Contributi del mese di Agosto 2005

Venerdì cominceremo la piccola missione speciale a Duquesa.

Da quando sono successi i fatti di Guaricano e i problemi per l’acqua (vedi /?p=906 e anche gli articoli dei giorni seguenti) abbiamo pensato di fare questa iniziativa, come una maniera di aiutare la comunità a ritrovare la pace e a uscire dalla spirale della violenza.

Stasera avevamo l’incontro di programmazione della missione con i missionari. Se ne sono presentati 33, ma potrebbero essere qualcuno di più.

Con l’aiuto di Sánchez abbiamo presentato la situazione di Duquesa, e poi abbiamo studiato il materiale con i tre messaggi da cercare di far arrivare a tutti nei tre giorni della missione.

Focalizzeremo l’annuncio:

  • sull’amore di Dio per ognuno
  • sull’amore di Dio per la nostra famiglia
  • sull’amore di Dio per la comunità di Duquesa.

Ogni coppia di missionari dovrebbe visitare 16/17 famiglie, e venerdì e sabato abbiamo a disposizione due ore.

Invece domenica mattina faremo una cosa più veloce, perché vogliamo invitarli alla messa che sarà alle dieci del mattino.

Insieme ai missionari ci porteremo a Duquesa un gruppo di oranti, per sostenere con la preghiera l’opera di chi annuncia.

Sono certo che il Signore lavorerà in questa missione, anche se non so né con chi, né come. Da parte mia ho la speranza che i capi delle bande (sembra che siano tre) lascino il loro sporco lavoro.

Ce la farai, Signore? So che anche tu lo desideri. Te lo lasceranno fare?

Il parassita che ho adesso si chiama appunto Blastocistis Hominis.

Non so come me lo sono preso, ma avevo notato da una settimana che l’intestino non funzionava perfettamente.

Il medico mi ha prescirtto uno sciroppo antibiotico, solo che si è sbagliato e mi ha prescritto la dose doppia, con il risultato che al secondo giorno avevo sintomi di influenza.

Smettendo di prendere lo sciroppo tutto è tornato alla normalità.

E se io che ho tante precauzioni riesco a prendermi ‘sti parassiti, cosa non avranno i bambini che giocano nudi per strada tutto il giorno.

Secondo me tutti hanno parassiti intestinali!

Fioretto… scrivo sul diario!

Questa volta riesco a scamparla perchè vi “regalo” alcune frasi della scrittrice canadese Jamie Zeppa. Racconta del suo viaggio in Bhutan, Nepal, dello scontro e dell’incontro tra due culture diverse, la differenza che passa tra Arrivo e Accesso.

“Puoi arrivare in un posto senza entrarci mai veramente: ci sei, ti guardi intorno, scatti un po’ di foto, prendi qualche appunto, spedisci cartoline a casa. Pensi di sapare dove ti trovi, ma in realtà non hai mai lasciato casa tua. Accedere richiede più tempo. Vai avanti lentamente, a passi e bocconi. Cominci a …disperare: arriverò mai dall’altra parte?

E poi una mattina apri gli occhi e finalmente ci sei, sei davvero e incontestabilmente QUI. E solo allora cominci a renderti conto di dove sei… ma ci sono veramente arrivata dall’altra parte?”

Adios!

9:13 pm

Sbobinando (11)

Nuestra Señora del Amparo è una piccola miniera di sorprese, una specie di dépendance di Genova.

C’è un bellissimo Cristo arrivato da Voltri, con tanto di targhetta che ne ricorda la provenienza (l’avrà portato don Lino, o gliel’avranno mandato a suo tempo i parrocchiani voltresi: mi informerò).

Il pezzo forte è sulla destra, nientemeno che la Madonna della Guardia, proprio quella cui si affidò Papa Giovanni Paolo II quando venne a Genova nel ’90.

Chiedo a Simone di sostituirmi davanti alla telecamera: gli tengo il microfono, facciamo una cosa all’americana (microfono molto basso e intervistato in primo piano, nessun ostacolo fra lui e il telespettatore).

L’esperimento mi sembra buono: come dice Tito, “mettiamolo in macchina”.

Sul grande piazzale davanti alla Chiesa un bel nugolo di ragazzi: chi gioca a pallavolo, chi a baseball, c’è un dj in azione; una mezza dozzina di ragazzine distribuisce dolcetti e bevande, il prezzo è modico: si raccolgono offerte per non so quale attività parrocchiale.

Lo speaker annuncia la presenza de “los hermanos de Genova”, ci accolgono con un applauso e una sfida a pallavolo.

Qualcuno mi chiede: “Giochi anche tu?”. Mostro la pancia. E poi non ero granché neanche da ragazzo.

La riunione degli animatori delle CEB di oggi pomeriggio è stata bella.

Abbiamo iniziato il tema di settembre, quello sull’educazione.

Un’animatrice ha detto tra una cosa e l’altra: “Viene voglia di studiare anche a me!”. Mi ha fatto tenerezza.

Si ragionava sull’importanza di prepararsi, educarsi, studiare sempre. Ho visto una certezza che bisogna farlo, per lo meno in una parte degli animatori.

Di fatto vari di loro dall’anno scorso, e molti da quest’anno, sono tornati a scuola, qualcuno in quinta, qualcuno in ottava (terza media), qualcuno in seconda liceo. A 40 o 50 anni, e con vari figli. Sono persone eccezionali!

Durante l’incontro ho anche fatto con loro una riflessione ad alta voce: in Italia non abbiamo questa struttura di Comunità Ecclesiali di Base o di piccole comunità presenti sul territorio. Non abbiamo neppure qualcuno con la voglia di preparare un materiale ben fatto che possano usare tutte le piccole comunità della diocesi. È che qui da questo punto di vista siamo più avanti che in Italia!!!!!

10:23 pm

Sbobinando (10)

Salutiamo Emiliana e saliamo sul pick-up di don Paolo, destinazione Casa Betania.

Tito azzarda un “camera car”, cioè una ripresa dalla macchina. Il don va un po’ forte, anche il “camera car” viene così così. Forse nel montaggio non potrò utilizzarlo.

Tito me lo dice subito, mugugnando un po’. In ogni caso, gira: nel dubbio, come dice lui, “è sempre meglio mettere in macchina qualcosa”.

Finora ha messo in macchina (nella telecamera) trenta minuti di buone riprese.

Abbiamo appena cominciato.

10:23 pm

Sbobinando (9)

L’intervista a Emiliana la facciamo un po’ troppo di corsa: mi dovrebbe spiegare la storia di una scuola, il cui terreno è stato vigliaccamente ceduto a terzi per una speculazione edilizia la cui consistenza si vedrà più avanti.

Per evitare che la gente del barrio faccia valere i propri diritti, il proprietario (passato o presente, non l’ho capito) ha fatto erigere una parete lunga più o meno un chilometro; la parete parte proprio dal muro della scuola, ed è uno dei diversi muri della vergogna che incontreremo girando per Santo Domingo.

Non so se potrò utilizzare l’intervista fatta a Emiliana. Proverò a salvare qualcosa, almeno la frase conclusiva: “Si sa che i ricchi approfittano sempre della debolezza dei poveri”.

Niente di originale, semplicemente vera.

10:23 pm

Sbobinando (8)

Candido è magro e alto: come a chiunque abbia superato il 40, uomo o donna che sia, ha un’età che non so definire. È magro e alto, dà un certo senso di forza, forse perché parla con calma. Ci offre una curiosa analogia: “La missione di Genova è per noi quello che la batteria è per il cellulare: la inserisci e il cellulare va”.

Prima di parlare con lui ho chiesto un paio di cose a Pastora Arias, che ha risposto con grandi sorrisi e poche parole, trasmettendomi comunque una intensa carica spirituale.

Candido dà soddisfazione: il suo è un ragionamento bene articolato.

“Questo per me è un giorno meraviglioso – dice – perché segna la crescita della nostra comunità: la Cappella dimostra che abbiamo fatto così tanta strada da dover già dividere la Parrocchia, è un risultato straordinario. Stiamo facendo un grande lavoro: siamo orgogliosi di essere dominicani e di condividere questa grande esperienza, che rafforza il nostro spirito, il nostro essere cristiani”.

Perché nessuno può dimenticare l’inizio della storia: “Quando arrivò la missione vivevamo in un’enorme discarica di spazzatura; con lo sviluppo del progetto pastorale e con l’aiuto dei fratelli di Genova stiamo trasformando il nostro barrio in un posto civile, pulito. Certo, siamo poveri, ma abbiamo trovato la voglia di lottare e di avere una speranza”.

Che bella la voglia di avere una speranza.

Stasera a cena ci siamo fatti due risate sincere.

Sandra ha detto di avere qui due professori di computer, si riferiva a me e a Lorenzo.

Ci siamo messi a ridere perché Lorenzo è notoriamente negato con il computer.

Vuol dire che la Sandra è a un livello sotterraneo!

Stamattina ho dovuto lottare con il software: aggiornare il software dell’anagrafe studenti della scuola primaria e del liceo.

Per il secondo tutto bene, per il primo no, c’è qualcosa che non mi funziona, penso una corruzione del database. Se non mi aiuta il Signore non so chi possa farlo, mi sembra un problema troppo complicato per la gente del miller-group che han prodotto questo software.

E poi dopo pranzo a casa ho cercato di mettere i connettori RJ-45 per ricollegare in rete il pc delle suore. Da quando Willy è passato con la camionetta che aveva in cima la scala lunga e si è strappato il cavo sono senza internet. Lorenzo adesso a provveduto a far passare il cavo sottoterra con dei tubi, ma c’è il problema di fare i connettori, mannaggia, non ci sono riuscito!

Oggi pomeriggio ho avuto il piacere di confessarmi.

Con la missione parrocchiale e l’inizio della scuola e del catechismo ero rimasto un po’ indietro, e sono contento di esserci riuscito.

In macchina ho portato con me Noni e Chapito, due giovani della pastorale giovanile di Santa Margarita, approfittando il tragitto (5 km) per parlare di un loro progetto di una giornata di sensibilizzazione ai temi della delinquenza e dell’aborto, e sono stato contento perché quando siamo stati là si sono confessati anche loro.

