Contributi del mese di Ottobre 2005

Grazie a Edubuntu, ho potuto tra ieri e oggi installare il software server del laboratorio di informatica. È predisposto in maniera da permettere il collegamento di un massimo di circa 250 terminali. In realtà ne metterò “solo” 40, perché tanti sono le postazioni che posso far uscire nel nuovo laboratorio di informatica.

Per i terminali comprerò dei pc Pentium II o III, senza disco rigido, senza cd, solo con il floppy, la scheda video e la scheda di rete. Quest’ultima, in particolare, deve essere tra quelle riconosciute dai dischetti di boot in rete.

La ditta da cui compro i terminali mi ha “prestato” l’altro giorno uno di questi computerini, e nel fine settimana abbiamo fatto le prove ma non siamo riusciti a capire come usare quella scheda di rete, così gliel’ho portato indietro e adesso mi devono dire qualcosa.

Se tutto va bene con 2,500 (63 euro) pesos mi danno un terminale, per cui i 40 terminali mi vengono a costare solo 2,520 euro!!!

Oggi Domenica abbiamo partecipato alla messa comunitaria, alle ore 7.00 del mattino. Si, proprio le 7.00 del mattino, in quanto qui in Santo Domingo la giornata comincia presto.

Ed è stata subito una gioia grande. Per diversi motivi.

  • Prima di tutto per l’incontro con il Signore. È proprio vero che, in qualunque parte del mondo e qualunque lingua si parli, la celebrazione eucaristica ci fa gustare l’incontro con il Signore e ci fa sentire in un qualche modo a casa.
  • La seconda annotazione è l’incontro con la comunità. Mi meraviglia, ogni volta che vengo in Guaricano, – è la terza volta ormai – il senso di comunità parrocchiale che si riesce a cogliere guardando come la gente partecipa e vive il mistero della chiesa. È una festa grande di gente che si incontra e si vuole bene ed esprime in maniera corporale questi suoi sentimenti.
  • Il terzo motivo è l’incontro con la gente. Che emozione nel sentirti accolto e in un qualche modo a casa. Tanti benvenuto e benedizioni e strette di mano e soprattutto abbracci, perché questo è il modo più caloroso con cui ci hanno accolto. E ci è “toccato” presentarci, tutti, mamma, papà, zia, i due oculisti e i loro tre figli, in un’attenzione veramente grande da parte della gente.
  • Non ultimo la vivacità e l’allegria della messa. In una partecipazione veramente corale, nell’ascolto della parola, nei canti sempre allegri e animati, nella preghiera che sgorga dal cuore, nell’accostarsi alla mensa eucaristica, nella preghiera per comunià ecclesiale genovese. Quanto avremmo da imparare per poter rendere più umane le nostre celebrazioni eucaristiche e la nostra partecipazione alla vita parrocchiale.

Oggi, domenica, in occasione della Santa Messa io e le mie figlie Marta e Lucia siamo stati presentati alla comunità parrocchiale della Divina Misericordia.

Così anche questa mattina sveglia di buon ora (qui fa caldo, la giornata è meglio cominciarla dalle ore più fresche) per partire alle 6,20 destinazione parrocchia della Divina Misericordia. Arrivati là, come al solito ci siamo stupiti della partecipazione della gente così di buon ora in una chiesa tutta da inventare (di fatto una costruzione precaria allestita in modo assolunamente dignitoso tale da poter ospitare quante più persone possibli). E in realta le persone erano veramente tante (circa 400) che senza problemi accettavano il disagio di stare in piedi o su scomede panche tutti accalcati ma pronti a dare gloria al Signore con canti festosi e preghiere partecipate.

Alla fine della Messa, prima della benedizione finale, don Lorenzo che ha officiato la Messa mi ha presentato alla comunità per spiegare perché siamo venuti, dire chi ero e cosa faccio nella vita, parlare della mia famiglia e del nostro impegno-partecipazione alle attività parrocchiali.

In realtà la sera prima con l’aiuto di mia figlia Marta che parla lo spagnolo avevamo preparato un piccolo discorso di 2 minuti che poi ho letto dall’altare (e pare che mi abbiano anche capito !!!!). A mia volta ho presentato le mie figlie Marta e Lucia e ho parlato dell’ambulatorio di oculistica che da domani lunedì 31 ottobre, sarà a disposizione della popolazione locale.

Come al solito (peraltro non ci si abitua mai a tanta disponbilità e gentilezza ) siamo stati accolti da un applauso e da manifestazioni di gratitudine da parte della gente.

Ieri mattina di buon ora siamo partiti tutti insieme dalla casa della missione per recarci alla parrocchia dove ci siamo riuniti asieme ai porrocchiani di don Paolo per recarci nella sede dove veniva svolta la chisura dell’anno Eucaristico. Tanti bus e tante persone tutti festanti e ansiosi di partecipare.

Arrivati sul luogo il primo impatto è stato molto bello perchè ci siamo ritrovati in mezzo ad una vera moltitudine di persone (circa 10.000) già in piena atmosfera di preghiera che cantavano per prepararsi alla giornata.

La giornata era divisa in due parti: la prima prevedeva l’adorazione Eucaristica mentre la seconda prevedeva la Santa Messa.

Quello che però vi volglio raccontare è come ho vissuto io la giornata. Armato di macchina fotografica e cinepresa sono andato in giro pe riprendere tutto ciò che ritenevo rappresentare i momenti più belli e significativi della giornata stessa. Volti di singoli fedeli o dei gruppi, dei sacerdoti o delle religiose, delle personalità o di coloro che lavoravano per la giornata, tutti lì per lo stesso motivo: l’adorazione del mistero dell’Eucaristia.

È difficile poter comunicare quello che ho visto e ho vissuto proprio per la dimensione e il modo diverso di vivere questi momenti da parte di questa popolazione della Repubblica Dominica. Fondamentalmente la gioa, la consapevolezza di vivere e di essere partecipi di un momento particolare di preghiera e soprattutto il desiderio di comunicarlo agli altri nel modo più festoso.

In barba al servizio d’ordine passavo da un settore all’altro tra la folla e fin sopra all’altare e ciò mi ha permesso di scattare tanta fotografie che nei prossimi giorni inserirò nel diaro per cercare di fare partecipe oltre che con le parole anche con le immagini anche a coloro che non c’erano quello che ho potuto vedere e vivere ieri mattina.

Sono Francesco, il fratello di don Paolo e sono qui a S. Domingo assieme ai miei genitori e alla zia.

Sono ormai passati due giorni completi della nostra esperienza e ci sembra di essere già a casa.

Ci sorprende l’accoglienza, l’amicizia, il calore che le persone della comunità parrocchiale hanno nei nostri confronti. Sempre un sorriso, una buona parola, un abbraccio caloroso, con l’ottimismo di chi prende la vita per il verso giusto nonostante la povertà e le difficoltà.

È un po’ come se la fede diventasse vita vissuta che traspare da ogni incontro. Per contro, il malessere di queste persone è quello di non far diventare morali le scelte che hanno fatto con il cuore. In poche parole, la famiglia e la famiglia regolare sono una fatica grande, concausa anche la grossa povertà.

L’esperienza è sicuramente positiva e coinvolgente, anche se i ritmi che ci vengono dati sono intensi e a volte la stanchezza affiora.

Papà e mamma oggi sono riusciti a conquistare i parrocchiani.

Oggi pomeriggio abbiamo fatto un incontro fraterno in cui loro hanno parlato della nostra vita di famiglia, del loro fidanzamento, di come hanno avuto i loro figli, di come hanno preso la notizia delle due entrate in seminario, ecc.

La gente ha ascoltato con molta attenzione (erano presenti un centinaio di persone), e alla fine hanno fatto un po’ di domande.

I miei hanno parlato in maniera molto semplice, e lasciando trasparire la fede con cui hanno vissuto sempre e continuano a vivere. E questo è quello che è arrivato al cuore della gente più di tutto il resto.

Oggi 9.30 abbiamo partecipato alla messa dei giovani, dove partecipano soprattutto bambini e giovani – anche se si sono visti parecchi adulti.

La prima nota è stata quella dell’allegria. Una festa di gioia per aver incontrato il Signore e per essersi incontrati come comunità. Ma poi anche una festa per la possibilità di esprimere in modo corporale questa allegria. Nel canto, nei movimenti accennati di danza, nel battimano a tempo di musica, negli strumenti musicali (chitarra amplificata e batteria). Guardando i volti della gente e sentendo le loro parole, traspare che quella gioia viene dal cuore e tocca in qualche modo la vita.

Alla fine della messa, la nostra presentazione ai giovani della comunità: mamma e papà con la loro testimonianza di famiglia, io e i figli degli oculisti con la testimonianza della nostra vita e del nostro servizio in parrocchia, gli oculisti con la testimonianza del loro lavoro e delle loro famiglie. È stato proprio bello perché c’è stata una attenzione da parte di tutti. E poi i due oculisti hanno invitato a venire all’ambulatorio per una visita oculistica durante la settimana.

Alla fine della messa abbracci e saluti con tutti.

Stamattina abbiamo vissuto la chiusura dell’Anno Eucaristico insieme a tutte le diocesi del paese.

