7:28 pm

A Higüey

A Higüey con Carmen, Fabrizio, Sabrina e FranciscoPellegrinaggio parrocchiale di Santa Margarita a Higüey, oggi. Hanno partecipato anche Carmen e Fabrizio e Sabrina, con il loro piccolo Francisco.
In fase di preparazione c’è stato uno sbaglio mio che ho tardato troppo a promozionarlo, e così la partecipazione è stata scarsa, abbiamo riempito un solo pullman.

In compenso, la Messa là è stata ben significativa. Ci siamo ritrovati nel santuario della Madonna dell’Altagrazia insieme a altre cinque parrocchie di Santo Domingo, con i rispettivi parroci. Alcuni di loro era abbastanza tempo che non li vedevo, ed è stata una cosa molto positiva. Al momento dell’omelia, poi, il primo celebrante ha posto tutti gli altri a dire un pensiero, e ne sono venute fuori riflessioni molto belle.

E poi al momento della consacrazione lo stesso primo celebrante ha fatto una preghiera di guarigione per tutti gli infermi, che è stata sentita molto da tutti.

A Santa Margarita abbiamo avuto la prima riconciliazione.

Purtroppo assomiglia molto a un campo di battaglia: più morti che vivi. Voglio dire che sono più i bambini che non hanno potuto ricevere il sacramento che quelli che l’hanno ricevuto.

Un buon numero perché non hanno consegnato il certificato di battesimo. Altri perché i genitori non si sono visti agli incontri per loro. Altri ancora perché gli stessi bambini non hanno ricevuto la catechesi preparatoria.

Ci saranno degli incontri di recupero, spero che riescano a ricevere il sacramento tutti.

Un bel ritiro di Quaresima quello di oggi a scuola!

Oltre a me, hanno proposto le loro riflessioni il padre Francesco, curato delle parrocchie di Santiago el Menor e Nuestra Señora del Amparo, napoletano, e il padre Isidro, parroco delle stesse parrocchie.

Oltre a toccare il significato della Quaresima come tempo forte, le riflessioni si sono centrate sulla lettera del Papa (“Guarderanno a colui che hanno trapassato”) per la quaresima, e sulla comprensione della stessa come tempo per scoprire e celebrare l’amore di Dio.

Ho visto in vari il proposito di sforzarsi di più per partecipare a Messa. Ed è stata la cosa che più mi ha dato gioia!

Grazie, Signore!

I genitori dei bambini che faranno la prima riconciliazione hanno avuto stasera il loro secondo incontro.

Sono occasioni preziose per parlare loro di alcuni aspetti fondamentali della vita cristiana.

L’incontro è una via di mezzo tra un annuncio kerigmatico, una conferenza sull’educazione dei figli e una catechesi morale.

Partecipano soprattutto le madri, si fa esigenza ai papà di partecipare, ma non è facile, sia per il lavoro sia per il menefreghismo.

Veniamo da cinque giorni praticamente “isolati” dal mondo, almeno per quanto riguarda internet.

Un guasto a un’apparato del Ministero dell’Educazione (che ci fornisce la connettività), avvenuto nella notte tra venerdì e sabato, è stato, a quanto sembra, duro da risolvere: soltanto adesso è stato risolto.

Ho un po’ di giornali arretrati da leggere, e anche un po’ di cose arretrate da scrivere qui.

9:30 pm

Senza internet

Siamo ancora senza internet (queste righe l’ho scritte alcuni giorni dopo e ho cambiato la data).

E comunque non è successo niente di significativo da nessuna parte. Lavori di routine.

Da oggi abbiamo in casa tre persone in più: Fabrizio e Sabrina, giovane coppia della provincia di Torino, con il loro piccolo Francisco.

La ragione per cui sono arrivati da noi è che sono da dicembre in Repubblica Dominicana per un’adozione internazionale.

Hanno ricevuto il bambino già prima della fine dell’anno, per la convivenza di legge, che qui è prevista di sessanta giorni.

E di fatto sono felicissimi di Francisco, un moretto di nove mesi (sette quando l’hanno ricevuto), che con tutta probabilità sarà effettivamente loro figlio adottivo tra un mesetto.
Le cose poi si sono allungate più del previsto, e allora giovedì scorso ci hanno contattati per chiedere un aiuto con le pratiche di adozione. A quel livello in realtà non possiamo aiutarli, però abbiamo deciso di proporre loro di venire ad abitare da noi in maniera che sentano per lo meno l’appoggio umano e cristiano.
E così oggi hanno fatto trasloco da noi. Soprattutto con la compagnia di Francesco e di Carmen respirano un’aria più di famiglia. Prima vivevano in un residence per turisti dove erano soli tutto il giorno, e in realtà Sabrina era un po’ provata psicologicamente.

Oltre a loro, anche noi ci sentiamo una comunità più completa. I sorrisi di Francisco allietano tutti, e tutte le sere ci riuniamo per recitare insieme la preghiera della Compieta. Un elemento in più di serenità, grazie a Dio!

Yury e Fanny il giorno del loro matrimonioOggi pomeriggio si sono sposati Yury e Fanny. Yury è il fratello di suor Cristina.

Da vari anni lo stavano pensando, ma erano sempre indecisi (a quanto hanno spiegato) per il discorso delle spese. Finché lo Spirito Santo ha fatto capire a Yury che non potevano mettere il discorso spese davanti a quello del matrimonio.

Foto di gruppo dopo il matrimonio di Yury e FannyE così, al finire il corso di preparazione a metà gennaio, hanno detto che si sarebbero sposati il mese dopo. E così è stato. Anzi, si sono trascinati dietro anche un’altra coppia, un po’ più matura di loro, Pedro e Lin.

La celebrazione è stata bellissima, se la sono goduta anche Carmen, Taína e tutte le nostre suore!!! Ovviamente c’erano anche, elegantissimi, i quattro figli di Yury e Fanny!

E non solo! Varie altre coppie si sono entusiasmate, e adesso mi stanno facendo pressione per fare alla svelta un’altro corso di preparazione! Da cosa nasce cosa!

Grazie, Signore!!!

I partecipanti al ritiroIl secondo giorno del Ritiro di Evangelizzazione si è aperto, al solito, con la liturgia penitenziale. Una liturgia sui generis, perché si fa come divisa tra la prima e la seconda domenica. Durante la settimana i partecipanti fanno il dialogo con il loro “pastorello”, si confessano, e all’inizio della seconda domenica la celebrazione.Un’altra cosa significativa, è che questa liturgia è strutturata come un rinnovo del battesimo, con la rinuncia a Satana e tutte le sue opere e con il rinnovo della professione di fede.

Un altro elemento bello è poi la preghiera per la guarigione da tutti i rencori del passato, cominciando da quello che possono averci fatto nostro padre e nostra madre, passando per maestri ed educatori, fino ad arrivare alle relazioni adulte a livello di vita di coppia e di lavoro.

E, dopo i vari temi del giorno, incentrati sulla signoria di Gesù nella propria vita e sul dono dello Spirito, la liturgia di consacrazione alla fine della giornata: quest’ultima ha il significato di pregare su ognuno perché si rinnovi l’effusione dello Spirito Santo. È preceduta da un momento di preghiera intensa, e produce a tutti un’intensa gioia spirituale.

Nella Messa finale ognuno dei partecipanti è accolto dai suoi familiari, e riceve da essi un significativo regalo: un mazzettino di fiori, segno della vita nuova che ha iniziato a vivere. A quanti hanno espresso durante il ritiro segni significativi di cambio si chiede di dare un piccolo testimonio. A me quello che più colpisce è, più che le testimonianze, che pur sono molto belle, vedere le facce degli altri che hanno vissuto la stessa esperienza: la qualità del loro sorriso esprime una partecipazione intensa e senza parlare è come se dicessero: “Quello che sta dicendo lui (o lei) l’ho vissuto anch’io”.

Adesso ci rivedremo sabato pomeriggio con tutti i partecipanti: lì c’è spazio per testimonianze un po’ più dettagliate, e una cetechesi apposita introduce le dodici settimane della catechesi fondamentale su discipolato e vita di comunità.

Ultimo round di confessioni dei partecipanti al ritiro di evangelizzazione, questa volta a Jacagua.

Tre ragazze giovani, e varie signore mezze giovani e di mezze età. Con abbastanza voglia di camminare con il Signore, tutte quante.

Alcune sere di questa settimana le dedico a confessare la gente che sta facendo il Ritiro di Evangelizzazione.

È un momento veramente bello, perché tutti arrivano al sacramento (o al dialogo, quelli non pronti per ricevere la assoluzione) con una disponibilità straordinaria al Signore. Vedo una disponibilità a cambiare non comune, che è fonte di gioia per loro e anche per me.

È una delle gioie più belle del mio ministero qui! Grazie, Signore!

L’elettricista mi ha fatto alcune modifiche al circuito della scuola e alle lampade esterne in maniera che la strada davanti alla scuola rimanga perennemente illuminata dall’energia fornita dagli inversori nuovi che ci ha installato l’INDOTEL.

Insieme ad alcune altre piccole modifiche, tra qualche giorno siamo in condizione di non dover più accendere il generatore elettrico per il turno serale. Con tutto beneficio dell’economia della scuola. E grazie allo stato dominicano! E, soprattutto, grazie al Signore che ci ha aiutati a pensare e a realizzare ciò!

Il catecumenato dei bambini del catechismo (sono catecumeni quelli che si preparano al battesimo) è iniziato stasera con la corrispondente riunione dei genitori.

Hanno partecipato più del 60%, un dato confortante considerando che a Messa vengono solo il 5% della popolazione. Voglio dire che di tutti questi genitori che sono venuti alla riunione forse il 30% viene a Messa tutte le domeniche.

Il cammino catecumenale continua con le sue tappe di catechesi (la spiegazione dei vari aspetti del battesimo) e liturgiche (entrata al catecumenato, scrutini, unzione dei catecumeni, ecc.). Cerchiamo nel limiti del possibile di rendere partecipe tutta la comunità del cammino di questi bambini!

Visita mattutina al Ministero dell’Educazione, per verificare con un’assistente del ministro lo stato della nostra richiesta di assunzioni.

Come sapete la nostra scuola è sostenuta dallo stato, che paga la gran maggioranza dei maestri. Ciò è voluto a livello di scuola primaria, dove il carattere pubblico della scuola (che però appartiene alla Chiesa) richiede che tutto il personale sia assunto dallo stato. Cosa che non è mai vera al 100%, perché se lo fosse oggi, probabilmente non lo sarebbe più l’anno prossimo, visto che con 80 persone che lavorano ce n’è sempre qualcuno che se ne va, che si pensiona per malattia, che ascende, ecc. E quindi tutti gli anni bisogna presentare la lista del personale ancora non assunto e chiedere che lo stato lo assuma. Se smetto di fare questa pressione mi aumenta la quota di personale non assunto – a cui diamo un mezzo stipendio da quanto si raccoglie dalle famiglie – e mi diminuiscono le risorse per la manutenzione della scuola.

A livello di liceo abbiamo scelto invece di non essere una scuola pubblica, ma semi privata. Ciò perché nel caso di assumere la modalità pubblica avremmo dovuto in ogni caso pagare una buona fetta del personale (perché lo stato normalmente assume con il contagocce), e anche per avere maggiore autonomia nei confronti dello stato e del sindacato dei professori, e poter offrire un’educazione migliore.

Mi direte: ma come, da Genova non arrivano offerte anche per la scuola? Sì, ma personalmente sono contrario a usarle per questioni di amministrazione ordinaria. E questo per evitare derive assistenzialiste. Di fatto già dal 2000 ci siamo organizzati chiedendo alle famiglie una collaborazione mensile, che è stata fino all’anno scorso un massimo di 50 pesos (equivalenti a 1,25 euro), e che adesso abbiamo portato a un massimo di 100 pesos (2,5 euro) perché l’inflazione, superiore al 100% nel complesso degli ultimi 3 anni, ci aveva reso impossibile coprire le spese. Per avere un’idea del valore dei soldi, sappiate che qui una birra costa un euro. E nessuno se la nega in un fine settimana.

Nel liceo poi le offerte concorrono a formare le borse di studio. Senza borsa di studio la retta è di 290 pesos mensili (circa 7 euro), con la borsa di studio è la metà o zero, dipendendo dai casi. Quest’anno il totale delle borse di studio è stato di 4,000 euro.

Così, vi dicevo, l’amministrazione ordinaria è tutta portata avanti con i contributi delle famiglie, che vengono in questa maniera aiutate a valorizzare il lavoro che la scuola fa per i loro figli. E non si rischia che, se Genova se ne va dal Guaricano, la scuola smetta di funzionare.

Le offerte di Genova le abbiamo usate anche, ultimamente, per potenziare la struttura. Così nel 2002 abbiamo aggiunto un salone e sette aule, nel 2004 il sotto tetto con un’altra area ampia e due aule, e nel 2005 i laboratori. In tutto sono stati spesi in questi lavori qualcosa come 300,000 euro (la Regione Liguria ha collaborato con 35,000 euro nel lotto 2005). Una bella cifra, frutto dell’amore di moltissimi di voi che ci sostenete con le adozioni a distanza. E un investimento che mantiene tutto il suo valore lungo gli anni, e di cui la comunità di Guaricano si beneficerà perpetuamente. Facendo il conto, quei 300,000 – 35,000 euro corrispondono a 1,050 adozioni a distanza annuali!

Così, per tornare al titolo, sono stato ieri a spingere sulle nomine del personale ancora non assunto. Attualmente sono una quindicina di persone su un totale di circa 80. La funzionaria mi ha assicurato il suo interessamento, la devo richiamare i primi giorni della settimana prossima.

Nel frattempo vi chiediamo di aiutarci con la preghiera!

Ho risolto il problema del laboratorio di informatica levando da mezzo il disco SATA che ora so che è sicuramente danneggiato.

L’altro disco, che aveva prima soltanto i dati, adesso ospita anche il sistema operativo.

10:27 pm

San Valentino

Carmen in compagnia delle suorePer l’occasione della festa di San Valentino, che qui non è solo la festa degli innamorati, ma la giornata dell’amore, una bella delegazione di Santa Margarita è venuta a farci una bella sorpresa a casa. Dopo pranzo, quatti quatti, si sono presentati con gelato e torta gelato, ci hanno “costretti” a mangiarlo con loro.

Taína e Raquel, il sorriso della vittoria (sul gelato)Naturalmente c’erano anche le aspiranti, le quali si sono unite volentieri alla “penitenza”.

È stato un momento molto carino, che a dir la verità si ripete con gran piacere nostro e delle suore tutti gli anni.

Grazie, Carmen, Bilma, Tatá, Marcial, Germania, Jacinta. E grazie anche a te, Signore!

È da tre giorni che tento di far ripartire il server del laboratorio di informatica, ma non ci sono ancora riuscito.

Il fatto è che ho il sospetto che il problema sia nel disco SATA che si è danneggiato, ma le voglio provare tutte prima di buttarlo via (o provare a portarlo alla garanzia).

Per fare le cose meglio oggi pomeriggio ho iniziato a scaricare la ISO della versione nuova di Ubuntu, in maniera da far l’installazione più alla svelta! Domani la inciderò sul CD e vedremo se le cose mi vanno meglio.

Il gruppo della Messa dei Malati della Divina MisericordiaL’ultima Messa dei malati è toccata oggi pomeriggio alla Divina Misericordia.

