Contributi del giorno lunedì 17 Dicembre 2007

A differenza della celebrazione penitenziale di Santa Margarita, quella della Divina Misericordia ha sofferto il vizio opposto: a confessare c’eravamo solo io e Lorenzo, mentre la gente è venuta abbastanza numerosa.

Dico “abbastanza” perché in realtà non è che ci fosse la folla. C’erano un centinaio di persone (fate conto che a Messa ne vengono circa trecento), ma per esserci solo in due a confessare erano quasi troppe. Da prima delle sei abbiamo finito quasi alle nove!

Da parte mia ho cercato di approfittare dell’occasione che era l’ultima mia celebrazione penitenziale per dare molto calore e affetto a tutti quelli che venivano a confessarsi. E ho riscontrato un apprezzamento sentito per questi piccoli gesti. Ho sentito l’affetto del nucleo più vivo della comunità.

Sul versante negativo, è stata ridotta la presenza degli adolescenti e dei giovani. Quelli che sono arrivati sono arrivati tardi, una confessione quasi rubata. A Santa Margarita era stato ancora peggio. È vero che vari di loro si sono confessati nel ritiro di ieri, ma sono stati solo una piccola parte. La maggior parte farà Natale senza riconciliarsi nel sacramento.

Il tradizionale pranzo natalizio del clero di Santo Domingo si è svolto anche quest’anno alla Escuela de Evangelización fondata dal padre Emiliano Tardiff. I preti presenti erano un’ottantina, e c’era il cardinal López Rodríguez e il vescovo ausiliare Pablo Cedano. Mancava stranamente il vicario generale, mons. Amancio Escapa, così come non si è visto il vescovo ausiliare emerito, mons. Arnaiz.

Lo svolgimento di questi momenti è abbastanza risaputo: si arriva e ci si gode un concerto dal vivo di musica cristiana con vari cantanti, dopodiché le parole di rito, che sono toccate al cardinale, e si finisce in gloria mangiando.

Il cardinale tra le altre cose ha menzionato il fatto che la missione genovese se ne sta andando, e ha ringraziato pubblicamente per l’opera svolta, facendo menzione di don Lino, don Giulio, don Franco, don Lorenzo e del sottoscritto.

Quando ha finito di parlare gli ho poi chiesto se ha già trovato chi sarebbe venuto a sostituirmi, ma la risposta è stata ancora negativa. In compenso con l’ausiliare ci siamo messi d’accordo per fare la consegna del mio mandato giovedì 3 gennaio alle sei di sera.

Naturalmente aspetto anche tutti voi. La vostra presenza sarà per me fonte di gioia!!!

Dopo un sacco di mesi ho in mano l’atto di donazione di un terreno destinato alla costruzione di un liceo e di un centro comunitario.

In realtà non è stato donato a noi, ma alla comunità, cioè al barrio, e la Chiesa Cattolica, concretamente attraverso la mia mediazione, l’ha ricevuto come garanzia che non sarà destinato a nient’altro che a ciò per cui è stato donato.

Adesso dobbiamo cercare di fare una cerimonia pubblica di consegna del terreno. Il Banco Nacional de la Vivienda, che è l’istituzione a partecipazione statale che l’ha donato, ha staccato questo terreno da un’area molto grande su cui sta costruendo un progetto abitazionale. È stato grazie alla mobilitazione della comunità che si è potuto ottenere questa donazione.

La mia soddisfazione di adesso è legata al fatto che un’altra istituzione statale, il CEA, che è l’ente proprietario della terra dello stato, un anno fa aveva lottizzato quel terreno e l’aveva donato a persone di Guaricano invischiate nella politica e appartenenti al partito del governo. Con in mano i loro atti di compra tali presunti proprietari si erano già messi al terreno e qualcuno stava cominciando a costruirvi qualcosa, ma grazie a Dio non hanno potuto andare avanti.

Adesso la mia speranza è che la cosa possa essere ben definita prima che io me ne vada, in maniera che non ci possano essere dubbi riguardo alla proprietà e alla destinazione di quel terreno. E l’altra speranza è che prima o poi il Ministero dell’Educazione costruisca il liceo che vi deve nascere.

Beh, posso dire anche stavolta: grazie, Signore!!

6:29 am

Un bel presepe!

il presepe del consultorioCon amore squisito suor Blessila e le altre persone del Consultorio hanno fatto il presepe.

Nella sua semplicità parla dell’amore puro con cui il Figlio di Dio si è fatto uomo ed è venuto ad abitare in mezzo a noi.

Da vari giorni è un richiamo silenzioso a tutti i pazienti a fissare lo sguardo del cuore su Colui che per amore si è fatto uomo.