Contributi del mese di Maggio 2006

Stamattina c’è stato rubato il tabernacolo di Santa Margarita.

Il ladro/profanatore ha agito nelle ore del mattino. È salito alla cappella, e facendo forza sul tabernacolo in senso circolare ha rotto la barra di metallo che lo teneva fisso nella tavolozza di cemento, l’ha infilato in un sacchetto di plastica ed è uscito tranquillamente. il pezzo di barra rimasto sul pavimento rivela che stranamente c’era un punto debole nella barra. L’ho fatto vedere al nostro fabbro, e dice che può succedere.

L’unico indizio che abbiamo sul ladro è una maglietta verde, secondo quanto dicono i ragazzi del liceo le cui finestre danno sulla scala della cappella.

Ho fatto denuncia alla polizia, sono venuti a vedere, ma ho l’impressione che se non mi muovo io loro non fanno niente.

C’e un sospetto, vi dirò…

È arrivato oggi pomeriggio da noi padre Derno Giorgetti, un missionario fidei donum di Cesena che da 29 anni lavora in Venezuela, nella parte orientale del paese.

Si fermerà da noi una settimana, dando una mano in varie cose (confessioni, ritiri, ecc.) e godendosi qualcosa del paese.

Benvenuto padre Derno!

Domani, 30 maggio, compio 14 anni di ordinazione presbiterale. È stato l’arcivescovo Giovanni Canestri che mi ha ordinato nel 1992.

Mi farete un regalone partecipando alla Messa, dove siete, e ringraziando con me il Signore per quello che ho potuto vivere finora.

E se potete chiedetegli anche con me che mi mantenga fedele a questo ministero che mi ha dato.

Grazie!!

La Via Lucis di stasera sembrava essere partita con il piede sbagliato, cominciando da me che me l’ero dimenticata, e quando sono arrivato per caso in parrocchia alle sette e mezzo di stasera mi sono chiesto: “Ma cosa ci fa tutta quella gente lì?”. Ho dovuto guardare l’agenda per ricordarmi!

Con il piede sbagliato è andata avanti, dal punto di vista terra terra, per il numero dei partecipanti: abbastanza pochi. C’è andata bene che abbiamo raccattato un po’ di gente per la strada, fra una stazione e l’altra, soprattutto bambini che cantavano a squarciagola e andavano fierissimi del flambeaux che avevano in mano.

Alla fine, come siamo abituati, la danza con il cero pasquale. Dove tutti facevano a gare per prendere in mano il cero e “farlo ballare”. È stato un momento magico, nel quale ho visto sulle facce di tutti una piena allegria!

Alla fine abbiamo fatto insieme il rinnovo dell’impegno missionario, per vivere con sempre più amore il nostro piano pastorale.

A parte tutto, devo dire: Grazie, Signore!!!

Oggi qui el il día de la madre, cioè la festa della mamma. Per una qualche ragione invece di celebrarla il 14 maggio qui la celebrano l’ultima domenica del mese.

Ed è una festa ben sentita, al punto che non possiamo mettere nessuna attività di parrocchia perché molta gente va al campo a trovare sua mamma, e comunque la gente se la passa in famiglia, avvolta negli affetti più cari.

Nella messa di stamattina a Santa Margarita abbiamo fatto varie cosette per le mamme presenti: una specie di cartolina, preparata a mano da un gruppetto di signore, con dentro alcune parole dolci per le madri; vari applausi dentro alla messa; una canzone per loro alla fine.

Prima della benedizione ho chiamato davanti le nostre suore, perché anche a loro, come “madri spirituali” nella chiesa, facessero gli auguri. E credo sia stata una cosa bella per far capire che la vita religiosa non è una frustrazione, ma un dono.

E poi all’uscita mi sono messo sulla porta e ho abbracciato le madri una a una. È stato un momento che è durato dieci minuti buoni, non finivano più quelle madri. Di molte so i nomi, ad altre dovevo chiamarle “sorellina”, “mamma bella”, “mia cara”, ecc.

Ho dato loro un po’ di amore. Da loro ne ricevo molto, e dal Padre ancora di più!

Oggi pomeriggio sono stato tutto il pomeriggio nel settore San Ramón.

Prima a dare gli avvisi pratici ai bambini che si battezzeranno l’atra domenica.

Poi a vedere cosa facevano nei vari centri di settore dove si doveva fare la celebrazione della festa delle mamme: delusione, perché dei tre centri forse ha funzionato uno.

E poi avevo l’incontro con i genitori dei bambini di là che riceveranno i sacramenti nei prossimi giorni. Ha partecipato una buona parte dei genitori, e li ho visti abbastanza attenti.

Spero che le parole che ho cercato di dire con amore e convinzione arrivino al cuore di qualcuno!

I giornali di oggi pubblicano i nomi dei deputati eletti. Undici giorni dopo le elezioni.

Ha vinto ampiamente il partito del governo, PLD Partito della Liberazione Dominicana, con 96 deputati. Il PRD ne avrà 60 e il PRSC 22.

Siamo di nuovo nella stessa situazione della scorso mandato presidenziale, con lo stesso partito che controlla governo e congresso.

Non sono prospettive molto incoraggianti. Anche se, a parole perlomeno, il PLD parla di rendere più solide le istituzioni, di eleggere la JCE (Junta Central Electoral, è l’organismo che organizza e dirige il processo elettorale) in base a regole di trasparenza e di non affiliazione partitica.

Vedremo.

Oggi ho fatto un salto in città alla compagnia telefonica del numero del consultorio, dobbiamo spostare il punto di arrivo della linea in maniera che ci sia più comodo per l’uso con la nuova centralina.

