Il ritiro di stamattina dei catecumeni giovani era volto alla preparazione immediata al battesimo, che celebreranno stasera.
Il ritiro integra la preparazione data nella catechesi specifica, e si compiono i riti immediatamente precedenti il battesimo: la “restituzione” del Simbolo, l’Effetà, l’Unzione dei Catecumeni.
Personalmente mi piace integrare questi riti con il gesto semplice di far loro scrivere in un foglietto i loro peccati del passato, e di buttarli in un braciere ardente davanti alla croce di Cristo, a significare la loro decisione di lasciare quei peccati, che saranno poi loro perdonati stasera nel battesimo.
Sono trentacinque della Divina Misericordia, e venticinque di Santa Margarita. Tra di loro ci sono quattro o cinque adulti.
Gli adulti sarebbero molti di più, se non fosse che tutti convivono, e non hanno in programma di sposarsi. Visto che la situazione di convivenza è una situazione di peccato, la chiesa chiede loro che si preparino al battesimo e al matrimonio e che si battezzino quando si sposano. In pratica non è facile, perché la parte che si vuole battezzare non sempre accetta di sposarsi con il suo convivente, e in un numero di casi ancora maggiore è l’altra parte che non ha nessuna intenzione di sposarsi.
Alcuni vanno a battezzarsi da qualche prete benevolo che non fa troppe domande sulla vita personale e che li battezza in fretta, altri si scocciano e aspettano, altri accettano di iniziare un cammino di preparazione, anche se non sanno quando potranno battezzarsi e sposarsi.
Ad ogni modo stasera avremo questi battesimi, per i quali vi chiediamo una preghiera. La ragione della preghiera sta nel fatto che nell’80% dei casi non riusciamo a ottenere che dopo il battesimo continuino a vivere in maniera viva la fede nella chiesa (detto in buon italiano: la maggior parte si battezza e sparisce). Si prende atto della buona volontà che dimostrano, e da lì in avanti è il mistero della libertà umana.
Probabilmente me ne andrò da qui senza aver potuto implementare quello che la chiesa chiede: amminsitrare in un’unica celebrazione i tre sacramenti dell’iniziazione. Di fatto il modello di iniziazione che si vive è quello di un anno, un sacramento, ma bisognerebbe fare tre anni, tre sacramenti, ovvero implementare bene il catecumenato, con i suoi passi e le sue tappe, probabilmente con tempi diversi secondo il livello di maturità cristiana dei candidati. Chi continuerà il lavoro cercherà di farlo!
Autore: don Paolo
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