Contributi del mese di Maggio 2007

Nella Messa di stasera tutte le parrocchie della diocesi hanno presentato a Maria i lavori e i risultati della Quinta Conferenza.

All’offertorio, le varie comunità della parrocchia hanno presentato tante bandiere quanti sono i paesi dell’America Latina. La cosa bella è che quando è arrivata la bandiera dominicana è scrosciato spontaneo un applauso.

Dopo la comunione, poi, ogni comunità si è inginocchiata davanti all’altare per rinnovare il suo impegno missionario.

La Messa è durata un po’ più del solito, ma ne è valsa la pena: abbiamo vissuto lo stesso desiderio della missione che lo Spirito ha suscitato a Aparecida!

Stasera la Messa aveva il significato di presentare a Maria i lavori della Quinta Conferenza di Aparecida.

La Quinta Conferenza dei Vescovi di America Latina e del Caribe è terminata oggi con la formulazione di un messaggio finale ai popoli di America Latina e con la redazione di un documento finale da consegnare al papa perché ne formuli il documento per tutta la chiesa.
In sostanza i vescovi riuniti della Quinta Conferenza vogliono iniziare una nuova tappa pastorale caratterizzata da un forte ardore apostolico e da un maggior impegno missionario.

Il documento finale è articolato secondo lo schema vedere-giudicare-agire ed è articolato in tre grandi parti:

  • La prima parte s’intitola La vita dei nostri popoli. A sua volta è suddivisa nei capitoli: I discepoli missionari, e poi Sguardo dei discepoli missionari verso la nostra realtà. Analizza i complessi processi storici-culturali in atto in America Latina, e indica le grandi sfide di oggi, quali la globalizzazione, la ingiustizia strutturale, la crisi nella trasmissione della fede.
  • La seconda parte entra al vivo del tema: s’intitola La vita di Gesù Cristo nei discepoli missionari, e indica la bellezza della fede in Cristo come fonte di vita per chi si unisce a lui e percorre il cammino del discepolato missionario. I vari capitoli spaziano sull’allegria dell’annuncio del Vangelo, sulla vocazione alla santità che è di tutti, la comunione di tutto il popolo di Dio. Alla fine si prospetta un itinerario per i discepoli missionari che considera la ricchezza spirituale della pietà popolare cattolica, una spiritualità trinitaria, cristocentrica e mariana, e la necessità del puntare sulla formazione (iniziazione cristiana, catechesi permanente e formazione pastorale).
  • La terza parte s’intitola La vita di Gesù Cristo per i nostri popoli, ed entra alla realtà della missione della Chiesa in America Latina e nei Caraibi. La Quinta Conferenza ha formulato il proposito di rendere più missionaria la Chiesa, e per questo si organizzerà una Missione Continentale che avrà come protagonisti le diocesi e gli episcopati. A livello di priorità si riconferma la opzione preferenziale per i poveri che risale alla Seconda Conferenza di Medellín, e si promuove la giustizia e la solidarietà internazionale. Si promuove una cultura dell’amore nel matrimonio e nella famiglia, così come una cultura del rispetto della vita nella società. Si riaffermano quindi gli impegni di Puebla e Santo Domingo per l’evangelizzazione della cultura e per l’evangelizzazione inculturata, si trattano le sfide pastorali dell’educazione e della comunicazione, i nuovi aeropaghi e i centri di decisione, la pastorale delle grandi città, la presenza dei cristiani nella vita pubblica, e specialmente l’impegno cristiano dei laici in vista di una cittadinanza piena nella società democratica, la solidarietà con i popoli indigeni e afrodiscendenti, e un’azione evangelizzatrice che tracci itinerari di riconciliazione, fraternità e integrazione tra i nostri per formare una comunità regiongale di nazioni in America Latina e i Caraibi.

Il Documento vuole rinnovare in tutti i membri della Chiesa, convocati ad essere discepoli missionari di Cristi, “la dolce e confortante allegria di evangelizzare” (EN 80).

Da quella che si evince da questo documento la Quinta Conferenza rappresenterà, ancora più delle altre, un gran passo in avanti per i popoli del continente, verso un dinamismo missionari ancora più intenso: “La Chiesa esiste per evangelizzare” (EN 15).

Ho dovuto per la seconda volta portare alla garanzia un gruppo di quattro batterie che non mi sta funzionando bene. in pratica si caricano, ma quando l’inversore comincia a succhiargli energia il loro voltaggio cade in un minuto a 11,75 volts, quando dovrebbe partire da 12.30 e scendere lentamente.

Purtroppo la gente della garanzia si ostina a dire che sono buone, per cui gliel’ho lasciate, e domani devo andare a vedere se gli hanno trovato qualcosa.

Oggi, 30 maggio, è stata la ricorrenza dei 25 anni di professione religiosa di suor Serafina, la superiora delle nostre suore, e di 15 anni della mia ordinazione.

Suor Serafina, il Nunzio, don Lorenzo, don Paolo e MarcialLa celebrazione – concretamente nella Messa celebrata di sera – è stata resa più bella dalla presenza del Nunzio Apostolico, mons. Timothy Broglio, il quale ha anche consegnato a suor Serafina la pergamena della Benedizione Apostolica che le ha inviato il Papa.

Suor Serafina ha data la sua testimonianza di ringraziamento al Signore, e anch’io da parte mia ho ringraziato il Signore e tutti, cominciando da Lorenzo, le suore e Francesco. Il coro ha allietato in maniera meravigliosa la celebrazione, cantando in maniera superba.

La bella presentazione della statuetta della MadonnaInutile dire che le suore avevano preparato l’altare e il presbiterio in una maniera bellissima, mettendo in evidenza una madonnina davanti alla quale una ventina di lumi tracciava il numero 25.
Mi sento felice, per tutto questo e per tutto quello che vivo.

Grazie di cuore Signore, per il ministero, per tutto quello che vivo qui, per tutto quello che hai fatto in me dal primo istante della mia esistenza e in particolare in questi quindici anni!

Nell’incontro dei catechisti della Divina Misericordia ci siamo chiesti stasera come possiamo migliorare il catechismo.

In realtà ci sono un certo numero di catechisti ben impegnati e che lavorano bene, ma ci sono anche altri che dicono presente quando ne hanno voglia, e che soprattutto non si vedono alle riunioni.

Il problema non lo vedo solo io, sono gli stessi catechisti che spesso, e l’hanno fatto anche ieri sera, si lamentano dei loro compagni.

Di fatto succede (lì come a Santa Margarita) che su 20 catechisti che iniziano entusiasti in settembre si rimane con 12/15 in giugno. C’è da dire però che ogni anno si uniscono nuovi catechisti, alcuni dei quali poi lasciano, ma altri perseverano, e questo è quello che da dinamicità alla cosa.

