Contributi nella categoria 'Santa Margherita'

Questa domenica è stata un regalo bello del Signore per me.

Alla messa del mattino alle 9 ho avuto con me Franco, che ha presieduto.

Invece la messa della sera me l’ha detta Lorenzo.

Ho potuto così passare una domenica un po’ più rilassata.

Grazie, Signore!

L’ordinazione di Cecilio è stata molto bella. Nutrita la presenza di sacerdoti, oltre naturalmente al cardinale e all’ausiliare, mons. Pablo Cedano.

Una sorpresa: alla fine il municipio di Bayaguana ha letto un atto con il quale li dichiara cittadini distinti della stessa municipalità.

Io mi sono sbizzarrito come fotografo. Forse un giorno riusciró a mettere in linea questo album.

Stamatttina andremo con una bella rappresentanza della parrocchia all’ordinazione di Cecilio.

Cecilio ha condiviso bei momenti del suo cammino di seminarista con la nostra comunità: giornate del seminario, settimane vocazionali, circolo vocazionale parrocchiale.

Io credo che è stato un fattore molto positivo nell’entrata al seminario di Heriberto e Willy.

Alle 10 di stamattina diventa prete. Lo ordinano in Bayaguana, la sua città, dove vivono suo papà (la mamma è morta due anni fa) e i suoi fratelli.

Cecilio è un carattere semplice ma generoso, apparentemente non è un tipo fuoco e fiamme, ma in questi anni ha saputo conquistarsi molta gente, e molti giovani soprattutto, della parrocchia.

Gli auguriamo un ministero pieno di frutti!

Ho passato la giornata in parrocchia, dietro all’idea del database per gestire i prestiti.

Mi sono picchiato con una serie di funzioni che non capivo, e alla fine ho lasciato perdere. Pochi minuti fa, qui da casa, ho cercato su internet la soluzione del problema e l’ho trovata.

Domani se il Signore mi aiuta vado avanti.

Oggi si è chiusa la Settimana Vocazionale.

Di mattina Miguel Angel, il seminarista, ha parlato alle due messe. Ha trasmesso il messaggio che vivere una vocazione, soprattutto se di consacrazione, è difficile, ma non c’è niente nella vita che è facile, e le cose belle sono frutto di molta fatica.

È un ragazzo sereno, che riscuote molta simpatia. Durante la settimana i parrocchiani hanno fatto a gara per averlo a pranzo da loro.

Nel pomeriggio molti giovani sono andati all’incontro diocesano dei giovani con il cardinale. L’incontro non era tanto di contenuto, quanto per far sperimentare un momento bello.

Molti canti, molte attività di animazione, e poi il cardinale si è esposto a un fuoco di raffica di domande dei giovani, rispondendo soprattutto ai quesiti sulla vocazione.

I nostri giovani sono tornati entusiasti!

Finora il Fondo Prestiti l’ho gestito praticamente dal pc di casa, insieme ai miei conti e a quelli della missione.

Mi rendo conto sempre di più che devo trovare una maniera di tenere questi conti sul pc della parrocchia.

Ho cercato in rete per vedere se esiste qualche software per gestire prestiti, ma sembra che non ce ne siano, o per lo meno non ce ne sono gratuiti.

Così mi sono messo dietro, oggi, a cercare di fare un’applicazione in MSAccess, per gestire tutti questi prestiti, risparmi, ecc.

Quando la finirò? beh, non ho fretta, devo cercare di finirla prima di andarmene. Ma penso che in qualche mese l’avrò pronta.

I giovani hanno risposto discretamente bene: ce n’erano circa la metà di quelli che partecipavano alla settimana giovanile.

Sempre preziosa e bella la presenza di Miguel Angel, il seminarista che ci è stato mandato, il quale ha il dono di dire parole semplici ma belle, e soprattutto con il sorriso sulla bocca: gli si vede la contentezza di essere in seminario.

Ho detto la Messa con un raffreddore bello forte e con una mezza febbre. Ma alla fine il Signore mi ha dato un segno del suo amore. Anzi, due.

Il primo: Arlín ha voluto farmi una preghiera di guarigione. Con tutta semplicità ha chiesto al Signore Gesù che manifesti il suo potere su di me. Mi ha fatto sentire amato dal Signore.

Il secondo: una ragazzina di quattordici anni, Deisy, mi ha confidato che da un po’ di tempo sente il desiderio di farsi suora. Con semplicità l’ho invitata a partecipare al gruppo vocazionale, che si riunirà apposta domani.

Come posso non essere felice con tante cose belle?

9:29 pm

Ministri teneri

Per la prima volta con i candidati ministri abbiamo recitato i vespri.

Sembravano bambini, facevano tenerezza per l’amore con cui recitavano i salmi, contenti di scoprire la preghiera della chiesa.

Siamo entrati nel vivo della settimana vocazionale, anche grazie alla presenza di Miguel Ángel, il seminarista che c’è stato mandato.

È un giovane simpatico, dinamico, che sono certo farà presa sui giovani. Ha alle spalle una laurea in psicologia prima di entrare in seminario.

Ieri sera si è incontrato con il gruppo Ciempiés, stasera vedrà il gruppo “Profeti giovani”, e domani il gruppo “Alfarero”.

Le giornate le passa tra visite ai malati e lavoro nelle classi della scuola.

Ieri sera abbiamo fatto un incontro con le coppie della parrocchia che hanno fatto il Corso di Preparazione al Matrimonio ma che poi non si sono ancora sposate.

Ne abbiamo invitato 54, e sono venute 21. Considerando il pericolo, di notte, senza luce, sono contento dell’affluenza.

Ho trattato un tema sulla bellezza del matrimonio in relazione alla convivenza, e poi c’è stato un condividere in gruppetti, dove sono venute fuori difficoltà e inviti a metterle in mano del Signore.

Stamattina alla messa dei giovani avevamo il p. Victor Massalle, rettore del seminario maggiore.

Con lui abbiamo “chiuso” la settimana giovanile. Metto la parola chiuso tra virgolette perché in realtà quello che speriamo è che la settimana giovanile sia l’inizio di un impegno molto più forte da parte dei giovani, e una possibilità di inserimento nei gruppi di altri giovani.

Abbiamo anche aperto la settimana vocazionale. Tutte le diocesi del paese la celebrano in questa prima settimana di novembre. Da mercoledì avremo qui un seminarista, che darà la sua testimonianza e animerà i gruppi a vivere una ricerca vocazionale più intensa.

La settimana vocazionale terminerà con un incontro di tutti i giovani della diocesi, domenica prossima di pomeriggio.

Stasera Franco mi ha celebrato la Messa, e alla fine ho approfittato la sua presenza per annunciare che lascia presto il paese. Il card. Bertone l’ha richiamato a Genova.

La mia gente conosce Franco soprattutto per le Messe che ogni tanto mi dice, e che sono sempre molto apprezzate.

Di fatto quando ho dato la notizia ho visto un velo di tristezza negli occhi di molti.

Oggi pomeriggio siamo andati con una quarantina di persone della parrocchia.

Non è stata una cosa dell’altro mondo, io mi aspettavo che avrebbe partecipato più gente, e non dico solo di noi, ma di tutti.

La cosa bella di quest’anno è che siamo andati con un’immagine dell’Altagrazia ben adornata di fiori e ben piazzata su una camionettina.

Inoltre, avevamo uno standarte ben fatto della parrocchia, che era uno usato nella missione parrocchiale di agosto.

Insomma, che con tutto questo andavamo belli orgogliosi, facevamo anche bella figura.

Si sono uniti a noi anche i fratelli delle parrocchie di Amparo e Santiago, che non hanno portato né standardi né immagini della Madonna.

2:23 pm

Auguri!

Oggi è una ricorrenza felice per Nidia, la direttrice docente del liceo, che festeggia il suo compleanno.

I professori che lavorano con lei le hanno fatto una spaghettata sorpresa a mezzogiorno.

Negli ultimi anni Nidia ha fatto un cammino di chiesa molto bello: si è sposata, ha imparato e accettarsi un po’ di più con i suoi difetti, ha fatto il ritiro di evangelizzazione, ha iniziato il lavoro della visita casa per casa, ed è coordinatrice di 7/8 altri visitatori. Tre mesi fa l’ho chiamata a fare il corso per i futuri ministri, cosa che l’ha fatta contentissima.

Oggi sono anche 6 anni che io, Lorenzo e Modesta siamo arrivati a Santo Domingo.

Quanto tempo, quante avventure, quante soddisfazioni. Parecchie prove, pure, ma superate, con l’aiuto del Signore. Grazie!

In questa Settimana Giovanile si è messo a disposizione Liciale, il papà di Joselín, che è una delle responsabili dei gruppi giovanili.

Ha aiutato parecchio, soprattutto portando avanti e indietro con la camionetta i giovani del campo, per i quali il trasporto sarebbe stato molto difficile.

Ieri sera ci ha aiutati anche Tony, il mariti di Nidia. È arrivato dal lavoro alle 20, e senza neanche passare da casa è venuto a dare un passaggio ai giovani che vivono vicino alla cappella di San Miguel. Tony è molto generoso, ogni giorno lo apprezzo di più.

E non poteva mancare Papi, che tutte le volte che lo chiamo dice sì, soprattutto per fare da autista.

E non ho ancora parlato dei responsabili dei gruppi giovani: sono loro che hanno fatto tutto, in questa Settimana Giovanile, con tanto entuasiasmo.

Grazie, Signore, per tanti servitori!

