Nove giorni fa è morto in un incidente un ragazzo, figlio di un prestamista (sono quelli che in Italia chiamiamo usurai) e imprenditore.
Oggi pomeriggio era l’ultimo giorno dei nove che si fanno di lutto e preghiera, e gli animatori hanno chiesto che ci andassi io perché ci sarebbe stata molta gente. E così è stato. Il momento di preghiera era in un salone grande dove ci saranno state 100 o più persone, e altrettante ce n’erano nella strada.
Sembra che il papà abbia messo in mano del figlio quattordicenne una macchina, che doveva anche essere sportiva, se è vero che l’incidente è avvenuto per l’alta velocità, e ciò in una strada di Guaricano che ha parecchi buchi.
La presenza di tutte quelle persone mi è stata spiegata con il fatto che, essendo il padre pieno di soldi, la gente va perché non si sa mai di cosa si possa avere bisogno…
Non ho celebrato l’Eucaristia, ho solo fatto la Celebrazione della Parola e distribuito la comunione. Per la Messa normalmente vengono al mattino in parrocchia. Ma stamattina della famiglia non si è visto nessuno.
I prossimi giorni voglio fare una visita ai genitori, e fare loro un’invito di cuore a iniziare un cammino di chiesa. È anche l’unica strada che intravedo perché quest’uomo lasci il lavoro mezzo (o interamente) sporco di cui vive.