Gli Animatori di Assemblea delle due parrocchie

La chiesa dominicana chiama Animatori di Assemblea i laici che ricevono il ministero di svolgere in maniera delegata alcune funzioni proprie dei ministri ordinati: supervisare il catechismo, celebrare le esequie, spesso nelle case, coordinare le attività pastorali in un settore della parrocchia, guidare le celebrazioni quando per la distanza o per assenza non può farlo il prete o il diacono.

Nelle nostre parrocchie saranno dodici: sette a Santa Margarita, e cinque alla Divina Misericordia. Sono anche ministri straordinari della comunione, e l’istituzione a Animatori dei Assemblea costituisce il mandato ufficiale del vescovo per la funzione di Responsabili di Settore.

Oggi abbiamo letto insieme i numeri del Concilio Dominicano dedicati a questa figura: come vengono selezionati e preparati, cosa fanno e cosa non fanno, dove possono esercitare il ministero, ecc.

Questi laici che in pratica ho scelto, con l’aiuto dello Spirito Santo, sono molto attenti alla formazione che gli do, ed è difficile che si perdano un incontro.

Ho soltanto un problemino con un Animatore di Assemblea che ha svolto il suo servizio negli ultimi quattro anni, e che non gliel’ho rinnovato, per cambiare (ufficialmente) e perché non è in grado di realizzare bene questo ministero. Ha scritto una lettera che si è sentito chiamato personalmente dal Signore, e che cercherà la maniera di portarlo avanti. Parla più con Marcial che con me, anche se non abbiamo mai avuto motivo di discussione; anzi, apertamente è ubbidiente, niente da dire. Vedremo, speriamo che non faccia ciocchi strani.

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Le due promesse dei tabernacoli di cui vi avevo detto diventeranno presto realtà.

Uno arriva dalla parrocchia di Yamasá, che ce l’ha lì e non lo usa. Mercoledì l’altro quando andrò a Hato Viejo (vicino appunto a Yamasá) per una messa di una novena di festa patronale me lo consegneranno.

L’altro invece ce lo compra il padre Marcial Silva, zio del padre Federico Marcial, tra pochi giorni dovremmo andarlo a comprare.

Così penso di usare uno a Betania, e l’altro metterlo nella cappella San Francisco, dove quello che c’è non ha niente a che fare con un tabernacolo.

In pratica ce n’hanno rubato uno e ne avremo due. Il Signore non si lascia vincere in generosità!!!

Grazie, Signore!!!

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Mi sono fatto un giro per i gruppi di manualità del campo bambini, ho visto cose belle: hanno realizzato una specie di “lettera” con un cartoncino ripiegato a forma di busta, che quando viene aperto ha dentro uno specchio. La “busta” dice sul di fuori: “Chi è che è una persona speciale?”. All’aprirlo ci si vede nello specchio, e attorno allo specchio dice “Tu”.

Ho potuto anche fare i complimenti per vari disegni fatti a mano, e anche per disegni fotocopiati che i bambini hanno colorato.

Il tutto dentro a un filone di formazione e catechesi centrato sul rispetto vicendevole (è il tema di questi mesi del Piano Pastorale Diocesano).

Bravi i bambini, e bravi agli animatori!

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Oggi pomeriggio è cominciato il campo bambini.

I partecipanti sono circa 200, e vengono animati da un folto stuolo di animatori, ragazzi e ragazzi sui 16/17 anni, svegli e ben selezionati e preparati.

Ogni coppia di animatori porterà avanti tutta una serie di attività manuali, ricreative e formative con un gruppetto di 15/20 bambini, e sarà in questi giorni come la seconda mamma o papà.

L’orario non è impegnativo: dalle due alle cinque. Ma basta per trasmettere qualcosa di grande e bello a questi bambini.

Sono convinto che queste attività fanno di più contro la (futura) violenza dei barrios che tante retate della polizia.

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A seguito della sua visita alle nostre parrocchie per le cresime, e a seguito anche della visita che gli abbiamo restituito nella sua residenza della Máximo Gómez, il nunzio ci ha mandato una lettera belllissima di apprezzamento per la visita che ha fatto e ricevuto.

L’abbiamo letta alla fine della Messa, a me ha commosso. Abbiamo toccato con mano una volta di più quello che diceva sempre don Franco: questo nunzio è una persona che ti riconcilia con l’Istituzione.

Beh, che dire di più? Grazie, Signore!

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L’attività di settore di giugno è toccata il 1º di luglio. È stata fortemente avversata da una pioggerella insistente che ha scoraggiato molti dal partecipare. Ciononostante il clima nei vari centri di settore era molto buono. In qualcuno c’era più gente (una trentina di persone) in altre meno, però c’era voglia e desiderio di vivere l’esperienza.

Il tema era quello del condividere. Cosa su cui tutti si sono trovati d’accordo, anche se molti si lamentavano che in Guaricano non si condivide tanto come nei villaggi.

Io ho potuto fare un giro, toccando sei centri, e sono rimasto ben soddisfatto di quello che ho visto.

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Con gli animatori del campo bambini abbiamo fatto stasera un momento di adorazione eucaristica.

A dire la verità era da un sacco che non facevamo un’adorazione eucaristica tanto solenne: ostensorio grande, incenso, chierichetti, e soprattutto la presenza dei giovani!

C’erano anche un certo numero di adulti, che si sono fermati dopo il matrimonio di Ana Marlemny.

Io come al solito ho approfittato per confessare qualcuno, sono venute fuori cose belle.

Sono orgoglioso di questi giovani e di quello che fanno!

Grazie, Signore!

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José Luis e Ana Marlemny, con don Paolo e i testimoni delle loro nozze

Ana Marlemny, una nostra maestra di matematica, si è sposata oggi pomeriggio con José Luis. Vengono da un’esperienza di 13 anni di convivenza e tre figlie.

Il marito, José Luis, ha fatto negli ultimi mesi un bel cammino di fede. O meglio, a sentire lui ha recuperato il cammino di fede che faceva da giovane. Di fatto ultimamente tutti e due sono ben stabili nella partecipazione alla Messa della domenica.

Al matrimonio c’era tutta la famiglia di Ana Marlemny, mentre della famiglia di José Luis non c’era nessuno. Strano. Dopo la Messa lui mi ha detto che non dovevano venire ma evidentemente non hanno fatto in tempo. C’è da dire che un’ora prima del matrimonio ha cominciato a piovere, e ha continuato durante tutto il matrimonio. Sono cose che qui hanno il potere di paralizzare le attività.

Il coro dei giovani ha cantato meravigliosamente bene, e in più c’erano tutti gli animatori del campo bambini. Un bel regalo, tutto questo per José Luis e Ana Marlemny.

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Il card. Nicolás, padre Marcial e don Paolo

Con un bel numero di preti e tre vescovi abbiamo celebrato i 15 anni di cardinalato del nostro cardinale, Nicolás de Jesús López Rodríguez. Insieme a lui il parroco della parrocchia ospite compiva 51 anni di ordinazione.

La Messa è stata ben viva. Mi ha colpito il fatto che il gloria era cantato da un perfeto coro settecentesco, accompagnato da un’orchestra che lavorava con stumenti originali. Guardandomi intorno non si vedeva nessun coro, eppure il suono si sentiva p-e-r-f-e-t-t-o. Non ci ho messo molto a capire che era un disco. Che tristezza. Eppure, mi dicono, nelle parrocchie di classe alta come quella la gente non si lascia coinvolgere più di tanto. Anche gli altri canti erano cantati praticamente da un solista, questa volta in diretta.

Dopo la Messa il pranzo, anche quello di classe alta: era mangiare abbastanza laborioso e articolato. E, soprattutto, buono.

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I membri della nuova comunità

Oggi pomeriggio ho celebrato l’Eucaristia di inaugurazione di una nuova CEB, Comunità Ecclesiale di Base.

È una CEB molto viva, secondo quello che mi dice Justina, l’animatrice, ci vanno una ventina di persone.

La Messa poi ha avuto un effetto catalizzatore, attirando molta più gente, e il clima era bello, me lo sono goduto profondamente.

Alla fine ho richiesto loro l’impegno del lavoro del Piano Pastorale, e ho lanciato la chiamata a diventare animatori di CEB: tre signore, mezze mature, hanno accettato, e la speranza è che si entusiasmino del lavoro e che perseverino.

Le affido anche alla vostra preghiera!

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Ho passato buona parte della mattinata in banca – per la seconda volta, e non ho ancora finito! – per aggiustare tutte le cose relative alla vendita al Scotiabank degli sportelli e clienti del Citibank.

A questo proposito, el nuove coordinate bancarie del nostro conto in dollari sono le seguenti:

Banca intermediaria:
Scotiabank Toronto
Swift: NOSCCATT

Banca locale:
Scotiabank Santo Domingo, República Dominicana
Swift: NOSCDOSDA
Conto # 555 0569
Intestato a: Misión Diocesana Genovesa

Per qualunque cosa potete scrivermi all’indirizzo donpaolo chiocciola gsi punto it (scusate, lo scrivo a questa maniera per evitare che mi spammino).

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Il nuovo corso di preparazione al matrimonio è uno dei più frequentati in assoluto: abbiamo 18/20 coppie!!!! Due coppie sono di fidanzati, tutti gli altri conviventi o sposati solo in comune.

È stato molto bello vedere le loro facce, conoscerli un po’ di più, ascoltare i racconti di come sono arrivati a questa decisione di sposarsi: per molti il desiderio di ricevere la comunione (ovviamente, dentro al dato di una vita di coppia buona), per altri è che “dopo vent’anni ormai ci conosciamo abbastanza”.

L’equipe è la stessa degli altri corsi: Marcial e Germania, Juan Luis e Jacinta, Antonio e Juana. Tutte e tre le coppie cominciano ad avere un po’ di esperienza, e sono sicuro che faranno un buon lavoro. Stasera hanno cominciato con il piede giusto decorando e rendendo molto bello il salone.

Il corso continuerà mercoledì prossimo e durerà otto settimane.

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10:00 pm

Auguri eminenza!

Apprendiamo via internet che il nostro amato cardinal Tarcisio Bertone è stato chiamato dal papa al servizio di Segretario di Stato.

È una notizia che ci riempie di gioia, perché qui in missione più che altrove abbiamo avuto la gioia di vivere una settiamana insiene al nostro vescovo, ed è stata una settimana carica di umanità e di affetto. Il fatto di amare il cardinal Bertone ci fa sentire contenti della fiducia che ha riposto in lui il papa.

Al tempo stesso un velo di tristezza: già assaporavamo la prossima visita, che doveva essere tra un annetto. Pazienza! Magari il nuovo viene anche più presto!

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6:30 pm

Nuovo telefono

Siamo quasi a punto con la nuova centralina della Missione, e dei tre numeri che avevamo ne è rimasto uno solo: il 809 701-5029, in modo che per chiamare dall’Italia l’unico numero che si può fare è il 001-809-701-5029.

Non funzionano più né il 701-5030, che era il numero della casa delle suore, né il 568-7419, che era quello della casa dei padri.

Adesso facendo il 701-5029 risponde un menu che reindirizza (ahimé, in spagnolo), alle varie opzioni.

Per chi non capisce lo spagnolo, con il 3 si raggiungono le suore, con il 4 i padri, con il 5 si invia un fax.

Scusate il disagio!

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Il gruppo che ha partecipato alla gita a CoopMarena

Oggi abbiamo avuto la tradizionale gita di fine anno del personale della scuola. Siamo andati a CoopMarena, un resort della zona di Juan Dolio. Eravamo settantacinque. Credo che mancassero solo dieci/quindici persone.


In acqua a CoopMarena con le bidelle

Bello il mare, caldo e tranquillo grazie a una barriera frangiflutti; buono il mangiare, vario e gustoso; bella la compagnia di tanti maestri, bidelle, portieri, segretarie e poliziotti scolastici; senza dimenticare l’Associazione dei Genitori della scuola.

Tutto è andato liscio, se si eccettua uno dei portieri che ha bevuto troppo (le bevande erano comprese nel prezzo) e ha perso le forze.

Ho fatto un bel po’ di foto, che ho già provveduto a mettere su un CD, e che lascerò in parrocchia a disposizione di tutti quelli che vogliano copiarsele al computer o stamparle.

