Ci siamo visti stasera con i catechisti dei giovani e degli adulti, per preparare il periodo del catecumenato e la preparazione della prima comunione e della confermazione.

La cosa più difficoltosa è stata realizzare il calendario della preparazione al battesimo: ci sono infatti incontri di catechesi (vari di essi raggruppati in una convivenza) e momenti liturgici (entrada al catecumenato, scrutini, consegna del credo e del Padre Nostro), e non è facile mettere insieme tutto, tenendo presente tra l’altro che continuano ad esserci altre attività nelle parrocchie.

Dal punto di vista concettuale invece quello che ci ha preso più tempo è stato il discorso del battesimo dei conviventi. La chiesa non lo fa, a meno che sia insieme o prossimo al matrimonio, per il semplice motivo che la convivenza è per un cristiano una situazione di peccato; e quindi chi si battezza e non si sposa, di per sé non si è convertito pienamente a Cristo.

La cosa non è difficile da capire, ma diventa di difficile attuazione perché cè un prete vicino a noi che battezza oves et boves, includendo i conviventi, e senza tante cose di preparazione: tre incontri e via il battesimo.

Ovviamente è una prassi deleteria, su più fronti:

  • il battesimo rimane a livello sacramentale, senza una vera e profonda catechesi
  • a parte le due o tre settimane di preparazione, non c’è l’accompagnamento della chiesa né la preoccupazione di aiutare a continuare un cammino
  • è una disobbedienza alla norma della chiesa: da parte di un prete è una cosa abbastanza grave.

Concretamente, molti adulti conviventi vanno a battezzarsi appunto da quel prete. E anche molti genitori vanno là a battezzare i bambini piccoli, “dopo tutto cosa sono tutte queste pretese di venire a messa, andare a una comunità di base, fare tanto corso di preparazione…”. E i catechisti sono lì in mezzo, a sentire le critiche della gente che vuol levarsi di lì il fastidio del battesimo proprio e dei figli, e che impreca perché in parrocchia le cose sono così difficili.

Non è la prima volta che parliamo della cosa, ma è stato utile e opportuno, perché si tratta di prender sempre più coscienza che i sacramenti sono sacramenti della fede e di una vita santa, e non cose da fare per mettersi la coscienza a posto.

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