Contributi nella categoria 'Parrocchie'

Oggi pomeriggio, nella riunione degli animatori di comunità ecclesiali di base, ho cercato di mettere loro la pila con il lavoro del nuovo piano pastorale.

Nelle prossime settimane ci aspetta una ristrutturazione dei settori, perché abbiano circa 300 famiglie invece dele 1,000 che hanno adesso. E in ogni settore dovremo organizzare un’equipe di servizio per portare avanti la pastorale di popolo.

Così ho chiesto agli animatori di spremersi le meningi per vedere chi si può coinvolgere. Ci serviranno parecchie persone, e il Signore deve aiutarci a trovare gente nuova che abbia voglia di fare.

Naturalmente come prima cosa preghiamo. Come dicono qui: “A Dios rogando y con el mazo dando”, che letteralmente si traduce: “Pregando Dio e dando colpi di mazza”, e che significa: pregare e darsi da fare!

Cristo si è fermato a Duquesa, si potrebbe parafrasare qui.

Questa piccola comunità di 250 famiglie, la metà haitiani, dove abbiamo realizzato il progetto dell’acqua, è qualcosa di ben difficile.

Stasera sono andato per visitare l’unica Comunità Apostolica che abbiamo lì, e l’ho trovata che non si è riunita. Nonostante non ci fosse luce, di 6 membri ne ho trovati solo due. Aspettavano gli altri, che dopo un’ora da quando doveva iniziare la riunione non erano ancora arrivati.

Ho approfittato per parlare con loro. Discutevamo del fatto che la gente di lì va alla preghiera carismatica, ma non va alla Messa. Una delle cause, mi diceva Juan Pablo, può essere il fatto che la Messa è un fungo una volta al mese.

Così siamo rimasti d’accordo per cercare di mandare un ministro tutte le domeniche. Avrei intenzione di chiederlo a Juan Luis, il candidato diacono. Vediamo un po’ cosa dice.

E forse dovremmo provare a fare la Messa durante la preghiera carismatica, potrebbe essere una carta vincente…

Devo dirvi francamente che il lancio del nuovo piano pastorale non ci ha delusi. È stata una celebrazione festosa, piena di allegria.

Lo stadio olimpico di Santo Domingo, della capienza di 45,000 persone, era strapieno. Qualcuno diceva che sono rimaste fuori altre 10,000!

Immaginatevi un’assemblea oceanica, che ascolta musica cristiana, e canta con i suoi idoli, con 200 giovani davanti ai musici che danzano, fanno giravolte e saltano.

Sui volti di tutti tanta contentezza, al vedersi circondati da tanti fratelli che condividono la tua stessa gioia di essere chiesa.

E il gioco dei colori! Le 13 zone pastorali della diocesi si erano munite di fazzoletti e bandierine, ogni zona di un colore diverso, e le varie zone abbastanza ben divise sugli spalti. Al ritmo della musica era una festa di colori in movimento, e quando il padre Lorenzo Vargas, l’infaticabile animatore di tanta pastorale diocesana, chiamava una per una le varie zone, si vedevano le macchie di colore agitarsi, e tanti gridi di risposta a formare vociari armoniosi.

Il card. López ha poi presieduto l’Eucaristia, accompagnato dai due vescovi ausiliari e da altri tre vescovi del paese. I preti non si contavano, io credo che saranno stati circa 300 tra nativi, religiosi e missionari!

Una pioggerellina fina ha leggermente fastidiato per mezz’ora, costringendo la gente ad aprire gli ombrelli che sempre portano con sé – possono servire per il sole e per l’acqua.

Alla fine della messa, la firma dell’atto di presentazione del nuovo piano pastorale, da parte del cardinale, dei suoi ausiliari, dei vicari episcopali, dei vicari zonali.

E poi il gesto finale: una torcia, che è partita dall’altare, e ha raggiunto via via una serie di giovani rappresentanti ciascuno una delle tredici zone pastorali della diocesi. Ogni giovane l’ha ricevuta e l’ha presentata a tutti i presenti facendo un giro di 360º su se stesso.

Alle 9, a cena, con don Lorenzo, presente anche lui alla festa, abbiamo scambiato le prime impressioni a caldo:

  • la celebrazione è stata troppo lunga: dalle 4 che sono cominciati i canti, la messa è finita alle 8 e mezza! E difatti alla comunione molta gente ha cominciato ad andarsene, e fino alla fine n’è rimasta la metà;
  • l’ordine in cui si è svolto tutto: a un certo punto hanno avvisato che visto la forte affluenza avrebbero fatto entrare un gruppo sul campo, ma che non potevano andare né sull’erba né sulle piste: cosa che tutti hanno rispettato!
  • la chiarezza con cui si è spiegato nelle sue linee essenziali il piano pastorale, con le sue tre tappe: la prima: “da non popolo a popolo”; la seconda: “da popolo a popolo di Dio”; la terza: “da popolo di Dio a popolo di servitori”. E il cardinale ha detto chiaramente che non c’è fretta a finirlo, lo faremo bene, e ci prenderemo il tempo che ci vuole. Sull’orizzonte, in vista, il 2011 che è il quinto centenario della nascita della diocesi di Santo Domingo.

Nei giorni prossimi, e soprattutto domenica prossima, in parrocchia, darò la dovuta risonanza al momento grande che abbiamo vissuto. Voglio che quelli che non sono venuti si rendano conto che si sono persi qualcosa di bello e importante!

Oggi la parrocchia è andata a Higüey in pellegrinaggio. Dico “è” andata perché io me ne sono stato in parrocchia.

Non che non ne avessi voglia, ma mi sentivo un po’ stanco, e domani avremo il pomeriggio all’Olimpico per il lancio del nuovo piano pastorale.

Così ho approfittato per preparare i testi di varie catechesi per i catecumeni, mi sono un po’ portato avanti.

Questo pellegrinaggio è importante anche perché ci fornirà una parte dei fondi per la partecipazione di Rosanna alla GMG di Colonia in Agosto. C’è da tirare su circa 40,000 pesos (=1,000 euro) per l’aereo e altre spesucce.

Credo che dovrebbero entrare dal pellegrinaggio circa 10,000 pesos. Gli altri… i giovani devono tirarsi su le braccia.

Oggi in tutte le parrocchie della diocesi abbiamo fatto l’adorazione eucaristica in preparazione al lancio del nuovo piano pastorale diocesano.

Noi l’abbiamo organizzata per settore, e di qualche settore sono venute una quarantina di persone.

I più carenti: i giovani, solo una decina, e i ministri, per i quali c’era un turno ma sembra che non se n’erano resi conto.

L’adorazione è durata dalle 7 e mezza di mattina fino alle 7 di sera, senza interruzione.

Mi ha dato gran conforto vedere la bella partecipazione!

Stamattina abbiamo iniziato un piccolo lavoretto nella cappella superiore: una parete di divisione.

In pratica è già da un po’ di tempo che la cappella di sopra non si usa, a parte qualche momento di adorazione in cui non si riempie mai.

E, dall’altra parte, non abbiamo attualmente un salone per riunioni.

Così dividiamo in due la cappella: la stessa rimarrà grande la metà, e il resto sarà usabile come salone. Soprattutto i giovani sono stati entusiasti dell’idea, perché ultimamente dovevano riunirsi in chiesa, con molti inconvenienti.

In due settimane si dovrebbe finire.

Ciao a tutti!

Dopo la pausa delle vacanze in Italia, sono ormai di nuovo nella mischia, insieme alla mia gente.

Intanto una prima cosa: durante la mia assenza hanno lavorato sodo! Sotto la guida di Marcial, uno dei due candidati diaconi, hanno fatto la novena della Madonna della Altagrazia, e celebrato la sua festa, in una maniera eccezionale: a Messa il giorno della festa c’era il doppio del numero che avevamo gli anni precedenti!

Ha influito e aiutato il fatto che tra qualche giorno avremo il lancio del nuovo piano pastorale diocesano, il terzo da quando si è iniziato a farli. Questo piano pastorale è stato lavorato abbastanza anche nelle parrocchie. È da tre anni che se ne parla, e la gente ha voglia di vedere cosa è. C’è molta aspettativa!

Giovedì in tutte le parrocchie si farà una giornata di adorazione eucaristica. Noi cominceremo con la messa alle 7 di mattina, e poi ci saranno i turni di adorazione, che impegneranno i vari settori della parrocchia, più i ministri e i giovani. Alle 7 di sera concluderemo con la Messa, chiedendo la partecipazione soprattutto di quelli che non hanno potuto partecipare di mattina.

Oggi invece, nella riunione degli animatori di comunità, abbiamo trattato un tema per motivare la partecipazione all’attività di domenica. Ne è venuto fuori un momento molto bello, nel quale tra l’altro abbiamo fatto l’esercizio di sognare come sarà la chiesa e la vita della nostra parrocchia con il nuovo piano pastorale. L’esercizio è durato solo mezzo minuto, ma quando ho detto agli animatori di smettere, quasi tutti in coro mi hanno detto, mezzo sottovoce: “Nooo”. E di fatto poi nella condivisione di questi sogni sono venute fuori situazioni molto belle. Ho approfittato quindi per spiegare la importanza di sognare l’azione di Dio in mezzo a noi e le sue opere, ciò che equivale a guardare al futuro con ottimismo e speranza.

In questi giorni gli animatori riproporranno l’attività alle loro Comunità Ecclesiali di Base (CEB). Chiedo al Signore che anche lì possano toccare con mano che il nuovo piano pastorale può darci qualcosa di veramente bello, se lo accogliamo con amore e fiducia.

Oggi pomeriggio mi sono messo a dare una scorsa al programma delle lezioni fatte ai candidati ministri, e ho tirato giù una cinquantina di temi che possono essere domande di esame.

Penso di dare ad ognuno due o tre domande aperte, da sviluppare per lo meno in mezza pagina, per iscritto.

Dopodomani, se riesco, voglio fare un incontro di ripasso, che gli serva anche per avere un’idea di come si svolge l’esame.

Poi la prova vera e propria sarà giovedì della settimana prossima.

So benissimo che riusciranno a scrivere ben poco, e non so quanto potrò basarmi sui risultati per una valutazione di idoenità.

Mi interessa però che facciano lo sforzo e cerchino di studiare qualcosa.

2:28 pm

Due messe

Stamattina ho detto le due messe.

Alla messa delle 7 ho notato che la gente arrivava molto tardi. Quando abbiamo cominciato la messa alle 7.05 c’era la metà della gente del solito. Poi sono arrivati.

Dopo la messa ho chiesto a Marcial se si immaginava come mai. Lui mi ha risposto con due cose:

  • il buio: alle 6 e mezza non ci si vedeva ancora nulla, e non c’era di luce (black-out);
  • la paura: succedono troppi atti di delinquenza, e la gente ha paura ad uscire di casa quando non ci si vede

Invece alla messa dei giovani c’era un bel pienone (di sotto, non di sopra). Il coro come sempre ha cantato molto bene, anche se dovrò dirgli di nuovo di non fare tanto baccano con le percussioni.

2:23 pm

Baci e abbracci

Accoglienza molto bella stamattina dopo la messa.

Mi sono messo in fondo alla chiesa per salutare la gente, ed è stato un momento molto bello, per loro e per me.

Mi ha colpito una signora che mi ha detto: “Grazie per essere tornato”, e il tono faceva pensare che avesse il dubbio che non sarei tornato.

Ieri sera sono ritornato a casa! Nessun problema con il viaggio solo un po’ di ritardo.

E il risveglio non è stato difficile, anche se la giornata la prenderò con calma. Farò un salto a una riunione dei consigli pastorali della zona per preparare il nuovo piano pastorale diocesano, e dovrò mettermi a posto quello che ho portato in qua da Genova.

5:20 pm

Le foto di Roma

Nella visita a Roma ho fatto un centinaio di foto. Mi sono entusiasmato quando mi è venuto in mente che posso farle vedere al personale della scuola, e forse anche ai ministri ed ad altri gruppi, per fare un po’ di catechesi sul papa, sulla storia del cristianesimo, e sull’arte.

Mi immagino già i volti pieni di stupore e meraviglia. L’Italia è bella e Roma ancora di più, e voglio che se ne rendano conto anche a Santo Domingo!

In visita a Roma con il Vescovo e i preti giovani di Genova, sono riuscito a ricordarmi dei ragazzi della mia parrocchia del Guaricano: ho comprato per loro dei rosari con l’immagine del papa.

Se l’aspettano, o meglio, ci sperano, che non gli arrivi a mani vuote.

L’unica cosa è che avrei dovuto comprare tutto il negozio, perché so che più cosette porto, più verranno altri a chiedermi la loro. Ne ho comprate cento, sono più o meno il numero degli adolescenti e giovani attivi

Vi saprò dire!

