4:18 pm

In partenza

Che dire?

Tra poche ore partiamo, torniamo nella nostra vecchia e fredda Italia.. Sulle mie quattro settimane qui potrei scrivere paginate, e al momento stesso so che a parole non riuscirei a rendere bene quello che ho vissuto.

Come rendere, su una pagina, i colori, gli abbracci, le canzoni, il battito delle mani, i buchi per strada? Come spiegare, come raccontare gli odori, i bambini, le messe, il caldo e le zanzare?

So di certo, però, che questa esperienza mi ha fatto crescere molto, mi ha arricchito in un modo per me inaspettato, sotto tutti i punti di vista; e di questo ringrazierò sempre il Signore, per primo, che mi ha permesso di venire qui, e poi tutte le persone che non riesco a ringraziare a voce, forse anche perché mi metterei a piangere come una fontana… Don Paolo e Don Lorenzo, che mi hanno lasciato condividere con loro un po’ della loro vita, della loro missione; poi Francesco, Sandra, Carmen, sempre disponibili per tutto e così pazienti… e Fiammetta, fondamentale per me la sua presenza qui.

Non sono una persona dai facili entusiasmi, sono sempre portata a tenere un certo distacco dalle cose… eppure questo posto mi ha contagiata, mi ha portato via un pezzetto di cuore, mi ha cambiata, mi ha reso un’altra persona.

Mi porto via tante cose… mi porto via la gioia di andare a Messa tutti i giorni, la gioia di dire compieta tutte le sere, di incontrare il Signore così tante volte al giorno, tutti i giorni; mi porto via l’interesse e il divertimento che provo quando c’è sempre qualcosa da imparare, da scoprire, da capire.

Con l’augurio di poterle a mia volta trasmettere a Genova e nella mia vita di tutti i giorni, mi porto via l’accoglienza straordinaria delle persone che abbiamo visitato con Paolo, la gentilezza e l’allegria di tutti quelli che abbiamo incontrato.

Lascio volentieri qui, invece, il caldo e le zanzare…

Oggi a messa, al momento dei saluti, dopo aver letto con una pronuncia improbabile un foglio in spagnolo, alcune persone della parrocchia ci hanno detto due parole di ringraziamento (per cosa?!).

Non so in quel momento dove sia andato a finire il mio solito autocontrollo, perché sono scoppiata a piangere come una bambina, non so se di gioia o di tristezza, forse entrambe le cose..

Oggi ho ricevuto troppi abbracci, grazie Signore!, aiutami a restituirli!

In questi ultimi due giorni mi sono accorta che, forse già da un po’ di tempo, non mi guardo più intorno con lo stupore delle prime due settimane, le mie domande sono diminuite, la Messa in spagnolo ormai mi sembra normale.

A volte mi sembra di essere qui da mesi, di conoscere le facce da sempre; mi piace l’idea di abituarmi a questo posto, a questi odori, a questi colori, a queste strade piene di buchi.

Ieri sera, dopo che i missionari avevano finito i loro -santi- giri, Paolo ha detto la Messa in mezzo ad una strada.

All’inizio non ci ho fatto tanto caso, poi tornata a casa ho provato ad immaginarmi Spianata Castelletto piena di gente che canta senza vergognarsi, batte le mani, prega ad alta voce..

È stata purtroppo la cosa meno realistica che mi sia venuta in mente negli ultimi giorni….

Ieri pomeriggio, dopo il lancio della Missione, ho (in)seguito Paolo nei suoi giri. Mi piace vedere le cose che fa, le persone che incontra. Non si ferma un attimo, sempre di corsa, un continuo salire e scendere dalla macchina, parlare con la gente che incontra per strada, e poi riferirmi e spiegarmi quello che è successo perché di norma non capisco niente.

Tutto questo mi piace molto, è bello entrare nelle case della gente, sentire i progetti di Paolo, vedere ogni volta un posto nuovo; in più fare tante cose non ti dà il tempo di renderti conto della stanchezza, riempe la giornata e alla sera sono sempre felice di quello che ho fatto e visto.
Sono contenta di essere qui, di respirare il profumo delle persone quando siamo a messa tutti attaccati, di farmi prendere in giro dai bambini perché mi parlano e io non riesco a rispondere, di andare in macchina su strade impossibili, di sentire affetto -inspiegabile- da parte delle persone.

Ieri è iniziata la missione, e ho avuto la possibilità di accompagnare due missionari, marito e moglie, nelle case della gente. È stata un’esperienza molto forte, ho sempre sentito parlare di evangelizzazione e forse non ne avevo mai capito bene il significato.. Entrare in casa delle persone, parlare loro del Signore, invitarli a partecipare alla messa, sono tutte cose che mi hanno emozionato molto.

Prima di iniziare in realtà ero un po’ dubbiosa, mi chiedevo se fosse giusto, a cosa servisse, mi sembrava quasi che si andasse a casa della gente a “vendere un prodotto”.. poi ieri ho capito che non c’è cosa più bella e naturale di condividere con gli altri la gioia di conoscere e incontrare il Signore!

Che bello poi vedere tre o quattro persone che avevamo visitato partecipare alla liturgia dellla parola!

Eugenia