Contributi nella categoria 'Parrocchie'

I giovani presenti alla Settimana GiovanileLa Settimana Giovanile che si sta svolgendo bene, con molto entusiasmo, e con un crescendo del numero dei partecipanti. I primi giorni si vedevano soltanto gli adolescenti e giovani già impegnati nei gruppi giovanili, ora se ne vedono parecchi altri ancora non integrati: stanno affacciandosi per vedere come sono le cose e se vale la pena inserirsi. E probabilmente tra loro c’è anche chi sta studiando eventuali terreni di caccia futura…

Ieri è toccato allo psicologo Mario Minaya, che vari ragazzi conoscevano già perché tiene un programma su una radio FM cattolica che trasmette soprattutto per i giovani. L’impatto è stato molto buono, ha entusiasmato i giovani parlando della famiglia.

Il gruppo giovani di Jacagua alla Settimana Giovanile

Invece per stasera non si è potuta concretizzare la partecipazione di un ospite (toccava alla pastorale giovanile diocesana), e quindi è stato fatto un’attività semiseria consistente nello scrivere ognuno un messaggio di amicizia a uno qualunque dei presenti. Alla fine sono stati distribuiti i messaggi, e lì si è visto anche il quadro delle simpatie generalizzate. Varie persone hanno ricevuto vari messaggi, mentre altri nessuno.

Domani continuiamo con un predicatore che, a quanto ci dice, ha pronta una conferenza molto significativa per il mondo giovanile. Vi racconto domani.

Nel frattempo posso e devo dire: Grazie, Signore, per questa Settimana Giovanile!

Stasera il Corso di Preparazione al Matrimonio del settore San Ramón ha visto la presenza di due coppie in più. Chi sta facendo il lavoro di invitare calorosamente la gente è Yury, il fratello di suor Cristina, che in questo si è impegnato, e si può dire che è grazie a lui che facciamo questo corso.

Ho avuto modo di apprezzare abbastanza anche la collaborazione di Jorán e Danyi, la coppia giovane che mi sta accompagnando, i quali hanno saputo condire brillantemente la dottrina con la loro esperienza di vita.

La Settimana Giovanile ha visto stasera la partecipazione di due suore, le quali hanno parlato dei giovani light, e già in dirittura finale hanno lanciato la proposta vocazionale.

Il tutto è stato ben gradevole, e i ragazzi l’hanno seguito con attenzione.

Sono religiose Missionarie del Sacro Cuore, una congregazione domenicana che ha la strana caratteristica che la fondatrice è uscita dalla congregazione (per la porta amplia, non per nessun tipo di inconveniente) quando ha visto che la congregazione si reggeva in piedi da sola, ed è andata a fare dell’altro.

Kika e Rosanna, due giovani delle più in gamba della Divina Misericordia, hanno da poco iniziato un cammino vocazionale con loro.

La partenza della Settimana Giovanile è stata ottima. Molti i giovani (o meglio, gli adolescenti) presenti, in questo primo giorno appartenenti esclusivamente ai vari gruppi giovanili delle due parrocchie.

La serata è consistita fondamentalmente in una presentazione dei vari gruppi, in una gara a chi gridava di più, e in molti canti e ban.

Non ho potuto stare tutto il tempo a causa della partenza di suor Daniela, ma sono rimasto molto ben impressionato da come è andato il tutto!

Promette bene! Grazie, Signore!!!!

Un piccolo episodio intestinale mi ha suggerito di passare la mattinata in casa. Forse ci voleva, avevo un po’ di stanchezza accumulata.

Invece nel pomeriggio sono andato, prima di Messa, da un malato, per la confessione e l’unzione. Al momento dell’unzione hanno partecipato tutta la famiglia, compresi vari uomini (cosa che non è facile). Il signore che ha ricevuto i sacramenti è un uomo di mezz’età, che ha un cancro allo stomaco. Non riesce a mangiare perché rimette tutto quello che ingerisce.

Ha fatto la sua confessione con una sincerità e una semplicità che mi hanno commosso.

Domani qualche ministro straordinario gli porterà la comunione.

Ho aggiornato wordpress alla versione 2.0.5.

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Abbiamo cominciato stasera il primo corso di preparazione al matrimonio nel settore San Ramón, futura parrocchia di Santa Virginia.

C’erano quattro coppie, ma sembra che la settimana prossima saranno di più. Tra di loro c’è anche Yury, fratello di suor Cristina. Dopo dieci anni di convivenza e quattro figli sembra che abbiano deciso di sposarsi.

L’équipe è costituita, oltre che dal sottoscritto, da Juan Luis, che diventerà il diacono ascritto alla nuova parrocchia, e da Jorán e Danyi, una coppietta giovane con soli sette mesi di matrimonio. Entrambi sono molto maturi, Jorán ha fatto vari anni di seminario, ed entrambi partecipano da anni a una comunità di giovani legata al Rinnovamento Carismatico. A differenza della maggioranza della gente, si sono sposati direttamente in chiesa, e sono quindi nella condizione di dare una testimonianza forte di vita cristiana familiare.

Fuori scena, finito l’incontro, sulla via del ritorno a casa ci siamo impantanati, e ci sono voluti tutti i ragazzini del vicinato per aiutarci a uscire dal buco di fango dove siamo finiti. Siamo arrivati a casa con un po’ di fango nelle scarpe e nei pantaloni, ma non mi importa. Sono contento che il primo incontro del corso sia andato bene! Grazie, Signore Gesù!

9:47 pm

Káterin

Oggi pomeriggio non ho potuto guidare la riunione degli animatori (l’ha diretta Marcial al mio posto) perché mi è arrivata in quel momento Káterin, una ragazza del liceo insieme a sua madre.

Káterin si è resa responsabile di vari furti e furtarelli di soldi all’interno del liceo. Approfittando dell’estrema fiducia che Nidia, la direttrice, nutriva nei suoi confronti, varie volte le ha portato via da un cassetto aperto dei soldi che Nidia lasciava lì. Al principio avevamo sospettato di uno dei maestri, ma poco tempo i sospetti hanno cominciato a convergere su Káterin. Nidia è riuscita a farle una trappola e lei c’è caduta, per cui la cosa è chiara.

Káterin ha 17 anni, e fino ai 14 veniva a Messa, e per un tempo ha fatto anche la chierichetta. Di fatto è sempre stata, nel comportamento e nello studio, una ragazza esemplare. Per capire cosa l’ha fatta cambiare ci siamo riuniti quindi con lei e con la madre, la quale è letteralmente caduta dalle nuvole.

Káterin ha ammesso qualcosa, ma l’impressione è che sta ammettendo soltanto quello che non può negare. Nonostante i propositi che fa di non rubare più e di non dire più bugie, di fatto rimangono varie cose nebulose o oscure. Pertanto le abbiamo dato tre giorni di “riposo” in casa, in maniera che possa (speriamo!) riflettere.

A quanto sembra Káterin ha cominciato a cambiare dopo aver avuto una forte discussione con il papà, il quale sarebbe arrivato a dirle che non è sua figlia. Da lì sarebbe cominciata una catena di bugie con la madre, per cui la stessa madre ha dovuto cominciare a richiamarla sempre più spesso; a quel punto Káterin, secondo quello che lei stessa dice, si è sentita sempre più respinta anche dalla madre. Questa situazione potrebbe essere alla radice dei furti in cui Káterin è caduta.

Nel complesso la madre ha reagito alla situazione in maniera abbastanza matura, e da parte mia ho cercato di darle quelle indicazioni pedagociche che la possono aiutare a far risolvere il conflitto.

Spero di darvi notizie ancora migliori la settimana prossima! Nel frattempo conto sulla vostra preghiera!

Paolo e Francesca Dell’Erna (padre e figlia) sono partiti stasera per l’Italia.

Un arrivederci – speriamo di poterci vedere a Genova, meglio se anche con Franco, Carlo e Massimo -, magari anche qui al Guaricano, e magari con Anna, la moglie di Paolo.

Ieri alla Messa la gente ha fatto a gara per dar loro il saluto di abbraccio finale. Veramente hanno dato molto al Guaricano!

Oggi alla fine della Messa don Paolo ha informato i presenti che saremmo partiti domani. Una fila di bambini e adulti ci ha salutato, uno a uno.

È stato molto commovente…

Ieri don Lorenzo mi ha detto che un parrocchiano paralizzato aveva bisogno di rifare gli occhiali, siamo andati nella sua CASA, un insieme indefinito di letti, bimbi da tutte le parti.

È stato molto normale…

Domani faremo ancora una giornata oculistica, poi il volo.

Ciao Guaricano e Grazie !!!


Un momento della marcia

La settimana della vita contro l’aborto e la delinquenza si è conclusa oggi pomeriggio con una solenne marcia per le strade del barrio.

Hanno partecipato circa 3/400 persone, oltre a un bel numero di studenti della nostra scuola.


La foto di gruppo del nunzio con il gruppo dei giovani che hanno organizzato la marcia

Ospite d’eccezione il nunzio apostolico, mons. Timothy Broglio, e il deputato di Guaricano, Ángel Gomera. Questi aveva già nei giorni scorsi dato un appoggio monetario e organizzativo notevole.

Ci ha accompagnati anche una formazione di Bastón Ballet, che ha contribuito a rendere interessante l’evento.

Durante la marcia abbiamo pregato e scandito slogan come “Sì alla vita, no alla delinquenza”, “Sì alla vita, no all’aborto”, “La vita, unita, non sarà mai vinta”, “Sport sì, droga no”, ecc.

La Messa, presieduta dal Nunzio, ha concluso in bellezza il tutto. Ammiro quest’uomo, che ha accettato il nostro invito sapendo di avere dopo una cena all’ambasciata di Giappone. Ci dev’essere arrivato bello stanco… Si è dimostrato una persona molto generosa.

Così come hanno dimostrato di saper lavorare e organizzare il gruppo dei giovani che ha organizzato l’evento. Ho fatto loro i complimenti, se li meritavano!

Grazie, per tutto, Signore!!!

10:07 pm

Cena di avvento

Stasera abbiamo partecipato, con alcuni rappresentanti delle parrocchie, a una Messa e cena di avvento della Fraternità dei Missionari della Croce. Non sono una congregazione religiosa, ma il movimento che ci ha accompagnato a iniziare il lavoro del SINE, consistente nei ritiri di evangelizzazione e tutto quello che gli segue.

Tutti gli anni organizzano questo momento di incontro-preghiera-fraternità, e non mancano mai di invitarci.

L’incontro di quest’anno è stato caratterizzato dall’Eucaristia presieduta dal padre Ricardo Santelises: il quale ha riempito la Messa di canti, al momento opportuno e anche al momento inopportuno. Il risultato è stato piacevole, perché i canti erano tutti molto conosciuti. Nella predica, parlando della carità, ha elogiato l’ospitalità ricevuta a Genova il mese scorso in occasione di una sua visita: ha dormito una notte in seminario, ed è stato colpito dalle sottane che portano i preti del nostro seminario e dalle attenzioni ricevute.

Nel mio piccolo mi sono sentito orgoglioso della mia comunità diocesana! Grazie, Signore!

Ho fatto stamattina il funerale della vecchietta Maria, che è quella che fino a due anni fa tutte le sante mattine che veniva a messa tirava fuori dalla borsetta un fazzoletto, lo apriva con molta circonspezione e mi dava una, due o a volte tre caramelle alla menta. Faceva il tutto con grande amore, e i giorni che non poteva venire a Messa tutti sentivamo la sua mancanza.

Da due anni non usciva di casa, aveva più di novant’anni, e ultimamente credo che avesse anche un tumore.

In cosa consiste lo scherzetto? per capirlo devo tornare indietro, a un giorno di cinque o sei anni fa, in cui a Messa si leggeva il vangelo di Luca dove Gesù narra la parabola delle mine, e dove il terzo servo dice al suo signore che per paura ha tenuto nascosta la moneta in un fazzoletto. Mentre leggevo quel Vangelo, Maria ha tirato fuori il fazzoletto delle caramelle, e si è messa a rovistargli dentro. Nella mia mente ho subito collegato le due cose, e mi è venuta una ridarella che non so come ho fatto a finire la Messa.

Lo scherzetto consiste nel fatto che il Signore ha chiamato a sé Maria il giorno in cui a Messa abbiamo letto lo stesso Vangelo del fazzoletto. Quando mi hanno avvisato della morte mi è subito venuto in mente che poche ore prima avevamo leggo quel vangelo a Messa, e non ho potuto fare a meno di sorridere.

La cosa bella, poi, è che il fazzoletto di Maria non era per nascondere, ma per dare: le sue caramelle, segno della generosità del suo cuore.

Arrivederci, Maria, sei già tra le braccia di quel Padre che hai amato!

