese, che ha molti punti in comune con la Repubblica Domenicana, salvo un maggior povertà, accentuatasi recentemente con il colpo di stato che ha abbattuto Aristide.

Siamo rimasti d’accordo di visitarci reciprocamente, quando saremo là. Personalmente è da parecchio che desidero visitare Haiti, ma gli avvenimenti di quest’anno me ne trattenevano abbastanza. Tra le altre cose Maddalena raccontava di un prete camilliano che è stato rapito negli ultimi mesi, e che grazie a Dio sono riusciti a liberare. Sembra quindi che l’inestabilità perduri.

Vedremo…

Sono tornato poco fa dal pranzo natalizio del clero di Santo Domingo.

Abbiamo ascoltato un’oretta di belle canzoni (tra le quali un’Ave Maria di Schubert cantata da una soprano niente male) e poi a mangiare: moro di guandule, riso natalizio, pollo fritto e arrosto, una specie di involtini di carne, insalata, gamberetti, e l’immancabile dolce. Sul tavolo mele rosse e uva (è la tipica frutta di Natale qui).

È stato abbastanza prostrante, così come prostrante è stato il traffico per arrivare in curia (un’ora) e per tornare (di più).

E stasera c’è anche la cena dei preti della zona. Sono tutte cose bellissime, ti fanno sentire fratello con questi vescovi e preti con cui condividiamo il servizio!

L’unica cosa: spero di non morire! sono cose troppo stancanti! per lo meno, per me in questo momento, che devo lasciare tutto in ordine prima di andarmene domenica, e ho ancora un sacco di cose da fare!

Domenica pomeriggio (giorno di Natale) ho l’aereo per Genova. Sento il bisogno di un po’ di riposo.

Sto cercando di mettere a posto tutte le cose che non lo sono, in parrocchia (programmazione del prossimo mese, lettera alle famiglie di gennaio, impegni dei seminaristi, esonerazioni di tasse varie, riparazioni e pagamento dei rispettivi lavoratori) e in casa (conti di casa da portare alla curia di Genova, ordine in camera e nell’ufficio, ultime compre per il nuovo consultorio).

Spero di farcela!

Sarò di ritorno qui il 18 gennaio.

Carissimi don Paolo e don Lorenzo,

vi informo che questa sera siete andati in onda su RaiTre al telegiornale regionale: EVVIVA! Per la verità anche ieri dopopranzo e alla sera c’era il servizio relativo alla missione, ma io non lo sapevo e me lo sono perso. Oggi però mi sono documentata, cioè ho mobilitato mezza Genova per avere notizie (un grazie a mia zia e a Tarcisio Mazzeo per la collaborazione), e a mia volta ho cercato di spargere la voce… Molti miei amici e parrocchiani l’hanno visto, a giudicare dal numero di volte che ha squillato il cellulare dopo.

Che bello vedere i volti dei ragazzi del barrio in tv… mi hanno trasmesso una carica che ancora adesso non penso ad altro! E la sapete una cosa? Domani e per altri tre giorni sarà mandato in onda il resto del reportage, sono al settimo cielo!!!

Grazie Gesù per questo grande regalo…

9:11 pm

2+3+6 matrimoni

Tra ieri e oggi abbiamo avuto undici matrimoni, cinque alla Divina Misericordia e sei a Santa Margarita.

La cosa che mi ha colpito di più è stata la presentazione impeccabile di sposi, testimoni, paggetti ecc. nei matrimoni di oggi pomeriggio a Santa Margarita. Questa gente, quasi tutti poveri, ci tengono a vivere bene questo giorno, unico nella loro vita, e che considerano così importante.

Il retroscena della cosa è che ci sono molte coppie che per non poter permetterselo rimandano continuamente il giorno in cui celebrano questo sacramento. Attualmente credo che siano almeno una quarantina quelle che hanno fatto il corso di preparazione in questi anni che io sono qui, e che non sono ancora arrivati a sposarsi.

L’ora del matrimonio era alle quattro, ma una coppia è arrivata tardi e abbiamo cominciato quasi alle cinque. La Messa è finita alle sei e un quarto, e poi tra le firme e le foto abbiamo finito alle sette. Tutti i volti esprimevano una sana e santa allegria.