Hanno visto il seminario carmelitano, hanno conosciuto un prete nuovo che ha fatto loro un’ottima impressione. Io credo che si sentono un po’ più chiesa.

Grazie Signore! per quello che hai dato a me e per quello che hai dato loro.

10:20 pm

Sbobinando (7)

Anche Juana mi sembra un bel tipo. Piccola come Roselina, altrettanto convinta di vivere un’esperienza spiritualmente importante; sorriso aperto, capelli lisci nerissimi, orecchini ad anello di medio diametro, giusti per il suo viso, maglietta bianca a vu, piccoli occhiali da vista senza montatura.

Dice Juana: “Abbiamo condiviso la costruzione di questa Cappella, ci siamo preparati per tanto tempo a comprendere il valore della sorpresa che il Signore ci ha regalato. Per ora è piccola, avete visto quanta gente è rimasta fuori? Siamo sicuri che un giorno sarà una bella Parrocchia, come le altre che i missionari di Genova hanno aperto nel nostro barrio in questi anni”.

Le chiedo notizie di vita quotidiana.

Mancano la corrente e l’acqua potabile, mi spiega: alla sera fa davvero buio presto, e alle dieci di sera il buio totale fa un certo effetto: la centrale che fa orribile mostra di sé accanto alla missione, dunque in pieno barrio Guaricano, è una beffa oltre che una presenza incongrua con il senso comune.

Penso alla gente sfrattata dal Faro a Colón e riparata in Guaricano (ne parleremo più avanti): prima ha faticato a sostituirsi a una discarica (trasferita a Duquesa: parleremo anche di questo), poi si è ritrovata fra i piedi quest’altro orrore.

Prima stavano malissimo quanto alla puzza.

Come stanno a inquinamento elettromagnetico?

Ho dimenticato di chiederlo a don Paolo, che essendo laureato in fisica sicuramente lo sa.

9:33 pm

Sbobinando (6)

(Ficomincio a sbobinare dopo tre giorni di interruzione, causa eccesso di lavoro: oggi finalmente sono di riposo, dunque riprendo)…

La messa è finita. Sarà che mi sento trasferito ad altro tempo e altra dimensione, ma ho l’impressione che la gente sia davvero andata in pace. Gli uomini portano via le panche, restituite alla Parrocchia Santa Margherita, a Casa Betania dove fra un’ora don Paolo celebrerà di nuovo.

La Cappella appena consacrata si svuota rapidamente come s’era riempita, possiamo registrare qualche intervista.

Roselina è piccola e magra. Appesi ai lobi due orecchini lunghi e sottili, i capelli divisi da una riga precisa e riuniti a coda di cavallo dietro la nuca. Indossa una bella camicetta azzurra con righe sottili e molto larghe, il colletto lungo e appuntito.

Non so quale ruolo abbia fra le donne della comunità del Guaricano, ma parla da leader.

“Per noi la chiesa è il nostro incontro e il nostro inizio – mi dice -. Grazie alla Parrocchia molte persone hanno incontrato Dio: è quello che ci tiene uniti e forti, ci fa essere comunità. Lo dobbiamo a Padre Pablo, gliene siamo molto grati”.

Dice che sentono un forte legame con Genova, comunidad hermana capace di trasmettere aiuto e amicizia.

È bello sentirselo dire.

Nella parrocchia de Nuestra Señora del Amparo si è conclusa stasera la festa patronale.

C’era una bella chiesata di gente, e insieme a la gente del Amparo c’era un buon numero di persone di Santiago e di Santa Margarita.

Non poteva mancare Sila, la nostra cuoca, devotissima della Madonna della Guardia e vicinissima sempre a don Lino.

Padre Federico, che ha presieduto l’Eucaristia, ha voluto alla fine ringraziare Sandra e tutti gli altri laici e preti genovesi che si sono avvicendati e che hanno lavorato nella missione. Dalla gente è partito spontaneo un applauso riconoscente.

A me è toccato fare l’omelia, ho fatto risaltare come al santuario della Guardia le persone si avvicinano cercando il sacramento della Riconciliazione. L’intercessione materna di Maria è autentica quando aiuta a riconciliarsi con il Padre in Cristo.

Alla Messa dei giovani Rosanna ha fatto la testimonianza sul pellegrinaggio della Giornata Mondiale della Gioventù.

Le ho lasciato un bello spazio dopo l’omelia, e ha raccontato parecchie cose, e mi ha colpito soprattuto questo:

Il papa ha affermato di credere nella gioventù, e che i giovani sono il futuro della chiesa.

Le peripezie per gli spostamenti, soprattutto per arrivare e andarsene dalla spianata della messa di domenica.

La veglia all’aperto, in sacco a pelo, e la giornata seguente, l’unica calda con il sole.

L’accoglienza che ha ricevuta nelle due famiglie che l’hanno ospitata, una a Essen e l’altra a Colonia.

La facilità di comunicare, con quel po’ d’inglese che sa, con gente di tutti i posti, e dove non arrivava l’inglese arrivavano i gesti.

La bandiera domenicana tessuta sul suo berretto, che facilmente la metteva in contatto con tutti: da quanto diceva tutti i giovani provavano una simpatia innata per la Repubblica Dominicana.

Ho visto le facce dei giovani presenti alla messa aperte al sorriso mentre Rosanna parlava e spiegava.

Tutti ci siamo sentiti in Germania insieme a lei.

Abbiamo concluso in bellezza la serata pulendo il polveroso loculo dove don Paolo ha il computer.

C’era polvere e sporco e acari da tutte le parti.

Ci sono volute due ore, ma adesso fa un altro effetto.

Spero che don Paolo mi lasci andare a dormire entro mezzanotte.

Da pochi giorni don Lorenzo mi ha affidato la cucina.

Così la mia mattinata è passata tra preparare il sugo di funghi (grazie a dei porcini che suor Daniela ci aveva mandato quando è venuto Francesco), con i pomodori che non c’erano e apparivano in varie tornate.

In più la ricetta del sugo che avevo in mente era quella sbagliata, e me ne sono accorta all’ultimo momento, così ho dovuto rifare tutto da capo in quattro e quattr’otto.

Dalle otto che sono entrata in cucina sono riuscita ad andare in bagno alle 12,04, con suor Modesta e suor Cristina che mi hanno intimato di usare i bagni vicini – forse avevano paura che mi allontanassi troppo…

Al pomeriggio ho rimesso in ordine la camera, e dopo ho avuto l’onore che don Lorenzo mi servisse un thé ben caldo.

Poi suor Cristina mi ha trascinato a Messa perché in realtà oggi è domenica.

Ieri sera i giovani hanno fatto una festa per tirare su i soldi della batteria che hanno comprato.

Oggi è venuto fuori che si sono messi a vendere anche la birra, contro quello che eravamo d’accordo. “Naturalmente” hanno pensato che avrebbero tirato su di più, e così è stato.

Abbiamo chiarito la cosa, hanno promesso che non lo faranno più.

Qui la gente è molto attenta al discorso alcoolici, anche perché spesso e volentieri dove c’è alcool succedono tutti i tipi di problemi.

Come chiesa vorremmo fare le cose con uno stile diverso, e con uno stile che le famiglie abbiano la fiducia per poter mandare i figli.

Poco a poco speriamo di riuscirci.

Stamattina una persona che conosco abbastanza bene ha ammazzato con cinque colpi di pistola un collega di partito.

Tutti e due sono (o erano) del PLD, il partito che è al governo adesso. Sembra che il problema sia nato da una differenza nell’amministrazione di aiuti per la comunità: uno l’avrebbe distribuiti alla gente, l’altro se li sarebbe venduti. Da qui l’eliminazione fisica.

La cosa mi colpisce perché non più tardi di quattro giorni fa avevo visto l’assassino, sorridente, come sempre, gentile, come sempre, mi aveva salutato. Due domeniche fa suo figlio si era rivisto a Messa dopo un sacco di tempo.

Cosa mi passerà nel cuore quando li rivedrò?

Signore, aiutami a vederli con i tuoi occhi.

10:29 pm

Brava Sandra!

Sandra è riuscita a scrivere il suo secondo contributo qui sul diario.

Sta facendo passi da gigante!

Quando se ne andrà le daremo la laurea honoris causa in informatica!

Ovunque si sia, l’incontro con i bambini è quello che più ti appaga! E i niños di Guaricano non fanno eccezione! I niños ti accolgono, ti prendono la mano, ti “sfilano” i capelli, si addormentano sulle tue ginocchia durante la messa (ricordi, Carmen?) e diventano i tuoi pazienti e allegri traduttori! Già, me ne sono innamorata! Hola, se volevo gettarmi in un’esperienza che fosse più grande di me, che mi costasse qualcosa… eccomi accontentata!

Mi chiamo Sandra, sono atterrata a Santo Domingo il 10 agosto (presa.. la zanzara!!!) e non ho mai desiderato scrivere… sul computer! Poi un “bel giorno” ho conosciuto don Pablo e adesso eccomi qua, in questo stanzino, accerchiata dalle zanzare a scrivere su questo “coso”! È appena entrato e mi ha detto: “Puoi andare anche a capo, se vuoi!”. Spiritoso, riesco a malapena a trovare gli accenti e le virgole, figuriamoci riuscire a “spaziare” sulla tastiera! O.K., stringiamo: quant’è durato il corso, tenuto dal don, per imparare a scrivere qui sopra? 38 secondi! L’ho cronometrato, parola!

Ho finito di… scherzare e nonostante le zanzare, le formichine dominicane e i grilli che cullano il tuo sonno, sono felice di essere qui.

9:36 pm

Caldo boia

Stasera a Messa, nella Cappella San Francisco, avevo un caldo boia.

Nell’ambito della costruzione degli uffici provvisori della parrocchia Divina Misericordia si è dovuto tappare le aperture grandi di destra in alto che la cappella aveva per l’aerazione.

Purtroppo adesso di aria ne passa ben poca.