Oggi pomeriggio siamo stati a Los Botados, una paese vicino a Yamasá. Il padre Cecilio che è il parroco mi ha invitato a presiedere l’Eucarestia per la novena della festa patronale di Cristo Re.

Sono venuti con me suor Serafina insieme alle aspiranti, e anche Paolo e Francesca.

Abbiamo trovato una comunità piccola ma viva, con un bel coretto di giovani. Un po’ disorganizzata con i microfoni, ma con tanti doni. Come tutti i paesi simili, per ogni festa patronale eleggono la regina, la viceregina e la principessa, tra le giovani più serie e impegnate del paese. Queste presenziano ai vari giorni della novena in abito di gala e con una coroncina in testa.

A partire da metà messa è venuto giù il mondo di acqua, e l’acquazzone ci ha accompagnato anche in buona parte del viaggio di ritorno.

Per Paolo e Francesca è stato il modo di vedere un paesaggio un po’ diverso da quello del Guaricano, molto più verdeggiante e semplice.


Franco Reggiardo, Paolo Dell'Erna e Francesca con don Paolo

Dopo una settimana dal nostro arrivo (Franco, Paolo e Francesca) solo adesso riesco a raccogliere e descrivere qualche frammento di vita in missione.

Il primo impatto dominicano: arrivo alle h 22.00 locali con 30 gradi è stato subito rimosso dall’arrivo festoso di don Paolo e don Lorenzo con seguito di Sorelle e ragazze della parrocchia venuti a prenderci con pick up e ambulanza. Mia figlia Franci si è offerta di salire dietro al pick up non conoscendo le strade del Guaricano (l’asfaltatura quando c’è non è delle migliori). Dopo il traffico caotico del centro ci siamo diretti verso il barrio del Guaricano e qui le immagini e le idee di Santo Domingo fatte in Italia, sono state subito rivedute e corrette!

Il Lavoro fatto da Paolo, Lorenzo e le Sorelle è impossibile quantificarlo, stanno gestendo una struttura enorme (missione centrale, scuole, parrochia …) che in Italia per poter farne un decimo (siamo oculisti..) ci vorrebbe uno staff di 100 persone e più.

Abbiamo iniziato il giorno seguente a fare le prime “consulte” oculistiche. Nella prima giornata abbiamo visto 50 persone. Francesca, che studia archeologia, si è trasformata in una assistente oculista molto brava, facendosi in quattro fra traduzioni estemporanee, controllare gli occhiali e aiutare le ragazzine a scegliere montature un po’ più graziose, e conquistandosi le loro simpatie.

I pazienti dominicani del barrio sono meravigliosi, vengono anche molte ore prima a prendere il posto, si portano i bambini, sono di una serenità sconvolgente. Ma cosa sarà? L’aria calda, il sole cocente che ti fa grondare sudore, i miasmi delle fogne a cielo aperto, le baracche di un solo locale dove vivono intere famiglie, gli aquiloni fatti con sacchetti della spazzatura…

Grazie alla grande esperienza chirurgica del collega Franco si è anche potuto iniziare a fare qualche intervento ambulatoriale per quanto riguarda una delle più frequenti patologie del Centro America, gli pterigi (neoformazioni benigne della congiuntiva che se non asportate possono arrivare a ricoprire la cornea in maniera tale da ridurre molto la vista).

Le visite oculistiche le abbiamo potute effettuare presso il centro medico della missione (un fiore all’occhiello), grazie ai colleghi che ci hanno preceduto (Carlo Mosci e Massimo Corazza) con attrezzature di ottimo livello.

Abbiamo anche conosciuto un collega oculista locale,il dott. César Belén, che una volta alla settimana viene a visitare. Abbiamo visto anche l’ospedale, uno dei pochi ospedali pubblici con servizio oftalmologico. Qui non esiste assistenza statale come la intendiamo, ci sono molte cliniche private all’americana (ti visito se paghi…). Comunque anche nell'”ospedale” le condizioni igieniche sono… Nonostante ciò si fanno molti interventi oculistici dalle cataratte alla retina e naturalmente gli pterigi, che qui sono chiamati uñas (lett. “unghie”).

Oggi Domenica siamo andati alla Messa in Parrocchia. Una folla cosÌ non l’ho mai vista, una partecipazione così non la vedrò più se non ritornando (spero proprio di sì).

Ciao!

P.S.: Se qualche turista per caso qui a Santo Domingo cercasse un ristorante… consiglio vivamente la cucina di don Lorenzo, merita una deviazione!!!

L’atto inaugurale della settimana della famiglia e contro l’aborto è stato un flop: quasi nessuna autorità, pochi adulti, un discreto gruppetto di bambini. Ma non è con i bambini che si fanno queste cose.

Speriamo che il resto della settimana vada meglio!

Stamattina la cattedrale straripava di preti, diaconi e fedeli per la celebrazione del venticinquesimo anniversario dell’elezione a arcivescovo di Santo Domingo del cardinale Nicolás López Rodríguez. È stato un bel momento di chiesa, vissuto da tutti in maniera molto gioiosa. Ce lo siamo goduti insieme ad alcuni membri dei consigli pastorali delle parrocchie.

Ho dedicato un po’ di tempo oggi pomeriggio a preparare inviti e materiale per la giornata della famiglia contro l’aborto e la delinquenza, che si svolgerà sabato pomeriggio e continuerà poi con le conferenze agli studenti.

Abbiamo invitato un bel po’ di autorità. Dovrebbero esserci due deputati, il vicario episcopale per la famiglia, rappresentanti del ministero interno e della polizia, di educazione, del ministero pubblico.

Le celebrazioni si concluderanno il venerdì seguente con una marcia alla quale parteciperà anche il Nunzio Apostolico.


La concelebrazione finale

C’è stata una bella partecipazione, oggi, alla giornata dei catechisti. E non solo nostra. C’era un salone grandissimo pieno di gente: la stragrande maggioranza donne, un certo numero di uomini, e una nutrita presenza di adolescenti e giovani.


I catechisti di Santa Margarita presenti alla giornata

Per la verità ha partecipato bene Santa Margarita, mentre della Divina Misericordia c’erano solo tre. Sembra che gli altri si siano scoraggiati per il fatto di essere in pochi.


Don Paolo con un'...aspirante catechista

In mattinata hanno avuto un tema di formazione e lavoro di gruppo. Nel pomeriggio canti, animazione, e quindi la Messa presieduta dal cardinale alle tre del pomeriggio.

La gente è rimasta molto contenta, hanno passato una bella giornata. Io li ho raggiunti nel pomeriggio, e ho condiviso con loro la parte finale.

A livello di zona ho l’incarico della pastorale educativa, che è qualcosa di nuovo, perché finora non si era fatto niente.

Ogni secondo sabato del mese di mattina ci vediamo nella parrocchia più centrale. Teoricamente dovrebbero esserci i rappresentanti di tutte le parrocchie (maestri o direttori impegnati in parrocchia), ma in pratica abbiamo avuto oggi la punta più alta di partecipazione con cinque parrocchie rappresentate.

Oltre a leggere un punto di un documento del concilio sull’educazione (Gravissimum educationis), abbiamo cercato di elaborare alcune idee per il lavoro futuro, e sono le seguenti:

  • Coinvolgere le parrocchie che ancora non si sono integrate
  • Sensibilizzare le parrocchie della zona alla necessità di offrire un’attenzione pastorale al personale delle scuole del loro territorio.
  • Proporre momenti formativi per maestri sull’educazione sessuale.
  • Far crescere nei direttori l’esigenza di portare avanti una formazione nei valori.

Non è un programma gigante, son piccole cose che speriamo di poter realizzare, poco a poco. Anche con la vostra preghiera!

Tornando dal ritiro, ho potuto partecipare all’ultimo giorno del triduo dei catechisti.

L’hanno fatto con un materiale preparato a livello diocesano, prevedeva per ogni giorno il rosario meditato, una lettura, biblica o no, uno spunto di riflessione, e un momento di preghiera spontanea. I catechisti che ho visto presenti erano un 60% del totale, che non è male considerando che sicuramente qualcuno non poteva partecipare tutti e tre i giorni.

Domenica ci sarà la giornata diocesana dei catechisti, in un salone grande di un collegio della città. L’entusiasmo di partecipare c’è, vi saprò dire come andrà l’incontro.

Ho fatto stamattina il funerale del marito di Bernarda. Lui naturalmente era tranquillissimo, mentre la moglie l’ho trovata che stava gridando, secondo il costume dominicano. In realtà credevo che avesse reagito in maniera più composta, considerando la sua fede, ma lì deve aver giocato l’esaurimento dei venti giorni in cui si è vista spegnere il marito, e senza una ragione.

Molta gente alla Messa, che è stata fatta nella stessa casa, e rimane l’inspiegabilità di una morte che ha tutta l’apparenza di uno sciopero della fame portato alle estreme conseguenze.

Da lì sono “scappato” diretto al ritiro.

È morto oggi pomeriggio il marito di Bernarda, la responsabile del settore Espíritu Santo, nel barrio del Chimbú. Bernarda è sulla cinquantina, e il marito pure.

Da un mese era in letto, non mangiava, quasi non parlava. I vari medici che l’hanno visto, in casa o in ospedale, non gli hanno trovato niente. Quello che diceva ai suoi era che doveva accettare la volontà di Dio. L’impressione è che si sia lasciato andare, che abbia deciso (incosciamente, senz’altro) che voleva morire. Ed è morto.

La moglie, donna di fede grande, è serena, e mi ha detto che si è spento in una maniera molto bella, chiamando tutta la famiglia e lasciando loro un messaggio molto bello.

Domattina alle nove faremo il funerale in casa.


Scorcio dei partecipanti alla giorata di convivenza

La giornata di convivenza delle comunità apostoliche della Divina Misericordia è stata bella, me la sono goduta.

M’è piaciuta al mattino, momento in cui ho potuto fare la catechesi sulla vita di comunità, che spero la gente riesca a mettere sempre più in pratica.

M’è piacciuta al pomeriggio, anche se non ho potuto apprezzarla al 100% perché mi sono messo a confessare e ho durato tre ore confessando. Ma nel frattempo c’è stato il momento della pachanga, cioè dei numeri della gente, poi la catechesi di Teofilo sull’essere fratelli in comunità, e quindi alcune testimonianze di come il cammino nella comunità apostolica ha aiutato questa gente a cambiare il loro stile di vita. Purtroppo di tutte queste cose non ho captato quasi niente perché impegnato a confessare, ma dagli applausi e dall’attenzione che vedevo nella gente è stato molto bello.

In definitiva una giornata molto serena, un angolo di cielo. Resa bella coreograficamente dal fatto che tutti indossavano la maglietta azzurra confezionata appositamente per i membri delle comunità apostoliche della parrocchia.

Ci siamo lasciati con l’impegno di iniziare il lavoro del discepolato personale, cioè assegnare a ognuno un discepolatore, cioè una persona che li aiuti a camminare con un accompagnamento personale mensile. Tutti si sono detti entusiasti dell’idea, e spero che la possiamo realizzare presto.

Grande assente Bernarda, la responsabile del settore Espíritu Santo, rimasta in casa ad assistere suo marito malato. Già di ritorno, alle sei del pomeriggio, la notizia che era spirato.

Tra le altre cose fatte oggi (con calma) ho finito di preparare il materiale per la convivenza di domani delle Comunità Apostoliche della Divina Misericordia: la mia catechesi sulla vità di comunità, e le fotocopie delle lodi e dei vespri.

Riguardo a quest’ultima cosa, sono contento di poterli fare, perché è praticamente insegnando alla gente a pregare con la liturgia delle ore e facendogliela gustare, nella speranza che continuino. Con queste fotocopie ho intenzione di dire loro che non le buttino via, che le tengano e che ogni tanto le usino.

Oggi non s’è fatto lezione nella scuola primaria, perché il sindacato dei maestri ha organizzato un picchetto di fronte al ministero dell’educazione.

Non sono entrato più di tanto nella questione, lasciando che i maestri facessero il loro sciopero, perché mi rendo conto che in questo momento in cui il governo sta preparando il bilancio dell’anno prossimo devono far sentire la loro voce. Dopotutto lavorano in condizioni ben difficili: 8 ore di lezione al giorno, quasi senza spazi per prepararsi, studiare, aggiornarsi, fare le riunioni della scuola; il tutto per uno stipendio base di 11,000 pesos al mese, circa 270 euro!

Con questa agitazione stanno chiedendo uno stipendio di 30,000 pesos (730 euro), che sarebbe il minimo, in considerazione del lavoro che fanno.

Ma il governo ha da pagare un debito estero alle stelle, e andrà bene se ai maestri faranno un aumento del 10%. Che se non protestano non vedono neppure quello!