In pratica stasera c’era la lamentela per la non partecipazione alle catechesi specifiche per i sacramenti, e soprattutto ai ritiri che si fanno immediatamente prima del sacramento. Ho ripreso anch’io il tema, cercando di inquadrare bene la ragione per la quale i catechisti devono essere presenti a quegli incontri.

Vi saprò dire se cambia qualcosa!

Tra venti giorni ci sarà il matrimonio di Luis Alberto e Arlín, una coppietta di fidanzati molto tenera e carina.

Stasera abbiamo fatto la pratica, con il dialogo prematrimoniale e l’esame dei documenti. Tutto è quasi a posto.

Si prospetta un bel matrimonio, con alcune difficoltà legate a caratteri non facili nelle rispettive famiglie, ma nel complesso molto positivo.

Tra l’altro Luis Alberto e Arlín hanno fatto due corsi di preparazione al matrimonio: quello della parrocchia, e l’Incontro Cattolico per Fidanzati, che è un fine settimana lungo allo stile del Cursillo di Cristianità, ma rivolto non alla vita cristiana quanto alla vita cristiana matrimoniale. E che dopo il fine settimana prevede una continuità attraverso incontri periodici, ai quali Luis Alberto e Arlín, che pure vengono entrambi da una vita di parrocchia, partecipano con piacere.

Ho passato buona parte della giornata di oggi alla ricerca disperata di caliche. Non è che sia difficile trovarlo: ci sono tantissimi camion che lo portano da una parte all’altra della città, perché tra metropolitana e altre opere si sta scavando in vari punti. La difficoltà è trovare chi sia disposto a portarcelo al Guaricano a un prezzo comodo.

Di fatto i giorni scorsi avevo trovato uno che lo vendeva abbastanza economico, solo 1,500 pesos (35 euro) il camion, ma per una settimana mi ha detto che me lo portava e non me l’ha mai portato con scuse più o meno verosimili (il prezzo commerciale è sui 250 pesos il metro cubo, e quindi un camion da 15 metri cubi costa più o meno 3.500 pesos, equivalenti a 81 euro)
Così oggi mi sono messo in un punto dove passano molti dei camion che lo trasportano, e ho aspettato pazientemente (tra tutto più di due o tre ore) che arrivasse qualche camion disposto a venire a scaricarlo da noi. Obbligatoria naturalmente dare soldi al camionista. Qualcuno li chiede perché il camion è suo e quindi allargando il percorso ha più spese, altri perché sono camionisti di imprese di costruzioni, e hanno il rischio che se li scoprono li licenziano.

E di fatto dei tre camion che ho potuto far scaricare nel cortile della scuola solo due rispondevano al primo gruppo. L’altro camion… beh, devo riconoscere che si tratta di corruzione; a dir la verità, non mi sento troppo colpevole, anche se capisco che qualcosa non va. Il costo: 7/800 pesos a camion di 15/16 metri, la metà del prezzo buono che mi faceva quello che me lo vendeva.
Fatto sta che domani Candido e compagnia si metteranno dietro allo spianamento definitivo del cortile.

Rimarrà da fare il manto di cemento, per il quale contiamo sul sindaco e sulle vostre preghiere!!!

Questa domenica di Pentecoste è stata molto bella, per la presenza del nuovo diacono e per la concomitanza con la festa della mamma.

In tutte le messa Juan Luis ha servito all’altare, e la comunità gli ha espresso la sua vicinanza.

In più, nella Messa di stamattina ho salutato con un abbraccio caloroso tutte le madri presenti. E non solo, ho anche loro “baciato la mano”, cosa che significa concretamente chiedere la benedizione: “La benedizione, mamma”, e la madre risponde: “Il Signore ti benedica, figlio”. Ho voluto fare mio questo gesto che tutti i figli vivono nei confronti della loro madre, con la scusa che mia madre è lontana.

Invece alla Messa dei giovani, dove le madri erano poche, le ho fatte mettere tutte in piedi davanti alla gente, e ad ognuna di esse un giovane dei presenti ha espresso con parole dolci la riconoscenza e l’amore.

Alla fine della giornata, poi, dopo la Messa della sera, abbiamo fatto il battesimo sotto condizione di Arlín, una giovane che si sposa tra venti giorni. Era stata battezzata in una chiesa evangelica, ma avevo investigato le modalità e il rito, e risultava che il battesimo doveva essere valido. Per sicurezza, comunque, abbiamo fatto il battesimo sotto condizione stasera. Cosa che è stata molto bella per la presenza di varie persone della comunità.

La festa della mamma qui si celebra l’ultima domenica di maggio, ed è vissuta in maniera molto sentita.

Abbiamo avuto varie celebrazioni: ieri sono state nel mattino quella del liceo, e nel pomeriggio quella della scuola primaria.

Oggi, invece, abbiamo avuto la celebrazione per tutta la comunità. Il deputato Ángel Gomera ha collaborato apportando un buon numero di regali, che sono stati estratti a sorte. I giovani hanno organizzato canzoni, balli, piccole recite, e il risultato è stato decisamente buono.

L’unica cosa spiacevole è che a causa della concomitanza fra queste celebrazioni e l’ordinazione di Juan Luis, i giovani si sono dimenticati completamente della seconda. Ma di questo voglio parlare con loro i prossimi giorni, così come di certe maniere di lavorare che non mi piacciono niente, perché tante cose vengono fatte senza parlarle in precedenza. Non si tratta di cose sostanziali, eppure bisogna cercare di metterle a posto perché rischiano di diventare uno stile di lavoro che ha poco di parrocchiale.

L'imposizione delle Mani su Juan LuisStamattina abbiamo vissuto un momento speciale con l’ordinazione diaconale di Juan Luis Bello, nuovo diacono di Santa Margarita, per l’imposizione delle mani di S. E. il card. Nicolás de Jesús López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo.

È stato ordinato insieme ad altri quaranta candidati, tutti diaconi permanenti eccetto due, Francisco Caraballo (che è di Santiago el Menor) e René. Tra i nuovi diaconi permanenti c’è anche Joaquín Pichardo, della parrocchia dell’Amparo (Guardia).

Vista generale delle ordinazioniL’ordinazione si è svolta in un locale polifunzionale di un collegio gesuita della città. Erano presenti circa 1.500 persone: parenti e familiari dei diaconandi, parrocchiani, parroci, ecc. Ovviamente c’erano anche la maggior parte dei diaconi già ordinati. I nuovi e i vecchi sono un totale di 127, già un numero più grande del numero di preti diocesani!

Le nostre due parrocchie hanno partecipato con un totale di una cinquantina di persone. Forse meno che quando è stato ordinato Marcial, ma la cosa si capisce in base a vari fattori: il maggior carisma e tempo di impegno di Marcial, la concomitanza della festa della mamma, il fatto che quella di Marcial era la prima e giocava l’effetto novità, così come il fatto che Marcial aveva una nuova parrocchia che aveva la gioia di riceverlo come diacono.

