Contributi nella categoria 'don Paolo'

All’incontro del clero ho avuto la gioia di rivedere tanti preti con cui era un sacco che non ci vedevamo. Con vari di loro ci vediamo giusto una o due volte all’anno, ma c’è un rapporto molto bello.

I “contenuti” di questo incontro sono stati l’autostima e le figure più di spicco del clero domenicano.

Il primo è stato abbastanza fumoso, il secondo bello gustoso!

La notte è stata tragica a causa le zanzare: le zanzariere alle finestre erano rotte, e non c’era zanzariera nel letto. Sapendo la cosa, ho provveduto ad ammazzarne almeno dieci prima di andare a dormire, ma evidentemente non ho ammazzato le campionesse di nascondino!


Al giardino zoologico, davanti a una gabbia di uccelli

Oggi, approfittando il primo di maggio, per la prima volta in sette anni di mia permanenza qui ho visitato il giardino zoologico della città. Siamo andati con le suore, e c’erano anche Taína e Yudy.


Tutta la fauna della Hispaniola (Santo Domingo)

Ai cancelli siamo arrivati prima ancora che aprissero, ma l’attesa non è stata lunga. Appena dentro ci hanno accolti i fenicotteri, intenti a scacciare un cigno bianchissimo dalla palude nella quale sprofondavano con la sola zampa sinistra, e riposavano con la testa coricata sul loro corpo.

Un treno senza rotaie ci ha fatto fare un giro veloce, con una giovane impiegata che leggeva delle note veloci sulle specie che vedevamo alla nostra destra o alla nostra sinistra: gnu, tigri, ippopotami, struzzi, civette, colombe, pappagalli, coccodrilli, antilopi, orsi, leoni, avvoltoi, ecc. Il treno ci ha lasciati vicino alle gabbie dei serpenti, dove ci hanno strizzato l’occhio un’anaconda e un boa.


Sul lama del Zoologico

Poco dopo Taína e Yudy hanno potuto sperimentare come si monta a cavallo di un lama delle Ande. A poca distanza, in un’uccelliera ricchissima abbiamo potuto vedere variopinti pavoni e molte altre specie di volatili.

Il ritorno verso l’uscita, ci ha permesso rivedere con calma tutti quegli animali che la velocità del “treno” ci aveva rubato dalla vista.

È stato un momento ben piacevole, di riposo mentale e spirituale. Un momento per apprezzare ancora di più questa bella comunità missionaria dove collaboriamo e viviamo un’amicizia umana e spirituale piacevolissima.

Ieri mattina la sveglia è stata più clemente del solito. La S.Messa alle ore 7 si celebrava al consultorio quindi nei locali della missione. La sala di aspetto viene trasformata ogni lunedì in cappellina. Le panche che normalmente sono usate dai pazienti in attesa dei medici sono state distribuite su due file. La sala era piena e qualcuno ha trovato posto fuori, all’aperto.

L’Eucarestia, celebrata da don Paolo e concelebrata da don Gianfranco si è conclusa con il nostro saluto e ringraziamento. Ancora una volta don Paolo, dopo la comunione, ci ha chiamato all’altare per testimoniare il legame con la chiesa di Genova. Dopo di che sono intervenuti i rappresentanti delle varie parrocchie del Guaricano a ringraziarci per la nostra visita ed augurarsi un nostro prossimo ritorno. Le parole più belle le ha pronunciate Marcial, il diacono, che nel ringraziare ha riconosciuto che il Barrio del Guaricano è cambiato e cresciuto grazie alla presenza della missione Genovese. La scuola, il liceo, il consultorio, il centro nutrizionale, l’ambulanza, le parrocchie con le loro iniziative hanno permesso ai nostri amici dominicani di migliorarsi.

Conclusa la cerimonia don Paolo ci ha chiesto di posizionarci all’uscita per ricevere i saluti. Molte persone ci hanno abbracciato con un calore al quale, da genovesi, non siamo abituati. E molti di loro invocando su di noi la benedizione di Dio ci chiedevano di tornare presto.

Julia, il nostro piccolo ghiro, ancora dormiente si è persa tutto questo… più tardi ha però accompagnato don Paolo e Pepe per commissioni in centro. Don Gianfranco si è recato presso il liceo per discutere con la Direttrice didattica mentre Cinzia ha riordinato le stanze che ci hanno ospitato.

* * *

La missione del Guaricano è costituita da tre edifici principali al quale ne è stato aggiunto un quarto, più recente, che funge da consultorio.

Il primo edificio, entrando dall’ingresso principale, ospita le suore ed è composto da un piano terra dotato di cucina, lavanderia, sala, cappellina ed un secondo piano con le stanze delle suore.

Un secondo edificio, costituisce il corpo centrale del complesso ed ospita la cucina, con annesse dispense, il refettorio ed è dotato di bagni. Una parte dello stesso edificio, al di là del muro di cinta della missione, include il garage dell’ambulanza e la stanza dei volontari del servizio.

Il terzo ed ultimo edificio, su due piani, ospita a piano terra la lavanderia, il laboratorio, una piccola cucina, la sala di lettura ed altre stanze di servizio. Il tutto si sviluppa su due lati di un quadrato e si affaccia attraverso un colonnato su un giardino centrale. Al primo piano le camere ognuna delle quali è dotata di bagno.

La missione è protetta da un muro di cinta che previene l’accesso di malintenzionati: non dobbiamo dimenticare che siamo sempre in un Barrio dove dopo una certa ora di sera anche la Polizia ha paura a girare…

* * *

Dopo il commiato in consultorio, alle 11.30 ci siamo ritrovati nel centro nutrizionale a salutare i nostri bambini… non c’era Vito, bellissimo mulatto di 3-4 anni ormai tondetto (il cibo delle nostre suore ha funzionato). Forse ha capito che lo avremmo messo nella valigia vuota di don Gianfranco per portarlo con noi in Italia… Amber è arrivato in ritardo, probabilmente poichè lavorava, ed ha portato per noi dei frutti di Mango… questi bimbi sanno commuoverti per la loro generosità…

Dopo l’ultimo pranzo assieme un po’ di foto di rito, i saluti, il magone, la voglia di restare che si infrange con gli impegni che hai in Italia e per i quali devi ripartire…

Don Paolo e suor Serafina ci hanno accompagnato all’aeroporto, verso il quale siamo partiti in formazione tipo, con Cinzia e Julia nel cassone del pick-up insieme ai bagagli. Ma la pioggia improvvisa ci ha forzato a coprire i bagagli con un telone ed a stringerci in 6 nell’abitacolo.

Julia all’aeroporto ha sperato fino all’ultimo che le cancellassero il volo, desiderosa di tornare indietro con suor Serafina: voleva rivedere la sua famiglia, sicuramente voleva evitarsi le incombenti interrogazioni dei prossimi giorni…ma sarabbe rimasta più a lungo!!!

Il saluto e l’abbraccio finale con suor Serafina e don Paolo, prima di passare al controllo dei bagagli. Una abbraccio che è un grazie al Signore per un sacerdote dal cuore grande, capace di farsi in quattro per tutti, che non perde occasione per portare alla sua gente l’annuncio del Signore. È un grazie per suor Serafina, mamma di tanti bambini del Guaricano, madre per le consorelle “brignoline” che animano la vita della Missione. È un grazie per suor Blessila e suor Crisitina, per la loro testimonianza e per il loro instancabile e silenzioso lavoro. È un grazie per le persone che non erano con noi questa settimana: don Lorenzo e Suor Modesta, dei quali abbiamo “sentito” la presenza attraverso tutto il bene che hanno fatto nella Missione del Guaricano.

Ed è un grazie al Signore per averci dato l’opportunità di vivere tutto questo insieme!!!

Ieri sera suor Serafina, suor Blessila, suor Cristina e Yudy hanno avuto un momento di riflessione tenuto da don Gianfranco sul tema “Religiose, donne di speranza” con spunti dalla prima lettera di Pietro.

La nostra mattinata è iniziata presto, poche ore dopo il ritiro, con la messa delle ore 7.00 festa patronale della parrocchia Divina Misericordia.

Siamo partiti con don Paolo insieme a Yudy e suor Cristina ed arrivati in parrocchia a 30 minuti dall’inizio della cerimonia. E qui la prima sorpresa della giornata: non c’era più posto, mentre continuava ad arrivare gente. Penso ai nostri ritardi in Parrocchia, le mie messe a due minuti dall’inizio o con il canto d’ingresso gia iniziato e mi vergogno un po’!

La fiesta nel Guaricano è gioia vera ed intensa: la cerimonia è stata animata da un folto gruppo di giovani ed i canti sono stati preparati con cura. I battezzati dell’anno, in veste bianca, occupavano le prime panche della chiesa. Non solo dei bimbi, ma anche dei ragazzini, giovani, adulti ed anche una signora anziana. Questo è il segno della fecondità di questa parrocchia giovane ma capace di questi miracoli.

A conclusione della cerimonia siamo stati salutati dalla comunità parrocchiale che ha donato alla nostra parrocchia certosina una Bibbia in spagnolo, firmata da tutti i responsabili dei settori. Lo stesso dono è stato fatto anche a Julia.

Ho ringraziato dicendo che nella mia esperienza di responsabile di Azione Cattolica ho avuto modo di girare molte parrocchie, incontrare molti parroci, conoscere la realtà della chiesa diocesana. Se oggi mi dovessero chiedere “chi è il parroco di Genova più fortunato?” in tutta onestà dovrei dire che il parroco più fortunato è don Paolo!!!

Don Gianfranco ha salutato l’assemblea spendendo qualche parola sulla fedeltà, un invito ad essere coerenti non semplice per la cultura dominicana.

A conclusione della S. Messa, dopo gli abbracci delle persone che ci salutavano per la partenza, con Cinzia e suor Cristina ci siamo avviati camminando verso la casa. Girare il barrio a piedi è bello perché ti rendi conto di come vivono le persone…

Gli edifici variopinti sono tutti di recente costruzione, ad un piano con una sorta di veranda di ingresso aperta e protetta da una inferriata, rifugio per le giornate afose. Hanno preso il posto delle baracche in legno e lamiera, che in molti casi resistono. Dall’esterno sembrano essere delle scatole di circa 20 metri quadri.

Molti piccoli negozi che riparano oggetti, vendono prodotti alimentari, o offrono servizi come parrucchiere o “Banca”. Questi ultimi locali sono i banchi del “lotto”, disseminati ovunque, e rispetto agli altri edifici meglio curati e protetti da imponenti grate di ferro. Sono il segno tangibile della cattiva abitudine di giocare molto, di usare male i soldi quando ci sarebbero altre necessità. Le strade, solo in parte asfaltate, sono difficilmente praticabili per le buche.

La preparazione della pizza, piatto forte del pranzo domenicale. ha reso allegra la comunità. Tra io che impastavo, don Gianfranco che preparava il condimento, suor Serafina e suor Blessila intente a preparare la frutta e la verdura, Cinzia addetta al forno, la cucina era un po’ caotica… abbiamo mangiato come al solito nella sala grande condividendo le piccole esperienze di questi ultimi giorni.

Nel pomeriggio Julia e don Gianfranco sono stati invitati ad una festa di compleanno… una bimba di un anno figlia di una quindicenne. L’appuntamento era che venivano a prenderle alle ore 15 ma nessuno si è presentato… questa sera hanno portato a Julia la torta insieme alle scuse per l’incoveniente.

A cena abbiamo salutato la nostra Yudy… a Dio piacendo la rivedremo a Genova fra un paio di anni a fare il noviziato.

Infine dopo cena un salto nella parroccha Divina Misecordia dove i giovani hanno allestito un concerto musicale per concludere la festa. Preparati di tutto punto, in divisa con i pantaloni blu e la maglia gialla ci hanno allietato con il loro canto e la loro danza. Davvero bravi!!!

Il ritmo i dominicani lo hanno nel sangue, e li puoi osservare tutti in piedi ad agitare le braccia e a far ondeggiare il corpo con la musica, a batter le mani. E riescono a fare tutto questo con un sorriso, una allegria incredibile.

Alle 9 partenza con Jorge alla guida del pick-up, suor Serafina e tutta la squadra genovese. In 4 sul sedile posteriore, con il caldo, il viaggio è piuttosto sacrificato. Destinazione la Casa de la Paz, un riformatorio dove si va a trovare Michael.

La struttura è piccolina ma accogliente; di fatto è una grossa abitazione adibita ad istituto che ospita una quindicina di ragazzi con problemi di abbandono e di delinquenza. Meraviglioso il sorriso di Michael quando incrocia lo sguardo di suor Serafina. Ha 11 anni, non ha famiglia alle spalle ed ha commesso un furto di circa 1000 Pesos (38 Euro) spendendoli tutti in giocattoli che ha dato anche agli amici.

Incontriamo l’educatore, un ragazzo molto semplice e dai modi gentili, che chiarisce con suor Serafina la situazione. Insieme a Jorge, il preziosissimo collaboratore parrocchiale con grande esperienza visto che è padre di 6 figli, cercano di far capire a Michael che quella che gli è stata offerta è una buona opportunità e dopo qualche mese di istituto sarà affidato ad una struttura più idonea. È bello vedere Jorge che cerca di farsi promettere dal nostro piccolo amico che non scapperaà, non cercherà di ritornare nel Guaricano, sfrutterà le occasioni che gli sono date.

Abbiamo visitato la struttura accompagnati dai ragazzi: le camerette con i letti a castello ben ordinate, il refettorio con annessa cucina dove la cuoca era all’opera, il campetto da basket sul retro della casa. Qui don Gianfranco e Jorge si lanciano nella sfida impossibile e giocano con due ragazzi degli ospiti dell’istituto … risultato finale 20-22!!! Perso ma con onore.

Alcune foto (anche questi ragazzi amano la macchina fotografica) le caramelle per tutti ed il saluto finale. Si esce con un po’ di tristezza nel cuore ma con Suor Serafina raggiante piu’ del solito… ha letto nello sguardo di Michael la felicità di vedere che tante persone, italiani, stranieri, sono andati a trovarlo. Ed anima il ritorno a casa con una serie di canti nelle sue tre lingue: inglese, spagnolo e italiano…. ma non si lascia sfuggire l’occasione di cantarci anche qualcosa nel suo indiano. È una donna straordinaria!!

Dimenticavo questo piccolo episodio del rientro. Eravamo ancora nel centro città, nella piazza antistante il parlamento, quando un pulmino taglia la strada a Jorge. Inevitabile lo scontro… ne segue la “constatazione amichevole”, sbrigata con due o tre frasi lanciate dal finestrino dal nostro autista ed il conducente del pulmino che è sceso, ha protestato, ha constatato il suo danno e lamentandosi è ripartito. Sul pick-up della missione il colpo aggiuntivo non “sfigura” assolutamente con il resto della carrozzeria.

Pomeriggio ci muoviamo con don Paolo che deve celebrare un matrimonio in centro cittaà. Nel viaggio di andata don Gianfranco ripassa la preghiera Eucaristica in spagnolo visto che celebrerà la S. Messa alla Divina Misericordia. Don Paolo, come esigente insegnante, gli corregge la pronuncia e lo fà ripetere.

Il matrimonio deve iniziare alle 4 ma a dieci minuti dalla cerimonia non si vede nessuno e la chiesa non sembra preparata. Lo sposo arriva alle 4.15 la sposa circa 20 minuti dopo… occorre attendere ancora i genitori e i testimoni… si inizia alle 5!!!

La cerimonia tranquilla con canti meno vivaci rispetto a quelli che caratterizzano l’Eucarestia nel Guaricano. Ma un problema sonoro si è scatenato sulla cerimonia. La chiesa che si trova ad un incrocio dove doveva passare il corteo elettorale del partito al governo… Un esercito di manifestanti, auto, furgoncini, stracolmi di persone, camioncini attrezzati con di muri di casse che a tutto volume (e si intende a volume da concerto Rock o forse più elevato) sostenevano i candidati. Ogni candidato aveva il suo spazio nel corteo, la sua serie di camioncini di sostenitori dotati di cappellini e bandierine del partito, il suo muro di casse e chiudeva il corteo con la sua auto dalla quale emergeva salutando gli elettori!

Una sorta di “carnevale” politico!!!

Quindi nel matrimonio la politica è entrata di prepotenza… e il don, gli sposi, i cantori hanno fatto fatica a far sentire la loro voce all’assemblea.

Visti tutti i ritardi accumulati, conclusa la cerimonia, don Paolo si è fatto strada con il pickup tra i manifestanti, cercando di evitare tutte le possibili sorgenti di traffico e di arrivare velocemente in Missione per la messa serale.

I blocchi non sono un grave problema…. c’è sempre il contromano in grado di risolverli. La sua guida è sciolta…. troppo sciolta!!!

Arrivati in missione saliamo su un’altra auto con Suor Cristina che ci accompagna alla Divina Misericordia dove don Gianfranco deve celebrare. Fortunatamente è supportato dal diacono Marcial che ha letto il vangelo e predicato. Il rispasso ha dato i suoi buoni frutti e lo spagnolo sfoggiato da don Gianfranco sembra sia stato compreso dai partecipanti all’Eucarestia. Suor Cristina lo ha supportato traducendo alcune parole dette all’assemblea all’inizio e alla conclusione.

Al termine ci ha raggiunti don Paolo che ha letto chilometrici avvisi parrocchiali (le iniziative sono tante), festeggiato i compleanni e concluso la gara dei settori. Si perché ogni sera, con l’applausometro, si determinava la zona piu’ presente alla celebrazione. Come ultima serata della novena don Paolo ha guardato ai Bambini, i Giovani e gli Adulti presenti. Tanti giovani questa sera alla celebrazione, davvero una speranza per la chiesa dominicana.

Domani mattina alle 7.00 festa patronale (non mi sono sbagliato, avete letto bene, domani mattina alle 7.00)… quindi sveglia ad un quarto alle 6.

La riunione di consiglio pastorale di Santa Margarita è stata anche stamattina ben importante, sia per rivedere il cammino fatto, sia per pianificare il cammino futuro.

A livello di esperienze recenti, abbiamo riflettuto sulla maniera in cui si stanno svolgendo le celebrazioni penitenziali, con una partecipazione non significativa come dovrebbe essere, e con molta dispersione, e ci siamo ripromessi di apportare i dovuti correttivi.

Mi hanno fatto notare che domenica scorsa una parola che ho detto dall’altare per un bambino piccolo che disturbava (parola peraltro molto discreta) non è piaciuta alla madre, la quale dice adesso che non vuole più sapere di parrocchia. Mi consigliavano di andare a fare un salto da lei, cosa che farò appena possibile.

A livello di programmazione, abbiamo organizzato la visita del cero pasquale ai vari settori, ogni settimana un settore diverso. Il cero visiterà, come in pellegrinaggio, tutte le comunità di base e apostoliche, e anche le case di persone malate o anziane. L’ultima settimana, tra l’Ascensione e Pentecoste, per la prima volta visiterà la nostra scuola e, se il Signore ci aiuta, anche le altre scuole dei dintorni.

