In cinque punti delle due parrocchie è partita la Settimana Biblica.

I punti sono: Betania e Jacagua per Santa Margarita; la Divina Misericordia, la scuola Guaricano Adentro e la Capilla San Miguel per la Divina Misericordia.

A Betania ci sono un centinaio di persone, negli altri più di cinquanta.

Le catechesi che ho preparato sono sull’Interpretazione fedele della Bibbia nella cornice della Tradizione della Chiesa e del suo Magistero. Ho usato un materiale di un biblista brasiliano, e l’ho semplificato e adattato.

La gente mi sembra che capisca: si parla del fatto che la Bibbia è la Parola di Dio, che è scritta con un linguaggio umano, che è il libro della Chiesa, che Cristo ne è il centro, che bisogna leggerla in maniera orante.

Da parte mia sto insistendo fino alla nausea sul fatto che la Bibbia misura ma è misurata anche dalla Tradizione e dal Magistero. Ciò è evidente ad esempio nel fatto che tra il 33, anno della Pasqua di Cristo, e il 60/70, anni in cui hanno cominciato a nascere i Vangeli, la Chiesa non aveva Nuovo Testamento, ma solo l’Antico, ma che questo non le ha impedito di vivere e di realizzare la sua missione. Quindi ne scaturisce che la Bibbia nasce nella chiesa come libro della Chiesa, e che quindi è da leggere nella luce e nella fedeltà alla tradizione della chiesa.

3:33 pm

Vescovo nuovo!


mons. Angelo Bagnasco

Oggi è stato il giorno dell’ingresso di mons. Angelo Bagnasco come nuovo arcivescovo di Genova.

Sostituisce il card. Bertone, chiamato dal papa a Roma come Segretario di Stato.

Ne abbiamo parlato a tavola: le suore non lo conoscono, ma sanno che stamattina era nella loro casa madre per celebrare la festa di Santa Virginia.

Invece io e Lorenzo lo conosciamo bene, lo abbiamo avuto come professore di metafisica in seminario, ed entrambi lo stimiamo molto.

Benvenuto, mons. Angelo, nella sua diocesi!!

Dopo l’inaugurazione a Santa Margarita e alla Divina Misericordia di domenica scorsa, oggi è stata la volta del settore san Ramón, che sempre più si avvia a diventare una parrocchia a sé stante.

La cappella del Mamey era stracolma, una quarantina di bambini, che sicuramente non sono tutti quelli che sono stati iscritti al catechismo, però in percentuale erano più di quelli che avevo domenica scorsa alla Divina Misericordia.

E alla fine della Messa ho confessato un bel po’ di gente, praticamente tutte bambine e ragazzine adolescenti. Nessun maschietto. La differenza nella vicinanza alla chiesa si vede già nell’età della prima comunione.

Stasera è tornato don Lorenzo.

È stato una settimana in Italia per commissioni varie. si riintegra al lavoro: domani due Messe, e a partire da lunedì mi fa le catechesi della Settimana Biblica in un settore della Divina Misericordia.

Grazie, Signore!

Abbiamo avuto stamattina un incontro diocesano per ridare calore alla “pastorale delle multitudini”: si tratta in pratica del lavoro della lettera mensile portata dai messaggeri a tutte le famiglie, e delle corrispondenti azioni significative mensili per le famiglie e i settori.

È venuto fuori che l’azione significativa familiare non la fa praticamente nessuno, neanche le persone più attive nella chiesa.

Invece molte parrocchie, come noi, portano la lettera e fanno l’iniziativa di settore.

Il padre Lorenzo Vargas ha ripresentato le cose di sempre, cioè come portare avanti questo lavoro. Sono cose che già sapevo, ma sono contento di aver partecipato con i responsabili di settore, perché è bene che adesso riprendiamo la cosa nei singoli settori delle due parrocchie.

Stasera abbiamo avuto l’ultimo incontro di formazione dei nuovi e vecchi ministri della parola, o animatori di settore, come li si preferisce chiamare nei documenti ufficiali.

L’ultimo incontro verteva sulla presentazione del sussidio per la celebrazione, sussidio che ho preparato basandomi sul libro liturgico dedicato alle celebrazioni dominicali in assenza di presbitero.

Tra quindici giorni, dopo la pausa della Settimana Biblica, cominceranno il lavoro alle Celebrazioni della Parola del martedì sera.

Reny, la dottoressa giovane di Santa Margarita, ha cominciato a lavorare nel nostro consultorio a partire da questo mese di settembre, sostituendo il dott. Norberto Acosta.

Oggi pomeriggio avevo appuntamento con un sottosegretario del Ministero della Salute, per perorare la causa della sua nomina.

Il sottosegretario ci ha fatto molte promesse, e chiediamo al Signore che possano diventare realtà. Secondo lui è facile che lo stato la assuma. Anche qui vedremo.

La sorella di Reny, Raysa, darà calore a questa richiesta.

9:40 pm

Barrio seguro?

Stamattina sono andato in giro per la città dietro ai giornalisti.

Con una commissione del Guaricano dovevamo fare una conferenza stampa per reclamare al governo l’attuazione del programma barrio seguro (quartiere sicuro), che ci avevano promesso, e che in realtà hanno dato a altri 16 barrios ma non a noi.

La popolazione si aspetta molto dall’implementazione di questo programma, che consiste sostanzialmente in uno spiegamento tremendo di polizia e militari nei quartieri che più sono vittima della delinquenza, in maniera da ridare tranquillità alla cittadinanza.

La conferenza stampa purtoppo è stata un flop, perché non si è presentato nessun giornalista.

Allora abbiamo ripiegato su altri mezzi e siamo andati a due televisioni a rilasciare interviste-denuncia.

Vedremo se si muove qualcosa.

9:47 pm

Epidemie

Santo Domingo sta vivendo un’epidemia di dengue (leggilo “denghe”). Si tratta di una malattia tropicale conosciuta in quattro varianti. Le prime tre portano dolori vari e soprattutto febbre altissima, la quarta, il dengue emorragico, è mortale, perché abbassa tanto le piastrine che si muore dissanguati.

La popolazione è spaventata, moltissime madri i cui figlioletti hanno febbre alta riempiono i pronti soccorsi, per paura chesi tratti del dengue.

In vari mesi sono morte in tutto il paese circa 1,600 persone.

Per domani ci sarà un’attività specifica in tutti i barrios. Tutti i centri educativi secondari daranno una piccola formazione ai loro studenti, e dopo questi visiteranno tutte le famiglie, dando loro le informazioni su come combattere la malattia. Che sostanzialmente si tratta di eliminare tutte le pozze d’acqua, perché è lì che la Aedes Aegypti, la zanzara vettore del virus, depone le uova.

Ci sono anche varie influenze in giro, che contribuiscono a aggravare la situazione.

Francisca, una giovane catechista e animatrice della pastorale giovanile della Divina Misericordia, sta cominciando a uscire allo scoperto con il desiderio di vivere la vocazione religiosa. Abbiamo parlato di chiamare una suora che lavora in curia, per vedere se le dà qualche indicazione o la invita per qualche attività vocazionale.

Francisca è una ragazza molto matura, ha sui 24 anni, e ha una bella capacità di lavoro pastorale. È una delle leader più affermate non solo alla Divina Misericordia, ma anche a Santa Margarita.

Per me è una gioia vedere questo desiderio che sboccia e cresce, vi saprò dire gli sviluppi!!!

L’inaugurazione è venuta bene a Santa Margarita, dove c’era una bella frotta di bambini, e anche molti giovani, suppongo che del catechismo. La chiesa era piena, cioè c’era il doppio di gente delle altre domeniche.

Invece alla Divina Misericordia di bambini ce n’erano ben pochi, mi immagino una quarta parte di quelli che si sono iscritti. Mentre c’era un bel gruppetto di giovani.

La sfida che abbiamo davanti è quella di avere tutti i bambini del catechismo e tutti i giovani alla messa tutte le domeniche!

Stamattina abbiamo avuto la riunione del clero zonale.

La cosa buffa è che si annunciavano attività su cui padre Nelson ne sapeva di più che padre Juan Francisco che è l’arciprete. È stato abbastanza buffo! Come è stato buffo vedere che lo stesso padre Juan Francisco non aveva le idee chiare sul giorno del mese in cui ci riuniamo!

C’è da rimettersi sotto con la pastorale delle priorità: tutti i secondi sabati del mese mi tocca fare la formazione dei rappresentanti della pastorale educativa.

Alla fine c’è stato un piccolo atto di accoglienza del padre Francesco, che è un neocatecumeno di Napoli: è il nuovo curato (viceparroco) di Santiago el Menor e Nuestra Señora del Amparo.

Alla presenza di una decina dei nostri studenti (in rappresentanza di tutti gli altri) e di una decina di dirigenti comunitari abbiamo fatto l’inaugurazione del centro internet sicuro.

Naturalmente ho spiegato le modalità, e in cosa consiste la sicurezza. La speranza è che i genitori percepiscano l’importanza di preservare i loro figli dai rischi che internet presenta.

Di fatto tutti i pomeriggi stanno venendo una decina di studenti a fare ricerche per la scuola. Ho visto vari di loro lavorando sodo e bene.

Prima riunione dell’anno con i catechisti, dopo i due fine settimana iniziali di programmazione e messa a punto.

L’impressione è che siamo partiti meglio degli anni scorsi. Abbiamo quasi terminato le iscrizioni, e stiamo già preparando per il sabato 6 ottobre il primo incontro con i genitori.

Dà l’impressione che ci sono molti bambini nuovi.

Domenica avremo la Messa di inaugurazione dell’anno catechistico, presenti (si spera) tutti i catechisti con i loro rispettivi catechizzandi.

Ho terminato di preparato il materiale per la Settimana Biblica: una catechesi sulla lettura della Bibbia nella tradizione della chiesa.

Ho trovato un materiale del padre Menster, un padre brasiliano che ha lavorato molto nella formazione biblica dei quadri delle Comunità Ecclesiali di Base del suo paese, e l’ho adattato allo spazio e ai tempi e alla gente che avremo davanti.

Oltre a me ci saranno a proporre queste catechesi Juan Luis, Marcial, don lorenzo e Matilde.

La Settimana Biblica sarà a fine mese.

Ho anche preparato la lettera mensile a tutte le famiglie, che avrà per tema per l’appunto la Bibbia, cercando di sensibilizzare in vista della partecipazione alla Settimana Biblica.

Nel pomeriggio ho fatto l’aiuto elettricista. Pedro mi ha iniziato a fare un lavoro nella cappella del Santissimo, e sono stato con lui per evitare quello che mi è successo altre volte: che a lavoro terminato ho dovuto aggiustarlo io.

Così ho fatto il suo aiutante, e a tratti il suo ingegnere.

Credo che ne è valsa la pena, perché abbiamo scoperto varie cose mal fatte, l’abbiamo messe a posto, e adesso tutto è più chiaro.

Con Pedro sto anche cercando di fargli tornare il gusto della vita di chiesa. In vari momenti della sua vita è stato abbastanza vicino, a tratti faceva anche la comunione, ma poi si è allontanato, un po’ per varie vicissitudini (separazione dalla moglie, la figlia gli è stata violentata da un vicino, ecc.).

Adesso sta quasi riavvicinandosi. Finendo il lavoro, verso le sette di stasera, in ginocchio davanti al tabernacolo abbiamo pregato insieme per lui, perché ritrovi presto il cammino di casa.