Lo scenario è stato il Faro a Colón (Colombo), il mausoleo dove i dominicani sostengono di avere le ossa dell’illustre genovese. È una gran costruzione a forma di croce, che insieme ai resti di Colombo ospita un museo con reperti (la maggior parte in copia) di tutte le parti del mondo. Attorno alla costruzione c’è un immenso parco, che si è popolato con circa dieci/ventimila persone.

Ogni diocesi aveva assegnato un colore, rosso per Santo Domingo. Era il colore prevalente, e si capisce perché.

Della nostra parrocchia sono venute circa 250 persone, attratte anche dal fatto che abbiamo tenuto volutamente il costo a un livello molto basso per cercare di aiutare tutti a partecipare. La parrocchia ha dovuto integrare con una somma quasi pari a quello che ha dato la gente. Un mese fa, quando dovevamo decidere la cosa, ero un po’ indeciso, dal momento che la parrocchia aveva 300,000 pesos (oggi saliti a 400,000, quasi 10,000 euro) di debiti. Alla fine mi sono lanciato, facendo l’atto di fede che la cosa era del Signore, non mia, e che se era lui a chiedermelo lui si sarebbe incaricato di far entrare questi soldi.

Sono venuti anche i miei e gli oculisti con i figli.

Il tempo è stato bizzarro. Quattro volte se messo a piovere, l’ultima è stata durante la distribuzione della comunione. Fortunatamente la gente aveva l’ombrello, con cui si è riparata alternativamente dal sole e dall’acqua.

Mons. de la Rosa, arcivescovo di Santiago de lo Caballeros, ha fatto l’omelia spiegando la messa, in uno stile immediato e al tempo stesso profondo. Non ha fatto rimpiangere le omelie del cardinal López Rodríguez.

Sono arrivato al Guaricano due giorni fa cono le mie due figlie maggiori Marta e Lucia e il mio collega – amico Massimo Corazza e suo figlio maggiore Paolo.

Il giorno dopo ci siamo messi a lavorare per installare l’ambulatorio di oculistica; per fortuna tutto è andato bene tutto e tutto è funzionanate. Abbiamo organizzato l’ambulatorio su due stanze in modo tale da poter visitare in contemporanea io e Massimo e sfruttare al meglio le giornate.

Il pomeriggio ci siamo dedicati allo smistamento delle medicine, sia quelle che erano già arrivate con il container assieme agli strumenti, sia quelle che abbiamo portato dall’Italia dirattemente nelle valigie (eravamo in 5 e abbiamo portato con noi 9 valigie pesantissime tutte cariche di medicine e altre cose utili!!!!).

Tutto questo non nasce dal caso ma dalla collaborazione di tanti che hanno lavorato nell’ombra: Stefano S. che ha di fatto regalato l’apparecchiatura, Alessandro F. che si è preoccupato della spedizione, Santo M. che ha collaborato nella preparazione degli strumenti.

Adesso siamo pronti: nelle messa domenicale verrà avvisata la popolazione locale della possibilità di avere la visita oculistica. Ci auguriamo di poter visitare tanti bambini anche in età prescolare per poter soprattutto fare prevenzione sui difetti della vista così importanti a questa età.

Lasceremo tutto questo in mano ad una dottoressa locale di nome Alida, che abbiamo avuto il piacere di conoscere ieri e che già nella settimana prossima verrà a lavorare qualche ora con noi e prendere pratica delle apparechiature.

Ieri sera siamo stati tutti alla cena benefica del Seminario Minore.

Punto dolente: come anche gli anni scorsi arriviamo tardi, finiamo in qualche tavolino ai lati, e alla fine quasi non ci arriva la cena. Di fatto poi i miei e anche gli amici oculisti + figli non hanno apprezzato la cucina dominicana. Ma sembra che neanche molti dominicani, a giudicare dai piatti rimasti mezzi pieni in tavola.

Comunque la serata è stata bella, con musica allegra e anche qualche balletto.

Per me è sempre un’occasione bella: per stare al fianco dei nostri seminaristi (sono sei!) e anche per rivedere persone che non vedo tutti i giorni.

Tra le altre cose ho potuto parlare con Pelegrín Castillo, che è un deputato (sembra) cattolico, al quale ho fatto presente un’invito che gli abbiamo fatto a partecipare a un’attività organizzata dai giovani sul tema dell’aborto. Mi ha detto che parteciparà di sicuro! Vedremo.

C’è stato qualche problema con i mezzi di trasporto: per andare in là abbiamo stentato a trovare, chiedevano tutti troppo. E per tornare indietro ancora di più, ma per il motivo che dal centro della città nessuno si sente di andare al Guaricano di notte. È che il Guaricano ha una fama un po’ brutta…

Con mio fratello Francesco siamo andati a comprare i pezzi per il server del laboratorio di informatica.

Visto che deve reggere 40 terminali abbiamo comprato il non plus ultra, e ce la siamo cavata con 44,000 pesos (circa 1,200 euro), compresi due switch da 4,000 pesos ognuno.

In definitiva il computerone Pentium 4 Intel con 2 GB di ram e HD da 120 GB ci è costato meno di 1,000 euro!

Potenza del fatto che qui le parti di computer non pagano tasse.

Oggi pomeriggio sono arrivati Massimo Corazza e Carlo Mosci.

A partire da domani monteranno le apparecchiature per la visita oculistica e addestreranno un’oculista dominicana.

L’idea è di fare l’addestramento con campioni reali di popolazione, sostanzialmente con i bambini della scuola.

Carlo è accompagnato da due figlie, Lucia e Marta, e Massimo è venuto con suo figlio Paolo, mio omonimo.

Soprattutto le due ragazze sono arrivate abbastanza fuse del viaggio, ma sono sicuro che domani staranno meglio!

10:36 pm

Arrivati i miei

Sono appena arrivati i miei. Abbastanza stanchi, visto che sono in piedi da 24 ore.

Scommetto che domani mattina sono in piedi per l’ora di andare a Messa.

Oggi pomeriggio ho chiesto vari preventivi per il nuovo laboratorio di informatica: il server, i regolatori di tensione, le sedie.

Il server si aggirerà, comprendendo il switch, sui 37,000 pesos, circa 1,000 euro.

I regolatori di tensione, da mettere ad ogni terminale, dovrebbero costare una media di 550 pesos (15 euro) per terminale.

La settimana scorsa mi ero informato sui terminali: con 2,300 pesos (62 euro) compro dei Pentium II con monitor da 14 pollici. I 40 terminali mi costeranno quasi 100,000 pesos (2,700 euro).

Nei giorni prossimi spero di riuscire a comprare il tutto, anche perché nel frattempo il locale è quasi a punto: la settimana prossima me lo dovrebbero consegnare.

La gente del campo ha risposto bene alla chiamata all’adorazione di oggi pomeriggio. La cappella di San Ramón era abbastanza piena.

Io ho mischiato l’adorazione con il ministero della reconciliazione, che è sempre molto bello.

Ho anche conosciuto una donna che vive a Jacagua da tre mesi, e che sembra una persona ben attiva nella chiesa.

Il Signore ci sa sempre fare dei bei regali!

I lavori del tetto del terzo piano (quarto secondo le convenzioni di qui) della scuola l’hanno lasciato con una decina di gocciolature fastidiose e anche pericolose.

Stamattina ci siamo visti con gli ingegneri dell’opera e con l’altro ingegnere a cui hanno subappaltato il tetto di ferro e lamiera.

Il tipo, che sembrava non volesse assumersi le sue responsabilità, ha detto che a partire da domani aggiusta tutti i gocciolamenti.

Vedremo.

Ho messo in alto a destra sul diario un banner per invitare a sottoscrivere la richiesta di supportare il formato OpenDocument da parte di Microsoft.

Per firmare la petizione bisogna andare a http://opendocumentfellowship.org/petition/?lang=it

Cito dal sito di Paolo Attivissimo (http://attivissimo.blogspot.com), che è un riferimento sempre utile per essere aggiornati su quello che bolle nella pentola dell’informatica:

Perché è così importante questa cosa, e perché la meno tanto con OpenDocument? Perché è la soluzione semplice e pacifica a un problema che abbiamo tutti, in un modo o nell’altro, e promette di essere una vera rivoluzione nell’informatica, restituendo libertà a un mercato reso stantio dal monopolio.

Faccio un esempio banale. Microsoft Word è diffusissimo, per cui molta gente genera documenti usando il formato Word. Ma in pratica il formato Word è leggibile e modificabile soltanto con Word.

Siccome Word costa, e anche caruccio (niente di male in questo, è un prodotto commerciale, Microsoft è libera di stabilire il prezzo che le pare), c’è tanta gente che non se lo può comperare. Quindi o se lo pirata, commettendo un crimine, oppure rinuncia a leggere e modificare i documenti Word.

Sembra una rinuncia facile, finché nasce il problema del lavoro, delle scuole e delle pubbliche amministrazioni. Se il mio cliente o la mia PA o la mia scuola mi manda un documento Word, mi obbliga a comperare Word per interagire. Questo è favoritismo verso un prodotto specifico di un’azienda privata e contribuisce a mantenerne il monopolio.

È come se la scuola accettasse soltanto alunni che hanno uno zainetto Invicta. Tutti gli altri? A casa, pezzenti.

