Contributi nella categoria 'Santa Margherita'

Faremo una messa di suffragio per il papa tutte e tre le parrocchie di Guaricano insieme, venerdì mattina alle 10. La celebraremo nella parrocchia dell’Amparo.

Stiamo invitando tutti i presidenti di Juntas de Vecinos, e tutta la popolazione in generale, compresa la polizia.

Invece a livello nazionale si celebrarà una Messa, lo stesso giorno e alla stessa ora, nella basilica di Higüey.

La via lucis di stasera è stata un incubo.

Prima di tutto perché lo schema di preghiera distribuito a livello di chiesa dominicana (è in un libretto con vario materiale per il tempo pasquale) è un tremendo pacco: troppe stazioni, commenti lunghissimi e di stampo teologico, testi evangelici inframmezzati con introduzioni in maniera poco chiara. Tanto che dopo la prima stazione, il commento teologico l’ho eliminato e basta!

Poi perché non c’era la luce. Questo fatto da un punto di vista era favorevole, perché senza luce la fiamma del cero pasquale, che andava davanti alla processione, e quella delle candele di tutti i partecipanti, risaltavano di più nel buio del barrio. L’aspetto negativo è che quando ci fermavamo dovevamo sempre trovare qualche luce di generatore o di inversore, e normalmente sono bar o agenzie di scommesse. E l’altro aspetto negativo è che nonostante quelle luci elettriche, i lettori non ci vedevano chiaro e quindi le letture erano lette male.

E anche perché purtroppo i lettori sono stati selezionati male. Un settore ha messo a leggere un passo del vangelo a un uomo che non ho mai visto in chiesa, con il risultato che oltre a leggere malissimo faceva anche gli strafalcioni tipici di chi non sa assolutamente niente di quello che sta leggendo. In generale, di una ventina di persone che hanno letto, solo due hanno letto decentemente.

Infine perché è durato troppo: dalle 7 e un quarto che abbiamo cominciato, abbiamo finito alle 9 e un quarto. Mi è piaciuto il fatto che abbiamo potuto girare ben a lungo vari settori, però per varia gente è stato stancante.

Comunque, nonostante io abbia sofferto tutto il tempo, ho notato che a molti la via lucis è piaciuta. Andare in giro per il barrio, di notte, con le candele, ha un fascino particolare.

Stasera, dopo l’ultima messa, il Signore mi ha dato forza per lavorare con qualche pecorella smarrita.

Prima ho chiaccherato per mezz’oretta con Y., una adolescente che sei mesi fa ha avuto una forte depressione, direi una crisi psicologica. Il dialogo di stasera è stato bello perché è riuscita a aprirsi sul fatto che le ha causato la crisi. Le era successo che nel pulirsi le parti sotto, con la carta igienica avrebbe fatto troppo pressione, e le è sembrato di essersi deflorata. Da qui la crisi, dovuta soprattutto all’immaginarsi che domani un eventuale fidanzato potesse trovarle da dire, accusandola di essere stata con qualche uomo. In realtà sembra che non ci sia nessun danno fisico, ma ho cercato di lavorare soprattutto sull’accettazione della realtà, e sul considerare che per una persona che la ami davvero non dovrebbe essere un problema la eventuale perdita accidentale della verginità. E nel caso che il fidanzato trovasse da dire… beh, sarebbe meglio perderlo che trovarlo, un tale fidanzato. Ho visto Y. rasserenarsi parecchio, si è commossa al capire che la situazione non costituirà per lei un problema.

La seconda persona con cui ho parlato è stata I. Dopo essersi sposata in chiesa, ha scoperto un’avventura del marito, ma lei stessa non sa se l’avventura c’è stata o no. Sta di fatto che si è scocciata abbastanza della cosa e se n’è andata di casa con la bambina di un anno. Sono stato da lei per pregarla di tornare a sognare il suo matrimonio, con suo marito, lasciando da parte i risentimenti. Le ho anche chiesto di tornare a messa, perché da quanto è scoppiata la crisi non è più andata a Messa. Mi ha promesso che tornerà alla Messa domenicale, ed è anche disposta a fare un dialogo a tre con il marito. Abbiamo concluso insieme ringraziando il Signore di quello che abbiamo potuto parlare. Ed effettivamente quando sono entrato da lei avevo paura di trovarla chiusa in se stessa.

Poi, arrivato a casa, ho chiamato il marito di Nidia al telefono, perché anche lui è da vari mesi che non viene più a Messa. Per l’ennesima volta mi ha promesso che verrà. Voglio credergli, mi è sembrato sincero.

Questa domenica è stata caratterizzata dalla messa in albis dei nuovi battezzati.

In realtà c’è stato un equivoco con i giovani, che si sono divisi tra la messa delle 7 e quella delle 9, e molti non si sono visti.

Invece i bambini dell’età del catechismo hanno partecipato in massa alla messa della sera. E ne è venuta fuori una messa ben partecipata e animata.

Nella messa della sera il coro non so perché mi ha fatto dei canti belli mosci, soprattutto l’alleluia. Non sembrava di essere nel tempo pasquale.

Stasera ci siamo riuniti con i responsabili della catechesi, per preparare il cammino verso la prima comunione dei bambini e la cresima dei giovani.

Naturalmente ho dovuto mettere insieme il programma io, però per realizzarlo dovremo lavorare tutti insieme, perché ogni domenica avremo tre catechesi ben toste da dare.

E questi catechisti sono ben collaboratori.

Grazie, Signore!

Ho passato la domenica di risurrezione con i battesimi dei bambini del catechismo.

Una ventina di mattina, e trentacinque di pomeriggio. Bei bambini, la sfida adesso è riuscire a mantenerli presenti con i loro genitori nella vita della chiesa!

Finita la Messa del pomeriggio, un’animatrice mi ha chiesto di parlare, aveva due problemi abbastanza gravi. Sono stato contento di poterla ascoltare.

Dopo cena ho finito di mettere a posto il computer della scuola, su cui ho installato ubuntu linux.


Battesimo di Keren

Ieri sera, nella vigilia pasquale, abbiamo avuto il battesimo di 25 giovani. Molti di loro si vedevano ben chiari nella loro decisione di vivere da cristiani, altri lo sembravano meno.

È sempre emozionante fare questi battesimi per immersione. Tra l’altro cerchiamo di lavorare molto anche con il simbolismo del vestito: prima del battesimo indossano vestiti colorati, se possibile brutti. Dopo il battesimo il vestito bianco, a significare il cambio di vita.

I padrini che hanno scelto sono stati selezionati con cura in maniera che fossero persone di comunione eucaristica, ben integrati nella chiesa.

Stamattina abbiamo avuto il ritiro finale dei catecumeni giovani.

Abbiamo lavorato soprattutto sul rito del battesimo, in maniera che ne conoscessero bene tutti i particolari. Nei gruppi di condivisione abbiamo lavorato su come possiamo realizzare la nostra missione di battezzati nel mondo.

Hanno fatto la “restituzione” del simbolo apostolico: la maggior parte di loro l’avevano imparato a memoria. A quelli che ancora non l’avevano imparato ho dato tempo di dirmelo nel pomeriggio.

Ma la cosa più suggestiva è l’unzione dei catecumeni: si fa nel petto, ed è un rito che ricorda i lottatori romani che si ungevano per sfuggire alla presa dell’avversario. Fa impressione fare questa unzione sul petto di giovani di 15/20 anni!


Venerdì Santo 2005

Stamattina all’alba la tradizionale Via Crucis di tutta la nostra zona pastorale: 22 parrocchie abbiamo confluito dalle varie parti verso un’unica parrocchia dove abbiamo concluso insieme.i confluenza era dall’altra parte della zona rispette a noi, a circa 15 kilometri di distanza. È venuta più gente di quella che mi sarei aspettato. Una ventina di chierichetti di 8/10/12 anni, e moltissima gente di mezza età, compresi molti anziani.

Le stazioni erano accompagnate da un commento che accentuava risvolti sociali: la passione di Gesù che continua nella passione dei poveri dei nostri quartieri, affogati dalle conseguenze del debito estero, della svalutazione della moneta nazionale, del prezzo del petrolio alle stelle.

L’ambulanza che avevamo al seguito ha dovuto occuparsi solo di un piccolo caso di convulsioni di una signora epilettica.


Venerdì Santo 2005

C’è stato qualche problema nei punti di incontro: ad esempio alla quarta stazione dovevamo incontrarci con le altre due parrocchie di Guaricano, e una è arrivata con dieci minuti di ritardo. All’incontro seguente, dove dovevamo vederci 12 parrocchie, siamo stati noi ad arrivare con venti minuti di ritardo, ma altre parrocchie sono arrivate mezz’ora dopo di noi.

In tutto questo, la pazienza della gente è stata a prova di bomba: non c’è stato assolutamente niente che facesse pensare a un’impazienza di qualcuno. L’unico problema è stato in un punto in cui stavamo occupando tutta la strada, e un ubriaco che guidava un pulmino voleva passare a tutti i costi: è dovuto avvicinarsi a lui un poliziotto in uniforme, e ha fatto fatica a farlo ragionare.

Della nostra parrocchia c’erano circa 500 persone: altre parrocchie avevano più gente, altre meno. In totale forse sulle 10,000 persone. Vederle camminare per la strada, riempiendola completamente per 5/600 metri, faceva impressione!

Dalle 4 e mezza di mattina, ora che ci siamo visti in parrocchia, abbiamo finito alle 9 e trentacinque! È stata una bella fatica, ma è stata bella davvero, per la fede che la gente ha dimostrato.

Personalmente sono stato molto contento di vedere alla Via Crucis varie persone che non vengono mai a Messa.

Ieri e oggi ho confessato i bambini del catechismo. Ieri una trentina, più una quindicina di adolescenti. Oggi una quarantina.

L’anno prossimo faranno la prima comunione.


Processione delle Palme

Guardate come mi sono fatto la processione delle palme: Vi fa un po’ di invidia?

 

 

 

 

 

Il Rito dell’Iniziazione Cristiana degli adulti prescrive che per il battesimo dei bambini in età del catechismo si segua un rito semplificato ma simile ai passi del catecumenato degli adulti.

Per me organizzare questi catecumati è quindi una opportunità di scoprire la ricchezza di un cammino di preparazione che la chiesa nuovamente implementa oggi.

Nel ritiro di oggi pomeriggio abbiamo presentato ai bambini il rito, con tutte le sue implicazioni, in maniera che domenica prossima sappiano bene cosa significa ognuna delle cose che faremo con loro.

E poi, nella messa della sera, hanno ricevuto l’unzione dei catecumeni: il loro petto ha ricevuto l’olio dei catecumeni, come segno della fortezza nella lotta contro il peccato.

I bambini sembrano cosciente che non possono continuare nel peccato!

La processione delle Palme di stamattina è stata partecipatissima!

Oltre alle palme, presentavamo al Signore le équipe che lavoreranno nei vari settori della parrocchia, per animare il lavoro del terzo piano pastorale.

È stata particolarmente bella poi quest’anno perché avevamo l’asino: mi sono fatto il kilometro di camminata a dorse d’asino, tra l’allegria di tutti quelli che ci vedevano!

Ed è sempre bello che durante la Messa tutti agitano questi rami grandi di palma: è una festa di verde e di fiori colorati!

La riunione di questo mese è stata centrata soprattutto sulla preparazione della Via Crucis zonale, che faremo la mattina del Venerdì Santo.

Abbiamo organizzato anche la Messa zonale, per la domenica 17 aprile: quel giorno non si faranno Messe nelle parrocchie della zona, e tutti confluiremo all’unica Eucaristia che si celebrarà in un parco o in un campo di baseball della zona.

È una tradizione qui che il venerdì prima della settimana santa si fa una processione ricordando i dolori della madonna. È molto bella, perché fa ripercorrere le letture evangeliche nelle quali Maria appare al lato di suo figlio.

Hanno partecipato circa 300 persone. Siamo partiti dalla parrocchia e siamo andati a piedi fino a Los Cazabes e Jacagua, dove abbiamo celebrato la Messa.

Dalle 4 e un quarto, ora di partenza, siamo arrivati alle 6 e un quarto, facendo 8 fermate.

Come al solito, c’è stato il problema del rientro, che non riusciamo mai a organizzare. Eravamo d’accordo con tre pulmini, che ci venissero al prendere alle 6,45, ma n’è arrivato solo uno alle 7 e mezza. Così il resto della gente è andata in parte a piedi e in parte nel secondo viaggio della camionetta della parrocchia. Altri sono andati con Juan che è venuto anche lui con la sua camionetta.

Stasera ho fatto una catechesi ai genitori dei bambini che si battezzeranno e che faranno la prima riconciliazione.

Ce n’erano un buon numero, anche se meno di quelli che pensavo. Erano molto di più al primo incontro di un mese e mezzo fa.

Ho parlato loro dell’impegno della nostra vita cristiana di adulti, facendo enfasi in particolare sull’esigenza di celebrare il matrimonio in chiesa.

Di fatto qui sono sposate in chiesa circa il 3% delle coppie. Tutti gli altri convivono, una piccola parte sono sposati in comune.