La “chiesa” era strapiena, considerando che non era domenica. Come ai tempi di Gesù, tutto quello che sa di Messa di guarigione qui tira tantissimo. Vengono sempre tante persone, anche gente che non viene a Messa la domenica, a volte anche evangelici.

Hanno ricevuto l’unzione una quarantina di persone. Tutte sono state preparate da catechisti e animatori. Vari di loro era la prima volta che si confessavano.

Ho anche fatto alcune foto, che spero di aggiungere presto. È stata una trovata bella quella della foto finale, sembravano i bambini della Prima Comunione, sempre pronti a farsi fotografare!

Purtroppo vari inconvenienti elettrici hanno portato a una mezza catastrofe del disco rigido del server del laboratorio di informatica. Così ho dovuto passarmi la mattina a riformattare e reinstallare. E ancora adesso non ho ancora finito. Sto usando un tempo morto dell’installazione per dedicarmi al diario.

Spero di finire stasera. So che il Signore mi aiuterà!

Questa volta il Ritiro di Evangelizzazione è in stile più familiare: una trentina di persone in tutto dalle due parrocchie. Ma meglio così, si lavora meglio e si gestisce meglio il processo.

Il settore più rappresentato è San Ramón, con otto persone, seguito dall’Arca di Noè con sette. Grande assente il settore Espíritu Santo: una mancanza di coordinazione da parte di Bernarda, la responsabile di settore, ha fatto sì che la gente non venisse preparata.

A proclamare le catechesi sono stati Marcial, Matilde e Mirella. Carmen ha tenuto insieme il tutto.

Il Ritiro continua con i dialoghi con i “pastorelli”, che verranno fatti in settimana, e con la confessione (sacramentale, per chi può): ciò prima del domingo prossimo. Infatti la prima domenica è in vista del consegnare la nostra vita al Signore in un cammino di liberazione dal peccato (Battesimo), mentre la seconda domenica è per rinnovare il dono dello Spirito Santo (Confirmazione). Tra tre mesi, poi, il Ritiro Eucaristico permetterà di rispiegare e rimotivare l’esperienza dell’Eucaristia.

Il mio lavoro, quindi, continua in settimana: ho messo tre momenti, uno a Betania, uno alla Cappella san Francisco, e uno a Jacagua. Perché tutti possano confessarsi comodamente. È il mio servizio. E lo faccio volentieri!

Oggi abbiamo avuto la Messa per la Giornata del Malato nel settore san Ramón, futura parrocchia di Santa Virginia.

Buona la partecipazione, e come sempre c’era parecchia gente che non è granché di chiesa, ma che accorre quando sentono parlare di Messa di guarigione. Ne approfitto per spiegare che la fede in Dio non può essere soltanto questione del momento in cui si ha bisogno di una mano.

C’era anche la gente del settore, una decina, che domani inizieranno il Ritiro di Evangelizzazione.

La Messa dei malati di oggi pomeriggio a Santa Margarita è stata celebrata da don Lorenzo, io mi sono limitato a concelebrare tranquillo per il persistente stato d’indisposizione. E mi sono dedicato a confessare, prima della Messa e anche quando stava cominciando.
Molta gente ha partecipato. La comunità si è attivata con molta gente che faceva la spola portando i malati. Un terzo di quelli che ha ricevuto l’unzione non camminava. C’era anche Santana, l’uomo de La Mina in carrozzella a cui don Fully & C. hanno aiutato a ricostruire un pezzo di casa.

Domani la Messa dei malati tocca nel settore san Ramón, e lunedì alla Divina Misericordia.

11:51 am

Indisposizione

Piccola indisposizione, già da ieri, con l’intestino in subbuglio. Mi sento debole ed ho un po’ di febbre. Spero di rimettermi in sesto presto.

Oggi pomeriggio abbiamo la messa dei malati. Mi sa che andrò come malato!

All’avvicinarsi della Quaresima cominciami anche i cammini di preparazione immediata ai sacramenti.

Stasera è toccato ai genitori dei bambini che faranno la prima riconciliazione. Mancavano una parte, ci dev’essere stato un fallo nella comunicazione ai catechisti. Sabato pomeriggio i bambini avranno il primo incontro per loro.

La comunità intera mi ha fatto sentire il calore del suo affetto, in occasione del mio compleanno.

A Messa ho ricevuto abbracci a non finire.
A scuola sono stato festeggiato insieme a Maribel, la segretaria che adesso lavora come maestra.

Le suore mi hanno fatto una festicciola nel consultorio con i medici e il resto del personale.

Nidia e i professori del collegio mi hanno fatto un’altra festicciola-sorpresa.

E a pranzo avevo invitato Marcial, Edilenia e la stessa Maribel, e con loro ci siamo passati un bel momento pure lì.

Insomma, ho sentito un gran affetto. Ho lasciato casa, padre, madre e fratelli, ma ricevo davvero il cento per uno!

Non sono mancate le telefonate di tutta la mia famiglia.

E, dulcis in fundo, mi ha chiamato don Piero dal ritiro del clero di Genova e mi ha passato anche mons. Bagnasco!

Grazie, Signore!

Abbiamo fatto oggi pomeriggio un’oretta di preghiera in preparazione al Ritiro di Evangelizzazione, che comincerà domenica.

C’erano i proclamatori e i “pastorelli” (coordinatori di gruppo), e anche alcuni altri laici delle parrocchie. Abbiamo pregato perché sia una realtà la liberazione dal peccato e la vita nuova di tutti quelli che parteciperanno. Menzionandoli uno a uno, attraverso il canto li abbiamo presentati al Signore.
Alla fine, abbiamo pregato in maniera particolare per ognuno di quelli che faranno il servizio: dalla loro docilità allo Spirito Santo dipenderanno i frutti del ritiro.

Incontro dei genitori del liceoStamattina abbiamo avuto l’incontro di metà anno dei genitori del liceo.

Circa 120 i genitori presenti (in tutto dovrebbero essere sui 180), un numero soddisfacente considerando la gente che lavora e quelli che qualunque cosa fai non partecipano mai.

Da parte mia ho fatto un’istruzione mettendo in evidenza quattro aspetti della vita di fede, con una sottolineatura particolare sul fatto che la fede richiede la partecipazione all’Eucaristia.

Nei gruppi per classe, poi, hanno potuto approfondire in chiave più personale le idee trasmesse.

A tutto questo è seguita una recita fatta da una rappresentanza degli studenti: una famiglia “tipica” dominicana, con il padre ubriacone e la madre giovanissima che pensa solo a farsi bella, risultato, una figlia di sedici anni incinta e il maschio di 17 finito a fumare droga. La morale era chiara: non basta fare i figli, bisogna trasmettere loro valori solidi. Bravi, ragazzi!

La mattinata si è conclusa con la consegna delle pagelle, in maniera che ogni genitore si possa rendere conto perfettamente dei meriti e delle lacune dei figli.

Ultima cosa: abbiamo sottoposto a votazione gli indirizzi che avremo dall’anno prossimo, quando cominceremo a funzionare come politecnico: informatica e contabilità.

Carmen durante una pausa dell'incontro alla Escuela de EvangelizaciónC’erano con noi anche suor Modesta, che insegna Religione nel liceo, e Carmen, che, per l’occasione, ha fatto anche da bambinaia.

Compio oggi, 6 febbraio 2007, otto anni di servizio di parroco a Santo Domingo.

A volte mi domando se nel ’98 i miei superiori non sono stati un po’ incoscienti. Venivo tutto sommato da un’esperienza molto limitata: soltanto sei anni e pochi mesi di ordinazione, e un solo servizio, da viceparroco. Mi hanno mandato, ma a dire la verità le cose sono state più facili per loro perché io mi sono reso disponibile, proprio nel momento in cui i superiori volevano fare il cambio qui. Vedo un disegno della Provvidenza in questo: il viaggio in Tanzania a trovare don Leonard Teza nel luglio 1997 mi ha disposto al desiderio della missione, e poco più di un anno dopo ero già in viaggio per la Repubblica Dominicana!

Ricordo ancora quel 6 febbraio del ’99. Il cardinal Nicolás, arcivescovo di Santo Domingo, che è venuto a Santa Margarita per installare me in questa parrocchia e don Lorenzo come parroco di Santiago el Menor e Nuestra Señora del Amparo. Ricordo le prime prediche, con la lingua impastata nel parlare una lingua di cui non avevo padronanza…

Grazie a Dio il momento in cui ho preso la parrocchia coincideva con la preparazione della Gran Misión, la Grande Missione dell’Arcidiocesi di Santo Domingo in preparazione al Gran Giubileo dell’Anno 2000. Tutti i giorni alla fine della Messa recitavamo la preghiera composta dal cardinale per l’occasione. La Missione, e tutto quello che ha significato in quanto a momenti di formazione, conferenze, ritiri, mi ha dato la carica, e io ho cercato di trasmetterla alla parrocchia. In Santa Margarita si sono formati circa cinquanta missionari, che poi nell’anno del Giubileo si sono resi disponibili per le Missioni che si sono realizzate nelle varie zone dell’arcidiocesi. I missionari stavano fuori otto giorni, nei quali vivevano gomito a gomito con la comunità parrocchiale a cui erano inviati; di mattina visitando le famiglie che vivevano attorno al loro Centro di Missione, di pomeriggio e di sera realizzando gli incontri kerigmatici con bambini, ragazzi, giovani e adulti. E a fine luglio la missione è toccata anche a noi, ed è stata una gioia grande accogliere i sessanta missionari che ci sono stati mandati ed evangelizzare insieme a loro!

* * *

Il ricordo della Gran Misión mi riempie il cuore di ricordi grandi, ma mi aiuta anche a tematizzare che in questi otto anni ho imparato molte cose riguardo all’evangelizzazione.

Ho sperimentato prima di tutto nella pratica di tutti i giorni che l’evangelizzazione non è un momento ma un processo. Il contatto e il lavoro insieme all’équipe di servizio del SINE (Sistema Integral de Nueva Evangelización), arrivato alla Repubblica Dominicana dal Messico, mi ha aiutato a pensare e strutturare il processo-cammino di evangelizzazione della parrocchia, con le sue tappe necessarie:

  • la ricerca dei lontani, realizzata nelle missioni parrocchiali porta a porta e nelle visite individuali alle famiglie;
  • il primo annuncio o kerigma, realizzato concretamente nei Ritiri di Evangelizzazione;
  • l’accompagnamento catechetico, portato avanti nei cammini che seguono il Ritiro;
  • la vita di piccola comunità, fatta carne nelle Comunità Apostoliche;
  • le tappe sacramentali, vissute da quanti ancora non avevano celebrato il loro incontro con Cristo, con al primo posto l’Eucaristia domenicale, vero motore della vita parrocchiale;
  • l’impegno missionario degli evangelizzati, realizzato soprattutto nella visita mensile alle famiglie loro affidate.

Aggiungo a ciò quanto stiamo iniziando in questi mesi: il discepolato personale, che consiste nel fatto che ogni evangelizzato abbia un fratello un po’ più avanti nel cammino che lo aiuta a revisionare mensilmente i principali ambiti esterni della vita cristiana.

In secondo luogo, ho imparato ad applicare alla pratica pastorale il libro del Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti, che a Genova solo sapevo che esisteva perché me ne avevano parlato nel seminario, ma che non avevo mai avuto occasione di leggere e soprattutto trasformare in vita. Al trovarmi qui con adulti, giovani e bambini di tutte le età da battezzare, ho dovuto giocoforza studiarmi il RICA, domandare, informarmi, sensibilizzare, far capire che è possibile ripristinare il catecumenato antico. Ringrazio il Signore perché la comunità si è lasciata guidare, in questo come nell’altra questione difficile da trattare che è il battesimo dei conviventi. Anche su questo la comunità ha riflettuto, è arrivata a capire, e mi dà una mano adesso a spiegare che non si può ricevere il battesimo se si vive ancora una situazione di peccato.

Dentro a questi itinerari catecumenali ha rivestito per me un significato specialissimo il poter allestire una piscina battesimale nella quale immergere totalmente le persone che si battezzano. Dire loro “Io ti battezzo”, e sommergerli effettivamente, spingendo sott’acqua tutta la persona e vedendola riemergere, è per me un’emozione che tutte le volte si rinnova.

E ancora, all’interno dei cammini di preparazione ai sacramenti ho dovuto inventarmi sussidi di catechesi, che ho rivisto anno dopo anno, e che con gioia potrò lasciare a chi continuerà il lavoro.

Ancora, ho avuto la gioia di accompagnare la nascita e i primi passi di una nuova parrocchia, la Divina Misericordia, scorporata nel 2005 da Santa Margarita, nonché di accompagnare fino all’ordinazione diaconale il mio più diretto collaboratore all’interno di essa, Marcial. Ho visto un po’ come una partoriente e un po’ come un’ostetrica i primi vagiti della nuova parrocchia, l’ho aiutata a fare i primi passi e ad avere il coraggio di muoversi e di lavorare. E in questi giorni accompagno il processo simile della nascita della nuova parrocchia di Santa Virginia, in quello che è il settore San Ramón di Santa Margarita, e anche qui la prossima ordinazione diaconale di colui che mi aiuterà ad esserne il pastore, Juan Luis.

Infine, ho imparato a valorizzare la scuola come elemento del cammino di evangelizzazione. La grande opera iniziale di don Lino di far partire e di dare una buona colonna vertebrale alla scuola primaria mi ha permesso di guardare più avanti. Ho visto nascere la scuola serale e prendere forma più piena il liceo, ho visto rafforzarsi il cammino di chiesa di tanti maestri e bidelle, ho imparato a delegare funzioni. Ho imparato, aspetto su cui riconosco che ero carente, a trattare con rispetto tanti collaboratori (nella scuola ci sono ottanta persone che ci lavorano!), a incoraggiarli con amicizia e a riprendere con amore tanti piccoli difetti.

E soprattutto, lo Spirito del Signore ci ha guidati, tutta la comunità scolastica insieme, a strutturare momenti di formazione per le famiglie degli studenti. Da tre anni una volta al mese facciamo lezione ai genitori invece che ai figli! Con risultati incoraggianti e testimonianze preziose. Rimane nascosto nel mio cuore il sogno che il Centro Educativo si faccia espressione consapevole della comunità parrocchiale nel proporre un cammino di evangelizzazione diretta a tutte e ognuna delle famiglie dei nostri strudenti. Lo vedrò o non lo vedrò? non lo so, ma prego e lavoro perché ci si arrivi!

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Un secondo grande filone per il quale sento riconoscenza, nella tappa di questi otto anni, è la ricchezza di relazioni umane che ho potuto e posso vivere qui a Santo Domingo.

Non posso non ringraziare per l’accoglienza che ho ricevuto dai confratelli presbiteri dominicani. All’inizio sono stato soprattutto il padre Abraham Apolinario, che mi ha aiutato in maniera speciale a entrare in un tessuto parrocchiale scosso dalla partenza di don Lino, e il padre Ricardo Arias, da cui ho ricevuto assessoria continua per lo meno per due anni, per poter capire qualcosa della scuola che ho ricevuto in gestione e del ruolo che vi dovevo svolgere. Per non parlare poi dell’accoglienza sincera e sempre disponibile del cardinal Nicolás, della vicinanza del Nunzio Apostolico mons. Timothy Broglio, dell’affabilità sincera del padre Lorenzo Vargas e del padre Nelson Acevedo, e di tanti altri, che in mille modi mi hanno fatto sentire parte di questo presbiterio. Non ho perso la vicinanza dei confratelli del clero genovese, con i quali è sempre stata una gioia reincontrarmi tutti gli anni nei periodi di vacanze italiane, e ho ricevuto dal Signore nuovi confratelli nel presbiterato, nel contatto con i quali il mio sacerdozio è cresciuto e maturato.