Ieri sera abbiamo avuto la presenza di un giovane che fa servizio nella pastorale giovanile diocesana.

Ha fatto un incontro molto dinamico, che è piaciuto molto.

Ha parlato di come i giovani sono non il futuro, ma il presente della chiesa e della società, e che possono fare molto perché il mondo cambi. Posso aiutare a costruire la civiltà dell’amore.

Abbiamo fatto partecipare anche i nostri studenti della scuola serale. Se lo sono goduti, ma hanno anche fatto casotto, e c’è stato un inizio di una lite.

Al corso dei ministri ogni tanto faccio degli accenni alla Liturgia delle Ore. Oggi ho parlato in speciale di questa preghiera della chiesa nell’ambito del tema della liturgia.

In mattinata sono andato alla libreria dell’Arzobispado, e mi sono detto: compro qualche libretto delle Ore, per vedere se qualcuno dei ministri decide di cominciare a usarlo. Ne ho comprati 10.

Al corso, quando ho detto che c’erano questi dieci libretti, a 220 pesos (circa 6 euro), c’è stata una “abbuffata” tremenda: di 40 persone che c’erano, se ne sono alzate circa 30, cercando di assicurarsi un prezioso libretto. Lo pagheranno poco a poco, nella misura in cui mettano insieme i soldi.

La cosa mi ha riempito di gioia, perché si vedeva nei loro volti il desiderio di avvicinarsi a questa preghiera della chiesa, tanto ricca e bella.

Ci siamo impegnati con i vari settori della parrocchia a visitarla tutti i giorni.

Ogni giorno due o tre persone di un settore differente la vanno a visitare all’ospedale psichiatrico.

Le sorelle che sono andate ieri sono tornate molto contente: l’hanno trovata molto meglio, e si sono rese conto che la visita le ha fatto molto piacere. Hanno promesso che ritorneranno a trovarla sabato.

Purtroppo invece non si è ancora riusciti a far andare da lei i suoi fratelli e sorelle di sangue.

La serata di oggi è stata dedicata al tema della “Condizione Giovanile oggi”.

L’ha dato Josefina, sorella della nostra Carmen, con un linguaggio accessibile e andando al concreto.

Mi è piaciuta in particolare la riflessione sul fatto che un giovane deve avere un’identità definita: deve sapere cosa è, cosa vuole fare, in che maniera vuole vivere.

Ha parlato anche del fatto che la sessualità è un dono di Dio, da vivere al momento giusto. Ha messo in chiara luce i rischi del vivere il sesso prima del tempo.

La quantità di giovani che partecipa è sempre sui 300. Grazie, Signore!

La sfida, a partire da sabato, sarà come mantenerli legati alla pastorale giovanile della parrocchia!

Sono stato stamattina all’ospedale a trovare un malato che mi avevano detto che era grave.

Fortunatamente l’ho trovato molto meglio, ma quello che mi ha fatto impressione sono state due ernie che gli ho visto sulla pancia: due palle di dimensione di palla di biliardo, nel centro della pancia.

E che adesso la cosa va bene, perché gli si sono sgonfiate. O meglio, si sono lacerate, e ne è uscito un liquido simile all’acqua. Prima erano tanto grandi che la sua pancia sotto la camicia sembrava quella di una donna al punto di partorire.

Adesso sta abbastanza meglio, ma le complicazioni al fegato non fanno pensare a prospettive lunghe.

Sta di fatto che già un’altra volta era stato dichiarato spacciato, ed era due anni fa. Molti fratelli e sorelle avevano pregato su di lui, avevamo celebrato la unzione dei malati, e si era ripreso.

Adesso ho fiducia che il Signore lo aiuterà ad andare avanti!

Stasera la Settimana Giovanile è andata in crescendo. Il tema delle “nazioni”, o organizzazioni di gruppi deliquenziali minorili, ha attirato tantissimo. I giovani presenti erano circa 300! Abbastanza attenti, all’uso.

Sono stato contento per la presenza di una ventina di giovani del settore San Ramón (i campos). All’uscita ho messo a disposizione la camionetta per portarli a casa, e io me ne sono venuto con un moto-taxi.

La relatrice, una ex suora, era una tipa abbastanza originale. Mi ha dato l’impressione di essere un po’ impallata. Il suo forte sono il satanismo, gli angeli, gli spiriti, ecc. Mah, mi puzzava un po’. Però il tema che ha sviluppato l’ha fatto molto bene, e in maniera efficace. L’abbiamo dovuta interrompere perché si erano già fatte le otto e non dava segni di rendersene conto. Ha accettato di buon grado di piantar lí.

Domani tocca alla psicologa: viene la sorella di Carmen, a parlare sulla condizione giovanile oggi.

Stasera è entrata nel vivo la Settimana Giovanile.

Si sono riuniti circa 200 giovani, età media 15 anni. È stato un primo incontro all’insegna della musica, dei canti d’animazione, delle attività di conoscenza reciproca.

Non è mancato il succo di frutta, offerto a tutti all’uscita, e che ha causato il diffondersi del virus del sudicio in tutto la chiesa (non abbiamo altri locali oltre a questo).

L’equipe dei responsabili ha funzionato molto bene, complimenti!

Per domani aspettiamo ancora più giovani.

Oggi pomeriggio abbiamo fatto una riunione con Teofilo e con altri 9 fratelli e sorelle della fraternità del SINE.

Ognuno di loro si affiancherà ai nostri 9 responsabili di settore, per dargli una mano con le comunità apostoliche, e soprattutto con il visiteo casa per casa.

Di fatto la riuscita del visiteo è attualmente abbastanza difforme un settore dall’altro, e anche nello stesso settore.

Con l’aiuto di questi fratelli contiamo che il Signore ci aiuti a ritrovare l’entusiasmo iniziale!

Con la messa dei giovani di stamattina abbiamo iniziato la Settimana Giovanile Parrocchiale.

Sono pochi giorni, ma abbiamo la pretesa di dare un’informazione sui gruppi chiamati “nazioni”, che sono al limite tra droga, delinquenza e bravate, e di capire come, in positivo, i giovani possono contribuire a costruire un futuro migliore.

La messa dei giovani di stamattina l’ho sentita viva, diversa dal solito, e mi è sembrata più partecipata numericamente e qualitativamente.

L’inizio è stato buono, e i giovani sembrano entusiasmati. Sono fiducioso che continuerà ottimamente.

Stamattina, dopo la Messa, siamo andati con Elena all’ospedale psichiatrico.

Il Signore ci ha aiutato con il fatto che lei non ha fatto resistenza.

La dottoressa che l’ha ricoverata mi diceva che dovremmo cercare di far rinascere il suo rapporto con i fratelli e sorelle, che di fatto ultimamente si disinteressano di lei.

Ha detto anche che dopo la fase acuta del ricovero dovremo lavorare con il psicologo perché Elena prenda coscienza di essere una malata mentale, e continui così a prendere le medicine.

Adesso la sfida che abbiamo davanti è quella di andarla a trovare tutti i giorni, a turno, per farle sentire che le siamo vicini in questo momento di crisi.

C’è stata la messa per i malati oggi pomeriggio nella cappella di Ponce (San Miguel).

Buona partecipazione, e il Signore mi ha aiutato a far capire che le guarigioni che fa sono la continuazione della liberazione dal peccato e dal male che è venuto a portarci.

Alla fine della Messa mi sono fermato un minuto a parlare con alcune ragazze di 14/15 anni, e siamo riusciti a trovare una maniera perché possano partecipare, nonostante la distanza e le serate buie per i black-out, alla Settimana Giovanile.

I responsabili dei gruppi giovani sono entusiasti della settimana giovanile che parte domenica mattina e continua da lunedí a venerdí tutte le sere dalle 6 alle 8.

Sono andati in tutte le scuole a portare gli inviti. Domani mattina vanno a comprare il materiale di cancelleria.

Per domenica mattina stiamo cercando un prete un po’ animato che ci apra con la Messa. Per primo l’ho chiesto a don Franco, che avrebbe fatto un lavoro fantastico, ma non può. Altri preti animati ce ne sono, ma non riesco a beccarli al telefono.

La parte di contenuto sono tre temi: uno sui gruppi delle Nazioni (a metà tra banda di strada, corrieri della droga e gruppi satanici) che si sono sviluppati tra gli adolescenti e giovani negli ultimi due anni. Un secondo con un psicologo sulla condizione giovanile oggi. Un terzo sulla vocazione dei giovani ad essere portatori di speranza per il futuro.

La cosa che mi piace di più è che io non ho messo quasi niente di mio in questa preparazione: i giovani hanno dato la struttura portante, hanno chiesto consiglio, e stanno organizzando.

Dall’entusiasmo che hanno gli organizzatori immagino che la partecipazione sarà buona e qualificata.

Stiamo pregando tutti perché riesca bene, e ci aiuti a rilanciare tutti i gruppi giovani della parrocchia.

L’incontro di stasera era soprattutto sui salmi.

Con l’aiuto del Signore sono riuscito a farglieli un po’ assaporare. Sembra che un certo numero sia dell’idea di mettere insieme i soldi per comprarsi un breviarietto di quelli che hanno solo lodi e vespri.

Spero che possano assaporare anche loro questa preghiera così bella, e per di più che ti aiuta a scandire i ritmi delle giornate insieme al Signore!

Nonostante le medicine naturiste, Elena continua a cioccare come una lama. Come ci si poteva aspettare.

A quanto mi dicono stamattina ce l’aveva con i bambini che vanno a vendere il pane a domicilio: li minacciava con un bastone e li spaventava.