La vestizione degli abiti diaconali di Juan LuisJuan Luis era accompagnato da sua moglie, Jacinta, e dai suoi figli Nikaury, Jhon e Yojacy. C’era anche la figlia “adottiva” che Juan Luis e Jacinta hanno educato dalla più tenera età.

Juan Luis con la sua famiglia nella piccola celebrazione che è seguita all'ordinazioneAl termine della celebrazione abbiamo avuto un piccolo momento di festa nel salone della scuola. La cosa più bella è stata che il momento di preghiera è consistito nel chiedere al Signore una virtù per ognuno degli anni di vita che rimangono a Juan Luis. Siamo partiti da 47 e siamo arrivati a 88!

L’idea del vescovo è che Juan Luis lavori nella nuova parrocchia di Santa Virginia, attuale settore San Ramón di Santa Margarita. Ma il decreto di costituzione della parrocchia non è ancora uscito.

Per Juan Luis sarà una sfida importante, per il fatto che la nuova parrocchia è mezza staccata dalla parte urbana di Santa Margarita, e quindi scomoda da raggiungere, e comincia a svilupparsi adesso. Comprende inoltre Duquesa, dove il lavoro di chiesa è giocoforza (per la lontananza e per i problemi che ci sono stati nella comunità) più ritardato che nel resto della nuova parrocchia.

Augurissimi, Juan Luis! Anche i fratelli di Genova pregano per te!

Stasera abbiamo avuto un bel momento di preghiera per i diaconandi: Juan Luis, che è di Santa Margarita, Joaquín, che è della parrocchia di Nostra Signora del Amparo (Guardia), Francisco Caraballo, della parrocchia Santiago el Menor, e altri trentotto candidati.

Francisco e un altro, René, sono seminaristi, e quindi riceveranno il diaconato cosidetto “transitorio”, perché, a Dio piacendo, tra un anno diventeranno preti.

Invece tutti gli altri saranno diaconi permanenti. Sono uomini sposati, la maggior parte dalla quarantina in su, con la loro famiglia ben assestata.

Il momento di preghiera non ha visto una grande folla, ma è stato un bel momento di preparazione e al momento bello dell’ordinazione che sarà domani.

Juan Luis ha fatto la preparazione al diaconato insieme a Marcial, che è stato ordinato due anni fa. Insieme al vescovo si era pensato di aspettare un tempo a fare l’ordinazione perché in Juan Luis c’erano c’erano aspetti pastorali da maturare, soprattutto a livello di esperienza e di leadership. La maturazione è avvenuta, grazie a Dio, e quindi l’ordinazione si farà domani.

La nostra comunità riceverà un’altro servitore qualificato, per l’annuncio della Parola, per la Liturgia, per la Carità.

Grazie, Signore!

Stasera è arrivato Lorenzo.

L’aereo è arrivato in anticipo, ma purtroppo nel viaggio di andata Lorenzo aveva perso – o gli avevano rubato – il portafoglio con tutti i documenti meno il passaporto, per cui è dovuto entrare come un turista e ciò gli ha portato via tempo.

In compenso ci ha portato notizie di molti incontri vissuti a Genova, con suor Daniela, con l’arcivescovo, con varie persone che erano state qui con noi.

All’aeroporto è venuto, con Marcial e le suore, anche una delegazione di tre giovani.

Bentornato, Lorenzo!

Sono stato al BNV, il Banco Nacional de la Vivienda, per vedere a che punto estava la questione del territorio che lo stesso Banco ha deciso di donare alla comunità per fare una scuola e un centro comunitario, e che il CEA (Consejo Estatal del Azúcar), l’ente proprietario della terra dello Stato, ha lottizzato e venduto a persone varie legate al partito del governo.

Sembra che il BNV abbia il titolo di proprietà della terra pronto, ed è deciso a fare la donazione alla comunità in maniera che la comunità possa difendere il terreno.

Di fatto io ho paura che il CEA, appoggiandosi al deputato che ha portato a questo pasticcio, faccia il prepotente, e ho detto al Consultore Giuridico del BNV che preferirei che facciano anche loro una comunicazione ufficiale al CEA rivendicando la proprietà della terra. Vedremo.

Oggi è toccato alla nostra zona pastorale vivere l’adorazione eucaristica per la Quinta Conferenza dei Vescovi Latinoamericani di Aparecida.

La Conferenza è nel pieno dei suoi lavori (è cominciata il 13 e finisce il 31), e ogni giorno una zona pastorale dell’arcidiocesi si fa carico del sostegno della preghiera.

Nelle nostre parrocchie abbiamo programmato l’adorazione dalle 7,30 di mattina alle 7,30 di sera, per turni di un’ora, assegnati ai vari settori o gruppi parrocchiali.

Qualche turno è stato più pieno, altri più vuoti, ma la giornata è stata ben coperta in tutti gli orari. Persino dalle 12,30 all’1,30, che è l’orario più critico, c’erano una decina di persone.

Nella mattinata la parte del leone l’hanno fatta i ragazzi della scuola, che secondo le classi si sono avvicendati davanti all’Eucaristia.

L’ultimo turno della sera era quello dei giovani. I quali, come si sa, non sono facilmente coinvolgibili nella preghiera. Tra l’altro non c’erano Quica e Rosy, che hanno fatto l’adorazione nella loro parrocchia (Divina Misericordia), per cui i ragazzi erano mezzi allo sbando. Con molti di loro ho dovuto io farli stare zitti o in ordine o al loro posto. E però, alla fine dei conti, sono stato contento della loro partecipazione.

Nel pomeriggio, verso le quattro, ho dovuto fare un salto a Villa Mella, e ho potuto vedere che l’adorazione era molto più mal presa che da noi: l’avevano programmata solo dalle tre alle cinque, e non c’era quasi nessuno, non c’era esposizione dell’Eucaristia, la gente era abbandonata a sé stessa. Il confronto con la realtà nostra mi ha fatto sentire sanamente orgoglioso, o meglio, riconoscente perché la nostra gente sembra rispondere di più.

Grazie, Signore!

Non sappiamo ancora se i pagamenti del dispensario di questo mese li faremo in contanti come sempre o con assegni.

La ragione della domanda viene dal fatto che il governo ha assegnato alla pastorale della salute diocesana una somma annuale, e loro la ripartiranno tra le varie strutture di salute cattoliche. A noi dovrebbero toccare circa 25,000 pesos (equivalenti a 600 euro) mensili, e con quelli pagheremo il personale, magari non tutti, probabilmente tre quarti degli stipendi.

Per questo abbiamo dovuto nei giorni scorsi aprire un conto al Banco de Reservas, dove ci depositeranno i soldi del governo.

L’unica cosa è che si dovranno produrre rendiconti di questi soldi, e una delle formalità è quella che risultino sul conto i pagamenti degli assegni degli stipendi del personale. Così probabilmente già da questo mese i nostri dipendenti riceveranno un assegno. Che naturalmente gli cambieremo immediatamente, perché non si può pensare di mandarli a fare due ore di coda in banca per riscuoterlo.

