Oggi il Signore mi ha fatto un regalo bellissimo al permettermi di accompagnare il cammino di liberazione dal peccato di D., una giovane donna che da almeno tre anni vive profondamente la chiesa; ha fatto il Ritiro di Evangelizzazione, e poco a poco il Signore l’ha liberata dall’uomo con cui conviveva, e da più di un anno faceva la comunione.
Da otto mesi aveva un fidanzato, G., un signore giovane, anche lui con qualche figlio e separato dalla “moglie”. D. voleva portare avanti il fidanzamento in maniera seria, senza dover smettere di fare la comunione. Il fidanzato, anche se meno inserito nella vita di chiesa di lei, non le ha mai fatto problemi.
Due settimane fa sono andati a convivere. La ragione sembra fondamentalmente lo stato di necessità di D. e dei suoi figli, dal momento che l’ex marito non passava più da tempo la pensione per il mangiare dei bambini.
Stamattina D. era a Messa, e al termine della celebrazione mi ha chiesto di parlare. È venuta fuori la situazione, che D. ha esposto con un po’ di vergogna (ricordando la sicurezza con cui diceva che non avrebbe lasciato la comunione) ma anche con tanta sincerità. Ho letto in quelle parole, implicita, una richiesta di aiuto per uscire da quello in cui si era messa. L’ho invitata a credere che il Signore le avrebbe potuto restituire la vita di grazia, e, al rendermi conto che lei era disposta a separarsi sessualmente dal convivente, la ho invitata a parlargli francamente. Mi ha promesso che l’avrebbe fatto, da lì a mezz’oretta, il tempo di arrivare a casa. Da parte mia l’avrei sostenuta con la preghiera.
E di fatto ho cercato di presentarla al Signore nella preghiera, nell’orario stabilito, e non solo. D. è una persona molto cara, e avendola un po’ accompagnata nel suo cammino di fede, il Signore mi fa sentire un impegno speciale per stare al suo lato.
Alle tre di pomeriggio D. mi ha portato il convivente. Ho trovato in lui una persona molto equilibrata, e ho potuto subito andare al dunque. Ho visto in lui un cammino interiore molto bello: è passato dal valutare una remota possibilità al pensare che con la forza di Cristo era possibile il passo che proponevo loro. Quando finalmente ha dato la sua disponibilità siamo andati in cappella davanti al tabernacolo, li ho aiutati a fare l’offerta di se stessi al Signore, e insieme abbiamo pregato per chiedere al Signore il dono della fidelità alla sua chiamata.
Il tutto mi ha commosso profondamente, perché ho visto come questi due fratelli hanno capito il significato di “amare Dio sopra tutte le cose”: oggi gli hanno dimostrato un amore più grande della loro cultura, più grande di quella che ormai è un abitudine, più grande dei piaceri del sesso. Ho sentito nei miei occhi lacrime di gioia, e lo stesso ho visto negli occhi di D. e di G. Ho vissuto un momento di felicità profonda!
Prima di lasciarli andare ho regalato a entrambi un rosario, come segno che sarà nella preghiera che troveranno la forza di vivere il loro impegno.
Il Signore poi ha messo ancora la sua mano, perché ha mandato Elvira, un’altra giovane signora che si sposa domenica pomeriggio. Lei e il marito hanno vissuto una “separazione dei letti” di più di tre mesi prima del matrimonio. Elvira, al sapere della decisione di D. e G., ha fatto loro i complimenti e ha dato loro la sua testimonianza che la cosa è possibile.
Devo dire ancora una volta: Grazie, Signore! Grazie per queste decisioni di allontanarsi da una situazione di peccato! Grazie perché sai far intuire che per amore si può vivere il sacrificio!