Mi sa che dovremo portarla all’ospedale psichiatrico.

Stamattina non ho fatto niente di trascendentale: ho dovuto controllare un UPS che non funzionava; abbiamo rigenerato (automaticamente) l’orario della scuola che aveva dei piccoli problemi, ho visto una persona che ha chiesto un prestito del nostro fondo.

Mi è arrivato mezzogiorno senza accorgermene.

Ahh… prima di tutto questo ho impostato un lavoro per la segretaria della parrocchia, per cominciare a preparare gli elenchi dei giovani e adulti del catechismo.

È venuto a presiederla il p. Juan Francisco, che è il vicario zonale.

Molto amabile, nella predica ha raccontato una storiella che è piaciuta molto, e ha insistito sul fatto che moli di noi chiedono al Signore cose che non c’entrano, o chiedono per distinguersi sopra gli altri.

Mi ha fatto piacere la sua presenza, anche perché ero abbastanza morto di stanchezza.

È stato un momento molto sereno e ricco di allegria: abbiamo ballato (sì, anch’io, ma stavolta ho evitato di sollevare dame attempate non più magre), ascoltato buona musica, barzellette, e ci siamo goduti una recita sulla droga fatta dai giovani.

La gente che ha partecipato non era tanta, ma è rimasta contenta. Ci aspettavamo un pienone da 500/1000 persone, e invece ne sono venuto solo 100/150. Stranamente, la maggioranza delle persone impegnate non sono venute. Credo che una causa sia il fatto che c’era la luce, e quindi la gente approfittava per lavare e stirare.

Abbiamo avuto la collaborazione di un gruppo musicale, quello di cui fa parte Cornelio, che tutte le domeniche accompagna con la chitarra il coro dei giovani.

Nessun momento sono apparse cadute di tono. Grazie, Signore! È stato semplicemente un bel pomeriggio.

Ah… come me la sono cavata con il mangiare? Ho piluccato da varie famiglie. Mi sono dovuto mangiare la verdura con l’aceto, e anche qualche tubero che aveva un sapore che non mi convinceva. Soprattutto ho mangiato riso, cucinato in due o tre modi diversi.

Abbiamo fatto ieri sera il concerto con Jackeline Estévez. Jackelin è una cantante di musica amorosa, ma negli ultimi anni si è avvicinata al Signore, e attualmente è membro di un gruppo di preghiera del Rinnovamento Carismatico.

Gli avevo chiesto di cantarci musica cristiana, e l’ha fatto con molto amore. Alla gente è piaciuto tantissimo!

Quello che mi è piaciuto meno sono i 5,000 pesos che ci ha chiesto. Speravo che si accontentasse di un po’ meno (l’anno scorso a Raffy Rey ne avevamo dato 3,000).

E la serata è stata resa ancora più bella perché alla fine ha fatto 3 canzoni delle sue, cioé di quelle che non sono cristiane. Che è stata la parte di concerto che è più piaciuta alla gente.

Effettivamente Jackeline ha una voce molto bella, e una capacità di muoversi in maniera molto espressiva. Una vera artista!

Dopo la messa di stamattina, giorno di Santa Margarita, ho parlato con il cardinale della nuova parrocchia che penso di aprire, nella parte bassa del territorio attuale. Ho fatto vedere al cardinale sulla cartina quale sarebbe la divisione, e l’ho visto d’accordo.

Mi ha chiesto che nome gli si darebbe, e quando gli ho menzionato una cappella che abbiamo lí vicino al Padre Misericordioso, ha detto senz’altro che il nome sará “la Divina Misericordia”. Questo mi sembra bellissimo, perché diventa l’espressione di un legame spirituale con Santa Margarita, che è stata la santa attraverso della quale si è diffusa nella chiesa la “devozione” al sacro cuore di Cristo.

Penso che la nuova parrocchia si potrá aprire quando Marcial diventerà diacono, l’estate prossima, “si Dios quiere”, se Dio vuole, naturalmente.

La messa di stamattina è stata una cosa bellissima, superiore a tutte le mie aspettative. È stata un regalo bellissimo che il Signore mi ha fatto.

Il cardinal López Rodríguez è stato molto alla mano, e vicino alla gente.

La gente ha partecipato in massa, quasi come la domenica mattina.

Ci siamo organizzati per settore, ognuno di essi aveva da preparare una parte della Messa, e l’hanno fatto bene!

Ogni settore aveva i fazzoletti di diverso colore, che abbiamo provveduto a sventolare in vari momenti della messa, il che ha dato un sapore di festa genuina alla celebrazione.

Al mattino presiederà la messa del giorno di Santa Margarita il card. Nicolás López Rodríguez. Saranno sull’altare don Lorenzo, don Franco, il p. Javier, il diacono Juan González, e il diacono Rogelio, oltre, naturalmente, al sottoscritto.

Con i responsabili di settore ci siamo messi d’accordo che ogni settore viene con il fazzoletto colorato al collo, ogni settore il suo colore. Pensiamo di sventolarli come benvenuto al cardinale, e anche per lodare il Signore al momento della consacrazione.

Se il Signore ci aiuta sarà una festa indimenticabile!

Elena, una ex suora che vive nella parrocchia di Santiago, e che spesso e volentieri viene a Santa Margarita, è di nuovo fuori di testa.

Stamattina ha dato tre pacche belle forti nelle spalle a suor Modesta, la quale s’è messa a piangere dal male, e poi ha dovuto prendere un calmante per il dolore. La reazione dei parrocchiani l’ha messa in fuga.

Più tardi nella mattinata ero deciso a portarla al manicomio perché si curasse. Cuando l’ho vista e le ho parlato, cercando di convincerla, non c’è stato verso: non sarebbe più tornata (c’è stata varie volte) tra i morti-vivi che vegetano. E non avrebbe preso mai più i psicofarmaci che le rendono le giunture fiacche.

Ha accettato che la portassimo da un medico naturista cinese, il quale l’ha visitata e le ha prescritto varie medicine naturali. Quelle lì le prende con piena fiducia, grazie a Dio.

Di fatto, il solo fatto di arrivare dal medico naturista l’ha rilassata molto, e stamattina sembrava una persona diversa.

La cosa che più mi è piaciuta è che ha dato l’idea di rendersi conto che ha bisogno di curarsi.

Stamattina messa-show del p. Ramón Ozuna, che conosce bene la nostra parrocchia perché era curato di Santiago el Menor prima che arrivasse la missione. La predica è stata a effetto-shock, perché ha captato che la gente non aveva seguito la prima lettura e ha fatto capire – in realtà in maniera un po’ forte – che non si può partecipare alla messa senza la dovuta attenzione alla parola di Dio.

Stasera, il diacono permanente Venero ha fatto un predica molto più semplice, ma resa bella dall’affetto con cui ha parlato. Aveva davanti a sé varie persone che anni fa erano con lui in un’altra parrocchia, ed è padrino di battesimo dell’uomo che è responsabile del settore dove facevamo la messa.

Ieri sera abbiamo partecipato a questa cena circa 35 persone della parrocchia. Sono stato molto contento, la gente ha risposto, organizzandosi per comunità per mandare i loro rappresentanti.

Abbiamo anche avuto una “menzione speciale” da parte del conduttore della serata. Urka! la mia gente era orgogliosissima!

Alla cena c’era anche il deputato Pelegrín Castillo, che è l’unico qui in Repubblica Dominicana che sembra sensibile ai problemi del Software libero, e ho potuto parlare brevemente con lui sulla possibilità di far migrare tutta la pubblica amministrazione a linux. Sembra ci siano prospettive, ma solo a media scadenza: prima bisogna cercare di formare una classe di tecnici linux, che attualmente non esiste.

Sto pensando se inventare qualche programma di formazione, approfittando il nostro laboratorio di informatica, che, appunto, gira sotto linux.

Oggi una sola Messa, al mattino. L’ha presieduta don Franco, e ha spiegato, molto bene, la chiamata profetica che abbiamo come battezzati.

È vero: questa settimana di Santa Margarita mi sta dando molto!

Ogni giorno sta venendo un sacerdote differente per le messe di questa settimana. È un’opportunità anche per me di ascoltare la parola di Dio.

I vari vangeli insistono in questa settimana sulla conversione, che è appunto quello che devo cercare di fare anch’io, con l’aiuto del Signore.

Stamattina il p. Nelson, di Sabana Perdida, ha enfatizzato i frutti dello Spirito, in opposizione ai frutti della carne. Bella omelía. Me la sono goduta!

In compenso sono andato io a celebrargli la messa nella sua parrocchia alle 6 e un quarto di mattina (!). Ha una bella comunità, varie suore dei dintorni vanno alla Messa, si sente l’amore del Signore.

Stasera dovevo avere un prete catecumeno, ma a quanto sembra non ci siamo capiti sulla data, e così ha detto messa un prete venuto da più lontano (indovinate chi).

La Messa è stata nel Chimbú, che è uno dei settori più periferici. Nonostante la pioggerella che poteva scoraggiare, molta gente ha partecipato, con numerosi bambini. Mi è stato facile spiegare i frutti della carne e i frutti dello spirito, e abbiamo concluso la messa impegnandoci a dare un segno di amore e affetto alle persone più vicine a noi.

La gente l’ho vista proprio contenta di poter fare questo: è una cosa semplicissima, e ne abbiamo bisogno, ma non sempre è facile!

Al mattino, nel consultorio, don Lorenzo ha introdotto la vita della santa, con la sua capacità di dire cose semplici ma che vanno diritte al cuore.