Dovremo trovare un altro sistema per non morire di caldo. C’è un ventilatore, ma quando non c’è luce va con l’inversore e quindi a giri ridotti, in pratica quasi non si sente.

La giornata era particolarmente calda. Nonostante mi fossi bevuto una bottiglietta d’acqua prima della messa, ne ho dovuto bere un’altra dopo per ripristinare i liquidi persi sudando durante tutta la messa.

Oggi pomeriggio in vari punti della parrocchia, o meglio, delle due parrocchie, si è fatta l’iscrizione al catechismo.

Stiamo esigendo che vengano i genitori, in maniera che i catechisti possano cominciare a conoscerli e a intraprendere con loro un dialogo, da portare avanti lungo l’anno catechistico, tra le altre cose convocandoli ogni due mesi.

Non ho potuto fare il giro dei centri perché avevo delle faccende urgenti da risolvere in parrocchia.

Domani devo farmi dire dai vari responsabili di centro come è andata.

Il cardinal Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, vuole che tutte le volte che sia possibile si dividano le parrocchie grandi, in modo che la chiesa sia più vicina alla gente.

All’aver praticamente iniziato la parrocchia Divina Misericordia ho cominciato a pensare, qualche mese fa, che dovremo fare una nuova parrocchia: il settore San Ramón, i campos.

Sono molto lontani dal centro parrocchiale, e non solo, sono separati dal resto della parrocchia da una circonvallazione e da tutto un quartiere ricco che sicuramente non sarà inglobato in Santa Margarita.

Così con la gente del settore abbiamo cominciato a vedere se, con calma, troviamo un terreno un po’ grande per la futura chiesa parrocchiale.

Stamattina appunto sono stato là, e abbiamo parlato con un uomo che è rappresentante di varie persone che vogliono vendere.

In realtà i terreni di cui è rappresentante non sono soddisfacenti, per motivi di prezzo o di condizioni di vendita.

Di per sé abbiamo ricevuto la promessa di un terreno di quasi 1,000 metri quadrati, ma è troppo da una parte, e vorrei vedere se ci permettono cambiarlo con un altro.

Sembra ci sia una famiglia che ha molta terra e che potrebbero dare una parte delle loro proprietà a un prezzo comodo.

Stiamo a vedere… in preghiera!

La costruzione degli uffici della nuova parrocchia Divina Misericordia è a buon punto: domani si farà la gettata del tetto.

Finora ci abbiamo speso un centinaio di migliaia di pesos, e non so quanto ci costerà finirla, so solo che bisogna farla perché non ha senso aprire una parrocchia e non avere un’ufficio.

Ci uscirà anche un appartamento, per quando il cardinale vorrà mandare un prete a occuparsi a tempo pieno della nuova parrocchia.

Quel giorno, se succederà finché sarò qui, sarà un po’ triste per me, perché significherà lasciare tante persone amate, e amate molto. Ma non ci penso più di tanto, il Signore non mi ha mai tradito, e anche se questo dovesse succedere sarà sicuramente per un bene più grande.

9:24 pm

Leidy ci lascia

La segretaria della scuola serale, Leidy, lascia il lavoro perché ne ha trovato uno migliore.

Lavorava nella nostra scuola serale e in un lavoro del governo al mattino, ma li ha lasciati tutti e due da quando ha trovato un nuovo lavoro che la occupa mattina e pomeriggio. E la sera va all’università.

Per me Leidy è particolarmente cara perché è sorella di Heriberto, il mio figlioccio seminarista. Anche lei ha una bella confidenza con me, e spesso mi fa la sorpresa di raccontarmi qualcosa di bello.

È molto attiva anche a livello parrocchiale: ha fatto il ritiro di evangelizzazione, ha fondato un gruppo di adolescenti nuovo ne La Mina, ed è molto attiva nella liturgia.

È un tesoro non solo a scuola, ma anche nella parrocchia!

Oggi pomeriggio il generatore era di nuovo in funzione.

Non sembra, ma quando non hai luce ti fa piacere pure il rumoraccio di sto motore diesel che gira a esattamente 3,600 giri al minuto, in modo da darci una tensione a 60 Hz.

Tra tutto il lavoro ci costerà sui 40,000 pesos, circa 1,200 euro. Li sta tirando fuori la cassa del liceo.

Non sono tante coppie, soltanto cinque, ma mi sembrano ben motivate a sposarsi presto.

Tra loro ci sono Rafael e Virgen, che vogliono sposarsi nella messa delle sette di mattina alla presenza di tutta la comunità.

Ci sono anche Hugo e Guillermina, lei partecipa alla messa quasi tutti i giorni, e ha una voglia matta di fare la comunione. Suo marito ho potuto conoscerlo un mese, fa, mi ha fatto subito una bella impressione, e sono sicuro che il Signore ci aiuta a conquistarlo per il lavoro del Regno.

Mi sono passato tutta la mattinata cercando di generare automaticamente l’orario del liceo.

Dalle otto e mezza che mi ci sono messo sono riuscito a farcela a mezzogiorno! Prove e riprove, cambiando a tutte le maniere possibili le condizioni dei giorni liberi dei professori.

Per risolvere il problema ho dovuto rinunciare a qualcosa, vabbeh, in fondo non cambia nulla.

Era diventata per me una questione di orgoglio, non potevo accettare che il programma mi scofiggesse!


Paolo e Suor Serafina

Stasera suor Serafina è andata in Italia.

Ha da rinnovare il permesso di soggiorno, e si fermerà là tre mesi.

Ci mancherà il suo sorriso, la sua positività con cui vede e apprezza tutte le cose, i suoi scherzi sempre sereni.

Oggi pomeriggio sono andato al campo per la riunione con i catechisti.

Non sono molti, una decina in tutto, e ho dovuto andare là perché per loro è molto più difficile venire alla parrocchia.

Mancavano quasi la metà, non so perché.

Con quelli che c’erano ho lavorato sulle stesse cose lavorate con gli altri: attenzione pastorale ai genitori dei bambini, educazione alla formalità (richiedere l’atto di nascita), importanza della formazione dei catechisti.

Venendo via ho parlato con Palón, il quale mi ha comunicato che la sua famiglia è disposta a regalare una tarea di terra (375 metri quadrati) per fare una chiesa vera e propria.

Da quasi una settimana in parrocchia e a scuola siamo solo con la luce de la calle come si dice qui, cioè “della strada”, cioè quella che dà la compagnia elettrica.

Il generatore ha sofferto ultimamente due surriscaldamenti dovuti al fatto che è rimasto senz’acqua nel radiatore, e questo ha fatto rigare pistoni, cilindri, albero motore.

Risultato: cambiare camicie, pistoni, anelli, retificare albero motore, valvole, ecc.

Solo che in materiali abbiamo già speso 20,000 pesos, che gravano sul bilancio del liceo (attualmente è il bilancio meno minacciato…), e ci dovrebbero essere circa 5,000 pesos di mano d’opera, in totale 715 euro.

Per domani sera dovrebbe essere tutto aggiustato, Dios mediante, “con l’aiuto di Dio”, come dicono qui.

9:43 pm

Sbobinando (5)

Lo scambio del segno della pace è una via di mezzo fra la nostra ritrosia e l’entusiasmo infinito dei brasiliani; lo facciamo da più di trent’anni: noi non ci siamo ancora ancora abituati a viverlo con l’immediatezza e l’intensità che merita, loro non si sono ancora stancati di andarsi a cercare per tutta la chiesa e di abbracciarsi come se non si vedessero da una vita.

I dominicani mi sembrano disposti al sorriso e a gli abbracci almeno quanto i brasiliani, ma il loro segno della pace mi pare più misurato.

E’ stata una bella Messa, vissuta bene.

Per quello che sono riuscito a capire della predica, don Paolo ha valorizzato bene la Cappella come frutto di sacrifici e volontà comuni, il senso della partecipazione: chi ha lavorato davvero si sarà sentito gratificato; chi si è fatto chiamare più del dovuto chissà che non si sia sentito incoraggiato, mettiamola così, a una futura maggiore solerzia.

M’è piaciuto sentire don Roberto leggere in spagnolo (in seguito scoprirò che conosce anche il tedesco: non c’è male, questi nuovi preti hanno un sacco di risorse).

Mi avventuro anch’io, per la prima volta dopo l’ormai lontano esame all’università.

In realtà è una prima volta assoluta perché allora avevo fatto scena muta e mi aveva salvato la pietà della prof, questa volta mi sono preparato con l’aiuto della Scià Hola, la mia vicina di casa señora Amalia Martínez.

Mi profesora mi ha raccomandato di buttarmi “sin tener vergüenza: lo importante es comunicar”.

Chissà se si scrive così. Comunque mi sono buttato. Sin vergüenza.

Stamattina ho incontrato varie giovani donne che battezzeranno i loro figli.

Da qualche anno chiedo a tutti quelli che vogliono battezzare i figli piccoli che passino per il mio ufficio per parlare brevemente, conoscerci un po’. Lì approfitto sempre per motivarli al matrimonio, o per lo meno a pensare in maniera diversa la loro unione.

Gli effetti a breve termine non si vedono, ma sono sicuro che è uno sforzo necessario, per aiutare questa cultura a pensare il matrimonio con più serietà.

La cultura del matrimonio qui è: ci sposeremo quando ci conosceremo, che tradotto dal dominicano significa (da parte dell’uomo) ti sposerò quando non avrò più la tentazione o la possibilità di andare con un’altra donna, o (da parte della donna) ti sposerò quando smetterai di andare dietro a tutte le donne del quartiere.

Il matrimonio è considerato sacro, e per questo non ci si sposa, perché si sa che verrà sicuramente profanato.

C’è dietro un’abitudine a vivere il matrimonio alla giornata, e alla prima difficoltà molte coppie si lasciano, facilemente così come facilmente si erano messe insieme.

9:52 pm

Sbobinando (4)

È il momento: don Paolo va a consacrare la Nuova Cappella, che lui o chi verrà dopo di lui sicuramente un giorno dichiarerà Nuova Parrocchia.