Un altro dono specialissimo di questi otto anni è stata la fioritura di varie vocazioni dal tessuto della vita parrocchiale. L’inizio del cammino di suor Cristina, nel 2001, e poi da lì a poco l’entrata in seminario di Heriberto, mio figlioccio, nel 2003; e poi Willy, Miguel Ángel, Elvis, Franklin, Alex. Due di loro sono già al primo anno del seminario maggiore, mentre gli altri sono ancora al minore.

E come se non bastasse, il 2006 è stato l’anno dell’inizio dell’aspirantato di Taína e Yúdith, che mostrano segni di buona maturità umana, cristiana e vocazionale. Altre ragazze poi si stanno decidendo a iniziare lo stesso cammino, tutte con le nostre suore! E vedo che altri ragazzi e ragazze sono in ricerca. Non mi sarei mai immaginato tanta ricchezza di vocazioni! Veramente il Signore mi ha fatto vedere cose grandi!

E parlando di suore, sono stati otto anni di amicizia spirituale profondissima con le sorelle delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario. Camminare vicini ai passi di queste sorelle, e al tempo stesso con profondo rispetto, collaborando nella parrocchia, nel consultorio (ahimé, poco), nella scuola. E la mensa comune, dove si condividono le speranze e i timori, tutti i giorni, dove si scherza e ci si rende partecipi di quanto visto attorno a sé… È un’esperienza grande, della quale ringrazio profondamente il Signore! Ricordando in maniera specialissima suor Patrizia, che nel 2003 ci ha preceduti tra le braccia del Padre del Cielo, ma anche suor Valeria, suor Roberta (tornata a lavorare nella sua India) e suor Susanna. E senza dimenticare le sorelle che ho come compagne di viaggio oggi: suor Modesta, venuta qua insieme a me, suor Blessila, suor Cristina e suor Serafina. Ognuna di loro è specialissima ed un dono grande del Signore per me.

Per ultima, l’esperienza di vivere in comunità la fraternità sacerdotale. In questo sono stati o sono compagni di viaggio anzitutto don Lorenzo, che ha la mia stessa anzianità in terra dominicana, e che rappresenta per me più di un fratello, don Franco, don Piero. Con don Lorenzo abbiamo condiviso la scoperta di questa cultura – non avevamo nessuno che ci potesse spiegare le cose in maniera più diretta – e di questa chiesa, del paese, dei costumi, dei limiti e delle ricchezze dei fratelli dominicani. Personalmente ho imparato con Lorenzo a condividere la passione per il lavoro pastorale, e ho sempre trovato in lui un collaboratore disponibilissimo.

E non è mancato l’appoggio, materiale e di vicinanza umana, di tanti fratelli e sorelle genovesi, don Piero, don Giandomenico e don Francesco al Centro Missionario, ma anche tanti altri che mi hanno sempre dato una mano. E tra tutti loro in maniera un’altra volta specialissima i vescovi che abbiamo avuto: il cardinal Canestri, vero padre quando ero a Genova così come quando mi ha inviato al Guaricano, il cardinal Tettamanzi, il cardinal Bertone con cui abbiamo avuto la gioia di condividere un’intera settimana di vita comune, e ora monsignor Bagnasco. Ognuno di loro è una perla specialissima in questi miei otto anni di servizio dominicano. E credo di poter dire che nonostante la lontananza fisica ho potuto parlare con loro molto più che altri confratelli di Genova.

* * *

Oggi, 6 febbraio 2007, queste povere parole esprimono la gioia di questi otto anni di servizio dominicano. Continua il servizio, in quest’anno che probabilmente è l’ultimo, e sono sicuro che continueranno i doni del Signore, insieme alle inevitabili prove. Sono un prete felice, e questi otto anni sono parte viva della mia felicità!

Grazie, Signore Gesù, mio Salvatore, e grazie a tutti voi!

Stamattina ho preso la palla al balzo di un raccontino trovato su un giornale locale e ho convocato nel mio ufficio tutti i direttori docenti, le segretarie e la responsabile del personale di appoggio (bidelle e portieri).

Il raccontino verteva su una qualità per essere supervisori: la gerenzialità, cioè il capire al volo le esigenze del proprio capo per raccogliergli le informazioni e muovere i passi che sono necessari.

Da lì siamo andati avanti sulle caratteristiche del rapporto superiore-subordinato.

Di fatto io sono il superiore di tutti loro, ma i direttori docenti sono miei subordinati e al tempo stesso superiori dei maestri, lo stesso che la responsabile del personale di appoggio è mia subordinata e superiora di bidelle e portieri.

Le qualità che sono venute fuori come necessarie in questo lavoro sono: l’umanità, l’autorità, la flessibilità da parte dei superiori, la capacità d’obbedire, la creatività, il rispetto da parte dei subordinati.

Le segretarie, poi, hanno potuto mettere in luce che la loro più grande virtù con la gente deve essere la pazienza, perché spesso si trovano a dover offrire il “muro di gomma” della gentilezza a tutti quelli che vengono a reclamare qualcosa.

E, nonostante piccoli difetti che abbiamo tutti, questa riunione mi ha fatto rendere conto una volta di più che ho attorno a me come stretti collaboratori persone in gamba e ben formate.

È una sicurezza, che mi sento “addosso”, e che mi fa sentire bene.

Grazie, Signore!

Carmen continua il suo impegno qui in missione.

Alla mattina fa da mangiare in cucina, a partire da metà pomeriggio visita le comunità di base e apostoliche sensibilizzando all’uso dell’ambulanza per portare all’ospedale i feriti.

E con suor Blessila amano farsi scherzi di tutti i tipi. La qual cosa ci mantiene allegri tutti!

… con una bella dormita fino alle 8, e poi vedere varie persone in parrocchia, con calma. Muovendomi a ritmo umano. Diversamente dai giorni della settimana, dove le cose si accavallano continuamente…
Grazie, Signore!

Il prossimo ritiro di evangelizzazione sarà domenica 11 e domenica 18 febbraio.

Di Santa Margarita ci saranno 16 laici, e 17 della Divina Misericordia. Dovrebbero esserci anche Elagia e suo marito, che sono i genitori di Káterin, una ragazza che sembra voglia farsi suora, e anche Dida, la mamma di Yúdith.

Oggi con Marcial, Carmen e Mirella (sono le incaricate dell’evangelizzazione rispettivamente di Santa Margarita e della Divina Misericordia) abbiamo messo a punto le ultime cose: l’équipe che porterà avanti il ritiro e quelli che collaboreranno con i vari servizi.

E la comunità tutta sarà coinvolta nell’adorazione eucaristica che si farà nella cappellina della scuola, a turno tutti i settori.

Insieme alla commissione di pastorale giovanile delle due parrocchie – sono in pratica i responsabili dei vari gruppi – abbiamo fatto un po’ di programmazione della prima parte dell’anno.

Ci sarà una prima convivenza per far incontrare i giovani dei vari gruppi, a fine mese.

In quaresima, un ritiro specificamente per i giovani.

In Settimana Santa, tre giorni di Pasqua giovanile.

La domenica dopo Pasqua, un concerto per i giovani.

E poi, in luglio, i campi estivi: dei bambini, che tentaremo di fare le due parrocchie separatamente, degli adolescenti, e poi il fine settimana per i responsabili.

Manca la proposta estiva per gli universitari, ma non è facile perché questi ultimi sono molto impegnati e non è facile beccarli.

Soprattutto per il campo bambini, i responsabili chiedono al Signore che qualche parrocchia di Genova si faccia solidale con loro e doni una piccola parte delle quote campi, magari un euro per partecipante, allo scopo di integrare il magro preventivo che si può fare con i soldi che possono pagare le famiglie.

Vi mettete anche voi a pregare con noi?

Una nuova comunità ecclesiale di base è stata ufficialmente inaugurata nel Cazabes con una solenne Messa.

C’era tutto il settore, da Antonia, la responsabile di settore, a Mariano e Esperanza, la coppia che animano quella comunità, a tutti gli altri fratelli impegnati del settore san Ramón. Non mancava una buona dose di vicini, che sono quelli che concretamente parteciperanno alla comunità.

La Messa è stata fatta in casa di Felicia, la mamma di suor Cristina, la quale ultimamente si è impegnata sempre più ed è una delle persone più presenti. C’erano anche vari dei suoi figli, ho visto in loro un certo desiderio di partecipare di più alla vita della chiesa. In tutti i presenti, poi, una bella allegria, alimentata ancora di più dal riso dolce con cocco offerto dalla famiglia ospite a tutti i presenti.
E dopo la Messa Antonia mi ha portato un po’ più in là, da una famiglia a cui si è “sposata” una figlia tre giorni fa. La mamma, che in realtà soffre di depressione, da tre giorni non fa che piangere. Credo che la cosa faccia parte del rito, al nono giorno lo stesso rito prevede che la figlia torni a casa e si riconcili con la famiglia.

E poi due confessioni volanti, sui gradini di accesso a un appartamento del primo piano, di fronte alla strada, con la polvere sollevata dalle macchine sulla vicina strada che ti si infilava da tutte le parti.

Mi sono visto stasera con i responsabili dei tre gruppi di preghiera carismatica delle due parrocchie. Questi gruppi sono relativamente giovani (qualche anno di vita), a parte uno che è dei tempi di don Lino.

È stata la prima volta che abbiamo fatto questa riunione. Ho approfittato, considerando i potenziali rischi dei carismatici, per analizzare insieme la forma in cui la chiesa vuole che funzionino i laici e i gruppi ecclesiali, e devo dire che ci sono soltante poche cosette da mettere a posto. Questi gruppi hanno un senso ecclesiale molto maturo, e collaborano attivamente nella vita delle parrocchie.

Le cose che ho dovuto richiamare sono fondamentalmente due:

  1. Che a predicare mettano prefenzialmente i ministri della parola istituiti dal vescovo.
  2. Che stiano attenti a non lasciarsi andare a uno stile di preghiera emozionale, come quando, in un gruppo in particolare, la lode si trasforma in un vociferare confuso e pieno di chiasso. Oltre ad essere uno stile poco bello, è una cosa che può far propendere la gente verso le chiese evangeliche, le quali hanno tutte questo stile chiassoso.

Per il resto sono molto contento di questi gruppi, e spero che possano moltiplicarsi, perché sono uno strumento formidabile per avvicinare persone al Signore!

Stamattino si è fatta più chiara la faccenda del terreno destinato alla comunità e venduto dal CEA, l’ente statale “padrone” della terra.

Al CEA abbiamo potuto appurare che hanno fatto tutto in apparente legalità, essendo loro (così ci hanno detto) i padroni della terra. Secondo loro la banca che ci aveva donato (o meglio, che ci sta donando) quel terreno in realtà non lo possiede.

Siamo quindi andati alla banca in questione, e ci è stato detto che sono assolutamente sicuri che quella terra è loro. E faranno una comunicazione formale al CEA per affermare questo possesso.

Tra una cosa e l’altra siamo stati in città dalle otto di mattina all’una. Con tanto di visita alla nostra banca, dove suor Serafina doveva fare una commissione.

Vi saprò dire come si evolve la situazione. Nel frattempo vi chiedo che vi uniate a noi nella preghiera perché tutto si possa risolvere per il meglio.

Il documento dei vescovi dominicani sull’iniziazione cristiana (vedi il post di ieri) mi ha generato una certa soddisfazione, perché è da qualche anno che nelle nostre parrocchie abbiamo adottato la struttura formativa del catecumenato non solo per gli adulti, ma anche per i giovani e i bambini.

In giro si vedono ancora i battesimi facili, soprattutto degli adulti, che in varie parrocchie vengono battezzati con pochi mesi di preparazione, senza attenzione né alla formazione, né alle motivazioni, né alla continuità del cammino. In particolare, una questione pastoralmente per niente risolta, è quella dei battesimi dei conviventi: molte parrocchie li fanno, considerando la buona fede dei richiedenti, mentre il Concilio Dominicano, dei primi anni novanta, lo esclude.

Un prete, per altro verso gran amico mio, dice chiaramente che il battesimo è un diritto e quindi lui lo dà a tutti!

A poco a poco le cose dovrebbero cambiare. Vent’anni fa c’era chi battezzava i bambini piccoli senza nessuna preparazione, oggi ciò non si vede più.

Come è ormai prassi tutti gli anni, in occasione del 21 gennaio, festa di Nostra Signora dell’Altagrazia, Protettrice del popolo dominicano, la Conferenza Episcopale Dominicana ha pubblicato una Lettera Pastorale, il cui tema è quest’anno l’Iniziazione Cristiana.

Il settimanale cattolico dominicano riportava oggi il documento in maniera integrale, e vi riporto qui una sintesi, perché possiate rendervi conto delle sfide che deve affrontare la chiesa dominicana.

Il documento inizia con un’analisi storica, mettendo in evidenza vari fattori che sono significativi ai fini della comprensione della situazione dell’Iniziazione Cristiana nel paese:

  • Anzitutto il fatto che nel paese c’è stata fin dall’inizio scarsità di sacerdoti e di catechisti, ed è stata la religiosità popolare quella che ha dato forma alla trasmissione della fede nella società dominicana.
  • Il fatto poi nei primi tempi dell’evangelizzazione del paese il battesimo era considerato importante non per motivi prettamente cristiani quanto per motivi più legati alla culturali soggiacente: per salvare i neonati dagli spiriti cattivi la gente praticava nelle case un simulacro del battesimo (popolarmente: echar agua, “versare l’acqua sulla testa”); a ciò non sempre seguiva il battesimo in Chiesa.
  • A partire dall’inizio del novecento è iniziata la formazione dei catechisti. In questo si è distinto un italiano, il padre Fantino.
  • Con il Concilio Vaticano II e con le Conferenze dei Vescovi Latinoamericani si è riscoperta l’iniziazione cristiana.

Il documento mette poi in evidenza alcuni aspetti di come si vive adesso l’iniziazione cristiana nel paese:

  • A tutt’oggi è ancora viva l’influenza del gesto dell’acqua amministrata in casa, e permane disinteresse da parte dei genitori per il battesimo e la formazione cristiana dei bambini. Generalmente poi si considera necessario per la vita cristiana soltanto il battesimo, e non si sente la necessità degli altri sacramenti.
  • Ci sono ancora molte persone senza battesimo, soprattutto nelle zone meno evangelizzate.
  • Molti hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione, ma non hanno ricevuto il kerigma e non hanno la formazione che permetta loro di applicare i valori cristiani alla vita quotidiana.
  • La formazione catechistica in generale è ancora molto carente.
  • Molte persone sono credenti per ragioni familiari o sociali, e partecipano solo raramente alle celebrazioni liturgiche.
  • Nel paese non si è ancora organizzato bene un processo adeguato di iniziazione cristiana sistematico e completo.