C’è una soluzione semplice a questa discriminazione: fare in modo che tutti i programmi di scrittura, commerciali o gratuiti, usino lo stesso formato. In questo modo, chi vuole pagare di più e usare Word, usa Word; chi vuole spendere meno e usare OpenOffice.org o Koffice o AbiWord o altri, li usa; nessuno è obbligato, e nessuno si accorge della differenza. Così tutti possono scambiare documenti con tutti, senza creare cittadini di serie A e di serie B.

Questo formato universale non è fantascienza: esiste già, si chiama appunto OpenDocument ed è stato creato da un’organizzazione (OASIS) di cui fa parte anche Microsoft. OpenOffice.org 2.0 lo supporta già, e non è il solo programma a farlo. Microsoft, invece, finora ha rifiutato di supportarlo, facendo anzi campagne di protesta contro l’adozione di OpenDocument:

http://it.wikipedia.org/wiki/OpenDocument

Ma l’adozione di un formato universale non è una pratica anticommerciale. Tutti i settori dell’industria e della tecnologia vivono di “formati universali”: si chiamano standard. È grazie agli standard che potete montare un’autoradio di una marca a vostra scelta nella plancia della vostra auto invece di sorbirvi quella imposta dal fabbricante dell’auto. È grazie agli standard che potete comperare il telefonino della marca che vi pare, senza essere obbligati a comperare quello di TIM o Vodafone o Wind. È grazie agli standard che potete comperare un CD musicale di qualsiasi casa discografica e suonarlo su un lettore di qualsiasi marca.

In altre parole, gli standard favoriscono il libero mercato e la concorrenza. E allora perché Microsoft punta i piedi e non supporta uno standard emergente? Perché teme di perdere mercato se la gente non è più obbligata a usare i suoi prodotti. È una paura che però non tiene conto dell’inerzia della gente, che non ha voglia di imparare programmi nuovi, ed è sintomo di poca fiducia nelle qualità del proprio prodotto, che invece ci sono eccome.

Potreste chiedervi perché non possiamo adottare il formato Word come standard in tutti i programmi, visto che è già così diffuso. Semplice: perché Microsoft non lo concede. OpenDocument, invece, è usabile liberamente da chiunque (Microsoft compresa) in eterno, senza limitazioni, senza dazi e senza vincoli di alcun genere.

La soluzione semplice e indolore a questa discriminazione è che Microsoft, come gli altri, adotti (anche) il formato OpenDocument nei suoi prodotti.

Forza: diamo una mano a zio Bill a capire cosa vogliamo da lui: vogliamo essere liberi di continuare a usare Word e Office, se ci va, ma perché ci piacciono, non perché siamo obbligati; e vogliamo farlo senza dover imporre i nostri gusti agli altri.

Personalmente sono convinto che dobbiamo intraprendere questo cammino, e aiutare Microsoft a uscire dal monopolio. Firmare la petizione può aiutare tutta l’umanità.

Il primo giorno di questa settimana di chiusura dell’Anno Eucaristico abbiamo vissuto un momento di “adorazione eucaristica” con i bambini della scuola.

Le virgolette sono dovute al fatto che, per mantenere i bambini attenti per mezz’ora, la celebrazione ha dovuto essere abbastanza fantasiosa: Vangelo, dialogo, e soprattutto scrivere una preghiera su dei foglietti che poi abbiamo distribuito sull’altare tutt’attorno all’ostensorio. Quando sono andato davanti all’altare e ne ho presi alcuni per leggerli ad alta voce ho percepito che l’attenzione dei bambini era al massimo!

Domani l’adorazione sarà nella cappella di San Ramón, nel campo.

8:42 am

Eccovi Lorenzo!


Lorenzo, Robert e l'ambulanza

Lorenzo (a sinistra), con un volontario e con Robert, il loro coordinatore (a destra), orgogliosi del loro servizio con l’ambulanza.

In occasione della tempesta tropicale “Alfa”, che ha attraversato stamattina il paese da sud a nord, le autorità ci hanno chiesto di mettere a disposizione l’ambulanza per qualunque evenienza.

Con molto piacere l’abbiamo mandata, naturalmente con il nostro autista di fiducia, Alejandro.

Sembra che non ci sia stato bisogno per niente di speciale, grazie a Dio.

Oggi finalmente si è realizzata la giornata insieme a Suor Serafina ed è stata veramente splendida!

Stamattina sono andata a prenderla a Genova per portarla a Pegli nella mia Parrocchia alla Messa delle 10 (quella dei bambini che ci aspettavano numerosi). Durante il tragitto la suora non ha mai smesso di sorridere, era come catturata da tutto quello che vedeva: il mare avvicinarsi all’orizzonte, le case tutte attaccate del centro storico con i suoi vicoli e poi sulla sopraelevata quando si vede il Porto Antico c’è scappato un WOW che mi è preso un colpo!

In Parrocchia c’era Don Mario ad aspettarci e dopo le dovute presentazioni ci siamo messi subito al lavoro per praparare una predica adatta alla “Giornata mondiale delle missioni”. Intanto la Suora è una grande perché si era già preparata un discorso da leggere ai parrocchiani sulla missione di Santo Domingo e in particolare sul ruolo da lei svolto al centro nutrizionale; l’abbiamo corretto insieme (dice di non sapere l’italiano, ma vi assicuro che il suo linguaggio era davvero appropriato) e dopo è cominciata la Messa.

Quando è venuto il momento della predica Don Mario l’ha cominciata prendendo spunto da un orsetto di gommapiuma che mi aveva regalato un ragazzino del liceo e che ho portato proprio per mostrare come sono diversi i giocattoli di Guaricano dai nostri… l’effetto è stato quello che volevo e i bambini l’hanno osservato con attenzione, pensando forse che una cosa può esser bella anche nella sua semplicità.

Poi è arrivato il momento di Suor Serafina, dedicato soprattutto agli adulti. Mentre la suora leggeva, i loro sguardi non si sono mai distolti da lei e regnava un silenzio davvero d’eccezione. Penso che sia stata una bella testimonianza e averla condivisa assieme alla mia gente mi ha fatto sentire parte di un’unica grande famiglia. Credo che questa sensazione sia stata recepita anche da coloro che al termine della Celebrazione sono venuti a salutare Suor Serafina e a volerne sapere di più sulla missione. Volevo anche dire che erano mesi che aspettavo di poter scambiare un abbraccio con la suora al segno di pace e così è stato!

Dopo la Messa io e la suora siamo state nelle aule del catechismo a mostrare le foto del barrio e a rispondere alle numerose domande sorte: ammetto che non mi aspettavo un entusiasmo così da parte proprio dei ragazzi…

A mezzogiorno già mi sembrava pomeriggio inoltrato dall’intensità con la quale avevamo vissuto solo la mattinata! Per fortuna ci aspettava a casa un pranzetto molto genovese, durante il quale la suora ha scoperto l’esistenza dei PINOLI (ne ha trovato un pezzetto nel pesto, ma non sapeva esistessero!).

Dopopranzo le ho fatto un riassunto di tutto il diario della missione che si è persa e tornando verso casa, abbiamo visitato il Porto Antico che tanto le piaceva, un po dei vicoli, Piazza De Ferrari e San Lorenzo. Alla fine eravamo stanchine ma contentissime… e mi viene da concludere citando don Paolo:

“Grazie Signore, grazie di cuore!”

La messa dei giovani era appena cominciata quando è cominciata una tempesta tremenda.

Si tratta di “Alfa”, che è una tempesta tropicale che ha attraversato il paese da sud a nord, e fortunatamente in maniera veloce: è piovuto dall’una del mattino fino a mezzogiorno, con il picco di violenza e intensità dalle nove e quaranta alle dieci e dieci, esattamente il tempo del vangelo e della predica.

Poca gente alla messa, il dominicano quando piove non si muove!

E bagnarella per molti di quelli che sono arrivati in ritardo, ma anche per quelli che erano già lì: infatto la struttura della nostra “chiesa”, che in realtà è una tettoia, è ideale per bagnarsi quando piove con un po’ di vento.

Anche sull’altare dovevo cercare i punti dove non pioveva, per evitare che mi si bagnasse il Corpo di Cristo. Seduto alla sede, un gocciolamento si ostinava a raggiungermi un braccio.

10:01 pm

Cuba e Wilma

Il ciclone Wilma si sta avvicinando pericolosamente a Cuba, e in particolare alla costa occidentale dell’isola, dove si trova Santa Clara e in essa la nuova missione della diocesi di Genova.

Don Marino Poggi è là insieme a don Federico Tavella, un prete della diocesi di Chiavari.

http://www.nhc.noaa.gov/storm_graphics/AT24/refresh/AL2405W+gif/210955W_sm.gif dà la situazione al momento presente. Si vede la minaccia di uragano per la costa occidentale di Cuba.

Rimaniamo in preghiera. I giornali di qui dicono che il governo cubano ha già evacuato mezzo milione di persone.

P.S.: Non chiedetemi l’indirizzo e-mail di don Marino: a parte che non so se aveva la posta elettronica in Italia, in più c’è da dire che a Cuba la libertà è un fantoccio, e internet è controllata dal regime. Invece ho il loro telefono della casa, che potete chiedermi se volete.

Oggi pomeriggio c’è stato il Rosario Vivente. Si è fatto in ogni settore, anzi, ne sono stati fatti due o tre per ogni settore.