Abbiamo messo in programma una gita pasquale, e la faremo la domenica 14 maggio, andando a un fiume a passare un giorno allegro e spensierato. E a fine giugno il pellegrinaggio annuale di tutte le comunità apostoliche. Attraverso queste due attività speriamo anche di far scendere un po’ il debito della parrocchia, che attualmente è sugli 80,000 pesos (2,000 euro), dovuti ai lavori degli uffici della parrocchia Divina Misericordia. Già abbiamo pagato 70,000 pesos, e i calcoli indicano che dovremmo finire in settembre. La parrocchia Divina Misericordia ha da pagare una somma più o meno simile.

Questa mattina la playa per don Gianfranco e Cinzia accompagnati da Jorge collaboratore della parrocchia.

Prima un salto a Boca Chica, famosa spiaggia turistica, e poi in una zona meno frequentata dai turisti, ma mal frequentata… neppure Jorge, attentissimo e preziosissimo per il servizio che ha svolto, è riuscito a impedire che rubassero le ciabatte a don Gianfranco.

Il reverendo ha fatto conoscenza sulla spiaggia… due ragazze dominicane che accompagnavano un occidentale. Purtroppo il fenomeno del turismo sessuale è molto diffuso… una vergogna del nostro mondo ricco di soldi ma povero di valori.

Io, questa mattina, mi sono occupato di telefonia e computer mentre Julia è tornata a scuola, nel suo nuovo liceo (chiederà il trasferimento?) ed ha fatto un passo all’asilo dove l’ho trovata intenta ad aiutare i bimbi di 5 anni ad incollare dei mattoncini colorati di carta… qualche foto (chiedevano a Julia dell’hombre con la camara) con questi bimbi che amano farsi riprendere. Poi siamo volati verso il centro nutrizonale dove si stava già pranzando; abbiamo ritrovato gli amici degli scorsi giorni. Julia si è messa ad imboccare una bimba e io a gironzolare per i tavoli giocando con gli ospiti del centro. Sono tutti bambini a parte una mamma presente con le sorelle ed i fratelli e la sua bambina.

Amber (se non vado errato questo è il suo nome) quest’oggi è ritornato a mangiare. Dall’indagine della suora non si è infortunato lavorando ma cascando da cavallo… comunque il colpo he ha subito sembra andare meglio.

Foto finale nel giardinetto del centro dopo che suor Serafina ha distribuito ai suoi ospiti delle delle piccole banane (una bontà!!) per completare il pasto e per la merenda. Alcuni bambini, utilizzando una scodella, portano a casa gli avanzi per la cena.

Il cibo merita un paragrafo a parte…

Suor Serafina a pranzo ci ha deliziato con le sue polpette di pesce indiane. Inoltre le suore ci hanno donato delle noci di cocco fresche delle quali abbiamo assaporato il succo. Don Gianfranco, modello Robinson Crousue, si è adoperato per spaccarle (sopra le pietre) ed è riuscito nel suo intento.

Ore 17 riunione della pastorale giovanile… mi unisco con Cinzia per capire un pochino di più la realtà della comunità che ci ospita. Don Paolo con eccellente capacità organizzativa ha fissato la scaletta della discussione: revisione settimana santa, attività varie, campi estivi… Per un attimo ti trovi proiettato in problematiche del tutto simili a quelle genovesi. Esempio: può fare l’educatore una persona che non ha la formazione e non in grado di essere di esempio? Oppure: lo possiamo coinvolgere solo come aiuto? Un’aria di déjà vu della mia esperienza nella parrocchia di Certosa. Si organizza il campo estivo!! Per i bambini non c’è problema poiché faranno il campo in parrocchia… per gli adolescenti quale soluzione al fine di evitare caotiche nottate di chi, una volta fuori dal controllo dei genitori, tende ad approfittare delle situazione??? qualche migliaia di Km di distanza ma problemi analoghi…. solo i numeri sono differenti; qui si parla di gruppi di 20-30 persone, e più di un gruppo per ogni parrocchia.

Il forte acquazzone intorno alle 5 di pomeriggio ha condizionato la partecipazione alla messa. Questa sera alcune panche erano vuote. Julia ha fatto la sua testimonianza in spagnolo parlando delle sue attività, dello studio, del gruppo Scout… è tendenzialmente taciturna ma preso il microfono in mano è diventata incontenibile…

Ieri sera ci avevano chiesto se ci piaceva la cucina dominicana… la nostra risposta ha incluso anche la bontà della frutta. Ci hanno chiesto che frutta avevamo assaggiato e hanno scoperto che non avevamo provato il mango. Questa sera sono arrivati chili di questo dolcissimo e squisito frutto… la generosità delle persone non conosce confini.

Questa mattina abbiamo, insieme a don Gianfranco, accompagnato Julia al liceo. La piccola della spedizione ha scelto volontariamente di seguire un paio di lezioni di religione tenute da suor Cristina e si è fermata all’ora di matematica delle terze scoprendo che esiste anche la “trigonometria” da lei fino ad ora mai vista. I “compagni” sono come in Italia; alcuni studiano nell’ora di religione le materie delle ore successive!!!

La direttrice incontra nuovamente don Gianfranco ed il sottoscritto in ufficio e affrontiamo i problemi della scuola, delle prospettive dei ragazzi terminato il corso. Pochi allievi proseguono gli studi, la maggior parte si dedicheranno alle attività avviate dalla famiglia con lavori probabilmente non adeguati al titolo di studio conseguito.
Il corpo docenti è composto da 11 persone… 11 insegnanti, 8 classi ….. i conti non tornano!!! Quante ore lavorano?
L’orario è di 28 ore alla settimana. Ma molti di loro integrano lavorando ulteriormente presso scuole pomeridiane o serali.

Cinzia passa la sua mattinata in Farmacia, dove ha modo di conoscere il personale e di seguire suor Blessila nella negoziazione con un rappresentante. Poi passa al centro nutrizionale. Oggi il ragazzo infortunato sul lavoro non c’è. Speriamo di incontrarlo domani e che il colpo che ha preso sia stato riassorbito.

Il pomeriggio è trascorso tranquillamente.

La sera durante la celebrazione eucaristica don Gianfranco ha fatto la predica, tradotto da don Paolo, mentre Cinzia è stata chiamata, con me vicino, a fare una piccola testimonianza… l’idea di don Paolo era quella di promuovere il matrimonio cristiano, non sempre adottato nel Guaricano. Spesso gli uomini preferiscono non sposare per non impegnarsi. Il che introduce elementi forti di instabilità nel tessuto sociale… domani toccherà a Julia dire qualcosa!!!

Oggi siamo andati a pranzo dal padre Ricardo Santelise. Era stato a pranzo da noi domenica, e gli faceva piacere ricambiare. Ho portato anche i nostri ospiti al completo, i quali hanno avuto l’opportunità di conoscere una maniera di fare il prete diversa.

La cosa più faticosa per me è stato il cominciare a mangiare tardi, friggevo perché avevo varie cose da fare in parrocchia nel pomeriggio.

Abbiamo dedicato la mattina alle visite iniziando dal consultorio. La struttura moderna e funzionale era in piena attività mentre suor Serafina ci accompagnava ad incontrare suor Blessila, impegnata a trattare con un rappresentante di farmaci, il ginecologo, la pediatra ed il medico generico che fanno servizio negli ambulatori. Sedute sulle panche nella sala di attesa persone di tutte le età, in particolare bimbi e ragazze in gravidanza.
Poi ci siamo spostati nel centro dove si fa la prima accoglienza, i prelievi del sangue e si raccolgono i campioni di urina per le analisi, la farmacia ed il centro nutrizionale dove si stava preparando per il pranzo dei bimbi.

Ci siamo avviati a piedi lungo le strade del Barrio per raggiungere don Paolo in parrocchia a Santa Margarita.
Da qui la visita al liceo dove abbiamo avuto modo di incontrare Nidia, la direttrice didattica, e visitare un tre classi (due prime ed una quarta) e ritrovare suor Crisitina intenta ad insegnare religione.

Le famiglie pagano circa 200 pesos al mese per mandare i ragazzi a scuola (circa 7 Euro). 240 sono gli allievi, suddivisi in 8 classi. Aule strette e stipate dove si portano avanti studi umanisitici e scientifici con un unico corso generale. A conclusione dei 4 anni di corso i ragazzi sostengono un esame che li abilita a frequentare l’università.

Poi un salto alla scuola primaria dove, appena entrati, i bimbi ci hanno visto con la macchina fotografica e ci hanno assaliti chiedendoci una foto.

Avrò avuto un nugolo di 40-50 bambini intorno a me che chiassosamente si spingevano l’un l’altro per occupare la prima file e mettersi in posa. Ho fatto fatica a contenerli mentre Julia era più o meno nelle mie stesse condizioni e gli inservienti intervenivano per liberarmi dall’assedio.

Anche qui abbiamo incontrato i direttori didattici e abbiamo visitato l’aula di scienze ed il laboratorio di informatica (eccellente grazie al prezioso lavoro di don Paolo).

1000 i bimbi e ragazzi che frequentano questa scuola che coincide con le nostre elementari più le scuole medie. Corsi al mattino, al pomeriggio e alla sera (per maggiori di 14 anni).

Usciti dalla direzione, nell’anticamera due bambini uno offeso e sofferente l’altro imbronciato. Una scaramuccia tra “colleghi” finita in direzione. La cosa singolare è che il colpevole è stato punito!! Lo abbiamo visto dopo alcuni minuti aiutare il personale delle pulizie portando il secchio dell’immondizia.

Entrambe le strutture scolastiche fanno capo alla parrocchia e Don Paolo ne è il direttore.

Attraversata la strada siamo entrati in un negozietto in ristrutturazione dove abbbiamo parlato con la padrona chiedendo della spesa per gli alimentari degli abitanti del barrio. Una famiglia mangia con un minimo di 100 pesos al giorno pro capite. Il riso costa 15 pesos alla libbra (ieri abbiamo cambiato 1 Euro con 38 Pesos). La carne costa 40/ 60 Pesos (sempre alla libbra).

Ritornati alla base ci siamo fermati al centro nutrizionale dove un gruppo di una quindicina tra bambini e ragazzi stavano consumando il pasto. Provengono da famiglie numerose che non hanno la possibilità di provvedere al sostentamento di tutti. Ci ha colpiti un ragazzino di non più di 10 anni con un rigonfiamento sul volto. Non frequenta la scuola e si era fatto male lavorando!!!

Il pomeriggio è trascorso tranquillo con Cinzia in Farmacia con suor Blessila. I clienti, per lo più provenienti dal consultorio, pagano le medicine un prezzo equo, decisamente più basso rispetto alle altre farmacie. I farmaci vengono dispensati da una grata in ferro, tanto che dall’esterno i farmacisti sembrano in gabbia.

Alle 7 di sera celebrazione eucaristica alla Divina Misericordia con circa 200 partecipanti. Prima di iniziare facciamo due chiacchere con Marcial, il diacono, e don Gianfranco prende contatto con alcuni ragazzi e ragazze… con loro chiaccheriamo del più e del meno fino all’inizio della Messa. Chiedono i nostri nomi, da dove veniamo, le nostre età… tutti si stupiscono nel capire che la nostra Julia ha solo 15 anni!! Sono suoi coetanei…

La cerimonia intensa e partecipata come al solito. Dopo la comunione don Paolo mi invita a dire qualcosa (senza avermi preavvisato…). Ho ringraziato i parrocchiani per la loro gioia e per la loro accoglienza, segno della dell’amore di Dio, della sua Divina Misericordia. Domani sera sarà il turno di Cinzia e Julia.

L’illuminazione in chiesa è possibile grazie ad un gruppo elettrogeno… ma questa sera, un po’ per il collegamento, un po’ per il carburante, abbiamo avuto dei problemi…. tanto che alcune ragazzine, vista la normalitá di questo evento nel barrio, hanno chiesto a Julia: “Anche in Italia la luce si interrompe sempre, vero?”

Sveglia alle ore 5:30, con don Gianfranco che passeggia nella sala della casa milanese che ci ha ospitato per la notte, recitando le lodi… pochi minuti irrompe nella nostra camera… “Gianni ho lasciato a casa il passaporto!!!”

Mentre Julia ancora dormiente non si rende conto del dramma in corso io con Cinzia lo invitiamo a guardare bene nello zaino… ma niente da fare…

Siamo rassegnati e, considerata l’impossibilità di tornare a Genova gli suggeriamo di provare a venire in aeroporto e vedere cosa gli dicono…

Passano pochi minuti e mentre ci stiamo vestendo il Calabrese irrompe nella nostra stanza con il passaporto ritrovato. E qui si prende un sonoro “suggerimento” ad andare a quel paese (non proprio cosi)… non male come inizio alle 5:35!!!

Taxi fino a Linate ed imbarco regolare sul volo per Madrid dopo che tutti i biglietti sono stati sbloccati dalla lista di attesa.

Ci imbarchiamo per il volo intercontinentale Madrid-Santo Domingo e scopriamo che io, Cinzia e Don siamo stati spostati in Business Class….

La solita fortuna di mia moglie che al primo volo intercontinentale si trova a godere delle coccole delle hostess… per stare insieme a Julia rinunciamo ad un posto in Business Class e ci alterniamo nei due posti a disposizione…

Arrivo a Santo Domingo, botta di caldo con il circa 30 gradi, attesa bagagli e finalmente l’incontro con don Paolo e suor Serafina che sono venuti a prenderci con il pick-up della missione. Riempito dei bagagli Cinzia e Julia si sono messe nel cassone a prendere il sole e far la guardia alle valige… ci avviamo verso la nostra destinazione.

La macchina non è velocissima, le strade sono disastrate, i mezzi circolanti non hanno mai frequentato le carrozzerie… alcuni girano senza parafanghi, con il parabrezza completamente venato. Il numero degli occupanti non conosce regole… rosari sugli specchietti.

Don Paolo si è adattato bene alle “regole” (si fa per dire) di guida e sorpassa a destra e sinistra, chiede strada con il clackson, lo suona vigorosamente se un veicolo è in rotta di collisione.

Arrivati alla casa occupiamo le nostre stanze conosciamo e le altre due suore… domani festa grande a suor Cristina che rinnova i voti temporanei.

Ore 19 S.Messa di Novena in preparazione della Festa Divina Misericordia.

Con l’auto don Paolo ci conduce nel barrio ed arriviamo a questa “nuova parrocchia” dove su una gettata di cemento sono costuite spartane pareti di legno con porte di accesso sui lati. Una griglia come finestra (i vetri sono inutili) e tre file di panche. Chiesa quasi piena al nostro arrivo. Veniamo accolti con un abbraccio dal diacono e ci sediamo in una panca tra la curiosità dei Domenicani. Mancano 15 minuti alla celebrazione ma si sta svolgendo una veglia riprendendo i temi cari a suor Maria Faustina Kowalska.

Cerimonia sentita con canti ben animati una partecipazione numerosa ed intensa. Alla fine veniamo presentati e don Gianfranco dice quanche parola tradotta da don Paolo. Tre file avanti a noi una bellissima piccola bimba è incuriosita da queste persone “colorate” di bianco… cerchiamo di avvicinarla ma non ne vuol sapere di venire in braccio con noi.

Poi don Paolo ci chiede di metterci in fondo alla chiesa e a quel punto siamo stati piacevolmente assaltati dai parrocchiani che abbracciandoci ci offrivano il loro benvenuto (avrò abbracciato persone per più di dieci minuti)… quasi come quando nelle nostre parrocchie entra un estraneo…

Cena ed inizia la prima notte al Barrio… in lontananza si sente la musica ad alto rumore…

Il pesto è arrivato senza alcun problema… domani trenette a Santo Domingo!!

Ora mi attende un letto con annessa zanzariera e le pale di un ventilatore… speriamo che questa notte facciano il loro dovere.

Buona Notte!

Eccomi qui, di ritorno dalla S. Messa della notte di Pasqua in Parrocchia da me a Pegli… All’inizio della veglia c’è stata la benedizione del fuoco, quindi eravamo tutti allo scuro, poi piano piano la luce ha cominciato a diffondersi lungo le navate della Chiesa, o meglio, ogni persona accendendo la propria candela è diventata luce e testimonianza del Risorto. Questo gesto si ripete tutti gli anni, eppure io mi emoziono sempre e ogni volta provo qualcosa di particolare che rinnova la mia fede.

So che quello che ho scritto non riguarda il Guaricano di Santo Domingo, però mi pareva bello ricordarlo in occasione della Pasqua e reputo sia anche questa una testimonianza missionaria tra le strade di Genova.

E poi lo sapete dov’ero l’anno scorso a quest’ora? In volo per Madrid-Santo Domingo… Diciamo che durante la veglia ho pensato tanto anche a questo… Sinceramente ero abbastanza terrorizzata all’idea di andar giù da sola, temevo magari di non adattarmi e di non essere utile; poi questa paura è svanita nel momento stesso in cui ho visto don Paolo e conosciuto la gente del barrio. Vi assicuro che non sono mai stata sola, nemmeno per un attimo, mi sentivo parte viva della loro comunità e a distanza di un anno e non so di quante miglia la cosa non è cambiata!

Quindi carissimi don Paolo, don Lorenzo, Suore, bambini, ragazzi del liceo, gruppo giovani e comunità parrocchiale,voi lo sapete che vi porto sempre con me e che appena posso torno a trovarvi… nel frattempo non mi rimane che augurare a tutti voi e ai sostenitori e visitatori della missione una Buona Pasqua, che sia un giorno pieno di serenità e gioia!

Un abbraccio di pace!

Ieri era il Venerdì dei Dolori, della Madonna, si intende.

Invece della Via Crucis che si fa gli altri venerdì di quaresima c’è l’usanza di fare una processione in cui si contemplano le scene evageliche in cui Maria soffre con Cristo, cominciando dalla profezia di Simeone (“una spada ti trafiggerà l’anima”) fino alla deposizione tra le mani della Vergine.

La cosa bella di quest’anno è che l’abbiamo coordinata tra le quattro parrocchie di Guaricano: Santiago el Menor e Nostra Signora dell’Amparo (=Guardia), dove hanno lavorato don Giulio, don Lorenzo e don Franco, e Santa Margarita e la Divina Misericordia. Ogni parrocchia è partita da “casa sua” e tutto siamo arrivati alla Divina Misericordia, dove abbiamo celebrato la Messa.

Questa Messa è stata molto sentita, da me, ma anche da tutti i presenti, ci ha fatto sentire chiesa che cammina insieme nei quattro angoli di Guaricano.

9:52 pm

Sul giornale


Processione delle Palme

Sono finito sul giornale.

Una foto che ho messo qui sul diario l’anno scorso l’hanno presa e stampata sul settimanale cattolico domenicano. È quella che vedete qui di fianco della Domenica delle Palme in cui cavalco l’asinello nella processione.

Vederla oggi è stata una gradita sorpresa!