10:02 pm

Giornata carica

Sento la mancanza di Lorenzo. Se fosse stato qui mi avrebbe detto almeno una messa. Ne ho avute tre, più battesimi i bambini, più una catechesi sulla confessione ai bambini che si preparano alla prima riconciliazione.

E se non fosse bastato dopo la messa della sera mi è arrivata una giovane (della quale conoscevo qualche problemino, e avevo voglia di parlare con lei per vedere se sbloccavamo qualcosa), e si è fermata a parlare per un’ora. Conversazione molto positiva!

Sono abbastanza stanco!

Oggi pomeriggio sono andato a San Cristobal (in realtà a un campo di San Cristobal) a sposare i genitori di Marcial.

C’era quasi più gente della nostra parrocchia che del paese. C’era il nostro coro dei giovani al completo.

Ho avuto un autista, Lewis, il figlio di Carmen, che mi ha portato in là e in qua, in maniera da non stancarmi più del necessario. E in realtà alla fine della giornata sono abbastanza stanco. Però è stato molto bello.

Ho finito adesso di fare un cd per Marcial con le foto che ha scattato Joel, uno dei giovani. Marcial si vede sempre contentissimo. E di fatto tra tutti abbiamo fatto, con il Signore naturalmente, una bella festa!

La via crucis di stasera l’abbiamo conclusa insieme con la Messa le tre parrocchie di Guaricano.

È stato un momento molto bello!

Grazie, Signore!

Però sono un po’ stanco…

Questi giorni me li sto passando a scrivere le catechesi per il battesimo, la riconciliazione, la comunione.

È uno sforzo abbastanza grande, che mi porta via abbastanza tempo. Tra ieri e oggi ho scritto quella su come si celebra la Riconciliazione, spiegando anche la faccenda dei peccati gravi, della riparazione, ecc. ecc.

Gli anni prossimi dovrei vivere di rendita.

Tra ieri e oggi ho scritto la lettera a tutti i parrocchiani.

È stata un’idea sorta nel Consiglio Pastorale di sabato. È soprattutto una motivazione perché la gente partecipi nelle tre camminate della Settimana Santa: la processione del Viernes de Dolores, la processione delle Palme, e la Via Crucis del Venerdì Santo.

Sono tre momenti di religiosità popolare, e al tempo stesso sono tre momenti di spiritualità di popolo.

Oggi è il compleanno di Heriberto, il mio figlioccio che è al seminario minore.

Per stare un po’ con lui l’ho accompagnato in macchina al seminario, abbiamo approfittato per chiaccherare un po’.

Heriberto in passato era molto timido, poco a poco si sta aprendo, e mi sembra che il suo carattere sia gradevole. Con l’aiuto di Dio, potrà essere un buon prete!

La mancanza di Lorenzo si fa sentire: oltre alle tre messe, ho dato due bei temi sui 10 comandamenti ai bambini del catechismo che si preparano per la comunione.

Il Signore mi evita pure la stanchezza. Grazie, Gesù!

Il Consiglio Pastorale di stamattina l’abbiamo dedicato a vedere la preparazione delle èquipe di settore del nuovo piano pastorale.

Sono una trentina di équipe, di dodici persone ognuna, per un totale di circa trecento persone. La domenica delle palme li presenteremo al Signore e alla comunità, perché inizino il loro lavoro. Nei primi mesi sarà solo di formazione, e poi a partire da giugno si entrerá nel vivo.

Vi saprò dire.

Stamattina è venuto il vescovo ausiliare, mons. Cedano, per definire i confini della nuova parrocchia Divina Misericordia.

L’abbiamo percorsa in lungo e in largo, per due ore e mezza, e abbiamo messo tutto in chiaro. Lunedì mons. Cedano dovrebbe presentarla al Consiglio Presbiterale e lì dovrebbe essere approvata.

La via crucis di oggi doveva essere animata dai giovani. È stata abbastanza sofferta, perché sono arrivati tardi, e poi leggevano male… uffa! non me le godo mai.

Dovrei stare più dietro alle cose, a ‘sti adolescenti in particolare, ma ci vuole un bel dire, o trascuro una cosa o ne trascuro un’altra. E comunque voglio che i più grandi si abituino a gestire le cose, senza che ci sia sempre io a fare da ruota di scorta.

Qui in America Latina il mese di marzo ci “tocca” vivere più intensamente l’adorazione eucaristica. Fa parte delle indicazioni del papa per l’anno dell’eucaristia.

Così la nostra adorazione del primo giovedì l’abbiamo prolungata un po’ di più, e si sono coinvolti i vari settori per l’animazione.

Il risultato è stata una partecipazione più intensa e motivata. E io ho approfittato per continuare a confessare qualcuno che non ha potuto confessarsi lunedì scorso.

Stasera abbiamo fatto il secondo incontro. Siamo entrati nel vivo, con la lettura del primo capitolo del genesi.

Le varie coppie si sono dimostrate, la maggior parte, ben attive, con interventi molte volte appropriati.

C’è la cara Serbia, che è una donna di 65 anni, che si è battezzata l’anno scorso, e che parla a proposito e a sproposito!

Ci sono Arlín e Luis Alberto, una coppia di fidanzati (l’unica, gli altri hanno tutti vari anni di convivenza sul groppone) del gruppo giovani Ciempiés.

C’à anche Santiago, che si battezzerà quest’anno, e che si sposerà il giorno dopo con la sua convivente!

L’equipe è la stessa del corso scorso. Purtroppo Juan Luis mi sembra ogni volta più imbranato. È un peccato, perché l’ho proposto per il diaconato. Sua moglie è più sveglia di lui. Bene Marcial e Germania. Antonio e Juana sanno animare molto bene, anche se non hanno una gran dimestichezza con le dinamiche dell’animazione di un gruppo e tendono a parlare sempre loro.

Nel complesso un lavoro decente. Grazie, Signore!

Liciale ed Emiliana sono una coppia di sposi. Vi parlo di loro perché stanno vivendo un’esperienza molto bella di carità.

Nel loro settore, nel loro barrio, c’è un anziano abbandonato. Ha una sorella più anziana di lui, e un nipote, figlio della sorella, mezzo malato. Non si vedono altri parenti, e di fatto è abbandonato a se stesso. Tra l’altro quando era più giovane sembra che fosse una persona insopportabile.

Bene, da vari mesi Liciale ed Emiliana vanno tutti i giorni a lavarlo. E non è una cosa da niente, perché questo signore non controlla i suoi sfinteri, e quindi ci sono escrementi da tutte le parti. Liciale ed Emiliana lo puliscono con pazienza e puliscono la casa.

Altri vicini gli portano da mangiare tutti i giorni.

È un caso pietoso, ma che ha suscitato generosità grandi.

Oggi pomeriggio Celebrazione penitenziale.

Avevo avvisato nella messa che invece di fare le riunioni delle comunità apostoliche saremmo venuti tutti in parrocchia per le confessioni.

E l’aspettativa non è stata delusa. Alle 4 è arrivato il primo gruppo, quelli delle comunità dei campos, con la immancabile guagua (autobus) che li accompagna sempre. Poi è cominciata a arrivare la gente di Ponce e del Chimbú, e poi tutti gli altri.

Io ho confessato ininterrottamente dalle 4 alle 8 e mezza.

Sono venuti altri 9 preti, che si sono fermati in media un’ora e mezza ognuno. È stato un bel tour de force, ma ce l’abbiamo fatta! Grazie Signore!

Adesso, a partire da domani tutte le sere ho confessioni in un’altra parrocchia. E forse i preti vengono volentieri da me anche perché vedono che vado volentieri da loro. Anche questa è grazia di Dio!

Il ritiro di Quaresima di quest’anno è stato molto bello.

Innanzitutto l’abbiamo fatto separato giovani e adulti.

I giovani solo oggi, gli adulti ieri pomeriggi e oggi mattina e pomeriggio.

Quello dei giovani l’ha fatto il padre Victor Masalle, rettore del seminario. Un prete della mia età, con un anno di messa più di me. La cosa più bella con lui è stato il racconto del suo incontro con il Signore. Ha colpito tutti il fatto che, secondo quello che ci ha raccontato, è l’unico caso di un emofilico che è guarito completamente. A 21 anni, trovandosi a un passo della morte per un sanguinamento costante allo stomaco, un chirurgo gli ha aperto lo stomaco, e visto che non c’era niente da fare ha imposto la mano allo stomaco e ha pregato per la guarigione del giovane. Il che ha bloccato all’istante il sanguinamento. Altre crisi, altri fatti che fanno pensare al dito di Dio, fino a che a 25 anni gli hanno detto che, inspiegabilmente, non aveva più niente.

E ha impressionato anche la forma in cui ha ricevuto la chiamata al sacerdozio, essendo il primo esecutivo nazionale della Colgate, e con un fidanzamento di 3 anni e mezzo.

Invece nel ritiro della comunità intera la meraviglia più grande l’ha suscitata suor Cristina, che ha colpito tutti con il tema sulla conversione. Purtroppo non l’ho potuta sentire perché stavo dicendo la messa dei giovani, ma mi hanno detto tutti che ha parlato per un’ora e 15 senza che la gente si rendesse conto della lunghezza dell’intervento. Un bel dono del Signore, che spero lei possa mettere al servizio altre volte.

Nello stesso ritiro, oltre al tema di Cristina ho dato un tema io sulla Quaresima e il Battesimo, e anche una predicatrice del Rinnovamento Carismatico, la quale ha parlato tra l’altro del nuovo piano pastorale diocesano.

Ho celebrato la messa della sera ben stanco, ma felice, e ancora adesso sento risuonare dentro di me la serenità di sapere che il Signore si è manifestato in maniera speciale in questi due ritiri.

Mi sento tanto felice che non mi è costato niente portare Heriberto in seminario, cosa che normalmente il solo pensarla, dopo una domenica ben intensa, mi butta a terra.

Per tutto questo, quindi: grazie, Signore Gesù! Sei tu che hai fatto tutto, e grazie per rendermi testimone di queste cose!

Oggi pomeriggio è cominciato il ritiro parrocchiale di Quaresima.

Un’affluenza molto confortante: circa 350 persone! Molti di essi sono fratelli e sorelli impegnati nelle attività parrocchiali. Una buona parte degli altri erano genitori dei bambini che si preparano al battesimo e alla prima riconciliazione. E poi i giovani catecumeni e della prima comunione.l

È durato dalle 2 e alle sei. Un tema è toccato a me, ben contento di darlo. Ho spiegato come è nato il catecumenato e come è nata la quaresima, e ho messo in relazione le due cose, facendo capire che anche a noi oggi il Signore chiede la fortezza dei martiri dei primi secoli. Se il Signore mi aiuta presenterò queste riflessioni tra qualche giorno in Radio ABC.

Invece la sorella Luisa, una predicatrice del rinnovamento carismatico, ha presentato la prospettiva generale della quaresima.

Domani continuiamo!

Stamattina sono riuscito a far venire al terreno della chiesa nuova un potente trattore (sono quei mezzi pesanti che qui si usano per preparare ben livellato il fondo delle nuove strade) del Ayuntamiento (comune) di Santo Domingo Norte.

Ha lavorato un’oretta, e ha potuto spianarlo.

Spero che la settimana prossima possiamo cominciare la costruzione della nuova cappela.

Domani dovrebbero arrivare le buste delle offerte che abbiamo chiesto.

Il preventivo del materiale è di 70,000 pesos, circa 3,800 euro. La gente sta capendo quello che si dice sempre in Radio ABC: “Le opere del popolo di Dio le mantiene il popolo di Dio”.

Al funerale di Milton è arrivata parecchia gente. La maggior parte sono arrivati a funerale iniziato, forse avevano fatto il conto che sarebbe iniziato in ritardo.

La famiglia era abbastanza composta: la madre e il padre, due sorelle più o meno di vita di parrocchia, due fratelli che sembrano abbastanza lontani.

A dicembre era morto un altro fratello, di AIDS.

Vari giovani presenti, mi ha colpito il dolore di due ragazze che all’uscita hanno pianto sommessamente.

Milton aveva una capacità di farsi voler bene. Stasera una sua vicina mi raccontava che domenica, poco prima della ricaduta fatale, le aveva portato a casa una medicina per l’influenza. La vicina era stata colpita dal fatto, anche perché sapeva che Milton non aveva i soldi per comprarsi neppure le sue medicine.

Stasera abbiamo fatto la via crucis e l’abbiamo conclusa a Santiago el Menor, celebrando insieme la Messa.

Purtroppo il padre Federico non ha potuto esserci perché oggi c’era la graduazione di sua sorella.

La chiesa era piena!

Quello delle 2 era un falso allarme, era solo che l’avevano portato a casa.

È stato però molto significativo il momento che abbiamo fatto attorno al suo letto, leggendo un salmo e meditando il dialogo di Gesù con il “buon ladrone”.

