9:41 pm

Sbobinando (24)

(Scusate l’assenza, ma il lavoro chiamava e non ho potuto sbobinare; comunque, rieccomi: è sempre il pomeriggio di lunedì 25 luglio 2005)

Da Boca Chica a Prà il passo è breve: merito di Nancy, proprietaria di un ristorante ma soprattutto di un bel faccione sorridente.

Siamo entrati nel locale perché prometteva cucina italiana e abbiamo trovato una dominicana che dice “la nostra cucina romagnola” e sa tutto sul pesto, mostra il menu che vanta le nostre care trenette e confessa, come unico cruccio, l’uso di un mortaio di legno anziché di marmo.

Nancy è un bel tipo: ha imparato la cucina romagnola da un fidanzato romagnolo, e i segreti del pesto, su suggerimento (indovinate un po’) di un altro fidanzato, li ha appresi nei ristoranti di Genova e riviere; sa tutto, comprese naturalmente le qualità del miglior basilico.

Non vorrebbe farsi intervistare perché non è in tiro come dovrebbe esserlo la dueña di un ristorante, poi si arrende.

“Lo so che il vero basilico è quello di Prà – ci spiega sfidando la nostra incredulità – quando sono stata a Genova sono andata a cercarlo, è stata una cosa davvero interessante”.

Sfodera due tovagliette, una raffigurante i luoghi colombiani di Genova e Liguria, una monografica sul pesto.

Ma come fa a farlo qui? “Ho un po’ di terra, me lo coltivo. Uso solo le foglioline piccole, altrimenti sa di menta e non va bene”.

Il suo italiano è ottimo. Il locale è molto bello. La cucina sarà anche romagnola con un’eccezione per il pesto, ma le pareti sono tutte dedicate a Genova: foto, carte nautiche, ce n’è perfino una dettagliata sul porto con la diga foranea in primo piano.

Peccato non siano neanche le quattro del pomeriggio: io che all’estero non mangio italiano, per le trenette al pesto avrei fatto un’eccezione.

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