Sono sicuro che ci ascolterai, Signore Gesù.

Sto preparando il materiale per la Settimana Biblica, che faremo l’ultima settimana di settembre.

Da lunedì a giovedì avremo tutti i giorni una conferenza biblica, in vari punti delle parrocchie, e venerdì faremo una processione per portare la Bibbia in trionfo per le strade della parrocchia.

Sto pensando se invitare a fare con noi la processione anche le chiese evangeliche…

Abbiamo cominciato oggi pomeriggio a offrire un servizio di accesso a internet “sicuro” per gli studenti del nostro liceo e per il pubblico in generale.

L’aggettivo “sicuro” si riferisce al fatto che sui computer non c’è il Messenger per fare chat, che è una modalità che fa abbastanza paura ai genitori, perché sanno che potrebbero essere imbrogliati o defraudati da gente senza scrupoli.

Invece per il problema pornografia la soluzione è una persona adulta e matura, una madre di famiglia, che è lì con gli studenti tutto il tempo, non per spiare quello che fanno, ma per sincerarsi che non facciano quello che non devono fare.

Venerdì mattina faremo una piccola cerimonia di inaugurazione, alla quale sto invitando i pastori delle chiese evangeliche, i presidenti delle Juntas de Vecinos (“comitati di vicini”), i direttori delle scuole.

La mia speranza è che la comunità intera cominci a prendere coscienza che internet è una risorsa ma è anche, quando non ci sono le dovute condizioni, un rischio forte per i giovani.

Vi ricordate che vi ho parlato di Ana María e Ana Iris, le due ragazze di San Francisco de Macorís che sono venute dalle suore per un’esperienza vocazionale? Che dico? non era un’esperienza vocazionale, era vivere un anno con loro per poi andare a fare la formazione in Italia.

Ahimé, così presto come sono venute altrettanto presto se ne sono andate. Il 20 agosto sono arrivate, il 23 se ne sono andate.

Non si capisce che intenzioni avevano, le suore sono rimaste abbastanza male perché si sono rese conto di una serie di bugie, nonché di altri giochetti poco chiari.

La spiegazione ufficiale è che a Ana María non è piaciuto l’ambiente del nostro liceo. Abituata al liceo pubblico dove ha frequentato i primi tre anni delle superiori, le sarebbe sembrato troppo stretta la disciplina da noi. E noi ci domandiamo: ma se è troppo dura la disciplina di un liceo, cosa le sarebbe sembrata la obbedienza del convento?

Rimane quindi il mistero: cosa c’era dietro a questa spiegazione, francamente poco convincente?

Venerdì sera mi era arrivata una telefonata dalla tecnica distrettuale incaricata del personale, chiedendomi di portare al Distretto l’indomani mattina alle otto le pratiche del personale che non è ancora stato assunto dallo stato.

Il giorno dopo sono andato al Distretto, all’ora indicatami, ma non c’era nessuno. Aspetta aspetta, alla fine me ne sono andato, anche abbastanza scocciato.

Nella serata di sabato, mi chiama un tecnico del ministero, dicendomi che ha bisogno urgente di quei fascicoli, e si è offerto di venirli a prendere da me! urka! confesso che per un momento ho pensato che fosse qualcuno che si faceva passare per impiegato del ministero per farmi un dispetto e magari far sparire quei documenti. L’indomani mattina si è fatto vivo, e dopo la Messa dei giovani ho potuto consegnargli tutto il “malloppo”. Mi mancava solo la pratica di una bidella, e siamo rimasti d’accordo che gliel’avrei portata stamattina presto.

Detto fatto, stamattina sono uscito di casa alle sei, e sono andato diretto in centro. Non è che dovessi andarci così presto, ma per evitare il traffico forte che inizia alle sette ho preferito andare più di buon’ora e aspettare là con calma leggendo qualcosa.

Di fatto alle sette e mezza ho potuto raggiungere il tipo nel suo ufficio, e ho provveduto a consegnargli quello che mancava. Tutto fa pensare che questa gente verrà assunta già a partire da questo mese!

Che dire? semplicemente: Grazie, Signore!

Questa prima domenica senza Lorenzo è andata abbastanza liscia.

In realtà fino a sabato all’ora di cena non sapevamo chi avrebbe detto Messa alla Divina Misericordia, ma il Signore ci ha mandato il padre David, il rettore del seminario prefilosofato, e la cosa si è risolta.

In mattinata ho celebrato tre messe: le due d’orario di Santa Margarita, e la Messa del Ritiro Eucaristico: erano una quarantina i fratelli e sorelle che tre mesi fa avevano fatto il Ritiro di Evangelizzazione, e quasi tutti sono arrivati in fondo. Adesso formeranno le comunità apostoliche, per continuare a crescere nella fede.

La Messa della sera me l’ha celebrata il padre Kurian, il segretario del Nunzio, il quale si è anche fermato a cenare con noi.

Nel portarlo a casa ho avuto la triste esperienza di ricevere una botta nel paraurti posteriore: avevo rallentato a causa di un “poliziotto coricato” (così si chiamano qui i rallentatori), e chi mi seguiva non se n’è accorto e m’ha tamponato. Peggio per lui: si è fatto molti più danni di me!

8:59 pm

Un po’ stanco

Stamattina alle dieci e mezza ho dovuto gettarmi sul letto, e ho dormito fino a mezzogiorno. Avevo un po’ di stanchezza accumulata.

Adesso, un po’ più riposato, mi sento meglio.

Le suore sono molto care, soprattutto adesso in assenza di Lorenzo mi trattano molto bene. Ieri sera abbiamo cenato insieme, è stato un momento molto semplice e allegro!

La quarta liceo ha reagito in maniera negativa al rafforzamento della proibizione di fare attività di raccolta fondi: il giorno dell’assemblea nessuno dei genitori aveva voluto firmare l’aggiunta al regolamento che esprimeva le sanzioni per le disobbedienze a questo punto, e quindi il giorno dopo abbiamo dovuto lasciare fuori tutti gli studenti di quarta.

Lì a poco a poco sono arrivati i genitori, qualcuno litigando, altri rendendosi conto che la misura era giusta. E poco a poco la situazione ritorna normale.

Credo che ci siano uno o due studenti che ri ritireranno per non accettare questo punto del regolamento.

È un po’ come un braccio di ferro, ma siamo convinti, Nidia, io, l’Associazione dei Genitori, che bisogna tenere duro. Quello che si vuole è che gli studenti studino, e non che perdano tempo a organizzare altre cose.

Meglio qualche studente in meno, ma le idee più chiare e gli studenti più preparati.

Ho anche rispolverato una cosa che si era già implementata l’anno scorso: gli studenti di quarto non possono entrare in ritardo se hanno la camicia della promozione; sarebbe come far credere che i più grandi, che ostentano di essere tali, possono essere disciplinati. Così se vorranno che si accetti loro la scusa del ritardo, non potranno presentarsi con l’uniforme propria della promozione.

Stasera, con gli Animatori di Assemblea (Ministri della Parola) abbiamo fatto la prova di omiletica.

L’incontro scorso avevo dato le drittte essenziali su come predicare sulla Parola di Dio, e gli avevo lasciato come compito di scegliersi un brano del Vangelo e di prepararsi lo schema di una predica.

Il risultato è stato vario: quasi nessuno aveva capito cosa doveva fare, e si sono dimostrati incapaci di organizzare due idee in maniera chiara. Ma non mi deprimo: gli ho rispiegato come fare, e gli ho messo un altro compito, stavolta uguale per tutti, sulle Nozze di Cana. Vi saprò dire!

Metà della mattinata e metà del pomeriggio me li sono passati in centro, recuperando pezzi per sostituire nei vari computer e apparecchi VoIP.

Ho dovuto anche andare in banca, dove mi hanno fatto aspettare 40 minuti per ricevere l’autorizzazione dell’operazione, che era di un’altra filiale.

Risultato: un sacco di kilometri macinati (Santo Domingo ha un’estensione in larghezza di 15/20 km, e sono andato quasi da un capo all’altro), molto traffico, e ritorno a casa alle quattro del pomeriggio.

In compenso con i pezzi comprati sono riuscito a far ripartire la centrale telefonica dal lato delle suore e a rimettere in rete i pc delle suore e di Lorenzo.

È stato faticoso, ma ne è valsa la pena. Grazie, Signore!

Seconda visita genovese per don Lorenzo in quest’anno. La prima volta è stata per stare accanto al fratello molto malato (è poi morto dopo un mese), stavolta è per aggiustare varie faccende.

Tornerà tra quindici giorni.

10:03 pm

Fulmine!

Se la centrale della scuola è entrata in funzione oggi, in compenso quella delle suore ha smesso di funzionare. Sembra che un fulmine abbia… fulminato gli apparecchietti, che sembra siano abbastanza delicati.

Non solo, è anche partita la scheda di rete del computer delle suore.

Così domani dovrò mettermi lì a vedere cosa si può fare.

La nuova centrale telefonica di Betania si è estesa oggi pomeriggio alla scuola. Grazie a Pedro l’elettricista abbiamo realizzato tutte le connessioni, e sembra che sia già tutto in ordine.

Questa nuova installazione ci dovrebbe permettere di offrire il bonus di una chiamata mensile gratis agli Stati Uniti ai genitori degli studenti. A noi costerebbe praticamente niente perché si farebbe via internet, con la tecnologia emergente VoIP, cioè Voce su protocollo internet. Non è la stessa qualità delle chiamate normali – qualità che peraltro lascia spesso a desiderare – ma visto che lo daremo gratis nessuno si lamenterà.

In mattinata abbiamo avuto l’assemblea dei genitori del liceo. Io e Nidia, e anche tre maestri, abbiamo presentato i vari aspetti della vita del Centro, le sue norme, i progetti per il futuro.

Quali norme abbiamo dovuto riprendere?

  • beh, l’orario di entrata, che per molti è la spina nel fianco. Da quest’anno chi arriva tardi perde la prima ora di lezione, e la corrispondente assenza si accumula ai fini della bocciatura per troppe assenze;
  • poi il vestire, perché soprattutto molte ragazzine si vestono in maniera che abbassandosi suscitano molto interesse nei maschietti…
  • anche il discorso dei cellulari: quasi tutti gli studenti ce l’hanno, e vorrebbero portarlo a scuola e farsi chiamare dal fidanzatino/a…
  • soprattutto abbiamo dovuto ricalcare la proibizione di attività di raccolta fondi da parte degli studenti dell’ultimo anno: distraggono e fanno bruciare molte energie togliendole a quello che le meriterebbe: lo studio. Purtroppo vari genitori di studenti di quarto (qui sono quattro e non cinque gli anni di liceo) sono rimasti male della cosa, e si sono rifiutati di sottoscrivere l’accettazione di questo punto, per cui, visto che la cosa si è pensata e dibattuta molto, penso che li metteremo nell’alternativa di accettare o ritirare i loro figli.

Si è parlato anche del fatto che nel trascorso di quest’anno studieremo la possibilità che si estenda l’orario del liceo di pomeriggio per diventare una scuola professionale (qui si dice politécnico).

Da parte loro i genitori hanno richiesto che si rimettano i ventilatori da tetto nelle aule. C’erano, ma a poco a poco si sono rotti e non si erano mai aggiustati seriamente. Così ho aprofittato l’occasione e sono andato in tarda mattinata in centro a comprarli.