Oggi ho messo due messe, per lo meno a Santa Margarita. Per questa ricorrenza c’è normalmente un bel numero di persone. Moltissimi fanno scrivere a un incaricato i nomi dei loro cari defunti, e si leggono tutti prima della Messa.

In realtà c’è stata una bella affluenza al mattino; c’erano anche gli studenti del nostro collegio, che erano stati invitati per l’occasione. Naturalmente la stragrande maggioranza sono arrivati a Messa quasi finita!

Alla sera invece l’affluenza è stata normale. Gli anni scorsi si vedeva più gente perché era un’unica Messa, non c’era la Divina Misericordia.

Il giorno dei santi qui non è festa di precetto. Alla Messa del mattino qualcuno in più del solito. Per il resto giornata come tutte le altre.

Ho fatto stasera il primo dei due incontri di preparazione al battesimo per i genitori dei bambini piccoli.

Avevo più coppie dell’altra volta. Poche comunque in relazione a qualche anno fa. La causa? da una parte è che sto esigendo di più la partecipazione dei papà, e c’è gente che non può avere difficoltà oggettive (lavoro) ma non gli si vede uno sforzo, e se la cosa non è facile facile si scocciano e lasciano perdere; dall’altra, c’è una caserma abbastanza vicina dove battezzano senza tante cose, basta andare lì due domeniche e alla terza c’è il battesimo. Tanto sforzo qui per far capire alla gente che il battesimo deve andare insieme a una vita di chiesa, e queste cose ti buttano a bagno tutto…

È in arrivo un altro turno di oculisti da Genova, sono amici di Carlo Mosci e Massimo Corazza.

Finora ho parlato solo con uno, Paolo Dell’Erna. Saranno qui lunedì 13, e si fermeranno uno una settimana e l’altro due. Continueranno il lavoro di visite a tappeto come hanno fatto Carlo e Massimo. C’è anche l’idea, se si può, che vadano in ospedale con il nostro oculista di qui per scambiare esperienze.


La carrozza della Madonna della Guardia

La Camminata Mariana di oggi pomeriggio è stata veramente bella. Moltissima gente, molte carrozze che le più varie statue, quadri e raffigurazioni della Vergine Maria, dalla classica Madonna dell’Altagrazia fino ad avocazioni più nuove come la Madonna della Consolazione.


Alcuni dei giovani presenti alla Camminata

Molta gente da Santa Margherita e dalla Divina Misericordia! Con anche un bel gruppetto di bambini e di giovani.


La Madonna della Guardia

La carrozza non l’abbiamo fatta, perché a livello di zona si è preferito ridurne il numero e preparare una sola carrozza per tutte le parrocchie di Villa Mella e Guaricano. È toccato realizzarla alla parrocchia dell’Amparo, che ha portato la statua della Madonna della Guardia di Genova, con tanto del Benedetto Pareto. Il tutto era molto bello, e avevano messo un cartellone che diceva “Madonna della Guardia di Genova”.

La camminata si è conclusa con la Messa presieduta dal vescovo ausiliare. Nell’omelia questi ha ricalcato il fatto che la camminata era una maniera plastica di realizzare un momento di preghiera per l’accettazione mutua (tema annuale del piano pastorale) e contro la violenza (problema cruciale in questo momento, in tutta la Repubblica Dominicana).


La carrozza del Ministero dell'Educazione con Alejandrina Germán

L’evento è stato seguito anche dai mezzi di comunicazione, attirati forse anche dalla presenza di una carrozza del Ministero dell’Educazione, al cui seguito andava nientepopodimeno che la stessa Ministro dell’Educazione, Alejandrina Germán, attorniata da una decina di alti funzionari del dicastero. Con un bel risultato in ritorno di immagine, penso.

Nel nostro gruppo c’era anche Miguel Ángel, l’unico seminarista presente alla camminata. Il gruppetto dei giovani aveva poi delle magliette nuove fiammanti preparate da suor Serafina con il logo delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario.


I nostri chierichetti

E la sorpresa: sul Listin Diario, uno dei maggiori giornali domenicani, apparirà domani la foto dell’inizio della processione, con i nostri chierichetti in prima file. Anche per questo c’è da essere ben contenti!


Yúdith e Taína, le nuove aspiranti, con suor Serafina

Le nostre suore hanno ufficialmente due aspiranti, Yúdith e Taína. Da vari mesi “bazzicano” nella casa delle suore, ma da oggi anche il vestito indica il loro cammino di approfondimento vocazionale.

Dopo suor Cristina, entrata nella congregazione nel 2001, queste due ragazze sono un dono meraviglioso per la missione e per le suore.

Entrambe vengono da un’esperienza di cammino parrocchiale, nei gruppi giovanili, nelle missioni, nella catechesi. E questo è la garanzia migliore di un cammino che inizia bene! Personalmente le trovo due persone meravigliose, ottimiste, dinamiche, di preghiera.

Come non dire un’altra volta: Grazie, Signore!

Stasera abbiamo avuto la cena pro fondo del Seminario Minore. Nella cornice bella di un club distinto della città abbiamo ascoltato buona musica, cenato (bene, anche se molto semplice), e applaudito varie volte tutti i seminaristi.

Le nostre parrocchie hanno risposto massivamente. Da ogni comunità apostolica hanno mandato un rappresentante, dividendosi tra tutti il costo dell’entrata (300 pesos, circa 7 euro e mezzo). Anche a scuola molti studenti si sono fatti animo, e con i contributi di tutti hanno mandato sette rappresentanti tra primaria e liceo. Speravo meglio, ma va bene così. Di fatto, tra tutti i gruppi presenti, il nostro era il secondo più numeroso, con una cinquantina di persone. Erano più di noi solo la parrocchia di San Maurizio, che è la parrocchia dove è parroco il rettore del seminario minore, ed è una parrocchia “bene”.

Credo che i nostri seminaristi si sono sentiti ben appoggiati!

Grazie, Signore!

Ci siamo riuniti stasera con i responsabili delle comunità apostoliche della Divina Misericordia.

M’ha scocciato un po’ che sono arrivati mezzi in ritardo (Marcial per primo!), e di fatto la riunione, che doveva essere alle sei, è cominciata dopo le sei e mezza e si è estesa fin dopo le otto e mezza.

Ho fatto un ripasso dei vari momenti della comunità apostolica: preghiera, studio della catechesi, edificazione mutua, solidarietà sociale. Di fatto in varie comunità ci sono momenti che diventano preponderanti rispetto agli altri, e momenti che praticamente non si toccano mai. Ogni tanto lanciavo la palla ai responsabili perché dicessero come vivevano questo o quell’aspetto, e sono anche venute fuori idee interessanti per tutti.

Dopo questa parte espositiva si sono divisi secondo i settori (ogni settore ha da tre a sei comunità apostoliche), per un bilancio più dettagliato della vita di ogni comunità.

E, alla fine, si è iniziato a coordinare la giornata che ci riunirà tutte le comunità apostoliche della parrocchia la domenica 5 novembre. La maggior parte della gente è ben disposta per partecipare, l’idea è che sia un momento da cui ripartire con entusiasmo, riprendendo con amore la vita di comunità e l’impegno apostolico.

Sono rimasto stupito oggi al vedere che il tema proposto dal libretto mensile del piano pastorale diocesano per le piccole comunità era la preghiera contemplativa.

La gente, e tutti in generale, non siamo abituati a fare questo genere di preghiera, forse siamo troppo materialisti, e pensiamo più facilmente a cosa dobbiamo chiedere o a ringraziare.

Di fatto ho visto che gli animatori di comunità di base hanno recepito bene il contenuto dell’incontro!

Ho avuto conferma oggi che il tipo che ci vendeva il terreno di ampliamento per la parrocchia Divina Misericordia non lo possiede legalmente. Il suo documento di diritto di occupazione si riferisce a un’altra zona.

Ho provveduto immediatamente ad andare al CEA (Consejo Estatal del Azucar, in pratica l’ente proprietario di tutta la terra dello stato) per chiedere che ci donino o ci vendano quel terreno.

Vi saprò dire.

La Messa finale della festa patronale di santa Margherita è stata presieduta dal padre Abraham, che fino a due anni fa era vicario zonale. Adesso il vescovo l’ha spostato a una parrocchia di un’altra zona.

La predica, ben condita di esempi e di espressioni gerghali e popolaresche, è stata graditissima, oltre ad avere espresso in maniera chiara e semplice il messaggio che santa Margherita ha dato alla chiesa del suo e del nostro tempo.

Alla Messa c’è stata una presenza eccezionale dei fratelli della Divina Misericordia, che ho ringraziato varie volte perché non mi aspettavo una partecipazione tanto massiccia da parte loro. Mi azzardo quasi a dire che erano più quelli della Divina Misericordia che quelli di Santa Margherita…

Stamattina sono andato in giro per la città dietro a varie commissioni per la chiesa nuova della Divina Misericordia.

In realtà non è ancora la questione della chiesa, quanto quella del terreno, perché c’è la possibilità di acquisire un’ampliazione del terreno che ci ha donato il BNV, ma devo fare i vari passi, e verificare varie cose perché poi non risulti che i terreni a cui ci ampliamo tengano problemi.

Il tempo investito nella cosa stamattina è stato ben fruttuoso. E poi nel pomeriggio ho potuto vedere un ispettore dell’azienda di stato che si occupa dei terreni, mi deve dare risposta su alcuni punti.

La festa solenne di Santa Margherita di quest’anno non ha vista la presenza di un vescovo o cardinale come alcuni degli anni scorsi. In compenso, il messaggio delle letture della domenica, con il vangelo del giovane ricco, è caduto a pennello per spiegare la vocazione religiosa di Margarita. E ho anche approfittato per far capire alla nostra gente, soprattutto ai giovani e ai bambini, che il Signore può chiamarli a lasciare tutto per seguirlo, e che è qualcosa che vale la pena.

Nel pomeriggio, i giochi per i bambini nel cortile della scuola. Era stato proposto come un pomeriggio familiare, ma adulti ne sono venuti ben pochi. Circa due o trecento i bambini, impegnatissimi nei vari giochi loro proposti: fazzoletto, cerchione, corsa nei sacchi, gioco delle seggiole, ecc. La cosa più triste è stato il momento della premiazione, con un disordine tremendo completamente ingestibile: reclamavano il premio almeno il doppio di quelli che gli toccava.

Con il Consiglio Pastorale voglio fare una verifica sull’opportunità di ripetere questa esperienza pomeridiana.

10:29 pm

Marvin Marcano

Abbiamo avuto stasera il concerto di Marvin Marcano, quasi a chiudere la novena di preparazione alla festa di Santa Margherita.

Marvin Marcano è un giovane sposo sui trenta-trentacinque anni, ha lavorato per vari anni con orchestrine che suonano il merengue tipico di qui, e poi sette anni fa grazie a un ritiro ha incontrato il Signore. Da quel momento il suo canto è stato per lodare Cristo.

Qualche problema tecnico all’inizio, dovuto soprattutto al fatto che si è cominciato a preparare il tutto quindici minuti prima dell’ora che doveva cominciare, ed era praticamente impossibile risolvere tutti i piccoli grandi problemi che si presentano in queste occasioni.

Così il concerto è cominciato non alle sette ma alle otto e quindici. In compenso è piaciuto molto, e anch’io me lo sono goduto, applaudendo da matti e muovendomi a ritmo di danza come tutti i fratelli e sorelle dominicani.

La formazione biblica del personale della scuola di stamattina è stata ben feconda. Partendo dei libri storici dell’Antico Testamento abbiamo letto tre passi di Giosuè, e passando per il sole che si ferma e Galileo siamo arrivati a parlare di creazione ed evoluzione.

È stata una occasione preziosa, perché avevo notato da tempo che molti maestri hanno le idee poco chiare, e qualcuno effettivamente ha fatto degli interventi in cui affermava che poneva gli studenti a scegliere tra evoluzione e creazione.

Mi sembra che abbiamo chiarito che il discorso evoluzionista ha a che fare con la scienza, mentre che di creazione parla la fede cristiana, e che quindi non c’è contrapposizione.

9:01 pm

Padre Francesco

Stasera è stato con noi per la novena di santa Margherita il padre Francesco, napoletano, viceparroco di Amparo e Santiago. È un prete del cammino neocatecumenale, e collabora con il padre Isidro, che è il parroco. Ha appena 5 mesi di ordinazione, ma con lo spagnolo se la cava molto bene perché ha fatto il seminario Redemptoris Mater qui.

Ha anche cenato poi con noi, è stato un momento molto piacevole!

Alla novena, poi, avevamo una bella rappresentanza della Divina Misericordia, accompagnati da Marcial. La novena è stata bella stasera!

