Contributi del giorno domenica 28 Ottobre 2007

Oggi pomeriggio l’arcidiocesi di Santo Domingo ha vissuto un momento bellissimo, testimoniando il suo amore alla vita dei più piccoli: da tutte le duecento e più parrocchie ci siamo radunati nel Malecón, dove abbiamo camminato e poi celebrato l’Eucaristia presieduta dal card. Nicolás López Rodríguez.

La pioggia, caduta insistentemente (è da due giorni che piove giorno e notte) non ha impedito che si riunisse molta gente, forse un totale di 4/5.000 persone, all’insegna dell’affermazione del valore della vita umana fin dal concepimento.

La cosa che più colpiva, soprattutto noi italiani, è il rifiuto categorico e chiaro dell’aborto. “Sì alla vita, no all’aborto”, “se vi avessero abortito non sareste diputati” (in spagnolo fa più rima che in italiano: “si les hubieran abortado, no serían diputados“) gli slogan più gridati durante la camminata.

Il card. López Rodríguez, dal canto suo, nell’omilia ha definito l’aborto barbarie e crimine. Ha denunciato chiaramente che chi promuove l’aborto nel paese son piccoli gruppi pinguamente finanziati da gruppi di potere stranieri.

C’erano la maggioranza dei preti e dei diaconi permanenti, e tre deputati, schierati contro l’aborto non per convenienza ma per il loro sistema di valori, hanno partecipato attivamente alla camminata e alla Messa.

La cosa però che più mi colpisce, qui, è vedere come la gente semplice non riesce a capire come si possa promuovere l’aborto. Al partire dalla parrocchia, l’autista di un autobus che ci accompagnava, una persona abbastanza slegata dalla chiesa, mi domandava come è possibile che ci sia chi sostiene che l’aborto sia un diritto.

Sono cose e situazioni che ti fanno domandare: ma chi è in verità sottosviluppato?!?

La Messa che sono stato a celebrare stamattina a Duquesa è stata mezza depressa.

Non c’era nessuno a parte la gente della stessa comunità, e si sono rivelate tutte le deficienze che hanno: i canti arraffazzonati, le letture mal lette, bambini che facevano baccano, un colmado a poca distanza con una bachata insistente, le mosche che non lasciavano in pace neppure un momento.

Ma al di là di ciò, rimane la fede della poca gente che vive la chiesa, una decina di adulti e altrettanti bambini.

Al sabato tre catechisti di Santa Margarita vanno a dare una mano all’unica catechista di là, Juanita, e la speranza è che poco a poco questa gente si formi.

Vi chiedo una preghiera anche per loro!