I vescovi mettono in evidenza nel cammino dell’iniziazione cristiana l’importante della prima tappa, quella del Kerygma, che include il primo annunzio del Vangelo e conduce alla conversione e all’entrata nella comunità. A essa devono seguire le tappe del Catecumenato, della Purificazione e Illuminazione, per arrivare alla pratica dell’impegno battesimale, che è per tutta la vita.

I vescovi invitano quindi il Popolo di Dio a mettere in atto il processo dell’iniziazione cristiana, così come quella formazione permanente che faciliterà l’incontro con Cristo e aiuterà nell’edificazione di comunità cristiane mature, all’interno delle quali sorgeranno i servitori del vangelo.

È importante quindi che le comunità cristiane diano testimonianza di una vita di fede fervorosa. Tutta la comunità è quindi soggetto della nuova evangelizzazione.

Le parrocchie debbono introdurre il catecumenato come cammino di preparazione al battesimo, con le sue tappe indicate nel rito. Per arrivare a ciò è necessario preparare adeguatamente i catechisti che prepareranno gli adulti, in maniera che siano capaci di accompagnarli e aiutarli a integrarsi nella comunità.

I vescovi ribadiscono l’obbligatorietà della catechesi per gli adulti e per i bambini che si preparano al Battesimo, alla Confermazione e all’Eucaristia; anche per quelli già battezzati è opportuno organizzare una formazione alla maniera del catecumenato.

È necessario perciò che la Commissione Nazionale di Catechesi elabori i sussidi per l’iniziazione cristiana, e per il catecumenato.

Il documento auspica quindi che il catecumenato diventi un elemento importante dell’impegno evangelizzatore e formatore delle comunità cristiane dominicane.

Grande Carmen!

S’è presa l’impegno di fare il giro di tutte le comunità di base e apostoliche delle due parrocchie per sensibilizzare al tema dell’ambulanza e distribuire volantini.

Avremmo potuto farlo nella Messa, ma francamente mi sfagiola di più questa maniera che è più personale, e che permette anche a Carmen di entrare in contatto con la gente.

I volantini che Carmen porta a tutte le comunità riportano il numero di telefono dell’ambulanza, e sono per attaccarli vicino alla porta di casa.

Grande Carmen!

È in atto un’invasione di alcuni terreni destinati a uso comunitario.

Il Banco Nacional de la Vivienda (Banca Nazionale della Casa), istituzione a partecipazione statale, ha dovuto affrontare nei due anni scorsi un conflitto con la comunità del settore Mirador Norte, a causa di alcune aree verdi che erano destinate a quel settore e che la banca si è “prese”, secondo loro in maniera legale. Per risolvere il conflitto hanno stabilito di consegnare alla comunità un’area di circa 5,000 metri quadrati a poca distanza dalla precedente, e siamo in attesa dell’atto legale di consegna di questo terreno.

Adesso però risulta che il CEA, che è un’altra istituzione dello stato, l’istituzione in pratica a cui corrisponde la proprietà della terra, ha lottizzato quella stessa area e ha venduto i lotti a prezzo stracciato a varie persone del Guaricano legate al partito di governo.

Così, due giorni fa hanno portato là un agrimensore, che ha marcato i confini dei vari lotti dei compratori. Per fermare la cosa, con altri dirigenti comunitari siamo andati dal locale comandante della polizia, il quale per adesso ha mandato a fermare il lavoro.

Martedì abbiamo appuntamento con il funzionario del CEA a carico della faccenda, e speriamo di potergli spiegare i termini della questione. Non accetteremo che vengano tolti alla comunità questi terreni, dove c’è l’idea che si costruisca un liceo e un locale per le riunioni comunitarie.

Per favore accompagnateci con la preghiera. Grazie!

Era già dall’agosto scorso che non si riuniva il Consiglio Pastorale della Divina Misericordia. Tra gli altri fattori c’era anche, lo riconosco adesso, una certa dose di stanchezza mia. Tornando dal soggiorno a Genova mi ritrovo con il desiderio di far girare le cose!

Abbiamo fatto un’estesa verifica dei mesi passati, che ha permesso di accentuare vari aspetti della maturazione della comunità. La maturazione più significativa è che si è persa la paura di fare attività di settore. I vari responsabili di settore, e la loro gente con loro, si lanciano a fare attività dove loro devono rispondere.

Si è parlato anche della decima, che da ottobre va a finire alle casse di settore per portare avanti i piccoli progetti del settore stesso. Ciò richiederà una nuova presa di coscienza di come possiamo dare la decima, che per molti equivale a dare dieci (sic!) pesos. È vero che molta gente è povera, ma anche solo mettendo da parte un peso al giorno a fine mese se ne hanno trenta!

Si è programmato il prossimo Ritiro di Evangelizzazione, sarà a metà febbraio, e si sono fissate un certo numero di altre date.

Abbiamo parlato infine del fatto che io sono quasi in scandenza, e del fatto che dobbiamo preparare la comunità perché non sia un momento di smarrimento ma di impegno rinnovato.

Tre ore in tutto la durata di questo consiglio, ma ne è valsa la pena!

Ultima serata stasera per il primo Corso di Preparazione al Matrimonio fatto nella futura parrocchia Santa Virginia, che in realtà è ancora il settore san Ramón di Santa Margarita. Sette coppie sono arrivate a terminarlo, tra di loro Yury, un carissimo amico (nonché parente) delle nostre suore.

Anzi, nell’incertezza generale sulla data del matrimonio, Yury ha stupito tutti – e ha quasi commosso anche me – per il fatto che vogliono sposarsi presto. Abbiamo fissato il matrimonio loro e di un’altra coppia per la domenica 18 febbraio, naturalmente là nel loro settore, nella cappella del Mamey.

Yury è un giovane molto educato, lavoratore, molto dedicato alla sua famiglia: vive insieme a Fanny, hanno quattro figli, e la loro vita di coppia è serena. Ho fiducia che questo passo lo possa aiutare a inserirsi di più nella vita della chiesa. D’altronde dai suoi genitori ha ricevuto insegnamenti molto buoni.

Così come tutti i santi finiscono in gloria, il Corso è terminato mangiando qualcosa insieme. Ognuno ha portato un piatto, chi il riso, chi delle polpette di yuca, chi insalata, chi pollo fritto, chi platani o banane. A differenza del solito, ho approfittato anch’io di questa grazia di Dio, e ho apprezzato la bontà di un moro di guadule con cocco. La cucina dominicana è veramente buona!

Stamattina Enemencia, la responsabile del settore Arca di Noè, ha subito un assalto a mano armata.

Alle 6,20 del mattino, quando era ancora scuro, un ragazzo che potrà aver avuto 16/17 anni l’ha sorpresa con una sonora sberla quando passava vicino a lui, sbattendola contro una casa, e le ha intimato di darle tutto quello che aveva minacciandola di morte. Enemencia ha potuto scorgere una pistola nei suoi pantaloni.

Grazie a Dio Enemencia non aveva soldi addosso, soltanto due pesos da dare di offerta a Messa. Gliel’ha dati, sentendosi dire “T’ammazzo!”. Meno male che non l’ha fatto, ma Enemencia se l’è vista brutta. Il ladro le ha portato via anche le ciabatte e una giacchetta che aveva indosso.

Il racconto di Enemencia ha lasciato tutti di stucco, perché nessuno vorrebbe credere che può essere così pericoloso andare in giro di mattino presto.

Sono alle prese con il server del laboratorio di informatica della scuola primaria, gli si è guastato il disco fisso e ho dovuto cambiarglielo. Però il problema non è lì, il fatto è che devo ripristinare il backup che è su un altro computer della rete interna, ma non so perché non mi recupera tutto l’albero delle cartelle personali degli studenti.

Mannaggia, non capisco perché non mi lascia fare ‘sto benedetto ripristino…

Messa molto significativa, stamattina, in occasione della solennità dell’Altagrazia. La quale si è rifatta, quest’anno che la solennità è caduta di domenica, delle assenze massiccie degli altri anni che cadeva di giorno infrasettimanale.

In particolare, come suggerito dai sussidi del Piano Pastorale, la Messa delle sette di mattina è stata preceduta da processioni mariane realizzate in ogni settore. La processione consisteva nel recitare un rosario meditato.

Quelli che hanno partecipato alle processioni sono stati una piccola parte (forse un 20% dei partecipanti poi alla Messa), ma non ho perso l’occasione per valorizzare la loro partecipazione: iniziando la Messa ho chiamato una persona per ogni settore, invitandolo a dare una piccola testimonianza di com’è andata la processione; e le quattro testimonianze sono state belle e ben recepite.

La Messa è stata resa ancora più preziosa dai cinquant’anni di matrimonio di una bella “coppietta” del settore Nueva Alianza. Si sono sposati di diciannove anni lui e sedice lei, e sono vissuti nella fedeltà tutto questo tempo. La cosa ha commosso la comunità. Da parte mia ho augurato loro porlomeno altri venticinque di questi giorni!

Alla fine della Messa, i dovuti saluti da parte di don Lino, don Giulio, don Franco, le suore, i miei, i vari visitatori della missione. E a nome di tutti ho dato ad ognuna delle persone che avevo a Messa un forte abbraccio, segno dell’amore di tante persone il cui cuore a Genova batte per la missione.

Arrivato in parrocchia, ho saputo con gioia che la novena dell’Altagrazia, che è finita stasera, è stata molto partecipata.

Con l’occasione della novena si sospendono sempre tutte le altre attività e la gente partecipa in massa alla novena. E così è stato anche quest’anno.

In particolare ho potuto vedere quella di Santa Margarita, dove ho visto molta gente che non sono degli abitué, e ciò mi ha fatto molto piacere!

Alla Cappella San Francisco, poi, dove ho presieduto l’Eucaristia, c’era molta più gente del solito. Tra le altre cose Carmen si è presentata, un po’ impacciata, ma con gioia.
Grazie, Signore! sono appena arrivato e mi hai già dato un cioccolatino squisito!

In partenza, accompagnati da Francesco, Lara e don FrancescoPartenza per Santo Domingo. All’aeroporto, alle sei e mezza di mattina, bella sorpresa la presenza di don Francesco, Lara e Francesco.

Qualche piccolo ritardo dei due aerei non ci ha impedito di arrivare sani e salvi, e neanche troppo stanchi.

E all’aeroporto di Santo Domingo c’erano un bel gruppetto ad aspettarci: don Lorenzo, suor Serafina, suor Cristina, Taína, Yúdith, Raquel (nuova aspirante, si Dios quiere), Marcial, Willy (che ha portato con sé un compagno seminarista), Noni e Chapito.

La cenetta preparata da don Lorenzo ha chiuso in bellezza la giornata.

Grazie perché sono a casa, Signore!

Le delegate con don Giandomenico Torre, direttore del Centro Missionario DiocesanoIncontro al Centro Missionario, oggi pomeriggio, con le delegate parrocchiali delle missioni.

Abbiamo visto il DVD di Tarcisio Mazzeo, e poi si è chiaccherato. Ho visto molto interesse, abbiamo delle buone delegate!

Le altre delegate presenti alla riunioneTra l’altro don Giandomenico ha segnalato che l’ufficio missionario inizierà presto un cammino di formazione per giovani che vogliano realizzare quest’estate una visita a una missione, la nostra o qualchedun’altra – nel mondo ci sono molte realtà genovesi.

Il cammino di formazione sarà preceduto da un’incontro dei giovani con l’arcivescovo mons. Bagnasco, al quale interverrà anche Tarcisio Mazzeo. L’incontro sarà lunedì 5 febbraio al Quadrivium.

E in realtà la pastorale missionaria si è sviluppata abbastanza in diocesi, e sono fiducioso che sta maturando una nuova e più matura sensibilità.

Grazie, Signore!

Domani riparto per Santo Domingo, ma non solo. Verrà con me Carmen Moro, che starà con noi due mesi e si dedicherà soprattutto alla cucina, sgravando in questo don Lorenzo.

Ribenvenuta, Carmen!

Il Santuario della Guardia di GenovaVisita proficua al Santuario della Guardia, dove con il rettore don Marco e il vice rettore don Piero si è parlato della Madonna della Guardia della quasi omonima parrocchia del Guaricano, ora affidata alla cura pastorale di un prete di Santo Domingo, il padre Isidro Salas.

Questi mi aveva detto non più tardi di due mesi fa che voleva rinsaldare i vincoli con il santuario genovese, e che gli sarebbe piaciuto visitarlo insieme a una delegazione di parrocchiani. La cosa ha entusiasmato moltissimo don Marco e don Piero, e quest’ultimo si metterà in contatto con padre Isidro per valutare concretamente la possibilità di realizzare la visita.

La gentilezza di don Michele Cavallero e del resto della comunità del seminario maggiore mi ha fatto passare un momento bello stasera.

Abbiamo visto insieme il DVD di Tarcisio Mazzeo, e poi ho aggiunto alcune precisazioni sulla religiosità afro-cattolica di molti dominicani. Momento breve, ma che forse ha permesso di avvicinare il giorno in cui nel cammino di formazione dei seminaristi entri anche una permanenza in una missione. Prego il Signore perché ciò si realizzi!

Con gli amici oculisti che hanno lavorato nella missioneDurante la cena di stasera con i fratelli oculisti Carlo, Massimo, Paolo e Franco si sono valutati progetti futuri: la possibilità di far arrivare un microscopio operatorio, eventuali visite, coinvolgimento di altre persone…

Non c’è niente di definito, ma c’è voglia di continuare il lavoro!

Grazie, Signore!

Con don Franco Buono, ex compagno di missione a Santo DomingoMessa da don Franco Buono (nella foto è insieme al suo cappellano, don Gianni Zamiti), che ha terminato nel 2004 il suo servizio al Guaricano, ed ora è parroco ai Diecimila Crocifissi di Borgo Incrociati.

Ho trovato una comunità viva, alla quale Franco si dona con tutto sé stesso, non diversamente da quello che ha fatto a Santo Domingo. E rivedere questo prete tutto d’un pezzo è stato per me tornare con la memoria a quei tre anni passati insieme.
Grazie, Franco!

Con i preti del Convitto Ecclesiastico di GenovaPer la prima volta dopo tanti anni di missione sono riuscito a visitare, come missionario, il Convitto Ecclesiastico.

Questi fratelli anziani, con difficoltà qualcuno a camminare, qualcuno a sentire, qualcuno a vivere serenamente, si sono entusiasmati di una situazione difficile ma che costituisce oggi più che mai una sfida per la nostra chiesa di Genova.

Mi hanno assicurato in particolare la grande solidarietà della preghiera, che riceveremo con tanto amore, e che sicuramente renderà più feconda l’opera missionaria di noi che siamo là!

5:26 pm

Grande Paola!

A cena da Paola con Sandra, Francesco, suor Valeria, Clelia e NanniCena a casa di Paola Longhi, vecchia amica della missione del Guaricano. Ha passato un mese con noi nel 2003, e poi di nuovo tre mesi nel 2004, integrandosi nel lavoro della scuola e avviando alcuni gruppi di autoaiuto. È stata sempre lei che ha portato avanti la collaborazione con l’ospedale Bambin Gesù di Roma per l’ospedalizzazione di Enmanuel, un bambino cerebroleso dominicano che nei mesi di degenza a Roma ha potuto recuperarsi significativamente.

Ebbene, mi ha invitato a cena insieme a Francesco, a Sandra e a suor Valeria. Da parte mia ho poi provveduto a invitare Clelia e Nanni, una coppietta di (baby)pensionati che si sente molto vicina alla missione del Guaricano.