Alla Divina Misericordia sono andati Lorenzo, che ha presieduto l’Eucaristia, e Marcial, che ha benedetto le nozze. Lorenzo mi ha confermato che Marcial se l’è cavata molto bene, sembrava, dice Lorenzo, che non abbia fatto altro nella vita.

In definitiva abbiamo vissuto dei bei momenti di chiesa. Grazie, Signore.

Dei 12 matrimoni che avremo tra oggi, domani e sabato prossimo più della metà hanno delle incongruenze nei documenti.

Un uomo poi non è riuscito a ottenere l’atto di nascita, e quindi il corrispondente matrimonio deve essere ritardato din quando apparirà il documento. Non lo trova perché (gli hanno detto) il libro è andato distrutto non so in che ciclone o calamità, e quindi bisogna cercarlo in un’ufficio centrale, ma cerca che ti cerca ancora non l’anno trovato (e nel frattempo il tipo che gli fa le ricerche gli spilla soldi al malcapitato).

Un’altro uomo ha la cédula senza il cognome del papà, e quindi a tutti gli altri documenti, compreso all’atto di nascita della unica figlia, gli manca questo cognome. Dopo il matrimonio dovrà mettersi sotto, in un processo lungo, noioso e costoso.

C’è da aggiungere che credevo che la segretaria avesse chiari i suoi compiti nella fase di raccolta dei documenti, mentre non era così (si è dimenticata, sembra…), per cui mi sono accorto stamattina di parecchi dati che ci mancavano per redigere gli atti, e quindi mi sono dovuto mettere a chiamare i vari promessi sposi/e per chiedergli quei dati. Vabbé, ogni tanto si regredisce, ma non importa.

Oggi pomeriggio quindi cominciamo con due matrimoni, alla Divina Misericordia. Domani continueremo con tre alla Divina Misericordia e sei a Santa Margarita. E il finale sarà sabato 24, con l’ultimo, a Santa Margarita.

Tra un po’ devo uscire per finire di mettere a posto le ultime cose.

Tra parentesi, i matrimoni di domani alla Divina Misericordia per la prima volta li benedirà Marcial! Lorenzo presiederà la Messa e il diacono il matrimonio. Auguri, Marcial!

Stasera le confessioni ce l’avevamo nella parrocchia di Santiago el Menor.

Sono arrivato in anticipo, e ho trovato il padre Isidro, il nuovo parroco, che stava già confessando, così mi sono messo a confessare anch’io, e c’ho dato per quasi due ore.

Dopo un po’ è arrivato un altro prete, neocatecumenale come il padre Isidro. Purtroppo non è venuto nessun’altro, per cui quando me ne sono andato alle 7 e mezza c’era ancora un fiume di gente ad aspettare.

Ho avuto anche la “brutta” notizia che S., la ex responsabile del gruppo giovani di Santiago, si è “sposata” perché è rimasta incinta (le virgolette significano che si è sposata, come dicono qui, passando per le finestre, cioè andando a convivere).

Fa un po’ di tristezza, aveva lavorato ottimamente per molti anni…

10:10 pm

Mai visto!

Per la prima volta in vita mia ho visto scoppiare una batteria! Che botto!

L’inversore della parrocchia sembrava avere dei problemi, così ho controllato se le batterie avevano acqua. Ho trovato i bulloni dei cavi della corrente DC flosci, e quando mi sono messo per stringerli BUM!

Meno male che stavo lavorando su quella che non è scoppiata. Me la sono cavata con una bella spruzzata d’acido sulla camicia e con un fischio in un’orecchio per il resto del pomeriggio. Adesso sembra tutto rientrato.

Oggi è la giornata della programmazione pastorale zonale.

Stiamo facendo un incontro dei consigli pastorali di tutte le parrocchie della zona per una verifica dei primi mesi del piano pastorale nuovo e per mettere le basi delle attività dell’anno prossimo.

Delle nostre parrocchie c’era un 70/80% dei membri dei consigli pastorali. Altre parrocchie avevano rappresentanze simili, qualcuna uno o due gatti, e varie nessuno.