Quello che sempre mi commuove quando sono in presenza di persone moribonde incoscienti (come ho trovato Milton) è il fatto che in certi momenti, dipendendo di quello che si canta o si dice, comunicano attraverso la forma di respirare, di sudorare, di (scusate) sbavare. E così ho visto Milton, ha partecipato attivamente all’ultima preghiera che abbiamo fatto con lui.

La morte è sopraggiunta alle 5 del pomeriggio.

Domani mattina alle 9 faremo il funerale in chiesa. È il secondo funerale che faccio da quando sono qui, lo faccio volentierissimo, Milton sapeva amare e farsi amare.

Ho avuto la notizia poco fa che Milton è morto. Il Signore Gesù, che lui ha tanto amato, l’ha chiamato a sé.

Tutta la parrocchia si unisce nella preghiera per Milton.

1:50 pm

Milton sta male

Da qualche giorno Milton sta male. Domenica ha cominciato ad avere le convulsioni. I familiari l’hanno portato a un ospedale generale, dove gli hanno dato dei calmanti.

Stamattina di nuovo, e allora l’hanno portato all’ospedale oncologico, dove è in cura da tempo. Milton ha da dodici anni un tumore al cervello, che a livello esterno gli impedisce di vedere bene (gli occhi gli si vedono quasi fuori delle orbite).

Milton ha quasi trent’anni. Da ragazzo ha fatto una vita abbastanza disordinata, ma circa 5 o 6 anni fa la esperienza della malattia l’ha portato a incontrare il Signore, e da parecchi anni viene a messa tutti i giorni.

La gente lo conosce per il suo stile caratteristico di battere le mani. all’inizio nessuno le sopportava, perché erano tanto forti che assordavano. Adesso i giorni che non può esserci ne sentiamo tutti la mancanza.

Sono stato all’ospedale a dargli l’unzione dei malati, e stiamo tutti pregando perché si riprenda.

Sono contento perché suor Cristina mi ha detto di sì per predicare un tema nel prossimo ritiro.

Le toccherà il tema sulla conversione.

Aveva fatto qualche piccola predichetta i primi tempi che era qui, poi non c’era più stata l’occasione.

Quando gliel’ho proposto ha accettato con entusiasmo!

Mi sono passato la mattinata in città.

Prima in curia, comprando bibbie, ostie, vino, incenso, carboncini, ecc., e mettendomi bene d’accordo per il ritiro di sabato e domenica, che lo daranno persone che lavorano nel terzo piano pastorale diocesano.

Ho comprato dei pezzi di computer che mi mancavano, e ho fatto le copie dei disegni della chiesa nuova da dare a Lorenzo che li deve consegnare a don Chicco.

Infine ho potuto anche andare in banca, e ho trovato un Tony sempre disponibile che mi ha aiutato a non perderci troppo tempo!

Oggi si sono sommate varie cose:

Al mattino c’era l’incontro di catechesi presacramentale dei catecumeni e dei giovani della prima comunione.

Al pomeriggio l’analoga catechesi per i bambini del catechismo che si preparano al battesimo e per quelli che si preparano alla prima riconciliazione.

Inoltre avevano la catechesi prebattesimale di genitori e padrini di bambini piccoli, al mattino.

Naturalmente le tre messe in parrocchia, alle 7, alle 9 e mezza, alle 6 e mezza.

Lorenzo è andato a dire Messa a Duquesa, dove ha anche fatto la benedizione e inaugurazione del nuovo acquedotto realizzato con i soldi del fondo diocesano per l’acqua. Al momento della benedizione ho fatto un’apparizione veloce anch’io.

Nel pomeriggio sono stato nel Parque Mirador Norte dove avevamo un pomeriggio con i genitori degli studenti del nostro liceo: lì ho fatto una piccola conferenza sul valore degli anziani (basata sul messaggio di quaresima del papa). Queste stesse persone sono state accolte in parrocchia nella messa della sera, dove abbiamo fatto anche il rito di entrata al catecumenato dei bambini del catechismo. Il quale è stato molto bello e significativo, i bambini l’hanno sentito molto.

Pensavo di arrivare a sera più stanco. È dalle 6 e mezza di stamattina che trotto. Grazie, Signore, per queste energie che posso mettere al servizio tuo e degli altri!

Sul terreno che ci hanno donato per la nuova chiesa faremo la settimana prossima una cappella provvisoria, per iniziare a celebrare lì l’Eucaristia.

Ho fatto stasera a Messa un appello a uomini, donne e bambini per dare il colpo di grazia alla pulizia del terreno, e appena sarà a posto compreremo i pali e la lamiera per la nuova struttura.

Penso che la useremo per lo meno più di un anno.

Mi sono fatto una Via Crucis che è stata una Via Crucis!

Un po’ perché il sussidio che abbiamo usato aveva parecchi svarioni ortografici, che si sommavano agli svarioni di lettura della gente.

Poi perché lo stesso sussidio aveva bisogno di piccole correzioni liturgiche, che ho spiegato all’inizio a una persona perché le comunicasse per tempo a tutti quelli che avrebbero letto, e la metà dei lettori ha fatto come ha voluto.

E infine per la forma di predicare di quelli che commentavano il vangelo. Lascio fare a loro i commenti alle singole stazioni, anche perché io faccio poi la predica nella Messa conclusiva. Il fatto però è che, senza eccezioni, non riescono ad andare più in là di un gretto moralismo. Mi ha colpito il commento al Cireneo. Diceva più o meno così: “Quante volte passiamo al lato di una persona che soffre e non la aiutiamo!”. Poffarbacco, ma il Cireneo l’ha aiutata, perché non commenti “Ci sono tante persone che aiutano il loro prossimo, imitiamole!”? E così via le altre stazioni.

E dire che già molte volte ho spiegato a questi ministri la differenza tra predicazione moraleggiante e predicazione kerigmatica, e il fatto che la prima deve essere basata sulla seconda… Vabbé, pazienza, prima o poi riuscirò a farglielo capire!

Premio di consolazione, la Messa che abbiamo celebrato sul terreno destinato alla parrocchia nuova, che si chiamerà “Divina Misericordia”. Non sappiamo quando si costruirà, però vogliamo cominciare a usare il terreno. E così ho annunciato che la settimana prossima ci metteremo a costruire una cappella provvisoria di legno e lamiera, di 8 x 16 metri, e che presto distribuiremo le buste perché tutti possano collaborare. L’idea è di cominciare a celebrare una Messa festiva proprio lì.

Vi sapró dire!!!

Oggi qui in Repubblica Dominicana è la giornata dello studente.

In tutte le scuole si sono fatte rappresentazioni, poesie e altri numeri per mantenere sveglio negli studenti il desiderio di continuare gli studi. Qui è particolarmente importante, vista l’alta percentuale di diserzione, soprattutto maschile.

Nella nostra scuola in prima ci sono il 50% di maschi e il 50% di femmine, ma in ottava ci sono il 75% di femmine e il 25% di maschi. E quei maschi che si sono persi, cosa ne è? lavorano, aiutano a mandare avanti la famiglia. Una parte di essi continua, ma con grossa fatica e con una qualità di insegnamento molto peggiore, nelle scuole serali.

Il distretto scolastico ci ha posto anche una messa a metà mattinata, con rappresentanze di tutte le scuole del Guaricano. Avevamo un pienone, anche con qualche indisciplina. È però stata una bella occasione, che non mi sono lasciato scappare, per toccare i temi forti della quaresima: la conversione, la rappacificazione, la messa, la confessione.

È già la seconda volta in due settimane che mi si fonde la piastra madre del computer della parrocchia. Così tra ieri e oggi ho dovuto passare tre ore a aggiustarlo.

Perché non lo porto ad aggiustare da qualche ditta?

  • Perché ci mettono molto di più
  • Perché quando vado a prendere il pc non è mai perfettamente a posto e devo sempre ritornarci almeno altre due volte
  • Perché spendo di più
  • Perché non so mai cosa mi hanno fatto di preciso
  • Perché facilmente mi imbrogliano vendendomi per nuovo un pezzo usato.

Così mi faccio le cose da solo e risparmio tempo, soldi e sangue marcio!

Domenica ho avvisato che venerdì prossimo avremmo terminato la via crucis con la messa nel terreno che ci hanno donato per la chiesa nuova. E che avremmo dovuto pulirlo perché è in uno stato indecente.

Così a partire da lunedì tutti i giorni ci sono squadre di uomini che armati di macete e benzina bruciano e tirano giù la folta vegetazione che vi è cresciuta.

Stasera sono stato dare un’occhiata: c’erano almeno una decina di uomini, tutti indaffaratissimi. Mi ha fatto piacere in particolare vedere che c’era Floirán, un nostro maestro, il quale è uscito da scuola alle 5 e mezza, e alle 6 era già là a lavorare.

Oggi sono stato praticamente tutto il giorno con i catecumeni. Avevamo una giornata di catechesi intensa. Abbiamo parlato loro del Battesimo come dono dello Spirito Santo, dei Comandamenti, e del Matrimonio.

La cosa che a me è piaciuta di più è stato il tema sul matrimonio. L’ha dato Reny, una giovane signora sposata de tre anni e mezzo. È stato entusiasmante: ha capacità di trasmettere idee e valori e non stanca! Brava!

Lorenzo è di nuovo il mio curato.

L’ho chiesto all’arcivescovo, e detto fatto me lo ha nominato!

È che dopo la partenza di Franco ero rimasto senza, ed è un problema per la firma dei documenti quando non ci sono.

10:04 pm

Messa dei malati

La messa con l’unzione dei malati è stata molto bella. Una settantina di malati, dei quali moltissimi anziani e un 20% in condizioni di salute critiche.

La messa è durata più di un’ora, e l’abbiamo conclusa con una bella serie di testimonianze di guarigione/miglioramento, ma non ho avuto l’impressione che qualcuno si sia stancato.

L’ultima testimonianza, quella di una signora anziana che diceva che è arrivata sfiancata e che dopo la messa e l’unzione si sentiva molto meglio, è stata accolta con un forte applauso.

È stata bella la partecipazione dei settori. Io non ho dovuto fare nessuna fatica per organizzare il trasporto dei malati, perché ogni settore si è fatto carico dei suoi. Grandissimi! Varie persone che lavorano in proprio hanno anche rinunciato a lavorare il pomeriggio (e quindi di per sé hanno “perso” quel guadagno) per poter aiutare. Questo è secondo me il segno più bello!

Oggi pomeriggio abbiamo la Messa per i malati, con il sacramento dell’Unzione dei malati.

Ieri sia io che Lorenzo ci siamo passati la mattinata in giro a confessare quelli che avrebbero ricevuto l’unzione.

Ci aspettiamo che ci saranno per lo meno 50 malati che riceveranno l’unzione.

Chiederemo al Signore che li guarisca, come lui ha promesso: i dodici, quando li inviava, “ungevano con olio molti malati e questi guarivano”.

Sono sicuro che il Signore realizzerà gli stessi segni, oggi pomeriggio.

Stasera abbiamo avuto un pienone alla Messa. Non me lo aspettavo. Per dare le ceneri ci abbiamo messo almeno 5 minuti, e le stavamo dando in 5!

È stato veramente un compleanno bello il mio, oggi, qui, in Repubblica Dominicana.

Hanno cominciato con il farmi gli auguri nella messa del mattino. Pubblicamente, all’inizio della messa, e, alla fine, moltissimi abbracci!

Naturalmente all’arrivare dalla cappella alla parrocchia e poi alla scuola, tutti sapevano (evidentemente si passino la voce), e di nuovo con tutti quelli che vedevo auguri e abbracci.

Poi, a metà mattinata, Nidia mi dice: “Venga qui nell’aula dei professori c’è un problema”. Ignaro vado, e mi trovo una rappresentanza degli studenti del liceo che mi fanno un proclama bellissimo con tanto di biografia… e un regalo graditissimo: una borsa per mettere i documenti, che ho subito rinnovato!

A pranzo è toccato a Lorenzo e alle suore: palloncini, baño d’acqua (ma la povera suor Blessilla che me l’ha fatto si è bagnata più di quanto ha bagnato me, ben gli sta!). Non poteva mancare il gelato, comprato dalla dolcissima suor Modesta.

Nel pomeriggio, a quanto mi hanno detto, gli auguri sono passati varie volte su Radio ABC, e ci sarebbe stata anche la dedica in diretta di una canzone.

Alla riunione degli animatori, la riunione è finita con la torta alla crema per tutti e con alcuni altri regali dai vari settori della parrocchia.

Poi ho avuto il regalo più bello, che è stato quello di potermi confessare e ricevere il bagno della misericordia di Gesù.

A cena, infine, è spuntato il padre Federico, il quale ha provveduto a farmi intervenire in diretta su Radio Vida 105 dove ho potuto ringraziare per tanti auguri ricevuti.

Insomma, questi fratelli dominicani si fanno veramente amare! Ogni giorno di più sento che devo ringraziare il Signore di tutto questo!

Questa settimana nelle CEBs (Comunità Ecclesiali di Base) rifletteremo sul messaggio del papa per la quaresima.

Parla del significato e dell’importanza della vecchiaia.