Approfitto di qualche settimana di vacanza a Genova, dalla mia famiglia, per scrivervi con più calma questa lettera, che vuole essere innanzitutto un ringraziamento al Signore per tutto quello che la Missione Diocesana di Santo Domingo ha potuto essere in quest’anno, e quindi un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, ognuno da casa sua, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno intenso, e anche un anno molto particolare. Provo a scrivere le cose principali, perché aiutino me e voi ad amare sempre più quel Signore che ha reso possibile tutto questo.

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Una cosa molto bella che abbiamo vissuto è stata la presenza con noi di Paola Longhi, una sorella di Quinto che per la seconda volta è venuta a passare qualche mese con noi. Paola è stata per noi un dono grande, con la sua femminilità laica, che si è integrata molto bene nella comunità della Missione.

Paola si è integrata nel lavoro della nostra scuola, aiutando la direzione e lo psicologo a trattare un caso abbastanza difficile: una bambina che subiva violenze sessuali in casa da parte del patrigno. La mamma dipendeva economicamente dal marito, e per questo non aveva il coraggio di far uscire alla luce la situazione. Il problema si è manifestato perché la bambina ha cominciato a rinchiudersi in un mutismo preoccupante, e a scuola se ne sono resi conto. Lo psicologo ha parlato con la bambina, ma senza troppi risultati. Così del caso si sono fatti carico Paola, lo stesso psicologo, e la vice direttrice. Hanno portato avanti una serie di riunioni, prima con la madre, poi con il marito della donna. Per Paola è stata un’esperienza significativa, che le ha permesso di entrare in contatto con la vita concreta di una famiglia, e di dare il suo contributo di esperienza.

Ma l’esperienza di Paola si è vista soprattutto nel lancio del gruppo di auto-aiuto. Il lavoro ormai decennale che Paola realizza a Genova con genitori di tossicodipendenti, con malati di cancro e altre persone che vivono situazioni difficili si è concretizzato anche nel tessuto della Missione. Riunendo una decina di uomini e donne, Paola li ha accompagnati in modo che possano a loro volta aiutare altri con questo tipo di cammino. L’esiguità del tempo a disposizione ha lasciato il discorso aperto, e chiediamo al Signore che Paola possa tornare e portare avanti questo lavoro.

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Nella scuola e nella parrocchia Santa Margarita abbiamo invece vissuto una situazione di prova. Una maestra che lavorava come direttrice docente della scuola serale già da tempo aveva difficoltà a vivere una collaborazione serena con il sottoscritto e con il resto dei collaboratori. La cosa si manifestava periodicamente in atti di disobbedienza su cose importanti, in conflitti con membri della Associazione di Genitori, in parole violente verso gli studenti e altre persone.

La situazione, analizzata in ripetute occasioni con il Consiglio Pastorale della Parrocchia, era arrivata a un punto tale che si è dovuto decidere l’allontanamento della direttrice. Pur avendo cercato i momenti e le forme migliori per comunicarle la decisione, il risultato è stato che ella si è risentita fortemente. In presenza del sottoscritto, e anche in presenza dei maestri che lavoravano con lei si è espressa varie volte con foga e anche con rabbia, lamentandosi di essere stata calpestata e trattata a pesci in faccia. La cosa è uscita pure in una riunione di direttori della zona didattica. La situazione è evoluta in maniera peggiore del dovuto per il marito, che era del gruppo dei maestri della scuola serale, e che naturalmente le ha dato man forte. Inoltre tutti i maestri della scuola serale si sono schierati con lei, e tre di essi, tutti evangelici, se ne sono voluti andare dalla scuola. La prova è continuata quando si è scelto il sostituto, perché al non scegliere uno dei maestri suoi collaboratori, gli stessi si sono ulteriormente risentiti. La nuova direttrice, che fa la maestra nel turno del pomeriggio, si è trovata a dover gestire una situazione incandescente, che solo adesso, dopo quattro mesi, sta cominciando ad assumere i toni della normalità.

Questa situazione si è potuta gestire grazie alla compattezza della Parrocchia e dell’Associazione dei Genitori della Scuola, che condividevano e vedevano chiaramente la necessità del cambio. E per me è stato importante anche sapere della preghiera di tanti fratelli e sorelle, al di là dell’Oceano, nella Chiesa che mi ha inviato.

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Continuando a parlare della scuola, nel Liceo questo è stato l’anno dell’informatica. Già si impartiva la materia, prevista dai programmi ministeriali, ma solo in maniera teorica, per la mancanza di un laboratorio. Grazie al Signore, abbiamo avuto questo e altro. Come?

  • Un locale che prima usavo come mio ufficio si è ampliato ed ha potuto alloggiare 13 computer. Sfruttando una tecnologia server-cliente su piattaforma Linux si è potuto realizzare un laboratorio economico ma tecnologicamente all’avanguardia. L’uso di Linux invece di Windows ci ha evitato i costi esorbitanti delle licenze software. E per le macchine clienti non ci sarà bisogno di aggiornarne l’hardware periodicamente, perché si collegano al server, e i programmi girano su quello.
    La presenza di questo laboratorio, anche se limitato (le classi sono di 30 alunni), ha permesso di dare il complemento pratico necessario. Anzi, durante l’estate si è cominciato a tutta birra con un corso accelerato, che hanno frequentato una trentina di ragazzi.
  • La seconda realizzazione è stato il corso di amministratore di sistema. Il Signore mi ha fatto incontrare un ex professore universitario che ha messo su una fondazione per la promozione del software libero. Costui ci ha offerto la possibilità di un corso base di informatica avanzata per trenta studenti della scuola. La cosa bella è che gli studenti hanno accolto con entusiasmo la cosa, soprattutto perché dal dialogo con il professore è emerso che saranno concrete le possibilità di lavoro. I genitori, dal canto loro, sono più che contenti, considerando anche che il corso costerà alle famiglie 150 pesos settimanali (quattro euro) compresi gli spostamenti, quando altri corsi che si trovano in giro costano qualcosa come 500 pesos mensili solo per il corso.

Tutto questo mi riempie di gioia, perché significa opportunità per i nostri ragazzi di inserirsi meglio nel mondo del lavoro e nell’università. Al tempo stesso, ci spinge a mettere ancora più impegno nel dare spessore umano e cristiano al cammino formativo del Centro Educativo.

A questo riguardo, tutti gli anni, in Quaresima facciamo dei momenti di ritiro spirituale per gli studenti: a gruppi di 60, andiamo in una casa molto adatta, e lì cerchiamo di far scoprire ai ragazzi la bellezza del cammino di fede nella chiesa. Non è facile, perché solo una piccola parte dei nostri studenti vengono a Messa. Al tempo stesso è meno difficile di quello che sarebbe qui, perché nella cultura dominicana la religiosità è vista con interesse e non con sospetto come in Italia. E in questi ritiri si risolvono anche tanti conflitti tra studenti della stessa classe, alcuni ragazzi cominciano ad avvicinarsi ai gruppi giovanili della parrocchia, e a giudizio unanime dei professori l’impegno nelle lezioni diventa maggiore.

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Per finire con la scuola, in quest’estate che è passata abbiamo potuto realizzare la terminazione di un pezzo di edificio che era rimasto inconcluso: mancava una parte di intonaco, e il tetto era rimasto indeterminato, nel senso che bisognava decidere se si lasciava come era o si aggiungeva un altro piano. Alla fine abbiamo optato per la seconda soluzione, ma realizzando una struttura leggera in travi di acciaio perché il cemento armato non offriva le adeguate garanzie per la sicurezza dell’edificio.

Ne è venuto fuori una terminazione inconsueta, forse, ma funzionale. Il costo: attorno ai 100.000 dollari. Qui sono venute bene le varie offerte, che, silenziosamente ma in maniera costante, molti di voi hanno inviato. Quando l’ingegnere mi aveva dato il preventivo, con tutti i dettagli dei costi, all’inizio mi ero spaventato, ma alla fine mi sono detto: valeva la pena. Adesso, a lavoro concluso, con spazi in più a disposizione, e con un’aula in più che ci ha permesso di iscrivere più bambini, il mio cuore ringrazia solo il Signore. E, naturalmente, anche ognuno di voi, che siete stati suo strumento per quest’opera meravigliosa.

Adesso, se il Signore ci aiuta, per l’estate prossima si pensa di aggiungere un piano all’altro edificio. Lì alloggeremo il Laboratorio di Informatica della scuola primaria, in maniera che già dalla quinta possano cominciare a prendere dimestichezza con i computer. Oltre a ciò, alloggerà un’aula per l’educazione artistica ed una sala per la biblioteca. Il preventivo dovrebbe essere sui 90.000 dollari, una parte dei quali speriamo di riceverli dalla Regione Liguria. E sono sicuro che la Provvidenza non ci farà mancare il resto.

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La Parrocchia di Santiago el Menor ha vissuto un momento speciale quando sono stati inaugurati i lavori di rimodellazione della chiesa. Don Franco si è fatto in quattro perché tutto rimanesse perfetto, e bisogna dire che c’è riuscito. Il cardinale di Santo Domingo, venuto per l’inaugurazione, ha detto di trovarsi nella “Basilica del Guaricano”. I lavori hanno compreso la costruzione del nuovo presbiterio, l’allargamento della navata, l’intonacatura di una parete mezza nascosta, e la plafoniera che ha finalmente nascosto il tetto in lamiera. Oltre a questo, la parte esterna è stata rimodellata completamente, e resa bella dallo studio architettonico realizzato da una sorella architetta.

La gente è orgogliosa, e finalmente sente di avere una vera chiesa. Un locale più accogliente è segno di una chiesa-comunità più aperta. La domenica seguente all’inaugurazione, don Franco pensava di vedere spazi vuoti in chiesa. Invece, il nuovo spazio in più ha subito trovato chi lo riempisse. Ed è vero che a volte la gente non viene a Messa perché non sa dove sedersi! A don Franco vanno i complimenti di tutti noi!

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La parrocchia di Santa Margarita sta vivendo un momento molto bello, con due uomini sposati che si stanno preparando per essere ordinati diaconi. Marcial e Juan Luis hanno cominciato l’ultimo anno degli studi teologici (sono tre in tutto). Hanno ricevuto il ministero del lettorato, e in questi giorni, purtroppo me lo perdo, il ministero dell’accolitato. Tutta la parrocchia si sente con una gioia grande, perché vede l’opera di Dio nella crescita di questi fratelli.

Per loro la preparazione al diaconato significa un impegno forte per vivere la chiesa e il servizio pieno e disinteressato in essa. Per Marcial l’ordinazione sarà, a Dio piacendo, nel giugno prossimo, mentre Juan Luis farà prima un anno di più intensa pratica pastorale. Questi frutti sono la cosa più bella, più ancora che tante opere di ingegneria, perché è lo stesso Spirito Santo che suscita nei cuori la generosità e la voglia di servire.

Alla celebrazione del lettorato c’era anche suor Cristina. Cristina è un altro frutto dell’evangelizzazione che con l’aiuto del Signore si realizza nella Missione. Tre anni fa aveva iniziato la formazione religiosa nella casa madre delle nostre suore Brignoline, e il 18 Aprile, in Guaricano, ha emesso i primi voti, nelle mani della madre generale suor Daniela, e con la presenza del vescovo ausiliare di Santo Domingo, mons. Amancio Escapa. Anche questo evento è stato un dono specialissimo per la nostra comunità missionaria. L’arrivo di suor Cristina in comunità ha reso più leggera la partenza di suor Roberta, chiamata dalla congregazione ad altro servizio.

E le cose belle non sono finite, perché quest’anno abbiamo avuto l’ingresso di un nuovo giovane della parrocchia al Seminario Minore. Miguel Angel si è aggiunto a Heriberto e Willy, che già erano entrati l’anno scorso. Il Signore mi fa il regalo grande di vedere sbocciare queste vocazioni. Sono solo all’inizio, e dovranno passare molte prove, però sono comunque segno del Signore Gesù che è vivo e continua ad affascinare giovani perché si mettano al suo servizio!

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Ma l’avvenimento principale di quest’anno è stata senz’altro la visita del Cardinal Bertone. Ai primi di settembre è venuto a visitare la Missione, e si è fermato con noi dieci giorni. Sono stati giorni di grazia, anzitutto perché la nostra piccola vita comunitaria è stata arricchita dalla presenza affabile e umana del nostro pastore e di don Stefano, il suo segretario. Ma anche perché le comunità parrocchiali hanno potuto incontrare colui che ha inviato noi preti. Gli incontri nelle parrocchie sono stati momenti di sentire ecclesiale grande. La gente del Guaricano si è sentita amata dalla chiesa genovese!

Il cardinal Bertone ha potuto incontrare anche il presbiterio di Santo Domingo. Non ho potuto essere presente quel giorno a causa di un malessere: ma pochi giorni dopo vari preti dominicani, vedendomi, hanno voluto… farmi i complimenti, per la ricchezza umana e pastorale che hanno visto nel nostro vescovo. Con lui siamo anche stati a pranzo dal cardinale di Santo Domingo e dal Nunzio. Al tempo stesso il cardinal Bertone non si è tirato indietro quando si è trattato di visitare i villaggi e di andare nei settori dove le strade sono ancora di fango. Per tutti ha avuto una parola di affetto e di incoraggiamento.