Ci rimane da rimpolpare l’Associazione dei genitori, che si è ridotta alla sola Jacinta, e che da qui a fine mese dobbiamo riuscire a formare di nuovo con forze fresche e nuove.

Ho anche presentato il bilancio consuntivo dell’anno scorso e il preventivo di questo. Purtroppo in maggio abbiamo deciso un aumento del 10% al personale, e in base a ciò è stata calcolata la quota mensile. Purtroppo dei cambi che si sono dovuti fare nei maestri ci hanno lasciati in una situazione più sfavorevole (deficit previsto a fine anno scolastico: 100,000 pesos su un totale di 1,000,000), per cui bisognerà o integrare dalla primaria (che quest’anno dovrebbe andare più tranquilla perché abbiamo passato la quota da 50 a 100 pesos mensili) o trovare qualche altra maniera di far entrare soldi. Non voglio prenderli dalla cassa delle offerte della missione, per la stessa ragione per cui un governo non stampa soldi quando è in difficoltà a pagare gli impiegati statali: rischio derive inflazionarie. In realtà se il ministero dell’educazione ci nomina due o tre professori la situazione dovrebbe migliorare decisamente.

Ho passato la mattinata dietro alle carte per far assumere la gente. Il culmine è stato arrivare a parlare, dopo una sala d’attesa di un’ora, con il direttore del distretto scolastico, per sentirmi dire che perché lui possa far andare avanti la cosa ha bisogno di un’autorizzazione dal suo capo, l’incaricato di risorse umane del ministero dell’educazione, che è quello che mi ha detto di fare tutto questo remescio.

Sarebbe stato bello metterli a parlarsi con il cellulare, ma purtroppo il “capo” è in questi giorni fuori dal paese.

Spero che tra qualche giorno possiamo risolvere tutto!

Oggi non c’è stato niente di fuori dal comune.

L’unica cosa è che abbiamo cominciato a fare le pubblicazioni di matrimonio, che qui si fanno oralmente dato il basso livello di alfabetizzazione della gente.

Ci sono una decina di coppie che si sposeranno in dicembre. E in dicembre, il 16 per la precisione si sposeranno anche Luis Alberto e Arlín, che sono entrambi membri dei gruppi giovani, e Arlín è anche animatrice di un gruppo di adolescenti.


I genitori si recano dai catechisti per iscrivere i loro figli

Abbiamo fatto oggi pomeriggio le iscrizioni al catechismo.

In alcuni centri c’è stata un’ottima affluenza, in altri no. Strano. Eppure abbiamo dato una buona pubblicità alla cosa, a tutte le famiglie abbiamo fatto un’invito personale.

Mi rendo conto sempre di più che siamo in missione: alla maggior parte della gente non gliene frega niente dell’educazione cristiana dei suoi figli!

Oggi pomeriggio ho dovuto rifare l’orario della primaria, mattino e pomeriggio. Quello del mattino aveva dei piccoli problemi, quello del pomeriggio non so cosa era successo, non era un orario, ma due o tre mischiati insieme.

Nel nuovo orario è definita anche la presenza dei maestri nella biblioteca, che dovremmo cominciare a usare presto.

Invece in mattinata sono stato dietro principalmente ai documenti da presentare al ministero dell’educazione per il personale ancora da assumere.

La giornata era iniziata con la Messa nella cappella San Ramón, nel Mamey, e l’ho conclusa con la Messa a Betania. Oggi è il primo venerdì del mese.

Stasera con un gruppo di familiari e ministri abbiamo partecipato alla Messa di inizio anno del Seminario Minore, dove ci sono cinque ragazzi di Santa Margarita e della Divina Misericordia: Elvis, Franklin e Alex di Santa Margarita, Arismendy e Francisco della Divina Misericordia.

La Messa è stata presieduta dal cardinale, ma purtroppo siamo arrivati tardi a causa del forte traffico legato ai lavori della metropolitana. È stato importante in ogni caso esserci, e i nostri ragazzi hanno percepito questo segno di affetto e appoggio e li si vedeva orgogliosi di avere tante persone care attorno.

Lunedì, giorno dell’inaugurazione della scuola de Los Cazabes, il direttore di Risorse Umane del Ministero dell’Educazione mi ha fatto capire che potrebbero nominarci qualcuno dei maestri e bidelle che non sono ancora pagati dallo stato.

Così mi sto dando da fare a preparare i pacchetti di documenti di tutti i possibili candidati. È una cosa abbastanza faticosa, perché non è mai tutto a posto bene, ma la speranza di risparmiarci un po’ delle risorse che raccogliamo dalle famiglie mi aiuta a mettere insieme il tutto.

Finalmente abbiamo l’oculista!

Non è stato facile, un po’ perché ce ne sono pochi, un po’ per la trattativa sul prezzo: avevamo proposto ottimisticamente un prezzo superbasso per la gente, una parte del quale andava all’oculista.

Alla fine abbiamo dovuto raddoppiare la quota dell’oculista. Nonostante ciò facciamo pagare poco più della metà dei consultori più economici: 120 pesos per visita, equivalenti a circa 3 euro.

Grazie, Signore! e grazie, Massimo e Carlo!

Nel pomeriggio ho inaugurato una CEB che sta funzionando già da vari mesi.

La portano avanti Emiliana e Sinín. Questa è una signora anziana e con vari acciacchi ma piena di vita che ha sempre vissuto in maniera impegnata la sua fede. La prima invece è passata due o tre anni fa da essere una cristiana della domenica a una vita impegnata su vari fronti: ha fatto il ritiro di evangelizzazione, ed è animatrice di comunità e catechista.

Alla Messa c’erano anche vari uomini, e ho approfittato per sottolineare l’importanza dell’invito e dell’amore che possono dare ai loro vicini per aiutarli a fare il passo verso Cristo e diventare persone che trasformano i loro dintorni.

L’incontro degli animatori di CEB (Comunità Ecclesiali di Base) di oggi è stato dedicato all’imminente iscrizione al catechismo.

La catechesi, molto semplice, era per sensibilizzare ancora di più a questo inizio nel quale vogliamo vedere i genitori coinvolti in prima persona.

Oltre a questo è partita oggi anche la lettera mensile a tutte le famiglie, centrata sullo stesso tema.

Con l’aiuto del Signore partiamo meglio che l’anno scorso.

Ho avuto stasera la Messa alla parrocchia dell’Amparo. Oggi è la vigilia della festa della Guardia, e il padre Isidro, il parroco, mi ha invitato a presiedere l’Eucaristia.

C’era un discreto numero di gente: c’era anche una rappresentanza di Santa Margarita, con una ventina di persone, e c’erano anche vari laici di Santiago il Menor.

Il padre Isidro non c’era perché aveva una messa di inaugurazione dell’anno nel seminario Redemptoris Mater dove è professore.

Oggi a mezzogiorno avevamo il presidente della repubblica a Los Cazabes, nel territorio di Santa Margarita. È venuto a inaugurare una scuola nuova fiammante tecnologicissima di 9 aule, con laboratorio di informatica, due classi di asilo, sala multimediale, ecc. ecc.

C’erano la metà delle autorità: la ministro dell’educazione, il titolare del dicasteri delle opere pubbliche e molti altri.

Una gran pompa, per far vedere che e’ pa’ lante que vamos, cioè “è avanti che andiamo”. Di fatto la scuola inaugurata è stata un lavoro perfetto, fatto a tempo di record: tre mesi e mezzo, per un’investimento di 25 millioni di pesos dominicani (62,500 euro).

Ho potuto avvicinarmi alla ministro dell’educazione, la quale mi ha messo in contatto con l’incaricato del personale per la faccenda del personale non ancora nominato dallo stato. Questi mi ha detto di andare da lui mercoledì. Vedremo se si muove qualcosa.

Con il sindaco, invece, ho aprofittato per chiederli l’asfaltatura del cortile della scuola, che è una cosa prioritaria, naturalmente da buon politico mi ha detto che certamente la farà, vedremo nei prossimi mesi se mantiene la promessa.

Oggi ho dovuto riprendere in mano la maniera di fare l’iscrizione, perché ieri avevo visto abbastanza lacune nell’interpretazione dell’atto di nascita. Così gli abbiamo dedicato un’altra mezzoretta.

Ho potuto presentare anche lo schema dell’incarico dei singoli catechisti: l’età con cui ognuno di essi lavora, la cappella, e l’ora, e il compagno o compagna.

In Betania avremo una decina di gruppi, mentre nella maggior parte degli altri i gruppi saranno tre o quattro.

Ogni gruppo lavora con il primo o il secondo o il terzo livello di catechesi.

Oltre a tutto questo, ho anche parlato un po’ della parrocchia e della centralità dell’Eucaristia parrocchiale nella vita di fede. La speranza è che i catechisti possano sensibilizzare di più alla partecipazione alla Messa domenicale.

Nonostante la pioggia di una tormenta tropicale che sta passando 400 km sotto la nostra isola, i catechisti hanno partecipato in maniera soddisfacente al terzo giorno di preparazione, oggi sabato.

Al mattino ho fatto una lunga catechesi sul sacramento della Riconciliazione, che qui è celebrato abbastanza poco: la maggioranza delle persone attive delle parrocchie si confessa solo due volte all’anno nelle Celebrazioni Penitenziali di Avvento e Quaresima.

Nel pomeriggio ho parlato di matrimonio e convivenza (la convivenza qui è la normalità, solo l’1% delle coppie si sposa in chiesa), e poi abbiamo fatto la pratica di compilare la scheda di iscrizione a partire dall’atto di nascita. Sembra una cosa facile, ma non lo è, come ho potuto rendermi conto. Di fatto almeno la metà dei catechisti scrivono molto lentamente e con grafia da terza elementare o più giù, e con molti errori. Sono utopista se sogno che possano farmi un buon lavoro nel processo di iscrizione?

9:23 pm

Barrio seguro

Barrio seguro (“quartiere sicuro”) è un programma del governo dominicano per affrontare la delinquenza di alcuni quartieri devastati da ladri e omicidi.

È implementato in vari barrios della capitale e di Santiago, e consiste praticamente nel mandare al territorio un forte contingente misto di polizia e esercito, portanto una presenza della legalità che scoraggia i delinquenti dal farsi vedere e “lavorare”.

Ha dato un certo risultato: quei barrios dove è stato attivato sono adesso molto più tranquilli. Anche se la percezione comune è che i delinquenti hanno cercato “lavoro” altrove: e di conseguenza a un barrio seguro corrisponde una maggiore insicurezza nelle zone vicine. Anche Guaricano, nonostante non sia vicino fisicamente ai quartieri dove è stato implementato il programma, ha notato un aumento della delinquenza, che la gente sente e percepisce e soffre.

Vi dico tutto questo perché oggi pomeriggio abbiamo avuto un’assemblea di tutta la cittadinanza, celebrata nel salone della nostra scuola, nella quale è intervenuto il responsabile del programma. L’assemblea era per esprimere il desiderio e spingere affinché in Guaricano sia attivato il programma stesso.

Hanno parlato vari presidenti di Associazioni di Vicini (Juntas de Vecinos), enfatizzando la situazione di insicurezza e paura in cui versa la popolazione. Ho avuto un turno di parola anch’io, e ho approfittato per dire che non si possono fare attività con la oscurità perché la gente non ci va per il timore della delinquenza. Varie persone hanno portato testimonianze di familiari morti o rimasti invalidi per azioni delinquenziali subite, è stato commovente ascoltare il loro dolore e allo stesso tempo vedere che il dolore non era accompagnato dal rencore.