Anche per me è stato un momento sereno, sono solo un po’ schioppato per il sole che ho preso nella mezz’oretta che ho fatto il bagno.

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Vi chiederete cosa è l’Escoge. Prima di tutto si legge “escohe” (con l’h aspirata), e in spagnolo significa “scegli”.

È un fine settimana per giovani sul tipo del Cursillo di Cristianidad, analogo in certi senti alla genovese Proposta.

Come la maggior parte di queste esperienze, si chiude con la Messa festiva, che è stata appunto ieri sera.

Sono andato a fare l’Escoge c’era il mio figlioccio Heriberto, nostro primo seminarista. Con lui c’erano un centinaio di altri giovani della diocesi, accompagnati da una ventina di animatori.

L’impatto su di me è stato bello, nonostante un po’ di stanchezza e l’ora tarda: la Messa è cominciata alle dieci di sera ed è finita alle undici e mezza. È stato bello abbracciare Heriberto e dirgli che ero contento per la bella esperienza che aveva fatto. Spero anche che altri giovani si decidano e si lancino a quest’avventura che non può che farli maturare.

Prima di Heriberto aveva fatto l’Escoge Willy, un altro dei nostri seminaristi, e Loraida, una giovane maestra della nostra scuola. In quest’ultima in particolare ho potuto vedere con i miei occhi il cambio di vita che c’è stato in lei: si è riavvicinata in maniera impegnata alla chiesa, ha lasciato certe ruvidezze di carattere, è più serena.

Il momento che ho vissuto mi ha fatto venire la voglia di conoscere meglio l’Escoge, in maniera da potermene fare promotore più cosciente.

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I giovani presenti all'incontro

Oggi abbiamo avuto l’incontro delle Comunità Apostoliche di Santa Margarita, nel seminario maggiore.

C’eravano circa 150, tra cui una quindicina di giovani. È venuta anche suor Serafina con le aspiranti, e in mattinata ci ha raggiunti anche Willy, uno dei due seminaristi che in agosto passerà al seminario maggiore.

La giornata è stata serena, sia per l’ambiente aperto del Seminario (è un polmone verde in mezzo alla città), sia per le riflessioni, che sono state accolte con attenzione.

A me è toccata l’istruzione del mattino sull’essere comunità e comunità apostoliche: ho delineato le caratteristiche generali di una comunità, e ho poi sottolineato il valore del nome “Comunità Apostolica”, che valorizza fortemente l’impegno di evangelizzazione. Ho auspicato che i membri possano accettare che si offra loro un “accompagnatore” di foro esterno, la qual cosa sembra possa trovare buona risposta, e ho indirizzato già i cuori alla Missione Parrocchiale di Agosto, che comincerà a principio di quel mese.

Nel pomeriggio abbiamo avuto il momento di ricreazione, con molte canzoni e scenette e poesie, il tutto gustosissimo.

Poi è toccato a Teofilo parlarci della spiritualità di comunione, dell’accettare l’altro, della chiamata a amarlo come è.

Alla fine abbiamo avuto un momento bello di testimonianze: di ogni settore ci sono state una o due testimonianze di come l’ingresso e la permanenza nella comunità apostolica ha aiutato le persone a cambiare. Varie testimonianze sono state commoventi, come quella di Tabita, che raccontava come era una persona intrattabile, e che grazie alla comunità adesso si relaziona con umiltà con la gente e invece di rispondere a chi le parla con voce alta rimane zitta per evitare che aumentino i problemi.

La giornata si è conclusa con i vespri, chiudendo il cerchio con le lodi che abbiamo fatto al mattino. Per molta di questa gente era la prima volta che pregavano con la Liturgia delle Ore, spero che l’abbiano gustata e che sentano il desiderio di continuare a viverla.

Prima di andare via ho dovuto fare una piccola romanzina: molta gente aveva tirato giù frutti dagli alberi. Ho dovuto spiegare che non si può fare in casa d’altri a meno che si abbia un permesso esplicito. Purtroppo la cosa ha rovinato un po’ il bel clima che c’era, ma ogni tanto le cose bisogna dirle.

Nonostante quest’ultimo incidente, una gioranta gustosa. Grazie, Signore!

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Oggi ho vissuto una giornata tranquilla. Approfittando che non avevo impegni particolari ho dormito un po’ di più (don Lorenzo ha celebrato la Messa del mattino), e mi sono fatto due lavoretti in casa.

In parrocchia, dalle dieci a mezzogiorno, ho messo a punto la istruzione per la convivenza di domani: un’istruzione sull’essere comunità, e in particolare comunità apostolica.

Il pomeriggio avevo alcuni lavoretti pratici da sbrigare in parrocchia, senza tanta fretta.

Ho passato una giornata un po’ più tranquilla.

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Oggi è stato il giorno della consegna delle pagelle della scuola primaria. Tutti gli studenti sono venuti a scuola a vedere i voti. Secondo i corsi, i bocciati sono da 1 a10 su 30. In un secondo sono stati bocciati in 12 perché non sono ancora riusciti a imparare a leggere e scrivere.

Abbiamo anche definito la gita di lunedì: sarà a CoopMarena, l’hotel della Cooperativa dei Maestri vicino a Juan Dolio. Spenderemo seicento pesos (18 dollari) per persona per passare là una giornata (dalle 10 alle cinque del pomeriggio), il conto totale sarà un po’ caro, perché andreamo in ottanta, ma il personale se lo merita, e l’Associazione dei Genitori ancora di più!

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9:28 pm

Preso il capo

La polizia ha catturato il capo della Nazione che si pensa abbia rubato il tabernacolo di Santa Margarita.

Probabilmente nei giorni prossimi cercheranno di perquisire le case di altre persone implicate, vedremo se trovano almeno qualche pezzo.

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Stamattina avevamo appuntamento dal Nunzio con i cresimati e i ministri.

Il nunzio ci ha ricevuto molto affabilmente, si è lasciato fotografare in tutte le salse, e ci ha dedicato più di un’ora, conversando e rispondendo alle domande.

La gente è rimasta colpita dalla bellezza classica della nunziatura, dai ritratti del papa, dalla semplicità con cui il nunzio ha risposto alle molte domande. Una cresimata gli ha anche chiesto se da piccolo era un monello. Un’altra ha chiesto come gli è venuta la vocazione.

Abbiamo saputo che il palazzo della nunziatura è stato costruito da Trujillo, il dittatore degli anni ’30-’50, nel tentativo, riuscito, di far risiedere a Santo Domingo un nunzio. Il palazzo è stato ultimato nel 1949, e il nunzio è venuto a vivervi nel 1954.

Nel 1960, un anno prima dell’assassinio di Trujillo, è stato il nunzio di allora a invitare i vescovi a scrivere la famosa lettera pastorale contro la dittatura.

Insomma, un’oretta veramente preziosa.

Grazie, Signore!

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Stasera abbiamo avuto la formazione degli animatori di CEB (Comunità Ecclesiali di Base) della Divina Misericordia.

Hanno partecipato praticamente tutti, una quarantina, ben motivati.

Grazie, Signore

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Oggi pomeriggio mi hanno dato l’ordine di cattura per il capo della Nazione di cui sospettiamo che ha rubato il tabernacolo.

Stasera dovrebbero andarlo a cercare e portarlo in cella. Domani spero di sapervi dire qualcosa!

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Da oggi Taína, Yudy e Nicaury sono dalle suore a fare un mese di prova.

Se tutto va bene, è possibile che Taína e Yudy, che hanno diciassette anni e l’anno prossimo saranno all’ultimo anno delle superiori, vengano già a vivere stabilmente dalle suore. Entrambe stanno vivendo molto positivamente l’avvicinamento alla comunità religiosa.

Invece Nicaury è più piccola: tredici anni, e va in seconda liceo. Ma mi è piaciuto il fatto che abbia voluto venire a vivere questa esperienza.

Stiamo pregando molto per queste ragazze e per la loro vocazione!

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Mi sto passando questi giorni controllando e controfirmando le pagelle della scuola primaria.

Le ricevo dai direttori docenti, che le controllano già abbastanza e mi risolvono la maggior parte dei problemi, ma mi arrivano pagelle incomplete o con qualcosa di strano, che devo cercare di far correggere prima che vengano consegnate.

E poi questo controllo mi serve per rendermi conto di come i maestri fanno la valutazione dell’apprendimento degli studenti. Cerco di rendermi conto in particolare di quello che succede in prima e in seconda, perché non siamo ancora riusciti a risolvere il problema di una percentuale di bambini (un 20-30%?) che arrivano in terza senza sapere ancora leggere e scrivere). La legge di educazione dominicana proibisce di bocciare i bambini in prima, a meno che non abbiano fatto molte assenze, ma questo purtroppo porta poi a che compassione su compassione una parte non impara niente.

Ho notato in particolare che almeno due delle maestre che lavorano con prima o seconda sono abbastanza disimpegnate nel fare lezione e abbastanza approssimative nelle valutazioni. E sono situazioni che tra Miguel e Matilde le hanno già parlate varie volte in varie riunioni. Devo cercare di inventare qualcosa che mi costringa quelle due maestre a lavorare di più. Forse un esamino interno alla fine della seconda per essere sicuri che il bambino sa leggere e scrivere? Ma in tutti i casi è per il prossimo anno scolastico.

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Stasera ho incocciato vicino a casa sua Félix, il direttore del distretto, il quale mi ha chiesto la lista dei maestri da nominare.

Così, durante la messa della sera detta da Lorenzo ho approfittato per fare un salto a scuola e preparargliela.

Voglio essere ottimista e credere che potrà arrivare qualcosa.

E l’innaffio con la preghiera.

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10:42 pm

Cresime

Oggi è stata la giornata delle cresime, al mattino a Santa Margarita e al pomeriggio alla Divina Misericordia.

Il nunzio apostolico, mons. Timothy Broglio, è stato molto bravo e disponibile: come una maniera di dare importanza alle persone gli ho presentato almeno una ventina tra giovani, seminaristi e adulti, e per tutti ha avuto un gesto o una parola attenta.

Non si è sottratto al rito delle foto, che è durato per lo meno mezz’ora dopo la celebrazione del mattino e altrettanto dopo quella della sera.

A mezzogiorno è stato nostro ospite. C’erano a tavola anche Marcial e Germania, e Juan Luis e Jacinta. Il momento del mangiare è stato molto bello.

In definitiva, una persona molto cara. Come diceva don Franco: “È uno che ti riconcilia con l’istituzione”. Ed è proprio vero!

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Ho avuto anche questo sabato due ritiri, questa volta con i confirmandi. Riceveranno il sacramento domani, al mattino a Santa Margarita, e al pomeriggio alla Divina Misericordia. Sarà il Nunzio Apostolico che amministrarà il sacramento.

Come altre volte ho passato la maggior parte del tempo confessando. E sono state confessioni belle, con un desiderio vivo di continuare il cammino di chiesa.

Sono anche in mano vostra, in mano alla vostra preghiera!

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Ho visitato stasera la più recente delle comunità apostoliche di giovani.

Sono meno di dieci, ma li ho trovati molto ben integrati, partecipativi, e danno l’idea che in questo anno di cammino sono maturati abbastanza.

A volte sembrano fin troppo svegli, la maggior parte di loro hanno una voglia matta di partecipare ai dialoghi e alle discussioni.

C’è Yessenia, che adesso sta vivendo un momento di prova perché sua mamma è diventata, ahimé, evangelica, e le sta facendo molta pressione perché diventi evangelica anche lei. E a che maniera le sta facendo pressione? dicendole che i cattolici non sono cristiani seri, che il papa è la bestia, che la bibbia dice che i sacerdoti sono corrotti, ecc.

In quella comunità c’era Taína, che non c’è più perché si riuniscono il sabato sera e lei i fine settimana li passa già dalle suore, con il suo cammino vocazionale.

C’è anche Francisco, un giovane mezzo timido che durante tutto l’anno è andato alle giornate vocazionali del seminario, e adesso vuole entrare in seminario.

Insomma, una comunità bella. Sono stato con loro due ore, mi sono passate in un attimo.

Grazie, Signore!!!!

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Riunione della Pastorale Giovanile in preparazione ai campi estivi, stasera.