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La visita del nostro arcivescovo è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione. Dal dialogo è emersa la realtà dell’opera della Missione, che ormai ha “dissodato” bene il terreno. Se quando la Missione è arrivata al Guaricano le cose erano agli inizi, adesso ci sono tre parrocchie, un Centro Educativo e un Dispensario Medico che funzionano a pieno ritmo.

Il cardinale ha visto che è ormai il tempo di lasciare camminare il bambino senza sorreggerlo per le braccia. Così le due parrocchie di Santiago el Menor e di Nuestra Señora del Amparo sono state consegnate all’Arcivescovo di Santo Domingo per essere portate avanti dal clero secolare. È stato un momento non facile, per don Franco che ha passato le consegne, e anche per le due parrocchie, che non possono dimenticare i dodici anni camminati con al fianco la chiesa genovese. Ciononostante, la serenità del trapasso ha reso meno pesante il cambio, e il nuovo parroco, il padre dominicano Federico Marcial, che tra le altre cose parla perfettamente l’italiano perché ha studiato per tre anni a Roma, ha iniziato con gioia il suo ministero.

Don Franco, da parte sua, ha effettuato un forte lavoro di programmazione e preparazione delle attività dei prossimi mesi, in maniera che la transizione fosse la più delicata possibile. E il padre Federico, riconoscente, ha potuto rendersi conto di questo ultimo gesto di generosità ricevuto da Genova. A fine novembre don Franco è partito per Genova. I suoi tre anni sono stati fruttuosi: un giovane è entrato in seminario, è stata fatta nascere l’esperienza dei Ritiri di Evangelizzazione già ben collaudata in Santa Margarita, ed è stato notevole l’impulso dato a tutte le attività parrocchiali, soprattutto a quelle giovanili.

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La visita del card. Bertone ha permesso di delineare anche i progetti futuri: come far fruttare al meglio le offerte che da tante persone generose arrivano alla missione, in maniera libera o come adozioni a distanza?

Oltre al lavoro che già si sta portando avanti, con il Consultorio Medico e il Centro di Nutrizione per Bambini Poveri e Denutriti, il card. ci ha indicato un’altra direttrice importante: cominciare a costruire la nuova chiesa di Santa Margarita. Questa parrocchia ha già una tettoia, peraltro abbastanza funzionale. Però c’è un terreno nuovo, donato già due anni fa da una banca dominicana, con la finalità di costruire una chiesa nella parte più bassa della parrocchia. Per la gente la notizia di questo nuovo e forte impegno della chiesa genovese è stata accolta con l’entusiasmo più grande, perché la presenza di una chiesa, con i suoi locali parrocchiali, significa possibilità nuova per la pastorale e per la carità.

I lavori della chiesa nuova saranno affiancati dall’ampliamento della zona dove si trova l’attuale centro parrocchiale: un terreno al lato della tettoia che vi dicevo è estremamente necessario perché la vita parrocchiale continui ad avere un respiro, e stiamo cercando di comprarlo. Per questo vi chiedo soprattutto una preghiera, in modo che le trattative ci conducano a condizioni che ci permettano di realizzare l’acquisto.

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La visita del card. Bertone ha visto anche l’inaugurazione consultorio nuovo. I lavori di costruzione della nuova struttura sono durati quasi un anno. Abbiamo abbandonato i vecchi locali attigui alla parrocchia di Santa Margarita, e sono stati costruiti i nuovi nel giardino della casa. Chi è stato ed ha visto si è reso conto che la nuova struttura è funzionale, ampia ed aperta a progetti futuri.

Ebbene, il 9 Settembre ha visto, oltre al nostro arcivescovo, anche la presenza del card. López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo, e dell’Ambasciatore Italiano, dott. Giorgio Sfara. Molta gente è intervenuta al solenne atto di inaugurazione, per la gioia di noi preti e delle nostre suore, che lavorano in prima persona nel dispensario.

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Ma il 2004 era anche l’Anno dell’Acqua. Già dalla metà del 2003 in diocesi si era pensato di celebrarlo con la realizzazione di varie opere legate all’acqua nei vari continenti. Per l’America, sarebbe stato portare l’acqua a un piccolo villaggio di 250 famiglie, Duquesa, situato sul limite della parrocchia Santa Margarita.

Don Lorenzo si è messo con molto amore dietro alla realizzazione di questo progetto. Una prima idea di realizzare un pozzo profondo con una pompa per tirare su l’acqua è stato abbandonato per la concomitanza del deposito della spazzatura della capitale. Così si è valorizzato un acquedotto che fino a qualche anno fa portava l’acqua alla piccola comunità, ma che da parecchio tempo non è più in funzione per la rottura dei tubi.

Così, sotto la guida di don Lorenzo, si è realizzata una cisterna di più di 20 metri cubici, nella quale si accumula l’acqua che, intermittentemente, arriva dai vecchi tubi. Da lì, una potente pompa elettrica manda l’acqua verso Duquesa, che è situata su un piccolo altopiano, e che risulta circa 20 metri più in alto del punto dove arrivavano i tubi. Arrivando dentro al villaggio, alcuni rubinetti posti in punti strategici consentono alla gente di rifornirsi dell’acqua necessaria per bere, lavare e lavarsi. La gente della comunità ha aiutato negli scavi, nella messa in posa dei tubi, nella costruzione della cisterna. Cosicché all’impegno della chiesa genovese è corrisposto un impegno anche della comunità locale. Varie persone hanno lavorato vari giorni gratuitamente. Sono gli aspetti belli, che la vostra carità, e le offerte che moltissimi hanno mandato per questo scopo, rende possibili!

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Manca solo una cosa di cui parlare: la nuova ambulanza! Qualche anno fa, una generosa benefattrice ha mandato una somma ingente, perché la Missione si dotasse di un’ambulanza. La cosa è stata realizzata adagio adagio. Non è stato facile individuare il veicolo adatto, comprarlo, adattarlo. Don Lorenzo ha sudato sangue perché tutto fosse fatto bene. Purtroppo non ho foto, ma posso dirvi solo una cosa. L’ambulanza, non ancora inaugurata, ha fatto già due servizi, e Lorenzo ne è stato l’autista.

I prossimi passi da fare sono quelli per formare la comunità dei volontari: autisti, semi-infermieri, telefonisti, ecc. Grazie a Dio si è fatta avanti una associazione che raggruppa vari giovani del Guaricano, con desiderio di dare una mano. Le cose sono in via di definizione, e con l’aiuto di Dio e la vostra preghiera presto l’ambulanza sarà un servizio disponibile per tutti!

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Vi ho parlato poco delle suore. Attualmente sono in quattro.

Suor Modesta è adessa la più vecchia di permanenza nella missione: è arrivata sei anni fa insieme a me e a don Lorenzo. Svolge il suo lavoro nella scuola, insegnando religione nel turno del mattino. Lavora parecchio anche in casa, soprattutto facendo la grande spesa settimanale per la comunità. Inoltre porta avanti il Circolo Vocazionale della Parrocchia, e accompagna vari gruppi di giovani. Suor Modesta è così un punto di riferimento bello della vita di Santa Margarita.

Suor Blessila, in missione da tre anni, è arrivata insieme a Franco. Infermiera professionale, svolge la sua attività nel Dispensario Medico, dove passa le mattinate nella Farmacia e a contatto con il personale medico e paramedico. Silenziosa, lavoratrice, con i suoi scherzi rallegra la vita di casa.

Suor Cristina: di lei già vi ho detto che in aprile è arrivata e ha fatto la sua prima professione religiosa. I tre anni di formazione in Italia l’hanno irrobustita nella preparazione teologica, e la giovane età le rende facile dare la sua testimonianza di amore al Signore e di consacrazione a lui. Attualmente si dedica soprattutto allo studio della pedagogia nell’Università Cattolica di Santo Domingo, dove si prepara per il futuro lavoro nella nostra scuola.

Ultima arrivata, suor Serafina è una donna matura. Indiana, del Kerala (India) come Modesta e Blessila, porta la sua esperienza e la sua preparazione come infermiera. Svolge la funzione di superiora della comunità, e lavora nel Consultorio insieme a suor Blessila. Finora ha un po’ di difficoltà con la lingua (da pochi mesi è arrivata direttamente dall’India), ma la buona volontà è tanta e non tarderà a capire e farsi capire dai dominicani.

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Volevo fare un piccolo resoconto, mi è venuto più lungo del previsto. Ve ne chiedo scusa. Ma sento che in questa maniera mi comincio a “sdebitare” con tanti fratelli e sorelle che hanno sentito come propria, perché di tutta la comunità diocesana genovese, la Missione del Guaricano.

Come avete potuto leggere, l’amore di Dio mette le ali alla carità. Dove dei cuori amano insieme a Cristo, sbocciano i fiori e nascono i miracoli. Quando l’evangelizzazione accompagna la promozione umana, i cuori si aprono a Cristo e le famiglie e le persone guariscono da cancrene pericolose. Gesù è l’unica salvezza, e con il vostro aiuto ci sforziamo di portarlo a tutti. Sappiamo che anche voi, nella nostra amata Genova, vi sentite impegnati per realizzare questo compito meraviglioso. Con l’aiuto di Dio, tutti cerchiamo di portare avanti quest’opera, certi delle parole di Gesù: “Andate e annunciate il Vangelo a ogni creatura. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 28,16).

Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

Alla messa delle 7 abbiamo festeggiato un bel numero di famiglie che avevano 1 anno, 5, 10, 25 e 50 di matrimonio. Erano una ventina di coppie, molte con i loro figli.

Hanno fatto le letture, hanno portato i doni all’altare.

Alla fine, prima della benedizione, li ho fatti venire davanti a tutti, anno per anno. Il gruppo più numeroso era quello dei 10 anni: 12 coppie!!!

A ogni gruppo, un’altra coppia festeggiata ha detto parole di augurio, e anche uno dei loro bambini ha augurato loro lunga vita e un amore grande.

Naturalmente, dopo la messa “tutti i salmi finiscono in gloria”: torta per tutti i festeggiati!

Ieri e l’altro ieri i tre seminaristi della nostra parrocchia sono diventati pittori: Willy, Heriberto (mio figlioccio e primo seminarista della parrocchia) e Miguel Ángel hanno passato tre mezze giornate pulendo prima e pitturando dopo le sbarre di ferro esterne della parrocchia, e poi si sono dedicati a dare la pittura a qualche parete che era in cattivo stato.

Hanno lavorato veramente tanto, con passione, anche se non sono mancati i difettucci – tipo che per pitturare il tetto hanno sporcato il pavimento.

Complimenti, ragazzi!

P.S.: Insieme a loro c’erano anche Elvis, un ragazzo di 14 anni che vuole entrare in seminario anche lui, e Jesús, un giovane, sposato, che molte volte da una mano gratuitamente e con impegno.

7:22 am

Laisa

Ieri sera c’era con noi alla Messa di mezzanotte Laisa, una ragazza di 23 anni che ha fatto un’esperienza vocazionale con le nostre suore.

È sempre stata una ragazza eccezionale, e ha dato molto nella pastorale giovanile della parrocchia, con un carattere definito e molta voglia di lavorare.

Da due anni e mezzo ha emigrato agli Stati Uniti con tutta la sua famiglia. Ora è venuta a farsi le vacanze a casa.

Ho potuto parlare con lei abbastanza diffusamente, e vedere che ha ancora nel cuore il desiderio di consacrarsi al Signore. Bene. C’è da pregare per lei.

12:05 am

Recite di Natale

Anche quest’anno i giovani hanno sbulaccato con delle belle recite prima della messa di mezzanotte.

I soggetti, prettamente natalizi, erano presentati in maniera scherzosa. La gente si è divertita moltissimo, e però ha anche ricevuto il messaggio dell’aprire il cuore a Maria e Giuseppe che cercano un posto per il bambino (prima recita) e dell’accoglienza dei poveri alla propria tavola (seconda recita).

È stato addirittura montato un rudimentale telone per assicurare un minimo di effetti scenici.

La preparazione era stata accompagnata da un piccolo “incidente”: giovedì sera, all’ora della Celebrazione Penitenziale, invece di partecipare, confessarsi e unirsi alla comunità parrocchiale, i giovani sono andati da un’altra parte a continuare le prove delle loro recite. Ho dovuto prendere posizione e dire loro chiaramente che avevano fatto male.

Comunque posso dire che il Signore sta accompagnando i passi di questi giovani, perché gli si vede un amore alla chiesa, e una ricerca di Dio che non è solo superficiale. Al diventare adulti credo che saranno bei protagonisti della vita della chiesa.

Abbiamo finito la Messa di Mezzanotte. Le recite dei giovani hanno creato un clima di attenzione e di attesa.

