Nell’evangelizzazione di stasera, a Duquesa, sono stato per la seconda volta in casa del capo di una “nazione”.
Mi ha parlato espressamente della nazione, poche parole, in verità, citando il regolamento che hanno, che, dice, è molto simile al foglio che usavamo per la evangelizzazione di oggi.
Lo diceva perché parlavamo della famiglia come dono di Dio, e del rispetto ai genitori? So che tra le regole delle nazioni c’è quella di rispettare il padre e la madre.
Ma le altre regole? Ho provato a cercare su internet ma non l’ho trovate.
Il capo mi diceva che prima Duquesa era un caos, che tutte le settimane c’era un litigio che finiva male. “Adesso è tutto tranquillo, noi cerchiamo di educare questi giovani”.
Sarà proprio così?
Ho provato a chiedergli se mi faceva vedere il loro regolamento. Mi ha detto che non non poteva, che doveva chiedere permesso. “A chi?”. Nessuna risposta. “Da dove vengono?” “Da fuori”.
La moglie, nel momento di preghiera finale, ha chiesto al Signore che liberasse la loro famiglia da ogni tirannia. Ho visto un’ombra lunga presentarsi accanto alla figura del capo…
Domani è l’ultimo giorno della nostra missione a Duquesa. Faremo un’ultima visita casa per casa, e inviteremo alla messa, che sarà verso le dieci.
Se è come mi dà l’impressione, dovrebbe venire parecchia gente.
Il Signore mi mette davanti un’opportunità che non posso sprecare. Spero di riuscire a far sognare a questa gente un mondo diverso, senza violenza e senza bande.
E so che il Signore mi aiuterà.
Signore, sì, so che tu mi aiuterai.