C’è il desiderio di farli, ma anche un po’ di stanchezza dovuta al momento dell’anno, con gli impegni derivanti dalla chiusura dell’anno sociale.

In particolare l’équipe che lavorerà con il campo adolescenti è composta da persone senza tanta esperienza. In compenso sono abbastanza mature come vita di chiesa, e tra loro c’è anche Taína. Siamo in mano del Signore, che sono sicuro che ci aiuterà.

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La processione di Corpus Christi 2006

Oggi pomeriggio abbiamo avuto la tradizionale celebrazione diocesana del Corpus Domini, che qui si chiama Corpus Christi.

La processione è partita dalla Plaza de la Salud alle quattro. Sono state fatte tre fermate con meditazioni varie su altrettanti passi del vangelo. Poi, arrivati allo stadio Quisqueya, ancora un piccolo momento di adorazione, e quindi la Messa.

Nell’omelia il cardinale ha parlato dell’Eucaristia, e poi, alla fine, come è suo solito, ha fatto una puntatina nel sociale, citando il discorso della violenza nelle città, e invitando tutti i cristiani a pregare e a fare sacrifici per implorare dal Signore più pace nella società.

Tra le autorità era presenta la primera dama, Margarita Cedeño de Fernández.

Rispetto agli altri anni è stata una cosa più veloce: siamo arrivati a casa che non era ancora buio. Il fatto di mantenere la celebrazione meno lunga ha inoltre evitato che la gente se ne andasse al momento della comunione.

Delle nostre parrocchie si è mossa un po’ di gente, più o meno una pulmino da 35 per ogni settore.

Grazie, Signore!

P.S.: la foto fa abbastanza schifo, perché la macchina fotografica è alla fine dei suoi giorni: sembra che la motherboard sia partita o stia partendo.

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Stamattina, in curia, ho ricevuto i decreti di nomina dei nuovi ministri della comunione e animatori di assemblea.

È chiaro per tutti cosa sono i primi: aiuteranno a dar la comunione in chiesa e la porteranno ai malati la domenica mattina dopo la Messa.

Invece i secondi sarebbero in pratica i responsabili di settore: persone mature nella fede che rappresentano il parroco nel loro settore e danno continuità alla pastorale che vi si fa, tenendo d’occhio tutte le attività di settore e facendo da ponte tra il settore e il parroco. Hanno anche la facoltà di spiegare il vangelo nelle celebrazioni dove non c’è presbitero o diacono. In pratica svolgono questo compito soprattutto nella celebrazione della parola che facciamo il martedì sera in quasi tutti i settori. Ma non solo: se non ci fosse prete o diacono farebbero la celebrazione della parola anche in parrocchia.

In pratica adesso i responsabili di settore ricevono una sorta di riconoscimento da parte del vescovo del loro ministero.

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I mass media e l’opinione pubblica sono esterefatti per la morte di Vanessa, una giovane di 21 anni della seconda città del paese, Santiago de los Caballeros, che l’altro ieri è stata uccisa da un gruppo di malviventi per portargli via il cellulare.

Al funerale erano presenti tutte le autorità e il vescovo della città ha presieduto la celebrazione. E si stanno organizzando marce di protesta contro la delinquenza.

Da noi non è tanto diverso, la gente di sera si guarda bene dall’andare in giro, hanno troppa paura di allontanarsi da casa.

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Ho dovuto andare in città, ma al ritorno ho avuto un momento di panico. Per i lavori della metropolitana si è formata, alle cinque di pomeriggio, un ingorgo impossibile.

M’è andata bene che ho potuto cambiare di corsia, tornare indietro e prendere un’altra strada.

I lavori della metropolitana vanno avanti a ritmo serrato. All’inizio ero abbastanza perplesso sull’utilità di questa opera, ma mi sto convincendo che potrebbe essere una scelta azzeccata. Per esempio, i giovani di Guaricano che vanno alla UASD (la università pubblica) potranno arrivare alla facoltà con dieci minuti di autobus e dieci minuti di metro. Un bel guadagno, considerando che adesso ci si mette un’ora e mezza per andare e un’ora e mezza o più per tornare.

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Stando a uno dei nostri poliziotti avremmo identificato nel capo di una Nazione il responsabile del furto del tabernacolo con l’Eucaristia. Sembrerebbe che ce l’abbia in casa.

Domani cercherò di far stilare il mandato di cattura, il poliziotto è sicuro che è lui.

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È stata fatta nei vari settori la adorazione in preparazione alla festa del Corpo e Sangue di Cristo, che sarà giovedì.

I cinque settori di Santa Margarita e i cinque della Divina Misericordia si sono organizzati e hanno preparato l’animazione della celebrazione.

Io ho partecipato a quella del settore Betania, e domani e dopodomani visiterò altre celebrazioni. Non c’era tanta tanta gente, ma ho percepito tanta fede.

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La tarda mattinata l’ho passata nella curia arcivescovile.

Mi hanno dato finalmente i decreti di nomina dei ministri della comunione e degli animatori di assemblea. Inoltre ho avuto il piacere di poter leggere una lettera di risposta che il Banco Nacional de la Vivienda ha diretto al cardinale in risposta al problema del Barrio Mirador Norte, e dicono che stanno per consegnare i terreni che saranno destinati al politecnico e al campo da baseball.

Ho anche potuto vedere il padre Isidro, a cui ho accennato il problema della prima comunione e dei bambini che probabilmente vanno a farla da lui, siamo rimasti d’accordo di studiare meglio la faccenda per uniformare di più il modo di lavorare per il prossimo anno.

Con la tesoriera della curia, poi, abbiamo parlato delle firme da mettere sul conto della parrocchia, e grazie a Dio ha voluto semplificare le cose.

Sono arrivato a casa alle 2 di pomeriggio.

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Stasera con Lorenzo e le suore ci siamo visti il video di Tarcisio Mazzeo sulla Missione e Santo Domingo.

È la versione più lunga, dev’essere quella che è andata in onda sulla RAI nazionale.

Il servizio è veramente belle, moltissimi complimenti a Tarcisio e all’operatore Tito.

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9:58 pm

Prime comunioni

Stamattina abbiamo avuto le prime comunioni, alla Divina Misericordia prima e a Santa Margarita dopo.

Puntualissimi i bambini e anche i giovani, e molto attenti a Messa.

Una cinquantina a Santa Margarita, e un’ottantina alla Divina Misericordia.

Devo parlare con padre Isidro, perché mi sono arrivate voci di emigrazioni in massa di bambini a fare la prima comunione a Santiago. La causa: troppi incontri di formazione che facciamo qua (?).

Devo per lo meno far presente il problema al padre Isidro e vedere cosa studiamo fra tutti e due.

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Oggi abbiamo avuto i ritiri delle Prime Comunioni dei giovani. Le prime comunioni saranno domani, e nel ritiro di oggi abbiamo celebrato la riconciliazione, presentata l’ultima catechesi, e fatto il ripasso finale. Non poteva mancare la pratica di come fare la comunione, in mano e in bocca.

Il mio compito è stato l’annuncio della riconciliazione e poi le confessioni: sempre un bel momento, che mi fa incontrare con questi ragazzi in un momento di estrema disponibilità alla grazia di Dio. Ogni confessione mi riempie il cuore di gioia.

Domani si siederanno per la prima volta alla mensa eucaristica: cominceranno a nutrirsi di Cristo, pane di vita eterna e germe di risurrezione. Per continuare a ricevere la comunione: glielo abbiamo detto in tutte le salse, e anche un punto di lavoro mio nella confessione era la partecipazione alla Messa domenicale. Mi sono sembrati abbastanza solidi… Vi saprò dire!

Nel frattempo, per tutte le cose belle: Grazie, Signore!!!!

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Ero stato invitato a fare una presentazione delle quattro conferenze dell’episcopato latinoamericano in una parrocchia semi nuova, san Martín de Porres, a Sabana Perdita.

Il giorno fissato era oggi alle sei di sera, e non ci sono stati contrattempi. Anzi, arrivando là ho trovato un bel gruppetto di persone, e la presentazione è stata ben capita e ben recepita.

Ho provveduto a agganciarmi alla storia della chiesa dominicana, e anche al terzo piano pastorale che stiamo vivendo.

Sono rimasto molto contento, delle cose belle che il Signore mi ha aiutato a dire, e dell’entusiasmo di quella giovane parrocchia! Ho anche scoperto con gioia che in hanno in mezzo a loro una piccola comunità di quattro religiose, molto inserite nella pastorale!

Grazie, Signore!

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A causa della vendita dell’americano Citibank (dove abbiamo i conti) al canadese Scotiabank, dovevamo risottoscrivere i contratti dei vari conti.

Così oggi ci siamo passati 4 ore in banca: Io, suor Serafina e suor Modesta.

Due ore sono state di attesa per entrare dal funzionario, e due ore per svolgere il lavoro.

E non abbiamo finito, perché devo andare a raccogliere la firma del vicario di Amministrazione della curia, che pure lui firma sui conti. Inoltre don Lorenzo deve andare a farsi conoscere.

Il più è fattoQ

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Per oggi, festa di Gesù Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote, il vescovo ha invitato tutta la diocesi a vivere una giornata di preghiera per la santificazione dei sacerdoti, cioè dei preti e dei vescovi.

Nelle nostre parrocchie abbiamo vissuto un momento di adorazione eucaristica prolungato, a partire dalle cinque di pomeriggio, per terminare con la Messa (a Santa Margarita) e con la Celebrazione della Parola (alla Divina Misericordia e nel settore San Ramón).

A Santa Margarita l’adorazione aveva anche una sfumatura riparatrice per il furto del tabernacolo con l’Eucaristia.

La cosa più bella dell’adorazione è stata la risonanza fatta a Gv 7, la preghiera sacerdotale di Gesù. Tutti hanno potuto penetrare un po’ più a fondo in questo bellissimo capitolo del Vangelo.

La Messa finale, poi, celebrata con calma, senza fretta, me la sono goduta, e spero anche la gente.

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9:20 pm

6-6-6

Cosa vi dice il titolo? Se siete lettori assidui o curiosi dell’Apocalisse vi dice molte cose. 666 è l’enigmatico “numero della bestia” di cui a Ap 13,18: “Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei”.

Il testo dell’Apocalisse non è niente chiaro, e le ipotesi interpretative sono tantissime, ma una cosa è certa: quel numero è legato al demonio e al regno del male. Per quello molti gruppi “che camminano nelle tenebre” usano il 666 e lo usano come un simbolo demoniaco.

Ed a me era sfuggito, o meglio, l’avevo notato, ma senza dargli importanza, che l’altro ieri era il 6 giugno 2006, cioè il 6-6-6. Oggi pomeriggio il poliziotto che abbiamo di servizio a scuola mi ha detto di aver sentito dei ragazzotti dire che il tabernacolo che hanno rubato otto giorni fa, precisamente mercoledì 31, è stato rubato per la vicinanza del 6 giugno, il giorno 6-6-6 appunto.

Lo stesso poliziotto mi ha detto che cercherà di cavare più informazioni. L’unica cosa che ha capito finora è che il gruppo in questione è una nazione di Jacagua, uno dei nostri campos.

Da un lato aver saputo la cosa mi fa piacere, perché abbiamo una pista. Dall’altro lato però si conferma l’ipotesi satanista, che a questo punto è certa: e questo significa che con l’Eucarestia hanno già fatto quello che volevano. A meno che…

Spero di raccontarvi un seguito. Per adesso vi posso solo chiedere di pregare con noi.

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E oggi sono partiti tutti, anche il padre Derno. Torna al suo oriente del Venezuela.

Raccontava stamattina nella Messa che la sua gente è meno accogliente dei nostri dominicani. Che ci sono praticamente solo donne in chiesa (da noi è praticamente lo stesso), e che gli uomini bevono a tutto spiano (come qui).

In più, in Venezuela hanno Chávez, che noi grazie a Dio non abbiamo. Abbiamo soltato fatto quattro anni di Hipólito…

Buon viaggio, padre Derno, e grazie mille per l’aiuto che mi hai dato qui.

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Con la stessa rapidità con cui erano arrivati, oggi pomeriggio se ne sono andati don Chicco e gli altri genovesi.

Nei due giorni che si sono fermati hanno visto le varie realtà, forse un po’ alla svelta, ma con estremo interesse.