Mi ha fatto l’impressione che sarà una cosa semplice. Speriamo bene, perché altre volte abbiamo avuto abbastanza problemi con questa compagnia.

Nella riunione di formazione dei ministri straordinari della Comunione abbiamo letto insieme le indicazioni del libro liturgico sulla Comunione fuori della Messa.

Sto lavorando per rafforzare non solo lo spirito di servizio, ma anche la vita sacramentale e spirituale personale di questi fratelli e sorelle, chiamati a essere testimoni prima che servitori. In particolare ci siamo soffermati sull’impegno della riconciliazione frequente, perché molti di loro celebrano la riconciliazione solo due o tre volte all’anno.

Stiamo facendo le reiscrizioni del liceo. Vanno a rilento. Molte famiglie sono rimaste indietro nel pagamento della retta mensile, qualcuna perché le entra poco, altre perché i genitori danno i soli ai figli e questi se li spendono in altre maniere.

Mi direte: ma non si fa niente per aiutare le famiglie povere? Sì, tutti gli anni con le adozioni a distanza si istituiscono dalle 50 alle 100 borse di studio, alcune intere, altre che coprono la metà del costo. Praticamente queste famiglie pagano l’iscrizione e il primo mese, e il resto lo pagano la metà o niente.

Inoltre quest’anno c’è un fattore nuovo. Abbiamo dovuto mettere una multa a tutti gli studenti di terza, perché in barba alla norma della scuola che non si possono fare attività per raccogliere fondi, se le sono organizzate di nascosto, e alcune di esse sono state feste in discoteca.

Direte: ma cosa c’è di male a fare una festa in discoteca? Beh, varie cose: la prima è che la discoteca è vista dai giovani di qui come un posto dove conquistare pollastrelle e portarsele a letto; la seconda è che la vita delle discoteche è la birra e il rum; la terza è che l’abuso delle bevande alcooliche porta praticamente sempre a risse, liti, feriti, morti. L’anno scorso in una festa dell’Oscus (un politecnico vicino a noi) hanno ammazzato uno studente della stessa scuola.

La festa in discoteca è la cosa che produce più dinero per questi giovani, che alla fine della quarta devono fare la loro festa di graduzione in stile Stati Uniti. Ma come centro educativo non siamo disposti ad accettare che lo guadagnino in questa maniera sporca, e da qui viene la proibizione e la conseguente multa.

La speranza è che, al di là della multa, capiscano il messaggio.

Stasera abbiamo avuto l’incontro dei genitori dei bambini che faranno la prima comunione la domenica 11 giugno.

È il secondo incontro, il primo è stato all’inizio della preparazione immediata, nella seconda settimana di Pasqua.

I bambini che faranno la Prima Comunione sono circa 25 a Santa Margarita, e altrettanti alla Divina Misericordia.

Non sono molti. In proporzione ai bambini del barrio… Solo che nella nostra scuola, i bambini 10 anni sono 120. Tutti e 120 dovrebbero essere al catechismo a Santa Margarita, e almeno altrettanti alla Divina Misericordia. E tutti fanno con riverente attenzione la preghiera all’inizio della giornata, dove si legge il vangelo del giorno e un maestro lo spiega. Sono quasi tutti cattolici, eppure il catechismo per loro (per i genitori, probabilmente) è un di più.

A volte mi scoraggio pensando a queste cose, poi mi dico: ma no, sono qui in missione, se sono qui è perché le cose sono così! Certo che bisognerebbe inventare qualcosa, con i mezzi poveri di qui, per rendere attraente il catechismo. O sarà che Gesù non è poi così attraente come vorremmo pensare? sarà che se i genitori non lo fanno sentire come un dovere, quello della formazione cristiana, ai bambini non gliene importa più che tanto? dopo tutto sono bambini. A cosa pensa un bambino? a giocare! E allora non c’è da meravigliarsi!

Signore, donami lo Spirito Santo, fammi capire come posso far apprezzare a questi bambini e alle loro famiglie questa fede bella che vivo e professo!

La nuova centrale è quasi pronta. I pezzi ce l’abbiamo praticamente tutti, sono riuscito a configurarli, ma non è stato facile, mi ha salvato, mi ha salvato uno script di configurazione automatica che ho trovato in rete!

In realtà poi le centrali sono due, una per la casa e una per la parrocchia/scuola, intercomunicanti, grazie alla connessione wireless attraverso cui condividiamo anche internet.

Adesso mi mancano due switch, e due ciabatte, nonché far passare qualche cavo (ma non sono molti).

Vi saprò dire quando è tutto a posto. L’aspirazione mia è che possiamo comunicare tra casa e parrocchia in maniera diretta, senza spendere. Con meno linee telefoniche, razionalizzando le risorse: passeremo, se tutto va bene, da sette linee a quattro.

E dovrebbe esserci anche la possibilità che a un cellulare mio le chiamate risultino gratis (vi spiegherò come). Nonché la possibilità di chiamare in maniera diretta con il VoIP in Italia (noi) e in (India) spendendo molto meno.

Che dire? grazie, Signore, per questi sviluppi tecnici, e perché mi dai un po’ di intelligenza per starci dietro!

Le aspiranti delle suore continuano il loro cammino. In questi giorni di elezioni abbiamo avuto con noi Cáterin, Taína e Yudy. Rimane in cammino, anche se viene meno, Gladys, che vive a Yamasá, a un’ora e mezzo di corriera da qui.

Il mese prossimo, con l’inizio delle vacanze estive, Taína e Yudy dovrebbero venire a stare qui dalle suore. Hanno davanti ancora l’ultimo anno delle superiori, e poi la loro idea è di iniziare il cammino formale verso la consacrazione.