Stasera abbiamo fatto la messa alle 7 nel settore Arca di Noé, uno dei più poveri. Parecchia gente, e ben viva.

Soprattutto è stato un dono del Signore la presenza del padre Lucas, che ha fatto capire cosa vuol dire la fede.

Lo stile molto popolare, ma al tempo stesso profondo, della sua predica mi ha conquistato!

Alla fine della messa ho… “intrattenuto” la gente facendo un ballo sulle note del canto finale, e mi sono mezzo rotto la schiena quando ho cercato di prendere in braccio la dama: effettivamente era troppo pesante per me.

Quando l’ho detto a Lorenzo, con un sorriso mi ha detto: “Gli anni avanzano”, ed è vero!

Stasera abbiamo fatto la messa con i nostri studenti che hanno finito la quarta liceo (qui la quarta è l’ultimo anno).

Sabato faremo la cerimonia della “graduazione”, che qui, come negli Stati Uniti, è vissuta con emozione, e alla quale si dedicano grandi energie e grandi quantità di soldi.

Casualmente, i questa classe i tre studenti migliori sono tutti e tre avventisti.

E di fatto hanno già chiesto di fare la cerimonia della graduazione non alle 4, come previsto, ma più tardir, perché per loro il sabato non si può fare niente. Cosa che purtroppo non gli si è potuto concedere perché in parrocchia abbiamo altri programmi per la sera.

Nella omelia ho “intervistato” vari ragazzi sul vangelo, che era quello dei 10 lebbrosi, e hanno fatto delle osservazioni molto azzeccate. Bravi!

Alla fine, sia io che Nidia, la direttrice docente, li abbiamo esortati a vivere la loro vita dando il meglio di sé, e con uno stile di servizio che non si perda mai.

Da parte loro, i ragazzi hanno ringraziato il Signore e tutta l’equipe del collegio, contenti per essere arrivati in fondo ai loro studi liceali.

Non ho mancato di far notare che il lavoro che è stato fatto con loro è stato possibile grazie a tanti aiuti che ci sono venuti da Genova. E Guaricano deve sentire il dovere e la gioia di rendere possibili sogni di altre persone.

Stasera, dopo la Messa, una madre mi ferma e mi dice: per favore, parli con mia figlia. Ci sediamo, io, la madre e la figlia di 16 anni, e la madre mi dice: M. è incinta!

Direte: cosa ci trova ‘sta madre di strano?

Effettivamente, non c’è niente di strano: il sesso è in funzione dell’amore e in funzione della nascita dei figli.

La madre non sapeva che M. faceva l’amore con il suo ragazzo? sì, e le diceva che se lei si sentiva, che lo facesse pure, cercando di proteggersi.

E effettivamente M. si proteggeva. Ma non sempre. E comunque non sono convinto che sarebbe servito molto.

Ma lo stato d’animo turbato della madre ha un’altra ragione. Il “fidanzato” appena ha saputo che M. è incinta si è subito unito in convivenza con un’altra, e non ha dato segno, nonostante le parole, di responsabilizzarsi verso suo figlio.

Mi domando: ma allora l’altra ce l’aveva già prima. E M. era la bambolina giovane per vivere qualche emozione in più…

M., e anche sua madre, hanno una grande ricchezza. Non hanno mai pensato all’aborto. Sanno che quella vita nascente è preziosa ed è un dono di Dio, indipendente da come è venuta al mondo.

Prima di andarmene ho dato un bacio a M. sulla sua nuova “pancia”. Perché nonostante l’immaturità dei suoi 16 anni e del suo carattere di adolescente, M. ha un dono grande in seno. Tutta la parrocchia saremo con lei perché viva questa gravidanza nell’amore.

Oggi al corso dei ministri ho fatto la lezione sulla messa, basandomi, come sempre, sul Catechismo della Chiesa Cattolica.

La dottrina del catechismo la trovo sempre molto bella e profonda, e al tempo stesso entusiasmante. E di fatto si sono entusiasmati questi miei laici semianalfabeti, ma che sperimentano la gioia di capire qualcosa di più della loro fede.

Seconda giornata della settimana di programmazione pastorale diocesana. Ci siamo “divertiti” a programmare le attività dei primi anni.

Mi sono messo nel gruppetto di quelli che lavoravano sulla pastorale del clero. È stato carino pensare a cosa si può fare per far crescere la comunione tra i preti!

È il secondo mese che la comunità parrocchiale porta una buona quantità di alimenti per i poveri.

Sono riuscito a far decollare la cosa grazie a dei bigliettini che distribuiamo la domenica precedente, dove ognuno trova quelle che deve portare: una libbra di riso, mezza libbra di fagioli, una libbra di zucchero, mezza libbra di latte in polvere (2.2 libbre sono un kilo).

Sono soddisfatto, finalmente è la comunità parrocchiale che porta avanti in prima persona l’attenzione ai suoi poveri.

Raccogliamo tutte le prime domeniche del mese, e il giorno seguente due signore della parrocchia organizzano quello che si è portato in sacchetti secondo le famiglie alle quali diamo l’aiuto.

Attualmente stiamo aiutando 22 famiglie, ma spero che possiamo fare qualcosa di più!

3:55 pm

Festa patronale

Stiamo facendo i preparativi. La festa tocca il sabato 16 di questo mese di ottobre.

Il giorno della festa viene il cardinale di qui, López Rodríguez, a presiedere l’Eucaristia.

La sera dello stesso giorno avremo un concerto di musica cristiana con Jackeline Estévez, una cantante dominicana.

Nell’ottica del nuovo piano pastorale diocesano, che vuol fare enfasi su una pastorale di popolo, faremo una convivenza aperta a tutti la domenica 17.

Sarà a partire da mezzogiorno: ognuno si porterà il mangiare, però ce lo scambieremo gli uni gli altri. Poi la “pachanga”, cioè numeri vari proposti dai rappresentanti dei 9 settori della parrocchia.

Alle 5 concluderemo con i vespri.

Invece nei giorni precedenti, a partire dal lunedì 11, oltre alla messa del mattino faremo tutte le sere messa in un settore diverso, e ho provveduto a invitare i preti della zona i vari giorni per dare un po’ più di calore alla cosa.

1:43 pm

Fondo prestiti

Continua bene il lavoro con il fondo prestiti. Il fondo è di circa un millione di pesos (circa 40,000 euro), che vengono prestati senza interesse.

Parentesi: in realtà si chiede una contribuzione per le spese in proporzione alla somma prestata, equivalente a un interesse del 4% annuale.

Varia gente a volte rimane indietro, e allora paga una mora del 2% mensile. Il 90% comunque paga a tempo.

Da quando il fondo prestiti è stato formalizzato si sono fatti circa 300 prestiti, di somme oscillanti tra i 5,000 e i 60,000 pesos (corrispondenti rispettivamente a 140 e 1,670 euro).

Il primo prestito che si da a una persona non è mai superiore ai 10,000 pesos. Se le cose vanno bene, i seguenti possono essere via via più alti.

La media dei prestiti dati è sui 18,000 pesos.

Le somme devono essere restituite al massimo in un anno.

Il beneficiario deve presentare due garanti, che si impegnano a pagare se il beneficiario non paga, e due testimoni. Il tutto con firme formali e tutti i dati registrati.

La segretaria della parrocchia mi aiuta negli incartamenti e a tenere i contatti con i vari soggetti: beneficiari, garanti, testimoni. Inoltre consegna le somme, riceve le quote di restituzione, me le registra e me le passa. Ho fiducia piena in lei, ma ho anche tutti i miei meccanismi di controllo incrociato per controllare che tutto funzioni bene e che non succedano inconvenienti.

L’importanza di questo fondo prestiti, e del fatto che possa continuare, è dovuta al fatto che i prestiti delle banche sono impossibili per la gente povera del barrio: la forma più semplice per ottenerli è attraverso una carta di credito, sulla quale si paga un intesse del 3-4% mensile. Però la può avere solo chi ha un lavoro fisso (non sono molti). Altrimenti l’alternativa sono gli usurai, che applicano un interesse attorno al 20% mensile o quindicinale. Per somme grosse bisogna impegnare la casa, il che vuol dire che nel 50% dei casi la casa viene persa.

Un grazie particolare alla parrocchia dell’Immacolata di Via Assarotti,
che ci ha permesso costituire questo Fondo Prestiti!

Marcial e Juan Luis hanno ricevuto oggi pomeriggio il lettorato, il primo ministero nel cammino verso il diaconato permanente.

Insieme a loro erano 33 i candidati diaconi che hanno ricevuto il lettorato.

La cosa strana è che quasi nessuno di loro si è portato qualcuno alla celebrazione: c’erano sì e no 15 mogli, e i parenti o parrocchiani erano scarsi. Assenti anche i loro parroci: c’eravamo solo il vescovo e 4 preti, e uno dei preti era uno dei loro formatori.

Santa Margarita, invece, ha risposto proporzionalmente bene: c’eravamo un 25-30, comprendendo mogli e figli di Marcial e Juan Luis. Fuori dai parenti, molti erano responsabili dei gruppi giovanili.

È stato un motivo di orgoglio per me vedere questa partecipazione entusiasta della parrocchia. E dire che abbiamo saputo della celebrazione solo avantieri. Se si fosse potuto avvisare domenica, di sicuro avrebbero partecipato più persone!

Stasera, nell’incontro di formazione dei ministri, abbiamo condiviso qualcosa del ritiro di venerdí scorso.

Tutti sono rimasti colpiti dai brani biblici dove si metteva in evidenza lo stile di Gesú nel servizio, la sua umiltà e la sua disponibilità a morire, come uno schiavo.