Non si è capito se il programma si attiverà in Guaricano o no. Il signore che ha convocato l’assemblea in qualche momento ha fatto capire che sarà presto, ma il funzionario incaricato dello stesso non ha detto niente di concreto. Staremo a vedere.

Nel pomeriggio visita a una malata terminale: una giovane donna, avrà avuto tra i 25 e i 30 anni. Era in un come semincoscente, battere di ciglia quasi nullo.

Abbiamo celebrato il battesimo, la cresima, e l’unzione dei malati. Sono rimasto di stucco quando, nel preparare il battesimo, improvvisamente si è risvegliata dallo stato di sopore, si è mezza alzata, e ha anche gridato, apparentemente per il dolore del tumore. Non ero ancora arrivato al momento dell’amministrazione del battesimo, e l’ho subito anticipato per la paura che fosse l’ultimo sprazzo di vita prima della morte.

Così l’hanno sorretta da sotto le spalle, e mettendole un catino sotto la testa, le ho dato il battesimo. Ha dato l’idea di averlo ricevuto più o meno coscientemente, e dopo è ritornata nel sopore di prima.

Tutte le volte che mi trovo con queste situazioni di malati apparentemente assenti ma che si vede che si rendono conto che sta succedendo qualcosa di grande mi si raccapponisce la pelle.

Ho dovuto mettermi dietro alla generazione dell’orario della scuola. Stamattina ho fatto quello del liceo, domani tocca a quello della primaria.

Ho un programma che lo genera automaticamente, ma bisogna dargli tutti i dati iniziali, e darglieli in maniera ben precisa, e non sempre è facile rendersi conto di piccoli sbagli, così c’ho messo due ore quando bastava mezz’ora.

10:23 pm

Giornata intensa

La giornata di oggi mi è volata, e sono soddisfatto:

  • In mattinata sono stato al distretto scolastico, dove sembra che abbiamo risolto il problema di un professore che doveva passare a un’altra scuola, e che adesso sembra che non è che se ne va, ma che lo cambiano con un altro, anzi un’altra, che è una ragazza di chiesa e di buona famiglia.
  • Nel primo pomeriggio sono stato a scuola, per cercare di rendermi conto di quali maestri arrivano tardi, e ho parlato con qualcuno di loro.
  • Poco dopo è venuto Teofilo, e abbiamo parlato di come portare avanti la opera della chiesa nuova della Divina Misericordia.
  • Alle quattro la riunione degli animatori di CEBs.
  • Dopo, la riunione dei responsabili dei centri di catechismo di Santa , cercando di organizzare il lavoro dei catechisti.
  • Infine, alle sei e mezza, il ritiro di inizio anno del personale della scuola serale. Lì mi sono fatto un po’ di sangue marcio all’inizio, per due professori che non sono venuti, ma poi il Signore mi ha fatto ascoltare tante cose belle dalla gente presente che mi ha fatto vedere che la mia rabbia non era niente in confronto a quello che lui mi poteva dare. Ho terminato il ritiro ringraziando il Signore di aver capito questa piccola cosa.

Sono arrivato a casa alle dieci meno un quarto. Cena. Tra pochi minuti vado a dormire. Buonanotte. E a te, grazie, Signore!

Stasera ho presenziato – e diretto – il primo incontro dei professori della scuola serale. Ho lasciato per oggi questo inizio di preparazione, perché i giovani e gli adulti che si iscrivono a questa scuola è adesso che si fanno vivi per iscriversi.

Abbiamo fatto una condivisione dei mesi estivi, e abbiamo socializzato il Progetto di Centro Educativo. Sono venute fuori riflessioni interessanti, che integrarò quanto prima nel Progetto.

Domani avremo con questo personale il corrispondente ritiro. Dopo, ci metteremo dietro alla planificazione annuale.

Le lezioni inizieranno lunedì prossimo, con la novità che l’ottava (terza media nostra) sarà di soli due giorni alla settimana, in maniera da favorire la partecipazione di quelli che hanno poco tempo.

L’inizio della scuola è stato abbastanza buono: avevamo di mattina l’80% degli studenti, e di pomeriggio il 50%. Dico che è stato buono perché ci sono scuole che cominceranno la settimana prossima, e con meno studenti di quelli che avevamo avuto noi oggi.

Tant’è è difficile da vincere questa usanza che “non lo mando la prima settimana perché tanto non si fa niente”, a cui si aggiunge il fatto che la famiglia non si è organizzata per comprare il necessario per la scuola: scarpe nuove fiammanti, pantaloni, maglietta della scuola, quaderni, biro, matita, ecc. Molti lasciano queste spese per l’ultimo momento, e quindi qualunque inconveniente fa ritardare la preparazione.

Nella mattinata ho celebrato una messa con i rappresentanti di varie scuole dei dintorni. Organizzata dal Distretto Scolastico come atto di inizio anno scolastico, è stata per me l’occasione di una bella catechesi sulla serietà e sui comandamenti.


Il sorriso solare di Sandra

Sandra è partita oggi pomeriggio per l’Italia. Ha vissuto un mese con noi, dando una bella mano a Lorenzo in cucina e allettandoci con il suo buonumore e i suoi scherzi.


Sandra con Taína e Yudy in cucina

Oggi a mezzogiorno, come gesto di saluto, ha infilato un cubetto di ghiaccio nella schiean di suor Blessila. L’altro ieri aveva tentato di innaffiarmi i pantaloni. In un momento che non se l’aspettava, ieri le ho messo mezzo bicchiere d’acqua sulla sedia prima che si sedesse, e al toccare il sedile della sedia con il didietro ha fatto un salto megagalattico.

Tutto questo per farvi capire chi è Sandra. Nonostante i suoi sessant’anni ha uno spirito giovanile, che ci mancherà nei prossimi mesi.

Grazie di cuore, Sandra, per tutto quello che hai dato alla comunità!


Don Paolo con Ana María e Ana Iris

Se non vi ricordate di loro, sono due ragazze diciottenni di San Francisco de Macorís che in una maniera mezza contorta sono venute a conoscenza delle nostre suore, e adesso sono entrate alla casa per un’esperienza di vita comune e di discernimento vocazionale.

Se tutto va bene, si uniranno a Taína e Yudy, le quali mostrano già una maggiore determinazione di voler entrare alla congregazione.

Nella foto Ana María è la più magrolina alla mia destra, e Ana Iris è alla mia sinistra (ops, avevo la camicia macchiata…).

Sono zia e nipote, ma non mi ricordo mai qual è la zia e quale la nipote!

Alla formazione dei catechisti di questa mattina c’erano parecchi “grandi assenti” di ieri: vari catechisti abbastanza esperti, che apparentemente ieri hanno avuto impegni inderogabili. Con loro quelli che hanno dato la loro disponibilità sono attorno al centinaio tra le due parrocchie.

Una cosa nuova di quest’anno è che non accettiamo più catechisti adolescenti. L’esperienza si è rivelata buona in un senso ma spiacevole nell’altro. Buona, perché nel fare catechismo ai bambini si sono rivelati pieni di entusiasmo. Spiacevole, perché di essi hanno continuato solo la metà; gli altri quatti quatti hanno lasciato. E un altro aspetto poco bello è che tra quelli che hanno continuato, e che dicono che sentono la vocazione di essere catechisti, c’è molta immaturità ecclesiale: vengono magari a Messa, ma rimangono in fondo a fare cappannello tra di loro.

Così, dopo aver parlato di tutti questi problemi nel corso dell’intero anno scorso, quest’anno abbiamo preso la decisione, io, Marcial, e d’accordo tutti i responsabili di centro di catechesi, che non avremmo accettato altri catechisti adolescenti. I catechisti adolescenti “vecchi”, pur con i loro limiti, li avremmo portati avanti, sperando di riuscire a formarli un po’ meglio.

Devo dire, però, che alla fine dei conti di questi catechisti troppo giovani non è venuto nessuno. Una diciassettenne c’era, ma mediamente è più matura delle altre ragazzine-catechiste.

E la mattinata si è svolta tra una riflessione mia sulla maniera che i genitori possono realizzare la loro missione di essere i primi catechisti dei loro figli, e una presentazione della situazione dell’adolescente fatta da suor Cristina.

Siamo anche riusciti a terminare alle undici e mezza, e non a mezzogiorno. Io sono arrivato a casa più tardi perché ho fatto una scappata a Los Cazabes e Jacagua a accompagnare con la camionetta i catechisti di là. Che, peraltro, sono stati ammirevoli: erano il settore più presente numericamente; e questo nonostante la scomodità e la distanza! Bravi!


I catechisti nuovi del 2006

È iniziato oggi, e continuerà domani e la settimana prossima, il momento di formazione dei catechisti che facciamo sempre, più o meno a inizio dell’anno.

L’idea mia era di chiamare l’ufficio catechistico della curia, che porta sempre in giro per le zone questi momenti di formazione, che tra l’altro sono strutturati in cinque tappe progressive e con un piano di studi ben definito. Purtroppo però non erano disponibili in questo periodo, per farlo con loro avremmo dovuto realizzarlo il mese prossimo o in ottobre, con la conseguenza che si sarebbe dovuto interrompere il catechismo del sabato.

Così alla fine ho deciso di farmelo io, cioè di guidare io gli incontri di formazione. In qualcosa mi aiuteranno suor Modesta e suor Cristina.

Oggi, in particolare, abbiamo parlato loro della metodologia catechistica, della condizione del bambino oggi (suor Modesta). Ho spiegato loro il simbolo apostolico e ho collocato la catechesi dentro al processo di evangelizzazione che realizza la Chiesa.

La partecipazione è stata attorno al 60% di quelli che facevano catechismo l’anno scorso. Di qualcuno degli assenti so che non continuerà, altri assenti spero che non si facciano vedere perché così evito di dirgli che non posso tenerli come catechisti.

Invece c’è stata una discreta presenza di nuovi. Sono quelli che vedete nella foto. Più per la Divina Misericordia che per Santa Margarita. Alcuni di loro dimostrano capacità di mettersi in gioco. Se a questa qualità corrisponde la serietà siamo a posto!

L’orario è stato dalle nove a mezzogiorno, e dalle due e mezza (in pratica dalle tre) alle sei.

Domani si continua, ma solo di mattina.

Oggi, ultimo giorno lavorale precedente l’inizio della scuola, abbiamo fatto mattina e pomeriggio il ritiro con tutti il personale della scuola.

A differenza di altre volte, ho dato io tutte e quattro le meditazioni, due al mattino e due al pomeriggio. Sono state incentrate sulla pedagogia educativa di Dio, sul profilo dell’educatore, e sul primato della persona nell’educazione.

Soprattutto al mattino ho visto molta attenzione e interesse. Sono certo che questo ritiro ci ha aiutato a metterci bene in posizione di partenza.

Mi ha dato fastidio l’assenza – ingiustificata – di vari maestri. Vari di loro non si sono fatti vedere nessun giorno della settimana, facendo credere che non sapevano delle attività. Miguel però mi ha precisato oggi pomeriggio che tutti hanno in mano il calendario scolastico, e che dice chiaramente la data in cui le scuole devono cominciare a lavorare. Vedremo lunedì cosa fare con quelli che non sono venuti.

Sia di mattina che di pomeriggio ho dedicato alcune ore ad andare a ritirare i libri per la scuola.