Vi saprò dire!

Oggi ho passato una giornata mezza stanca, saranno le due messe di prime comunioni di ieri. Il ritiro fatto nel pomeriggio non mi ha rilassato, non so perché.

Fatto sta che stamattina dopo la Messa me la sono presa comoda a mettere a posto qualcosa in casa, e nel pomeriggio sono tornato a casa presto. Ho approfittato anche per chiaccherare un po’ con Francesco, segue molto più di me le vicende italiane, mi ha aggiornato su tante cose.

Sembra ufficiale, allora, che sabato mattina ci sarà l’ordinazione di Juan Luis. Con lui altri quaranta candidati diaconi permanenti, tra i quali c’è anche Joaquín Pichardo, della parrocchia ex nostra dell’Amparo.

Ci sono anche Francisco Caraballo, seminarista della parrocchia di Santiago el Menor e un suo compagno.

Nel frattempo, ho creduto opportuno organizzare un piccolo ritiro con Juan Luis e sua moglie, invitando anche Marcial (che è diacono già da due anni) con sua moglie. Siamo andati al santuarietto di Schönstatt, alla Victoria, vicini alle carceri. Dalle tre alle sett’e mezza, abbiamo letto e commentato vari documenti riguardanti i diaconi, a cominciare dal celebre passo dell’istituzione dei sette (Atti 6); da lì, a seguire con sant’Ignazio d’Antiochia e il Concilio Vaticano II. Il ritiro si è concluso con l’adorazione, il rosario e i vespri.

Tutti e cinque ci siamo sentiti ben a nostro agio in quell’ambiente in cui la tranquillità va a braccetto con la bellezza del giardino.

Grazie, Signore!

Due turni di Prime Comunioni, stamattina: prima alla Divina Misericordia, e poi a Santa Margarita.

Puntuali i bambini, nessuno si è fatto aspettare. Hanno anche rispettato abbastanza le due consegne della “decenza” e della semplicità dei vestiti delle bambine.

Come previsto, nessuna partecipazione dei parenti, soltanto, e non sempre, i genitori e i fratelli.

In linea con le letture dell’odierna solennità dell’Ascensione, ho invitato questi bambini a farsi missionari dei loro vicini e compagni di scuola, invitandoli con loro alla Messa.

Mi sarebbe piaciuto proporvi una foto, ma ho dimenticato la macchina fotografica a casa!

I ragazzi del nostro collegio in piscina, accompagnati da Nidia, la direttrice docenteIn previsione della festa della mamma (che qui si celebra l’ultima domenica di maggio) e con l’idea di fare alle mamme dei nostri studenti una bella festicciola, si è organizzata per oggi una gita a una piscina ai margini della città.

Tutto si è svolto bene, senza inconvenienti. L’unica cosa è che il bagnino ha dovuto richiamare alcune volte alcuni ragazzi perché facevano giochi potenzialmente pericolosi al cadere sul bordo della piscina.

Purtroppo non c’è stata la partecipazione massiccia che ci si aspettava: invece di duecento hanno partecipato solo 90 studenti! Penso che a quelli che non hanno partecipato si chiederà una contribuzione che rappresenti la loro partecipazione ai preparativi della festa della mamma.

La mattinata è stata dedicata interamente al ritiro dei bambini che faranno domani la Prima Comunione.

C’erano praticamente tutti, una settantina tra le due parrocchie.

Il lavoro mio è stata la Celebrazione Penitenziale e le confessioni individuali, che sono durate abbastanza perché non avevo con me Lorenzo, che è ancora per qualche giorno in Italia.

Quello che mi colpisce in questi bambini è che quasi nessuno percepisce come un peccato significativo il fatto di non andare a Messa la domenica. Cosa che riflette la situazione reale: a Messa vengono un 10% dei bambini del catechismo.

Con i catechisti sto cercando di coscientizzarli (i catechisti) che devono organizzarsi per venire a Messa con i loro bambini, ma non è facile (per i catechisti), perché tutti preferiscono la Messa delle sette di mattina per essere poi più liberi per i lavori di casa, e non la Messa delle nove e mezza con i bambini, perché è un orario che non permette di far niente in casa.

Comincia a crescere la biblioteca della scuola.

Dopo la donazione “costitutiva” ad opera del ministero dell’educazione, ora ci è arrivata un’altra donazione da un’università privata. Sono stato a prendere i libri, non c’è granché di utile, la maggior parte sono testi inutili di argomenti non significativi. Ma qualcosa di utile c’è, e la biblioteca comincia a crescere!

Non si sa perché (davvero?), ma agli incontri dei genitori dei bambini della prima comunione la partecipazione è sempre più massiccia che per gli altri sacramenti.

Di fatto anche qui, come in Italia, la comunione è un evento anche sociale, per lo meno per il vestito bello e le foto. Credo che non esiste qui il discorso regali, e la partecipazione dei parenti alla celebrazione è minima: ci sono bambini dei quali non vengono neanche entrambi i genitori alla Messa!

Se il Signore ci aiuta, quest’anno tutti i bambini che hanno fatto la preparazione faranno la Prima Comunione. Ed effettivamente è antipatico rimandare ad altra data qualcuno.

La riunione del clero della zona verteva oggi principalmente sulla Conferenza dei Vescovi Latinoamericani e dei Caraibi di Aparecida.

Secondo le indicazioni del vescovo, mercoledì prossimo faremo l’adorazione eucaristica tutte le parrocchie della zona con l’intenzione di pregare per la Conferenza.

Le nostre parrocchie la faremo dalle sette e mezza di mattina alle sette e mezza di sera, mentre da quanto si è detto nella riunione la maggior parte delle altre parrocchie faranno l’adorazione solo dalle tre alle cinque del pomeriggio.

Visita al Municipio, per cercare di far muovere due progetti presentati al sindaco: la cappella di Duquesa e il rivestimento in cemento del cortile della scuola.

Per la prima ci è stato parlato del bilancio dell’anno prossimo. La seconda opera potrebbe venire già quest’anno.

La mettiamo nelle tue mani, Signore!

Francisco, Sabrina e Fabrizio il giorno della partenza, con suor Serafina e FrancescoFabrizio, Sabrina e il piccolo Francisco sono partiti oggi per l’Italia.

Si è concluso il faticoso cammino di adozione, che li ha costretti a stare qui per cinque mesi e passa, dalla prima metà di dicembre ad oggi.

Lasciano nei cuori di tutti noi un ricordo straordinario, per l’amore che li ha sorretti in questi mesi e per l’umanità che hanno portato alla missione.

Rimane l’interrogativo ancora troppo forte di come è possibile che una procedura di adozione internazionale duri così tanto! Di fatto Fabrizio e Sabrina avevano le spalle abbastanza robuste per permetterselo, ma per la maggioranza delle famiglie italiane sarebbe assolutamente impensabile pensare di rimanere tanto via da casa.