Mi aveva reso molto contento l’entrata di Cristina, ma adesso sono contento il doppio!

E lo sono ancora di più se penso che altri due o tre ragazzi dovrebbero entrare al seminario minore in agosto! Signore, mi stai dando molto più di quello che ti ho chiesto! GRAZIEEEEEEEE!

Stamattina abbiamo avuto un incontro diocesano di rinforzo del lavoro del Terzo Piano Pastorale.

C’erano la quasi totalità delle parrocchie, ognuna rappresentata dal suo parroco insieme a due o tre laici.

La nostra presenza è stata entusiasta, grazie a Dio, e anche a me ha messo voglia di portare avanti il lavoro con più entusiasmo!

Il cardinale, che è arrivato quasi alla fine, non ha perso l’occasione per dire una parola chiarificatrice sui problemi che ci sono con le elezioni, e si è lamentato di una triste realtà: che alcuni dei giudici della Junta Central Electoral sono notoriamente indegni di quella funzione. La gente al sentirgli dire questo l’ha spontaneamente applaudito.

Stasera ho visitato per la prima volta il “nuovo” gruppo di adolescenti de La Mina. Le virgolette che racchiudono la parola nuovo sono lì perché in realtà il gruppo funziona già da più di un anno. Purtroppo per varie ragioni non ero ancora stato da loro.

Sono un gruppo di adolescenti sui 14/15 anni, ma ho visto un giovane che ne dimostrava 17/18, e che era molto attivo.

L’unico neo è che questi ragazzi non partecipano alla Messa. Parlo soprattutto dei maschi. Li si sente professare una fede molto bella, spiegare il passo del Vangelo che leggono insieme, ma da lì a vivere la chiesa…

Leidy ha fatto nascere questo gruppo: ha raccolto l’invito che faccio abbastanza spesso a formare nuovi gruppi giovanili. Questo perché la parrocchia è molto grande, la popolazione giovanile è grandissima, e l’offerta di esperienze giovanili, anche riunisce numeri abbastanza alti di adolescenti, è limitata a una piccolissima parte di quelli che vivono qui.

Il mio sogno è di avere un gruppo di adolescenti/giovani in ogni settore, che possa essere un’alternativa concreta alla “strada” in cui si perdono la gran maggioranza di loro.

Prego perché questo avvenga, e continuo a proporre l’apertura di nuovi gruppi ai più impegnati.

Oggi, venerdì, a cinque giorni dalla fine delle elezioni, i voti contati sono meno del 40%! Risulta chiaro, perlomento nella nostra provincia, che ha vinto il PLD, senza ombra di dubbio, ma c’è qualche pastrocchio, per non dire imbroglio, nel meccanismo di conteggio dei voti.

Oggi si è saputo dal presidente della Junta Central Electoral che il problema è venuto dal fatto che un non precisato funzionario avrebbe mandato a dire alle sezioni periferiche della Junta di sospendere il conteggio! Il fantomatico funzionario è stato sconfessato, e qualcosa è tornato a muoversi.

Il problema principale sembra però, secondo la stessa fonte, che nei documenti riassuntivi di conteggio dei voti non tornano i conti: sembra cioè che ci siano più voti che elettori!

Sembra anche che molti delle relazioni che vengono dai seggi non hanno il timbro del seggio (come è possibile?!?), e quindi non vengono prese in considerazioni perché irregolari.

Quest’insieme di cose non stupisce, in questo paese, e il nostro sindaco uscente (che è dell’opposizione) è da due giorni che parla di brogli ad opera del partito del governo. E ci sono anche scappati due morti nei disordini che si sono provocati.

Non so come potranno fare per superare l’impasse che si è creata. Ho l’impressione che a un certo punto dichiareranno vincitore qualcuno senza tante verifiche. Siamo nel Terzo Mondo (il nostro è molto meglio?).

È questo il nome degli apparecchi che stavo aspettando per la centralina della casa (e della parrocchia). Il tipo che me li vende me li ha portati a casa (sarà che ci guadagna troppo?), e sono dietro a provarli.

La configurazione non è troppo semplice, sento la mancanza di Gianni Rotondo con la sua flemma e pazienza.

Vi saprò dire quando riuscirò a terminare la configurazione.

Stasera, a più di 24 ore dalla chiusura dei seggi, abbiamo i risultati di circa il 20% di essi.

I risultati danno per adesso per vittorioso il PLD, l’officialista Partito della Liberazione Dominicana, in testa con un 57%, lo segue il PRD, Partito Rivoluzionario Dominicano, con il 44%.

Ovviamente il PLD sta già festeggiando, mentre gli avversari politici stanno dicendo che hanno vinto perché hanno comprato tutto con i soldi del governo.

4:37 pm

Elezioni

Oggi è il giorno delle elezioni: si eleggono i sindaci con i loro consigli, i deputati e i senatori.

Fondamentalmente ci sono due schieramenti.

Da una parte c’è il Partido de la Liberación Dominicana, che è al governo, e che nella campagna ha fatto sfoggio di abbondanza di mezzi, in maggior parte resi disponibili dal governo.

Dall’altra parte c’è il Partito Rivoluzionario Dominicano alleato con il Partito Riformista. Il Partito Rivoluzionario Dominicano era al governo nel periodo passato, ed è quello che ha generato un’inflazione reale di più del 100%. Il Partito Riformista è quello che ha governato la maggior parte dei periodi passati, ed era guidato dall’estinto leader Balaguer, che era l’uomo di fiducia del dittatore Trujllo.

