Ormai è quasi sera, riprendo fiato dopo una lunga e intensa giornata.

Penso a tutte le persone che ho incontrato, visto e conosciuto, ma mi distraggo guardando il cielo e vedo i fili della luce a migliaia intrecciati in dei gomitoli indistricabili.

Ci sono anche moltissimi aquiloni, tutti di colori diversi, fatti con i sacchetti di plastica e pezzi di canne, è il gioco preferito dai bambini qui in Guaricano e penso a quei bambini, veramente tanti.

Appesi ai fili della luce, oltre agli aquiloni rimasti incastrati, talvolta trovi anche delle scarpe, infatti è usanza, quando muore un bimbo o un giovane, lanciare le sue scarpe in aria per augurargli “buon viaggio”.

Purtroppo se ne vedono di frequente.

Tutte le bimbe hanno le treccine con tante perline colorate, che risaltano molto sulla loro pelle scura, i maschietti, invece, hanno i capelli cortissimi, sono quasi sempre scalzi e corrono ovunque.

Li vedo molto sorridenti e gioiosi, con tutto quello che manca qui in Guaricano è una felicità per noi vederli così sereni.

Tra molti c’è Amber, un ragazzino di dodici anni, lo abbiamo conosciuto al centro nutrizionale, ci segue sempre e ci accompagna in ogni occasione.

È un bambino molto dolce, solo oggi abbiamo scoperto che non è mai andato a scuola, perché al momento della sua nascita non è stato riconosciuto dal padre e tuttora Amber per la Repubblica Dominicana non esiste.

Non sa leggere e sa scrivere solamente il suo nome.

L’altro pomeriggio ci ha mostrato un cofanetto con spazzole e lucidi da scarpe, che usa per guadagnare qualche soldino.

Molti bimbi qui lavorano per aiutare la famiglia e il “lucida-scarpe” è un lavoro molto comune.

Speriamo per loro un futuro migliore, con più diritti, per primo quello di esistere anche su di una carta, poi quello all’istruzione e speriamo anche che possano vivere con tutto ciò di cui ha bisogno un bambino ed un adolescente…

Perché il bambino di oggi è l’adulto di domani…

Descrivere una giornata qui in Guaricano credo sia impossibile, il tempo a Santo Domingo cambia in continuazione, ci sono momenti in cui piove e dopo una manciata di minuti, come per magia, spunta il sole caldo come a Genova a ferragosto.

Non so se purtroppo o per fortuna le emozioni che stiamo vivendo sono simili al tempo: momenti di giochi con i ragazzi e bambini, situazioni davvero divertenti con don Paolo, don Lorenzo, don Giulio, don Franco e il piccolo don Mario, e situazioni davvero tragiche come la storia del povero Marcelito.

Marcelito è un anziano, a cui abbiamo fatto visita, cieco e con un piede in cancrena, costretto a vivere in una baracca senza niente: non un letto, non un tavolo, non una luce, niente.

Un’altra cosa che ci colpisce particolarmente qui in Guaricano sono i bambini, disseminati per le strade del Barrio a giocare con sacchetti usati come aquiloni o a rincorrersi per le strette e maleodoranti viuzze.

In tali situazioni gli sguardi sono sempre pieni d’amore e di pace e la mancanza di tutto quello che noi crediamo indispensabile non gli fa mai mancare il sorriso e la voglia di vivere.

Grazie di cuore popolo del Guaricano per questo indimenticabile insegnamento.

Muchas gracias.