A qualcuno ogni tanto si chiudevano gli occhi, soprattutto a vari bambini piccoli. In generale però si percepiva attenzione e desiderio di incontrarsi con questo Signore che si fa povero tra i poveri.

Il coro ha cantato molto bene. Unico neo: gloria e alleluia mezzi mosci, sembrava di essere in quaresima. Ma dopo si sono ripresi, e l’assemblea ha cantato insieme a loro con entusiasmo.

Il bacio di Gesù Bambino, alla fine, è sempre un gesto che commuove per il desiderio di tutti di toccare con mano il Figlio di Dio.

Anche quest’anno la messa di mezzanotte è stata alle 10. La gente ha paura a muoversi di notte, soprattutto per i black-out e per la delinquenza che impera.

C’è da dire però che ieri sera il governo e l’impresa distributrice dell’energia sono state clementi, perché invece di mandare la luce a mezzanotte l’hanno mandata alle 9, e questo ha reso più facile la partecipazione della gente.

Alla Messa c’erano circa 400 persone: i due terzi di quelli che vengono alla messa principale della domenica. Considerando che un bel po’ di gente va al campo (cioè al loro paese di origine), devo riconoscere che la risposta è stata buona.

Mi ha fatto piacere in particolare vedere la presenza di Juan Antonio, il marito della nostra maestra Nilda, che non viene mai a Messa e che normalmente dà l’idea di non avere interesse per le cose della chiesa.

Stasera, dall 6 alle 9 c’è stata la celebrazione penitenziale.

Nella riunione dei preti si erano dati disponibili in 8, però alla fine sono venuti solo in 5. Grazie a Dio ce la siamo cavata bene!

Don Lorenzo ha confessato tutto il tempo, e così il padre Javier. Invece il padre Lorenzo Vargas ha dovuto andarsene alle 8, e alle 8 e mezza se n’è andato il padre Orlando. Il padre Federico è andato via anche lui verso le 8 e un quarto.

Tra tutti mi hanno aiutato tantissimo! Domani gli telefono per ringraziarli!!!

E stamattina è toccato fare l’aguinaldo ai settori della parte nord della parrocchia, attorno all’attuale centro parrocchiale.

Non si sono viste cose eccezionali, ma all’arrivo alla parrocchia, verso le 6.45, i vari gruppi di settore erano gasatissimi.

C’erano moltissime persone non di chiesa, cosa che mi ha fatto molto piacere, e nella messa ho cercato di dare un messaggio rivolgendomi soprattutto a loro.

Tanti anche i ragazzi e i giovani, alcuni dei quali avevano facce da tigre.

La messa è durata un po’, ma non è pesata: si respirava l’attesa del Natale.

Stamattina i 4 settori della parte sud della parrocchia hanno fatto il loro aguinaldo.

Alle 5 del mattino da ogni settore è partita una “carovana”, che si è concessa il lusso di passare per tutte le strade del settore a svegliare i dormiglioni.

Mi è piaciuto come si sono organizzati nel settore Arca di Noè, dove avevano vari tamburi, eppure hanno fatto una cosa ben ordinata e senza fracasso inutile.

Altri settori non hanno avuto tanto successo, soprattutto a causa della delinquenza che imperversa e dei blackout che ormai sono permanenti alle prime ore del mattino.

La messa con la quale l’aguinaldo è terminato è stata ben festosa, ed è diventata occasione di evangelizzazione per la presenza di tanti fratelli che non sono propriamente di vita di chiesa assidua, ma che si sono aggiunti volentieri per la tradizione dell’aguinaldo.

Come sempre, non è mancato il té finale aromatizzato con la radice del zenzero (che qui si chiama engibre, pronuncia enhibre.

Scusate se devo correggere quello che ho scritto in un articolo precedente, parlando dell'”acquedotto” di Duquesa.

Non è vero che la gente di Duquesa ha messo la mano d’opera gratis. Hanno voluto essere pagati. Paga da uomo di fatica, 200 pesos al giorno (circa 7 dollari), più il mangiare del mezzogiorno.

Come mi ha detto l’uomo che è stato più a contatto con Lorenzo, “se fosse stato gratis, nessuno avrebbe fatto niente”.

Questo perché ci liberiamo dalle favole del tipo “i poveri sono generosi e altruisti”. Bisogna dire “tra i poveri ci sono persone generose e altruiste”, così come ci sono quelle grette ed egoiste.

È che soprattutto quando la gente di qui sa che ci sono dei soldi nascosti tira subito fuori la parte dritta della schiena fin quando non spuntano i soldi!

Oggi pomeriggio è morto il fratello di Milton, a cui ero andato a dare l’Unzione dei Malati dieci giorni fa.

Aveva l’AIDS, se l’è presa con la vita leggera che fanno i giovani di qui appena hanno in tasca qualche soldo da mettere in mano a una donna.

Il Signore l’ha portato per mano fino a incontrarsi con lui e confessarsi, aiutato da Milton.

Ha preso il volo in pace con il suo Signore.

Stamattina, alle 5, i giovani hanno fatto il loro aguinaldo. L’aguinaldo è una camminata per il barrio, cantando, suonando tamburi e güire, e andando ad alcune case di membri della parrocchia per svegliarli dal loro sonno.

C’erano un centinaio di adolescenti e giovani. Per evitare il rischio connesso con uscire di casa prestissimo hanno passato la notte nella parrocchia. Non è difficile credere che non hanno dormito neanche un minuto.

L’aguinaldo è stato ben organizzato. Un particolare bello è che tutti i gruppi giovanili avevano preparato dei messaggi natalizi, che durante la camminata sono stati consegnati alla gente che si affacciava alle finestre o lasciati sotto le porte.

Si sono uniti anche una ventina di adulti. Gli altri sono arrivati verso le 7, quando l’aguinaldo è ritornato in parrocchia per la Messa. Purtroppo molti giovani si sono lasciati vincere dalla stanchezza e non si sono fermati alla Messa. Questo perché tutti sappiate che non è tutto rose e fiori.

Naturalmente non con le armi, ma con la forza della Parola di Dio e con il dialogo.

Dall’inizio dell’avvento le CEB nostre stanno lavorando con temi preparati a livello nazionale per educare contro la violenza, e l’impatto è molto interessante:

  • Molti padri e madri di famiglia scoprono che fino ad oggi hanno educato i figli in maniera violenta, e vogliono cambiare.
  • Gli animatori, che moltiplicano i temi con la gente, si rammaricano di non aver potuto ricevere questa formazione quando erano giovani.
  • Si sta cercando di capire quali sono le radici della violenza.
  • Si riflette sul fatto che la violenza fuori della casa e anche dentro si combatte spesso meglio con l’attenzione alle persone che con altra violenza.

Insomma, sta venendo fuori un lavoro molto bello!!!

C’è stato oggi il ritiro d’avvento, o meglio, i ritiri d’Avvento.

Ce n’è stato uno per tutta la comunità, e uno più semplice per i giovani.

A quello generale c’erano circa 200 persone di mattina e 300 di pomeriggio. L’hanno dato 4 donne del Rinnovamento Carismatico. Hanno fatto una cosa molto equilibrata, una predicazione basata sulla parola di Dio e molto attenta agli aspetti concreti della vita quotidiana. Ho potuto rendermi conto che le parole sono arrivate al cuore di tanti.

A quello dei giovani hanno partecipato in una cinquantina. Il padre José Ramón, il sacerdote giovane che ho chiamato per darlo, si è portato 5 giovani della sua parrocchia, e più che una predica sono state testimonianze, dello stesso padre, prima di tutto, e poi dei giovani che sono venuti con lui.

Quello che più ha colpito i ragazzi è stato quando un giovane ha raccontato come da “tigre” (qui questa parola vuol dire delinquente, approfittatore) ha cambiato vita e si è donato al Signore.

Alla fine il padre José Ramón ha invitato i giovani a valorizzare i tanti doni che hanno attorno a loro. Ha parlato anche della ricchezza che è per la nostra parrocchia il dono di un prete missionario.

Il ritiro si è concluso con un’adorazione eucaristica vissuta in comune da giovani e adulti.

Una bella esperienza, un dono in più del Signore!

Nel consiglio pastorale di stamattina abbiamo letto la circolare del vescovo sull’avvio del nuovo piano pastorale.

C’era una parte dedicata alla settorizzazione delle parrocchie. La nostra è già settorizzata, ma adesso si tratta di rendere più piccoli i settori, cioè di suddividerli in maniera che abbiano attorno alle 1,000 persone (vari settori di adesso ne hanno 4,000, e sono abbastanza ingestibili).

La cosa bella è che la gente che ho nel consiglio pastorale è aperta, ed è disponibile a fare i cambi che si chiedono.

In compenso, perché non pensiate che è tutto rose e fiori, attualmente abbiamo un po’ di difficoltà con il visiteo: delle 500 persone che dovrebbero fare la visita casa per casa, la stanno facendo sì e no un centinaio. E dà l’idea che la gente si scoraggi ogni giorno di più.

Mi sa che dovrò mettermici dietro in una maniera un po’ più diretta, a questo visiteo! Lunedì scorso ho cominciato a fare una messa con le comunità apostoliche di un settore, e ha “riscaldato” abbastanza. Continuo dopodomani, e l’altro lunedì, e poi quando tornerò dalle vacanze.

Mattina e pomeriggio abbiamo avuto il ritiro di avvento per tutto il personale della scuola: direzione, maestri, bidelle, portieri. C’erano tutta la primaria e il liceo. Con la serale lo faremo un altro momento.

L’abbiamo dato io (il primo tema del mattino) e Joseín, un uomo della parrocchia di Constanza, gli altri tre.

Abbiamo messo a fuoco sia di mattino che di pomeriggio prima il carattere generale del tempo liturgico, e poi un aspetto particolare.

I temi ci sono venuti proprio belli, si vedeva il gusto nelle facce di tutti.

C’è stato anche un momento in cui ci siamo scambiati un abbraccio pieno di affetto.

Questo ritiro è stato un grande dono del Signore per noi!

Stasera avevamo l’Eucarestia con le 11 comunità apostoliche dei due settori San Francisco e Arca de Noé.

Sono venuti quasi tutti, e con il cuore bello disponibile.

Nella Messa abbiamo valorizzato tutti gli spazi di partecipazione:

  • L’accoglienza a ogni comunità, all’inizio della celebrazione: ogni comunità ha raccontato in che maniera il Signore si è manifestato loro negli incontri di comunità.
  • L’atto penitenziale, nel quale si è lasciato lo spazio per chiedere perdono al Signore per qualche peccato che ancora commettiamo.
  • L’omelia: ho fatto cominciare a loro, una persona per ogni comunità, brevemente, e poi ho continuato io sviluppando il tema del paralitico, che Gesù ha guarito e poi ha messo in cammino, facendolo diventare un segno delle comunità cristiane che accettano la sfida dell’evangelizzazione casa per casa.
  • La preghiera dei fedeli: molti hanno potuto esprimere un’intenzione.
  • La presentazione dei doni: ogni comunità ha deposto nel calice, insieme all’acqua, qualcosa di quello che vive comunemente.
  • Nella preghiera eucaristica, ognuno ha potuto dire il nome di una persona che sta cercando di portare al Signore.
  • La comunione eucaristica è stata data sotto le due specie.
  • Dopo la comunione, tutti hanno espresso il ringraziamento al Signore per qualche aspetto della loro vita che è cambiato in positivo a partire del Ritiro di Evangelizzazione.
  • La benedizione finale è stato l’invio per continuare l’opera dell’evangelizzazione.

Tutti ci siamo goduti questa eucaristia, e spero che oltre all’invito all’impegno missionario abbiamo compreso un po’ di più la ricchezza che abbiamo noi cattolici nel poter partecipare alla Messa tutti i giorni.

Con i catechisti ho dato le istruzioni per selezionari i bambini e i giovani che riceveranno il battesimo, la prima confessione, la prima comunione, e la confermazione.

I catechisti sono circa 100 che lavorano con i bambini e una trentina che lavorano con giovani e adulti. Sono organizzati in centri di catechesi, ogni centro con il suo responsabile.

Con tante persone, nonostante l’impegno di spiegare bene come devono essere fatte le cose, c’è sempre un 10% dei catechisti che non capisce. Pazienza!

Quello che sì si vede è che da un anno all’altro la gente matura.

A livello di catechisti giovani c’è sempre un certo turn-over. Si entusiasmano in settembre, e il 30% non arriva a fine anno.

Non più tardi di un mese fa, Fiol, una catechista (meglio, un’aiuto catechista) di 15 anni se n’è andata a convivere con il suo ragazzo, che neppure la famiglia sapeva che era il suo ragazzo. Mi è spiaciuto abbastanza, perché quando sono arrivato era una bambina di 9 anni, tenerissima, e me la sono vista crescere, nei gruppi di adolescenti e giovani. E adesso… Non posso far altro che pregare per lei, e sperare che capisca che ha fatto un passo falso.