L’ho lasciati a mezzogiorno per venire a mangiare a casa con Lorenzo e le suore, e tra poco torno in là per continuare a lavorare con loro.


il nuovo Laboratorio di Informatica della scuola primaria

Stasera ho terminato di mettere a posto il laboratorio di informatica.

Ho avuto un po’ da fare con i cavi di rete, ce n’era qualcuno che non funzionava bene e ho dovuto ripiazzare il connettore RJ-45. E poi c’erano dei clienti che avevano problemini all’alimentatore o alla scheda di rete, o altre bazzeccole. Ho dovuto fare vari viaggi da quello che me li aveva venduti per riuscire ad avere tutto in ordine.

Alla fine, è una soddisfazione! Ci sono 40 computers disponibili per imparare a usarli, a un prezzo totale di 150,000 pesos, cioè € 4,000, una media di € 100 per computer.

Economico, no? e senza pagare licenze di windows né usando software piratato. Tutto in regola e a basso costo.

Potenza di linux!

Oggi a mezzogiorno Marcial ci ha deliziato con la sua gentile presenza alla nostra tavola.

È che ieri Lorenzo aveva fatto troppe lasagne al forno, ed era un peccato non condividerle con qualcuno!

6:38 am

Freddo polare

Stamattina siamo a 20 ºC.

È un freddo boia!

Anche perché sono con una mezza influenza e quindi lo senti di più. Non ho quasi di voce, spero che nei prossimi giorni migliori!

11:03 pm

Visite in vista

In gennaio dovrebbero venire Erika Sirianni e suo marito Alessandro. Sono una coppia giovane della parrocchia di Sant’Eusebio, e hanno una gran voglia di coinvolgersi nella missione.

Dovrebbe venire, a Dio piacendo, anche don Giulio con varia gente delle sue vallate. Li aspettiamo anche loro a braccia aperte!

9:00 pm

Influenza

Sono mezzo influenzato, un po’ per il freddo – anche adesso tira un’arietta che da fastidio a stare solo in camicia – un po’ perché ce l’hanno quasi tutti.

Stamattina mi ha detto messa Lorenzo, contando con il fatto che avevo un’altra messa di pomeriggio. Domani mattina me la dice di nuovo lui, a meno io che non stia decisamente meglio.

È andato in onda poco fa il servizio (penso) di Tarcisio Mazzeo sulla missione del Guaricano.

Non l’ho visto, ovviamente, ma me ne aveva avvisato don Francesco Di Comite, e ne ho avuto un riscontro su wikipedia.

Se qualcuno l’ha visto ci dica qualcosa!

9:46 pm

Lavoro manuale

Insieme a Lorenzo abbiamo finito di installare una canaletta di plastica che alloggerà i cavi di rete del nuovo laboratorio di informatica della scuola.

Il lavoro era stato iniziato da mio fratello Francesco insieme a mio papà, quando erano qui all’inizio del mese.

Tra ieri e oggi Lorenzo me l’ha finito, e io gli ho dato una mano per due mezz’orette in tutto.

Lavorare con Lorenzo fa piacere: si imparano tanti bei “trucchetti”, e offre una compagnia molto piacevole.

E poi fare questi lavori distende, direi che è più facile che fare il parroco!

Una fondazione dipendente dal presidente della repubblica di qui ha invitato tutti i preti ad assistere ad una videoconferenza con il vaticano sui temi della fecondazione artificiale, e sono andato volentieri.

Un cardinale e il decano della facoltà di bioetica di non so che università hanno trattato il tema in maniera chiara, e poi c’è stata una breve sessione di domande. Il tutto è durato poco più di un’ora.

Oltre al tema, mi ha fatto piacere vedere delle persone con cui avevamo degli impegni in sospeso, e lì abbiamo potuto metterci d’accordo.

Quello che non mi è andato giù sono stati i tramezzini che ci hanno offerto dopo la conferenza, e che ho mangiato volentieri perché era l’una e avevo programmato di rimanere in città per altre commissioni.

Così ho passato tutto il pomeriggio mezzo pesante, senza peraltro che la cosa mi impedisse di svolgere il lavoro che avevo in parrocchia.

Quando sono arrivato a casa stasera alle otto ero (e sono ancora) abbastanza stravolto.

Con Lorenzo siamo stati al ritiro annuale dei preti della diocesi di Santo Domingo.

