Contributi nella categoria 'Parrocchie'

È da due giorni che mi passo molto tempo chiuso nell’ufficio della parrocchia.

Avevo da preparare i tre foglietti da distribuire i tre giorni della missione Duquesa.

Avevo anche da mettere a posto i testi della catechesi prematrimoniale. Son otto catechesi, sono a un 50% del lavoro.

Ho da scrivere tre lettere di presentazione per i tre seminaristi nostri che entrano al prefilosofato. fino ad ora ne ho scritto una, rimangono da fare le altre due, e penso che mi porteranno via almeno due ore l’una tra una cosa e l’altra.

Edilenia ormai sa che deve farmi da filtro, e a questo è servita anche la rimodellazione dei due uffici. Adesso non si può arrivare al mio ufficio senza passare per Edilenia.

Di fatto non riesco mai a lavorare più di quindici minuti senza interruzione. Un po’ che ci sono dei collaboratori stretti che sanno che hanno accesso perenne al mio ufficio, Marcial per primo, e poi Carmen, Bilma, Miguel, Nidia, Germania, e la stessa Edilenia. Ma anche le varie bidelle quando mi portano qualche documento da firmare. Un po’ che arriva sempre qualche telefonata di gente che mi richiama, o che comunque sono responsabili di settore o ministri, e c’è sempre qualcosa di importante da coordinare.

A ‘sta maniera non mi annoio facilmente…

Il Corso di Preparazione al Matrimonio che stiamo facendo non ha tante coppie, ma sono proprio forti!

Ci sono Elvira e Carlos Rafael. Lei viene a Messa quasi tutti i giorni, ed è una giovane sui 28 anni, sempre sorridente. Lui ha alle spalle una vita da alcolizzato e dongiovanni, che ha lasciato un anno fa quando è entrato in pieno nella chiesa, e adesso va all’incontro di preghiera carismatica e canta nel coro.

Ana e Ramón vivono nella parte bassa della parrocchia. Ana è figlia di Carlos, un uomo molto impegnato e molto “cattolico”. Suo marito è da poco che viene a messa, ma gli si vede una gioia di vivere la fede. Quando andavano via stasera mi ha colpito la forma in cui si davano la mano, sembravano due innamorati, e hanno per lo meno 15 anni di vita insieme.

Concepción e Ramona sono abbastanza giovani. A lui piace molto parlare, ma a volte sembra che vada per conto suo, mentre lei è più profonda in quello che dice.

Ci sono poi il “Pollo” e sua moglie. Lui ha questo soprannome da quando era piccolo, e gli piace, e si presta anche a scherzarci su. Hanno sulla settantina, ma gli si vede un’allegria da giovincelli. Si sono messi insieme tardi, lui ha un’altra famiglia alle spalle.

C’è poi un’altra coppia molto bella: Hugo e Guillermina, lei è animatrice di comunità e catechista, lui si è avvicinato alla chiesa da quando abbiamo aperto la parrocchia nuova. Sono tutti e due allegri e positivi.

La volta scorsa, che era il primo incontro, vari di loro hanno espresso la volontà di sposarsi presto. Mi ha fatto piacere, perché normalmente la gente fa mille conti di quello che deve spendere, e alla fine passa moltissimo tempo prima di sposarsi.

Oggi Ana e Ramón mi hanno confermato che anche loro si sposeranno al più presto. E anzi, spenderanno solo per gli anelli e per ritrovare i documenti, il resto non gli importa, né vestito né rinfresco.

È un entusiasmo che mi commuove sempre!

Stasero mi sono reincontrato con il capo della banda di Duquesa.

L’ho chiamato che gli volevo parlare, con relazione alla tre giorni di evangelizzazione che faremo a partire da domani.

L’ho trovato meno sincero dell’altra volta. Là si era arrivato a sbottonare, aveva ammesso di essere il capo della banda, stasera invece ha negato tutto.

Gli ho comunque chiesto di aiutarci a far accettare bene i missionari nelle case, di motivare soprattutto gli uomini e i giovani perché ricevano con amore e attenzione la visita.

Gli vedo un fondo di bontà, spero con il Signore e sogno che in futuro sia un lider della chiesa.

Venerdì cominceremo la piccola missione speciale a Duquesa.

Da quando sono successi i fatti di Guaricano e i problemi per l’acqua (vedi /?p=906 e anche gli articoli dei giorni seguenti) abbiamo pensato di fare questa iniziativa, come una maniera di aiutare la comunità a ritrovare la pace e a uscire dalla spirale della violenza.

Stasera avevamo l’incontro di programmazione della missione con i missionari. Se ne sono presentati 33, ma potrebbero essere qualcuno di più.

Con l’aiuto di Sánchez abbiamo presentato la situazione di Duquesa, e poi abbiamo studiato il materiale con i tre messaggi da cercare di far arrivare a tutti nei tre giorni della missione.

Focalizzeremo l’annuncio:

  • sull’amore di Dio per ognuno
  • sull’amore di Dio per la nostra famiglia
  • sull’amore di Dio per la comunità di Duquesa.

Ogni coppia di missionari dovrebbe visitare 16/17 famiglie, e venerdì e sabato abbiamo a disposizione due ore.

Invece domenica mattina faremo una cosa più veloce, perché vogliamo invitarli alla messa che sarà alle dieci del mattino.

Insieme ai missionari ci porteremo a Duquesa un gruppo di oranti, per sostenere con la preghiera l’opera di chi annuncia.

Sono certo che il Signore lavorerà in questa missione, anche se non so né con chi, né come. Da parte mia ho la speranza che i capi delle bande (sembra che siano tre) lascino il loro sporco lavoro.

Ce la farai, Signore? So che anche tu lo desideri. Te lo lasceranno fare?

Il parassita che ho adesso si chiama appunto Blastocistis Hominis.

Non so come me lo sono preso, ma avevo notato da una settimana che l’intestino non funzionava perfettamente.

Il medico mi ha prescirtto uno sciroppo antibiotico, solo che si è sbagliato e mi ha prescritto la dose doppia, con il risultato che al secondo giorno avevo sintomi di influenza.

Smettendo di prendere lo sciroppo tutto è tornato alla normalità.

E se io che ho tante precauzioni riesco a prendermi ‘sti parassiti, cosa non avranno i bambini che giocano nudi per strada tutto il giorno.

Secondo me tutti hanno parassiti intestinali!

9:13 pm

Sbobinando (11)

Nuestra Señora del Amparo è una piccola miniera di sorprese, una specie di dépendance di Genova.

C’è un bellissimo Cristo arrivato da Voltri, con tanto di targhetta che ne ricorda la provenienza (l’avrà portato don Lino, o gliel’avranno mandato a suo tempo i parrocchiani voltresi: mi informerò).

Il pezzo forte è sulla destra, nientemeno che la Madonna della Guardia, proprio quella cui si affidò Papa Giovanni Paolo II quando venne a Genova nel ’90.

Chiedo a Simone di sostituirmi davanti alla telecamera: gli tengo il microfono, facciamo una cosa all’americana (microfono molto basso e intervistato in primo piano, nessun ostacolo fra lui e il telespettatore).

L’esperimento mi sembra buono: come dice Tito, “mettiamolo in macchina”.

Sul grande piazzale davanti alla Chiesa un bel nugolo di ragazzi: chi gioca a pallavolo, chi a baseball, c’è un dj in azione; una mezza dozzina di ragazzine distribuisce dolcetti e bevande, il prezzo è modico: si raccolgono offerte per non so quale attività parrocchiale.

Lo speaker annuncia la presenza de “los hermanos de Genova”, ci accolgono con un applauso e una sfida a pallavolo.

Qualcuno mi chiede: “Giochi anche tu?”. Mostro la pancia. E poi non ero granché neanche da ragazzo.

La riunione degli animatori delle CEB di oggi pomeriggio è stata bella.

Abbiamo iniziato il tema di settembre, quello sull’educazione.

Un’animatrice ha detto tra una cosa e l’altra: “Viene voglia di studiare anche a me!”. Mi ha fatto tenerezza.

Si ragionava sull’importanza di prepararsi, educarsi, studiare sempre. Ho visto una certezza che bisogna farlo, per lo meno in una parte degli animatori.

Di fatto vari di loro dall’anno scorso, e molti da quest’anno, sono tornati a scuola, qualcuno in quinta, qualcuno in ottava (terza media), qualcuno in seconda liceo. A 40 o 50 anni, e con vari figli. Sono persone eccezionali!

Durante l’incontro ho anche fatto con loro una riflessione ad alta voce: in Italia non abbiamo questa struttura di Comunità Ecclesiali di Base o di piccole comunità presenti sul territorio. Non abbiamo neppure qualcuno con la voglia di preparare un materiale ben fatto che possano usare tutte le piccole comunità della diocesi. È che qui da questo punto di vista siamo più avanti che in Italia!!!!!

10:23 pm

Sbobinando (8)

Candido è magro e alto: come a chiunque abbia superato il 40, uomo o donna che sia, ha un’età che non so definire. È magro e alto, dà un certo senso di forza, forse perché parla con calma. Ci offre una curiosa analogia: “La missione di Genova è per noi quello che la batteria è per il cellulare: la inserisci e il cellulare va”.

Prima di parlare con lui ho chiesto un paio di cose a Pastora Arias, che ha risposto con grandi sorrisi e poche parole, trasmettendomi comunque una intensa carica spirituale.

Candido dà soddisfazione: il suo è un ragionamento bene articolato.

“Questo per me è un giorno meraviglioso – dice – perché segna la crescita della nostra comunità: la Cappella dimostra che abbiamo fatto così tanta strada da dover già dividere la Parrocchia, è un risultato straordinario. Stiamo facendo un grande lavoro: siamo orgogliosi di essere dominicani e di condividere questa grande esperienza, che rafforza il nostro spirito, il nostro essere cristiani”.

Perché nessuno può dimenticare l’inizio della storia: “Quando arrivò la missione vivevamo in un’enorme discarica di spazzatura; con lo sviluppo del progetto pastorale e con l’aiuto dei fratelli di Genova stiamo trasformando il nostro barrio in un posto civile, pulito. Certo, siamo poveri, ma abbiamo trovato la voglia di lottare e di avere una speranza”.

Che bella la voglia di avere una speranza.

Oggi pomeriggio ho avuto il piacere di confessarmi.

Con la missione parrocchiale e l’inizio della scuola e del catechismo ero rimasto un po’ indietro, e sono contento di esserci riuscito.

In macchina ho portato con me Noni e Chapito, due giovani della pastorale giovanile di Santa Margarita, approfittando il tragitto (5 km) per parlare di un loro progetto di una giornata di sensibilizzazione ai temi della delinquenza e dell’aborto, e sono stato contento perché quando siamo stati là si sono confessati anche loro.

Hanno visto il seminario carmelitano, hanno conosciuto un prete nuovo che ha fatto loro un’ottima impressione. Io credo che si sentono un po’ più chiesa.

Grazie Signore! per quello che hai dato a me e per quello che hai dato loro.

10:20 pm

Sbobinando (7)

Anche Juana mi sembra un bel tipo. Piccola come Roselina, altrettanto convinta di vivere un’esperienza spiritualmente importante; sorriso aperto, capelli lisci nerissimi, orecchini ad anello di medio diametro, giusti per il suo viso, maglietta bianca a vu, piccoli occhiali da vista senza montatura.

