Nel pomeriggio visita a una malata terminale: una giovane donna, avrà avuto tra i 25 e i 30 anni. Era in un come semincoscente, battere di ciglia quasi nullo.
Abbiamo celebrato il battesimo, la cresima, e l’unzione dei malati. Sono rimasto di stucco quando, nel preparare il battesimo, improvvisamente si è risvegliata dallo stato di sopore, si è mezza alzata, e ha anche gridato, apparentemente per il dolore del tumore. Non ero ancora arrivato al momento dell’amministrazione del battesimo, e l’ho subito anticipato per la paura che fosse l’ultimo sprazzo di vita prima della morte.
Così l’hanno sorretta da sotto le spalle, e mettendole un catino sotto la testa, le ho dato il battesimo. Ha dato l’idea di averlo ricevuto più o meno coscientemente, e dopo è ritornata nel sopore di prima.
Tutte le volte che mi trovo con queste situazioni di malati apparentemente assenti ma che si vede che si rendono conto che sta succedendo qualcosa di grande mi si raccapponisce la pelle.