La gente è rimasta colpita soprattutto da Luigi, che ha una straordinaria sominglianza con don Lino. A qualcuno è venuto un mezzo colpo quando l’ha visto.

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Questo pomeriggio, dopo la riunione degli animatori, abbiamo vissuto un significativo momento di formazione per animatori vecchi e soprattuto nuovi delle Comunità Ecclesiali di Base. L’abbiamo fatto a Santa Margarita; alla Divina Misericordia si farà tra quindici giorni.

Ho presentato l’identità e il modo di lavorare delle CEB, viste nel cammino evangelizzatore che stiamo facendo in parrocchia: sono il primo punto di incontro con la chiesa, e devono essere trampolino per inserirsi di più nella comunità eucaristica e fare il passo seguente del Ritiro di Evangelizzazione.

La cosa che più mi ha colpito è stato quando ho parlato del problema delle Comunità di Base che non funzionano perché l’animatore divente pesante, e della necessità che l’animatore stesso se ne renda conto, e che se il responsabile di settore lo vuole spostare a un’altra comunità, deve accettare con umiltà la cosa.

Al parlare di questo, visto che gli animatori presenti erano soprattutto i nuovi, qualcuno a detto: “Ma questo era da dire a tutti!”. Tutti hanno capito l’allusione: a qualcuno dei nostri animatori, che si crede tanto in gamba, ma in realtà a volte arriva a fare danni.

Il mio sogno è che possiamo avere il doppio delle CEB che abbiamo adesso: dobbiamo avere una presenza capillare, in tutti gli angoli del barrio, perché la gente che vuole possa avvicinarsi alla chiesa.

Per questo sogno conto anche sulla vostra preghiera!!!!

E naturalmente conto su di te, Signore (o sei tu che conti su di me e su di noi?)!

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Ieri sera alle undici sono arrivati a Santo Domingo don Chicco con altri cinque genovesi.

Vengono da Cuba, dove si sono trattenuti quattro giorni con don Marino e don Federico.

Da noi rimarranno soltanto due giorni, un piccolo assaggio per cominciare a conoscere qualcosa.

C’è tra loro Antonio, fratello di don Marino.

Benvenuti!

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Ho fatto i giorni scorsi l’aggiornamento al nuovo Ubuntu 6.06 di tutti i computer di casa, parrocchia, scuola.

Stamattina ho scoperto qualche problemino: alcuni aggiornamenti non erano arrivati in fondo bene, e per questo avevo problemi di stampa.

Nel server della scuola primaria poi, ho scoperto oggi che dovevo aggioranare anche il sistema LTSP. Appena fatto ho visto la differenza: non ci sono più i problemi precedenti di avvio lentissimo dei clienti. In compenso il nuovo driver della scheda di rete è rotto, e ho dovuto usare un’altra scheda.

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… li ho invitati a partecipare alla Messa i giorni feriali di questa settimana.

Li ho visti decisi, dovrebbero venire un certo numero.

A questa maniera prolungheranno il ritiro di ieri per tutti questi sette giorni.

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Questa domenica di Pentecoste ho vissuto varie cose belle:

La Messa di stamattina a Santa Margarita, nella sua semplicità, è stata bella, animata, partecipata.

Ugualmente la messa con i battesimi dei bambini a Jacagua. L’unica cosa è che mi sono reso conto durante la messa che la metà dei padrini non potevano fare i padrini (avrei dovuto controllare meglio le settimane passate e farglieli cambiare), così durante la predica è venuta l’occasione di fargli capire in maniera scherzosa che non è possibile che un padrino non faccia la comunione il giorno del battesimo del suo figlioccio, e chissà se qualcuno accetta la provocazione e si mette dietro al matrimonio.

Dopo la Messa dei Battesimi abbiamo avuto tre cose allo stesso tempo: il ritiro dei bambini della prima comunione, cominciato con la celebrazione penitenziale guidata da me; la catechesi su come confessarsi fatta dal padre Derno ai bambini della prima Riconciliazione, e un incontro con in genitori dei bambini dei sacramenti fatto da Juan Luis.

Quello che più mi ha colpito è stata la minuzia con cui suor Cristina ha fatto le ultime catechesi dei bambini della prima comunione, con amore, e cercando in tutti i modi che arrivino alla comunione preparati. Tra una catechesi e l’altra c’è uscita anche una piccola testimonianza di Taína y Yudi sul loro cammino di preparazione alla vita religiosa.

Nel pomeriggio, poi, avevamo un momento di formazione per messaggeri. Ne sono venuti un centinaio, la maggior parte stavano già facendo il lavoro ma non avevano ricevuto la formazione. Così abbiamo potuto rimediare questa lacuna. Ho fatto io l’introduzione e la conclusione, ed è stato molto bello l’interesse della gente e il loro desiderio di imparare.

Quasi alla fine della giornata, la Messa della sera. Alla fine ho avuto due dialoghi interessanti: con Wilkin, un giovane dei gruppi giovanili che mi si è offerto per parlare del Codice Da Vinci agli studenti del nostro liceo, e con Damaris, la quale aveva iniziato un cammino molto bello di preparazione al matrimonio con il suo “fidanzato-convivente”, e che adesso ha un po’ di difficoltà. Vi chiedo una preghiera per lei.

Sono un po’ stanco, ma soddisfatto.

Grazie, Signore!

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La vigilia di Pentecoste di quest’anno è stata molto belle.

Strutturata sullo Spirito Santo che guida la chiesa a vivere la carità, prendeva spunto da vari passaggi dell’enciclica Deus Caritas Est, con conseguente spessore teologico.

In più, la presenza del padre Derno ci ha permesso di leggere il vangelo anche nell’originale greco, e ne è uscito un segno bello dell’universalità delle lingue nella chiesa.

Vari segni, preghiere spontanee, strette di mano, hanno reso molto interessante la vigilia.

Verso la fine, quando si è letto il brano di Atti 2 sulla prima Pentecoste, 12 uomini del settore San Ramón si sono avvicinati all’altare e hanno preso in mano 12 ceroni, che poi hanno passato sulle teste di tutti i presenti, a significare lo Spirito Santo che è donato e si posa su tutta la chiesa.

Unica annotazione: un po’ lunghe le letture. Per il resto, tutto OK!

Grazie, Signore!

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Oggi abbiamo avuto i ritiri delle prime comunioni delle due parrocchie: Santa Margarita di mattina, e la Divina Misericordia di pomeriggio.

Per me il lavoro principale è stato confessare, lavoro in cui ho avuto l’aiuto del padre Derno, disponibilissimo.

A Santa Margarita ho fatto la spiacevole scoperta che due catechiste, nonostante le avessi dato per iscritto e ben dettagliato di cosa dovevano parlare, sono andate completamente fuori dai binari, parlandogli di tutto meno che di quello che dovevano.

Alla Divina Misericordia le catechiste hanno lavorato meglio. Taína e Virginia, soprattutto, si dimostrano sempre molto in gamba.

Le prime comunioni saranno domenica l’altra.

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Dovevamo avere la Prima Riconciliazione dei bambini del settore San Ramón, ma non si è potuto.

La maggioranza non hanno completato la formazione specifica, né hanno portato il certificato di battesimo. Almeno uno dei loro genitori non si è fatto vedere a nessuno dei tre incontri di formazione per loro.

Domenica cercheremo di recuperare il tempo perduto!

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… ma non parlo dei bambini, quanto dei futuri ministri. Non è per ricevere la comunione, ma per distribuirla.

I nuovi erano un po’ impacciati, ma sono convinto che faranno pratica alla svelta.

In tutto saranno una quarantina il prossimo gruppo di ministri straordinari della comunione. In curia stanno preparando i documenti di nomina, che sarà per tre anni.

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Stamattina c’è stato rubato il tabernacolo di Santa Margarita.

Il ladro/profanatore ha agito nelle ore del mattino. È salito alla cappella, e facendo forza sul tabernacolo in senso circolare ha rotto la barra di metallo che lo teneva fisso nella tavolozza di cemento, l’ha infilato in un sacchetto di plastica ed è uscito tranquillamente. il pezzo di barra rimasto sul pavimento rivela che stranamente c’era un punto debole nella barra. L’ho fatto vedere al nostro fabbro, e dice che può succedere.

L’unico indizio che abbiamo sul ladro è una maglietta verde, secondo quanto dicono i ragazzi del liceo le cui finestre danno sulla scala della cappella.

Ho fatto denuncia alla polizia, sono venuti a vedere, ma ho l’impressione che se non mi muovo io loro non fanno niente.

C’e un sospetto, vi dirò…

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È arrivato oggi pomeriggio da noi padre Derno Giorgetti, un missionario fidei donum di Cesena che da 29 anni lavora in Venezuela, nella parte orientale del paese.

Si fermerà da noi una settimana, dando una mano in varie cose (confessioni, ritiri, ecc.) e godendosi qualcosa del paese.

Benvenuto padre Derno!

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Domani, 30 maggio, compio 14 anni di ordinazione presbiterale. È stato l’arcivescovo Giovanni Canestri che mi ha ordinato nel 1992.

Mi farete un regalone partecipando alla Messa, dove siete, e ringraziando con me il Signore per quello che ho potuto vivere finora.

E se potete chiedetegli anche con me che mi mantenga fedele a questo ministero che mi ha dato.

Grazie!!

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La Via Lucis di stasera sembrava essere partita con il piede sbagliato, cominciando da me che me l’ero dimenticata, e quando sono arrivato per caso in parrocchia alle sette e mezzo di stasera mi sono chiesto: “Ma cosa ci fa tutta quella gente lì?”. Ho dovuto guardare l’agenda per ricordarmi!

Con il piede sbagliato è andata avanti, dal punto di vista terra terra, per il numero dei partecipanti: abbastanza pochi. C’è andata bene che abbiamo raccattato un po’ di gente per la strada, fra una stazione e l’altra, soprattutto bambini che cantavano a squarciagola e andavano fierissimi del flambeaux che avevano in mano.

Alla fine, come siamo abituati, la danza con il cero pasquale. Dove tutti facevano a gare per prendere in mano il cero e “farlo ballare”. È stato un momento magico, nel quale ho visto sulle facce di tutti una piena allegria!

Alla fine abbiamo fatto insieme il rinnovo dell’impegno missionario, per vivere con sempre più amore il nostro piano pastorale.

A parte tutto, devo dire: Grazie, Signore!!!

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Oggi qui el il día de la madre, cioè la festa della mamma. Per una qualche ragione invece di celebrarla il 14 maggio qui la celebrano l’ultima domenica del mese.

Ed è una festa ben sentita, al punto che non possiamo mettere nessuna attività di parrocchia perché molta gente va al campo a trovare sua mamma, e comunque la gente se la passa in famiglia, avvolta negli affetti più cari.

Nella messa di stamattina a Santa Margarita abbiamo fatto varie cosette per le mamme presenti: una specie di cartolina, preparata a mano da un gruppetto di signore, con dentro alcune parole dolci per le madri; vari applausi dentro alla messa; una canzone per loro alla fine.

Prima della benedizione ho chiamato davanti le nostre suore, perché anche a loro, come “madri spirituali” nella chiesa, facessero gli auguri. E credo sia stata una cosa bella per far capire che la vita religiosa non è una frustrazione, ma un dono.

E poi all’uscita mi sono messo sulla porta e ho abbracciato le madri una a una. È stato un momento che è durato dieci minuti buoni, non finivano più quelle madri. Di molte so i nomi, ad altre dovevo chiamarle “sorellina”, “mamma bella”, “mia cara”, ecc.

Ho dato loro un po’ di amore. Da loro ne ricevo molto, e dal Padre ancora di più!

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Oggi pomeriggio sono stato tutto il pomeriggio nel settore San Ramón.

Prima a dare gli avvisi pratici ai bambini che si battezzeranno l’atra domenica.

Poi a vedere cosa facevano nei vari centri di settore dove si doveva fare la celebrazione della festa delle mamme: delusione, perché dei tre centri forse ha funzionato uno.

E poi avevo l’incontro con i genitori dei bambini di là che riceveranno i sacramenti nei prossimi giorni. Ha partecipato una buona parte dei genitori, e li ho visti abbastanza attenti.