Dice Juana: “Abbiamo condiviso la costruzione di questa Cappella, ci siamo preparati per tanto tempo a comprendere il valore della sorpresa che il Signore ci ha regalato. Per ora è piccola, avete visto quanta gente è rimasta fuori? Siamo sicuri che un giorno sarà una bella Parrocchia, come le altre che i missionari di Genova hanno aperto nel nostro barrio in questi anni”.

Le chiedo notizie di vita quotidiana.

Mancano la corrente e l’acqua potabile, mi spiega: alla sera fa davvero buio presto, e alle dieci di sera il buio totale fa un certo effetto: la centrale che fa orribile mostra di sé accanto alla missione, dunque in pieno barrio Guaricano, è una beffa oltre che una presenza incongrua con il senso comune.

Penso alla gente sfrattata dal Faro a Colón e riparata in Guaricano (ne parleremo più avanti): prima ha faticato a sostituirsi a una discarica (trasferita a Duquesa: parleremo anche di questo), poi si è ritrovata fra i piedi quest’altro orrore.

Prima stavano malissimo quanto alla puzza.

Come stanno a inquinamento elettromagnetico?

Ho dimenticato di chiederlo a don Paolo, che essendo laureato in fisica sicuramente lo sa.

9:33 pm

Sbobinando (6)

(Ficomincio a sbobinare dopo tre giorni di interruzione, causa eccesso di lavoro: oggi finalmente sono di riposo, dunque riprendo)…

La messa è finita. Sarà che mi sento trasferito ad altro tempo e altra dimensione, ma ho l’impressione che la gente sia davvero andata in pace. Gli uomini portano via le panche, restituite alla Parrocchia Santa Margherita, a Casa Betania dove fra un’ora don Paolo celebrerà di nuovo.

La Cappella appena consacrata si svuota rapidamente come s’era riempita, possiamo registrare qualche intervista.

Roselina è piccola e magra. Appesi ai lobi due orecchini lunghi e sottili, i capelli divisi da una riga precisa e riuniti a coda di cavallo dietro la nuca. Indossa una bella camicetta azzurra con righe sottili e molto larghe, il colletto lungo e appuntito.

Non so quale ruolo abbia fra le donne della comunità del Guaricano, ma parla da leader.

“Per noi la chiesa è il nostro incontro e il nostro inizio – mi dice -. Grazie alla Parrocchia molte persone hanno incontrato Dio: è quello che ci tiene uniti e forti, ci fa essere comunità. Lo dobbiamo a Padre Pablo, gliene siamo molto grati”.

Dice che sentono un forte legame con Genova, comunidad hermana capace di trasmettere aiuto e amicizia.

È bello sentirselo dire.

Nella parrocchia de Nuestra Señora del Amparo si è conclusa stasera la festa patronale.

C’era una bella chiesata di gente, e insieme a la gente del Amparo c’era un buon numero di persone di Santiago e di Santa Margarita.

Non poteva mancare Sila, la nostra cuoca, devotissima della Madonna della Guardia e vicinissima sempre a don Lino.

Padre Federico, che ha presieduto l’Eucaristia, ha voluto alla fine ringraziare Sandra e tutti gli altri laici e preti genovesi che si sono avvicendati e che hanno lavorato nella missione. Dalla gente è partito spontaneo un applauso riconoscente.

A me è toccato fare l’omelia, ho fatto risaltare come al santuario della Guardia le persone si avvicinano cercando il sacramento della Riconciliazione. L’intercessione materna di Maria è autentica quando aiuta a riconciliarsi con il Padre in Cristo.

Alla Messa dei giovani Rosanna ha fatto la testimonianza sul pellegrinaggio della Giornata Mondiale della Gioventù.

Le ho lasciato un bello spazio dopo l’omelia, e ha raccontato parecchie cose, e mi ha colpito soprattuto questo:

Il papa ha affermato di credere nella gioventù, e che i giovani sono il futuro della chiesa.

Le peripezie per gli spostamenti, soprattutto per arrivare e andarsene dalla spianata della messa di domenica.

La veglia all’aperto, in sacco a pelo, e la giornata seguente, l’unica calda con il sole.

L’accoglienza che ha ricevuta nelle due famiglie che l’hanno ospitata, una a Essen e l’altra a Colonia.

La facilità di comunicare, con quel po’ d’inglese che sa, con gente di tutti i posti, e dove non arrivava l’inglese arrivavano i gesti.

La bandiera domenicana tessuta sul suo berretto, che facilmente la metteva in contatto con tutti: da quanto diceva tutti i giovani provavano una simpatia innata per la Repubblica Dominicana.

Ho visto le facce dei giovani presenti alla messa aperte al sorriso mentre Rosanna parlava e spiegava.

Tutti ci siamo sentiti in Germania insieme a lei.

Ieri sera i giovani hanno fatto una festa per tirare su i soldi della batteria che hanno comprato.

Oggi è venuto fuori che si sono messi a vendere anche la birra, contro quello che eravamo d’accordo. “Naturalmente” hanno pensato che avrebbero tirato su di più, e così è stato.

Abbiamo chiarito la cosa, hanno promesso che non lo faranno più.

Qui la gente è molto attenta al discorso alcoolici, anche perché spesso e volentieri dove c’è alcool succedono tutti i tipi di problemi.

Come chiesa vorremmo fare le cose con uno stile diverso, e con uno stile che le famiglie abbiano la fiducia per poter mandare i figli.

Poco a poco speriamo di riuscirci.

Stamattina una persona che conosco abbastanza bene ha ammazzato con cinque colpi di pistola un collega di partito.

Tutti e due sono (o erano) del PLD, il partito che è al governo adesso. Sembra che il problema sia nato da una differenza nell’amministrazione di aiuti per la comunità: uno l’avrebbe distribuiti alla gente, l’altro se li sarebbe venduti. Da qui l’eliminazione fisica.

La cosa mi colpisce perché non più tardi di quattro giorni fa avevo visto l’assassino, sorridente, come sempre, gentile, come sempre, mi aveva salutato. Due domeniche fa suo figlio si era rivisto a Messa dopo un sacco di tempo.

Cosa mi passerà nel cuore quando li rivedrò?

Signore, aiutami a vederli con i tuoi occhi.

9:36 pm

Caldo boia

Stasera a Messa, nella Cappella San Francisco, avevo un caldo boia.

Nell’ambito della costruzione degli uffici provvisori della parrocchia Divina Misericordia si è dovuto tappare le aperture grandi di destra in alto che la cappella aveva per l’aerazione.

Purtroppo adesso di aria ne passa ben poca.

Dovremo trovare un altro sistema per non morire di caldo. C’è un ventilatore, ma quando non c’è luce va con l’inversore e quindi a giri ridotti, in pratica quasi non si sente.

La giornata era particolarmente calda. Nonostante mi fossi bevuto una bottiglietta d’acqua prima della messa, ne ho dovuto bere un’altra dopo per ripristinare i liquidi persi sudando durante tutta la messa.

Oggi pomeriggio in vari punti della parrocchia, o meglio, delle due parrocchie, si è fatta l’iscrizione al catechismo.

Stiamo esigendo che vengano i genitori, in maniera che i catechisti possano cominciare a conoscerli e a intraprendere con loro un dialogo, da portare avanti lungo l’anno catechistico, tra le altre cose convocandoli ogni due mesi.

Non ho potuto fare il giro dei centri perché avevo delle faccende urgenti da risolvere in parrocchia.

Domani devo farmi dire dai vari responsabili di centro come è andata.

Il cardinal Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, vuole che tutte le volte che sia possibile si dividano le parrocchie grandi, in modo che la chiesa sia più vicina alla gente.

All’aver praticamente iniziato la parrocchia Divina Misericordia ho cominciato a pensare, qualche mese fa, che dovremo fare una nuova parrocchia: il settore San Ramón, i campos.

Sono molto lontani dal centro parrocchiale, e non solo, sono separati dal resto della parrocchia da una circonvallazione e da tutto un quartiere ricco che sicuramente non sarà inglobato in Santa Margarita.

Così con la gente del settore abbiamo cominciato a vedere se, con calma, troviamo un terreno un po’ grande per la futura chiesa parrocchiale.

Stamattina appunto sono stato là, e abbiamo parlato con un uomo che è rappresentante di varie persone che vogliono vendere.

In realtà i terreni di cui è rappresentante non sono soddisfacenti, per motivi di prezzo o di condizioni di vendita.

Di per sé abbiamo ricevuto la promessa di un terreno di quasi 1,000 metri quadrati, ma è troppo da una parte, e vorrei vedere se ci permettono cambiarlo con un altro.

Sembra ci sia una famiglia che ha molta terra e che potrebbero dare una parte delle loro proprietà a un prezzo comodo.

Stiamo a vedere… in preghiera!

La costruzione degli uffici della nuova parrocchia Divina Misericordia è a buon punto: domani si farà la gettata del tetto.

Finora ci abbiamo speso un centinaio di migliaia di pesos, e non so quanto ci costerà finirla, so solo che bisogna farla perché non ha senso aprire una parrocchia e non avere un’ufficio.

Ci uscirà anche un appartamento, per quando il cardinale vorrà mandare un prete a occuparsi a tempo pieno della nuova parrocchia.

Quel giorno, se succederà finché sarò qui, sarà un po’ triste per me, perché significherà lasciare tante persone amate, e amate molto. Ma non ci penso più di tanto, il Signore non mi ha mai tradito, e anche se questo dovesse succedere sarà sicuramente per un bene più grande.

9:24 pm

Leidy ci lascia

La segretaria della scuola serale, Leidy, lascia il lavoro perché ne ha trovato uno migliore.

Lavorava nella nostra scuola serale e in un lavoro del governo al mattino, ma li ha lasciati tutti e due da quando ha trovato un nuovo lavoro che la occupa mattina e pomeriggio. E la sera va all’università.

Per me Leidy è particolarmente cara perché è sorella di Heriberto, il mio figlioccio seminarista. Anche lei ha una bella confidenza con me, e spesso mi fa la sorpresa di raccontarmi qualcosa di bello.

È molto attiva anche a livello parrocchiale: ha fatto il ritiro di evangelizzazione, ha fondato un gruppo di adolescenti nuovo ne La Mina, ed è molto attiva nella liturgia.

È un tesoro non solo a scuola, ma anche nella parrocchia!

Oggi pomeriggio il generatore era di nuovo in funzione.

Non sembra, ma quando non hai luce ti fa piacere pure il rumoraccio di sto motore diesel che gira a esattamente 3,600 giri al minuto, in modo da darci una tensione a 60 Hz.

Tra tutto il lavoro ci costerà sui 40,000 pesos, circa 1,200 euro. Li sta tirando fuori la cassa del liceo.

Non sono tante coppie, soltanto cinque, ma mi sembrano ben motivate a sposarsi presto.

Tra loro ci sono Rafael e Virgen, che vogliono sposarsi nella messa delle sette di mattina alla presenza di tutta la comunità.

Ci sono anche Hugo e Guillermina, lei partecipa alla messa quasi tutti i giorni, e ha una voglia matta di fare la comunione. Suo marito ho potuto conoscerlo un mese, fa, mi ha fatto subito una bella impressione, e sono sicuro che il Signore ci aiuta a conquistarlo per il lavoro del Regno.

Oggi pomeriggio sono andato al campo per la riunione con i catechisti.

Non sono molti, una decina in tutto, e ho dovuto andare là perché per loro è molto più difficile venire alla parrocchia.

Mancavano quasi la metà, non so perché.

Con quelli che c’erano ho lavorato sulle stesse cose lavorate con gli altri: attenzione pastorale ai genitori dei bambini, educazione alla formalità (richiedere l’atto di nascita), importanza della formazione dei catechisti.