È accompagnato da don Roberto, parroco di Mignanego e cappellano a Bolzaneto, prossimo a trasferirsi nel cuore di Sestri Ponente, in Guaricano da un paio di settimane con Eugenia, Milena e Simone.

Con i due don c’è Marcial, il diacono, uno dei testimoni più significativi della missione pastorale svolta in questi anni dagli inviati della Diocesi di Genova.

Penso che è davvero bello condividere la gioia di chi ha voluto e fatto nascere un Tempio.

Questo ha un aspetto pionieristico, sa di lavoro appena cominciato, per quanto sia l’ultimo frutto di un albero portato da Genova tredici anni fa.

Rifletto sull’innegabile patrimonio di gocce di sudore contenute in ogni primo atto. Mi è stato dato il dono di essere figlio, e il privilegio di trasmetterlo ai miei figli, cui spero di saper comunicare le stesse cose. A cominciare dalla gioia di essere qui.

9:52 pm

Sbobinando (3)

Prima hanno recitato il rosario, ora tutti cantano.

La Cappella è gremita ed è bellissimo guardarla da fuori: i ritardatari non hanno trovato posto e sono all’esterno, quasi tutti in piedi tranne qualche signora anziana cui è stata recuperata una sedia di plastica.

I più previdenti si sono accomodati su panche arrivate dalle parrocchia di Betania: mi è piaciuto vederle scaricare da macchine furgoni e camioncini, e poi portate in chiesa dalle braccia forti degli uomini.

I bambini arrivati per ultimi sono seduti sul gradone lungo il lato maggiore sinistro della sala, quello che affaccia sulla campagna. Tutto ha un ché d’altri tempi.

Sono le 7.30 quando Juana apre un foglio bianco, lo piega al contrario per vedere solo le sette righe che deve leggere.

Scandisce bene le parole: “Il Signore ci ha dato una nuova parrocchia, la perla più preziosa, il tesoro nascosto che abbiamo trovato. Pieni di entusiasmo e di allegria, accogliamo il nostro celebrante”.

Il pomeriggio di oggi è iniziato presto, per andare in città a parlare con Perpiñan sulla connessione wireless al loro internet.

È d’accordo, adesso dobbiamo vedere come realizzare la connessione, se farla con la ditta che mi ha fatto il preventivo di 1680 dollari, o se si può fare in maniera più economica.

Dopo avevo la riunione degli animatori, quindi la riunione dei catechisti, e infine il corso per i genitori che battezzano i loro bambini.

Tra i primi due ho potuto anche parlare con Ángel Segura, il quale mi ha portato un primo risultato dello studio del preventivo della scuola. Nel documento mi invita a chiedere a Teófilo un resoconto dei prezzi che ha considerato per elaborare il preventivo stesso.

Sono arrivato a casa alle nove, stanco ma contento per il lavoro realizzato!

Stamattina, gli studenti hanno trovato un liceo messo quasi a nuovo: 6 classi su 8 con le piastrelle nuove (delle piastrelle tipicamente da bagno, comprate perché costavano la metà), e tutte le aule pitturate.

Rimane da mettere a posto i ventilatori, e ci sarebbe anche da aggiungerne altri, se le finanze ce lo permettono.

A livello di professori, spicca la presenza di suor Cristina, che quest’anno impartirà le lezioni di religione, e avrà un’altra giornata a disposizione per i dialoghi personali con i ragazzi. Sono sicuro che farà un ottimo lavoro!

E poi ci sarà Floirán, perché Cruz Marina ha chiesto di passare alla scuola serale, per poter cercare altri lavori di giorno.

La ginnastica la impartirà Robert, il mio parrucchiere, ma non per questa professione, ma perché dirige da anni un gruppo di prevenzione e salvataggio comunitario, un’organizzazione “paramilitare” che si dedica agli interventi d’emergenza.

Robert è una persona molto serena ed equilibrata, e sono sicuro che anche lui farà un ottimo lavoro!

È difficile riuscire a stampare gli elenchi degli studenti di ogni classe il primo giorno di scuola, ma ce l’abbiamo fatta, dalle 8 alle 8:45, 18 elenchi in tutto per le classi del mattino, tra una cartuccia della stampante che stava morendo ma che la stampante non lo diceva, e il programma per la gestione dell’anagrafico che non è ancora a posto del tutto.

Comunque ce l’abbiamo fatta, Maribel, la segretaria (quasi uscente) è una collaboratrice preziosa e paziente.

10:21 pm

Sbobinando (2)

Spalle alla Cappella, sguardo rivolto alla campagna, fra le mani un libro con la copertina nera. Indossa un vestito color acquamarina, un lungo velo blu elettrico le copre testa e spalle, la vita è cinta da un nastro bianco. Quando si gira mi accorgo che non è una suora, non so darle un’età. Guadagna rapidamente la parete che la ripara dai nostri sguardi e da quello, più fastidioso, della telecamera.

Abbiamo appena cominciato le riprese e già abbiamo spaventato qualcuno.

Resterà l’unica: dominicani e dominicane, senza distinzione di sesso, età e condizione sociale, si fanno fotografare e filmare più che volentieri. Infatti sorridono tutti i parrocchiani accorsi all’inaugurazione della Cappella, e nessuno più si nasconde davanti a Tito.

Sono bellissime le bambine con le treccine inanellate di giallo rosso verde blu, fanno simpatia i loro coetanei maschi, spesso più compresi nel ruolo e dunque più distaccati, ma solo in apparenza.

Sono belle e gentili le loro mamme, che esplodono di felice curiosità, come i loro figli, quando si accorgono che le diavolerie della tecnica permettono loro di vedersi in diretta (mentre la telecamera gira) o di rivedersi subito, immortalati nel display della macchina fotografica.

Cambia l’immagine. Compare don Paolo arrampicato su una scala, dietro l’altare, appiccicato alla parete sulla quale misura il Crocifisso. Chi ha messo il chiodo ha sbagliato la mira, confortato da un paio di consiglieri che abbiamo visto all’opera, senza però avere il coraggio di fermare la sciagurata operazione: inchioda più a destra, no… inchioda più a sinistra.

Insomma, si poteva fare meglio. Quel che conta è che Gesù in croce prenda il proprio posto, poi gli farà compagnia la sua bellissima Madre. E don Paolo farà i gesti della consacrazione. Fuori, los monaguillos e il diacono Marcial preparano l’incenso: camera stretta su un grappolo di mani. Voce di donna, parole felici: “Benvenuti nella nostra nuova Cappella”.

Così si dice qui, in spagnolo guagüita anunciadora, quando una camionetta ha un altoparlante e va in giro per il barrio a dare una notizia o a fare un invito.

A partire da stasera, tutte le sere di questa settimana una camionetta passerà per il barrio vicino alla scuola per invitare tutti gli adulti a iscriversi alla scuola serale.

A questa maniera speriamo di avere un po’ più di iscritti.

L’anno scorso da questo punto di vista è stato tragico, abbiamo avuto un minimo storico di solo 60 studenti, contro i 300 del primo anno.

Ma tra i fattori che hanno abbassato le iscrizioni l’anno scorso c’è stato l’effetto dell’allontanamento di Margarita, la quale si è lasciata dietro uno strascico di parole e sentimenti che sembra che abbiano influito su tutta la comunità.

Oggi, primo giorno di scuola, le presenze nella nostra scuola sono state abbastanza alte: intorno al 70%.

Sappiamo che molti bambini non hanno potuto venire perché i genitori non hanno potuto ancora comprare loro il necessario per la scuola: scarpe, cartella, quaderni, ecc.

Domani dovrebbe già andare meglio.

Una novità di questo nuovo anno scolastico è che Maribel, la segretaria, comincia a fare lezione come maestra (da vari anni studia educazione, ma in punta di piedi), e di conseguenza siamo alla ricerca di una nuova segretaria.

Ovunque si sia, ovunque si vada, l`incontro con i bambini è quello che più ti appaga! E i niños del Guaricano non fanno eccezione! Vivaci, trasparenti e autentici i niños ti accolgono, ti prendono la mano, si addormentano sulle tue ginocchia durante la messa e diventano i tuoi pazienti, spassosissimi traduttori! Vero, me ne sono già innamorata, forse perché sono una catechista per vocazione?

Hola, mi chiamo Sandra e sono atterrata in Santo Domingo il 6 agosto! “Separa piú URI con gli spazi”! Cosa cavolo vorrà adesso ‘sto “coso”?

Allora, stavo dicendo che sono atterrata… e adesso sono sudata marcia: sono due ore che tento di scrivere due parole! S.O.S Sivia, dove sei? Adesso cercheró di darvi la buonanotte, non dovrebbe essere poi tanto difficile…

Buenas noches!

Nella messa di stasera abbiamo accolto di nuovo suor Modesta.

Quando ho chiesto alla gente se le vogliono bene e di dimostraglielo, è iniziato un applauso fragorossimo e ben lungo!

Suor Modesta ha portato i saluti della sua famiglia, ha raccontato di sua mamma e suo papà che sono anzianotti, ma che tutti i giorni andavano a Messa con lei, e poi sulla strada del ritorno visitavano il cimitero e si fermavano per strada a parlare con tutti gli amici.

La gente ha apprezzato molto questi raccontini di suor Modesta, soprattutto con il fatto che il loro mondo è ancora più lontano che non l’Italia, dove bene o male qualche dominicano va a vivere e quindi sanno qualcosa, ma dell’India non sanno niente!

9:19 pm

Sbobinando (1)

Nel nostro gergo, sbobinare significa vedere la registrazione (“il girato”) e prendere appunti: li condivido con voi e provo a raccontarvi, una briciola per volta come pollicino, quello che ho visto. Vi ringrazio ora, e procedo.

(1)

Guaricano, 24 luglio 2005. la luce secca del mattino. la telecamera di Tito inquadra donne e uomini che sembrano venirci incontro: alle sette appena passate non si va a passeggio ma alla prima messa. sono tanti, si presentano in perfetto ordine, uno di loro ha un cartellino che lo qualifica responsabile del servizio d’ordine. penso che non ho mai visto niente del genere nelle nostre parrocchie. forse è un segno che qui, come altri posti in cui la gente ha poco, avere un ruolo è già qualcosa.