Ho voluto farli lavorare su questo messaggio perché lo stesso ha un sapore molto autobiografico, e fa riflettere realmente sul valore che i vecchi hanno nel mondo.

Qui in Repubblica Dominicana non c’è ancora la corsa ai ricoveri come in Italia, perlomeno qui in Guaricano (in zone più ricche della città sembra di sì), ma dobbiamo stare attenti perché appena salirà il livello del tenore di vita il rischio è di fare la stessa fine.

Stasera abbiamo fatto l’esame dei ministri. Mancavano Marcial e Juan Luis, che sono al corso per diaconi, e due persone che erano malate.

Gli ho dato tre domande da rispondere, più o meno diverse per tutti, con un grado di difficoltà commisurato alla capacità che pensavo avessero di rispondere.

Abbiamo cominciato con i vespri, e poi ho consegnato i fogli con le domande. Qualcuno ha avuto anche tempo per rispondere domande extra!

Domani o dopo le correggerò, e vi farò sapere qualcosa di più.

Da una settimana eravamo dietro al problema della spazzatura di Duquesa. Era successo che dal novembre scorso avevano cominciato a tirare la spazzatura dell’immondezzaio a cielo aperto a 20 metri dalle case del paese.

La gente all’inizio si è messa sul piede di guerra, facendo qualche sciopero. Ma non è riuscita ad avere niente.

Poi, grazie a Dio, è scoppiato un piccolo caso con una denuncia di lavori minorili appunto nel tirare fuori spazzatura riciclabile da quello che depositavano i camion. Così il ministero del lavoro si è mosso, e l’incaricato ha avuto la capacità di riunire i soggetti interessati: la comunità, che poi ha chiesto una mano anche a me, il municipio, e l’impresa che gestisce l’immondezzaio.

Le cose sono andate a finire che ieri eravamo seduti attorno a un tavolo, in presenza del magistrato dell’ambiente. Il quale ha provvisto a mettere in una condizione di quasi detenzione il rappresentante del municipio e il gerente dell’immondezzaio, per costringerli a mettersi d’accordo con la comunità su una distanza più prudente.

La cosa ha sortito il suo effetto, perché stamattina abbiamo potuto concludere e siglare l’accordo: la spazzatura sarà deposta a non meno di 225 dal centro abitato.

È un bel risultato, considerato che due mesi fa sembrava non ci fosse possibilità di dialogo sulla faccenda. Un bell’esempio di concertazione andata a buon fine. La presenza di un prete ha costituito un richiamo alla serietà e un aiuto per trovare una soluzione al problema.

Rimane l’incongruenza con una legge che obbliga a trovare una sistemazione diversa all’immondezzaio, perché si prescrive che deve essere almeno a un kilometro e mezzo dalle case. E l’attuale immondezzaio è tutto in un raggio di un kilometro da Duquesa. Come si risolverà la faccenda? In una prossima puntata vi dirò qualcosa di più!

Mi hanno detto ieri che nel terreno della nuova chiesa stavano seminando.

Ci sono stato oggi, e ho trovato che stavano cominciando una piccola palizzata, e avevano seminato delle piante di banane. Si vedono anche delle piantine che spuntano, seminate di recente, che mi dicono che è granturco.

Abbiamo provveduto a estirpare il tutto e segnalato la cosa al vicino dipartimento di polizia.

Oggi pomeriggio, nella riunione degli animatori di comunità ecclesiali di base, ho cercato di mettere loro la pila con il lavoro del nuovo piano pastorale.

Nelle prossime settimane ci aspetta una ristrutturazione dei settori, perché abbiano circa 300 famiglie invece dele 1,000 che hanno adesso. E in ogni settore dovremo organizzare un’equipe di servizio per portare avanti la pastorale di popolo.

Così ho chiesto agli animatori di spremersi le meningi per vedere chi si può coinvolgere. Ci serviranno parecchie persone, e il Signore deve aiutarci a trovare gente nuova che abbia voglia di fare.

Naturalmente come prima cosa preghiamo. Come dicono qui: “A Dios rogando y con el mazo dando”, che letteralmente si traduce: “Pregando Dio e dando colpi di mazza”, e che significa: pregare e darsi da fare!

Cristo si è fermato a Duquesa, si potrebbe parafrasare qui.

Questa piccola comunità di 250 famiglie, la metà haitiani, dove abbiamo realizzato il progetto dell’acqua, è qualcosa di ben difficile.

Stasera sono andato per visitare l’unica Comunità Apostolica che abbiamo lì, e l’ho trovata che non si è riunita. Nonostante non ci fosse luce, di 6 membri ne ho trovati solo due. Aspettavano gli altri, che dopo un’ora da quando doveva iniziare la riunione non erano ancora arrivati.

Ho approfittato per parlare con loro. Discutevamo del fatto che la gente di lì va alla preghiera carismatica, ma non va alla Messa. Una delle cause, mi diceva Juan Pablo, può essere il fatto che la Messa è un fungo una volta al mese.

Così siamo rimasti d’accordo per cercare di mandare un ministro tutte le domeniche. Avrei intenzione di chiederlo a Juan Luis, il candidato diacono. Vediamo un po’ cosa dice.

E forse dovremmo provare a fare la Messa durante la preghiera carismatica, potrebbe essere una carta vincente…

Devo dirvi francamente che il lancio del nuovo piano pastorale non ci ha delusi. È stata una celebrazione festosa, piena di allegria.

Lo stadio olimpico di Santo Domingo, della capienza di 45,000 persone, era strapieno. Qualcuno diceva che sono rimaste fuori altre 10,000!

Immaginatevi un’assemblea oceanica, che ascolta musica cristiana, e canta con i suoi idoli, con 200 giovani davanti ai musici che danzano, fanno giravolte e saltano.

Sui volti di tutti tanta contentezza, al vedersi circondati da tanti fratelli che condividono la tua stessa gioia di essere chiesa.

E il gioco dei colori! Le 13 zone pastorali della diocesi si erano munite di fazzoletti e bandierine, ogni zona di un colore diverso, e le varie zone abbastanza ben divise sugli spalti. Al ritmo della musica era una festa di colori in movimento, e quando il padre Lorenzo Vargas, l’infaticabile animatore di tanta pastorale diocesana, chiamava una per una le varie zone, si vedevano le macchie di colore agitarsi, e tanti gridi di risposta a formare vociari armoniosi.

Il card. López ha poi presieduto l’Eucaristia, accompagnato dai due vescovi ausiliari e da altri tre vescovi del paese. I preti non si contavano, io credo che saranno stati circa 300 tra nativi, religiosi e missionari!

Una pioggerellina fina ha leggermente fastidiato per mezz’ora, costringendo la gente ad aprire gli ombrelli che sempre portano con sé – possono servire per il sole e per l’acqua.

Alla fine della messa, la firma dell’atto di presentazione del nuovo piano pastorale, da parte del cardinale, dei suoi ausiliari, dei vicari episcopali, dei vicari zonali.

E poi il gesto finale: una torcia, che è partita dall’altare, e ha raggiunto via via una serie di giovani rappresentanti ciascuno una delle tredici zone pastorali della diocesi. Ogni giovane l’ha ricevuta e l’ha presentata a tutti i presenti facendo un giro di 360º su se stesso.

Alle 9, a cena, con don Lorenzo, presente anche lui alla festa, abbiamo scambiato le prime impressioni a caldo:

  • la celebrazione è stata troppo lunga: dalle 4 che sono cominciati i canti, la messa è finita alle 8 e mezza! E difatti alla comunione molta gente ha cominciato ad andarsene, e fino alla fine n’è rimasta la metà;
  • l’ordine in cui si è svolto tutto: a un certo punto hanno avvisato che visto la forte affluenza avrebbero fatto entrare un gruppo sul campo, ma che non potevano andare né sull’erba né sulle piste: cosa che tutti hanno rispettato!
  • la chiarezza con cui si è spiegato nelle sue linee essenziali il piano pastorale, con le sue tre tappe: la prima: “da non popolo a popolo”; la seconda: “da popolo a popolo di Dio”; la terza: “da popolo di Dio a popolo di servitori”. E il cardinale ha detto chiaramente che non c’è fretta a finirlo, lo faremo bene, e ci prenderemo il tempo che ci vuole. Sull’orizzonte, in vista, il 2011 che è il quinto centenario della nascita della diocesi di Santo Domingo.

Nei giorni prossimi, e soprattutto domenica prossima, in parrocchia, darò la dovuta risonanza al momento grande che abbiamo vissuto. Voglio che quelli che non sono venuti si rendano conto che si sono persi qualcosa di bello e importante!

Oggi la parrocchia è andata a Higüey in pellegrinaggio. Dico “è” andata perché io me ne sono stato in parrocchia.

Non che non ne avessi voglia, ma mi sentivo un po’ stanco, e domani avremo il pomeriggio all’Olimpico per il lancio del nuovo piano pastorale.

Così ho approfittato per preparare i testi di varie catechesi per i catecumeni, mi sono un po’ portato avanti.

Questo pellegrinaggio è importante anche perché ci fornirà una parte dei fondi per la partecipazione di Rosanna alla GMG di Colonia in Agosto. C’è da tirare su circa 40,000 pesos (=1,000 euro) per l’aereo e altre spesucce.

Credo che dovrebbero entrare dal pellegrinaggio circa 10,000 pesos. Gli altri… i giovani devono tirarsi su le braccia.

Oggi in tutte le parrocchie della diocesi abbiamo fatto l’adorazione eucaristica in preparazione al lancio del nuovo piano pastorale diocesano.

Noi l’abbiamo organizzata per settore, e di qualche settore sono venute una quarantina di persone.

I più carenti: i giovani, solo una decina, e i ministri, per i quali c’era un turno ma sembra che non se n’erano resi conto.

L’adorazione è durata dalle 7 e mezza di mattina fino alle 7 di sera, senza interruzione.

Mi ha dato gran conforto vedere la bella partecipazione!

Stamattina abbiamo iniziato un piccolo lavoretto nella cappella superiore: una parete di divisione.

In pratica è già da un po’ di tempo che la cappella di sopra non si usa, a parte qualche momento di adorazione in cui non si riempie mai.

E, dall’altra parte, non abbiamo attualmente un salone per riunioni.

Così dividiamo in due la cappella: la stessa rimarrà grande la metà, e il resto sarà usabile come salone. Soprattutto i giovani sono stati entusiasti dell’idea, perché ultimamente dovevano riunirsi in chiesa, con molti inconvenienti.

In due settimane si dovrebbe finire.

Ciao a tutti!

Dopo la pausa delle vacanze in Italia, sono ormai di nuovo nella mischia, insieme alla mia gente.

Intanto una prima cosa: durante la mia assenza hanno lavorato sodo! Sotto la guida di Marcial, uno dei due candidati diaconi, hanno fatto la novena della Madonna della Altagrazia, e celebrato la sua festa, in una maniera eccezionale: a Messa il giorno della festa c’era il doppio del numero che avevamo gli anni precedenti!

Ha influito e aiutato il fatto che tra qualche giorno avremo il lancio del nuovo piano pastorale diocesano, il terzo da quando si è iniziato a farli. Questo piano pastorale è stato lavorato abbastanza anche nelle parrocchie. È da tre anni che se ne parla, e la gente ha voglia di vedere cosa è. C’è molta aspettativa!

Giovedì in tutte le parrocchie si farà una giornata di adorazione eucaristica. Noi cominceremo con la messa alle 7 di mattina, e poi ci saranno i turni di adorazione, che impegneranno i vari settori della parrocchia, più i ministri e i giovani. Alle 7 di sera concluderemo con la Messa, chiedendo la partecipazione soprattutto di quelli che non hanno potuto partecipare di mattina.

Oggi invece, nella riunione degli animatori di comunità, abbiamo trattato un tema per motivare la partecipazione all’attività di domenica. Ne è venuto fuori un momento molto bello, nel quale tra l’altro abbiamo fatto l’esercizio di sognare come sarà la chiesa e la vita della nostra parrocchia con il nuovo piano pastorale. L’esercizio è durato solo mezzo minuto, ma quando ho detto agli animatori di smettere, quasi tutti in coro mi hanno detto, mezzo sottovoce: “Nooo”. E di fatto poi nella condivisione di questi sogni sono venute fuori situazioni molto belle. Ho approfittato quindi per spiegare la importanza di sognare l’azione di Dio in mezzo a noi e le sue opere, ciò che equivale a guardare al futuro con ottimismo e speranza.

In questi giorni gli animatori riproporranno l’attività alle loro Comunità Ecclesiali di Base (CEB). Chiedo al Signore che anche lì possano toccare con mano che il nuovo piano pastorale può darci qualcosa di veramente bello, se lo accogliamo con amore e fiducia.

Oggi pomeriggio mi sono messo a dare una scorsa al programma delle lezioni fatte ai candidati ministri, e ho tirato giù una cinquantina di temi che possono essere domande di esame.

Penso di dare ad ognuno due o tre domande aperte, da sviluppare per lo meno in mezza pagina, per iscritto.