Venendo via ho parlato con Palón, il quale mi ha comunicato che la sua famiglia è disposta a regalare una tarea di terra (375 metri quadrati) per fare una chiesa vera e propria.

Da quasi una settimana in parrocchia e a scuola siamo solo con la luce de la calle come si dice qui, cioè “della strada”, cioè quella che dà la compagnia elettrica.

Il generatore ha sofferto ultimamente due surriscaldamenti dovuti al fatto che è rimasto senz’acqua nel radiatore, e questo ha fatto rigare pistoni, cilindri, albero motore.

Risultato: cambiare camicie, pistoni, anelli, retificare albero motore, valvole, ecc.

Solo che in materiali abbiamo già speso 20,000 pesos, che gravano sul bilancio del liceo (attualmente è il bilancio meno minacciato…), e ci dovrebbero essere circa 5,000 pesos di mano d’opera, in totale 715 euro.

Per domani sera dovrebbe essere tutto aggiustato, Dios mediante, “con l’aiuto di Dio”, come dicono qui.

9:43 pm

Sbobinando (5)

Lo scambio del segno della pace è una via di mezzo fra la nostra ritrosia e l’entusiasmo infinito dei brasiliani; lo facciamo da più di trent’anni: noi non ci siamo ancora ancora abituati a viverlo con l’immediatezza e l’intensità che merita, loro non si sono ancora stancati di andarsi a cercare per tutta la chiesa e di abbracciarsi come se non si vedessero da una vita.

I dominicani mi sembrano disposti al sorriso e a gli abbracci almeno quanto i brasiliani, ma il loro segno della pace mi pare più misurato.

E’ stata una bella Messa, vissuta bene.

Per quello che sono riuscito a capire della predica, don Paolo ha valorizzato bene la Cappella come frutto di sacrifici e volontà comuni, il senso della partecipazione: chi ha lavorato davvero si sarà sentito gratificato; chi si è fatto chiamare più del dovuto chissà che non si sia sentito incoraggiato, mettiamola così, a una futura maggiore solerzia.

M’è piaciuto sentire don Roberto leggere in spagnolo (in seguito scoprirò che conosce anche il tedesco: non c’è male, questi nuovi preti hanno un sacco di risorse).

Mi avventuro anch’io, per la prima volta dopo l’ormai lontano esame all’università.

In realtà è una prima volta assoluta perché allora avevo fatto scena muta e mi aveva salvato la pietà della prof, questa volta mi sono preparato con l’aiuto della Scià Hola, la mia vicina di casa señora Amalia Martínez.

Mi profesora mi ha raccomandato di buttarmi “sin tener vergüenza: lo importante es comunicar”.

Chissà se si scrive così. Comunque mi sono buttato. Sin vergüenza.

Stamattina ho incontrato varie giovani donne che battezzeranno i loro figli.

Da qualche anno chiedo a tutti quelli che vogliono battezzare i figli piccoli che passino per il mio ufficio per parlare brevemente, conoscerci un po’. Lì approfitto sempre per motivarli al matrimonio, o per lo meno a pensare in maniera diversa la loro unione.

Gli effetti a breve termine non si vedono, ma sono sicuro che è uno sforzo necessario, per aiutare questa cultura a pensare il matrimonio con più serietà.

La cultura del matrimonio qui è: ci sposeremo quando ci conosceremo, che tradotto dal dominicano significa (da parte dell’uomo) ti sposerò quando non avrò più la tentazione o la possibilità di andare con un’altra donna, o (da parte della donna) ti sposerò quando smetterai di andare dietro a tutte le donne del quartiere.

Il matrimonio è considerato sacro, e per questo non ci si sposa, perché si sa che verrà sicuramente profanato.

C’è dietro un’abitudine a vivere il matrimonio alla giornata, e alla prima difficoltà molte coppie si lasciano, facilemente così come facilmente si erano messe insieme.

9:52 pm

Sbobinando (4)

È il momento: don Paolo va a consacrare la Nuova Cappella, che lui o chi verrà dopo di lui sicuramente un giorno dichiarerà Nuova Parrocchia.

È accompagnato da don Roberto, parroco di Mignanego e cappellano a Bolzaneto, prossimo a trasferirsi nel cuore di Sestri Ponente, in Guaricano da un paio di settimane con Eugenia, Milena e Simone.

Con i due don c’è Marcial, il diacono, uno dei testimoni più significativi della missione pastorale svolta in questi anni dagli inviati della Diocesi di Genova.

Penso che è davvero bello condividere la gioia di chi ha voluto e fatto nascere un Tempio.

Questo ha un aspetto pionieristico, sa di lavoro appena cominciato, per quanto sia l’ultimo frutto di un albero portato da Genova tredici anni fa.

Rifletto sull’innegabile patrimonio di gocce di sudore contenute in ogni primo atto. Mi è stato dato il dono di essere figlio, e il privilegio di trasmetterlo ai miei figli, cui spero di saper comunicare le stesse cose. A cominciare dalla gioia di essere qui.

9:52 pm

Sbobinando (3)

Prima hanno recitato il rosario, ora tutti cantano.

La Cappella è gremita ed è bellissimo guardarla da fuori: i ritardatari non hanno trovato posto e sono all’esterno, quasi tutti in piedi tranne qualche signora anziana cui è stata recuperata una sedia di plastica.

I più previdenti si sono accomodati su panche arrivate dalle parrocchia di Betania: mi è piaciuto vederle scaricare da macchine furgoni e camioncini, e poi portate in chiesa dalle braccia forti degli uomini.

I bambini arrivati per ultimi sono seduti sul gradone lungo il lato maggiore sinistro della sala, quello che affaccia sulla campagna. Tutto ha un ché d’altri tempi.

Sono le 7.30 quando Juana apre un foglio bianco, lo piega al contrario per vedere solo le sette righe che deve leggere.

Scandisce bene le parole: “Il Signore ci ha dato una nuova parrocchia, la perla più preziosa, il tesoro nascosto che abbiamo trovato. Pieni di entusiasmo e di allegria, accogliamo il nostro celebrante”.

Il pomeriggio di oggi è iniziato presto, per andare in città a parlare con Perpiñan sulla connessione wireless al loro internet.

È d’accordo, adesso dobbiamo vedere come realizzare la connessione, se farla con la ditta che mi ha fatto il preventivo di 1680 dollari, o se si può fare in maniera più economica.

Dopo avevo la riunione degli animatori, quindi la riunione dei catechisti, e infine il corso per i genitori che battezzano i loro bambini.

Tra i primi due ho potuto anche parlare con Ángel Segura, il quale mi ha portato un primo risultato dello studio del preventivo della scuola. Nel documento mi invita a chiedere a Teófilo un resoconto dei prezzi che ha considerato per elaborare il preventivo stesso.

Sono arrivato a casa alle nove, stanco ma contento per il lavoro realizzato!

10:21 pm

Sbobinando (2)

Spalle alla Cappella, sguardo rivolto alla campagna, fra le mani un libro con la copertina nera. Indossa un vestito color acquamarina, un lungo velo blu elettrico le copre testa e spalle, la vita è cinta da un nastro bianco. Quando si gira mi accorgo che non è una suora, non so darle un’età. Guadagna rapidamente la parete che la ripara dai nostri sguardi e da quello, più fastidioso, della telecamera.

Abbiamo appena cominciato le riprese e già abbiamo spaventato qualcuno.

Resterà l’unica: dominicani e dominicane, senza distinzione di sesso, età e condizione sociale, si fanno fotografare e filmare più che volentieri. Infatti sorridono tutti i parrocchiani accorsi all’inaugurazione della Cappella, e nessuno più si nasconde davanti a Tito.

Sono bellissime le bambine con le treccine inanellate di giallo rosso verde blu, fanno simpatia i loro coetanei maschi, spesso più compresi nel ruolo e dunque più distaccati, ma solo in apparenza.

Sono belle e gentili le loro mamme, che esplodono di felice curiosità, come i loro figli, quando si accorgono che le diavolerie della tecnica permettono loro di vedersi in diretta (mentre la telecamera gira) o di rivedersi subito, immortalati nel display della macchina fotografica.

Cambia l’immagine. Compare don Paolo arrampicato su una scala, dietro l’altare, appiccicato alla parete sulla quale misura il Crocifisso. Chi ha messo il chiodo ha sbagliato la mira, confortato da un paio di consiglieri che abbiamo visto all’opera, senza però avere il coraggio di fermare la sciagurata operazione: inchioda più a destra, no… inchioda più a sinistra.

Insomma, si poteva fare meglio. Quel che conta è che Gesù in croce prenda il proprio posto, poi gli farà compagnia la sua bellissima Madre. E don Paolo farà i gesti della consacrazione. Fuori, los monaguillos e il diacono Marcial preparano l’incenso: camera stretta su un grappolo di mani. Voce di donna, parole felici: “Benvenuti nella nostra nuova Cappella”.

Nella messa di stasera abbiamo accolto di nuovo suor Modesta.

Quando ho chiesto alla gente se le vogliono bene e di dimostraglielo, è iniziato un applauso fragorossimo e ben lungo!

Suor Modesta ha portato i saluti della sua famiglia, ha raccontato di sua mamma e suo papà che sono anzianotti, ma che tutti i giorni andavano a Messa con lei, e poi sulla strada del ritorno visitavano il cimitero e si fermavano per strada a parlare con tutti gli amici.

La gente ha apprezzato molto questi raccontini di suor Modesta, soprattutto con il fatto che il loro mondo è ancora più lontano che non l’Italia, dove bene o male qualche dominicano va a vivere e quindi sanno qualcosa, ma dell’India non sanno niente!

9:19 pm

Sbobinando (1)

Nel nostro gergo, sbobinare significa vedere la registrazione (“il girato”) e prendere appunti: li condivido con voi e provo a raccontarvi, una briciola per volta come pollicino, quello che ho visto. Vi ringrazio ora, e procedo.

(1)

Guaricano, 24 luglio 2005. la luce secca del mattino. la telecamera di Tito inquadra donne e uomini che sembrano venirci incontro: alle sette appena passate non si va a passeggio ma alla prima messa. sono tanti, si presentano in perfetto ordine, uno di loro ha un cartellino che lo qualifica responsabile del servizio d’ordine. penso che non ho mai visto niente del genere nelle nostre parrocchie. forse è un segno che qui, come altri posti in cui la gente ha poco, avere un ruolo è già qualcosa.

Oggi è un giorno importante, si inaugura la nuova cappella. come ricorderà don Paolo (padre Pablo) durante la messa, la costruzione in cemento e legno, col tetto di lamiera come quasi tutti i tetti delle case del barrio Guaricano, è frutto del lavoro dei parrocchiani. “Ciascuno di voi – dirà – ha rinunciato a qualcosa pur di mantenere l’impegno”. Non dev’essere stato facile: mi hanno detto che per i dominicani una delle cose più naturalmente negoziabili è l’appuntamento. ho visto che molti di loro non portano l’orologio. Beh, anch’io, soprattutto d’estate, lo porto malvolentieri.

Sandra è venuta alla messa dei giovani. E mi sembra che se la sia goduta, perché la vedevo sempre con un buon sorriso!

In Santa Margarita, stamattina, abbiamo salutato i seminaristi in partenza per il seminario.

Alle 7 avevamo solo Willy e Miguel Ángel, perché Brondy era alla Divina Misericordia, e ha salutato lì.

Ci sono state parole belle per i seminaristi, la comunità sente che ha ricevuto un regalo grande e sa che deve accompagnarli con la preghiera.