Il governo li stampa e li distribuisce alle scuole, le quali li prestano agli studenti a inizio anno e li ritirano alla fine. I libri hanno così una vita utile di 3/4 anni, dopodiché sono praticamente da buttare.

La cosa caratteristica è che non tutti gli anni ci sono disponibili tutti i libri: un anno ce n’è una parte, l’anno dopo un’altra. Per esempio, in quest’anno scolastico ci mancheranno i libri di lingua spagnola di settima e ottava. Professori e studenti dovranno arrangiarsi!

Oggi il paese festeggia la Restaurazione della Repubblica: nel 1863, il 16 agosto, è cominiciata la seconda guerra di liberazione dal colonialismo spagnolo.

Per la Repubblica Dominicana è la data in cui prendono possesso le nuove autorità. E quest’anno è toccato a senatori, deputati, sindaci e consiglieri, tutti quanti eletti il 16 maggio, esattamente tre mesi fa.

In casa avevamo mezzo parlato di fare una gita con le suore, ma alla fine non si è concretizzato niente. Io ho passato la mattinata in parrocchia a preparare il materiale per il ritiro della scuola che sarà questo venerdì.

Invece nel pomeriggio ho accompagnato al seminario Willy e Miguel Ángel: hanno fatto oggi il loro ingresso al seminario maggiore, al primo anno di filosofia. Ho potuto conoscere il loro formatore, il padre Mártires, e ho potuto scambiare due parole anche con il padre Federico, che è formatore della seconda filosofia.

Willy e Miguel Ángel abiteranno in camerette condivise ognuno con un altro compagno: avranno a loro disposizione un letto, un tavolo, una sedia, uno scaffale per i libri. Andranno a studiare la filosofia alla Pontificia Universidad Madre y Maestra, che non è lontana dal seminario. La loro classe, che comprende giovani di tutte le diocesi del paese, è di 56 seminaristi!

Poi, alle sette di sera, il corso di preparazione al matrimonio, con il quale ho concluso in bellezza la giornata.

Oggi, solennità dell’Assunta (che qui non è di precetto), nella Messa della sera abbiamo salutato i due nostri seminaristi maggiori che domani entrano in seminario.

Sono Willy e Miguel Ángel, e inizieranno adesso il corso filosofico, che dura quattro anni.

Varie persone della comunità hanno espresso ai due giovani la loro solidarietà spirituale, assicurando il sostegno della preghiera. Da parte loro Willy e Miguel Ángel hanno ringraziato tutti e hanno richiesto preghiera per loro e i loro compagni.

Alla fine della Messa ho chiesto a tutti i presenti che dessero loro un abbraccio.

Ed è stato un momento molto bello di vita parrocchiale. A Santa Margarita.

La Divina Misericordia non ha ancora seminaristi maggiori, sono solo due contro i cinque di Santa Margarita, e sono entrambi in prima liceo. L’anno scorso c’era Brondy in seminario, doveva passare al primo anno di filosofia ma è uscito.

Oggi è stato il giorno in cui abbiamo iniziato a preparare con i maestri il nuovo anno scolastico.

Mancavano parecchi: c’è stata nella segreteria un po’ di svogliatezza nell’avvisare, e probabilmente c’è chi ha fatto finta di non sapere.

Abbiamo condiviso l’esperienza dei mesi estivi, e fatto un po’ di verifica sull’anno scorso.

Oggi si è conclusa la 13ª Missione Parrocchiale della Parrocchia Santa Margarita, e la prima (da dopo la divisione) della Parrocchia della Divina Misericordia.

Don Lino Terrile aveva cominciato a realizzare queste missioni di agosto a tutto il territorio parrocchiale nel 1994, e da quell’anno tutti gli anni la comunità aspetta con gioia il tempo della missione.

Come si realizza la Missione?

L’esperienza ci ha aiutato a dare una forma tipica, che si ripete uguale tutti gli anni, a questa attività.

Si comincia un mese prima annunciando alla comunità che ci avviciniamo al tempo della Missione.

Quindici/venti giorni prima della data di inizio si tengono gli incontri di formazione per i missionari e per gli oranti. Con i secondi faccio sempre un momento di insegnamento sulla preghiera, sia nelle sue basi bibliche che sul modo di viverla. Con i primi, c’è sempre una catechesi sulla missionarietà nel Nuovo Testamento, poi l’esplicitiazione dell’annuncio del kerigma, che è centrale nella visita missionaria, e infine l’istruzione pratica (con tanto di prova) sulla maniera di realizzare la visita alla famiglia.

Si arriva così all’ultima domenica di luglio o alla prima di agosto – quest’anno è stato il 30 luglio – nella quale alla Messa principale si fa la benedizione dei missionari.

A partire dal lunedì seguente, ogni giorno ci dedichiamo a visitare le famiglie di un settore o di una parte di esso. Fino all’anno scorso eravamo una sola parrocchia di nove settori, e quindi i dieci giorni di missione (due settimane da lunedì a venerdì) si dedicavano in pratica uno ad ogni settore. A partire da quest’anno la divisione delle parrocchie ha fatto sì che ogni parrocchia abbia meno settori, e di conseguenza ogni giorno si visitava solo metà di un settore. Con la metà dei missionari, naturalmente, perché ogni parrocchi lavorava nel suo territorio. Quest’anno avevano un massimo di sessantaquattro missionari a Santa Margarita e altrettanti alla Divina Misericordia; in pratica le presenze sono oscillate tra un massimo di sessanta e un minimo di quarantotto.

Alle tre del pomeriggio di tutti i giorni di missione ci ritroviamo quindi in una cappella o altro punto adatto dentro al settore che si visiterà, e lì si realizza la preparazione pratica (piegare e contare i fogli del messaggio che si consegnerà a tutte le famiglie; stabilire le coppie di missionari) e un momento di preghiera. Tutti i giorni si invoca innanzitutto lo Spirito Santo, si medita un passo evangelico correlato all’evangelizzazione, si intercede chiedendo al Signore la fecondità del lavoro che si realizzerà; infine i missionari ricevono la benedizione e vanno verso la parte di settore dove tocca loro visitare, accompagnati da laici che vivono nel settore e conoscono bene il territorio: questi ultimi hanno la funzione di dire a ogni coppia di missionari dove realizzare la visita; devono anche rendersi conto se ci sono famiglie che non vengono visitate, e cercare i primi missionari liberi per inviarli là.

Subito dopo l’invio dei missionari vengono inviati anche gli oranti: sono fratelli anziani o non ancora in piena comunione con Cristo e che quindi non possono evangelizzare, e che si dedicano a mantenere viva la preghiera nei centri di accoglienza a cui i missionari invitano la gente.

Normalmente ogni coppia di missionari visita dieci/quindici o in qualche caso venti famiglie, dipendendo dal numero di coppie presenti e dalla grandezza del territorio che si visita.

Durante la visita i missionari iniziano presentandosi; poi un breve momento di familiiarizzazione; quindi la parte centrale, cioè l’annuncio del kerigma, che si raccomanda venga presentato accompagnato da qualche esperienza personale; dopo di ciò invitano a pregare un momento insieme, la famiglia visitata e i missionari; terminano invitando alla Messa di accoglienza che si tiene verso sera nella cappella di settore o in un altro punto più vicino alla gente.

E di fatto verso le sei-sei e mezza la gente comincia ad avvicinarsi al punto indicato. Si vede gente che va a Messa la domenica, ma anche gente nuova, desiderosa di cominciare un cammino, o forse solo curiosa. Sta di fatto che la cosa di fare la Messa è un richiamo che la gente sente. Qualche anno, pensando di attirare di più, invece della Messa facevamo un riannuncio del kerigma, ma poi siamo ritornati alla Messa perché vedevamo che non funzionava.

Nella Messa cerco sempre di presentare il kerigma partendo dalle letture: far vedere cioè come l’amore di Dio, pur offuscato dal peccato, vince il peccato nella morte e risurrezione di Cristo, e diventa chiamata alla conversione e alla fede, alla vita nello Spirito e nella Chiesa. Tutte le sere ho fatto l’esperienza di annunciare questi elementi fondamentali della vita cristiana. Lo stesso hanno fatto nella Divina Misericordia don Lorenzo e il nostro diacono Marcial, che portavano avanti le due celebrazioni di ogni giorno. A Santa Margarita la seconda celebrazione la faceva un ministro laico.

Alla fine della Messa, una o più testimonianze. Tra le cose che mi hanno più colpito c’è stata quella di un uomo che poi mi hanno detto che è il capo di un punto di spaccio di droga; la tentazione è di pensare che erano parole legate al buon vivere, ma voglio credere che il Signore ha cominciato a fare qualcosa in quel cuore, e mi riprometto di andarlo a trovare a casa sua. Così come mi ha colpito la testimonianza di una donna sulla quarantina che era preda della droga e che sei mesi fa è stata liberata, e ha ringraziato pubblicamente il Signore.

Prima della benedizione finale, l’invito a entrare alle Comunità Ecclesiali di Base (CEB): nelle nostre parrocchie sono come il punto di entrata alla chiesa, varia gente vi partecipa anche se non si è ancora decisa a partecipare con costanza alla Messa. I responsabili di settore hanno presentato le CEB presenti nel loro settore, con il posto, il giorno e l’ora in cui si riuniscono. La speranza è che dopo la missione le CEB acquistino più vita.

Nei pomeriggi, mentre i missionari visitavano casa per casa, ho potuto andare da vari malati gravi, ai quali il Signore mi ha aiutato a portare parole di conforto e di fede, e con i quali abbiamo pregato. Ho approfittato anche per visitare persone che prima erano attive nella parrocchia e che per varie cause si sono allontanate un po’, e ho avuto segnali positivi di un desiderio di reintegrarsi. Sono rimasto molto contento anche della Riconciliazione che abbiamo celebrato con una mia maestra che da molti anni non si confessava.

Un aspetto molto bello della missione di quest’anno è stata la partecipazione di Deivy, un ragazzo di diciotto anni che da tre è nel seminario minore dei salesiani. Non avevo mai avuto l’occasione di vederlo con calma, anche perché lo stile di seminario dei salesiani non lascia tanti spazi per la presenza in parrocchia. Il lunedì della seconda settimana sono stato a casa sua a trovarlo, mi sono fatto raccontare varie cose, gli ho raccontato qualcosa di me, e alla fine l’ho invitato a unirsi con noi nella missione. Cosa che ha accettato con entusiasmo e che ha realizzato da lì in poi senza mai mancare. Tutti i giorni lo mettevo in coppia con qualcuna delle persone più impegnate, perché potesse farsi conoscere e conoscere le persone più influenti della comunità parrocchiale. L’ultimo giorno di missione la responsabile di settore ha chiesto a lui di fare la testimonianza alla fine della Messa, ed è stata una cosa molto bella e commovente, perché ha parlato di come ha scoperto la sua vocazione, delle velate prese in giro dei compagni di scuola, e della perseveranza che ha potuto vivere fino ad oggi e che è deciso a mantenere, fino al giorno (tra quindici anni, ma la cosa non lo spaventa) in cui diventerà prete.

Stamattina, poi, abbiamo avuto l’appendice della missione con la visita a Duquesa. Duquesa è un villaggio un po’ ritirato, ed è il posto dove nel 2004 abbiamo realizzato il progetto per far arrivare l’acqua alla comunità. È anche un posto pericoloso per la delinquenza organizzata, hanno una Nazione che fa il bello e il brutto tempo lì. Avevamo lasciata Duquesa indietro a causa della delinquenza, pensando che non era opportuno venire via di là con lo scuro. Questa mattina, quindi, ci siamo andati con quindici coppie di missionari. La gente di Duquesa ha risposto bene, qualcuno ha contato una sessantina di persone alla Messa (una ventina erano bambini), e si è visto un desiderio di vivere la Chiesa, praticamente con il battesimo dei bambini piccoli e il catechismo.

