La serata di stasera all’incontro dei missionari italiani è stata dedicata a incontrare un gruppo di giovani brasiliani che fanno teatro popolare. In un’oretta ci hanno presentato uno scorcio della vita quotidiana nel loro paese, con il turista derubato, la prostituta uccisa, la vita della gente che lotta per sopravvivere.
La cosa che piu mi è piaciuta e stato quando tre piccoli commercianti si vedevano minacciati dal comune che li voleva sloggiare per far posto a non so che opera pubblica. Lì hanno preso coscienza che potevano lottare insieme. E la scena si e conclusa con la canzone di Giorgio Gaber, La Libertà: i giovani si sono imparato a memoria il ritornello, in italiano, e l’hanno cantato con il sottofondo della cassetta che veniva riprodotta.
Dopo di loro, c’è stato un gruppo di ragazzi che fanno musica popolare brasiliana con strumenti fatti con materiali riciclati. C’erano almeno una decina di percussioni, con una ragazza che cantava. Il ritmo è stato trascinante per i giovani che avevano fatto teatro, i quali sono saliti sul palco e si sono messi a ballare: una maniera di ballare che sapeva di Africa, come di Africa sapevano i ritmi dei tamburi. Un missionario che lavora in Brasile mi ha spiegato che da questo punto di vista il Brasile è ancora pura Africa, cosa che, da quello che abbiamo visto, nessuno avrebbe potuto negare.