Alle nove poi li avevamo tutti e tre, e c’erano anche Agripina e Apolinar, i genitori di Brondy. Si sono commossi tutti e due quando li ho chiamati all’altare a dire cosa sentivano in un giorno belllo come questo.

Brondy da parte sua ha detto due parole carine, dando testimonianza del fatto che comincia contento il cammino del seminario.

E poi, Willy e Miguel Ángel si sono accomiatati chiedendo preghiera a tutti. Mi ha colpito che hanno parlato dei dieci anni che hanno davanti prima di arrivare a diventare preti, ma che la cosa non li spaventa. Entrano all’anno di prefilosofato, in cui la comunità formatrice cerca di fortificare alcuni aspetti soprattutto nello spagnolo e nella matematica, in maniera da arrivare più solidi alla filosofia.


In piscina con i catechisti

Oggi abbiamo fatto la gita di fine anno dei catechisti.

Siamo andati a Cotuí, dove abbiamo celebrato la messa, e il pomeriggio ce lo siamo passati in una bella piscina. Dalle 12 e mezza fino alle 5 siamo stati in acqua, divertendoci serenamente.

Nella messa del mattino abbiamo fatto una cosa bella. Visto che la processione delle offerte è il presentare i frutti del nostro lavoro, ho invitato i catechisti a venire al micorofono a dire il nome di un loro bambino del catechismo che ha fatto qualche passo avanti, come frutto del loro lavoro.

Purtroppo mi sono scottato un po’.

È venuta anche Sandra, ed è rimasta contentissima della giornata!

Tra ieri e oggi abbiamo fatto due riunioni, una per ognuna delle due parrocchie, per pianificare l’inizio dell’anno catechistico e le mete da seguire.

I catechisti che hanno perseverato nel lavoro sono stati un 60%: l’atro 40%, qualcuno ha avuto impegni di lavoro, altri, giovanissimi, si sono addiritttura messi a convivere, altri hanno dovuto lasciare per salute, e qualcuno non ne aveva una gran voglia.

Per l’anno catechistico nuovo dovremmo avere una decina di catechisti in più, con l’aiuto di Dio, e spero che siano buoni catechisti.

Non sono granché convinto dell’opportunità di lavorare con catechisti adolescenti. Molte volte sono brillanti con i bambini, ma immaturi a livello di vita di chiesa.

Ho fatto capire che quest’anno dovremo cercare di lavorare molto di più con i genitori, per evitare di battere l’aria parlando a bambini di cui i genitori non si curano più di tanto.

Gestiremo in maniera diversa anche la preparazione ai sacramenti, costituendo delle équipe specializzate che portino avanti oguna la preparazione a un sacramento.

4:18 pm

In partenza

Che dire?

Tra poche ore partiamo, torniamo nella nostra vecchia e fredda Italia.. Sulle mie quattro settimane qui potrei scrivere paginate, e al momento stesso so che a parole non riuscirei a rendere bene quello che ho vissuto.

Come rendere, su una pagina, i colori, gli abbracci, le canzoni, il battito delle mani, i buchi per strada? Come spiegare, come raccontare gli odori, i bambini, le messe, il caldo e le zanzare?

So di certo, però, che questa esperienza mi ha fatto crescere molto, mi ha arricchito in un modo per me inaspettato, sotto tutti i punti di vista; e di questo ringrazierò sempre il Signore, per primo, che mi ha permesso di venire qui, e poi tutte le persone che non riesco a ringraziare a voce, forse anche perché mi metterei a piangere come una fontana… Don Paolo e Don Lorenzo, che mi hanno lasciato condividere con loro un po’ della loro vita, della loro missione; poi Francesco, Sandra, Carmen, sempre disponibili per tutto e così pazienti… e Fiammetta, fondamentale per me la sua presenza qui.

Non sono una persona dai facili entusiasmi, sono sempre portata a tenere un certo distacco dalle cose… eppure questo posto mi ha contagiata, mi ha portato via un pezzetto di cuore, mi ha cambiata, mi ha reso un’altra persona.

Mi porto via tante cose… mi porto via la gioia di andare a Messa tutti i giorni, la gioia di dire compieta tutte le sere, di incontrare il Signore così tante volte al giorno, tutti i giorni; mi porto via l’interesse e il divertimento che provo quando c’è sempre qualcosa da imparare, da scoprire, da capire.

Con l’augurio di poterle a mia volta trasmettere a Genova e nella mia vita di tutti i giorni, mi porto via l’accoglienza straordinaria delle persone che abbiamo visitato con Paolo, la gentilezza e l’allegria di tutti quelli che abbiamo incontrato.

Lascio volentieri qui, invece, il caldo e le zanzare…

Fra due ore si parte… sono un po’ triste… Già non vedo l’ora di rivedere Paolo a dicembre, Lorenzo a gennaio, Serafina a settembre e poi, chissà quando, i ragazzi, bambini e tutte le persone che ho incontrato…

Non voglio che questa sia l’ultima o penultima volta che posso scrivere sul diario… Sicuramente all’arrivo a Genova scriverò ancora due righe ma poi…. devo aspettare di tornare qui… Se potessi tornerei un altro mesetto a dicembre ma non credo che la scuola e i genitori permetteranno…

Stamattina a Messa mi è venuto il magone mentre Marcial ci parlava… È stato bello vedere che non ero l’unica a doversi asciugare gli occhi ma che anche qualcun’altro era triste e allo stesso tempo felice come me…

Sono stati giorni bellissimi… Il Signore mi ha fatto grandissimi regali e così tante delle persone che ho incontrato…

Meno male che avevo detto che la mia valigia sarebbe stata vuota… Non si sa come mai ma, oltre ad essere piena, emana anche un profumino di… MANGO!!!!!! Ahhhh che buono…..

Questo mese non mi piace chiamarlo “bell’esperienza” perché ora mi sembra che tutto quello che ho visto, vissuto, imparato faccia parte della mia persona, quindi del mio modo di vedere e fare le cose, di rapportarmi agli altri e così via… Mi sento cresciuta e in molte cose anche cambiata… Ora il mio compito è quello di portare questa testimonianza a Genova e di essere ancora missionaria… Con l’aiuto della preghiera mia e (spero) di chi leggerà queste righe mi auguro di riuscirci al meglio.

Sicuramente non mi dimenticherò mai di questi canti durante le messe, gli abbracci, il battere le mani, le facce dei seminaristi così giovani, i bambini per le strade, la gioia di poter andare a Messa tutti i giorni quasi come se la giornata senza l’incontro con il Signore non fosse completa, dire compieta tutte le sere insieme, viaggiare all’aperto su strade massacrate, poter dire il Padre Nostro, l’Ave Maria insieme agli altri in una lingua nuova e tante altre cose che scritte non rendono bene come quando si provano…

Scriverei ancora tantissimo ma il tempo stringe… A presto…

Alla riunione degli animatori abbiamo condiviso il tema sui valori dominicani e sulle cose tipiche dei dominicani.

La cosa viene dal fatto che nel piano pastorale che stiamo vivendo agosto è connotato come il mese della patria.

Sono venute fuori veramente parecchie cose, e mi fa piacere condividerli con voi. Le cose proprie dei dominicani sono:

  • Riso, fagioli e carne (piatto tipico che si chiama anche bandiera domenicana).
  • Il cazabe: una focaccetta fatta di yuca tritata e cotta su un forno a legna.
  • Il merengue e la bachata (ritmi musicali).
  • L’ospitalità.
  • La solidarietà.
  • L’allegria.
  • Il piacere di ascoltare la musica.
  • La voglia di cantare.
  • Il ballo, anche in chiesa.
  • Il battere le mani quando si canta.
  • La religiosità.
  • L’amore a Maria.
  • La Madonna dell’Altagrazia.
  • L’evangelizzazione porta a porta.

Non invidiamoli noi che siamo italiani, cerchiamo piuttosto di scoprire quali sono i nostri doni e di potenziarli al massimo, così come cercano di fare loro!

Se Gesù passeggiasse qui con noi mi avrebbe detto: “Uomo di poca fede!”.

L’esperienza della visita alle riunioni di settore, ieri sera, era stata in certo senso abbastanza deludente, precisamente per la scarsa participazione della gente. Meno per l’impegno delle equipe di settore nel preparare l’incontro.

Beh, a partire da quello che avevo visto mi ero fatto l’idea che tutti gli incontri in tutti i settori fossero andati alla stessa maniera.

Invece stamattina, durante la Messa ho scoperto che non è stato così: l’incontro nella cappella del Barrio è stato pienissimo, e così quello nella nuova cappella dello stesso settore. Ugualmente gli incontri del settore Altagracia Arca de Noè.

In particolare, per quest’ultimo settore Felipa, la moglie di Chapulín, ha dato la testimonianza che c’è andata pensando che non avrebbe trovato nessuno, e all’arrivare c’era già moltissima gente, ben animata, cantando e ballando, e poi ne sono arrivati ancora di più. Felipa ha vissuto la tentazione mia, quella di pensare che Dio non può stupirci.

Così che posso dire anche stasera: Grazie, Signore, sei fantastico!

Oggi pomeriggio toccava l’incontro sul tema della patria in tutti i settori.

Con Fiammetta, Eugenia e Sandra abbiamo fatto il giro di quattro settori.

Quello che abbiamo visto è che nella Mina e nella Nueva Alianza gli incontri sono stati fatti, anche se con poca gente.

Nel settore Emaús nessuno si è presentato. E nel settore Betania si è fatto solo un incontro perché all’altro non è andato praticamente nessuno.

Penso che il problema sia stato che in un giorno di festa così la gente dedica tempo alla famiglia, facendo o ricevendo visite.

Comunque sono stati ammirevoli i membri delle equipe che hanno preparato e portato avanti gli incontri!

…alla posa del primo mattone: sono un po’ questo, la visione delle immagini girate e la verifica delle interviste effettuate. Rappresentano l’autentico inizio della fase esecutiva di un servizio televisivo (vale anche per la radio: la procedura è identica).

Il primo mattone è stato cotto nella telecamera di Tito (quando abbiamo realizzato immagini e interviste), poi è stato messo a seccare (durante i miei dieci giorni di vacanza) nel computer (sempre di Tito) che ha trasformato il contenuto di una dozzina di videocassette digitali in un certo numero di dvd, ciascuno guarnito con pochi ma significativi simboli: il tale dvd contiene le tali videocassette.

Sono gli ingredienti necessari alla preparazione del cibo di cui si nutre il teleutente: appunto, un prodotto giornalistico. Servono immagini, voci, facce, mani, occhi, rughe, sorrisi, dolori. C’è bisogno di persone, delle loro storie, i loro pensieri.

Il mio mestiere è entrare nelle loro storie, nei loro pensieri. Il mio compito è capire se e quando e come le loro cose possano (debbano) essere trasformate in cose di tutti. a volte è pesante. a volte è bellissimo pensare di aver dato voce a persone e storie senza diritto di cronaca.

Sono pensieri che precedono ogni attesa del primo mattone.