Spero che le parole che ho cercato di dire con amore e convinzione arrivino al cuore di qualcuno!

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I giornali di oggi pubblicano i nomi dei deputati eletti. Undici giorni dopo le elezioni.

Ha vinto ampiamente il partito del governo, PLD Partito della Liberazione Dominicana, con 96 deputati. Il PRD ne avrà 60 e il PRSC 22.

Siamo di nuovo nella stessa situazione della scorso mandato presidenziale, con lo stesso partito che controlla governo e congresso.

Non sono prospettive molto incoraggianti. Anche se, a parole perlomeno, il PLD parla di rendere più solide le istituzioni, di eleggere la JCE (Junta Central Electoral, è l’organismo che organizza e dirige il processo elettorale) in base a regole di trasparenza e di non affiliazione partitica.

Vedremo.

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Oggi ho fatto un salto in città alla compagnia telefonica del numero del consultorio, dobbiamo spostare il punto di arrivo della linea in maniera che ci sia più comodo per l’uso con la nuova centralina.

Mi ha fatto l’impressione che sarà una cosa semplice. Speriamo bene, perché altre volte abbiamo avuto abbastanza problemi con questa compagnia.

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Nella riunione di formazione dei ministri straordinari della Comunione abbiamo letto insieme le indicazioni del libro liturgico sulla Comunione fuori della Messa.

Sto lavorando per rafforzare non solo lo spirito di servizio, ma anche la vita sacramentale e spirituale personale di questi fratelli e sorelle, chiamati a essere testimoni prima che servitori. In particolare ci siamo soffermati sull’impegno della riconciliazione frequente, perché molti di loro celebrano la riconciliazione solo due o tre volte all’anno.

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Stiamo facendo le reiscrizioni del liceo. Vanno a rilento. Molte famiglie sono rimaste indietro nel pagamento della retta mensile, qualcuna perché le entra poco, altre perché i genitori danno i soli ai figli e questi se li spendono in altre maniere.

Mi direte: ma non si fa niente per aiutare le famiglie povere? Sì, tutti gli anni con le adozioni a distanza si istituiscono dalle 50 alle 100 borse di studio, alcune intere, altre che coprono la metà del costo. Praticamente queste famiglie pagano l’iscrizione e il primo mese, e il resto lo pagano la metà o niente.

Inoltre quest’anno c’è un fattore nuovo. Abbiamo dovuto mettere una multa a tutti gli studenti di terza, perché in barba alla norma della scuola che non si possono fare attività per raccogliere fondi, se le sono organizzate di nascosto, e alcune di esse sono state feste in discoteca.

Direte: ma cosa c’è di male a fare una festa in discoteca? Beh, varie cose: la prima è che la discoteca è vista dai giovani di qui come un posto dove conquistare pollastrelle e portarsele a letto; la seconda è che la vita delle discoteche è la birra e il rum; la terza è che l’abuso delle bevande alcooliche porta praticamente sempre a risse, liti, feriti, morti. L’anno scorso in una festa dell’Oscus (un politecnico vicino a noi) hanno ammazzato uno studente della stessa scuola.

La festa in discoteca è la cosa che produce più dinero per questi giovani, che alla fine della quarta devono fare la loro festa di graduzione in stile Stati Uniti. Ma come centro educativo non siamo disposti ad accettare che lo guadagnino in questa maniera sporca, e da qui viene la proibizione e la conseguente multa.

La speranza è che, al di là della multa, capiscano il messaggio.

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Stasera abbiamo avuto l’incontro dei genitori dei bambini che faranno la prima comunione la domenica 11 giugno.

È il secondo incontro, il primo è stato all’inizio della preparazione immediata, nella seconda settimana di Pasqua.

I bambini che faranno la Prima Comunione sono circa 25 a Santa Margarita, e altrettanti alla Divina Misericordia.

Non sono molti. In proporzione ai bambini del barrio… Solo che nella nostra scuola, i bambini 10 anni sono 120. Tutti e 120 dovrebbero essere al catechismo a Santa Margarita, e almeno altrettanti alla Divina Misericordia. E tutti fanno con riverente attenzione la preghiera all’inizio della giornata, dove si legge il vangelo del giorno e un maestro lo spiega. Sono quasi tutti cattolici, eppure il catechismo per loro (per i genitori, probabilmente) è un di più.

A volte mi scoraggio pensando a queste cose, poi mi dico: ma no, sono qui in missione, se sono qui è perché le cose sono così! Certo che bisognerebbe inventare qualcosa, con i mezzi poveri di qui, per rendere attraente il catechismo. O sarà che Gesù non è poi così attraente come vorremmo pensare? sarà che se i genitori non lo fanno sentire come un dovere, quello della formazione cristiana, ai bambini non gliene importa più che tanto? dopo tutto sono bambini. A cosa pensa un bambino? a giocare! E allora non c’è da meravigliarsi!

Signore, donami lo Spirito Santo, fammi capire come posso far apprezzare a questi bambini e alle loro famiglie questa fede bella che vivo e professo!

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La nuova centrale è quasi pronta. I pezzi ce l’abbiamo praticamente tutti, sono riuscito a configurarli, ma non è stato facile, mi ha salvato, mi ha salvato uno script di configurazione automatica che ho trovato in rete!

In realtà poi le centrali sono due, una per la casa e una per la parrocchia/scuola, intercomunicanti, grazie alla connessione wireless attraverso cui condividiamo anche internet.

Adesso mi mancano due switch, e due ciabatte, nonché far passare qualche cavo (ma non sono molti).

Vi saprò dire quando è tutto a posto. L’aspirazione mia è che possiamo comunicare tra casa e parrocchia in maniera diretta, senza spendere. Con meno linee telefoniche, razionalizzando le risorse: passeremo, se tutto va bene, da sette linee a quattro.

E dovrebbe esserci anche la possibilità che a un cellulare mio le chiamate risultino gratis (vi spiegherò come). Nonché la possibilità di chiamare in maniera diretta con il VoIP in Italia (noi) e in (India) spendendo molto meno.

Che dire? grazie, Signore, per questi sviluppi tecnici, e perché mi dai un po’ di intelligenza per starci dietro!

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Le aspiranti delle suore continuano il loro cammino. In questi giorni di elezioni abbiamo avuto con noi Cáterin, Taína e Yudy. Rimane in cammino, anche se viene meno, Gladys, che vive a Yamasá, a un’ora e mezzo di corriera da qui.

Il mese prossimo, con l’inizio delle vacanze estive, Taína e Yudy dovrebbero venire a stare qui dalle suore. Hanno davanti ancora l’ultimo anno delle superiori, e poi la loro idea è di iniziare il cammino formale verso la consacrazione.

Mi aveva reso molto contento l’entrata di Cristina, ma adesso sono contento il doppio!

E lo sono ancora di più se penso che altri due o tre ragazzi dovrebbero entrare al seminario minore in agosto! Signore, mi stai dando molto più di quello che ti ho chiesto! GRAZIEEEEEEEE!

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Stamattina abbiamo avuto un incontro diocesano di rinforzo del lavoro del Terzo Piano Pastorale.

C’erano la quasi totalità delle parrocchie, ognuna rappresentata dal suo parroco insieme a due o tre laici.

La nostra presenza è stata entusiasta, grazie a Dio, e anche a me ha messo voglia di portare avanti il lavoro con più entusiasmo!

Il cardinale, che è arrivato quasi alla fine, non ha perso l’occasione per dire una parola chiarificatrice sui problemi che ci sono con le elezioni, e si è lamentato di una triste realtà: che alcuni dei giudici della Junta Central Electoral sono notoriamente indegni di quella funzione. La gente al sentirgli dire questo l’ha spontaneamente applaudito.

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Stasera ho visitato per la prima volta il “nuovo” gruppo di adolescenti de La Mina. Le virgolette che racchiudono la parola nuovo sono lì perché in realtà il gruppo funziona già da più di un anno. Purtroppo per varie ragioni non ero ancora stato da loro.

Sono un gruppo di adolescenti sui 14/15 anni, ma ho visto un giovane che ne dimostrava 17/18, e che era molto attivo.

L’unico neo è che questi ragazzi non partecipano alla Messa. Parlo soprattutto dei maschi. Li si sente professare una fede molto bella, spiegare il passo del Vangelo che leggono insieme, ma da lì a vivere la chiesa…

Leidy ha fatto nascere questo gruppo: ha raccolto l’invito che faccio abbastanza spesso a formare nuovi gruppi giovanili. Questo perché la parrocchia è molto grande, la popolazione giovanile è grandissima, e l’offerta di esperienze giovanili, anche riunisce numeri abbastanza alti di adolescenti, è limitata a una piccolissima parte di quelli che vivono qui.

Il mio sogno è di avere un gruppo di adolescenti/giovani in ogni settore, che possa essere un’alternativa concreta alla “strada” in cui si perdono la gran maggioranza di loro.

Prego perché questo avvenga, e continuo a proporre l’apertura di nuovi gruppi ai più impegnati.

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Oggi, venerdì, a cinque giorni dalla fine delle elezioni, i voti contati sono meno del 40%! Risulta chiaro, perlomento nella nostra provincia, che ha vinto il PLD, senza ombra di dubbio, ma c’è qualche pastrocchio, per non dire imbroglio, nel meccanismo di conteggio dei voti.

Oggi si è saputo dal presidente della Junta Central Electoral che il problema è venuto dal fatto che un non precisato funzionario avrebbe mandato a dire alle sezioni periferiche della Junta di sospendere il conteggio! Il fantomatico funzionario è stato sconfessato, e qualcosa è tornato a muoversi.

Il problema principale sembra però, secondo la stessa fonte, che nei documenti riassuntivi di conteggio dei voti non tornano i conti: sembra cioè che ci siano più voti che elettori!

Sembra anche che molti delle relazioni che vengono dai seggi non hanno il timbro del seggio (come è possibile?!?), e quindi non vengono prese in considerazioni perché irregolari.

Quest’insieme di cose non stupisce, in questo paese, e il nostro sindaco uscente (che è dell’opposizione) è da due giorni che parla di brogli ad opera del partito del governo. E ci sono anche scappati due morti nei disordini che si sono provocati.

Non so come potranno fare per superare l’impasse che si è creata. Ho l’impressione che a un certo punto dichiareranno vincitore qualcuno senza tante verifiche. Siamo nel Terzo Mondo (il nostro è molto meglio?).

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È questo il nome degli apparecchi che stavo aspettando per la centralina della casa (e della parrocchia). Il tipo che me li vende me li ha portati a casa (sarà che ci guadagna troppo?), e sono dietro a provarli.

La configurazione non è troppo semplice, sento la mancanza di Gianni Rotondo con la sua flemma e pazienza.

Vi saprò dire quando riuscirò a terminare la configurazione.

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Stasera, a più di 24 ore dalla chiusura dei seggi, abbiamo i risultati di circa il 20% di essi.

I risultati danno per adesso per vittorioso il PLD, l’officialista Partito della Liberazione Dominicana, in testa con un 57%, lo segue il PRD, Partito Rivoluzionario Dominicano, con il 44%.

Ovviamente il PLD sta già festeggiando, mentre gli avversari politici stanno dicendo che hanno vinto perché hanno comprato tutto con i soldi del governo.

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4:37 pm

Elezioni

Oggi è il giorno delle elezioni: si eleggono i sindaci con i loro consigli, i deputati e i senatori.

Fondamentalmente ci sono due schieramenti.

Da una parte c’è il Partido de la Liberación Dominicana, che è al governo, e che nella campagna ha fatto sfoggio di abbondanza di mezzi, in maggior parte resi disponibili dal governo.

Dall’altra parte c’è il Partito Rivoluzionario Dominicano alleato con il Partito Riformista. Il Partito Rivoluzionario Dominicano era al governo nel periodo passato, ed è quello che ha generato un’inflazione reale di più del 100%. Il Partito Riformista è quello che ha governato la maggior parte dei periodi passati, ed era guidato dall’estinto leader Balaguer, che era l’uomo di fiducia del dittatore Trujllo.

La chiesa ha invitato a esercitare il diritto di voto, senza sbilanciarsi né da una parte né dall’altra.

I candidati hanno fatto al 90% una campagna elettorale populista, basata in azioni emblematiche (di campagna) più che in programmi e idee.