Fatto sta che la legge domenicana prevederebbe forse un totale di tre mesi, ma gli inconvenienti di tutti i tipi e le lentezze croniche che affliggono la burocrazia locale rendono praticamente impossibile che si rispettino le scadenze. Al punto che i tre mesi diventano appunto cinque!

Siamo contenti con Fabrizio e Sabrina per il lieto fine della loro permanenza qui. E al salutarci sgorga dal cuore una lacrima, segno di giorni belli passati insieme, e al tempo stesso promessa di continuare un rapporto bello.

Il piccolo Francisco con la professoressa Mayra AcostaOccasionalmente, a pranzo e all’aeroporto c’è stata con noi la professoressa Mayra Acosta, che aveva avuto occasione di andare a trovare Francisco nei giorni dell’ospedale e che non è voluta mancare adesso al momento della partenza.

Buon viaggio, Francisco! buon viaggio, Fabrizio e Sabrina! Vi accompagnamo con la preghiera!

Sono andato (dall’altra parte della città!) a ricevere una serie di libri per la scuola serale.

Ogni tanto il Ministero si ricorda anche degli adulti che vogliono superarsi!

Finalmente si parte per l’Italia!

Lo diciamo con tanta gioia pensando a tutti i parenti ed amici che saranno lì ad abbracciarci, ma anche con una grande nostalgia per questa casa e questa famiglia che lasciamo qui nella missione del Guaricano.

Una lacrimuccia ci segna la guancia pensando alle persone che lasciamo qui, che tanto affetto hanno dato a noi e al piccolo Francisco.

Per fortuna oggi la tecnologia ci viene in aiuto e potremo scriverci tramite internet, sentirci al telefono, seguire tramite il diario la vita della missione. Oltre a questo qualcuno della missione periodicamente si reca in Italia e quindi potremo andarli ad abbracciare in quel di Genova.

Spesso nella vita di tutti i giorni, nel proprio lavoro, nella propria famiglia il nostro impegno di cristiani diventa quasi abitudinario, si danno per scontate tante cose. Anche la parola del Signore ci sembra già conosciuta, già sentita tante volte.

In realtà stando qui abbiamo riscoperto quelle stesse parole in maniera nuova e ci siamo resi conto dell’amore enorme che il Signore ha per ognuno di noi .

Nel nostro caso la Divina Provvidenza ci ha guidato qui, nella missione del Guaricano. Eravamo in Repubblica Dominicana da tanto tempo, soli, senza l’affetto delle nostre famiglie e dei nostri amici, eravamo preoccupati per la procedura di adozione che andava a rilento e non era prevedibile una data di rientro in Italia. Siamo stati accolti qui a braccia aperte con amore ed affetto dai nostri angeli custodi della missione che ci sono stati vicini nelle gioie e nei dolori.

Abbiamo avuto la dimostrazione di come qui le parole di Cristo diventino in tutta la loro pienezza esempio concreto nella vita di tutti i giorni, avvenimento nell’amore, luce che riscalda il cuore di coloro che hanno freddo, misericordia che consola gli afflitti e i malati, pane che nutre chi ha fame.

Anche la fiammella della nostra fede, pur nelle nostre umane debolezze e nonostante le difficoltà, ha acquistato maggiore intensità, è diventata più lucente di prima.

Il nostro dovere e impegno, quando torneremo in Italia, sarà quello di non lasciarla affievolire, ma renderla ancora più intensa in Francisco e nella nostra famiglia, darne testimonianza nella nostra parrocchia, nel nostro lavoro, con le persone che conosciamo, nella nostra vita di tutti i giorni.

Un abbraccio ed un grazie di cuore a tutte le stupende persone che abbiamo conosciuto qui: don Paolo, don Lorenzo, suor Serafina, suor Modesta, suor Blessila, suor Cristina, Francesco, Carmen, don Francesco e Orietta, Sila, Mercedes, Pipín e Frank, le aspiranti (se abbiamo dimenticato qualcuno perdonateci).

Un ringraziamento anche al Signore che ce le ha fatte conoscere!

A differenza delle due domeniche precedenti, in cui ci mancava un prete per una delle due messa delle sette di mattina, oggi abbiamo avuto la gioia di avere con noi il padre Cecilio de los Santos alla Divina Misericordia (ovviamente io non l’ho visto perché ero a Santa Margarita).

Il padre Cecilio è una persona molto cara, perché è secondo me un prete modello. Afferma di credere nell’obbedienza e obbedisce, facendosi piacere quello che il vescovo gli chiede. Ha vari anni di Messa meno di me, ma ha già girato vari incarichi, e in tutti ha lavorato bene, senza fuochi d’artificio ma con serenità e costanza.

Qualche mese fa il cardinale l’ha chiamato a lavorare al seminario pre-filosofato, dove si è trasferito lasciando la parrocchia che aveva. Grazie alla relativa libertà in cui si muove ha potuto venire a presiederci la Messa, con grande gioia della gente per la sua facilità di relazionarsi e il suo sorriso contagioso.

Nei prossimi mesi spero di riuscire a organizzare che venga a fare qualche attività vocazionale con i giovani, lui è disponibile, e oltre a ciò ha una bella comunicativa che non mancherà di conquistare.

La mattinata è cominciata ben presto: alle cinque e qualcosa c’era già un gruppetto di gente fuori della parrocchia, aspettando l’inizio del Rosario dell’Aurora.

Attraverso questo rosario ci siamo uniti spiritualmente al rosario del papa e dell’episcopato latinoamericano che a Aparecida, in Brasile, si recitava per i lavori della V Conferenza dei vescovi latinoamericani. La Conferenza comincerà domani, e si protrarrà fino a fine mese.

La gente non ha partecipato massivamente, complice anche il clima di insicurezza che si respira di notte. Ma è stato molto bello, soprattutto perché a ogni Ave Maria si andava a deporre ai piedi della Madonna un fiore del proprio cortile. Tutti questi fiori sono stati poi portati all’altare durante l’offertorio della Messa che è seguita al Rosario, a significare il nostro impegno di preghiera per la V Conferenza dei Vescovi.

Secondo l’indicazione dell’Ufficio Pastorale Diocesano, tutte le parrocchie hanno recitato il Rosario in questo modo, di mattina o di sera.

Stamattina il Signore mi ha stupito con effetti speciali. La riunione zonale della Pastorale Educativa ha visto una partecipazione straordinaria. Intendo dire che c’erano molte più persone di quelle che mi aspettavo.

Tenete in conto che questa cosa della Pastorale Educativa è qualcosa che sta iniziando adesso. Più di un anno fa mi sono impegnato a farla nascere, e sembra che siamo vicini al giorno del parto. Fino ad adesso al riunioni mensili c’eravamo in tre/quattro/cinque: poche parrocchie, e con poca motivazione. Ma oggi, invece, le parrocchie rappresentate erano una decina (di 28 che ce ne sono nella zona pastorale), e i partecipanti avevano un bel desiderio di portare avanti la cosa.