11:13 am

Ultima domenica

Ieri era l’ultima domenica… La mattina alle 7 sono andata a messa nella parrocchia Divina Misericordia dove non ero ancora stata… È bellissima sia da fuori che da dentro…

Alla fine della messa Paolo ci ha chiamate sull’altare (tanto per cambiare) e con la Eugi abbiamo letto due parole, preparate la sera prima, in spagnolo… Per l’emozione mi tremavano sia le mani che le labbra…

Alla fine della messa molti sono venuti ad abbracciarci calorosamente augurandoci buon ritorno (sigh) e chiedendo di pregare per loro…
Una cosa così a Castelletto non me la riesco a immaginare…

Alle 9 invece c’è stata la messa con i giovani… Una delle cose più belle, oltre a ascoltare le loro parole, per me è stata cantare alla fine la canción del misionero con tutti loro, suonata da Gregory…

Alle 18:30 c’era la terza messa in parrocchia…. Ero molto tentata di fermarmi ma poi ho sentito di dover/voler fare un ‘altra cosa…

La sera dopo aver pregato con le suore mi sono fermata da loro ad assaggiare i loro mangiarecci piccantissimi….

Stamattina riposo, non faccio niente. Il paese celebra la Restaurazione della Repubblica, e non sarebbe giusto lavorare!

Nel pomeriggio, a partire delle cinque, andrò a fare il giro degli incontri che si faranno nei settori sul tema della patria.

Alle sette faremo la messa in italiano qui in casa.

Dopo la terza messa di stasera non ne avevo proprio voglia. Ma Juan Luis si è seduto nel mio ufficio, e non ha desistito finché non gli ho detto di sì. Il cognato di sua moglie è in una clinica in fin di vita, e da qualche giorno ha chiesto il prete, e così sono andato io.

Sono cose che quando poi ci sono le vivo bene, ma faccio una fatica tremenda a decidermi, le lascio sempre per un altro momento. Eppure è una delle prime chiamate di un prete: assistere spiritualmente gli infermi.

Quelli che leggete questo diario, vi chiedo di pregare per me perché in questo (e nel resto) mi decida a cambiare. Grazie!

Questa mattina, nella messa della parrocchia Divina Misericordia, abbiamo ascoltato la testimonianza del marito di Carmen Santiago.

Ha detto lui stesso che era un uomo che non viveva la chiesa. Era malato, ma da quando i missionari l’hanno visitato e hanno pregato per lui si è sentito meglio, e ha riconosciuto che era stato il Signore, e ha iniziato a venire a Messa.

Il Signore lo ha chiamato!

Oggi a messa, al momento dei saluti, dopo aver letto con una pronuncia improbabile un foglio in spagnolo, alcune persone della parrocchia ci hanno detto due parole di ringraziamento (per cosa?!).

Non so in quel momento dove sia andato a finire il mio solito autocontrollo, perché sono scoppiata a piangere come una bambina, non so se di gioia o di tristezza, forse entrambe le cose..

Oggi ho ricevuto troppi abbracci, grazie Signore!, aiutami a restituirli!

Stamattina mi sono reincontrato con il capo della banda di Duquesa, stavolta da solo io e lui, nel mio ufficio.

Il Signore mi ha aiutato a fargli un appello accorato a cambiare, a lasciare quel mondo che gli porta tanti problemi.

Alla fine abbiamo pregato insieme, chiedendo al Signore la grazia della conversione. L’ho visto disponibile, quasi commosso.

Adesso voglio continuare a pregare per lui, so che il Signore farà qualcosa di straordinario.

9:17 pm

Gioie semplici

Stamattina a Messa avevo tutti i nostri laici: Francesco, Carmen, Fiammetta, Eugenia, e Sandra, l’ultima arrivata.

Mi ha fatto troppo piacere esserci tutti, e alla fine ho invitato la gente a dare un forte abbraccio di benvenuto a Sandra.

10:50 pm

Batteria nuova

Oggi i giovani del coro Cristo Vivo si sono comprati la batteria.

Mi fa piacere, perché mi piace troppo quando è suonata bene.

Ma ho anche timore che all’inizio la suoneranno troppo male…

Con Lorenzo abbiamo pensato di non appoggiare le richieste di Guaricano di accompagnarlo a porre la denuncia contro la banda di Duquesa.

Ci concentraremo solo sul problema dell’acqua. Risulta infatti che la gestione da parte di Guaricano dell’acquedotto che abbiamo fatto con i soldi del fondo per l’acqua lasciava molto a desiderare: ha messo rubinetti privati a varie famiglie e ha quasi eliminato i rubinetti pubblici. Quest’ultima cosa sarebbe stata la causa del problema dell’altro ieri.

Probabilmente adesso metteremo un automatico per accendere e spegnere la pompa, in maniera che non ci sia bisogno di interventi manuali. E l’idea è quella di eliminare i rubinetti privati e di ripristinare tutti quelli pubblici. Lorenzo ha già mezzo parlato con la gente a Duquesa, e sembra che vada bene anche a loro. Dovremo però fare una riunione con tutta la comunità.

Oggi abbiamo fatto la missione nell’ultimo settore che rimaneva, il settore Emmaus.

Una parte del tempo della missione l’ho persa, paradossalmente, in altre cose: sono andato un momento in parrocchia per ricevere una cosa da Edilenia, e ho trovato i giovani che avevano appena comprato la batteria nuova, così abbiamo dovuto pensare dove e come metterla, e tra una cosa e l’altra è passata mezz’ora.

Poi con Ofelia sono stato a dare i sacramenti a un’uomo di mezz’età, che è malato (ha il cuore grande, dicono qui, non ho ancora capito bene cosa significhi): confessione, unzione dei malati, e poi ha chiamato tutti i vicini per chiedere perdono e perdonare tutti. La risposta dei vicini è stata simile, è stato un momento molto commovente.

A questo punto ho potuto andare a giracchiare per il barrio dietro ai missionari, ho potuto intrattenermi con Miguelina, una ragazza del gruppo giovani che pochi giorni fa è stata investita da un motorino e ha una spalla rotta. E anche con María, la giovane sposa di Manuel. Non sono gente di chiesa, ma mi promettono continuamente che inizieranno il loro cammino di chiesa, e così ne approfitto per andare a dargli calore.

La messa è stata contraddistinta dalla presenza dei bambini: molti, moltissimi.

Alla fine, quando ho chiesto a qualcuno una piccola testimonianza, una giovane madre ha detto visibilmente contenta: “Io non andavo alla Messa, però la Messa è venuta da me”. Ha “scoperto” che la chiesa va a cercarsi alla gente. Mi sono sentito bene, ho percepito che il cammino che facciamo come parrocchia è quello giusto.

Suor Serafina si aspettava che la chiamassi a dire due parole anche lei, ma mi sono dimenticato completamente. E dire che si era anche preparata il discorsetto… Ma non importa, glielo farò fare alla messa di domenica!

Oggi pomeriggio sono stato a Duquesa. Sono andato con l’intenzione di vedere i capi della banda che hanno ferito i parenti di Guaricano.

La prima sorpresa è stato trovare la polizia là. C’era una camionata di agenti, e si sono portati via la moglie (incinta) di uno di quelli che hanno partecipato al disordine.

Poi, con l’aiuto di Sánchez, siamo andati a vedere i capi della banda. È venuto con noi anche Mario, il rappresentante comunale.

La versione dei tiguere di Duquesa è stata ben diversa da quella di Guaricano. Quelli che erano arrivati a casa sua non erano parenti suoi, ma altri tiguere di Cristo Rey che Guaricano stesso avrebbe fatto venire apposta per dare una lezione ai tiguere di Duquesa. La camionetta che è stata incendiata sarebbe stata di uno che lavora trasportando gente. Il parente che ha ricevuto i colpi di macete sarebbe uno dei tiguere di Cristo Rey.

La spiegazione non mi convince del tutto, ma vedendo che Sánchez sembrava credersela ho cominciato a pensare che Guaricano ci abbia mentito. Mi sono sentito un gusto amaro in bocca, e mi sono sentito strumentalizzato. Se è vero quello che ci hanno detto lì in mezzo ai prati, Guaricano si è visto ritorcere contro di sé l’arma che ha puntato contro la gente del suo batey, e poi ha chiesto aiuto a noi per farsi passare da santerello e continuare a far passare problema ai suoi nemici.

Spero di riuscire a chiarire meglio questa faccenda.

Oggi la Missione si svolgeva nel settore di Betania, quello dove abbiamo il centro parrocchiale. È un settore che normalmente troviamo “freddo”, perché nonostante vivano appunto a due metri dalla parrocchia sono quelli che rispondono meno.

E di fatto non si è vista la folla che per esempio c’era ieri nel settore Nueva Alianza. Però la Messa che ho fatto mi è sembrata animata da parecchie facce nuove.

Mi ha fatto piacere in particolare la presenza di Consuelo, che è la donna che vendicchia mangiare davanti al consultorio. Da un annetto si sta avvicinando alla chiesa, e mi ha fatto piacere quindi la sua presenza, e ancora di più quando l’ho invitata a fare una preghiera dei fedeli e ha spiaccicato qualcosa che non era una preghiera ma l’importante è che si sia lanciata, che abbia pensato che anche lei può dare qualcosa.

Nel pomeriggio non avevo potuto seguire niente i missionari per il problema di Duquesa.

10:36 pm

Casini a Duquesa

Oggi sono successi dei casini a Duquesa.

Alle quattro mi chiama Sánchez al cellulare dicendomi che i tigre stanno minacciando Guaricano (un uomo di là), che è quello che ha seguito con Lorenzo il progetto dell’acqua e che sta gestendo l’apertura e chiusura dei rubinetti.

Purtroppo poi verso le nove sono venuti a casa di Guaricano una famiglia di amici con la loro macchina, e lì sembra che i tigre di Duquesa hanno avuto paura che Guaricano avesse chiamato altri tigre a difenderlo, per cui sono andati là e hanno bruciato la macchina dei visitatori. Non contenti, hanno abbattuto le persiane della casa di Guaricano, tirato dentro pietrate, una delle quali ha ferito Andreina, sua figlia, e sono entrati a colpi di macete sul figlio degli ospiti.

È stato a quel punto che Guaricano mi ha chiamato, perché gli facessi andare là la polizia e un’ambulanza. Combinazione, Lorenzo era appena uscito con la nostra per andare a prendere la tipa che vive qui che due volte alla settimana va a farsi la dialisi, per cui ho dovuto cercare, e alla fine ho potuto far andare là un’ambulanza della Plaza de la Salud.

Il tutto ci ha commossi abbastanza, anche perché Guaricano è molto amico mio e di Lorenzo.

Domani chiamerò con più calma per avere un sentore più preciso di quello che è successo.

Oggi abbiamo portato il vangelo al settore Nueva Alianza, dove la responsabile di settore è Germania, la moglie di Marcial.

Dopo l’invio sono andato a visitare varie famiglie, conosciute e non.

Sono stato dieci minuti con una coppia che ha fatto il corso per il matrimonio (cinquant’anni a testa), che hanno in casa due nipotini idrocefali, figli di una figlia. Con loro c’era il padrone di uno dei figli, un uomo di pelle ben bianca, che se ho capito bene viveva un po’ più in là, ma che in realtà io non avevo mai visto. Quando gli ho parlato della Messa che avremmo avuto più tardi, mi ha accennato un laconico “vedrò”, ma poi che bello che è venuto davvero! E prima della messa me lo sono abbracciato e gli ho espresso la mia contentezza per il fatto che era venuto.

