Contributi del giorno domenica 20 Agosto 2006


Il sorriso solare di Sandra

Sandra è partita oggi pomeriggio per l’Italia. Ha vissuto un mese con noi, dando una bella mano a Lorenzo in cucina e allettandoci con il suo buonumore e i suoi scherzi.


Sandra con Taína e Yudy in cucina

Oggi a mezzogiorno, come gesto di saluto, ha infilato un cubetto di ghiaccio nella schiean di suor Blessila. L’altro ieri aveva tentato di innaffiarmi i pantaloni. In un momento che non se l’aspettava, ieri le ho messo mezzo bicchiere d’acqua sulla sedia prima che si sedesse, e al toccare il sedile della sedia con il didietro ha fatto un salto megagalattico.

Tutto questo per farvi capire chi è Sandra. Nonostante i suoi sessant’anni ha uno spirito giovanile, che ci mancherà nei prossimi mesi.

Grazie di cuore, Sandra, per tutto quello che hai dato alla comunità!


Don Paolo con Ana María e Ana Iris

Se non vi ricordate di loro, sono due ragazze diciottenni di San Francisco de Macorís che in una maniera mezza contorta sono venute a conoscenza delle nostre suore, e adesso sono entrate alla casa per un’esperienza di vita comune e di discernimento vocazionale.

Se tutto va bene, si uniranno a Taína e Yudy, le quali mostrano già una maggiore determinazione di voler entrare alla congregazione.

Nella foto Ana María è la più magrolina alla mia destra, e Ana Iris è alla mia sinistra (ops, avevo la camicia macchiata…).

Sono zia e nipote, ma non mi ricordo mai qual è la zia e quale la nipote!

Alla formazione dei catechisti di questa mattina c’erano parecchi “grandi assenti” di ieri: vari catechisti abbastanza esperti, che apparentemente ieri hanno avuto impegni inderogabili. Con loro quelli che hanno dato la loro disponibilità sono attorno al centinaio tra le due parrocchie.

Una cosa nuova di quest’anno è che non accettiamo più catechisti adolescenti. L’esperienza si è rivelata buona in un senso ma spiacevole nell’altro. Buona, perché nel fare catechismo ai bambini si sono rivelati pieni di entusiasmo. Spiacevole, perché di essi hanno continuato solo la metà; gli altri quatti quatti hanno lasciato. E un altro aspetto poco bello è che tra quelli che hanno continuato, e che dicono che sentono la vocazione di essere catechisti, c’è molta immaturità ecclesiale: vengono magari a Messa, ma rimangono in fondo a fare cappannello tra di loro.

Così, dopo aver parlato di tutti questi problemi nel corso dell’intero anno scorso, quest’anno abbiamo preso la decisione, io, Marcial, e d’accordo tutti i responsabili di centro di catechesi, che non avremmo accettato altri catechisti adolescenti. I catechisti adolescenti “vecchi”, pur con i loro limiti, li avremmo portati avanti, sperando di riuscire a formarli un po’ meglio.

Devo dire, però, che alla fine dei conti di questi catechisti troppo giovani non è venuto nessuno. Una diciassettenne c’era, ma mediamente è più matura delle altre ragazzine-catechiste.

E la mattinata si è svolta tra una riflessione mia sulla maniera che i genitori possono realizzare la loro missione di essere i primi catechisti dei loro figli, e una presentazione della situazione dell’adolescente fatta da suor Cristina.

Siamo anche riusciti a terminare alle undici e mezza, e non a mezzogiorno. Io sono arrivato a casa più tardi perché ho fatto una scappata a Los Cazabes e Jacagua a accompagnare con la camionetta i catechisti di là. Che, peraltro, sono stati ammirevoli: erano il settore più presente numericamente; e questo nonostante la scomodità e la distanza! Bravi!