Sono stato stamattina al BNV per chiedere se ci ampliavano il terreno che ci hanno dato per la chiesa della Divina Misericordia. Non ho potuto parlare con il funzionario che poteva darmi la risposta, ma ho canalizzato la richiesta con un suo subordinato. I giorni prossimi mi daranno la risposta.

La ragione di questa richiesta è che tra il nostro terreno e il resto dell’urbanizzazione hanno lasciato una frangia libera, e sembra che non la useranno.

Nel frattempo sto dandomi da fare per comprare un altro pezzo di terreno adiacente a quello che abbiamo ma su un altro lato. Il proprietario, che lo ha acquisito in maniera poco chiara (favore politico…) è disposto a vendercelo, a un prezzo ribassato rispetto a un prezzo esorbitante. Ma purtroppo si può fare poco, perché lui sa perfettamente che a noi fa troppo comodo. Basta dire che il nostro terreno è tutto accidentato, con 8 metri di dislivello tra la parte più alta e la più bassa, mentre che il suo è perfettamente piano. Così lo pagheremo troppo. In compenso ci permetterà di risparmiare sulle opere di edificazione. Secondo quanto mi dice l’ingegnere che si occuperà del progetto, sarebbe stato troppo costoso edificare nella parte scoscesa.

Va in crescendo la novena della festa patronale di santa Margherita. Anche stasera c’era un bel po’ di gente. Il padre Ricardo Arias, carissimo amico, ha sbulaccato: una Messa ben bella!

Da quando è cominciato il flusso dei seminaristi il Signore mi ha messo nel cuore il desiderio di vedere una vocazione missionaria. Sono arrivate le vocazioni religiose: suor Cristina, fiore bellissimo spuntato nel Guaricano, e adesso le varie aspiranti che stanno facendo il loro cammino di discernimento. Manca solo il o la missionaria.

Oggi pomeriggio il Signore mi ha fatto vedere che qualcosa si muove e che lui continua a lavorare: una ragazza di 18 anni ha confidato all’interno del circolo vocazionale che si sente attirata dal diventare missionaria. Non ha le idee tanto chiare, come la lascia intravedere il fatto che parlava di varie realizzazioni possibili di questa vocazione, tra cui includeva una forma matrimoniale di vivere la missionarietà.

Ma poi, terminato l’incontro, al sedermi insieme a lei e chiaccherare un po’ ho visto che c’era già abbastanza profondità. Siamo rimasti d’accordo che sonderemo varie congregazioni religiose, perché possa farsi un’idea più chiara della volontà di Dio su di lei.

Che si può dire? nient’altro che: Grazie, Signore!!!!

Oggi pomeriggio avevo il battesimo di due sorelline. Il sacramento è sempre bello, ma l’aspetto umano è stato di un disordine unico.

La madre è stata la prima ad arrivare, con un quarto d’ora di ritardo, insieme alla figlia più grande di quattro anni. Poco a poco sono arrivati anche l’ex marito, l’altra figlia di un anno e mezzo, la madrina, il padrino. A metà del rito è arrivata la nonna materna e qualche altro parente.

La celebrazione è stata resa squallida dalla disorganizzazione generale. Il papà che non vedeva che c’era da stare dietro alle bambine, o che faceva finta di non vedere. La madre che non riusciva a tenere ordine in quel banco dove aveva il vestito bianco in un sacchetto di plastica, e che quando è stata l’ora di metterlo alla bambina si perdeva in tutto meno che in vestirla.

Insomma, quel battesimo mi ha fatto capire qualcosa del perché questi due giovani che avevano 22 (lei) e 19 anni (lui) si sono separati.

In compenso, al terminare la celebrazione ho potuto far qualche parola con il papà, e forse si decide a iscriversi al catechismo per fare la prima comunione. Lo stesso sembrava disposta a fare anche la mamma. Li devo accompagnare con la preghiera tutti e due! Signore, fammi vedere il loro cammino di chiesa!

… si sono incontrati oggi, dopo la lezione di catechismo. In realtà non tutti i catechisti, perché qualcuno ha avuto inconvenienti vari, oggi o sabato scorso, e quindi non è stato possibile avvisare o realizzare la riunione. Ma chi non l’ha fatto oggi lo farà la volta scorsa.

Stiamo cercando di fare uno sforzo grande per far sentire i genitori più partecipi del cammino di catechismo dei loro figli. La risposta è lenta, ma non demordiamo. Crediamo che questi bambini possono avanzare molto di più nel cammino cristiano se lo fanno insieme ai loro genitori!

La Messa di stasera, primo venerdì del mese, abbiamo avuto gli studenti della scuola serale per l’inaugurazione dell’anno scolastico.

Ce n’erano circa 70, su 130 iscritti. Per essere venerdì, giorno di diserzione massima, c’era da essere soddisfatti.

Oltre alla predica “a tema”, prima della benedizione abbiamo chiamato le varie classi perché si presentassero una a una insieme ai loro maestri. Credo che sia stata una cosa che li ha fatti sentire molto bene!

Alla fine ho fatto pubblicamente i complimenti a Germania, la direttrice docente, la quale sta portando avanti il lavoro veramente bene!

Nell’incontro di formazione dei ministri di stasera mi sono soffermato sull’arte di celebrare. Ho cercato di spiegare l’importanza di tenere conto non solo delle norme liturgiche, quanto anche dell’assemblea, di quello che vive, dei momenti per cui passa ecc.

Finita l’esposizione, c’è stato un intervento di M., che ultimamente era ministro della parola nel settore X, e che adesso continua soltanto come ministro straordinario della Comunione. Purtroppo non riesce a capire perché gli è stato tolto il ministero che svolgeva, visto che, secondo lui, lo svolgeva bene. L’intervento è stato l’occasione per riesprimere quello che ho detto molte volte, cioè che questi servizi sono per un tempo, e sono a discrezione del parroco, lo stesso che i servizi dei preti sono pure loro per un tempo e a discrezione del vescovo. E che fare un servizio o un altro non importa. Gesù ci ha insegnato a servire, non a esigere un certo servizio.

La cosa era chiara per tutti, così mi sembrava. Spero che lo sia anche per M. E ti chiedo, Signore, che gli dono il tuo Spirito, che gli apra il cuore e che lo mantenga costante nel tuo servizio!

Ce l’ho fatta! Sono riuscito a finire e a distribuire il materiale per la novena di Santa Margherita Alacoque. Gli anni scorsi davo delle cose molto semplici. Adesso sono riuscito a organizzare un materiale più articolato, con la vita fatta a spezzoni per i vari giorni, e con spunti di riflessione e approfondimento. Non solo, nel distribuire questo materiale ai responsabili di settore ho invitato a preparare piccole recite sulla vita della santa.

Tutte le sere della settimana prossima avremo il rosario e la novena alle sei di sera, seguiti dalla Messa.

I black-out continuano con insistenza. A Santa Margarita la luce se ne va verso le nove del mattino, per tornare nel primo pomeriggio. Se ne va di nuovo verso le sei, e torna dopo le dieci. Sono circa 10/11 di black-out al giorno. Inutile ricordare le n promesse del governo che non si sarebbero dati più di sei ore al giorno di black-out!

Il generatore elettrico di Betania sta lavorando come un matto. Con i corsi di computer per gli studenti, che si fanno mattina e pomeriggio, e con la scuola serale, consumiamo circa 200 galloni (800 litri) di gasolio al mese!

La gente non ce la fa più, ma è talmente stremata che ha perso anche la voglia di lottare per avere un po’ più di corrente al giorno.

Sono stato in curia, stamattina, e ho potuto scambiare due parole con il vescovo ausiliare, mons. Pablo Cedano.

Abbiamo parlato dell’ordinazione diaconale di Juan Luis, il nostro candidato che ha fatto la preparazione insieme a Marcial, e al quale ho fatto aspettare qualche tempo perché maturasse un po’ di più nella pastorale. Di fatto questa maturazione c’è stata, e dovremmo quindi fare l’ordinazione appena si potrà. C’era in ballo il discorso che terminasse il liceo; il Concilio Dominicano parla del fatto che i candidati diaconi della città devono aver almeno la maturità, e Juan Luis si è fermato un anno prima perché si è messo a lavorare. Mons. Cedano ha espresso l’idea che si facciamo l’ordinazione adesso. Potrà essere tra un mese o all’inizio del 2007.

L’altra cosa di cui abbiamo parlato è l’apertura della nuova parrocchia in quello che adesso è il settore San Ramón. Mons. Cedano mi sta spingendo ad accelerare le cose. È vero infatti che io non mi ci sono messo dietro più di tanto alla faccenda. Bisogna preparare uno studio, da presentare al Consiglio Presbiterale, con la storia del settore, la spiegazione della situazione della zona, ecc. Devo fare lo sforzo di mettermi lì e organizzare le idee. Non è una cosa dell’altro mondo, ma a volte le cose si sommano.

Parlavamo anche del nome che avrà questa nuova parrocchia. Spero di farvi una sorpresa presto…

In mattinata sono stato a Ponce per la Messa, celebrando la festa di san Michele Arcangelo. Il giorno 29 non si era potuto fare molto, perché era il giorno della camminata biblica. Così abbiamo anticipato la Messa che sarebbe toccata in quella cappella tra quindici gionri.

Buona la partecipazione della gente, meno buona quella della famiglia di Nenito (il vecchio che trent’anni fa ha costruito la cappella): della famiglia ben grande che sono c’erano soltanto in tre.

Effettivamente la gente originaria di Ponce si inclinano più verso la brujería (o santeria) che verso la Chiesa, e lo dimostra il fatto che alla celebrazione della Chiesa non vengono. Al contrario, il giorno della “veglia” per San Michele, nella quale si suonano i tamburi, si balla e ci si ubriaca, lì sì che ci sono tutti.

Tutti gli anni quando è il momento di preparare gli elenchi dei bambini del catechismo mi viene male.

Iscriviamo i bambini nei vari centri di catechismo, e ovviamente nonostante la cura che posso mettere nello spiegare come fare, c’è sempre chi fa di testa sua e non mi segue le indicazioni. Conseguenza, al momento di organizzare le cose non ci si capisce granché. E anche la segretaria che mi trascrive al computer tutta questa caterva di nomi cognomi date di nascita con i rispettivi catechisti lavora in maniera un po’ approssimativa…

Così ho passato quasi tutta la mattinata e tutto il pomeriggio tra organizzare e smistare. Sì, ho fatto il postino, e ho approfittato così per dare un’occhiata e vedere come vanno le cose nei vari centri.

Ho potuto rendermi conto di alcune cosette da cambiare, cosa che ho subito canalizzato con i rispettivi responsabili di centro.


La camminata con la Bibbia del settore Betania

La Settimana Biblica si è conclusa con la Camminata Biblica che abbiamo fatto stasera.

Ogni settore si è riunito e ha cominciato la sua processione, portando in alto il libro della Parola di Dio. Cinque stazioni proponevano passi della scrittura riferentesi al dono che la Bibbia è per i cristiani. Al termine della camminata, la Messa.

L’idea di fare queste processioni per settore, e non tutti insieme, lascia sempre mezza scontenta la gente, a cui fa piacere vedere le moltitudini. Da parte mia continuo a chiedere che le attività si facciano separate, in maniera che si possa arrivare più vicino alla gente, e anche perché non ci abituiamo a dormire sugli allori del “siamo tanti”. In fondo i cattolici impegnati (da Messa della domenica, diciamo) qui sono una ridotta minoranza: meno del 5%; e prendere coscienza, ogni tanto, che siamo piccolo resto, ci aiuta a rimanere nella verità.

A Santa Margarita i vari settori sono arrivati mezzi sfasati, ma pieni d’entusiasmo. La gente che c’era alla Messa era quella dei giorni scorsi alle catechesimi, più un bel gruppo di bambini che hanno fatto la processione con noi, e più alcuni chierichetti che hanno servito Messa.

Stasera ho fatto l’ultima catechesi biblica. O meglio, l’ho fatta io in Betania. A Jacagua, dove i giorni scorsi andava suor Cristina, è andata suor Modesta. Marcial alla Divina Misericordia, Lorenzo alla scuola Guaricano Adentro, e Matilde nella cappella San Miguel.

L’argomento di oggi era riassuntivo: la Bibbia si deve leggere alla luce dei criteri della fede: l’unità di tutta la scrittura, l’analogia della fede, la fedeltà alla Tradizione della Chiesa.

Ieri avevamo sviluppato in maniera abbastanza ampia l’insegnamento sul fatto che la Bibbia è il libro della Chiesa, che nasce nella Chiesa per l’edificazione della Chiesa.