L’idea di questa atomizzazione è quella di poter stare il più vicino possibile alla gente. E difatti ho ricevuto feedback significativi di persone che si sono lasciate coinvolgere proprio perché il Rosario Vivente è passato davanti alla loro casa!

Avevo intenzione di muovermi e di vedere come andavano tutti (o quelli che riuscivo).

Purtroppo il fango del filtrante mi ha impedito totalmente la partecipazione. Ho solo visto la partenza del Rosario Vivente di Betania. C’era un discreto numero di gente ed era ben animato!

Domani a Messa faccio raccontare da vari settori come è andata!

Oggi ci hanno fatto il filtrante per la scuola.

Tutto bene, prezzo abbastanza modico (5,000 pesos), terreno buono quello che hanno trovato lì sotto.

L’unico inconveniente è stato il fatto che quando hanno finito ci è rimasto da pulire da tutto il fango che hanno lasciato.

Ci sarebbe una soluzione facile, quella di buttarci una camionata d’acqua e far scorrere via tutto.

Non ho voluto farlo, un po’ perché le finanze della scuola non stanno tanto bene adesso, e un po’ perché il fango si sarebbe diffuso abbastanza tutto intorno.

Così mi sono messo con una canna e una scopa a smuovere qualcosa. Non avrei mai potuto finire se non ci fossero stati dei vicini gentilissimi che si sono messi a darmi una mano, senza che io dicessi loro niente.

Di fatto abbiamo lavorato due ore in otto persone, e c’è voluta tutta. Alla fine non ero per niente pentito di non aver scelto la soluzione del camion d’acqua, perché c’è stata questa gara di generosità che non mi ha fatto sentire niente la stanchezza.

Domani voglio andare a casa di queste persone, per ringraziarle più diffusamente una per una. Mi hanno fatto un favore grandissimo!

P.S.: Ho dovuto lottare con me stesso per non arrabbiarmi! Tutte le volte che c’è un lavoro straordinario lo vengono a fare di sabato o di domenica, con il risultato che rimane sul groppone a me. Il principio di arrabbiatura che avevo l’ho superato a) grazie alla recente festa di Santa Margherita, in cui avevo potuto meditare delle frasi della santa attinenti appunto a queste situazioni, e b) grazie al miracolo di solidarietà e attenzione umana che ho visto nei vicini.

Grazie, Signore!

Oggi pomeriggio ho potuto chiamare per telefono don Marino Poggi, che da qualche settimana è a Cuba nella nuova missione che la Diocesi ha aperto in questo stesso mese.

Mi ha detto che possono ricevere chiamate dall’estero, ma che, ahimé, non possono farne.

Sono due: lui e don Federico, un prete di Chiavari che ha più o meno la mia età o qualche anno di meno.

Il vescovo locale gli ha affidato due parrocchie con varie cappelle in campagna.

Che dire? Buon lavoro, don Marino!

La ADP, Associazione Dominicana di Professori, ha indetto per oggi un’assemblea di tutti i maestri.

Sembra che ci sia una perdita di una grande somma di denaro nella cooperativa dei maestri.

E poi c’è la faccenda dell’orario scolastico: il ministero dell’educazione ha chiesto di applicare quello che i regolamenti dispongono: dalle 8 alle 12 e mezza il turno del mattino, dalle 2 alle 6 il turno del pomeriggio.

Di fatto questo è sempre stato l’orario stabilito, ma i maestri non l’hanno mai voluto applicare, limitandosi a terminare a mezzogiorno al mattino, e alle 5 al pomeriggio.

Soprattutto il caso del pomeriggio è secondo me grave, perché di fatto priva quegli studenti di un’ora di lezione al giorno!

Invece la situazione del mattino è di difficile soluzione, perché la gran maggioranza dei maestri lavorarano anche nel turno del pomeriggio, e con l’orario ufficiale non hanno il tempo neanche di mangiare.

Così nell’assemblea di oggi discutevano la cosa. Speriamo che sia per migliorarla!

La settimana prossima arrivano visite.

Il 26 arriva una parte della mia famiglia: papà, mamma, Francesco, ziina.

Il giorno dopo arrivano Carlo Mosci e Massimo Corazza con tra i due tre figli più o meno diciottenni.

La vita della missione si arricchisce. Vi spiegherò i dettagli i giorni prossimi.

Sabato l’altro in mattinata avremo la solenne chiusura dell’anno eucaristico, nel Faro a Colón.

Per prepararla avevamo una riunione stasera, in cui abbiamo coordinato queste e altre cose. Per facilitare la partecipazione della gente assumiamo parte del gasto delle guagüe con la parrocchia. Non è un momento facile, perché a causa dei lavori degli uffici della parrocchia nuova abbiamo in tasca solo 300,000 pesos (8,000 euro) di debiti, che stiamo pagando poco a poco.

Abbiamo anche coordinato varie altre cose, tra cui un ritiro per coppie per la metà di novembre.

E c’era un’aria molto bella, molto partecipativa. Di cui ho ringraziato il Signore, e continuo a farlo anche adesso: sei forte, Gesù!

Sto “lottando” (in senso figurato, ovviamente) perché le autorità mi realizzino una sostituzione di personale che gli ho chiesto.

Laidy, la segretaria della scuola serale, ha dovuto lasciare il lavoro della scuola perché ha cambiato l’altro lavoro che aveva e gli orari dell’università.

Così ho cercato una ragazza preparata e decente, e l’ho trovata in Ana, una nipote di Reny, figliastra di sua sorella.

Il problema è che adesso il distretto scolastico mi fa problemi. Félix, il direttore del distretto, mi ha detto che tocca a lui scegliere la sostituta.

Così abbiamo cercato la maniera di fare il cambio in modo più diretto, andando direttamente al ministero per mezzo di relazioni della madrasta di Ana.

Purtroppo oggi questa impegata che ci dovrebbe aiutare mi ha detto che ha bisogno della firma di Félix, che, appunto, sembra non la voglia mettere.

Così domani mattina vado a vedere cosa mi dice Félix e in caso negativo andró al ministero a vedere cosa si può muovere tramite l’impiegata.

Stamattina, al ministero dell’educazione, mi hanno confermato che sono in cammino le nomine di quattro maestre.

Il punto interrogativo nel titolo significa “non dire gatto finché non ce l’hai nel sacco”, potrebbe passare qualunque cosa.

Però sono contento perché alla fine, dopo tre anni, qualcosa si sta muovendo su questo fronte!

Stasera ho visitato una comunità apostolica del settore Nueva Jerusalén (La Mina).

Sono tutti persone abbastanza giovani, molte donne con un solo uomo. L’entusiasmo che ho visto in loro mi ha ricaricato, e mi ha dato voglia di visitare altre comunità.

Mi ha colpito in particolare il racconto di Pedro, al quale ho chiesto come è arrivato alla fede. La sua risposta è stata la seguente: era una persona tranquilla, ma non gli piaceva la vita di chiesa; diceva che sarebbe andato in chiesa quando il Signore lo avesse toccato; al partecipare un giorno in un culto evangelico, ha sentito la presenza dello Spirito Santo, il pastore se ne è accorto e glielo ha fatto notare, e l’ha invitato a impegnarsi di più in quella chiesa; lui ha risposto che non l’avrebbe fatto, perché non gli piaceva quella chiesa evangelica, così ha cominciato a rifrequentare la sua chiesa cattolica che frequentava da piccolo, e poco a poco ha continuato il cammino facendo il Ritiro di Evangelizzazione e arrivando alla comunità apostolica.

Nel suo racconto mi ha colpito soprattutto il particolare che il pastore, al sentire che a Pedro non piaceva la chiesa evangelica, gli ha consigliato allora di andare alla cattolica. Grande pastore! Ben pochi pastori del Guaricano direbbero una cosa così. Io ho l’impressione che quel pastore sia Chico, un ex cattolico che conosco abbastanza bene, che per l’appunto pastorea una chiesa evangelica non lontano da lì. E così Pedro può vivere adesso la sua fede nella sua chiesa cattolica.

Grazie, Signore!

9:59 pm

Malati

Oggi pomeriggio ho visitato e dato l’unzione a tre malati.

Il primo, Tomás, era in fin di vita, e la famiglia sembrava molto serena.

Il secondo, Pedro, era in letto, con il catetere, senza forza per alzarsi. Quando gli ho chiesto sul suo battesimo aveva le idee abbastanza confuse, mi continuava a dire che lo avevano battezzato nel fiume (gli evangelici), ma poi il figlio mi ha chiarito che prima era stato battezzato nella chiesa cattolica. La frase che più mi ha colpito è stata a questa: “Voglio incontrarmi con il Signore, non voglio perdere il dono della salvezza”. Mi ha colpito perché io ero lì che pensavo: stiamo chiedendo al Signore la guarigione, e magari lui non viene guarito e ci rimane male… Questo malato mi ha dato una lezione di fede.

La terza, Nereida, è una donna che ho battezzato l’anno scorso, sembrava in fin di vita, avevo capito (male?) che aveva un tumore terminale. Invece l’ho trovata viva, ed è stato uno stupore per me rendermi conto che era la stessa dell’anno precedente. Era immobile in letto, anche solo per girarsi aveva bisogno che la figlia la aiutasse. Mi dice: “Ho tutti i nervi rigidi, non riesco a muovere niente”. Con fatica muoveva un braccio. Ha fatto la sua confessione e dopo abbiamo celebrato l’unzione. Alla fine ha chiesto che gli mandassi l’ambulanza, perché da parecchio tempo non andava all’ospedale e sentiva il bisogno di andare a farsi un controllo. Domani Lorenzo la porterà, e prima porterà là il medico per verificare a quale ospedale mandarla e per farle la lettera di riferimento.