La chiesa ha invitato a esercitare il diritto di voto, senza sbilanciarsi né da una parte né dall’altra.

I candidati hanno fatto al 90% una campagna elettorale populista, basata in azioni emblematiche (di campagna) più che in programmi e idee.

Qui da noi c’è un candidato deputato che è un giovane (35 anni) che ha sempre lavorato nelle parrocchie, verrebbe da dire che si spera che lo eleggano; o meglio, che si spera che il partito lo lasci eleggere. Dico questo perché nelle elezioni passate molti avevano avuto l’impressione che gli eletti non siano stati determinati dai voti, ma dai soldi e dal loro peso dentro ai partiti.

Anche oggi c’è stata una gita allo stesso fiume di ieri, questa volta degli studenti del nostro liceo. Hanno partecipato un centinaio.

C’è stato qualche problemino alla partenza perché si erano infiltrati altri ragazzi che non erano dei nostri, e in particolare ce n’era uno che aveva una faccia e un curriculum poco raccomandabile. Così abbiamo dovuto prendere la decisione di lasciarli tutti a casa.

Per arrivare è stata un’impresa. Un pullman, una vecchia corriera che doveva avere almeno trenta primavere, ha avuto dei problemi meccanici per la strada, grazie a Dio risolti. L’altro si è perso, ma è riuscito ad arrivare prima del precedente.

Io sono andato in macchina con suor Cristina, Taina e Cáterin. Ci siamo fermati solo nella mattinata.

Prima di andare via ho fatto in tempo a scoprire che cinque studenti avevano speso 500 pesos (13 euro) per comprarsi una bottiglia di wisky. Che naturalmente gli abbiamo requisito.

A sera mi hanno chiamato i genitori che erano alla gita, per dirmi che anche il resto della giornata è filato tutto liscio.

4:14 pm

Ahimé…

http://voxilla.com/PNphpBB2-viewtopic-t-8069.html :

Questa pagina è quella che mi ha detto che l’apparecchio che ho comprato (o meglio, che mi ha fatto comprare un venditore) per interfacciare la nuova centralina con l’esterno non mi potrà fare il lavoro.

È l’ATA Zoom 5801: va bene per fare chiamate VoIP con un telefono normale, ma non ammette telefonate da asterisk.

Devo andare su qualcosa di più classico (sperando di ricuperare i soldi dell’apparecchio inutile), esiste e funziona, ma non me l’hanno voluto importare.

Ieri sera, nella nostra parrocchia di San Bartolomeo della Certosa, abbiamo presentato le foto della nostra esperienza a Santo Domingo. Una cinquantina i presenti insieme al parroco Don Renzo. La serata è inziata con la proiezione di due spezzoni del filmato di Tarcisio Mazzeo per proseguire con le foto.

I nostri parrocchiani hanno avuto modo, attraverso le immagini, di conoscere il barrio, la missione, le nostre suore, don Paolo, le scuole e le realtà di Santa Margherita e della Divina Misericordia. E siamo convinti che, attraverso i volti delle tante persone incontrate nella nostra settimana a Santo Domingo, sia passata l’immagine di una Chiesa viva che ha tanto da insegnarci.

Alla serata ha dato un prezioso contributo anche Julia con la sua presenza e la sua testimonianza.

Dopo questa serata Certosa e Santo Domingo sono “sicuramente” piu’ vicine.

Oggi gita al fiume per tutta la parrocchia!

Sono venute più di duecento persone. Con suor Serafina siamo andati nel pomeriggio, e ci siamo passati due ore belle. C’era tanta serenità, molti bambini – mi hanno fatto una festa tremenda, e ho passato la maggior parte del tempo a giocare nell’acqua con loro!

Non ho perso l’occasione per fare un po’ di tuffi!

Con il ricavato della gita butteremo un po’ più giù i debiti delle due parrocchie, che sono ancora sui 70,000 pesos (quasi 2,000 euro) ciascuna. Ogni parrocchia dovrebbe aver tirato su almeno 6,000 pesos.

P.S. Non ho foto perché da dieci giorni la macchina fotografica non ne vuol sapere di funzionare. Spero di riuscire ad aggiustarla quanto prima!

Stasera abbiamo avuto il “terzo giorno” del Ritiro di Evangelizzazione. Un momento abbastanza breve, dalle cinque e mezza a dopo le sette e mezza.

Erano presenti quasi tutti.

C’è stata una prima parte di testimonianze: vari fratelli e sorelle hanno parlato di come hanno sentito che la loro vita è cambiata.

Quello che mi ha colpito di più è stato il racconto di una donna sui cinquant’anni, la quale ha una figlia che non sapeva che lei stava facendo il ritiro. Ebbene, il lunedì dopo il primo giorni di Ritiro la figlia l’ha chiamata e le ha raccontato un sogno nel quale la vedeva in camera operatoria, e una suora la stava operando e poco a poco le toglieva via il cuore. Al pianto della figlia, la suora le si avvicinava e le diceva: Amore mio, non preoccuparti, non le stiamo levando il cuore a tua mamma, glielo stiamo cambiando con uno nuovo. A quel punto la donna ha continuato la sua testimonianza commentando: il Signore mi stava dando un cuore nuovo, non nel petto, ma nel centro della mia persona. E ha aggiunto l’altra parte della testimonianza: un figlio che non le parlava da vari anni per un momento di ribellione che aveva avuto un certo momento, e che anche lui le si è avvicinato tra la prima domenica e la seconda per chiederle perdono. Questa seconda parte mi è piaciuta più della prima, perché questi sono i cambiamenti grandi che il Signore vuole realizzare!!!

