Stamattina ho preso la palla al balzo di un raccontino trovato su un giornale locale e ho convocato nel mio ufficio tutti i direttori docenti, le segretarie e la responsabile del personale di appoggio (bidelle e portieri).
Il raccontino verteva su una qualità per essere supervisori: la gerenzialità, cioè il capire al volo le esigenze del proprio capo per raccogliergli le informazioni e muovere i passi che sono necessari.
Da lì siamo andati avanti sulle caratteristiche del rapporto superiore-subordinato.
Di fatto io sono il superiore di tutti loro, ma i direttori docenti sono miei subordinati e al tempo stesso superiori dei maestri, lo stesso che la responsabile del personale di appoggio è mia subordinata e superiora di bidelle e portieri.
Le qualità che sono venute fuori come necessarie in questo lavoro sono: l’umanità, l’autorità, la flessibilità da parte dei superiori, la capacità d’obbedire, la creatività, il rispetto da parte dei subordinati.
Le segretarie, poi, hanno potuto mettere in luce che la loro più grande virtù con la gente deve essere la pazienza, perché spesso si trovano a dover offrire il “muro di gomma” della gentilezza a tutti quelli che vengono a reclamare qualcosa.
E, nonostante piccoli difetti che abbiamo tutti, questa riunione mi ha fatto rendere conto una volta di più che ho attorno a me come stretti collaboratori persone in gamba e ben formate.
È una sicurezza, che mi sento “addosso”, e che mi fa sentire bene.
Grazie, Signore!