Sono stato oggi pomeriggio a celebrare Messa a Hato Viejo.

È un campo a 30 km da Santo Domingo. Il parroco è padre Cecilio, che è prete da due anni e che quando era seminarista veniva a fare pastorale nella nostra parrocchia. Visto che celebravano la novena della festa patronale mi ha invitato a presiedere la messa di un giorno della novena.

Ho fatto il viaggio, accompagnato da Pepe e da Willy, uno dei nostri seminaristi, sotto un’acqua battente.

La Messa è stata in tono minore, perché il settore a cui toccava animarla è dall’altra parte di un torrente che passa vicino a Hato Viejo, e non essendoci un ponte vero e proprio l’acqua alta del torrente non ha lasciato passare nessuno. In qualche maniera però la Messa l’abbiamo fatta, qualcuno a qualche maniera ha fatto i canti, e io ho provveduto nella omilia a motivare il lavoro del terzo piano pastorale diocesano.

Una cosa che mi ha colpito è stata la presenza della regina e della vice regina. Si tratta di due adolescenti del paese, scelte per la loro serietà. Tutti i giorni della novena presenziano con un vestito bianco e una fascia rossa a tracolla, e con una specie di corona in testa. Secondo quello che mi spiegavano è una forma di dare forza ai valori che queste giovani vivono. Tutti gli anni si scelgono diverse regine e vice regine.

Hato Viejo è anche il posto dove viveva Mamá Tingó, una donna che, in una circostanza in cui un uomo del governo voleva prendersi la terrra dei contadini, è stata in prima fila della resistenza dei contadini stessi, al punto che l’hanno ammazzata. Un busto nel mezzo del paese (mezzo maltrattato dalle intemperie purtroppo) ricorda la sua persona. Vicino a Santa Margarita vive sua figlia Juana, che è anche lei una persona impegnata nella lotta per i diritti della comunità.

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