Oggi è un giorno importante, si inaugura la nuova cappella. come ricorderà don Paolo (padre Pablo) durante la messa, la costruzione in cemento e legno, col tetto di lamiera come quasi tutti i tetti delle case del barrio Guaricano, è frutto del lavoro dei parrocchiani. “Ciascuno di voi – dirà – ha rinunciato a qualcosa pur di mantenere l’impegno”. Non dev’essere stato facile: mi hanno detto che per i dominicani una delle cose più naturalmente negoziabili è l’appuntamento. ho visto che molti di loro non portano l’orologio. Beh, anch’io, soprattutto d’estate, lo porto malvolentieri.

Sto cercando di far scrivere qualcosa a Sandra, è come un parto, le doglie ce l’ha da vari giorni ma non riesce a partorire!

Sandra è venuta alla messa dei giovani. E mi sembra che se la sia goduta, perché la vedevo sempre con un buon sorriso!

In Santa Margarita, stamattina, abbiamo salutato i seminaristi in partenza per il seminario.

Alle 7 avevamo solo Willy e Miguel Ángel, perché Brondy era alla Divina Misericordia, e ha salutato lì.

Ci sono state parole belle per i seminaristi, la comunità sente che ha ricevuto un regalo grande e sa che deve accompagnarli con la preghiera.

Alle nove poi li avevamo tutti e tre, e c’erano anche Agripina e Apolinar, i genitori di Brondy. Si sono commossi tutti e due quando li ho chiamati all’altare a dire cosa sentivano in un giorno belllo come questo.

Brondy da parte sua ha detto due parole carine, dando testimonianza del fatto che comincia contento il cammino del seminario.

E poi, Willy e Miguel Ángel si sono accomiatati chiedendo preghiera a tutti. Mi ha colpito che hanno parlato dei dieci anni che hanno davanti prima di arrivare a diventare preti, ma che la cosa non li spaventa. Entrano all’anno di prefilosofato, in cui la comunità formatrice cerca di fortificare alcuni aspetti soprattutto nello spagnolo e nella matematica, in maniera da arrivare più solidi alla filosofia.

Stasera un aereo ha riportato suor Modesta a Santo Domingo. Ha passato 40 giorni con la sua famiglia in India.

Bentornata, Modesta!


In piscina con i catechisti

Oggi abbiamo fatto la gita di fine anno dei catechisti.

Siamo andati a Cotuí, dove abbiamo celebrato la messa, e il pomeriggio ce lo siamo passati in una bella piscina. Dalle 12 e mezza fino alle 5 siamo stati in acqua, divertendoci serenamente.

Nella messa del mattino abbiamo fatto una cosa bella. Visto che la processione delle offerte è il presentare i frutti del nostro lavoro, ho invitato i catechisti a venire al micorofono a dire il nome di un loro bambino del catechismo che ha fatto qualche passo avanti, come frutto del loro lavoro.

Purtroppo mi sono scottato un po’.

È venuta anche Sandra, ed è rimasta contentissima della giornata!

Tra ieri e oggi abbiamo fatto due riunioni, una per ognuna delle due parrocchie, per pianificare l’inizio dell’anno catechistico e le mete da seguire.

I catechisti che hanno perseverato nel lavoro sono stati un 60%: l’atro 40%, qualcuno ha avuto impegni di lavoro, altri, giovanissimi, si sono addiritttura messi a convivere, altri hanno dovuto lasciare per salute, e qualcuno non ne aveva una gran voglia.

Per l’anno catechistico nuovo dovremmo avere una decina di catechisti in più, con l’aiuto di Dio, e spero che siano buoni catechisti.

Non sono granché convinto dell’opportunità di lavorare con catechisti adolescenti. Molte volte sono brillanti con i bambini, ma immaturi a livello di vita di chiesa.

Ho fatto capire che quest’anno dovremo cercare di lavorare molto di più con i genitori, per evitare di battere l’aria parlando a bambini di cui i genitori non si curano più di tanto.

Gestiremo in maniera diversa anche la preparazione ai sacramenti, costituendo delle équipe specializzate che portino avanti oguna la preparazione a un sacramento.

Il lavoro nella scuola è consistito oggi nel partire dal Progetto di Centro, elaborato gli anni passati, per individuare le mete da darci per quest’anno, e tradurle in una planificazione tentativa.

Le grandi cose che sono uscite sono le seguenti:

  • Continuare il lavoro di formazione dei genitori e approfittare per far passare lì il valore della formazione scolastica, in maniera che molti genitori possano superare l’analfabetismo.
  • Potenziare il lavoro con le famiglie, in maniera che sempre più accedano mensilmente alla scuola.
  • Interagire di più tra la direzione e i maestri.

Mi piacciono queste mete, una volta di più sono contento e orgoglioso della nostra scuola!

Sembra che Perpiñan, il tipo della Fondazione Codigo Abierto, è disponibile a condividere con noi la sua T1.

Martedì devo andare a parlare con lui per definire bene le cose!

Ho letto stasera che è morto fr. Roger di Taizé, accoltellato da una donna.

Il fatto mi colpisce, perché se c’era una persona pacifica era proprio lui. Cristo gli ha permesso di condividere la morte del martire.

Signore, accoglilo tra le tue braccia!

Siamo arrivate sane e salve a Genova! Io ora sono a Novi…

(Per Lorenzo e Francesco: non è saltato neanche un bullone!!)

Per la cronaca: il mango e il coso omeopatico che mi ha amorevolmente preparato Paolo ovviamente hanno fatto effetto in aereoporto…

È stranissimo essere di nuovo già a casa…

Le ultime impressioni le lascio a domani perchè ora sono stanchissima….

Buonanotte a me e buenas tarde a ustedes…

Stamattina, nell’ambito della preparazione del nuovo anno scolastico, abbiamo ascoltato una conferenza sull’aborto ad opera di una donna che è attivista del Movimiento por la Vida Dominicano.

La presentazione è stata ben chiara e convincente, ed è stata accompagnata da un video (The silent scream, L’urlo silenzioso) dove si spiega per filo e per segno come si realizza un aborto.

La mia speranza è che i maestri aiutino la nostra popolazione studentesca a capire l’importanza del valore della vita umana fin dal concepimento, e la nefandezza dell’aborto.

10:45 pm

Partite. Grazie!

Sono partite stasera per l’Italia Fiammetta ed Eugenia.

La loro presenza qui è stata molto positiva.

Lasciano un certo vuoto nella comunità missionaria.

Di Eugenia mi è piaciuta in particolare la sua disponibilità a fare qualunque cosa.

Di Fiammetta il cammino di chiesa bello che ha fatto il tempo che è stata qui.

Ci hai fatto un regalo grande, Signore!

Grazie, di cuore!

Anche con la scuola serale abbiamo iniziato i lavori preparatori, con uno schema simile a quelli dei turni diurni.

La cosa che mi ha colpito di più è stata la serenità con cui abbiamo vissuto questo momento. Non ci sono più le polemiche di Victor, e Carlos e Chelo, che sono le persone che potrebbero essere problematiche quest’anno, non si sono presentati.

A Chelo non voglio dare una classe, penso di metterlo solo dietro all’informatica, magari fa un lavoro migliore (in aula ci sono problemi).

Sul versante positivo, Siomare e Florencia sono due donne mature e molto preparate, e Cruz Marina ed Eladio sono pacifici e costruttivi.

Prevedo un anno di scuola serale molto migliore che lo scorso!

Stamattina, pomeriggio e sera, scorpacciata di scuola!

Con i maestri ci siamo rivisti e abbiamo cominciato a pensare qualcosa per il nuovo anno.

La prima cosa, in tutti i tre momenti, è stato condividere cosa abbiamo fatto nei mesi estivi. Sono venute fuori cose molto belle, come chi ha detto che ha fatto delle belle mangiate e ha dormito troppo. Altri sono stati al campo d’origine e hanno fatto il bagno al fiume della loro infanzia. Altri hanno dovuto accompagnare familiari malati, e a Loraida è morta la nonna.

Dopo di questo, ci siamo soffermati a fare una valutazione dell’anno scorso, con le sue cose positive e negative (fortezze e debolezze). Anche qua sono uscite moltissime cose, prima fra tutte il cortile che è ancora pieno di polvere e non è stato asfaltato. Ma poi la positività degli incontri di formazione fatti con i genitori, il clima più sereno che abbiamo vissuto l’anno scorso, i professori che ci hanno lasciato, ecc. ecc.

Nel pomeriggio ci siamo soffermati di più su alcune prospettive per l’anno prossimo: le novità a livello di strutture fisiche (avremo il laboratorio di informatica, la biblioteca, l’aula di artistica e quella di scienze naturali) e i miglioramenti che come direzione vogliamo apportare nel processo dell’insegnamento. Ci sono stati anche vari interventi dei maestri, con un dibattito molto positivo.

4:18 pm

In partenza

Che dire?

Tra poche ore partiamo, torniamo nella nostra vecchia e fredda Italia.. Sulle mie quattro settimane qui potrei scrivere paginate, e al momento stesso so che a parole non riuscirei a rendere bene quello che ho vissuto.

Come rendere, su una pagina, i colori, gli abbracci, le canzoni, il battito delle mani, i buchi per strada? Come spiegare, come raccontare gli odori, i bambini, le messe, il caldo e le zanzare?

So di certo, però, che questa esperienza mi ha fatto crescere molto, mi ha arricchito in un modo per me inaspettato, sotto tutti i punti di vista; e di questo ringrazierò sempre il Signore, per primo, che mi ha permesso di venire qui, e poi tutte le persone che non riesco a ringraziare a voce, forse anche perché mi metterei a piangere come una fontana… Don Paolo e Don Lorenzo, che mi hanno lasciato condividere con loro un po’ della loro vita, della loro missione; poi Francesco, Sandra, Carmen, sempre disponibili per tutto e così pazienti… e Fiammetta, fondamentale per me la sua presenza qui.

Non sono una persona dai facili entusiasmi, sono sempre portata a tenere un certo distacco dalle cose… eppure questo posto mi ha contagiata, mi ha portato via un pezzetto di cuore, mi ha cambiata, mi ha reso un’altra persona.