Ognuno di loro ha formulato tre “punti fermi” ai quali mantenersi fedeli nel suo servizio. Li abbiamo condivisi, e quelli che mi hanno colpito di più sono stati del tipo:

  • Voglio impegnarmi a pregare di più
  • Voglio accettare qualunque servizio, anche insignificante
  • Voglio essere più umile in casa mia
  • Voglio continuare a servire i malati

Qualcuno diceva che ha sperimentato un momento di vera felicità, e che avrebbe voluto che non finisse mai.

Bella la risonanza del lavoro dei cartelloni. Dopo una condivisione a gruppetti di 4, ogni gruppetto doveva realizzare un cartellone per trasmettere agli altri quello che avevano condiviso. Vari hanno detto di aver sentito la felicità di quando erano bambini e potevano realizzare queste attività manuali. E si sono sentiti molto realizzati al capire i messaggi che gli altri avevano affidato ai loro cartelloni.

Il corso è più o meno a metà: abbiamo già toccato a grandi linee la Bibbia e la Teologia, e adesso entreremo nella Liturgia, per poi finire con la Vita Morale.

Le basi di questi fratelli e sorelle sono veramente povere, anche in chi ha una laurea in educazione, ma l’amore al Signore e alla chiesa è grande!

Ieri abbiamo cominciato a iscrivere i bambini del catechismo.

Era già da tre settimane che si faceva catechismo ai bambini, ma abbiamo aspettato prima di iscrivere in maniera che si stabilizzasse la partecipazione.

Anche quest’anno i catechisti sono circa 120, la maggior parte lavorano con i bambini, una decina con i giovani e altrettanti con gli adulti.

Ogni anni facciamo vari corsi di formazione, e la qualità migliora!

Tre ragazzi sui15/17 anni sono andati all’incontro vocazionale mensile del seminario minore. Sembra che tutti e tre siano intenzionati a entrare in seminario l’anno prossimo. Che bello!

Abbiamo attualmente in seminario Heriberto, che è mio figlioccio di cresima, Willy e Miguel Angel.

Sono contento per questa fioritura di vocazioni! Chiedendo al Signore che le mantenga vive!

Oggi c’è stata una nuova riunione (mattina e pomeriggio) di tutti i consigli pastorali della zona (25 parrocchie), presenti una metà dei laici e un terzo dei parroci.

Interessante, anche se per me erano cose trite e ritrite: ecclesiologia di comunione confrontata con l’ecclesiologia gerarchica, pastorale di multitudini, ecc.

Fondamentalmente il piano pastorale diocesano che facciamo è quello del NIP Nuova Immagine di Parrocchia.

È stata una cosa molto bella. C’erano quasi tutti (36 su 40). Abbiamo meditato vari testi evangelici sul servizio di Cristo, accompagnati con momenti di silenzio e condivisione in gruppo. Mi è piaciuto il fatto che abbiamo apprezzato le lodi e i vespri: per molti di loro era la prima volta che pregavano con questa bella preghiera della chiesa.

Al corso dei ministri ho finito la carrellata sulla storia della chiesa. Credo di aver trasmesso l’idea che la chiesa incarna il Regno nella storia, ma in una maniera che non può essere mai assolutizzata.

Mi è piaciuto il commento di una donna, che ha detto che ringrazia il Signore per il fatto di vivere in questo momento della storia della chiesa.

Oggi pomeriggio facciamo una messa di inaugurazione di una CEB (Comunitá Ecclesiale di Base). Le CEBs sono una rete fitta di piccole comunità, ognuna delle quali è a carico di uno o due animatori, che moltiplicano con esse il tema che il parroco propone. Può essere un tema di evangelizzazione, o di promozione umana. In questa settiamana abbiamo fatto il terzo tema sulla prevenzione della droga.

Questa nuova CEB è in un settore un po’ lontano ed è vicino a una “cañada”, cioé a un ruscelletto che raccoglie acque piovane e nere. Si è aperta, già sei mesi fa, per dare la possibilità di fare un’esperienza di chiesa alla gente che vive là, abbastanza lontano dalla parrocchia.

Insieme all’inaugurazione daremo il nome alla comunità, e la presenza di molta gente, come è solito in queste messe, sono sicuro che darà vita nuova alla comunità.

Oggi consegno agli animatori di comunità un foglio per lavorare con le famiglie sui fattori che possono evitare che un figlio caschi nella trappola della droga.

È la terza parte del tema, le altre due le ho lavorate nei due mesi passati.

Oggi pomeriggio avevamo una messa per i malati, che non si è fatta per l’acqua.

Allora ho pensato di fare una commissione in banca, ma sono arrivato tardi e ho travato gli sportelli chiusi.

Ho approfittato per andare a parlare con una impiegata che prima era la referente dei nostri conti, ed è stato molto istruttivo, anche per la visione dell’economia che questa professionista ha e che mi ha aperto gli occhi su varie cose.

Poi sono andato a sentire un pezzo di una conferenza su Linux: hanno proiettato un’intervista molto interessante a Linus Torvalds, me la sono goduta tutta!

Provo a scrivere qualche impressione a ruota libera.

Anzitutto quello che ha colpito a me e alla nostra gente è stata la semplicità con cui l’arcivescovo si è presentato e ha vissuto con noi. Non capita tutti i giorni e non è abituale vivere gomito a gomito con il proprio vescovo, e inconsciamente forse avevamo paura che… Invece, il mangiare insieme, il prendere insieme il caffé, il cercare di ripararci insieme da una pioggia arrivata improvvisamente in un momento in cui non avevamo ombrello: tutto questo ci ha fatti sentire fratelli, impegnati nello stesso meraviglioso lavoro dell’evangelizzazione. Ci è sembrato di rivivere i tempi degli Atti degli Apostoli, gomito a gomito con san Paolo, con Timoteo, con Tito, apostoli di carne, uomini come noi.

E questa percezione non è stata solo nostra: anche la gente ha vissuto questa visita come dono vero, un dono del Signore. Nell’incontro con la seconda liceo della nostra scuola, il cardinale si é intrattenuto con la scolaresca una mezz’oretta, soprattutto rispondendo alle loro domande. Le domande vertevano sulla vocazione del cardinale, e sul dubbio che la sua famiglia non l’avesse aiutato a continuare il cammino del seminario. Però la cosa più significativa è stato quando gli hanno chiesto come si articola la sua giornata di vescovo. E al sentire dei molteplici impegni e delle incombenze giornaliere, raccontate con tanta semplicità, i cuori dei ragazzi si sono sciolti. Alla fine Yohanna ha espresso i sentimenti di tutti dicendo: “Sappiamo che lei se ne deve andare, ma ci sarebbe piaciuto che questo incontro non terminasse mai!”.

Invece, durante l’incontro con gli animatori di comunità di Santa Margarita il cardinale ha potuto ascoltare i dettagli del piano pastorale della parrocchia di Santa Margarita. E non dal sottoscritto, che era in casa con la febbre, ma dagli stessi animatori e ministri che lo portano avanti nelle realtà vive dei settori. Comunità Ecclesiali di base, Ritiro di evangelizzazione, Cammini di fede di approfondimento, Comunità apostoliche, catechesi, visita casa per casa… A sera il cardinale ha commentato: “Magari si potesse realizzare un lavoro così articolato e capillare anche in tutte le parrocchie di Genova!”.

Un pomeriggio il cardinale ha visitato alcuni settori di Santa Margarita. Nelle Comunità Ecclesiali di Base c’era fermento e attesa. La comunicazione è stata immediata. Qualcuno ha avuto il coraggio di esprimere una paura: non sarà che la visita del vescovo di Genova è per portarsi via i preti? Il sorriso e la risposta franca del cardinale hanno dissipato ogni dubbio.

La prima domenica, la Messa a Santa Margarita è stata in sordina. Non per il cardinale, che ha presieduto e fatto l’omelia con una ottima comunicativa, ma per la pioggia, che cadendo a dirotto mezz’ora prima della Messa ha spinto molti a starsene in casa.

Il giorno della partenza, l’ultima Messa nel nuovo consultorio. La gente era veramente tanta, venuta espressamente per la “despedida” del cardinale. Mons. Bertone ha ricevuto uno splendido regalo dalle comunità: una bandiera dominicana, simbolo veneratissimo in questo paese, e un piatto dipinto con le stesse insegne dominicane. Il cardinale ha sottolineato la fraternità grande che da 12 anni unisce Genova e il Guaricano, e che dai prossimi giorni sará espressa anche da quella bandiera esposta nella sala maggiore dell’arcivescovado. Un impegno reciproco, di comunione, amore e fraternità. Un applauso scrosciante si è prodotto spontaneamente!

Ieri sera, la nostra casa ci sembrava vuota. Per vari giorni si era riempita di un affetto particolare: l’amore del cuore del nostro pastore. L’arcivescovo se n’è andato con una promessa: tornerò nel 2006. La aspetteremo, eminenza, con il cuore in mano. ¡Hasta pronto!

Ci siamo riuniti stamattina, per parlare di due cose:

  • della implementazione delle tappe per i giovani dei gruppi:
    1. prima tappa, avvicinamento al gruppo;
    2. seconda tappa, iniziazione al gruppo;
    3. terza tappa: impegno nel e per il gruppo.

    Verranno fuori dei momenti di passaggio, e dei riti per riconoscere ai membri che stanno maturando.

  • di come far nascere un gruppo che non sia di adolescenti ma di giovani.