È stato un momento molto bello, di ricordi, ma anche di proiezioni nel futuro. E sembra che verso metà dell’anno Paola tornerà da noi. Grande Paola! e grande Signore!

La consegna del frutto della vendita delle matite missionarie, a Sant'Antonio di PegliPomeriggio a Sant’Antonio di Pegli, la parrocchia della nostra Lara. Oltre a far vedere il DVD della missione, ho ricevuto solennemente dalle mani dei bambini del gruppo il frutto della vendita delle matite missionarie, attività in cui loro stessi si sono impegnati in prima persona raccogliendo un gruzzoletto non indifferente. È stato un piacere per me ricevere questa raccolta, che useremo per comprare il cibo per i bambini del centro nutrizionale.

Bisogna fare i complimenti a questi bambini, che insieme a Lara e alle altre famiglie adulte che guidano il gruppo, si sono impegnati veramente tanto!

Porto con me non solo dei bei soldini, ma anche un cuore pieno di speranza! Grazie, ragazzi, e grazie anche a te, Signore Gesù!

Con alcuni amici della parrocchia di San Francesco di PegliSerata di famiglia a San Francesco di Pegli, dove ho rivisto tante persone care della parrocchia dove ho fatto servizio come viceparroco per sette anni prima di essere destinato alla missione del Guaricano.

Occasione preziosa per vedere insieme il DVD recentemente sfornato, e per sensibilizzare alla vicinanza alla missione. La mia paura è che quando io non sarò più a Santo Domingo questa gente si dimentichi della missione, e con questa cosa nel cuore ho provveduto a spiegare che la missione continua, e che loro devono continuare ad amarla.

Ha lanciato anche l’ennesimo appello a visitare la missione, vediamo nei prossimi mesi se si muove qualcosa!

Il clan AGESCI Genova 26Stasera ho incontrato i ragazzi del clan Genova 26 dell’Agesci. Sono di Bolzaneto, ma hanno come assistente don Francesco Di Comite, il quale ha già trasmesso loro l’entusiasmo della missione.

Stanno mettendo in cantiere di fare la route estiva nel Guaricano, e per questo sono stato ad incontrarli e a parlare con loro. Devo dire che ho avuto un’impressione molto positiva, con un desiderio di crescere e di vivere la route come un momento forte del cammino di fede.

Che dire? Spero che si realizzi. E lo chiedo al Signore, sono convinto che potranno dare qualcosa di grande al Guaricano!

5:35 pm

Suor Daniela

Con Suor Daniela e con l'immagine di mons. BagnascoHo potuto vedere oggi suor Daniela. L’ho trovata bene! Nonostante i malanni dovuti all’incidente è ben serena, e ben contenta per la presenza in comunità delle tre aspiranti: Taína, Yúdith e Carolina. Manda un caro saluto a tutti, in Guaricano e anche a quanti la conoscono a Genova!

5:41 pm

Ancora i conti

Finalmente oggi ho potuto mettere a posto i conti del 2005. Domani li presenterò all’economo diocesano.

Bella serata al Centro San Matteo, parlando a un forte gruppo di giovani e meno giovani della pastorale che portiamo avanti nelle parrocchie del Guaricano.

Aiutandomi con un po’ di foto ho spiegato delle Comunità di Base, dei Ritiri di Evangelizzazione, delle Comunità Apostoliche, del Terzo Piano Pastorale diocesano. Ho visto attenzione e interesse! C’erano anche molti dei giovani che hanno visitato la missione negli anni scorsi. C’erano anche i nostri amici oculisti: Paolo, Massimo, Carlo. E inoltre don Niccolò e don Fully, e il caro don Giulio.

Il buon Paolo Dell’Erna ha portato un dvd realizzato in occasione della visita sua e di Franco Reggiardo di due mesi fa, è stato un gustoso complemento alle mie parole.

Abbiamo rinnovato l’invito a organizzarsi per visitare la missione. E sono sicuro che ci sarà chi si metterà in cammino!

Grazie, Signore!

Un’occasione preziosa per la mia permanenza genovese: vedere un buon numero di insegnanti di religione. Li ho beccati riuniti dalle Immacolatine per una giornata comune, con il direttore dell’ufficio scolastico don Bruno Sopranzi. Nei pochi minuti che ho potuto parlare loro ho cercato di trasmettere il senso del nostro lavoro con la scuola al Guaricano.

La presenza poi di Lara, accompagnata da vari cartelloni con foto e dai calendari realizzati per finanziare la missione, ha permesso loro un minimo di approfondimento in più. Un professore ha provveduto a chiedere a Lara di incontrare le classi della sua scuola.

Da cosa nasce cosa…. Grazie, Signore!

Il gruppo delle signore del cucito, della parrocchia dell'Immacolata di via AssarottiOggi ho avuto la gioia di incontrare il gruppo delle “signore del cucito” della parrocchia dell’Immacolata, in via Assarotti.

Sono signore mezze mature che, nonostante l’età, si sentono di collaborare con la missione, attraverso un dono bello che hanno ricevuto, quello appunto del cucito. Durante l’anno si vedono per realizzare pezzi a ricamo o con altre tecniche, che poi vendono periodicamente fuori della chiesa, e il ricavato viene dato per la missione.

Tutti gli anni arrivano varie migliaia di euro grazie a queste attivissime sorelle, e vanno ad alimentare di volta in volta la dispensa del centro di nutrizione, o le borse di studio del liceo, o qualche cappella di settore.

Sono un dono grande per la missione. Grazie, Signore!

Prima di loro avevo incontrato la mia “ex” parrocchia di San Francesco, a Pegli, dove ho rivisto molti volti cari. Anche loro doni specialissimi per il mio cuore!

Suor Daniela con sua sorellaSuor Daniela, la madre generale delle nostre suore, aveva sofferto un incidente in occasione della visita a Santo Domingo. Dopo aver messo piede in terra dominicana il 13 novembre, il giorno seguente era partita con suor Eliana e suor Carlita alla volta del Nicaragua. Lì, nel tragitto dall’aeroporto a San Jorge, la camionetta che le portava aveva picchiato a causa della pioggia e di una gomma scoppiata.

Il risultato è stato un bel periodo di riposo a causa di una discreta frattura di un piede e di vari colpi in altre parti del corpo. Suor Eliana se l’è cavata solo con qualche ammaccatura e un taglietto, mentre suor Carlita è stata varie settimane con difficoltà nel parlare a causa di un brutto colpo alla mandibola.

A Santo Domingo suor Daniela e suor Eliana sono ritornate solo di passaggio, perché le condizioni della madre esigevano un ritorno in Italia rapido.

Oggi ho avuto la possibilità di vedere suor Daniela alla festa della beata Maria Repetto. L’ho trovata decisamente meglio, anche se non può ancora posare il piede in terra. Nella foto l’ho ritratta insieme a sua sorella, una donna di Dio anche lei!

Suor Valeria in abito scuroNell’altra foto vedete una pimpantissima suor Valeria, sempre positiva e contenta. Da quando ha lasciato la missione lavora al Gaslini, dove è superiora della comunità delle suore lì presenti.

Ho potuto incontrare oggi il nostro nuovo arcivescovo, mons. Bagnasco.

L’ho trovato molto interessato alla missione, e soprattutto alla realtà spicciola della chiesa, della gente, della pastorale, dei sacramenti.

Non ho percepito niente che faccia pensare a una volontà di chiudere la missione a breve termine. Quindi… avanti tutta!!!

E grazie, Signore, per l’attenzione che ho ricevuto non solo da mons. Bagnasco, ma, prima di lui, dal card. Bertone, dal card. Tettamanzi, dal card. Canestri. Tutti sono stati per me padri, segno dell’amore di Cristo!

Carissimi amici e benefattori,

28 Ottobre 2006: 8 anni al Guaricanoapprofitto dei giorni che passo a Genova con la mia famiglia per lasciarvi un racconto un po’ più organizzato di quella che è stata la vita della missione nell’anno che è appena passato. Vuole essere un ringraziamento al Signore per tutto quello che abbiamo potuto vivere, e un ringraziamento anche a ciascuno di voi, che, con l’attenzione amorosa, l’offerta del lavoro, del sacrificio e della preghiera, ci siete stati vicini.

È stato un anno bello, con molti momenti intensi di vita di fede e con ricchezza di relazioni umane. Vi racconto le cose più importanti, per fare memoria dell’amore del Signore che ci ha accompagnato e che ha reso possibile tutto questo.

Genova presente!

Cominciamo con i fratelli di Genova che si sono fatti nostri compagni di viaggio. In gennaio abbiamo avuto con noi Erika e Alessandro, una coppia giovane di Sant’Eusebio. Insieme a loro sono venuti don Giulio Boggi, che è stato con don Lino il primo missionario al Guaricano, don Franco Buono, che ha lavorato qui per tre anni, e don Mario Montaldo.

Tutto il mese di marzo invece ci ha accompagnato Carmen Moro, una sorella di Geo, che ha alleggerito il lavoro della cucina. Più avanti nell’anno, in agosto è stata la volta di Sandra Iannoni, che si è cimentata nello stesso servizio. Entrambe sono state nominate cuoche dell’anno della missione!

Don Gianfranco ha presieduto l'Eucaristia alla Divina MisericordiaNella seconda metà di aprile è stata la volta di Gianni e Cinzia, entrambi attivissimi nell’Azione Cattolica genovese, insieme a Julia, una giovane liceale, e a don Gianfranco Calabrese.

A inizio giugno la breve visita di don Francesco Di Comite e di altri cinque adulti genovesi, che hanno fatto tappa da noi dopo aver passato qualche giorno nella nuova missione di Cuba.

Franco, Paolo e Francesca con suor SerafinaIn novembre abbiamo poi avuto con noi due oculisti genovesi: Franco Reggiardo e Paolo Dell’Erna. Si sono fermati rispettivamente una e due settimane, realizzando visite e operazioni delicate nel nuovo ambulatorio di oculistica. Francesca, figlia di Paolo, ha dato una bella mano a suo padre!

Come vedete, è stato un anno molto ricco: tutti questi fratelli e sorelle ci hanno portato, insieme al pesto e al parmigiano, peraltro graditissimi, la vostra vicinanza, il vostro affetto, la vostra preghiera. Chiediamo al Signore che anche il 2007 ci porti tanti messaggeri e ambasciatori dell’amore della nostra chiesa. Sì, perché in una realtà come quella del Guaricano, dove la gente fa di tutto per andarsene, la stessa gente rimane colpita profondamente dal fatto che ci sia chi invece viene qui, a respirare polvere nei giorni belli e a camminare nel fango quando piove: ogni visita è un segno vivo dell’amore di Dio che si esprime con tenerezza a questi fratelli dominicani!

Nel 2006 non abbiamo avuto visite di gruppi di giovani, ma il 2007 si preannuncia buono in questo senso: don Nicolò ha intenzione di organizzare un gruppo, e anche il clan del Genova 26 con i suoi capi e con il loro assistente don Francesco saranno con noi. Li aspettiamo, loro e tutti quelli che il Signore ci invierà, con grande gioia!

Inviati dalla Chiesa genovese

Il nostro lavoro di missionari al Guaricano non può dimenticare mai che siamo inviati dalla Chiesa Genovese, e che ci situiamo all’interno del lavoro di Cooperazione Missionaria che tutta la Chiesa Italiana porta avanti.

Lara con suor Serafina e FiammettaMolte persone hanno lavorato, a Genova, per tenere vivo nella diocesi il legame con la missione. L’Ufficio Missionario Diocesano, con don Giandomenico e don Francesco, e il Movimento Giovanile Missionario. Lara Cavezarsi, da parte sua, oltre a rendersi presente in molte iniziative ha realizzato il primo Calendario del Guaricano! L’ex Arcivescovo di Genova, il card. Tarcisio Bertone, non ha mancato mai di dimostrarci affetto e vicinanza.

Da parte mia ho avuto il dono di rappresentare la nostra comunità missionaria nell’incontro di tutti i missionari fidei donum italiani che lavorano in America Latina. Per quattro giorni, nel mese di febbraio, siamo stati insieme a Salvador, in Brasile: occasione preziosa di conoscenza e di scambio di esperienze.

La Chiesa Genovese poi ci ha dato e ha ricevuto molto, grazie anche al DVD che l’amico Tarcisio Mazzeo, giornalista della RAI, ha preparato dopo la sua visita del novembre 2005. Il servizio da lui realizzato è stato trasmesso varie volte sulle reti RAI regionali e nazionali, e in formato digitale si sta distribuendo gratuitamente a tutti gli amici della missione. Un lavoro ben fatto, frutto di una dedizione amorosa e appassionata!

Il nostro lavoro nella pastorale dell’Arcidiocesi di Santo Domingo

Con alcuni preti della nostra zona pastoraleInviati da Genova, lavoriamo nel tessuto vivo dell’Arcidiocesi di Santo Domingo. Con essa stiamo vivendo la preparazione alla V Conferenza dei Vescovi Latinoamericani, che si terrà a Aparecida, in Brasile, nel 2007. Abbiamo così vissuto vari momenti di incontro, consultazione e formazione; e spesso si prega per questo appuntamento, che indicherà le linee portanti della vita della chiesa latinoamericana per i prossimi dieci anni.

Va avanti pure lo sviluppo del Terzo Piano Pastorale Arcidiocesano. Ispirato al Movimento per un Mondo Migliore (in Italia è conosciuto come NIP), prepara la Chiesa di Santo Domingo all’appuntamento del 2011, che costituirà il quinto centenario dell’erezione canonica dell’Arcidiocesi. Il Terzo Piano Pastorale è stato ed è una benedizione per tutte le parrocchie: stimola alla comunione, mette in cammino le parrocchie stanche, raggiunge tutta la popolazione attraverso l’esperienza mensile della lettera alle famiglie e le azioni significative che si realizzano all’interno di ogni settore delle parrocchie. Inoltre sta aiutando molto le nostre comunità parrocchiali a “lanciarsi” di più in ognuno dei settori in cui sono suddivise; e i frutti si vedono, perché la gente sente la Chiesa più vicina a sé, e si avvicina di più alla Chiesa stessa.

I passi delle parrocchie

Messa dei malati alla Divina MisericordiaVi avevo parlato già l’anno scorso della nuova parrocchia della Divina Misericordia. Grazie a Dio il lavoro in questa nuova parrocchia si è consolidato. La Messa della domenica è sempre più una festa gioiosa – don Lorenzo è parte di questa gioia -, e le attività pastorali si portano avanti parallelamente a quelle di Santa Margarita. Particolarmente significativo è stato il momento della Missione Parrocchiale di Agosto, che alla Divina Misericordia è stata coordinata interamente da Marcial, il nostro caro diacono, e che si è potuta realizzare molto meglio perché portata avanti separatamente.

Nel 2006 per la prima volta le Celebrazioni Penitenziali di Avvento e Quaresima sono state ristrette solamente alle persone che possono ricevere l’assoluzione. Per i conviventi (qui li si chiama popolarmente amancebados) abbiamo organizzato momenti di dialogo separati, nei quali hanno avuto più tempo per fare un dialogo approfondito con il sacerdote e si è potuto studiare insieme come portare avanti il cammino verso la riconciliazione piena con Dio. Ve lo sto raccontando con soddisfazione, perché è stata una cosa che il Vescovo di Santo Domingo ha chiesto, e che all’inizio ho faticato ad accettare. Ci ha imposto un cambiamento nella forma di lavorare, ma ha portato effettivamente frutto!