Sono stati 5 giorni sereni, anche se un po’ appesantiti, ahimé, dal predicatore, il cui tono di voce era l’ideale per conciliare il sonno. E quindi il risultato sono state sonore dormite!

Non che dicesse cose senza senso, ma era un po’ pesante.

Giovedì grazie a Dio non ha parlato perché abbiamo fatto una giornata di deserto, e quella sì me la sono goduta!

E poi è sempre bello ritrovare tante persone e conoscerne altre. I preti presenti erano una cinquantina – il numero non è facile da definire per l’andirivieni continuo -. Colpiva il fatto che più vecchi di me c’erano praticamente solo alcuni missionari spagnoli. Tutti gli altri erano più giovani, a testimoniare il fatto solo che da qualche anno a questa parte si è scommesso sul serio sul clero locale e si è avviata una pastorale vocazionale mirata e che, sembra, sta dando i suoi frutti.

Da questa pastorale vocazionale sono scaturite anche le vocazioni dei sei seminaristi della nostra parrocchia!

Da domani mattina fino a venerdì siamo (io e Lorenzo) al ritiro annuale dei preti diocesani.

Grazie a Dio è qui vicino, nella Escuela de Evangelización, per cui qualunque emergenza si fa un salto a casa e si risolve.

Non scriverò sul diario in tutti questi giorni.

Massimo e Carlo, con i loro figli rispettivamente Paolo e Marta e Lucia, sono partiti oggi pomeriggio per Genova.

Nei pochi giorni che sono stati con noi hanno lavorato sodo! In particolare da lunedì a giovedì hanno lavorato dalle otto del mattino alle 12.45, e poi dalle due alle sei e mezza / sette.

L’hanno fatto con amore, e questa è stata la cosa più bella!

Oggi ho dedicato la giornata a una gita con i miei nell’interno del paese: La Vega, Santo Cerro, Monte de Oración.

Con noi c’era anche Carmen, e siamo passati da Hogar Crea a prendere suo marito che è in quella comunità di recupero per drogati e alcolizzati.

Abbiamo passato una giornata serena, anche se un po’ faticosa a causa del cattivo stato di molte strade.

Ieri mattina di buon ora siamo partiti tutti insieme dalla casa della missione per recarci alla parrocchia dove ci siamo riuniti asieme ai porrocchiani di don Paolo per recarci nella sede dove veniva svolta la chisura dell’anno Eucaristico. Tanti bus e tante persone tutti festanti e ansiosi di partecipare.

Arrivati sul luogo il primo impatto è stato molto bello perchè ci siamo ritrovati in mezzo ad una vera moltitudine di persone (circa 10.000) già in piena atmosfera di preghiera che cantavano per prepararsi alla giornata.

La giornata era divisa in due parti: la prima prevedeva l’adorazione Eucaristica mentre la seconda prevedeva la Santa Messa.

Quello che però vi volglio raccontare è come ho vissuto io la giornata. Armato di macchina fotografica e cinepresa sono andato in giro pe riprendere tutto ciò che ritenevo rappresentare i momenti più belli e significativi della giornata stessa. Volti di singoli fedeli o dei gruppi, dei sacerdoti o delle religiose, delle personalità o di coloro che lavoravano per la giornata, tutti lì per lo stesso motivo: l’adorazione del mistero dell’Eucaristia.

È difficile poter comunicare quello che ho visto e ho vissuto proprio per la dimensione e il modo diverso di vivere questi momenti da parte di questa popolazione della Repubblica Dominica. Fondamentalmente la gioa, la consapevolezza di vivere e di essere partecipi di un momento particolare di preghiera e soprattutto il desiderio di comunicarlo agli altri nel modo più festoso.

In barba al servizio d’ordine passavo da un settore all’altro tra la folla e fin sopra all’altare e ciò mi ha permesso di scattare tanta fotografie che nei prossimi giorni inserirò nel diaro per cercare di fare partecipe oltre che con le parole anche con le immagini anche a coloro che non c’erano quello che ho potuto vedere e vivere ieri mattina.

Papà e mamma oggi sono riusciti a conquistare i parrocchiani.