L’intento di queste riunioni zonali della pastorale educativa è duplice:

  1. Cercare di far nascere le Commissioni Parrocchiali di Pastorale Educativa, che cerchino di dare attenzione pastorale alle scuole del loro territorio.
  2. Realizzare alcune attività di formazione a livello della zona.

Per quanto riguarda il primo filone, stiamo vedendo se possiamo fare un primo seminario per le nuove commissioni parrocchiali a fine giugno. Nella prossima riunione termineremo di definire la cosa.

Tale seminario rientra anche nel secondo filone. Dopo, in settembre, avremmo idea di proporre un seminario per direttori di scuole sulla Formazione Religiosa nei centri educativi. E, in novembre, vorremmo farne uno per i professori di religione sull’educazione sessuale.

Nel frattempo, i membri che si sono riuniti finora cercheranno di coinvolgere le restanti parrocchie, di scegliere, d’accordo con il loro parroco, i membri della futura commissione parrocchiale, e di visitare alcune parrocchie per far loro comprendere l’importanza della pastorale educativa.

Il fattore stupore che dicevo all’inizio si riferisce al fatto che ero andato alla riunione mezzo demotivato, ed è vero che il Signore mi ha stupito con effetti speciali.

Grazie, Signore!

La riunione della Commissione di Pastorale Giovanile è stata fatta stasera a Jacagua.

A Jacagua c’è un discreto gruppetto di adolescenti e giovani. Il fatto di andare là aveva il significato di dar loro coraggio per continuare, e anche per coinvolgerli di più nei prossimi campamenti, in maniera che imparino a farli e nei prossimi anni possano organizzarli indipendentemente.

Sembra che ci siano al meno tre giovani che faranno i monitori del campamento dei bambini, e altri parteciperanno al campo adolescenti.

I ragazzi di Jacagua sono da accompagnare con la preghiera perché diventeranno parrocchia, e sarà una grande sfida per loro!

È toccata oggi pomeriggio l’inaugurazione di un’altra CEB del settore san Francisco della Divina Misericordia. Ho trovato un’atmosfera e un clima molto belli, e ne sono stato edificato.

Dopo la Messa ho potuto scoprire che vivevano a pochi passi da quella casa varie persone che conoscevo, ed è stato un piacere intrattenermi con loro sulla soglia della casa.

Tutti i giorni nella Messa e negli incontri stiamo recitando la orazione che il papa ci ha consegnato in preparazione alla V Conferenza di Aparecida.

È molto bella, e ve la riporto, con la speranza che qualcuno si unisca a noi. Non preoccupatevi per lo spagnolo, si capisce direi senza problema. Eccola, quindi:

Señor Jesucristo,
Camino, Verdad y vida,
rostro humano de Dios
y rostro divino del hombre,
enciende en nuestros corazones
el amor al Padre que está en el cielo
y la alegría de ser cristianos.

Ven a nuestro encuentro
y guía nuestros pasos
para seguirte y amarte
en la comunión de tu Iglesia,
celebrando y viviendo
el don de la Eucaristía,
cargando con nuestra cruz,
y urgidos por tu envío.

Danos siempre el fuego
de tu Santo Espíritu,
que ilumine nuestras mentes
y despierte entre nosotros
el deseo de contemplarte,
el amor a los hermanos,
sobre todo a los afligidos,
y el ardor por anunciarte
al inicio de este siglo.

Discípulos y misioneros tuyos,
queremos remar mar adentro,
para que nuestros pueblos
tengan en Ti vida abundante,
y con solidaridad construyan
la fraternidad y la paz.

Señor Jesús, ¡Ven y envíanos!

María, Madre de la Iglesia,
ruega por nosotros.
Amén.

Il cortile della scuola, dove stiamo facendo i lavori di innalzamento per facilitare la fuoriuscita delle acque, si è inzuppato ieri a causa di un acquazzone notturno. È da due giorni che mi infango terribilmente le scarpe ogni volta che vi entro.

Siamo a buon punto, perché sono quasi pronti gli scalini finali, sta già funzionando da vari giorni la nuova cisterna, abbiamo pulito ieri la vasca di decantazione delle acque nere (e c’era dentro della bella roba nerissima…), e stiamo facendo la connessione tra la alla vecchia cisterna e il filtrante vecchio, che porterà al sottosuolo le acque pluviali dell’edificio del primo ciclo.

È ancora da fare il nuovo filtrante delle acque nere, e buona parte del caliche è ancora da spandere per il cortile per dare il nuovo livello. Probabilmente dovrò andare a chiederne dell’altro, in aggiunta ai sette viaggi da diciotto metri che ho già ottenuto. Se ce ne vogliono ancora due saranno in tutto 162 metri cubici quelli che si aggiungono.

La speranza poi è che il sindaco ci faccia il fondo di cemento, in maniera da sconfiggere definitivamente fango e polvere.

Siamo nelle tue mani, Signore!

Messa d’inaugurazione oggi pomeriggio per una nuova Comunità Ecclesiale di Base del settore San Francisco, della Divina Misericordia.

Cristino e Celestino ne sono gli animatori, e a quanto ho potuto vedere la comunità è già ben viva.

Varie persone che vi partecipano mostrano segni di vocazione di diventare animatori di comunità. Sto chiedendo allo Spirito Santo che parli al loro cuore e li “convinca”.

Il piccolo Francisco ha ricevuto il suo passaporto dominicano. La procedura di adozione che i suoi genitori Fabrizio e Sabrina stanno portando avanti è quasi in dirittura finale! La settimana prossima dovrebbe scattare il verde del loro ritorno in Italia. Fa quasi impressione pensare che sono qua da metà dicembre, praticamente “ostaggi” della burocrazia di questo paese.
Benedetto sia il Signore!

Da una settimana circa il piccolo Francisco è uscito dall’ospedale.

Il ricovero del piccolino è stato sicuramente il momento più difficile da quando siamo qui con lui. Le difficoltà di respirazione, la partenza in ambulanza con don Lorenzo alle 4,30 della notte, i tentativi di cura al pronto soccorso che non davano i risultati sperati, i tanti medici intorno a lui che sono soltanto riusciti a capire che la causa della difficoltà respiratoria non era nei polmoni, ma nella laringe.

Poi la necessità di trasferimento dall’ospedale dove eravamo, con i medici che ci dicevano che per respirare probabilmente avrebbe dovuto essere intubato, per cui era meglio trasferirlo in un’altra struttura che avesse le necessarie attrezzature.

A questo punto la corsa verso il pronto soccorso della Plaza della Salud, l’arrivo in emergenza, anche qui un via vai di dottori con visi perplessi e poco rassicuranti, flebo, ossigeno, la respirazione che non migliorava nonostante le cure.