Gita al mare con Marcial e i seminaristiSono molto contento anche per i seminaristi che il Signore ci ha mandato. Due di loro, Willy e Miguel Ángel, hanno iniziato il seminario maggiore, gli altri cinque sono ancora al minore; inoltre c’è un ragazzo di Santa Margarita, Deivy, nel seminario dei salesiani, e in occasione della missione di agosto la comunità l’ha potuto conoscere. Con questo bel gruppetto abbiamo passato una bella giornata tropicale al mare il 26 dicembre, momento di svago ma anche occasione preziosa di formazione.

Sul fronte dei ministri laici, il vescovo ha rinnovato gli incarichi. In prima persona avevo fatto con loro un cammino di formazione di più di un anno. I ministri sono in tutto quaranta, e aiutano nella distribuzione della comunione, soprattutto ai malati, ai quali la portano tutte le domeniche mattina. Dodici di essi, poi, sono incaricati anche dell’annuncio della parola nei settori.

Marcia per la vita e per la pace con il Nunzio ApostolicoI giovani hanno lavorato sodo. Ci sono gruppi giovanili in vari settori della parrocchia, che hanno momenti forti comuni nei campi estivi – per bambini, adolescenti e leaders dei gruppi –, e nella Settimana giovanile di inizio dicembre. Nelle attività estive i nostri seminaristi hanno dato una mano significativa! E sono stati ancora alcuni giovani ad organizzare, a fine novembre, una Settimana per la Vita, culminata in una Marcia che ha visto la partecipazione del Nunzio Apostolico: grande soddisfazione, a suggello di un lavoro ben impostato.

E il 2007 sarà l’anno di apertura della nuova parrocchia di Santa Virginia, nella zona dei campos: Jacagua, Los Cazabes, Duquesa. Se ne è parlato con il vescovo e con la gente per tutto il 2006, e l’Arcivescovo di Santo Domingo ha già ricevuto il progetto pastorale. Un imprenditore edile ha regalato un terreno per il quale egli stesso ha promesso un apporto significativo di un milione di pesos (circa 25.000,00 euro) per la costruzione della chiesa. L’apertura della nuova parrocchia coinciderà poi anche con l’ordinazione diaconale di Juan Luis, un signore quasi cinquantenne di Santa Margarita, che si è preparato con cura, e adesso le cose sono mature per l’ordinazione. Riceverà dal vescovo l’incarico di seguire e guidare il cammino di questa parrocchia nuova, naturalmente sotto la mia responsabilità di parroco.

Un aspetto inquietante del 2006 è stato il furto del tabernacolo di Santa Margarita. Nella mattinata del 31 di Maggio è stato portato via, ad opera, sembra, dei membri di una “Nazione”, un gruppo delinquenziale imparentati con il satanismo. Il movente: celebrare probabilmente una Messa Nera il giorno 6 giugno, giorno che aveva la particolarità di rispondere al numero 6-6-6 (sei giugno duemilasei), che sarebbe il numero della bestia dell’Apocalisse! Purtroppo la polizia non è riuscita a stabilire nessuna responsabilità concreta, e il delitto è rimasto senza seguito giudiziale.

Il dispensario, una risorsa preziosa

La farmaciaPrima opera della missione, nata nel 1992, il dispensario medico realizza un lavoro sempre più qualificato. L’opera generosa di suor Serafina e di suor Blessila dà temperamento cristiano all’istituzione.

Attualmente abbiamo un medico generale, un pediatra, un ginecologo, un laboratorio di analisi in convenzione, oltre naturalmente al Centro di Nutrizione, che offre pasti nutrienti a venti/trenta bambini poveri e denutriti. La farmacia popolare, che offre le medicine a prezzo di costo, è un altro fiore all’occhiello della missione.

Babbo Natale in visita ai bambini del centro nutrizionaleIl 2006 ha significato poi l’inizio dell’ambulatorio di oculistica, reso possibile dalla donazione delle apparecchiature che ci sono arrivate a fine 2005. Oggi un oculista dominicano visita tutti i giovedì mattina e realizza semplici chirurgie a prezzo contenuto. E siamo orgogliosi di questo, perché è l’unico servizio specialistico di questo tipo presente non solo in Guaricano, ma anche nei quartieri circostanti.

Continua pure il lavoro dell’ambulanza, con il nostro don Lorenzo impegnato in prima fila nell’organizzazione di autisti e volontari, e disponibile in prima persona per il servizio notturno.

Il lavoro della scuola

Don Giulio in visita a una seconda elementareLa scuola continua a pieno ritmo il suo lavoro. Con 1100 bambini nella scuola primaria (elementari e medie), 240 nel liceo, e 200 nella scuola serale primaria, si porta avanti un lavoro che non è solo di educazione scolastica, ma anche di formazione del personale e delle famiglie.

Infatti realizziamo quindicinalmente momenti di formazione religiosa per tutto il personale, mentre mensilmente ognuno dei maestri realizza un momento di formazione per i genitori dei suoi alunni. Questo ci ha permesso di agire in maniera più profonda sul tessuto delle famiglie. Il mio sogno e la mia preghiera è che si arrivi a costruire processi di evangelizzazione esplicita per i genitori dei bambini. Anche con gli studenti del liceo si realizzano momenti di ritiro, e vengono invitati sistematicamente ai gruppi giovanili.

Il nuovo laboratorio di informatica con i 40 computersGrazie al contributo della Regione Liguria, che nel 2005 ha stanziato varie decine di migliaia di euro per le aule di informatica, nel gennaio 2006 abbiamo iniziato l’insegnamento dell’informatica agli studenti del secondo ciclo della primaria (quinta – terza media) . Gli studenti che frequentano le lezioni del mattino seguono le lezioni di informatica al pomeriggio, e viceversa, ogni classe per due ore alla settimana. L’idea è che arrivino al liceo già con buone basi, in maniera che nella scuola superiore si offra loro una preparazione molto qualificata e in grado di inserirli meglio nel mondo del lavoro.

A questo riguardo, sotto richiesta della totalità dei genitori dei nostri alunni abbiamo iniziato un processo che ci porterà con l’anno scolastico 2007/2008 a trasformare il nostro liceo, che fino ad adesso è simile a un liceo scientifico, in un politecnico. Avremo due specialità, verosimilmente contabilità e informatica, e saranno necessari aggiustamenti nella distribuzione del personale. Ci sta costando un certo sforzo, organizzativo ma anche economico, ma siamo certi che risponderà a un’esigenza concreta e avvicinerà la nostra scuola al mondo del lavoro.

La scuola serale, alla quale c’era stato nell’estate del 2005 un cambio della guardia nella persona che la coordina, aveva vissuto un periodo di stanchezza, con pochi alunni e malesseri nei maestri. Grazie a Dio il 2006/2007 è stato l’anno della ripresa, con il massimo storico nel numero di iscritti. E questo grazie anche alla vostra preghiera! Gli alunni della serale che finiscono la terza media ci chiedono insistentemente di implementare il liceo serale, ma per adesso non è possibile; chissà in futuro…

Se da anni la scuola è autosufficiente economicamente, per lo meno per la gestione ordinaria, riceve invece una bella mano dalla Chiesa Genovese attraverso le borse di studio, che permettono il proseguimento degli studi a quasi un centinaio di alunni del liceo.

Sul fronte della collaborazione con lo stato, una buona notizia di quest’anno è l’assunzione, da parte dello stato, di una buona fetta di quei maestri e bidelli che ancora non erano stati assunti: ciò ha rappresentato per loro un notevole sollievo, con la sicurezza di un’economia familiare che sarà più stabile.

La prof. Laura con suo marito Mario il giorno delle nozzeInfine, tre maestre hanno potuto sposarsi: Ana Marlemny, insegnante di matematica, Laura Peña, di lettere, che fino ad ora stavano convivendo. Il nostro corpo docente è ora più vivamente inserito nella vita della Chiesa e nell’amore di Cristo. Si è sposata pure Belkis, professoressa di biologia nel liceo, la qual cosa è stata ancora più bella per il fatto che, a differenza della maggioranza, non ha ceduto alla tentazione della convivenza.

La comunità delle suore

Voglio dirvi qualcosa di più anche delle nostre magnifiche suore. Anzitutto sono quattro: suor Serafina e suor Blessila, che lavorano nel dispensario, e suor Modesta e suor Cristina, che lavorano nella scuola. Senza di loro la missione sarebbe molto più povera. La gente ringrazia Dio tutti i giorni per la loro presenza, che rappresenta un segno di amore grande per tutta la comunità del Guaricano.

La festa di Nostra Signora del Rifugio, patrona delle suoreCome sapete, suor Cristina è una vocazione scaturita dalla parrocchia di Santa Margarita. Come lei, ora altre tre ragazze sono in cammino verso la vita religiosa, e stanno facendo un periodo di esperienza nella casa delle suore: Taína, Yúdith e Carolina. Tutte e tre hanno un bel cammino di chiesa alle spalle, nella catechesi e nei gruppi giovanili, e sotto la guida dolce e materna di suor Serafina si preparano per il noviziato che, con l’aiuto di Dio, inizieranno in quest’anno 2007.

Suor Daniela, suor Eliana, suor Carlita con la comunità e le aspirantiIn novembre, la comunità ha ricevuto la visita di suor Daniela Burol, la madre generale, che con suor Eliana stava accompagnando in Nicaragua la neo professa suor Carlita. Le abbiamo viste all’andata e al ritorno. Purtroppo un incidente di macchina in Nicaragua, grazie a Dio senza conseguenze permanenti, ha impedito loro di fermarsi qualche giorno di più con noi.

Don Lorenzo

Don Lorenzo al lavoro per la comunitàNon vi ho parlato molto di don Lorenzo. Il suo carattere schivo, alieno dai riflettori, si sposa egregiamente con uno stile di laboriosità nascosta.
Don Lorenzo ha portato avanti anche quest’anno l’impegno per l’acqua. A Jacagua ha coinvolto la comunità nella realizzazione di un piccolo impianto per estrarre l’acqua dal sottosuolo e distribuirla a un gruppo di famiglie a cui l’acqua posta dal Comune non poteva arrivare. E ha trovato molta collaborazione nelle famiglie beneficiarie, con grande sua soddisfazione. Dove la comunità assume e fa proprio lo sforzo di chi l’aiuta, le cose continuano per il meglio!

Oltre a questo, in cucina, nel dispensario, nei mille lavoretti da fare in casa, don Lorenzo rende concretamente possibile tutto quello che succede nella missione. Per non parlare del lavoro parrocchiale, soprattutto alla Divina Misericordia e nelle cappelle dei campos, dell’attenzione ai malati, delle confessioni. E senza ripetere quanto già detto sull’impegno dell’ambulanza. Con uno stile di servizio operoso che è di edificazione per ognuno di noi.

Qualche passo in avanti nella tecnologia

A livello tecnologico, una nuova centralina telefonica ci facilita di più la comunicazione tra casa, dispensario e parrocchie. Grazie poi a un contributo di un ente statale dominicano, si sta aprendo un centro pubblico di accesso a internet, che dovrebbe servire soprattutto agli studenti per realizzare lavori di ricerca. Da parte nostra abbiamo lavorato perché non si possa accedere a siti di contenuto moralmente pericoloso, così come non permetteremo l’uso delle stanze di chat, usate qui spesso e volentieri per adescare minori per il mercato della pornografia.

Anche il diario sul web della missione si è rinnovato, con una nuova grafica più dominicana e con la possibilità di introdurre commenti da parte dei lettori. Il nuovo indirizzo è: . Visitateci, vi aiuterà a sentirvi là con noi!

La situazione del paese

Un accenno finale alla situazione sociopolitica del paese.

Il 2006 è stato segnato da due fatti. Anzitutto l’avanzamento dei lavori della metropolitana di Santo Domingo, con molte polemiche da parte delle forze sociali per il pozzo senza fondo del costo dei lavori, a scapito di molte altre opere che non sono state programmate.

E poi le elezioni amministrative. Abbiamo senatori, deputati e sindaci nuovi. Come già nel 2002, un solo partito (diverso da quello di quattro anni fa) ha il controllo di tutte le istituzioni dello stato. Che Dio ce la mandi buona!

Grazie!

Concludo, quindi, questa carrellata. Volevo essere più breve, ma le cose sono tante, grazie a Dio! Solamente voglio dire ancora una volta: il Signore è grande. Tutto quello che avete potuto leggere è opera sua, è lui che l’ha ispirato e che l’ha reso possibile, suscitando collaborazione attiva e operosa in Guaricano e a Genova.

Per questo dico, non solo al Signore, ma anche a tutti voi: Grazie! Grazie! Grazie di cuore, a tutti!

Sono occupato a scrivere il resoconto della vita della missione nel 2006… Un po’ di pazienza e arriva!

Il DVD realizzato da Tarcisio Mazzeo è a disposizione di tutti gli amici della missione del Guaricano, iniziando da coloro che hanno fatto l’adozione a distanza.

Dovrebbe essere disponibile in Centro Missionario Diocesano (010 246 8897), e sicuramente da don Chicco a Geo (scrivetemi se avete bisogno del suo numero di telefono).
Buona visione a tutti!

11:15 am

Calendari

Una Lara grandissima! Ha concepito e realizzato

“Un calendario della missione, per trascorrere uno splendido 2007 insieme!

dove ha messo varie foto e qualcosa della storia e delle opere della missione.

A chi gli interessa può richiederglielo: scrivete a me che provvederò a girarle la mail!

8:32 pm

Geo

Sono stato a Geo, dove ho presieduto l’Eucaristia e ho potuto vedere due care persone: Carmen e Orietta. Entrambe hanno lavorato con noi nella missione, e il loro cuore è ancora nel Guaricano.

È probabile che Carmen torni alla missione per passarvi un mesetto. La aspettiamo con gioia!

Domani nelle nostre parrocchie si celebra la festa delle famiglie, con la menzione speciale degli anniversari: un anno, cinque, dieci, venticinque, cinquanta.

Quando sono andato via non c’era ancora nessuno appuntato, spero che si siano fatti vivi!

Gli altri anni è sempre risultata una festa molto bella!

5:42 pm

DVD pronti!

Mi dice don Chicco che sono pronti i DVD del servizio di Tarcisio Mazzeo, realizzato a partire dalle riprese effettuate l’anno scorso in occasione della visita sua e di Tito al Guaricano.

Sembra che sia per regalarlo alla gente che contribuisce con offerte, e anche a chi non contribuisce.

Sono a Genova, ma con il cuore a Santo Domingo.

Non vorrei mai venire via, perché ci sarebbe sempre qualcosa da fare.

Adesso per esempio bisognerebbe andare al Ministero dell’Educazione e cercare di muovere le nomine del personale. Purtroppo mi dovrò limitare a telefonare, e lo farò nei prossimi giorni. I documenti della gente da assumere sono pronti, sono stata l’ultima cosa preparata prima di andare via, e siamo già d’accordo che qualcuno li consegnerà se ci approvano le assunzioni.

Bisogna approfittare le vacanze per condividere un po’ con i seminaristi, e allora oggi erano a pranzo da noi. Mancava soltanto Francisco, il seminarista della Divina Misericordia, che non abbiamo potuto avvisare.