Sono venute fuori delle belle idee, tra cui quella di fare una settimana giovanile a metà di ottobre.

Le cose crescono! grazie, Signore!

Il lavoro di sempre, e in più stare con il vescovo, accompagnarlo, adattarsi ai suoi ritmi.

È comunque un periodo molto bello.

Oggi, ultimo atto della visita alla nostra parrocchia, ha fatto l’omelia della messa a Jacagua. La gente l’ha sentito molto vicino e molto caldo.

Tra le altre cose abbiamo programmato la festa di Santa Margarita (16 Ottobre).

Faremo la novena con la messa tutti i giorni nei settori. Un concerto-messa di guarigione. E una convivenza la domenica dopo, invitando tutti i parrocchiani a mangiare insieme.

Mi sembra che deve venire qualcosa di bello!

Molto bello l’incontro con i giovani della parrocchia!

È bello avere un vescovo giovanile e comunicativo. È un dono grande del Signore!

Tutte le scuole del Guaricano si sono riunite, attraverso alcuni rappresentanti, in Santa Margarita, per la Messa di inizio anno scolastico e un piccolo atto di apertura.

La circostanza è stata eccezionale, perché la Messa è stata presieduta dal card. Bertone!

Dopo la Messa, il cardinale si è intrattenuto alcuni minuti a dialogare con il nuovo supervisore del Distretto Scolastico, Féliz Martínez.

Oggi, mattina e pomeriggio, abbiamo organizzato l’anno nuovo con i catechisti. Ce n’erano una buona percentuale, e mi sembra pieni di entusiasmo.

Il momento più bello credo che è stato il dialogo con il card. Bertone, che è stato molto affabile e che ha parlato in maniera diretta.

Nel pomeriggio ci siamo trovati d’accordo sul invitare i genitori una volta al mese per un incontro di formazione apposta per loro. Tutti ne hanno visto la necesssità. Grazie, Signore!

Questo mese, per la prima volta, la comunità parrocchiale è stata sensibile all’invito di portare alimenti per alcune delle famiglie più povere della parrocchia.

La domenica precedente avevamo dato un bigliettino a ognuno, e diceva “una libbra di riso”, o “mezza librra di zucchero”, ecc.

La cosa è stata simpatica, e la gente si è lasciata entusiasmare. Abbiamo raccolto due cestone piene, e sono state realizzate le borse-viveri per le famiglie selezionate, e anche per altre che potremo aggiungere.

Se il Signore ci aiuta a continuare così anche i mesi prossimi sarà bellissimo!

  • Messa
  • Verifica del corso di preparazione al matrimonio
  • Preparare la predica di domani
  • Preparare la convocazione del Consiglio pastorale
  • Preparare le catechesi per la formazione dei catechisti
  • Lasciare tutto pronto per domani perché il pomeriggio andremo all’aeroporto a prendere il vescovo.
9:06 pm

Stanchezza

Abbastanza stanco, da qualche sera in qua. Preparare le cose per la venuta del vescovo, preparare la giornata di formazione dei catechisti, le beghe di inizio di anno scolastico con i professori che fanno le bizze e non vengono a scuola…

Speriamo che passi presto tutto questo…

Niente Messa al campo, oggi pomeriggio. Turno di riposo perché è la quinta domenica del mese.

In parrocchia mi sono deciso a mettere una segretaria anche per il sabato. Mi risolve il problema che molti sabati ho degli impegni fuori parrocchia, e la parrocchia rimaneva senza nessuno che la custodisse.

Senza contare che il sabato c’è spesso da fare fotocopie, e ci sono lavori di routine che questa segretaria mi può fare.

Il fatto di poterla avere è un nuovo dono del Signore!

Clara è un’animatrice di comunità, e l’altro ieri sera le hanno ucciso l’ultimo figlio. Dico l’ultimo perché ne ha avuto tre, due maschi e una femmina.

Il primo maschio, Richard, le è morto di AIDS due anni fa. Gliel’ha contagiata una donna che, quando ha scoperto di averla, ha fatto in modo di accoppiarsi con più uomini possibile apposta per contagiarli.

La seconda, Yohanna, è morta di parto un anno fa. Era alla fine della gravidanza. Nel pomeriggio stava parecchio male, e non si sa perché la madre (vivevano insieme) non l’ha fatta vedere da un medico. A mezzanotte la crisi, la corsa verso l’opedale, dove Yohanna è arrivata morta.

E ora il terzo il più piccolo. Era abituato che tutte le domeniche andava a trovare la nonna a Los Cazabes, il campo dall’altra parte della Jacobo Majluta. Al ritorno, alle 9 di sera, lo accompagnavano sulla moto due cugini, uno dei quali è poliziotto, che andavano con lui perché non gli succedesse niente. Invece è successo: in una curva è sbucato un uomo con una pistola dicendo che era poliziotto, e in men che non si dica ha sparato un colpo che ha trapassato l’intestino del ragazzo e ha ferito l’altro. Il cugino poliziotto ha risposto al fuoco e ha abbattuto il malvivente, ma ormai era troppo tardi. Il ragazzo sarebbe morto poche ore dopo all’ospedale, dopo un intervento urgente che non ha potuto salvarlo.

Ho visto oggi, Clara, la madre. Nel dolore, una serenità che viene dalla fede. Mi ha detto: “Sono nella situazione di Giobbe che gli erano morti tutti i figli. Con lui voglio dire: Il Signore me li ha dati, il Signore me li ha tolti, sia benedetto il nome del Signore”.

Una settimana fa era morta anche la nuora di Clara, la moglie di Richard. Lascia una bambina di 10 anni, della quale si occupa la stessa Clara da prima che Richard morisse.

Domani riceveranno il corpo, che attualmente è ancora in attesa dell’autopsia. Dopo il funerale, i 9 giorni di lutto con la celebrazione in casa tutti i pomeriggi.

Oggi ho dovuto preparare tre materiali per la pastorale:

  • un messaggio da mandare a tutte le case (10,000 famiglie) per dare calore alla missione che è passata;
  • la bozza del progetto di Centro Educativo della scuola per il 2004/2005;
  • il materiale per la riunione settimanale delle Comunità Ecclesiali di Base

Grazie al riciclaggio di parti lavorate precedentemente ci ho messo in tutto circa un’ora.

Se avessi dovuto farlo senza il materiale ben archiviato al suo posto ben in ordine sul computer ci avrei messo il triplo.

Essere ordinati è una fatica ma a lungo termine paga!

8:52 pm

Soddisfatto!

Non posso che essere soddisfatto di quello che il Signore mi fa vivere.

A scuola continua il clima molto bello.

In parrocchia c’è parecchio entusiasmo. In questa settimana cominciamo la preparazione del Ritiro di Evangelizzazione, e si sente nell’aria che ci sarà parecchia gente!

In casa pure siamo abbanstanza sereni. La presenza di Paola è, pur sentendo la mancanza di Francesco, molto positiva e equilibrante.

L’abbiamo fatta, c’erano l’80% del complesso dei missionari e oranti.

Unica mancanza significativa: Juana, la responsabile del settore Betania.

Abbiamo lavorato settore per settore: voglio dire che si sono divisi in gruppi secondo i settori, con il responsabile di settore alla testa del suo gruppo. Ho visto che di 8 responsabili di settore che c’erano, 6 hanno i numeri in regola per portare avanti e dirigere bene, intelligentemente e in maniera rispettosa un momento di gruppo. Anche questa è stata una soddisfazione per me!

La valutazione che si è fatta della missione è stata globalmente positiva. C’è stata franchezza anche nel riconoscere i piccoli o medi sbagli.

Hanno chiesto anche a me, e ho detto la mis contentezza per il lavoro fatto. Ho dovuto fare autocritica (molto apprezzata) su una decisiono sbagliata che aveva creato un po’ di malcontento.

Trovandoci con tanta gente, abbiamo approfittato anche per fare un po’ di propaganda alla scuola serale (moltissimi dei presenti non hanno finito la scuola primaria), spero che la gente si lasci venire la voglia di rimettersi a studiare!

La messa di ieri a Los Cazabes era ben piena di gente.

Gli animatori di lì mi dicono che è da dopo la missione. La gente si è lasciata chiamare dal Signore!

Abbiamo fatto l’attività che vi avevo detto, ed è andata veramente bene!

Tutti i partecipanti (quasi nessuno mancava) hanno lavorato in maniera entusiasta, con voglia di superare i piccoli problemi che abbiamo, e con disponibilità a riorganizzare quello che va male.

Per esempio, abbiamo ormai preso coscienza che la nostra pastorale giovanile è una pastorale che raggiunge solo gli adolescenti e perde i giovani. Nei prossimi giorni cercheremo di concretizzare una risposta a questo problema.

Ho passato la giornata preparando materiale per i prossimi giorni: schede per l’inscrizione dei catechisti (sì, dei catechisti, sono più di 100 e devo in qualche maniera rendermi conti di chi sono e dove li metto a lavorare), e il programma di un incontro dei responsabili dei gruppi giovanili che sarà domani dalle 11 alle 6 di sera.

Inoltre abbiamo preparato il prossimo incontro del corso di preparazione al matrimonio… non ve l’avevo detto? ho un’equipe di 3 coppie che fanno il corso con me! Per fargli capire la maniera di lavorare gli ho fatto metà dell’incontro come se loro fossero le coppie che si sposeranno.

È sempre commovente vedere come il Signore opera con questa gente, povera, ma che sa che il Signore può guarirli.

Alla fine della messa 3 persone hanno ringraziato il Signore perché si sentivano decisamente meglio di prima della Messa.