A Betania ho avuto un totale di 130 persone, quelli che non sono mancati mai devono essere una cinquantina. Preparerò loro una certificato di partecipazione, che molti inquadreranno e appenderanno in casa loro, orgogliosi di esserselo guadagnato!

In cinque punti delle due parrocchie è partita la Settimana Biblica.

I punti sono: Betania e Jacagua per Santa Margarita; la Divina Misericordia, la scuola Guaricano Adentro e la Capilla San Miguel per la Divina Misericordia.

A Betania ci sono un centinaio di persone, negli altri più di cinquanta.

Le catechesi che ho preparato sono sull’Interpretazione fedele della Bibbia nella cornice della Tradizione della Chiesa e del suo Magistero. Ho usato un materiale di un biblista brasiliano, e l’ho semplificato e adattato.

La gente mi sembra che capisca: si parla del fatto che la Bibbia è la Parola di Dio, che è scritta con un linguaggio umano, che è il libro della Chiesa, che Cristo ne è il centro, che bisogna leggerla in maniera orante.

Da parte mia sto insistendo fino alla nausea sul fatto che la Bibbia misura ma è misurata anche dalla Tradizione e dal Magistero. Ciò è evidente ad esempio nel fatto che tra il 33, anno della Pasqua di Cristo, e il 60/70, anni in cui hanno cominciato a nascere i Vangeli, la Chiesa non aveva Nuovo Testamento, ma solo l’Antico, ma che questo non le ha impedito di vivere e di realizzare la sua missione. Quindi ne scaturisce che la Bibbia nasce nella chiesa come libro della Chiesa, e che quindi è da leggere nella luce e nella fedeltà alla tradizione della chiesa.

Dopo l’inaugurazione a Santa Margarita e alla Divina Misericordia di domenica scorsa, oggi è stata la volta del settore san Ramón, che sempre più si avvia a diventare una parrocchia a sé stante.

La cappella del Mamey era stracolma, una quarantina di bambini, che sicuramente non sono tutti quelli che sono stati iscritti al catechismo, però in percentuale erano più di quelli che avevo domenica scorsa alla Divina Misericordia.

E alla fine della Messa ho confessato un bel po’ di gente, praticamente tutte bambine e ragazzine adolescenti. Nessun maschietto. La differenza nella vicinanza alla chiesa si vede già nell’età della prima comunione.

Stasera è tornato don Lorenzo.

È stato una settimana in Italia per commissioni varie. si riintegra al lavoro: domani due Messe, e a partire da lunedì mi fa le catechesi della Settimana Biblica in un settore della Divina Misericordia.

Grazie, Signore!

Abbiamo avuto stamattina un incontro diocesano per ridare calore alla “pastorale delle multitudini”: si tratta in pratica del lavoro della lettera mensile portata dai messaggeri a tutte le famiglie, e delle corrispondenti azioni significative mensili per le famiglie e i settori.

È venuto fuori che l’azione significativa familiare non la fa praticamente nessuno, neanche le persone più attive nella chiesa.

Invece molte parrocchie, come noi, portano la lettera e fanno l’iniziativa di settore.

Il padre Lorenzo Vargas ha ripresentato le cose di sempre, cioè come portare avanti questo lavoro. Sono cose che già sapevo, ma sono contento di aver partecipato con i responsabili di settore, perché è bene che adesso riprendiamo la cosa nei singoli settori delle due parrocchie.

Stasera abbiamo avuto l’ultimo incontro di formazione dei nuovi e vecchi ministri della parola, o animatori di settore, come li si preferisce chiamare nei documenti ufficiali.

L’ultimo incontro verteva sulla presentazione del sussidio per la celebrazione, sussidio che ho preparato basandomi sul libro liturgico dedicato alle celebrazioni dominicali in assenza di presbitero.

Tra quindici giorni, dopo la pausa della Settimana Biblica, cominceranno il lavoro alle Celebrazioni della Parola del martedì sera.

Francisca, una giovane catechista e animatrice della pastorale giovanile della Divina Misericordia, sta cominciando a uscire allo scoperto con il desiderio di vivere la vocazione religiosa. Abbiamo parlato di chiamare una suora che lavora in curia, per vedere se le dà qualche indicazione o la invita per qualche attività vocazionale.

Francisca è una ragazza molto matura, ha sui 24 anni, e ha una bella capacità di lavoro pastorale. È una delle leader più affermate non solo alla Divina Misericordia, ma anche a Santa Margarita.

Per me è una gioia vedere questo desiderio che sboccia e cresce, vi saprò dire gli sviluppi!!!

L’inaugurazione è venuta bene a Santa Margarita, dove c’era una bella frotta di bambini, e anche molti giovani, suppongo che del catechismo. La chiesa era piena, cioè c’era il doppio di gente delle altre domeniche.

Invece alla Divina Misericordia di bambini ce n’erano ben pochi, mi immagino una quarta parte di quelli che si sono iscritti. Mentre c’era un bel gruppetto di giovani.

La sfida che abbiamo davanti è quella di avere tutti i bambini del catechismo e tutti i giovani alla messa tutte le domeniche!

Stamattina abbiamo avuto la riunione del clero zonale.

La cosa buffa è che si annunciavano attività su cui padre Nelson ne sapeva di più che padre Juan Francisco che è l’arciprete. È stato abbastanza buffo! Come è stato buffo vedere che lo stesso padre Juan Francisco non aveva le idee chiare sul giorno del mese in cui ci riuniamo!

C’è da rimettersi sotto con la pastorale delle priorità: tutti i secondi sabati del mese mi tocca fare la formazione dei rappresentanti della pastorale educativa.

Alla fine c’è stato un piccolo atto di accoglienza del padre Francesco, che è un neocatecumeno di Napoli: è il nuovo curato (viceparroco) di Santiago el Menor e Nuestra Señora del Amparo.

Prima riunione dell’anno con i catechisti, dopo i due fine settimana iniziali di programmazione e messa a punto.

L’impressione è che siamo partiti meglio degli anni scorsi. Abbiamo quasi terminato le iscrizioni, e stiamo già preparando per il sabato 6 ottobre il primo incontro con i genitori.

Dà l’impressione che ci sono molti bambini nuovi.

Domenica avremo la Messa di inaugurazione dell’anno catechistico, presenti (si spera) tutti i catechisti con i loro rispettivi catechizzandi.

Ho terminato di preparato il materiale per la Settimana Biblica: una catechesi sulla lettura della Bibbia nella tradizione della chiesa.

Ho trovato un materiale del padre Menster, un padre brasiliano che ha lavorato molto nella formazione biblica dei quadri delle Comunità Ecclesiali di Base del suo paese, e l’ho adattato allo spazio e ai tempi e alla gente che avremo davanti.

Oltre a me ci saranno a proporre queste catechesi Juan Luis, Marcial, don lorenzo e Matilde.

La Settimana Biblica sarà a fine mese.

Ho anche preparato la lettera mensile a tutte le famiglie, che avrà per tema per l’appunto la Bibbia, cercando di sensibilizzare in vista della partecipazione alla Settimana Biblica.

Nel pomeriggio ho fatto l’aiuto elettricista. Pedro mi ha iniziato a fare un lavoro nella cappella del Santissimo, e sono stato con lui per evitare quello che mi è successo altre volte: che a lavoro terminato ho dovuto aggiustarlo io.

Così ho fatto il suo aiutante, e a tratti il suo ingegnere.

Credo che ne è valsa la pena, perché abbiamo scoperto varie cose mal fatte, l’abbiamo messe a posto, e adesso tutto è più chiaro.

Con Pedro sto anche cercando di fargli tornare il gusto della vita di chiesa. In vari momenti della sua vita è stato abbastanza vicino, a tratti faceva anche la comunione, ma poi si è allontanato, un po’ per varie vicissitudini (separazione dalla moglie, la figlia gli è stata violentata da un vicino, ecc.).

Adesso sta quasi riavvicinandosi. Finendo il lavoro, verso le sette di stasera, in ginocchio davanti al tabernacolo abbiamo pregato insieme per lui, perché ritrovi presto il cammino di casa.

Sono sicuro che ci ascolterai, Signore Gesù.

Sto preparando il materiale per la Settimana Biblica, che faremo l’ultima settimana di settembre.

Da lunedì a giovedì avremo tutti i giorni una conferenza biblica, in vari punti delle parrocchie, e venerdì faremo una processione per portare la Bibbia in trionfo per le strade della parrocchia.

Sto pensando se invitare a fare con noi la processione anche le chiese evangeliche…

Vi ricordate che vi ho parlato di Ana María e Ana Iris, le due ragazze di San Francisco de Macorís che sono venute dalle suore per un’esperienza vocazionale? Che dico? non era un’esperienza vocazionale, era vivere un anno con loro per poi andare a fare la formazione in Italia.

Ahimé, così presto come sono venute altrettanto presto se ne sono andate. Il 20 agosto sono arrivate, il 23 se ne sono andate.

Non si capisce che intenzioni avevano, le suore sono rimaste abbastanza male perché si sono rese conto di una serie di bugie, nonché di altri giochetti poco chiari.

La spiegazione ufficiale è che a Ana María non è piaciuto l’ambiente del nostro liceo. Abituata al liceo pubblico dove ha frequentato i primi tre anni delle superiori, le sarebbe sembrato troppo stretta la disciplina da noi. E noi ci domandiamo: ma se è troppo dura la disciplina di un liceo, cosa le sarebbe sembrata la obbedienza del convento?

Rimane quindi il mistero: cosa c’era dietro a questa spiegazione, francamente poco convincente?

Questa prima domenica senza Lorenzo è andata abbastanza liscia.

In realtà fino a sabato all’ora di cena non sapevamo chi avrebbe detto Messa alla Divina Misericordia, ma il Signore ci ha mandato il padre David, il rettore del seminario prefilosofato, e la cosa si è risolta.

In mattinata ho celebrato tre messe: le due d’orario di Santa Margarita, e la Messa del Ritiro Eucaristico: erano una quarantina i fratelli e sorelle che tre mesi fa avevano fatto il Ritiro di Evangelizzazione, e quasi tutti sono arrivati in fondo. Adesso formeranno le comunità apostoliche, per continuare a crescere nella fede.

La Messa della sera me l’ha celebrata il padre Kurian, il segretario del Nunzio, il quale si è anche fermato a cenare con noi.

Nel portarlo a casa ho avuto la triste esperienza di ricevere una botta nel paraurti posteriore: avevo rallentato a causa di un “poliziotto coricato” (così si chiamano qui i rallentatori), e chi mi seguiva non se n’è accorto e m’ha tamponato. Peggio per lui: si è fatto molti più danni di me!

Stasera, con gli Animatori di Assemblea (Ministri della Parola) abbiamo fatto la prova di omiletica.

L’incontro scorso avevo dato le drittte essenziali su come predicare sulla Parola di Dio, e gli avevo lasciato come compito di scegliersi un brano del Vangelo e di prepararsi lo schema di una predica.

Il risultato è stato vario: quasi nessuno aveva capito cosa doveva fare, e si sono dimostrati incapaci di organizzare due idee in maniera chiara. Ma non mi deprimo: gli ho rispiegato come fare, e gli ho messo un altro compito, stavolta uguale per tutti, sulle Nozze di Cana. Vi saprò dire!

Oggi non c’è stato niente di fuori dal comune.

L’unica cosa è che abbiamo cominciato a fare le pubblicazioni di matrimonio, che qui si fanno oralmente dato il basso livello di alfabetizzazione della gente.

Ci sono una decina di coppie che si sposeranno in dicembre. E in dicembre, il 16 per la precisione si sposeranno anche Luis Alberto e Arlín, che sono entrambi membri dei gruppi giovani, e Arlín è anche animatrice di un gruppo di adolescenti.


I genitori si recano dai catechisti per iscrivere i loro figli

Abbiamo fatto oggi pomeriggio le iscrizioni al catechismo.

In alcuni centri c’è stata un’ottima affluenza, in altri no. Strano. Eppure abbiamo dato una buona pubblicità alla cosa, a tutte le famiglie abbiamo fatto un’invito personale.

Mi rendo conto sempre di più che siamo in missione: alla maggior parte della gente non gliene frega niente dell’educazione cristiana dei suoi figli!

Stasera con un gruppo di familiari e ministri abbiamo partecipato alla Messa di inizio anno del Seminario Minore, dove ci sono cinque ragazzi di Santa Margarita e della Divina Misericordia: Elvis, Franklin e Alex di Santa Margarita, Arismendy e Francisco della Divina Misericordia.

La Messa è stata presieduta dal cardinale, ma purtroppo siamo arrivati tardi a causa del forte traffico legato ai lavori della metropolitana. È stato importante in ogni caso esserci, e i nostri ragazzi hanno percepito questo segno di affetto e appoggio e li si vedeva orgogliosi di avere tante persone care attorno.