Dopodomani, se riesco, voglio fare un incontro di ripasso, che gli serva anche per avere un’idea di come si svolge l’esame.

Poi la prova vera e propria sarà giovedì della settimana prossima.

So benissimo che riusciranno a scrivere ben poco, e non so quanto potrò basarmi sui risultati per una valutazione di idoenità.

Mi interessa però che facciano lo sforzo e cerchino di studiare qualcosa.

2:28 pm

Due messe

Stamattina ho detto le due messe.

Alla messa delle 7 ho notato che la gente arrivava molto tardi. Quando abbiamo cominciato la messa alle 7.05 c’era la metà della gente del solito. Poi sono arrivati.

Dopo la messa ho chiesto a Marcial se si immaginava come mai. Lui mi ha risposto con due cose:

  • il buio: alle 6 e mezza non ci si vedeva ancora nulla, e non c’era di luce (black-out);
  • la paura: succedono troppi atti di delinquenza, e la gente ha paura ad uscire di casa quando non ci si vede

Invece alla messa dei giovani c’era un bel pienone (di sotto, non di sopra). Il coro come sempre ha cantato molto bene, anche se dovrò dirgli di nuovo di non fare tanto baccano con le percussioni.

2:23 pm

Baci e abbracci

Accoglienza molto bella stamattina dopo la messa.

Mi sono messo in fondo alla chiesa per salutare la gente, ed è stato un momento molto bello, per loro e per me.

Mi ha colpito una signora che mi ha detto: “Grazie per essere tornato”, e il tono faceva pensare che avesse il dubbio che non sarei tornato.

Ieri sera sono ritornato a casa! Nessun problema con il viaggio solo un po’ di ritardo.

E il risveglio non è stato difficile, anche se la giornata la prenderò con calma. Farò un salto a una riunione dei consigli pastorali della zona per preparare il nuovo piano pastorale diocesano, e dovrò mettermi a posto quello che ho portato in qua da Genova.

5:20 pm

Le foto di Roma

Nella visita a Roma ho fatto un centinaio di foto. Mi sono entusiasmato quando mi è venuto in mente che posso farle vedere al personale della scuola, e forse anche ai ministri ed ad altri gruppi, per fare un po’ di catechesi sul papa, sulla storia del cristianesimo, e sull’arte.

Mi immagino già i volti pieni di stupore e meraviglia. L’Italia è bella e Roma ancora di più, e voglio che se ne rendano conto anche a Santo Domingo!

In visita a Roma con il Vescovo e i preti giovani di Genova, sono riuscito a ricordarmi dei ragazzi della mia parrocchia del Guaricano: ho comprato per loro dei rosari con l’immagine del papa.

Se l’aspettano, o meglio, ci sperano, che non gli arrivi a mani vuote.

L’unica cosa è che avrei dovuto comprare tutto il negozio, perché so che più cosette porto, più verranno altri a chiedermi la loro. Ne ho comprate cento, sono più o meno il numero degli adolescenti e giovani attivi

Vi saprò dire!

Approfitto di qualche settimana di vacanza a Genova, dalla mia famiglia, per scrivervi con più calma questa lettera, che vuole essere innanzitutto un ringraziamento al Signore per tutto quello che la Missione Diocesana di Santo Domingo ha potuto essere in quest’anno, e quindi un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, ognuno da casa sua, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno intenso, e anche un anno molto particolare. Provo a scrivere le cose principali, perché aiutino me e voi ad amare sempre più quel Signore che ha reso possibile tutto questo.

***

Una cosa molto bella che abbiamo vissuto è stata la presenza con noi di Paola Longhi, una sorella di Quinto che per la seconda volta è venuta a passare qualche mese con noi. Paola è stata per noi un dono grande, con la sua femminilità laica, che si è integrata molto bene nella comunità della Missione.

Paola si è integrata nel lavoro della nostra scuola, aiutando la direzione e lo psicologo a trattare un caso abbastanza difficile: una bambina che subiva violenze sessuali in casa da parte del patrigno. La mamma dipendeva economicamente dal marito, e per questo non aveva il coraggio di far uscire alla luce la situazione. Il problema si è manifestato perché la bambina ha cominciato a rinchiudersi in un mutismo preoccupante, e a scuola se ne sono resi conto. Lo psicologo ha parlato con la bambina, ma senza troppi risultati. Così del caso si sono fatti carico Paola, lo stesso psicologo, e la vice direttrice. Hanno portato avanti una serie di riunioni, prima con la madre, poi con il marito della donna. Per Paola è stata un’esperienza significativa, che le ha permesso di entrare in contatto con la vita concreta di una famiglia, e di dare il suo contributo di esperienza.

Ma l’esperienza di Paola si è vista soprattutto nel lancio del gruppo di auto-aiuto. Il lavoro ormai decennale che Paola realizza a Genova con genitori di tossicodipendenti, con malati di cancro e altre persone che vivono situazioni difficili si è concretizzato anche nel tessuto della Missione. Riunendo una decina di uomini e donne, Paola li ha accompagnati in modo che possano a loro volta aiutare altri con questo tipo di cammino. L’esiguità del tempo a disposizione ha lasciato il discorso aperto, e chiediamo al Signore che Paola possa tornare e portare avanti questo lavoro.

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Nella scuola e nella parrocchia Santa Margarita abbiamo invece vissuto una situazione di prova. Una maestra che lavorava come direttrice docente della scuola serale già da tempo aveva difficoltà a vivere una collaborazione serena con il sottoscritto e con il resto dei collaboratori. La cosa si manifestava periodicamente in atti di disobbedienza su cose importanti, in conflitti con membri della Associazione di Genitori, in parole violente verso gli studenti e altre persone.

La situazione, analizzata in ripetute occasioni con il Consiglio Pastorale della Parrocchia, era arrivata a un punto tale che si è dovuto decidere l’allontanamento della direttrice. Pur avendo cercato i momenti e le forme migliori per comunicarle la decisione, il risultato è stato che ella si è risentita fortemente. In presenza del sottoscritto, e anche in presenza dei maestri che lavoravano con lei si è espressa varie volte con foga e anche con rabbia, lamentandosi di essere stata calpestata e trattata a pesci in faccia. La cosa è uscita pure in una riunione di direttori della zona didattica. La situazione è evoluta in maniera peggiore del dovuto per il marito, che era del gruppo dei maestri della scuola serale, e che naturalmente le ha dato man forte. Inoltre tutti i maestri della scuola serale si sono schierati con lei, e tre di essi, tutti evangelici, se ne sono voluti andare dalla scuola. La prova è continuata quando si è scelto il sostituto, perché al non scegliere uno dei maestri suoi collaboratori, gli stessi si sono ulteriormente risentiti. La nuova direttrice, che fa la maestra nel turno del pomeriggio, si è trovata a dover gestire una situazione incandescente, che solo adesso, dopo quattro mesi, sta cominciando ad assumere i toni della normalità.

Questa situazione si è potuta gestire grazie alla compattezza della Parrocchia e dell’Associazione dei Genitori della Scuola, che condividevano e vedevano chiaramente la necessità del cambio. E per me è stato importante anche sapere della preghiera di tanti fratelli e sorelle, al di là dell’Oceano, nella Chiesa che mi ha inviato.

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Continuando a parlare della scuola, nel Liceo questo è stato l’anno dell’informatica. Già si impartiva la materia, prevista dai programmi ministeriali, ma solo in maniera teorica, per la mancanza di un laboratorio. Grazie al Signore, abbiamo avuto questo e altro. Come?

  • Un locale che prima usavo come mio ufficio si è ampliato ed ha potuto alloggiare 13 computer. Sfruttando una tecnologia server-cliente su piattaforma Linux si è potuto realizzare un laboratorio economico ma tecnologicamente all’avanguardia. L’uso di Linux invece di Windows ci ha evitato i costi esorbitanti delle licenze software. E per le macchine clienti non ci sarà bisogno di aggiornarne l’hardware periodicamente, perché si collegano al server, e i programmi girano su quello.
    La presenza di questo laboratorio, anche se limitato (le classi sono di 30 alunni), ha permesso di dare il complemento pratico necessario. Anzi, durante l’estate si è cominciato a tutta birra con un corso accelerato, che hanno frequentato una trentina di ragazzi.
  • La seconda realizzazione è stato il corso di amministratore di sistema. Il Signore mi ha fatto incontrare un ex professore universitario che ha messo su una fondazione per la promozione del software libero. Costui ci ha offerto la possibilità di un corso base di informatica avanzata per trenta studenti della scuola. La cosa bella è che gli studenti hanno accolto con entusiasmo la cosa, soprattutto perché dal dialogo con il professore è emerso che saranno concrete le possibilità di lavoro. I genitori, dal canto loro, sono più che contenti, considerando anche che il corso costerà alle famiglie 150 pesos settimanali (quattro euro) compresi gli spostamenti, quando altri corsi che si trovano in giro costano qualcosa come 500 pesos mensili solo per il corso.

Tutto questo mi riempie di gioia, perché significa opportunità per i nostri ragazzi di inserirsi meglio nel mondo del lavoro e nell’università. Al tempo stesso, ci spinge a mettere ancora più impegno nel dare spessore umano e cristiano al cammino formativo del Centro Educativo.

A questo riguardo, tutti gli anni, in Quaresima facciamo dei momenti di ritiro spirituale per gli studenti: a gruppi di 60, andiamo in una casa molto adatta, e lì cerchiamo di far scoprire ai ragazzi la bellezza del cammino di fede nella chiesa. Non è facile, perché solo una piccola parte dei nostri studenti vengono a Messa. Al tempo stesso è meno difficile di quello che sarebbe qui, perché nella cultura dominicana la religiosità è vista con interesse e non con sospetto come in Italia. E in questi ritiri si risolvono anche tanti conflitti tra studenti della stessa classe, alcuni ragazzi cominciano ad avvicinarsi ai gruppi giovanili della parrocchia, e a giudizio unanime dei professori l’impegno nelle lezioni diventa maggiore.

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Per finire con la scuola, in quest’estate che è passata abbiamo potuto realizzare la terminazione di un pezzo di edificio che era rimasto inconcluso: mancava una parte di intonaco, e il tetto era rimasto indeterminato, nel senso che bisognava decidere se si lasciava come era o si aggiungeva un altro piano. Alla fine abbiamo optato per la seconda soluzione, ma realizzando una struttura leggera in travi di acciaio perché il cemento armato non offriva le adeguate garanzie per la sicurezza dell’edificio.

Ne è venuto fuori una terminazione inconsueta, forse, ma funzionale. Il costo: attorno ai 100.000 dollari. Qui sono venute bene le varie offerte, che, silenziosamente ma in maniera costante, molti di voi hanno inviato. Quando l’ingegnere mi aveva dato il preventivo, con tutti i dettagli dei costi, all’inizio mi ero spaventato, ma alla fine mi sono detto: valeva la pena. Adesso, a lavoro concluso, con spazi in più a disposizione, e con un’aula in più che ci ha permesso di iscrivere più bambini, il mio cuore ringrazia solo il Signore. E, naturalmente, anche ognuno di voi, che siete stati suo strumento per quest’opera meravigliosa.

Adesso, se il Signore ci aiuta, per l’estate prossima si pensa di aggiungere un piano all’altro edificio. Lì alloggeremo il Laboratorio di Informatica della scuola primaria, in maniera che già dalla quinta possano cominciare a prendere dimestichezza con i computer. Oltre a ciò, alloggerà un’aula per l’educazione artistica ed una sala per la biblioteca. Il preventivo dovrebbe essere sui 90.000 dollari, una parte dei quali speriamo di riceverli dalla Regione Liguria. E sono sicuro che la Provvidenza non ci farà mancare il resto.

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La Parrocchia di Santiago el Menor ha vissuto un momento speciale quando sono stati inaugurati i lavori di rimodellazione della chiesa. Don Franco si è fatto in quattro perché tutto rimanesse perfetto, e bisogna dire che c’è riuscito. Il cardinale di Santo Domingo, venuto per l’inaugurazione, ha detto di trovarsi nella “Basilica del Guaricano”. I lavori hanno compreso la costruzione del nuovo presbiterio, l’allargamento della navata, l’intonacatura di una parete mezza nascosta, e la plafoniera che ha finalmente nascosto il tetto in lamiera. Oltre a questo, la parte esterna è stata rimodellata completamente, e resa bella dallo studio architettonico realizzato da una sorella architetta.

La gente è orgogliosa, e finalmente sente di avere una vera chiesa. Un locale più accogliente è segno di una chiesa-comunità più aperta. La domenica seguente all’inaugurazione, don Franco pensava di vedere spazi vuoti in chiesa. Invece, il nuovo spazio in più ha subito trovato chi lo riempisse. Ed è vero che a volte la gente non viene a Messa perché non sa dove sedersi! A don Franco vanno i complimenti di tutti noi!

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La parrocchia di Santa Margarita sta vivendo un momento molto bello, con due uomini sposati che si stanno preparando per essere ordinati diaconi. Marcial e Juan Luis hanno cominciato l’ultimo anno degli studi teologici (sono tre in tutto). Hanno ricevuto il ministero del lettorato, e in questi giorni, purtroppo me lo perdo, il ministero dell’accolitato. Tutta la parrocchia si sente con una gioia grande, perché vede l’opera di Dio nella crescita di questi fratelli.

