In questi ultimi 15 giorni che ho vissuto piuttosto male, mi è capitato di incontrare gli aspetti peggiori di questa Repubblica Dominicana. Violenza sulle donne e sui bambini, morte del tutto senza senso di una ragazza ventenne.
C’è naturalmente un altro mondo, quello che vedo quando vado in giro con gli animadores o la psicologa della scuola. Lì vedi gente povera, sì, ma che ti accoglie sempre con grande amicizia, grata a volte in maniera esagerata.
Ma quando incontri la violenza bieca, beh, è un altro paio di maniche.
L’altro ieri, per esempio, due guague (autobus privati di trasporto pubblico) qui in Guaricano cercavano di soffiarsi i clienti l’un l’altra. Fatto sta che hanno cominciato a picchiarsi, poi sono saltati fuori i machete, poi le pietre, e una donna che passava di lì è stata presa in pieno da una pietrata ed è morta all’istante.
Quasi alla stessa ora davanti alla parrocchia di Paolo è scoppiata una rissa fra due uomini. Pare che uno dei due non pagasse da tempo l’affitto all’altro. Il padrone della casa ha pensato di costringere l’altro ad andarsene scoperchiando il tetto (pare usi così, d’altronde non ci vuole molto). A questo punto sono saltati fuori i soliti machete. Un uomo che passava di lì, per interrompere la rissa ha estratto la pistola e ha sparato in aria una decina di colpi, per fortuna senza ferire nessuno.
Risultato: uno dei due, il padrone di casa, ferito, è stato portato all’ospedale, e gli altri se ne sono andati per la loro strada.
Il lato comico è che quando Paolo ce l’ha raccontato io gli ho chiesto: tu cosa hai fatto? ti sei lanciato? e lui ha risposto: lanciato?! io mi sono affacciato timidamente. E così abbiamo riso molto immaginandoci il salvatore che voleva far cessare il litigio a suon di spari.