Qui da noi c’è un candidato deputato che è un giovane (35 anni) che ha sempre lavorato nelle parrocchie, verrebbe da dire che si spera che lo eleggano; o meglio, che si spera che il partito lo lasci eleggere. Dico questo perché nelle elezioni passate molti avevano avuto l’impressione che gli eletti non siano stati determinati dai voti, ma dai soldi e dal loro peso dentro ai partiti.

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Anche oggi c’è stata una gita allo stesso fiume di ieri, questa volta degli studenti del nostro liceo. Hanno partecipato un centinaio.

C’è stato qualche problemino alla partenza perché si erano infiltrati altri ragazzi che non erano dei nostri, e in particolare ce n’era uno che aveva una faccia e un curriculum poco raccomandabile. Così abbiamo dovuto prendere la decisione di lasciarli tutti a casa.

Per arrivare è stata un’impresa. Un pullman, una vecchia corriera che doveva avere almeno trenta primavere, ha avuto dei problemi meccanici per la strada, grazie a Dio risolti. L’altro si è perso, ma è riuscito ad arrivare prima del precedente.

Io sono andato in macchina con suor Cristina, Taina e Cáterin. Ci siamo fermati solo nella mattinata.

Prima di andare via ho fatto in tempo a scoprire che cinque studenti avevano speso 500 pesos (13 euro) per comprarsi una bottiglia di wisky. Che naturalmente gli abbiamo requisito.

A sera mi hanno chiamato i genitori che erano alla gita, per dirmi che anche il resto della giornata è filato tutto liscio.

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4:14 pm

Ahimé…

http://voxilla.com/PNphpBB2-viewtopic-t-8069.html :

Questa pagina è quella che mi ha detto che l’apparecchio che ho comprato (o meglio, che mi ha fatto comprare un venditore) per interfacciare la nuova centralina con l’esterno non mi potrà fare il lavoro.

È l’ATA Zoom 5801: va bene per fare chiamate VoIP con un telefono normale, ma non ammette telefonate da asterisk.

Devo andare su qualcosa di più classico (sperando di ricuperare i soldi dell’apparecchio inutile), esiste e funziona, ma non me l’hanno voluto importare.

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Ieri sera, nella nostra parrocchia di San Bartolomeo della Certosa, abbiamo presentato le foto della nostra esperienza a Santo Domingo. Una cinquantina i presenti insieme al parroco Don Renzo. La serata è inziata con la proiezione di due spezzoni del filmato di Tarcisio Mazzeo per proseguire con le foto.

I nostri parrocchiani hanno avuto modo, attraverso le immagini, di conoscere il barrio, la missione, le nostre suore, don Paolo, le scuole e le realtà di Santa Margherita e della Divina Misericordia. E siamo convinti che, attraverso i volti delle tante persone incontrate nella nostra settimana a Santo Domingo, sia passata l’immagine di una Chiesa viva che ha tanto da insegnarci.

Alla serata ha dato un prezioso contributo anche Julia con la sua presenza e la sua testimonianza.

Dopo questa serata Certosa e Santo Domingo sono “sicuramente” piu’ vicine.

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Oggi gita al fiume per tutta la parrocchia!

Sono venute più di duecento persone. Con suor Serafina siamo andati nel pomeriggio, e ci siamo passati due ore belle. C’era tanta serenità, molti bambini – mi hanno fatto una festa tremenda, e ho passato la maggior parte del tempo a giocare nell’acqua con loro!

Non ho perso l’occasione per fare un po’ di tuffi!

Con il ricavato della gita butteremo un po’ più giù i debiti delle due parrocchie, che sono ancora sui 70,000 pesos (quasi 2,000 euro) ciascuna. Ogni parrocchia dovrebbe aver tirato su almeno 6,000 pesos.

P.S. Non ho foto perché da dieci giorni la macchina fotografica non ne vuol sapere di funzionare. Spero di riuscire ad aggiustarla quanto prima!

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Stasera abbiamo avuto il “terzo giorno” del Ritiro di Evangelizzazione. Un momento abbastanza breve, dalle cinque e mezza a dopo le sette e mezza.

Erano presenti quasi tutti.

C’è stata una prima parte di testimonianze: vari fratelli e sorelle hanno parlato di come hanno sentito che la loro vita è cambiata.

Quello che mi ha colpito di più è stato il racconto di una donna sui cinquant’anni, la quale ha una figlia che non sapeva che lei stava facendo il ritiro. Ebbene, il lunedì dopo il primo giorni di Ritiro la figlia l’ha chiamata e le ha raccontato un sogno nel quale la vedeva in camera operatoria, e una suora la stava operando e poco a poco le toglieva via il cuore. Al pianto della figlia, la suora le si avvicinava e le diceva: Amore mio, non preoccuparti, non le stiamo levando il cuore a tua mamma, glielo stiamo cambiando con uno nuovo. A quel punto la donna ha continuato la sua testimonianza commentando: il Signore mi stava dando un cuore nuovo, non nel petto, ma nel centro della mia persona. E ha aggiunto l’altra parte della testimonianza: un figlio che non le parlava da vari anni per un momento di ribellione che aveva avuto un certo momento, e che anche lui le si è avvicinato tra la prima domenica e la seconda per chiederle perdono. Questa seconda parte mi è piaciuta più della prima, perché questi sono i cambiamenti grandi che il Signore vuole realizzare!!!

Dopo le testimonianze è toccato a Juan Luis, il candidato diacono, fare una istruzione sulla necessità di continuare il cammino nella chiesa, con la catechesi di “accompagnamento continuato”. Devo dire che questo Juan Luis mi è piaciuto, l’ho visto con grinta, e si ascoltava volentieri. Appena posso glielo devo dire!

L’ultima parte del “terzo giorno” è stata la organizzazione dei gruppi per la catechesi seguente. Ne sono stati fatti tre, due per Santa Margarita e uno per la Divina Misericordia. Questi gruppi di catechesi dureranno tre mesi, e dopo ci sarà il Ritiro Eucaristico, dedicato a una catechesi forte sull’Eucaristia.

In questo “terzo giorno” ho visto tanti sorrisi belli. Questa gente ha visto il Signore, e il Signore ha messo il sigillo del sorriso sul loro volto!

Grazie, Signore!

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I due momenti di formazione del personale della scuola li ho dedicati oggi, a pochi giorni dalle elezioni amministrative, a presentare la dottrina della chiesa sull’autorità nella società.

Pur dicendo cose molto semplici, tutte le volte mi stupisco del livello ahimé basso di cultura generale che hanno tutti. Spesso devo fermarmi per spiegare il significato di una parola, e facilmente nessuno me la sa dire. E non sono parole strane: sono parole che appaiono nel catechismo della chiesa cattolica.

Comunque ho potuto vedere la fame di orientazione e di criteri che ha questa gente. Fanno tenerezza in questo.

Sono ore di studio “perse” da una parte, ma guadagnate dall’altra.

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Stamattina abbiamo vissuto con Lorenzo una bella esperienza di spiritualità.

La vicaria del clero ha organizzato una giornata di spiritualità, in pratica una mattinata, in una parrocchia del centro.

La prima parte, una conferenza del cardinale arcivescovo sull’enciclica “Dio è amore”. Bella, anche se da ascoltare con molta attenzione.

E poi, l’adorazione eucaristica, pregando e riflettendo sullo stesso tema dell’enciclica.

La cosa è stata molto piacevole, e ancora di più al finire l’adorazione, quando ci siamo spostati al salone parrocchiale per il pranzo!

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Sono stato un’oretta nella nostra scuola notturna, e l’ho trovata “seduta”. Alle sei e mezza, ora di inizio delle lezioni (teoricamente), c’erano solo cinque studenti, e nessun professore. Su mia insistenza Germania, la direttrice docente, ha iniziato la preghiera comune alle sei e quaranta, e quando stava finendo è arrivato il primo maestro. Poi, poco a poco, sono arrivati anche gli altri. L’ultima è arrivata alle sette e dieci. Con buone maniere e in tono scherzoso ho fatto loro capire che bisogna aggiustare l’orario di arrivo, e qualcuno mi ha fatto capire che ci avrebbe provato.

Naturalmente il grosso degli studenti arriva dopo le sette. Ahimé! I maestri vengono tardi perché vengono tardi gli studenti, e gli studenti vengono tardi perché vengono tardi i maestri!

Cosa possano imparare a questa maniera, non lo so.

La popolazione studentesca delle scuole serali è difficile, chiaramente, ma i maestri lo sono ancora di più, perché nel paese l’andazzo è che chi riesce a farsi trasferire a una scuola serale ha praticamente smesso di lavorare. E questo affetta anche maestri che di giorno lavorano molto bene.

Forse la colpa è anche mia: nella scuola serale mi faccio vivo troppo poco…

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Alla riunione di quasi fine d’anno dei genitori del nostro liceo abbiamo toccato varie cose importanti.

Da parte di Nidia, la direttrice docente, sono stati trattati vari temi legati alla disciplina, tra cui quelli relativi alla “promozione”, cioè allo sforzo degli studenti dell’ultimo anno (il quarto, qui) per trovare i soldi con cui pagare la festa della graduazione, dove le foto, l’affitto di toghe e berretti, la festa in discoteca, il tutto si porta via circa 2,500 pesos (62 euro) per studente. E qui non sono pochi. Lo stile della quasi totalità dei licei è che gli studenti organizzano feste in discoteca, gite, lotterie, ecc. insomma, tutto quello che può aiutarli a raggranellare soldi. Da due anni siamo arrivati alla decisione di proibire tutto questo, per due motivi: perché tante attività (soprattutte feste e gite) culminano spesso in disastri: i ragazzi di un politecnico vicino a noi hanno fatto una festa in discoteca e c’è scappato il morto, uno di loro; e poi perché i ragazzi mettono la testa più in quelle attività che nello studio. E c’è anche un altro problema legato a queste attività: i ragazzi scelgono un tesoriere, che spesso e volentieri sparisce con il gruzzolo. Adesso, il fatto è che i nostri studenti di terza di quest’anno hanno cominciato a organizzare – di nascosto – attività di raccolta fondi (ricordo che un sabato mattina andando a una riunione del clero un po’ fuori Guaricano me li sono trovati a un semaforo a chiedere un “pedaggio” agli automobilisti: ho visto i ragazzi, e li ho salutati, e si sono nascosti dalla vergogna). Per evitare che la cosa vada avanti gli abbiamo posto una multa di 100 pesos a testa, e lo stesso anche con quelli di quarta per alcune cosette che sono successe anche con loro. Allo stesso tempo abbiamo sensibilizzato i genitori sulla negatività di queste attività, tanto più se fatte di nascosto.

Suor Cristina, da parte sua, ha parlato un po’ della maniera in cui ha fatto la scuola di religione. Il suo lavoro è molto bello, ma esigente. In questo ha tutto il mio appoggio di direttore; da parte di ragazzi, invece, ci sono state delle lamentele, perché anche qui la religione è considerata dagli studenti una materia cuscinetto. A suor Cristina ho chiesto quindi di spiegare il suo lavoro, e l’ha fatto egregiamente. Credo che i genitori hanno percepito che ci sta a cuore la formazione umana e cristiana dei loro figli. Per essere il primo anno che una suora lavora nel liceo, sono contentissimo!!!!

A me è toccata la parte economica, con il bilancio dell’anno uscente e il preventivo dell’anno prossimo. Correlato al preventivo c’è il discorso della quota da pagare, che determiniamo in maniera da coprire le spese, principalmente quelle di personale (sono un 60%), e poi il gasolio del generatore, le riparazioni, ecc. Per il personale spenderemo l’anno prossimo lo stesso di quest’anno, perché il ministero ci ha nominato due maestri e una bidella, ma faremo un aumento del 10% al personale. La quota mensile sarà quindi leggermente più alta, anche perché l’anno scorso avevamo iniziato con un attivo di più di 100,000 pesos, mentre quest’anno la previsione è di finire in parità. E la quota si alza un po’ anche perché aggiungeremo due ore di scuola a ogni classe, rafforzando le materie principali: spagnolo e matematica.