Oggi pomeriggio abbiamo fatto un incontro fraterno in cui loro hanno parlato della nostra vita di famiglia, del loro fidanzamento, di come hanno avuto i loro figli, di come hanno preso la notizia delle due entrate in seminario, ecc.

La gente ha ascoltato con molta attenzione (erano presenti un centinaio di persone), e alla fine hanno fatto un po’ di domande.

I miei hanno parlato in maniera molto semplice, e lasciando trasparire la fede con cui hanno vissuto sempre e continuano a vivere. E questo è quello che è arrivato al cuore della gente più di tutto il resto.

Oggi pomeriggio sono arrivati Massimo Corazza e Carlo Mosci.

A partire da domani monteranno le apparecchiature per la visita oculistica e addestreranno un’oculista dominicana.

L’idea è di fare l’addestramento con campioni reali di popolazione, sostanzialmente con i bambini della scuola.

Carlo è accompagnato da due figlie, Lucia e Marta, e Massimo è venuto con suo figlio Paolo, mio omonimo.

Soprattutto le due ragazze sono arrivate abbastanza fuse del viaggio, ma sono sicuro che domani staranno meglio!

10:36 pm

Arrivati i miei

Sono appena arrivati i miei. Abbastanza stanchi, visto che sono in piedi da 24 ore.

Scommetto che domani mattina sono in piedi per l’ora di andare a Messa.

Ho messo in alto a destra sul diario un banner per invitare a sottoscrivere la richiesta di supportare il formato OpenDocument da parte di Microsoft.

Per firmare la petizione bisogna andare a http://opendocumentfellowship.org/petition/?lang=it

Cito dal sito di Paolo Attivissimo (http://attivissimo.blogspot.com), che è un riferimento sempre utile per essere aggiornati su quello che bolle nella pentola dell’informatica:

Perché è così importante questa cosa, e perché la meno tanto con OpenDocument? Perché è la soluzione semplice e pacifica a un problema che abbiamo tutti, in un modo o nell’altro, e promette di essere una vera rivoluzione nell’informatica, restituendo libertà a un mercato reso stantio dal monopolio.

Faccio un esempio banale. Microsoft Word è diffusissimo, per cui molta gente genera documenti usando il formato Word. Ma in pratica il formato Word è leggibile e modificabile soltanto con Word.

Siccome Word costa, e anche caruccio (niente di male in questo, è un prodotto commerciale, Microsoft è libera di stabilire il prezzo che le pare), c’è tanta gente che non se lo può comperare. Quindi o se lo pirata, commettendo un crimine, oppure rinuncia a leggere e modificare i documenti Word.

Sembra una rinuncia facile, finché nasce il problema del lavoro, delle scuole e delle pubbliche amministrazioni. Se il mio cliente o la mia PA o la mia scuola mi manda un documento Word, mi obbliga a comperare Word per interagire. Questo è favoritismo verso un prodotto specifico di un’azienda privata e contribuisce a mantenerne il monopolio.

È come se la scuola accettasse soltanto alunni che hanno uno zainetto Invicta. Tutti gli altri? A casa, pezzenti.

C’è una soluzione semplice a questa discriminazione: fare in modo che tutti i programmi di scrittura, commerciali o gratuiti, usino lo stesso formato. In questo modo, chi vuole pagare di più e usare Word, usa Word; chi vuole spendere meno e usare OpenOffice.org o Koffice o AbiWord o altri, li usa; nessuno è obbligato, e nessuno si accorge della differenza. Così tutti possono scambiare documenti con tutti, senza creare cittadini di serie A e di serie B.

Questo formato universale non è fantascienza: esiste già, si chiama appunto OpenDocument ed è stato creato da un’organizzazione (OASIS) di cui fa parte anche Microsoft. OpenOffice.org 2.0 lo supporta già, e non è il solo programma a farlo. Microsoft, invece, finora ha rifiutato di supportarlo, facendo anzi campagne di protesta contro l’adozione di OpenDocument:

http://it.wikipedia.org/wiki/OpenDocument

Ma l’adozione di un formato universale non è una pratica anticommerciale. Tutti i settori dell’industria e della tecnologia vivono di “formati universali”: si chiamano standard. È grazie agli standard che potete montare un’autoradio di una marca a vostra scelta nella plancia della vostra auto invece di sorbirvi quella imposta dal fabbricante dell’auto. È grazie agli standard che potete comperare il telefonino della marca che vi pare, senza essere obbligati a comperare quello di TIM o Vodafone o Wind. È grazie agli standard che potete comperare un CD musicale di qualsiasi casa discografica e suonarlo su un lettore di qualsiasi marca.