11:14 pm

Luce record!

La luce c’è stata in maniera praticamente ininterrotta per 47 ore. Il “praticamente” si riferisce a una piccola caduta della linea di dieci minuti stamattina.

Non abbiamo avuto bisogno di accendere il generatore né ieri sera per il concerto né oggi pomeriggio per i cori.

Ringraziamo il Signore, e chiediamo alla compagnia elettrica che adesso non ce lo facciano pagare con un black-out altrettanto lungo!

Ieri sera si è svolto il concerto del gruppo TUNA (Tutti Uniti in un Nuovo Amore), un gruppo musicale cristiano maschile della parrocchia di Santa Cruz, a poca distanza da noi.

Io non mi sentivo tanto bene, e ho preferito venire a casa.

L’accoglienza che hanno ricevuto è stata ottima, anche se la partecipazione non è stata un gran ché (circa 200) e anche la raccolta con le buste non ha lasciato quasi niente, praticamente abbiamo coperto le spese. Di fatto la maggior parte dei partecipanti erano adolescenti (senza soldi in tasca) e giovani (se hanno dei soldi in tasca sanno in cosa spenderli).

11:08 pm

Santa Margarita

La giornata di oggi, giorno della festa di santa Margarita, è passata serenamente.

A parte le due messe del mattino (come sempre), nella messa della sera abbiamo avuto mons. Amancio Escapa, vescovo ausiliare, in rappresentanza del cardinal López che è all’estero. Mons. Amancio ha messo in evidenza il significato della devozione al Sacro Cuore.

A mezzogiorno ci siamo ritrovati con un buon numero di famiglie nel salone della scuola per mangiare insieme. È stato un momento sereno e di buona condivisione.

Ci si doveva vedere a mezzogiorno, ma in realtà la maggior parte delle persone è arrivata verso l’una, e quando abbiamo cominciato a mangiare era l’una passata.

La cosa bella del pranzo è che si sono messe tutte le varie pentole con i vari piatti su un unico tavolo bello lungo, e poi ognuno è andato a prendere quello che voleva, scoprendo così i sapori dei piatti degli altri.

È stato spazzolato tutto, anche perché c’erano i giovani del coro che non sono niente facili.


I bambini presenti al concerto

E dopo mangiato c’è stato un piccolo concerto, con tre cori presenti: Cristo Vivo (coro dei giovani), i coro degli adulti, e i Romance Latino, che sono giovani più o meno della parrocchia ma che cantano merengue e bachata. Varie persone hanno ballato, alcuni in maniera che faceva piacere vedere per la grazia e l’armoniosità dei movimenti.

C’ho provato anch’io, suscitando un buon interesse in tutti i presenti. Naturalmente ho ballato solo con persone di più di cinquant’anni!

Alla fine della Messa, ho avuto modo di chiaccherare un po’ con Heriberto e Miguel Ángel, due dei nostri seminaristi: li ho accompagnati al seminario, e durante il viaggio abbiamo dialogato gustosamente!

Non sappiamo cosa pensare, è più di 24 ore che abbiamo la luce senza interruzioni.

Ho paura che domani non ce la daranno niente…

Stasera abbiamo avuto il concerto della vigilia della festa di Santa Margarita.

Non mi sono fermato tutto il tempo per una mezza febbre che avevo.

La gente è arrivata poco a poco, tanti adolescenti e giovani. Musica sfrenata ma che trasmette amore al Signore. La cosa più bella è vedere tutto il “pubblico” cantare e danzare dal suo posto al ritmo di merengue. E le facce sorridenti. Per il dominicano, e forse ancora di più per la dominicana, la musica è tutto!

Oggi abbiamo dato il primo grande uso al nuovo duplicatore digitale, stampando 9,000 copie della lettera alle famiglie che verrà consegnata la settimana prossima.

Il risultato è stato un po’ deludente, perché dopo 500 copie il master si strappava in un angolo, e la stampa si spostava verso la parte indietro del foglio (non chiedetemi perché…).

Quindi molti fogli sono stati stampati male. Ce li teniamo così, non possiamo spendere altri soldi.

Oggi pomeriggio doveva venire il tecnico a vedere cosa succedeva, speriamo che non si faccia aspettare!

1:52 pm

Gmail

Per chi gli interessa, ho un certo numero di inviti per gmail, la posta di google. Basta che me lo diciate.

Ê morto ieri sera Narciso, il direttore docente della scuola Guaricano Afuera.

È stato un uomo retto, nonostante il lavoro nella politica è morto in una casa molto semplice, senza nessun lusso.

Aveva una sorella deputata, ma non ha mai voluto approfittarsi della cosa per arricchirsi o arrivare a qualche posto che gli permettesse vivere meglio.

La moglie e i figli sono evangelici, e a quanto pare anche lui lo è diventato qualche mese fa.

Nel pomeriggio c’è stata una piccola cerimonia nella sua scuola. Hanno partecipato moltissime persone, e la fila di quelli che sono sfilati davanti al suo corpo è durata una mezz’oretta: professori, studenti, genitori. Moltissimi con le lacrime agli occhi.

Ho fatto una piccola celebrazione della parola, cercando di evitare tutto quello che avrebbe potuto urtare la sensibilità della moglie. Ma credo che non era necessario, perché l’impressione è che se ne sono andati quando hanno visto che ero lì con la stola indosso.

Un funzionario del ministero dell’educazione ha portato il saluto della ministro e ha fatto un elogio funebre in stile di altri tempi.

C’erano la maggior parte dei maestri della nostra scuola, e Dany e Mirella hanno aiutato a cantare.

11:05 pm

Sbobinando (32)

Faccio una foto: giovane donna con bambini, due tre quattro cinque sei sette otto, tutti pulitissimi; ne arrivano altri, scatto ancora. Altro scatto, gruppo di famiglia in un esterno, baracca graziosa in un posto qualunque del barrio, ai margini di un acciottolato faticoso da percorrere.

Altra baracca, una giovane donna mi dice qualcosa: le sorrido, “no he comprendido”, sorride anche lei. In braccio ha una bambina biondissima, i capelli a boccoli le cadono sulle spalle. “Qui c’è passato un bastardo”, mi dice Fiammetta: il dono della sintesi è uno dei pregi della gioventù.

Le indico un giocattolo fatto con una bottiglia di latte a cui sono state messe le ruote. Le si illumina lo sguardo. Passiamo oltre. Uno sguardo pieno di luce: un altro pregio della gioventù. Eccone un altro: gli occhi incredibilmente verdi di una giovane mamma, due bambini e un terzo già a buon punto.

Sto per dire che non vedo uomini quando spunta un cappello bianco con le tese ricurve: “¿Dónde están los hombres?”. “Están trabajando”. Forse è vero. Speriamo sia vero. Lo so, sono un po’ prevenuto.

Faccio capolino in una baracca. Soggettiva sulla miseria. Interno della camera da letto: a destra un lettino con le lenzuola arrotolate e dimenticate, a sinistra un letto a castello, sul letto in alto c’è di tutto; la cucina è un disastro.

Suor Serafina e Orietta entrano a portare qualche medicina. Spunta un uomo di mezza età, sembra infilato a forza nella sua sedia a rotelle. Serafina gli misura la pressione, Benny e Fiammetta regalano fermacapelli alle bambine, una ha un’incredibile testa di capelli e si presenta quando elastici e fermagli sono finiti, quasi si mette a piangere, poi spunta un cerchietto e anche i suoi occhi si riempiono di luce.

Mi cade l’occhio sugli enormi piedi dell’uomo infilato nella sedia a rotelle. Serafina finisce di misurargli la pressione. Una delle bambine gli fa una carezza. Martina una volta mi disse: “Papà, tu non sarai mai vecchio”. È bello avere una figlia.

Anche stasera, come ieri sera, la Messa di settore di preparazione alla Festa di Santa Margherita l’abbiamo fatta sotto la pioggia.

Come ieri, un particolare bello, un regalo del Signore: nonostante sia piovuto quasi tutto il giorno, la mezz’ora prima della Messa l’acqua si è calmata un po’, e questo ha permesso che la gente uscisse di casa e partecipasse.

Poi, ieri come oggi, durante la Messa la pioggia si è intesificata.

Ieri, però, eravamo sotto una tettoia; oggi, avevamo sopra la testa solo un telone, mal fissato, che con il vento volava su e giù, e a tratti scaricava da un lato l’acqua che accumulava: quelli che erano da quella parte dovevano improvvisamente scansarsi per non fare la doccia!

Io ho concelebrato reggendo in mano un ombrellone tutto il tempo della Messa. Ha presieduto il padre Ramón Suero, nuovo parroco della parrocchia Nuestra Señora de América Latina, assistito anche da Marcial.

Ci è andata meglio di ieri con le ostie. Ieri purtroppo una goccia che si lasciava insistemente scivolare dalla tettoia era caduta a più riprese nella patena, prima della consacrazione e forse anche dopo, per cui molti hanno fatto la comunione con il Corpo di Cristo bagnato, ma non nel Sangue di Cristo.