Le confessioni di stasera erano nella parrocchia di San Luis Beltrán, a Sabana Perdida. Doveva esserci una coincidenza con un’altra parrocchia, perché c’eravamo solo il parroco di là, padre Luis Obispo Díaz, e io.

Così è durata un po’ più del solito, ma non importa! Il ministero della Riconciliazione è sempre una grazia grande, per chi riceve il perdono e anche per me che lo amministro!

9:38 pm

Stanchezza?

Non so se sono le confessioni tutte le sere, o se avrò qualche parassita, mi sento un po’ stanco…

Durante tutta la mattinata Carmen è stata vittima di un mio pesce d’aprile.

Stamattina alle sei le ho detto che don Chicco aveva telefonato per dire che era riuscito a spostare il suo volo di ritorno. Inutile dirvi che Carmen era raggiante.

Ed era raggiante pure quando a mezzogiorno le ho portato il “biglietto elettronico” del suo viaggio spostato. Purtroppo era tanta la sua fiducia in me che non l’ha neanche letto, e così a pranzo ho dovuto invitarla a guardarlo meglio. Ha potuto vedere che c’erano varie foto di pesci, e allora lì ha capito.

M’è spiaciuto, c’è rimasta male… Però abbiamo riso tantissimo!!!!

Stamattina alle nove mi sono tirato in letto e ho dormito fino a mezzogiorno. Non so cosa è, ma avevo un bisogno disperato di riposarmi.

Adesso sto meglio!

Oggi ho fatto un po’ la trottola, con le due messe nelle quali avevamo i catecumeni (bambini e giovani), la giornata con i bambini catecumeni dove ho spiegato i comandamenti, e la messa della sera con il battesimo di una persona anziata e malata.

Per grazia di Dio alla fine della Messa ho potuto accompagnare Miguel Ángel al Seminario, il Signore mi ha tolto la stanchezza!

Però stasera devo e voglio andare a dormire presto!

Oggi pomeriggio sono stato qualche ora nella cappella del settore Emmaus per dialogare con la gente che ancora non può confessarsi. È stato molto bello, almeno 4 o 5 persone hanno trovato la forza e la decisione di cambiare vita. Grazie, Signore!

Poi, alle sette, avevo confessioni nella parrocchia di San Benito (Benedetto). Molta gente, e varie confessioni proprio belle.

Ogni giorno apprezzo di più questo ministero presbiterale che il Signore mi ha dato!

Con la nostra scuola stiamo vivendo oggi il ritiro di Quaresima. La mattinata è stata molto bella, molto animata in canti, e molto profonda in riflessioni. I maestri, e anche i bidelli ecc., mi sono sembrati contenti.

Io ho fatto una riflessione sulla storia della Quaresima, che una persona mi ha detto che è stata bellissima. Le vie del Signore sono infinite, o anche strane: a me sembrava di non aver detto granché…

Ho anche confessato un po’ di gente, belle confessioni, il ritiro aiuta molto la gente ad andare in profondità.

Tra poco riprendiamo con il turno del pomeriggio. Le meditazioni toccano una a me a una a Carmen.

Aggiornamento serale: Anche nel pomeriggio tutto è andato liscio, c’è serenità, e mi sembra che se lo siano goduto!

Grazie, Signore!

Oggi pomeriggio, essendo festa nazionale, l’arcivescovo di Santo Domingo ha ordinato quattro diaconi transeunti. Juan, Faustino, Manuel e Robert hanno ricevuto il diaconato in una cattedrale bella piena.

Dei quattro conosco un po’ il primo e l’ultimo. Juan è venuto una volta al Guaricano a fare la settimana di pastorale vocazionale. Mi sembra di ricordare che ha mangiato e dormito con noi. Dev’essere stato quattro o cinque anni fa. Invece Roberto lo conosco di vista, per averlo visto varie volte in seminario. È una faccia di persona semplice, mi ha sempre suscitato simpatia, e forse è per questo che ricordo il suo nome.

La celebrazione è stata la occasione per ricordare anch’io il giorno in cui sono stato consacrato per il servizio!

Stamattina sono stato vicino a Juan Dolio (è un posto famoso per il mare), a passare alcune ore in compagnia dei preti della diocesi di qua.

Il vicario episcopale per il clero sta organizzando questi incontri bimestrali, incontri non per sentire conferenze o discutere problemi, ma per stare insieme serenamente.

E di fatto mi sono passato quelle ore giocando a domino e a scacchi, e chiaccherando con vari preti.

Un clima bello, in un ambiente bellessimo!

Stamattina non avevo voglia di andare all’incontro dei preti e diaconi della zona, ma per non dare cattiva testimonianza a Marcial sono andato. È venuto anche Lorenzo.

Di fatto il Signore mi ha fatto capire che ne valeva la pena, perché si sono trattate varie cose importanti:

  • Si è fatto il calendario delle celebrazioni penitenziali di quaresima. Mi sono impegnato ad andare praticamente a tutte, la vedo come una cosa prioritaria del mio ministero.
  • Abbiamo toccato il tema del battesimo dei conviventi, che di fatto ho visto che è scottante anche per gli altri.
  • Si è cominciata a programmare la Via Crucis del Venerdì Santo.
  • Abbiamo mangiato insieme (un po’ spartano, a dire il vero!).
  • Dulcis in fundo, ho bevuto della bella acqua di cocco, e anche un buon cocco fresco.

Rieccomi qui e stavolta per invitare tutti gli “affezionati” genovesi della missione che ancora non ne fossero al corrente all’incontro di venerdì 17 febbraio alle 18,00, presso la sala Quadrivium in centro.

In tale occasione verrà proiettato il documentario sulle Missioni Diocesane Genovesi di Santo Domingo e Cuba.

Sicuramente avrete visto parte del documentario andato in onda qualche tempo fa su TV7 e su TGR Liguria. Venerdì è prevista la visione integrale del filmato. Interverranno S.E. il Cardinale Tarcisio Bertone, il giornalista RAI e autore del filmato Tarcisio Mazzeo, don Francesco Di Comite vice direttore dell’Ufficio della Pastorale Missionaria e dell’Ufficio Stampa Diocesano, e Massimiliano Costa in rappresentanza della Regione Liguria per la Cooperazione Internazionale.

Se volete ulteriori informazioni basta consultare il sito:
http://www.diocesi.genova.it/

Io non sto più nella pelle e non vedo l’ora che sia venerdì. Se avete modo spargete anche voi la voce, più siamo meglio è, penso sia un modo bellissimo della Chiesa di diffondere la testimonianza missionaria tra la gente di qui.

Naturalmente don Paolo don Lorenzo e suore vi terrò informati, quindi a prestissimo!

Un abbraccio di pace a tutti!

Ho dato oggi pomeriggio l’unzione a una malata terminale che sembrava in stato di coma: occhi chiusi, non reagiva, non parlava.

Due cose mi sono rimaste impresse.

La prima, che prima dell’unzione, nel parlare al suo cuore dell’amore di Dio, il suo respiro è diventato più veloce, segno che in realtà la donna sentiva benissimo quello che le dicevo.

La seconda, che quando la figlia l’ha scoperta per ungerla in varie parti del corpo, ho sentito un odore nauseabondo. Il corpo era pieno di piaghe da decubito, in molti punti del corpo. La visione, e soprattutto l’odore, mi hanno spinto a finire alla svelta.

La figlia mi ha poi detto che ha un tumore terminale.

Il viaggio per tornare alla missione è un po’ tormentato. Era programmato che arrivassi ieri sera, e invece sono ancora a Panama, in un albergo gentilmente offerto dalla compagnia aerea, e qui scrivo da un centro di internet a pagamento.

Il secondo aereo, quello che ci doveva portare da São Paulo a Panama, non e partito a causa, sembra, di un ritardo che ha costretto i piloti a riposare, e quindi dalle due di pomeriggio che dovevamo partire siamo slittati a stamattina alle cinque. Dall’albergo ci hanno fatto partire a mezzanotte e mezza, e cosi mi farò 24/25 ore senza dormire. Pazienza!

Volevo scrivere gia da São Paulo, ma il costo era eccessivo, qua è più agevole, prendono solo un dollaro l’ora.

In aeroporto qui a Panama ho ritrovado don Ennio, un prete torinese che da molti anni lavora in Guatemala, e stato stupito di vedermi, pensava che me ne fossi andato in giro… Gli ho spiegato degli inconvenienti, e non ha potuto che compiangermi.

Riparto stamattina da Salvador per Santo Domingo. Ho l’aereo con Varig alle nove e venti, poi il cambio a São Paulo, e via Panama alle undici di sera dovrei atterrare a Santo Domingo.

10:22 pm

Yemanjá

Questo nome strano mi era perfettamente sconosciuto fino ad oggi. È il nome di una specie di divinità africana che qui a Salvador ancora oggi è venerata. In particolare il 2 febbraio di ogni anno fedeli devoti portano alla foce del Rio Vermelho offerte floreali, che vengono portate in alto mare e lì abbandonate alle acque.

Vi domanderete come è possibile che ancora oggi si veneri una divinità pagana in un paese “cattolico” come il Brasile. La risposta è facile da capire se si intuisce come avvenne la cristianizzazione dei negri (qui, come a Santo Domingo e negli altri paesi latino americani). Ad essi i loro padroni proponevano il cattolicesimo, e li battezzavano senza preoccuparsi di far loro una catechesi. Così le credenze africane continuavano, rivestendosi del culto dei santi cattolico. In particolare, Yemanjá, la divinita delle acque, venne rivestita dell’immagine cattolica della vergine Maria, e la festa, che era festa di offerte floreali popolari, venne celebrata nel giorno in cui la vergina portava il bambino Gesù al tempio per offrirlo al Signore.

Quello che abbiamo visto oggi pomeriggio a Salvador e stata una gran affluenza di gente alla foce del Rio Vermelho, con tantissime bancarelle e gente che vendeva qualche cosa. A partire dal primo pomeriggio si vedevano arrivare persone sole, soprattutto donne (le cosiddette Bayane, con il loro caratteristico vestito bianco), ma anche gruppi di giovani, e tutti avevano in mano o in cesti corone di fiori, a volte con in mezzo al cesto una statua della madonna o di un’altra immagine femminile. Tutti si recavano alla spiaggia, montavano in una barca, e in alto mare offrivano i fiori.

Per chi capisce qualche parola di portoghese c’è una spiegazione molto piu chiara alla pagina http://pt.wikipedia.org/wiki/Iemanjá; o, in inglese, http:/en.wikipedia.org/Yemaja.

Oggi pomeriggio abbiamo visitato Salvador. È la capitale dello stato brasiliano di Bahía (turisticamente si conosce in Italia come Salvador de Bahía), ed è stata la prima capitale del Brasile, grazie soprattutto all’amplissima baia su cui si affaccia. I portoghesi degli inizi del cinquecento non avevano molti altri punti di approdo, perche la costa del Brasile è tutta una spiaggia. Qui posero quindi il loro quartier generale, commercializzando, al meno in un primo momento, lo zucchero che si estraeva dalla canna.

Abbiamo potuto vedere la parte storica della citta, il Pelourinho, ricca di chiese in stili coloniale e barocco. In particolare il barocco di qui è ricchissimo e doratissimo.

Ci hanno fatto vedere il posto dove venivano puniti pubblicamente gli schiavi. Nella stessa piazza c’è ancora la chiesa della comunità negra, in cui si osservano statue di santi negri, che non si sa se siano stati canonizzati dalla chiesa cattolica o no.

11:05 pm

Teatro popolare

La serata di stasera all’incontro dei missionari italiani è stata dedicata a incontrare un gruppo di giovani brasiliani che fanno teatro popolare. In un’oretta ci hanno presentato uno scorcio della vita quotidiana nel loro paese, con il turista derubato, la prostituta uccisa, la vita della gente che lotta per sopravvivere.

La cosa che piu mi è piaciuta e stato quando tre piccoli commercianti si vedevano minacciati dal comune che li voleva sloggiare per far posto a non so che opera pubblica. Lì hanno preso coscienza che potevano lottare insieme. E la scena si e conclusa con la canzone di Giorgio Gaber, La Libertà: i giovani si sono imparato a memoria il ritornello, in italiano, e l’hanno cantato con il sottofondo della cassetta che veniva riprodotta.

Dopo di loro, c’è stato un gruppo di ragazzi che fanno musica popolare brasiliana con strumenti fatti con materiali riciclati. C’erano almeno una decina di percussioni, con una ragazza che cantava. Il ritmo è stato trascinante per i giovani che avevano fatto teatro, i quali sono saliti sul palco e si sono messi a ballare: una maniera di ballare che sapeva di Africa, come di Africa sapevano i ritmi dei tamburi. Un missionario che lavora in Brasile mi ha spiegato che da questo punto di vista il Brasile è ancora pura Africa, cosa che, da quello che abbiamo visto, nessuno avrebbe potuto negare.

Un vescovo brasiliano ha evidenziato oggi (parlando in portoghese) le luci e le ombre del servizio dei preti fidei donum in Brasile. Tutto quello che ha detto si applica anche fuori da questo paese.

Cosa ne è venuto fuori?

Tra gli aspetti positivi:

  • La fedeltà dei fidei donum al celibato e il disinteresse nell’amministrazione (si capisce che in questo i preti locali sembrano meno affidabili);
  • La loro disponibilità a lavorare nelle zone più difficili;
  • La loro passione per il coinvolgimento attivo della gente, cosa che è passata, storicamente, attraverso il grande appoggio dato alle CEBs;
  • Gli aiuti economici con cui hanno costruito chiese, animato la pastorale e il lavoro sociale;

Tra quelli negativi:

  • Il non aver aiutato spesso le comunità locali a sostenere le loro opere

Domani lasciamo il Guaricano, povero don Lorenzo rimarra solo… però avrá finalmente un po’ di riposo nel tenere in ordine la casa e soprattutto in cucina… io e Alessandro siamo di buona forchetta e qui con le prelibatezze che prepara non ci si può tirare indietro…

Tanta amarezza e qualche lacrima fin dalla messa di stamattina, salutare e ringraziare tutte le persone incontrate è davvero difficile, sia perché sono tante, sia perché ci dispiace davvero molto lasciarle.

Amarezza anche perché oggi è morto il povero Marcelito, venerdí gli avevano amputato la gamba, ma il suo corpo troppo debole non ha resistito. Ti preghiamo Signore affinché finalmente tra le tue braccia trovi tanto amore, conforto e calore.

Ti ringraziamo Signore anche per i sacerdoti e le suore che vivono in questa missione, che ci hanno accolto e ospitato con tanto amore, facendoci sentire come a casa.

È davvero un gran dono quello che ci fai a chiamare al tuo servizio delle persone tanto buone…

Anche se stiamo partendo siamo contenti, perché il grande affetto che ci hanno donato don Paolo, don Lorenzo, suor Serafina, suor Modesta e suor Cristina in questi dieci giorni, sappiamo che quotidianamente viene anche donato a tutta la popolazione del Guaricano.

Un grande insegnamento, nella nostra prima settimana di permanenza qui, ci è stato dato da altri tre meravigliosi sacerdoti, don Giulio, don Mario e don Franco, che con la loro esperienza ci hanno mostrato diversi aspetti del Guaricano, accompagnandoci nelle famiglie, nelle scuole e per le strade del Barrio.

Quella che abbiamo vissuto qui è un’esperienza di vita profonda, difficile da spiegare, ma semplice da vivere, abbiamo solo portato la nostra presenza e la nostra testimonianza di vita parrocchiale, ricevendo in cambio moltissimo amore.

Gracias Señor, muchas gracias…

11:59 am

Sto partendo

Tra cinque ore ho l’aereo: vado in Brasile, a Salvador, stato di Bahía, dove parteciperò a un incontro di tutti i missionari fidei donum italiani, in occasione del 50º anniversario dell’enciclica Fidei Donum di Pio XII. È l’occasione per fare il punto sull’impegno missionario della chiesa italiana e sulle modalità dello stesso.

Sarò di ritorno venerdì sera tardi.

Ah, dimenticavo di scrivere che oggi pomeriggio ho fatto ai professori della scuola una lezione sulla cresima. Non ce l’ho fatta a terminare il materiale preparato, la prossima volta lo continuo.

Preparare questa lezione ha fatto bene anche a me, mi ha aiutato a scoprire la ricchezza di questo sacramento che ho ricevuto ormai trent’anni fa!

10:42 pm

Orario del liceo

Tra stamattina e stasera ho dedicato tre o quattro ore a preparare e stampare l’orario del secondo quadrimestre del liceo.

Prima lo facevamo a mano (cioè lo faceva Nidia, sudando sangue), ma ora con un programmino sul computer si mettono i parametri e si lancia e voilá appare l’orario fatto.

In realtà le cose non sono così semplici, a volte i parametri che dai sono troppo stretti, e anche questa volta difatti ci sono voluti molti tentativi prima di farcela.

Stasera poi, dalle sette e mezza alle dieci, l’ho stampato. Perché c’ho messo tanto? semplice: il programma è un shareware non registrato, e pertanto non permette la stampa del risultato. Però facendo uno screenshot (o meglio, venti) si può avere un risultato meno bello ma equivalente.

La nostra visita qui in Guaricano trascorre in modo molto diverso, in un modo che forse mai avevamo provato, in modo pieno, ricco di emozioni; siamo partiti mercoledí mattina dall’aereoporto di Genova e arrivati a Santo Domingo mercoledí sera alle 18 (ora locale). Oggi é solo domenica ma ci sembra di essere qui giá da una vita.

Una breve sosta a Parigi tra un volo e l’altro di 5 ore che ci ha permesso di visitare la Basilica del Sacro Cuore.

Arrivati all’aereoporto di Santo Domingo la festa è stata tanta da subito: agli arrivi ci aspettavano i ragazzi del coro di una parrocchia del Guaricano, che, con tamburi e cartelloni, intonavano canti animatamente battendo le mani… è stata un’emozione fortissima e, anche se la festa era soprattutto per Padre Paolo e Padre Franco che ritornavano in missione, anche noi ci siamo sentiti accolti in maniera molto calorosa, infatti tutti ci abbracciavano e salutavano dandoci il benvenuto.

Il giorno successivo abbiamo visto il centro medico e il centro nutrizionale della missione, abbiamo fatto una visita nelle varie parrocchie e nel pomeriggio siamo andati nel centro della cittá.

Il lavoro che svolgono qui nella missione è tantissimo e sono tutti impegnatissimi; non ci vuole molto per capire che l’amore che danno i missionari al popolo del Guaricano è immenso e l’amore di Dio si sente immediatamente.

Venerdì siamo stati al Mare a Boca Chica e nel pomeriggio sono stata con don Franco e don Paolo all’ospedale, dove ho consciuto dei colleghi di Santo Domingo e ho visto le apparecchiature radiologiche da loro usate…

Sabato siamo andati ad Higüey per il pellegrinaggio della Madonna dell’Altagracia. C’erano moltissime persone tutte ad venerare la Madonna dell’Altagracia, tanti avevano bivaccato fuori dalla chiesa la notte precedente; un’occasione davvero unica per vedere una festa così importante per il popolo dominicano.