Dopo le testimonianze è toccato a Juan Luis, il candidato diacono, fare una istruzione sulla necessità di continuare il cammino nella chiesa, con la catechesi di “accompagnamento continuato”. Devo dire che questo Juan Luis mi è piaciuto, l’ho visto con grinta, e si ascoltava volentieri. Appena posso glielo devo dire!

L’ultima parte del “terzo giorno” è stata la organizzazione dei gruppi per la catechesi seguente. Ne sono stati fatti tre, due per Santa Margarita e uno per la Divina Misericordia. Questi gruppi di catechesi dureranno tre mesi, e dopo ci sarà il Ritiro Eucaristico, dedicato a una catechesi forte sull’Eucaristia.

In questo “terzo giorno” ho visto tanti sorrisi belli. Questa gente ha visto il Signore, e il Signore ha messo il sigillo del sorriso sul loro volto!

Grazie, Signore!

I due momenti di formazione del personale della scuola li ho dedicati oggi, a pochi giorni dalle elezioni amministrative, a presentare la dottrina della chiesa sull’autorità nella società.

Pur dicendo cose molto semplici, tutte le volte mi stupisco del livello ahimé basso di cultura generale che hanno tutti. Spesso devo fermarmi per spiegare il significato di una parola, e facilmente nessuno me la sa dire. E non sono parole strane: sono parole che appaiono nel catechismo della chiesa cattolica.

Comunque ho potuto vedere la fame di orientazione e di criteri che ha questa gente. Fanno tenerezza in questo.

Sono ore di studio “perse” da una parte, ma guadagnate dall’altra.

Stamattina abbiamo vissuto con Lorenzo una bella esperienza di spiritualità.

La vicaria del clero ha organizzato una giornata di spiritualità, in pratica una mattinata, in una parrocchia del centro.

La prima parte, una conferenza del cardinale arcivescovo sull’enciclica “Dio è amore”. Bella, anche se da ascoltare con molta attenzione.

E poi, l’adorazione eucaristica, pregando e riflettendo sullo stesso tema dell’enciclica.

La cosa è stata molto piacevole, e ancora di più al finire l’adorazione, quando ci siamo spostati al salone parrocchiale per il pranzo!

Sono stato un’oretta nella nostra scuola notturna, e l’ho trovata “seduta”. Alle sei e mezza, ora di inizio delle lezioni (teoricamente), c’erano solo cinque studenti, e nessun professore. Su mia insistenza Germania, la direttrice docente, ha iniziato la preghiera comune alle sei e quaranta, e quando stava finendo è arrivato il primo maestro. Poi, poco a poco, sono arrivati anche gli altri. L’ultima è arrivata alle sette e dieci. Con buone maniere e in tono scherzoso ho fatto loro capire che bisogna aggiustare l’orario di arrivo, e qualcuno mi ha fatto capire che ci avrebbe provato.

Naturalmente il grosso degli studenti arriva dopo le sette. Ahimé! I maestri vengono tardi perché vengono tardi gli studenti, e gli studenti vengono tardi perché vengono tardi i maestri!

Cosa possano imparare a questa maniera, non lo so.

La popolazione studentesca delle scuole serali è difficile, chiaramente, ma i maestri lo sono ancora di più, perché nel paese l’andazzo è che chi riesce a farsi trasferire a una scuola serale ha praticamente smesso di lavorare. E questo affetta anche maestri che di giorno lavorano molto bene.

Forse la colpa è anche mia: nella scuola serale mi faccio vivo troppo poco…

Alla riunione di quasi fine d’anno dei genitori del nostro liceo abbiamo toccato varie cose importanti.

Da parte di Nidia, la direttrice docente, sono stati trattati vari temi legati alla disciplina, tra cui quelli relativi alla “promozione”, cioè allo sforzo degli studenti dell’ultimo anno (il quarto, qui) per trovare i soldi con cui pagare la festa della graduazione, dove le foto, l’affitto di toghe e berretti, la festa in discoteca, il tutto si porta via circa 2,500 pesos (62 euro) per studente. E qui non sono pochi. Lo stile della quasi totalità dei licei è che gli studenti organizzano feste in discoteca, gite, lotterie, ecc. insomma, tutto quello che può aiutarli a raggranellare soldi. Da due anni siamo arrivati alla decisione di proibire tutto questo, per due motivi: perché tante attività (soprattutte feste e gite) culminano spesso in disastri: i ragazzi di un politecnico vicino a noi hanno fatto una festa in discoteca e c’è scappato il morto, uno di loro; e poi perché i ragazzi mettono la testa più in quelle attività che nello studio. E c’è anche un altro problema legato a queste attività: i ragazzi scelgono un tesoriere, che spesso e volentieri sparisce con il gruzzolo. Adesso, il fatto è che i nostri studenti di terza di quest’anno hanno cominciato a organizzare – di nascosto – attività di raccolta fondi (ricordo che un sabato mattina andando a una riunione del clero un po’ fuori Guaricano me li sono trovati a un semaforo a chiedere un “pedaggio” agli automobilisti: ho visto i ragazzi, e li ho salutati, e si sono nascosti dalla vergogna). Per evitare che la cosa vada avanti gli abbiamo posto una multa di 100 pesos a testa, e lo stesso anche con quelli di quarta per alcune cosette che sono successe anche con loro. Allo stesso tempo abbiamo sensibilizzato i genitori sulla negatività di queste attività, tanto più se fatte di nascosto.