Nel pomeriggio ho inaugurato una CEB che sta funzionando già da vari mesi.

La portano avanti Emiliana e Sinín. Questa è una signora anziana e con vari acciacchi ma piena di vita che ha sempre vissuto in maniera impegnata la sua fede. La prima invece è passata due o tre anni fa da essere una cristiana della domenica a una vita impegnata su vari fronti: ha fatto il ritiro di evangelizzazione, ed è animatrice di comunità e catechista.

Alla Messa c’erano anche vari uomini, e ho approfittato per sottolineare l’importanza dell’invito e dell’amore che possono dare ai loro vicini per aiutarli a fare il passo verso Cristo e diventare persone che trasformano i loro dintorni.

L’incontro degli animatori di CEB (Comunità Ecclesiali di Base) di oggi è stato dedicato all’imminente iscrizione al catechismo.

La catechesi, molto semplice, era per sensibilizzare ancora di più a questo inizio nel quale vogliamo vedere i genitori coinvolti in prima persona.

Oltre a questo è partita oggi anche la lettera mensile a tutte le famiglie, centrata sullo stesso tema.

Con l’aiuto del Signore partiamo meglio che l’anno scorso.

Oggi ho dovuto riprendere in mano la maniera di fare l’iscrizione, perché ieri avevo visto abbastanza lacune nell’interpretazione dell’atto di nascita. Così gli abbiamo dedicato un’altra mezzoretta.

Ho potuto presentare anche lo schema dell’incarico dei singoli catechisti: l’età con cui ognuno di essi lavora, la cappella, e l’ora, e il compagno o compagna.

In Betania avremo una decina di gruppi, mentre nella maggior parte degli altri i gruppi saranno tre o quattro.

Ogni gruppo lavora con il primo o il secondo o il terzo livello di catechesi.

Oltre a tutto questo, ho anche parlato un po’ della parrocchia e della centralità dell’Eucaristia parrocchiale nella vita di fede. La speranza è che i catechisti possano sensibilizzare di più alla partecipazione alla Messa domenicale.

Nonostante la pioggia di una tormenta tropicale che sta passando 400 km sotto la nostra isola, i catechisti hanno partecipato in maniera soddisfacente al terzo giorno di preparazione, oggi sabato.

Al mattino ho fatto una lunga catechesi sul sacramento della Riconciliazione, che qui è celebrato abbastanza poco: la maggioranza delle persone attive delle parrocchie si confessa solo due volte all’anno nelle Celebrazioni Penitenziali di Avvento e Quaresima.

Nel pomeriggio ho parlato di matrimonio e convivenza (la convivenza qui è la normalità, solo l’1% delle coppie si sposa in chiesa), e poi abbiamo fatto la pratica di compilare la scheda di iscrizione a partire dall’atto di nascita. Sembra una cosa facile, ma non lo è, come ho potuto rendermi conto. Di fatto almeno la metà dei catechisti scrivono molto lentamente e con grafia da terza elementare o più giù, e con molti errori. Sono utopista se sogno che possano farmi un buon lavoro nel processo di iscrizione?

Nel pomeriggio visita a una malata terminale: una giovane donna, avrà avuto tra i 25 e i 30 anni. Era in un come semincoscente, battere di ciglia quasi nullo.

Abbiamo celebrato il battesimo, la cresima, e l’unzione dei malati. Sono rimasto di stucco quando, nel preparare il battesimo, improvvisamente si è risvegliata dallo stato di sopore, si è mezza alzata, e ha anche gridato, apparentemente per il dolore del tumore. Non ero ancora arrivato al momento dell’amministrazione del battesimo, e l’ho subito anticipato per la paura che fosse l’ultimo sprazzo di vita prima della morte.

Così l’hanno sorretta da sotto le spalle, e mettendole un catino sotto la testa, le ho dato il battesimo. Ha dato l’idea di averlo ricevuto più o meno coscientemente, e dopo è ritornata nel sopore di prima.

Tutte le volte che mi trovo con queste situazioni di malati apparentemente assenti ma che si vede che si rendono conto che sta succedendo qualcosa di grande mi si raccapponisce la pelle.

10:23 pm

Giornata intensa

La giornata di oggi mi è volata, e sono soddisfatto:

  • In mattinata sono stato al distretto scolastico, dove sembra che abbiamo risolto il problema di un professore che doveva passare a un’altra scuola, e che adesso sembra che non è che se ne va, ma che lo cambiano con un altro, anzi un’altra, che è una ragazza di chiesa e di buona famiglia.
  • Nel primo pomeriggio sono stato a scuola, per cercare di rendermi conto di quali maestri arrivano tardi, e ho parlato con qualcuno di loro.
  • Poco dopo è venuto Teofilo, e abbiamo parlato di come portare avanti la opera della chiesa nuova della Divina Misericordia.
  • Alle quattro la riunione degli animatori di CEBs.
  • Dopo, la riunione dei responsabili dei centri di catechismo di Santa , cercando di organizzare il lavoro dei catechisti.
  • Infine, alle sei e mezza, il ritiro di inizio anno del personale della scuola serale. Lì mi sono fatto un po’ di sangue marcio all’inizio, per due professori che non sono venuti, ma poi il Signore mi ha fatto ascoltare tante cose belle dalla gente presente che mi ha fatto vedere che la mia rabbia non era niente in confronto a quello che lui mi poteva dare. Ho terminato il ritiro ringraziando il Signore di aver capito questa piccola cosa.

Sono arrivato a casa alle dieci meno un quarto. Cena. Tra pochi minuti vado a dormire. Buonanotte. E a te, grazie, Signore!


Il sorriso solare di Sandra

Sandra è partita oggi pomeriggio per l’Italia. Ha vissuto un mese con noi, dando una bella mano a Lorenzo in cucina e allettandoci con il suo buonumore e i suoi scherzi.


Sandra con Taína e Yudy in cucina

Oggi a mezzogiorno, come gesto di saluto, ha infilato un cubetto di ghiaccio nella schiean di suor Blessila. L’altro ieri aveva tentato di innaffiarmi i pantaloni. In un momento che non se l’aspettava, ieri le ho messo mezzo bicchiere d’acqua sulla sedia prima che si sedesse, e al toccare il sedile della sedia con il didietro ha fatto un salto megagalattico.

Tutto questo per farvi capire chi è Sandra. Nonostante i suoi sessant’anni ha uno spirito giovanile, che ci mancherà nei prossimi mesi.

Grazie di cuore, Sandra, per tutto quello che hai dato alla comunità!

Alla formazione dei catechisti di questa mattina c’erano parecchi “grandi assenti” di ieri: vari catechisti abbastanza esperti, che apparentemente ieri hanno avuto impegni inderogabili. Con loro quelli che hanno dato la loro disponibilità sono attorno al centinaio tra le due parrocchie.

Una cosa nuova di quest’anno è che non accettiamo più catechisti adolescenti. L’esperienza si è rivelata buona in un senso ma spiacevole nell’altro. Buona, perché nel fare catechismo ai bambini si sono rivelati pieni di entusiasmo. Spiacevole, perché di essi hanno continuato solo la metà; gli altri quatti quatti hanno lasciato. E un altro aspetto poco bello è che tra quelli che hanno continuato, e che dicono che sentono la vocazione di essere catechisti, c’è molta immaturità ecclesiale: vengono magari a Messa, ma rimangono in fondo a fare cappannello tra di loro.

Così, dopo aver parlato di tutti questi problemi nel corso dell’intero anno scorso, quest’anno abbiamo preso la decisione, io, Marcial, e d’accordo tutti i responsabili di centro di catechesi, che non avremmo accettato altri catechisti adolescenti. I catechisti adolescenti “vecchi”, pur con i loro limiti, li avremmo portati avanti, sperando di riuscire a formarli un po’ meglio.

Devo dire, però, che alla fine dei conti di questi catechisti troppo giovani non è venuto nessuno. Una diciassettenne c’era, ma mediamente è più matura delle altre ragazzine-catechiste.

E la mattinata si è svolta tra una riflessione mia sulla maniera che i genitori possono realizzare la loro missione di essere i primi catechisti dei loro figli, e una presentazione della situazione dell’adolescente fatta da suor Cristina.

Siamo anche riusciti a terminare alle undici e mezza, e non a mezzogiorno. Io sono arrivato a casa più tardi perché ho fatto una scappata a Los Cazabes e Jacagua a accompagnare con la camionetta i catechisti di là. Che, peraltro, sono stati ammirevoli: erano il settore più presente numericamente; e questo nonostante la scomodità e la distanza! Bravi!


I catechisti nuovi del 2006

È iniziato oggi, e continuerà domani e la settimana prossima, il momento di formazione dei catechisti che facciamo sempre, più o meno a inizio dell’anno.

L’idea mia era di chiamare l’ufficio catechistico della curia, che porta sempre in giro per le zone questi momenti di formazione, che tra l’altro sono strutturati in cinque tappe progressive e con un piano di studi ben definito. Purtroppo però non erano disponibili in questo periodo, per farlo con loro avremmo dovuto realizzarlo il mese prossimo o in ottobre, con la conseguenza che si sarebbe dovuto interrompere il catechismo del sabato.

Così alla fine ho deciso di farmelo io, cioè di guidare io gli incontri di formazione. In qualcosa mi aiuteranno suor Modesta e suor Cristina.

Oggi, in particolare, abbiamo parlato loro della metodologia catechistica, della condizione del bambino oggi (suor Modesta). Ho spiegato loro il simbolo apostolico e ho collocato la catechesi dentro al processo di evangelizzazione che realizza la Chiesa.

La partecipazione è stata attorno al 60% di quelli che facevano catechismo l’anno scorso. Di qualcuno degli assenti so che non continuerà, altri assenti spero che non si facciano vedere perché così evito di dirgli che non posso tenerli come catechisti.

Invece c’è stata una discreta presenza di nuovi. Sono quelli che vedete nella foto. Più per la Divina Misericordia che per Santa Margarita. Alcuni di loro dimostrano capacità di mettersi in gioco. Se a questa qualità corrisponde la serietà siamo a posto!

L’orario è stato dalle nove a mezzogiorno, e dalle due e mezza (in pratica dalle tre) alle sei.

Domani si continua, ma solo di mattina.

Sia di mattina che di pomeriggio ho dedicato alcune ore ad andare a ritirare i libri per la scuola.

Il governo li stampa e li distribuisce alle scuole, le quali li prestano agli studenti a inizio anno e li ritirano alla fine. I libri hanno così una vita utile di 3/4 anni, dopodiché sono praticamente da buttare.

La cosa caratteristica è che non tutti gli anni ci sono disponibili tutti i libri: un anno ce n’è una parte, l’anno dopo un’altra. Per esempio, in quest’anno scolastico ci mancheranno i libri di lingua spagnola di settima e ottava. Professori e studenti dovranno arrangiarsi!

Oggi il paese festeggia la Restaurazione della Repubblica: nel 1863, il 16 agosto, è cominiciata la seconda guerra di liberazione dal colonialismo spagnolo.

Per la Repubblica Dominicana è la data in cui prendono possesso le nuove autorità. E quest’anno è toccato a senatori, deputati, sindaci e consiglieri, tutti quanti eletti il 16 maggio, esattamente tre mesi fa.

In casa avevamo mezzo parlato di fare una gita con le suore, ma alla fine non si è concretizzato niente. Io ho passato la mattinata in parrocchia a preparare il materiale per il ritiro della scuola che sarà questo venerdì.

Invece nel pomeriggio ho accompagnato al seminario Willy e Miguel Ángel: hanno fatto oggi il loro ingresso al seminario maggiore, al primo anno di filosofia. Ho potuto conoscere il loro formatore, il padre Mártires, e ho potuto scambiare due parole anche con il padre Federico, che è formatore della seconda filosofia.

Willy e Miguel Ángel abiteranno in camerette condivise ognuno con un altro compagno: avranno a loro disposizione un letto, un tavolo, una sedia, uno scaffale per i libri. Andranno a studiare la filosofia alla Pontificia Universidad Madre y Maestra, che non è lontana dal seminario. La loro classe, che comprende giovani di tutte le diocesi del paese, è di 56 seminaristi!

Poi, alle sette di sera, il corso di preparazione al matrimonio, con il quale ho concluso in bellezza la giornata.

Oggi, solennità dell’Assunta (che qui non è di precetto), nella Messa della sera abbiamo salutato i due nostri seminaristi maggiori che domani entrano in seminario.

Sono Willy e Miguel Ángel, e inizieranno adesso il corso filosofico, che dura quattro anni.