Oggi il provvidenziale ombrellone, manovrato da me all’indomani di ieri, ha evitato che succedesse lo stesso. Mi è costato abbastanza, le gocce dell’ombrellone in particolare riuscivano a cadere sempre sulla mia testa, ma abbiamo evitato che succedesse qualcosa di più spiacevole!

Domani mattina viene a presiedere l’Eucaristia il padre Federico, fino a pochi mesi fa parroco di Santiago el Menor e Nuestra Señora el Amparo, che adesso è stato chiamato dal vescovo a fare il formatore in seminario.

Il prof. Narciso era il direttore docente della scuola Guaricano Adentro.

Lino ha lavorato abbastanza insieme a lui, e anche con Miguel Gil.

In parrocchia ha lavorato un certo tempo con un coro dei giovani, in settimana facevano le prove e la domenica animavano la Messa.

Da prima dell’estate ha un tumore al fegato, e adesso sta proprio male. Sono stato a trovarlo oggi pomeriggio e sembra in fin di vita. Non parla, e dà l’idea di essere molto sofferente. Non si lamenta, ma si muove nel letto, non trova mai la posizione che gli possa risultare un po’ meno fastidiosa.

Ho accennato una domanda sull’Unzione dei Malati. Quando era sano avevamo parlato varie volte della fede, e lui si diceva cattolico, anche se poi non andava a Messa. Così, con molta naturalità, gli ho chiesto.

Lì ha iniziato a parlare: “No”. Pensando che non avesse capito, gli ho chiesto di nuovo, ha ripetuto di nuovo un no, ancora più chiaro.

In quel momento mi sono ricordato che lui mi diceva che sua moglie era diventata evangelica. Era lì, oggi pomeriggio, al suo fianco, la moglie. Non rendendomi conto, ho chiesto alla moglie se avevo capito bene: non mi ha risposto.

Poco a poco ho collegato. La freddezza di questa donna quando sono arrivato in casa, non mi aveva neanche guardato in faccia, ripensandoci adesso aveva la faccia di chi anzi era scocciato che fosse arrivato il prete.

Quel “no” di Narciso è stato una pugnalata per me. Liberissimo lui se vuole di diventare evangelico (anche se non ne sono ancora sicuro), ma perché ‘sti evangelici devono pensare che solo loro sono figli di Dio, solo loro si salvano, solo loro conoscono il Signore, e tutti gli altri vanno all’inferno?

Credevo che Narciso avesse chiaro che siamo figli di Dio anche i cattolici. Credevo. Il fondamentalismo, con le tremende certezze che annuncia, ha un fascino. Amaro.

Il governo sta investendo molti soldi nelle classi di asilo infantile, praticamente un solo anno prima della prima elementare.

Tutti i momenti ci sono riunioni, convegni; il ministero distribuisce materiale per le classi dell’asilo, ci sono molte idee e indicazioni su come fare scuola a quell’età…

Però mi domando: e dopo?

In prima elementare il buio. La maggioranza delle scuole pubbliche non hanno banchi a sufficienza. le finestre sono in maggioranza sventrate. Non ci sono cattedre per i maestri. I professori hanno uno stipendio da fame.

La Repubblica Dominicana è il Paese delle Meraviglie, per molti aspetti. Per altri è il paese dei misteri!

10:52 pm

Sbobinando (31)

Ripassiamo davanti a Betania, dove le comunità di base stanno vivendo un pomeriggio di preghiera: è un bel gruppo, rivedo uomini e donne già notati per intensità di partecipazione all’inaugurazione della nuova cappella, è bella e intensa anche la preghiera.

Fuori dalla chiesa rivedo una vecchia che ho fotografato al mattino, mentre preparava il banchetto sul quale espone le sue piccole mercanzìe: un thermos di non so cosa, pochi sacchetti di caramelle, un paio di confezioni di biscotti, qualche banana in condizioni così così.

Impensabile dalle nostre parti, ma una volta di più mi chiedo se questa miseria non sia più umana della nostra civiltà: che ne sarebbe di questa povera vecchia se non potesse provare a vendere qualcosa?

Ripenso a lei più avanti, quando il giro di visite di suor Serafina ci porta dal ragazzo con la testa enorme.

Ho parlato di lui nel primo intervento fatto sul blog di don Paolo, il mio scritto di presentazione messo in rete direttamente dallo studio della missione; ne ho riparlato nell’articolo scritto per MissioGenova, la rivista curata da don Francesco.

L’ho visto entrando nella casa dipinta di rosso, superando la porta marroncina con la parte bassa rinforzata da una lamiera verde marcio: la casa rossa chiude il vicolo d’accesso, con il viottolo che si sdoppia sui due lati; insomma, ci si va a sbattere contro.

Il ragazzo è infermo dalla nascita: ammesso che si potesse fare qualcosa, l’assoluta povertà dei genitori (ma conoscerò solo la madre) ha cancellato ogni speranza alla radice.

Così il collo e la testa sono le uniche parti del corpo che si siano sviluppate normalmente, sembrano un pezzo unico sparato dal tronco verso l’alto; le braccia sono sottili e lunghissime, ripiegano davanti al ventre e finiscono in mani grandi, appoggiate sui piedi senza forma, premuti l’uno contro l’altro: nella mano destra tiene qualcosa, forse un giocattolo, la sinistra è chiusa a pugno.

È seduto su una sedie di plastica arancione, impilata su una sedia dello stesso tipo, azzurra; accanto a lui, sulla sedia rosa accanto, una bambina con due grandi fiocchi rosa legati ai capelli; di fronte, la sedia a rotelle con imbottitura nera su telaio rosso fiammante.

Lo sguardo è intenso, attento; sulla bocca grande e carnosa un accenno di baffo, sul viso, un accenno di sorriso: non so se è vero o se lo vedo solo io, forse perché penso che da noi sarebbe sepolto in un istituto, proprio come la vecchietta sarebbe sepolta, dimenticata?, in una casa di riposo.

La celebrazione penitenziale di oggi pomeriggio (preparatoria alla festa patronale di Santa Margarita) ha visto la presenza di una decina di preti della zona. Sono stati fantastici, senza di loro avrei potuto confessare una decima parte di quelli che sono venuti.

Lorenzo è stato presente dall’inizio alla fine.

Le confessioni sono durate da prima delle sei fino alle otto.

Una pioggia non troppo forte ma insistente ha forse lasciato a casa un certo numero di persone. Se non fosse piovuto avremmo terminato dopo le nove!

10:31 pm

Pioggia e fresco

Grazie alla pioggia di tutto il pomeriggio a Messa c’era poca gente stasera. Il 70% dominicani non escono di casa se piove.

In compenso stasera c’è un bel freschetto. Penso che in letto dovrò usare (per la prima volta da tre mesi a questa parte) il lenzuolo!

I catechisti sono arrivati oggi alla riunione più puntuali della volta scorsa.

Abbiamo condiviso il primo incontro con i genitori, che è stato fatto ieri.

In generale non sono andati molti genitori, ma hanno accolto molto bene la catechesi che i catechisti gli hanno fatto, e la speranza è che passino la voce e dicano agli altri che vale la pena.

È uno zuccherino che mi ha dato il Signore, insieme al fatto che oggi c’erano di nuovo un bel numero di bambini del catechismo alla messa delle nove.

Con i catechisti abbiamo parlato del fatto che bisogna che loro cerchino di venire alla Messa con i loro bambini, in maniera che diventa più facile controllarli e che anche i bambini si sentono più accolti.

La festa liturgica di Santa Margarita Alacoque è l’altra domenica.

Oggi mi sono passato praticamente tutto il giorno preparando il materiale per la settimana.

E anche chiamando i preti: lunedì sera avremo la Celebrazione Penitenziale, mi aspetto almeno 400 persone, e ho trovato 13 preti. Dovremmo farcela.

Gli altri giorni della settimana c’è la Messa anche alla sera nei vari settori rimasti a Santa Margarita. Verrà ogni giorno un prete diverso a celebrare la Messa.

Gli anni scorsi gli dicevo che dicessero qualcosa su santa Margarita, ma poi c’ho rinunciato, non so se non ne sanno niente o non hanno voglia di documentarsi o comunque qui non usa: le messe all’aperto sono soprattutto occasione per dare un po’ di entusiasmo alla gente.

9:22 pm

Sbobinando (30)

Dalle lezioni di informatica alle lezioni di vita: la scuola è il barrio, le aule sono gli squarci che ci si aprono davanti.

Camera stretta su un paio di scarpe appese, ormai sapete di che cosa si tratti: gioventù buttata via; ecco il contrappunto: bambini che fanno il bagnetto nella vasca davanti all’ingresso della missione, ne abbiamo visti e ne vedremo a ogni passaggio.

Sono le 4 del pomeriggio e fa un caldo incredibile; seguiamo suor Serafina e Orietta, con Fiammetta e Benedetta catechizzate da don Francesco: si va a portare aiuti e medicine a poveri e malati del barrio.

La strada è una pietraia che fa male ai piedi. Si arrampica una piccola autobotte di acqua potabile. Un grande portone di ferro spalanca la vista su una distesa di batterie esauste, non ne ho mai viste così tante. Chiedo all’operaio che cosa ne facciano: “Le ripariamo”, mi risponde con un sorriso largo. Non sapevo si potesse.