9:08 pm

Riunioni

Stamattina prima riunione con i maestri della scuola: è stato piacevole, perché ognuno di noi ha raccontato come ha passato il mese di vacanze.

Di pomeriggio, lo stesso con i maestri del pomeriggio.

Poi alle 4 riunione con gli animatori di Comunità Ecclesiali di Base. Abbiamo condiviso soprattutto com’è andato la missione, e tutti si esprimevano dicendo la loro soddisfazione, e che è stata la migliore delle missioni che abbiamo fatto fino ad adesso, soprattutto per la presenza degli oranti, e per il fatto che i missionari hanno continuato le due settimane fino alla fine (in realtà dal primo giorno all’ultimo c’è stata una flessione totale del 20%, che è buono rispetto al 40-50% degli anni scorsi).

A continuazione, riunione con i responsabili di settore per una verifica un po’ più profonda della missione e per lasciare organizzate le case di preparazione al ritiro: per ogni settore ce ne saranno da un minimo di due a un massimo di 5!

Infine, alle 7, riunione con l’equipe del corso di preparazione al matrimonio, perché domani cominciamo con il corso.

Alle 8.15, cena, abbastanza stanco.

Quest’anno la festa dell’Assunta l’abbiamo vissuta in grande. La concomitanza della chiusura della missione ha riempito più del solito la chiesa.

(Se non fosse stato domenica, sarebbe venuta la metà della gente: le solennità infrasettimanali qui passano senza troppi problemi…)

Nella messa comunitaria, alle 7 del mattino, la parte finale della messa s’è allungata molto più del solito perché ho consegnato dei semplici diplomi di partecipazione ai missionari, agli oranti e ai giovani che più hanno partecipato.

Il gesto, nella sua semplicità, qui è molto apprezzato: immaginatevi una persona analfabeta, poter incorniciare e appendere alla parete un attestato che dice che ha fatto tal cosa bene ecc.: come dicono qui, gli alza la autoestima in maniera esorbitante.

Ci sono state anche alcune piccole esperienze di missionari e oranti. Mi ha colpito in particolare Lourdes: ha detto che dietro a un ictus che aveva avuto 3 mesi fa ha cominciato la missione con la bocca storta (residuo dell’ictus), segno che ancora non stava bene. Ma ha voluto fare la missionaria a tutti i costi, con grande fede, e orgogliosamente ha fatto vedere a tutti che la bocca è tornata dritta, e adesso, a differenza di prima, può sorridere.

Il Signore è grande, e la fede di Lourdes pure!

Li darò domani, nella messa del mattino, ai missionari e agli oranti che hanno partecipato tutti i giorni.

Anche per i giovani che hanno dato la mano più forte ho preparato il certificato: il lavoro che hanno fatto è stato di proporre scenette che ambientavano momenti o insegnamenti del vangelo ai giorni nostri (sono piaciute tantissimo tutte), e poi di portarsi via dal centro di accoglienza i bambini, per farli giocare e per permettere ai proclamatori di lavorare con gli adulti.

Me ne sono andato dalla parrocchia poco prima di mezzogiorno, lasciando il fabbro a finire un lavoro.

Quando lui se n’è andato, ha lasciato lì la sua saldatrice, e la porta è rimasta aperta.

Alle due la saldatrice era già sparita. Una vicina di fronte ha anche visto il ladro che se la portava via, ma ha pensato che fosse il padrone della saldatrice.

E pensare che a volte mi sembra di essere fin troppo scrupoloso chiudendo tutto a chiave in parrocchia! La volta che non lo fai ne approfittano i ladri!

Ieri, venerdì, abbiamo completato la parte di evangelizzazione generale della missione.

Dico “la parte” perché in parrocchia abbiamo capito che la missione non si può esaurire in una campagna di evangelizzazione: abbiamo fatto una preparazione, nelle varie comunità e con i vicini di ognuno, e adesso viene la continuazione. Come?

Anzitutto con l’impegno della preghiera, da portare avanti tutti i membri della comunità parrocchiale.

In secondo luogo accogliendo nella Messa e nelle CEBs quei fratelli e sorelli che motivati dalla missione vorranno unirsi.

E poi cominciando le “case di preparazione” in vista del Ritiro di Evangelizzazione. In ogni settore ce ne saranno per lo meno una o due, e saranno dirette a quelli che vivono gia una esperienza abbastanza stabile di chiesa, e vogliono approfondire il loro impegno. Per 8-10 settimane un “fratello maggiore” li aiuterà a disporre il cuore, e in novembre verrà le due domeniche del ritiro, intense e affascinanti.

Due anni fa la risposta è stata entusiasmante: più di 200 persone hanno fatto il ritiro. L’anno scorso sono state meno, ma la ciò deve essere stato perché s’era appena fatto un altro ritiro, e c’è stata una concomitanza che ha mezzo disorientato.

Adesso ho speranza che possiamo ricevere un buon numero di fratelli e sorelle. Prego perché questo avvenga. Ho visto moltissime famiglie acquisire pace e serenità, superare conflitti e diventare artefici di un mondo nuovo, e tutto questo come conseguenza dell’incontro con Cristo,

nel Ritiro (e non solo nel Ritiro). È il lavoro del Signore: farsi strada nei cuori. Credo che a Lui interessi più che a me!

Per questo spero e prego, con fede!

Nel settore Chimbú, la risposta della gente è stata molto positiva: buona partecipazione alle celebrazioni di accoglienza, e tanto calore umano verso i missionari.

Da parte mia ho confessato varie persone, ho conosciuto la moglie e le figlie del guardiano notturno della scuola, ho parlato con una coppia che non riesce ancora a decidersi (lei) sul matrimonio.

1:40 pm

Acquazzone

Sta venendo giù tutta l’acqua del cielo!

Se continua così sarà un problema con la missione. Normalmente però non dura più di un quarto d’ora. E poi il Signore non ci va a mettere i bastoni tra le ruote… 🙂

10:10 pm

Autisti generosi

Tutte le sere, un autista a turno porta ai campos una decina di missionari di quel settore.

Sono in 4 o 5 a alternarsi, e c’è sempre qualchedunaltro che va con loro per evitare che tornino soli.

La missione la finiamo alle 8 e mezza di sera, e tra una cosa e l’altra la camionetta parte per i campos poco prima delle 9. L’autista è di ritorno verso le dieci!

Mi affascina la generosità con cui questi uomini, che di fatto lavorano tutto il giorno, si mettono a disposizione del Signore anche a quest’ora tarda della sera. È un invito a essere più generoso anch’io!

Oggi, a Ponce, la missione mi è piaciuta veramente tanto.

I tre centri di accoglienza erano tutti con un bel po’ di gente, e molti missionari si sono fermati fino all’ultimo, a differenza dei giorni scorsi.

Nei miei giri ho visitato Yanet una giovane signora che ha fatto il ritiro di evangelizzazione un anno e mezzo fa, ma che poi si è “stancata”. L’ho trovata in casa, e c’era anche suo marito, Rafael. La cosa più bella è che ho potuto parlare con quest’uomo sui 32 anni, che la moglie mi aveva dipinto che non gli piaceva andare a messa. Seduto di fronte a lui, ho faticato a vincere la sua corazza, ma poi sono riuscito a farmi raccontare che è di Cotuí, e che là, dove ha vissuto fino ai 22 anni, era nella gioventù francescana. Si è allontanato dalla chiesa quando è arrivato in Guaricano. Mi sembra che il Signore gli abbia fatto sentire il desiderio di rimettersi in cammino!

Ho visitato una donna anziana malata, che un mese fa è stata scontrata da una moto, e gli si è rotta la testa del femore. Parlando con lei, mi ha detto che purtroppo il marito (sui 70 anni) non ha nessuna intenzione di sposarsi con lei (sono però sposati in comune). L’ho chiamato, e ridendo e scherzando mi sembra di essere riuscito a fargli sentire il desiderio di sposarsi. La moglie era felicissima!

Ieri l’evangelizzazione è stata discreta: in qualche centro è arrivata una trentina di adulti, in altri meno.

Però quello che mi ha colpito di più è che ho approfittato per andare da Erasmo, il papà di due ragazze del gruppo giovani: la moglie è catechista, ma lui non si è ancora lanciato a prendersi un impegno, anzi, quasi non viene a Messa.

L’ho visto due giorni di fila, e mi sembra che si sia lasciato entusiasmare un po’. Il fatto è che lavora solo di mattina presto, e passa il pomeriggio in casa senza fare niente. Ho cercato di fargli capire la bellezza di iniziare un lavoro per il Signore e per gli altri, e dai suoi occhi sembra che il messaggio sia arrivato.

12:26 pm

Giornata di ieri

È stata abbastanza intensa.

Al mattino ho cercato in internet se esiste la maniera di generare automaticamente un orario scolastico. L’ho trovato, e sto sperimentando adesso.

Di pomeriggio, la missione nel settore Sinaí, abbiamo finito più tardi del solito. Ho partecipato a uno dei centri di accoglienza, e ci sono state due testimonianze belle di uomini che hanno idea di iniziare un cammino di Chiesa.

L’abbiamo fatto stamattina, con i fratelli e sorelle che avevano fatto l’ultimo ritiro di Evangelizzazione, tre mesi fa.

In questo tempo dopo il Ritiro di Evangelizzazione hanno ricevuto una catechesi solida sulla vita cristiana come vita di comunità. Adesso entreranno alla comunità apostoliche, dove continueranno la loro formazione e impareranno a impegnarsi nella chiesa.