Suor Cristina, da parte sua, ha parlato un po’ della maniera in cui ha fatto la scuola di religione. Il suo lavoro è molto bello, ma esigente. In questo ha tutto il mio appoggio di direttore; da parte di ragazzi, invece, ci sono state delle lamentele, perché anche qui la religione è considerata dagli studenti una materia cuscinetto. A suor Cristina ho chiesto quindi di spiegare il suo lavoro, e l’ha fatto egregiamente. Credo che i genitori hanno percepito che ci sta a cuore la formazione umana e cristiana dei loro figli. Per essere il primo anno che una suora lavora nel liceo, sono contentissimo!!!!

A me è toccata la parte economica, con il bilancio dell’anno uscente e il preventivo dell’anno prossimo. Correlato al preventivo c’è il discorso della quota da pagare, che determiniamo in maniera da coprire le spese, principalmente quelle di personale (sono un 60%), e poi il gasolio del generatore, le riparazioni, ecc. Per il personale spenderemo l’anno prossimo lo stesso di quest’anno, perché il ministero ci ha nominato due maestri e una bidella, ma faremo un aumento del 10% al personale. La quota mensile sarà quindi leggermente più alta, anche perché l’anno scorso avevamo iniziato con un attivo di più di 100,000 pesos, mentre quest’anno la previsione è di finire in parità. E la quota si alza un po’ anche perché aggiungeremo due ore di scuola a ogni classe, rafforzando le materie principali: spagnolo e matematica.

Ho anche presentato una possibilità che è emersa nei giorni scorsi: quella di lasciare la modalità “generale” che stiamo seguendo adesso, e che è una sorta di liceo scientifico italiano senza latino, per muoverci verso uno stile da “politecnico”, cioè da scuola professionale. Quando ho sottoposto la cosa all’assemblea dei genitori, chiedendo loro se volevano continuare come adesso o cambiare verso il politecnico, all’unanimità hanno espresso la preferenza per il politecnico. Segno che c’è un desiderio da parte loro che i figli escono dal liceo più preparati per il mondo del lavoro.

Alla fine, una chicca: abbiamo consegnato dei diplomi di “genitore speciale” a una quindicina di loro, che si sono distinti per l’interessamento eccezionale per la vita scolastica dei rispettivi figli: visitando la scuola spesso, venendo tutte le volte che li si chiamava, partecipando alle riunioni informative e formative. È stato un tocco di classe che Nidia ha proposto, e che ha avuto un solo effetto negativo: molte mamme pensavano che avremmo dovuto darlo anche a loro, perché effettivamente avevano partecipato praticamente come i premiati. Nidia ha dovuto arrampicarsi sugli specchi per spiegare perché a quelli sì e a loro no, e mi ha dato l’idea di non aver convinto quasi nessuno. Ma non importa. L’importante è che abbiamo fatto un gesto di apprezzamento verso le famiglie più presenti nella vita scolastica.

Dalle nove e mezza (di mattina) che è cominciata la riunione abbiamo finito alle undici passate. Ci sarebbe stato bene un turno di domande, ma l’ora tarda e la necessità di mettersi dietro al pranzo da parte delle mamme non ce l’hanno pemesso.

Tutto sommato è stato un momento ben gradevole. Grazie, Signore!

All’incontro del clero ho avuto la gioia di rivedere tanti preti con cui era un sacco che non ci vedevamo. Con vari di loro ci vediamo giusto una o due volte all’anno, ma c’è un rapporto molto bello.

I “contenuti” di questo incontro sono stati l’autostima e le figure più di spicco del clero domenicano.

Il primo è stato abbastanza fumoso, il secondo bello gustoso!

La notte è stata tragica a causa le zanzare: le zanzariere alle finestre erano rotte, e non c’era zanzariera nel letto. Sapendo la cosa, ho provveduto ad ammazzarne almeno dieci prima di andare a dormire, ma evidentemente non ho ammazzato le campionesse di nascondino!

Maggio è qui il mese della madre, e la festa della mamma si celebra l’ultima domenica.

Il piano pastorale diocesano ci fa lavorare sul tema: “Amiamoci con amore di madre”.

Partiamo dall’esperienza dell’amore materno, passiamo sulla riflessione sull’amore di Dio che oltre che paterno è anche materno, per arrivare a dire che l’amore nostro deve essere, a immagine di Dio, un amore di madre per tutti!

La prospettiva è molto bella, e nelle riunioni degli animatori di comunità si vede l’interesse e il gusto di studiare queste catechesi!

Mi sto preparando per andare all’incontro nazionale del clero, che sarà qui vicino a noi, nella Scuola di Evangelizzazione, e che durerà fino al pranzo di domani.

È il momento annuale di incontro di tutti i preti del paese. Ne partecipano sempre per lo meno un 40-50%, ed è tutte le volte un momento importante per noi missionari per inserirci più pienamente nella chiesa locale.

Oggi, secondo giorno del Ritiro di Evangelizzazione, tutto è andato bene. Carmen, Jacinta e Mirella, a cui toccavano le meditazioni, hanno fatto un bel lavoro. Al principio della mattinata è toccato a me l’annuncio della liturgia penitenziale, e così quello della liturgia di consacrazione della sera.

Alla messa finale abbiamo ascoltato varie testimonianze, tra cui mi ha colpito quella di una sorella che ha raccontato come dopo vari anni il Signore l’ha aiutata a riconciliarsi con suo figlio.

Molto bello anche quello di una giovane “sposa” (in realtà convivente), Idelina, il cui marito si è deciso a prepararsi al matrimonio. Anzi, dopo la messa hanno voluto parlare ancora un po’ con me, e Julián, il marito, si è sciolto, aprendo il suo cuore e raccontando molte cose belle attraverso delle quali si è reso conto che il Signore lo chiamava a entrare con più fede nel cammino della chiesa.