In tutti questi giorni, partecipando alle Messe, abbiamo conosciuto tantissime persone, ci siamo presentati nelle varie parrocchie e tutti ci hanno accolto con un caloroso benvenuto e moltissimi baci e abbracci.

La Messa qui è molto diversa, tutti hanno una gran voglia di partecipare e fare festa, cantare e ballare… quando il parroco fa le domande non rispondono solo i bambini, tutti partecipano attivamente, molti fanno intenzioni di preghiera e ringraziamenti spontaneamente, e tutto ti fa capire che è una fede forte che ha voglia di crescere sempre di piú…

È un’esperienza particolare davvero molto bella… grazie a tutti!!!!

Descrivere una giornata qui in Guaricano credo sia impossibile, il tempo a Santo Domingo cambia in continuazione, ci sono momenti in cui piove e dopo una manciata di minuti, come per magia, spunta il sole caldo come a Genova a ferragosto.

Non so se purtroppo o per fortuna le emozioni che stiamo vivendo sono simili al tempo: momenti di giochi con i ragazzi e bambini, situazioni davvero divertenti con don Paolo, don Lorenzo, don Giulio, don Franco e il piccolo don Mario, e situazioni davvero tragiche come la storia del povero Marcelito.

Marcelito è un anziano, a cui abbiamo fatto visita, cieco e con un piede in cancrena, costretto a vivere in una baracca senza niente: non un letto, non un tavolo, non una luce, niente.

Un’altra cosa che ci colpisce particolarmente qui in Guaricano sono i bambini, disseminati per le strade del Barrio a giocare con sacchetti usati come aquiloni o a rincorrersi per le strette e maleodoranti viuzze.

In tali situazioni gli sguardi sono sempre pieni d’amore e di pace e la mancanza di tutto quello che noi crediamo indispensabile non gli fa mai mancare il sorriso e la voglia di vivere.

Grazie di cuore popolo del Guaricano per questo indimenticabile insegnamento.

Muchas gracias.

Oggi abbiamo il viaggio di ritorno.

Non vado solo: ci saranno con me don Franco, don Giulio, don Mario Montaldo, e pure Erika e Alessandro.

Alle sei e mezza in aeroporto, per partire alle sette e mezza. A Parigi ci aspetta una sosta di cinque ore, e penso che andremo a vedere qualcosa.

Carissimi amici e benefattori,

approfitto di queste vacanze a Genova, dalla mia famiglia, per scrivervi con più calma questa lettera, che vuole essere innanzitutto un ringraziamento al Signore per tutto quello che la Missione Diocesana di Santo Domingo ha potuto essere e realizzare durante l’anno 2005, e quindi un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno intenso, e anche un anno molto particolare. Provo a scrivere le cose principali, perché aiutino me e voi ad amare sempre più quel Signore che ha reso possibile tutto questo.

***

Come già sapete, a fine 2004 avevamo consegnato al vescovo di Santo Domingo le parrocchie di Santiago el Menor e Nostra Signora del Amparo (Guardia). Il cardinale di Santo Domingo aveva subito provveduto alle parrocchie mandando come parroco il padre Federico, che aveva sudiato in Italia, un prete molto amico di don Giulio Boggi. Il padre Federico ha fatto un buon lavoro, portando avanti con amore le comunità che don Franco gli aveva consegnato; e ciò nonostante fosse anche responsabile della radio diocesana. La permanenza del padre Federico non è stata lunga, perché il vescovo l’ha chiamato a diventare formatore in seminario. E così in settembre le due parrocchie hanno ricevuto il loro nuovo parroco nella persona del padre Isidro, un giovane sacerdote dei neo catecumenali. Pieno di entusiasmo, è all’inizio del suo ministero e sta cercando di conoscere la realtà a cui è stato mandato. Lo affianca un diacono permanente.

***

A Santa Margarita c’è stato abbastanza fermento, ma non per cambi di preti, quanto per il nuovo entusiasmo generato dal lancio del Terzo Piano Pastorale Diocesano. Siamo arrivati cioè alla fase operativa di questo Piano Pastorale, che si sta elaborando da circa tre anni, e che è pensato per essere le linee guida della vita diocesana nei prossimi trent’anni. In pratica il 2005 è stato l’anno in cui sono stati chiamati e formati i messaggeri e le equipe di settore. I primi hanno l’incarico di portare alle famiglie della parrocchia una lettera mensile del parroco con un tema uniforme a livello di tutta la diocesi: ogni messaggero si occupa di dieci/quindici/venti famiglie, delle quali si occupa in maniera amorosa e particolare. Invece le equipe di settore hanno la funzione di organizzare nei vari punti della parrocchia attività mensili che aiutino a recepire e interiorizzare i temi del piano pastorale. Grazie a Dio la comunità di Santa Margarita ha risposto molto bene a queste sollecitazioni: i messaggeri svolgono il loro lavoro nella gran maggioranza, e le equipe di settore discretamente bene; purtroppo in qualche settore le persone che sono state chiamate non si sono rivelate in grado di svolgere il compito, speriamo di rimediare in questo 2006.

Naturalmente una parrocchia non può limitarsi a chiedere servizi alla sua gente, deve anche offrire una formazione solida. Per questo è stato portata avanti lungo tutto l’anno la formazione dei candidati ministri. Avevamo già i ministri, ma sono praticamente “scaduti”, e per questo c’è un gruppo che si prepara, in parte “vecchi” in parte “nuovi”. Non si è ancora potuto mandare la lista al vescovo per la dovuta istituzione in quanto per molti candidati è stato difficile recuperare i documenti che la diocesi richiede. Spero di concludere il lavoro nei primi mesi di quest’anno.

Un altro momento di formazione è stato il nuovo Ritiro di Evangelizzazione che si è fatto in giugno, ed i cui partecipanti sono già entrati alle comunità apostoliche. E proprio in questi giorni parte la preparazione per un nuovo Ritiro. Sapete che i Ritiri di Evangelizzazione sono un momento di riannuncio del Vangelo, preceduto e seguito da un cammino di approfondimento catechetico e inserimento comunitario. Hanno fatto molto bene alla nostra parrocchia, e continueremo invitando la gente a passare per questa tappa!

In agosto abbiamo avuto come tutti gli anni la Missione Parrocchiale: due settimane in cui non abbiamo fatto altro che muoverci ai vari settori della parrocchia per portare un annuncio del Vangelo casa per casa. I circa 100 missionari hanno lavorato con entusiasmo, e dalla Missione si sono rivitalizzate le Comunità Ecclesiali di Base. Si è poi resa necessaria una ulteriore missione di tre giorni a Duquesa, che è il paesino più periferico della parrocchia: a causa di un problema molto forte in quella comunità (vedi più avanti) c’era un forte bisogno di riconciliazione, e per questo la parrocchia si è mossa e ha visitato tutte le famiglie di quella comunità per tre giorni consecutivi. Di fatto, grazie a Dio, gli animi si sono rasserenati e adesso la comunità vive meglio.

E in questo 2005 per la prima volta abbiamo fatto la Settimana Biblica. A fine settembre, tutte le sere di una settimana sono state dedicate a una catechesi fondamentale sulla Parola di Dio. L’abbiamo fatta nei vari settori, cioè in sei punti diversi, e i relatori siamo stati io, don Lorenzo, Francesco Zannini sempre molto disponibile, Marcial (che era già diacono) e Juan Luis (candidato diacono). Ho preparato gli schemi della catechesi per tempo, e in tutti e sei i punti è stato fatto lo stesso cammino. La settimana si è conclusa con la processione, portando in alto per le strade del barrio la Bibbia. La partecipazione della gente è stata superiore alle aspettative, circa 400 persone hanno partecipato assiduamente!

Anche a livello giovanile c’è stato fermento. La commissione di pastorale giovanile è uscita dala fase di rodaggio e adesso coordina bene le attività degli otto gruppi di adolescenti e giovani sparsi nei vari punti della parrocchia. Nell’estate abbiamo avuto bivacco dei responsabili, campo adolescenti e campo bambini; praticamente tutto il mese di luglio è passato concentrati nel lavoro con i giovani. In particolare il campo adolescenti ha lasciato il segno, perché alcuni ragazzi un po’ più grandi sono stati colpiti da un incontro dedicato all’aborto, e hanno iniziato a progettare un’attività parrocchiale, che poi si è svolta magnificamente a fine novembre, e che ha permesso di risvegliare le coscienze su questo tema tanto importante (vi preciso che in Repubblica Dominicana l’aborto non è legalizzato, e di fatto la cultura della gente è abbanstanza lontana, grazie a Dio, dalla legalizzazione). Inoltre una giovane della parrocchia ha potuto partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia, e il viaggio è stato pagato con i soldi raccolti nei vari gruppi. Poi a inizio dicembre c’è stata la Settimana Giovanile, alla quale hanno partecipato circa 300 giovani: tutte le sere c’era una conferenza, e i temi gravitavano attorno alla sfera sessualità / fidanzamento / matrimonio. Relatore di eccezione, la seconda sera, il card. Nicoĺás de Jesús López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo!

Anche sul versante famiglia c’è stato un buon lavoro: si sono fatti nell’anno due CPM (Corsi di Preparazione al Matrimonio). E a dicembre c’è stata la “mietitura”, con 13 coppie che si sono sposate. Sono tutte coppie “navigate”, con almeno dieci-venti anni di matrimonio sulle spalle. Alcuni avevano fatto il CPM vari anni fa, ma non avevano potuto celebrare le nozze per motivi economici – il paese ha vissuto una crisi economica tremenda da fine 2002 a metà del 2004. Oltre a ciò, il mese di novembre, dedicato alla famiglia, abbiamo avuto la grazia di ricevere un Ritiro di Guarigione Familiare che ha segnato profondamente la vita di molte coppie che hanno partecipato.

E, per finire questa carrellata su Santa Margarita, con gli aiuti venuti da Genova abbiamo potuto comprare una casa che è diventata una nuova cappellina di settore: così il settore Sinaí, che prima doveva chiedere ospitalità in un collegio privato (con molti problemi) adesso ha il suo spazio per la catechesi, le riunioni e l’annuncio della parola!

***

Ma legato a Santa Margarita c’è un fatto ancora più importante: la nascita della nuova parrocchia della Divina Misericordia.

Già da tempo mi rendevo conto che Santa Margarita, con i suoi 40,000 abitanti, era troppo grande. E di fatto il card. Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, vuole che si dividano queste parrocchie grandi perché la chiesa sia più vicina alla gente. Pur capendo l’esigenza, non mi era ancora mosso in questo senso per il timore che la gestione di due parrocchie potesse appesantire eccessivamente i ritmi di lavoro.

La cosa si è fatta possibile invece a partire da giugno, mese in cui il nostro caro Marcial Nova, laico molto impegnato nella parrocchia, ha ricevuto l’ordinazione diaconale. Ha terminato il cammino di formazione, durato tre anni, e il 25 giugno ha ricevuto il diaconato insieme a una ventina di altri uomini più o meno attempati come lui (Marcial ha quasi cinquant’anni). Tra l’altro questa ordinazione è stato un momento molto gioioso di tutta la comunità, che in questi anni è sempre stata molto vicina a Marcial è ha detto presente in tutti i momenti in cui ha fatto i vari passi di avvicinamento all’ordinazione. Così, già due anni fa avevo parlato con il vescovo di Santo Domingo della destinazione di Marcial, e alla mia proposta che lui lavorasse nella futura nuova parrocchia ho trovato perfetta consonanza. Ho iniziato quindi un forte lavoro di sensibilizzazione della comunità parrocchiale sul fatto che dividere la parrocchia in due ci avrebbe aiutato nella missione evangelizzatrice. Se ne è parlato almeno per sei mesi, senza fretta, e la gente si rendeva conto ogni giorno di più che si poteva e si doveva fare la divisione. Si sarebbe celebrata Messa domenicale nella nuova parrocchia, ci sarebbe stato il suo consiglio pastorale, animatori e catechisti si sarebbero riuniti là, ecc. ecc.

Così, in maggio, abbiamo cominciato a costruire una cappella provvisoria sul terreno che già da qualche anno era stato donato per costruire una chiesa. L’opera è stata avviata coinvolgendo la comunità parrocchiale: pulire il terreno, innalzare i pali della struttura, inchiodare le assi, mettere il tetto di lamiera. Il progetto non era ambizioso, anzi, era fatto all’insegna dell’economia, perché l’idea era che la comunità parrocchiale facesse qualcosa di suo, con le sue forze e i suoi soldi. Di fatto la “chiesa” che è nata è provvisoria, può contenere solo 200 persone (più altrettante all’esterno), ed è fatta con materiali economici. A questa maniera, però, è stata alla portata delle forze e delle finanze della comunità. In tutto è costata circa 150,000 pesos (equivalenti a 4,000 euro), ed è pensata per funzionare qualche anno.

Dopo aver fatto la nuova “chiesa”, ci siamo imbarcati nella costruzione dell’ufficio parrocchiale e della casa canonica. Anche qui una cosa piccola, ma necessaria, perché l’apertura della parrocchia-istituzione richiede di mettere in atto tutta una serie di azioni (libri dei sacramenti, conti, archivio documenti, ecc.) che hanno bisogno di una struttura stabile e definitiva. Questa nuova costruzione, fatta al lato della “cappella del barrio”, è stata fatta con criteri costruttivi seri, e di conseguenza il prezzo è stato serio pure lui: è costata circa 500,000 pesos (13,000 euro), che avevamo solo in piccola parte, e che non abbiamo ancora finito di pagare; anzi, siamo nei debiti fino al collo con la parrocchia vecchia e la nuova. Ma siamo nei debiti apposta, perché considero importante che le comunità sappiano che le cose costano e che dobbiamo sforzarci per pagarle. Dopotutto le offerte che molti di voi hanno dato, e danno!, e che hanno reso possibili moltissime cose, non sono forse frutto di sacrifici e rinunce? La chiesa genovese si è sacrificata moltissimo, dando spesso ben oltre il superfluo, e come parroco sento la responsabilità di educare anche la mia gente di là a rinunciare a quello che hanno perché la chiesa possa vivere e lavorare.

Così in luglio è stata terminata e inaugurata la nuova “chiesa” della Divina Misericordia. Abbiamo cominciato a celebrare lì l’Eucarestia alla domenica alle sette di mattina (stessa ora che a Santa Margarita). I piano erano di aggiungere altre messe festive, ma non si è ancora potuto. Fatto sta che, contrariamente alle mie aspettative, quell’inizio della messa domenicale ha significato molto. Io avevo paura di rimanere con la messa di Santa Margarita vuota. Invece quello che è successo è stato che a Santa Margarita mi sono trovato con 200 persone in meno, ma alla Divina Misericordia ne vanno 400!!!! “La chiesa vicino alla gente!” Ho capito perfettamente in quel momento l’insistenza del cardinale per l’apertura di nuove parrocchie! E di fatto la situazione ha gasato tremendamente i parrocchiani “storici” della Divina Misericordia, quelli che hanno lavorato per anni a Santa Margarita: tutti ci siamo resi conto che la mano del Signore era presente in quel momento di vita parrocchiale. E il card. Nicolás ha voluto condividere la nostra gioia: la domenica 11 dicembre ha detto presente, presiedendo l’Eucarestia e dando molto calore alla nuova comunità parrocchiale. La gente ha sentito e apprezzato moltissimo questa presenza del suo vescovo!

Dopo aver cominciato a celebrare l’Eucaristia alla Divina Misericordia, si è sdoppiato anche il Consiglio Pastorale. Gli animatori delle Comunità Ecclesiali di Base hanno cominciato a riunirsi in “casa” loro, e lo stesso i catechisti. Chi porta avanti questo lavoro pastorale è appunto il diacono Marcial, con il quale condividiamo la preparazione delle riunioni e lui le fa alla Divina Misericordia. Anzi, spesso lui partecipa alla riunione che faccio io a Santa Margarita, e la “riproduce” alla Divina Misericordia. E segue con amore la gente di là, visita le comunità, parla con le persone, ecc., tutto quello che farebbe un prete, solo che ovviamente non presiede l’Eucaristia, non confessa e non da l’Unzione dei Malati. Gli è toccato invece battezzare già varie volte e benedire vari matrimoni! Marcial lavora al mattino nel baretto della scuola (da vari anni fa questo lavoro), e il pomeriggio e la sera li dedica alla parrocchia. La comunità, da parte sua, gli dà un piccolo aiuto di 3,000 pesos (quasi 100 euro) al mese per le spese di trasporto e anche per aiutarlo a mantenere la sua famiglia.

***

Le nostre parrocchie cercano di vivere intensamente la pastorale diocesana. Come vi dicevo il 2005 è stato l’anno del lancio operativo del Terzo Piano Pastorale. Ciò ha comportato un lavoro parrocchiale di motivazione delle persone e di formazione dei nuovi operatori. L’entusiasmo per questo lavoro è venuto da vari momenti in cui la comunità diocesana si è riunita in massa e il card. Nicolás, pastore di questa porzione del popolo di Dio, ha incoraggiato con unzione dello Spirito Santo preti, diaconi e laici.

Il giorno del Corpus Domini ci siamo riuniti da tutte le parrocchie della Diocesi nel parco del grandioso Faro a Colombo: 50,000 persone, provenienti dalle dodici zone pastorali in cui Santo Domingo è divisa. La giornata era dedicata in particolare ai futuri messaggeri che avrebbero distribuito alle famiglie la lettera mensile correlata al Terzo Piano Pastorale. La partecipazione non è stata massiva solo dal punto di vista numerico, ma anche nella qualità dei presenti e nella decisione a realizzare l’opera che veniva proposta. Della nostra parrocchia hanno partecipato ben duecento cinquanta messaggeri, che a tutt’oggi sono attivi nella consegna puntale della lettera alle loro famiglie.

A livello zonale il momento forte dell’anno è stata la Via Crucis del Venerdi Santo. È ormai una tradizione ben consolidata, essendo già il quinto anno che si svolge. Da ogni parrocchia si parte alle 4/5 del mattino, pregando con le stazioni preparate da un’apposita equipe, e camminando a piedi per circa 15 km. Nel punto finale ci si ritrova tutti, stanchi ma gasati dal vedere tanta gente professare la nostra stessa fede e vivere il nostro stesso amore alla Chiesa.

Meno estusiasmante è stata invece la chiusura dell’Anno Eucaristico, che si è svolta anche lei al Faro a Colombo l’ultimo sabato di ottobre. Il poco tempo a disposizione per prepararla, e il fatto che sia stato sabato e non domenica – qui il sabato è dedicato alle pulizie della casa e soprattutto ai lavaggi, senza contare che molta gente lavora di sabato – ha reso molto meno partecipata, ma non per questo meno significativa, la celebrazione.

E per finire in bellezza con questi momenti diocesani, il giovedi prima di Natale tutti i preti di Santo Domingo siamo stati ospiti del Cardinale per gli auguri natalizi. Non è mancata buona musica, fervidi auguri, e l’immancabile pranzo!