In altre parole, gli standard favoriscono il libero mercato e la concorrenza. E allora perché Microsoft punta i piedi e non supporta uno standard emergente? Perché teme di perdere mercato se la gente non è più obbligata a usare i suoi prodotti. È una paura che però non tiene conto dell’inerzia della gente, che non ha voglia di imparare programmi nuovi, ed è sintomo di poca fiducia nelle qualità del proprio prodotto, che invece ci sono eccome.

Potreste chiedervi perché non possiamo adottare il formato Word come standard in tutti i programmi, visto che è già così diffuso. Semplice: perché Microsoft non lo concede. OpenDocument, invece, è usabile liberamente da chiunque (Microsoft compresa) in eterno, senza limitazioni, senza dazi e senza vincoli di alcun genere.

La soluzione semplice e indolore a questa discriminazione è che Microsoft, come gli altri, adotti (anche) il formato OpenDocument nei suoi prodotti.

Forza: diamo una mano a zio Bill a capire cosa vogliamo da lui: vogliamo essere liberi di continuare a usare Word e Office, se ci va, ma perché ci piacciono, non perché siamo obbligati; e vogliamo farlo senza dover imporre i nostri gusti agli altri.

Personalmente sono convinto che dobbiamo intraprendere questo cammino, e aiutare Microsoft a uscire dal monopolio. Firmare la petizione può aiutare tutta l’umanità.

8:42 am

Eccovi Lorenzo!


Lorenzo, Robert e l'ambulanza

Lorenzo (a sinistra), con un volontario e con Robert, il loro coordinatore (a destra), orgogliosi del loro servizio con l’ambulanza.

Oggi finalmente si è realizzata la giornata insieme a Suor Serafina ed è stata veramente splendida!

Stamattina sono andata a prenderla a Genova per portarla a Pegli nella mia Parrocchia alla Messa delle 10 (quella dei bambini che ci aspettavano numerosi). Durante il tragitto la suora non ha mai smesso di sorridere, era come catturata da tutto quello che vedeva: il mare avvicinarsi all’orizzonte, le case tutte attaccate del centro storico con i suoi vicoli e poi sulla sopraelevata quando si vede il Porto Antico c’è scappato un WOW che mi è preso un colpo!

In Parrocchia c’era Don Mario ad aspettarci e dopo le dovute presentazioni ci siamo messi subito al lavoro per praparare una predica adatta alla “Giornata mondiale delle missioni”. Intanto la Suora è una grande perché si era già preparata un discorso da leggere ai parrocchiani sulla missione di Santo Domingo e in particolare sul ruolo da lei svolto al centro nutrizionale; l’abbiamo corretto insieme (dice di non sapere l’italiano, ma vi assicuro che il suo linguaggio era davvero appropriato) e dopo è cominciata la Messa.

Quando è venuto il momento della predica Don Mario l’ha cominciata prendendo spunto da un orsetto di gommapiuma che mi aveva regalato un ragazzino del liceo e che ho portato proprio per mostrare come sono diversi i giocattoli di Guaricano dai nostri… l’effetto è stato quello che volevo e i bambini l’hanno osservato con attenzione, pensando forse che una cosa può esser bella anche nella sua semplicità.

Poi è arrivato il momento di Suor Serafina, dedicato soprattutto agli adulti. Mentre la suora leggeva, i loro sguardi non si sono mai distolti da lei e regnava un silenzio davvero d’eccezione. Penso che sia stata una bella testimonianza e averla condivisa assieme alla mia gente mi ha fatto sentire parte di un’unica grande famiglia. Credo che questa sensazione sia stata recepita anche da coloro che al termine della Celebrazione sono venuti a salutare Suor Serafina e a volerne sapere di più sulla missione. Volevo anche dire che erano mesi che aspettavo di poter scambiare un abbraccio con la suora al segno di pace e così è stato!