In tutti si vedeva una serenità e una contentezza grande. Abbiamo anche preparato dei mazzetti di fiori, che sono stati loro regalati all’entrare in chiesa. E di molti c’erano il marito o la moglie o altri famigliari a accoglierli.

Ancora una volta: Grazie, Signore!

Anche se mi mancano dei pezzi, continuo a lavorare sulla configurazione della centralina software.

Se il Signore mi aiuta a metterla bene a posto, potremo ridurre le linee telefoniche di casa/suore/consultorio, che adesso sono tre, a una sola, con conseguenti risparmi sulle bollette telefoniche.

Siamo stati isolati dal mondo per cinque giorni, a causa di un guasto a un apparecchio che ci collega a internet.

Oggi hanno risolto e siamo di nuovo in linea.

Oggi è stato il giorno delle confessioni delle ovejitas, “pecorelle”: chiamiamo così i fratelli e sorelle che stanno facendo il Ritiro di Evangelizzazione.

Tutte le confessioni sono belle, ma queste sono speciali, perché attraverso la predicazione e i dialoghi del Ritiro queste persone si trovano in un atteggiamento interiore di fede profonda e di certezza che Dio li può cambiare. E trovano la forza per cambiare, sostenuti dalla preghiera di tanti e dall’amore di tutta la comunità parrocchiale.

Mi rimangono ancora una piccola parte da confessare, li vedrò sabato mattina. Domenica, poi, è il secondo giorno del Ritiro.

9:31 pm

Tornati!

Oggi pomeriggio sono ritornati suor Lorenza e don Modesto…. ehm… volevo dire, suor Modesta e don Lorenzo! Aereo puntualissimo, nessun problema grazie a Dio.

Torna ad arricchirsi la vita della nostra comunità missionaria, con i sorrisi generosissimi di suor Modesta e l’operosità instancabile di don Lorenzo.

Purtroppo il fratello di don Lorenzo è sempre grave. Un tumore lo tiene prostrato in letto da vari mesi, ormai soltanto con la terapia del dolore. Don Lorenzo gli è stato accanto per un mese e mezzo, unendosi all’amore dell’altro suo fratello e della sua sorella più grande e del cognato. Continuamo a pregare per la salute di quest’uomo ben provato dalla malattia!


Carmen e Radhamés, poco prima che lui uscisse dalla comunità. Radhamés è senza baffi, perché così prescrive il regolamento di Hogar Crea

Sicuramente ricordate Radhamés, il marito di Carmen, che ha passato quasi due anni in una comunità terapeutica per cercare di liberarsi dalla schiavitù del bere. Bene, sono contento di dirvi che, grazie a Dio, ne è uscito!

Dalla comunità era uscito in maniera tragica: i famigliari si erano resi conto che nonostante le buone intenzioni e la vicinanza alla chiusura del periodo della terapia continuava ad alzare il gomito. Così eravamo stati costretti a segnalare la cosa ai responsabili della comunità, i quali avevano svergognato Radhamés davanti a tutti gli altri ospiti della comunità. Il risultato era stato che Radhamés non aveva sopportato l’umiliazione, ed era uscito. Bevendo, purtroppo, continuamente, tutti i giorni, come prima di estrare in comunità.

Un mese dopo l’uscita dalla comunità la ennesima crisi di salute. L’ultima, sembra, perché da quel momento in poi non è ha più assaggiato una goccia né di rum né di birra.

Adesso sono già passati più di sei mesi da quell’ultima crisi. La salute di Radhamés non è, e purtroppo non potrè essere più, troppo buona, ma lavora, e tutto quello che guadagna lo passa a sua moglie, e insieme lo amministrano oculatamente.

È da parecchio che vedo il cambio.

Lo scorgo nel viso disteso di Carmen, che vedo tutti i giorni per lavoro (è incaricata di ricevere le quote di collaborazione dei nostri studenti) e per la pastorale (è incaricata dei ritiri di evangelizzazione), e che ha fatto un cambio dal giorno alla notte: la si vede sorridere serenamente – prima erano sorrisi dovuti più alla forza di volontà e alla fede. Non ha più il terrore che Radhamés le faccia una scenata o la insulti per qualunque stupidaggine, e come un agnellino se lo porta a Messa quasi tutti i giorni.

L’ho visto, il cambio, anche nella casa. Alcuni mobili erano fatiscenti da tempo, così come le finestre, e durante i black-out rimanevano al buio. All’andare da lei stasera per una faccenda di lavoro ho avuto la sorpresa: i mobili del salotto nuovi, anche se senza lusso; le finestre di legno che erano piene di tarme sostituite da eleganti finestre a vetri; quattro sedie nuove avute dando indietro al negozio una lavatrice vinta in un sorteggio della parrocchia vicina. E, la chicca, un inversore per non rimanere tutte le sere nell’oscurità.

Le cose sono migliorate anche perché i suoi due figli maschi stanno lavorando, e aiutano in casa passando una parte dello stipendio. Insomma, bene su tutti i fronti.

Guardando indietro, alle tante volte che a una Carmen disperata cercavo di dire: “Abbi fede nel Signore, dopo la morte viene la risurrezione”, e alla fiducia posta da lei nella parola del Signore, mi riempie una gioia immensa. Quel Signore che Carmen ama, e di cui si è fatta discepola, le sta facendo assaporare adesso un po’ della sua gioia pasquale.