Sono stato anche da Rafaelito, il marito di Fredesbinda. I due, che sono anche loro sulla cinquantina, si sono sposati due o tre anni fa, e dopo il matrimonio sono venuti a messa insieme almeno per sei mesi, facendo la comunione. Le cose sono cambiate dalle elezioni, perché Fredesbinda milita nel PLD, e per il fatto che hanno vinto le hanno dato un lavoro più “alto”: da vicedirettrice di una scuola è passata a tecnico del distretto scolastico. Il risultato è positivo, a quanto so, per lei, ma non per la sua famiglia, e neppure per la sua vita di chesa, perché l’impegno lavorativo la fa arrivare a casa tardi tutti i giorni. Così un po’ per la stanchezza un po’ per non so cosa si è ritrovata mezza lontana dalla chiesa, o forse non dalla chiesa ma sì dalla messa. E suo marito si è adagiato più di lei, fatto sta che da due anni non viene più a Messa. Così sono andato apposta a trovarlo a casa, e l’accoglienza che mi ha fatto mi fa ben sperare che possa tornare a vivere l’eucaristia con noi. Ha anche anticipato un invito a portargli a casa sua mio papà e mia mamma in novembre quando verranno a trovarmi, vedremo se si potrà fare, spero di sì, perché è una persona che ho imparato ad amare come un vero fratello.

La messa finale è stata ben partecipata, e a detta di Bilma che vive in quel settore c’era moltissima gente nuova. Hanno partecipato attivamente, e gli abbiamo fatto l’invito alle Comunità Ecclesiali di Base, nella speranza che presto possano fare il Ritiro di Evangelizzazione. A questo rispetto noto sempre di più che Carmen, la ex responsabile di settore, ha un dono speciale per comunicare, perché a differenza da altri animatori e responsabili di settore sa dire bene le cose e sa dare le informazioni senza stufare.

Alla messa avevamo anche Fiammetta e Eugenia, che di ritorno dall’aeroporto dove erano andate a accompagnare Rosanna si sono fermate con noi.

Oggi pomeriggio insieme a una decina di ragazzi abbiamo accompagnato all’aereoporto Rosanna, che è partita per la Giornata mondiale della Gioventù a Colonia.

L’aereo era in ritardo di tre ore, cosí Francisca e Arlín si sono fermate lì con lei fino a tardi. Anche questo un grande segno di amicizia nei suoi confronti… Sembravano tutti sinceramente felici per la sua partenza… La sorella non è riuscita a trattenere le lacrime durante il viaggio di ritorno.

Gregory, la Eugi ed io cantavamo a squarciagola un po’ in italiano e un po’ in spagnolo…

Eugenia e Fiammetta stanno passandosi le mattinate a dare la pittura impermeabilizzante ai tetti.

L’esperienza è venuta bene a Eugenia, la quale oggi pomeriggio mi ha iniziato a pitturare il nome della parrocchia in un apposito “cartellone” di cemento posto fuori dalla cappella nuova.

Domani continuerà facendo la scritta:

Parroquia Divina Misericordia

Oggi lunedì l’evangelizzazione è stata fatta nel settore San Francisco, quello della cappella del barrio per intenderci, al cui interno c’è anche la cappella nuova.

Intanto al momento di uscire dalla cappella dove facevamo la preghiera di invio è cominciato un acquazzone tremendo. Forte dell’esperienza dell’anno scorso, ho subito fatto mettere la gente in ginocchio e abbiamo iniziato a pregare e a chiedere al Signore che facesse smettere la pioggia. Dopo cinque minuti non pioveva già più. Tra me ho detto al Signore: “Ma non è che ci fai lo scherzo che partiamo e poi ci mandi un altro acquazzone?”. Ma il Signore ci ha trattati bene, c’è solo stata una piccola spruzzatina un’ora dopo, ma roba da niente.

Le messe di accoglienza sono state due, con Lorenzo che l’ha celebrata nella cappella del barrio e io nella cappella nuova.

La “mia” messa è stata molto bella, con molta gente nuova. Una signora che era in seconda fila ha fatto una preghiera in cui ha detto chiaramente che ringraziava il Signore perché con la cappella così vicina poteva riavvicinarsi alla messa dopo tre anni che non c’andava.

La predica mi è venuta bella, è piaciuta fin a me e spero anche alla gente. Il Signore mi ha aiutato a farla molto semplice, ricca di esempi, e di carattere kerigmatico, invitando a continuare a vivere l’esperienza bella di stasera.

Una nota stonata è stata piuttosto la recita fatta dai giovani: non c’entrava assolutamente niente con la missione, parlava di una gente che voleva andare a Porto Rico in battello a cercare di sbarcare il lunario lì, e poi alla fine non si capisce se vanno o no.

Nel complesso, è stata una giornata ricca di incontri e di emozioni. Anche nel tempo della missione ho fatto un giro per il barrio Mirador Norte e ho potuto sedermi con varie famiglie, ricevendo accoglienza ottima e con l’opportunità di dire parole belle.

Per tutto questo: grazie, Signore!

Oggi pomeriggio abbiamo accompato al seminario Heriberto, Elvis e Frankin. Sono venuti anche i loro genitori e Marcial.

In realtà poi in seminario c’erano anche Willy, Brondy e Miguel Ángel, i quali erano andati a portare in là delle cose.

Così, dopo che i nuovi hanno mostrato le camere ai rispettivi genitori, siamo andati tutti in cappella e ognuno ha presentato al Signore il nuovo cammino di questi giovani.

Quest’anno Heriberto fa terza liceo. Invece Elvis entra alla seconda, e Frankin alla prima.

Brondy sarà nuovo anche lui, ma ha (quasi) finito il liceo, e quindi passerà direttamente al pre-filosofato con Willy e Miguel Ángel.

Così quest’anno avremo sei seminaristi. Wow! È un regalo troppo grande, un dono speciale per la nostra parrocchia!!!

Alla messa delle nove ci sono stati vari saluti.

Prima di tutto Rosanna, che martedì parte per la Germania, per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù.

E poi i tre seminaristi nuovi, anzi, due dei nuovi ed Heriberto, il mio figlioccio. Al pomeriggio avevano l’entrata in seminario, e gli abbiamo detto fra tutti parole belle, di incoraggiamento e di sostegno perché non si scoraggino di fronte alle eventuali difficoltà.

Ho chiamato sull’altare anche i loro genitori, che sono stati contenti di dire due parole. Evento eccezionale, la presenza del papà di Heriberto, che normalmente non si vede mai a Messa. Spero che cominci, così come Milady, la mamma, già da tempo viene tutte le domeniche (però sono separati da vari anni); prima diceva che non aveva tempo, e adesso si rende conto che quel tempo non è poi così difficile da tovare.

Alla messa delle sette abbiamo avuto una visita eccezionale dalla comunità di Duquesa.

Juan Luis ha approfittato il fatto che mercoledì la missione è stata là per dirgli che venissero alla messa in parrocchia, per dare testimonianza del cammino fatto.

Son venuti una trentina, capitanati dall’immancabile Sánchez, e un terzo di essi erano bambini.

Hanno raccontato gli incontri che vivono settimanalmente, cominciando con la liturgia della parola di tutte le domeniche, e si sono beccati varie serie di applausi.

La comunità parrocchiale è stata molto felice di questo incontro. Soprattutto perché ha trasmesso l’idea che a Duquesa comincia a muoversi qualcosa a livello di vita di fede.

La missione oggi si è spostata al settore Altagracia.

Non ho potuto essere presente all’invio, perché dovevo andare al Distretto Scolastico per alcuni problemi con dei maestri.

In compenso mi sono spostato al settore verso le quattro e mezza. Con Fiammetta e Eugenia abbiamo girato in un punto che non avevo mai visitato. Abbiamo visto varie persone, sconosciute e conosciute.

Un signore di 87 anni con sua figlia ci ha fatto vedere il forno per fare il cazabe. Una giovane signora con due figli ci ha detto che non era dichiarata all’anagrafe perché non lo sono i suoi genitori, e di conseguenza non sono dichiarati i suoi figli, e la più grande ha già quattro anni.

Poi, verso sera, la messa nel Chimbú. C’era un bel numero di gente (forse ce n’era ancora di più in Ponce, dove la messa la celebrata Lorenzo). C’erano soprattutto tanti bambini, ma anche un buon numero di uomini e di giovani.

Bernarda e Matilde avevano preparato tutto per bene, logisticamente non ci sono stati problemi, ed è stato possibile per me fare un annuncio forte di quello che significa seguire Gesù.

Adesso, come gli altri giorni, la sfida è quella della continuità: aiutare questi fratelli e sorelle a continuare il loro cammino nella chiesa!

Ieri sera, dopo che i missionari avevano finito i loro -santi- giri, Paolo ha detto la Messa in mezzo ad una strada.

All’inizio non ci ho fatto tanto caso, poi tornata a casa ho provato ad immaginarmi Spianata Castelletto piena di gente che canta senza vergognarsi, batte le mani, prega ad alta voce..

È stata purtroppo la cosa meno realistica che mi sia venuta in mente negli ultimi giorni….

Ieri pomeriggio, dopo il lancio della Missione, ho (in)seguito Paolo nei suoi giri. Mi piace vedere le cose che fa, le persone che incontra. Non si ferma un attimo, sempre di corsa, un continuo salire e scendere dalla macchina, parlare con la gente che incontra per strada, e poi riferirmi e spiegarmi quello che è successo perché di norma non capisco niente.

Tutto questo mi piace molto, è bello entrare nelle case della gente, sentire i progetti di Paolo, vedere ogni volta un posto nuovo; in più fare tante cose non ti dà il tempo di renderti conto della stanchezza, riempe la giornata e alla sera sono sempre felice di quello che ho fatto e visto.
Sono contenta di essere qui, di respirare il profumo delle persone quando siamo a messa tutti attaccati, di farmi prendere in giro dai bambini perché mi parlano e io non riesco a rispondere, di andare in macchina su strade impossibili, di sentire affetto -inspiegabile- da parte delle persone.

Il pomeriggio di oggi è stato dedicato al settore Sinaí.

Le coppie di missionari erano circa 37, e hanno dovuto visitare ognuna 30/35 famiglie, perché in tutto il settore il totale delle famiglie è sulle 1,300 (una parrocchia medio piccola di Genova)!

Io ho approfittato del tempo delle visite per varie cose.

Ho fatto un giro nella parte bassa del settore, per investigare se ci sono dei terreni che si possono studiare in vista di una nuova parrocchia. E ho scoperto con piacere che la Junta de Vecinos di là sta facendo una lettera per chiedere un terreno abbastanza buono a un signore che ha parecchia terra. Ho consigliato di chiedere anche ad altri proprietari che loro avevano escluso perché dicevano che non avrebbero sicuro dato niente.

Sono stato a trovare la famiglia di Arlín. La madre era evangelica, ma adesso le figlie si sono fatte cattoliche e si stanno lanciando parecchio, e ho approfittato per motivarla a reiniziare come cattolica pure lei. È venuta alla messa di accoglienza, la qual cosa mi ha fatto molto piacere. Adesso devo cercare di tornare a trovarla senza lasciar passare molto tempo.

La Messa finale è stata ben partecipata, con Rosanna, Francisca e Gregory che hanno cantato divinamente. La predica credo che sia stata aiutata parecchio dallo Spirito Santo, spero che sia arrivata ai cuori.

Ho avuto con me tutto il tempo Eugenia, che nella Messa finale ha dato come al solito una bella testimonianza, e la gente si è sentita molto bene. Si percepisce l’amore di Genova per il Guaricano. Magari avessimo molte più Eugenie a testimoniare qui l’affetto che Genova ha per la missione!!!

Che puzza!!!

Duquesa ha colpito ancora…..

Quasi meglio la pipa di Francesco!!!!!!

Oggi la missione si è spostata nel settore San Ramón (i campos).

Il settore è composto da circa 1,300 famiglie, e varie aree prima verdi si stanno urbanizzando, si può prevedere che nei prossimi dieci anni la popolazione potrebbe aumentare di al meno altre 500 unità.