La diocesi procede nel lancio del nuovo Piano Pastorale Diocesano, il terzo.

È basato sulla versione diocesana del NIP, e prevede tre tappe:

  • da non popolo a popolo
  • da popolo a popolo di Dio
  • da popolo di Dio a popolo di servitori

Il lavoro si sta portando avanti abbastanza lentamente, in maniera che tutti si possano coinvolgere.

Ci si sta lavorando dal 2001.

In giugno 2005 si dovrebbero dare i primi passi concreti, e iniziare a portare a tutte le famiglie la lettera mensile.

Siamo praticamente alla fine con il progetto per dotare di acqua la comunità di Duquesa, vicino alla discarica della spazzatura.

Lorenzo ci si è messo dietro con tanto amore e con molto lavoro. Si sono sfruttati dei tubi che portavano acqua da una diga, e che erano rotti: l’acqua si perdeva nel terreno.

È stata fatta una cisterna della capienza opportuna (più di 100 metri cubici!), nella quale si accumula l’acqua delle tuberie.

Da lì una pompa la manda in alto verso Duquesa: sono circa 10/15 metri di dislivello, e lì la gente si rifornisce attraverso una serie di rubinetti.

Ieri è stata la prima volta che l’acqua è potuta arrivare a Duquesa, ed è stata una festa grande.

Prima, dovevano far venire dei camion di acqua, e ogni camion (3 metri cubici) gli costava sui 3/400 pesos (equivalenti a circa 10 euro).

Il progetto si è potuto realizzare grazie alla raccolta fatta a Genova in occasione dell’Anno dell’Acqua!

Siamo orgogliosi di aver realizzato questa piccola opera. Piccola, ma che risolve un problema grave di 250 famiglie!

Grazie al Signore, e grazie a tutti quelli che hanno collaborato!

Dopo l’incontro con il card. Bertone, a inizio settembre, adesso è toccato al card. López Rodríguez far lezione ai candidati ministri.

Stasera ha trattato loro il tema dell’amore del prossimo e della giustizia sociale.

Le recenti vicende di casi di corruzione hanno alimentato e reso interessante il contenuto.

Il cardinale ha anche messo a fuoco i rischi del nuovo codice processuale penale, che è più garantista del precedente, con l’idea di evitare tanti abusi, ma che in pratica protegge l’imputato più di quello che protegge le sue vittime.

Nei candidati ministri si vedeva la gioia di avere così vicino il cardinale, che normalmente vedono nella sede della cattedrale o nel piccolo schermo della televisione.

Sono incontri che, come diceva don Franco riguardo al nunzio di qui, ti riconciliano con le istituzioni.

Adesso, tra due settimane, toccherà al nunzio apostolico, che chiuderà in bellezza il corso dei ministri.

Grazie, Signore!

Stasera ci siamo reincontrati con i 65 fratelli e sorelle che hanno fatto il ritiro.

Ci sono stati dei bei testimoni: di rinnovamento della vita della famiglia, di sanazione, di gioia nel Signore.

A me è toccato il tema che introduce il cammino che viene adesso: perseverare.

Abbiamo formato tre gruppi, nei quali si farà la catechesi di approfondimento: uno in parrocchia, uno nella cappella del barrio, uno nei campos.

Se il Signore ci aiuta, questi fratelli e sorelle sembrano ben entusiasti!

9:29 pm

Giornata bella!

La giornata di oggi è stata bella:

– Abbiamo potuto parlare e capirci con i professori sull’ora in più che dovevano coprire.

– Abbiamo fatto la riunione con la Associazione di Genitori del Liceo sull’idea dei corsi di Linux.

– Abbiamo visitato la Fondazione Codice Aperto, e sia i tre studenti che il papà che è venuto sono rimasti entusiasti.

– Di pomeriggio nella riunione degli Animatori di Comunità di Base abbiamo lanciato la nuova serie di incontro sulla non violenza.

– Sono stato al novenario della mamma di Féliz, un giovane che prima di “sposarsi” era nel gruppo giovani di Jacagua, e che adesso si sta riavvicinando.

– Infine sono stato alla Celebrazione ella parola del Mercadito (settore Emmaus), dove ho avuto la possibilità di esortar tutti a viverla come un momento per avvicinare le persone alla chiesa.

– Dopo mangiato, ho lavorato una mezz’oretta sull’articolo Liguria di Wikipedia.

Il secondo giorno di questo ritiro è filato quasi senza inconvenienti.

L’unica cosa è che il mangiare invece che alle dodici e mezza èarrivato all’una e mezza, con conseguente ora di ritardo da cercare di recuperare.

In realtà non era un ritiro, ma due, perché il numero delle persone (circa 70) era difficile da gestire tutti insieme. Così c’erano due ritiri in contemporanea, nei due saloni della scuola, ognuno con la sua équipe di proclamatori (3) e accompagnatori (8).

Da parte mia, ho sostituito un proclamatore, Juan Luis, che non ha potuto partecipare. Oggi mi è toccato il tema sul rinnovamento della chiesa in seguito al Vaticano II, e mi ha entusiasmato darlo, me lo sono goduto!

Per il resto, ho passato quasi tutto il mattino e il pomeriggio confessando. Molte di queste persone convivono, per cui non si può dargli l’assoluzione. Però approfitto sempre per vedere che ci siano le condizioni di volere celebrare il matrimonio, e concludo facendogli una preghiera e imponendogli le mani, per chiedere che arrivino presto a mettersi in grazia di Dio.

Al lato di uno dei due saloni, in una stanzetta, l’adorazione eucaristica, dove si sono alternati, mattina e pomeriggio i parrocchiani che hanno fatto i ritiri scorsi.

Alla fine, la liturgia di consacrazione allo Spirito Santo si è dovuta fare alla svelta perché era già l’ora di cominciare la messa conclusiva.

Alla fine della messa ho chiamato i parenti di quelli che hanno fatto il ritiro, perché gli dessero un abbraccio e un bacio. Non ce n’erano tanti, e qualcuno ha avuto vergogna e non è uscito allo scoperto. Ma è stato anche quello un momento molto bello.

Mercoledì sera, dalle 6 alle 8, ci rivedremo con tutti quelli che hanno fatto il ritiro, per ascoltare le testimonianze e organizzare la catechesi che segue.

Vi invito a unirvi con noi, in preghiera, mercoledì alle 6 di sera!

Le nozze di Kenia sono state veramente belle!

C’erano le due famiglie, c’erano molti della parrocchia, soprattutto per l’amicizia con Dany, sua mamma.

C’era parecchia gente della scuola, perché Kenia è segretaria del nostro liceo.

E c’erano vari giovani della parrocchia dell’Amparo, da dove viene Robinson, il fortunato.

In più, c’era una rappresentanza di Constanza, soprattutto amici di Dany.

Kenia e Robinson sono la primera coppia che mette in pratica il consiglio che do a tutti quelli che si sposano, di impararsi a memoria le parole del consentimiento matrimoniale, e di dirle guardandosi negli occhi. È stato veramente bello.

Commovente è stata anche la presenza del papà di Kenia, che lei non vedeva da parecchio perché si è separato da Dany parecchi anni fa.

Insomma, è stata una festa molto bella. Grazie, Signore!

L’ultima messa in terra dominicana Franco l’ha celebrata stamattina alle 7 a Santa Margarita. La omilia l’ha lasciata a me, e ho approfittato per mettere in evidenza la vocazione dei missionari, che partono e tornano in disponibilità alla chiamata del Signore.

Alla fine della Messa Carmen ha detto alcune parole molto belle, ricordando tra l’altro una messa celebrata da Franco in occasione della festa della famiglia, dove aveva fatto sentire la cassetta di una bachata, e l’analisi di quelle parole aveva aperto a molti gli occhi sui messaggi che arrivano dalla musica che si balla qui.

Non gli abbiamo fatto di regali, gli abbiamo consegnato solo una cassetta con canti mariani. E abbiamo terminato alla svelta, perché Franco doveva finire di prepararsi per partire.

Il Ritiro di Evangelizzazione è cominciato serenamente, di 70 solo due non hanno potuto partecipare.

Juan Luis, il candidato diacono, non si è fatto vedere, come aveva detto, e ho dato io il tema che toccava a lui. Mi sembra di aver trasmesso il messaggio, era l’annuncio della fede in Gesù.

Buona anche la partecipazione all’adorazione continua, anche se la cappella non è mai stata troppo piena.

Domani parte il nuovo Ritiro di Evangelizzazione. Lo faranno una settantina di persone, che si sono preparate con amore nell’arco di quasi tre mesi.

Tra di loro ci sono anche 7 giovani, abbastanza maturi!

Non è uno, ma due ritiri in contemporanea, perché preferiamo lavorare con gruppi meno folti.

In una delle due equipe c’è Juan Luis, uno dei nostri due candidati diaconi. Purtroppo ha avuto una piccola difficoltà, e si è mezzo depresso, per cui per lo meno domani non vuole partecipare. Questa reazione non mi è piaciuta gran ché, perché si suppone che un futuro diacono sia un po’ più temprato. Mah, speriamo che da questa esperienza esca fortificato.

Domenica è la giornata di preghiera per la pace e la tranquillità del paese. I vescovi hanno chiesto di farlo vista la ondata crescente di micro criminalità, furti, omicidi, ecc. che si è prodotta dopo il cambio di governo.

Stasera abbiamo anticipato la preghiera con una veglia nella quale tutti i settori hanno partecipato attivamente, compresi i gruppi giovanili.

Ci sono state letture, canti, preghiere spontanee, e, alla fine, la benedizione eucaristica.

Si sentiva la partecipazione attiva di tutti.

Io e Lorenzo ci siamo passati tutto il tempo della veglia confessando. Abbastanza persone, grazie al Signore.

La cosa che più mi è piaciuta è stata la confessione di Loraida, una nostra maestra, che da un po’ di tempo si sentiva un po’ “fredda”, come dicono qui, e quindi non faceva la comunione.

Alla fine ho invitato tutti alla messa di domani mattina, come una forma di mantenerci nello spirito di questa preghiera per il paese.

E domenica, durante il ritiro di evangelizzazione, pregheremo ancora per questa causa che sentiamo tanto importante!

Mannaggia, non sono ancora riuscito a farlo.

Ho cominciato a farlo come un database, ma mi sono arreso: è troppo complicato calcolare e salvare valori calcolati all’istante.

Adesso sto provando con il foglio elettronico. Speriamo bene!

Questa domenica è stata un regalo bello del Signore per me.

Alla messa del mattino alle 9 ho avuto con me Franco, che ha presieduto.

Invece la messa della sera me l’ha detta Lorenzo.

Ho potuto così passare una domenica un po’ più rilassata.

Grazie, Signore!

L’ordinazione di Cecilio è stata molto bella. Nutrita la presenza di sacerdoti, oltre naturalmente al cardinale e all’ausiliare, mons. Pablo Cedano.

Una sorpresa: alla fine il municipio di Bayaguana ha letto un atto con il quale li dichiara cittadini distinti della stessa municipalità.

Io mi sono sbizzarrito come fotografo. Forse un giorno riusciró a mettere in linea questo album.

Stamatttina andremo con una bella rappresentanza della parrocchia all’ordinazione di Cecilio.

Cecilio ha condiviso bei momenti del suo cammino di seminarista con la nostra comunità: giornate del seminario, settimane vocazionali, circolo vocazionale parrocchiale.

Io credo che è stato un fattore molto positivo nell’entrata al seminario di Heriberto e Willy.

Alle 10 di stamattina diventa prete. Lo ordinano in Bayaguana, la sua città, dove vivono suo papà (la mamma è morta due anni fa) e i suoi fratelli.

Cecilio è un carattere semplice ma generoso, apparentemente non è un tipo fuoco e fiamme, ma in questi anni ha saputo conquistarsi molta gente, e molti giovani soprattutto, della parrocchia.

Gli auguriamo un ministero pieno di frutti!

Ho passato la giornata in parrocchia, dietro all’idea del database per gestire i prestiti.

Mi sono picchiato con una serie di funzioni che non capivo, e alla fine ho lasciato perdere. Pochi minuti fa, qui da casa, ho cercato su internet la soluzione del problema e l’ho trovata.

Domani se il Signore mi aiuta vado avanti.

Oggi si è chiusa la Settimana Vocazionale.

Di mattina Miguel Angel, il seminarista, ha parlato alle due messe. Ha trasmesso il messaggio che vivere una vocazione, soprattutto se di consacrazione, è difficile, ma non c’è niente nella vita che è facile, e le cose belle sono frutto di molta fatica.

È un ragazzo sereno, che riscuote molta simpatia. Durante la settimana i parrocchiani hanno fatto a gara per averlo a pranzo da loro.

Nel pomeriggio molti giovani sono andati all’incontro diocesano dei giovani con il cardinale. L’incontro non era tanto di contenuto, quanto per far sperimentare un momento bello.