Per loro la preparazione al diaconato significa un impegno forte per vivere la chiesa e il servizio pieno e disinteressato in essa. Per Marcial l’ordinazione sarà, a Dio piacendo, nel giugno prossimo, mentre Juan Luis farà prima un anno di più intensa pratica pastorale. Questi frutti sono la cosa più bella, più ancora che tante opere di ingegneria, perché è lo stesso Spirito Santo che suscita nei cuori la generosità e la voglia di servire.

Alla celebrazione del lettorato c’era anche suor Cristina. Cristina è un altro frutto dell’evangelizzazione che con l’aiuto del Signore si realizza nella Missione. Tre anni fa aveva iniziato la formazione religiosa nella casa madre delle nostre suore Brignoline, e il 18 Aprile, in Guaricano, ha emesso i primi voti, nelle mani della madre generale suor Daniela, e con la presenza del vescovo ausiliare di Santo Domingo, mons. Amancio Escapa. Anche questo evento è stato un dono specialissimo per la nostra comunità missionaria. L’arrivo di suor Cristina in comunità ha reso più leggera la partenza di suor Roberta, chiamata dalla congregazione ad altro servizio.

E le cose belle non sono finite, perché quest’anno abbiamo avuto l’ingresso di un nuovo giovane della parrocchia al Seminario Minore. Miguel Angel si è aggiunto a Heriberto e Willy, che già erano entrati l’anno scorso. Il Signore mi fa il regalo grande di vedere sbocciare queste vocazioni. Sono solo all’inizio, e dovranno passare molte prove, però sono comunque segno del Signore Gesù che è vivo e continua ad affascinare giovani perché si mettano al suo servizio!

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Ma l’avvenimento principale di quest’anno è stata senz’altro la visita del Cardinal Bertone. Ai primi di settembre è venuto a visitare la Missione, e si è fermato con noi dieci giorni. Sono stati giorni di grazia, anzitutto perché la nostra piccola vita comunitaria è stata arricchita dalla presenza affabile e umana del nostro pastore e di don Stefano, il suo segretario. Ma anche perché le comunità parrocchiali hanno potuto incontrare colui che ha inviato noi preti. Gli incontri nelle parrocchie sono stati momenti di sentire ecclesiale grande. La gente del Guaricano si è sentita amata dalla chiesa genovese!

Il cardinal Bertone ha potuto incontrare anche il presbiterio di Santo Domingo. Non ho potuto essere presente quel giorno a causa di un malessere: ma pochi giorni dopo vari preti dominicani, vedendomi, hanno voluto… farmi i complimenti, per la ricchezza umana e pastorale che hanno visto nel nostro vescovo. Con lui siamo anche stati a pranzo dal cardinale di Santo Domingo e dal Nunzio. Al tempo stesso il cardinal Bertone non si è tirato indietro quando si è trattato di visitare i villaggi e di andare nei settori dove le strade sono ancora di fango. Per tutti ha avuto una parola di affetto e di incoraggiamento.

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La visita del nostro arcivescovo è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione. Dal dialogo è emersa la realtà dell’opera della Missione, che ormai ha “dissodato” bene il terreno. Se quando la Missione è arrivata al Guaricano le cose erano agli inizi, adesso ci sono tre parrocchie, un Centro Educativo e un Dispensario Medico che funzionano a pieno ritmo.

Il cardinale ha visto che è ormai il tempo di lasciare camminare il bambino senza sorreggerlo per le braccia. Così le due parrocchie di Santiago el Menor e di Nuestra Señora del Amparo sono state consegnate all’Arcivescovo di Santo Domingo per essere portate avanti dal clero secolare. È stato un momento non facile, per don Franco che ha passato le consegne, e anche per le due parrocchie, che non possono dimenticare i dodici anni camminati con al fianco la chiesa genovese. Ciononostante, la serenità del trapasso ha reso meno pesante il cambio, e il nuovo parroco, il padre dominicano Federico Marcial, che tra le altre cose parla perfettamente l’italiano perché ha studiato per tre anni a Roma, ha iniziato con gioia il suo ministero.

Don Franco, da parte sua, ha effettuato un forte lavoro di programmazione e preparazione delle attività dei prossimi mesi, in maniera che la transizione fosse la più delicata possibile. E il padre Federico, riconoscente, ha potuto rendersi conto di questo ultimo gesto di generosità ricevuto da Genova. A fine novembre don Franco è partito per Genova. I suoi tre anni sono stati fruttuosi: un giovane è entrato in seminario, è stata fatta nascere l’esperienza dei Ritiri di Evangelizzazione già ben collaudata in Santa Margarita, ed è stato notevole l’impulso dato a tutte le attività parrocchiali, soprattutto a quelle giovanili.

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La visita del card. Bertone ha permesso di delineare anche i progetti futuri: come far fruttare al meglio le offerte che da tante persone generose arrivano alla missione, in maniera libera o come adozioni a distanza?

Oltre al lavoro che già si sta portando avanti, con il Consultorio Medico e il Centro di Nutrizione per Bambini Poveri e Denutriti, il card. ci ha indicato un’altra direttrice importante: cominciare a costruire la nuova chiesa di Santa Margarita. Questa parrocchia ha già una tettoia, peraltro abbastanza funzionale. Però c’è un terreno nuovo, donato già due anni fa da una banca dominicana, con la finalità di costruire una chiesa nella parte più bassa della parrocchia. Per la gente la notizia di questo nuovo e forte impegno della chiesa genovese è stata accolta con l’entusiasmo più grande, perché la presenza di una chiesa, con i suoi locali parrocchiali, significa possibilità nuova per la pastorale e per la carità.

I lavori della chiesa nuova saranno affiancati dall’ampliamento della zona dove si trova l’attuale centro parrocchiale: un terreno al lato della tettoia che vi dicevo è estremamente necessario perché la vita parrocchiale continui ad avere un respiro, e stiamo cercando di comprarlo. Per questo vi chiedo soprattutto una preghiera, in modo che le trattative ci conducano a condizioni che ci permettano di realizzare l’acquisto.

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La visita del card. Bertone ha visto anche l’inaugurazione consultorio nuovo. I lavori di costruzione della nuova struttura sono durati quasi un anno. Abbiamo abbandonato i vecchi locali attigui alla parrocchia di Santa Margarita, e sono stati costruiti i nuovi nel giardino della casa. Chi è stato ed ha visto si è reso conto che la nuova struttura è funzionale, ampia ed aperta a progetti futuri.

Ebbene, il 9 Settembre ha visto, oltre al nostro arcivescovo, anche la presenza del card. López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo, e dell’Ambasciatore Italiano, dott. Giorgio Sfara. Molta gente è intervenuta al solenne atto di inaugurazione, per la gioia di noi preti e delle nostre suore, che lavorano in prima persona nel dispensario.

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Ma il 2004 era anche l’Anno dell’Acqua. Già dalla metà del 2003 in diocesi si era pensato di celebrarlo con la realizzazione di varie opere legate all’acqua nei vari continenti. Per l’America, sarebbe stato portare l’acqua a un piccolo villaggio di 250 famiglie, Duquesa, situato sul limite della parrocchia Santa Margarita.

Don Lorenzo si è messo con molto amore dietro alla realizzazione di questo progetto. Una prima idea di realizzare un pozzo profondo con una pompa per tirare su l’acqua è stato abbandonato per la concomitanza del deposito della spazzatura della capitale. Così si è valorizzato un acquedotto che fino a qualche anno fa portava l’acqua alla piccola comunità, ma che da parecchio tempo non è più in funzione per la rottura dei tubi.

Così, sotto la guida di don Lorenzo, si è realizzata una cisterna di più di 20 metri cubici, nella quale si accumula l’acqua che, intermittentemente, arriva dai vecchi tubi. Da lì, una potente pompa elettrica manda l’acqua verso Duquesa, che è situata su un piccolo altopiano, e che risulta circa 20 metri più in alto del punto dove arrivavano i tubi. Arrivando dentro al villaggio, alcuni rubinetti posti in punti strategici consentono alla gente di rifornirsi dell’acqua necessaria per bere, lavare e lavarsi. La gente della comunità ha aiutato negli scavi, nella messa in posa dei tubi, nella costruzione della cisterna. Cosicché all’impegno della chiesa genovese è corrisposto un impegno anche della comunità locale. Varie persone hanno lavorato vari giorni gratuitamente. Sono gli aspetti belli, che la vostra carità, e le offerte che moltissimi hanno mandato per questo scopo, rende possibili!

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Manca solo una cosa di cui parlare: la nuova ambulanza! Qualche anno fa, una generosa benefattrice ha mandato una somma ingente, perché la Missione si dotasse di un’ambulanza. La cosa è stata realizzata adagio adagio. Non è stato facile individuare il veicolo adatto, comprarlo, adattarlo. Don Lorenzo ha sudato sangue perché tutto fosse fatto bene. Purtroppo non ho foto, ma posso dirvi solo una cosa. L’ambulanza, non ancora inaugurata, ha fatto già due servizi, e Lorenzo ne è stato l’autista.

I prossimi passi da fare sono quelli per formare la comunità dei volontari: autisti, semi-infermieri, telefonisti, ecc. Grazie a Dio si è fatta avanti una associazione che raggruppa vari giovani del Guaricano, con desiderio di dare una mano. Le cose sono in via di definizione, e con l’aiuto di Dio e la vostra preghiera presto l’ambulanza sarà un servizio disponibile per tutti!

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Vi ho parlato poco delle suore. Attualmente sono in quattro.

Suor Modesta è adessa la più vecchia di permanenza nella missione: è arrivata sei anni fa insieme a me e a don Lorenzo. Svolge il suo lavoro nella scuola, insegnando religione nel turno del mattino. Lavora parecchio anche in casa, soprattutto facendo la grande spesa settimanale per la comunità. Inoltre porta avanti il Circolo Vocazionale della Parrocchia, e accompagna vari gruppi di giovani. Suor Modesta è così un punto di riferimento bello della vita di Santa Margarita.

Suor Blessila, in missione da tre anni, è arrivata insieme a Franco. Infermiera professionale, svolge la sua attività nel Dispensario Medico, dove passa le mattinate nella Farmacia e a contatto con il personale medico e paramedico. Silenziosa, lavoratrice, con i suoi scherzi rallegra la vita di casa.

Suor Cristina: di lei già vi ho detto che in aprile è arrivata e ha fatto la sua prima professione religiosa. I tre anni di formazione in Italia l’hanno irrobustita nella preparazione teologica, e la giovane età le rende facile dare la sua testimonianza di amore al Signore e di consacrazione a lui. Attualmente si dedica soprattutto allo studio della pedagogia nell’Università Cattolica di Santo Domingo, dove si prepara per il futuro lavoro nella nostra scuola.

Ultima arrivata, suor Serafina è una donna matura. Indiana, del Kerala (India) come Modesta e Blessila, porta la sua esperienza e la sua preparazione come infermiera. Svolge la funzione di superiora della comunità, e lavora nel Consultorio insieme a suor Blessila. Finora ha un po’ di difficoltà con la lingua (da pochi mesi è arrivata direttamente dall’India), ma la buona volontà è tanta e non tarderà a capire e farsi capire dai dominicani.

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Volevo fare un piccolo resoconto, mi è venuto più lungo del previsto. Ve ne chiedo scusa. Ma sento che in questa maniera mi comincio a “sdebitare” con tanti fratelli e sorelle che hanno sentito come propria, perché di tutta la comunità diocesana genovese, la Missione del Guaricano.

Come avete potuto leggere, l’amore di Dio mette le ali alla carità. Dove dei cuori amano insieme a Cristo, sbocciano i fiori e nascono i miracoli. Quando l’evangelizzazione accompagna la promozione umana, i cuori si aprono a Cristo e le famiglie e le persone guariscono da cancrene pericolose. Gesù è l’unica salvezza, e con il vostro aiuto ci sforziamo di portarlo a tutti. Sappiamo che anche voi, nella nostra amata Genova, vi sentite impegnati per realizzare questo compito meraviglioso. Con l’aiuto di Dio, tutti cerchiamo di portare avanti quest’opera, certi delle parole di Gesù: “Andate e annunciate il Vangelo a ogni creatura. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 28,16).

Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

Alla messa delle 7 abbiamo festeggiato un bel numero di famiglie che avevano 1 anno, 5, 10, 25 e 50 di matrimonio. Erano una ventina di coppie, molte con i loro figli.

Hanno fatto le letture, hanno portato i doni all’altare.

Alla fine, prima della benedizione, li ho fatti venire davanti a tutti, anno per anno. Il gruppo più numeroso era quello dei 10 anni: 12 coppie!!!

A ogni gruppo, un’altra coppia festeggiata ha detto parole di augurio, e anche uno dei loro bambini ha augurato loro lunga vita e un amore grande.