Poi il ricovero nel reparto di terapia intensiva, con il medico che ci faceva molte domande per capire quali potessero essere le cause di questa insufficienza respiratoria e finalmente una piccola buona notizia, la respirazione, pur difficoltosa ed irregolare non peggiorava e si poteva evitare di intubare il piccolo Francisco.

I suoi tre giorni di terapia intensiva sono stati per noi terribili, era veramente straziante vedere il nostro piccolo cucciolo circondato da macchinari, con la flebo per nutrirlo, sensori vari per il controllo del battito cardiaco, della respirazione, della pressione.

Potevamo vederlo pochi minuti al mattino ed al pomeriggio, per questioni di sicurezza del reparto nei confronti degli agenti esterni ed era terribile vederlo nel lettino immobile, quando ci vedeva piangeva come non lo abbiamo mai visto piangere da quando lo abbiamo conosciuto, lui che è un bimbo solare e sorridente.

In quei giorni tremendi le sue condizioni erano stazionarie, siamo rimasti in sala d’aspetto anche durante la notte per riuscire a carpire qualche informazione ai medici. Abbiamo pregato intensamente il Signore e la Vergine Maria perché lo proteggessero e gli dessero la forza di superare anche questa avversità perché nella sua breve vita aveva già sofferto molto e affrontato tante prove.

Grazie al cielo le sue condizioni sono gradualmente migliorate, ma i medici continuavano ad avere dei dubbi sulla diagnosi, perché gli era stata diagnosticata una laringotracheobronchite, ma i medicinali con cui veniva trattato pur evidenziando dei miglioramenti, non davano la risposta prevista. I medici hanno deciso pertanto di effettuare una endoscopia nella laringe ed è finalmente stata trovata la causa dei suoi problemi, un virus che gli ha formato delle escrescenze che tendevano ad ingrandirsi, occludendo completamente la laringe ed impedendo la respirazione.

Bisognava dunque operare Francisco per asportare le escrescenze e liberare la sua laringe. Per fortuna i medici ci hanno detto che l’operazione non era invasiva né complicata. Pur rimanendo tutte le preoccupazioni dell’operazione eravamo sollevati dal fatto di sapere la causa dei problemi di respirazione del piccolo.

Per fortuna l’operazione si è svolta senza complicazioni e Francisco ha ricominciato ad avere appetito e a piangere un pochino meno, salvo quando vedeva comparire qualche infermiera in camera.

Questo periodo è stato veramente difficile, la sofferenza del nostro cuccioletto ci ha veramente provato, più di una volta ci siamo detti che avremmo preferito farci carico della sua malattia, se fosse stato possibile, e dispensarlo da una prova così dolorosa.

Grazie al cielo in questi momenti difficili ci sono stati vicini i nostri angeli custodi della missione. Vicini sia dal punto di vista spirituale che materiale. Dal punto di vista spirituale con la preghiera (dobbiamo ringraziare fortemente don Paolo, don Lorenzo e le suore per i momenti di preghiera per Francisco in parrocchia ed in missione). Dal punto di vista materiale ed affettivo, sono stati di enorme aiuto con le loro visite in ospedale, al piccolo ed a noi, l’invio delle provviste alimentari che servivano anche a convincerci a mangiare (anche se qualche volta lo stomaco era veramente chiuso), i trasporti a casa di uno dei due per darci una rinfrescata.

Non casualmente ci è capitato molte volte di dire al piccolo Francisco: forza devi stare meglio così tra poco torniamo a casa.

Il termine casa certamente era proiettato anche alla casa in cui viviamo in Italia, ma nell’immediato ci riferivamo alla missione del Guaricano.

Tutto ciò non è casuale, siamo stati accolti qui con tanto affetto ed amore, a braccia aperte e con gioia, questa per noi e Francisco in questi mesi questa è stata la nostra casa e le stupende persone che sono qui sono state la nostra famiglia, nei momenti di gioia e di sofferenza.

Un abbraccio con tutto il cuore ai nostri angeli custodi, per come ci sono stati così vicini in questo momento difficile!

Un grazie al Signore che ha dato al piccolo Francisco e a noi una prova difficile da superare per una famiglia formatasi da poco, ma ci ha dato anche la forza e l’aiuto per superarla!

Ho celebrato stasera la Messa nella quasi nuova cappella del settore Sinaí.

Dico “quasi nuova” perché si sta usando già un anno e mezzo. Ma solo stasera sono andato a celebrarvi la Messa, una Messa che ha avuto il sapore dell’inaugurazione.

Normalmente viene usata per la celebrazione della Parola, il martedì sera, per un gruppo di preghiera, il venerdì sera, e per il catechismo del sabato.

Nonostante sia piccola (misura circa 3 metri per 5) la gente la sente sua, vi si è affezionata, e adesso stanno vendendo dei buoni per rimetterla un po’ in sesto. Personalmente penso che bisognerebbe venderla e comprare qualcosa di più grande. Ho dato istruzioni di verificare un’ex collegio che adesso è affittato come casa a tre famiglie.
Nella Messa abbiamo potuto riflettere sulla chiamata alla fede che il Signore fa a tanti, e anche lì ho potuto rendermi conto che più della metà delle persone sono nella Chiesa da meno di cinque anni! E vari dei presenti, i più “nuovi”, hanno espresso un impegno di continuare il loro cammino di partecipazione e formazione.

Grazie, Signore!

C’è in programma per domani una manifestazione di protesta del magisterio. Hanno varie pretensioni, legittime, certamente.

Purtroppo si perderà un giorno di scuola. Sto cercando di approfittare per fare domani il filtrante nuovo delle acque nere. È una cosa molto rumorosa, e la giornata senza lezioni cade a pennello.

9:31 pm

Catechisti

Con i catechisti, oggi pomeriggio, ho spiegato in cosa consiste la Conferenza Generale dei Vescovi di Aparecida, che si aprirà domenica prossima.

Abbiamo fatto il punto anche sulla situazione del lavoro catechistico. E al momento abbiamo trovato due punti deboli da rafforzare.

Il primo è che al catechismo stanno andando meno della metà dei bambini. Non si sa bene la ragione: qualche catechista dice che è perché quelli che si sono già battezzati credono o vogliono credere che l’anno è già terminato, e perché quelli che quest’anno non riceveranno nessun sacramento pensano che non vale la pena continuare ad andare, visto che non succederà niente per loro.

Il secondo è la scarsa partecipazione dei bambini alla Messa della domenica. Cosa correlata al fatto che i loro catechisti non vengono alla Messa dei bambini. Non mi andava di rimproverarli, e quindi quello che ho fatto è stato di chiedere a ciascuno di loro di spiegare quali difficoltà avevano per partecipare. Spero che la riflessione che hanno fatto li aiuti a essere più responsabili in questo aspetto.

Non poteva mancare poi la programmazione della gita finale, visto che quella dell’anno scorso è stata rimandata varie volte, e poi è sfumata perché il giorno stesso che dovevamo andare è morto il marito di Bernarda. L’abbiamo messa per la terza domenica di giugno.