Alla missione hanno partecipato anche Willy e Miguel Angel, i nostri seminaristi che tra pochi giorni entreranno al Seminario Maggiore. La loro presenza è stata però mezza frammentaria, sia perché avevano vari impegni che impedivano loro di essere presente tutti i giorni, sia perché hanno fatto i jolly tra Santa Margarita e Divina Misericordia. Nel complesso la loro partecipazione è stata positiva.

Nelle prossime settimane si vedrà il frutto concreto della Missione. Qualcosa si è già visto: stamattina a Messa c’era più gente del solito, qualcosa come trenta o quaranta persone in più; la media è sui quattrocento alla Messa principale.

Spero che ci sia frutto anche nelle CEB, e che la gente che si unisca possa crescere nella vita di Chiesa: Messa, Ritiro di Evangelizzazione, gruppi di preghiera, impegno di animazione, catechesi, sacramenti. Non è facile sapere quanto la Missione ha aiutato o non ha aiutato; ma quello che so è che con questa missione abbiamo obbedito alla parola di Gesù: “Andate e fate miei discepoli di tutte le nazioni” (Matteo 28). Frutti o non frutti, il frutto dell’obbedienza e dell’amore a Cristo è lì, esperienza vissuta di comunità parrocchiali vive nel Signore.

Ne sono orgoglioso, e dico con gioia: Grazie, Signore Gesù

Stamattina con la visita a Duquesa abbiamo finito la nostra Missione Parrocchiale.

Il lavoro a Duquesa è stato preceduto dalla Messa di Ringraziamento, nella quale una donna ha fatto una testimonianza di essere stata liberata dalla droga.

Finita la Messa, siamo partiti quasi subito per Duquesa con 15 coppie di missionari, più qualcuno che andava come orante e altri laici che dovevano distribuire i missionari.

La gente di Duquesa ha risposta abbastanza: alla Messa, celebrata verso le dieci e mezza, sono accorse una quarantina di persone (contando a partire dai dieci anni), più molti bambini piccoli. Non ho visto tante facce conosciute del passato, a parte Edith, una donna haitiana sui quarant’anni piena di problemi, e che tra le altre cose oggi mi ha parlato di un suo figlio ormai giovanotto che le rende la vita impossibile.

A differenza di quello che mi aspettavo, tutta la gente a cui ho domandato mi ha detto che adesso la situazione di Duquesa è più tranquilla: la polizia, cui è stato aperto un nuovo destacamento a poca distanza, si fa vedere spesso in atti di pattugliamento, e quindi i delinquenti si vedono meno nelle loro cose ed evitano tutto quello che può trarre loro problemi.

Sembrano effetti del giro di vite che il governo ha dato per contrarrestare la delinquenza, giro di vite che la popolazione saluta con entusiasmo perché in generale ha eliminato buona parte della delinquenza notturna.

Stamattina ho accompagnato mons. Cedano, il vescovo ausiliare, nel settore san Ramón, cioè la parte di campo di Santa Margarita. L’idea era di vedere l’opportunità di far nascere una nuova parrocchia, smembrata appunto da Santa Margarita. Mons. Cedano ha visto molto bene la cosa, ed ha anche ipotizzato che in futuro le parrocchie di quello che è adesso un settore potrebbero diventare due.

Con noi c’era anche Gualterio Castillo, un avvocato, parrocchiano di mons. Cedano, che da venticinque anni si reca in villeggiatura a Jacagua. Questo signore ha comprato da tempo un bel po’ di terra da quelle parti, e adesso sta realizzando un’urbanizzazione che comprenderà circa 300 famiglie. Ci ha fatto vedere un terreno che lui dona alla Chiesa Cattolica per fare la parrocchia. È piaciuto sia a mons. Cedano che a me, e quanto prima dovrò mettermi dietro a questo nuovo lavoro: chiedere anzitutto al cardinale la divisione della parrocchia, e studiare poi come costruire la chiesa e le opere parrocchiali sul terreno donato.

Altro lavoro, ma sono qui per questo!

Da parte loro, la gente del settore san Ramón non possono che essere contenti, perché non dovranno più venire al Guaricano (distante vari kilometri) per arrivare alla loro parrocchia.

Anche per questo: Grazie, Signore!

Tra pochi giorni, se il Signore vuole, compreremo un terreno nella Mina.

Sembra proprio che ce lo abbia messo in mano il Signore, perché è esattamente di fianco a dove, in un posto macchina, abbiamo fatto le celebrazioni fino ad adesso. Nascerà quindi una cappella, e in una posizione che tutti già conoscono come il punto dove si riunisce la Chiesa.

Martedì dovremmo chiudere il contratto. Vi chiedo una preghiera perché possa essere un centro di evangelizzazione, il polmone della vita cristiana del settore.

Stasera Deivy si è rivelato più apertamente. Come, non sapete chi è Deivy? Vi ricordate che qualche giorno fa vi parlavo del ragazzo che da tre anni è nel seminario salesiano ma che non si è mai visto in parrocchia? Beh, è lui.

Dal giorno dopo che sono stato a su casa non ha mancato un solo giorno alla missione. Ogni giorno lo mettevo a realizzare la missione insieme a un responsabile di settore: prima Dany, poi Jacinta, poi Germania, e infine oggi Lourdes.

Tutte e quattro mi hanno detto cose bellissime di lui, dell’entusiasmo messo e della bella testimonianza che dava a tutti i giovani che incontravano.

E stasera si è fatto conoscere un po’ da tutti. Alla fine della Messa ha raccontato di come gli è nata la vocazione, dalle prime prese in giro dei compagni del collegio fino alla sua determinazione di oggi di diventare prete nonostante i 15 anni di formazione che ha ancora davanti. È stata una cosa molto bella, e sicuramente adesso tutti gli vogliamo un po’ più di bene.

Così abbiamo terminato in bellezza la missione di oggi. La Messa si è celebrata di fronte a un altro punto di droga. Mi hanno detto che prima che io arrivassi s’è presentata una camionetta della polizia e ne ha portati via un gruppetto.

In quei minuti ero da Yrene, una nostra maestra del pomeriggio che ha sui cinquant’anni, e che da vari mesi ha idea di ritornare a vivere la chiesa, ma che tra una cosa e l’altra non si decideva. Sono stato a casa sua, l’ho trovata tra l’altro con una gamba ingessata a causa di una caduta in strada, e lì, dopo aver un po’ parlato, le ho proposto di fare la tanto (da me) agognata confessione. L’ho trovata in questo molto ben disposta, abbiamo fatto tutto e le ho potuto dare l’assoluzione. Spero di riuscire a mandarle la comunione a casa domenica mattina. Si è impegnata a partecipare alla Messa. Sono contento, la nostra scuola da oggi è più “cattolica”!

Il pomeriggio di missione di oggi l’ho vissuto, dopo aver inviato i missionari, in ufficio.

Ho parlato a lungo con Willy, delle sue difficoltà a vivere bene la parrocchia e dei suoi talenti.

L’ho trovato molto attento, positivo e disponibile al cambio.

Ho fiducia che possa superare i problemi e vivere una buona testimonianza della sua vita di fede e di seminario.

Poi, verso sera, la messa di fronte al garage della sorella Patria. Varia gente, un certo numero di uomini, buona partecipazione.

Prima della Messa mi avvicino a un giovane che aveva sui 28/30 anni, e scherzando gli domando se è un tigre, cioè un delinquente. Mi risponde che lo era, e che adesso ha cambiato vita. Con lui c’era la mogliettina, una bella giovane sui 25 anni, e il loro figlioletto di tre anni. Gli ho fatto i complimenti, e alla fine della Messa l’ho invitato a fare una piccola testimonianza del suo cambio, ma lui non ha voluto.

Finito tutto, in privato, Patria mi ha detto che il giovane e la moglie sono i gestori del local punto di droga, e che altra gente della famiglia è invischiata nella faccenda. Mannaggia, che cantonata che avevo preso!

Però di me rimasta la voglia di tornare a casa loro come se non sapessi niente, e di vedere come gli do qualche stimolo in più per lasciare la vita che fanno. L’idea è di invitarli a raccontarmi, per lo meno a me, il cambio reale che c’è stato nella loro vita, e da lì prendere spunto per raccontargli qualcosa della mia vita e del fatto che cerco di spenderla per il Signore e per gli altri. Sono convinto che il bene ha una forza di attrazione, e che il Signore li può conquistare. Vediamo se domani ce la faccio…

9:46 pm

Caldo!

È tornato a far caldo! Dopo la settimana di acquazzoni che ci ha fatto sentire in “inverno” il tempo si è ora ristabilito.

Andando per la strada di giorno bisogna camminare ben piano per non sudare. Di sera invece si dorme ancora bene.

Durante il tempo di missione di oggi la cosa che più mi ha colpito è stato vedere il lavoro pastorale di un evangelico: avendo un dvd e una televisione abbastanza grande, le mette nel vano della macchina e invita tutti i bambini del quartiere a vedere cartoni animati religiosi, e poi il sabato fa loro la scuola biblica (è l’equivalente evangelico del catechismo). Mi raccontava che ha cominciato un mese fa con dieci bambini, e adesso ne ha una cinquantina. Alla fine dell’incontro dà loro religiosamente un succo di frutta e un ciupa ciupa, e così se li tira su nella religione evangelica. E da come parlava sembra che sia tutto a spese sue, certo di fare qualcosa di grande per il suo barrio.

Da un certo punto di vista mi ha fatto piacere il suo racconto, al vedere l’amore a Cristo che mette in questa opera. Da un altro punto di vista mi è venuta la paura che inviti anche i bambini cattolici, magari portandoceli via dal catechismo.

È una persona molto buona e rispettosa, e non vorrei trovarmi a dover studiare cosa fare per far ritornare i nostri bambini al catechismo cattolico.

La missione si è trasferita oggi nel settore Nueva Alianza. Germania, la moglie di Marcial, è la responsabile di settore.

Ho visto che ha fatto un buon lavoro di preparazione, e ha messo su anche una bell’équipe di donne ben animate per cantare e mantenere allegra la gente.

Nelle mie visite sono stato in casa di Josué, un ragazzo di 15 anni idrocefalo, che vive solo con la mamma, amorosissima; il padre se n’è andato di casa un bel po’ di tempo fa, e non c’è pericolo che si faccia vivo. Credo che vivano di carità, perché la madre deve star dietro al figlio e non può assolutamente fare nessun lavoro. La settimana scorsa avevo fatto arrivare a casa loro una discreta offerta che era arrivata alla parrocchia, e così la mamma non faceva altro che ringraziarmi e ringraziare il Signore.

Sono anche potuto andare, più per caso che per altro, a casa di una quindicenne di nome Mercedes che ha fatto la prima comunione qualche mese fa, e ho potuto rendermi conto di chi sono i suoi genitori. Tra l’altro la mamma è una psicologa e può darsi che la prendiamo a lavorare a scuola.

Un discreto numero di gente è accorso al centro dove ho fatto la Messa, e c’è stato anche il lavoretto teatrale dei giovani.

