Contributi del giorno lunedì 26 Giugno 2006


Il gruppo che ha partecipato alla gita a CoopMarena

Oggi abbiamo avuto la tradizionale gita di fine anno del personale della scuola. Siamo andati a CoopMarena, un resort della zona di Juan Dolio. Eravamo settantacinque. Credo che mancassero solo dieci/quindici persone.


In acqua a CoopMarena con le bidelle

Bello il mare, caldo e tranquillo grazie a una barriera frangiflutti; buono il mangiare, vario e gustoso; bella la compagnia di tanti maestri, bidelle, portieri, segretarie e poliziotti scolastici; senza dimenticare l’Associazione dei Genitori della scuola.

Tutto è andato liscio, se si eccettua uno dei portieri che ha bevuto troppo (le bevande erano comprese nel prezzo) e ha perso le forze.

Ho fatto un bel po’ di foto, che ho già provveduto a mettere su un CD, e che lascerò in parrocchia a disposizione di tutti quelli che vogliano copiarsele al computer o stamparle.

Anche per me è stato un momento sereno, sono solo un po’ schioppato per il sole che ho preso nella mezz’oretta che ho fatto il bagno.

Vi chiederete cosa è l’Escoge. Prima di tutto si legge “escohe” (con l’h aspirata), e in spagnolo significa “scegli”.

È un fine settimana per giovani sul tipo del Cursillo di Cristianidad, analogo in certi senti alla genovese Proposta.

Come la maggior parte di queste esperienze, si chiude con la Messa festiva, che è stata appunto ieri sera.

Sono andato a fare l’Escoge c’era il mio figlioccio Heriberto, nostro primo seminarista. Con lui c’erano un centinaio di altri giovani della diocesi, accompagnati da una ventina di animatori.

L’impatto su di me è stato bello, nonostante un po’ di stanchezza e l’ora tarda: la Messa è cominciata alle dieci di sera ed è finita alle undici e mezza. È stato bello abbracciare Heriberto e dirgli che ero contento per la bella esperienza che aveva fatto. Spero anche che altri giovani si decidano e si lancino a quest’avventura che non può che farli maturare.

Prima di Heriberto aveva fatto l’Escoge Willy, un altro dei nostri seminaristi, e Loraida, una giovane maestra della nostra scuola. In quest’ultima in particolare ho potuto vedere con i miei occhi il cambio di vita che c’è stato in lei: si è riavvicinata in maniera impegnata alla chiesa, ha lasciato certe ruvidezze di carattere, è più serena.

Il momento che ho vissuto mi ha fatto venire la voglia di conoscere meglio l’Escoge, in maniera da potermene fare promotore più cosciente.