Il secondo giorno del Ritiro di Evangelizzazione si è aperto, al solito, con la liturgia penitenziale. Una liturgia sui generis, perché si fa come divisa tra la prima e la seconda domenica. Durante la settimana i partecipanti fanno il dialogo con il loro “pastorello”, si confessano, e all’inizio della seconda domenica la celebrazione.Un’altra cosa significativa, è che questa liturgia è strutturata come un rinnovo del battesimo, con la rinuncia a Satana e tutte le sue opere e con il rinnovo della professione di fede.
Un altro elemento bello è poi la preghiera per la guarigione da tutti i rencori del passato, cominciando da quello che possono averci fatto nostro padre e nostra madre, passando per maestri ed educatori, fino ad arrivare alle relazioni adulte a livello di vita di coppia e di lavoro.
E, dopo i vari temi del giorno, incentrati sulla signoria di Gesù nella propria vita e sul dono dello Spirito, la liturgia di consacrazione alla fine della giornata: quest’ultima ha il significato di pregare su ognuno perché si rinnovi l’effusione dello Spirito Santo. È preceduta da un momento di preghiera intensa, e produce a tutti un’intensa gioia spirituale.
Nella Messa finale ognuno dei partecipanti è accolto dai suoi familiari, e riceve da essi un significativo regalo: un mazzettino di fiori, segno della vita nuova che ha iniziato a vivere. A quanti hanno espresso durante il ritiro segni significativi di cambio si chiede di dare un piccolo testimonio. A me quello che più colpisce è, più che le testimonianze, che pur sono molto belle, vedere le facce degli altri che hanno vissuto la stessa esperienza: la qualità del loro sorriso esprime una partecipazione intensa e senza parlare è come se dicessero: “Quello che sta dicendo lui (o lei) l’ho vissuto anch’io”.
Adesso ci rivedremo sabato pomeriggio con tutti i partecipanti: lì c’è spazio per testimonianze un po’ più dettagliate, e una cetechesi apposita introduce le dodici settimane della catechesi fondamentale su discipolato e vita di comunità.