Avanti tutta!

Questo sesto giorno di missione è stato molto bello.

Nonostante l’episodio intestinale della notte tra sabato e domenica ho potuto esserci e visitare parecchie persone. Oltre a vari malati ho potuto visitare un giovane di diciotto anni che è da tre nel seminario minore dei salesiani, e che praticamente nessuno conosce in parrocchia. Mi sembra che sono riuscito a invogliarlo a inserirsi nella vita comunitaria nei pochi giorni di vacanza che ha qui. E ho scoperto che suo fratello, di un anno più piccolo, entrerà adesso allo stesso seminario. Risulta così che nel settore Emaús nel quale stavamo realizzando la missione oggi ci sono ben quattro seminaristi: Deivy e Kelvin, i due fratelli che sono con i salesiani, e Franklin e Alex, che sono nel seminario minore diocesano.

Poi, alla Messa di accoglienza, abbiamo avuto una testimonianza molto bella di una donna che ha affermato di essersi liberata dalla droga da sei mesi. E anche quella di un uomo che ha detto che prima era molto attivo nella chiesa cattolica, e che vuole reinserisi adesso.

Per tutto questo: grazie, Signore!

Oggi suor Serafina parte per l’Italia, e starà via fino al 2 di Ottobre.

Ha da rinnovare il permesso di soggiorno, e anche da fare un po’ di meritate vacanze.

Ieri, per salutarla, sono venute tutte le aspiranti: Taina, Yudy, Ana María, Ana Iris e Gladis. Hanno passato qui il giorno di ieri e si fermeranno anche oggi.

Sembra che Ana Iris e Anamaría, che sono di San Francisco di Macorís, vengano a fermarsi qui già la settimana prossima. Ana Iris ha finito il liceo, e Ana María deve finirlo quest’anno, e lo farà nel nostro Centro Educativo. Invece Taína e Yudy dovrebbero venire a vivere in casa con le suore un po’ più in là, dopo che tornerà suor Serafina. Per tutte e quattro sarà un anno di preparazione alla vita religiosa.

Invece Gladis ha appena finito la prima liceo, per lei c’è da aspettare ancora qualche anno.

Per tutte c’è da pregare!

1:23 pm

Messa al vapore

La Messa di stamattina l’ho dovuta celebrare “al vapore”, come dicono qui, cioè di fretta. Nella notte non ero stato bene, e sono andato in parrocchia perché mi spiaceva non esserci per tre battesimi, che erano di due figli di una coppia di ciechi e un altro ragazzo handicappato.

Purtroppo durante la Messa ho sentito la debolezza, e ho dovuto stare seduto i più possibile per arrivare in fondo.

Il resto della giornata me lo sono passato in letto.

Stamattina ho dialogato con Willy, uno dei nostri seminaristi. Abbiamo cercato di capire le ragioni di qualche situazione che aveva bisogno di essere chiarita, e forse il Signore ci ha aiutato e abbiamo potuto farlo.

Ho anche parlato con Elvis, altro seminarista più nuovo (è entrato l’anno scorso), e mi ha raccontato delle sue difficoltà a scuola: è rimasto rimandato di sei materie! Ha capito che deve mettersi più sotto a studiare!

Grazie, Signore!

Oggi la missione si è spostata al settore Emaús.

Poche famiglie: in tutto il settore sono circa 6/700, e come è stata fatta la divisione oggi ne abbiamo visitato circa 250. Così l’invito per la Messa è stato fatto per le sei invece che per le sei e mezza.

Alla Messa alcune sorprese:

  • Un giovane che avevo visitato nel pomeriggio, e che ha tutti e due i bracci bendati perché in una rissa gli hanno dato vari e machetade è venuto alla Messa. Mi direte: e allora? il fatto è che questo giovane da quando l’avevano ferito non era ancora uscito di casa, e di fatto nessuno sapeva di quello che gli era successo. L’essere venuto a Messa è stato un passo ben importante.
  • E poi, in prima fila, avevo anche un uomo sui 35/38 anni. Capelli mezzi lunghi, sembrava mezzo strano. Alla fine ha anche fatto una piccola testimonianza che vuole seguire il Signore. Finito tutto, un’animatrice di lì dice: “Quello è il capo della droga di questa strada: è lui che la porta e la vende”. Mi ha colpito la cosa, e sono speranzoso che il cambio possa essere reale.

Invece, una cosa mi ha rattristato: un giovane di vent’anni che è nel seminario dei salesiani, e che vive a duecento metri di dove abbiamo fatto la Messa, non si è fatto vedere, preferendo stare in casa sua dietro a dei videogiochi con i suoi amici. E la cosa mi ha rattristato ancora di più, al pensare che è a casa dai suoi da varie settimane, e che ci vuole tutta che venga a Messa. Che prete sarà nel futuro?

La missione di oggi, nel settore Nueva Jerusalén (La Mina) è stata contraddistinta da un violento acquazzone.

C’è andata bene che siamo riusciti a fare l’invio prima che cominciasse a piovere forte. I missioneri hanno cominciato a visitare le famiglie che appena iniziava a piovere, e sono stati sorpresi dal temporale al passare già di casa in casa.

E lo stesso è successo a me, che ero a visitare varie persone che si sono allontanate e malati, e dovevo correre da una casa all’altra, anche perché ero senza ombrello.

Marcial ha durato un po’ di più a fare l’invio, e i missionari non hanno potuto uscire finché l’acquazzone non è terminato.

Nella visita mia a varie case mi ha colpito un giovane, figlio di una signora di chiesa, che faceva una vita abbastanza leggera, banda e discoteca, e che la settimana scorsa è stato ferito a causa di una lite: gli hanno dato una pugnalata all’altezza dell’intestino, e con il machete gli hanno tagliato il palmo di una mano e gli hanno sguarato la testa. La cosa l’ha fatto riflettere, e mi ha assicurato che cambierà vita.

A sera, alla ora della Messa, sono apparse parecchie persone, vari di loro belli “nuovi” a la vita di chiesa.

A fare l’annuncio missionario c’era anche Sandra, insieme a un uomo e a Heriberto, il mio figlioccio seminarista. Sandra è rimasta entusiasta dell’approccio che entrambi avevano con la gente.

La missione si è trasferita oggi al settore Nueva Jerusalén di Santa Margarita e al settore Altagracia della Divina Misericordia.

Nella Nueva Jerusalén è stato con noi il padre Kurien, il segretario della Nunziatura Apostolica, che ha celebrato una delle due messe di accoglienza. Questo padre è indiano, del Kerala, lo stesso stato indiano del quale sono originarie le suore, e viene volentieri a Guaricano perché ha così l’occasione di fare un servizio e anche di incontrarsi con gente della sua terra.

Stranamente, i missionari erano in numero inferiore rispetto a quelli che avevano nel settore San Ramón, che era più lontano. Mi immagino che possano essere una serie di coincidenze.

Grazie a Dio non è più piovuto, ma da ieri fa di nuovo caldo, sulla trentina di gradi. Paradossalmente, in Italia in questa stagione, che è la più calda sia qui che lì, si sta peggio che in un paese tropicale, se è vero quello che molti mi hanno detto di temperature italiane sopra i quaranta gradi. Beh, sappiate che qui non va mai più su di trentadue.

Domani continuaremo negli stessi settori.

La missione di Santa Margarita è continuata nel settore San Ramón.

Grazie a un giro che avevo fatto ieri per rendermi conto della consistenza di un gruppo di case lontane che non avevamo mai visitato, oggi abbiamo potuto visitare ed evangelizzare quel settore, che si chiama Barrio Norte. Quattro coppie di missionari, sei oranti e un ministro sono stati là, e la celebrazione è stata partecipata in maniera migliore di come ci si sarebbe aspettati.

Adesso l’idea è di andare almeno una volta al mese a fare una celebrazione in quella zona. Antonia, la responsabile di settore, se n’è innamorata, e sicuramente porterà avanti il discorso!

La Missione Parrocchiale è cominciata nel settore San Ramón di Santa Margarita e nel settore Espíritu Santo della Divina Misericordia.

In tutti i centri di accoglienza si è vista gente vecchia e gente nuova. Ho speranza che vedremo un bel po’ di gente avvicinarsi alla chiesa!

Oggi le coppie di missionari erano più di trenta in tutte e due le parrocchie. Un bel dono del Signore, visto che l’anno scorso erano cinquanta in tutto!


Suor Modesta con Mayra

I responsabili della pastorale giovanile hanno terminato il bivacco, che si è svolto a La Rosa, il campo di cui è originario Marcial, e dove vivono ancora adesso i suoi genitori e buona parte dei suoi familiari.


don Paolo con Virginia e Taína

Abbiamo fatto la Messa finale stamattina alle undici. Oltre ai nostri giovani c’era un bel gruppo di gente della comunità, praticamente solo donne e bambini, con una buona presenza di giovani.

M’è spiaciuto che, nonostante fosse la festa del papà, c’era un solo uomo del paese.

4:39 pm

Día del padre

Oggi in Repubblica dominicana è la festa del papà.

In chiesa lo vediamo perché vengono più uomini, e anche perché molta gente fa dire una messa per il papà defunto.

A Santa Margarita c’era un bel pienone, e anche alla Divina Misericordia.

4:38 pm

Messa di invio

Nella Messa di stamattina abbiamo fatto l’invio dei missionari e degli oranti della missione parrocchiale.

Gli oranti mi sono sembrati meno di quello che pensavo. Evidentemente la maggior parte di quelli che hanno partecipato al momento di formazione di venerdì scorso erano della Divina Misericordia.

Invece si sono visti tanti missionari, dovrebbero essere più di 65, cioè dovremmo poter formare almeno una trentina di coppie.

Domani appunto cominceremo, visitando le famiglie del Cazabes, che è il campo di dove è suor Cristina.

Invece alla Divina Misericordia c’era don Lorenzo a presiedere l’Eucaristia, ha fatto lui l’invio dei missionari e degli oranti. Loro cominceranno dal settore Espíritu Santo, nel barrio del Chimbú.


Yolanda con Rosanna

“Come guidare un gruppo giovanile” è stato il tema dell’istruzione che ha dato Yolanda, una giovane che lavora nella Pastorale Giovanile Diocesana, ai nostri responsabili riuniti al bivacco.

Il contenuto è stato ben solido, e i ragazzi l’hanno percepito. Credo che quelli che ancora non stanno lavorando con un gruppo giovanile hanno ricevuto le nozioni fondamentali per iniziare un lavoro.


Il gruppo dei presenti al taller de líderes

Sono stato stamattina al bivacco dei responsabili della pastorale giovanile, dove ho fatto una catechesi sui simboli del cristianesimo.

Gli ho messo dentro un po’ di tutto, dai simboli paleocristiani delle catacombe fino a quelli moderni (Sacro Cuore di Gesù, immagine della Divina Misericordia).


Taína prende benevolmente in giro suor Modesta che ha un braccio a riposo

Nel discorso mi sono lasciato andare ad alcuni excursus su temi di storia della chiesa, in particolare con relazione al protestantesimo, ed è stato quello che ha reso più interessante la cosa.

Stanno partecipando al bivacco anche suor Modesta e suor Blessila. I giovani sono una quindicina, accompagnati da Marcial.

Oggi pomeriggio ho avuto la formazione degli oranti, che nei giorni della missione staranno nei centri di accoglienza a pregare per missionari e destinatari della missione.