Suor Serafina saluta una vecchia che stava dormendo davanti casa: le fa festa e la invita a entrare, ne escono quasi subito in quattro, c’è anche una ragazza dal passo malfermo, sostenuta dal padre.

La ragazza non credo abbia 18 anni, ha un colorito terribile, un olivastro tendente al grigio; faccia da india, piccolina, indossa una canottiera azzurra, entrambe le spalline sottili passano su grandi cerotti imbottiti: è lì che le attaccano le macchine per la dialisi.

Ogni passo le costa fatica, ogni gesto la costringe a una sofferenza vanamente dissimulata dal sorriso. Eh già, sorride. È contenta della visita. Sono contenti anche i suoi genitori: suor Serafina consegna un po’ di medicine, Fiammetta fa una carezza al fratellino e prova a dargli un cagnolino di peluche, ma lui non lo vuole.

Mi guardo intorno: la casa è tristissima, il mazzo di rose di plastica che vorrebbe ingentilire il tavolo produce un contrasto che sa di desolazione totale.

Finiamo di consegnare le medicine e andiamo via.

9:22 pm

Cultura zero

Stasera, nell’omelia, il Vangelo sulla parabola degli invitati alle nozze, e quindi sull’universalità della salvezza, mi ha suggerito di ricollegarmi alla scoperta dell’America, che qui è celebrata come il “giorno della razza”: si sono incontrate due razze diverse, la spagnola e la indigena.

Risultato: ho scoperto che dei trenta studenti presenti, dalle elementari al liceo, nessuno di loro si è ricordato cosa è successo il 12 ottobre, e meno in che anno è successo.

Mi sono depresso abbastanza. Ma so che effettivamente il metodo di insegnamento qui non aiuta niente a immagazzinare informazioni: si lavora tutto su cose fatte a braccia, e gli esami sono tutti fatti a test. Risultato: cerchi di indovinare la risposta esatta, ma non sai il perché.

Mi dice Francesco che anche in Italia stanno introducendo i test. Poveri noi!

Da qualche giorno le temperature sono più miti, di notte si dorme bene.

Merito della pioggia che pulisce e rinfresca. E che fa risorgere le puzze di Duquesa, purtroppo!

10:46 pm

Sbobinando (29)

(Scusate l’assenza, causata da insopportabili quanto ineludibili necessità di lavoro: incombe il Salone Nautico).

Riprendo a sbobinare dalle lezioni di computer, che si tengono in un locale di fronte alla scuola.

La stanza è piccola (quattro per sei, più o meno), un grande ventilatore sul soffitto aiuta la decina di aspiranti informatici e l’insegnante, che come spesso accade quando si tratta di computer è assai più giovane dei suoi allievi.

Angelo è un magrolino dall’aria energica, sul metro e sessantacinque, poco più che ventenne, un filo di pizzetto, l’espressione molto sveglia, ha una bella maglietta rossa e un berretto con visiera; i computer lavorano in ambiente Linux, politica di don Paolo, che è orgoglioso di aver abbandonato Windows per risparmiare sui costi e guadagnare in praticità.

Il corso di informatica fa parte dell’insegnamento che si dà ai ragazzi durante l’anno; agli adulti si offre la possibilità di fare un corso più breve, un paio di mesi: bastano, dice Angelo, per consentire a chiunque si trovasse davanti a un computer di sapere quel che deve fare.

Mi viene in mente don Milani e la sua pedagogia così ancorata ai bisogni elementari: cultura è prima di tutto (per esempio) sapersela cavare in un ufficio postale. Dice Angelo: “I ragazzi vengono qui per giocare, ma le persone da 30 anni in su vengono perché sanno che nel 21mo secolo non si può fare a meno dell’informatica”.

E poi c’è un terzo gruppo, le donne che “vengono perché non costa niente e possono dare un esempio ai figli, al marito”.

Dare l’esempio: non sembra anche a voi che il concetto di esempio contenga l’idea della speranza?

Stamattina abbiamo avuto una messa con rappresentanze di tutte le scuole cattolice di Santo Domingo.

Personalmente mi colpisce sempre la varietà dei colori delle uniformi dei vari collegi, alcuni colori sono molto belli.

C’erano circa 2000 studenti, di una trentina di collegi. Vari collegi sembravano solo femminili.

I padroni di casa erano gli studenti del Collegio Loyola, che si davano da fare in tutta una serie di servizio per assicurare il buon andamento della celebrazione. All’offertorio hanno fatto una danza molto carina, me la sono goduta!

Ha presieduto mons. Amancio Escapa, che alla fine della messa ha detto alcune parole mezze improvvisate che hanno strappato moltissimi applausi dagli studenti.

I nostri studenti dl Liceo erano accompagnati da suor Cristina, la quale ha saputo tenerli in perfetto ordine, nonostante, come poi lei stessa mi ha detto, alcuni degli studenti che ha portato erano non dei migliori, ma dei peggiori. Brava, Cristina!

La Messa voleva essere la chiusura dell’Anno Eucaristico. È stata un bel momento di chiesa giovane!

10:40 pm

Di corsa…

Oggi sono andato abbastanza di corsa, cercando di far arrivare al Ministero dell’Educazione i documenti mancanti del personale non ancora nominato.

Ho quasi finito: lunedì devo recuperare la firma del direttore regionale e consengare al ministero.

Lorenzo sta lavorando sodo con l’ambulanza.

Senza fretta. Perché qui non esiste la nostra tradizione delle pubbliche assitenze.

All’inizio usciva solo lui con l’ambulanza, poi ha cominciato a trovare autisti di fiducia, e allora hanno cominciato a fare i turni.

Infine abbiamo scoperto che c’era un gruppo comunitario che lavora facendo operazioni di salvataggio. Quel gruppo, che si chiama Unità di Prevenzione e Salvataggio Comunitario, stava cercando la maniera di iniziare un’ambulanza. È stato praticamente un invito a nozze.

Così Lorenzo ha cominciato a mettersi d’accordo con il responsabile del gruppo, e alla fine si è fatto un turno di volontari. Attualmente stanno coprendo le ore della sera, dalle 6 alle 9 più o meno.

Ieri Lorenzo ha portato a Nagua (a 300 km da qui) una vecchietta in fin di vita, credo che i suoi la volessero portare a morire al suo paese, è partito alle tre di pomeriggio ed è arrivato alle nove di sera, abbastanza stanco.

E due o tre giorni alla settimana c’è una dializzata di Guaricano che viene portata avanti e indietro dall’ospedale dove le fanno la dialisi.

È un inizio modesto, ma molto promettente!

Oggi pomeriggio secondo viaggio della giornata al ministero dell’educazione, per portare i documenti di una segretaria che deve essere nominata.

Ho visto con piacere che gli sono arrivati vari documenti che erano rimasti archiviati nella Regionale e nel Distretto.

Mancano i documenti di due maestri, e domani mattina dovrò andare in giro a cercarli per sapere dove sono andati a finire.

L’incaricato del personale del Ministero dell’Educazione mi ha promesso stamattina che tra ottobre e novembre mi nomina 5 delle 24 persone della scuola che non sono ancora nominate.

Se lo fa realmente (nel senso che non è una promessa di marinaio) cominciamo a vedere un po’ di luce del sole!

Attualmente nella scuola dobbiamo pagare quasi 40,000 pesos al mese in aiuti al personale non nominato.

Invece nel liceo dobbiamo far pagare 270 pesos al mese per poter pagare gli stipendi dei non nominati e gli incentivi dei nominati. Lì soprattutto spero che con qualche nomina in più possiamo ridurre il pago che chiediamo alle famiglie.

Ho avuto una buona notizia anche sul fronte mobiliario: la settimana prossima ci mandano le diciotto scrivanie per i professori!

E sembra anche che la settimana prossima vengono a fare il sopralluogo per darci la biblioteca

La scuola portrà fare un servizio sempre migliore!

La scuola serale è un amore: il numero degli studenti è cresciuto abbastanza, sono in tutto circa 120, e c’è una buona percentuale di adulti, per cui è più difficile per gli adolescenti fare casotto.

Germania mi sembra che abbia imparato a dominare la situazione, la vedo sicura, e tra i maestri c’è maggior equilibrio perché non abbiamo più maestri evangelici, che purtroppo ci hanno dato abbastanza problemi.

Avanti tutta! Grazie al Signore!

10:31 pm

Acquazzonazzo

Dalle 5 e un quarto ha iniziato a piovere. Fortissimo per un’ora e mezza. Tutto il traffico era in tilt.

Poi più piano, ha smesso solo alle nove e mezza.

Quando piove così forte qui si fermano tutte le attività.

Con gli animatori di CEBs abbiamo finito la riunione alle cinque e venti, hanno potuto andarsene dalla parrocchia solo più di un’ora dopo.

C’è nel paese un tentativo di far entrare l’aborto.

Grazie a Dio in Repubblica Dominicana non si è ancora legalizzata questa barbarie. Ci sono effettivamente molti aborti clandestini, ed io ho conosciuto, o conosco, abbastanza gente che ha abortito. Ma nel suo complesso la gente è ancora abbastanza legata al valore della vita umana del feto.