Mi porto via tante cose… mi porto via la gioia di andare a Messa tutti i giorni, la gioia di dire compieta tutte le sere, di incontrare il Signore così tante volte al giorno, tutti i giorni; mi porto via l’interesse e il divertimento che provo quando c’è sempre qualcosa da imparare, da scoprire, da capire.

Con l’augurio di poterle a mia volta trasmettere a Genova e nella mia vita di tutti i giorni, mi porto via l’accoglienza straordinaria delle persone che abbiamo visitato con Paolo, la gentilezza e l’allegria di tutti quelli che abbiamo incontrato.

Lascio volentieri qui, invece, il caldo e le zanzare…

3:50 pm

Fisica

Dove sono finite le ripetizioni di fisica di cui avevo sentito parlare…? Eheh…

Sperem-mo ben…

Fra due ore si parte… sono un po’ triste… Già non vedo l’ora di rivedere Paolo a dicembre, Lorenzo a gennaio, Serafina a settembre e poi, chissà quando, i ragazzi, bambini e tutte le persone che ho incontrato…

Non voglio che questa sia l’ultima o penultima volta che posso scrivere sul diario… Sicuramente all’arrivo a Genova scriverò ancora due righe ma poi…. devo aspettare di tornare qui… Se potessi tornerei un altro mesetto a dicembre ma non credo che la scuola e i genitori permetteranno…

Stamattina a Messa mi è venuto il magone mentre Marcial ci parlava… È stato bello vedere che non ero l’unica a doversi asciugare gli occhi ma che anche qualcun’altro era triste e allo stesso tempo felice come me…

Sono stati giorni bellissimi… Il Signore mi ha fatto grandissimi regali e così tante delle persone che ho incontrato…

Meno male che avevo detto che la mia valigia sarebbe stata vuota… Non si sa come mai ma, oltre ad essere piena, emana anche un profumino di… MANGO!!!!!! Ahhhh che buono…..

Questo mese non mi piace chiamarlo “bell’esperienza” perché ora mi sembra che tutto quello che ho visto, vissuto, imparato faccia parte della mia persona, quindi del mio modo di vedere e fare le cose, di rapportarmi agli altri e così via… Mi sento cresciuta e in molte cose anche cambiata… Ora il mio compito è quello di portare questa testimonianza a Genova e di essere ancora missionaria… Con l’aiuto della preghiera mia e (spero) di chi leggerà queste righe mi auguro di riuscirci al meglio.

Sicuramente non mi dimenticherò mai di questi canti durante le messe, gli abbracci, il battere le mani, le facce dei seminaristi così giovani, i bambini per le strade, la gioia di poter andare a Messa tutti i giorni quasi come se la giornata senza l’incontro con il Signore non fosse completa, dire compieta tutte le sere insieme, viaggiare all’aperto su strade massacrate, poter dire il Padre Nostro, l’Ave Maria insieme agli altri in una lingua nuova e tante altre cose che scritte non rendono bene come quando si provano…

Scriverei ancora tantissimo ma il tempo stringe… A presto…

Alla riunione degli animatori abbiamo condiviso il tema sui valori dominicani e sulle cose tipiche dei dominicani.

La cosa viene dal fatto che nel piano pastorale che stiamo vivendo agosto è connotato come il mese della patria.

Sono venute fuori veramente parecchie cose, e mi fa piacere condividerli con voi. Le cose proprie dei dominicani sono:

  • Riso, fagioli e carne (piatto tipico che si chiama anche bandiera domenicana).
  • Il cazabe: una focaccetta fatta di yuca tritata e cotta su un forno a legna.
  • Il merengue e la bachata (ritmi musicali).
  • L’ospitalità.
  • La solidarietà.
  • L’allegria.
  • Il piacere di ascoltare la musica.
  • La voglia di cantare.
  • Il ballo, anche in chiesa.
  • Il battere le mani quando si canta.
  • La religiosità.
  • L’amore a Maria.
  • La Madonna dell’Altagrazia.
  • L’evangelizzazione porta a porta.

Non invidiamoli noi che siamo italiani, cerchiamo piuttosto di scoprire quali sono i nostri doni e di potenziarli al massimo, così come cercano di fare loro!

Stamattina sono stato al Ministero dell’Educazione per parlare con il direttore di Risorse Umane.

Chiaramente, secondo la Legge di Murphy, non c’era (o non voleva ricevere nessuno).

Alla segretaria che me lo comunicava ho chiesto: mi può dare un appuntamento con lui?

Risposta: no; riceve il martedì e il giovedì.

Aggiungo: ma oggi è martedì.

Controrisposta: sì, ha dovuto uscire.

Replico: ma non c’è maniera di sapere quando mi può ricevere, per evitare di fare un viaggio a vuoto?

E lei: La vita è un avventura, bisogna giocarsela! Venga giovedì.

Al mio arrivo in redazione ho trovato cinque dvd sulla scrivania: Santo Domingo 1 e 2, Santo Domingo 3 e 4 eccetera. Tito è stato di parola, non avevo dubbi. così posso anche chiarire, non avendolo scritto ieri, che cassette, dvd e quant’altro servono a realizzare i servizi per il tg della Liguria e dunque il racconto delle attività missionarie in Guaricano.

Per visionare tutto il materiale servirà un po’ di tempo: si tratta di controllare oltre dieci ore di “girato”, in qualche caso più volte, per selezionare poi il materiale da utilizzare.

È un po’ come tuffarsi in un campo di basilico per scegliere le foglioline migliori, sfidando l’ebbrezza da profumo e altre piccole e meno piccole insidie: la voglia di raccontare, l’urgenza di condividere con quante più persone sia possibile la straordinaria esperienza vissuta, il bisogno (a volte fisico) di portare a compimento un lavoro che so essere molto atteso.

La grande insidia è il tempo, che quando è poco alimenta l’impazienza. Ora, il mio tempo è sempre poco, ma per fortuna non sono (più) un ragazzo impaziente. Non essendo più un ragazzo. Ho imparato a conciliare passioni e impegni: alla fine le cose che mi stanno a cuore si fanno un po’ aspettare, però arrivano.

A proposito: una preghierina aiuta.

Stamattina ho parlato con il padrone di una ditta che realizza connessioni wireless a lunga distanza.

Abbiamo studiato la possibilità di collegarci alla Fondazione Codigo Abierto, che, se non hanno cambiato idea, ci consentirebbero di collegarci a internet attraverso la loro T1 da 10 Gb/s.

Questa è l’unica maniera di realizzare il collegamento a internet del nostro laboratorio di informatica, perché con 10/20/30 computer anche una ADSL fa ben poco.

Il tutto richiede tre antenne, un access point e due ricevitori. Con l’installazione ci costerebbe 1,600 dollari, cioè 50,000 pesos. Una bella cifra, ma tutto sommato proporzionata. Con l’ADSL di Codetel pagheremmo 40,000 pesos all’anno per una connessione a 256 Kb/s!

Adesso bisogna vedere se Perpiñan, il tipo della Fondazione, è ancora disposto a farci connettere.

Ma so che comunque il Signore ci aiuterà a realizzare questo progetto. L’unica cosa, bisognerà pensare bene alla maniera di evitare che i ragazzi si colleghino ai vari siti porno o simili.

Se Gesù passeggiasse qui con noi mi avrebbe detto: “Uomo di poca fede!”.

L’esperienza della visita alle riunioni di settore, ieri sera, era stata in certo senso abbastanza deludente, precisamente per la scarsa participazione della gente. Meno per l’impegno delle equipe di settore nel preparare l’incontro.

Beh, a partire da quello che avevo visto mi ero fatto l’idea che tutti gli incontri in tutti i settori fossero andati alla stessa maniera.

Invece stamattina, durante la Messa ho scoperto che non è stato così: l’incontro nella cappella del Barrio è stato pienissimo, e così quello nella nuova cappella dello stesso settore. Ugualmente gli incontri del settore Altagracia Arca de Noè.

In particolare, per quest’ultimo settore Felipa, la moglie di Chapulín, ha dato la testimonianza che c’è andata pensando che non avrebbe trovato nessuno, e all’arrivare c’era già moltissima gente, ben animata, cantando e ballando, e poi ne sono arrivati ancora di più. Felipa ha vissuto la tentazione mia, quella di pensare che Dio non può stupirci.

Così che posso dire anche stasera: Grazie, Signore, sei fantastico!

Stamattino abbiamo definito con Miguel e Matilde come preparare l’anno scolastico. Abbiamo a disposizione solo tre giorni, perché lo stato ha disposto che le lezioni iniziano lunedì 22.

Domani ci sarà una giornata di reincontro dei maestri e di valutazione di quello che abbiamo vissuto l’anno scorso.

Invece mercoledì rifletteremo sul tema dell’aborto con una laica che ha trattato il tema anche al gruppo giovani.

Venerdì lavoreremo sulla pianificazione dell’anno scolastico.

Rimane da fare la pianificazione per classe e materia: per essa useremo le ultime ore della prima settimana di lezione.

11:43 pm

wordpress 1.5.2

Ho appena aggiornato wordpress alla versione 1.5.2 .

Finalmente le sottocategorie si vedono indentate!

Oggi pomeriggio toccava l’incontro sul tema della patria in tutti i settori.

Con Fiammetta, Eugenia e Sandra abbiamo fatto il giro di quattro settori.

Quello che abbiamo visto è che nella Mina e nella Nueva Alianza gli incontri sono stati fatti, anche se con poca gente.

Nel settore Emaús nessuno si è presentato. E nel settore Betania si è fatto solo un incontro perché all’altro non è andato praticamente nessuno.

Penso che il problema sia stato che in un giorno di festa così la gente dedica tempo alla famiglia, facendo o ricevendo visite.

Comunque sono stati ammirevoli i membri delle equipe che hanno preparato e portato avanti gli incontri!

Essendo oggi giorno di festa, mi sono dedicato a fare cose che mi piacciono.

