L’amore é un’ottima… ragione! per fare cose che altrimenti non faremmo!

Si va a Duquesa! Missione impossibile? Nemmeno per sogno!

Armati di “fede-speranza-caritá”, don Paolo, il gruppo “scelto” della parrrocchia ed io ci imbarchiamo alla volta di Duquesa, quartiere degradato al cui lato la città di Santo Domingo deposita la spazzatura!

Aiutare la gente di Duquesa a scoprire l’amore di Dio: è questo quello che si sono proposti i missionari. Qui tutto acquista maggiore importanza perchè capire richiede un impegno maggiore!

Voglio assorbire questi momenti: la luce del sole, il lungo viale e le povere case in lamiera e muratura, macchine arrugginite, bambini e un vecchio che legge la bibbia, a cavallo di una sedia, davanti all’ingresso della… cappella! Anche il cattivo odore di Duquesa resterá tra i miei ricordi più… preziosi, perchè no?

Fuori è già buio, una luce fioca illumina la sala, i canti e la preghiera hanno ripreso vigore. Siamo stanchi, accaldati, ma teniamo duro!

Una mamma e la sua bambina vestite di rosa si sorridono teneramente, un bambino si affaccia alla porta e lo saluto.

A un certo moemnto la responsabile della preghiera, che è una signora attempata poco stabile emozionalmente, si arrabbia con la signora vicino a lei perché le è sembrato che l’abbia interrotta nel leggere un salmo.

Verso le sette e mezza cominciano ad arrivare i missionari, che stanno terminando il loro giro porta a porta. Alle otto ci siamo finalmente tutti, concludiamo la preghiera con il Padre Nostro e don Paolo impartisce la benedizione.

Stanchi ma felici rientramo in Guaricano. C’è stato solo il piccolo inconveniente che alla guagua gli si sono bucate due gomme posteriori tutt’e due insieme. Ma non c’era da preoccuparsi, come dimostra il fatto che i missionari per l’occasione si sono messi a cantare a squarciagola.

È stata un’esperienza che mi ha toccato. Mi ha fatto sentire fuori misura ma mi ha dato forza. Mi sento più “carica”.

Sveglia ore 5,30 (in missione, dormire la mattina è disdicevole) !! Si và al Campo, “barrio” poco lontano da Guaricano. Statale, svolta a destra, la strada procede tortuosa in salita come scavando dentro la foresta e le ruote della jeep sognano…un’autostrada! Poi, all’improvviso, lo scenario muta quasi per incanto. E’ un minuscolo villaggio circondato di verde e di tepore. Alla prima svolta vedo un uomo con in mano un macete, bambini scalzi e ignudi che giocano , ragazzi che vanno a scula, galline e cani, cani quasi ovunque. Ci stanno aspettando: scambio di saluti, si entra in cappella per celebrare il
rosario (si recita sempre prima della messa!) poi inizia la S.Messa. Dimenticavo, oggi si festeggia S. Ramon!!!! La cappella è piccola, alle pareti tendaggi bianchi, i ritratti di Gesú e della Madonna di Altagracia, patrona di S. Domingo. Due ragazze suonano il tamburello spendidamente a tempo, la gente si alza in piedi e inizia a cantare ed io insieme a loro e mi sento felice! Con la gente “alla buona” si ci sente a …casa!! È l’ora di partire! Rincorro il don che vuole lasciarmi a terra e scatto un’ultima fotografia a due spendidi bambini. Pablo indugente sorride e a malincuore lasciamo il Campo!

Fioretto… scrivo sul diario!

Questa volta riesco a scamparla perchè vi “regalo” alcune frasi della scrittrice canadese Jamie Zeppa. Racconta del suo viaggio in Bhutan, Nepal, dello scontro e dell’incontro tra due culture diverse, la differenza che passa tra Arrivo e Accesso.