A scuola sto cercando di sensibilizzare a questo valore della vita prenatale, e al tempo stesso di far conoscere le maniere concrete in cui si realizza l’aborto nelle cliniche.

A questo riguardo ho trovato un documento su Aciprensa e l’ho stampato, fotocopiato e fatto appendere nelle bacheche della scuola. È talmente realista che mi faceva effetto leggerlo. Spero che aiuti i più giovani a non cadere nella trappola dell’aborto. Un testo equivalente in italiano si può trovare qui e qui.

Oggi poi devo prepare un altro documento che ho trovato e che parla di come il feto ha già una vita autonoma, soffre, sente, partecipa di quello che succede attorno a lui.

Chi sa queste cose può fare un aborto solo se perde completamente il controllo di sé.

Stamattina abbiamo avuto la prima riunione dell’anno scolastico dell’Associazione dei Genitori del Liceo.

La presidente sarà Jacinta, come l’anno scorso. La segretaria una certa Luchi (leggi Luci), che non conosco affatto, vive vicino alla parrocchia ma in parrocchia non si è mai vista. Sembra una tipa in gamba.

Gli altri si occuperanno di star dietro alle cose che si rompono, per ripararle; di contattare le famiglie che non pagano la quota; di vigilare durante la ricreazione.

La generosità di questi genitori è una cosa molto bella! Due di loro, Jacinta e Leonida, non hanno più i figli a scuola ma continuano lo stesso a fare il servizio. Grazie, Signore!

5:33 pm

Santa Virginia

Su wikipedia c’è l’articolo su Santa Virginia Centurione Bracelli, la fondatrice delle nostre suore.

Dateci un’occhiata, è una personalità secondo me eccezionale!

Questo è il titolo di una canzone di Eros Ramazzotti che dopo stamattina mi è tornata in mente…

Ore 10.30 – Parrocchia di S. Antonio di Pegli – Messa dei bambini: don Mario è come al solito in mezzo a noi ragazzi per la predica, quando con mia sorpresa mi cede il microfono chiedendomi di parlare della Messa e di come viene vissuta dagli abitanti del Guaricano a Santo Domingo. E con altrettanta mia enorme sorpresa trovo in poco tempo le parole per poter raccontare del clima che si respira in Guaricano durante una celebrazione, dell’emozione enorme provata vedendo la Chiesa sempre piena di gente entusiasta e sorridente a tutte le ore.

Credo di essere entrata nel cuore dei presenti e mi sa che lo zampino del Signore qua c’è tutto, lo devo ringraziare perchè oggi mi sono sentita un suo strumento e ho portato testimonianza dell’esperienza fatta alla mia gente… è stato bellissimo!

Ah, la canzone fa così:

…Ho in tasca una piccola pietra io, per costruire pace dove non c’è…
io la porterò dove mi porterà questa speranza dentro che non mi abbandona mai,
io la porterò con tutto il peso che ha, piccola pietra, che forse un giorno si poserà!

La sensazione che ho avuto oggi è quella di aver lasciato nel cuore dei miei parrocchiani un segno della missione, di aver posato un sassolino nelle loro case.

Buona domenica a tutti, non potrebbe essere diversamente visto le belle foto che ci mostra don Paolo sotto!

Come vi avevo anticipato ho tenuto i contatti con Suor Serafina che vi saluta sempre e che tra una risata e l’altra ha portato a termine la missione dei pacchi.

A parte che detta così sembra la trasmissione di Bonolis, la verità è che ieri sono partiti da Genova per il Guaricano cinque grossi scatoloni di vestiario da bambini e poi se non ho capito male anche una pianola elettrica o qualcosa del genere (la suora si ostinava a chiamarmelo “organo”, ma io dubito fortemente si possa trattare di quello!) : io a sentire la suora così contenta mi sono emozionata e le ho promesso un articolo sul diario.

P.S.: Incarico don Paolo di farmi sapere quando arrivano se si tratta di una pianola o altro… così vedo se tra l’inglese, lo spagnolo e l’italiano ho capito giusto!!!

Dopo la Messa dei giovani (oggi è stata la Messa di inaugurazione dell’Anno Catechistico) sono andato con un parrocchiano all’Ospedale Centrale delle Forze Armate per dare l’Unzione dei Malati a un suo fratello che ha avuto qualche giorno fa un ictus e che non parla e non muove se non un braccio.

Arrivati là, la moglie ci ha detto che era andato un altro prete il giorno prima.

Dentro di me stava uscendo una voce: “Ma perché allora mi fate fare questi viaggi inutili”. Qualche tempo fa mi sarei arrabbiato troppo!

Di fatto sono riuscito a mantenermi calmo interiormente, e ho offerto la cosa al Signore.

Abbiamo fatto una preghera tutti insieme i parenti che erano lì, attorno al letto del malato. Mi ha colpito la fede della moglie nel fatto che il Signore può curarlo.

Dopo me ne sono andato con il signore che mi accompagnava. E pensavo dentro di me: il ritorno di Ñaña alla Chiesa Cattolica è stata una cosa troppo bella per rovinarla arrabbiandomi.

Il Signore non ha permesso che mi si rovinasse questa giornata così bella! Grazie, Signore Gesù!

Stamattina abbiamo fatto l’inaugurazione dell’Anno Catechistico con i bambini di Santa Margarita.

Sono venuti un certo numero di bambini, anche se non tutti. Tutti i bambini del catechismo della parrocchia sono circa cinquecento, e in tutto ne sono venuti 150/200.

Il catechismo è già da un mese che è cominciato, ed oggi ho cercato di dare loro un po’ di calore e di motivare alla partecipazione alla Messa insieme ai loro genitori.

Alla fine della Messa ho coinvolto Juan Antonio, il marito della nostra maestra Nilda, al quale ho fatto dare una piccola testimonianza sul fatto che viene a Messa con i suoi due figli, Juan e Nildairy. La cosa mi è piaciuta in maniera particolare, perché non è da tanto che Juan Antonio ha cominciato a venire regolarmente alla Messa. Si è avvicinato l’anno scorso, quando Nildairy ha fatto la prima comunione. Agli incontri con i genitori sua moglie mandava sempre lui, e di fatto si è lasciato conquistare (o riconquistare) dal Signore!

I bambini si sono comportati veramente bene a Messa, grazie anche alla presenza vigile dei catechisti al loro lato.

E quando alla fine ho detto loro che avremmo fatto le foto, settore per settore, sono stati ancora più felici!

Eccovele:


I bambini del catechismo di Betania
I bambini del barrio La Mina
I bambini del catechismo del barrio La Nueva Esperanza
I bambini del settore Emaús
I bambini di Betania:
in alto a destra potete vedere
suor Modesta

I bambini del catechismo del barrio de La Mina
I bambini del barrio
La Nueva Esperanza
I bambini del catechismo del settore Emaús

Guardatevi la foto della maniera in cui abbiamo portato in alto la Bibbia per le strade del barrio:

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Ñaña con Paolo

Stamattina ho avuto la felice sorpresa di vedere Ñaña alla messa dei giovani.

Come vi avevo raccontato precedentemente (vedi questo articolo) Ñaña era diventata evangelica: in una “campagna” che avevano fatto dalle parti di casa sua aveva sentito qualcosa e aveva lasciato la chiesa cattolica per una chiesa evangelica, la Iglesia de los Hermanos. La quale se non mi sbaglio e la stessa che abbiamo a Genova a Pegli in via della Pineta, e che perfino in Italia, dove l’ecumenismo ha fatto tanti passi, sono rimasti ancorati a un fondamentalismo e un’agressività incredibili. Figuratevi qui!

Beh, fatto sta che stamattina Ñaña è venuta a Messa, e dopo la Messa ha voluto riconciliarsi con il Signore nella riconciliazione. Oggi pomeriggio tornerà a ricevere la Eucaristia.

Abbiamo pregato tutti abbastanza, non ci spiegavamo come una persona tanto radicata nella sua Chiesa Cattolica potesse cambiarsi così da un giorno all’altro.

Ma alla fine il Signore è riuscito a penetrare il suo cuore. Grazie, Signore!

Raysa ha lasciato il lavoro di segretaria del sabato, si mette in campagna elettorale, aspira a diventare regidora (=”consigliera comunale”).

Non ho trovato facilmente nessuno per sostituirla, e così sono diventato segretario di me stesso: oggi ho passato la giornata facendo i lavori della segretaria: ciclostilare, stampare dal computer, aprire porte, ecc.

Considerando il forte debito che abbiamo causa i lavori degli uffici della Divina Misericordia, sarà meglio che non prenda nessuno. Dopotutto posso anche farne a meno (vediamo per lo meno quante settimane resisto!)

È da qualche giorno che ci è arrivato a casa il materiale oculistico che ci ha fatto avere Carlo Mosci.

La cassa era in porto da un mese, ma solo l’altro ieri è potuta uscire, le procedure qui sono un po’ lente…

A fine mese verranno lo stesso Carlo Mosci e Massimo Corrazza per montare il tutto e addestrare al suo uso gli oculisti dominicani che ci lavoreranno.

Presto dunque la gente di Guaricano potrà farsi una visita oculistica completa a un prezzo ben accessibile! È una cosa grande, che ci riempie di soddisfazione! e che ci fa dire una volta di più:

Grazie, Signore!