Molti canti, molte attività di animazione, e poi il cardinale si è esposto a un fuoco di raffica di domande dei giovani, rispondendo soprattutto ai quesiti sulla vocazione.

I nostri giovani sono tornati entusiasti!

Finora il Fondo Prestiti l’ho gestito praticamente dal pc di casa, insieme ai miei conti e a quelli della missione.

Mi rendo conto sempre di più che devo trovare una maniera di tenere questi conti sul pc della parrocchia.

Ho cercato in rete per vedere se esiste qualche software per gestire prestiti, ma sembra che non ce ne siano, o per lo meno non ce ne sono gratuiti.

Così mi sono messo dietro, oggi, a cercare di fare un’applicazione in MSAccess, per gestire tutti questi prestiti, risparmi, ecc.

Quando la finirò? beh, non ho fretta, devo cercare di finirla prima di andarmene. Ma penso che in qualche mese l’avrò pronta.

I giovani hanno risposto discretamente bene: ce n’erano circa la metà di quelli che partecipavano alla settimana giovanile.

Sempre preziosa e bella la presenza di Miguel Angel, il seminarista che ci è stato mandato, il quale ha il dono di dire parole semplici ma belle, e soprattutto con il sorriso sulla bocca: gli si vede la contentezza di essere in seminario.

Ho detto la Messa con un raffreddore bello forte e con una mezza febbre. Ma alla fine il Signore mi ha dato un segno del suo amore. Anzi, due.

Il primo: Arlín ha voluto farmi una preghiera di guarigione. Con tutta semplicità ha chiesto al Signore Gesù che manifesti il suo potere su di me. Mi ha fatto sentire amato dal Signore.

Il secondo: una ragazzina di quattordici anni, Deisy, mi ha confidato che da un po’ di tempo sente il desiderio di farsi suora. Con semplicità l’ho invitata a partecipare al gruppo vocazionale, che si riunirà apposta domani.

Come posso non essere felice con tante cose belle?

9:29 pm

Ministri teneri

Per la prima volta con i candidati ministri abbiamo recitato i vespri.

Sembravano bambini, facevano tenerezza per l’amore con cui recitavano i salmi, contenti di scoprire la preghiera della chiesa.

Siamo entrati nel vivo della settimana vocazionale, anche grazie alla presenza di Miguel Ángel, il seminarista che c’è stato mandato.

È un giovane simpatico, dinamico, che sono certo farà presa sui giovani. Ha alle spalle una laurea in psicologia prima di entrare in seminario.

Ieri sera si è incontrato con il gruppo Ciempiés, stasera vedrà il gruppo “Profeti giovani”, e domani il gruppo “Alfarero”.

Le giornate le passa tra visite ai malati e lavoro nelle classi della scuola.

Ieri sera abbiamo fatto un incontro con le coppie della parrocchia che hanno fatto il Corso di Preparazione al Matrimonio ma che poi non si sono ancora sposate.

Ne abbiamo invitato 54, e sono venute 21. Considerando il pericolo, di notte, senza luce, sono contento dell’affluenza.

Ho trattato un tema sulla bellezza del matrimonio in relazione alla convivenza, e poi c’è stato un condividere in gruppetti, dove sono venute fuori difficoltà e inviti a metterle in mano del Signore.

Stamattina alla messa dei giovani avevamo il p. Victor Massalle, rettore del seminario maggiore.

Con lui abbiamo “chiuso” la settimana giovanile. Metto la parola chiuso tra virgolette perché in realtà quello che speriamo è che la settimana giovanile sia l’inizio di un impegno molto più forte da parte dei giovani, e una possibilità di inserimento nei gruppi di altri giovani.

Abbiamo anche aperto la settimana vocazionale. Tutte le diocesi del paese la celebrano in questa prima settimana di novembre. Da mercoledì avremo qui un seminarista, che darà la sua testimonianza e animerà i gruppi a vivere una ricerca vocazionale più intensa.

La settimana vocazionale terminerà con un incontro di tutti i giovani della diocesi, domenica prossima di pomeriggio.

Stasera Franco mi ha celebrato la Messa, e alla fine ho approfittato la sua presenza per annunciare che lascia presto il paese. Il card. Bertone l’ha richiamato a Genova.

La mia gente conosce Franco soprattutto per le Messe che ogni tanto mi dice, e che sono sempre molto apprezzate.

Di fatto quando ho dato la notizia ho visto un velo di tristezza negli occhi di molti.

Oggi pomeriggio siamo andati con una quarantina di persone della parrocchia.

Non è stata una cosa dell’altro mondo, io mi aspettavo che avrebbe partecipato più gente, e non dico solo di noi, ma di tutti.

La cosa bella di quest’anno è che siamo andati con un’immagine dell’Altagrazia ben adornata di fiori e ben piazzata su una camionettina.

Inoltre, avevamo uno standarte ben fatto della parrocchia, che era uno usato nella missione parrocchiale di agosto.

Insomma, che con tutto questo andavamo belli orgogliosi, facevamo anche bella figura.

Si sono uniti a noi anche i fratelli delle parrocchie di Amparo e Santiago, che non hanno portato né standardi né immagini della Madonna.

2:23 pm

Auguri!

Oggi è una ricorrenza felice per Nidia, la direttrice docente del liceo, che festeggia il suo compleanno.

I professori che lavorano con lei le hanno fatto una spaghettata sorpresa a mezzogiorno.

Negli ultimi anni Nidia ha fatto un cammino di chiesa molto bello: si è sposata, ha imparato e accettarsi un po’ di più con i suoi difetti, ha fatto il ritiro di evangelizzazione, ha iniziato il lavoro della visita casa per casa, ed è coordinatrice di 7/8 altri visitatori. Tre mesi fa l’ho chiamata a fare il corso per i futuri ministri, cosa che l’ha fatta contentissima.

Oggi sono anche 6 anni che io, Lorenzo e Modesta siamo arrivati a Santo Domingo.

Quanto tempo, quante avventure, quante soddisfazioni. Parecchie prove, pure, ma superate, con l’aiuto del Signore. Grazie!

In questa Settimana Giovanile si è messo a disposizione Liciale, il papà di Joselín, che è una delle responsabili dei gruppi giovanili.

Ha aiutato parecchio, soprattutto portando avanti e indietro con la camionetta i giovani del campo, per i quali il trasporto sarebbe stato molto difficile.

Ieri sera ci ha aiutati anche Tony, il mariti di Nidia. È arrivato dal lavoro alle 20, e senza neanche passare da casa è venuto a dare un passaggio ai giovani che vivono vicino alla cappella di San Miguel. Tony è molto generoso, ogni giorno lo apprezzo di più.

E non poteva mancare Papi, che tutte le volte che lo chiamo dice sì, soprattutto per fare da autista.

E non ho ancora parlato dei responsabili dei gruppi giovani: sono loro che hanno fatto tutto, in questa Settimana Giovanile, con tanto entuasiasmo.

Grazie, Signore, per tanti servitori!

Ieri sera abbiamo avuto la presenza di un giovane che fa servizio nella pastorale giovanile diocesana.

Ha fatto un incontro molto dinamico, che è piaciuto molto.

Ha parlato di come i giovani sono non il futuro, ma il presente della chiesa e della società, e che possono fare molto perché il mondo cambi. Posso aiutare a costruire la civiltà dell’amore.

Abbiamo fatto partecipare anche i nostri studenti della scuola serale. Se lo sono goduti, ma hanno anche fatto casotto, e c’è stato un inizio di una lite.

Al corso dei ministri ogni tanto faccio degli accenni alla Liturgia delle Ore. Oggi ho parlato in speciale di questa preghiera della chiesa nell’ambito del tema della liturgia.

In mattinata sono andato alla libreria dell’Arzobispado, e mi sono detto: compro qualche libretto delle Ore, per vedere se qualcuno dei ministri decide di cominciare a usarlo. Ne ho comprati 10.

Al corso, quando ho detto che c’erano questi dieci libretti, a 220 pesos (circa 6 euro), c’è stata una “abbuffata” tremenda: di 40 persone che c’erano, se ne sono alzate circa 30, cercando di assicurarsi un prezioso libretto. Lo pagheranno poco a poco, nella misura in cui mettano insieme i soldi.

La cosa mi ha riempito di gioia, perché si vedeva nei loro volti il desiderio di avvicinarsi a questa preghiera della chiesa, tanto ricca e bella.

Ci siamo impegnati con i vari settori della parrocchia a visitarla tutti i giorni.

Ogni giorno due o tre persone di un settore differente la vanno a visitare all’ospedale psichiatrico.

Le sorelle che sono andate ieri sono tornate molto contente: l’hanno trovata molto meglio, e si sono rese conto che la visita le ha fatto molto piacere. Hanno promesso che ritorneranno a trovarla sabato.

Purtroppo invece non si è ancora riusciti a far andare da lei i suoi fratelli e sorelle di sangue.

La serata di oggi è stata dedicata al tema della “Condizione Giovanile oggi”.

L’ha dato Josefina, sorella della nostra Carmen, con un linguaggio accessibile e andando al concreto.

Mi è piaciuta in particolare la riflessione sul fatto che un giovane deve avere un’identità definita: deve sapere cosa è, cosa vuole fare, in che maniera vuole vivere.

Ha parlato anche del fatto che la sessualità è un dono di Dio, da vivere al momento giusto. Ha messo in chiara luce i rischi del vivere il sesso prima del tempo.

La quantità di giovani che partecipa è sempre sui 300. Grazie, Signore!

La sfida, a partire da sabato, sarà come mantenerli legati alla pastorale giovanile della parrocchia!

Sono stato stamattina all’ospedale a trovare un malato che mi avevano detto che era grave.

Fortunatamente l’ho trovato molto meglio, ma quello che mi ha fatto impressione sono state due ernie che gli ho visto sulla pancia: due palle di dimensione di palla di biliardo, nel centro della pancia.

E che adesso la cosa va bene, perché gli si sono sgonfiate. O meglio, si sono lacerate, e ne è uscito un liquido simile all’acqua. Prima erano tanto grandi che la sua pancia sotto la camicia sembrava quella di una donna al punto di partorire.

Adesso sta abbastanza meglio, ma le complicazioni al fegato non fanno pensare a prospettive lunghe.

Sta di fatto che già un’altra volta era stato dichiarato spacciato, ed era due anni fa. Molti fratelli e sorelle avevano pregato su di lui, avevamo celebrato la unzione dei malati, e si era ripreso.

Adesso ho fiducia che il Signore lo aiuterà ad andare avanti!

Stasera la Settimana Giovanile è andata in crescendo. Il tema delle “nazioni”, o organizzazioni di gruppi deliquenziali minorili, ha attirato tantissimo. I giovani presenti erano circa 300! Abbastanza attenti, all’uso.

Sono stato contento per la presenza di una ventina di giovani del settore San Ramón (i campos). All’uscita ho messo a disposizione la camionetta per portarli a casa, e io me ne sono venuto con un moto-taxi.

La relatrice, una ex suora, era una tipa abbastanza originale. Mi ha dato l’impressione di essere un po’ impallata. Il suo forte sono il satanismo, gli angeli, gli spiriti, ecc. Mah, mi puzzava un po’. Però il tema che ha sviluppato l’ha fatto molto bene, e in maniera efficace. L’abbiamo dovuta interrompere perché si erano già fatte le otto e non dava segni di rendersene conto. Ha accettato di buon grado di piantar lí.

Domani tocca alla psicologa: viene la sorella di Carmen, a parlare sulla condizione giovanile oggi.

Stasera è entrata nel vivo la Settimana Giovanile.

Si sono riuniti circa 200 giovani, età media 15 anni. È stato un primo incontro all’insegna della musica, dei canti d’animazione, delle attività di conoscenza reciproca.

Non è mancato il succo di frutta, offerto a tutti all’uscita, e che ha causato il diffondersi del virus del sudicio in tutto la chiesa (non abbiamo altri locali oltre a questo).

L’equipe dei responsabili ha funzionato molto bene, complimenti!

Per domani aspettiamo ancora più giovani.

Oggi pomeriggio abbiamo fatto una riunione con Teofilo e con altri 9 fratelli e sorelle della fraternità del SINE.

Ognuno di loro si affiancherà ai nostri 9 responsabili di settore, per dargli una mano con le comunità apostoliche, e soprattutto con il visiteo casa per casa.

Di fatto la riuscita del visiteo è attualmente abbastanza difforme un settore dall’altro, e anche nello stesso settore.

Con l’aiuto di questi fratelli contiamo che il Signore ci aiuti a ritrovare l’entusiasmo iniziale!

Con la messa dei giovani di stamattina abbiamo iniziato la Settimana Giovanile Parrocchiale.

Sono pochi giorni, ma abbiamo la pretesa di dare un’informazione sui gruppi chiamati “nazioni”, che sono al limite tra droga, delinquenza e bravate, e di capire come, in positivo, i giovani possono contribuire a costruire un futuro migliore.