C’era un sancocho, quasi il piatto nazionale dominicano, al quale tutti i ragazzi hanno fatto festa.

E poi, tra poco, verranno tutti all’aeroporto a accompagnarmi. Sono ragazzi splendidi!

Grazie, Signore!

Con i seminaristi e suor Cristina a CocolandiaGiornata intera vissuta in gita con i seminaristi delle due parrocchie.

C’erano tutti. Della Divina Misericordia c’è rimasto solo Francisco: Arismendy, che era l’altro di quella parrocchia, è uscito quindici giorni fa, e quindi non ha partecipato alla gita.

Di Santa Margarita sono di più: Willy (è quello nella foto con me solo) e Miguel Ángel sono già al primo anno del seminario maggiore, mentre Heriberto, Elvis, Franklin, Alex sono al minore.

Con il seminarista Willy Severino al mare CocolandiaLa gita è stata molto piacevole. Tra le altre cose per la presenza di Marcial e di suor Cristina. Ma poi anche per il mangiare buono, il tempo buono ma non troppo caldo, e la tranquillità che abbiamo avuto, almeno di mattina.

Suor Cristina ha proposto loro una riflessione sulla consacrazione, con un accento particolare sulla perseveranza. Da parte mia ho dialogato con loro sulle esigenze della povertà dei ministri di Cristo.

I ragazzi si sono divertiti, e, cosa più importante, abbiamo unito l’utile al dilettevole.

Grazie, Signore, per questi seminaristi!!!

Papo e MarilínOggi abbiamo avuto altri due matrimoni, uno, Papo e Marilín, alla Divina Misericordia, e l’altro, Mario e Laura, a Santa Margarita.

La prima coppia sono tutti e due impegnati a livello pastorale. E ciò ha fatto sì che la partecipazione fosse massiccia: nonostante l’orario delle 4 del pomeriggio c’era molta gente, del loro settore e anche degli altri.

Laura e MarioLa seconda coppia non sono impegnati, ma Laura è professora del nostro liceo. Sua madre e sua zia sono impegnati, e suo papà svolge vari piccoli servizi. Hanno tre figli maschi. Anche in questo caso la comunità si è resa presente: molti hanno partecipato, con amore. Dopo l’omelia ho fatto parlare Laura del rosario che recitano tutti i giorni in famiglia: lei stessa ha reso testimonianza di come ciò ha aiutato la famiglia a mantenersi unita e a prepararsi per questo passo grande. La comunità ha apprezzato tantissimo questa testimonianza!

3:10 pm

Messe del 24

Il 24 la domenica è passata in sordina.

Al mattino c’era poca gente, e ho supposto che fosse perché sarebbero venuti alla Messa di Mezzanotte.

Invece alla Messa di Mezzanotte (che quest’anno abbiamo fatto alle 22) c’era ancora meno gente, circa un terzo di quella che viene a Messa la domenica.

E anche la Messa del giorno di Natale del mattino era praticamente vuota.
Per la Messa di Mezzanotte forse il motivo dei vuoti sta nel fatto che la tradizione enfatizza qui la cena del 24, e probabilmente molti non riescono poi a uscire di casa, ma probabilmente gioca anche il fatto che vari visitano parenti (e molti li hanno nei campos dell’interno).

Fatto sta che la vigilia di Natale l’ho vissuta nello sforzo di concentrarmi su chi c’era, anche se la tentazione è stata ed è quella di pensare a chi non c’era. E comunque dovremo trovare la maniera di far riflettere di più la gente sull’importanza della celebrazione della nascita di Gesù.
Nel frattempo,

Buon Natale a tutti!!!!

9:58 pm

Altri matrimoni

bodabelkis.JPGAncora matrimoni!

A Santa Margarita si è sposata Belkis Selmo, una giovane professoressa del nostro liceo. Fidanzamento abbastanza veloce, ma d’altronde entrambi hanno passato l’età dei grilli per la testa, e, anzi, entrambi sono sempre stati persone molto serie. A differenza della maggior parte delle persone, hanno avuto il coraggio e la fede di sposarsi subito in chiesa. La comunità cristiana si sente con un impegno forte di accompagnarli nella preghiera, perché con l’aiuto del Signore possano superare le inevitabili difficoltà.

Alla Divina Misericordia, invece, si sono sposate due coppie già da tempo conviventi. La realtà è che, anche se la valutazione oggettiva della situazione di questi conviventi è di peccato, nel fare la preparazione ti rendi conto che non c’è quasi in nessuno una malizia né la maggior parte delle volte la coscienza di vivere in peccato. La chiesa lo dice chiaramente, e anzi in passato i preti dicevano che i conviventi andavano all’inferno, per far capire la gravità della cosa, ma dal dire al fare… E così nella pratica della vita di queste coppie conta di più il vedere che i loro genitori, nonni, zii, amici… tutti si sono sposati “passando per la finestra”, come si dice qui.

Fatto sta che quando una di queste coppie che qui sono la maggioranza fa un cammino di fede e arriva a decidere di sposarsi è una festa grande, e tale è stata con Arturo e Ynocencia e con Enselmo e Matilde. Il matrimonio l’ha benedetto Marcial perché io ero impegnato in quello di Belkis alla stessa ora, e don Lorenzo ha presieduto l’Eucaristia.

Questa gente che da oggi farà la comunione eucaristica sono un segno grande di amore nella comunità parrocchiale!

Siamo quasi a Natale, e voglio farvi qualcosa come un riassuntino di questi giorni di Avvento.
Cos’è successo in questo tempo nella vita della missione?

  • All’inizio di dicembre abbiamo avuto la Settimana Giovanile, durante la quale circa duecento giovani si sono visti tutte le sere condividendo l’allegria e vari temi di formazione.
  • Il fine settimana seguente c’è stato il Ritiro parrocchiale d’Avvento: domenica mattina e pomeriggio, e animato da un’équipe del Rinnovamento Carismatico; o meglio, due équipe, perché ce n’è stata una a Santa Margarita e una alla Divina Misericordia. Entrambe hanno lavorato molto bene.
  • Il venerdì prima dell’Avvento c’era stato il ritiro del personale della scuola, al quale quest’anno ha partecipato anche il personale del dispensario medico. L’abbiamo fatto alla Escuela de Evangelización, a pochi kilometri dalla scuola, in un’oasi di pace e serenità. Piaciuto a tutti. Sono quelle iniziative i cui frutti si vedono nel lungo termine, concretamente in rapporti di lavoro più distesi e in maggior amore al lavoro.
  • A partire dal giorno 10, quasi tutte le sere c’è una celebrazione penitenziale in una delle parrocchie della zona, e i preti ci aiutiamo vicendevolmente nel servizio delle confessioni. Sono riuscito ad andare a quattro celebrazioni, senza contare le due delle mie parrocchie. Anche Lorenzo si è fatto il mazzo, anzi, più di me, perché è andato alle due parrocchie più lontane: La Victoria e la Hacienda Estrella.
  • Visto che non possono confessarsi, ai conviventi ho dedicato momenti a parte nei vari settori: questi momenti mi hanno permesso di vedere e dialogare con gente più aliena ai giri ufficiali delle parrocchie, e con molti siamo arrivati a individuare cammini personalizzati di avvicinamento ai sacramenti. Molta gioia per me, e direi anche per molti di quelli con cui abbiamo avuto il dialogo.
  • Negli ultimi giorni abbiamo avuto vari pranzi e cene natalizi: con i preti della zona, con la scuola, con il consultorio, con i bambini del Centro di Nutrizione. Momenti belli, significativi, dove prevale la gioia dell’incontro e la bellezza dello stare insieme, oltre naturalmente a piatti semplici ma ben prelibati.
  • In questa settimana abbiamo la novena di Natale, che è un momento di preghiera e riflessione basato sui testi liturgici. La stiamo facendo tutti i giorni prima della messa del mattino. Partecipa qualcuno di più di quanti abbiamo di solito alla Messa feriale.
  • Sempre di questa settimana sono gli Aguinaldos, camminate fatte all’alba nelle quali si sveglia la gente cantando e annunciando loro la vicinanza del Natale. Quest’anno c’è stata molta più partecipazione dell’anno scorso, perché si sono organizzati in ogni settore o porzione di settore, in accordo all’indicazione del Terzo Piano Pastorale che chiede che si lavori il più possibile vicino alla gente. E anche perché in ogni settore hanno coinvolto giovani che non sono della chiesa, i quali si sono uniti con tamburi, latte, trombe e quanti altri “strumenti” avessero. Questa presenza giovane ha dato vita (qualcuno lo chiama rumore) all’iniziativa.
  • In questi ultimi giorni abbiamo vari matrimoni. Due si sono già fatti la settimana scorsa, e tra il 23 e il 25 saranno cinque: uno è una coppia di fidanzati, gli altri hanno attorno ai 10 anni di convivenza sul groppone. La gente qui ama sposarsi sotto Natale, per il clima molto caldo che si crea, e anche per il freschetto che rende tutto più facile!

Tutto questo è il nostro Avvento, carico di gioia e di speranza, e con un po’ più di lavoro, fatto peraltro molto volentieri.

Un abbraccio natalizio a tutti!!!!

Augurissimi di Buon Natale e Buon Anno!

Dopo aver accompagnato fino alle cinque del pomeriggio gli installatori dei nuovi gruppi di continuità, mi sono goduto i dialoghi con i conviventi del settore Espíritu Santo, del barrio del Chimbú.

Ho conversato con loro dalle cinque alle otto, vari casi, diversi l’uno dall’altro: la ragazzina di diciotto anni che è andata a convivere con il fidanzato perché i suoi litigavano; la coppia attempata che ha già fatto almeno due volte il corso di preparazione al matrimonio e che è quasi vicina alle nozze; la giovane donna che è quasi decisa a lasciare il marito che da quattro anni le fa le corna; l’uomo abbandonato dalla moglie, a suo dire non si sa perché visto che lui era un marito perfetto (?); la donna che non sa cosa fare con il convivente che già quattro volte ha passato la notte fuori casa; il giovane uomo che non si è ancora battezzato e che è deciso a prepararsi al battesimo e al matrimonio…

Ho visto in quasi tutti una sincerità e una ricerca del Signore, con la disponibilità a fare la sua volontà e a obbedire ai comandamenti. Il tempo mi è volato, e ho provato gioia grande con quasi tutti questi fratelli e sorelle.

Questa contentezza si è sommata a una cosa di stamattina: un giovane di Santa Margarita mi ha detto che vuole prendersi un impegno di evangelizzazione, anche in qualche paesino, o addirittura in qualche paese lontano. Penso che lo metterò in contatto con i Missionari del Sacro Cuore, che sono una congregazione ben dinamica, e che vive la missione ad gentes. Un bel segno di speranza questo giovane, al quale non ho nascosto che sto chiedendo al Signore che così come mi ha fatto vedere varie vocazioni di seminaristi e aspiranti suore, mi permetta anche di vedere una vocazione missionaria.
Grazie Signore!!!!

altagracianavidad.JPGGuardate che cose carine sa fare don Lorenzo!!!!!

La Vergine contempla e adora suo Figlio, fatto carne per noi, ce lo dona e ci invita a unirci a lei nell’adorazione e nella fede.

Buon Natale ormai prossimo a tutti!

Aspiranti indiane per le suore della missioneBeccatevi le foto delle nuove aspiranti indiane, puro sangue del Kerala, con tanto di sari tradizionale!

Mangiano piccantissimo e hanno dei bellissimi e lunghissimi capelli neri.

Come hanno fatto a arrivare qui? Lascio indovinare a voi!

Suor Cristina con alcune maestre del nostro liceoAltro momento natalizio, quello della scuola. C’eravamo una sessantina, degli ottanta impiegati e associazione genitori. Un numero non alto, ma migliore degli anni scorsi, quando facevamo cena e non pranzo.

Meglio preparato che gli anni scorsi il tutto: un gruppetto di alcuni professori con Miguel e Matilde si sono preoccupati di organizzare qualche piccolo numero, che è stato accolto bene e ha suscitato molta gioia.

Alla fine, alcuni regalini, per i membri dell’associazione genitori, e per alcuni del personale estratti a sorte.

Un momento sereno. Grazie di cuore, Signore!

Ci stanno installando i nuovi gruppi di continuità.

Il lavoro lo fa l’INDOTEL, o Instituto Dominicano para las Comunicaciones, il quale riceve abbondanti fondi da un apposito capitolo delle tasse, e li investe nell’attrezzare centri di comunicazione.

Visto che avevamo già il centro di accesso a internet, attraverso questi gruppi di continuità l’INDOTEL ci rende possibile lavorare senza dipendere dal generatore a gasolio, e quindi con un risparmio notevole (ultimamente stiamo spendendo sui 15,000 pesos, circa 360 euro, mensili di gasolio).

Domani dovrebbero finire.

I preti della zona alla cena di Natale 2006Stasera abbiamo vissuto il bel momento della cena “natalizia” con i preti della zona pastorale.

Come indica la foto non eravamo molti. In realtà siamo circa il doppio: una ventina per una popolazione di almeno 300,000 abitanti, cioè un prete ogni 15,000 abitanti. Per fare le proporzioni, a Genova c’è un prete ogni 2,500 abitanti. Genovesi ed italiani, non lamentatevi del fatto che ci sono pochi preti, qui ce n’è molti meno!

Il vicario zonale (qui si chiama arciprete) è quello seduto in mezzo con la stampella in mano: due mesi fa è stato gambizzato da dei ladri per rubargli la macchina, in pieno centro città e in pieno giorno.

Ma per tornare alla cena, vari confratelli non sono potuti venire perché uno di loro, il padre Eligio, ha piazzato una celebrazione penitenziale. Lorenzo ad esempio è andato là. Altri avevano impegni inderogabili.

La cosa più triste di questa cena: la quantità assurda di mangiare. Non si è sprecato perché vari se lo sono portati via e sicuramente lo faranno fuori o lo daranno a gente bisognosa domani.

La cosa più bella è stata l’atmosfera serena, allietata ancora di più da un regalo fuori programma portato dal padre Lorenzo Vargas: la raccolta dei documenti della Conferenza Episcopale dal 1961 al 1990. Un prezioso volume, dove si trova tra le altre cose la famosa lettera pastorale del 1961 che ha significato la presa di posizione della chiesa cattolica contro il regime del dittatore Trujillo.

C’erano anche la metà dei diaconi. Marcial è stato l’unico a portare anche sua moglie.

Si è approfittato anche per spostare la riunione mensile dei preti: dal terzo sabato al primo mercoledì, in maniera da permettere la partecipazione di alcuni confratelli che di sabato non possono mai.

Babbo Natale accerchiato dai bambini del Centro di DenutrizioneA mezzogiorno abbiamo avuto un bel momento: il pranzo natalizio dei bambini del centro di denutrizione. Sono una ventina i bambini che le suore alimentano in maniera sostanziosa tutti i giorni feriali, e danno loro il mangiare per non regredire il finesettimana.

L’ultimo giorno prima delle vacanze natalizie è tradizione vivere questo momento in cui oltre al solito mangiare ben nutritivo i bambini ricevono un regalino, e le famiglie la scorta per i giorni di vacanza.

Quest’anno abbiamo avuto anche nientepopodimento che la visita di Babbo Natale, qui chiamato (influsso nordamericano) Santa Claus o Santa Clo.