Ho lavorato un po’ sul diario, riorganizzando le categorie, e ho messo mano a vari articoli su wikipedia, piccole correzioni e aggiunte sostanziose.

…alla posa del primo mattone: sono un po’ questo, la visione delle immagini girate e la verifica delle interviste effettuate. Rappresentano l’autentico inizio della fase esecutiva di un servizio televisivo (vale anche per la radio: la procedura è identica).

Il primo mattone è stato cotto nella telecamera di Tito (quando abbiamo realizzato immagini e interviste), poi è stato messo a seccare (durante i miei dieci giorni di vacanza) nel computer (sempre di Tito) che ha trasformato il contenuto di una dozzina di videocassette digitali in un certo numero di dvd, ciascuno guarnito con pochi ma significativi simboli: il tale dvd contiene le tali videocassette.

Sono gli ingredienti necessari alla preparazione del cibo di cui si nutre il teleutente: appunto, un prodotto giornalistico. Servono immagini, voci, facce, mani, occhi, rughe, sorrisi, dolori. C’è bisogno di persone, delle loro storie, i loro pensieri.

Il mio mestiere è entrare nelle loro storie, nei loro pensieri. Il mio compito è capire se e quando e come le loro cose possano (debbano) essere trasformate in cose di tutti. a volte è pesante. a volte è bellissimo pensare di aver dato voce a persone e storie senza diritto di cronaca.

Sono pensieri che precedono ogni attesa del primo mattone.

4:40 pm

Pagine statiche

Da oggi il sito ha anche due pagine statiche:

Una pagina dà il benvenuto, e spiega come funziona il diario.

L’altra è di motivazione a scrivere su
Wikipedia in Italiano
Spero che molti lettori provino a farci un giro e a si sentano orgogliosi di collaborare, come cattolici, a questo progetto!

11:13 am

Ultima domenica

Ieri era l’ultima domenica… La mattina alle 7 sono andata a messa nella parrocchia Divina Misericordia dove non ero ancora stata… È bellissima sia da fuori che da dentro…

Alla fine della messa Paolo ci ha chiamate sull’altare (tanto per cambiare) e con la Eugi abbiamo letto due parole, preparate la sera prima, in spagnolo… Per l’emozione mi tremavano sia le mani che le labbra…

Alla fine della messa molti sono venuti ad abbracciarci calorosamente augurandoci buon ritorno (sigh) e chiedendo di pregare per loro…
Una cosa così a Castelletto non me la riesco a immaginare…

Alle 9 invece c’è stata la messa con i giovani… Una delle cose più belle, oltre a ascoltare le loro parole, per me è stata cantare alla fine la canción del misionero con tutti loro, suonata da Gregory…

Alle 18:30 c’era la terza messa in parrocchia…. Ero molto tentata di fermarmi ma poi ho sentito di dover/voler fare un ‘altra cosa…

La sera dopo aver pregato con le suore mi sono fermata da loro ad assaggiare i loro mangiarecci piccantissimi….

10:48 am

Dormitona

Oggi per la prima volta mi sono alzata alle 10… Ho dormito benissimo, senza zanzare nel letto, potendo così recuperare alcune ore di sonno… Ora mi sento proprio meglio! Grazie!

Stamattina riposo, non faccio niente. Il paese celebra la Restaurazione della Repubblica, e non sarebbe giusto lavorare!

Nel pomeriggio, a partire delle cinque, andrò a fare il giro degli incontri che si faranno nei settori sul tema della patria.

Alle sette faremo la messa in italiano qui in casa.

Oggi tutto fermo anche qui in Repubblica Dominicana, ma non per il ferragosto.

Domani, 16, toccava la festa della Restaurazione della Repubblica, ma una legge di alcuni anni fa muove questa e altre festività civili infrasettimanali al lunedì.

Nato come colonia spagnola, il paese passò sotto gli haitiani dal 1822 al 1844.

I vari governi che si sono succeduti da lì in avanti erano in funzione degli interessi di alcune famiglie. Queste stesse famiglie annessarono nuovamente il paese alla Spagna nel 1861.

Il 16 agosto 1863 veniva iniziata la guerra che avrebbe riportato alla indipendenza nazionale. È il processo detto della Restaurazione della Repubblica, che culminó nel 1865.

C’è da dire che il paese perse altre volte la indipendenza:

  • Dal 1916 al 1924 ci fu l’invasione nordamericana, dovuta al ritardo nel pagare il debito pubblico: gli Stati Uniti si impossessarono della Dogana finché non recuperarono i loro soldi.
  • Ci fu la dittatura di Trujillo, dal 1930 al 1961.
  • Nel 1965 tornarono gli americano, abbattendo con un colpo di stato il governo “comunista” di Juan Bosch.
  • Andandosene gli americani, lasciarono al governo Joaquín Balaguer, che era uno dei principali collaboratori di Trujillo negli anni della dittatura.

Oggi il paese è indipendente, ma al tempo stesso è fortemente vincolato dalle decisioni di politica economica “suggerite” dal FMI e dai ricatti a cui lo espone il forte debito estero e la necessità di continuare a chiedere ulteriori prestiti.

Dopo la terza messa di stasera non ne avevo proprio voglia. Ma Juan Luis si è seduto nel mio ufficio, e non ha desistito finché non gli ho detto di sì. Il cognato di sua moglie è in una clinica in fin di vita, e da qualche giorno ha chiesto il prete, e così sono andato io.

Sono cose che quando poi ci sono le vivo bene, ma faccio una fatica tremenda a decidermi, le lascio sempre per un altro momento. Eppure è una delle prime chiamate di un prete: assistere spiritualmente gli infermi.

Quelli che leggete questo diario, vi chiedo di pregare per me perché in questo (e nel resto) mi decida a cambiare. Grazie!

Questa mattina, nella messa della parrocchia Divina Misericordia, abbiamo ascoltato la testimonianza del marito di Carmen Santiago.

Ha detto lui stesso che era un uomo che non viveva la chiesa. Era malato, ma da quando i missionari l’hanno visitato e hanno pregato per lui si è sentito meglio, e ha riconosciuto che era stato il Signore, e ha iniziato a venire a Messa.

Il Signore lo ha chiamato!

11:31 am

Irritabile

Ho ancora degli strascichi dell’influenza-raffreddore, che non mi fanno sentire bene. Le due messe di stamattina le ho dette mezzo innervosito, senza godermele.

Spero di non aver fatto danni.

Oggi a messa, al momento dei saluti, dopo aver letto con una pronuncia improbabile un foglio in spagnolo, alcune persone della parrocchia ci hanno detto due parole di ringraziamento (per cosa?!).

Non so in quel momento dove sia andato a finire il mio solito autocontrollo, perché sono scoppiata a piangere come una bambina, non so se di gioia o di tristezza, forse entrambe le cose..

Oggi ho ricevuto troppi abbracci, grazie Signore!, aiutami a restituirli!

Stamattina mi sono reincontrato con il capo della banda di Duquesa, stavolta da solo io e lui, nel mio ufficio.

Il Signore mi ha aiutato a fargli un appello accorato a cambiare, a lasciare quel mondo che gli porta tanti problemi.

Alla fine abbiamo pregato insieme, chiedendo al Signore la grazia della conversione. L’ho visto disponibile, quasi commosso.

Adesso voglio continuare a pregare per lui, so che il Signore farà qualcosa di straordinario.

2:23 pm

Novità

La cosa si sta facendo preoccupante….

Paolo da qualche giorno è diventato super servizievole a tavola…! L’altra sera stava lavando anche i piatti!!

Cosa sarà successo??

2:17 pm

Scacco matto!

Ore 14:08… Ho finito l’indovinello di Einstein!!! Ahhhh che goduria…..

9:17 pm

Gioie semplici

Stamattina a Messa avevo tutti i nostri laici: Francesco, Carmen, Fiammetta, Eugenia, e Sandra, l’ultima arrivata.

Mi ha fatto troppo piacere esserci tutti, e alla fine ho invitato la gente a dare un forte abbraccio di benvenuto a Sandra.

9:16 pm

Raffreddore

Da stamattina (o forse da ieri) ho un raffreddore abbastanza fastidioso, insieme a un po’ di stanchezza per la missione.

Oggi me la sono presa comoda e non ho fatto quasi niente.

… e vi scrivo due parole di saluto da Santo Domingo.

10:50 pm

Batteria nuova

Oggi i giovani del coro Cristo Vivo si sono comprati la batteria.

Mi fa piacere, perché mi piace troppo quando è suonata bene.

Ma ho anche timore che all’inizio la suoneranno troppo male…

Con Lorenzo abbiamo pensato di non appoggiare le richieste di Guaricano di accompagnarlo a porre la denuncia contro la banda di Duquesa.

Ci concentraremo solo sul problema dell’acqua. Risulta infatti che la gestione da parte di Guaricano dell’acquedotto che abbiamo fatto con i soldi del fondo per l’acqua lasciava molto a desiderare: ha messo rubinetti privati a varie famiglie e ha quasi eliminato i rubinetti pubblici. Quest’ultima cosa sarebbe stata la causa del problema dell’altro ieri.

Probabilmente adesso metteremo un automatico per accendere e spegnere la pompa, in maniera che non ci sia bisogno di interventi manuali. E l’idea è quella di eliminare i rubinetti privati e di ripristinare tutti quelli pubblici. Lorenzo ha già mezzo parlato con la gente a Duquesa, e sembra che vada bene anche a loro. Dovremo però fare una riunione con tutta la comunità.

Oggi abbiamo fatto la missione nell’ultimo settore che rimaneva, il settore Emmaus.

Una parte del tempo della missione l’ho persa, paradossalmente, in altre cose: sono andato un momento in parrocchia per ricevere una cosa da Edilenia, e ho trovato i giovani che avevano appena comprato la batteria nuova, così abbiamo dovuto pensare dove e come metterla, e tra una cosa e l’altra è passata mezz’ora.

Poi con Ofelia sono stato a dare i sacramenti a un’uomo di mezz’età, che è malato (ha il cuore grande, dicono qui, non ho ancora capito bene cosa significhi): confessione, unzione dei malati, e poi ha chiamato tutti i vicini per chiedere perdono e perdonare tutti. La risposta dei vicini è stata simile, è stato un momento molto commovente.