Varie persone della comunità hanno espresso ai due giovani la loro solidarietà spirituale, assicurando il sostegno della preghiera. Da parte loro Willy e Miguel Ángel hanno ringraziato tutti e hanno richiesto preghiera per loro e i loro compagni.

Alla fine della Messa ho chiesto a tutti i presenti che dessero loro un abbraccio.

Ed è stato un momento molto bello di vita parrocchiale. A Santa Margarita.

La Divina Misericordia non ha ancora seminaristi maggiori, sono solo due contro i cinque di Santa Margarita, e sono entrambi in prima liceo. L’anno scorso c’era Brondy in seminario, doveva passare al primo anno di filosofia ma è uscito.

Oggi è stato il giorno in cui abbiamo iniziato a preparare con i maestri il nuovo anno scolastico.

Mancavano parecchi: c’è stata nella segreteria un po’ di svogliatezza nell’avvisare, e probabilmente c’è chi ha fatto finta di non sapere.

Abbiamo condiviso l’esperienza dei mesi estivi, e fatto un po’ di verifica sull’anno scorso.

Oggi si è conclusa la 13ª Missione Parrocchiale della Parrocchia Santa Margarita, e la prima (da dopo la divisione) della Parrocchia della Divina Misericordia.

Don Lino Terrile aveva cominciato a realizzare queste missioni di agosto a tutto il territorio parrocchiale nel 1994, e da quell’anno tutti gli anni la comunità aspetta con gioia il tempo della missione.

Come si realizza la Missione?

L’esperienza ci ha aiutato a dare una forma tipica, che si ripete uguale tutti gli anni, a questa attività.

Si comincia un mese prima annunciando alla comunità che ci avviciniamo al tempo della Missione.

Quindici/venti giorni prima della data di inizio si tengono gli incontri di formazione per i missionari e per gli oranti. Con i secondi faccio sempre un momento di insegnamento sulla preghiera, sia nelle sue basi bibliche che sul modo di viverla. Con i primi, c’è sempre una catechesi sulla missionarietà nel Nuovo Testamento, poi l’esplicitiazione dell’annuncio del kerigma, che è centrale nella visita missionaria, e infine l’istruzione pratica (con tanto di prova) sulla maniera di realizzare la visita alla famiglia.

Si arriva così all’ultima domenica di luglio o alla prima di agosto – quest’anno è stato il 30 luglio – nella quale alla Messa principale si fa la benedizione dei missionari.

A partire dal lunedì seguente, ogni giorno ci dedichiamo a visitare le famiglie di un settore o di una parte di esso. Fino all’anno scorso eravamo una sola parrocchia di nove settori, e quindi i dieci giorni di missione (due settimane da lunedì a venerdì) si dedicavano in pratica uno ad ogni settore. A partire da quest’anno la divisione delle parrocchie ha fatto sì che ogni parrocchia abbia meno settori, e di conseguenza ogni giorno si visitava solo metà di un settore. Con la metà dei missionari, naturalmente, perché ogni parrocchi lavorava nel suo territorio. Quest’anno avevano un massimo di sessantaquattro missionari a Santa Margarita e altrettanti alla Divina Misericordia; in pratica le presenze sono oscillate tra un massimo di sessanta e un minimo di quarantotto.

Alle tre del pomeriggio di tutti i giorni di missione ci ritroviamo quindi in una cappella o altro punto adatto dentro al settore che si visiterà, e lì si realizza la preparazione pratica (piegare e contare i fogli del messaggio che si consegnerà a tutte le famiglie; stabilire le coppie di missionari) e un momento di preghiera. Tutti i giorni si invoca innanzitutto lo Spirito Santo, si medita un passo evangelico correlato all’evangelizzazione, si intercede chiedendo al Signore la fecondità del lavoro che si realizzerà; infine i missionari ricevono la benedizione e vanno verso la parte di settore dove tocca loro visitare, accompagnati da laici che vivono nel settore e conoscono bene il territorio: questi ultimi hanno la funzione di dire a ogni coppia di missionari dove realizzare la visita; devono anche rendersi conto se ci sono famiglie che non vengono visitate, e cercare i primi missionari liberi per inviarli là.

Subito dopo l’invio dei missionari vengono inviati anche gli oranti: sono fratelli anziani o non ancora in piena comunione con Cristo e che quindi non possono evangelizzare, e che si dedicano a mantenere viva la preghiera nei centri di accoglienza a cui i missionari invitano la gente.

Normalmente ogni coppia di missionari visita dieci/quindici o in qualche caso venti famiglie, dipendendo dal numero di coppie presenti e dalla grandezza del territorio che si visita.

Durante la visita i missionari iniziano presentandosi; poi un breve momento di familiiarizzazione; quindi la parte centrale, cioè l’annuncio del kerigma, che si raccomanda venga presentato accompagnato da qualche esperienza personale; dopo di ciò invitano a pregare un momento insieme, la famiglia visitata e i missionari; terminano invitando alla Messa di accoglienza che si tiene verso sera nella cappella di settore o in un altro punto più vicino alla gente.

E di fatto verso le sei-sei e mezza la gente comincia ad avvicinarsi al punto indicato. Si vede gente che va a Messa la domenica, ma anche gente nuova, desiderosa di cominciare un cammino, o forse solo curiosa. Sta di fatto che la cosa di fare la Messa è un richiamo che la gente sente. Qualche anno, pensando di attirare di più, invece della Messa facevamo un riannuncio del kerigma, ma poi siamo ritornati alla Messa perché vedevamo che non funzionava.

Nella Messa cerco sempre di presentare il kerigma partendo dalle letture: far vedere cioè come l’amore di Dio, pur offuscato dal peccato, vince il peccato nella morte e risurrezione di Cristo, e diventa chiamata alla conversione e alla fede, alla vita nello Spirito e nella Chiesa. Tutte le sere ho fatto l’esperienza di annunciare questi elementi fondamentali della vita cristiana. Lo stesso hanno fatto nella Divina Misericordia don Lorenzo e il nostro diacono Marcial, che portavano avanti le due celebrazioni di ogni giorno. A Santa Margarita la seconda celebrazione la faceva un ministro laico.

Alla fine della Messa, una o più testimonianze. Tra le cose che mi hanno più colpito c’è stata quella di un uomo che poi mi hanno detto che è il capo di un punto di spaccio di droga; la tentazione è di pensare che erano parole legate al buon vivere, ma voglio credere che il Signore ha cominciato a fare qualcosa in quel cuore, e mi riprometto di andarlo a trovare a casa sua. Così come mi ha colpito la testimonianza di una donna sulla quarantina che era preda della droga e che sei mesi fa è stata liberata, e ha ringraziato pubblicamente il Signore.

Prima della benedizione finale, l’invito a entrare alle Comunità Ecclesiali di Base (CEB): nelle nostre parrocchie sono come il punto di entrata alla chiesa, varia gente vi partecipa anche se non si è ancora decisa a partecipare con costanza alla Messa. I responsabili di settore hanno presentato le CEB presenti nel loro settore, con il posto, il giorno e l’ora in cui si riuniscono. La speranza è che dopo la missione le CEB acquistino più vita.

Nei pomeriggi, mentre i missionari visitavano casa per casa, ho potuto andare da vari malati gravi, ai quali il Signore mi ha aiutato a portare parole di conforto e di fede, e con i quali abbiamo pregato. Ho approfittato anche per visitare persone che prima erano attive nella parrocchia e che per varie cause si sono allontanate un po’, e ho avuto segnali positivi di un desiderio di reintegrarsi. Sono rimasto molto contento anche della Riconciliazione che abbiamo celebrato con una mia maestra che da molti anni non si confessava.

Un aspetto molto bello della missione di quest’anno è stata la partecipazione di Deivy, un ragazzo di diciotto anni che da tre è nel seminario minore dei salesiani. Non avevo mai avuto l’occasione di vederlo con calma, anche perché lo stile di seminario dei salesiani non lascia tanti spazi per la presenza in parrocchia. Il lunedì della seconda settimana sono stato a casa sua a trovarlo, mi sono fatto raccontare varie cose, gli ho raccontato qualcosa di me, e alla fine l’ho invitato a unirsi con noi nella missione. Cosa che ha accettato con entusiasmo e che ha realizzato da lì in poi senza mai mancare. Tutti i giorni lo mettevo in coppia con qualcuna delle persone più impegnate, perché potesse farsi conoscere e conoscere le persone più influenti della comunità parrocchiale. L’ultimo giorno di missione la responsabile di settore ha chiesto a lui di fare la testimonianza alla fine della Messa, ed è stata una cosa molto bella e commovente, perché ha parlato di come ha scoperto la sua vocazione, delle velate prese in giro dei compagni di scuola, e della perseveranza che ha potuto vivere fino ad oggi e che è deciso a mantenere, fino al giorno (tra quindici anni, ma la cosa non lo spaventa) in cui diventerà prete.

Stamattina, poi, abbiamo avuto l’appendice della missione con la visita a Duquesa. Duquesa è un villaggio un po’ ritirato, ed è il posto dove nel 2004 abbiamo realizzato il progetto per far arrivare l’acqua alla comunità. È anche un posto pericoloso per la delinquenza organizzata, hanno una Nazione che fa il bello e il brutto tempo lì. Avevamo lasciata Duquesa indietro a causa della delinquenza, pensando che non era opportuno venire via di là con lo scuro. Questa mattina, quindi, ci siamo andati con quindici coppie di missionari. La gente di Duquesa ha risposto bene, qualcuno ha contato una sessantina di persone alla Messa (una ventina erano bambini), e si è visto un desiderio di vivere la Chiesa, praticamente con il battesimo dei bambini piccoli e il catechismo.

Alla missione hanno partecipato anche Willy e Miguel Angel, i nostri seminaristi che tra pochi giorni entreranno al Seminario Maggiore. La loro presenza è stata però mezza frammentaria, sia perché avevano vari impegni che impedivano loro di essere presente tutti i giorni, sia perché hanno fatto i jolly tra Santa Margarita e Divina Misericordia. Nel complesso la loro partecipazione è stata positiva.

Nelle prossime settimane si vedrà il frutto concreto della Missione. Qualcosa si è già visto: stamattina a Messa c’era più gente del solito, qualcosa come trenta o quaranta persone in più; la media è sui quattrocento alla Messa principale.

Spero che ci sia frutto anche nelle CEB, e che la gente che si unisca possa crescere nella vita di Chiesa: Messa, Ritiro di Evangelizzazione, gruppi di preghiera, impegno di animazione, catechesi, sacramenti. Non è facile sapere quanto la Missione ha aiutato o non ha aiutato; ma quello che so è che con questa missione abbiamo obbedito alla parola di Gesù: “Andate e fate miei discepoli di tutte le nazioni” (Matteo 28). Frutti o non frutti, il frutto dell’obbedienza e dell’amore a Cristo è lì, esperienza vissuta di comunità parrocchiali vive nel Signore.

Ne sono orgoglioso, e dico con gioia: Grazie, Signore Gesù

Stamattina con la visita a Duquesa abbiamo finito la nostra Missione Parrocchiale.

Il lavoro a Duquesa è stato preceduto dalla Messa di Ringraziamento, nella quale una donna ha fatto una testimonianza di essere stata liberata dalla droga.

Finita la Messa, siamo partiti quasi subito per Duquesa con 15 coppie di missionari, più qualcuno che andava come orante e altri laici che dovevano distribuire i missionari.

La gente di Duquesa ha risposta abbastanza: alla Messa, celebrata verso le dieci e mezza, sono accorse una quarantina di persone (contando a partire dai dieci anni), più molti bambini piccoli. Non ho visto tante facce conosciute del passato, a parte Edith, una donna haitiana sui quarant’anni piena di problemi, e che tra le altre cose oggi mi ha parlato di un suo figlio ormai giovanotto che le rende la vita impossibile.

A differenza di quello che mi aspettavo, tutta la gente a cui ho domandato mi ha detto che adesso la situazione di Duquesa è più tranquilla: la polizia, cui è stato aperto un nuovo destacamento a poca distanza, si fa vedere spesso in atti di pattugliamento, e quindi i delinquenti si vedono meno nelle loro cose ed evitano tutto quello che può trarre loro problemi.

Sembrano effetti del giro di vite che il governo ha dato per contrarrestare la delinquenza, giro di vite che la popolazione saluta con entusiasmo perché in generale ha eliminato buona parte della delinquenza notturna.

Stamattina ho accompagnato mons. Cedano, il vescovo ausiliare, nel settore san Ramón, cioè la parte di campo di Santa Margarita. L’idea era di vedere l’opportunità di far nascere una nuova parrocchia, smembrata appunto da Santa Margarita. Mons. Cedano ha visto molto bene la cosa, ed ha anche ipotizzato che in futuro le parrocchie di quello che è adesso un settore potrebbero diventare due.

