Contributi del giorno martedì 28 Settembre 2004

La settimana scorsa il distretto scolastico mi ha mandato indietro i maestri che se ne sono andati. Tutti e tre sono inquieti, voglio andarsene, disobbediscono, fanno gli strani…

Appena le nuove autorità si stabilizzano bene torno a mandare via Pedro, il marito di Margarita.

Per gli altri tre, che sono evangelici, invece, devo trovare qualcuno che accetti di fare cambio con loro.

Ciao a tutti!

Domani è la festa degli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Avró una messa domani sera in una cappella intitolata a San Michele.

Quando sono arrivato qui pensavo che fosse una cosa normale, un santo angelo “qualunque”. Invece, poco a poco, mi sono reso conto che le cose erano più complesse. Chi è qui san Michele Arcangelo?

Per capirlo dobbiamo fare un salto indietro nel tempo. A partire dal 1550 circa qui sono stati portati schiavi negri africani. In repubblica dominicana hanno lavorato qualche anno nelle miniere di oro, e poi sono stati messi dai loro padroni dietro al bestiame.

Che religione avevano questi schiavi provenienti dal golfo di Guinea o da altri paraggi? Professavano la religione “animista” africana. Che religione potevano praticare esternamente? chiaro, la religione cattolica. In quei secoli dire Spagna era dire cattolico.

Cosa è successo con questi schiavi? I loro padroni facevano loro una catechesi molto sommaria e li battezzavano. Essendo schiavi non conveniva ai negri far credere ai padroni che non gli piaceva la loro religione, e così si lasciavano battezzare. Ma erano vere conversioni sì o no?

La risposta potrebbe essere molto variegata, ma nella sostanza furono conversioni al cristianesimo solo apparenti. Il loro sangue ricordava loro gli spiriti che popolavano le notti africane, fatte di danze, tamburi (palos) e sciamani (brujos). Così, senza forse tematizzare mai la cosa, accettarono il linguaggio cristiano ma continuarono a vivere le loro credenze. Nella pratica, “nacque” una devozione fortissima ai santi, che apparentemente erano quelli cattolici, ma che in realtà rappresentavano nomi alternativi degli spiriti del “loá” (pantheon) africano.

San Miguel appunto è il nome alternativo di Belié Belcán, che è per gli africani uno spirito a cui si attribuiscono varie prerogative. La Madonna dei 7 dolori è un altro spirito africano. E cosí san Lazzaro, san Francesco d’Assisi, san Ramón, ecc. ecc.

Il giorno di san Miguel si fa la Messa, magari, ma la notte prima tutta la gente la passa sveglia a danzare al ritmo dei tamburi, ubriacandosi a più non posso e facendosi “montare” dagli spiriti delle loro credenze.

Quello del farsi montare significa che lo spirito prende possesso della persona su cui si monta, e la usa, tenendola in trance, per manifestarsi.

Al lato dei santi colpisce la presenza dello Spirito Santo nella religiosità popolare dominicana. È un “santo” anche lui? In realtà sè, perché corrisponde a un’altro degli spiriti degli africani. A 3 km dal Guaricano c’è Villa Mella, che è stata proclamata dall’UNESCO patrimonio spirituale di tutta l’umanità a causa della confraternità dello Spirito Santo dei “morenos” (scuri), che tutti gli anni celebrano con grande solennità la festa dello Spirito Santo a Pentecoste. Di giorno, in chiesa, apparentemente cattolicissimi, di notte con i culti dei loro antenati, a farsi montare dagli spiriti.

I “sacerdoti” di questa religione si chiamano “brujos”, e usano moltissimo i “santi”: hanno normalmente nel luogo dove “lavorano” un altare con tutte le immagini dei santi, tra i quali si confonde il Gran Poder de Dios. Molte vele vengono accese davanti alle immagini, e la bibbia è aperta sul salmo 9 che parla appunto degli angeli che proteggono gli uomini.

Quello della santeria è un mondo complesso, sul quale esistono pochi studi per il carattere iniziatico di queste pratiche. È peró chiaro che è un mondo dove l’uomo è vittima degli spiriti, e per conquistarseli bisogna cercarsi dei protettori, spirito anche loro, e molte pratiche stravaganti come mettere un nastrino al collo di un bambino appena nato, “perché non se lo succhi la strega” (bruja), che praticamente il 90% dei cattolici praticano, magari senza capirle, ma con la paura di lasciarle (non si sa mai…).

La gente che fa un cammino di formazione nella chiesa si rende conto che questi spiriti non sono nulla, come direbbe san Paolo. Ma per la maggioranza della gente è un mondo presente, molte volte vivo, che fa paura, e nel quale bisogna cercarsi le protezioni.

Un prete dominicano mi raccontava della credenza di qua che le lucciole siano anime vaganti “in attesa di destinazione”, e che lui in tutta la sua vita non ne ha mai ammazzato una, “non si sa mai”… Lui stesso sorrideva su questo fatto.

Alla fine di tutto questo vi domanderete: ma se queste credenze spiritistiche erano dei negri, perché ne parli come se fossero di tutti i dominicani? Il fatto è che quasi non esiste un dominicano senza ascendenze negre. Forse può esistere nelle famiglie aristocratiche della capitale. Ma basta uscire un po’ verso la periferia, e si vede tranquillamente che padri quasi bianchi hanno figli negri, e viceversa. Il sangue si è mischiato, e le credenze pure. Una ricchezza, perché ad esempio questo retroterra africano a permesso lo sviluppo di una devozione forte e solida allo Spirito Santo, che in Europa neanche ci sogniamo. Da purificare, nella gente semplice, a poco a poco, ma che diventa una ricchezza grandissima quando è illuminata dal Vangelo.

(in www.nofumo.150m.com/santeria.html potrete vedere due preghiera, apparentemente cattoliche, della santería. Sono in spagnolo, ma non dovrebbe essere diffice rendersi conto che portano su cammini di superstizione più che di fede)