Naturalmente, dopo la messa “tutti i salmi finiscono in gloria”: torta per tutti i festeggiati!

Ieri e l’altro ieri i tre seminaristi della nostra parrocchia sono diventati pittori: Willy, Heriberto (mio figlioccio e primo seminarista della parrocchia) e Miguel Ángel hanno passato tre mezze giornate pulendo prima e pitturando dopo le sbarre di ferro esterne della parrocchia, e poi si sono dedicati a dare la pittura a qualche parete che era in cattivo stato.

Hanno lavorato veramente tanto, con passione, anche se non sono mancati i difettucci – tipo che per pitturare il tetto hanno sporcato il pavimento.

Complimenti, ragazzi!

P.S.: Insieme a loro c’erano anche Elvis, un ragazzo di 14 anni che vuole entrare in seminario anche lui, e Jesús, un giovane, sposato, che molte volte da una mano gratuitamente e con impegno.

7:22 am

Laisa

Ieri sera c’era con noi alla Messa di mezzanotte Laisa, una ragazza di 23 anni che ha fatto un’esperienza vocazionale con le nostre suore.

È sempre stata una ragazza eccezionale, e ha dato molto nella pastorale giovanile della parrocchia, con un carattere definito e molta voglia di lavorare.

Da due anni e mezzo ha emigrato agli Stati Uniti con tutta la sua famiglia. Ora è venuta a farsi le vacanze a casa.

Ho potuto parlare con lei abbastanza diffusamente, e vedere che ha ancora nel cuore il desiderio di consacrarsi al Signore. Bene. C’è da pregare per lei.

12:05 am

Recite di Natale

Anche quest’anno i giovani hanno sbulaccato con delle belle recite prima della messa di mezzanotte.

I soggetti, prettamente natalizi, erano presentati in maniera scherzosa. La gente si è divertita moltissimo, e però ha anche ricevuto il messaggio dell’aprire il cuore a Maria e Giuseppe che cercano un posto per il bambino (prima recita) e dell’accoglienza dei poveri alla propria tavola (seconda recita).

È stato addirittura montato un rudimentale telone per assicurare un minimo di effetti scenici.

La preparazione era stata accompagnata da un piccolo “incidente”: giovedì sera, all’ora della Celebrazione Penitenziale, invece di partecipare, confessarsi e unirsi alla comunità parrocchiale, i giovani sono andati da un’altra parte a continuare le prove delle loro recite. Ho dovuto prendere posizione e dire loro chiaramente che avevano fatto male.

Comunque posso dire che il Signore sta accompagnando i passi di questi giovani, perché gli si vede un amore alla chiesa, e una ricerca di Dio che non è solo superficiale. Al diventare adulti credo che saranno bei protagonisti della vita della chiesa.

Abbiamo finito la Messa di Mezzanotte. Le recite dei giovani hanno creato un clima di attenzione e di attesa.

A qualcuno ogni tanto si chiudevano gli occhi, soprattutto a vari bambini piccoli. In generale però si percepiva attenzione e desiderio di incontrarsi con questo Signore che si fa povero tra i poveri.

Il coro ha cantato molto bene. Unico neo: gloria e alleluia mezzi mosci, sembrava di essere in quaresima. Ma dopo si sono ripresi, e l’assemblea ha cantato insieme a loro con entusiasmo.

Il bacio di Gesù Bambino, alla fine, è sempre un gesto che commuove per il desiderio di tutti di toccare con mano il Figlio di Dio.

Anche quest’anno la messa di mezzanotte è stata alle 10. La gente ha paura a muoversi di notte, soprattutto per i black-out e per la delinquenza che impera.

C’è da dire però che ieri sera il governo e l’impresa distributrice dell’energia sono state clementi, perché invece di mandare la luce a mezzanotte l’hanno mandata alle 9, e questo ha reso più facile la partecipazione della gente.

Alla Messa c’erano circa 400 persone: i due terzi di quelli che vengono alla messa principale della domenica. Considerando che un bel po’ di gente va al campo (cioè al loro paese di origine), devo riconoscere che la risposta è stata buona.

Mi ha fatto piacere in particolare vedere la presenza di Juan Antonio, il marito della nostra maestra Nilda, che non viene mai a Messa e che normalmente dà l’idea di non avere interesse per le cose della chiesa.

Stasera, dall 6 alle 9 c’è stata la celebrazione penitenziale.

Nella riunione dei preti si erano dati disponibili in 8, però alla fine sono venuti solo in 5. Grazie a Dio ce la siamo cavata bene!

Don Lorenzo ha confessato tutto il tempo, e così il padre Javier. Invece il padre Lorenzo Vargas ha dovuto andarsene alle 8, e alle 8 e mezza se n’è andato il padre Orlando. Il padre Federico è andato via anche lui verso le 8 e un quarto.

Tra tutti mi hanno aiutato tantissimo! Domani gli telefono per ringraziarli!!!

E stamattina è toccato fare l’aguinaldo ai settori della parte nord della parrocchia, attorno all’attuale centro parrocchiale.

Non si sono viste cose eccezionali, ma all’arrivo alla parrocchia, verso le 6.45, i vari gruppi di settore erano gasatissimi.

C’erano moltissime persone non di chiesa, cosa che mi ha fatto molto piacere, e nella messa ho cercato di dare un messaggio rivolgendomi soprattutto a loro.

Tanti anche i ragazzi e i giovani, alcuni dei quali avevano facce da tigre.

La messa è durata un po’, ma non è pesata: si respirava l’attesa del Natale.

Stamattina i 4 settori della parte sud della parrocchia hanno fatto il loro aguinaldo.

Alle 5 del mattino da ogni settore è partita una “carovana”, che si è concessa il lusso di passare per tutte le strade del settore a svegliare i dormiglioni.

Mi è piaciuto come si sono organizzati nel settore Arca di Noè, dove avevano vari tamburi, eppure hanno fatto una cosa ben ordinata e senza fracasso inutile.

Altri settori non hanno avuto tanto successo, soprattutto a causa della delinquenza che imperversa e dei blackout che ormai sono permanenti alle prime ore del mattino.

La messa con la quale l’aguinaldo è terminato è stata ben festosa, ed è diventata occasione di evangelizzazione per la presenza di tanti fratelli che non sono propriamente di vita di chiesa assidua, ma che si sono aggiunti volentieri per la tradizione dell’aguinaldo.

Come sempre, non è mancato il té finale aromatizzato con la radice del zenzero (che qui si chiama engibre, pronuncia enhibre.

Scusate se devo correggere quello che ho scritto in un articolo precedente, parlando dell'”acquedotto” di Duquesa.

Non è vero che la gente di Duquesa ha messo la mano d’opera gratis. Hanno voluto essere pagati. Paga da uomo di fatica, 200 pesos al giorno (circa 7 dollari), più il mangiare del mezzogiorno.

Come mi ha detto l’uomo che è stato più a contatto con Lorenzo, “se fosse stato gratis, nessuno avrebbe fatto niente”.

Questo perché ci liberiamo dalle favole del tipo “i poveri sono generosi e altruisti”. Bisogna dire “tra i poveri ci sono persone generose e altruiste”, così come ci sono quelle grette ed egoiste.

È che soprattutto quando la gente di qui sa che ci sono dei soldi nascosti tira subito fuori la parte dritta della schiena fin quando non spuntano i soldi!

Oggi pomeriggio è morto il fratello di Milton, a cui ero andato a dare l’Unzione dei Malati dieci giorni fa.

Aveva l’AIDS, se l’è presa con la vita leggera che fanno i giovani di qui appena hanno in tasca qualche soldo da mettere in mano a una donna.

Il Signore l’ha portato per mano fino a incontrarsi con lui e confessarsi, aiutato da Milton.

Ha preso il volo in pace con il suo Signore.

Stamattina, alle 5, i giovani hanno fatto il loro aguinaldo. L’aguinaldo è una camminata per il barrio, cantando, suonando tamburi e güire, e andando ad alcune case di membri della parrocchia per svegliarli dal loro sonno.

C’erano un centinaio di adolescenti e giovani. Per evitare il rischio connesso con uscire di casa prestissimo hanno passato la notte nella parrocchia. Non è difficile credere che non hanno dormito neanche un minuto.

L’aguinaldo è stato ben organizzato. Un particolare bello è che tutti i gruppi giovanili avevano preparato dei messaggi natalizi, che durante la camminata sono stati consegnati alla gente che si affacciava alle finestre o lasciati sotto le porte.

Si sono uniti anche una ventina di adulti. Gli altri sono arrivati verso le 7, quando l’aguinaldo è ritornato in parrocchia per la Messa. Purtroppo molti giovani si sono lasciati vincere dalla stanchezza e non si sono fermati alla Messa. Questo perché tutti sappiate che non è tutto rose e fiori.

Naturalmente non con le armi, ma con la forza della Parola di Dio e con il dialogo.

Dall’inizio dell’avvento le CEB nostre stanno lavorando con temi preparati a livello nazionale per educare contro la violenza, e l’impatto è molto interessante:

  • Molti padri e madri di famiglia scoprono che fino ad oggi hanno educato i figli in maniera violenta, e vogliono cambiare.
  • Gli animatori, che moltiplicano i temi con la gente, si rammaricano di non aver potuto ricevere questa formazione quando erano giovani.
  • Si sta cercando di capire quali sono le radici della violenza.
  • Si riflette sul fatto che la violenza fuori della casa e anche dentro si combatte spesso meglio con l’attenzione alle persone che con altra violenza.

Insomma, sta venendo fuori un lavoro molto bello!!!

C’è stato oggi il ritiro d’avvento, o meglio, i ritiri d’Avvento.

Ce n’è stato uno per tutta la comunità, e uno più semplice per i giovani.

A quello generale c’erano circa 200 persone di mattina e 300 di pomeriggio. L’hanno dato 4 donne del Rinnovamento Carismatico. Hanno fatto una cosa molto equilibrata, una predicazione basata sulla parola di Dio e molto attenta agli aspetti concreti della vita quotidiana. Ho potuto rendermi conto che le parole sono arrivate al cuore di tanti.

A quello dei giovani hanno partecipato in una cinquantina. Il padre José Ramón, il sacerdote giovane che ho chiamato per darlo, si è portato 5 giovani della sua parrocchia, e più che una predica sono state testimonianze, dello stesso padre, prima di tutto, e poi dei giovani che sono venuti con lui.

Quello che più ha colpito i ragazzi è stato quando un giovane ha raccontato come da “tigre” (qui questa parola vuol dire delinquente, approfittatore) ha cambiato vita e si è donato al Signore.

Alla fine il padre José Ramón ha invitato i giovani a valorizzare i tanti doni che hanno attorno a loro. Ha parlato anche della ricchezza che è per la nostra parrocchia il dono di un prete missionario.

Il ritiro si è concluso con un’adorazione eucaristica vissuta in comune da giovani e adulti.

Una bella esperienza, un dono in più del Signore!

Nel consiglio pastorale di stamattina abbiamo letto la circolare del vescovo sull’avvio del nuovo piano pastorale.

C’era una parte dedicata alla settorizzazione delle parrocchie. La nostra è già settorizzata, ma adesso si tratta di rendere più piccoli i settori, cioè di suddividerli in maniera che abbiano attorno alle 1,000 persone (vari settori di adesso ne hanno 4,000, e sono abbastanza ingestibili).

La cosa bella è che la gente che ho nel consiglio pastorale è aperta, ed è disponibile a fare i cambi che si chiedono.

In compenso, perché non pensiate che è tutto rose e fiori, attualmente abbiamo un po’ di difficoltà con il visiteo: delle 500 persone che dovrebbero fare la visita casa per casa, la stanno facendo sì e no un centinaio. E dà l’idea che la gente si scoraggi ogni giorno di più.

Mi sa che dovrò mettermici dietro in una maniera un po’ più diretta, a questo visiteo! Lunedì scorso ho cominciato a fare una messa con le comunità apostoliche di un settore, e ha “riscaldato” abbastanza. Continuo dopodomani, e l’altro lunedì, e poi quando tornerò dalle vacanze.

Mattina e pomeriggio abbiamo avuto il ritiro di avvento per tutto il personale della scuola: direzione, maestri, bidelle, portieri. C’erano tutta la primaria e il liceo. Con la serale lo faremo un altro momento.

L’abbiamo dato io (il primo tema del mattino) e Joseín, un uomo della parrocchia di Constanza, gli altri tre.

Abbiamo messo a fuoco sia di mattino che di pomeriggio prima il carattere generale del tempo liturgico, e poi un aspetto particolare.

I temi ci sono venuti proprio belli, si vedeva il gusto nelle facce di tutti.

C’è stato anche un momento in cui ci siamo scambiati un abbraccio pieno di affetto.

Questo ritiro è stato un grande dono del Signore per noi!

Stasera avevamo l’Eucarestia con le 11 comunità apostoliche dei due settori San Francisco e Arca de Noé.

Sono venuti quasi tutti, e con il cuore bello disponibile.