Con noi c’era anche Gualterio Castillo, un avvocato, parrocchiano di mons. Cedano, che da venticinque anni si reca in villeggiatura a Jacagua. Questo signore ha comprato da tempo un bel po’ di terra da quelle parti, e adesso sta realizzando un’urbanizzazione che comprenderà circa 300 famiglie. Ci ha fatto vedere un terreno che lui dona alla Chiesa Cattolica per fare la parrocchia. È piaciuto sia a mons. Cedano che a me, e quanto prima dovrò mettermi dietro a questo nuovo lavoro: chiedere anzitutto al cardinale la divisione della parrocchia, e studiare poi come costruire la chiesa e le opere parrocchiali sul terreno donato.

Altro lavoro, ma sono qui per questo!

Da parte loro, la gente del settore san Ramón non possono che essere contenti, perché non dovranno più venire al Guaricano (distante vari kilometri) per arrivare alla loro parrocchia.

Anche per questo: Grazie, Signore!

Tra pochi giorni, se il Signore vuole, compreremo un terreno nella Mina.

Sembra proprio che ce lo abbia messo in mano il Signore, perché è esattamente di fianco a dove, in un posto macchina, abbiamo fatto le celebrazioni fino ad adesso. Nascerà quindi una cappella, e in una posizione che tutti già conoscono come il punto dove si riunisce la Chiesa.

Martedì dovremmo chiudere il contratto. Vi chiedo una preghiera perché possa essere un centro di evangelizzazione, il polmone della vita cristiana del settore.

Stasera Deivy si è rivelato più apertamente. Come, non sapete chi è Deivy? Vi ricordate che qualche giorno fa vi parlavo del ragazzo che da tre anni è nel seminario salesiano ma che non si è mai visto in parrocchia? Beh, è lui.

Dal giorno dopo che sono stato a su casa non ha mancato un solo giorno alla missione. Ogni giorno lo mettevo a realizzare la missione insieme a un responsabile di settore: prima Dany, poi Jacinta, poi Germania, e infine oggi Lourdes.

Tutte e quattro mi hanno detto cose bellissime di lui, dell’entusiasmo messo e della bella testimonianza che dava a tutti i giovani che incontravano.

E stasera si è fatto conoscere un po’ da tutti. Alla fine della Messa ha raccontato di come gli è nata la vocazione, dalle prime prese in giro dei compagni del collegio fino alla sua determinazione di oggi di diventare prete nonostante i 15 anni di formazione che ha ancora davanti. È stata una cosa molto bella, e sicuramente adesso tutti gli vogliamo un po’ più di bene.

Così abbiamo terminato in bellezza la missione di oggi. La Messa si è celebrata di fronte a un altro punto di droga. Mi hanno detto che prima che io arrivassi s’è presentata una camionetta della polizia e ne ha portati via un gruppetto.

In quei minuti ero da Yrene, una nostra maestra del pomeriggio che ha sui cinquant’anni, e che da vari mesi ha idea di ritornare a vivere la chiesa, ma che tra una cosa e l’altra non si decideva. Sono stato a casa sua, l’ho trovata tra l’altro con una gamba ingessata a causa di una caduta in strada, e lì, dopo aver un po’ parlato, le ho proposto di fare la tanto (da me) agognata confessione. L’ho trovata in questo molto ben disposta, abbiamo fatto tutto e le ho potuto dare l’assoluzione. Spero di riuscire a mandarle la comunione a casa domenica mattina. Si è impegnata a partecipare alla Messa. Sono contento, la nostra scuola da oggi è più “cattolica”!

Il pomeriggio di missione di oggi l’ho vissuto, dopo aver inviato i missionari, in ufficio.

Ho parlato a lungo con Willy, delle sue difficoltà a vivere bene la parrocchia e dei suoi talenti.

L’ho trovato molto attento, positivo e disponibile al cambio.

Ho fiducia che possa superare i problemi e vivere una buona testimonianza della sua vita di fede e di seminario.

Poi, verso sera, la messa di fronte al garage della sorella Patria. Varia gente, un certo numero di uomini, buona partecipazione.

Prima della Messa mi avvicino a un giovane che aveva sui 28/30 anni, e scherzando gli domando se è un tigre, cioè un delinquente. Mi risponde che lo era, e che adesso ha cambiato vita. Con lui c’era la mogliettina, una bella giovane sui 25 anni, e il loro figlioletto di tre anni. Gli ho fatto i complimenti, e alla fine della Messa l’ho invitato a fare una piccola testimonianza del suo cambio, ma lui non ha voluto.

Finito tutto, in privato, Patria mi ha detto che il giovane e la moglie sono i gestori del local punto di droga, e che altra gente della famiglia è invischiata nella faccenda. Mannaggia, che cantonata che avevo preso!

Però di me rimasta la voglia di tornare a casa loro come se non sapessi niente, e di vedere come gli do qualche stimolo in più per lasciare la vita che fanno. L’idea è di invitarli a raccontarmi, per lo meno a me, il cambio reale che c’è stato nella loro vita, e da lì prendere spunto per raccontargli qualcosa della mia vita e del fatto che cerco di spenderla per il Signore e per gli altri. Sono convinto che il bene ha una forza di attrazione, e che il Signore li può conquistare. Vediamo se domani ce la faccio…

Durante il tempo di missione di oggi la cosa che più mi ha colpito è stato vedere il lavoro pastorale di un evangelico: avendo un dvd e una televisione abbastanza grande, le mette nel vano della macchina e invita tutti i bambini del quartiere a vedere cartoni animati religiosi, e poi il sabato fa loro la scuola biblica (è l’equivalente evangelico del catechismo). Mi raccontava che ha cominciato un mese fa con dieci bambini, e adesso ne ha una cinquantina. Alla fine dell’incontro dà loro religiosamente un succo di frutta e un ciupa ciupa, e così se li tira su nella religione evangelica. E da come parlava sembra che sia tutto a spese sue, certo di fare qualcosa di grande per il suo barrio.

Da un certo punto di vista mi ha fatto piacere il suo racconto, al vedere l’amore a Cristo che mette in questa opera. Da un altro punto di vista mi è venuta la paura che inviti anche i bambini cattolici, magari portandoceli via dal catechismo.

È una persona molto buona e rispettosa, e non vorrei trovarmi a dover studiare cosa fare per far ritornare i nostri bambini al catechismo cattolico.

La missione si è trasferita oggi nel settore Nueva Alianza. Germania, la moglie di Marcial, è la responsabile di settore.

Ho visto che ha fatto un buon lavoro di preparazione, e ha messo su anche una bell’équipe di donne ben animate per cantare e mantenere allegra la gente.

Nelle mie visite sono stato in casa di Josué, un ragazzo di 15 anni idrocefalo, che vive solo con la mamma, amorosissima; il padre se n’è andato di casa un bel po’ di tempo fa, e non c’è pericolo che si faccia vivo. Credo che vivano di carità, perché la madre deve star dietro al figlio e non può assolutamente fare nessun lavoro. La settimana scorsa avevo fatto arrivare a casa loro una discreta offerta che era arrivata alla parrocchia, e così la mamma non faceva altro che ringraziarmi e ringraziare il Signore.

Sono anche potuto andare, più per caso che per altro, a casa di una quindicenne di nome Mercedes che ha fatto la prima comunione qualche mese fa, e ho potuto rendermi conto di chi sono i suoi genitori. Tra l’altro la mamma è una psicologa e può darsi che la prendiamo a lavorare a scuola.

Un discreto numero di gente è accorso al centro dove ho fatto la Messa, e c’è stato anche il lavoretto teatrale dei giovani.

Avanti tutta!

Questo sesto giorno di missione è stato molto bello.

Nonostante l’episodio intestinale della notte tra sabato e domenica ho potuto esserci e visitare parecchie persone. Oltre a vari malati ho potuto visitare un giovane di diciotto anni che è da tre nel seminario minore dei salesiani, e che praticamente nessuno conosce in parrocchia. Mi sembra che sono riuscito a invogliarlo a inserirsi nella vita comunitaria nei pochi giorni di vacanza che ha qui. E ho scoperto che suo fratello, di un anno più piccolo, entrerà adesso allo stesso seminario. Risulta così che nel settore Emaús nel quale stavamo realizzando la missione oggi ci sono ben quattro seminaristi: Deivy e Kelvin, i due fratelli che sono con i salesiani, e Franklin e Alex, che sono nel seminario minore diocesano.

Poi, alla Messa di accoglienza, abbiamo avuto una testimonianza molto bella di una donna che ha affermato di essersi liberata dalla droga da sei mesi. E anche quella di un uomo che ha detto che prima era molto attivo nella chiesa cattolica, e che vuole reinserisi adesso.

Per tutto questo: grazie, Signore!

1:23 pm

Messa al vapore

La Messa di stamattina l’ho dovuta celebrare “al vapore”, come dicono qui, cioè di fretta. Nella notte non ero stato bene, e sono andato in parrocchia perché mi spiaceva non esserci per tre battesimi, che erano di due figli di una coppia di ciechi e un altro ragazzo handicappato.

Purtroppo durante la Messa ho sentito la debolezza, e ho dovuto stare seduto i più possibile per arrivare in fondo.

Il resto della giornata me lo sono passato in letto.

Stamattina ho dialogato con Willy, uno dei nostri seminaristi. Abbiamo cercato di capire le ragioni di qualche situazione che aveva bisogno di essere chiarita, e forse il Signore ci ha aiutato e abbiamo potuto farlo.

Ho anche parlato con Elvis, altro seminarista più nuovo (è entrato l’anno scorso), e mi ha raccontato delle sue difficoltà a scuola: è rimasto rimandato di sei materie! Ha capito che deve mettersi più sotto a studiare!

Grazie, Signore!

Oggi la missione si è spostata al settore Emaús.

Poche famiglie: in tutto il settore sono circa 6/700, e come è stata fatta la divisione oggi ne abbiamo visitato circa 250. Così l’invito per la Messa è stato fatto per le sei invece che per le sei e mezza.

Alla Messa alcune sorprese:

  • Un giovane che avevo visitato nel pomeriggio, e che ha tutti e due i bracci bendati perché in una rissa gli hanno dato vari e machetade è venuto alla Messa. Mi direte: e allora? il fatto è che questo giovane da quando l’avevano ferito non era ancora uscito di casa, e di fatto nessuno sapeva di quello che gli era successo. L’essere venuto a Messa è stato un passo ben importante.
  • E poi, in prima fila, avevo anche un uomo sui 35/38 anni. Capelli mezzi lunghi, sembrava mezzo strano. Alla fine ha anche fatto una piccola testimonianza che vuole seguire il Signore. Finito tutto, un’animatrice di lì dice: “Quello è il capo della droga di questa strada: è lui che la porta e la vende”. Mi ha colpito la cosa, e sono speranzoso che il cambio possa essere reale.

Invece, una cosa mi ha rattristato: un giovane di vent’anni che è nel seminario dei salesiani, e che vive a duecento metri di dove abbiamo fatto la Messa, non si è fatto vedere, preferendo stare in casa sua dietro a dei videogiochi con i suoi amici. E la cosa mi ha rattristato ancora di più, al pensare che è a casa dai suoi da varie settimane, e che ci vuole tutta che venga a Messa. Che prete sarà nel futuro?

La missione di oggi, nel settore Nueva Jerusalén (La Mina) è stata contraddistinta da un violento acquazzone.

C’è andata bene che siamo riusciti a fare l’invio prima che cominciasse a piovere forte. I missioneri hanno cominciato a visitare le famiglie che appena iniziava a piovere, e sono stati sorpresi dal temporale al passare già di casa in casa.

E lo stesso è successo a me, che ero a visitare varie persone che si sono allontanate e malati, e dovevo correre da una casa all’altra, anche perché ero senza ombrello.

Marcial ha durato un po’ di più a fare l’invio, e i missionari non hanno potuto uscire finché l’acquazzone non è terminato.

Nella visita mia a varie case mi ha colpito un giovane, figlio di una signora di chiesa, che faceva una vita abbastanza leggera, banda e discoteca, e che la settimana scorsa è stato ferito a causa di una lite: gli hanno dato una pugnalata all’altezza dell’intestino, e con il machete gli hanno tagliato il palmo di una mano e gli hanno sguarato la testa. La cosa l’ha fatto riflettere, e mi ha assicurato che cambierà vita.

A sera, alla ora della Messa, sono apparse parecchie persone, vari di loro belli “nuovi” a la vita di chiesa.

A fare l’annuncio missionario c’era anche Sandra, insieme a un uomo e a Heriberto, il mio figlioccio seminarista. Sandra è rimasta entusiasta dell’approccio che entrambi avevano con la gente.