Dopo la Messa io e la suora siamo state nelle aule del catechismo a mostrare le foto del barrio e a rispondere alle numerose domande sorte: ammetto che non mi aspettavo un entusiasmo così da parte proprio dei ragazzi…

A mezzogiorno già mi sembrava pomeriggio inoltrato dall’intensità con la quale avevamo vissuto solo la mattinata! Per fortuna ci aspettava a casa un pranzetto molto genovese, durante il quale la suora ha scoperto l’esistenza dei PINOLI (ne ha trovato un pezzetto nel pesto, ma non sapeva esistessero!).

Dopopranzo le ho fatto un riassunto di tutto il diario della missione che si è persa e tornando verso casa, abbiamo visitato il Porto Antico che tanto le piaceva, un po dei vicoli, Piazza De Ferrari e San Lorenzo. Alla fine eravamo stanchine ma contentissime… e mi viene da concludere citando don Paolo:

“Grazie Signore, grazie di cuore!”

La settimana prossima arrivano visite.

Il 26 arriva una parte della mia famiglia: papà, mamma, Francesco, ziina.

Il giorno dopo arrivano Carlo Mosci e Massimo Corazza con tra i due tre figli più o meno diciottenni.

La vita della missione si arricchisce. Vi spiegherò i dettagli i giorni prossimi.

Ieri sera si è svolto il concerto del gruppo TUNA (Tutti Uniti in un Nuovo Amore), un gruppo musicale cristiano maschile della parrocchia di Santa Cruz, a poca distanza da noi.

Io non mi sentivo tanto bene, e ho preferito venire a casa.

L’accoglienza che hanno ricevuto è stata ottima, anche se la partecipazione non è stata un gran ché (circa 200) e anche la raccolta con le buste non ha lasciato quasi niente, praticamente abbiamo coperto le spese. Di fatto la maggior parte dei partecipanti erano adolescenti (senza soldi in tasca) e giovani (se hanno dei soldi in tasca sanno in cosa spenderli).

Stasera abbiamo avuto il concerto della vigilia della festa di Santa Margarita.

Non mi sono fermato tutto il tempo per una mezza febbre che avevo.

La gente è arrivata poco a poco, tanti adolescenti e giovani. Musica sfrenata ma che trasmette amore al Signore. La cosa più bella è vedere tutto il “pubblico” cantare e danzare dal suo posto al ritmo di merengue. E le facce sorridenti. Per il dominicano, e forse ancora di più per la dominicana, la musica è tutto!

1:52 pm

Gmail

Per chi gli interessa, ho un certo numero di inviti per gmail, la posta di google. Basta che me lo diciate.

11:05 pm

Sbobinando (32)

Faccio una foto: giovane donna con bambini, due tre quattro cinque sei sette otto, tutti pulitissimi; ne arrivano altri, scatto ancora. Altro scatto, gruppo di famiglia in un esterno, baracca graziosa in un posto qualunque del barrio, ai margini di un acciottolato faticoso da percorrere.

Altra baracca, una giovane donna mi dice qualcosa: le sorrido, “no he comprendido”, sorride anche lei. In braccio ha una bambina biondissima, i capelli a boccoli le cadono sulle spalle. “Qui c’è passato un bastardo”, mi dice Fiammetta: il dono della sintesi è uno dei pregi della gioventù.

Le indico un giocattolo fatto con una bottiglia di latte a cui sono state messe le ruote. Le si illumina lo sguardo. Passiamo oltre. Uno sguardo pieno di luce: un altro pregio della gioventù. Eccone un altro: gli occhi incredibilmente verdi di una giovane mamma, due bambini e un terzo già a buon punto.

Sto per dire che non vedo uomini quando spunta un cappello bianco con le tese ricurve: “¿Dónde están los hombres?”. “Están trabajando”. Forse è vero. Speriamo sia vero. Lo so, sono un po’ prevenuto.

Faccio capolino in una baracca. Soggettiva sulla miseria. Interno della camera da letto: a destra un lettino con le lenzuola arrotolate e dimenticate, a sinistra un letto a castello, sul letto in alto c’è di tutto; la cucina è un disastro.

