A differenza della celebrazione penitenziale di Santa Margarita, quella della Divina Misericordia ha sofferto il vizio opposto: a confessare c’eravamo solo io e Lorenzo, mentre la gente è venuta abbastanza numerosa.

Dico “abbastanza” perché in realtà non è che ci fosse la folla. C’erano un centinaio di persone (fate conto che a Messa ne vengono circa trecento), ma per esserci solo in due a confessare erano quasi troppe. Da prima delle sei abbiamo finito quasi alle nove!

Da parte mia ho cercato di approfittare dell’occasione che era l’ultima mia celebrazione penitenziale per dare molto calore e affetto a tutti quelli che venivano a confessarsi. E ho riscontrato un apprezzamento sentito per questi piccoli gesti. Ho sentito l’affetto del nucleo più vivo della comunità.

Sul versante negativo, è stata ridotta la presenza degli adolescenti e dei giovani. Quelli che sono arrivati sono arrivati tardi, una confessione quasi rubata. A Santa Margarita era stato ancora peggio. È vero che vari di loro si sono confessati nel ritiro di ieri, ma sono stati solo una piccola parte. La maggior parte farà Natale senza riconciliarsi nel sacramento.

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