La messa dei giovani di stamattina l’ho sentita viva, diversa dal solito, e mi è sembrata più partecipata numericamente e qualitativamente.

L’inizio è stato buono, e i giovani sembrano entusiasmati. Sono fiducioso che continuerà ottimamente.

Stamattina, dopo la Messa, siamo andati con Elena all’ospedale psichiatrico.

Il Signore ci ha aiutato con il fatto che lei non ha fatto resistenza.

La dottoressa che l’ha ricoverata mi diceva che dovremmo cercare di far rinascere il suo rapporto con i fratelli e sorelle, che di fatto ultimamente si disinteressano di lei.

Ha detto anche che dopo la fase acuta del ricovero dovremo lavorare con il psicologo perché Elena prenda coscienza di essere una malata mentale, e continui così a prendere le medicine.

Adesso la sfida che abbiamo davanti è quella di andarla a trovare tutti i giorni, a turno, per farle sentire che le siamo vicini in questo momento di crisi.

C’è stata la messa per i malati oggi pomeriggio nella cappella di Ponce (San Miguel).

Buona partecipazione, e il Signore mi ha aiutato a far capire che le guarigioni che fa sono la continuazione della liberazione dal peccato e dal male che è venuto a portarci.

Alla fine della Messa mi sono fermato un minuto a parlare con alcune ragazze di 14/15 anni, e siamo riusciti a trovare una maniera perché possano partecipare, nonostante la distanza e le serate buie per i black-out, alla Settimana Giovanile.

I responsabili dei gruppi giovani sono entusiasti della settimana giovanile che parte domenica mattina e continua da lunedí a venerdí tutte le sere dalle 6 alle 8.

Sono andati in tutte le scuole a portare gli inviti. Domani mattina vanno a comprare il materiale di cancelleria.

Per domenica mattina stiamo cercando un prete un po’ animato che ci apra con la Messa. Per primo l’ho chiesto a don Franco, che avrebbe fatto un lavoro fantastico, ma non può. Altri preti animati ce ne sono, ma non riesco a beccarli al telefono.

La parte di contenuto sono tre temi: uno sui gruppi delle Nazioni (a metà tra banda di strada, corrieri della droga e gruppi satanici) che si sono sviluppati tra gli adolescenti e giovani negli ultimi due anni. Un secondo con un psicologo sulla condizione giovanile oggi. Un terzo sulla vocazione dei giovani ad essere portatori di speranza per il futuro.

La cosa che mi piace di più è che io non ho messo quasi niente di mio in questa preparazione: i giovani hanno dato la struttura portante, hanno chiesto consiglio, e stanno organizzando.

Dall’entusiasmo che hanno gli organizzatori immagino che la partecipazione sarà buona e qualificata.

Stiamo pregando tutti perché riesca bene, e ci aiuti a rilanciare tutti i gruppi giovani della parrocchia.

L’incontro di stasera era soprattutto sui salmi.

Con l’aiuto del Signore sono riuscito a farglieli un po’ assaporare. Sembra che un certo numero sia dell’idea di mettere insieme i soldi per comprarsi un breviarietto di quelli che hanno solo lodi e vespri.

Spero che possano assaporare anche loro questa preghiera così bella, e per di più che ti aiuta a scandire i ritmi delle giornate insieme al Signore!

Nonostante le medicine naturiste, Elena continua a cioccare come una lama. Come ci si poteva aspettare.

A quanto mi dicono stamattina ce l’aveva con i bambini che vanno a vendere il pane a domicilio: li minacciava con un bastone e li spaventava.

Mi sa che dovremo portarla all’ospedale psichiatrico.

Stamattina non ho fatto niente di trascendentale: ho dovuto controllare un UPS che non funzionava; abbiamo rigenerato (automaticamente) l’orario della scuola che aveva dei piccoli problemi, ho visto una persona che ha chiesto un prestito del nostro fondo.

Mi è arrivato mezzogiorno senza accorgermene.

Ahh… prima di tutto questo ho impostato un lavoro per la segretaria della parrocchia, per cominciare a preparare gli elenchi dei giovani e adulti del catechismo.

È venuto a presiederla il p. Juan Francisco, che è il vicario zonale.

Molto amabile, nella predica ha raccontato una storiella che è piaciuta molto, e ha insistito sul fatto che moli di noi chiedono al Signore cose che non c’entrano, o chiedono per distinguersi sopra gli altri.

Mi ha fatto piacere la sua presenza, anche perché ero abbastanza morto di stanchezza.

È stato un momento molto sereno e ricco di allegria: abbiamo ballato (sì, anch’io, ma stavolta ho evitato di sollevare dame attempate non più magre), ascoltato buona musica, barzellette, e ci siamo goduti una recita sulla droga fatta dai giovani.

La gente che ha partecipato non era tanta, ma è rimasta contenta. Ci aspettavamo un pienone da 500/1000 persone, e invece ne sono venuto solo 100/150. Stranamente, la maggioranza delle persone impegnate non sono venute. Credo che una causa sia il fatto che c’era la luce, e quindi la gente approfittava per lavare e stirare.

Abbiamo avuto la collaborazione di un gruppo musicale, quello di cui fa parte Cornelio, che tutte le domeniche accompagna con la chitarra il coro dei giovani.

Nessun momento sono apparse cadute di tono. Grazie, Signore! È stato semplicemente un bel pomeriggio.

Ah… come me la sono cavata con il mangiare? Ho piluccato da varie famiglie. Mi sono dovuto mangiare la verdura con l’aceto, e anche qualche tubero che aveva un sapore che non mi convinceva. Soprattutto ho mangiato riso, cucinato in due o tre modi diversi.

Abbiamo fatto ieri sera il concerto con Jackeline Estévez. Jackelin è una cantante di musica amorosa, ma negli ultimi anni si è avvicinata al Signore, e attualmente è membro di un gruppo di preghiera del Rinnovamento Carismatico.

Gli avevo chiesto di cantarci musica cristiana, e l’ha fatto con molto amore. Alla gente è piaciuto tantissimo!

Quello che mi è piaciuto meno sono i 5,000 pesos che ci ha chiesto. Speravo che si accontentasse di un po’ meno (l’anno scorso a Raffy Rey ne avevamo dato 3,000).

E la serata è stata resa ancora più bella perché alla fine ha fatto 3 canzoni delle sue, cioé di quelle che non sono cristiane. Che è stata la parte di concerto che è più piaciuta alla gente.

Effettivamente Jackeline ha una voce molto bella, e una capacità di muoversi in maniera molto espressiva. Una vera artista!

Dopo la messa di stamattina, giorno di Santa Margarita, ho parlato con il cardinale della nuova parrocchia che penso di aprire, nella parte bassa del territorio attuale. Ho fatto vedere al cardinale sulla cartina quale sarebbe la divisione, e l’ho visto d’accordo.

Mi ha chiesto che nome gli si darebbe, e quando gli ho menzionato una cappella che abbiamo lí vicino al Padre Misericordioso, ha detto senz’altro che il nome sará “la Divina Misericordia”. Questo mi sembra bellissimo, perché diventa l’espressione di un legame spirituale con Santa Margarita, che è stata la santa attraverso della quale si è diffusa nella chiesa la “devozione” al sacro cuore di Cristo.

Penso che la nuova parrocchia si potrá aprire quando Marcial diventerà diacono, l’estate prossima, “si Dios quiere”, se Dio vuole, naturalmente.

La messa di stamattina è stata una cosa bellissima, superiore a tutte le mie aspettative. È stata un regalo bellissimo che il Signore mi ha fatto.

Il cardinal López Rodríguez è stato molto alla mano, e vicino alla gente.

La gente ha partecipato in massa, quasi come la domenica mattina.

Ci siamo organizzati per settore, ognuno di essi aveva da preparare una parte della Messa, e l’hanno fatto bene!

Ogni settore aveva i fazzoletti di diverso colore, che abbiamo provveduto a sventolare in vari momenti della messa, il che ha dato un sapore di festa genuina alla celebrazione.

Al mattino presiederà la messa del giorno di Santa Margarita il card. Nicolás López Rodríguez. Saranno sull’altare don Lorenzo, don Franco, il p. Javier, il diacono Juan González, e il diacono Rogelio, oltre, naturalmente, al sottoscritto.

Con i responsabili di settore ci siamo messi d’accordo che ogni settore viene con il fazzoletto colorato al collo, ogni settore il suo colore. Pensiamo di sventolarli come benvenuto al cardinale, e anche per lodare il Signore al momento della consacrazione.

Se il Signore ci aiuta sarà una festa indimenticabile!

Elena, una ex suora che vive nella parrocchia di Santiago, e che spesso e volentieri viene a Santa Margarita, è di nuovo fuori di testa.

Stamattina ha dato tre pacche belle forti nelle spalle a suor Modesta, la quale s’è messa a piangere dal male, e poi ha dovuto prendere un calmante per il dolore. La reazione dei parrocchiani l’ha messa in fuga.

Più tardi nella mattinata ero deciso a portarla al manicomio perché si curasse. Cuando l’ho vista e le ho parlato, cercando di convincerla, non c’è stato verso: non sarebbe più tornata (c’è stata varie volte) tra i morti-vivi che vegetano. E non avrebbe preso mai più i psicofarmaci che le rendono le giunture fiacche.

Ha accettato che la portassimo da un medico naturista cinese, il quale l’ha visitata e le ha prescritto varie medicine naturali. Quelle lì le prende con piena fiducia, grazie a Dio.

Di fatto, il solo fatto di arrivare dal medico naturista l’ha rilassata molto, e stamattina sembrava una persona diversa.

La cosa che più mi è piaciuta è che ha dato l’idea di rendersi conto che ha bisogno di curarsi.

Stamattina messa-show del p. Ramón Ozuna, che conosce bene la nostra parrocchia perché era curato di Santiago el Menor prima che arrivasse la missione. La predica è stata a effetto-shock, perché ha captato che la gente non aveva seguito la prima lettura e ha fatto capire – in realtà in maniera un po’ forte – che non si può partecipare alla messa senza la dovuta attenzione alla parola di Dio.

Stasera, il diacono permanente Venero ha fatto un predica molto più semplice, ma resa bella dall’affetto con cui ha parlato. Aveva davanti a sé varie persone che anni fa erano con lui in un’altra parrocchia, ed è padrino di battesimo dell’uomo che è responsabile del settore dove facevamo la messa.

Ieri sera abbiamo partecipato a questa cena circa 35 persone della parrocchia. Sono stato molto contento, la gente ha risposto, organizzandosi per comunità per mandare i loro rappresentanti.

Abbiamo anche avuto una “menzione speciale” da parte del conduttore della serata. Urka! la mia gente era orgogliosissima!

Alla cena c’era anche il deputato Pelegrín Castillo, che è l’unico qui in Repubblica Dominicana che sembra sensibile ai problemi del Software libero, e ho potuto parlare brevemente con lui sulla possibilità di far migrare tutta la pubblica amministrazione a linux. Sembra ci siano prospettive, ma solo a media scadenza: prima bisogna cercare di formare una classe di tecnici linux, che attualmente non esiste.

Sto pensando se inventare qualche programma di formazione, approfittando il nostro laboratorio di informatica, che, appunto, gira sotto linux.

Oggi una sola Messa, al mattino. L’ha presieduta don Franco, e ha spiegato, molto bene, la chiamata profetica che abbiamo come battezzati.

È vero: questa settimana di Santa Margarita mi sta dando molto!

Ogni giorno sta venendo un sacerdote differente per le messe di questa settimana. È un’opportunità anche per me di ascoltare la parola di Dio.

I vari vangeli insistono in questa settimana sulla conversione, che è appunto quello che devo cercare di fare anch’io, con l’aiuto del Signore.

Stamattina il p. Nelson, di Sabana Perdida, ha enfatizzato i frutti dello Spirito, in opposizione ai frutti della carne. Bella omelía. Me la sono goduta!

In compenso sono andato io a celebrargli la messa nella sua parrocchia alle 6 e un quarto di mattina (!). Ha una bella comunità, varie suore dei dintorni vanno alla Messa, si sente l’amore del Signore.

Stasera dovevo avere un prete catecumeno, ma a quanto sembra non ci siamo capiti sulla data, e così ha detto messa un prete venuto da più lontano (indovinate chi).

La Messa è stata nel Chimbú, che è uno dei settori più periferici. Nonostante la pioggerella che poteva scoraggiare, molta gente ha partecipato, con numerosi bambini. Mi è stato facile spiegare i frutti della carne e i frutti dello spirito, e abbiamo concluso la messa impegnandoci a dare un segno di amore e affetto alle persone più vicine a noi.

La gente l’ho vista proprio contenta di poter fare questo: è una cosa semplicissima, e ne abbiamo bisogno, ma non sempre è facile!

Al mattino, nel consultorio, don Lorenzo ha introdotto la vita della santa, con la sua capacità di dire cose semplici ma che vanno diritte al cuore.