La fede si fa vita. L’amore di Cristo è più forte della morte. “Di quello che ora stiamo vivendo dobbiamo ringraziare anche lei, dopo del Signore”, mi hanno detto Carmen e Radhamés stasera. Ve lo confesso, gli occhi mi si sono inumiditi. E mi si inumidiscono ancora adesso, al scrivere per voi queste cose.

Ancora una volta, l’ennesima: Grazie, Signore!

10:41 pm

Maicol


Maicol sereno con suor Serafina

Siamo stati con le suore a trovare Maicol (come? vi domandate perché lo scrivo così? perché me lo domandate? sono io che vi domando: perché lo dovrei scrivere diverso?).

Maicol vive in una comunità per bambini con problemi di delincuenza. È una comunità gestita dal governo, questi bambini normalmente rimangono lì un massimo di tre mesi, e oltre a giocare (pallacanestro, baseball, e hanno anche una piscina!) e a vedere un sacco di televisione sono seguiti da otto educatori che si alternano nei quattro turni giornalieri, da un’assistente sociale e da una psicologa.

L’idea di questa comunità è quella di essere un luogo dove i bambini rimangono se lo vogliono: “La legge ci impedisce di tenerli qui con la forza, e comunque non servirebbe: loro cambieranno le decideranno che vogliono cambiare”, ci ha detto Juan, un educatore che segue Maicol con un affetto particolare.

“Con Maicol abbiamo fatto un’eccezione, perché la regola è che quando te ne vai non ti riaccettiamo più di due volte, e per lui sono già tre”. Ma dove vive Maicol quando se ne va dalla comunità? “Per la strada”, ci dice lo stesso Maicol, facendo la fame e passando per tutti i tipi di problemi.

Nella missione è Suor Serafina che sta seguendo Maicol. L’ha conosciuto qualche mese fa, perché lo teneva una famiglia di haitiani – Maicol è figlio di haitiani, e dei suoi genitori non si sa niente -. Una famiglia haitiana che viene a Messa se ne era fatta carico, ma ha dovuto lasciar perdere al vedere che tutti i giorni spariva qualcosa in casa. È così che Maicol è arrivato alla comunità minorile.

“Maicol può cambiare”, ci dice ancora Juan, “perché in questi mesi ha fatto molti progressi. Ma deve essere lui a volerlo, se torna in mezzo alla strada non avrà nessun futuro”. È per questo che adesso suor Serafina lo va a trovare periodamente. Oggi gli ha portato vari oggettini, e anche una torta e varia roba da vestire. Con l’impegno di condividere il tutto con i suoi compagnetti. Il volto di Maicol lasciava trasparire la felicità di ricevere affetto e amore.

Adesso suor Serafina sta cercando una comunità che possa farsi carico di Maicol a lungo termine. Parlerà prossimamente con i salesiani, che qui portano avanti varie opere con i bambini della strada.

Ci sarà una speranza per Maicol!

9:30 pm

Via Lucis

Stasera abbiamo avuto la celebrazione della Via Lucis. Cominciandola quando già era buio (poco dopo le sette di sera), ed era ancora più buio perché tutto il barrio era immerso nell’oscurità del black-out.

Il Cero Pasquale portato ben in alto, e dietro il Cero la gente con le candele accese.

Poche stazioni, sette in tutto, proclamando i vangeli delle apparizioni pasquali. E molti canti di resurrezione.

La cosa più bella è stato il momento finale, che abbiamo fatto in una specie di campetto sportivo: in cerchio, abbiamo fatto ballare il Cero Pasquale. Uomini, donne, e anche bambini, che danzavano con in mano il Cero. Dopo venti minuti ho interrotto la cosa perché cominciava ad essere tardi; diversamente, sarebbe continuata a lungo.

Alla fine il rinnovo del nostro impegno di evangelizzazione, nel nome di Colui che ci ha detto: Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque, e fate discepoli di tutte le nazioni, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto quanto vi ho insegnato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo.


Al giardino zoologico, davanti a una gabbia di uccelli

Oggi, approfittando il primo di maggio, per la prima volta in sette anni di mia permanenza qui ho visitato il giardino zoologico della città. Siamo andati con le suore, e c’erano anche Taína e Yudy.


Tutta la fauna della Hispaniola (Santo Domingo)

Ai cancelli siamo arrivati prima ancora che aprissero, ma l’attesa non è stata lunga. Appena dentro ci hanno accolti i fenicotteri, intenti a scacciare un cigno bianchissimo dalla palude nella quale sprofondavano con la sola zampa sinistra, e riposavano con la testa coricata sul loro corpo.

Un treno senza rotaie ci ha fatto fare un giro veloce, con una giovane impiegata che leggeva delle note veloci sulle specie che vedevamo alla nostra destra o alla nostra sinistra: gnu, tigri, ippopotami, struzzi, civette, colombe, pappagalli, coccodrilli, antilopi, orsi, leoni, avvoltoi, ecc. Il treno ci ha lasciati vicino alle gabbie dei serpenti, dove ci hanno strizzato l’occhio un’anaconda e un boa.


Sul lama del Zoologico

Poco dopo Taína e Yudy hanno potuto sperimentare come si monta a cavallo di un lama delle Ande. A poca distanza, in un’uccelliera ricchissima abbiamo potuto vedere variopinti pavoni e molte altre specie di volatili.

Il ritorno verso l’uscita, ci ha permesso rivedere con calma tutti quegli animali che la velocità del “treno” ci aveva rubato dalla vista.

È stato un momento ben piacevole, di riposo mentale e spirituale. Un momento per apprezzare ancora di più questa bella comunità missionaria dove collaboriamo e viviamo un’amicizia umana e spirituale piacevolissima.