Uscita dopo cena, oggi, per un incontro di catechesi serale. Nella comunità dove siamo andati si radunano settimanalmente i bambini (con i loro catechisti), gli adolescenti/giovani (con i loro catechisti) e gli adulti (con il prete).

Vista la particolarità della circostanza (un prete in visita) la catechesi si è fatta tutti insieme, e ho dovuto inventare qualcosa che potesse arrivare ai bambini come ai grandi.

Dopo l’incontro i catechisti mi hanno spiegato che tra gli adulti la maggioranza seguono la catechesi per battezzarsi o per sposarsi. Tra di loro ho visto un interesse molto vario, alcuni molto attenti, altri abbastanza assenti. Visto che il tema era la carità concreta, in particolare verso chi non ci va giù, con la parabola del buon samaritano, alla fine ho provato a chiedere qual era secondo loro la difficoltà più grande dei cubani a vivere questo vangelo, e con semplicità un uomo sui quarant’anni mi ha risposto che è il carattere rancoroso, abbastanza tipico dei cubani. Lui stesso riconosceva di esserlo, e ammetteva di dover fare un lavoro grande con se stesso per essere vero discepolo di Gesù. Mi ha colpito la sincerità con cui ha manifestato questa sua fragilità, e mi sento impegnato a accompagnarlo con la preghiera perché superi questo aspetto del suo temperamento.

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