Suor Serafina e Orietta entrano a portare qualche medicina. Spunta un uomo di mezza età, sembra infilato a forza nella sua sedia a rotelle. Serafina gli misura la pressione, Benny e Fiammetta regalano fermacapelli alle bambine, una ha un’incredibile testa di capelli e si presenta quando elastici e fermagli sono finiti, quasi si mette a piangere, poi spunta un cerchietto e anche i suoi occhi si riempiono di luce.

Mi cade l’occhio sugli enormi piedi dell’uomo infilato nella sedia a rotelle. Serafina finisce di misurargli la pressione. Una delle bambine gli fa una carezza. Martina una volta mi disse: “Papà, tu non sarai mai vecchio”. È bello avere una figlia.

10:52 pm

Sbobinando (31)

Ripassiamo davanti a Betania, dove le comunità di base stanno vivendo un pomeriggio di preghiera: è un bel gruppo, rivedo uomini e donne già notati per intensità di partecipazione all’inaugurazione della nuova cappella, è bella e intensa anche la preghiera.

Fuori dalla chiesa rivedo una vecchia che ho fotografato al mattino, mentre preparava il banchetto sul quale espone le sue piccole mercanzìe: un thermos di non so cosa, pochi sacchetti di caramelle, un paio di confezioni di biscotti, qualche banana in condizioni così così.

Impensabile dalle nostre parti, ma una volta di più mi chiedo se questa miseria non sia più umana della nostra civiltà: che ne sarebbe di questa povera vecchia se non potesse provare a vendere qualcosa?

Ripenso a lei più avanti, quando il giro di visite di suor Serafina ci porta dal ragazzo con la testa enorme.

Ho parlato di lui nel primo intervento fatto sul blog di don Paolo, il mio scritto di presentazione messo in rete direttamente dallo studio della missione; ne ho riparlato nell’articolo scritto per MissioGenova, la rivista curata da don Francesco.

L’ho visto entrando nella casa dipinta di rosso, superando la porta marroncina con la parte bassa rinforzata da una lamiera verde marcio: la casa rossa chiude il vicolo d’accesso, con il viottolo che si sdoppia sui due lati; insomma, ci si va a sbattere contro.

Il ragazzo è infermo dalla nascita: ammesso che si potesse fare qualcosa, l’assoluta povertà dei genitori (ma conoscerò solo la madre) ha cancellato ogni speranza alla radice.

Così il collo e la testa sono le uniche parti del corpo che si siano sviluppate normalmente, sembrano un pezzo unico sparato dal tronco verso l’alto; le braccia sono sottili e lunghissime, ripiegano davanti al ventre e finiscono in mani grandi, appoggiate sui piedi senza forma, premuti l’uno contro l’altro: nella mano destra tiene qualcosa, forse un giocattolo, la sinistra è chiusa a pugno.

È seduto su una sedie di plastica arancione, impilata su una sedia dello stesso tipo, azzurra; accanto a lui, sulla sedia rosa accanto, una bambina con due grandi fiocchi rosa legati ai capelli; di fronte, la sedia a rotelle con imbottitura nera su telaio rosso fiammante.

Lo sguardo è intenso, attento; sulla bocca grande e carnosa un accenno di baffo, sul viso, un accenno di sorriso: non so se è vero o se lo vedo solo io, forse perché penso che da noi sarebbe sepolto in un istituto, proprio come la vecchietta sarebbe sepolta, dimenticata?, in una casa di riposo.

La celebrazione penitenziale di oggi pomeriggio (preparatoria alla festa patronale di Santa Margarita) ha visto la presenza di una decina di preti della zona. Sono stati fantastici, senza di loro avrei potuto confessare una decima parte di quelli che sono venuti.

Lorenzo è stato presente dall’inizio alla fine.

Le confessioni sono durate da prima delle sei fino alle otto.

Una pioggia non troppo forte ma insistente ha forse lasciato a casa un certo numero di persone. Se non fosse piovuto avremmo terminato dopo le nove!

10:31 pm

Pioggia e fresco

Grazie alla pioggia di tutto il pomeriggio a Messa c’era poca gente stasera. Il 70% dominicani non escono di casa se piove.

In compenso stasera c’è un bel freschetto. Penso che in letto dovrò usare (per la prima volta da tre mesi a questa parte) il lenzuolo!