Nella Messa abbiamo valorizzato tutti gli spazi di partecipazione:

  • L’accoglienza a ogni comunità, all’inizio della celebrazione: ogni comunità ha raccontato in che maniera il Signore si è manifestato loro negli incontri di comunità.
  • L’atto penitenziale, nel quale si è lasciato lo spazio per chiedere perdono al Signore per qualche peccato che ancora commettiamo.
  • L’omelia: ho fatto cominciare a loro, una persona per ogni comunità, brevemente, e poi ho continuato io sviluppando il tema del paralitico, che Gesù ha guarito e poi ha messo in cammino, facendolo diventare un segno delle comunità cristiane che accettano la sfida dell’evangelizzazione casa per casa.
  • La preghiera dei fedeli: molti hanno potuto esprimere un’intenzione.
  • La presentazione dei doni: ogni comunità ha deposto nel calice, insieme all’acqua, qualcosa di quello che vive comunemente.
  • Nella preghiera eucaristica, ognuno ha potuto dire il nome di una persona che sta cercando di portare al Signore.
  • La comunione eucaristica è stata data sotto le due specie.
  • Dopo la comunione, tutti hanno espresso il ringraziamento al Signore per qualche aspetto della loro vita che è cambiato in positivo a partire del Ritiro di Evangelizzazione.
  • La benedizione finale è stato l’invio per continuare l’opera dell’evangelizzazione.

Tutti ci siamo goduti questa eucaristia, e spero che oltre all’invito all’impegno missionario abbiamo compreso un po’ di più la ricchezza che abbiamo noi cattolici nel poter partecipare alla Messa tutti i giorni.

Con i catechisti ho dato le istruzioni per selezionari i bambini e i giovani che riceveranno il battesimo, la prima confessione, la prima comunione, e la confermazione.

I catechisti sono circa 100 che lavorano con i bambini e una trentina che lavorano con giovani e adulti. Sono organizzati in centri di catechesi, ogni centro con il suo responsabile.

Con tante persone, nonostante l’impegno di spiegare bene come devono essere fatte le cose, c’è sempre un 10% dei catechisti che non capisce. Pazienza!

Quello che sì si vede è che da un anno all’altro la gente matura.

A livello di catechisti giovani c’è sempre un certo turn-over. Si entusiasmano in settembre, e il 30% non arriva a fine anno.

Non più tardi di un mese fa, Fiol, una catechista (meglio, un’aiuto catechista) di 15 anni se n’è andata a convivere con il suo ragazzo, che neppure la famiglia sapeva che era il suo ragazzo. Mi è spiaciuto abbastanza, perché quando sono arrivato era una bambina di 9 anni, tenerissima, e me la sono vista crescere, nei gruppi di adolescenti e giovani. E adesso… Non posso far altro che pregare per lei, e sperare che capisca che ha fatto un passo falso.

La diocesi procede nel lancio del nuovo Piano Pastorale Diocesano, il terzo.

È basato sulla versione diocesana del NIP, e prevede tre tappe:

  • da non popolo a popolo
  • da popolo a popolo di Dio
  • da popolo di Dio a popolo di servitori

Il lavoro si sta portando avanti abbastanza lentamente, in maniera che tutti si possano coinvolgere.

Ci si sta lavorando dal 2001.

In giugno 2005 si dovrebbero dare i primi passi concreti, e iniziare a portare a tutte le famiglie la lettera mensile.

Siamo praticamente alla fine con il progetto per dotare di acqua la comunità di Duquesa, vicino alla discarica della spazzatura.

Lorenzo ci si è messo dietro con tanto amore e con molto lavoro. Si sono sfruttati dei tubi che portavano acqua da una diga, e che erano rotti: l’acqua si perdeva nel terreno.

È stata fatta una cisterna della capienza opportuna (più di 100 metri cubici!), nella quale si accumula l’acqua delle tuberie.

Da lì una pompa la manda in alto verso Duquesa: sono circa 10/15 metri di dislivello, e lì la gente si rifornisce attraverso una serie di rubinetti.

Ieri è stata la prima volta che l’acqua è potuta arrivare a Duquesa, ed è stata una festa grande.

Prima, dovevano far venire dei camion di acqua, e ogni camion (3 metri cubici) gli costava sui 3/400 pesos (equivalenti a circa 10 euro).

Il progetto si è potuto realizzare grazie alla raccolta fatta a Genova in occasione dell’Anno dell’Acqua!

Siamo orgogliosi di aver realizzato questa piccola opera. Piccola, ma che risolve un problema grave di 250 famiglie!

Grazie al Signore, e grazie a tutti quelli che hanno collaborato!

Dopo l’incontro con il card. Bertone, a inizio settembre, adesso è toccato al card. López Rodríguez far lezione ai candidati ministri.

Stasera ha trattato loro il tema dell’amore del prossimo e della giustizia sociale.

Le recenti vicende di casi di corruzione hanno alimentato e reso interessante il contenuto.

Il cardinale ha anche messo a fuoco i rischi del nuovo codice processuale penale, che è più garantista del precedente, con l’idea di evitare tanti abusi, ma che in pratica protegge l’imputato più di quello che protegge le sue vittime.

Nei candidati ministri si vedeva la gioia di avere così vicino il cardinale, che normalmente vedono nella sede della cattedrale o nel piccolo schermo della televisione.

Sono incontri che, come diceva don Franco riguardo al nunzio di qui, ti riconciliano con le istituzioni.

Adesso, tra due settimane, toccherà al nunzio apostolico, che chiuderà in bellezza il corso dei ministri.

Grazie, Signore!

Stasera ci siamo reincontrati con i 65 fratelli e sorelle che hanno fatto il ritiro.

Ci sono stati dei bei testimoni: di rinnovamento della vita della famiglia, di sanazione, di gioia nel Signore.

A me è toccato il tema che introduce il cammino che viene adesso: perseverare.

Abbiamo formato tre gruppi, nei quali si farà la catechesi di approfondimento: uno in parrocchia, uno nella cappella del barrio, uno nei campos.

Se il Signore ci aiuta, questi fratelli e sorelle sembrano ben entusiasti!

9:29 pm

Giornata bella!

La giornata di oggi è stata bella:

– Abbiamo potuto parlare e capirci con i professori sull’ora in più che dovevano coprire.

– Abbiamo fatto la riunione con la Associazione di Genitori del Liceo sull’idea dei corsi di Linux.

– Abbiamo visitato la Fondazione Codice Aperto, e sia i tre studenti che il papà che è venuto sono rimasti entusiasti.

– Di pomeriggio nella riunione degli Animatori di Comunità di Base abbiamo lanciato la nuova serie di incontro sulla non violenza.

– Sono stato al novenario della mamma di Féliz, un giovane che prima di “sposarsi” era nel gruppo giovani di Jacagua, e che adesso si sta riavvicinando.

– Infine sono stato alla Celebrazione ella parola del Mercadito (settore Emmaus), dove ho avuto la possibilità di esortar tutti a viverla come un momento per avvicinare le persone alla chiesa.

– Dopo mangiato, ho lavorato una mezz’oretta sull’articolo Liguria di Wikipedia.

Il secondo giorno di questo ritiro è filato quasi senza inconvenienti.

L’unica cosa è che il mangiare invece che alle dodici e mezza èarrivato all’una e mezza, con conseguente ora di ritardo da cercare di recuperare.

In realtà non era un ritiro, ma due, perché il numero delle persone (circa 70) era difficile da gestire tutti insieme. Così c’erano due ritiri in contemporanea, nei due saloni della scuola, ognuno con la sua équipe di proclamatori (3) e accompagnatori (8).

Da parte mia, ho sostituito un proclamatore, Juan Luis, che non ha potuto partecipare. Oggi mi è toccato il tema sul rinnovamento della chiesa in seguito al Vaticano II, e mi ha entusiasmato darlo, me lo sono goduto!

Per il resto, ho passato quasi tutto il mattino e il pomeriggio confessando. Molte di queste persone convivono, per cui non si può dargli l’assoluzione. Però approfitto sempre per vedere che ci siano le condizioni di volere celebrare il matrimonio, e concludo facendogli una preghiera e imponendogli le mani, per chiedere che arrivino presto a mettersi in grazia di Dio.

Al lato di uno dei due saloni, in una stanzetta, l’adorazione eucaristica, dove si sono alternati, mattina e pomeriggio i parrocchiani che hanno fatto i ritiri scorsi.

Alla fine, la liturgia di consacrazione allo Spirito Santo si è dovuta fare alla svelta perché era già l’ora di cominciare la messa conclusiva.

Alla fine della messa ho chiamato i parenti di quelli che hanno fatto il ritiro, perché gli dessero un abbraccio e un bacio. Non ce n’erano tanti, e qualcuno ha avuto vergogna e non è uscito allo scoperto. Ma è stato anche quello un momento molto bello.

Mercoledì sera, dalle 6 alle 8, ci rivedremo con tutti quelli che hanno fatto il ritiro, per ascoltare le testimonianze e organizzare la catechesi che segue.

Vi invito a unirvi con noi, in preghiera, mercoledì alle 6 di sera!

Le nozze di Kenia sono state veramente belle!

C’erano le due famiglie, c’erano molti della parrocchia, soprattutto per l’amicizia con Dany, sua mamma.

C’era parecchia gente della scuola, perché Kenia è segretaria del nostro liceo.

E c’erano vari giovani della parrocchia dell’Amparo, da dove viene Robinson, il fortunato.

In più, c’era una rappresentanza di Constanza, soprattutto amici di Dany.

Kenia e Robinson sono la primera coppia che mette in pratica il consiglio che do a tutti quelli che si sposano, di impararsi a memoria le parole del consentimiento matrimoniale, e di dirle guardandosi negli occhi. È stato veramente bello.

Commovente è stata anche la presenza del papà di Kenia, che lei non vedeva da parecchio perché si è separato da Dany parecchi anni fa.

Insomma, è stata una festa molto bella. Grazie, Signore!

L’ultima messa in terra dominicana Franco l’ha celebrata stamattina alle 7 a Santa Margarita. La omilia l’ha lasciata a me, e ho approfittato per mettere in evidenza la vocazione dei missionari, che partono e tornano in disponibilità alla chiamata del Signore.

Alla fine della Messa Carmen ha detto alcune parole molto belle, ricordando tra l’altro una messa celebrata da Franco in occasione della festa della famiglia, dove aveva fatto sentire la cassetta di una bachata, e l’analisi di quelle parole aveva aperto a molti gli occhi sui messaggi che arrivano dalla musica che si balla qui.

Non gli abbiamo fatto di regali, gli abbiamo consegnato solo una cassetta con canti mariani. E abbiamo terminato alla svelta, perché Franco doveva finire di prepararsi per partire.

Il Ritiro di Evangelizzazione è cominciato serenamente, di 70 solo due non hanno potuto partecipare.

Juan Luis, il candidato diacono, non si è fatto vedere, come aveva detto, e ho dato io il tema che toccava a lui. Mi sembra di aver trasmesso il messaggio, era l’annuncio della fede in Gesù.

Buona anche la partecipazione all’adorazione continua, anche se la cappella non è mai stata troppo piena.

Domani parte il nuovo Ritiro di Evangelizzazione. Lo faranno una settantina di persone, che si sono preparate con amore nell’arco di quasi tre mesi.

Tra di loro ci sono anche 7 giovani, abbastanza maturi!

Non è uno, ma due ritiri in contemporanea, perché preferiamo lavorare con gruppi meno folti.

In una delle due equipe c’è Juan Luis, uno dei nostri due candidati diaconi. Purtroppo ha avuto una piccola difficoltà, e si è mezzo depresso, per cui per lo meno domani non vuole partecipare. Questa reazione non mi è piaciuta gran ché, perché si suppone che un futuro diacono sia un po’ più temprato. Mah, speriamo che da questa esperienza esca fortificato.

Domenica è la giornata di preghiera per la pace e la tranquillità del paese. I vescovi hanno chiesto di farlo vista la ondata crescente di micro criminalità, furti, omicidi, ecc. che si è prodotta dopo il cambio di governo.

Stasera abbiamo anticipato la preghiera con una veglia nella quale tutti i settori hanno partecipato attivamente, compresi i gruppi giovanili.

Ci sono state letture, canti, preghiere spontanee, e, alla fine, la benedizione eucaristica.

Si sentiva la partecipazione attiva di tutti.

Io e Lorenzo ci siamo passati tutto il tempo della veglia confessando. Abbastanza persone, grazie al Signore.

La cosa che più mi è piaciuta è stata la confessione di Loraida, una nostra maestra, che da un po’ di tempo si sentiva un po’ “fredda”, come dicono qui, e quindi non faceva la comunione.

Alla fine ho invitato tutti alla messa di domani mattina, come una forma di mantenerci nello spirito di questa preghiera per il paese.

E domenica, durante il ritiro di evangelizzazione, pregheremo ancora per questa causa che sentiamo tanto importante!

Mannaggia, non sono ancora riuscito a farlo.

Ho cominciato a farlo come un database, ma mi sono arreso: è troppo complicato calcolare e salvare valori calcolati all’istante.

Adesso sto provando con il foglio elettronico. Speriamo bene!