A questo punto ho potuto andare a giracchiare per il barrio dietro ai missionari, ho potuto intrattenermi con Miguelina, una ragazza del gruppo giovani che pochi giorni fa è stata investita da un motorino e ha una spalla rotta. E anche con María, la giovane sposa di Manuel. Non sono gente di chiesa, ma mi promettono continuamente che inizieranno il loro cammino di chiesa, e così ne approfitto per andare a dargli calore.

La messa è stata contraddistinta dalla presenza dei bambini: molti, moltissimi.

Alla fine, quando ho chiesto a qualcuno una piccola testimonianza, una giovane madre ha detto visibilmente contenta: “Io non andavo alla Messa, però la Messa è venuta da me”. Ha “scoperto” che la chiesa va a cercarsi alla gente. Mi sono sentito bene, ho percepito che il cammino che facciamo come parrocchia è quello giusto.

Suor Serafina si aspettava che la chiamassi a dire due parole anche lei, ma mi sono dimenticato completamente. E dire che si era anche preparata il discorsetto… Ma non importa, glielo farò fare alla messa di domenica!

Rimedio di ieri: mango a volontà, sane carote con quintali di olio, verdura, prugne e tanta acqua….

Rimedio di oggi: succo di limone a barilate, mele e tutto ciò che “stringe”….

Stamattina ho dedicato praticamente tutta la mattina alla faccenda di Carlos, il nostro maestro che da un anno non viene a scuola.

Così come mi ha suggerito Mery Valerio, ho fatto un documento per il Ministero dell’Educazione presentando i fatti e chiedendo che il suo stipendio lo passino a una maestra che lavora con noi ma che non è ancora nominata.

I giorni prossimi devo chiamare o andare per vedere cosa mi dicono della cosa.

Ho anche approfittato di essere al Ministero dell’Educazione per verificare che fossero lì i documenti dei due maestri che dalla Regionale mi hanno assicurato che l’anno trasmessi al Ministero. Purtroppo lì per lì non li hanno trovati, ma mi hanno detto che li cercheranno meglio e che lunedì mi danno una risposta.

2:45 pm

Cambio di modem

Ieri si è rotto il modem che usiamo qui in casa, così stamattina sono dovuto andare in città per comprarne un’altro

Oggi pomeriggio sono stato a Duquesa. Sono andato con l’intenzione di vedere i capi della banda che hanno ferito i parenti di Guaricano.

La prima sorpresa è stato trovare la polizia là. C’era una camionata di agenti, e si sono portati via la moglie (incinta) di uno di quelli che hanno partecipato al disordine.

Poi, con l’aiuto di Sánchez, siamo andati a vedere i capi della banda. È venuto con noi anche Mario, il rappresentante comunale.

La versione dei tiguere di Duquesa è stata ben diversa da quella di Guaricano. Quelli che erano arrivati a casa sua non erano parenti suoi, ma altri tiguere di Cristo Rey che Guaricano stesso avrebbe fatto venire apposta per dare una lezione ai tiguere di Duquesa. La camionetta che è stata incendiata sarebbe stata di uno che lavora trasportando gente. Il parente che ha ricevuto i colpi di macete sarebbe uno dei tiguere di Cristo Rey.

La spiegazione non mi convince del tutto, ma vedendo che Sánchez sembrava credersela ho cominciato a pensare che Guaricano ci abbia mentito. Mi sono sentito un gusto amaro in bocca, e mi sono sentito strumentalizzato. Se è vero quello che ci hanno detto lì in mezzo ai prati, Guaricano si è visto ritorcere contro di sé l’arma che ha puntato contro la gente del suo batey, e poi ha chiesto aiuto a noi per farsi passare da santerello e continuare a far passare problema ai suoi nemici.

Spero di riuscire a chiarire meglio questa faccenda.

Oggi la Missione si svolgeva nel settore di Betania, quello dove abbiamo il centro parrocchiale. È un settore che normalmente troviamo “freddo”, perché nonostante vivano appunto a due metri dalla parrocchia sono quelli che rispondono meno.

E di fatto non si è vista la folla che per esempio c’era ieri nel settore Nueva Alianza. Però la Messa che ho fatto mi è sembrata animata da parecchie facce nuove.

Mi ha fatto piacere in particolare la presenza di Consuelo, che è la donna che vendicchia mangiare davanti al consultorio. Da un annetto si sta avvicinando alla chiesa, e mi ha fatto piacere quindi la sua presenza, e ancora di più quando l’ho invitata a fare una preghiera dei fedeli e ha spiaccicato qualcosa che non era una preghiera ma l’importante è che si sia lanciata, che abbia pensato che anche lei può dare qualcosa.

Nel pomeriggio non avevo potuto seguire niente i missionari per il problema di Duquesa.

Benvenuta alla Missione, Sandra! Speriamo che i giorni che passerai con noi (quasi un mese!) ti piacciano e ti lascino la voglia di tornare!

Che bello poter passare per le strade distrutte (tipo rally) seduta dietro all’aperto, poter vedere tutti questi bambini piccoli soli per le strade, spazzatura un po’ ovunque, case che stanno in piedi per miracolo, cavi della corrente elettrica attorcigliati, cani scheletrici ecc. senza meravigliarsi più come i primi giorni…

Senza girare con la macchina fotografica per catturare ogni particolare di questa realtà che sembra(va) così diversa…

Boh, sarà l’abitudine o non so cosa ma sicuramente mi piace molto di più… Non sentirsi semplici turisti ma parte viva di questa immensa comunità…

E ancora di più sentirsi proprio parte della missione… poter dare una mano in qualunque modo…

E infine aver imparato a dire: grazie Signore!

Una cosa a cui mai e poi mai mi abituerò sono i fischi dei ragazzi per strada quando passiamo… grrrrr, mi fanno venire un nervoso…

10:36 pm

Casini a Duquesa

Oggi sono successi dei casini a Duquesa.

Alle quattro mi chiama Sánchez al cellulare dicendomi che i tigre stanno minacciando Guaricano (un uomo di là), che è quello che ha seguito con Lorenzo il progetto dell’acqua e che sta gestendo l’apertura e chiusura dei rubinetti.

Purtroppo poi verso le nove sono venuti a casa di Guaricano una famiglia di amici con la loro macchina, e lì sembra che i tigre di Duquesa hanno avuto paura che Guaricano avesse chiamato altri tigre a difenderlo, per cui sono andati là e hanno bruciato la macchina dei visitatori. Non contenti, hanno abbattuto le persiane della casa di Guaricano, tirato dentro pietrate, una delle quali ha ferito Andreina, sua figlia, e sono entrati a colpi di macete sul figlio degli ospiti.

È stato a quel punto che Guaricano mi ha chiamato, perché gli facessi andare là la polizia e un’ambulanza. Combinazione, Lorenzo era appena uscito con la nostra per andare a prendere la tipa che vive qui che due volte alla settimana va a farsi la dialisi, per cui ho dovuto cercare, e alla fine ho potuto far andare là un’ambulanza della Plaza de la Salud.

Il tutto ci ha commossi abbastanza, anche perché Guaricano è molto amico mio e di Lorenzo.

Domani chiamerò con più calma per avere un sentore più preciso di quello che è successo.

Oggi abbiamo portato il vangelo al settore Nueva Alianza, dove la responsabile di settore è Germania, la moglie di Marcial.

Dopo l’invio sono andato a visitare varie famiglie, conosciute e non.

Sono stato dieci minuti con una coppia che ha fatto il corso per il matrimonio (cinquant’anni a testa), che hanno in casa due nipotini idrocefali, figli di una figlia. Con loro c’era il padrone di uno dei figli, un uomo di pelle ben bianca, che se ho capito bene viveva un po’ più in là, ma che in realtà io non avevo mai visto. Quando gli ho parlato della Messa che avremmo avuto più tardi, mi ha accennato un laconico “vedrò”, ma poi che bello che è venuto davvero! E prima della messa me lo sono abbracciato e gli ho espresso la mia contentezza per il fatto che era venuto.

Sono stato anche da Rafaelito, il marito di Fredesbinda. I due, che sono anche loro sulla cinquantina, si sono sposati due o tre anni fa, e dopo il matrimonio sono venuti a messa insieme almeno per sei mesi, facendo la comunione. Le cose sono cambiate dalle elezioni, perché Fredesbinda milita nel PLD, e per il fatto che hanno vinto le hanno dato un lavoro più “alto”: da vicedirettrice di una scuola è passata a tecnico del distretto scolastico. Il risultato è positivo, a quanto so, per lei, ma non per la sua famiglia, e neppure per la sua vita di chesa, perché l’impegno lavorativo la fa arrivare a casa tardi tutti i giorni. Così un po’ per la stanchezza un po’ per non so cosa si è ritrovata mezza lontana dalla chiesa, o forse non dalla chiesa ma sì dalla messa. E suo marito si è adagiato più di lei, fatto sta che da due anni non viene più a Messa. Così sono andato apposta a trovarlo a casa, e l’accoglienza che mi ha fatto mi fa ben sperare che possa tornare a vivere l’eucaristia con noi. Ha anche anticipato un invito a portargli a casa sua mio papà e mia mamma in novembre quando verranno a trovarmi, vedremo se si potrà fare, spero di sì, perché è una persona che ho imparato ad amare come un vero fratello.

La messa finale è stata ben partecipata, e a detta di Bilma che vive in quel settore c’era moltissima gente nuova. Hanno partecipato attivamente, e gli abbiamo fatto l’invito alle Comunità Ecclesiali di Base, nella speranza che presto possano fare il Ritiro di Evangelizzazione. A questo rispetto noto sempre di più che Carmen, la ex responsabile di settore, ha un dono speciale per comunicare, perché a differenza da altri animatori e responsabili di settore sa dire bene le cose e sa dare le informazioni senza stufare.

Alla messa avevamo anche Fiammetta e Eugenia, che di ritorno dall’aeroporto dove erano andate a accompagnare Rosanna si sono fermate con noi.