***

Venendo alla vita della nostra comunità missionaria, abbiamo avuto un lutto: suor Patrizia, che ha lavorato nella missione dal 1994 al 2002, è mancata il 7 aprile; entrata nelle nostre suore Brignoline dall’età di sedici anni, da due soffriva di un tumore all’utero, era stata operata due volte, e due volte aveva fatto la chemioterapia. Ha lottato, ma alla fine ha dovuto arrendersi e lasciarsi andare nelle braccia di quel Signore che tanto ha amato come cristiana e come consacrata. La gente del Guaricano, che la vedeva al lavoro nella farmacia, e ancora di più le donne che lavorano in casa nostra, che erano a contatto con lei in cucina, e tutti noi della comunità missionaria abbiamo percepito il dolore della sua partenza, insieme alla certezza che il Signore l’ha accolta come “serva buona e fedele”.

La comunità delle suore in compenso già da fine del 2004 si era arricchita con la presenza di suor Serafina, una donna piena di vita che aiuta tutti noi a mantenerci allegri. E si è visto il suo tocco in particolare nella festa di Nostra Signora del Rifugio, che è appunto la patrona della loro congregazione. Quest’anno l’abbiamo celebrata l’11 luglio, lunedì, con la messa nella sala d’attesa del nostro consultorio nuovo fiammante. È stata la prima volta che questa festa l’abbiamo celebrata in questo salone, la qual cosa ha reso questa festa ancora più bella!

Ma la cosa grande di quest’anno di comunità è stata la ricchezza delle visite. Sono stati alla missione il gruppo degli Amici del Guaricano, organizzato dall’attivissimo don Francesco Di Comite (don Fra o don Chicco per gli amici), il quale si è portato dietro vari giovani e adulti, nonché un confratello prete. La cosa bella è stata che quando se ne sono andati ci hanno lasciato due signore di Geo, Carmen e Orietta, che hanno allungato la loro permanenza in missione fino a restare un mese intero. Orietta, che è infermiera, ha dato una mano alle suore, soprattutto visitando in casa loro persone anziane bisognose di piccole medicazioni. Invece Carmen ha dato una mano in vari settori, non ultimo la cucina, dove si è rivelata collaboratrice preziosa e cuoca inimitabile, e anche attraverso un piccolo servizio di taglio dei capelli ai bambini poveri del barrio. Entrambe hanno desiderio di tornare, e chiediamo al Signore che il progetto si possa realizzare presto.

Insieme a loro avevamo due ragazze giovani ma molto in gamba: Eugenia e Fiammetta. Anche loro sono arrivate con il loro don Fra, e come Carmen e Fiammetta hanno passato un mese in missione, dando una mano in tanti piccoli lavoretti: dare l’impermeabilizzante al tetto, preparare il cartello indicante la Divina Misericordia, accompagnare don Lorenzo sull’ambulanza, ecc.; hanno inoltre affiancato i missionari nella missione parrocchiale di agosto, e si sono prese una bella vista della vita della gente del Guaricano. Un’esperienza arricchente e ben formativa. E hanno saputo rendersi ben utili senza mai essere di peso. Veramente brave!

Quasi in contemporanea abbiamo con noi avuto anche Sandra: lei si è dedicata alla cucina, permettendo a don Lorenzo di portare avanti altri lavori che aveva dovuto giocoforza lasciare indietro. Ha rallegrato notevolmente la casa, e nonostante l’età non troppo giovane ha dimostrato una vitalità senza precedenti!

Invece prima dell’estate abbiamo avuto con noi Lara, una giovane di Pegli, laureata in ingegneria ambientale. Al finire la laurea ha voluto donare alla missione un mese, e lo ha fatto con frutto facendo un corso intesivo di inglese, quasi come fosse stata insegnante di madre lingua, a un gruppo selezionato di studenti della nostra scuola. Di lei abbiamo apprezzato il notevole spirito di adattamento, e la capacità di entrare in un’ottima relazione con tanti ragazzi e giovani della parrocchia e della scuola. Bravissima Lara, e ti aspettiamo ancora!

A fine ottobre sono stati con noi vari personaggio molto speciali: i miei genitori con mio fratello e mia zia, e due oculisti.

Chiaramente la visita della mia famiglia è stata speciale per me, e anche per la gente della parrocchia, che desiderava rivederli dopo la prima volta che ci hanno visitato nell’anno 2000.

Invece quella degli oculisti è stata una gradita sorpresa. Carlo Mosci e Massimo Corazza sono venuti, accompagnati da alcuni dei loro figli ventenni, per montare e cominciare a usare le nuove apparecchiature oculistiche che attraverso di loro, di Carlo in particolare, ci erano arrivate in donazione. Si tratta di un “set” completo di strumenti che permettono di visitare in profondità l’occhio, individuando difetti e permettendo un’analisi profonda della cornea, del cristallino e della retina. Ebbene, Carlo e Massimo hanno montato il tutto a tempo di record il giorno dopo il loro arrivo, e poi nei cinque giorni lavorativi che sono rimasti hanno visitato ben 350 pazienti. La maggior parte di loro avevano ben poca cosa, ma l’esperienza è stata importante anche per Carlo e Massimo al fine di rendersi conto delle patologie della di qua, con l’idea di dare continuità alla cosa.

Dovevamo continuare subito il lavoro delle visite, e avevamo trovato un’oculista domenicana che sembrava disponibile a portare avanti il lavoro. Purtroppo però appena Carlo e Massimo se ne sono andati ci ha fatto capire che non aveva tempo, che lavorava già in troppi posti, ecc. Così adesso, al ritorno alla missione, dovrò mettermi sotto per trovare un altro oculista di fiducia, capace, e desideroso di spendersi per i nostri poveri.

Un discorso speciale merita anche la visita dei giornalisti della RAI. Tarcisio Mazzeo, vice capo redattore del TG3, da vari anni gira il mondo raccogliendo testimonianze di missionari e missionarie legati a Genova. Così a inizio del 2005 ha fatto la proposta anche a noi, attraverso il centro missionario, e la cosa si è potuta realizzare nello stesso periodo in cui abbiamo avuto don Chicco e gli Amici del Guaricano. In sostanza sono state fatte da dieci a venti ore di riprese, il tutto in vista di preparare vari condensati: un servizio per il TG1, vari per il TG3 regionale, una videocassetta e un DVD di venti minuti per diffondere nelle parrocchie. La cosa è già uscita alla luce, perché sono stati trasmessi un servizio su RAI 1 nell’ambito di TV7, servizio in cui si evidenziava il contrasto tra l’Isola dei Famosi e l’altro lato dell’Isola, rappresentato appunto dal Guaricano. E poi nella settiamana prima di Natale sono andati in onda vari piccoli servizi nell’ambito del TG3 regionale della sera. Aspettiamo ora il DVD e la cassetta! Grande Tarcisio! La tua opera, che sappiamo ti è costata un bel po’ di lavoro, ha permesso a molti di sentirsi molti più vicini a noi, e ha avvicinato moltissimo il Guaricano a Genova. Inutile dire che il 90% delle persone che ho visto in questi giorni mi hanno detto: “Vi abbiamo visto in televisione”. Non mi sembra vero: il Guaricano è entrato in tutte le case di Genova!!!!

Paola Longhi, che già due volte è stata con noi in Guaricano, ogni volta per vari mesi, quest’anno non ha potuto venire a causa di una rottura di una spalla. Ci assicura però che verso l’estate riuscirà a organizzarsi, precisamente dopo la nascita di un nuovo nipote. Augurissimi, Paola, e… ti aspettiamo!

Quasi mi stavo dimenticando di Francesco Zannini. Credo che lo conoscete, perché affianca il lavoro della missione dal 1998, stando con noi dai sei ai nove mesi all’anno. La sua presenza è quasi istituzionale: al mattino collabora con le suore nella farmacia, dove custodisce la cassa (non ci crederete, ma non ci si può mai fidare…). Al pomeriggio è un punto di riferimento prezioso in casa, dove mantiene una presenza importante, visto che io e Lorenzo abbiamo molti impegni fuori casa. Tra pochi mesi tornerà con noi, lo aspettiamo noi e anche la gente del barrio, che lo conosce e apprezza il suo sorriso e la sua capacità di ascolto.

***

Permettemi di dirvi due parole sulla Missione sorella che è nata a Cuba. Nelle prime settimane di Ottobre il nostro card. Bertone ha accompagnato all’isola nostra vicina don Marino Poggi, presbitero genovese molto conosciuto a Genova, e don Federico Tavella, della Diocesi di Chiavari. I due missionari hanno ricevuto dal vescovo della locale Diocesi di Santa Clara due parrocchie. Molte difficoltà li aspettano, e in parte si sono già manifestate: per prima quella del regime di Fidel Castro, che nonostante i restyling di facciata continua a mettere i bastoni tra le ruote al lavoro svolto dalla chiesa. Basti dirvi che don Marino non ha il permesso di fare chiamate internazionali, né può usare la posta elettronica. Per tutto questo deve recarsi alla curia vescovile, e stare molto attento a quello che dice o scrive, perché il regime tiene sotto controllo tutto e tutti. Ma al di là di questi aspetti, vi sto parlando di questa nuova missione perché mi rallegra profondamente vedere come l’impegno missionario della nostra diocesi sta crescendo. Vent’anni fa nessuno immaginava che avremmo avuto una missione, e ora le missioni sono due. Veramente il Signore ci sta facendo fare un cammino molto bello!

***

Il dispensario medico che nel 2004 si è trasferito alla nuova sede, continua il suo lavoro sotto la direzione puntuale e attenta delle suore. Come sapete, lavorano in esso un medico generale e un ginecologo (pagati dalla missione), una pediatra (pagata dallo stato). Visitano ognuno circa 25 pazienti al giorno. La gente dà un apporto di cinque pesos (otto centesimi di euro) per la visita, come forma di contribuire, da poveri ma con dignità, al sostentamento del lavoro medico. Inoltre la nostra farmacia vende a prezzo di costo la maggior parte dei medicinali (i nostri prezzi variano dal 50 al 70% dei prezzi delle normali farmacie!), e il laboratorio di analisi con cui ci siamo convenzionati, e che si reca tutti i giorni al dispensario, pratica prezzi attorno all’80% degli altri laboratori di analisi, senza contare che a un certo numero di pazienti realizzano le analisi gratis.

In più, già vi dicevo del nuovo laboratorio di oculistica: ce ne vantiamo anche perché è l’unico del Guaricano. Contiamo sulle vostre preghiere per trovare presto un buon oculista che vi possa lavorare!

E l’ambulanza, iniziata nel 2004 grazie alla perspicacia di don Lorenzo, viaggia a pieno ritmo, realizzando ogni giorno uno o due servizi. Inoltre c’è stata una cosa molto bella: i volontari sono stati trovati molto facilmente, grazie a una locale associazione di protezione civile che si è messa a disposizione con generosità grande. Don Lorenzo ha dovuto cercare gli autisti, e anche lì il Signore ha mandato più di quello che era necessario. Lo stesso don Lorenzo non disdegna di partire lui stesso con l’ambulanza quando chiamano in ore notturne. Insomma, un servizio che ci fa sentire utili: annunciamo il vangelo attraverso la pastorale parrocchiale, e lo rendiamo vita vissuta attraverso queste opere. Benedetto il Signore!

Naturamente continua anche il Centro Nutrzionale per Bambini. Negli ultimi anni c’è stata una variazione nel tipo di intervento. Il Centro era nato per rimettere in sesto i bambini che dai medici erano trovati sotto peso. Grazie a Dio non ci sono più tanti bambini che presentano questa tipologia, ma in compenso sono sempre molte le famiglie al limite della misera. Soprattutto si tratta di donne abbandonate dai mariti (spesso perché malate) insieme ai loro 4/5/6 figli, e che per la responsabilità di stare con i bambini non possono realizzare nessun lavoro. Queste “famiglie” vivono della carità dei vicini, e un certo numero di loro anche dell’aiuto che dà loro la missione sfamando i loro bambini più piccoli. E quest’opera non è nostra, ma vostra: di tutti voi, cioè, che con le vostre offerte ci aiutate a mantenere in vita quest’opera preziosa! Un grazie di cuore a tutti!

***

La vita della scuola procede, con i suoi aspetti feriali e con alcune novità.

Cominciando dai primi, quest’anno abbiamo 1,050 studenti nella scuola primaria (elementari e medie). Vanno a scuola metà al mattino e metà al pomeriggio, e sono accompagnati e serviti da un bel gruppo di maestri, una quarantina in tutto. In più abbiamo 250 studenti al liceo, e un centinaio nella scuola serale.

Il liceo è partito nel 2001 come scuola semi-privata: ciò ha permesso mantenerlo più funzionale (non si fanno scioperi in questa modalità), e comunque l’assunzione del pagamento del personale da parte dello stato sarebbe arrivata molto tardi. In definitiva, le famiglie devono pagare una retta mensile perché si possa pagare il personale che lo stato non paga. All’inizio dell’anno scolastico pagavano 270 pesos (circa 7 euro) mensili, e la quota è stata ridotta a 250 (6 euro e mezzo) a partire da novembre perché lo stato ha nominato due dei professori del liceo. Non sono cifre alte in assoluto, ma per molte famiglie diventano difficili da pagare. Per questo da quasi subito con il vostro aiuto abbiamo instituito delle borse di studio, da dare in relazione al merito e alla condizione economica. Attualmente sono un centinaio gli studenti beneficiati, alcuni sgravati nella misura della metà della quota mensile, altri per intero. Credo che nel complesso il lavoro del liceo realizzi una risposta concreta e effettiva al conclamato diritto allo studio che a volte le autorità tanto decantano quanto disattendono. E, ripeto, tutto questo grazie anche a voi e al vostro generoso contributo.

Dicevo dei due maestri del liceo che lo stato ha cominciato a pagare. La buona notizia è ancora maggiore, perché hanno cominciato a ricevere lo stipendio anche altri tre della scuola primaria, e, sembra, anche quattro bidelle. Rimarremmo così con un carico, assunto peraltro dalla comunità delle famiglie della scuola, di aiutare ancora tre maestri e tre bidelle: una riduzione di questo carico di più del 50%! Ciò significherà per il 2006 che le casse della scuola potranno permettersi spese più dirette al miglioramento del servizio. Abbiamo in programma di comprare una televisione grande e un video lettore per poter usare i sussidi audiovisuali nelle aule, di mettere i ventilatori in parecchie aule che non l’hanno mai avuto, di rinnovare cattedre vecchie e piccole che stanno ancora usando una parte dei maestri. Progetti che saranno realizzati con i contributi dei genitori, progetti quindi sostenibili a lungo termine, perché la gente grazie a Dio ha accettato e capito che non si può ricevere sempre tutto regalato, ma che ognuno secondo le sue possibilità deve farsi carico delle spese di gestione delle istituzioni.

Ma l’aspetto più bello della nostra scuola è il lavoro formativo che riusciamo a fare con i maestri e con i genitori.

Con i maestri, quattro volte all’anno facciamo un ritiro, praticamente lasciando a casa gli studenti (non c’è altra maniera!). Questi ritiri portati avanti sistematicamente hanno beneficiato molto il lavoro scolastico e la stessa crescita dei docenti, perché ci permettono di fare una proposta di fede a queste persone che sono disponibili, ma che spesso per pigrizia o per stanchezza non partecipano alla Messa nella parrocchia. Inoltre, ho iniziato già due anni fa a portare avanti un cammino di formazione culturale-teologica, cioè una lezione quindicinale che faccio io stesso ai maestri. Mi costa un po’ di fatica, anche perché cerco di prepararla bene, ma mi permette di incontrarli e di dare loro un qualcosa di più a livello di conoscenza della loro fede. E anche loro sentono che è un momento importante, e se per varie ragioni passano alcune settimane senza farlo subito mi domandano cosa sta succedendo.

Con i genitori, invece, il lavoro formativo che si fa è quello di un incontro mensile. Ci prendiamo quella mattinata per incontrare i genitori invece degli studenti, e poi nel tempo restante si integra con le riunioni dei maestri. La formazione dei genitori ha spaziato, nell’ultimo anno, su temi soprattutto di vita familiare: il dialogo, l’attenzione ai figli, il perdono e la comprensione, la preghiera in famiglia. Normalmente usiamo un sussidio preparato a livello diocesano per le piccole comunità, e invece di usarlo nel corso di un mese lo estendiamo all’anno intero. Ogni maestro introduce e dialoga il tema con i genitori dei suoi studenti. Alla fine dello scorso anno scolastico ho potuto ascoltare testimonianze di genitori che hanno percepito un miglioramento forte nella vita della loro famiglia. C’è stato chi ha ringraziato commosso, perché aveva già perso la speranza di una vita di famiglia serena. Sono cose che anche qui mi commuovono, e sono segni che il Signore mi dà e che mi fanno capire che il cammino è quello giusto.

Sempre a livello di formazione, negli ultimi 15 mesi abbiamo realizzato un piano di finanziamento per l’acquisto di computer da parte dei maestri. Il ministero dell’educazione sta battendo abbastanza perché i maestri imparino le tecnologie informatiche (paradossalmente, poi, in molte scuole mancano ancora i banchi…), e ha proposto in più riprese finanziamenti di computer che però, a un’analisi attenta, si rivelavano quasi truffe per la spesa complessiva che il maestro doveva affrontare. Invece, fatto “in casa”, il finanziamento nostro gli ha dato la possibilità di avere una macchina equivalente a quelle che finanziava il ministero, ma al 50% del prezzo: 15,000 pesos (375 euro) invece di 32,000 (800 euro)! Una bella soddisfazione, e il primo gruppo sta quasi finendo, mentre gli ultimi termineranno di pagarli tra quasi due anni.

Il 2004/2005 è stato segnato dalla decisione del ministero dell’educazione di iniziare le lezioni in anticipo: il 22 agosto invece del 3 settembre. Mentre in altre scuole pubbliche c’è stato un vacillamento, e in pratica è cambiato poco, i nostri maestri hanno collaborato volentieri a un cambiamento che significava per loro un discreto lavoro in più. Speriamo che i ragazzi riescano a recepire effettivamente la maggior quantità di tempo che la scuola mette a loro disposizione!

A livello di strutture e logistica, nell’estate abbiamo rifatto i pavimenti del liceo. Aprofittando di un disavanzo di bilancio, abbiamo risanato alla radice un problema che ci trascinavamo da anni, e che consisteva praticamente in uno sgretolamento dello cemento sotto i colpi dei banchi che spesso si muovono… violentemente!

È stato fatto anche un investimento molto più grande: la costruzione di un piano ulteriore dell’edificio, piano destinato ad alloggiare i laboratori che ancora non avevamo: di educazione artistica, di scienze, e di informatica. Quello di artistica è quello che è ancora più indietro, e che spero si potrà attrezzare nella prossima estate, mentre quello di scienze aveva già una parte del materiale disponibile grazie a una donazione ricevuta a inizio del 2004 da parte del ministero: vari microscopi, provette, reagenti, ecc. che di fatto erano già usati dalla professoressa di chimica del liceo. Adesso sarà a disposizione anche degli studenti della scuola primaria.