Poi, a fine giugno e nella seconda metà di agosto avremo i soliti momenti di formazione e programmazione per tutti i catechisti.

Sono stato nel pomeriggio all’ultima celebrazione del novenario di Alexander.

Era un ragazzo abbastanza giovane, forse sui venticinque anni, viveva con sua “moglie”, e aveva due figli.

Venerdì l’altro, al tornare a casa in moto, è stato investito in pieno da una macchina con un autista ubriaco che ha fatto un sorpasso avventato.

La famiglia, nonostante non siano tanto di chiesa, hanno dato testimonianza di una notevole serenità.

La cosa triste, al di là della tristezza di questa morte “inutile”, è che l’assassino è già a piede libero. Potere dei soldi!

Il pomeriggio di formazione dei visitatori della Divina Misericordia è stato ben fruttuoso.

La partecipazione è stata migliore che per Santa Margarita, e l’entusiasmo grande.

Sono stato con loro pochi minuti perché avevo un’altra riunione a Santa Margarita, ma è bastato per rendermi conto che la cosa girava bene.

Grazie, Teofilo, che hai portato avanti questa formazione, e grazie anche a Te, Signore!

Proseguono i lavori nel cortile della scuola.

La nuova cisterna è pronta, e presto la vecchia verrà destinata soltanto a fare da camera di accumulo delle acque pluviali.

Abbiamo già una parte del caliche per innalzare il livello del cortile ed evitare che le acque si fermino nel cortile stesso, il resto lo chiederò (sperando che me lo continuino a regalare) lunedì.

Nel fare i lavori abbiamo scoperto vari scheletri nell’armadio, in particolare un tubo con i cavi elettrici che passa esattamente sopra alla bocca di un pozzo di acqua nera. Dovrò chiamare l’elettricista per muoverlo un po’ più in là.

Dovremo anche fare un nuovo filtrante per le acque nere, visto che l’attuale è tappato o saturato.

Il tutto è un bel lavoraccio, ma era da fare!

Vicino a Santa Margarita abita un “giovane” (avrà i suoi 32/35 anni) che due anni fa ha perso una gamba dietro a un colpo di pistola. In passato ha avuto giri mezzi loschi, ma ora tutti dicono che ha messo la testa a posto.

Venti giorni fa l’hanno preso in una retata vicino al centro di spaccio di droga che c’è a pochi passi da casa sua. A quanto sembra l’unica sua colpa era di essere seduto a 15 metri dal punto di droga.

Però sembra che sia schedato per il suo passato, e ora risulta difficile tirarlo fuori.

A me la famiglia ha chiesto una lettera di presentazione, che ho fatto, perché in verità non c’è nessun rumore su di lui da parecchio tempo. Ma sembra che non è bastata, e Alberto è ancora a La Victoria.

Non si capisce mai, in questo paese, l’applicazione delle leggi penali. I delinquenti veri entrano ma escono subito (grazie alla norma sulla non applicabilità della carcerazione preventiva in mancanza di prove contundenti), mentre chi non ha soldi né appligli marcisce in carcere.

Sto pensando come muovermi per Alberto, ma non riesco a intravedere la maniera.

Stasera ci siamo riuniti con il padre Jorge Jara e con una sua figlia spirituale, che sembra sia disposta a lavorare al progetto qumran in spagnolo.

Ho spiegato loro in cosa consiste il lavoro: ricevere il materiale che la gente manda, controllarlo e caricarlo alla banca dati.

Spero che la cosa attacchi bene. Lasciarlo in funzione quando me ne andrò da qui sarà un servizio in più che ho potuto fare alla chiesa dominicana e latina in generale.

La Pastorale della Salute diocesana ci ha richiesto l’apertura di un conto bancario a nome del dispensario per ricevere degli esborsi trimestrali che vengono dal governo per i consultori della chiesa.

Sembra che ci coprano tutte le spese che giustifichiamo. Per le compre bisognerà fare prima tre preventivi, e tutti i pagamenti devono essere fatti con assegni.

Beh, è un segno positivo da parte del governo!

Fine dell’avventura ospedaliera per il piccolo Francisco. Oggi l’hanno dimesso, e sta decisamente meglio, non ha problemi respiratori, è sereno e sorride.

Grazie, Signore!

Ho avuto la Messa oggi pomeriggio nel settore Espíritu Santo, nel barrio del Chimbú, che è uno dei più lontani fisicamente dal centro parrocchiale della Divina Misericordia.

C’era un bel po’ di gente, con una presenza abbastanza significativa di uomini. Ho cercato di far leva su di loro come evangelizzatori degli altri uomini. Qualcuno si è detto disposto a mettersi sotto! Vedremo! Seminare è certo, la raccolta la vedranno altri!

Stasera le nostre parrocchie sono state ospiti di Santiago el Menor per la novena della Festa Patronale.

Il coro Cristo Vivo ha animato i canti, a dir la verità con qualche difficoltà perché le voci erano sommerse dal suono metallico della chitarra elettrica che han dato loro per accompagnarli. Ma nonostante questo sono riusciti poco a poco a equilibrare di più le cose, e l’ultimo canto è venuto proprio bene. Tanto che quando alla fine li ho presentati la genta non ce l’ha fatta a contenere l’applauso.

Mancando il padre Isidro, che è il parroco, impegnato nella Messa della cappella di san José Obrero della parrocchia dell’Amparo, è stato con noi il padre Francesco, un altro catecumeno che ha un anno di ordinazione e che come il padre Isidro è catecumeno.

Parecchia gente di Santa Margarita e della Divina Misericordia ha partecipato, anche perché strategicamente avevo soppresso la Messa di stamattina. E ci sentiamo sempre bene quando andiamo a trovare questi “vicini” che fino a pochi anni fa erano parte del lavoro della nostra missione.

Avevamo parlato qualche giorno fa di iniziare i lavori della nuova cappella del settore Nueva Jerusalén. Di fatto mi avevano detto che avrebbero cominciato sabato, ma poi le notizie sulla partecipazione non sono state molto allettanti.

Invece quando sono stato là verso le cinque del pomeriggio ho visto un bel numero di persone al lavoro. Lo scavo per le fondamenta è quasi finito, e si sta parlando di iniziare a fare la gettata del primo cemento armato tra sabato e domenica.

Dopo che con le offerte abbiamo comprato, a metà dell’anno scorso, il terreno, il resto lo porteremo avanti con la mano d’opera della comunità e con i materiali comprati con le decime e altre offerte della comunità.

Non so quanto ci metteremo, ma nel settore c’è un certo entusiasmo, e sono certo che continuerà.

Grazie, Signore!

Con grande gioia di Fabrizio, di Sabrina e di tutti noi il piccolo Francisco Gea è stato operato stamattina. Gli sono state tolte le escrescenze generate nella laringe dal virus del papilloma.

Al meno per qualche mese potrà dormire tranquillo e cominciare a parlare.

Grazie, Signore!