Abbiamo fatto la preghiera di invio nella cappella San Ramón del Mamey, e poi i missionari si sono diretti alle varie zone del settore.

Le messe di accoglienza sono state tre (in realtà una è stata la celebrazione della parola che ha fatto Marcial), io sono andato a Duquesa, e con me sono andate anche Fiammetta ed Eugenia. Sono poi arrivati i giovani che hanno fatto una bella recita e hanno animato i canti della messa.

Tra tutti abbiamo cercato di dare speranza a questa gente che vive mezza isolata e vicinissima alla spazzatura di tutta la capitale.

Credo che in futuro dovremmo fare parrocchia questo settore!

Oggi la Missione Parrocchiale si è spostata al settore Arca di Noè.

Da parte mia ho girato qualche casa per rendermi conto del lavoro dove erano passati i missionari.

Sono capitato a casa di Inés, che è una ragazzina di 20 anni che quattro anni fa voleva farsi suora, e ho avuto l’amara sorpresa di scoprire che in febbraio è andata a convivere. Mi sono fatto portare a casa sua da sua sorella, e m’ha fatto una ottima impressione: dice che appena hanno i soldi si sposerà in chiesa. Speriamo bene!

Un po’ più in là ho visto un gruppetto di giovani, e mi sono messo a parlare con loro. Visto che non avevano una gran voglia di dire qualcosa gli ho raccontato due storielle, e ciò li ha aiutati a aprirsi un po’ di più. Alla fine da uno di loro mi sono fatto portare a casa sua, dove mi ha presentato la zia, e alla fine mi ha confidato che si è separato da sua “moglie”.

Alla Messa di accoglienza la maggior parte erano missionari e oranti, ma c’era un certo numero di persone nuove, che ho provveduto ad abbracciarmi con calore. Spero che il Signore li aiuti a prendere la decisione di vivere in pieno la chiesa.

Ieri è iniziata la missione, e ho avuto la possibilità di accompagnare due missionari, marito e moglie, nelle case della gente. È stata un’esperienza molto forte, ho sempre sentito parlare di evangelizzazione e forse non ne avevo mai capito bene il significato.. Entrare in casa delle persone, parlare loro del Signore, invitarli a partecipare alla messa, sono tutte cose che mi hanno emozionato molto.

Prima di iniziare in realtà ero un po’ dubbiosa, mi chiedevo se fosse giusto, a cosa servisse, mi sembrava quasi che si andasse a casa della gente a “vendere un prodotto”.. poi ieri ho capito che non c’è cosa più bella e naturale di condividere con gli altri la gioia di conoscere e incontrare il Signore!

Che bello poi vedere tre o quattro persone che avevamo visitato partecipare alla liturgia dellla parola!

Eugenia

9:47 am

Pensieri…

Stamattina andando a fare colazione c’era un silenzio e una pace nuova.. ieri sono partiti donfra, la Benny, Tito, Tarcisio, Milena, Simone e Orietta… tra i ragazzi rimaniamo io e la Eugi..

Stamattina mi sarebbe piaciuto andare alla messa delle 7 ma poi il sonno ha prevalso e alle 8 e 15 ero ancora a rigirarmi nel letto…

Ieri nel pomeriggio ho seguito don Paolo che portava la parola di Gesú tra la gente del barrio… ero incantata di come riuscisse a tirare fuori sempre le parole giuste al momento giusto…. quando invece venivo interpellata io, rimanevo come un pesce lesso senza sapere cosa dire…

Quando parlano i bambini o qualche signora un po’ più anziana solitamente non capisco niente o ben poco, altre volte invece capisco quasi tutto.. parlare peró neanche per sbaglio..

Ieri un bambino del centro nutrizionale, Amber (mi sembra), mi ha regalato un cocco e dopo avermelo dato mi é saltato al collo stringendomi fortissimo… È pazzesco come i bambini ti si affezionino e ti dimostrino il loro affetto..

Oggi credo che ci dedicheremo alla pittura dei tetti o delle aule del liceo… che caldo………………..

Sará meglio andare a pulire un po’ la camera ecc che è in condizioni —-…..

Il mio ufficio e quello della segretaria sono quasi a posto.

Ho solo più da trovare una collocazione per varie cose, e decidere cosa devo lasciare dalla mia parte e cosa dalla parte della segretaria.

Oggi pomeriggio la missione parrocchiale è andata al barrio de La Mina, che è uno dei più poveri e pieno di delinquenza, bande e droga.

Una novantina i missionari, che a due a due sono andati a visitare tutte le case portando il messaggio di Gesù e dell’amore di Dio.

Suor Serafina ha partecipato dall’inizio, più tardi si sono aggiunte suor Cristina, Carmen, Fiammetta e Eugenia.

Verso sera la Messa di accoglienza della gente. E anche una celebrazione della parola che ha fatto Marcial un po’ più in là per le persone che vivevano distanti da dove abbiamo fatto la Messa.

Nella Messa mia ho visto varie persone “nuove”, e ho cercato di trasmettere il messaggio che accogliendo Cristo nella nostra barca possiamo vivere meglio e più felici.

Fiammetta e Carmen si sono appoggiate a due coppie di missionari, e questo ha permesso loro di entrare nelle case, come probabilmente vi racconteranno loro in un prossimo contributo.

Nella messa delle sette di stamattina abbiamo fatto l’invio dei missionari. La metà, perché l’altra metà ha ricevuto l’invio da don Lorenzo nella nuova parrocchia.

Ancora una volta mi sono stupito per il numero di fratelli e sorelle che parteciperanno a questa evangelizzazione!

Domani cominceremo, iniziando alle tre del pomeriggio, nel barrio de La Mina, settore Nueva Jerusalén. Nella visita i missionari proporranno il kerigma, presentato insieme alla testimonianza del loro personale incontro con il Signore, e inviteranno tutti alla Messa che faremo nello stesso settore alle sette di sera.

Contiamo sulla vostra preghiera!

(Vorrei scrivere qualcosa di più ma vado perché la implacabile campanella di Carmen mi sta chiamando per il pranzo!!! buon appetito anche a voi!)

Ho fatto pitturare gli uffici di Betania rimodellati.

Adesso domani devo riuscire a mettere tutto a posto. Gasp! Mi viene male solo a pensarlo!!!!

Oggi pomeriggio siamo andati con i ragazzi di Genova a Hato Viejo per la Messa finale del campetto dei responsabili della Pastorale Giovanile.

Alla Messa non hanno partecipato molte persone: oltre a noi c’erano sostanzialmente solo il coordinatore della parrocchia (il parroco non risiede lì) e una decina di vecchiette.


Il guado del fiume

La cosa bella è che alla fine ci hanno raccontato qualcosa di Mamá Tingó, una donna del paese che all’inizio degli anni settanta è stata uccisa per essere la coordinatrice di una lotta per non farsi portare via la loro terra. Mi ha fatto piacere sentire la storia, anche perché a dieci metri dalla nostra chiesa abita Juana Muñoz Soriano, sua figlia.

Particolare avventuroso: per arrivare a Hato Viejo bisogna passare un fiume a guado… Normalmente non c’è problema, perché sono solo venti centimetri d’acqua. Ma oggi abbiamo avuto un po’ di timore, perché stava piovendo, e rischiavamo di non poter tornare indietro.

Grazie al Signore non c’è stato pericolo, siamo arrivati a casa senza problemi!


Un momento bello del campetto

Oggi ho passato la giornata con i responsabili dei gruppi giovanili. Erano una decina, più i tre seminaristi.

C’è con loro Marcial, e Dany in cucina.

La mia visita è stata discretamente lunga, dalle dieci di mattina alle cinque del pomeriggio.

Ho approfittato per fare due interventi.

Il primo era sui punti controversi tra cattolici e protestanti. Qui c’è un’aggressività abbastanza forte da parte degli evangelici, che parlano facilmente del papa come della bestia dell’Apocalisse. Per questo abbiamo ritenuto opportuno chiarire i punti discussi più importanti: il rapporto chiesa-bibbia, il papa, la Madonna, il celibato dei sacerdoti.

Invece nel pomeriggio abbiamo chiacchierato sul rosario e sulla forma di pregarlo. Mi sono appoggiato sull’enciclica Rosarium Mariae Virginis di Giovanni Paolo II. A coronazione del tema li ho posti a lavorare a gruppi per trovare dieci spunti di meditazione per ogni mistero del rosario. Se viene fuori qualcosa di bello conto di fare un piccolo sussidio perché la gente della parrocchia impari a recitare il rosario in forma più meditativa.

Ma a parte le catechesi, la cosa più bella è stato il clima che ho trovato al campo: molto sereno e semplice, senza niente di artificiale, pieno di amicizia. Mi veniva voglia di fermarmi fino a domani, ma…

Mi ha accompagnato Milena con le sue treccine dominicane, e Mayra.

Stasera ci è toccato il giovedì eucaristico a Televita.

È stato particolarmente emozionante avere con noi Simone, Milena, Eugenia, Tarcisio e Tito, i quali si sono integrati molto bene partecipando attivamente nel momento delle preghiere.

Nonostante i occhiali neri anni settanta (i normali si sono rotti ieri sera) sembra che la trasmissione sia venuta molto bene.

12:22 pm

Operaio

Mi sto mischiando con gli operai che fanno i lavori del mio ufficio.

Ho una fretta boia di terminarli, perché non riesco a sopportare di avere polvere e tutto fuori posto, e quindi cerco di fare qualcosa perché i lavori avanzino più rapidi.

Risultato: sono tutto impolverato!

Sto rimodellando gli uffici parrocchiali in una maniera che, spero, mi darà un po’ più di spazio.

Sposto la segretaria dov’ero io, ampliando di un terzo la grandezza del vano, e io me ne vado dove avevo il computer, in una posizione che la segretaria mi possa fare un po’ più da filtro.

Ho infatti il problema che molte cose che la segretaria può risolvermi in pratica vengono prima da me, e io li devo mandare dalla segretaria.

Adesso dovrò stare attento a non rimanere troppo isolato, e ad essere ancora a disposizione piena della gente.

Stasera, in una messa molto bella, abbiamo fatto il cambio del responsabile del settore Nueva Alianza.

Carmen ne è stata responsabile dal suo inizio, circa due anni fa, fino ad oggi. Ha fatto partire la celebrazione della parola e ha strutturato i ministeri del settore.

Lascia il lavoro a Germania, la moglie di Marcial, la quale mi ha stupito positivamente per la serenità e semplicità con cui ha detto sì.

E la gente mi sembra che sia contenta, perché Germania è una figlia di Dio, una persona semplice ma profondamente lavoratrice, innamorata di Gesù e con una bella vita di famiglia. Sono sicuro che continuerà il bel lavoro che Carmen ha iniziato.

La cappella della nuova parrocchia è realtà!

A dir la verità la nuova parrocchia Divina Misericordia non è stata ancora creata dal vescovo, ma l’ausiliare continua a dirmi che è tutto pronto, e quindi ho provveduto ha cominciare con la Messa festiva. Tutte le domeniche celebraremo la Messa delle sette del mattino, in contemporanea con Santa Margarita.

Stamattina oltre all’inaugurazione della cappella avevamo anche la visita di una parte degli amici italiani: don Roberto, Simone, Eugenia e Milena. C’erano con noi anche Tarcisio e Tito, i due inviati della RAI.

Alla fine della Messa, come al solito, si sono presentati, suscitando grande simpatia e contentezza nella gente.