È nuovo invece il laboratorio di informatica, che è già attrezzato con 40 computer tutti collegati in rete tra loro. Tra l’altro la tecnologia del tipo “software libero” che ho utilizzato mi ha permesso di fare un’unica spesa grossa per il server, e di comprare 40 clienti leggeri da 80 dollari l’uno! si tratta di tecnologie informatiche popolari nate negli ambienti universitari americane, e che nei prossimi anni sempre più prenderanno campo in tutto il mondo. E tutto questo senza rinunciare a niente di quanto è indispensabile perché i ragazzi imparino a usare il computer. Questo laboratorio è già funzionante a metà tempo, e adesso, al mio ritorno, ho già pronto un nuovo istruttore da mettere a lavorare con gli studenti dalla quinta all’ottava classe.

La costruzione del piano dei laboratori è costata 100,000 dollari (circa 80,000 euro): una bella somma, corrispondente a un investimento duraturo per migliorare la qualità della formazione dei nostri studenti. Da dove sono venuti questi soldi? 37,000 euro dalla Regione Liguria, a cui appunto avevamo chiesto di finanziare il progetto, e il resto… avete idea? sì, non vi sbagliate: da voi! dalla vostra squisita sensibilità, che ha potuto tradursi in un beneficio permanente per migliaia di ragazzi dominicani.

***

Il lavoro sociale della missione non si riduce alla scuola e al dispensario medico. Esiste e lavora permanentemente un fondo prestiti con il quale si aiutano le famiglie ad uscire da situazioni difficili (usura, spese mediche) o ad iniziare una nuova attività commerciale. Il fondo è frutto della sollecitudine della parrocchia dell’Immacolata di via Assarotti, e dell’amore di don Mario Terrile, il quale ha saputo sensibilizzare molti e periodicamente ci invia somme notevoli che vengono appunto investite, tra el altre cose, in questo fondo prestiti. Il fondo ha attualmente una consistenza di 1,400,000 pesos (circa 35,000 euro), che vengono prestati da poche migliaia di peso a un massimo di 50,000 pesos in una volta. Viene esigita la restituzione, ma c’è un 20% di prestiti che prima o poi diventano inesigibili. Può sembrare una percentuale alta, ma in realtà è un risultato che considero più che lusinghiero, tenendo conto delle difficoltà che molte famiglie affrontano per sbarcare il lunario tutti i giorni. E continuerà a funzionare, perché ho visto che per molti è stata l’alternativa viabile all’impegnare la casa (con il rischio poi di perdere l’unica cosa che avevano). In Guaricano infatti la disponibilità di denaro per le emergenze è offerta da tutta una rete di “Compravendite”, nelle quali si riceve un prestito quando si impegna un oggetto di valore o appunto la casa stessa. Gli interessi di queste compravendite hanno un livello più che usuraio: un minimo del 10% mensile, per arrivare anche a un 20% quindicinale! Si capisce quindi la necessità di un approccio umano ed economico al grande problema dell’affrontare un’emergenza economica della famiglia.

In termini più congiunturali, ci siamo impegnati varie volte al fianco della gente povera. Due situazioni tra tutte.

A Duquesa ho dovuto dare una mano a lottare, perché il deposito della spazzatura della capitale era arrivato a pochi metri dalle loro case. Ci sono state varie riunioni nel Ministero dell’Ambiente, si è dialogato e litigato con i responsabili del trattamento della spazzatura, e alla fine, grazie a Dio, il luogo di deposito è stato spostato a distanza più cristiana. Se ricordate, Duquesa è il paesino dove l’anno scorso avevamo realizzato la cisterna dell’acqua dopo vari anni che erano rotte le tuberie che portavano l’acqua all’abitato.

L’altra situazione invece è la lotta di un barrio dentro al Guaricano per riavere dei terreni che erano destinati a loro come aree verdi. Purtroppo questa lotta, che ha visto in certo momento anche la partecipazione dei giornali, non è andata, per adesso a buon fine, perché la banca che si è impossessata, ai margini della legalità, di quelle aree comunitarie, ha provveduto a abbreviare i tempi e sta già costruendo dove dovevano esserci parchi giochi e scuole. Ho sperimentato l’impotenza e la rabbia di non poter ottenere quello che era un diritto della cittadinanza. Classicamente e semplicemente, ha vinto il più forte!

***

Per andare verso la conclusione, due “chicche”.

La prima è che in questi ultimi anni nelle nostre parrocchie sono “spuntati” sei seminaristi: tre di loro sono al seminario minore, e gli altri tre nell’anno propedeutico alla filosofia; le suore, poi, dopo l’entrata di Cristina nel 2001 (e Cristina è ormai suor Cristina!), hanno adesso due altre ragaze che vogliono entrare con le nostre suore, due ragazze veramente in gamba, che, se il Signore vorrà che continuino, credo che saranno ottime religiose. Sono segni di speranza, questi, che veramente ci fanno sentire amati dal Signore!

E l’altra è stato il “Viaggio della speranza” di Enmanuel. Enmanuel è un ragazzo di dodici anni, nato cerebroleso, con il palato saldato sopra con sotto, senza un occhio e con il cervello fuori dal cranio per la mancanza di una parte del cranio stesso. Ebbene, grazie all’interessamento di Paola, di Francesco e di don Franco ha potuto essere portato a Roma dove nel giro di più di sei mesi gli si è aperto il palato, ricostruito il cranio, messa la protesi dove mancava l’occhio, e tanta fisioterapia. Il risultato: prima Enmanuel poteva ingerire solo liquidi e non si alzava dal letto, adesso può alimentarsi normalmente e riesce a stare seduto su una sedia a rotelle. e non ha più il pericolo di morire perché qualcuno gli urta inavvertitamente la testa. Per lui e per Ydaísa, la madre, è stato un rinascere a una vita nuova. Un grazie grandissimo a tutti quanti hanno lavorato perché ciò potesse essere realtà.

***

Già l’anno scorso vi parlavo della visita del nostro vescovo, avvenuta a settembre 2004. Quando il card. Bertone ha visitato la missione, ha voluto guardare in avanti e pensare in grande: metteremo mano anche alla costruzione della chiesa nuova della Divina Misericordia! Il progetto è abbastanza costoso, in quanto si tratta prima di livellare il terreno che è abbastanza scosceso, poi di realizzare i camminamenti, scalette e vie di accesso veicolari, quindi di costruire un salone per riunioni e ritiri, in seguito di fare la chiesa parrocchiale, per terminare con gli uffici e la canonica. Quanti soldi ci vorranno non si sa, un ingegnere sta preparando un progetto ma il costo non è ancora chiaro. Tuttavia, la cosa non ci preoccupa né ci spaventa. Prima di tutto perché è un progetto a lungo termine, che noi cominceremo e che forse altri porteranno a termine, ma poi anche perché la comunità diocesana genovese ha dato segno più volte, anzi, sempre, di sentirsi protagonista nel Guaricano. I vari don Orione, don Giuseppe Cottolengo, non pensavano ai problemi di soldi perché sapevano che la Provvidenza era sempre all’opera, e in questo stesso atteggiamento vogliamo metterci noi, con la certezza che l’opera comincerà e sarà portata a termine, con l’aiuto di Dio. Che ve ne pare?

***

Concludo, quindi, questa carrellata. Ci sono state tante cose, più tante altre che non ho riportato per motivi di spazio. Solamente voglio dire ancora una volta: il Signore è grande. Tutto quello che avete potuto leggere è opera sua, è lui che l’ha ispirato e che l’ha reso possibile, suscitando collaborazione in Guaricano e a Genova.

Per questo non solo al Signore, ma anche a tutti voi, dico: Grazie! Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

8:50 pm

don Lino


don Lino e don Paolo nella chiesa di Sant'Ambrogio di Voltri

don Lino al telefono

In mattinata ho incontrato don Lino, che dopo i setti anni di missione domenicana vive adesso la missione italiana tra i poveri di Voltri.

Ho anche scattato alcune foto, che spero di sviluppare e di far vedere alla gente di Santa Margarita.

10:36 pm

In seminario

Nonostante il periodo di esami, c’è stato il tempo per fare una chiaccherata con i seminaristi sulla nostra missione.

Mi sono tenuto più sul discorso del tipo di pastorale che si fa nella chiesa domenicana, enfatizzando il tentativo di fare cammini di rievangelizzazioni a tappe, e anche il dato dei battesimi degli adulti.

Molto interesse nei seminaristi!

Il mio sogno è che una permanenza nella missione possa fare parte integrante del curriculum formativo di questi giovani!

10:34 pm

Madonnetta

Stasera incontro con i Rangers, un gruppo di adolescenti alla Madonnetta. Alcune immagini, non molto tempo, ma anche l’età era abbastanza bassa.

Però è stata una bella sensibilizzazione agli orizzonti della missione.

Uno degli animatori del gruppo avrebbe voglia di venire a visitare la missione!

Mi ha ricevuto stamattina il card. Bertone. Come sempre è stata una visita piacevolissima, nella quale abbiamo parlato del futuro della missione, della chiesa della Divina Misericordia da costruire, del terreno dov’era prima il consultorio da comprare.

Il vescovo mi ha ribadito la sua volontà di visitare la missione a fine 2007, per fare di nuovo il punto sulla situazione.

La messa di stamattina è stata al Biscione (Mater Ecclesiae).

Don Danilo è sempre attentissimo con me, e con molto amore mi concede la presidenza della Messa per sensibilizzare la comunità alla realtà della missione di Santo Domingo.

Lo stesso di pomeriggio da don Marco Rapetti, dove non c’era una gran folla, ma ho potuto scorgere attenzione e partecipazione intensa. Tra l’altro la raccolta della Messa è stata devoluta per la nostra Missione.

… ma non è per andare a ballare, quanto per vivere vari momenti belli: prima a presiedere l’Eucaristia da don Chicco, nella parrocchia di Geo, quindi a cena al Gaslini da suor Valeria, e dopo di nuovo a Geo per un incontro con un bel gruppo di adulti.


a Geo con don Chicco, Carmen e Orietta

Don Chicco sta facendo un ottimo lavoro in quel di Geo, e da parte mia è stato piacevole incontrarmi con la sua gente.

Tra l’altro ho rivisto Carmen e Orietta, che entrambe hanno idea di ritornare al Guaricano, probabilmente Carmen nei prossimi mesi.

Beh, che devo dire? Grazie, Signore!

Oggi ho avuto l’opportunità di rivedere alla Guardia don Piero Parodi. Da alcuni anni non lavora più al centro missionario diocesano, ma ha ancora intatto l’entusiasmo della missione.

Abbiamo riflettuto insieme sul futuro della missione di Santo Domingo, constatando che purtroppo non c’è interesse nella maggioranza dei preti. Sembra poi che siano pochi i preti che hanno dato al vescovo la disponibilità esplicita a lavorare nella missione.


Foto di gruppo in casa di Michela Rocca

Vi ricordate di Michela Rocca, la studente universitaria che è stata in Guaricano due volte, la prima con don Francesco Di Comite, e la seconda per realizzare là la sua tesi di laurea?

Ebbene, sono stato a cena da lei, e c’è stata una piacevole sorpresa: Michela ha invitato anche don Gianfranco Calabrese e vari altri giovani che erano stati in visita alla missione. Mi ha fatto molto piacere rivedere quelle facce!

Grazie, Signore!

Oggi pomeriggio ho visto e parlato con un bel gruppetto di persone nella mia vecchia parrocchia del Biscione, Mater Ecclesiae.

Senza immagini, ma in un certo senso è stato meglio perché mi ha permesso di presentare analiticamente il lavoro che si è realizzato e si realizza.

L’attenzione è stata massima!

Buonasera a tutti, cioè quasi buonanotte…

Sono appena tornata da serata trascorsa in compagnia di Don Paolo nella sua vecchia Parrocchia, San Francesco di Pegli e volevo condividere con voi la gioia di quest’incontro; sono venute tante persone ( c’era anche mia mamma, che così ha potuto conoscerlo di persona) e insieme abbiamo guardato le foto della missione. Mentre ascoltavo Don Paolo parlare della situazione quotidiana e della vita nel Guaricano mi sembrava di esser ancora lì… in effetti col cuore non me ne sono mai andata e continuo a tener vive dentro di me tutte le emozioni di quel mese trascorso là.
Poi ho pensato a quante volte Don Paolo avrà ripetuto alla gente le stesse cose in questi giorni di permanenza a Genova. Eppure l’impressione che ho avuto è che sia riuscito a comunicare tutto quello che voleva con tanto entusiasmo da contagiare almeno tutta Pegli!

E, come diceva il “Piccolo Principe”, queste sono cose che fanno bene al cuore.

E, come dice sempre Don Paolo, grazie Gesù per aver condiviso questo momento speciale!


Paola, Francesco e Sandra a pranzo in casa Benvenuto

Tutti e tre sono stati a pranzo a casa mia. Una bella combriccola, mezza matta ma piena di entusiasmo.

È stata anche per tutti e tre un’occasione per conoscere e farsi conoscere dai miei. No, in realtà sto parlando solo di Paola e di Sandra, perché Francesco conosceva già i miei genitori.

Anche il pranzo è stato speciale.

Paola ha intenzione di ritornare al Guaricano dopo giugno: in quel mese infatti le nasce un nuovo nipotino, e quindi è impegnata a Genova, ma dopo… con noi!!!!

10:51 pm

Fiammetta

Sono stato a cena con lei e la sua famiglia.

Bel momento! e ho potuto vedere il documentario di Tarcisio Mazzeo sulla missione in relazione con la tristissima “Isola dei Famosi”, perché la grande Fiammetta me l’aveva videoregistrato. Grazie!

1:08 pm

Sandra

Ho rivisto Sandra, a casa sua. Avevo varie lettere da varie persone del Guaricano. Sandra non è stata molto in Guaricano, ma c’è stata abbastanza per lasciare dietro di sé una scia di allegria e ottimismo, insieme a forse un poco di pazzia.

L’ho trovata nella sua casa di Sampierdarene, con sé la mamma molto anziana, che vuole bene a Sandra, ovviamente superricambiata, in maniera speciale.

Mi ha promesso che mi avrebbe preparato qualche letterina da far arrivare al Guaricano, ed ha assicurato la sua presenza a casa mia per domani, insieme a Francesco e Paola.

9:27 pm

Messa a Pegli

La Messa di stamattina a Pegli l’ho vissuta veramente bene. Che bello rivedere tanta gente, con cui per sette anni abbiamo condiviso l’amore al Signore e lo sforzo per vivere la chiesa.

È coinciso tra l’altro con il battesimo del figlio di una coppia che erano “miei” giovani.

Si sentiva la mancanza di don Chiozza, mancato qualche mese prima.

Don Pietro, da parte sua, è stato molto accogliente, come sempre!

Mi sono messo (non so quando terminerò) a scrivere la relazione su quello che è successo nella missione nel 2005.

Sono tante cose e veramente belle.

Spero di averla pronta presto, così che ve la possiate godere!

Stamattina sono stato a Sant’Eusebio, dove è parroco mio fratello, e ho presieduto l’Eucaristia di quella comunità.

A Sant’Eusebio è stato parroco don Giulio Boggi, uno dei primi due preti che ha lavorato nella missione. Da Sant’Eusebio è salpato per i Caraibi, e la gente lo ricorda con molto affetto.

Mi è stato facile parlare della missione, anche perché c’erano Erika e Alessandro che il 18 verranno a Santo Domingo con me. In parrocchia la domenica 15 avranno l’invio ufficiale.


don Paolo con suor Valeria e suor Susanna

Le ho riviste alla casa madre, in occasione della festa della beata Maria Repetto.

Suor Valeria lavora nella comunità del Gaslini: si occupa della cucina e visita i bambini nei reparti.

Invece suor Susanna è all’ospedale San Martino, come responsabile di un corso di formazione del personale sanitario.

Entrambe stanno bene, e hanno molto lavoro. È stato un piacere per me rivederle dopo un anno o più. Con suor Valeria soprattutto abbiamo condiviso cinque anni di vita nel Guaricano e ciò ha fatto nascere un’amicizia spirituale molto bella.

10:40 pm

Da Paola


da Paola con Francesco e don Franco

Con Francesco e don Franco siamo stati a cena da Paola.

È stata una maniera di rivivere tanti giorni belli passati insieme al Guaricano. Paola poi è una cuoca specialissima.

Speriamo di riavere presto con noi Paola in missione. Ci ha detto che potrebbe arrivare a estate inoltrata.

Sarebbe venuta anche prima se la rottura di un braccio non l’avesse costretta a rimanere a Genova

4:45 am

Auguri!

Auguri di cuore di buon anno a tutti!

Stanotte, al tornare dalla piccola cena di fine anno in parrocchia, mi sono attaccato al computer e con Skype ho chiamato una decina di gente del Guaricano. Per loro era ancora il tardo pomeriggio, e mi ha fatto molto piacere sentirli, e loro si sono sentiti amati dal loro pastore.

Grazie, Signore!

A Pegli, nella mia ex parrocchia, ho partecipato all’incontro con Maddalena Boschetti, una ex parrocchiana che è consacrata nei camilliani e lavora a Haiti.

Ha presentato la situazione del paese, che ha molti punti in comune con la Repubblica Domenicana, salvo un maggior povertà, accentuatasi recentemente con il colpo di stato che ha abbattuto Aristide.

Siamo rimasti d’accordo di visitarci reciprocamente, quando saremo là. Personalmente è da parecchio che desidero visitare Haiti, ma gli avvenimenti di quest’anno me ne trattenevano abbastanza. Tra le altre cose Maddalena raccontava di un prete camilliano che è stato rapito negli ultimi mesi, e che grazie a Dio sono riusciti a liberare. Sembra quindi che l’inestabilità perduri.

Vedremo…

Sono tornato poco fa dal pranzo natalizio del clero di Santo Domingo.

Abbiamo ascoltato un’oretta di belle canzoni (tra le quali un’Ave Maria di Schubert cantata da una soprano niente male) e poi a mangiare: moro di guandule, riso natalizio, pollo fritto e arrosto, una specie di involtini di carne, insalata, gamberetti, e l’immancabile dolce. Sul tavolo mele rosse e uva (è la tipica frutta di Natale qui).

È stato abbastanza prostrante, così come prostrante è stato il traffico per arrivare in curia (un’ora) e per tornare (di più).

E stasera c’è anche la cena dei preti della zona. Sono tutte cose bellissime, ti fanno sentire fratello con questi vescovi e preti con cui condividiamo il servizio!

L’unica cosa: spero di non morire! sono cose troppo stancanti! per lo meno, per me in questo momento, che devo lasciare tutto in ordine prima di andarmene domenica, e ho ancora un sacco di cose da fare!

Domenica pomeriggio (giorno di Natale) ho l’aereo per Genova. Sento il bisogno di un po’ di riposo.