“Puoi arrivare in un posto senza entrarci mai veramente: ci sei, ti guardi intorno, scatti un po’ di foto, prendi qualche appunto, spedisci cartoline a casa. Pensi di sapare dove ti trovi, ma in realtà non hai mai lasciato casa tua. Accedere richiede più tempo. Vai avanti lentamente, a passi e bocconi. Cominci a …disperare: arriverò mai dall’altra parte?

E poi una mattina apri gli occhi e finalmente ci sei, sei davvero e incontestabilmente QUI. E solo allora cominci a renderti conto di dove sei… ma ci sono veramente arrivata dall’altra parte?”

Adios!

Abbiamo concluso in bellezza la serata pulendo il polveroso loculo dove don Paolo ha il computer.

C’era polvere e sporco e acari da tutte le parti.

Ci sono volute due ore, ma adesso fa un altro effetto.

Spero che don Paolo mi lasci andare a dormire entro mezzanotte.

Da pochi giorni don Lorenzo mi ha affidato la cucina.

Così la mia mattinata è passata tra preparare il sugo di funghi (grazie a dei porcini che suor Daniela ci aveva mandato quando è venuto Francesco), con i pomodori che non c’erano e apparivano in varie tornate.

In più la ricetta del sugo che avevo in mente era quella sbagliata, e me ne sono accorta all’ultimo momento, così ho dovuto rifare tutto da capo in quattro e quattr’otto.

Dalle otto che sono entrata in cucina sono riuscita ad andare in bagno alle 12,04, con suor Modesta e suor Cristina che mi hanno intimato di usare i bagni vicini – forse avevano paura che mi allontanassi troppo…

Al pomeriggio ho rimesso in ordine la camera, e dopo ho avuto l’onore che don Lorenzo mi servisse un thé ben caldo.

Poi suor Cristina mi ha trascinato a Messa perché in realtà oggi è domenica.

Ovunque si sia, l’incontro con i bambini è quello che più ti appaga! E i niños di Guaricano non fanno eccezione! I niños ti accolgono, ti prendono la mano, ti “sfilano” i capelli, si addormentano sulle tue ginocchia durante la messa (ricordi, Carmen?) e diventano i tuoi pazienti e allegri traduttori! Già, me ne sono innamorata! Hola, se volevo gettarmi in un’esperienza che fosse più grande di me, che mi costasse qualcosa… eccomi accontentata!

Mi chiamo Sandra, sono atterrata a Santo Domingo il 10 agosto (presa.. la zanzara!!!) e non ho mai desiderato scrivere… sul computer! Poi un “bel giorno” ho conosciuto don Pablo e adesso eccomi qua, in questo stanzino, accerchiata dalle zanzare a scrivere su questo “coso”! È appena entrato e mi ha detto: “Puoi andare anche a capo, se vuoi!”. Spiritoso, riesco a malapena a trovare gli accenti e le virgole, figuriamoci riuscire a “spaziare” sulla tastiera! O.K., stringiamo: quant’è durato il corso, tenuto dal don, per imparare a scrivere qui sopra? 38 secondi! L’ho cronometrato, parola!

Ho finito di… scherzare e nonostante le zanzare, le formichine dominicane e i grilli che cullano il tuo sonno, sono felice di essere qui.

Ovunque si sia, ovunque si vada, l`incontro con i bambini è quello che più ti appaga! E i niños del Guaricano non fanno eccezione! Vivaci, trasparenti e autentici i niños ti accolgono, ti prendono la mano, si addormentano sulle tue ginocchia durante la messa e diventano i tuoi pazienti, spassosissimi traduttori! Vero, me ne sono già innamorata, forse perché sono una catechista per vocazione?

Hola, mi chiamo Sandra e sono atterrata in Santo Domingo il 6 agosto! “Separa piú URI con gli spazi”! Cosa cavolo vorrà adesso ‘sto “coso”?

Allora, stavo dicendo che sono atterrata… e adesso sono sudata marcia: sono due ore che tento di scrivere due parole! S.O.S Sivia, dove sei? Adesso cercheró di darvi la buonanotte, non dovrebbe essere poi tanto difficile…

Buenas noches!

… e vi scrivo due parole di saluto da Santo Domingo.