Poi Cándido ha parlato dei lavori che rimangono da fare: mettere le finestre, aggiustare il tetto che fa acqua, pulire il resto del terreno che si è riempito di erbacce, fare una colonnina davanti dove mettere il nome della parrocchia, dare un protettivo e la vernice alle tavole esterne.

La cappella si è riempita, dentro e fuori: ci stanno circa 250 persone dentro, e forse ce n’erano un centinaio fuori.

Mi immaginavo che in Betania la Messa sarebbe rimasta mezza deserta, e invece c’era quasi tanta gente come le altre domeniche! È proprio vero quello che dice il cardinale di qua: bisogna fare più parrocchie: più la chiesa è vicina alla gente, e più la gente va alla chiesa.

Grazie, Signore!

Stamattina ho partecipato in diretta al programma Chiesa e Comunicazione di Radio ABC, la radio cattolica che trasmette in AM.

Ofelia, una giovane signora molto simpatica, mi ha intervistato, e abbiamo parlato della parrocchia e della scuola.

Ho parlato molto in positivo delle attività e della disponibilità della gente, che in verità è molta.

Purtroppo non c’è stato il tempo di sviluppare il discorso del Terzo Piano Pastorale e di come lo stiamo implementando: era la cosa che più mi interessava, anche perché sarebbe stato un ottimo stimolo per tutti per applicare questo piano pastorale con più amore e entusiasmo.

Pazienza! La prossima volta cercherà di centrare di più il discorso!

Oggi pomeriggio abbiamo avuto la formazione dei fratelli e sorelle che si dedicheranno alla preghiera nei giorni della missione.

C’era un gruppo ben grande e motivato, circa un’ottantina di persone.

Ho fatto una presentazione delle comunità degli Atti, di come pregavano, e poi ho aggiunto le raccomandazioni sulla preghiera che san Paolo ha lasciato nelle sue lettere.

Ne è venuta una cosa ben gustosa, e spero che svolgano questo servizio della preghiera con fede e amore.

Ormai che sappiamo dove abita Edilenia, è un piacere andarla a trovare.

Di ritorno dal ritiro alla Victoria, ci siamo fermati a casa sua con le suore e gli ospiti italiani. Accoglienza calorosissima, come l’altra volta, da parte di Edilenia e di sua mamma.

Invece Yojansel non ci conosce ancora, e quindi fa un po’ i musi (rimane spaesato in mezzo a tanti sconosciuti). Però è venuto in braccio a me, e ha durato ben trenta secondi prima di mettersi a piangere.

Oggi è stata la giornata della vocazione.

La mattinata è stata dedicata a un intervento di suor Cristina, la quale lo ha portato avanti in maniera molto dinamica, interessando e coinvogendo i ragazzi. Ha spiegato i vari livelli di vocazione: alla vita, alla vita cristiana, e poi le vocazioni specifiche.

Al pomeriggio il mattatore sono stato io, con un retiro che siamo andati a fare al santuarietto di Schönstatt, a pochi kilometri dal Guaricano.

Ho riflettuto sulla vocazione a partire dalle vocazioni di Samuele, di Maria, e degli apostoli.

Visto che c’era don Roberto Ghiara, l’ho chiamato perché raccontasse come è stata la nascita della sua vocazione. La spiegazione, nella sua semplicità, ha interessato profondamente i ragazzi, che poi hanno fatto molte domande.

Abbiamo concluso con la Messa. Una cosa bella durante la Messa è stato il fatto che all’offertorio ciascuno ha deposto sull’altare un segno della natura (foglia, fiore, ecc.) che gli ricordava qualcosa de quello che aveva ascoltato.

Don Roberto ha concelebrato, e durante il canone ho fatto fatica a trattenere il riso per gli inevitabili strafalcioni che faceva nel leggere.

Il ritiro è finito con un mucchio di foto fatte da me, da don Roberto, da Simone e da Eugenia. I ragazzi si sono divertiti tantissimo a farsi fotografare!

Ho ritirato oggi in stamperia la nuova lettera alle famiglie per il mese di luglio.

Il tema è: valorizzo le mie radici, e si centra sul valore e l’importanza dei papà e nonni, e per estensione delle madri e nonne, nella famiglia.

Ho subito provveduto a chiamare i responsabili di settore per mandare la lettera a tutti i messaggeri, che la consegneranno ognuno alle sue 10/15 famiglie a partire da lunedì.

Nella lettera si invita a realizzare in casa un piccolo gesto: raccontare, da parte del papà e dei nonni, come e dove vivevano quando erano piccoli, in maniera che i più piccini della famiglia prendano coscienza della vita dei loro genitori.

Alla stessa maniera, si farà un atto in ogni parte del barrio domenica 31 nel pomeriggio. Anche lì sarà soprattutto per festeggiare i papà.

Qui in Repubblica Dominicana la festa del papà non è in marzo come in Italia, ma appunto l’ultima domenica di luglio.

Il tema di stamattina al campo adolescenti è stato quello del fidanzamento, presentato molto bene dal padre Alejandro Berroa, che è vicerettore del seminari prefilosofato.

Ha fatto una presentazione molto dinamica, e poi ha messo i ragazzi a fare delle scenette sui vari modi di vivere il fidanzamento.

Sono venuti fuori dei lavori molto gustosi!

E penso che sia passato il messaggio fondamentale: il fidanzamento è una cosa seria e non un gioco, ed è una preparazione al matrimonio.

Oggi pomeriggio abbiamo avuto la seconda parte della formazione dei missionari della missione parrocchiale di agosto.

Sono venuti molti che giovedì scorso erano stati scoraggiati dalla pioggia.

Ho dato due momenti importanti in mano ai laici.

A Carmen il tema su come condurre la visita. Se l’è cavata benissimo, anche se si è dimenticata di presentare i vari momenti della visita, cosa a cui ho rimediato io subito dopo.

E poi a Mirella la conduzione della pratica della visita: ha chiamato varia gente per “simulare” varie visite a varie famiglie differenti: la famiglia di un pastore evangelico, una famiglia di viziosi, e una famiglia normale. Dopo ogni rappresentazione il “pubblico” commentava le cose positive e le negative.

Ci rimane da analizzare il messaggio che si consegnerà a tutte le famiglie. Quest’ultima parte del lavoro sarà mercoledì prossimo.

2:28 pm

Aborto

Il tema sull’aborto al campo adolescenti è stato molto significativo.

La signora che è venuta a darlo ha espresso idee molto chiare, soprattutto dicendo la verità sul fatto che è un delitto abominevole e spiegando chiaramente il perché.

Ha illustrato anche le tecniche che si usano per eseguire l’aborto, e anche questo ha colpito profondamente i ragazzi.

Considerato che c’è in atto nel paese un tentativo di legalizzare l’aborto, l’intervento è stato più che opportuno.

Devo studiare la forma di proporlo anche ai professori della scuola.

Al mattino si sono fatte attività di conoscenza, e poi molti giochi.

Ci sono una serie di ragazzi e ragazze timidi ma sembra molto in gamba, spero che si sveglino e che si integrino meglio nel gruppo giovani.

Al pomeriggio doveva venire il padre Jesús Castro per fare un intervento sull’amicizia, ma non si è visto, probabilmente si è dimenticato.

In tutto i partecipanti sono una trentina

Mi sono mezzo arrabbiato con Heriberto, il quale dice che non ha soldi e dà l’impressione di non voler fare nessuno sforzo per contribuire con qualcosa. In un seminarista è cosa che non mi piace, sembrerebbe che visto che è in seminario bisogna spesarlo di tutto.

Stamattina la Messa delle nove ha segnato l’inizio del campo adolescenti.

Ho chiesto a Marcial di fare lui la predica, e ha ricalcato con calore come il campo può aiutare i giovani a essere grano buono e non zizzania.

Mancava completamente il coro dei giovani, che è andato a San Juan de la Maguana a accompagnare uno dei membri, Gregory, a cui hanno ammazzato un fratello.

2:41 pm

Arismendy

Arismendy è un ragazzino della parrocchia di 15 anni, che ha fatto la prima comunione pochi mesi fa.

Lo vedo molto positivo: ha cominciato a fare il servizio di chierichetto e si è integrato al gruppo giovani.

Ieri mi ha chiesto di poter dare una mano a Lorenzo, e sono stato felice di dirgli che potrebbe aiutare con l’ambulanza.

Penso anche di dirgli che mi farebbe piacere che andasse agli incontri vocazionali del seminario, mi sembra di vedere in lui la disponibilità a donare la sua vita al Signore nel sacerdozio.

Oggi pomeriggio abbiamo avuto il primo incontro di formazione per i missionari della missione parrocchiale di agosto.

Sono venuti un’ottantina di persone, e so di altre che non hanno potuto, o non si sono sentite di venire per la pioggia.

Ho dato due catechesi: una sull’evangelizzazione negli Atti degli apostoli, e l’altra sul kerigma.

Sono riuscito a trasmettere queste “nozioni” con entusiasmo e convinzione.

Grazie, Signore!

Nelle settimane prossime avremo due campi giovani: uno principalmente per gli adolescenti, e l’altro per i responsabili.

Nella riunione di oggi pomeriggio abbiamo fatto il punto della situazione e portato avanti la programmazione.

Il campo giovani è incentrato su varie tematiche: fidanzamento, aborto, gioventù e Cristo. Naturalmente finisce con una gita.

Il campo per responsabili, più breve, sarà su temi più specializzati: responsabilità e costanza nell’impegno, tematiche attaccate dai protestanti, il rosario. Si farà vicino a Yamasá, in un campo che si chiama Hato Viejo, dove è parroco il padre Cecilio, che è molto amico dei nostri giovani.

Stamattina abbiamo cominciato a lavorare ai nuovi uffici della parrocchia Divina Misericordia.

Per adesso non saranno dove sarà la chiesa, ma al lato della Cappella del Barrio, che è stato praticamente il primo centro parrocchiale prima che si comprasse a Betania.

Lo spazio non è molto, ma ci verranno fuori due uffici (segretaria e parroco) e un mini appartamento con sala e tinello, camera e bagno. Lì potrà risiedere il prossimo parroco, per lo meno finché non ci sarà pronta la nuova casa curiale al lato della parrocchia (quando?!?).

Facciamo questa costruzione predisposta per metterci un secondo piano il giorno che ci sia la necessità.

Quanto ci costerà? Non si sono fatti ancora conti. Ma penso che farò come i domenicani: nella misura in cui arriveranno soldi la porterò avanti!

Al fare i suoi primi battesimi, Marcial è stato un po” poco sciolto.

Stava facendo l”unzione dei catecumeni sulla fronte invece che sul petto, gliel”ho fatto notare e si è reso conto.

Qualche piccola imperfezione, e gli manca quella scioltezza che viene dall”esperienza.

Ma tutto sommato bene!

Bravo, Marcial!

Il presbiterio della nuova cappella è pronto. Molto piccolo, naturalmente, ma funzionale.

Candido ha coordinato il tutto, naturalmente con le mie indicazioni, ed ha fatto un bel lavoro.

Oggi a pranzo abbamo avuto con noi Marcial diacono quasi novello e i tre seminaristi della parrocchia: Willy, Heriberto, e Miguel Ángel.

Abbiamo passato insieme un bel momento, scherzando, ridendo, e ripassando le materie dell”esame di maturità di Miguel Ángel che comincia dopodomani.

Oggi Marcial fa il suo “battesimo” con i battesimi: li fà lui, io starò lì per qualunque cosa, per dargli una mano o suggerirgli nel caso che si perda.