Sto cercando di mettere a posto tutte le cose che non lo sono, in parrocchia (programmazione del prossimo mese, lettera alle famiglie di gennaio, impegni dei seminaristi, esonerazioni di tasse varie, riparazioni e pagamento dei rispettivi lavoratori) e in casa (conti di casa da portare alla curia di Genova, ordine in camera e nell’ufficio, ultime compre per il nuovo consultorio).

Spero di farcela!

Sarò di ritorno qui il 18 gennaio.

Carissimi don Paolo e don Lorenzo,

vi informo che questa sera siete andati in onda su RaiTre al telegiornale regionale: EVVIVA! Per la verità anche ieri dopopranzo e alla sera c’era il servizio relativo alla missione, ma io non lo sapevo e me lo sono perso. Oggi però mi sono documentata, cioè ho mobilitato mezza Genova per avere notizie (un grazie a mia zia e a Tarcisio Mazzeo per la collaborazione), e a mia volta ho cercato di spargere la voce… Molti miei amici e parrocchiani l’hanno visto, a giudicare dal numero di volte che ha squillato il cellulare dopo.

Che bello vedere i volti dei ragazzi del barrio in tv… mi hanno trasmesso una carica che ancora adesso non penso ad altro! E la sapete una cosa? Domani e per altri tre giorni sarà mandato in onda il resto del reportage, sono al settimo cielo!!!

Grazie Gesù per questo grande regalo…

Stasera le confessioni ce l’avevamo nella parrocchia di Santiago el Menor.

Sono arrivato in anticipo, e ho trovato il padre Isidro, il nuovo parroco, che stava già confessando, così mi sono messo a confessare anch’io, e c’ho dato per quasi due ore.

Dopo un po’ è arrivato un altro prete, neocatecumenale come il padre Isidro. Purtroppo non è venuto nessun’altro, per cui quando me ne sono andato alle 7 e mezza c’era ancora un fiume di gente ad aspettare.

Ho avuto anche la “brutta” notizia che S., la ex responsabile del gruppo giovani di Santiago, si è “sposata” perché è rimasta incinta (le virgolette significano che si è sposata, come dicono qui, passando per le finestre, cioè andando a convivere).

Fa un po’ di tristezza, aveva lavorato ottimamente per molti anni…

10:10 pm

Mai visto!

Per la prima volta in vita mia ho visto scoppiare una batteria! Che botto!

L’inversore della parrocchia sembrava avere dei problemi, così ho controllato se le batterie avevano acqua. Ho trovato i bulloni dei cavi della corrente DC flosci, e quando mi sono messo per stringerli BUM!

Meno male che stavo lavorando su quella che non è scoppiata. Me la sono cavata con una bella spruzzata d’acido sulla camicia e con un fischio in un’orecchio per il resto del pomeriggio. Adesso sembra tutto rientrato.


il nuovo Laboratorio di Informatica della scuola primaria

Stasera ho terminato di mettere a posto il laboratorio di informatica.

Ho avuto un po’ da fare con i cavi di rete, ce n’era qualcuno che non funzionava bene e ho dovuto ripiazzare il connettore RJ-45. E poi c’erano dei clienti che avevano problemini all’alimentatore o alla scheda di rete, o altre bazzeccole. Ho dovuto fare vari viaggi da quello che me li aveva venduti per riuscire ad avere tutto in ordine.

Alla fine, è una soddisfazione! Ci sono 40 computers disponibili per imparare a usarli, a un prezzo totale di 150,000 pesos, cioè € 4,000, una media di € 100 per computer.

Economico, no? e senza pagare licenze di windows né usando software piratato. Tutto in regola e a basso costo.

Potenza di linux!

6:38 am

Freddo polare

Stamattina siamo a 20 ºC.

È un freddo boia!

Anche perché sono con una mezza influenza e quindi lo senti di più. Non ho quasi di voce, spero che nei prossimi giorni migliori!

9:00 pm

Influenza

Sono mezzo influenzato, un po’ per il freddo – anche adesso tira un’arietta che da fastidio a stare solo in camicia – un po’ perché ce l’hanno quasi tutti.

Stamattina mi ha detto messa Lorenzo, contando con il fatto che avevo un’altra messa di pomeriggio. Domani mattina me la dice di nuovo lui, a meno io che non stia decisamente meglio.

9:46 pm

Lavoro manuale

Insieme a Lorenzo abbiamo finito di installare una canaletta di plastica che alloggerà i cavi di rete del nuovo laboratorio di informatica della scuola.

Il lavoro era stato iniziato da mio fratello Francesco insieme a mio papà, quando erano qui all’inizio del mese.

Tra ieri e oggi Lorenzo me l’ha finito, e io gli ho dato una mano per due mezz’orette in tutto.

Lavorare con Lorenzo fa piacere: si imparano tanti bei “trucchetti”, e offre una compagnia molto piacevole.

E poi fare questi lavori distende, direi che è più facile che fare il parroco!

Una fondazione dipendente dal presidente della repubblica di qui ha invitato tutti i preti ad assistere ad una videoconferenza con il vaticano sui temi della fecondazione artificiale, e sono andato volentieri.

Un cardinale e il decano della facoltà di bioetica di non so che università hanno trattato il tema in maniera chiara, e poi c’è stata una breve sessione di domande. Il tutto è durato poco più di un’ora.

Oltre al tema, mi ha fatto piacere vedere delle persone con cui avevamo degli impegni in sospeso, e lì abbiamo potuto metterci d’accordo.

Quello che non mi è andato giù sono stati i tramezzini che ci hanno offerto dopo la conferenza, e che ho mangiato volentieri perché era l’una e avevo programmato di rimanere in città per altre commissioni.

Così ho passato tutto il pomeriggio mezzo pesante, senza peraltro che la cosa mi impedisse di svolgere il lavoro che avevo in parrocchia.

Quando sono arrivato a casa stasera alle otto ero (e sono ancora) abbastanza stravolto.

Con Lorenzo siamo stati al ritiro annuale dei preti della diocesi di Santo Domingo.

Sono stati 5 giorni sereni, anche se un po’ appesantiti, ahimé, dal predicatore, il cui tono di voce era l’ideale per conciliare il sonno. E quindi il risultato sono state sonore dormite!

Non che dicesse cose senza senso, ma era un po’ pesante.

Giovedì grazie a Dio non ha parlato perché abbiamo fatto una giornata di deserto, e quella sì me la sono goduta!

E poi è sempre bello ritrovare tante persone e conoscerne altre. I preti presenti erano una cinquantina – il numero non è facile da definire per l’andirivieni continuo -. Colpiva il fatto che più vecchi di me c’erano praticamente solo alcuni missionari spagnoli. Tutti gli altri erano più giovani, a testimoniare il fatto solo che da qualche anno a questa parte si è scommesso sul serio sul clero locale e si è avviata una pastorale vocazionale mirata e che, sembra, sta dando i suoi frutti.

Da questa pastorale vocazionale sono scaturite anche le vocazioni dei sei seminaristi della nostra parrocchia!

Da domani mattina fino a venerdì siamo (io e Lorenzo) al ritiro annuale dei preti diocesani.

Grazie a Dio è qui vicino, nella Escuela de Evangelización, per cui qualunque emergenza si fa un salto a casa e si risolve.

Non scriverò sul diario in tutti questi giorni.

Oggi ho dedicato la giornata a una gita con i miei nell’interno del paese: La Vega, Santo Cerro, Monte de Oración.

Con noi c’era anche Carmen, e siamo passati da Hogar Crea a prendere suo marito che è in quella comunità di recupero per drogati e alcolizzati.

Abbiamo passato una giornata serena, anche se un po’ faticosa a causa del cattivo stato di molte strade.

Ieri mattina di buon ora siamo partiti tutti insieme dalla casa della missione per recarci alla parrocchia dove ci siamo riuniti asieme ai porrocchiani di don Paolo per recarci nella sede dove veniva svolta la chisura dell’anno Eucaristico. Tanti bus e tante persone tutti festanti e ansiosi di partecipare.

Arrivati sul luogo il primo impatto è stato molto bello perchè ci siamo ritrovati in mezzo ad una vera moltitudine di persone (circa 10.000) già in piena atmosfera di preghiera che cantavano per prepararsi alla giornata.

La giornata era divisa in due parti: la prima prevedeva l’adorazione Eucaristica mentre la seconda prevedeva la Santa Messa.

Quello che però vi volglio raccontare è come ho vissuto io la giornata. Armato di macchina fotografica e cinepresa sono andato in giro pe riprendere tutto ciò che ritenevo rappresentare i momenti più belli e significativi della giornata stessa. Volti di singoli fedeli o dei gruppi, dei sacerdoti o delle religiose, delle personalità o di coloro che lavoravano per la giornata, tutti lì per lo stesso motivo: l’adorazione del mistero dell’Eucaristia.

È difficile poter comunicare quello che ho visto e ho vissuto proprio per la dimensione e il modo diverso di vivere questi momenti da parte di questa popolazione della Repubblica Dominica. Fondamentalmente la gioa, la consapevolezza di vivere e di essere partecipi di un momento particolare di preghiera e soprattutto il desiderio di comunicarlo agli altri nel modo più festoso.

In barba al servizio d’ordine passavo da un settore all’altro tra la folla e fin sopra all’altare e ciò mi ha permesso di scattare tanta fotografie che nei prossimi giorni inserirò nel diaro per cercare di fare partecipe oltre che con le parole anche con le immagini anche a coloro che non c’erano quello che ho potuto vedere e vivere ieri mattina.

Papà e mamma oggi sono riusciti a conquistare i parrocchiani.

Oggi pomeriggio abbiamo fatto un incontro fraterno in cui loro hanno parlato della nostra vita di famiglia, del loro fidanzamento, di come hanno avuto i loro figli, di come hanno preso la notizia delle due entrate in seminario, ecc.

La gente ha ascoltato con molta attenzione (erano presenti un centinaio di persone), e alla fine hanno fatto un po’ di domande.

I miei hanno parlato in maniera molto semplice, e lasciando trasparire la fede con cui hanno vissuto sempre e continuano a vivere. E questo è quello che è arrivato al cuore della gente più di tutto il resto.

10:36 pm

Arrivati i miei

Sono appena arrivati i miei. Abbastanza stanchi, visto che sono in piedi da 24 ore.

Scommetto che domani mattina sono in piedi per l’ora di andare a Messa.

Ho messo in alto a destra sul diario un banner per invitare a sottoscrivere la richiesta di supportare il formato OpenDocument da parte di Microsoft.

Per firmare la petizione bisogna andare a http://opendocumentfellowship.org/petition/?lang=it

Cito dal sito di Paolo Attivissimo (http://attivissimo.blogspot.com), che è un riferimento sempre utile per essere aggiornati su quello che bolle nella pentola dell’informatica:

Perché è così importante questa cosa, e perché la meno tanto con OpenDocument? Perché è la soluzione semplice e pacifica a un problema che abbiamo tutti, in un modo o nell’altro, e promette di essere una vera rivoluzione nell’informatica, restituendo libertà a un mercato reso stantio dal monopolio.

Faccio un esempio banale. Microsoft Word è diffusissimo, per cui molta gente genera documenti usando il formato Word. Ma in pratica il formato Word è leggibile e modificabile soltanto con Word.

Siccome Word costa, e anche caruccio (niente di male in questo, è un prodotto commerciale, Microsoft è libera di stabilire il prezzo che le pare), c’è tanta gente che non se lo può comperare. Quindi o se lo pirata, commettendo un crimine, oppure rinuncia a leggere e modificare i documenti Word.

Sembra una rinuncia facile, finché nasce il problema del lavoro, delle scuole e delle pubbliche amministrazioni. Se il mio cliente o la mia PA o la mia scuola mi manda un documento Word, mi obbliga a comperare Word per interagire. Questo è favoritismo verso un prodotto specifico di un’azienda privata e contribuisce a mantenerne il monopolio.

È come se la scuola accettasse soltanto alunni che hanno uno zainetto Invicta. Tutti gli altri? A casa, pezzenti.

C’è una soluzione semplice a questa discriminazione: fare in modo che tutti i programmi di scrittura, commerciali o gratuiti, usino lo stesso formato. In questo modo, chi vuole pagare di più e usare Word, usa Word; chi vuole spendere meno e usare OpenOffice.org o Koffice o AbiWord o altri, li usa; nessuno è obbligato, e nessuno si accorge della differenza. Così tutti possono scambiare documenti con tutti, senza creare cittadini di serie A e di serie B.

Questo formato universale non è fantascienza: esiste già, si chiama appunto OpenDocument ed è stato creato da un’organizzazione (OASIS) di cui fa parte anche Microsoft. OpenOffice.org 2.0 lo supporta già, e non è il solo programma a farlo. Microsoft, invece, finora ha rifiutato di supportarlo, facendo anzi campagne di protesta contro l’adozione di OpenDocument:

http://it.wikipedia.org/wiki/OpenDocument

Ma l’adozione di un formato universale non è una pratica anticommerciale. Tutti i settori dell’industria e della tecnologia vivono di “formati universali”: si chiamano standard. È grazie agli standard che potete montare un’autoradio di una marca a vostra scelta nella plancia della vostra auto invece di sorbirvi quella imposta dal fabbricante dell’auto. È grazie agli standard che potete comperare il telefonino della marca che vi pare, senza essere obbligati a comperare quello di TIM o Vodafone o Wind. È grazie agli standard che potete comperare un CD musicale di qualsiasi casa discografica e suonarlo su un lettore di qualsiasi marca.

In altre parole, gli standard favoriscono il libero mercato e la concorrenza. E allora perché Microsoft punta i piedi e non supporta uno standard emergente? Perché teme di perdere mercato se la gente non è più obbligata a usare i suoi prodotti. È una paura che però non tiene conto dell’inerzia della gente, che non ha voglia di imparare programmi nuovi, ed è sintomo di poca fiducia nelle qualità del proprio prodotto, che invece ci sono eccome.

Potreste chiedervi perché non possiamo adottare il formato Word come standard in tutti i programmi, visto che è già così diffuso. Semplice: perché Microsoft non lo concede. OpenDocument, invece, è usabile liberamente da chiunque (Microsoft compresa) in eterno, senza limitazioni, senza dazi e senza vincoli di alcun genere.

La soluzione semplice e indolore a questa discriminazione è che Microsoft, come gli altri, adotti (anche) il formato OpenDocument nei suoi prodotti.

Forza: diamo una mano a zio Bill a capire cosa vogliamo da lui: vogliamo essere liberi di continuare a usare Word e Office, se ci va, ma perché ci piacciono, non perché siamo obbligati; e vogliamo farlo senza dover imporre i nostri gusti agli altri.

Personalmente sono convinto che dobbiamo intraprendere questo cammino, e aiutare Microsoft a uscire dal monopolio. Firmare la petizione può aiutare tutta l’umanità.

Oggi finalmente si è realizzata la giornata insieme a Suor Serafina ed è stata veramente splendida!

Stamattina sono andata a prenderla a Genova per portarla a Pegli nella mia Parrocchia alla Messa delle 10 (quella dei bambini che ci aspettavano numerosi). Durante il tragitto la suora non ha mai smesso di sorridere, era come catturata da tutto quello che vedeva: il mare avvicinarsi all’orizzonte, le case tutte attaccate del centro storico con i suoi vicoli e poi sulla sopraelevata quando si vede il Porto Antico c’è scappato un WOW che mi è preso un colpo!

In Parrocchia c’era Don Mario ad aspettarci e dopo le dovute presentazioni ci siamo messi subito al lavoro per praparare una predica adatta alla “Giornata mondiale delle missioni”. Intanto la Suora è una grande perché si era già preparata un discorso da leggere ai parrocchiani sulla missione di Santo Domingo e in particolare sul ruolo da lei svolto al centro nutrizionale; l’abbiamo corretto insieme (dice di non sapere l’italiano, ma vi assicuro che il suo linguaggio era davvero appropriato) e dopo è cominciata la Messa.

Quando è venuto il momento della predica Don Mario l’ha cominciata prendendo spunto da un orsetto di gommapiuma che mi aveva regalato un ragazzino del liceo e che ho portato proprio per mostrare come sono diversi i giocattoli di Guaricano dai nostri… l’effetto è stato quello che volevo e i bambini l’hanno osservato con attenzione, pensando forse che una cosa può esser bella anche nella sua semplicità.

Poi è arrivato il momento di Suor Serafina, dedicato soprattutto agli adulti. Mentre la suora leggeva, i loro sguardi non si sono mai distolti da lei e regnava un silenzio davvero d’eccezione. Penso che sia stata una bella testimonianza e averla condivisa assieme alla mia gente mi ha fatto sentire parte di un’unica grande famiglia. Credo che questa sensazione sia stata recepita anche da coloro che al termine della Celebrazione sono venuti a salutare Suor Serafina e a volerne sapere di più sulla missione. Volevo anche dire che erano mesi che aspettavo di poter scambiare un abbraccio con la suora al segno di pace e così è stato!

Dopo la Messa io e la suora siamo state nelle aule del catechismo a mostrare le foto del barrio e a rispondere alle numerose domande sorte: ammetto che non mi aspettavo un entusiasmo così da parte proprio dei ragazzi…

A mezzogiorno già mi sembrava pomeriggio inoltrato dall’intensità con la quale avevamo vissuto solo la mattinata! Per fortuna ci aspettava a casa un pranzetto molto genovese, durante il quale la suora ha scoperto l’esistenza dei PINOLI (ne ha trovato un pezzetto nel pesto, ma non sapeva esistessero!).

Dopopranzo le ho fatto un riassunto di tutto il diario della missione che si è persa e tornando verso casa, abbiamo visitato il Porto Antico che tanto le piaceva, un po dei vicoli, Piazza De Ferrari e San Lorenzo. Alla fine eravamo stanchine ma contentissime… e mi viene da concludere citando don Paolo:

“Grazie Signore, grazie di cuore!”

La settimana prossima arrivano visite.

Il 26 arriva una parte della mia famiglia: papà, mamma, Francesco, ziina.

Il giorno dopo arrivano Carlo Mosci e Massimo Corazza con tra i due tre figli più o meno diciottenni.

La vita della missione si arricchisce. Vi spiegherò i dettagli i giorni prossimi.

Ieri sera si è svolto il concerto del gruppo TUNA (Tutti Uniti in un Nuovo Amore), un gruppo musicale cristiano maschile della parrocchia di Santa Cruz, a poca distanza da noi.

Io non mi sentivo tanto bene, e ho preferito venire a casa.

L’accoglienza che hanno ricevuto è stata ottima, anche se la partecipazione non è stata un gran ché (circa 200) e anche la raccolta con le buste non ha lasciato quasi niente, praticamente abbiamo coperto le spese. Di fatto la maggior parte dei partecipanti erano adolescenti (senza soldi in tasca) e giovani (se hanno dei soldi in tasca sanno in cosa spenderli).

Stasera abbiamo avuto il concerto della vigilia della festa di Santa Margarita.

Non mi sono fermato tutto il tempo per una mezza febbre che avevo.