Ho anche presentato una possibilità che è emersa nei giorni scorsi: quella di lasciare la modalità “generale” che stiamo seguendo adesso, e che è una sorta di liceo scientifico italiano senza latino, per muoverci verso uno stile da “politecnico”, cioè da scuola professionale. Quando ho sottoposto la cosa all’assemblea dei genitori, chiedendo loro se volevano continuare come adesso o cambiare verso il politecnico, all’unanimità hanno espresso la preferenza per il politecnico. Segno che c’è un desiderio da parte loro che i figli escono dal liceo più preparati per il mondo del lavoro.

Alla fine, una chicca: abbiamo consegnato dei diplomi di “genitore speciale” a una quindicina di loro, che si sono distinti per l’interessamento eccezionale per la vita scolastica dei rispettivi figli: visitando la scuola spesso, venendo tutte le volte che li si chiamava, partecipando alle riunioni informative e formative. È stato un tocco di classe che Nidia ha proposto, e che ha avuto un solo effetto negativo: molte mamme pensavano che avremmo dovuto darlo anche a loro, perché effettivamente avevano partecipato praticamente come i premiati. Nidia ha dovuto arrampicarsi sugli specchi per spiegare perché a quelli sì e a loro no, e mi ha dato l’idea di non aver convinto quasi nessuno. Ma non importa. L’importante è che abbiamo fatto un gesto di apprezzamento verso le famiglie più presenti nella vita scolastica.

Dalle nove e mezza (di mattina) che è cominciata la riunione abbiamo finito alle undici passate. Ci sarebbe stato bene un turno di domande, ma l’ora tarda e la necessità di mettersi dietro al pranzo da parte delle mamme non ce l’hanno pemesso.

Tutto sommato è stato un momento ben gradevole. Grazie, Signore!

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All’incontro del clero ho avuto la gioia di rivedere tanti preti con cui era un sacco che non ci vedevamo. Con vari di loro ci vediamo giusto una o due volte all’anno, ma c’è un rapporto molto bello.

I “contenuti” di questo incontro sono stati l’autostima e le figure più di spicco del clero domenicano.

Il primo è stato abbastanza fumoso, il secondo bello gustoso!

La notte è stata tragica a causa le zanzare: le zanzariere alle finestre erano rotte, e non c’era zanzariera nel letto. Sapendo la cosa, ho provveduto ad ammazzarne almeno dieci prima di andare a dormire, ma evidentemente non ho ammazzato le campionesse di nascondino!

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Maggio è qui il mese della madre, e la festa della mamma si celebra l’ultima domenica.

Il piano pastorale diocesano ci fa lavorare sul tema: “Amiamoci con amore di madre”.

Partiamo dall’esperienza dell’amore materno, passiamo sulla riflessione sull’amore di Dio che oltre che paterno è anche materno, per arrivare a dire che l’amore nostro deve essere, a immagine di Dio, un amore di madre per tutti!

La prospettiva è molto bella, e nelle riunioni degli animatori di comunità si vede l’interesse e il gusto di studiare queste catechesi!

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Mi sto preparando per andare all’incontro nazionale del clero, che sarà qui vicino a noi, nella Scuola di Evangelizzazione, e che durerà fino al pranzo di domani.

È il momento annuale di incontro di tutti i preti del paese. Ne partecipano sempre per lo meno un 40-50%, ed è tutte le volte un momento importante per noi missionari per inserirci più pienamente nella chiesa locale.

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Oggi, secondo giorno del Ritiro di Evangelizzazione, tutto è andato bene. Carmen, Jacinta e Mirella, a cui toccavano le meditazioni, hanno fatto un bel lavoro. Al principio della mattinata è toccato a me l’annuncio della liturgia penitenziale, e così quello della liturgia di consacrazione della sera.

Alla messa finale abbiamo ascoltato varie testimonianze, tra cui mi ha colpito quella di una sorella che ha raccontato come dopo vari anni il Signore l’ha aiutata a riconciliarsi con suo figlio.

Molto bello anche quello di una giovane “sposa” (in realtà convivente), Idelina, il cui marito si è deciso a prepararsi al matrimonio. Anzi, dopo la messa hanno voluto parlare ancora un po’ con me, e Julián, il marito, si è sciolto, aprendo il suo cuore e raccontando molte cose belle attraverso delle quali si è reso conto che il Signore lo chiamava a entrare con più fede nel cammino della chiesa.

In tutti si vedeva una serenità e una contentezza grande. Abbiamo anche preparato dei mazzetti di fiori, che sono stati loro regalati all’entrare in chiesa. E di molti c’erano il marito o la moglie o altri famigliari a accoglierli.

Ancora una volta: Grazie, Signore!

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Anche se mi mancano dei pezzi, continuo a lavorare sulla configurazione della centralina software.

Se il Signore mi aiuta a metterla bene a posto, potremo ridurre le linee telefoniche di casa/suore/consultorio, che adesso sono tre, a una sola, con conseguenti risparmi sulle bollette telefoniche.

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Siamo stati isolati dal mondo per cinque giorni, a causa di un guasto a un apparecchio che ci collega a internet.

Oggi hanno risolto e siamo di nuovo in linea.

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Oggi è stato il giorno delle confessioni delle ovejitas, “pecorelle”: chiamiamo così i fratelli e sorelle che stanno facendo il Ritiro di Evangelizzazione.

Tutte le confessioni sono belle, ma queste sono speciali, perché attraverso la predicazione e i dialoghi del Ritiro queste persone si trovano in un atteggiamento interiore di fede profonda e di certezza che Dio li può cambiare. E trovano la forza per cambiare, sostenuti dalla preghiera di tanti e dall’amore di tutta la comunità parrocchiale.

Mi rimangono ancora una piccola parte da confessare, li vedrò sabato mattina. Domenica, poi, è il secondo giorno del Ritiro.

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9:31 pm

Tornati!

Oggi pomeriggio sono ritornati suor Lorenza e don Modesto…. ehm… volevo dire, suor Modesta e don Lorenzo! Aereo puntualissimo, nessun problema grazie a Dio.

Torna ad arricchirsi la vita della nostra comunità missionaria, con i sorrisi generosissimi di suor Modesta e l’operosità instancabile di don Lorenzo.

Purtroppo il fratello di don Lorenzo è sempre grave. Un tumore lo tiene prostrato in letto da vari mesi, ormai soltanto con la terapia del dolore. Don Lorenzo gli è stato accanto per un mese e mezzo, unendosi all’amore dell’altro suo fratello e della sua sorella più grande e del cognato. Continuamo a pregare per la salute di quest’uomo ben provato dalla malattia!

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Carmen e Radhamés, poco prima che lui uscisse dalla comunità. Radhamés è senza baffi, perché così prescrive il regolamento di Hogar Crea

Sicuramente ricordate Radhamés, il marito di Carmen, che ha passato quasi due anni in una comunità terapeutica per cercare di liberarsi dalla schiavitù del bere. Bene, sono contento di dirvi che, grazie a Dio, ne è uscito!

Dalla comunità era uscito in maniera tragica: i famigliari si erano resi conto che nonostante le buone intenzioni e la vicinanza alla chiusura del periodo della terapia continuava ad alzare il gomito. Così eravamo stati costretti a segnalare la cosa ai responsabili della comunità, i quali avevano svergognato Radhamés davanti a tutti gli altri ospiti della comunità. Il risultato era stato che Radhamés non aveva sopportato l’umiliazione, ed era uscito. Bevendo, purtroppo, continuamente, tutti i giorni, come prima di estrare in comunità.

Un mese dopo l’uscita dalla comunità la ennesima crisi di salute. L’ultima, sembra, perché da quel momento in poi non è ha più assaggiato una goccia né di rum né di birra.

Adesso sono già passati più di sei mesi da quell’ultima crisi. La salute di Radhamés non è, e purtroppo non potrè essere più, troppo buona, ma lavora, e tutto quello che guadagna lo passa a sua moglie, e insieme lo amministrano oculatamente.

È da parecchio che vedo il cambio.

Lo scorgo nel viso disteso di Carmen, che vedo tutti i giorni per lavoro (è incaricata di ricevere le quote di collaborazione dei nostri studenti) e per la pastorale (è incaricata dei ritiri di evangelizzazione), e che ha fatto un cambio dal giorno alla notte: la si vede sorridere serenamente – prima erano sorrisi dovuti più alla forza di volontà e alla fede. Non ha più il terrore che Radhamés le faccia una scenata o la insulti per qualunque stupidaggine, e come un agnellino se lo porta a Messa quasi tutti i giorni.

L’ho visto, il cambio, anche nella casa. Alcuni mobili erano fatiscenti da tempo, così come le finestre, e durante i black-out rimanevano al buio. All’andare da lei stasera per una faccenda di lavoro ho avuto la sorpresa: i mobili del salotto nuovi, anche se senza lusso; le finestre di legno che erano piene di tarme sostituite da eleganti finestre a vetri; quattro sedie nuove avute dando indietro al negozio una lavatrice vinta in un sorteggio della parrocchia vicina. E, la chicca, un inversore per non rimanere tutte le sere nell’oscurità.

Le cose sono migliorate anche perché i suoi due figli maschi stanno lavorando, e aiutano in casa passando una parte dello stipendio. Insomma, bene su tutti i fronti.

Guardando indietro, alle tante volte che a una Carmen disperata cercavo di dire: “Abbi fede nel Signore, dopo la morte viene la risurrezione”, e alla fiducia posta da lei nella parola del Signore, mi riempie una gioia immensa. Quel Signore che Carmen ama, e di cui si è fatta discepola, le sta facendo assaporare adesso un po’ della sua gioia pasquale.

La fede si fa vita. L’amore di Cristo è più forte della morte. “Di quello che ora stiamo vivendo dobbiamo ringraziare anche lei, dopo del Signore”, mi hanno detto Carmen e Radhamés stasera. Ve lo confesso, gli occhi mi si sono inumiditi. E mi si inumidiscono ancora adesso, al scrivere per voi queste cose.

Ancora una volta, l’ennesima: Grazie, Signore!

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10:41 pm

Maicol


Maicol sereno con suor Serafina

Siamo stati con le suore a trovare Maicol (come? vi domandate perché lo scrivo così? perché me lo domandate? sono io che vi domando: perché lo dovrei scrivere diverso?).

Maicol vive in una comunità per bambini con problemi di delincuenza. È una comunità gestita dal governo, questi bambini normalmente rimangono lì un massimo di tre mesi, e oltre a giocare (pallacanestro, baseball, e hanno anche una piscina!) e a vedere un sacco di televisione sono seguiti da otto educatori che si alternano nei quattro turni giornalieri, da un’assistente sociale e da una psicologa.

L’idea di questa comunità è quella di essere un luogo dove i bambini rimangono se lo vogliono: “La legge ci impedisce di tenerli qui con la forza, e comunque non servirebbe: loro cambieranno le decideranno che vogliono cambiare”, ci ha detto Juan, un educatore che segue Maicol con un affetto particolare.

“Con Maicol abbiamo fatto un’eccezione, perché la regola è che quando te ne vai non ti riaccettiamo più di due volte, e per lui sono già tre”. Ma dove vive Maicol quando se ne va dalla comunità? “Per la strada”, ci dice lo stesso Maicol, facendo la fame e passando per tutti i tipi di problemi.

Nella missione è Suor Serafina che sta seguendo Maicol. L’ha conosciuto qualche mese fa, perché lo teneva una famiglia di haitiani – Maicol è figlio di haitiani, e dei suoi genitori non si sa niente -. Una famiglia haitiana che viene a Messa se ne era fatta carico, ma ha dovuto lasciar perdere al vedere che tutti i giorni spariva qualcosa in casa. È così che Maicol è arrivato alla comunità minorile.

“Maicol può cambiare”, ci dice ancora Juan, “perché in questi mesi ha fatto molti progressi. Ma deve essere lui a volerlo, se torna in mezzo alla strada non avrà nessun futuro”. È per questo che adesso suor Serafina lo va a trovare periodamente. Oggi gli ha portato vari oggettini, e anche una torta e varia roba da vestire. Con l’impegno di condividere il tutto con i suoi compagnetti. Il volto di Maicol lasciava trasparire la felicità di ricevere affetto e amore.

Adesso suor Serafina sta cercando una comunità che possa farsi carico di Maicol a lungo termine. Parlerà prossimamente con i salesiani, che qui portano avanti varie opere con i bambini della strada.