Adesso in parrocchia abbiamo 6 amplificatori portatili!

Mi manca solo metterci un connettore a due per caricare le batterie.

Già da un un mese poi ho comprato cavo e connettori buoni per i microfoni, spero presto di risolvere anche questo problema.

La nostra undicesima missione parrocchiale è già arrivata a metà: in 5 giorni abbiamo “evangelizzato” metà della parrocchia. Perché le virgolette? Perché “evangelizzare” suppone un cammino e un processo ben lungo, e di fatto noi in questa missione dedichiamo a ogni famiglia una visita a casa sua di un massimo di 10 minuti e una celebrazione di accoglienza nel suo barrio.

Nonostante questi limiti, vivere queste missioni mi entusiasma sempre moltissimo. Perché tutti gli anni si vede come le famiglie e le persone si avvicinano un po’ di più. La maggioranza dicono il “sì, vado” (alla celebrazione di accoglienza), come il famoso figlio della parabola di Gesú, e poi non vanno. Ma, sull’altro versante, si vedono nei centri di accoglienza persone che sembravano indifferenti.

A me ha colpito la presenza nel centro di accoglienza di Consuelo. Consuelo è una donna che conosco di vista da quando sono qui, perché da sempre si mette tutte le mattine fuori del cancello del consultorio per vendere dolcetti vari che i dominicani mangiano di colazione. In passato ho anche litigato con lei varie volte, perché per mettersi in una posizione più favorevole occupava in maniera maldestra il marciapiede o l’entrata del consultorio. Beh, lunedi sera è venuta al centro di accoglienza, e di lei mi ha colpito il sorriso che le vedevo sulla faccia. Deve essere una donna provata dalla vita, perché ha sempre una faccia molto seria. Ma invece quella sera le si vedevano gli occhi brillare di gioia. Quello che so è che da quella sera non la saluto più allo stesso modo, la sento già più sorella in Cristo.

La stessa sera, in un altro centro, è arrivato un uomo sui 45 anni con una camicia da notte da donna. Appena l’ho visto mi è venuto istintivamente da sorridere. “È un frocio”, ho pensato dentro di me, ma subito dopo qualcosa mi ha fatto tornare sui miei passi, e allora ho pensato “è un fratello che il Signore sta chiamando”. Ha assistito a tutto l’incontro, in piedi (c’era da sedersi, ma non ha voluto), da una parte. Non so se lo rivedrò, ma mi ha colpito il fatto che quella sera il Signore ha chiamato anche lui.

Due giorni dopo, la missione era nel barrio della Mina, che è uno dei più caldi. Lì ho visto una partecipazione della gente ai centri di accoglienza superiore agli altri settori. E sono stato molto contento perchè c’era anche Zaccaria, il marito di Biemba, una nostra bidella della scuola. La moglie è una donna di fede, ma il rapporto con il marito non è facile, è il tipico “maschio” che è tutto lui e non lascia libertà alla donna. Bene, il Signore mi ha aiutato a incontrarlo nella sua casa, abbiamo parlato, e mi ha promesso che si sarebbe integrato nella vita della parrocchia. Ne sono stato molto contento, e sono ancora più contento pensando alla vita di Biemba che adesso può migliorare, con l’aiuto del Signore.

La stessa sera ho incontrato una giovane donna, madre di una nostra studente, e nella semioscurità che stava cadendo, ha trovato il coraggio di aprirsi e di comunicare per la prima volta a qualcuno un sentimento che la faceva sentire in colpa. È stato molto bello per me cercare di darle fiducia in se stessa e nel Signore, e credo di esserci riuscito.

Oggi, nei campos, quello che mi ha colpito di più è stata la celebrazione di Duquesa: non c’era molta gente, ma mi ha colpito quando ho chiesto chi partecipa costantemente in un incontro di preghiera o in una comunità. Mi hanno alzato la mano almeno una ventina di persone! Ho approffittato per invitarli a prepararsi per il Ritiro di Evangelizzazione, che sarà tra qualche mese. Ho visto un fermento e un desiderio di impegnarsi nel cammino del Signore. Ho sognato que Duquesa non è più il regno del rum e della musica sfrenata dei bar, dove nascono tutte le corna e i tradimenti.

Bene, lunedì continuiamo, con la parte bassa della parrocchia.

Oggi siamo stati nel settore san Ramón, che è il settore dei campos.

I missionari sono stati molto meno (37 coppie invece di 50), ma c’è da dire che c’era in ballo una tormenta tropicale che forse ha spaventato. E poi vari missionari sono andati all’ultimo giorno di novenario della suocera di un missionario.

Comunque ho visto i centri di accoglienza ben animati, sono sicuro che il Signore porta avanti la sua opera.

Oggi la missione va al settore di campo (campagna): son un totale di 1200 famiglie, divise in 4 comunità: Los Cazabes, Mamey, Jacagua e Duquesa.

Duquesa è dove stiamo portando avanti il progetto dell’anno dell’acqua: dotarli appunto di acqua (più o meno) costante.

Il progetto del pozzo sembra poco prudente, considerando che la vicinanza della spazzatura contamina le falde. Però abbiamo trovato dei tubi semiabbandonati dove arriva l’acqua (che adesso si sta sperdendo): metteremo i tubi per arrivare a Duquesa, e lì faremo una cisterna.

Nei centri di accoglienza della missione pregano incessantemente tutti i pomeriggi più di 100 fratelli e sorelle!

È un segno grande di maturità di fede di questa comunità!

Oggi pomeriggio la missione si è spostata alla Mina, un quartiere dove più che negli altri c’è droga e delinquenza.

I missionari non sono mancati: un centinaio, per 930 famiglie! Tanti anche gli oranti!

Andando un po’ in giro, ho incontrato a mi comadre, la mamma di Heriberto, che mi ha mezzo promesso che farà il Ritiro di Evangelizzazione.

Ho anche potuto confessare una anziana cieca, e due sue nipoti che da vari anni non mettevano più piede in chiesa.

Ho incontrato anche una giovane signora che tre o quattro anni fa aveva fatto il corso di preparazione al matrimonio. Mi ha detto che è diventata evangelica, ma poi ha aperto il cuore e mi ha raccontato di un problema che la tormenta da due anni, e, se il Signore vuole, come dicono qui, spero che ciò la aiuti a riavvicinarsi alla Chiesa Cattolica.

Nei vari centri di accoglienza la partecipazione è stata massiccia: 40 persone ognuno di essi, attenti e interessati.

Grazie, Signore!

È andato tutto liscio: i missionari erano sempre più di 100, e gli oranti altrettanti.

Dei 3 centri di accoglienza, uno solo era in tono minore, direi per il fatto che era molto all’oscuro e che a due metri c’era una puzza di fogna tremenda.

Ho avuto anche la gioia di riuscire a portare al centro di accoglienza due uomini, uno che non viene mai in chiesa, e un altro che veniva ma si è allontanato.

Ieri sera in uno dei centri di accoglienza della missione c’era un tipo un po’ strano: sui 45 anni, è presentato in camicia da notte a fiorellini (femminile, naturalmente).

Non ha voluto sedersi, ha tenuto un atteggiamento un po’ distaccato, ma ha partecipato a tutta l’attività.

Ieri, domenica, è cominciata la missione parrocchiale di agosto, la undicesima (la prima l’ha fatta don Lino nel 1994).

La Messa delle 7 di mattina è stata la messa dell’invio ufficiale dei missionari e degli oranti. I missionari sono circa 120, mentre gli oranti sono sui 50/60.

Questi numeri sono molto confortanti per me, perché gli ultimi due anni sembrava che fossero in calo. Probabilmente il calo era dovuto al fatto che ho cominciato a esigere che facciano i missionari solo quelli che fanno la comunione, escludendo così molti conviventi.

Adesso al contrario la crescita di numero è dovuta al lavoro delle comunità apostoliche: molti fratelli che hanno fatto il Ritiro di Evangelizzazione e che fanno la loro vita di comunità ben impegnati hanno sentito l’esigenza di mettersi a disposizione per quest’opera di Dio.

Oggi è stato il primo giorno di evangelizzazione, e abbiamo lavorato nel settore di Betania, il settore dietro alla “chiesa” parrocchiale.

È un settore dove vivono 623 famiglie, e sono state visitate una per una dalle 53 coppie di missionari.

La visita consiste in una familiarizzazione, un piccolo annuncio kerigmatico, la consegna di un foglio con un messaggio molto ben studiato, una preghiera comune, e l’invito a partecipare alle 7 di sera a un incontro di tutti gli evangelizzati.

La responsabile di settore ha messo 4 centri di accoglienza per l’incontro serale, ed è da dire che tutti hanno visto parecchie visite: molti bambini, che dopo un momento iniziale sono stati intrattenuti dagli adolescenti dei gruppi giovanili, molte donne, parecchi uomini (sempre meno però delle donne).

L’incontro si articola con molti canti di animazione, ed il cuore è costituito dall’annuncio del kerigma, realizzato da un ministro della parola della parrocchia: laici che hanno ricevuto dal vescovo il mandato di predicare nelle celebrazioni senza sacerdote. Dopo il kerigma, una testimonianza e un dialogo con la gente.

Nel centro dove ho passato la maggior parte del tempo ho visto un clima molto bello: nel dialogo è emerso che ha colpito soprattutto lo stile caldo della proclamatrice del kerigma, e alcuni aspetti toccanti della testimonianza.

Sono abbastanza stanco, adesso, ma contento: la missione è cominciata bene.

Se ci aiutate con la preghiera, sarà ancora meglio!