Babbo Natale consegna i regaliI bambini l’hanno accolto con allegria, e hanno fatto a gara per fotografarsi con lui. Non era un Babbo Natale troppo intraprendente, ha avuto un poco di difficoltà a reggere il peso dell’attenzione di tutti concentrata su di lui, ma nel complesso la prestazione è stata più che efficiente.

Alla fine si è prodigato nella consegna dei regalini, attesissimi e graditissimi. Alle madri presenti ha regalato una discreta quantità di riso, fagioli, olio e latte in polvere. La speranza è che, come a volte succede, non li vendano per comprare roba più futile, magari magliettine corte e scollate per loro.

Il più piccolo presente: un bebé di pochi giorni. La madre ha partorito due anni fa (era già il secondo), e adesso la famiglia continua a crescere. Per la gente povera i figli sono la ragione di vita.

P.S.: Chi indovinerà per primo il famoso attore/attrice che impersonava Babbo Natale scrivendolo in un commento a questo articolo riceverà in premio un lecca lecca domenicano, che provvederò personalmente a consegnargli al mio arrivo a Genova la settimana prossima!

Ho dovuto mettermi giocoforza a preparare i conti del 2005 da presentare all’Economo Diocesano di Genova.

Sono di quei lavori che rimando il più possibile, ma ormai mi ci devo mettere, non posso rischiare di partire senza il lavoro finito.

Ci dovrò dar dentro i giorni prossimi, nel tempo libero dalle parrocchie e dalla scuola!

Nella serata di oggi abbiamo avuto la Celebrazione Penitenziale a Santa Margarita.

L’affluenza è stata abbastanza bassa, non so se la gente ha pensato che poteva confessarsi un’altro momento. Comunque con quelli che sono venuti abbiamo lavorato: io, don Lorenzo, padre Isidro e padre Francesco (i due catecumeni che lavorano a Amparo e Santiago), e il padre Robert ordinato appena un mese fa.

Spero di riuscire a confessare gli altri i prossimi giorni prima delle Messe.

Francisco, Reina, e i loro figli Jairo e JaronelisOggi abbiamo fatto il bis: un altro matrimonio, questa volta di una coppia con quindici anni di vita insieme alle spalle: Francisco e Reina.

La loro storia è veramente bella. Reina viene da una famiglia molto cattolica, e da giovane era molto inserita nella chiesa. Invece la famiglia di Francisco era più all’acqua di Rosa, e lui con l’adolescenza si era allontanato dalla chiesa. Due anni fa hanno cominciato a riavvicianarsi, e sopratutto lui si è lasciato conquistare dalla moglie, e ha “provato” a venire a Messa. Probabilmente il fatto che me sia accorto (grazie a Jairo, il loro figlio maggiore, che è chierichetto) e l’abbia cercati di accogliere li ha entusiasmati. Di fatto adesso Francisco dice che ha riscoperto qualcosa di importante per la sua vita.

Reina ha intenzione di assumersi qualche impegno nella chiesa. Sono certo che porterà avanti questa decisione, perché le si vede la semplicità e al tempo stesso la solidità interiore. Spero che anche Francisco continui a maturare, perché è un uomo di buoni principi, con una famiglia unita alle spalle, e direi abbastanza più serio della media.

Una preghiera anche per loro!

Al pranzo natalizio dei preti, tradizionale appuntamento di tutti gli anni, abbiamo avuto la gioiosa sorpresa di ascoltare il coro della vicina carcere della Victoria. Si sono esibiti davanti a un gruppi di un centinaio di preti diocesani (metà di loro catecumeni) e religiosi, che hanno applaudito fortemente le loro canzoni, non per dovere, ma per la bellezza delle interpretazioni.

Devo confessarvi che quando hanno detto che era il coro dei carcerati ho avuto un sussulto interiore. Al vederli ho dovuto lottare per liberarmi dalle domande che mi frullavano per la testa: quello alto cosa avrà fatto? e quel giovanotto, avrà ammazzato qualcuno? Veramente è difficile guardare una persona senza giudicarla! Grazie a Dio a poco a poco mi sono rilassato e ho potuto concentrarmi sulla musica, che si ascoltava davvero piacevolmente. Un amico prete mi ha commentato che hanno a loro carico l’animazione di tutte le Messe che si fanno nel loro carcere.

Ma il pranzo natalizio non è stato solo questa musica. Prima di loro ci hanno allietato altri due cantanti, un giovane che non avevo mai sentito, e una giovane donna della quale ho riconosciuto subito la voce per averla ascoltata alla radio cattolica di qui. Che effetto ti fa vedere dal vivo davanti a te una persona che per il fatto di essere “famosa” la pensi lontana…

Il pranzo si è svolto nella Escuela de Evangelización a pochi kilometri da casa nostra. Ho ringraziato il Signore che non l’hanno fatta in episcopio, perché di questi tempi ci sono ingorghi da tutte le parti.

Il cardinale era presente, ma non ho avuto neanche l’occasione di salutarlo, prima mi sono perso salutando gli altri preti e ascoltando la musica, e poi quando mi sono avvicinato al suo tavolo era già andato via.

Ho approfittato anche per mettermi d’accordo con un prete che verrà a presiedere l’Eucaristia a Santa Margarita tutte le domeniche e feste che sarò in Italia.

Il mangiare era anche lui, come tutto il resto, eccezionale. Ho apprezzato in maniera speciale un riso natalizio adornato con uva passa, mandorle e noccioline e altre cose prelibate.

Yajaira e Alexis, il giorno del loro matrimonioYajaira è una giovane che ha sempre fatto vita di parrocchia. L’ho trovata quando sono arrivato, con don Lino era responsabile di un sottogruppo del gruppo Ciempiés. Era tra gli otto giovani che nell’agosto 2000 sono stati in Italia per il Giubileo dei Giovani. Allora aveva appena compiuto 18 anni.

Oggi pomeriggio Yajaira de los Santos si è sposata in chiesa. È stato realmente un momento straordinario.
Se vi state domandando cosa c’è di straordinario, dovete sapere che le coppie giovani che si sposano in chiesa nelle mie parrocchie sono una media di mezza all’anno. E questo su una popolazione di circa 1000 giovani di 18 anni! La qual cosa significa che il 99,95 delle coppie non si sposano! Forse vi è più chiaro che siamo in missione! È una realtà tutta da evangelizzare, e l’evangelizzazione è una cosa lenta lenta lenta. Non credo che nei quindici anni che la missione genovese è qui è cambiato qualcosa di significativo da questo punto di vista. C’è ancora molto lavoro da fare!
Tornando a Yajaira, il suo fidanzato è anche lui un ragazzo di fede, si sono conosciuti a un incontro della Pastorale Giovanile Diocesana. Sono stati fidanzati quattro anni, e adesso si realizza il loro sogno.

Conoscendoli, e conoscendo un po’ le loro differenze di carattere, so che incontreranno le loro difficoltà. Ma mi sembra che ne siano coscienti, e soprattutto sono coscienti del fatto che il Signore starà al loro fianco e non li lascerà soli. Condividono il sogno di camminare insieme tutta la vita, un sogno che anche il Signore ha su di loro, e che non mancherà di aiutare a realizzare.

Auguri, Alexis e Yajaira! Ad multos annos!

Qui potete vedere la mappa di Google dove a sinistra c’è la scuola (due costruzioni grandi con il tetto grigio che si affacciano sullo stesso spiazzo rettangolare), un po’ più a sinistra ancora la parrocchia Santa Margarita (non è facile identificarla se non la si conosce), e a destra (le due grosse C bianche che si danno le spalle) la casa della missione.

Come vedete siete già vicinissimi, non vi rimane altro che prendere l’aereo e venirci a trovare!!!

Altagracia NúñezAltagracia, una nostra bidella, se l’è vista brutta con il figlio. Ma grazie a Dio tutto è in fase di soluzione.

Quindici giorni fa il ragazzo, che ha sedici anni, ha cominciato a mostrare un gonfiore sul lato destro della faccia, che si è esteso fino a gonfiargli la palpebra e impedire che potesse aprire l’occhio. In più, molti medici pensavano che avessa la mandibola fratturata. Di fatto non poteva aprire la bocca.

Altagracia, che non può contare più di tanto sull’appoggio del marito perché questi è una leggera, ha dovuto sbattersi per portare il figlio all’ospedale. Quando ha raccontato le cose a me aveva in mano la prescrizione di un intervento chirurgico per la frattura della mandibola.

Al vedere che c’era qualcosa di strano l’ho mandata a un ospedale buono. Altagracia non aveva mai preso in considerazione questa possibilità perché quello che guadagna non può coprire più che le necessità basiche. Sta di fatto che l’ho invitata a mettersi nelle mani del Signore, e l’ha portato alla Plaza de la Salud, dove appena lo hanno visto l’hanno ricoverato d’urgenza, dicendole che poteva essere un tumore e che non si poteva perdere nemmeno un giorno.

Ieri le hanno dato la buona notizia che possono mandare a casa suo figlio, perché si è capito che non era un tumore, e che non c’era frattura della mandibola, ma solo un ascesso dovuto a un’infezione seguente a un trauma. Di fatto il ragazzo ricorda che gli è picchiata una fibbia di cintura nella tempia più di un mese fa.

L’unico problema che rimane adesso è il conto dell’ospedale. Grazie a una mia lettera di presentazione le avevano dato il 40% di sconto (il massimo, a quanto sembra), ma nonostante ciò le hanno chiesto 19,000 pesos, più di 450 euro, e lo stipendio di bidella di Altagracia è di 3,300 pesos al mese.

Ho chiamato all’ufficio sociale dell’ospedale, e mi hanno detto che le possono dimettere il figlio se porta due/tre mila pesos (qui nessun ospedale dimette finché non si paga il conto), e per il resto ha consigliato a me di richiedere un ulteriore sconto o gratuito patrocinio.

Nella scuola abbiamo subito fatto una colletta, e si sono raccolti quasi due mila pesos, che con i mille che Altagracia ha potuto mettere da parte dalla tredicesima le permettono di avere suo figlio a casa. Nel frattempo raccoglieremo anche nel turno di pomeriggio, e questo permetterà a Altagracia di comprare le medicine.

Tutto è bene quel che finisce bene, grazie al Signore!

Oggi pomeriggio, nel settore Nueva Jerusalén de La Mina ho avuto l’occasione di parlare con parecchie persone, la maggior parte conviventi, altri vedovi o soli. Qualcuno di loro è veramente a un passo dalla grazia di Dio, altri hanno bisogno di piccole decisioni, la maggior parte sembra ancora lontana, ma con la voglia di mettersi in cammino.

Unica nota disdicevole: le zanzare che non mi hanno dato tregua tutto il pomeriggio: dovevo tenere le gambe e anche le braccia in una specie di leggero moto perpetuo per evitare che mi pungessero, e nonostante questo non ho avuto un minuto in cui non mi prudesse da qualche parte. Spero per lo meno che non mi abbiamo trasmesso il dengue!

Ho presentato stamattina al ministero dell’educazione l’ennesima richiesta di assunzione del personale della scuola da parte dello stato.

Non sono molti quelli che non sono assunti (devono essere un 15%), ma il fatto è che se ne aggiungono continuamente nuovi. O meglio, nella misura in cui otteniamo che vengano assunti quelli che lavorano, si chiamano a lavorare persone il cui ruolo è meno importante, ma che alla fine ti rendi conto che sono necessari.

E anche perché c’è chi si avvicina alla pensione: come Dany, la responsabile delle bidelle, la quale ha avuto ultimamente un peggioramento della labirintite di cui soffre da anni, e si è decisa a chiedere il pensionamento. Per cui c’è da rimpiazzarla, e questo significa alla fine dei conti chiamare una persona nuova a lavorare.

Si sa che in dicembre non assumono nessuno, ma la speranza è che in gennaio possiamo ottenere qualcosa. Ufficialmente hanno già detto che non ci saranno assunzioni, ma nella pratica il problema è convincere la ministro a firmare. Ce la faremo? Vi saprò dire! Se potete accompagnateci con la preghiera!

Stasera la Celebrazione Penitenziale toccava alla parrocchia di Santiago el Menor, che è stata la prima parrocchia della missione: fino al 1991 in Guaricano c’era solo una parrocchia, e probabilmente il numero di abitanti era già di più della metà di quello che è adesso.

Nel 1992 da Santiago è nata Santa Margarita, nel 1996 dalla stessa Santiago è nata Nuestra Señora del Amparo (Nostra Signora della Guardia), e nel 2005 da Santa Margarita è nata la Divina Misericordia. La prossima divisione sarà la nascita della parrocchia Santa Virginia, che sarà di nuovo una separazione da Santa Margarita.

Genova ha consegnato le parrocchie di Santiago e Amparo al clero secolare verso la fine del 2004.

Come abbiamo fatto nelle “nostre” parrocchie, anche a Santiago abbiamo confessato soltanto le persone che possono ricevere l’assoluzione: i conviventi sono stati invitati a cercare un altro momento per il dialogo con il sacerdote.

Dopo le confessioni una buona cenetta, a base di pollo e maiale arrostiti, una specie di puré di patate e insalata, non senza la (qui) tipica frutta di Natale: mele e uva. E anche quello è stato un momento bello.

Grazie, Signore!

Pomeriggio dedicato prima ai dialoghi con i conviventi del settore Sinaí, e poi alla Celebrazione Penitanziale della Divina Misericordia.

I dialoghi sono stati un momento molto bello: ho parlato con varie persone (il 90% di sesso femminile), e ho visto in loro un desiderio sincero di vivere più intensamente la vita cristiana. Almeno due “signore” giovani, una di 18 e l’altra di 20 anni, mi danno l’idea che fra qualche anno potranno realizzare un buon servizio nella chiesa.

Alla celebrazione penitenziale c’eravano cinque preti, in due orette abbiamo confessato un centocinquanta/duecento persone. Grandi assenti: i giovani. Non so perché ne è arrivato un gruppo quasi alla fine (meglio tardi che mai), mentre un’altra buona fetta non si è vista per niente. Dovremo chiarire la cosa con i rispettivi responsabili di gruppo.

Nuovo look dicembre 2006Ho aggiornato l’aspetto del diario, con una veste grafica rinnovata, credo più piacevole, e con un’immagine di testa adatta.

Lo sfondo sfumato è l’immagine della Madonna dell’Altagrazia: la Vergine Maria adora suo figlio che è il Figlio di Dio deposto nella mangiatoia, e, in secondo piano, san Giuseppe tiene in mano la candela a significare la fede.
Aggiungete un commento e dite cosa ve ne pare!!!

Oggi abbiamo avuto i ritiri d’Avvento: a Santa Margarita e anche alla Divina Misericordia.

La partecipazione è stata discreta, con una punta di centocinquanta persone in ognuno dei due nel pomeriggio.

La gente ha accolto molto bene le predicazioni, che erano basate sulle tracce preparate in sintonia con il tema del Piano Pastorale.

Ci hanno aiutato due équipe del Rinnovamento Carismatico, entrambe ben preparate per il loro lavoro.

Anche per questo: Grazie, Signore!

Il concerto che ha chiuso la Settimana Giovanile è stato bello. Antony e Jesús, un due che canta canzioni cristiane, ha allietato i numerosi giovani, bambini e adulti presenti.

Una degna conclusione per una bella settimana!

Grazie, Signore!