Stasera abbiamo fatto la messa alle 7 nel settore Arca di Noé, uno dei più poveri. Parecchia gente, e ben viva.

Soprattutto è stato un dono del Signore la presenza del padre Lucas, che ha fatto capire cosa vuol dire la fede.

Lo stile molto popolare, ma al tempo stesso profondo, della sua predica mi ha conquistato!

Alla fine della messa ho… “intrattenuto” la gente facendo un ballo sulle note del canto finale, e mi sono mezzo rotto la schiena quando ho cercato di prendere in braccio la dama: effettivamente era troppo pesante per me.

Quando l’ho detto a Lorenzo, con un sorriso mi ha detto: “Gli anni avanzano”, ed è vero!

Stasera abbiamo fatto la messa con i nostri studenti che hanno finito la quarta liceo (qui la quarta è l’ultimo anno).

Sabato faremo la cerimonia della “graduazione”, che qui, come negli Stati Uniti, è vissuta con emozione, e alla quale si dedicano grandi energie e grandi quantità di soldi.

Casualmente, i questa classe i tre studenti migliori sono tutti e tre avventisti.

E di fatto hanno già chiesto di fare la cerimonia della graduazione non alle 4, come previsto, ma più tardir, perché per loro il sabato non si può fare niente. Cosa che purtroppo non gli si è potuto concedere perché in parrocchia abbiamo altri programmi per la sera.

Nella omelia ho “intervistato” vari ragazzi sul vangelo, che era quello dei 10 lebbrosi, e hanno fatto delle osservazioni molto azzeccate. Bravi!

Alla fine, sia io che Nidia, la direttrice docente, li abbiamo esortati a vivere la loro vita dando il meglio di sé, e con uno stile di servizio che non si perda mai.

Da parte loro, i ragazzi hanno ringraziato il Signore e tutta l’equipe del collegio, contenti per essere arrivati in fondo ai loro studi liceali.

Non ho mancato di far notare che il lavoro che è stato fatto con loro è stato possibile grazie a tanti aiuti che ci sono venuti da Genova. E Guaricano deve sentire il dovere e la gioia di rendere possibili sogni di altre persone.

Stasera, dopo la Messa, una madre mi ferma e mi dice: per favore, parli con mia figlia. Ci sediamo, io, la madre e la figlia di 16 anni, e la madre mi dice: M. è incinta!

Direte: cosa ci trova ‘sta madre di strano?

Effettivamente, non c’è niente di strano: il sesso è in funzione dell’amore e in funzione della nascita dei figli.

La madre non sapeva che M. faceva l’amore con il suo ragazzo? sì, e le diceva che se lei si sentiva, che lo facesse pure, cercando di proteggersi.

E effettivamente M. si proteggeva. Ma non sempre. E comunque non sono convinto che sarebbe servito molto.

Ma lo stato d’animo turbato della madre ha un’altra ragione. Il “fidanzato” appena ha saputo che M. è incinta si è subito unito in convivenza con un’altra, e non ha dato segno, nonostante le parole, di responsabilizzarsi verso suo figlio.

Mi domando: ma allora l’altra ce l’aveva già prima. E M. era la bambolina giovane per vivere qualche emozione in più…

M., e anche sua madre, hanno una grande ricchezza. Non hanno mai pensato all’aborto. Sanno che quella vita nascente è preziosa ed è un dono di Dio, indipendente da come è venuta al mondo.

Prima di andarmene ho dato un bacio a M. sulla sua nuova “pancia”. Perché nonostante l’immaturità dei suoi 16 anni e del suo carattere di adolescente, M. ha un dono grande in seno. Tutta la parrocchia saremo con lei perché viva questa gravidanza nell’amore.

Oggi al corso dei ministri ho fatto la lezione sulla messa, basandomi, come sempre, sul Catechismo della Chiesa Cattolica.

La dottrina del catechismo la trovo sempre molto bella e profonda, e al tempo stesso entusiasmante. E di fatto si sono entusiasmati questi miei laici semianalfabeti, ma che sperimentano la gioia di capire qualcosa di più della loro fede.

Seconda giornata della settimana di programmazione pastorale diocesana. Ci siamo “divertiti” a programmare le attività dei primi anni.

Mi sono messo nel gruppetto di quelli che lavoravano sulla pastorale del clero. È stato carino pensare a cosa si può fare per far crescere la comunione tra i preti!

È il secondo mese che la comunità parrocchiale porta una buona quantità di alimenti per i poveri.

Sono riuscito a far decollare la cosa grazie a dei bigliettini che distribuiamo la domenica precedente, dove ognuno trova quelle che deve portare: una libbra di riso, mezza libbra di fagioli, una libbra di zucchero, mezza libbra di latte in polvere (2.2 libbre sono un kilo).

Sono soddisfatto, finalmente è la comunità parrocchiale che porta avanti in prima persona l’attenzione ai suoi poveri.

Raccogliamo tutte le prime domeniche del mese, e il giorno seguente due signore della parrocchia organizzano quello che si è portato in sacchetti secondo le famiglie alle quali diamo l’aiuto.

Attualmente stiamo aiutando 22 famiglie, ma spero che possiamo fare qualcosa di più!

3:55 pm

Festa patronale

Stiamo facendo i preparativi. La festa tocca il sabato 16 di questo mese di ottobre.

Il giorno della festa viene il cardinale di qui, López Rodríguez, a presiedere l’Eucaristia.

La sera dello stesso giorno avremo un concerto di musica cristiana con Jackeline Estévez, una cantante dominicana.

Nell’ottica del nuovo piano pastorale diocesano, che vuol fare enfasi su una pastorale di popolo, faremo una convivenza aperta a tutti la domenica 17.

Sarà a partire da mezzogiorno: ognuno si porterà il mangiare, però ce lo scambieremo gli uni gli altri. Poi la “pachanga”, cioè numeri vari proposti dai rappresentanti dei 9 settori della parrocchia.

Alle 5 concluderemo con i vespri.

Invece nei giorni precedenti, a partire dal lunedì 11, oltre alla messa del mattino faremo tutte le sere messa in un settore diverso, e ho provveduto a invitare i preti della zona i vari giorni per dare un po’ più di calore alla cosa.

1:43 pm

Fondo prestiti

Continua bene il lavoro con il fondo prestiti. Il fondo è di circa un millione di pesos (circa 40,000 euro), che vengono prestati senza interesse.

Parentesi: in realtà si chiede una contribuzione per le spese in proporzione alla somma prestata, equivalente a un interesse del 4% annuale.

Varia gente a volte rimane indietro, e allora paga una mora del 2% mensile. Il 90% comunque paga a tempo.

Da quando il fondo prestiti è stato formalizzato si sono fatti circa 300 prestiti, di somme oscillanti tra i 5,000 e i 60,000 pesos (corrispondenti rispettivamente a 140 e 1,670 euro).

Il primo prestito che si da a una persona non è mai superiore ai 10,000 pesos. Se le cose vanno bene, i seguenti possono essere via via più alti.

La media dei prestiti dati è sui 18,000 pesos.

Le somme devono essere restituite al massimo in un anno.

Il beneficiario deve presentare due garanti, che si impegnano a pagare se il beneficiario non paga, e due testimoni. Il tutto con firme formali e tutti i dati registrati.

La segretaria della parrocchia mi aiuta negli incartamenti e a tenere i contatti con i vari soggetti: beneficiari, garanti, testimoni. Inoltre consegna le somme, riceve le quote di restituzione, me le registra e me le passa. Ho fiducia piena in lei, ma ho anche tutti i miei meccanismi di controllo incrociato per controllare che tutto funzioni bene e che non succedano inconvenienti.

L’importanza di questo fondo prestiti, e del fatto che possa continuare, è dovuta al fatto che i prestiti delle banche sono impossibili per la gente povera del barrio: la forma più semplice per ottenerli è attraverso una carta di credito, sulla quale si paga un intesse del 3-4% mensile. Però la può avere solo chi ha un lavoro fisso (non sono molti). Altrimenti l’alternativa sono gli usurai, che applicano un interesse attorno al 20% mensile o quindicinale. Per somme grosse bisogna impegnare la casa, il che vuol dire che nel 50% dei casi la casa viene persa.

Un grazie particolare alla parrocchia dell’Immacolata di Via Assarotti,
che ci ha permesso costituire questo Fondo Prestiti!

Marcial e Juan Luis hanno ricevuto oggi pomeriggio il lettorato, il primo ministero nel cammino verso il diaconato permanente.

Insieme a loro erano 33 i candidati diaconi che hanno ricevuto il lettorato.

La cosa strana è che quasi nessuno di loro si è portato qualcuno alla celebrazione: c’erano sì e no 15 mogli, e i parenti o parrocchiani erano scarsi. Assenti anche i loro parroci: c’eravamo solo il vescovo e 4 preti, e uno dei preti era uno dei loro formatori.

Santa Margarita, invece, ha risposto proporzionalmente bene: c’eravamo un 25-30, comprendendo mogli e figli di Marcial e Juan Luis. Fuori dai parenti, molti erano responsabili dei gruppi giovanili.

È stato un motivo di orgoglio per me vedere questa partecipazione entusiasta della parrocchia. E dire che abbiamo saputo della celebrazione solo avantieri. Se si fosse potuto avvisare domenica, di sicuro avrebbero partecipato più persone!

Stasera, nell’incontro di formazione dei ministri, abbiamo condiviso qualcosa del ritiro di venerdí scorso.

Tutti sono rimasti colpiti dai brani biblici dove si metteva in evidenza lo stile di Gesú nel servizio, la sua umiltà e la sua disponibilità a morire, come uno schiavo.

Ognuno di loro ha formulato tre “punti fermi” ai quali mantenersi fedeli nel suo servizio. Li abbiamo condivisi, e quelli che mi hanno colpito di più sono stati del tipo:

  • Voglio impegnarmi a pregare di più
  • Voglio accettare qualunque servizio, anche insignificante
  • Voglio essere più umile in casa mia
  • Voglio continuare a servire i malati

Qualcuno diceva che ha sperimentato un momento di vera felicità, e che avrebbe voluto che non finisse mai.

Bella la risonanza del lavoro dei cartelloni. Dopo una condivisione a gruppetti di 4, ogni gruppetto doveva realizzare un cartellone per trasmettere agli altri quello che avevano condiviso. Vari hanno detto di aver sentito la felicità di quando erano bambini e potevano realizzare queste attività manuali. E si sono sentiti molto realizzati al capire i messaggi che gli altri avevano affidato ai loro cartelloni.

Il corso è più o meno a metà: abbiamo già toccato a grandi linee la Bibbia e la Teologia, e adesso entreremo nella Liturgia, per poi finire con la Vita Morale.

Le basi di questi fratelli e sorelle sono veramente povere, anche in chi ha una laurea in educazione, ma l’amore al Signore e alla chiesa è grande!

Ieri abbiamo cominciato a iscrivere i bambini del catechismo.

Era già da tre settimane che si faceva catechismo ai bambini, ma abbiamo aspettato prima di iscrivere in maniera che si stabilizzasse la partecipazione.

Anche quest’anno i catechisti sono circa 120, la maggior parte lavorano con i bambini, una decina con i giovani e altrettanti con gli adulti.

Ogni anni facciamo vari corsi di formazione, e la qualità migliora!

Tre ragazzi sui15/17 anni sono andati all’incontro vocazionale mensile del seminario minore. Sembra che tutti e tre siano intenzionati a entrare in seminario l’anno prossimo. Che bello!

Abbiamo attualmente in seminario Heriberto, che è mio figlioccio di cresima, Willy e Miguel Angel.

Sono contento per questa fioritura di vocazioni! Chiedendo al Signore che le mantenga vive!

Oggi c’è stata una nuova riunione (mattina e pomeriggio) di tutti i consigli pastorali della zona (25 parrocchie), presenti una metà dei laici e un terzo dei parroci.

Interessante, anche se per me erano cose trite e ritrite: ecclesiologia di comunione confrontata con l’ecclesiologia gerarchica, pastorale di multitudini, ecc.

Fondamentalmente il piano pastorale diocesano che facciamo è quello del NIP Nuova Immagine di Parrocchia.

È stata una cosa molto bella. C’erano quasi tutti (36 su 40). Abbiamo meditato vari testi evangelici sul servizio di Cristo, accompagnati con momenti di silenzio e condivisione in gruppo. Mi è piaciuto il fatto che abbiamo apprezzato le lodi e i vespri: per molti di loro era la prima volta che pregavano con questa bella preghiera della chiesa.

Al corso dei ministri ho finito la carrellata sulla storia della chiesa. Credo di aver trasmesso l’idea che la chiesa incarna il Regno nella storia, ma in una maniera che non può essere mai assolutizzata.

Mi è piaciuto il commento di una donna, che ha detto che ringrazia il Signore per il fatto di vivere in questo momento della storia della chiesa.