Ci sarà una speranza per Maicol!

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9:30 pm

Via Lucis

Stasera abbiamo avuto la celebrazione della Via Lucis. Cominciandola quando già era buio (poco dopo le sette di sera), ed era ancora più buio perché tutto il barrio era immerso nell’oscurità del black-out.

Il Cero Pasquale portato ben in alto, e dietro il Cero la gente con le candele accese.

Poche stazioni, sette in tutto, proclamando i vangeli delle apparizioni pasquali. E molti canti di resurrezione.

La cosa più bella è stato il momento finale, che abbiamo fatto in una specie di campetto sportivo: in cerchio, abbiamo fatto ballare il Cero Pasquale. Uomini, donne, e anche bambini, che danzavano con in mano il Cero. Dopo venti minuti ho interrotto la cosa perché cominciava ad essere tardi; diversamente, sarebbe continuata a lungo.

Alla fine il rinnovo del nostro impegno di evangelizzazione, nel nome di Colui che ci ha detto: Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque, e fate discepoli di tutte le nazioni, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto quanto vi ho insegnato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo.

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Al giardino zoologico, davanti a una gabbia di uccelli

Oggi, approfittando il primo di maggio, per la prima volta in sette anni di mia permanenza qui ho visitato il giardino zoologico della città. Siamo andati con le suore, e c’erano anche Taína e Yudy.


Tutta la fauna della Hispaniola (Santo Domingo)

Ai cancelli siamo arrivati prima ancora che aprissero, ma l’attesa non è stata lunga. Appena dentro ci hanno accolti i fenicotteri, intenti a scacciare un cigno bianchissimo dalla palude nella quale sprofondavano con la sola zampa sinistra, e riposavano con la testa coricata sul loro corpo.

Un treno senza rotaie ci ha fatto fare un giro veloce, con una giovane impiegata che leggeva delle note veloci sulle specie che vedevamo alla nostra destra o alla nostra sinistra: gnu, tigri, ippopotami, struzzi, civette, colombe, pappagalli, coccodrilli, antilopi, orsi, leoni, avvoltoi, ecc. Il treno ci ha lasciati vicino alle gabbie dei serpenti, dove ci hanno strizzato l’occhio un’anaconda e un boa.


Sul lama del Zoologico

Poco dopo Taína e Yudy hanno potuto sperimentare come si monta a cavallo di un lama delle Ande. A poca distanza, in un’uccelliera ricchissima abbiamo potuto vedere variopinti pavoni e molte altre specie di volatili.

Il ritorno verso l’uscita, ci ha permesso rivedere con calma tutti quegli animali che la velocità del “treno” ci aveva rubato dalla vista.

È stato un momento ben piacevole, di riposo mentale e spirituale. Un momento per apprezzare ancora di più questa bella comunità missionaria dove collaboriamo e viviamo un’amicizia umana e spirituale piacevolissima.

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Il matrimonio di Rafaelito ed Elvira

Stasera abbiamo avuto il matrimonio di Rafaelito ed Elvira. Nonostante il nome, Rafaelito non è né un bambino né un giovincello, ma un uomo maturo sui 35 anni.

Fino a tre anni fa Rafaelito era un bevitore, aveva un rapporto conflittivo con sua “moglie”, la quale ha ammesso candidamente, alla fine del matrimonio, di aver sofferto molto e di aver pregato molto.

Attraverso l’attenzione dei suoi genitori, e, in parte minore, del sottoscritto, Rafaelito ha smesso di bere: lui stesso racconta spesso che, quando si era già allontanato dalla combriccola con cui beveva, i suoi ex amici andavano spesso a casa sua a invitarlo, a portargli birre, dicendogli che non era niente, e che poteva bersi un sorso; la cosa smise il momento in cui lo stesso Rafaelito prese in mano la birra che gli avevano portato e la vuotò per terra; da quel giorno lo lasciarono in pace.

Dopo questo Rafaelito ha fatto il Ritiro di Evangelizzazione, si è integrato al coro, e si è messo a disposizione per il lavoro pastorale in parrocchia e nel suo settore. Ha fatto un cammino di maturazione molto rapido, e vive con molta generosità la sua presenza nella chiesa.

Elvira, è sempre stata una ragazza e una donna di sani valori, ma non è mai stata una persona di troppa vita di chiesa. Dopo il cambio del marito ha cominciato anche lei a sentire il gusto della preghiera e della Messa quotidiana.

Tre mesi fa, Rafaelito ed Elvira hanno deciso di iniziare a ricevere la comunione. Per questo hanno accettato la sfida di tornare a vivere come “fidanzati in casa”: lui nella camera con i maschietti, e lei in quella delle femminucce. Loro stessi hanno riconosciuto che è stato un sacrificio grande, ma che ne è valsa la pena. Sentirsi in comunione con Dio e abbandonare una situazione di peccato era per loro più importante che i piccoli grandi piaceri della loro vita “matrimonionale”.

Nella celebrazione del matrimonio si vedeva la loro contentezza, una gioia serena e piena della presenza del Signore Gesù.

La parrocchia ha prestato loro il salone della scuola, dove la festa è continuata con molti invitati, la maggior parte fratelli e sorelle della comunità parrocchiale. Sono loro la bella famiglia che Rafaelito ed Elvira hanno ricevuto in dono dal Signore.

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I giovani che hanno partecipato al ritiro di evangelizzazione

È partito oggi un nuovo ritiro di evangelizzazione. A dire il vero non è oggi che è partito, ma tre mesi fa, quando si è cominciata, nei settori, la catechesi preparatoria.

A tutti i modi, oggi è stato il primo giorno di ritiro residenziale. Questa prima giornata è centrata sul processo della conversione all’amore di Dio in Cristo, e si conclude con un esame di coscienza, in preparazione a due dialoghi: con il “pastorello” (pastorcito: così chiamiamo i “fratelli maggiori” che guidano i gruppi di 6/8 persone a condividere e interiorizzare le catechesi), e con il presbitero. Il dialogo con il presbitero è per molti il sacramento della Riconciliazione, ma per altri, che non possono ancora ricevere l’assoluzione, rimane un dialogo per cercare di capire come arrivare alla piena riconciliazione con Dio.

Il lavoro dei tre proclamatori, Carmen, Jacinta e Mirella, è stato molto buono. Una predicazione convincente, gioiosa, profonda, esperienziale.

L’unica caduta di tono è stata nella presentazione dell’esame di coscienza. L’impressione mia è stata che quella parte non si era preparata bene come le altre.

Durante tutto il giorno gli altri fratelli e sorelle della comunità parrocchiale si sono alternati in preghiera davanti all’Eucaristia, come segno di una comunità intera che si fa compagna di cammino di coloro che ricevono il ritiro.

Il totale dei partecipanti al ritiro è di 53. La maggior parte sono di Santa Margarita, gli altri della Divina Misericordia. Per una volta si sono invertite le parti: normalmente la Divina Misericordia risponde più che Santa margarita.

Per giovedì ho dato la mia disponibilità per la Riconciliazione, e mi prenderà praticamente tutto il giorno. Vi chiedo fin d’ora la preghiera perché sia strumento docile nelle mani del Padre della Misericordia.

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Alla riunione del clero di stamattina abbiamo avuto la visita di due candidati deputati. Entrambi avevano meno di quarant’anni.

Il primo è uno che ha sempre fatto vita di chiesa e di parrocchia, sembra ben serio.

Il secondo mi ha dato l’idea di essere un perfetto politico: molte promesse, assicurare che qualunque cosa abbiamo bisogno possiamo chiamarlo sul cellurare personale a qualunque ora del giorno e della notte, ecc.

Entrambi sono del PLD, il partito che è al governo adesso.

Tra uno e l’altro abbiamo avuto il tempo di condividere qualcosa sullo stesso tema, riguardo alle disco light di un candidato sindaco dello stesso partito che avevamo avuto nella Via Crucis del Venerdì Santo. A molta gente non è piaciuta niente quella presenza di un segno tanto evidente di propaganda politica. Mi ha stupito il fatto che uno dei preti che l’aveva procurata era sicurissimo di non aver fatto niente di male. Di fatto la Via Crucis si è trasformata in un atto di appoggio a un candidato e a un partito.

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9:26 pm

Reiscrizioni

Stiamo facendo le reinscrizioni, tutto normale, moltissimi si sono lasciati indietro le cuote di collaborazione di vari mesi di quest’anno, e mugugnano perché gliele chiediamo.

A scanso di equivoci ho prodotto una relazione delle entrate e delle spese dell’anno scorso, di quest’anno (proiezione) e dell’anno prossimo.

Sull’aumento della quota invece non c’è stato un gran rumore.

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Oggi il Signore mi ha fatto un regalo bellissimo al permettermi di accompagnare il cammino di liberazione dal peccato di D., una giovane donna che da almeno tre anni vive profondamente la chiesa; ha fatto il Ritiro di Evangelizzazione, e poco a poco il Signore l’ha liberata dall’uomo con cui conviveva, e da più di un anno faceva la comunione.

Da otto mesi aveva un fidanzato, G., un signore giovane, anche lui con qualche figlio e separato dalla “moglie”. D. voleva portare avanti il fidanzamento in maniera seria, senza dover smettere di fare la comunione. Il fidanzato, anche se meno inserito nella vita di chiesa di lei, non le ha mai fatto problemi.

Due settimane fa sono andati a convivere. La ragione sembra fondamentalmente lo stato di necessità di D. e dei suoi figli, dal momento che l’ex marito non passava più da tempo la pensione per il mangiare dei bambini.

Stamattina D. era a Messa, e al termine della celebrazione mi ha chiesto di parlare. È venuta fuori la situazione, che D. ha esposto con un po’ di vergogna (ricordando la sicurezza con cui diceva che non avrebbe lasciato la comunione) ma anche con tanta sincerità. Ho letto in quelle parole, implicita, una richiesta di aiuto per uscire da quello in cui si era messa. L’ho invitata a credere che il Signore le avrebbe potuto restituire la vita di grazia, e, al rendermi conto che lei era disposta a separarsi sessualmente dal convivente, la ho invitata a parlargli francamente. Mi ha promesso che l’avrebbe fatto, da lì a mezz’oretta, il tempo di arrivare a casa. Da parte mia l’avrei sostenuta con la preghiera.

E di fatto ho cercato di presentarla al Signore nella preghiera, nell’orario stabilito, e non solo. D. è una persona molto cara, e avendola un po’ accompagnata nel suo cammino di fede, il Signore mi fa sentire un impegno speciale per stare al suo lato.

Alle tre di pomeriggio D. mi ha portato il convivente. Ho trovato in lui una persona molto equilibrata, e ho potuto subito andare al dunque. Ho visto in lui un cammino interiore molto bello: è passato dal valutare una remota possibilità al pensare che con la forza di Cristo era possibile il passo che proponevo loro. Quando finalmente ha dato la sua disponibilità siamo andati in cappella davanti al tabernacolo, li ho aiutati a fare l’offerta di se stessi al Signore, e insieme abbiamo pregato per chiedere al Signore il dono della fidelità alla sua chiamata.

Il tutto mi ha commosso profondamente, perché ho visto come questi due fratelli hanno capito il significato di “amare Dio sopra tutte le cose”: oggi gli hanno dimostrato un amore più grande della loro cultura, più grande di quella che ormai è un abitudine, più grande dei piaceri del sesso. Ho sentito nei miei occhi lacrime di gioia, e lo stesso ho visto negli occhi di D. e di G. Ho vissuto un momento di felicità profonda!

Prima di lasciarli andare ho regalato a entrambi un rosario, come segno che sarà nella preghiera che troveranno la forza di vivere il loro impegno.

Il Signore poi ha messo ancora la sua mano, perché ha mandato Elvira, un’altra giovane signora che si sposa domenica pomeriggio. Lei e il marito hanno vissuto una “separazione dei letti” di più di tre mesi prima del matrimonio. Elvira, al sapere della decisione di D. e G., ha fatto loro i complimenti e ha dato loro la sua testimonianza che la cosa è possibile.

Devo dire ancora una volta: Grazie, Signore! Grazie per queste decisioni di allontanarsi da una situazione di peccato! Grazie perché sai far intuire che per amore si può vivere il sacrificio!

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