Erano tutti insieme delle due parrocchie, e in tutto avevo circa 150 persone. Pieni di entusiasmo, decisi a pregare. Ho fatto loro una catechesi, l’ho messi a lavorare in gruppo, e abbiamo concluso con un’oretta di adorazione eucaristica.

È stato un piacere per me dare questa formazione, hanno fatto venire più voglia di pregare anche a me!

Con i nuovi Animatori di Assemblea abbiamo fatto la prova di lettura.

Visto che dovranno leggere il vangelo e spiegarlo, ho ritenuto importante precedere la spiegazione sulla predicazione con quella su come proclamare la Parola di Dio.

Così, dopo un’introduzione generale, siamo passati alla prova pratica di una prima lettura e di un salmo. I laici avevano ricevuto la settimana scorsa una fotocopia perché se la potessero provare bene a casa. Qualcuno l’ha fatto, altri non hanno gli occhiali, altri avevano perso foglio, ecc. La metà dei laici presenti ha una lettura discreta, gli altri francamente stentano.

Li ho scelti, nonostante sapessi di questa limitazione, guardando più alle qualità delle persone che a questa specifica capacità.

9:59 pm

CPM

L’incontro del CPM di stasera verteva su Efesini 5,21ss, che è l’insegnamento di san Paolo sul matrimonio come imitazione dell’amore di Cristo per la chiesa e della sottomissione della chiesa a Cristo.

Abbiamo cercato di far capire, sulla scia di quello che dice Giovanni Paolo II nell’enciclica Mulieris Dignitatem, che il v. 21 (sottomettersi reciprocamente per amore a Cristo) è la chiave interpretativa di tutto il resto. E sembra che ci siamo riusciti.

Benvenuta di nuovo tra noi, Sandra! Ci fa molto piacere averti nella missione, vedere il tuo sorriso, ascoltare la tua voce sempre attenta.

Buona permanenza!!!

Oggi, al secondo incontro di formazione dei missionari, avevo una cinquantina di laici.

In tutti quelli che hanno dato la loro disponibilità sono circa 67, ma non so se tutti effettivamente porteranno avanti il lavoro.

Sono rimasto ben impressionato, oltre che dal numero, dall’amore con cui si sono preparati oggi pomeriggio.

Ho presentato loro alcune caratteristiche del servizio missionario di Gesù così come traspare dai vangeli. Poi ho dato loro venti minuti per riflettere su quello che gli si è detto, con alcune domande-guida. L’ultima domanda verteva sulla possibilità di essere inviati a fare vita da missionari in un altro paese. La maggior parte si sono detti disponibili. E non era per l’idea di venire in Italia: la prima cosa che mi ero preoccupato di dire loro è che i missionari vanno sempre a una situazione e a un luogo più povero di quello in cui vivono.

Dopo questa introduzione, abbiamo preso visione insieme del foglio del messaggio che sarà consegnato durante la visita, e poi ho ancora detto qualche parola su quello che è il kerigma e su quello che significa.

Abbiamo concluso con un’oretta di adorazione eucaristica.

9:51 pm

Santa Cristina

Oggi è l’onomastico di suor Cristina. Augurissimi!!!!

Già ieri sera ho ripreso il “lavoro”, con la Messa della sera nella cappella del barrio.

Stamattina le due Messe a Santa Margarita. La prima mi ha stancato più della seconda, ma mi sento di dire la terza stasera.

Stamattina avrei dovuto andare a Duquesa, ma ho rinunciato per due motivi:

  • perché alla Messa dei giovani avevamo l’accoglienza dei giovani del campo adolescenti
  • per il clima caldo che c’è a Duquesa: in conseguenza del furto del tabernacolo, due settimane fa la polizia ha messo dentro per due giorni due o tre dei capi della nazione di là, e a quanto mi hanno riportato quelli che ci vivono, non sarebbe stato prudente andare in questa circostanza, meglio lasciar passare almeno un mesetto perché si calmino le acque.

Al tornare a Santa Margarita dopo i tre giorni di mal di gola e febbre ho potuto vedere come rende l’alloggiamento per il tabernacolo: c’è adesso un piccolo vano, che sarà protetto da sbarre di ferro, e che è incorniciato da due colonne e da una trave superiore, in maniera che dà l’idea di una custodia.

Nonostante sia ancora di intonaco grezzo, dà già un’idea. Appena sarà pronto vi metterò la foto


Marcial con alguni dei giovani del campo; dietro si vede Taína

Lorenzo ha fatto oggi pomeriggio la Messa di chiusura del campo adolescenti.

È rimasto stupito dalla loro attenzione. Così come ero rimasto stupito anch’io quando ho fatto la conferenzina d’inizio sull’amore.

Sono rimasti tutti contenti e soddisfatti.

Domani hanno la gita finale a Juan Dolio.

9:55 pm

Febbre

Stamattina Teófilo ha fatto una conferenza molto bella ai giovani del campo adolescenti, presentando la famiglia in chiave esperienziale.

Da parte mia però sono fermo in casa per una laringite con febbre.

Oggi pomeriggio ho dovuto affidare a Jacinta la formazione dei missionari della prossima missione parrocchiale.

In compenso ho potuto mettere a punto la lettera mensile a tutte le famiglie e passarla a Edilenia perché la inizi a stampare.

Domani spero di stare meglio, ho la Messa al campo adolescenti.

Oggi è cominciato il campo adolescenti.

Sono una novantina di adoscenti delle due parrocchie. Durerà tre giorni, più l’ultimo giorno di gita, e si sta facendo nel Parco Nazionale Mirador Norte, a dieci minuti dalla parrocchia.

I ragazzi pagano una quota di 150 pesos, che copre il trasporto e il mangiare del mezzogiorno.

Con loro lavorano sette o otto responsabili, mi sembra con molto amore.

Grazie, Signore!

10:04 pm

Oculista

Forse siamo riusciti a trovare l’oculista! Reny è andata a girare i vari posti dove fanno la specializzazione, e ce n’ha mandato uno.

È un tipino abbastanza giovane, volenteroso, mi ha fatto una ottima impressioni.

Siamo rimasti d’accordo che valuteremo altri possibili candidati, e che nel giro di quindici giorni gli farò sapere.

Grazie, Signore!!!

Con Lorenzo stiamo cercando di realizzare la connessione a terra dell’impianto elettrico della casa. Quando la casa è stata costruita hanno messo tutti i fili di terra, ma non l’hanno collegati a terra. Sigh!

E probabilmente questa è una delle cause per cui ci si sono rotti cinque apparecchi della nuova centrale telefonica.

Ho dovuto fare oggi vari giri in città: ho riportato l’inversore delle suore dove l’avevano riparato, perché continuava a dare problemi; ho poi dovuto fare un salto in banca dietro all’aggiustamento delle firme nei conti, e a farmi cambiare gli apparecchi VoIP che si sono rotti.

Oggi non abbiamo avuto niente di speciale in parrocchia.

Per la gente la domenica è il giorno della famiglia, molti ricevono visite di parenti e amici. Succede spesso che dei parrocchiani si programmano per venire alla messa del pomeriggio, e non possono perché i visitatori li “bloccano” in casa.

Oggi è un giorno tranquillo, me la prendo comoda.

Abbiamo fatto stamattina la consueta riunione di verifica e preparazione del corso di preparazione al matrimonio, e fino a stasera non ho altri impegni che preparare la Messa festiva di domani.

Nella riunione di stasera della pastorale giovanile abbiamo parlato di varie cose successe prima o durante il campo bambini che hanno provocato malessere nei responsabili.

Ho dovuto fare forza perché si portassero a galla le cose, da parte di qualcuno c’era un rifiuto. Qualcosa abbiamo chiarito, qualcosa no.

Ho da parlare in privato con vari di loro, perché ci sono atteggiamenti poco positivi.

Abbiamo portato avanti la preparazione poi del campo adolescenti, che sarà la settimana prossima, da mercoledì a sabato, e del campo responsabili, che sarà a fine mese. È quasi tutto pronto.

Hanno finalmente aggiustato l’inversore della casa delle suore. Da tre giorni erano al buio quando di sera non c’era luce.

La rottura di questo inversore è parte di qualcosa di strano, perché negli ultimi quindici giorni ci si sono rotti o hanno presentato anomalie anche due dischi di due pc, e quattro apparecchietti di voip. Sono portato ad attribuire la cosa alla messa in funzione della sottostazione elettrica, nella quale scorrono da quindici giorni 169 kV!

Ho presentato la situazione a vari tecnici dell’impresa elettrica, escludono nella maniera più assoluta che ci possa essere una relazione. Boh…

Abbiamo avuto oggi la riunione dei responsabili di settore delle due parrocchie per preparare la missione parrocchiale che comincerà il 31.

Ho preparato un foglio con specificate bene tutte le cose da fare e da preparare, in maniera che in ogni settore preparino tutto il necessario: équipe di accoglienza, di animazione, di preghiera, e in ogni settore uno o due laici che daranno una piccola testimonianza di come hanno conosciuto Cristo.

Faremo la Messa con l’invio di missionari e oranti la domenica 30. E a partire del giorno seguente avremo tutti i pomeriggi l’evangelizzazione: preghiera comune, visita due a due a tutte le famiglie, Messa di accoglienza verso le sette di sera, nella quale si farà l’invito a partecipare alle CEBs (comunità ecclesiali di base).

Ogni giorno visitaremo la metà di un settore, in maniera che i cinque settori delle due parrochie saranno completati in due settimane (la missione è solo da lunedì a venerdì).

Dopo la missione cominceremo la preparazione del nuovo Ritiro di Evangelizzazione, a cui invitaremo le persone che stanno già facendo un cammino di chiesa.

Sono stato oggi pomeriggio a celebrare Messa a Hato Viejo.

È un campo a 30 km da Santo Domingo. Il parroco è padre Cecilio, che è prete da due anni e che quando era seminarista veniva a fare pastorale nella nostra parrocchia. Visto che celebravano la novena della festa patronale mi ha invitato a presiedere la messa di un giorno della novena.

Ho fatto il viaggio, accompagnato da Pepe e da Willy, uno dei nostri seminaristi, sotto un’acqua battente.

La Messa è stata in tono minore, perché il settore a cui toccava animarla è dall’altra parte di un torrente che passa vicino a Hato Viejo, e non essendoci un ponte vero e proprio l’acqua alta del torrente non ha lasciato passare nessuno. In qualche maniera però la Messa l’abbiamo fatta, qualcuno a qualche maniera ha fatto i canti, e io ho provveduto nella omilia a motivare il lavoro del terzo piano pastorale diocesano.

Una cosa che mi ha colpito è stata la presenza della regina e della vice regina. Si tratta di due adolescenti del paese, scelte per la loro serietà. Tutti i giorni della novena presenziano con un vestito bianco e una fascia rossa a tracolla, e con una specie di corona in testa. Secondo quello che mi spiegavano è una forma di dare forza ai valori che queste giovani vivono. Tutti gli anni si scelgono diverse regine e vice regine.

Hato Viejo è anche il posto dove viveva Mamá Tingó, una donna che, in una circostanza in cui un uomo del governo voleva prendersi la terrra dei contadini, è stata in prima fila della resistenza dei contadini stessi, al punto che l’hanno ammazzata. Un busto nel mezzo del paese (mezzo maltrattato dalle intemperie purtroppo) ricorda la sua persona. Vicino a Santa Margarita vive sua figlia Juana, che è anche lei una persona impegnata nella lotta per i diritti della comunità.