La gente è arrivata poco a poco, tanti adolescenti e giovani. Musica sfrenata ma che trasmette amore al Signore. La cosa più bella è vedere tutto il “pubblico” cantare e danzare dal suo posto al ritmo di merengue. E le facce sorridenti. Per il dominicano, e forse ancora di più per la dominicana, la musica è tutto!

1:52 pm

Gmail

Per chi gli interessa, ho un certo numero di inviti per gmail, la posta di google. Basta che me lo diciate.

10:52 pm

Sbobinando (31)

Ripassiamo davanti a Betania, dove le comunità di base stanno vivendo un pomeriggio di preghiera: è un bel gruppo, rivedo uomini e donne già notati per intensità di partecipazione all’inaugurazione della nuova cappella, è bella e intensa anche la preghiera.

Fuori dalla chiesa rivedo una vecchia che ho fotografato al mattino, mentre preparava il banchetto sul quale espone le sue piccole mercanzìe: un thermos di non so cosa, pochi sacchetti di caramelle, un paio di confezioni di biscotti, qualche banana in condizioni così così.

Impensabile dalle nostre parti, ma una volta di più mi chiedo se questa miseria non sia più umana della nostra civiltà: che ne sarebbe di questa povera vecchia se non potesse provare a vendere qualcosa?

Ripenso a lei più avanti, quando il giro di visite di suor Serafina ci porta dal ragazzo con la testa enorme.

Ho parlato di lui nel primo intervento fatto sul blog di don Paolo, il mio scritto di presentazione messo in rete direttamente dallo studio della missione; ne ho riparlato nell’articolo scritto per MissioGenova, la rivista curata da don Francesco.

L’ho visto entrando nella casa dipinta di rosso, superando la porta marroncina con la parte bassa rinforzata da una lamiera verde marcio: la casa rossa chiude il vicolo d’accesso, con il viottolo che si sdoppia sui due lati; insomma, ci si va a sbattere contro.

Il ragazzo è infermo dalla nascita: ammesso che si potesse fare qualcosa, l’assoluta povertà dei genitori (ma conoscerò solo la madre) ha cancellato ogni speranza alla radice.

Così il collo e la testa sono le uniche parti del corpo che si siano sviluppate normalmente, sembrano un pezzo unico sparato dal tronco verso l’alto; le braccia sono sottili e lunghissime, ripiegano davanti al ventre e finiscono in mani grandi, appoggiate sui piedi senza forma, premuti l’uno contro l’altro: nella mano destra tiene qualcosa, forse un giocattolo, la sinistra è chiusa a pugno.

È seduto su una sedie di plastica arancione, impilata su una sedia dello stesso tipo, azzurra; accanto a lui, sulla sedia rosa accanto, una bambina con due grandi fiocchi rosa legati ai capelli; di fronte, la sedia a rotelle con imbottitura nera su telaio rosso fiammante.

Lo sguardo è intenso, attento; sulla bocca grande e carnosa un accenno di baffo, sul viso, un accenno di sorriso: non so se è vero o se lo vedo solo io, forse perché penso che da noi sarebbe sepolto in un istituto, proprio come la vecchietta sarebbe sepolta, dimenticata?, in una casa di riposo.

10:31 pm

Pioggia e fresco

Grazie alla pioggia di tutto il pomeriggio a Messa c’era poca gente stasera. Il 70% dominicani non escono di casa se piove.

In compenso stasera c’è un bel freschetto. Penso che in letto dovrò usare (per la prima volta da tre mesi a questa parte) il lenzuolo!

10:46 pm

Sbobinando (29)

(Scusate l’assenza, causata da insopportabili quanto ineludibili necessità di lavoro: incombe il Salone Nautico).

Riprendo a sbobinare dalle lezioni di computer, che si tengono in un locale di fronte alla scuola.

La stanza è piccola (quattro per sei, più o meno), un grande ventilatore sul soffitto aiuta la decina di aspiranti informatici e l’insegnante, che come spesso accade quando si tratta di computer è assai più giovane dei suoi allievi.

Angelo è un magrolino dall’aria energica, sul metro e sessantacinque, poco più che ventenne, un filo di pizzetto, l’espressione molto sveglia, ha una bella maglietta rossa e un berretto con visiera; i computer lavorano in ambiente Linux, politica di don Paolo, che è orgoglioso di aver abbandonato Windows per risparmiare sui costi e guadagnare in praticità.

Il corso di informatica fa parte dell’insegnamento che si dà ai ragazzi durante l’anno; agli adulti si offre la possibilità di fare un corso più breve, un paio di mesi: bastano, dice Angelo, per consentire a chiunque si trovasse davanti a un computer di sapere quel che deve fare.

Mi viene in mente don Milani e la sua pedagogia così ancorata ai bisogni elementari: cultura è prima di tutto (per esempio) sapersela cavare in un ufficio postale. Dice Angelo: “I ragazzi vengono qui per giocare, ma le persone da 30 anni in su vengono perché sanno che nel 21mo secolo non si può fare a meno dell’informatica”.

E poi c’è un terzo gruppo, le donne che “vengono perché non costa niente e possono dare un esempio ai figli, al marito”.

Dare l’esempio: non sembra anche a voi che il concetto di esempio contenga l’idea della speranza?

10:40 pm

Di corsa…

Oggi sono andato abbastanza di corsa, cercando di far arrivare al Ministero dell’Educazione i documenti mancanti del personale non ancora nominato.

Ho quasi finito: lunedì devo recuperare la firma del direttore regionale e consengare al ministero.

Buona domenica a tutti, non potrebbe essere diversamente visto le belle foto che ci mostra don Paolo sotto!

Come vi avevo anticipato ho tenuto i contatti con Suor Serafina che vi saluta sempre e che tra una risata e l’altra ha portato a termine la missione dei pacchi.

A parte che detta così sembra la trasmissione di Bonolis, la verità è che ieri sono partiti da Genova per il Guaricano cinque grossi scatoloni di vestiario da bambini e poi se non ho capito male anche una pianola elettrica o qualcosa del genere (la suora si ostinava a chiamarmelo “organo”, ma io dubito fortemente si possa trattare di quello!) : io a sentire la suora così contenta mi sono emozionata e le ho promesso un articolo sul diario.

P.S.: Incarico don Paolo di farmi sapere quando arrivano se si tratta di una pianola o altro… così vedo se tra l’inglese, lo spagnolo e l’italiano ho capito giusto!!!

Dopo la Messa dei giovani (oggi è stata la Messa di inaugurazione dell’Anno Catechistico) sono andato con un parrocchiano all’Ospedale Centrale delle Forze Armate per dare l’Unzione dei Malati a un suo fratello che ha avuto qualche giorno fa un ictus e che non parla e non muove se non un braccio.

Arrivati là, la moglie ci ha detto che era andato un altro prete il giorno prima.

Dentro di me stava uscendo una voce: “Ma perché allora mi fate fare questi viaggi inutili”. Qualche tempo fa mi sarei arrabbiato troppo!

Di fatto sono riuscito a mantenermi calmo interiormente, e ho offerto la cosa al Signore.

Abbiamo fatto una preghera tutti insieme i parenti che erano lì, attorno al letto del malato. Mi ha colpito la fede della moglie nel fatto che il Signore può curarlo.

Dopo me ne sono andato con il signore che mi accompagnava. E pensavo dentro di me: il ritorno di Ñaña alla Chiesa Cattolica è stata una cosa troppo bella per rovinarla arrabbiandomi.

Il Signore non ha permesso che mi si rovinasse questa giornata così bella! Grazie, Signore Gesù!

La Disco Light di ieri sera è stata brava: hanno smesso alle 10 e mezza. Fa pensare che probabilmente era una festa di un compleanno, qualche padrino pieno di soldi ha pensato di affittare camion con altoparlanti e con tanto di dj.

E stasera non sono tornati, grazie a Dio! Se continuavano, stavamo tre notti senza dormire!

9:40 pm

Disco Light

Sono qui che sto cercando di fare qualcosa, ma mi riesce difficile perché a 100 metri da casa nostra hanno piazzato una Disco Light, cioè un camion carico di altoparlanti che diffondono musica sfrenata a un volume altissimo.

Va be’ che sono ancora le nove e mezza, ma se continuano, come l’esperienza fa pensare, fino alle tre di notte, nessuno dormirà qui.

Stasera è stato il primo incontro della I Settimana Biblica Parrocchiale.

Io sono stato a farlo a Jacagua, Lorenzo alla cappella del Chimbú, e Francesco a Betania. Tutti avevamo un bel po’ di gente, e forse l’incontro più partecipato è stato appunto quello di Betania, il più centrale.

Da parte mia avevo una quarantina di persone, tutti o quasi quelli delle comunità apostoliche, più altri, compresi vari giovani del gruppo di là.

Lorenzo, nel Chimbú, ha avuto un po’ di problemi con la luce: mi sono dimenticato di passargli la lampada ricaricabile, e dopo il tramonto ha dovuto lavorare a lume di candela. Mi ha anche fatto presente che per la quantità di gente gli serve anche un amplificatore.

Nello spostarmi a Jacagua ho anche bucato una gomma. Grazie al Signore avevo con me Noni e Chapito, due giovani del gruppo Ciempiés, che mi hanno aiutato e non ci è venuto tardi. E pensare che quando mi hanno detto che volevano andare a Jacagua con me mi sono detto “Ma chi ce li vuole questi?”. Il Signore mi ha fatto capire che dovevo accettarli più bene!

Domani celebriamo la festa di Santa Virginia, la fondatrice delle nostre suore.

Per prepararmi la predica ho approfittato e ho messo su wikipedia una parte della sua vita. La potete leggere a http://it.wikipedia.org/wiki/Santa_Virginia_Centurione_Bracelli.

Se volete andare avanti a scriverla, potete farlo, ma per favore evitate il copia-incolla da altri siti, perché si va a finire subito in un problema di copyright.

Oggi pomeriggio il liceo serale “Guaricano Adentro” aveva la cerimonia di graduazione (all’americana) dei nuovi bacillieri.

Sono stato invitato, e ho potuto fare un piccolo annuncio della parola di Dio: le beatitudini come invito all’impegno nella chiesa e nel mondo.

Celidio, il direttore, ha detto due parole in cui ha invitato ad affrontare le sfide della vita con fede, insieme al Signore Gesù. Ha cominciato dall’anno scorso a vivere con un po’ più di fedeltà la chiesa, grazie a un gruppo di preghiera carismatica.

Adesso sembra intenzionato a prepararsi per ricevere l’eucaristia (si è battezzato da grande e non ha mai fatto la prima comunione), e mi fa tenerezza l’idea che, spero tra qualche mese, faccia la comunione.

Te lo affido, Signore, attiralo verso di te.

Oggi, festa della Madonna della Mercé (Virgen de las Mercedes) ho cercato di organizzare una piccola gita al mare (o al fiume), con l’idea che mi aiutasse a stare qualche ora con i giovani di Jacagua.

I giovani di Jacagua in realtà o avevano altri programmi o non ne avevano voglia. Hanno declinato l’invito.

Già prima di ciò avevo detto anche ai responsabili dei vari gruppi giovanili che venissero anche loro, in maniera che anche loro li potessero conoscere. Al declinare i giovani di Jacagua, siamo rimasti d’accordo che saremmo andati solo con loro.

In realtà poi non siamo andati per niente. Kika e Rosanna non avevano capito che saremmo andati sicuramente, e avevano fatto anche loro altri programmi.

Vabbé, ho approfittato per stare un po’ più tranquillo, e mi sono fatto anche una dormitina nel pomeriggio.


Lara e Fiammetta con suor Serafina

Ohhhh… ecco… quanto tempo…

Indovinate un po’? Oggi… si è formato un trietto super…
1: LARA
2: SUOR SERAFINA
3: FIAMMETTA

Dunque: ho rivisto Serafina!!! E… ho conosciuto Lara!

Oggi c’è stata una festa per la madre fondatrice delle Suore Brignoline (si dice così?) nel convento a Marassi… Messa col cardinale (un’ora e mezza in piedi…) e poi rinfresco.

Ma a parte questo indovinate chi c’era oltre a noi tre? Carmen, Sandra, Orietta, la sorella di Carmen, la mamma di Lara, e Paola…. Mi ha fatto un certo effetto rivedere tutti insieme a Genova…

Serafina ci ha accolto sorridente (e ubriaca) come al solito (ovviamente scherzo con l’”ubriaca”)… Che strano vederla col vestito nero, velo tutto a posto senza neanche un capello fuori ecc…

Ci ha presentato la madre generale (che inspiegabilmente mi conosceva di nome… ?? … anzi lo so il perché ma tralasciamo…) e con Lara abbiamo cercato di strapparle un’uscita con Serafina.

Piccolo riassunto:

  • Sandra è arrivata in chiesa urlando che doveva confessarsi (ma era troppo tardi) e poi per penitenza si è seduta sotto un santo (scusate l’ignoranza ma non mi ricordo il nome) con una lancia puntata sulla sua testa… che ridere…
  • Poi ci ha raccontato di una urlata di Francesco per uno dei suoi (abituali) ritardi… altre risate …
  • La madre generale ci ha conosciuto uno per uno… (la sequenza Sandra – suor Daniela non è casuale. Chi ha orecchie per intendere…)
  • Carmen subito non l’ho riconosciuta perché i capelli erano più rossi del solito… Poi però quando si è appesa alla mia trippa prendendomi in giro ho capito subito…
  • Orietta si è informata di quando ci vedremo con Tarcisio e Tito (di nuovo “chi ha orecchi… intenda”…). E con Carmen giù a ridere di nuovo…
  • Lara si è dovuta sorbire un’ora e mezza di messa in piedi spiaccicata dietro una signora diciamo non magrissima…

Insomma è stato un pomeriggio di grandi risate di gruppo… Alla fine ero felicissima… Mi sono divertita molto e ho finalmente rivisto Serafina che con le sue risate di gusto e contagianti mi ha caricato tantissimo e mi ha risvegliato dal mio letargo (iniziato con l’inizio della scuola…)

C’era un atmosfera bellissima…

Ora però mi si stanno incrociando gli occhi… quindi… che dire…: Blessilla, Cristina, Lorenzo, Paolo, Francesco, suor Modesta (anche se non ti conosco)… vi aspettiamo con ansia!

Lo stesso vale per Willy, Heriberto, Elvis e gli altri ragazzi che prima o poi verranno a Roma…

A presto!

I miei allievi sono stati eccezionali: suor Cristina, suor Modesta, suor Blessila.

Ho spiegato loro un paio di cosette del gnome linux, che del resto è molto simile a un windows 98 o XP.

Se ce n’è bisogno continueremo i giorni prossimi.

Ho anche abilitato tutte e tre per scrivere qui sopra. Coraggio!!!

9:50 pm

Sbobinando (21)

Lunedì 25, ore 8.30.

Nella vecchissima Mitsubishi rossa con i sedili sfondati e il parabrezza con un buco dal quale si dipartono crepe identiche ai raggi del sole, Tito e io sprofondiamo più che altro sorpresi: questa ci mancava, ma è giusto provarla.

Diciamo la verità: a Genova, su una macchina così, non saremmo mai saliti. Non so se più per paura o più per vergogna. Il fatto è che da noi una macchina così potrebbe stare solo da un demolitore, qui sta onorevolmente nella media, fra le auto decenti dei benestanti e le carcasse arrugginite dei loro dirimpettai.

El chofer de confianza l’autista di fiducia trovato da don Paolo, guida con sicurezza in direzione di Juan Dolio, il posto che abbiamo chiesto di vedere e dove alla fine s’è deciso di fare un bagno, perché non si può tornare dai Caraibi senza aver assaggiato il mare e la spiaggia da cartolina.

La nostra guida è sempre Francesco. Sul pick up della missione c’è don Lorenzo: porta i ragazzi, per un giorno è gita anche per loro; Benedetta e Milena vogliono farsi fare le treccine.

Scopriremo che le ragazze haitiane fanno treccine in cambio di 20 dollari. Alla sesta cliente hanno guadagnato quanto in un mese il guardiano notturno conosciuto in cañada, quello che rischia la vita per difendere la stazione di servizio dall’assalto dei tiguere.

Un’altra conferma che le attività turistiche e assimilate viaggiano per conto loro.

Ci guardiamo intorno: gruppi di spazzine puliscono la strada (“Siamo in campagna elettorale”, ci spiega el chofer), il traffico è disordinato ma veloce, a ogni semaforo una dozzina fra ragazzi e adulti, uomini e donne, offrono qualunque cosa, dalla pulizia del vetro alle barrette di cioccolata, dalle bottigliette d’acqua ai sigari, dalle caramelle ai giornali.

Semaforo verde, siamo in seconda o terza fila; l’auto davanti a noi si sposta giusto in tempo per consentire al nostro autista di fare altrettanto, così evitiamo di travolgere la cosa che fa da spartitraffico.

La cosa è una persona. Un ragazzo di colore, avrà al massimo 25 anni.

Cammina sulle mani, aiutandosi con il moncherino della gamba sinistra, che spunta dai jeans tagliati corti. È amputata un po’ sopra il ginocchio. La gamba destra è più corta, dev’essergli stata amputata a metà coscia, forse anche più su.

Muovendosi con fatica, a ogni scatto di semaforo non fa in tempo a mettersi al sicuro, così rimane al centro della strada.

Chissà se si è abituato alle macchine che gli sfrecciano vicino alle orecchie, o se invece gli fanno ancora paura.

Oggi pomeriggio con le comunità apostoliche del settore Emmaus abbiamo celebrato l’Eucaristia.

Con calma, senza guardare l’orologio, ho cercato di rendere vivo e partecipato ogni momento della messa: l’accoglienza, la richiesta di perdono, l’omelia, la preghiera dei fedeli, il ricordo dei morti, il segno di pace, il ringraziamento dopo la comunione, l’impegno prima di salire.

Mi sono sentito bene con loro, anche se alcune comunità hanno dei problemini: vari membri partecipano poco o mostrano poco interesse.

Durante la messa appunto ho dovuto lottare per non farmi prendere da questi pensieri, che sono quelli che rendono triste anche me, e che quindi trasmettono depressione ai presenti. E so per esperienza certa che quando cerco di vedere il lato positivo e l’impegno della gente vengono fuori cose meravigliose.

Anche il settore Emmaus può vivere con più profondità il vangelo. Già da oggi!

Grazie, Signore!

Stasera sono proprio stanco, cerco di andare a dormire presto.

Eppure non ho fatto niente di particolare per stancarmi, forse un po’ di sonno arretrato e probabilmente l’indebolimento per un parassita che mi sembra di avere di nuovo.

E c’è anche il caldo, che da qualche giorno è abbastanza forte, si suda parecchio e devo bere vari litri di acqua al giorno.

Ahimé, i capi della nazione di Duquesa non sono venuti alla messa.

Hanno dato una mano per preparare, hanno prestato amplificatore e casse, hanno portato le sedie, e poi se la sono squagliata.

Ho domandato a Sánchez se sapeva il perché. Mi ha risposto: “Padre, lei non li conosce ancora…”